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La nuova frontiera

Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce,solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche Toro Seduto el 1990 usciva in Italia “Balla coi lupi”, film che ebbe un enorme successo e diede la celebrità mondiale all’attore protagonista Kevin Costner. La vicenda, ambientata ai tempi della guerra di secessione americana segue le vicende di un soldato nordista che dopo un disperato atto di eroismo viene premiato con la possibilità di scegliere la sua prossima destinazione. Il tenente John Dunbar decide allora di farsi assegnare ad un avamposto situato sulla frontiera, ossia nel punto di confine con i territori ancora, e per non molto, occupati dai nativi americani. La frontiera non era solo un luogo di scontro e conquista militare ma assumeva nel film anche il significato di punto di contatto tra due diverse civiltà. Da una parte c’era quella occidentale con il suo innato bisogno di occupazione e trasformazione della natura ai suoi fini, dall’altra la civiltà dei nativi che invece viveva immersa nella natura, rispettandola e considerandola una realtà immutabile a cui l’uomo può solo adeguarsi. Come tutti sanno questo “incontro” di civiltà si concluderà con il quasi totale annientamento dei nativi, espropriati delle proprie terre con la violenza e con l’inganno da parte dell’uomo bianco.

Perché questa introduzione, ci si potrebbe chiedere. Rispondo volentieri che mi è sembrata utile per proporre un paragone con un’altra frontiera, di natura molto diversa, presente proprio di questi tempi. Si tratta in questo caso di una frontiera non più naturale o geografica, bensì immateriale. Faccio riferimento ai grandi progressi che in questi anni si stanno verificando nel campo del digitale e più in generale delle capacità dei computer. Posso citare per esempio la questione dei deep fake, quindi la possibilità di creare immagini e video completamente ex-novo che però sono praticamente indistinguibili da immagini e video reali. Lo stesso sta accadendo nel mondo dei videogames, nel quale ci sta velocemente avvicinando a produrre scenari di gioco talmente verosimili da sembrare in tutto e per tutto reali. Infine, e veniamo al tema più recente, si è da qualche mese proposto nel dibattito pubblico il tema dell’intelligenza artificiale (AI) con la sua sempre crescente capacità di apparire e comunicare come un essere umano, disponendo al tempo stesso di conoscenze e abilità imparagonabili in termini di ampiezza e velocità di elaborazione.

Questa nuova frontiera si propone quindi da due punti di vista diversi, seppure assimilabili nei loro effetti sconcertanti e potenzialmente pericolosi. Un primo punto di contatto è quello tra fantasia/creazione e realtà. A breve, ancor più di quanto già avvenuto in forme diverse nella lunga storia umana, potrebbe non essere più possibile avere totale fiducia in qualsiasi racconto o notizia che venga proposto, sia da parte dei mass media, sia da parte dei singoli. Se sarà possibile produrre realtà artificiali identiche alla realtà per così dire reale, chi potrà garantire cosa sia vero e cosa sia finzione? Quali enormi capacità manipolative si offriranno a chi avrà interesse a farlo? Come detto non si tratta certo di una novità, ma le proporzioni potranno diventare davvero allarmanti. Ciò avrà ripercussioni non solo nelle grandi vicende politiche, ma anche nelle relazioni tra persone comuni. Si potrà raccontare qualsiasi cosa, proporsi in qualunque modo. È presto ovviamente per fare previsioni precise e non ho certo le capacità per farlo. Posso però immaginare come un enorme punto interrogativo potrebbe calare nelle nostre vite: come potremo credere a qualcosa?

