
Organo Ufficiale ASAPS
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Organo Ufficiale ASAPS
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Sostieni l’ASAPS, sostieni la Sicurezza Stradale
La strada è di tutti, insieme possiamo renderla più sicura
7° Rapporto ASAPS incidenti con pedoni 2023
Il saluto del dr. Filiberto Mastrapasqua che lascia la Direzione del Servizio Polizia Stradale
L’effetto “wow” e l’effetto “crime” dell’intelligenza artificiale generativa
il Centauro Organo Ufficiale A.S.A.P.S. Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale
Anno 30 - Ottobre 2024 N° 269 Iscrizione Tribunale Forlì/Cesena n. 1/95 del 26.01.95
Direttore Responsabile Giordano Biserni
Redazione
c/o ASAPS - Via Consolare, 1 - 47121 Forlì Tel. 0543.704015 www.asaps.it - sede@asaps.it
Editrice Sapidata S.p.A. Via Biagio di Santolino n.78 47892 - Acquaviva Repubblica di San Marino Tel. 0549.999779 - Fax 0549.956133 www.sapidata.sm info@sapidata.net
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Spedizione in abbonamento postale (Tassa riscossa) - Aut. n. 1475 del 23/12/2015 Direzione Generale Poste San Marino. Rep. San Marino
Comitato di Redazione
Giordano Biserni, Francesco Corvino, Lorenzo Borselli, Roberto Rocchi, Franco Medri, Maurizio Marchi, Giovanni Fontana, Luigi Altamura, Antonio Vernia, Giuseppe Moriconi, Gianluca Fazzolari, Roy Pietrucci
Fotografia
Fabio Blaco - Vincenzo Coraggio Autori vari
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Articoli, fotografie, disegni e manoscritti anche se non pubblicati, non si restituiscono. È vietata la riproduzione. Asaps © 1991 2023
Editoriale
3 Parte la Campagna iscrizioni ASAPS 2025 Oltre 30 anni di impegno serio ed efficace per la sicurezza stradale di Giordano Biserni
Campagna iscrizioni ASAPS 2025
4
Attualità
10 Il saluto del dottor Filiberto Mastrapasqua che lascia la Direzione del Servizio Polizia Stradale. E’ nominato Questore di Sassari di Filiberto Mastrapasqua
18 La miopia del 900 sui trasporti urbani … che continua
Infatti nel 700 ci muovevamo in città a 15 km/h e adesso pure… di Stefano Guarnieri
22 L’effetto “wow” e l’effetto “crime” dell’intelligenza artificiale generativa di Lorenzo Savastano
37 Il Colonnello dei Carabinieri Antonio Guglielmi ha lasciato il servizio attivo nell’Arma
38 L’occultamento per terzi della sostanza stupefacente: connivenza non punibile, concorso nella detenzione o favoreggiamento? di Andrea Girella
42 L’Unione fa la forza di Poalo Carretta
44 Targa falsa: falso grossolano o contraffazione? (Cassazione n. 24843/2024) Ma non è mai illecito amministrativo?
di Luigi De Simone
Osservatorio il Centauro/ASAPS 14 7° rapporto ASAPS incidenti con pedoni Edizione Settembre 2024 su dati Istat 2023
A cura Ufficio Studi ASAPS
20 Osservatorio ASAPS Sbirri Pikkiati 2023
Redazionale Studio3A
46 Studio3A ha preso casa anche a Bologna Inaugurata la nuova sede della società specializzata nel risarcimento danni
Le giornate della Polizia Locale
49 LA CIRCOLAZIONE STRADALE IN PRATICA Gare ciclistiche, identificazione titolari patente anche tramite l’intelligenza artificiale (IA), accertamento velocità e sostanze stupefacenti
Dottrina
52 Efficacia della sentenza penale definitiva negli altri procedimenti di Sergio Ricchitelli
Al vostro servizio
30 Pignoramento veicoli Art. 521/bis C.P.C. UfficIo Studi ASAPS
Motori
54 Motociclisti europei: sempre gli stessi incidentia di Riccardo Matesic
Giurisprudenza
28 I vostri quesiti
26 a cura di Franco Medri
Scrivono di noi
56 Premiare o punire di Davide Stroscio
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Il periodico ufficiale ASAPS,
il Centauro tratta in maniera approfondita temi di attualità di forte rilevanza sociale legati alla sicurezza stradale:
• Informazioni, articoli, inchieste
e osservatori sulla sicurezza stradale
e sul codice della strada
• Tutte le novità sul codice della strada
• News e Giurisprudenza
• Le novità sul trasporto di mezzi pesanti
• Risposte ai quesiti e rubriche dei lettori
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il Centauro, la rivista ufficiale dell’ASAPS, anche On line
La rivista è disponibile anche On line gratuitamente per i soci ASAPS 2024 Resta ovviamente anche la versione cartacea!
(ASAPS) Ce lo chiedevano in tanti, perché non mettete On line la vostra/ nostra rivista il Centauro? Ora abbiamo realizzato il progetto. Il nostro organ house è partito sperimentalmente anche On line con il numero di dicembre 2013, aperto gratuitamente a tutti. Potrete leggerlo anche stamparlo.
Da gennaio la rivista può essere letta On line dai soci che abbiano versato la relativa quota annuale.
Già dal gennaio 2014, inoltre, è possibile abbonarsi alla rivista direttamente online con le modalità di cui alla pagina: http://www.asaps.it/nuovo/ilcentauro/isc_cent_2014.php
La rivista potrà essere letta e scaricata anche dai non soci col pagamento dell’abbonamento per un anno al costo di soli euro 9 (nove) da versare all’editore Sapidata. Attenzione amici abbonati, ovviamente rimarrà anche la versione in cartaceo della rivista come sempre!
di Giordano Biserni*
ome l’inizio dell’anno scolastico è a settembre che tradizionalmente ASAPS lancia la sua Campagna iscrizioni per l’anno successivo, il 2025, per avere il tempo di spiegarne i contenuti ai nostri tradizionali soci e anche, si spera, a quelli nuovi.
È solo con il sostegno dei soci che ASAPS può continuare il suo lungo percorso. Sì veramente lungo visto che l’associazione è stata fondata nel lontano 1991 e questa sarà la sua 34esima stagione. Ci stupisce e ci dà gioia vedere spesso che si iscrivono in questi anni giovani agenti della Polizia Stradale della Polizia Locale e anche Carabinieri e Finanzieri e cittadini a cui sta a cuore la sicurezza stradale impegnati nel settore mobilità, nati dopo il 1991...
Questo però ci fa anche trasalire pensando subito dopo: ma allora siamo vecchi... Sì in effetti il calendario non fa sconti a nessuno. Sono passati più di tre decenni quando 16 appartenenti alla Polizia Stradale di Forlì, Faenza, Cesena e Ravenna, di fronte al tasso elevatissimo di mortalità, decisero di dare vita a una associazione che si dedicasse al tema della sicurezza stradale, ma vista da dentro, cioè da quelli che per primi intervenivano (allora) sugli incidenti. Eravamo quelli che in Romagna vedevano troppi lenzuoli bianchi stesi sulla Emilia, sulla Cervese, sulla Adriatica nelle notti del fine settimana. Era il tempo delle cd Stragi del sabato sera. Pensate che ogni anno un campanello suonava, alle 5 del mattino, all’abitazione di una famiglia almeno 25- 30 volte nella sola Romagna per avvertire che una ragazza o un ragazzo non sarebbe più tornato a casa... magari con una iniziale bugia dicendo che il ragazzo era grave in ospedale, ma noi sapevamo... Con le grida di genitori e nonni che non accettavano una tragedia che scaraventava nel lutto una intera famiglia. Qualcuno oggi ci dice: bene ma cosa avete fatto? Cosa abbiamo fatto? ASAPS è stata la prima bandiera nell’impegno per ridurre gli orari infiniti delle discoteche che aprivano alle 21 e chiudevano ad alba inoltrata, e per la somministrazione degli alcolici che era senza limiti di orario e di quantità, quando ancora alla parola etilometro si pensava magari ad uno strumento per sommelier... E chi li aveva mai usati?
Risultati? Nel 2000 morivano ancora 917 persone, spesso giovani, che perdevano la vita nelle due notti del fine settimana, nelle 16 ore che ASAPS ha definito maledette, quelle che vanno dalle 22 del venerdì alle 06 del sabato e dalle 22 del sabato alle 06 della domenica. Nel 2023 questo segmento orario di elevato rischio si è ridotto a
meno di 300 vittime. Sempre tantissime certo, ma diminuite di 2/3. E in Romagna? Siamo passati da quei 25-30 ragazzi morti in scontri fatali o contro una pianta a 4-5 schianti. Un risultato straordinario. Ma il nostro obiettivo rimane zero.
Sono state importanti le modifiche di legge che hanno ridotto gli orari dei locali della notte e quelli della somministrazione degli alcolici, così come l’adozione di moduli operativi notturni della Stradale e delle altre forze di polizia, con ampio uso degli etilometri e dei test per la verifica della positività agli stupefacenti. Poi è arrivata la Patente a punti, e si sono viste ottime diminuzioni della mortalità stradale.
ASAPS è poi stata protagonista assoluta con le associazioni ALG - Associazione Lorenzo Guarnieri e l’Associazione Gabriele Borgogni entrambe di Firenze, per il raggiungimento della approvazione della legge sull’Omicidio stradale (con 5 passaggi alla Camera e al Senato e 2 fiducie al Governo) che se non altro ha portato un maggiore livello di giustizia per le vittime della strada e i loro familiari. Solo per questo crediamo che ASAPS meriti tutta la considerazione che si è guadagnata in questi oltre tre decenni di vita.
Sì negli ultimi anni la diminuzione della mortalità sulle strade è stagnante o in diminuzione in dosi “omeopatiche”. I motivi? Sono noti. Calo vertiginoso delle pattuglie sulle strade, Distaccamenti della Stradale chiusi a decine, età media degli agenti spesso over 50. Mancanza di vere campagne informative (pensate allo spreco di tempo in repliche nei canali televisivi d’estate quando si potrebbero dare informazioni mirate) e al ritardo notevole di una, speriamo efficace, riforma del CdS attesa da 16 mesi. Forniremo ai soci preziosi strumenti professionali, apprezzati gadget. Quest’anno abbiamo previsto per i soci benemeriti l’opzione del Giubbotto retroriflettente con logo ASAPS, 4 tasche, strisce 3M a norma di CdS,utilissimo per gli automobilisti, ciclisti e gli stessi pedoni. Poi la tradizionale assicurazione per ricovero da infortuni, il Centauro on line, le risposte ai quesiti e i nostri numerosi webinar per i professionisti della strada. Insomma un vero scrigno di informazioni professionali e gadget per i nostri soci.
Vi ringraziamo di cuore per il vostro sostegno!
*Presidente ASAPS
www.asaps.it
Cari amici si riparte con la Campagna iscrizioni 2025.
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La strada è di tutti, insieme possiamo renderla più sicura.
Con la vostra adesione all’ASAPS oltre ad avere i numerosi vantaggi che vedete elencati secondo le singole opzioni di iscrizione, darete forza alla vera voce libera della sicurezza stradale, sempre dalla parte delle divise della strada che operano per la sicurezza di tutti. ASAPS da oltre 30 anni è un vero giacimento di informazioni professionali per gli operatori della sicurezza e una vera voce libera a fianco della gente perbene che viaggia sulle strade.
Sostieni l’ASAPS, sostieni la Sicurezza Stradale
La strada è di tutti, insieme possiamo renderla più sicura. Grazie per il vostro sostegno!
Con la sola iscrizione base avrete diritto a:
• “L’ASAPS risponde” consulenza telefonica
• ASAPS webinar - Seminari interattivi
• Accesso nuovo Prontuario CDS ONLINE
• Accesso Rivista “Il Centauro” online
• Banca Dati Quesiti
• Possibilità per il socio di porre quesiti sul CdS
• Assicurazione UnipolSai per ricovero da infortuni in servizio e fuori servizio (valida per tutti)
Il nuovo Prontuario
CDS online
Veloce e intuitivo
Al socio Sostenitore Benemerito, oltre ai servizi online, agli omaggi previsti per il socio ordinario, alla tessera e vetrofania, saranno inviati un Attestato a firma del presidente ASAPS, l’abbonamento per un anno alla rivista il Centauro in versione cartacea e il nuovo Giubbotto retroriflettente Multi Functional Vest con logo ASAPS oppure la Polo ASAPS in puro cotone tricot con logo ASAPS e il tricolore ricamato.
NOVITA’ - Giubbotto retroriflettente
Multi Functional Vest con logo ASAPS
Nuova tessera e nuova vetrofania 2025
La nuova Agenda della Sicurezza Stradale 2025
A grande richiesta torna l’Agenda della Sicurezza Stradale. Non solo un’agenda ma uno strumento ricco di contenuti, di utili informazioni per tutti. Ecco un anticipazione delle novità presenti nell’Agenda ASAPS 2025:
• SCHEDE TELAI 2025
• Le regole per le gite e viaggi organizzati nella nostra splendida italia!
• Le nuove regole sui sistemi di ritenuta e sicurezza per bambini detti “seggiolini per bambini” in vigore dal 1° settembre 2024
• - Autotrasporto nazionale di coseMancanza a bordo del veicolo dei documenti attestanti il corretto rapporto di lavoro
• Periodi di guida e di riposo Concetto di «impegno» giornaliero dei conducenti
Nuovo Prontuario del Codice della Strada in versione cartacea*
a cura dell’Ufficio Studi ASAPS Prontuario tecnico-operativo annotato delle violazioni alla circolazione stradale Xª Edizione 2025
Aggiornato con le nuove modifiche al codice della strada Edizione Sapidata 2025
servizi online ASAPS
• “L’ASAPS risponde” consulenza telefonica
• ASAPS webinar - Seminari interattivi
• Accesso nuovo Prontuario CDS ONLINE
• Accesso Rivista “Il Centauro” online
• Banca Dati Quesiti
• Possibilità per il socio di porre quesiti sul CdS
• Assicurazione UnipolSai per ricovero da infortuni in servizio e fuori servizio (valida per tutti)
L'ASAPS Risponde
ASAPS WEBINAR Seminari interattivi
Banca dati quesiti
Quota Iscrizione euro 70,00
Socio Sostenitore Benemerito ASAPS
Al socio Sostenitore Benemerito, oltre ai servizi online, agli omaggi previsti per il socio ordinario, alla tessera e vetrofania, saranno inviati un Attestato a firma del presidente ASAPS e l’abbonamento per un anno alla rivista il Centauro in versione cartacea.
NOVITA’
Giubbotto retroriflettente Multi Functional
Vest con logo ASAPS
Utilizzabile ai sensi dell’art. 162 cds per la discesa dai veicoli, ma anche per i ciclisti e pedoni nei casi di scarsa visibilità
Al socio benemerito verrà inviato il giubbotto di sicurezza premium
EN ISO 20471:2013/A1:2016. 100% poliestere, con due strisce riflettenti 3M® larghe 5 cm intorno al busto e sopra alla spalla, chiusura a cerniera, tasche multifunzione con chiusura in veltro.
Disponibile nelle taglie M/L/XL
OPPURE
La Polo ASAPS
La tradizionale polo in puro cotone tricot con logo Asaps e il tricolore ricamato
(fino ad esaurimento scorte)
Abbonamento per un anno alla versione cartacea della rivista
Nuovo Prontuario del Codice della Strada in versione cartacea*
a cura dell’Ufficio Studi ASAPS
Prontuario tecnico-operativo annotato delle violazioni alla circolazione stradale
Xª Edizione 2025
Aggiornato con le nuove modifiche al codice della strada
Edizione Sapidata 2025
Tutti i soci interessati potranno richiedere la versione cartacea del Prontuario del Codice della Strada con l’integrazione della quota iscrizione di euro 12,00
(Prezzo di copertina dell’editore euro 26 - sconto del 55% per i soli soci ASAPS)
I soci interessati al Prontuario CDS cartaceo che effettueranno l’iscrizione ONLINE potranno richiederlo con un contributo per le spese di spedizione di euro 7,00
Nessun costo di spedizione se il Prontuario viene ritirato dal Referente ASAPS
Nota:
La sola parte sulle Leggi Complementari sarà accessibile attraverso un QR Code
ATTENZIONE
Le spedizioni del prontuario edizione 2025 inizieranno solo dopo l’approvazione definitiva del DDL di riforma del codice della strada
Nuova tessera e nuova vetrofania 2025
I soci interessati ai soli servizi online possono richiedere la tessera e la vetrofania con un’integrazione iscrizione di 5,00 euro per spese stampa e spedizione
La nuova Agenda della Sicurezza Stradale 2025
A grande richiesta torna l’Agenda della Sicurezza Stradale.
Non solo un’agenda ma uno strumento ricco di contenuti, di utili informazioni per tutti.
I soci interessati possono richiedere l’Agenda ASAPS con l’integrazione iscrizione di 12,00 euro
L'ASAPS Risponde
Consulenza telefonica
Un servizio gratuito destinato esclusivamente ai soci ASAPS, attraverso il quale potranno essere formulati specifici quesiti nell’ambito delle seguenti materie:
• Autotrasporto merci e viaggiatori in ambito nazionale ed internazionale - Titoli autorizzativi
martedì dalle 16.00 alle 18.00
• Novità normative Codice della Strada: gestione sanzioni, proventi e veicoli servizio polizia stradale in capo agli Enti Locali mercoledì dalle 16.00 alle 18.00
• Controllo veicoli esteri - Elementi di controllo documentale venerdì dalle 16.00 alle 18.00
Voi vi prenotate sul portale ASAPS e noi vi chiamiamo
ASAPS WEBINAR
Seminari interattivi
Attraverso lo strumento del webinar e dell’elearnig ASAPS intende essere sempre più vicina alle esigenze di aggiornamento ed approfondimento dei temi della sicurezza stradale ed urbana con un particolare riguardo a: Codice della Strada, omicidio stradale, normativa polizia urbana, autotrasporto nazionale ed internazionale, controllo documentale, circolazione internazionale, infortunistica stradale, polizia giudiziaria, guida sicura e molto altro ancora!
Il nuovo Prontuario CDS online
Veloce e intuitivo a cura dell’Ufficio Studi ASAPS Prontuario tecnico-operativo annotato delle violazioni alla circolazione stradale Xª Edizione 2025
Con una apposita password l’iscritto può consultare online direttamente il Prontuario CdS anche con ricerca per parole o per articolo. Edizione Sapidata 2025
Assicurazione infortuni per la mobilità: soluzioni per la sicurezza in auto, in moto e per tutti i veicoli che si utilizzano nella vita di tutti i giorni, per la casa, per la protezione della persona
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E’ confermata per i soci 2025 la convenzione con GuidarePilotare. Il team di GuidarePilotare risponderà ai quesiti dei soci ASAPS in materia di guida sicura
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di Filiberto Mastrapasqua*
Il saluto del dottor Filiberto Mastrapasqua che lascia la Direzione del Servizio Polizia Stradale E’ nominato Questore di Sassari
arissimi,
prima del mio cambio di incarico, avrei voluto salutare ognuno di Voi. Provengo da un’esperienza “di questura” ed il clima della Specialità mi ha da subito avvolto, sostenuto e successivamente accompagnato per tutto il percorso.
Ho imparato tanto dalla Specialità: dalla complessità che regola la normativa di settore alle difficoltà operative, dalla necessità di operare con numerose dotazioni all’impiego intenso di strumenti digitali.
Ho appreso quanto rischioso sia il lavoro dello “stradalino” confermato dall’enorme tributo pagato dalla Specialità. Ma soprattutto, ho appreso della imprescindibile e significativa funzione della Polizia Stradale.
E’ dalla sua fondazione che la Polizia Stradale svolge una funzione di straordinaria importanza, garantendo già da quel momento quella libertà di circolazione, sancita dall’appena promulgata Carta Costituzionale, in tutto il tessuto geografico ferito e lacerato dalle conseguenze belliche.
La Polizia Stradale ha consentito di realizzare, nell’intenso periodo della ricostruzione postbellica, le più importanti e strategiche infrastrutture garantendone la scorta dei “pezzi indivisibili” così come ha assicurato lo svolgimento delle gare ciclistiche simbolo della “ripresa” e seguitissime nel Bel Paese, altrimenti non realizzabili. Tanti gli aneddoti che legano la Specialità a quel periodo. Ma la sfida contemporanea è probabilmente la più impegnativa tesa a limitare il numero delle vittime della “violenza” stradale. Un fenomeno che per la sua rilevanza è stato attenzionato dalle organizzazioni nazionali, europee e mondiali al punto di inserirlo nelle Agende del 2030 e 2050 con l’obiettivo ambizioso della limitazione delle gravi conseguenze infortunistiche. L’impatto del fenomeno emerge anche dal dialogo con i pattuglianti che si trovano a fronteggiare situazioni complesse,ed emotivamente significative, che richiedono doti non solo professionali ma anche quelle di empatia, partecipazione e condivisione.
La drammatica conseguenza della violenza stradale diventa concretamente palpabile, con tutto il suo tragico
carico, nel contatto che ho avuto il privilegio di sostenere con i familiari delle persone coinvolte nei fatali e nefasti esiti di scontri.
Familiari, sopravvissuti, alcuni dei quali, elaborando il profondo dolore, riescono a testimoniare con diretta efficacia e grande coraggio quali tragiche conseguenze può comportare un istante impercettibile di distrazione o di sottovalutazione: se questo non è amore!!
A loro un grande riconoscimento e ringraziamento.
Rimanendo in tema di gratitudine non posso non ringraziare il Sig. Capo della Polizia - Direttore Generale della P.S. per avermi concesso l’opportunità di questa bellissima esperienza e il mio Direttore Centrale che con la sua umanità ha spronato al raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi.
Un ringraziamento sincero vorrei dedicarlo al personale tutto del Servizio che mi è stato vicino, così come mi sono stati vicini i Dirigenti di Compartimento. Un saluto riconoscente vorrei inviarlo ai Comandanti di Sezione, dei Centri Operativi, ai Responsabili dei Reparti Distaccati, delle Squadre di P.G., degli uffici Verbali e Infortunistica, degli ICT e MIPG e degli altri uffici dei compartimenti e sezioni.
Un dedicato e particolare pensiero e saluto vorrei rivolgere ai pattuglianti, cuore e anima della Specialità, interpreti principali dell’obiettivo nobilissimo di cui la Polizia Stradale è portatrice: a loro una raccomandazione e cioè quella di portare il fardello affidatogli con dignità, orgoglio ed efficienza ponendo la massima attenzione allo svolgimento della propria rischiosa quotidiana missione operativa.
Così come è certo che l’attività preventiva costituita dalla presenza delle pattuglie sul nostro territorio lineare e la attenta verifica dei comportamenti scorretti alla guida costituisce l’irrinunciabile ed essenziale misura per affrontare la violenza stradale, altrettanto chiaro è che l’attività di sensibilizzazione, di comunicazione e di informazione per la formazione di una adeguata cultura stradale risulta essenziale giacché la principale causa infortunistica è legata proprio ai comportamenti scorretti. Fondamentale, in questo campo, è che tutte le Amministrazioni,Istituzioni, Università, Enti di settore coinvolti a qualsiasi titolo nella sicurezza stradale costituiscano una rete, un network, al fine di condividere azioni convergenti a migliorare la sicurezza stradale. Per questi motivi saluto con slancio le concessionarie stradali e autostradali e tutti i Partner che con la polizia stradale hanno contribuito a comunicare nel miglioramento la cultura della sicurezza stradale. Su questo tema, la Polizia di Stato, con la sua Specialità stradale, è stata disponibile, lo è attualmente e lo sarà sempre.
Un saluto anche a tutti i componenti di Viabilità Italia che con massimo impegno garantisce il proprio esperto apporto e a tutti i partecipanti ai COV ed Osservatori sull’incidentalità provinciali. Infine un caro saluto all’ASAPS a “Il Centauro” e a tutti i suoi lettori come me. Insomma, con molta commozione saluto tutti con sincero affetto.
Filiberto Mastrapasqua Gia direttore del servizio di polizia stradale Questore di Sassari
Il saluto dell’ASAPS a un funzionario arrivato in punta di piedi e con stile, alla Direzione della Polizia Stradale, ma che ha lasciato una impronta indelebile Grazie Direttore. Buona fortuna Filiberto
Era stato nominato Direttore del Servizio Polizia Stradale nell’ottobre del 2022 il dottor Filiberto Mastrapasqua. E’ arrivato in punta di piedi assumendo la Direzione con la dovuta cura e attenzione. Veniva da una esperienza “di questura” come lui stesso ha scritto.