Se si farà labile o forse scomparirà il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è, cosa pensare allora della seconda frontiera che si sta presentando come sempre più precaria, ossia quella tra umano e non umano? Se l’AI continuerà a progredire come niente lascia pensare che non accada, essa sarà in grado di fare cose incredibili che fatico a immaginare. Analizzando enormi quantità di dati già oggi è possibile orientare i comportamenti umani, le preferenze di acquisto, le scelte elettorali e così via. Si tratta di enormi forme di manipolazione dalle quali ancora non abbiamo imparato a difenderci e che hanno come unico aspetto tranquillizzante quello di essere attuate da persone in carne e ossa che agiscono in base a interessi personali che possono essere riconosciuti, permettendo di svelare l’intero processo. Ma cosa accadrebbe il giorno in cui l’AI iniziasse a operare per conto proprio, perseguendo propri interessi a noi incomprensibili? È possibile che essa acquisisca una sorta di coscienza che la doti di intenzionalità e quindi di scopi propri? Non sono in grado di rispondere in quanto mancante delle conoscenze tecniche necessarie, posso solo riportare quanto inquietante questa prospettiva sia ai nostri occhi. Rischieremmo di percorrere la stessa strada dei nativi indiani che furono travolti da qualcosa di più grande di loro, per finire relegati nell’irrilevanza. Non so dire se, e eventualmente come questo accadrà, posso però osservare come l’inconscio collettivo si sia già da tempo accorto del pericolo. Prova ne sono le molte produzioni artistiche che prospettano scenari simili. Nella letteratura e nella miriade di serie tv e film di fantascienza prodotte negli ultimi decenni circolano scenari nei quali l’uomo viene sopraffatto e il sogno della cultura occidentale del progresso tracolla nella sua fine. Solitamente questo accade nell’ambito di alcuni scenari tipici. Vi è la catastrofe ambientale che riporta le condizioni di vita dei pochi sopravvissuti a tempi precedenti allo sviluppo della tecnica, oppure quella sanitario/antropologica in cui sono i morti viventi (zombie) a portare la distruzione. Un altro scenario è quello post bellico nel quale dopo una guerra combattuta con armi potentissime rimane ben poco ai superstiti se non sopravvivere. Un altro scenario, infine, è quello della sconfitta dell’uomo da parte delle macchine da lui stesso create le quali ad un certo livello di sviluppo si sono sganciate dal ruolo di aiutanti degli esseri umani per prendersi quello di protagonisti della storia.

Difficile dire cosa accadrà ma c’è poco da star tranquilli! Posso solo sperare che si tratti di fantasie catastrofiche, di quelle che sempre sono circolate nei momenti di crisi della storia umana e che alla fine ce la caveremo e che le opportunità che si presenteranno saranno superiori ai problemi che oggi si mostrano insolubili e che forse non lo saranno.

*Psicologo-Psicoterapeuta

Bagno di Romagna

Poliziotta investita e ferita in E45 durante un servizio di viabilità

Una poliziotta in servizio al distaccamento della Polizia Stradale di Bagno di Romagna è stata investita mentre svolgeva un'attività di servizio in E45

Una poliziotta in servizio al distaccamento della Polizia Stradale di Bagno di Romagna è stata investita mentre svolgeva un’attività di servizio in E45.

E’ quanto capitato nella prima serata di mercoledì nel territorio del comune di Bagno di Romagna. A causa dell’incidente si è resa necessaria la chiusura al traffico della carreggiata sud della superstrada. L’incidente è avvenuto all’altezza del km 181,600, la strada statale 3 Bis “Tiberina” è stata così temporaneamente chiusa al traffico in direzione Roma. La poliziotta stava svolgendo un servizio di viabilità quando sarebbe rimasta coinvolta in un incidente innescato da un camion che avrebbe colpito la pattuglia che si era fermata sul posto poco prima. L’esatta dinamica del sinistro è ancora al vaglio della stessa Polizia Stradale, intervenuta per i rilievi. La poliziotta è stata soccorsa dal personale del 118, giunto sul posto. Non versa in gravi condizioni e non si troverebbe in pericolo di vita. Il traffico è stato deviato tra gli svincoli di Quarto (km 187,000) e San Piero (178,700). Sul posto sono presenti le squadre Anas e le forze dell’ordine per la gestione del traffico e per consentire la riapertura della carreggiata nel più breve tempo possibile. La carreggiata è stata riaperta intorno alle 19,30. da cesenatoday.it

Tortona

“GRAZIE PER QUELLO CHE FATE PER NOI”

Piccolo spettatore ad una tappa del giro d’italia ringrazia la Polizia di stato

Ludovico, 11 anni di Tortona (AL), è il piccolo spettatore dell’undicesima tappa del giro d’Italia, con partenza da Camaiore (LU) e arrivo a Tortona (AL), che ieri, 17 maggio, con un cartellone fatto da lui stesso e che teneva ben in vista al passaggio dei mezzi di scorta ai ciclisti, ringraziava la Polizia di Stato. Si era posizionato a bordo strada proprio all’ingresso della cittadina che ospitava l’arrivo della tappa, insieme al papà, nonostante il tempo incerto a causa della pioggia.

Ed è stato proprio il Comandante della Sezione Polizia Stradale di Alessandria Franco FABBRI che, mentre transitava per l’ultimo sopralluogo finalizzato a verificare la corretta chiusura delle strade, lo ha notato a bordo strada con quel cartello che, orgoglioso, teneva ben in vista.

Le sue parole, piene di emozione e gioia, appena è stato avvicinato dal Comandante, sono state “grazie per quello che fate per noi”.

Anche il papà ha spiegato che, sin da piccolino, ha sempre avuto una passione incontenibile ogniqualvolta vedeva una macchina della Polizia e perciò stavolta, sapendo che il Giro è sempre scortato dalla Polizia Stradale, non voleva far mancare il proprio sostegno e incoraggiamento.

Il Comandante lo ha ringraziato e si è complimentato per l’affetto dimostrato verso gli operatori della Polizia di Stato e, in particolare, della Polizia Stradale che, proprio nella giornata di ieri, oltre alla scorta del giro, sono stati impegnati a garantire sul territorio della provincia alessandrina, con sei moto e sette autovetture, la sicurezza dei corridori e di tutti gli altri utenti delle strade attraversate dal Giro.

“Sono questi piccoli gesti che ci rendono orgogliosi di appartenere alla grande famiglia della Polizia di Stato e ci spronano a fare sempre di più, per essere sempre presenti al servizio della collettività”, ha dichiarato il Comandante Franco Fabbri.

Roma Cecchignola

Muore bimba dimenticata in auto: il papà carabiniere doveva accompagnarla all'asilo

Interrogati i famigliari. La piccola potrebbe essere stata lasciata sola in auto da uno dei due genitori che doveva portarla all'asilo. Un militare della cittadella ha infranto il vetro, nonostante i soccorsi non c'è stato nulla da fare

Tragedia alla Cecchignola. Una bambina di meno di un anno è stata trovata morta in macchina in via dei Fucilieri. Sul posto le ambulanze del 118 insieme con le forze dell’ordine. Secondo i primi accertamenti la piccola sarebbe stata lasciata sola in auto. Sono in corso le indagini per ricostruire la vicenda. Nel frattempo la zona è stata isolata per consentire i rilievi da parte degli investigatori.

Il papà carabiniere doveva portarla all’asilo Sarebbe stato il papà a dimenticare la bimba. Da una prima ricostruzione, l’uomo, un carabiniere che lavora alla divisione generale per il personale militare del ministero della Difesa, sarebbe arrivato in via dei Fucilieri, avrebbe parcheggiato la macchina per accompagnare la bambina all’asilo interno per i dipendenti del ministero della Difesa. La mamma avrebbe poi dovuto riprenderla. Quando la donna è arrivata all’asilo però le hanno detto che la piccola non c’era. A quel punto ha visto la macchina del marito parcheggiata con la bimba all’interno e si è sentita male. Una donna aveva già chiamato il 112. Purtroppo per la piccola non c’è stato nulla da fare. Entrambi i genitori sono al momento sotto choc. Un militare ha infranto il vetro

I primi ad intervenire sarebbero stati i militari dell’Esercito di una struttura che si trova nella cittadella delle forze armate presente nel quartiere. Uno di loro avrebbe infranto il finestrino della vettura cercando un primo soccorso per la piccola priva di sensi. Poi sono stati i medici delle ambulanze intervenute a tentare una rianimazione disperata che purtroppo però non ha dato esito.

Dimenticata da uno dei genitori

L’auto sulla quale è stato trovato il corpicino della bimba si trova in un parcheggio in un’area riservata vicino a un condominio di palazzine basse. I carabinieri della compagnia Eur e del Nucleo investigativo di via In Selci stanno svolgendo accertamenti per ricostruire la vicenda: non si esclude che a dimenticare la bimba in auto sia stato uno dei genitori che avrebbe avuto l’incarico di accompagnarla in un asilo nido della zona. Per questo motivo vengono interrogati entrambi insieme con altri familiari e persone che sarebbero a conoscenza delle abitudini dei genitori della piccola. Secondo i primi riscontri il decesso sarebbe avvenuto almeno qualche ora prima del ritrovamento.