Ma ci siamo accorti subito che quell’arrivo in punta di piedi avrebbe lasciato però una importante impronta. Non ci siamo sbagliati.
E’ inutile che diciamo, perché è noto a tutti, che la Stradale sta attraversando un periodo molto difficile nel quale è stato ridimensionato il suo ruolo (un errore imperdonabile dei decisori politici e tecnici degli ultimi
15-20 anni) con il calo inesorabile di presenza sul territorio inteso in particolare come strade statali e provinciali purtroppo, in assoluto, le più pericolose e mantenendo saldamente la responsabilità del controllo in esclusiva della rete autostradale.
Il Direttore è stato capace di riattivare il nervo motivazionale del personale, con la sua presenza costante nei reparti, col dialogo costruttivo e attento con funzionari e agenti, con la riscrittura di non pochi moduli operativi, con l’incentivazione dei servizi mirati di contrasto all’alcol e stupefacenti. Ha poi riposizionato la parabola dell’attenzione anche sul trasporto pesante. Ha fatto di più di quel che poteva con i limiti storici di organico della Specialità ridotta all’esangue cifra di 9.800 operatori rispetto ad un organico previsto di quasi 13.000 (-25%), con vuoti enormi soprattutto negli storici Distaccamenti posizionati sui punti critici della viabilità ordinaria.
Ha tentato di rilanciare la formazione del personale cercando di colmare il vuoto professionale che si è creato con la bolla della trasformazione del Caps di Cesena da Università della Polizia Stradale in qualcosa di indecifrabile. Un istituto di formazione poi travolto nella palude (è proprio il caso di dirlo) della tragica alluvione del 2023.
Allora subito la domanda. E i risultati? Alcuni sono certi e nitidi. Parlano alcuni numeri (quelli che a noi dell’ASAPS stanno particolarmente a cuore). Secondo i recenti dati Istat 2023, le vittime mortali degli incidenti stradali (3.039) sono diminuite del 3,8%, i feriti sono cresciuti dello 0,5% e gli incidenti dello 0,4%. Ma attenzione, i morti sulle autostrade nel 2023, anno a piena direzione Mastrapasqua della Specialità, sono diminuiti del 19,0% ! Sulle strade urbane il calo è stato dello 0,3%, sulle strade extraurbane - 3,9%.
Per altro sotto la sua Direzione è stata rinnovata la convenzione con AISCAT per le varie concessionarie autostradali, con finalmente dei discreti benefici per il personale che opera e rischia molto sulla rete.
Ci sarebbe altro da aggiungere, tanto altro. Ci limitiamo ad evidenziare che Mastrapasqua, funzionario arrivato alla Stradale senza averla mai conosciuta, ha finito per interpretarla molto molto bene, è riuscito a capire e a farsi capire dal personale e soprattutto è riuscito a far ripartire un percorso motivazionale che negli anni precedenti si era completamente smarrito.
Per questo come ASAPS siamo fieri di avere visto al vertice della Stradale un funzionario come Filiberto Mastrapasqua che ha per altro sempre indossato la divisa con orgoglio e finalmente con gran stile. E’ arrivato in punta di piedi ma ha lasciato una forte impronta di Centauro sul suo percorso.
Per questo lo abbiamo sostenuto, nei nostri limiti, con tanta stima e amicizia. Amicizia ricambiata di cui oggi ci vantiamo molto.
Buon percorso Filiberto nel tuo nuovo incarico. Gli amici e colleghi della Questura di Sassari ancora non lo sanno, ma sono stati molto fortunati.
Sono certo che il Centauro alato avrà ancora e sempre un posto nel tuo cuore. Speriamo anche in un successore al Servizio col tuo profilo.
Giordano Biserni
Presidente
ASAPS
7° rapporto ASAPS incidenti con pedoni
Edizione Settembre 2024 su dati Istat 2023
A cura Ufficio Studi ASAPS
7° Rapporto ASAPS incidenti con pedoni
Numero decessi sulle strade nel 2023 uguale al 2022
Aumentano però i feriti e gli investimenti complessivi
Peggiorano i dati dei morti nelle grandi città
A Roma un pedone muore ogni settimana
Ogni ora in Italia avvengono due investimenti di pedoni
Strisce pedonali sempre più insicure: 175 morti nello spazio che dovrebbe essere il più sicuro
54 pedoni feriti ogni giorno in Italia
SAPS – Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale – presenta il 7° Rapporto annuale sull’incidentalità con il coinvolgimento dei pedoni in Italia, grazie ai dati ISTAT dell’anno 2023. L’annuale appuntamento permette di fare il punto sull’utente più vulnerabile, alla luce delle molte informazioni che arrivano dagli organi di polizia stradale, impegnati nei rilievi, e dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi di ASAPS, punto di riferimento a livello nazionale. Nell’anno 2023 i dati peggiorano per numero di feriti e numero di sinistri con il coinvolgimento dell’utente più debole della strada. Rimangono stabili come numero complessivo di decessi.
Nel 2023 sono avvenuti 18.483 investimenti di pedoni, in aumento rispetto al 2022 (17.765) e al 2021 (17.164) 50 al giorno, 2 l’ora, in cui sono morte 485 persone, 314 uomini e 171 donne (nel 2022 furono in numero uguale, sempre 485 persone, 325 uomini e 160 donne). Il dato è lo stesso del 2022 quando vi era stato un aumento del 3% rispetto al 2021 e +18,6% rispetto al 2020 quando furono 409, mentre diminuiscono del 9,2% rispetto al 2019 –prima del Covid-19 - quando morirono 534 pedoni. ASAPS nel comunicare i dati ricorda come, nel 2002 – l’anno prima dell’introduzione della patente a punti in Italia – persero la vita ben 1.226 pedoni, a riprova che l’introduzione della PaP, un efficace piano di controlli alla guida degli automobilisti, e nuovi sistemi di protezione sui veicoli con allarmi dedicati al blocco della marcia in caso di ostacoli, hanno portato a risultati eccezionali, anche in termini di costi economico-sociali. Ora però è significativa la mancata diminuzione del numero di pedoni deceduti avvenuta nell’ultimo anno, con una stagnazione allarmante.
In retrospettiva in Italia tra il 1991 e il 2023 sono morti 24.420 pedoni, ne sono rimasti feriti ben 627.330, come tutti gli abitanti di Palermo!
Preoccupa infatti il numero di pedoni feriti, alcuni con danni permanenti, che ha raggiunto i 19.691 , in aumento rispetto ai 19.062 dell’anno 2022 e nettamente più alti rispetto ai 16.693 del 2021, ben 54 al giorno, con un aumento di ben 2.998 unità rispetto al 2021, anno caratterizzato dalla pandemia. Tra il 2005 e il 2019 era rimasto costante il numero di feriti tra i 20.000 e i quasi 22.000 cittadini, poi l’anno della pandemia ha portato a circa 13.547 il numero di persone che si erano rivolte alle strutture ospedaliere, ma solo grazie ad una minore mobilità veicolare.
ASAPS ha poi analizzato i dati relativi ai luoghi degli investimenti di pedone, come quelli su marciapiede (29 decessi in 782 incidenti), mentre camminava regolarmente sul margine della carreggiata (25 decessi in 825 incidenti), mentre lavorava sulla carreggiata protetto da apposito segnale (5 decessi e 25 sinistri) e soprattutto si evidenziano i troppi investimenti sugli attraversamenti pedonali (sia protetti da semaforo o da agente, sia non protetti ma segnalati), ben 8.276 con 175 decessi, 156 in ambito
urbano e 19 in ambito extraurbano (nel 2022 ci furono 7.995 sinistri con 181 morti, con 166 vittime in ambito urbano e 15 in ambito extraurbano), il 36% (!!!) di tutti i pedoni morti nel 2023. Nel 2021 erano stati molti meno, 6.762 i sinistri con eguale numero di morti 180 ( 157 in ambito urbano e 23 extraurbano) e oltre 10.000 feriti, nel luogo più”sacro” della strada, quello in cui la precedenza è diritto del pedone e dove la tutela dovrebbe essere maggiore, come negli altri paesi europei.
Complessivamente gli investimenti in cui il responsabile è stato il conducente del veicolo sono stati 9.958 con 229 decessi di cui 193 in ambito urbano e 36 in area extraurbana. Ma non bisogna dimenticare come anche i pedoni siano sottoposti alle norme del Codice della Strada e gli incidenti provocati dai loro comportamenti irregolari siano stati ben 3.990 con 107 decessi e oltre 3.855 feriti, con 2.322 casi in cui il pedone attraversava la strada irregolarmente, in 642 incidenti camminava in mezzo alla carreggiata, in 514 occasioni il pedone veniva fuori improvvisamente da dietro un veicolo in sosta o fermata, in 291 situazioni il pedone attraversava al passaggio pedonale non rispettando i segnali con 11 decessi.
I casi in cui la responsabilità è stata assegnata sia al conducente che al pedone si attesta a 1.770, con 86 decessi.
Il rapporto Istat indica anche il numero di sanzioni a conducenti di veicoli che non hanno dato la precedenza al pedone, che ha raggiunto il numero 14.908 multe.
Anche i pedoni violano il codice della strada quando non rispettano le norme di comportamento, con ben 12.482 sanzioni nell’anno 2023.
Il mese più a rischio per i pedoni è risultato settembre con 61 decessi (44 uomini e 17 donne), quello meno a rischio maggio, con 22 (12 uomini e 10 donne) Come numero di feriti, il maggior numero si è contato nel mese di novembre con 2.186 persone costrette
alle cure mediche (1.029 uomini e 1.157 donne), quello con meno episodi agosto con 1.243 casi (609 uomini e 634 donne). L’oscurità e la mancanza di attenzione sono fattori molto delicati che necessitano di adeguate campagne di sensibilizzazione, ad oggi totalmente assenti dai mass-media e dalle iniziative governative.
Sono stati 12 (rispetto ai 19 dell’anno precedente) i giovani sotto i 18 anni morti in Italia nel 2023 (7 ragazzi e 5 ragazze). Quattro avevano meno di 5 anni, (due bambini e due femmine), mentre i feriti sotto i 18 anni sono 2.498 (1.332 maschi e 1.166 femmine) di cui 442 con meno di 5 anni. Dati preoccupanti, a dimostrazione che non riusciamo a tutelare i più piccoli che non riescono certamente ad essere autonomi.
Brutte notizie ancora per la c.d. “terza età” perché alla fatidica data dei 65 anni compiuti il numero di incidenti gravi esplode con ben 314 decessi nell’anno 2023 (193 uomini e 121 donne), in aumento di ben 27 unità rispetto ai 287 morti dell’anno 2022 con 183 maschi e 105 femmine, il 65% di tutti i deceduti, in pratica due pedoni su tre sono ultra65enni che perdono la vita, molto spesso attraversando una strada, persone che hanno riflessi meno pronti e con un passo meno veloce di utenti più giovani ma che necessitano di maggiore tutela, anche con norme specifiche.
La regione con il più alto numero di pedoni morti tra gli ultra65enni è il Lazio con ben 51 ultra65enni uccisi nel 2023 (29 uomini e 22 donne), in netto aumento rispetto ai 39 decessi dell’anno 2022; segue la Lombardia con 36 pedoni morti (22 uomini e 14 donne), in calo rispetto ai 42 decessi dell’anno prima, e dalla Campania con 30 (15 uomini e 15 donne), Sicilia con 29, Veneto con 26, Emilia Romagna con 25 e Toscana con 23. I feriti ultra65enni sono stati ben 6.315 (2.944 uomini e 3.371 donne), con 1.072 feriti anziani in Lombardia, 869 nel Lazio e 637 in Toscana. Su questo fronte serve per ASAPS una seria riflessione anche in ambito locale, con servizi di prevenzione e campagne tematiche e specifiche nei territori più a rischio, perché il numero di anziani deceduti non conosce diminuzioni di anno in anno.
VEICOLI COINVOLTI
Tra i veicoli investitori nei casi di decessi la parte del leone è svolta dall’autovettura con ben 354 casi (compresi cinque taxi/ncc ), 64 autocarri, 34 motocicli, 14 autobus/filobus e tram, 4 biciclette, 2 biciclette elettriche, 4 ciclomotori, 1 quadriciclo, in 8 casi nessuna notizia della tipologia di veicolo è stata riportata perché si tratta di episodi di pirateria senza un colpevole.
Tra i veicoli investitori nei casi di pedoni feriti, sempre le autovetture sono state 14.574 volte protagoniste di incidenti tra cui 151 taxi/ncc e 36 auto di soccorso o di polizia, 318 autobus/filobus e tram, 371 biciclette, 53 biciclette elettriche, 182 monopattini, in 654 casi nessuna notizia della tipologia di veicolo è stata riportata perché si tratta di ulteriori episodi di pirateria che ha provocato feriti.
Sono stati 6.163 gli investimenti di pedoni nelle grandi città nel 2023, 1.959 a Roma, 1.124 a Milano, 577 a Genova, 442 a Torino, 389 a Napoli, 313 a Bologna, 216 a Palermo, 195 a Bari, 161 a Catania, 146 a Trieste, 128 a Verona, 77 a Messina, 71 a Venezia. Aumenta ancora il numero di decessi tra i pedoni, che passa dai 114 del 2019, ai 102 del 2020 agli 86 decessi del 2021, arrivando ai 117 nel 2022, aumenta ancora con la cifra di 129 (86 uomini e 43 donne) con un + 10% rispetto all’ultimo anno. 80 su 129 avevano più di 65 anni (49 uomini e 31 donne). Roma rimane un caso a se, superando i dati del periodo pre-pandemia con ben 55 decessi (36 uomini e 19 donne), erano stati 44 nel 2022, mentre nel 2021 erano state 32 le croci sulle strade romane.
Sempre nella Capitale 33 vittime su 55 avevano più di 65 anni, una vera strage di anziani. Nella Capitale i pedoni morti nel 2017 furono 49, nel 2018 furono 59, nel 2019 42 e ancora 40 nel 2020 nonostante il lockdown, secondo i dati ISTAT. Al secondo posto tra le grandi città, sale Milano con 19 decessi – 14 uomini e 5 donne – di cui 11 ultra65enni. Seguono Napoli con 11 vittime (ben 10 ultra65enni), Palermo con 9, Catania con 7, Bologna con 6, Torino, Genova e Bari con 5, Firenze e Trieste con 2, Venezia, Verona e Messina con 1.
Aumenta di molto il numero di feriti nelle grandi città che passa dai 4.442 del 2020 ai 5.767 del 2021, a 6.459 del 2022, ai 6.586 dell’anno 2023.
Roma ha anche il record di feriti con 2.106, in aumento rispetto ai 2.056 dell’anno 2022 e rispetto ai 1.721 pedoni dell’anno 2021, che sono ricorsi alle
cure dei medici, in netto aumento rispetto alle 1.351 del 2020; in pratica in ogni giornata sono 6 le persone che subiscono lesioni quando camminano per le strade della Capitale. Seguono Milano con 1.201 feriti e Genova con 608 pedoni feriti.
La pirateria fenomeno sconsiderato che lascia i pedoni a terra ha visto ben 1.121 episodi, con 55 morti e 1.278 feriti, in netto aumento rispetto ai 599 sinistri del 2018. Un fenomeno criminale che non conosce soste, nonostante le pene più severe introdotte nel 2016 con la legge sui nuovi reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali.
Il Lazio è la regione che ha avuto il maggior numero di decessi con 87 (58 uomini e 29 donne) di cui ben 51 ultra65enni, in netto aumento rispetto ai 70 decessi del 2022 di cui ben 39 ultra65enni, seguita dalla Lombardia con 58 (in calo rispetto ai 69 nel 2022), da Campania con 44, Emilia Romagna con 43, Sicilia e Veneto con 39, Toscana con 33, Piemonte con 26 I dati sui pedoni feriti, indicano al primo posto la Lombardia con 3.295, seguita dal Lazio con 2.855 persone, e al terzo posto la Toscana con 1.727 feriti. In Molise nel 2023 nessun pedone deceduto e solo 49 feriti, mentre in Basilicata e Valle d’Aosta è accaduto solo un investimento mortale nell’anno in esame. Come numero di feriti con investimento di pedone svetta ancora una volta la Lombardia (3.663 in aumento rispetto ai 3.063 del 2022), seguita dal Lazio (2.934 in aumento rispetto ai 2.649 del 2022), Toscana (1.758), Emilia Romagna (1.624), Piemonte (1.388) e Veneto (1.173)
“ASAPS con l’annuale Rapporto sui decessi tra gli utenti più vulnerabili vuole evidenziare all’opinione pubblica questa “strage silenziosa” sulle strade italiane – afferma il Presidente ASAPS Giordano Biserni. Nell’elaborare il “7° Rapporto sui sinistri con il coinvolgimento di pedoni” abbiamo constatato un aumento di molti dati, e ci impressiona che il numero di decessi sia rimasto lo stesso tra il 2022 e il 2023. Possibile che non si possa migliorare? Questi dati li trasmetteremo ai componenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato alla vigilia della ripartenza dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva, affinché si prenda atto di una situazione intollerabile per un Paese civile, che regredisce anche rispetto ad altri Paesi Europei che hanno introdotto regole e sanzioni più severe verso chi uccide o ferisce un pedone. Questo rapporto – curato in modo puntuale dagli specialisti dell’Ufficio Studi ASAPS - è l’ennesimo campanello d’allarme per tutti, per le istituzioni, il Governo, i parlamentari, gli enti proprietari strade che devono investire seriamente nelle infrastrutture, così come sul miglioramento della segnaletica luminosa agli attraversamenti pedonali, in alcune parti d’Italia totalmente assente o non manutenuta correttamente. Grave è l’aumento dei sinistri mortali nelle grandi città, con i dati di Roma, ormai spaventosi. Vogliamo ribadire il concetto che l’attraversamento pedonale, in Italia è terra di conquista per i più indisciplinati che non rallentano neppure di fronte agli anziani che rimangono vittime sei volte su dieci. Il Governo deve disporre assunzioni tra le forze di polizia e nelle polizie locali, da dedicare ai controlli stradali. Basta fare guerra ad autovelox, etilometri, perché questi sono i risultati che si stanno ottenendo, soprattutto per l’effetto “liberi tutti”, dato da annunci e mancata emissione di decreti attuativi. Sulle strade servono controlli e la riforma seria del codice della strada. Nessuna campagna di sensibilizzazione sulla conoscenza delle norme che prevedono la decurtazione di ben 8 punti dalla patente, in caso di mancata precedenza ai pedoni sulle strisce, è stata realizzata negli ultimi 12 mesi. Per finire, il triste contatore dell’Osservatorio Pedoni 2024, che conta le vittime in tempo reale dei decessi tra i pedoni dal 1° gennaio all’8 settembre 2024, ha già superato le 270 vittime. Serve un reale cambio di mentalità alla guida, perché siamo tutti pedoni”– conclude Biserni.
Ufficio Studi ASAPS con la consulenza di Luigi Altamura Comandante Corpo Polizia Municipale di Verona Dirigente Unità Organizzativa Protezione Civile Comune di Verona
essere umano ha da sempre avuto la necessità di muoversi e quella di spostare le cose per la propria sopravvivenza e per migliorare la qualità della propria vita. Fino dall'antichità ci siamo spostati sulla terra sfruttando le nostre capacità di camminare e aiutandoci utilizzando anche quelle degli animali. E’ stato solo l'inizio del 1800, quindi appena due secoli fa, che il mondo dei trasporti ha avuto una grande trasformazione, quando l'applicazione dell'energia meccanica ai mezzi in movimento è diventata una realtà.
Ottocento e Novecento sono stati un susseguirsi di cambiamenti nel sistema di mobilità sia nelle infrastrutture che nei mezzi. L’Ottocento è stato senza dubbio il secolo della ferrovia. Il primo tronco esercitato con trazione meccanica da locomotiva è stato aperto nel 1825 e univa le miniere di Darlington al porto di Stockton in Inghilterra per una lunghezza di 30 km. Fu allora un'opera pionieristica, dove venne per la prima volta utilizzata una locomotiva a vapore.
Da quel momento le strade ferrate furono costruite in tutto il mondo e scoppiò la “railway mania”.Alla fine del 1800, il treno diventò il mezzo più veloce e affidabile per il trasporto passeggeri e quello delle merci. Lo sviluppo dei treni a motore elettrico, dal 1880 in poi, dette un importante spinta nel creare sistemi di trasporto pubblico con rotaie nelle città, le così dette Tramvie. Le Tramvie si svilupparono in tutte le più grandi città europee e anche l’Italia fu all’avanguardia in tale espansione. Vere e proprie reti di tram vennero infatti realizzate nel nord dell'Italia mentre nel centro e nel sud furono attivati alcuni tratti, ad esempio a Roma Napoli e Messina. La società per le tramvie interprovinciali padane, che gestiva diverse linee confluenti a Milano, divenne la seconda impresa tranviaria del continente.
Una variante importante della tramvia fu la metro. La metro di Londra è la più antica del mondo e la seconda più estesa (la prima in Europa). Il progetto fu approvato nel 1853 e nel 1860 fu iniziata la realizzazione e il primo tratto entrò in servizio nel 1863. Negli anni seguenti la rete fu estesa e iniziarono in Europa e nel mondo altre città a seguire Londra, come Glasgow, Boston, Budapest e Parigi. L’Italia non seguì questo “trend” e le prime metropolitane in Italia (poche) furono costruite solo nel tardo novecento.
Alla fine dell’ottocento la bicicletta, inventata nel 1861 dal francese Pierre Michaux, divenne la regina della strada e il trasporto passeggeri divenne principalmente bici da casa alla stazione e poi treno. Una tipologia multimodale di trasporto ancora in voga. La bici ebbe una straordinaria diffusione in Francia dove nel 1900 circolavano già 10 milioni di ciclisti. All’uso della bici si associarono subito anche l’attività sportiva e nacquero il Tour de France nel 1903 e il giro d’Italia nel 1909. La bici aprì poi la strada al trasporto su gomma con automobile, motocicletta e camion grazie all’avvento del motore a scoppio.
E da lì il Novecento diventa il secolo dell’automobile. La paternità della prima auto a benzina non è certa, ma la prima vera applicazione pratica generalmente si attribuisce a Daimler e Maybach che nel 1889 produssero un quadriciclo a motore, utilizzando un motore mono cilindrico a due tempi costruito da Carl Benz. Ma fu dopo la seconda guerra mondiale che la motorizzazione stradale letteralmente esplose con l’avvento delle utilitarie: la Ford T negli Stati Uniti e la Fiat 600 in Italia che fu messa sul mercato nel 1953. Già nel 1964 erano registrate in Italia ben 4.674.644 autovetture. “In 40 anni, a partire dal 1951, il numero delle automobili era aumentato di ben 66 volte”. Questa esplosione portò poi, nelle grandi città salvo poche eccezioni come Londra o per certi tratti Milano, a
distruggere le linee dei tram (e dei filobus) per far posto esclusivamente al trasporto su gomma.
Cosa accade e accadrà in questo ventunesimo secolo? L’inizio non è promettente, si tratta di una continuazione del secolo precedente. Le auto private continuano ad essere estremamente diffuse e l’Italia è leader in Europa con 0,68 automobili per ogni abitante, incluso bambini e ultra-novantenni. Una densità
elevata che non può che creare dei problemi, all’ambiente e agli stessi trasporti.
Come sarà il futuro difficile a dirlo, i cambiamenti nella mobilità hanno sempre sorpreso. Soprattutto nelle città alcuni segnali si vedono con il ritorno delle tramvie, lo sviluppo della ciclabilità e qualche primo debole segnale di sharing dei mezzi. Senza dubbio la diffusione dell’intelligenza artificiale ci aiuterà a muoverci meglio.
L’unica cosa che si può dire è che il sistema di mobilità che abbiamo adesso nelle grandi città, continuazione di quello del novecento, non ha portato nessun progresso nei tempi di percorrenza. “E’ significativo, infatti, scoprire uno strano contrasto: alla fine del Novecento, nell’era degli aerei e delle navicelle spaziali superveloci, la velocità media dei maggiori centri urbani era all’incirca quella del Settecento: 15 km/h” scrive Stefano Maggi nel suo saggio “Storia dei trasporti in Italia”.