La Renault Megane rossa davanti all’asilo Luinetti

La macchina esaminata dai carabinieri, una Renault Megane rossa, è parcheggiata proprio di fronte all’asilo Luinetti, una struttura del ministero della Difesa frequentata da bambini figli di dipendenti che lavorano nella città militare della Cecchignola. Non è chiaro cosa sia successo questa mattina quando un familiare ha lasciato la bimba sull’ovetto nella parte posteriore della vettura forse dopo averla accompagnata davanti al nido.

L’allarme dato da un passante

L’allarme è stato dato alle 14.40 circa da una passante che ha chiamato il 112 segnalando la presenza della piccola a bordo con gli sportelli chiusi a chiave. A quel punto la centrale operativa del numero unico di emergenza ha inviato sul posto non soltanto le ambulanze ma anche i vigili del fuoco per liberare la bimba. In pochi minuti i mezzi di soccorso sono intervenuti in via dei Fucilieri dove un militare aveva già rotto uno dei finestrini. da corriere.it

Due soci, agenti della Polizia Locale di Bari di rinforzo sulle strade martoriate della Romagna, hanno fatto visita per un saluto alla sede ASAPS di Forlì

Fra le numerose divise delle varie forze di polizia per aiutare la Polizia Locale della Romagna, in occasione della grande alluvione, è arrivata anche una aliquota di 10 agenti della Polizia Locale di Bari.

Fra loro anche due soci ASAPS il Vice Commissario Michele Santorsola e l’Ispettore Capo Gianluca Barca. I due nostri soci non hanno voluto mancare di fare una visita alla sede nazionale dell’ASAPS per un saluto, accolti dal presidente Giordano Biserni e dal vice Franco Corvino e dal consigliere Antonio Vernia, i quali hanno approfittato dell’occasione per ringraziare due colleghi e con loro tutti gli altri intervenuti in soccorso per la viabilità sulle martoriate strade del nostro territorio.

Arrestato e portato in carcere il camionista tedesco che uccise

Davide Rebellin

Mandato di arresto europeo, in carcere il camionista che uccise Davide Rebellin. La polizia tedesca ha dato esecuzione al mandato di arresto europeo (Mae) emesso del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza nei confronti di Wolfgang Rieke, per il reato di omicidio stradale ed omissione di soccorso in occasione dell’incidente in cui travolse il campione veneto del ciclismo Davide Rebellin.

Il mandato è stato emesso in seguito all’ordinanza con la quale lo stesso giudice, su richiesta della Procura, aveva disposto nei confronti del Rieke la misura cautelare della custodia in carcere. Rieke ora è detenuto presso il carcere di Munster in stato di arresto provvisorio. Rebellin era stato ucciso il 30 novembre scorso mentre si stava allenando a Montebello Vicentino lungo la statale regionale 11. Aveva 51 anni.

Anche in base alle testimonianze di persone immediatamente intervenute in soccorso del ciclista risultava infatti che l’autista, dopo l’investimento, era sceso dal mezzo avvicinandosi alla vittima. L’uomo si era potuto così sincerare della gravità delle ferite del ciclista che aveva appena travolto, ma invece di prestargli soccorso aveva ripreso posto a bordo dell’autoarticolato, allontanandosi. Il conducente era stato anche fotografato dai presenti.

L’onorabilità è richiesta anche a terzi che gestiscono i conducenti

Nell’autotrasporto in conto terzi, il requisito di onorabilità è richiesto anche a un’eventuale persona terza rispetto all’azienda, se è coinvolta nella gestione dei tempi di guida e riposo degli autisti. Lo stabilisce la decisione della Corte di Giustizia Europea dell’11 maggio 2023, nella causa C-155/22 promossa da un’impresa austriaca, nell’ambito di un procedimento di rinvio pregiudiziale sottoposto dal Tribunale austriaco di Bassa Austria. In questa causa, la Corte si è occupata di onorabilità di una società austriaca designata come preposto per gestire tempi di guida e di riposo dei conducenti di un’impresa di autotrasporto, strutturalmente separata, per la quale svolgeva il servizio.

Ricordiamo che il requisito di onorabilità è richiesto dall’autotrasportatore per svolgimento dell’attività ed è previsto all’articolo 6 del Regolamento numero 1071/09 “Sulle condizioni di esercizio dell’attività dell’autotrasportatore nel mercato comune”. Tale requisito consiste nella mancanza, in capo al titolare dell’attività, di sentenze penali e infrazioni gravi, in alcuni settori di attività, tra cui quello relativo ai tempi di guida e di riposo dei conducenti.

La Corte è stata chiamata a verificare se, alla luce delle norme comunitarie, la condotta di una persona terza rispetto alla struttura dell’azienda di autotrasporto, come appunto il preposto, possa essere disattesa ai fini di valutazione di esistenza del requisito in capo all’azienda di autotrasporto per la quale presta servizi. In questo caso, la società austriaca incaricata aveva 65 condanne per violazioni del diritto europeo, riferibili ai tempi di guida e di riposo, commesse in relazione all’attività di trasporto per cui prestava i detti servizi. Tuttavia, per il diritto austriaco sono le condotte separate e quella del preposto non incide sull’onorabilità dell’azienda di autotrasporto. da trasportoeuropa.it

Pertanto, l’impresa di autotrasporto austriaca risultava priva di responsabilità e manteneva intatto il requisito di onorabilità, mentre l’azienda di gestione degli orari rimaneva censurata e condannata numerose volte.

La mancanza delle condanne/infrazioni gravi, di cui all’articolo 6 del Regolamento, per espressa previsione normativa si deve riferire non solamente all’impresa dell’autotrasporto, ma altresì al gestore dei trasporti e sopratutto a qualsiasi “altra persona interessata, eventualmente nominata dallo Stato membro”.

La Corte di Giustizia ha ritenuto che nel caso di nomina del preposto, come quello del diritto austriaco, occorre considerarlo come la persona interessata alla gestione di tempi di guida e di riposo. Tale figura necessariamente deve possedere il requisito di onorabilità, richiesto dalla Legge comunitaria.

La Corte conclude che il Regolamento 1071/09 osta a una normativa nazionale che permetta a nominare un preposto per gestione di tempi di guida e di riposo dei conducenti per trasferire a lui la responsabilità penale/infrazioni gravi, in ambito degli orari di lavoro. Osta, la legge comunitaria, a una normativa nazionale che non consenta di tener conto di illeciti imputati ad un preposto e considerarli ai fini di valutazione di onorabilità dell’ impresa di autotrasporto.

Addio al Sost. Commissario della Polizia Stradale Franco Del Ross già vice comandante del COA di Udine 60 anni, colpito da infarto nel giorno del suo compleanno. Era stato referente ASAPS

Ci ha lasciato Franco Del Ross Sost. Commissario della Polizia Stradale già vice comandante del COA di Udine, 60 anni. Era in quiescenza, è stato colpito da infarto il 15 maggio ed è deceduto domenica 22 maggio. Il destino sa essere crudele in modo feroce. E’ stato un infarto devastante a fermare il cuore di Franco Del Ross ed è accaduto proprio nel giorno del suo compleanno, mentre stava festeggiando con la sua famiglia.

Un immediato intervento ha permesso che il suo cuore ripartisse, ma alla fine Franco si è dovuto arrendere. Forte sconcerto fra i colleghi e superiori per la grande stima di cui godeva Franco Del Ross. Il Dirigente della Sezione di Udine Gianluca Romiti lo ricorda con particolare affetto con queste parole: “Un professionista serio ed equilibrato, sempre disponibile e attento”.

Ci associamo al grande dolore della moglie, anche lei Ispettore Superiore della Polizia e dei due figli.

Franco era stato anche referente ASAPS per cui gli dobbiamo anche un grazie particolare.

Ciao Franco.