Per coloro i quali vivono nelle grandi città la mobilità del novecento non è stato un grande affare: ha ucciso milioni di persone sulle strade di tutto il mondo, ha distrutto i nostri polmoni, influito sul cambiamento climatico e non ci ha fatto andare più veloci. Forse sarebbe l’ora di rendersene conto tutti.
*Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus
Osservatorio ASAPS Sbirri Pikkiati 2023
Continua l’aggressività fisica verso le forze di polizia durante i controlli su strada
2.685 le aggressioni fisiche agli agenti sulle strade, più di 7 al giorno, uno ogni 3 ore
Il 36,7% delle aggressioni causate da stranieri, gli ubriachi al 28%, il 15,6% degli attacchi portati con armi proprie o improprie
Ancora una volta solidarietà totale dell’ASAPS alle nostre forze di polizia
aggressività nei confronti delle forze di polizia è stata molto elevata anche nel 2023.
L’Osservatorio ASAPS registra i soli attacchi fisici che hanno provocato lesioni refertate presso il pronto soccorso agli operatori di polizia durante i controlli su strada (escluse quindi le aggressioni avvenute nella gestione dell’Ordine pubblico e le altre non conseguenti al controllo del territorio).
Sono stati 2.685 gli episodi registrati dall’Osservatorio “Sbirri Pikkiati”, pochi di più dell’anno precedente. Infatti l’incremento è di sole 7 aggressioni fisiche in più rispetto al 2022 quando furono 2.678 (+0,3%). Nel 2023 il maggior numero di aggressioni ha riguardato la Polizia di Stato con 1.191 attacchi pari al 43,4%, percentuale in diminuzione rispetto allo scorso anno quando toccò il 47,2%, viene poi l’Arma dei Carabinieri con 1.134 pari al 41,3%. Seguono gli attacchi alla Polizia Locale con 270 aggressioni pari all’9,9% in leggero aumento rispetto all’8,8% dell’anno prima. Il 5,5% ha riguardato altri corpi.*
Il 45,4% delle aggressioni è avvenuto nelle regioni del nord, il 29,3% al sud e il 25,3% al centro.
985 gli episodi che hanno visto come protagonisti gli stranieri 36,7%. In 752 attacchi (28%), l’aggressore è poi risultato ubriaco o drogato. Qui si segnala un leggero aumento rispetto al 27,5% del 2022.
In 418 aggressioni 15,6% è stata utilizzata un’arma propria o impropria (bastoni, oggetti o la stessa vettura utilizzata per travolgere l’agente). Percentuale in diminuzione rispetto al 17,5% del 2022.
Concludiamo questo report ancora con la nostra opinione. Ripetiamo che di tutto que-
sto l’opinione pubblica non pare sufficientemente informata e la stessa politica sembra non averne esatta percezione. L’applicazione delle leggi è spesso interpretata in modo sfavorevole per il complesso lavoro di contrasto delle forze dell’ordine. Posizione preoccupante che rischia di innescare una latente demotivazione degli operatori di polizia. Del dilagare della violenza contro le divise sulla strada dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini ancor più degli agenti e carabinieri perché dopo l’argine delle divise ci siamo noi come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante e ormai di fatto quasi impunita.
Ancora una volta solidarietà totale dell’ASAPS alle nostre forze di polizia quando svolgono con correttezza la loro difficile funzione.
ASAPS
*Il totale dei corpi NON corrisponde al totale degli episodi perché in alcuni episodi sono presenti più corpi contemporaneamente.
di Lorenzo Savastano*
L’effetto “ wow ” e l’effetto “ crime ” dell’intelligenza artificiale generativa
La GenAI (acronimo di Generative Artificial Intelligence ) ha fornito agli utenti di tutto il mondo la capacità eclatante, inedita e irresistibile di “creare” il proprio mondo digitale, abbattendo barriere economiche e, soprattutto, di conoscenza, fino a poco tempo fa insormontabili. Un vero e proprio effetto “ wow ” a cui, tuttavia, fa eco un non meno rilevante (ma ben più inquietante) effetto “ crime ” della nuova tecnologia, che ha sprigionato una nuova potenza “ creativa ” anche tra le organizzazioni criminali
2. L’effetto “wow” della GenAI
I modelli Generative AI (GenAI) sono una sottocategoria dell’AI che comprende sistemi capaci di creare nuovo contenuto in risposta a prompt degli utenti, basandosi su enormi quantità di dati di addestramento, inclusi i feedback degli stessi user2
In particolare, l’attenzione pubblica e l’interesse dei mercati finanziari e dei policy maker si è recentemente concentrata soprattutto sullo specifico sottoinsieme dei Large Language Models (LLM), come ChapGPT (OpenAI), Bard (Google), Bing Chat (Microsoft), Claude (Anthropic) o Ernie Bot (Baidu). Nello specifico, gli LLMs rappresentano una tipologia di GenAI che è in grado di elaborare ex novo non solo linguaggio (come ChatGPT), ma anche output visivi (come Sunthesia), audio (come Speechify), immagini (come DALL-E), codici di programmazione (come GitHub Copilot) e altri tipi di contenuti.
Si tratta di software in grado di produrre contenuti human-like grazie allo sfruttamento di algoritmi di Natural Language Processing (NLP), o di linguistica computazionale, capaci cioè di leggere, comprendere e interpretare il linguaggio umano, estraendo informazioni da enormi dataset strutturati e non strutturati, come testi di email, chat e documenti online.
Visivamente, per comprendere l’interazione tra le varie tecnologie alla base della GenAI può essere utile riportare la seguente categorizzazione elaborata dall’OCSE:
1. Tecnologia & Mag-i.a.
Nonostante il rilascio sul mercato risalga ormai al giugno 2020, il mondo fissa ancora “a bocca aperta” le meravigliose creature che software liberamente disponibili sul web, capitanati dall’ormai celebre ChatGPT, riescono a tirare fuori dal cilindro misterioso e scintillante dei loro algoritmi. Una vera e propria “magia” che, come in una sorta di acronimo d’appendice, ha il suo segreto di funzionamento nelle ultime due lettere della parola: intelligenza artificiale (IA).
Quando si parla di intelligenza artificiale ci si riferisce a software in grado di replicare le caratteristiche di intelligenza umana quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività nell’elaborazione di dati e nella conseguente estrazione di informazioni utili per fini decisionali, descrittivi o valutativi1 Fino a qui, tuttavia, (quasi) niente di nuovo. Sono infatti decenni che l’essere umano ha delegato alle macchine la lettura e la comprensione di grandi masse di informazioni, esternalizzando spesso anche la fase decisionale o previsionale in settori connotati da elevata complessità, dalla navigazione satellitare alle diagnosi sanitarie. A rendere “magica” questa nuova forma di IA non è (soltanto) la sua capacità computazionale, ma (soprattutto) la sua sorprendente capacità generativa.
OECD (2023)
Se oltre a leggere e stabilire connessioni significative tra i dati disponibili, i modelli GenAI riescono anche a generare istantaneamente nuovo contenuto, è grazie a specifici modelli matematici sottostanti, come le Generative Adversarial Networks (GAN), ovvero una tipologia di algoritmo3 finalizzato a riprodurre in modo molto semplificato il neurone biologico costituente la base del cervello negli esseri viventi4 .
Da questa prospettiva, l’effetto “wow” della GenAI è ascrivibile ad almeno due caratteristiche-chiave: - la capacità di produrre contenuti apparentemente originali, spesso indistinguibili dal contenuto generato dall’uomo.
Nei modelli AI “tradizionali”, gli algoritmi erano infatti principalmente utilizzati per l’identificazione di modelli (pattern analisys), la classificazione dei dati (clustering) e la elaborazione di previsioni (forecasting);
- la facilità d’uso e l’interfaccia intuitiva, unita alla capacità conversazionali di LLM come ChatGPT, che emulano la cognizione (e l’interazione) umana.
A differenza di altri modelli di intelligenza artificiale come le reti neurali profonde o il machine learning, i modelli GenAI user-friendly interagiscono infatti in modo diretto con l’utente e producono output che si adattano alla cognizione umana, simulando efficacemente l’interazione umana e stimolando un’adozione rapida, anche grazie alla loro disponibilità online gratuita.
Del resto, una misura dell’effetto “wow” è data dall’esponenziale aumento del finanziamento privato che sta supportando lo sviluppo di GenAI: in un solo anno gli investimenti nel settore sono lievitati da 4,3 miliardi di dollari distribuiti su 257 operazioni nel 2022 a 21,8 miliardi di dollari, per 426 operazioni nel 2023 (di cui 10 miliardi riguardanti la sola OpenAI)5
3. L’effetto “crime” della GenAI
Le inedite capacità offerte dalla GenAI non sono state ignorate da utenti malevoli o da vere e proprie associazioni criminali. Alla luce delle prime osservazioni e degli alert rilasciati da agenzie di cyber-sicurezza e organi di stampa specializzati, è oggi possibile tentare una prima categorizzazione (benché acerba e “in divenire”) dei modelli criminali più esposti al rischio di proliferazione a causa delle potenzialità della GenAI
Si tratta, in dettaglio, dei casi di: -phishing e frodi online: l’IA è utilizzata per creare attacchi di phishing sempre più sofisticati e insidiosi. Gli algoritmi di machine learning possono infatti analizzare grandi quantità di dati per generare email di phishing altamente personalizzate, connotate da una potenza ingannatoria sconosciuta in passato. Secondo una recente ricerca condotta da Forbes, il 23% degli usi criminali della GenAI è riconducibile proprio a casi di c.d. GenAI phishing, soprattutto quando associata all’impiego di deepfake di soggetti interni a compagini societarie per l’ottenimento di password o credenziali di accesso a dataset privati o governativi7
Non solo, come rilevato da diversi organi di informazione, le capacità dell’IA possono essere sfruttate dalle organizzazioni criminali anche per perpetrare frodi di natura finanziaria sempre più ingegnose e articolate, essendo in grado non solo di riprodurre e mimare il funzionamento dei mercati finanziari, ma anche di scoprirne e sfruttarne le vulnerabilità8 . Al riguardo, un importante rapporto di Europol intitolato “Malicious Uses and Abuses of Artificial Intelligence”, rilasciato nel 2021, menziona – tra gli scenari futuri di utilizzo malevolo della GenAI – proprio l’automazione di strategie di trading online nel settore delle cripto-attività, grazie all’impiego di bot il cui codice di
programmazione è condiviso su forum attivi nel dark web come blackhatworld[.]com;
- commercio di deepfake: ovvero lo scambio di video o audio falsi creati utilizzando reti neurali profonde che possono generare immagini, video o audio molto realistici di persone che fanno o dicono cose che non hanno mai fatto o detto.
Sull’argomento, un documento illuminante per le forze di polizia è il report di Europol denominato “Facing reality? Law enforcement and the challenge of deepfakes”, pubblicato nel 2022, dove sono esplicitate le categorie di rischio maggiormente associate a questo tipo di tecnologia: disinformazione e manipolazione (anche sociale e a scopi di propaganda politica), frodi documentali (incluso l’ambito delle procedure antiriciclaggio di KYC - Know Your Customer) e, soprattutto, la diffusione di c.d. deepfake-as-a-service.
Con specifico riguardo all’ultima tipologia di rischio, il rapporto evidenzia come siano sorte diverse società in grado di realizzare deepfake su commissione, proponendo i propri servizi su dark web forum. A titolo esemplificativo, il rapporto riprende una notizia comparsa su un report di Recorded Future, riguardante l’annuncio di un c.d. threat actor (letteralmente un “attore di minacce”, ovvero un utente malevolo), noto come Buffer, in cui dichiarava la propria disponibilità a pagare 16.000 dollari per servizi di deepfake, incluso l’editing di video e foto.
Con riguardo alla diffusione di tali servizi, è interessante rilevare come il rapporto registri che sono i forum in lingua inglese e russa i più impiegati per la richiesta di deepfake, seguiti da piattaforme in turco, cinese e spagnolo;
- attacchi malware : gli attacchi malware possono essere potenziati dall’IA, che può identificare le vulnerabilità delle reti informatiche che sfruttano botnet controllate dall’IA per orchestrare attacchi su larga scala e interrompere l’erogazione di servizi online Più in dettaglio, il già richiamato rapporto di Europol del 2021 descrive possibili abusi della IA per aumentare l’efficacia degli attacchi malware. A titolo esemplificativo, il rapporto cita, tra le altre, la possibile intrusione di virus malevoli nelle reti informatiche mediante i principali servizi cloud offerti dalle più importanti tech company mondiali, sempre più utilizzati da privati e aziende (tra cui Amazon AWS, Microsoft Azure, Google Cloud, Alibaba Cloud, Yandex et similia). Tra i malware più temibili incentivati dai modelli di GenAI compaiono i ransomware, ovvero veri e propri sequestri di file personali e/o aziendali a scopi estorsivi. La misura del fenomeno è ben descritta da un recente paper di Cybersecurity Ventures da cui è possibile apprendere che il valore complessivo dei riscatti richiesti per tale tipologia di cybercrime (solitamente pagati in Bitcoin) è stato prossimo, nel solo 2021, a 20 miliardi di dollari e che, anche grazie alle potenzialità offerte
dalla IA, entro il 2031, ogni società potrebbe subire un attacco ransomware ogni 2 secondi, per un totale di 265 miliardi di dollari di richieste di riscatto9 .
Un allarme destinato a crescere nei prossimi anni, ciò soprattutto grazie al fatto che la GenAI ha sostanzialmente azzerato il “tech gap” (ovvero il divario di competenze specialistiche) tra organizzazioni di cyber-criminali e team di esperti informatici impegnati nella difesa delle proprie organizzazioni10;
- automazione delle truffe telefoniche (c.d. robocalling): nel richiamato rapporto di Europol del 2021 è citato, tra le tendenze più preoccupanti rilevate dal monitoraggio di undergroung forum, l’utilizzo massivo dei modelli GenAI per l’effettuazione di truffe telefoniche automatizzate.
In particolare, è stato evidenziato come IA e machine learning possano “istruire” gli algoritmi alla base delle truffe mediante dati e informazioni attinte dal comportamento degli stessi utenti, selezionando le argomentazioni, gli schemi e le logiche conversazionali rivelatesi di maggior presa sulle vittime11
Un sistema fraudolento che potrebbe essere ulteriormente potenziato dall’impiego di deepfake vocali. Secondo un rapporto sulla sicurezza informatica della società McAfee, il 52% degli americani condivide infatti la propria voce online, fornendo ai truffatori l’ “ingrediente” principale per creare una versione digitale della voce delle loro vittime e colpire persone a loro vicine. Si tratta di un metodo denominato Risposta Vocale Interattiva (IVR), utilizzato in un tipo di spam noto come phishing vocale o “vishing” 12
4. Homo faber, homo “digital” e homo homini lupus
L’aurea quasi “magica” che circonda l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa non deve trarre in inganno: non siamo davanti a un incantesimo destinato a svanire, ma a una trasformazione destinata a cambiare la nostra vita. Unitamente alla blockchain, siamo infatti al cospetto di una tecnologia “abilitante”, ovvero capace di consentire all’uomo di rendersi artefice delle proprie decisioni.
Un “rinascimento digitale” che, rispolverando l’entusiasmo poietico dell’homo faber fortunae suae quattrocentesco, ha reso la tecnologia lo strumento principale per creare un nuovi modi per interagire con nuovi mondi Mondi popolati da creature mai viste prima, ma anche da lupi fin troppo conosciuti.
* Maggiore della Guardia di finanza.
1 - Sul punto: R. MARMO, Intelligenza artificiale per migliorare la gestione documentale, in Amministrazione & Finanza n. 6/2024, p. 41 e ss.
2 - OCSE (2023), Generative Artificial Intelligence in Finance.
3 - Con algoritmo si intende “la sequenza finita e ordinata di istruzioni o passaggi che devono essere seguiti per risolvere un problema (…) riprende, se così si può dire, molto vagamente il funzionamento del cervello umano” (così: R. MARMO, op. cit.).
4 -Tale impianto di funzionamento differenzia notevolmente le reti neurali da altri modelli computazionali, ovvero gli algoritmi c.d. genetici, ovvero modelli computazionali costruiti per scegliere la soluzione migliore che porta al massimo guadagno o al minimo costo, “utilizzando” una popolazione di soluzioni candidate, e c.d. sistemi esperti, che invece imitano il ragionamento di un esperto umano in un campo specifico di conoscenza (cfr. R. MARMO, op. cit.)
5 - CB Insights, Research Briefs del 27 febbraio 2024, disponibile su www.cbinsights.com.
6 - HUTCHINSON R., Generative AI: Closing The Tech Gap Between Cyber Teams And Criminals, pubblicato sul sito della rivista Forbes (www.forbes.com) il 31 luglio 2024. Ulteriori casi d’uso criminali censiti dalla rivista sono i fenomeni di prompt hacking (46%), LLM data poisoning (38%), RaaS (37%), e API breaches (24%).
7 - MURPHY H., AI: a new tool for cyber attackers — or defenders?, pubblicato sul sito del quotidiano Financial Times (www.ft.com) il 21 settembre 2023.
8 -Cybersecurity Ventures (2024), 2023 Ransomware Market Report.
9 - MORGAN S., Global Ransomware Damage Costs Predicted To Exceed $265 Billion By 2031, pubblicato sul sito della Rivista Cybercrime Magazine (cybersecurityventures.com), il 7 luglio 2023.
10 - Per un approfondimento: HUTCHINSON R., op. cit
11 - Europol (2021), op. cit., pag. 35.
12 - McAfee (2023), Beware the Artificial Impostor: A McAfee Cybersecurity Artificial Intelligence Report
Come è disciplinato il trasporto di bambini sui quadricicli quad?
Com'è disciplinato il trasporto di bambini su un quadriciclo (QUAD)? Servonosistemidiritenuta (seggiolino)? Quali sono le norme che regolano tale tipo di trasporto?
Email - Sondrio
l sistema di ritenuta per bambini è regolamentato e previsto, nel codice della strada, esclusivamente per veicoli a motore delle categoria M ed N. In sostanza:
- M autoveicoli per trasporto persone, - N autoveicoli per trasporto cose. I quadricicli sono ricompresi, ai fini di classificazione, nella lettera L e, pertanto, non regolamentati, e pertanto esenti, da sistemi di ritenuta per bambini. (ASAPS)
Il trasporto del siero di latte per consumo animale prodotto e prelevato da una fattoria rientra nelle esenzioni relative all’obbligo di utilizzare il tachigrafo?
Buonasera Asaps. Nel caso in cui un vettore effettua un trasporto conto terzi di siero di latte per consumo animale dalla azienda che lo ha prodotto ad una fattoria, il conducente del veicolo può non inserire la scheda nel tachigrafo poiché esentato dall' osservanza dei tempi di guida? O deve inserirla perchè sta effettuando un trasporto di latte?
Grazie mille per tutto, buona serata.
Email - Bonate Sopra (BG)
In riferimento a quanto esposto nel quesito, si rappresenta che tra le esenzioni dall’obbligo dell’utilizzo del tachigrafo vi sono i “Veicoli impiegati per la raccolta del latte nelle fattorie e/o la restituzione alle medesime dei contenitori di latte o di prodotti lattieri destinati all’alimentazione animale” (vedasi anche la circolare del Ministero Interno - Servizio Polizia Stradale prot. n. 300/A/4524/21/108/16 del 10 maggio 2021).
Si precisa che la tipologia di trasporto rientrando nell’esenzione
di cui trattasi determina la possibilità di non utilizzare la carta tachigrafica. (ASAPS)
Per un veicolo sottoposto a fermo fiscale non coperto da assicurazione rca quale procedura si deve adottare?
Buongiorno. In rif al D.l.vo nr. 184/2024. Un chiarimento sulle deroghe ex art. 122bis del CAP. Non mi risulta che l' iscrizione di un fermo fiscale di uno dei tanti concessionari sia motivo per non sequestrare il veicolo in circolazione su strada e fare il 193. La sanzione amministrativa del 214/8 è solo un richiamo normativo per l'applicazione della sanzione pecuniaria (non più quella accessoria). Non insiste in caso di circolazione fermo fiscale un verbale di affidamento in custodia come in altre casistiche o un divieto (o sospensione) scritto di circolazione ( come per es. vdc art 80 o altri articoli). La circolare ministeriale non è legge, su questa specifica ho dubbi.Diverso e' il caso d'iscrizione al PRA di un pignoramento, ma la sola iscrizione del fermo non comporta l'inutilizzo sancito da legge ,ma solo una pesante sanzione amm,va. Per cui ritengo sia applicabile l'art.193. Il vostro parere grazie.
Email - Brescia
Si tratta di una circolare del servizio polizia stradale del Ministero Interno che certamente merita considerazione. Non tutti gli operatori ed esperti però sono dello stesso parere.
Infatti il codice delle assicurazioni, così come modificato con decorrenza ed entrata in vigore 23 dicembre 2023, parla di "veicoli formalmente ritirati dalla circolazione nonché quelli il cui uso è vietato, in via temporanea o permanente, in forza di una misura adottata dall'autorità competente".
Non tutti concordano sul fatto che il concessionario incaricato per la riscossione dall'ente pubblico creditore abbia la qualifica di "autorità competente". Allo stesso modo non tutti concordano sul fatto che "il verbalizzante" (riferito questo alle infrazioni accertate su strada che precludono il successivo utilizzo del veicolo) sia "autorità competente", ritenendo piuttosto possa essere "organo accertatore", mentre "autorità competente" la Prefettura.
Mancando ancora giurisprudenza non è possibile dare una risposta di assoluta certezza. (ASAPS)
Il proprietario di un veicolo con targa straniera residente in italia quanto tempo ha per fare la reimmatricolazione?
Spett.le Asaps il proprietario di un veicolo con targa straniera residente in Italia quanto tempo ha per fare la conversione della targa? In caso di infrazione quale articolo del cds trova applicazione? Grazie
Email - Bergamo
Se come pare di intendere dal tenore del quesito il soggetto è "proprietario", ricorre l'ipotesi prevista dall'articolo 93bis comma primo CdS: "Fuori dei casi di cui al comma 3, gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi immatricolati in uno Stato estero di proprietà di persona che abbia acquisito residenza anagrafica in Italia sono ammessi a circolare sul territorio nazionale a condizione che entro tre mesi dall'acquisizione della residenza siano immatricolati secondo le disposizioni degli articoli 93 e 94.".
Il medesimo articolo 93-bis prevede l'impianto sanzionatorio. (ASAPS)
Cosa si deve fare per ottenere la patente di servizio per motoveicoli se si è titolari di quella per autoveicoli?
Buonasera, vi porgo un quesito sulla patente di servizio. Sono titolare di patente civile categoria
A e B, inoltre, in qualità di agente di Polizia
Locale, ho conseguito la patente di servizio per autoveicoli 5 anni fà, dopo aver effettuato relativo corso ed esame teorico e pratico come previsto dal ministero. Oggi per ottenere la patente di servizio per motoveicoli devo rifare nuovamente il corso e l'esame teorico o basta semplicemente l'esercitazione pratica e l'esame pratico? D'altronde per la patente civile è così. Oppure è possibile la semplice comunicazione di variazione senza alcun esame, anche se proprio una variazione non è in quanto già possessore della categoria A al primo rilascio della patente di servizio per autoveicoli, come previsto dal D.M. 246/2004 che all'art. 3 c.
6 recita: "La patente di servizio è aggiornata, in caso di variazione di categoria della patente di guida rilasciata ai sensi dell'articolo 116 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; in tal caso non è richiesta la frequenza del corso ed il relativo esame di cui all'articolo 2 del presente decreto". Gli addetti ai lavori non sanno cosa fare e probabilmente per non sbagliare mi hanno detto di rifare nuovamente tutto il corso teorico e pratico con relativo esame teorico e pratico.. ho chiamato l'ufficio patenti della mia prefettura e non ha saputo dirmi nulla al riguardo. Tutto ciò mi sembra alquanto contorto e surreale... Ringrazio e resto in attesa della vostra risposta. Saluti.
Email - Ascoli Piceno
Come correttamente ipotizzato da chi pone il quesito, il comma 6 dell'articolo 3 del Decreto 11 agosto 2004 n. 246 prevede:
"La patente di servizio è aggiornata, in caso di variazione di categoria della patente di guida rilasciata ai sensi dell'articolo 116 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; in tal caso non è richiesta la frequenza del corso ed il relativo esame di cui all'articolo 2 del presente decreto." Non è pertanto richiesto nuovo corso e/o esame. (ASAPS)
Quale sanzione si applica al conducente di un veicolo che presenta il certificato di minivoltura e non il documento unico?