Giordano Biserni Presidente ASAPS

Cerimonia in ricordo del poliziotto Pischedda, morto in servizio

Un memorial day per Francesco Pischedda, il poliziotto della Stradale di Bellano, medaglia d’oro al valore civile, morto nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2017 a 28 anni appena compiuti, dopo essere precipitato

...ed da un cavalcavia della Super 36 a Piona di Colico per fermare un ladro d’auto. In occasione del mese dedicato ai servitori in uniforme che hanno perso la vita e di tutte le vittime che hanno sacrificato la loro esistenza per la legalità, hanno celebrato il giorno delle memoria di Francesco Pischedda i vertici del Sap, il Sindacato autonomo di Polizia, insieme ai suoi colleghi nella caserma della sottosezione della Polstrada di Bellano, intitolata proprio all’agente morto in servizio. Oltre al segretario provinciale del Sap Rodolfo Ratti, il vicesegretario Marco Balossi e al consigliere Mauro Petroziello, hanno partecipato alla commemorazione il segretario nazionale Giampiero Timpano e regionale Aldo Marcinnò, il prefetto Sergio Pomponio, il questore Ottavio Aragona, la comandante della Polizia stradale del compartimento della Lombardia Carlotta Gallo e la dirigente della Polstrada di Lecco, Anna Lisa Valleriani.

“Presenze le vostre – li ha accolti il segretario lecchese del Sap – che contribuiscono ad accrescere il valore della cerimonia”. Ha preso parte anche il cappellano militare don Andrea Lotterio. “Tenere vivo il ricordo di quanti hanno sacrificato la propria vita per proteggere i cittadini, come il nostro collega e amico Francesco, è un dovere – spiega Rodolfo Ratti -. Però deve servire anche da monito per chi è chiamato a legiferare e garantire la giustizia”. Giustizia che, nel caso di Pischedda, non c‘è, perché nessuno ha pagato né pagherà per la sua morte. “Resta invariato, se non addirittura peggiorato il clima di incertezza in cui operiamo noi poliziotti e tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, sia dal punto di vista operativo che da quello propriamente giuridico”, denuncia il sindacalista del Sap. Daniele De Salvo

Pier Luigi Germani, storico comandante del Distaccamento Polizia Stradale di Novafeltria, appende la divisa al chiodo per raggiunti limiti d’età Il saluto e la gratitudine dell’ASAPS di cui Pier Luigi è stato referente fin dalla prima ora

Udine

Anche il Sostituto Commissario Coordinatore Efrem

DEGANO dopo 40 di servizio lascia la divisa della Polizia Stradale

Gli auguri dell’ASAPS a Efrem socio sin dalla prima ora

Cara ASAPS continuate a battervi contro i 150 in autostrada

Gentile presidente Biserni...ci risiamo!

Ancora una proposta per i 150 all’ora in autostrada...e siamo sempre più pieni di cocainomani patentati...non ho parole! Spero sempre nel vostro coinvolgimento!

Continuate a battervi contro i 150 km/h in autostrada. Distinti saluti

C.P. Ferrara

PS: Vedo sempre più spesso macchine e soprattutto moto percorrere la corsia d’emergenza e non parliamo dei sorpassi a destra e del mancato uso della freccia...

Gentile signora, certo che continueremo a batterci come sempre contro i 150 nelle autostrade a 3 corsie. Lo abbiamo già fatto anche nel documento inviato a marzo al MIT al tavolo della sicurezza stradale e pubblicato sul nostro portale https://www.asaps.it/p/77068, forse le è sfuggito. Spenderemo tutte le nostre energie per contrastare questa assurda proposta. Abbiamo spiegato bene più volte perché.

Distinti saluti.

Giordano Biserni Presidente ASAPS

Una mia considerazione circa l’uso, o meglio il non uso, delle cinture di sicurezza da parte delle forze dell’ordine

Gentile ASAPS, vi contatto in quanto non trovo giusto un fatto e vorrei qui esporvelo. infatti non capisco perché in Italia ci sia l’obbligo di indossare in auto le cinture di sicurezza, ma non lo fanno le forze dell’ordine. Se non sbaglio esse hanno l’esenzione solo nel caso che siano impiegate in un servizio in emergenza, ma ahimè questo non è vero, visto che non le allacciano nemmeno quando in emergenza non sono, per cui mi viene da dire: loro sono al di sopra della legge? Ultima cosa, vorrei segnalare che io sono stato in molti paesi europei e lì TUTTE le forze dell’ordine, in emergenza e non, viaggiano sempre con le cinture allacciate, visto che sono proprio loro a mio avviso, per primi a dover dare il buon esempio!!!

Con la speranza che le cose cambino anche qui in Italia, porgo con la mia stima distinti saluti.