In riferimento all'articolo che avete pubblicato sui "certificati di minivolture": dal 15 aprile il "certificato di minivoltura" sarà rilasciato in sostituzione al DU, su carta bianca A4, e NON SARA' VALIDO AI FINI DELLA CIRCOLAZIONE SU STRADA. Come si deve sanzionare il conducente di un veicolo che presenta questo certificato e non il documento unico? Grazie.
Email - Pesaro
Premesso che il veicolo può essere posto in circolazione solo con targa prova, registriamo due pareri dottrinali contrastanti.
Chi ritiene non prevista alcuna sanzione.
Chi ritiene invece prevista la violazione ex articolo 93/7 CdS in quanto non rilasciato alcun documento valido per la circolazione. (ASAPS)Mentre per la violazione prevista dall'articolo 15 CdS la violazione consiste "nel non aver evitato che", quella prevista dall'art. 184 prevede un comportamento volontario da parte del trasgressore. (ASAPS)
Con la presente opera, l’autore costantemente impegnato nell’attività di controllo su strada in materia di codice della strada nonché nella relativa gestione del contenzioso, ha deciso di creare delle raccolte suddivise per edizioni, dove verranno messe a disposizione le più recenti massime giurisprudenziali (Corte di Cassazione, Tribunali Ordinari, Giudici di Pace, Prefetture, Corte di Giustizia Europea) in materia:
Corte di Cassazione, Penale, Sez. 4, Sentenza n. 24182 del 06/06/2023.
In tema di reati commessi da militari della NATO, la richiesta dello Stato di appartenenza del militare di rinuncia alla priorità della giurisdizione spettante allo Stato italiano non determina la sospensione del processo, né alcuna ipotesi di nullità, trattandosi di prescrizioni che non attengono al rispetto delle condizioni di procedibilità o alla tutela di prerogative di taluna parte processuale, ferma restando la facoltà del Ministro della giustizia di formulare, in ogni stato e grado del procedimento e fino al passaggio in giudicato della sentenza, la richiesta di rinuncia alla giurisdizione ai sensi dell'art. 1 d.P.R. 2 dicembre 1956, n. 1666, come modificato dal d.P.R. 11 marzo 2013, n. 27. Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto ritualmente celebrato il processo per i reati di omicidio e di lesioni gravissime per violazione del codice della strada nei confronti di un militare NATO, nonostante la pendenza di richiesta dello Stato di appartenenza del predetto di rinuncia alla priorità spettante allo Stato italiano).
Corte di Cassazione, Civile, Sez. 3, Ordinanza n. 1992 del 18/01/2024. In tema di circolazione stradale, l'obbligo dell'utente della strada di tenere in debita considerazione l'eventuale imprudenza altrui e, quindi, di prefigurarsi anche l'eccessiva velocità da parte di altri veicoli che possono sopraggiungere, assume maggiore intensità allorché il conducente, provenendo da strada secondaria gravata da precedenza, compia una manovra di svolta per immettersi nella strada principale, perché l'esistenza di una precedenza cronologica o di fatto può rilevare, ai fini di escludere la sua responsabilità, solo se l'introduzione nell'area di incrocio è avvenuta con tale anticipo da consentire il compimento dell'attraversamento senza porre in pericolo il conducente favorito (il quale non deve essere costretto a ricorrere a manovre di emergenza) e non in caso di avvenuta collisione, costituendo quest'ultima la prova dell'errore di valutazione delle circostanze di tempo e di luogo per l'immissione.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. L, Sentenza n. 15815 del 06/06/2024. In tema di servizi di trasporto di persone con veicoli adibiti al trasferimento di più di nove individui compreso il conducente, la nozione di "percorso superiore ai cinquanta chilometri" - di cui al Regolamento CE n. 561 del 2006, come interpretato dalla sentenza della CGUE del 9 novembre 2023, in causa C-477/2022 - va intesa come itinerario di linea che il mezzo deve percorrere per collegare un punto di partenza a un punto di arrivo nell'ambito del servizio regolare, restando irrilevanti il percorso di guida giornaliero del singolo autista o la distanza ulteriore coperta dal veicolo ed altresì ininfluenti, ai fini del calcolo del "periodo di guida" accumulato dal singolo conducente nel periodo di due settimane consecutive (presupposto per la tutela di cui all'art. 6, paragrafo 3, del medesimo Regolamento), le mansioni accessorie o comunque le altre attività svolte dal lavoratore diverse dalla guida o anche la stessa attività di guida, se di veicoli diversi da quelli a cui è applicabile la normativa.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. L, Sentenza n. 12127 del 08/05/2023. In tema di lavoratori addetti al trasporto stradale, il Regolamento CE n. 561 del 2006 - che disciplina, tra l'altro, i periodi di riposo per i conducenti che effettuano il trasporto di persone e di merci su strada - si applica anche alle imprese di trasporto che prevedono turni "misti" (ossia con almeno una tratta superiore a 50 km), a prescindere dal concreto contesto di mercato in cui dette imprese si trovano ad operare (concorrenza perfetta, concorrenza monopolistica, oligopolio e monopolio), atteso che il legislatore europeo ha inteso imporre condizioni comuni al fine di evitare abusi e distorsioni di mercato, nonché di migliorare la sicurezza stradale, tutelando sia gli operatori di esercizio delle imprese in questione che i terzi impegnati nella circolazione stradale. In applicazione del suddetto principio, la S.C. , in relazione a vicenda nella quale alcuni lavoratori, autisti del servizio di linea, avevano agito nei confronti della società datrice per l'ottenimento del risarcimento del danno non patrimoniale derivato dalla mancata fruizione dei riposi giornalieri e settimanali così come disciplinati dal citato Regolamento - ha confermato
la sentenza impugnata che aveva affermato l'applicabilità della normativa comunitaria alla predetta società, nonostante quest'ultima svolgesse attività di trasporto in regime di monopolio.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. 2, Ordinanza n. 24842 del 17/08/2022.
In tema di violazioni del codice della strada, a seguito dell'iscrizione al PRA del provvedimento di fermo del veicolo e finché tale provvedimento non sia cancellato in seguito all'estinzione del debito tributario, l'acquirente del mezzo con atto trascritto al PRA in data successiva all'iscrizione del fermo ha una conoscenza legale del vincolo ostativo alla circolazione del veicolo, con la conseguenza che, qualora sia sorpreso alla guida di esso, incorre nella violazione dell'art. 214 c.d.s che sanziona la circolazione abusiva del mezzo.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. 3, Sentenza n. 10394 del 17/04/2024.
L'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile automobilistica copre, nei soli confronti del danneggiato e non pure del responsabile, anche il danno dolosamente provocato da quest'ultimo, anche quando l'area di circolazione non risulta ordinariamente adibita a transito, purché l'utilizzazione del veicolo sia conforme alla sua funzione abituale, come avviene allorché il danno sia determinato dal suo movimento, benché in modo improprio rispetto alla sua natura di mezzo di trasporto. In applicazione del principio, la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza che aveva negato l'operatività della polizza RCA in relazione ai danni subiti da una donna in conseguenza del sinistro doloso di cui era stata vittima da parte del conducente di un'autovettura che, dopo averla inseguita, raggiuntala in un campo arato, l'aveva investita per due volte.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. 2, Ordinanza n. 4187 del 15/02/2024.
In tema di sanzioni amministrative connesse alla sosta dei veicoli, il periodo di protrazione della violazione, che, ai sensi del comma 15 dell'art. 7 del nuovo codice della strada, consente la reiterazione della sanzione nel caso di superamento dei tempi consentiti della sosta regolamentata o limitata, si individua in base alla fascia di vigenza giornaliera - o infragiornaliera - della sosta (e non già in base al periodo determinato dal pagamento effettuato dall'utente o indicato nel disco orario esposto), con la conseguenza che la sanzione per la protrazione del divieto di sosta permanente può essere reiterata ogni ventiquattro ore e la sanzione relativa alla sosta limitata o regolamentata è irrogabile alla fine di ogni fascia oraria.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. 3, Ordinanza n. 22837 del 26/07/2024.
In caso di collisione tra veicoli, quando è accertato lo stato di ebbrezza del conducente che agisce per il risarcimento del danno conseguente al sinistro, la presunzione di eguale responsabilità ex art. 2054, comma 2, c.c. può essere superata soltanto a condizione che risulti la prova positiva della mancata influenza del predetto stato sulla dinamica dell'incidente.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. 3, Ordinanza n. 21021 del 14/08/2024
In tema di risarcimento danni da circolazione stradale, il terzo trasportato può cumulativamente proporre, nel caso di una pluralità di veicoli coinvolti nel sinistro, sia l'azione diretta prevista dall'art. 141 del d.lgs. n. 209 del 2005, sia l'azione generale di danno di cui all'art. 144 del medesimo d.lgs., avendo il legislatore previsto una tutela rafforzata per il terzo trasportato che trova fonte direttamente nella legge, a prescindere dall'accertamento della responsabilità dei conducenti coinvolti, salvo il limite del sinistro cagionato da caso fortuito.
Corte di Cassazione, Civile, Sez. 3, Ordinanza n. 21025 del 26/07/2024
In tema di sinistro stradale, se la sentenza che stabilisce la misura delle responsabilità dei conducenti coinvolti è impugnata soltanto da uno di questi, non si forma il giudicato interno sulla misura della responsabilità dell'altro conducente, perché il relativo accertamento deve svolgersi in maniera unitaria.
a Legge n. 162 del 10 novembre 2014, che ha convertito con modificazioni il D. L. 12 settembre 2014, n. 132, con l’art. 19, c. 1, lett. d-ter), ha introdotto nel Codice di Procedura Civile l’art. 521-bis, avente ad oggetto il pignoramento e la custodia di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi
Tale disposizione prevede che il pignoramento dei veicoli si esegue mediante notificazione al debitore e successiva trascrizione di un atto nel quale si indicano esattamente, con gli estremi richiesti dalla legge speciale per la loro iscrizione in pubblici registri, i beni e i diritti che si intendono sottoporre ad esecuzione.
Con il predetto atto viene intimato al debitore di consegnare entro 10 giorni il o i veicoli pignorati, nonché i titoli e i documenti relativi alla proprietà e all’uso dei medesimi, all’Istituto di Vendite Giudiziarie (I.V.G.) che assume la custodia degli stessi, dandone comunicazione al creditore pignorante.
Per quanto qui interessa, come indicato nella circolare prot. n. 300/A/5502/16/101/20/21/4 dell’8 agosto 2016 del Ministero dell’Interno, la norma prevede, altresì, che in caso di mancata consegna all’I.V.G. entro il citato termine, gli organi di polizia, che accertano la circolazione dei beni pignorati o comunque li rinvengono, procedono al fermo degli stessi, al ritiro della carta di circolazione nonché, ove possibile, dei titoli e dei documenti relativi alla proprietà e all’uso dei beni pignorati, provvedendo alla consegna del bene pignorato all’I.V.G. più vicino al luogo in cui lo stesso è stato rinvenuto o ad una depositeria dallo stesso indicata (trasmettendo all’I.V.G. il verbale di rinvenimento e recupero del veicolo, nonché di affidamento in custodia, con gli estremi del provvedimento trascritto al P.R.A.).
Con la medesima circolare dell’8 agosto 2016 il Ministero dell’Interno ha affermato che «il concorso nell’attività esecutiva del provvedimento di pignoramento, quindi il fermo del veicolo e il ritiro dei documenti, deve essere assicurato solo qualora si accerti la circolazione dello stesso (il concetto di circolazione va inteso secondo la definizione data dall’art. 3, c. 1, p. 9, del C.d.S., quindi anche per i veicoli fermi o in sosta sulla strada)», precisando che «la circolazione del veicolo pignorato, dopo la notifica dell’atto al debitore, non dà luogo alla contestazione dell’art. 214, c. 8, del CdS, né di altre violazioni del CdS».
A seguito della ricezione del veicolo da parte dell’organo di polizia, ai sensi dell’art. 521-bis, c. 3, c.p.c., all’I.V.G. compete esclusivamente l’assunzione della custodia del bene e la successiva immediata comunicazione al creditore pignorante.
«Nessun altro onere - oltre a quelli relativi al ritiro dei documenti di circolazione e di proprietà del veicolo e alla consegna del medesimo veicolo all’I.V.G. più vicino al luogo del rinvenimento - può essere posto in capo all’organo di polizia che ne abbia accertato la circolazione» (vedasi circolare Ministero Interno prot. n. 300/A/1829/19/101/20/21/4 del 28 febbraio 2019).
«Il ritiro della carta di circolazione e dei documenti di proprietà non comporta l’applicazione del fermo amministrativo del veicolo ai sensi dell’art. 214 CdS; si precisa, pertanto, che il riferimento ad esso contenuto nella circolare prot. n. 300/A/5502/16/101/20/21/4 dell’8/8/2016 non è da intendersi in senso tecnico» (vedasi la circolare del Ministero Interno prot. n. 300/A/756/17/101/20/21/4 del 30 gennaio 2017; vedasi anche la circolare prot. n. 300/A/1829/19/101/20/21/4 del 28 febbraio 2019 «con particolare riferimento alla non applicazione del fermo amministrativo del veicolo oggetto di pignoramento e alla necessità di redigere verbale di rinvenimento e recupero del veicolo, nonché di affidamento in custodia all’I.V.G. A tal proposito, si precisa che il veicolo pignorato ex art. 521-bis c.p.c., rinvenuto in circolazione, non può essere consegnato ad una depositeria autorizzata se ciò non sia stato preventivamente concordato con l’I.V.G. competente»).
«A seguito delle modifiche apportate ad opera del D. L. 27 giugno 2015, n. 83, convertito dalla L. 06 agosto 2015, n. 132, il nuovo pignoramento di cui all’art. 521-bis c.p.c. non è l’unica procedura che viene obbligatoriamente attivata nel caso in cui oggetto di esecuzione mobiliare siano autoveicoli, motoveicoli o rimorchi, ma rimane rimedio alternativo a quello previsto dall’art. 518 c.p.c., a discrezione del creditore pignorante. Da tale circostanza discende che, per quanto riguarda gli adempimenti degli organi di polizia, non tutti i veicoli rinvenuti in circolazione e oggetto di pignoramento devono essere consegnati all’I.V.G., secondo quanto previsto dal comma 4 dell’art. 521-bis c.p.c., bensì solo quelli per i quali sia stato avviato il procedimento semplificato previsto da tale norma. Pertanto, appare necessario che l’organo accertatore che rinvenga in circolazione un veicolo pignorato verifichi preliminarmente la tipologia di procedura esecutiva avviata, attraverso la consultazione del PRA ovvero, ove ciò non risulti possibile, attraverso altri accertamenti, anche per il tramite dell’I.V.G. competente».
Si ritiene che il provvedimento di pignoramento di cui all’art. 521-bis c.p.c. possa concorrere con il fermo amministrativo “fiscale” di cui all’art. 86 del DPR n. 602/73
Polizia Stradale Sampierdarena
Cade dalla moto in autostrada e scappa su un'auto: trasportava chili di cocaina
Ricerche in corso per trovare i fuggitivi. 35 chili recuperati sulla carreggiata
Cade dalla moto in autostrada, ma anziché aspettare i soccorsi lascia il mezzo a due ruote per terra e sale su un'automobile Opel Insignia con targa spagnola che lo seguiva, dandosi alla fuga. È quanto è successo al chilometro 94 della A7 nord tra Isola del Cantone e Arquata Scrivia in direzione Milano. Il motivo della fuga
Il motivo della fuga del centauro lo hanno scoperto poco dopo gli agenti delle pattuglie di Sampierdarena della polizia stradale e i carabinieri. Il motociclista trasportava della droga. Trentacinque chili di cocaina sono stati recuperati sulla carreggiata.
Le ricerche
Sono in corso le ricerche per trovare i fuggitivi, sia il centauro che le persone che lo hanno fatto salire in auto. È stata diramata una nota a tutte le unità. Sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di San Martino a sequestrare lo stupefacente. da genovatoday.it
Polizia Locale di Verona
Market della droga a Veronetta: cinque arresti e 3mila dosi vendute in tre mesi
In manette cinque giovani di nazionalità nigeriana, tutti tra i 23 e i 28 anni. Tra i loro clienti insospettabili professionisti, dipendenti pubblici, studenti, operai, ma anche papà con passeggino e figlio al seguito
Oltre tremila compravendite di dosi di hashish, eroina e cocaina filmate e fotografate dagli agenti della Polizia Locale a Veronetta in circa tre mesi: a vendere cinque giovani di nazionalità nigeriana, tutti tra i 23 e i 28 anni, finiti in carcere. A comprare insospettabili professionisti, dipendenti pubblici, studenti, operai, ma anche papà
con passeggino e figlio al seguito.
La Polizia Locale di Verona ha infatti eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere, provvedimento emesso dal GIP Carola Musio su richiesta del Pubblico Ministero Stefano Aresu, nei confronti di un sodalizio criminale di nazionalità nigeriana, dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, in concorso tra loro, nel quartiere di Veronetta. Si tratta di soggetti senza fissa dimora, facenti parte di un gruppo rodato e compatto. L'indagine, denominata “Piazza pulita”, ha portato a scoprire le tecniche particolari utilizzate per lo smercio di droga: gli spacciatori, infatti, si nascondevano in bocca le numerosi dosi, e suggerivano ai clienti di fare altrettanto dopo averla acquistata in modo di non farsi scoprire in caso di arrivo della Polizia locale. Market della droga all'aperto L'operazione è partita nello scorso febbraio a seguito delle segnalazioni dei residenti e si è incentrata su una attività di osservazione su strada giornaliera da parte degli agenti del reparto Territoriale per circa 3 mesi. Così facendo sono state intercettate 3000 cessioni di eroina e cocaina. Migliaia le dosi di hashish e cocaina vendute in piazza XVI Ottobre e in aree limitrofe, con veri e propri turni di servizio da parte degli arrestati e con clienti che giungevano da tutta la provincia, con tutti i mezzi possibili (monopattini, biciclette, motorini, autovetture e autocarri) per rifornirsi al "market" all'aperto di Veronetta. Molte le dosi consumate direttamente sul posto, con siringhe utilizzate e gettate in alcuni cortili privati del quartiere.
Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Verona, la Polizia Locale ha raccolto centinaia di ore di attività di spaccio e migliaia di fotogrammi che dimostrano una vera organizzazione, messa a punto nei minimi dettagli. Gli arrestati sono stati trasferiti al carcere di Montorio. Per gli acquirenti scatteranno le segnalazioni alla Prefettura di Verona per i successivi provvedimenti amministrativi.
Operazione brillante
«Una operazione brillante della sezione del Reparto territoriale della nostra Polizia Giudiziaria della nostra Polizia Locale, a cui va il nostro sentito ringraziamento, che dà un segnale chiaro e forte di riconquista di un territorio, la Piazza di Veronetta, che va assolutamente restituita ai cittadini e ai negozianti – afferma l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi -. Come detto dal Procuratore Tito ai margini della recente operazione in Stazione, i tempi della giustizia non sono sempre quelli che vorremmo ma l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di soggetti sistematicamente dediti allo spaccio in una delle aree più critiche della città è senz’altro un ottimo risultato frutto, come spesso accade, di un lavoro di squadra fatto anche grazie alle segnalazioni dei cittadini».
Le ricerche con le unità cinofile
E l'operazione non è ancora conclusa. Nel pomeriggio di oggi (17 settembre) gli agenti della Polizia Locale,
con l'aiuto delle unità cinofile, hanno passato al setaccio Alto San Nazaro alla ricerca di droga nascosta dai pusher.
Il plauso di Luca Zaia «Ringrazio tutte le forze dell’ordine che hanno collaborato e contribuito a fermare lo spaccio in uno dei quartieri più antichi di Verona, area universitaria e storicamente rilevante», afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia commentando l’indagine “Piazza Pulita” di Veronetta.
«L'attenzione su questi fenomeni deve rimanere alta: al primo posto c’è la sicurezza dei cittadini, soprattutto quella dei più giovani. Su un tema così delicato è fondamentale educare e informare, partendo dalle scuole. Ringrazio tutte le forze dell’ordine, in particolare gli agenti della Polizia Locale di Verona che hanno condotto queste indagini», conclude Zaia. da larena.it
Polizia Stradale di Modena
L’operazione “Prestanome” con 126 auto intestate scoperto dalla polizia stradale di Modena Un 48enne nigeriano residente a Rovigo è stato denunciato per i reati di truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica commessa in atti pubblici. Lui si difende dicendo di essere un venditore online. Tutto è partito da un controllo sull’autostrada A1
Un 48enne di origine nigeriana, residente a Rovigo, è stato denunciato per i reati di truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica commessa in atti pubblici, poiché si sarebbe, secondo l’accusa, intestato fittiziamente 126 veicoli che, in realtà, venivano utilizzati da altre persone.
La scoperta della polizia stradale di Modena È questo l’esito di un’articolata attività di indagine della sottosezione polizia stradale di Modena Nord, quotidianamente impegnata nell’attività di pattugliamento e vigilanza stradale della A1 e A22, al fine di prevenire comportamenti pericolosi alla guida e sanzionare reati e illeciti al volante.
In tale ambito, i poliziotti hanno individuato il presunto “prestanome”. L’indagine è partita alcuni mesi fa da uno dei tanti controlli su un’auto in transito sull’autostrada A1.
Gli accertamenti compiuti hanno consentito di risalire allo straniero 48enne residente a Rovigo che, simulando secondo l’ipotesi accusatoria un’inesistente attività di commercio auto con Partita Iva, avrebbe effettuato a
suo nome passaggi di proprietà del tipo “mini-passaggi” (conosciuto nel settore anche come minivolture), in tal modo intestandosi falsamente la proprietà di numerosissimi autoveicoli, in realtà di proprietà di altri soggetti i quali, di fatto, li utilizzavano poi in modo esclusivo. Il “mini passaggo” Il cosiddetto “mini passaggio”, consentito per sole finalità di vendita, costituisce un’operazione volta all’intestazione di veicoli usati in capo ad un operatore commerciale il quale si avvale di alcuni benefici fiscali, ma consente la circolazione del veicolo su strada solo per finalità di prova connesse alla vendita. Infatti al termine della minivoltura viene emesso un “Du” (Documento unico di Circolazione e di Proprietà del veicolo) non valido per la normale circolazione su strada.
La sua difesa: «Sono un venditore online» In base a quanto sinora emerso dalle indagini, pur dichiarando lo straniero di essere venditore online di autoveicoli e di utilizzare targa prova, in realtà i mini passaggi sarebbero stati effettuati allo scopo di ridurre costi dei vari passaggi di proprietà “ordinari” dei veicoli (che altrimenti sarebbero decisamente più onerosi). Tali veicoli poi, nonostante intestati all’indagato dietro la corresponsione di un compenso, venivano utilizzati da coloro che avevano pagato l’acquisto e il compenso preteso dall’indagato per la fittizia intestazione: il tutto si traduceva in sanzioni amministrative mai pagate, veicoli circolanti senza copertura assicurativa, mancato pagamento di tasse di proprietà e di pedaggi autostradali e, in ipotesi accusatoria, possibile utilizzo dei veicoli per commettere reati.
Nel corso dell’indagine, così come previsto dalla normativa i veicoli sono stati radiati dalla circolazione cancellandone la proprietà fittiziamente registrata presso il competente P.R.A. Il procedimento è in fase di indagine preliminare. Indagini coordinate dalla Procura di Rovigo Su richiesta degli investigatori della Sottosezione Polizia Stradale di Modena Nord, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rovigo che coordina le indagini ha emesso un provvedimento di “blocco anagrafico” nei confronti dell’indagato straniero: in questo modo non potrà intestarsi ulteriori veicoli, meccanismo grazie al quale (oltre a ricavare per sé un ingiusto profitto, consistente nella parcella per l’intestazione) avrebbe cagionato, in ipotesi accusatoria, un danno all’Erario quantificabile in svariate migliaia di euro, dovuto al mancato incasso dell’imposta Provinciale di trascrizione al P.R.A. del passaggio di proprietà e alla riduzione dell’importo delle marche da bollo previste per il passaggio di proprietà del veicolo (che per gli operatori commerciali è più bassa rispetto ai privati).
«Si precisa che la responsabilità penale – spiega la polizia di Stato – è provata solo con sentenza di condanna passata in giudicato in quanto vige la presunzione di innocenza».
da gazzettadimodena.it
Polizia Stradale Torino
Tangenziale Torino - Supera tutti sulla corsia d'emergenza ma non si accorge della polizia stradale
Un automobilista ha tentato di aggirare una lunga coda causata da un incidente sulla tangenziale nord di Torino, direzione sud, all'altezza dello svincolo di Venaria: gli è andata malissimo...
TORINO - Questa mattina, lunedì 9 settembre 2024, un automobilista ha tentato di aggirare una lunga coda causata da un incidente sulla tangenziale nord di Torino, direzione sud, all’altezza dello svincolo di Venaria, ignorando il codice della strada: l'uomo, infatti, ha scelto di percorrere la corsia d’emergenza, violando una delle regole basilari della sicurezza stradale. Purtroppo per lui, tra veicoli in coda c’erano anche due pattuglie della polizia stradale che non hanno esitato a intervenire. Gli agenti lo hanno immediatamente fermato, costringendolo a interrompere la sua pericolosa manovra dopo pochi metri.
L’automobilista ora rischia pesanti conseguenze. Il codice della strada, infatti, punisce chi utilizza la corsia d’emergenza senza giustificato motivo con una multa che può arrivare anche a 1731 euro, la decurtazione di 10 punti dalla patente e, in casi più gravi, la sospensione della stessa per un periodo compreso tra due e sei mesi. Sarà la prefettura a decidere l'entità delle sanzioni. L'episodio sottolinea l’importanza di rispettare le regole del codice della strada per garantire la sicurezza di tutti, soprattutto in situazioni critiche come gli ingorghi causati da incidenti. La corsia d'emergenza esiste per motivi di sicurezza e il suo utilizzo improprio può avere conseguenze gravi. da quotidianocanavese.it
Carabinieri della Compagnia di Meldola Senza patente e con l'auto sequestrata innesca un incidente e fugge: "pirata della strada" rintracciato dopo 24 ore
L'episodio si è consumato in via Sant'Andrea, nel territorio comunale di Forlimpopoli
E' fuggito via senza prestare soccorso dopo aver innescato un incidente mentre si trovava alla guida, senza aver mai conseguito la patente, di una vettura sotto
sequestro. Un uomo è stato denunciato a piede libero dai Carabinieri della Compagnia di Meldola con l'accusa di "omissione di soccorso", "fuga in caso di sinistro stradale con danni alle persone" e "sottrazione e danneggiamento di cose sottoposte a sequestro", nonché sanzionato amministrativamente per guida senza patente e mancata copertura assicurativa del veicolo, con nuovo sequestro dell’auto per la confisca definitiva e l’affidamento a terzi.
L'episodio si è consumato nella mattinata del 5 settembre scorso in via Sant'Andrea, nel territorio comunale di Forlimpopoli. La malcapitata stava percorrendo l'arteria, quando è rimasta coinvolta in uno schianto innescato da un'altra auto, finendo la corsa contro una recinzione metallica presente a bordo strada. Nella circostanza il conducente dell’altro mezzo, anziché fermarsi e sincerarsi delle condizioni della controparte, dopo una breve sosta ha ripreso la marcia del mezzo, dileguandosi ad alta velocità.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Meldola, che hanno raccolto la testimonianza della donna, la quale era riuscita a fornire una sommaria descrizione del “pirata della strada” e del veicolo utilizzato. Gli immediati accertamenti dei carabinieri, hanno consentito l’individuazione il giorno successivo in un comune limitrofo del fuggitivo e della vettura coinvolta, peraltro vistosamente ammaccata. Dagli ulteriori accertamenti svolti è inoltre emerso che l’auto, oltre ad essere già sottoposta a confisca, era priva di regolare copertura assicurativa e, da tempo, non sottoposta alla prevista a revisione periodica, mentre l’autista era sprovvisto della patente di guida, mai conseguita. All’esito degli accertamenti l’uomo è stato denunciato. La ferita se l'è cavata con alcuni giorni di prognosi. da forlitoday.it
Polizia Locale Roma Capitale
Modifica la targa con nastro adesivo per varcare la Ztl
Decine i passaggi del veicolo del 54enne, poi incastrato dalla polizia locale
Modificava la targa del veicolo con del nastro adesivo per varcare la Ztl del Centro Storico ed evitare la multa. Un uomo, scoperto e sanzionato dalla polizia locale.
Le indagini sono scattate a seguito di un’anomalia riscontrata dai caschi bianchi durante la gestione di alcune pratiche connesse alla validazione degli illeciti presso l’Unità Organizzativa Pianificazione Servizi Operativi. Dopo aver appurato ripetuti passaggi da parte dello stesso veicolo presso varchi ZTl e verificato la mancata corrispondenza della targa con il modello dell’auto, gli agenti del Gpit (Gruppo pronto intervento traffico) della polizia locale hanno avviato ulteriori verifiche, che hanno portato al rintraccio del responsabile, un cittadino di 54 anni residente in un comune del Lazio, il quale è stato denunciato per falso in atto pubblico e truffa ai danni di Roma Capitale.
A lui sono stati notificati anche i verbali per ingresso in ZTL non autorizzato. da romatoday.it
Polizia Stradale di Orvieto
Tre auto vendute con l'inganno: scoperta la truffa, mezzi sequestrati
Le vetture, trasportate da una bisarca con targa ungherese, erano intestate a persone ignare dell’acquisto. Blitz della Stradale di Orvieto sull'Autostrada del sole da lanazione.it
Polizia Locale di Fontevivo
Guida con la patente falsa: moldavo denunciato
Multa da oltre 5 mila euro da parmatoday.it
Polizia Stradale Verona
Cocaina lungo la A4, sequestrati 7 chili in due giorni. Due arresti
Gli agenti della polizia stradale hanno portato in carcere due cittadini albanesi. Arrestato anche un italiano evaso dagli arresti domiciliari. E in due sono stati denunciati per furto in un'auto in sosta nell'area di servizio Scaligera da veronasera.it
Carabinieri Cabras (OR)
Cabras, sfrecciano in auto ubriachi: tre turisti inglesi si barricano nel b&b, arriva il negoziatore
Notte movimentata dopo l’alt dei carabinieri: con la scusa del recupero dei documenti si sono rinchiusi nella struttura per sfuggire ai controlli da unionesarda.it ...ed ancora
Antonio Guglielmi ha lasciato il servizio attivo nell’Arma
Il saluto dell’ASAPS di cui è stato socio e anche referente fin dai primi anni ’90 nei vari comandi che ha diretto L’enorme gratitudine dell’associazione ad un socio di particolare prestigio e generosità
Il Colonnello dei Carabinieri Antonio Guglielmi, nostro associato sin da primi anni "90" e poi divenuto anche nostro referente esterno in Basilicata, lo scorso 20 agosto 2024 ha svolto il suo ultimo giorno di servizio effettivo nell'Arma andando in pensione dopo 39 anni di carriera.
Da sempre appassionato dei temi della sicurezza stradale, che ha iniziato ad approfondire dal 1989 quando da giovanissimo Sottufficiale era Capo Equipaggio presso il Pronto Intervento Carabinieri della 1^ Sezione Autoradio del Nucleo Radiomobile di Roma, oltre a essere nostro socio da moltissimi anni, tra le varie abilitazioni e specializzazioni acquisite nel corso della sua attività di servizio, spiccano quelle di Guardia del Corpo con Abilitazione alla Guida dei Veicoli di Massima Sicurezza, di Insegnante Militare di Scuola Guida, di Istruttore Militare di Scuola Guida e di Istruttore Militare di Guida Sicura d'Emergenza con all'attivo numerosi corsi di guida veloce e di guida sicura d’emergenza per i militari dei Nuclei Radiomobili dell'Arma.
Negli ultimi anni ha anche preso parte agli incontri con le scolaresche nell'ambito dei protocolli d'intesa per la diffusione della legalità nelle Scuole superiori dove ha trattato le importanti tematiche legate al rispetto delle norme del Codice della Strada mettendo in guardia i giovani dalle gravi conseguenze derivanti dai comportamenti violativi di tali regole che mettono a repentaglio tutti coloro che per le più svariate delle ragioni interagiscono in quell'indispensabile ambiente sociale sempre più sovraffollato chiamato "strada". L'alto Ufficiale ha sempre voluto mantenere vivo il legame con la nostra Associazione ritenendo il lavoro quotidiano dell'ASAPS "...uno straordinario strumento informativo e di autoaggiornamento tecnico-professionale a supporto degli operatori di Polizia Stradale ...".
La cerimonia di commiato, presieduta dal Generale di Brigata Giancarlo Scafuri, Comandante della Legione Carabinieri Basilicata, si è svolta nella suggestiva cornice della plurisecolare "Caserma Lucania" sede del Comando Legione, alla presenza delle massime Autorità Militari dell’Arma Lucana, dei familiari dell'Ufficiale, dei Funzionari della Regione Basilicata e di quelli dell'Agenzia del Demanio e del Provveditorato per le Opere Pubbliche della Basilicata con i quali Antonio ha lavorato a stretto contatto negli ultimi anni essendosi attivamente occupato di Logistica e di Infrastrutture, non tralasciando la sua passione nel campo della docenza e della formazione sulla sicurezza stradale.
Per l’ASAPS è stato un vero onore avere avuto come socio, praticamente dalla fondazione dell’associazione, il Col. Antonio Guglielmi che è stato anche nostro efficace referente nei vari uffici dell’Arma che ha diretto. Grazie Antonio, la tua collaborazione è stata preziosissima e di prestigio per l’associazione. Ora che hai lasciato la divisa di Ufficiale dei Carabinieri (ma Carabiniere lo sarai sempre!) sono certo che continuerai ad impegnarti nell’attività di carattere sociale come hai sempre fatto. Te ne saremo sempre grati!
Un grande abbraccio da tutto il gruppo della struttura ASAPS forlivese e “ad maiora”!
Giordano Biserni Presidente ASAPS
Case study: nel momento dell’accesso dei componenti una pattuglia di polizia in un appartamento ove è rinvenuta della sostanza stupefacente, come vanno considerate le condotte del terzo ‘non proprietario’ della stessa che oppone resistenza volta a ritardare od ostacolare l’ingresso degli operanti nell’immobile ovvero di occultamento della sostanza? Tali comportamenti possono essere considerati come un apporto causale valido tale da integrare il concorso nel delitto di detenzione di sostanze stupefacenti da altri commesso?
1. PREMESSA – Ipotizziamo la condotta di un soggetto che al momento dei controlli di polizia si disfa - oppure occulta - della sostanza stupefacente in precedenza acquistata ovvero detenuta da un soggetto terzo e di ‘proprietà’ di quest’ultimo. Per bene rispondere al quesito iniziale (cioè se possa sussistere o meno il concorso nel reato di detenzione da parte del primo soggetto) occorre preliminarmente accennare alla detenzione di sostanze stupefacenti in riferimento all’art. 73 del d.P.R. n. 309/1990, individuandone i requisiti generali, soprattutto in riferimento al concorso, senza escludere una possibile sovrapposizione con il reato di favoreggiamento. Il predetto art. 73 è considerato reato permanente, ben sapendo che è tale quando l’offesa commessa dall’agente a un bene giuridico tutelato dall’ordinamento giuridico si protrae nel tempo per effetto di una sua condotta persistente e volontaria.
Di regola, la mera coabitazione o presenza sul luogo ove viene detenuta (e rinvenuta) la droga che sia riferibile ad altri non viene considerata in automatico sufficiente a ritenere configurato il concorso nel delitto di detenzione commesso dall’autore principale.
Ciò in quanto - salvo casi tipizzati - non insistono sui consociati obblighi di evitare il fatto illecito altrui o relativi obblighi di denuncia.
Occorreranno, pertanto, ulteriori elementi sintomatici quali il potere di fatto sulla res o la messa in atto di un contributo che agevoli la protrazione della detenzione o rafforzi il proposito illecito altrui.
In sostanza, l’aiuto fornito durante la permanenza del reato può costituire, a seconda dei casi, connivenza non punibile, concorso o favoreggiamento, in relazione allo scopo dell’agente, da valutarsi in concreto.
2. IL CONCORSO NELLA DETENZIONE DI SOSTANZE STUPEFACENTI
Giurisprudenza e dottrina sono concordi nel ritenere che per detenzione di sostanza stupefacente si intende la disponibilità della stessa e la possibilità di accedervi senza restrizioni o limitazioni, prescindendo dall’esercizio continuo o immediato di un potere manuale su di essa.
Ai fini del delitto di cui all’art. 73 del d.P.R. n. 309/1990, il concetto di ‘detenzione’ comporta pur sempre che il soggetto abbia della stessa una disponibilità concreta ed attuale e non eventuale e futura, pur non implicando necessariamente un contatto fisico con la cosa.
Il concorso nella detenzione va analizzato quindi valutando il collegamento funzionale tra la persona/ detentore principale e il contesto spaziale in cui è allocata la sostanza stupefacente.
Le fattispecie più ricorrenti in cui ci si imbatte nell’attività operativa attengono al fenomeno della convivenza di più persone negli immobili ove viene rinvenuta la sostanza drogante e alla compresenza di più soggetti su veicoli ove la stessa è trasportata.
Si è soliti distinguere tra:
a) connivenza non punibile, ove l’agente mantiene un comportamento meramente passivo e realizza un’assistenza inerte e senza iniziative a tale condotta, pur conoscendola ed eventualmente aderendovi intimamente,
e b) concorso ex art. 110 c.p., il quale esige un contributo causale attivo di facilitazione della condotta delittuosa, essendo richiesto un consapevole contributo che agevoli il proposito criminoso del concorrente, garantendogli una certa sicurezza o, anche implicitamente, una collaborazione sulla quale poter contare.
3. IL FAVOREGGIAMENTO PERSONALE
Per ben inquadrare la quaestio iniziale circa la sovrapponibilità dell’azione detentiva secondo le modalità finora descritte con il reato di favoreggiamento, si torni alla condotta di chi si disfa della sostanza o la occulta al momento dei controlli di polizia. In questo caso, può venire astrattamente in rilievo l’ipotesi di cui all’art. 378 c.p. (“Favoreggiamento personale”) che al co. 1 punisce «chiunque, dopo che fu commesso un delitto […], e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni […]».
Per la giurisprudenza, con riferimento al delitto di illecita detenzione di sostanza stupefacente, il reato di favoreggiamento non è configurabile in costanza
di detta detenzione, atteso che nei reati permanenti qualunque agevolazione del colpevole, prima che la condotta di questi sia cessata, si risolve inevitabilmente in un concorso, quanto meno a carattere morale.
4. OCCULTAMENTO/DISMISSIONE DELLA SOSTANZA STUPEFACENTE
Soffermiamoci ora sulla realizzazione della condotta con la quale un soggetto, nell’interesse del detentore principale, si disfa della sostanza stupefacente. Si pensi a Tizio che getti dal veicolo in corsa la sostanza stupefacente appena avvedutosi di una pattuglia di operatori di polizia in procinto di intimare l’alt; oppure a Caio il quale lanci dal balcone dell’abitazione la sostanza drogante ivi custodita, durante l’ingresso della pattuglia nell’immobile.
In questi casi, qualora il supporto fornito in tale fase rappresenti la materializzazione della promessa di aiuto formulata ex ante dall’agente in favore del detentore principale, si è in presenza di un concorso nel delitto di detenzione
Secondo accreditata giurisprudenza, questi i casi in cui la condotta di chi si disfa della sostanza è stata valorizzata ai fini del concorso nel reato di detenzione: a) quando è indice della comune detenzione; b) in relazione a casi in cui la condotta dell’agevolatore non era orientata all’abbandono o alla dismissione della sostanza drogante, bensì al mero occultamento, in vista dell’elusione dei controlli, ma con primaria finalità di successivo ripristino della disponibilità in capo al detentore principale; c) nell’ambito di fattispecie in cui l’imputato aveva partecipato attivamente ad attività funzionali alla gestione dello stupefacente ed erroneamente era stata chiesta la riqualificazione in favoreggiamento. Per autorevole dottrina, qualora, invece, l’agente che non abbia già posto in essere contributi agevolatori (materiali o morali) durante la permanenza del reato si disfi della cosa ponendo termine alla detenzione, al fine di aiutare taluno a sottrarsi alle investigazioni – diverso dal caso in cui tale soggetto si limiti ad occultare la cosa per consentire il pronto ripristino della situazione antecedente in favore del detentore principale appena cessati i controlli di polizia -, caso che si verifica ogni qual volta venga meno la possibilità di ripristinare il possesso della sostanza stupefacente, dovrebbe rientrare nel tessuto letterale del delitto di favoreggiamento.
Per la punibilità del concorrente nel reato si richiede: a) sul piano psicologico, sia il dolo di concorso (quale consapevolezza e volontà dell’apporto funzionale/ contributo alla condotta altrui), sia il dolo del reato monosoggettivo quale rappresentazione e volontà che sia commessa una fattispecie criminosa tipica. Secondo l’orientamento giurisprudenziale maggioritario, risponde di concorso in un reato monosoggetti-
vo a dolo specifico (quale è la detenzione dello stupefacente a fini di spaccio) anche il soggetto che apporti un contributo che non sia soggettivamente animato dalla particolare finalità richiesta dalla norma incriminatrice, a condizione che almeno uno degli altri concorrenti agisca con tale intenzione e che della stessa il primo sia consapevole;
b) sul piano oggettivo un apporto collaborativo, per cui occorre verificare il possesso dei requisiti strutturali richiesti dai principi penalistici per il contributo concorsuale, tra i quali l’efficacia causale o agevolatrice rispetto ad un atto dell’azione tipica o alla realizzazione dell’evento vietato (ovvero, la condotta del concorrente deve essere in grado di facilitare l’esecuzione del reato).
Pertanto, nel caso relativo al mero occultamento momentaneo della sostanza, l’agente è responsabile di concorso nel delitto di detenzione di sostanza stupefacente, sia perché la condotta di mero occultamento in luoghi noti è idonea a instaurare significativi poteri di fatto sulla res in capo al concorrente, sia perché lo scopo dell’azione non è eludere le investigazioni (cessando al contempo il fenomeno detentivo), ma semplicemente occultare la detenzione in vista del successivo ripristino della stessa. Qui, in sostanza, il concorrente è pieno partecipe del reato monosoggettivo in tutte le sue componenti strutturali anche psichiche.
Quindi, si avrà connivenza non punibile (e non concorso nel reato commesso da altro soggetto) qualora l’agente mantenga un comportamento meramente passivo, privo cioè di qualsivoglia efficacia causale
*Col. della Guardia di Finanza
1 - Si segnala la sentenza n. 41579/2021, con la quale la Corte di legittimità ritorna sulla tematica del concorso di persone nella detenzione di sostanza stupefacente.
2 - Questo reato è caratterizzato dal fatto che l’evento lesivo e la sua consumazione perdurano per un certo periodo di tempo.
3 - Almeno sotto il profilo della promessa di ausilio in caso di futura necessità, anche al solo fine di sfuggire agli eventuali controlli o alle investigazioni della polizia giudiziaria. È il caso che si rinviene nella condotta tipica del “palo” che, collocandosi in una postazione utile all’osservazione dell’area circostante, si rende disponibile a segnalare l’eventuale arrivo delle forze di polizia o di altri soggetti che possano arrecare ostacoli allo svolgimento dell’azione delittuosa (Cass., sez. IV, 8 novembre 2018, n. 52791).
4 - Cass., sez. IV, 11 giugno 2019, n. 28890; Cass., sez. IV, 17 maggio 2018, n. 25136; Cass. sez. IV, 16 novembre 2017, n. 6128.
5 - Cass., sez. VI, 16 gennaio 2019, n. 14955; in dottrina, FIANDACA – MUSCO, Diritto penale. Parte generale, Zanichelli, 2014, p. 529.
6 - Cass. Sez. IV, n. 47472/2008 In tema di detenzione illecita di sostanze stupefacenti, perché si abbia il reato non è necessario il contatto fisico immediato tra il detentore della sostanza e la stessa, ma è sufficiente che questa sia trovata in un luogo nel quale l’agente possa liberamente accedere e dal quale lo stupefacente possa in qualunque momento essere prelevato direttamente o a mezzo di una persona all’uopo incaricata (Cass. Sez. VI, n. 8402/1997 - Nell’affermare il principio in massima, la Corte ha ritenuto responsabile del reato di detenzione di stupefacenti il soggetto che si accingeva a prelevare dal pluviale del muro di cinta di un cimitero il pacco contenente la sostanza stupefacente che, previo accordo, un altro soggetto aveva poco prima depositato in quel luogo).
7 - Pertanto, non integra detenzione la situazione di colui che attenda il recapito e la consegna della sostanza stupefacente acquistata (Cass. Sez. VI, n. 9901/1995).
8 - “Pena per coloro che concorrono nel reato”.
9 - Cass. sez. IV, 20 novembre 2020, n. 34754; Cass., sez. IV, 11 giugno 2014, n. 24615.
10 - Cass., sez. III, 17 settembre 2019, n. 364; Cass. sez. un., 24 maggio 2012, n. 36258; Cass. sez. VI, 7 dicembre 2016; in precedenza, Cass. Sez. VI, n. 4927/2003; Sez. IV, n. 12915/2006.
11 - Secondo un orientamento dottrinale (LEO, Reati permanenti e condotta d’ausilio: favoreggiamento o concorso nel fatto presupposto? in Dir. pen. proc., 2004, 8, p. 953) nessuna incertezza sussisterebbe laddove si interpretasse la nozione di delitto “commesso” di cui all’art. 378 c.p. in termini di delitto “consumato”. In questo caso non vi sarebbe spazio per il favoreggiamento nel tempo in cui perdura la detenzione, richiedendosi l’avvenuta cessazione della stessa 12 - O l’epilogo di altro tipo di ausilio già fornito alla detenzione nella sua estrinsecazione fisiologica.
13 - Cass., sez. I, 27 aprile 2017, n. 18018, in Guida dir., 2018, 23, p. 85; nella manualistica, PULITANÒ, Diritto penale, Giappichelli, 2013, p. 437. Secondo una lettura dottrinale minoritaria, dubbi affiorerebbero quando, in assenza di elementi pregressi che attestino la sussistenza di un contributo già formato, l’agevolazione si incentri esclusivamente sull’abbandono della sostanza drogante, vale a dire sul gesto di “rottura” della relazione funzionale che è il nucleo essenziale del delitto in esame, allo scopo di sottrarre il detentore principale alle attività di indagine.
14 - Cfr. Cass., sez. VI, 13 novembre 2019, n. 5229, in materia di coltivazione di piante da cui estrarre stupefacente.
15 Cass. sez. IV, 8 marzo 2006, n. 12915 sul caso dell’occultamento all’interno di un pozzetto collegato ad una grondaia dell’abitazione; conf. Cass. sez. IV, 22 aprile 1997, n. 4243, sul caso di una donna che aveva nascosto la sostanza all’interno del reggiseno al momento dei controlli.
16 - Cass., sez. IV, 25 settembre 2008, n. 39267.
17 -LOMBARDI, L’occultamento della sostanza stupefacente tra concorso nella detenzione e favoreggiamento, in Giust. Pen. n. 4/2021, pag. 61.
18 -In questo caso, infatti, è incontestabile che l’azione fissa il momento della consumazione del reato, e assume esclusivamente una idoneità ad aiutare taluno a eludere le investigazioni.
19 -Per tutti, MANTOVANI, Diritto penale, Cedam, 2013, p. 539 s.
20 -Cass., sez. II, 7 giugno 2019, n. 38277; Cass., sez. III, 15 marzo 2019, n. 19213; Cass., sez. un., 14 dicembre 1995; Cass., sez. un., 27 settembre 1995, n. 30; in dottrina, CARACCIOLI, VALENTE, Responsabilità penale del fiscalista: il concorso nei reati tributari, in Il Fisco, 2020, 22, p. 2043; CARDONE, Sul concorso del consulente fiscale nei reati tributari commessi dal contribuente, in Riv. dir. trib., 2008, 1, p. 5; quanto ai reati plurisoggettivi, in particolare associativi, si ritiene invece che tutti i soggetti agenti debbano essere animati dalla particolare finalità, si veda ex multis Cass., sez. fer., 23 agosto 1994, in Cass. pen., 1994, 2678. 21 -Cass. Sez. IV, n. 4948/2010; Sez. VI, n. 14606/2010.
di Poalo Carretta*
Il controllo della frontiera comune nelle “Disposizioni nazionali complementari al codice doganale” (l. delega 9/08/2023, n. 111); contrabbando e nuove sanzioni … la confisca dei mezzi di trasporto e la sospensione dei documenti di guida
Attenzione - Allorquando entreranno in vigore le “Disposizioni nazionali complementari al Codice doganale” il contenuto dell’articolo andrà verificato, riscontrando l’effettiva vigenza delle norme richiamate (vds. Normattiva).