Mail firmata

Lei ha ragione. C’è una circolare del Capo della Polizia che in tal senso parla molto chiaro. Ma l’interpretazione (in Italia) di non pochi appartenenti alle forze dell’ordine è che gli agenti di pattuglia siano sempre in emergenza. Ovviamente non è così. Anche perché se fosse così il Capo della Polizia non avrebbe avuto bisogno di emettere una specifica circolare, che purtroppo rimane inattuata. Sarebbe bastato dire: gli agenti sono sempre esentati dall’utilizzare le cinture di sicurezza. Per fortuna però constatiamo che ora gli agenti di molte pattuglie in servizio di vigilanza stradale e controllo del territorio indossano regolarmente le cinture.

In passato ASAPS si è occupata molte volte di questo aspetto. Diversi colleghi purtroppo non hanno gradito e solo per questo motivo (sic) non ci hanno rinnovato la loro iscrizione.

A noi non rimane che aggiungere solo un argomento. Il maggior numero di vittime mortali fra le forze di polizia in assoluto è dovuto ad incidenti stradali. ASAPS cura un apposito Osservatorio anche su questo segmento della sinistrosità.

Più di questo non possiamo fare.

La segreteria ASAPS

Le prime quattro stagioni di un’insolita e irriverente biografia romanzata di Gabriele d’Annunzio sono già state presentate sulle pagine de “Il Centauro”, ma, mentre è in lavorazione la 5a, piace qui commentare la storia attraverso le parole dello stesso autore Paolo Carretta, che si avvale del potente strumento offerto dalla satira, per un viaggio nell’Italia postrisorgimentale e del ventennio (1915/1938), ma che offre pure uno spaccato ironico delle diverse strutture di polizia, inclusa la M.V.S.N., che piace sottoporre all’attenzione del lettore attraverso le sue parole:

Il Maresciallo dei RRCC Luigi Bargelletti col suo ergersi a paladino delle cause perse, pur nel rispetto del rigore formale che il ruolo imponeva, era … un esempio impegnativo, che non mi abbandonava e che volevo far sopravvivere. Differentemente dal tipico policeman insofferente per le regole, che ricorre nella letteratura e nella cinematografia, era riuscito … a conciliare la forma e la sostanza, senza essere un raccomandato o liberarsi del peso di una coscienza troppo ingombrante. Mi aspettava quindi al varco; immaginavo il suo comportamento in taluni accadimenti di cronaca, ma anche in riferimento a fatti storici, ma restava solo e senza alleati. Fortunatamente, un giorno, sono venute in suo aiuto alcune Regie Guardie di Finanza, che ben conoscevo, il cui operato non stà a me commentare per varie ragioni. Disponeva così finalmente di un numero sufficiente di combattenti, per affrontare la Grande Guerra, seppur pochi per contrastare la corruzione. Purtroppo, ho dovuto constatare come le Regie fossero assai meno disciplinate dei Reali, perchè, a un certo punto, dopo essere trasut e’sicc, come militari, se’s’ò mis e’chiatt’ , come investigatori, narrando le loro storie paradossali e, per certi versi, incredibili (reali?).

Il romanzo s’intreccia peraltro con la storia, come talvolta fa l’edera con l’albero, mentre le stesse fronde si confondono fra loro, così da non potersi distinguere la fantasia dal vero e compaiono, nella narrazione, personaggi reali …

Carmelo Camilleri (Agrigento 1892 – 1962) fu il funzionario di polizia che avrebbe ispirato al nipote, Andrea Camilleri, il personaggio del commissario Salvo Montalbano. Questi s’era dimostrato particolarmente ostinato nel “non guardare in faccia a nessuno”, ma, preso atto dell’esistenza di una evidente volontà politica da parte delle autorità, di ignorare quanto emergeva dalle sue indagini, a carico del segretario federale del PNF Giampaoli e del capitano degli Arditi Bruni, per colpire gli antifascisti, intese fornire documenti riservati al difensore e alla sorella di uno dei sospettati (il comunista Ernesto Ludovichetti). Per tale motivo sarebbe stato, in seguito, destituito e condannato a cinque anni di confino, di cui ne avrebbe però scontato solo uno. Dopo la caduta del Regime il Camilleri avrebbe potuto rendere pubblica la sua tesi investigativa sul periodico “Ordine pubblico”.

Polizia Stradale anni ‘60

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