La riforma del Diritto doganale (l. delega 9/08/2023, n. 111) prevede una semplificazione del sistema, per un’esigenza di omogeneità in ambito unionale, disponendo solo per quanto non già regolamentato dalle norme (Ue), un’esigenza particolarmente sentita già dopo l’entrata in vigore del Codice doganale (Reg. Ue 9/10/2013, n. 952). Il Cdm ha approvato (26/03/2024), in esame preliminare, il d.lvo di attuazione, ma non è ancora determinabile la data dell’entrata in vigore della modifica della disciplina doganale e del relativo sistema sanzionatorio, riguardante anche le imposte indirette. Vengono così abrogati il dpr 23/01/1973, n. 43 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale – TULD) e il rd n. 65/1896 (Regolamento per l’esecuzione), scongiurando la sovrapposizione della sanzione penale con quella amministrativa (ne bis in idem).
Acquisisce rilievo il principio di proporzionalità (art. 20, c. 3, lett. b, n. 2 e lett. c, della l. delega), che impone verso i contravventori l’irrogazione di sanzioni “effettive, proporzionate e dissuasive”; quindi la sanzione doganale sarà in futuro meglio parametrata, secondo criteri penalistici, alla gravità della violazione e al coefficiente psicologico dell’autore, anche per quanto riguarda l’ipotesi amministrativa (C. di Giustizia, 13/01/2022, C-326/20). Viene operata una grande semplificazione del sistema (122 artt. ne sostituiscono 352), mentre il confine fra le due procedure sanzionatorie (penale e amministrativa) viene rappresentato dal superamento della soglia dei diritti contestati (10.000 €), sempre accertati dalle Dogane, e dalla valutazione dell’elemento soggettivo della violazione (dolo o colpa), ad opera dell’A.G. nazionale o di EPPO1 (penale per il contrabbando aggravato), che, ove ritenga sussistente il delitto (doloso), risultando concomitante il superamento della soglia citata, procede direttamente, altrimenti rinviando alle Dogane, per l’irrogazione della sanzione amministrativa (compresa tra l’80 e il 150% dei diritti doganali accertati - art. 96, c. 14, bozza d.lgs); in presenza di attenuanti si rende però possibile una sanzione ridotta (per maggiori diritti di confine inferiori del 3% al dichiarato) di un terzo. Le sanzioni vengono ora calcolate sull’importo complessivo dei dazi contestati, anche relativamente a spedizioni di merci, pur separate, contenute in un’unica dichiarazione doganale d’importazione (art. 96, c. 4), mentre l’IVA all’importazione viene inquadrata tra i diritti di confine, salvo quando le merci debbano essere immesse al consumo in un altro Stato Ue o siano introdotte in un deposito Iva (diritti doganali sono quelli che l’ADM è tenuta a riscuotere in forza di vincoli derivanti dall’ordinamento (Ue)
o da leggi nazionali - Disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’Ue, art. 27). Nessuna sanzione risulta applicabile se i diritti dichiarati sono pari o superiori a quelli accertati.
Il contrabbando è contemplato (accorpando le precedenti) in due sole fattispecie generali delle citate “Disposizioni nazionali complementari al codice doganale”: contrabbando per omessa dichiarazione (art. 78) nei confronti di colui che, omettendo di presentare la dichiarazione doganale, faccia circolare nel territorio doganale o sottragga alla vigilanza doganale merci non unionali o fa uscire, a qualunque titolo, dal territorio doganale merci unionali; contrabbando per dichiarazione infedele (art. 79) nei confronti di chi dichiari qualità, quantità, origine e valore delle merci, nonché ogni altro elemento occorrente per l’applicazione della tariffa e per la liquidazione dei diritti, in modo non corrispondente all’accertato. Il contrabbando definito extraispettivo (quello riscontrabile su strada) andrà quindi rubricato come violazione dell’art. 78 citato. In entrambi i casi viene prevista l’applicazione di una multa dal 100% al 200% dei diritti di confine dovuti, mentre consegue, in ogni caso di contrabbando, la confisca obbligatoria delle merci (art. 94) e delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato (in primis i mezzi di trasporto), oltre che di quelle che ne siano l’oggetto, il profitto o il prodotto, ove non individuabili rendendosi applicabile la “confisca per equivalente”.
Il reato di sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sui tabacchi lavorati viene punito con la pena detentiva da due a cinque anni (art. 40-bis TUA) dal rinnovato Testo unico accise (TUA), che esce pure modificato dal citato d.lgs. per la riforma doganale. La soglia della penale rilevanza per la detenzione scatta con un quantitativo di tabacco lavorato superiore ai 15 kg convenzionali2 la violazione amministrativa per i tabacchi lavorati prevede una sanzione (art 29 TUA) dai 500 € ai 1.000 €, secondo una valutazione di tipo quantitativo del tabacco sottratto all’accertamento, mentre viene comminata tra 3.000 € e 30.000 € per un quantitativo non definibile di tabacchi lavorati sottratti al pagamento dell’accisa. Per il consumatore è comminata una sanzione pecuniaria tra 5.000 € e 10.000 €, mentre all’arresto si
giunge per un quantitativo di tabacco lavorato superiore ai limiti (15 kg) individuati dalla normativa (art. 40-quinquies TUA).
Sanzioni accessorie conseguono, prevedendosi: la chiusura dell’attività o la sospensione della licenza nei confronti del soggetto che vende tabacchi lavorati senza autorizzazione, la sospensione dei documenti di guida (da 1 a 5 mesi) nei confronti di chi venga sorpreso a condurre mezzi, aerei navali o terrestri, ovvero ricorrendo le circostanze aggravanti disciplinate nel nuovo art. 40-ter TUA.
L’attività di controllo e verifica esce potenziata dalle procedure doganali telematiche, prevedendosi un sistema informatico unico, che beneficia di una piattaforma (EU DataHub) valida per tutte le autorità doganali (Ue). Tale sarà, in effetti, un contenitore per … “ le dichiarazioni doganali di tutta Ue nelle varie materie, come quelle extratributarie sanitaria, fitosanitaria al fine di avere un’unica grande analisi dei rischi che valga su tutto il territorio comunitario e quindi vada a combattere distorsioni create da comportamenti diversi alle dogane dei vari Paesi membri”. Il Portale Unico Dogane Monopoli (PUDM) favorirà la diretta collaborazione con altre Autorità doganali Ue e di paesi terzi, mentre lo Sportello unico doganale (SUDOCO) dell’Adm coordinerà operativamente (art. 39) gli interventi dei vari interlocutori istituzionali, preposti allo sdoganamento delle merci in entrata ed in uscita dal territorio unionale (Adm, GdF, autorità sanitaria etc), fornendo, attraverso il sistema, un’interfaccia unica (single entry point ), accessibile, tramite il citato Portale, anche agli operatori economici. La riforma introduce, per l’Iva all’importazione, la sua inclusione tra i diritti di confine prevedendosi la responsabilità dei rappresentanti doganali indiretti per il suo pagamento, in solido con l’importatore. Diventa obbligatorio il rapporto di mandato scritto tra operatore e rappresentante doganale diretto (art. 31). Le imprese che acconsentono di sottoporsi a controlli e verifiche preliminari più rigorose, potranno godere di maggiori libertà nei loro rapporti con le autorità doganali venendo classificate “azienda affidabile”, beneficiando di controlli e pratiche burocratiche ridotti.
*Gen. B. (Ris.) della Guardia di Finanza
i - La Procura Europea (EPPO) è un organismo indipendente (Ue) incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio reati quali frodi, corruzione e riciclaggio che ledono gli interessi finanziari dell’Ue. La Direttiva (Ue) 2017/1371 (rec. d.lgs. 75/2020) definisce l’ambito della nozione di “frode e lesione degli interessi finanziari dell’Ue”, individuando, quali reati rilevanti ai sensi della disciplina di cooperazione rafforzata:
- reati contro la pubblica amministrazione commessi da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio da cui consegua una lesione agli interessi finanziari dell’Ue;
- condotte fraudolente ai danni del bilancio dell’Unione, comprese le operazioni finanziarie quali l’assunzione e l’erogazione di prestiti;- delitti contro il sistema comune dell’IVA (es. frodi carosello, frodi commesse nell’ambito di operazioni criminali etc.) compiuti in due o più Stati membri e il cui danno complessivo sia almeno pari a 10.000.000 €;
- delitti, consumati o tentati, da cui consegue l’appropriazione o la distrazione indebita di fondi o beni provenienti dal bilancio dell’Unione o da bilanci da questa gestiti o gestiti per suo conto;
- delitti di contrabbando attinenti alla materia dell’evasione dei dazi, se il danno è superiore a 10.000 €;
- delitti di riciclaggio, autoriciclaggio, favoreggiamento reale, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita aventi ad oggetto proventi dei reati di competenza EPPO;
- delitti di associazione per delinquere laddove la condotta criminale sia incentrata sulla commissione dei reati di competenza EPPO;- delitti inscindibilmente connessi con quelli di competenza EPPO.
ii -Rileva quindi la nozione di Kg convenzionale (ex d.lvo 29/03/2010, n. 248, art. 39-quinquies) … pari, rispettivamente, a: 200 sigari; 400 sigaretti; 1000 sigarette.
di Luigi De Simone*
Targa falsa: falso grossolano o contraffazione? (Cassazione n. 24843/2024)
Ma non è mai illecito amministrativo?
ecentemente la Suprema Corte1 ha affrontato, per l’ennesima volta, il caso dell’alterazione di una targa automobilistica, districandosi perfettamente tra ipotesi penalmente rilevanti o di illecito amministrativo.
Il caso riguarda il ricorso avverso la sentenza della Corte di Appello di Salerno del mese di ottobre 2023, che aveva confermato la condanna del ricorrente inflitta dal Tribunale di primo grado per il delitto di cui al combinato disposto degli articoli 477 e 482 Codice Penale2, essendo stato sorpreso a guidare la sua auto con la targa “modificata” con nastro adesivo.
Il ricorrente basava il ricorso in Cassazione su due motivi. Il primo poneva due questioni di diritto molto interessanti, ovvero in primo luogo il ricorrente prospettava l’inesistenza del fatto costituente reato in quanto si trattava di un falso grossolano e, pertanto, non idoneo a trarre in inganno gli operatori di polizia stradale intervenuti, e in secondo luogo lamentava la mancata applicazione dell’istituto della particolare tenuità del fatto, ex articolo 131-bis codice penale3, istituto giuridico introdotto dal Decreto Legislativo 16 marzo 2015, n. 28 e più volte modificato, anche recentemente, con la c.d. Riforma “Cartabia”4. Con il secondo motivo, invece, il ricorrente riteneva di doversi considerare la condotta accertata come un illecito amministrativo, per violazione dell’articolo 100 comma 12 del D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 (Codice della Strada)5, fattispecie depenalizzata oramai dal 1999, piuttosto che quale violazione dell’ipotesi contenuta nel comma 146, che rinvia appunto al codice penale.
Indubbiamente tutte questioni giuridiche interessanti che, in linea teorica, potevano far vacillare la tenuta della citata sentenza di condanna emessa dai Giudici di merito, di primo e di secondo grado.
Ma, come vedremo tra un attimo, la sentenza ha retto al vaglio del Giudice di legittimità che, citando altri precedenti, ha dichiarato inammissibile il ricorso confermando la condanna precedentemente inflitta. Andiamo per ordine. In riferimento alla questione del falso grossolano, il motivo è stato ritenuto manifestata-
mente infondato, in quanto secondo la S.C., la Corte di Appello aveva indicato in maniera congrua e conforme al diritto la ragione per cui ha escluso la sussistenza di un falso grossolano, ovvero un falso «macroscopicamente rilevabile»7 e, quindi, «non idoneo a trarre in inganno alcuno», in quanto l’alterazione della targa aveva tratto in inganno il personale della polizia stradale operante che, soltanto in un secondo momento e a seguito dei dovuti accertamenti, aveva accertato l’alterazione della targa.
In merito, invece, alla mancata applicazione dell’istituto della particolare tenuità del fatto, i Giudici di merito, nella piena autonomia nel valutare le modalità della condotta, l’esiguità del danno o del pericolo, nonché la condotta susseguente al reato, ai sensi dell’articolo 133 comma 1 codice penale8, non lo hanno ritenuto applicabile anche considerando che la modifica della composizione alfanumerica della targa poteva potenzialmente attribuire ad altri le conseguenze delle infrazioni commesse dal ricorrente.
In riferimento al secondo motivo, la S.C. riteneva non potersi configurare l’illecito amministrativo di cui al predetto articolo 100 comma 12 CdS, bensì, giustamente, il delitto previsto dal combinato disposto degli artt. 477 e 482 codice penale, poiché integra il reato di falsità materiale commessa dal privato in certificati o autorizzazioni amministrative, la condotta di colui che modifica i dati identificativi della targa della propria autovettura mediante applicazione di nastro adesivo, avendo anche dimostrato, i giudici di merito, l’effettiva disponibilità del veicolo e la contraffazione delle sue targhe.
In definitiva il caso in esame tratta dell’ipotesi di alterazione che, sostanzialmente, è da intendersi la modifica materiale della targa al fine di farla apparire diversa (abrasione, cancellazione, modifica di una cifra come il numero 3 che diventa 8, la lettera F che diventa E o addirittura riproduzione integrale di una targa vera9), mentre la falsificazione è un concetto più ampio, come, per esempio, la creazione di una targa inesistente, ma comunque idonea a trarre in inganno.
In realtà esiste anche un’altra condotta penalmente rilevante, che addirittura potrebbe concorrere con l’ipotesi sopra evidenziata, cioè il delitto di cui all’articolo 489 codice penale10, che punisce la condotta di chi fa uso dell’atto falso senza aver concorso alla falsificazione.
Mentre l’ipotesi di illecito amministrativo di cui all’articolo 100 comma 12 Codice della Strada dovrebbe sussistere quando l’uso della targa falsa o alterata è realizzato da una persona ignara (infatti la norma recita: chiunque circola……) e che, quindi, non ha partecipato alla falsificazione/alterazione e non è a conoscenza che la targa del veicolo è falsa, cioè, detto in poche parole, è soggetto in buona fede.
*Comandante della Polizia Locale di San Marco Evangelista
1 - Corte di Cassazione, sezione VII, Ordinanza n. 24843 del 13 marzo 2024 pubblicata il 24 giugno 2024.
2 - Articolo 477 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative)“Il pubblico ufficiale, che, nell’esercizio delle sue funzioni, contraffà o altera certificati o autorizzazioni amministrative, ovvero, mediante contraffazione o alterazione, fa apparire adempiute le condizioni richieste per la loro validità, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni” - Articolo 482 c.p. (Falsità materiale commessa dal privato) “Se alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 476, 477 e 478 è commesso da un privato, ovvero da un pubblico ufficiale fuori dell’esercizio delle sue funzioni, si applicano rispettivamente le pene stabilite nei detti articoli, ridotte di un terzo”.
3 - Articolo 131-bis c.p. (Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto) - 1. “Nei reati per quali è prevista la pena detentiva non superiore nel minimo a due anni, ovvero la pena pecuniaria, sola o congiunta alla predetta pena, la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, valutate ai sensi dell’articolo 133, primo comma, anche in considerazione della condotta susseguente al reato, l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale. 2. ……..(omissis).
4 - D. Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 (Attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l’efficienza del processo penale, nonchè in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari).
5 - Articolo 100 comma 12 cds - Chiunque circola con un veicolo munito di targa non propria o contraffatta è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 2.046 ad euro 8.186.
6 - Articolo 100 comma 14 cds - Chiunque falsifica, manomette o altera targhe automobilistiche ovvero usa targhe manomesse, falsificate o alterate è punito ai sensi del codice penale.
7 - Come per esempio ravvisabile nel caso di riproduzione su un supporto di cartone della targa oppure in caso di sovrascrittura con caratteri palesemente dissimili.
8 - Articolo 133 Comma 1 c.p. (Gravità del fatto) - Nell’esercizio del potere discrezionale indicato nell’articolo precedente, il giudice deve tener conto della gravità del reato, desunta: 1) dalla natura, dalla specie, dai mezzi, dall’oggetto, dal tempo, dal luogo e da ogni altra modalità dell’azione; 2) dalla gravità del danno o del pericolo cagionato alla persona offesa dal reato; 3) dalla intensità del dolo o dal grado della colpa. Comma 2 (omissis).
9 - Corte di Cassazione, sezione V, sentenza n. 46326 del 12.12.2007.
10 - Articolo 489 c.p. (Uso di atto falso) – 1. Chiunque, senza essere concorso nella falsità, fa uso di un atto falso soggiace alle pene stabilite negli articoli precedenti, ridotte di un terzo.
Studio3A ha preso casa anche a Bologna Inaugurata la nuova sede della società specializzata nel risarcimento danni
Aperto da fine marzo, il point è già un punto di riferimento per tanti assistiti dell’azienda. Anche Asaps presente alla cerimonia
Studio3A-Valore S.p.A. ha preso casa anche a Bologna e giovedì 12 settembre 2024 ha ufficialmente inaugurato la sua nuova sede. A coronamento di una radicata presenza in tutto il territorio emiliano e romagnolo divenuta negli anni via via più capillare grazie al lavoro dell’Area Manager per l’Emilia Romagna, dott.ssa Sara Donati, già dalla fine di marzo la società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini ha aperto un nuovo point nella città felsinea, nella centralissima Piazza XX Settembre, civico 5D.
Un investimento importante, quello operato dall’azienda - tanto più in un’epoca sempre più “virtuale” - per dare una risposta ancora più efficace alle tantissime persone che si rivolgono allo studio per essere assistite, mettendo loro a disposizione uno spazio fisico e confortevole dove poter accedere ai numerosi servizi offerti
dalla Spa presieduta dal dott. Ermes Trovò, che si occupa a livello nazionale di ogni genere di sinistro, stradale, sul lavoro, casi di mala sanità, responsabilità civile verso terzi e della Pubblica Amministrazione, incendi, ecc. Un ulteriore salto di qualità che conferma anche l’estrema attenzione riservata da Valore S.p.A. per la “piazza” di Bologna e per l’intera regione in generale.
Mancava però ancora un passaggio per concludere le procedure di apertura, il formale taglio del nastro, finalmente arrivato il 12 settembre. Oltre al Presidente, dott. Ermes Trovò, alla dott.ssa Donati, che è anche la responsabile del point, e a diversi danneggiati seguiti dallo studio, è intervenuto proprio il dott. Giordano Biserni, Presidente dell’Asaps: è stata l'occasione ideale per rafforzare la partnership e per ribadire l'impegno condiviso delle due realtà per un futuro più sicuro e consapevole nell'ambito della sicurezza stradale.
Studio3A-Valore S.p.A
Al QR Code l'intervista al dott. Giordano Biserni, Presidente dell’Asaps
Gare ciclistiche, identificazione titolari patente anche tramite l’intelligenza artificiale (IA), accertamento velocità e sostanze stupefacenti
(ASAPS) RICCIONE 19.09.2024 –Aggiornamenti, approfondimenti, procedure in materia di circolazione stradale, alla 43^ edizione de Le Giornate di Polizia Locale e Sicurezza Urbana, evento magistralmente organizzato dal Gruppo Maggioli, e che per tutti gli addetti ai lavori rappresenta un’imperdibile occasione di aggiornamento e crescita professionale. Ancora una volta l’obiettivo della manifestazione nazionale, che anche quest’anno ha visto tra protagonisti l’ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale, è stato quello di aiutare partecipati ad affrontare la propria attività professionale grazie al coinvolgimento di coloro che affrontano concretamente le tematiche presentate durante il Convegno, con il preciso intento di contribuire ad un’analisi adeguata della complessità dei problemi, fornendo contestualmente anche le necessarie indicazioni per una efficace applicazione delle norme in vigore. Con questo spirito, che ci caratterizza ormai da trentatre anni, nel pomeriggio di giovedì 19settembre nelle sale del Palazzo dei Congressi di Riccione si è svolta la sessione “La circolazione stradale in pratica” di ASAPS.
Alle parole di Giordano Biserni, pluritrentennale ed inossidabile presidente del sodalizio, l’introduzione dei lavori che, dopo una presentazione dei relatori chiamati ad intervenire, ha dato ufficiale apertura alla sessione. Biserni, con puntuale e certosina attenzione, ha colto l’occasione di rimarcare la situazione circa la sicurezza stradale nel nostro Paese caratterizzata da una quotidiana ed inarrestabile carneficina, quotidianamente documen-
tata dall’ASAPS attraverso i suoi speciali osservatori in cui è possibile ricavare, con dati inconfutabili rispetto a data, ora e localizzazione, ogni tipo di incidente stradale. In particolare gli incidenti a pedoni, ciclisti e quelli del fine settimana. Dati poi ripresi e divulgati dalle maggiori testate giornalistiche nazionali e locali. Prima di passare la parola al primo intervento il Presidente Biserni ha anche fatto il punto su come cambierà il Codice della Strada, sperando che cambi e in meglio entro la fine dell’anno. Si sperava nell’approvazione definitiva entro il mese di luglio, ma tutto è stato ancora rinviato all’autunno. Secondo Biserni il nuovo CdS avrebbe bisogno di ulteriori correttivi. Una cosa è certa: la stagnazione del calo della sinistrosità dimostra in modo inequivocabile, come ha detto figuratamente, il presidente che “le ciliegie basse sono finite…” bisogna salire sulla pianta cominciando anche dalla informazione ed educazione stradale, ma soprattutto dai controlli sulle strade, vistosamente diminuiti. Talvolta, da addetti ai lavori, crediamo che tutto sia semplice, secondo alcuni basta dare un’occhiata qua e la e il gioco è fatto… non sempre è così! Proprio per questo abbiamo ritenuto di fare il punto su un argomento che a volte appare scontato come quello della disciplina in materia di gare ciclistiche su strada. All’esperienza di Stefano Rossi, Commissario a r., già Funzionario addetto presso la Sezione Polizia Stradale della Spezia, il compito di sintetizzare il racconto di tutto ciò che c’è dietro all’organizzazione di una competizione ciclistica su strada, prima, durante e dopo! In tale ambito, nel corso dell’esposizione il Commissario Stefano Rossi ha af-
frontato gli aspetti che legano i diritti degli organizzatori e quindi dei partecipanti a manifestare il vigore agonistico ed il conseguente ed inalienabile diritto di tutti i cittadini a circolare liberamente ed in sicurezza sulle strade. Le competizioni sportive su strada necessitano, per poter raggiungere lo scopo della manifestazione, l’uso del veicolo, ponendo in risalto la conseguente pericolosità riconducibile all’utilizzazione del mezzo di locomozione. La velocità ricercata dal concorrente per raggiungere il primato, la concentrazione psichica e fisica per cercare la vittoria che pone ogni partecipante, fanno sicuramente venire meno l’aspetto generale della sicurezza della circolazione. Di conseguenza l’organizzazione di una competizione sportiva come una gara ciclistica su strada si ripercuote su due aspetti principali: le competenze e le responsabilità per il comitato organizzatore e tutti gli aspetti generali in capo alle Autorità preposte alla tutela della pubblica incolumità, affinché sia garantita la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
Di come in futuro non troppo lontano cambieranno le abitudini di controllori e controllati, rispetto all’esibizione della patente di guida, che da documento fisico - così per come lo conosciamo oggi - si presenterà in una nuova veste digitale, ha parlato Gianluca Fazzolari, Sostituto Commissario Coordinatore della Polizia di Stato ed esperto in materia. Sebbene non rientri tra le novità di questo primo quarto di secolo, la dematerializzazione dei documenti, tra curiosità e ritrosia, continua a suscitare grande attenzione tra gli addetti ai lavori. In un’era dominata dagli smartphone, la necessità di portare con sé patenti di guida o carte d’identità fisiche potrebbe presto diventare obsoleta e sembra proprio che i tempi siano maturi per l’introduzione della patente di guida mobile, un documento digitalizzato che ricalca esattamente i contenuti di quello tradizionale in formato card. A livello unionale, ha continuato Fazzolari, già da un po’ di tempo si pensa di mandare in soffitta la patente di “plastica” per far posto ad un analogo documento digitale, che funzioni oltre i confini all’interno dell’Unione europea. Mentre a Bruxelles si mettono a punto i dettagli della direttiva che in un futuro non troppo lontano ci consentirà di avere sul
nostro smartphone la patente di guida, c’è già qualche Paese che ha attuato questa rivoluzione, consentendo di poter scegliere tra documento fisico e documento digitale. Oltre oceano, negli Stati Uniti d’America, si considera l’introduzione delle patenti di guida mobili (mDL) come una soluzione promettente per combattere le frodi e rafforzare la verifica dell’identità digitale. Nell’ambito del controllo documentale, ogni innovazione è introdotta nell’intento di porre argine alle frodi e rendere i documenti più sicuri e meno permeabili alle contraffazioni e alle alterazioni, sì da garantire sempre più elevati standard di sicurezza nell’identificazione di chi li esibisce, a questo punto non ci resta che attendere e vedere come si evolveranno le cose ha concluso Gianluca Fazzolari
In un rapido passaggio di testimone sul filo delle novità, la parola è passata a Paolo Carretta, Gen. B. (Ris.) della Guardia di Finanza, chiamato ad intervenire sull’identificazione a distanza di persone fisiche attraverso sistemi di IA. L’intelligenza artificiale (IA o AI – Artificial Intelligence), ci ha spiegato il Generale Carretta, consiste nella capacità di simulare l’intelligenza umana attraverso
l’ottimizzazione di funzioni matematiche (algoritmi), che sviluppano programmi capaci di generare output, sotto forma di: predizioni, raccomandazioni, ma anche di decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali. L’approccio etico all’IA, ha continuato il relatore , costituiva da tempo argomento di dibattito, per scienziati e filosofi, ma ha pure acquisito rilievo per la politica e la religione, mentre la sicurezza dei dati personali e l’umanità nelle decisioni importanti, rappresentano aspetti applicativi tra i più delicati e preoccupanti dell’implementazione dell’IA, per chi sia chiamato a svolgere una funzione di polizia (law enforcement).Ciò per la potenziale irrilevanza di categorie etiche, seppure non giuridiche, nel funzionamento degli algoritmi che governano uno strumento tanto potente, quanto ipoteticamente decisivo per la soluzione di numerosi casi giudiziari, con un approccio ai problemi investigativi assolutamente innovativo, rivoluzionario potremmo definirlo, paragonabile, all’influenza che ha avuto, in una certa tipologia di indagini, l’esame del DNA.
Particolarmente attuale l’argomento trattato da Luigi Altamura, Comandante la polizia locale di Verona, che ha illustrato il delicato momento che attraversano controlli della velocità a mezzo apparecchiature, dopo l’ordinanza nr. 10505/2024 della Cassazione sul tema omologazione/ approvazione degli apparati e dopo il decreto interministeriale in materia di controlli sulla velocità. Nel corso dell’esposizione il Comandante Altamura ha affrontato anche alcuni aspetti inerenti le principali criticità e la gestione giornaliera degli apparati, senza dimenticare che la velocità rappresenta una delle principali cause di sinistri stradali in Italia. Si è fatto poi il punto anche sugli sviluppi del disegno di legge ora al Senato in materia di sicurezza stradale, con alcune novità su verbali ex art. 142 e la reiterazione dei comportamenti, ma anche su come gli organi di polizia stradale dovranno affrontare le novità, in particolare rispetto alla programmazione dei controlli al tavolo della Prefettura. Non sono mancati esempi concreti di quali siano i rischi per i comandi ma anche le denunce che alcune associazioni dei consumatori hanno presentato nei confronti di prefetti, sindaci, comandanti delle forze dell’ordine sulla principale questione di strettissima attualità, che riguarda l’omologazione degli apparati, fatto che emerge ora in modo straordinario, rispetto a quanto finora attuato proprio dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha sempre e solo approvato gli autovelox e simili. Interessante la parte relativa a come affrontare il posizionamento delle postazioni fisse con le nuove norme.
In ultimo, ma solo rispetto alla scaletta degli interventi, Franco Morizio - Comandante P. L. a r. Docente in materia di polizia giudiziaria e tecniche investigative, ha affrontato la questione legata alle sostanze stupefacenti, agli accertamenti a seguito di sinistro stradale così per come oggi disciplinati, con uno sguardo puntato sulla regolamentazione in divenire. Allo stato attuale, infatti, non si è ancora concluso l’iter di approvazione della riforma della disciplina sanzionatoria riguardante l’art. 187 del Codice della strada (Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti). Riguardo al medesimo articolo, ormai nota a tutti una delle finalità della riforma, l’abolizione del requisito dello “stato di alterazione” per
la configurazione del reato di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope; sostanzialmente sarà necessario provare “la positività al test sulla presenza di dette sostanze” nell’organismo del conducente del veicolo, tramite strumentazioni di primo livello, certificate e accreditate. Nel corso dell’esposizione il Comandante Morizio si è soffermato su specifici aspetti, come quelli dei protocolli operati relativi agli accertamenti preliminari dello stato di alterazione psico-fisica conseguente all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, ed alle prescrizioni generali per l’accertamento clinico e tossicologico dello stato di alterazione psico-fisica conseguente all’uso di dette sostanze, al prelievo dei campioni biologici, alle prescrizioni generali per l’effettuazione delle analisi, alle analisi di conferma e di verifica, all’esito dell’accertamento, alle strutture accreditate e ai relativi requisiti minimi richiesti per assicurare l’affidabilità dei risultati. Come di consueto è d’obbligo esprimere un sentito ringraziamento a tutti i numerosissimi partecipanti e all’impeccabile organizzazione ed ospitalità offerta dal Gruppo Maggioli.
di Sergio Ricchitelli*
1. La forza del giudicato penale. Un’introduzione. Il sistema di diritto processuale penale vigente in Italia ha cura di disciplinare, nell’ambito del codice di rito pertinente, la fase esecutiva prendendo le mosse proprio dalla categoria concettuale del giudicato. Dopo aver stabilito i concetti di irrevocabilità delle sentenze e dei decreti penali, il sistema chiosa la distinzione con l’esecutività dei medesimi e dei succitati decreti.
In buona sostanza, come noto ai cultori del diritto e in particolare a quelli del diritto dell’esecuzione penale, sono irrevocabili le sentenze pronunciate in giudizio contro le quali non è ammessa impugnazione diversa dalla revisione. Allorquando le sentenze e i decreti penali sono divenuti irrevocabili hanno forza esecutiva.
Dinanzi a tale categorizzazione definitoria, così netta e precisa, il sistema ha cura di disciplinare l’efficacia del giudicato penale nelle varie situazioni ipotizzabili. Il giudicato penale è sicuramente il giudicato per eccellenza del sistema giuridico del processo italiano e quindi ovvio che esso sprigioni un’efficacia propria nell’ambito di tutte le altre tipologie procedimentali. Il tema è decisamente importante, soprattutto sul versante pratico, giacché in taluni casi ed in particolare nell’ambito dei procedimenti disciplinari e segnatamente di quelli delle forse dell’ordine e degli organismi militari, sembra non esservi una chiara conoscenza degli istituti legislativi che passiamo qui di seguito a esporre.
2. Efficacia della sentenza penale di condanna nel giudizio per danni civile o amministrativo. La sentenza penale irrevocabile di condanna pronunciata in seguito a dibattimento ha efficacia di
giudicato quanto all’accertamento della sussistenza del fatto della sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso nel giudizio civile o amministrativo che sia, per le restituzioni e il risarcimento del danno, promosso nei confronti del condannato e del responsabile civile che sia stato citato oppure, sia intervenuto nel processo penale. Medesima efficacia ha la sentenza irrevocabile di condanna pronunciata a seguito di giudizio abbreviato, a meno che non vi sia opposizione della parte civile che non abbia accettato quel giudizio speciale1
3. Efficacia della sentenza penale di assoluzione nel giudizio civile o amministrativo di danno. Specularmente alla tematica della sentenza penale di condanna nei giudizi di danno, il sistema codicistico tratta della sentenza penale di assoluzione nei medesimi giudizi.
La sentenza penale irrevocabile di assoluzione, pronunciata in seguito a dibattimento, ha efficacia di giudicato quanto all’accertamento che il fatto non sussiste, o che l’imputato non lo ha commesso, o che il fatto è stato compiuto nell’adempimento di un dovere, o nell’esercizio di una facoltà legittima nel giudizio civile o amministrativo per le restituzioni, per il risarcimento del danno promosso dal danneggiato o nell’interesse dello stesso, sempreché il danneggiato siasi costituito, o sia stato posto in condizioni di costituirsi parte civile, a meno che non abbia esercitato l’azione in sede civile ex art.75 comma 22 c.p.p. La medesima efficacia ha la sentenza irrevocabile di assoluzione pronunciata a seguito del giudizio abbreviato se ed in quanto la parte civile abbia accettato il rito.
Ordunque va subito detto che sia per quanto riguarda l’efficacia della sentenza penale di condanna che per quanto riguarda l’efficacia della sentenza penale di assoluzione, nei relativi giudizi di danno innanzi al giudice civile o amministrativo, finalizzati a ottenere restituzioni e risarcimento, non si siano mai posti problemi particolari; la chiarezza delle norme, qui sopra compendiate, non ha dato luogo a problematiche di sorta né tan poco ha richiesto interventi del legislatore per correttivi normativi. Medesima situazione vale per l’efficacia della sentenza penale, sia di condanna sia di assoluzione in altri giudizi civili o amministrativi, per la cui disciplina basti in questa sede far rinvio integrale al disposto dell’art.6543 c.p.p.; problemi applicativi considerevoli e attuali si pongono invece per il rapporto tra sentenza penale e giudizio disciplinare; in particolare da quando nel novellare la rubrica del pertinente articolo codicistico, il 653 c.p.p., l’articolo 1 della legge 97 del 2001, ha intestato la norma non più alla sentenza penale di assoluzione, come era stato fatto in origine dal Codice Vassalli, ma alla sentenza penale tout court, derivandone la disciplina che ora passiamo a illustrare.
4. Efficacia della sentenza penale nel giudizio disciplinare.
La sentenza penale irrevocabile di assoluzione ha efficacia di giudicato nel giudizio per responsabilità disciplinare innanzi a qualsiasi pubblica autorità quanto all’accertamento che il fatto non sussiste, o non costituisce illecito penale, ovvero che l’imputato non lo ha commesso.
Si è fatto in precedenza riferimento alla novella del 2001 ed è proprio essa che ha inserito la dicitura nel Codice “non costituisce illecito penale”.
La sentenza penale irrevocabile di condanna ha efficacia di giudicato nel giudizio per responsabilità disciplinare dinnanzi alle autorità suindicate quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, della sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso4
Il sistema del rapporto tra giudicato penale e giudizio disciplinare si completa con il tuttora vigente articolo 117 del testo unico degli impiegati civili dello Stato5, intestato alla sospensione del procedimento disciplinare in pendenza del giudizio penale. Qualora per il fatto addebitato all’impiegato sia stata iniziata azione penale, il procedimento disciplinare non può essere promosso fino al termine di quello penale e, se già iniziato, deve essere sospeso. Orbene tale compendio normativo – art.653 comma 1 c.p.p., art.117 T.U. imp. civ. – non dà problemi di sorta per i pubblici dipendenti civili, si è posto il problema per i dipendenti pubblici impiegati nelle organizzazioni militari. Orbene è agevolmente comprensibile, a chiunque abbia frequentazioni con il sistema dei principi di diritto, che allorquando una norma di legge prevede l’efficacia di giudicato della sentenza penale assolutoria nel giudizio disciplinare, vincolando oggettivamente il fatto alla sua insussistenza o alla sua non commissione ad opera del soggetto in ipotesi incolpato, non vi potranno essere, in assenza di norme di legge di eguale valore gerarchico diverse e/o contrarie, disposizioni regolamentari o peggio ancora circolari organizzative interne che potranno misconoscere la portata assolutoria dal legislatore scolpita nel primo comma dell’articolo 653 c.p.p. In buona sostanza dinnanzi ad una sentenza penale di assoluzione con formule terminative, quali il fatto non sussiste o l’imputato non lo ha commesso, l’organo disciplinare dell’autorità pubblica di riferimento e procedente non dovrà che prenderne atto; se il procedimento disciplinare è già avviato e sospeso, lo chiuderà se non è ancora stato avviato il medesimo, acquisita la sentenza assolutoria avrà cura di non avviarlo neanche6 .
*Ispettore della Guardia di Finanza Docente a contratto – Università Telematica Pegaso – Napoli Titolare della cattedra di diritto internazionale penale
NOTE
1 - La sentenza penale irrevocabile di proscioglimento pronunciata per particolare tenuità del fatto, in seguito a dibattimento ha efficacia di giudicato quanto all’accertamento del fatto, della sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso nel giudizio civile o amministrativo per le restituzioni del risarcimento del danno promosso nei confronti del prosciolto e del responsabile civile che sia stato citato, ovvero sia intervenuto nel processo penale. La medesima efficacia riveste la sentenza irrevocabile di proscioglimento pronunciata per particolare tenuità del fatto in sede di procedimento abbreviato, salvo che vi si opponga la parte civile che non abbia accettato il relativo rito. È questo il tenore dell’art.651-bis c.p.p. dedicato all’efficacia della sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto nel giudizio civile o amministrativo di danno; tale disposizione è il frutto della novella nr.28 del 2015, art.3, comma 1, lett. b), pubblicata nella gazzetta ufficiale del 23 marzo di quell’anno.
2 - C.p.p. art. 75. Rapporti tra azione civile e azione penale. […] 2. L'azione civile prosegue in sede civile [c.p.p. 652] se non è trasferita nel processo penale o è stata iniziata quando non è più ammessa la costituzione di parte civile. […].
3 -C.p.p. art. 654. Efficacia della sentenza penale di condanna o di assoluzione in altri giudizi civili o amministrativi. 1. Nei confronti dell'imputato, della parte civile e del responsabile civile che si sia costituito o che sia intervenuto nel processo penale, la sentenza penale irrevocabile di condanna o di assoluzione pronunciata in seguito a dibattimento ha efficacia di giudicato nel giudizio civile o amministrativo, quando in questo si controverte intorno a un diritto o a un interesse legittimo il cui riconoscimento dipende dall'accertamento degli stessi fatti materiali che furono oggetto del giudizio penale, purché i fatti accertati siano stati ritenuti rilevanti ai fini della decisione penale e purché la legge civile non ponga limitazioni alla prova della posizione soggettiva controversa.
4 - Quest’ultima proposizione sulla sentenza penale irrevocabile di condanna è stata aggiunta col comma 1-bis all’art.653 c.p.p. proprio dalla novella del 2001. La consulta nel 2002 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma nella parte in cui prevedevano una disciplina valevole anteriormente all’entrata in vigore della stessa con particolare riguardo alla sentenza di patteggiamento ed alle sue omologazioni di efficacia.
5 - D.p.r. 10 gennaio 1957, nr.3.
6 - Unica eccezione a tali lineari principi potrebbe rinvenirsi nelle parole contenute nella sentenza assolutoria e redatte dal giudice in sede di ricostruzione fattuale che lasciano trasparire profili di rilievo disciplinare per il pubblico agente assolto. In tali casi si potrebbe ritenere la riespansione della potestà disciplinare per fini valutativi delle condotte comunque tenute dal dipendente.
Uno studio europeo mostra come le prime tre tipologie d’incidente più diffuse fra i motociclisti si ripetano in ogni paese. Incidenti che se li conosci li eviti. I motociclisti però spesso non sono preparati a guidare; ma non lo sanno
glad è un acronimo che significa Initiative for the Global Harmonization of (in-depth) Accident Data: Iniziativa per l’armonizzazione globale dei dati approfonditi d’incidente. Si tratta di un’associazione voluta da Daimler, Acea (l’Associazione Europea dei Costruttori di Auto) e da diversi istituti di ricerca. È nata nel 2010, quando fu annunciata come gruppo di lavoro della FIA, la Federazione Internazionale dell’Automobile.
Ve ne parliamo perché l’Iglad, ha preparato una statistica sugli incidenti motociclistici in Europa, utilizzando dati fino al 2021. Un lavoro importante, perché analizzando i dati di sei paesi (Austria, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Svezia e Spagna), sono stati evidenziati dei punti comuni molto importanti. A cominciare dal fatto che le prime tre tipologie d’incidente sono le stesse per tutti i paesi. Discorso che vale anche per la Germania, per la quale sono disponibili i dati Gidas.
Andando a vedere il grafico sulle cause d’incidente dei motociclisti in Europa, la più frequente è quella del veicolo che attraversa la strada non avvedendosi di un altro veicolo che sopraggiunge. E in più del doppio dei casi, sono altri veicoli che attraversano davanti alle moto: 15,9% contro 6,3%.
Al secondo posto troviamo il traffico longitudinale, che si traduce in tamponamento o in urto frontale. In questo caso la colpa dei motociclisti è più frequente: 13,2% contro 8,2%.
Terzo posto per il cambio di corsia, dove le colpe sono ancora soprattutto degli altri veicoli: 12% contro 9,6%. Seguono rapporti sugli incidenti nei vari paesi. In Italia lo scontro contro un veicolo frontalmente o lateralmente copre il 39,1% dei casi. La collisione laterale (cambio di corsia) il 19,9%, il tamponamento l’11,6%. Fra gli incidenti nei quali la moto è sola, prevale l’uscita di carreggiata (7,1% del totale).
Ancora più interessante l’analisi dei cinque incidenti più frequenti nei vari paesi. Veniamo al caso italiano. Il primo è quello del veicolo A (quasi sempre un’automobile) che attraversando la strada non si accorge dell’altro veicolo B che sopraggiunge (quasi sempre una moto) e le ostruisce il passaggio. Sono molti anni che questo è l’incidente più frequente per motociclisti. Le cause vanno ricercate nel fatto che le moto sono molto meno visibili delle auto, per via del faro singolo posto all’altezza della linea dell’orizzonte - se vorrete
il prossimo mese potremo fare un approfondimento sugli studi relativi alla visibilità delle moto -. Ma anche nel fatto che molti motociclisti non si rendono conto di essere poco visibili e mantengono velocità eccessivamente elevate. Il secondo tipo di incidente più frequente per i motociclisti italiani è il tamponamento del mezzo A (un’auto di solito) che svolta all’improvviso a sinistra, tagliando la strada alla moto (B). Le colpe? Da una parte gli automobilisti distratti che non guardano gli specchi, ma anche certi dueruotisti che superano le file con troppa velocità. Terzo caso: il malinteso con il veicolo A che arriva dalla nostra destra, noi pensiamo che attraversi rapido l’incrocio invece rallenta per svoltare alla sua sinistra. E noi (B) finiamo per centrarlo.
Quarto caso, la curva con l’urto frontale fra due veicoli che provengono in direzioni opposte. Interessante in questo caso la suddivisione percentuale dei veicoli coinvolti, che propone delle differenze. Il veicolo che curva a destra (A) è rappresentato nel 75,6% dei casi da moto, una maggioranza schiacciante. Il veicolo B, quello che curva a sinistra, e che è quindi sul lato esterno della strada, è rappresentato da moto nel 41,5% dei casi.
Cosa significa questo? Lo studio non lo dice, ma possiamo azzardare che spesso i motociclisti sbagliano la curva a destra, finendo contromano. E non sempre il problema è la velocità eccessiva. A volte questi incidenti avvengono a velocità codice, che però sono eccessive per “quel” motociclista in quella curva. Ricordatevi questa frase: fra poco ne parleremo.
L’ultimo caso è il tamponamento del veicolo A che svolta a destra davanti alla moto B. Che stava superando a destra; e questo tranne pochi casi consentiti, non si fa.
Recentemente ho fatto una videocall con uno psicologo tedesco specializzato su tematiche connesse alla sicurezza stradale.
Lui è Sebastian Will, è motociclista, e lavora per il Würzburg Institute for Traffic Sciences (WIVW), un ente di ricerca che si occupa di approfondire il fattore umano e l’interazione umana con le macchine, in particolar modo nel settore auto e moto.
Alcune sue frasi mi hanno colpito molto.
C’è “un certo scollamento tra l'autovalutazione delle capacità di guida, ciò che le persone pensano di saper fare, e il loro comportamento oggettivo misurabile”. Insomma, i motociclisti si sentono bravi, ma non lo sono.
E se parli loro di corsi di guida rispondono: “Ok, ho tutte le capacità necessarie per guidare in sicurezza, e mi va bene così, non ho bisogno di formazione. Ma il problema - dice Will - potrebbe essere che le persone non sanno che tipo di competenze si possono avere come motociclisti su strade pubbliche”. Ma “uno studio dell’Istituto
per la Sicurezza delle Due Ruote, IFZ, dimostra che la maggior parte dei motociclisti non è in grado di eseguire una frenata d’emergenza a velocità superiori a 50 km/h”. Aggiungiamo? “Secondo gli ultimi dati, un motociclista tedesco medio percorre circa 2100 km l'anno, con un'attività tipicamente stagionale. Se guardiamo alla psicologia dello sport, il numero di ripetizioni necessarie per eseguire un'azione corretta è di circa 10mila. Ripetere tanto serve a ottenere un modello di azione automatico, per reagire senza pensare. Nel motociclismo, abbiamo schemi di azione motoria che potremmo ottimizzare. Ma con un esercizio così ridotto, 2100 km concentrati in una sola parte dell'anno, dobbiamo accettare di non avere quasi nessun modello di azione automatica”. Insomma, a chi guida così poco mancherebbero gli schemi motori, gli automatismi nei gesti, nelle reazioni. Quei movimenti che l’esperto fa senza pensare, a costo neurologico quasi zero, con enorme velocità e tempi di reazione ridottissimi. Dunque, guidando così poco dovremmo ridurre le nostre velocità, perché dovremo “ragionare” ogni nostra azione di guida, soprattutto quelle inaspettate; e avremo delle esecuzioni più lente. Chiaro no?
Ultima stoccata: “Da un punto di vista scientifico non sappiamo cosa definisca un buon motociclista. Ci sono dei criteri banali…, ma per la scienza manca un modello di comportamento del motociclista; cosa che invece c’è per gli automobilisti”.
Manca il modello di prestazione. Non c’è un libro che spieghi come si guida la moto, cosa si debba fare nelle varie situazioni. Cosa che esiste per le automobili, per i camion, per gli aeroplani o le navi. La moto questo non ce l’ha, perché è un mezzo dalla dinamica profondamente mutevole: basta spostare la posizione del corpo del pilota per cambiare tutto. E poi curve, traiettorie, freni, marce, acceleratore… troppe variabili. Il risultato è che diviene difficile spiegare come si guida, e codificare questo sapere in un libro.
La nostra chiacchierata si chiude parlando dello studio che manca: quello naturalistico, che si fa riempiendo di sensori sia il veicolo che il suo conducente, per capire come si comporta quando guida, dove guarda, cosa vede, come reagisce e con quali tempi. Solo negli Stati Uniti ne è stato condotto uno su 40 motociclisti. Una goccia nel mare.
Sarebbe importante avere studi naturalistici approfonditi, perché l’analisi approfondita degli incidenti ci fornisce dati esclusivamente sui sinistri avvenuti, ma manca completamente di mettere la lente sui mancati incidenti. Quelle situazioni di grande pericolo nelle quali incappiamo tutti quanti, più o meno frequentemente e più o meno consciamente, dalle quali veniamo fuori per perizia di guida o fortuna. Ecco, l’analisi dei dati di queste situazioni farebbe fortemente gola a chi si occupa di ricerca sulla sicurezza stradale. Quanto manca perché si cominci a investire su questo?
*Fondatore del portale Motoskills.it
Una dei più gran freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma l’infallibilità di esse Cesare Beccaria
I genitori possono solo dare buoni consigli o metterli sulla giusta strada, ma la formazione finale del carattere di una persona giace nelle sue stesse mani Anna Frank
ome qualcuno avrà intuito, nel titolo di questo scritto ho fatto riferimento al famoso saggio del filosofo Michel Foucault, pubblicato nel 1975, intitolato appunto “Sorvegliare e punire. Nascita della prigione”. Si tratta di un testo fondamentale in cui l’autore riflette sulla trasformazione nel tempo delle modalità di punizione e/o di rieducazione di chi tiene comportamenti indesiderati dalla società. Qui, molto più modestamente, vorrei concentrarmi su come sia possibile rendere più disciplinati i comportamenti dei cittadini rispetto alle norme che regolano la circolazione stradale, intesa nel suo senso più ampio.
Per quanto riguarda l’ambito del premio si può pensare al sistema della patente a punti per il quale, dopo un certo periodo trascorso senza commettere infrazioni che comportano la perdita di punti, se ne guadagnano di nuovi. Viene qui attuato un metodo che deriva da quella che si definisce “Token Economy”, una tecnica psicologica applicata con i bambini che prevede di modificare un comportamento erogando gettoni simbolici che rinforzano il comportamento desiderabile.
Al di fuori di questo sistema non ricordo altra forma premiante in ambito stradale. Al limite potremmo considerare da questa parte della barricata anche i diffusi inviti al rispetto delle regole che per esempio si possono trovare in autostrada, proposti tramite le scritte luminose che appaiono nei pannelli informativi troneggianti sopra le corsie. Qui si tende a indicare comportamenti virtuosi da attuare, ed il premio è dato dalla piacevole sensazione che si prova facendo ciò che giusto. A volte invece si ricorre allo “scare approach”. Questo metodo consiste nell’indurre paura all’utente paventandogli le conseguenze negative di eventuali comportamenti scorretti. Si tratta dello stesso
metodo utilizzato allorquando fu deciso di decorare, per così dire, i pacchetti di sigarette con immagini riferite alla malattia e alla morte dovute ai danni del fumo. Tutt’altro sforzo è stato fatto invece sul piano della punizione, come facilmente riscontrabile nel complesso sistema sanzionatorio costruito attorno al rispetto delle regole previste dal Codice della Strada. In sostanza il sistema prevede che ogni infrazione preveda una sanzione, sia essa pecuniaria e/o relativa all’utilizzo della propria patente di guida, oppure ancora alla disponibilità del proprio mezzo di locomozione (fermo e sequestro amministrativo, confisca, ecc.). Non mi dilungo perché è noto di cosa sto parlando, anche considerando che tutti, una volta almeno, una sanzione ce la siamo presa e molte altre volte l’avremmo meritata.
Per quanto concerne i processi educativi nell’età evolutiva, quindi con i bambini, si raccomanda di utilizzare con parsimonia, se non di non usare proprio la punizione, preferendole l’incentivazione e la premiazione dei comportamenti positivi. Nel nostro caso potrebbe allora essere utile ingegnarsi per aumentare l’utilizzo degli incentivi presentando ricompense veramente efficaci in quanto desiderabili. Non credo che per l’utente medio guadagnare qualche punto ogni ampio lasso di tempo sia realmente incentivante, bisognerebbe pensare a qualcosa di meglio, come ad esempio riduzioni sensibili sui premi assicurativi o sul bollo auto.
Altra forma efficace di educazione al rispetto delle regole viene considerato l’esempio fornito dagli altri, in particolare dagli adulti. Per quando riguarda questo aspetto siamo però molto indietro. Se per i bambini i riferimenti comportamentali possono essere i genitori o gli insegnanti, noi adulti tendiamo a rivolgere il nostro sguardo a chi si trova al di sopra di noi, ossia a chi ha maggiore potere economico o politico. Il sentimento comune, in questo caso, a torto o a ragione, è che chi si trova in alto può fare quello che gli pare mentre chi si trova in basso viene sempre bastonato. Quindi su questo piano c’è poco da sperare, a meno che non si arrivi un giorno a interiorizzare veramente che a maggior potere corrispondano maggiori responsabilità, che in qualche modo gli errori commessi da chi ha il potere di determinare le vite altrui siano da considerarsi ancora più gravi di quelli commessi dal comune cittadino.
Infine, quando proprio si voglia punire, ciò deve avvenire nell’immediatezza del comportamento negativo, in modo da essere strettamente legato ad esso. Naturalmente deve trattarsi di una punizione positiva, quindi in grado di diminuire la probabilità che il comportamento indesiderato si ripeta. Quindi né talmente lieve da non sortire effetti, né arbitraria e incomprensibile. Sul piano della tempestività, però, i problemi non sono pochi ne facilmente risolvibili. Se il verbale relativo a una infrazione, infatti, viene ricevuto molto tempo dopo che questa è stata commessa, la sanzione finisce per perdere parte del suo potere educativo.
Ancora più grave nel ridurre l’efficacia del sistema sanzionatorio in quanto tale è la constatazione che esso, nel suo funzionamento generale, induce una sensazione se non di arbitrarietà, certo di casualità. Non vi può essere educazione se l’utente sente di vivere in un ambiente dove le regole sono ben poco rispettate, un ambiente in cui chi viene beccato è colui che ha avuto solo più sfortuna degli altri. Ciò fa si che si tenda a pensare di farla franca il più delle volte e che la sanzione sia solo un raro episodio, anziché una naturale e inevitabile conseguenza di un errore commesso. In questo senso funziona invece molto bene un meccanismo come il sistema Tutor che agisce come una “livella” che accomuna tutti nel medesimo destino e che, infatti, almeno per la mia esperienza personale, riesce a raggiungere il suo scopo primario, ossia quello di abbassare la velocità media di percorrenza autostradale. Per terminare questa riflessione tra premio e punizione non posso che citare un caso a me vicino. Nelle strade limitrofe alla mia abitazione agisce da qualche tempo quello che abitualmente chiamo “il giustiziere delle notte”. In sostanza non appena si lasci l’auto parcheggiata fuori posto, anche senza creare palese difficoltà o pericolo per gli altri, ma comunque al di fuori delle regole, egli (o ella) interviene con una sorta di avvertimento, alzando i tergicristalli del veicolo e così lasciandoli a monito per tutti. In caso di reiterazione del comportamento scorretto si passa alle maniere forti e può capitare (mi è capitato) di ritrovarsi la fiancata completamente graffiata.
Certo non è un comportamento raccomandabile, preferirei nettamente la via premiante o la sanzione equilibrata, ma devo ammettere che dopo la “cura”, anche quando mi capita di spendere parecchio tempo alla ricerca di un parcheggio, proprio non mi passa per la testa di inventarmene uno!
*Psicologo-Psicoterapeuta
Le telecamere di 'Presa Diretta' al centro di formazione
Cnos-Fap di Forlì Le riprese hanno riguardato il progetto "Preveni...Amo", ideato e organizzato da medici ed operatori del Trauma Center Ausl Romagna, per la sensibilizzazione e prevenzione degli incidenti stradali nelle scuole
E' prevista per Domenica 29 settembre, su Rai 3, alla trasmissione "Presa Diretta" condotta da Riccardo Iacona, a partire dalle ore 20,30, la messa in onda del servizio girato dalla giornalista Elena Marzano, con la collaborazione della giornalista di Ausl Romagna, Tiziana Rambelli, presso il centro di formazione professionale Cnos-Fap di Forlì. Sono stati coinvolti, grazie al Direttore del centro Sergio Rosario Barberio ed alla sua coordinatrice Federica Larocca psicologa e psicoterapeuta, anche gli allievi ed allieve del CnosFap ed Aeca di Forlì.
Le riprese in oggetto hanno riguardato il progetto "Preveni...Amo", ideato e organizzato da medici ed operatori del Trauma Center Ausl Romagna, per la sensibilizzazione e prevenzione degli incidenti stradali nelle scuole. Il trauma è la prima causa di morte e di disabilità nelle persone di età inferiore ai 40 anni e, proprio per aiutare i più giovani a conoscere e prevenire i politraumi, in particolare da incidente stradale, è nata l'iniziativa "Preveni ... Amo". Erano presenti il Fausto Catena (Direttore di Chirurgia d'urgenza di Cesena), Vanni Agnoletti (Direttore di Anestesia e Rianimazione di Cesena), Costanza Martino (Direttrice di Anestesia e Rianimazione di Lugo), Emiliano Gamberini (Direttore di Anestesia e Rianimazione di Rimini), Luigi Tosatto (Primario di Neurochirurgia di Cesena), Francesca Bravi (Direttrice Sanitaria Ausl Romagna), Gianandrea Pasquinelli (Direttore Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Università di Bologna), Luca Venturini (Agente di Polizia municipale) e Giordano Biserni (Presidente dell'associazione sostenitori ed amici della polizia stradale). La data di messa in onda del programma potrebbe variare.
da forlitoday.it
PRONTI SOCCORSO. QUANDO C’ERA IL POSTO DI
Ma si possono continuare a vedere medici e infermieri aggrediti e barricati nei Pronto soccorso?
Fino a circa 15 anni fa in ogni Pronto soccorso c’era un Posto di Polizia. In quelli più importanti 24 ore su 24.
Il Ministero dell’interno ha smantellato anche questi, dopo molti Distaccamenti della Stradale, della Polfer, e privatizzato molti controlli negli aeroporti. Ma la Polizia la vogliono impiegare ormai solo nell’ordine pubblico con sfollagente? Lo dicano no? (ASAPS)
Partito il tour «Trucktuttonero» per sensibilizzare sulle critiche condizioni della professione di autista di camion
È partito dalla provincia di Benevento, scenderà verso sud e poi risalirà l'Italia verso Nord, per tornare poi a Roma e a Napoli il 13 e 14 settembre. È il tour voluto da quattro associazioni e realtà sindacali per aprire gli occhi dell'opinione pubblica e del governo su una categoria tanto essenziale, quanto sfruttata, costretta di fatto a lavorare per 15 ore, ricevendo in cambio la retribuzione per 8
Il contratto collettivo di trasporto e logistica dovrebbe vedere presto la luce. E mentre si discute sui tavoli di confronto delle parti sociali, sulla strada qualcosa si muove. In modo diverso, a dire il vero. Mentre infatti in Sicilia monta una vera e propria protesta, con tanto di fermo proclamato dal 30 settembre al 4 ottobre, un gruppo di quattro associazioni – Fnilt/ Cse, Ugl Viabilità e Logistica, Associazione Willy e Opera Vita da Corrieri – ha organizzato un tour di pura sensibilizzazione. L’obiettivo dichiarato, cioè, è quello di trasportare una volta tanto non merci, quanto le principali ingiustizie subite dalla categoria, sistemandole insieme con le istanze e le rivendicazioni più urgenti. Il tour, ribattezzato « Trucktuttonero»,
mira a stabilire una triplice interlocuzione, in quanto intende:
• far percepire all’opinione pubblica il ruolo decisivo in termini economici dei conducenti di mezzi pesanti;
• ricordare al governo e alle istituzioni come questa categoria necessiti di forme di tutela maggiori rispetto a quanto accade nella realtà;
• invitare gli autisti tutti a sentirsi maggiormente uniti, a esprimersi come una sola categoria, in modo da far sentire in maniera più efficace la propria voce e riuscire più facilmente a ottenere condizioni di lavoro più dignitose e un contratto di lavoro specifico e adeguato.
Gli obiettivi degli organizzatori
La prima ingiustizia che il tour intende mettere in risalto è proprio quella che campeggia a chiare lettere sul camion nero che fa da testimone dell’iniziativa: «Lavoriamo 15 ore, ce ne pagano 8». Ma più in generale l’obiettivo è quello di denunciare un livello retributivo nel settore fermo da tempo, malgrado la crescita importante del costo della vita. Peraltro, il mancato adeguamento delle retribuzioni fa riferimento a una normale realtà contrattuale, ma la realtà dell’autotrasporto è sempre più segnata dalla presenza di grandi imprese dotate della forza di contenere ancora di più i livelli salariali, in modo da dequalificare professionalmente una professione, sempre più terreno di conquista da parte della concorrenza straniera. «L’autotrasporto è un settore abbandonato a sé stesso – denunciano gli organizzatori – vittima del caporalato e del ricatto occupazionale, con illegalità diffusa, controlli inadeguati, sfruttamento della manodopera a tutti i livelli. A chi vorrà incontrarci mostreremo l’altra faccia della medaglia di questo mestiere, troppo spesso nascosta dal luccichio dei mezzi pesanti delle grandi flotte».
La traiettoria del tour
Il tour è partito sabato 7 settembre da San Lorenzo Maggiore (Benevento) e ora andrà in giro per l’Italia puntando prima verso sud e la Sicilia, per poi risalire verso Nord percorrendo la costa ionica e adriatica. Poi, attraversando la costa tirrenica tornerà verso Roma (dove l’arrivo è previsto per il 13 settembre, alle ore 14:30, in zona Santa Palomba) per chiudersi a Napoli il 14 settembre. Insieme al camion nero che apre la carovana c’è anche un motorhome che ospita gli organizzatori e servirà per entrare in contatto con la gente e per chiarire le finalità dell’iniziativa. da uominietrasporti.it
Vigile del fuoco muore travolto dal fango, stava aiutando gli automobilisti bloccati dal nubifragio
La sua stessa auto è stata spazzata via dalla furia dell'acqua. Il corpo è stato trascinato via e ritrovato dopo alcune ore di ricerche. In salvo il collega che era con lui
Era intervenuto per aiutare delle persone in difficoltà per il maltempo, ma la sua stessa auto è stata travolta dalla furia dell'acqua. È morto così un vigile del fuoco nel Foggiano.
Si chiamava Antonio Ciccorelli, aveva 59 anni. L'uomo era disperso dalla tarda serata del 17 settembre ed è stato trovato cadavere dopo alcune ore.
A confermare la tragedia sono gli stessi vigili con un post su X. "Corpo nazionale dei vigili del fuoco in lutto: recuperato il corpo senza vita del caporeparto travolto con l'auto durante un intervento per il maltempo sulla SS89 tra S. Severo e Apricena, nel Foggiano", si legge.
Strade come fiumi e auto spazzate via dall'acqua Ciccorelli, come detto, era tra i soccorritori mobilitati per la violenta ondata di maltempo che ha colpito il Foggiano. La pioggia ha trasformato le strade in torrenti in pochi minuti e una ventina di automobilisti sono rimasti bloccati lungo le strade statali e provinciali. Ci sono poi state decine di chiamate ai numeri di emergenza per allagamenti.
Antonio Ciccorelli, il vigile del fuoco trovato morto Il caporeparto dei vigili del fuoco era a sua volta in auto con un collega, ma la vettura è stata travolta dall'acqua. L'altro vigile del fuoco è stato tratto in salvo. Alle ricerche del disperso hanno preso parte anche i colleghi del nucleo fluviale e delle sezioni di San Severo, Deliceto, Lucera, San Giovanni Rotondo e Bari. L'epilogo però è stato tragico. Il cadavere di Ciccorelli è stato trovato all'interno dell'abitacolo del mezzo finito in un canale adiacente alla Statale. L'ondata di maltempo che ha colpito gran parte dell'Italia era stata prevista dagli esperti. Disagi soprattutto si sono verificati nelle zone di Forlì-Cesena, nel Fermano, nel Brindisino. Per oggi, 18 settembre, è stata diramata l'allerta arancione in Emilia Romagna, gialla in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Toscana e Umbria. da today.it
Bambino muore travolto dal furgone condotto dal padre
Il piccolo sarebbe sceso senza che il genitore se ne accorgesse
E' stato travolto da un furgone condotto dal padre, un bambino di otto anni morto alla periferia di Perugia nella zona di Sant'Andrea delle Fratte.
La dinamica è al vaglio della polizia municipale. Sul van viaggiava l'intera famiglia, residente nella zona del Trasimeno. Secondo una prima ricostruzione sembra che il mezzo si sia fermato e il padre sceso, cosa che avrebbe fatto anche uno dei figli dal portellone posteriore senza che il genitore se ne accorgesse. Il piccolo si sarebbe sbilanciato sul ciglio della strada venendo travolto dal furgone appena ripartito E' morto sul colpo nonostante i tentativi di rianimarlo da parte di un agente della municipale subito intervenuto.
da ansa.it
"Uomini al volante pericolo costante", causano più incidenti delle donne
Stop agli stereotipi. I guidatori hanno una probabilità tre volte superiore di commettere infrazioni e di essere coinvolti in incidenti
AGI - Gli uomini hanno una probabilità tre volte superiore rispetto alle donne di commettere infrazioni al codice della strada durante la guida e di essere coinvolti in incidenti. Inoltre, è più probabile che creino situazioni sulla strada altamente pericolose per gli altri. Lo rivela uno studio condotto da Anton Kazun, professore assistente presso l'HSE FES, e Mikhail Belov, assistente di ricerca presso il Centro internazionale per lo studio delle istituzioni e dello sviluppo, riportato su Sociology of power. Gli uomini hanno anche il doppio delle probabilità di guidare in stato di ebbrezza e quasi un terzo in più di ricevere una condanna al carcere per guida spericolata; il
che potrebbe essere dovuto a norme culturali e al diverso atteggiamento che uomini e donne hanno nei confronti della guida. Esiste uno stereotipo secondo cui le donne guidano peggio degli uomini: le guidatrici sono percepite come meno attente al volante, più facilmente stressate, reagiscono male alle situazioni impreviste e hanno difficoltà a navigare. In base a questo stereotipo, si ritiene generalmente che le donne abbiano maggiori probabilità di causare incidenti. I ricercatori per valutare se questa supposizione è corretta hanno esaminato quasi 160mila decisioni giudiziarie pubblicate riguardanti violazioni delle norme stradali e del funzionamento dei veicoli, emesse tra il 2010 e il 2022 in Russia. Dai risultati è emerso che in oltre il 90% di questi casi gli imputati erano uomini. Gli autori hanno effettuato una normalizzazione e calcolato la frequenza degli incidenti considerando la differenza nel numero di conducenti di ciascun sesso, che è risultata essere del 68% per gli uomini e solo del 22% per le donne.
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Dopo aver tenuto conto dello squilibrio di genere tra i conducenti, lo studio ha rilevato che gli uomini hanno una probabilità 3,25 volte maggiore di essere coinvolti in incidenti che portano a cause penali. I ricercatori hanno ipotizzato che la differenza di comportamento alla guida tra uomini e donne sia dovuta a diversi atteggiamenti: gli uomini tendono a guidare più velocemente e in modo più aggressivo. Ad esempio, gli uomini percorrono in media il 26% di chilometri in più al giorno rispetto alle donne, ma trascorrono solo il 10% di tempo in più al volante. Inoltre, è più probabile che gli uomini guidino in stato di ebbrezza: in un quarto dei casi penali, i conducenti maschi sono stati accusati di guida in stato di ebbrezza. Tra le donne condannate per infrazioni stradali, solo il 10% è stato accusato di guida in stato di ebbrezza. Gli uomini hanno una probabilità significativamente maggiore di causare incidenti stradali con morti o feriti. Anche dopo aver tenuto conto della normalizzazione del genere, tre quarti delle persone accusate di reati che comportano un pericolo pubblico significativo sono uomini. In quasi due terzi dei casi, gli uomini sono condannati alla reclusione, mentre le donne ricevono una sentenza detentiva solo nel 50% dei casi. Secondo gli autori, questa differenza può essere parzialmente attribuita a variazioni nella socializzazione di genere, a fattori socioeconomici e a differenze culturali regionali. In alcune regioni, come Primorye, Mosca o San Pietroburgo, il divario nel numero di incidenti causati da donne e uomini è più ridotto rispetto alla media nazionale. In altre, come il Daghestan o la Chukotka, il divario può essere molto più ampio,
da 6 a 10 o addirittura 20 volte.
Nelle grandi città è più probabile che siano le donne a guidare, mentre nelle regioni meridionali della Russia la guida è considerata prevalentemente un’attività maschile. Questa variazione regionale suggerisce differenze significative negli stili di guida nel Paese, che possono essere legate a fattori culturali locali. "Lo Stato dovrebbe tenere conto delle norme culturali e lavorare per migliorare la sicurezza di guida di tutti coloro che circolano sulla strada", ha detto Kazun: "L'obiettivo generale è garantire che uomini e donne abbiano pari opportunità e diritti nell'istruzione, nell'occupazione e nella vita familiare".
"Allo stesso tempo, si può ipotizzare che la presenza sulle strade di conducenti piu' attenti e sicuri, come le donne, possa in generale migliorare gli standard di guida e ridurre il numero di incidenti", ha concluso Kazun: "Tuttavia, questo processo richiederà probabilmente del tempo. È importante considerare quali misure debbano essere adottate per garantire che gli uomini guidino con lo stesso livello di prudenza delle donne".
da agi.it
Campagna ASAPS per l’uso delle cinture di sicurezza
Il "bacio" all'airbag salva la vita a chi indossava le cinture...!
Il bacio della morte purtroppo è arrivato per chi non le indossava... Ecco il racconto di come la ragazza si è salvata la vita
(ASAPS) A volte una foto parla più di mille discorsi ed è più chiara di mille statistiche. Parliamo di quella impronta che vedete nella foto il Centauro – ASAPS, lasciata forse dal rossetto delle lebbra di una ragazza che è incorsa in un grave incidente avvenuto in Romagna qualche anno fa, a seguito del quale il provvidenziale airbag è esploso. La ragazza, regolarmente cinturata, ha sì dato un involontario "bacio" all'airbag, ma si è salvata riportando appena pochi giorni di prognosi di guarigione.
Quanto sia stato grave l'incidente è dimostrato dal fatto che i passeggeri dell’'auto antagonista, scontratasi frontalmente con l'auto della signora, invece e purtroppo, hanno avuto la peggio: si sono contati infatti in quell’incidente un morto e altre due persone in prognosi riservata. Dagli accertamenti è anche emerso che almeno due degli occupanti al momento dell'impatto forse non indossavano le cinture di sicurezza. Dobbiamo aggiungere altro sull'efficacia e utilità delle cinture e dell'airbag? Non crediamo ce ne sia bisogno. L'airbag quel bacio, anche se involontario, se l'è proprio meritato! (ASAPS)
Il trasporto è abusivo se si violano i limiti di portata, non di massa del veicolo
La Cassazione ha chiarito che si può parlare di trasporto illegale di cose su strada se viene superata la capacità massima di carico del mezzo indicata sulla licenza, che è cosa diversa dalla massa del veicolo stesso da uominietrasporti.it
Un sincero grazie alla Polizia di Roma Capitale e ai Carabinieri per l’aiuto che mi hanno dato per sostituire uno pneumatico
Buongiorno ASAPS
Desidererei che questo ringraziamento venisse pubblicato e che gli agenti che mi hanno aiutata ricevessero la giusta lode per il servizio reso al cittadino che va oltre il loro lavoro. Esiste ancora l’umanità. Un sincero grazie alla Polizia di Roma Capitale ed ai Carabinieri della Cassia, che il giorno 9 settembre vedendomi sola in difficoltà non hanno esitato ad aiutarmi ed hanno sostituito il pneumatico. Grazie!
Ricca di informazioni preziose per i conducentie per gli operatori della sicurezza stradale
A grande richiesta torna l’Agenda della Sicurezza Stradale. Non solo un’agenda ma uno strumento ricco di contenuti, di utili informazioni per tutti.
Ecco un anticipazione delle novità presenti nell’Agenda ASAPS 2025
• LE REGOLE PER LE GITE E VIAGGI ORGANIZZATI NELLA NOSTRA SPLENDIDA ITALIA!
e monopattini segnalazione del cambio di direzione
Buongiorno
Il Codice prevede che, per i mezzi sprovvisti di indicatori di direzione, sia d'obbligo segnalare il cambio di direzione alzando il braccio: è però manifesto che, per chi guida il monopattino è manovra pericolosa perché è facile perdere l'equilibrio. E le bici? Qui, purtroppo, è manifesto l'ignorare la regola...
Saluti.
Sergio Licudi
Le nuove deroghe ai tempi di guida e di riposo riservate ai conducenti di autobus in servizio di trasporto occasionale (NCC) di passeggeri (in vigore dal 22 maggio 2024) Circolare esplicativa della Direzione Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato prot. n. 300/STRAD/1/17816.U/2024 del 10.06. 2024
• La scheda con le nuove regole sui sistemi di ritenuta e sicurezza per bambini detti “seggiolini per bambini” in vigore dal 1° settembre 2024
• Nuova mappatura numeri di telaio veicoli 2024
Aggiornata con gli ultimi modelli di auto, suv, ciclomotori, autocarri, autobus, trattori stradali
• Autotrasporto nazionale di coseMancanza a bordo del veicolo dei documenti attestanti il corretto rapporto di lavoro
• Periodi di guida e di riposo Concetto di «impegno» giornaliero dei conducenti
I soci interessati possono richiedere l’Agenda ASAPS con l’integrazione iscrizione di 12,00 euro