Dagli album di famiglia
Le nostre radici
Dagli album di famiglia
Dagli album di famiglia
Cinquant’anni fa moriva Luigi Carlon (1890-1959)
I Carlon Ros, il ramo de Gigi
(segue dalla prima pagina)
Un nutrito gruppo d’invitati al matrimonio di Anna con Cipriano, nel cortile dell’abitazione.
I matrimoni si susseguivano con frequenza e la scenografia per la foto di gruppo era sempre il cortile dell’abitazione. In questa foto si festeggia il matrimonio di Redenta, la settima figlia di Ester e Luigi, con Angelo Angelin. Era il 30 dicembre 1950.
Sopra. 25 ottobre 1932. In occasione della nomina a cavaliere di Luigi Carlon, podestà di Budoia, fu pubblicato un sonetto da un autore che desiderava rimanere ignoto, ma le iniziali D.C.P. ne svelano il nome: don Celestino Prataviera, parroco di Budoia. A lato. Documento sottoscritto da alcuni cittadini in omaggio alla proficua opera svolta da Luigi Carlon, a favore del Comune, nel quinquennio 1926/31.
Ottobre 1969. Matrimonio dell’ultimogenita Amalia. La sposa con la madre e tutti i fratelli, nel giardino del ristorante «Da Renè».
Egidio e Maria Teresa Del Zotto nel giorno del loro matrimonio, il 28 gennaio 1961, con mamma Ester.
24 novembre 1951, Olivo e Sabina sposi.
Matrimonio di Enrico, il terzogenito, con Nerina Zambon, il 23 febbraio 1957.
Matrimonio di Redento con Tranquilla Battistuzzi, a Gaiarine, nel 1960. Gli sposi tra parenti ed amici.
Romano si sposa con Lina Bastianello. È il 1954. La coppia è ritratta con mamma Ester.
Il materiale fotografico appartiene alle famiglie dei Carlon Ros, e a Enrica Angelin, Luciano Angelin, Caterina Dedor.
Il 29 novembre 1927 interviene mons. Giuseppe Lozer, nativo di Budoia, in servizio presso il Seminario diocesano di Concordia di Portogruaro, con una lettera indirizzata al prefetto nella quale afferma tra l’altro quanto segue: «Il Carlon è un esemplare padre di famiglia, semplice ma di grande buonsenso, amministratore stimato e benvoluto da tutti ad eccezione di pochi che vorrebbero comandare e spadroneggiare in Comune o per ambizione o per interesse. Sembra che lo Zambon abusi della sua carica di Segretario». Viene disposta subito un’indagine ad hoc al termine della quale il prefetto non assume alcun provvedimento nei confronti del Carlon perché accredita il rapporto inviatogli il 23 dicembre dai carabinieri della Divisione di Udine e che si trascrive in parte: « Fra il Podestà di Budoia Carlon Luigi e Zambon Alfredo, Segretario Politico, esistono dei rancori perché quest’ultimo aspira da tempo alla carica di Podestà e non tralascia occasioni per ingerirsi nelle cose del Comune anche oltre il tollerabile. Il Carlon è di retti sentimenti, devoto al Regime, ben visto e stimato da tutta la popolazione». Ma i rapporti fra il podestà e il direttorio del Fascio locale, dopo un periodo di bonaccia, diventano nuovamente tesi verso la fine del 1930. Nella primavera del 1931 la Prefettura assume informazioni sui podestà che scadono nel mese di settembre per compiuto quinquennio, in previsione di una loro eventuale conferma per un secondo mandato. La relazione stilata dall’ispettore provinciale della Prefettura risulta positiva per il podestà («Il Carlon è uomo equilibrato, retto e di buon senso che gode la stima generale tra la popolazione semplice e laboriosa»); viene espresso, peraltro, un giudizio negativo sia sul segretario politico del Fascio locale (all’epoca Luigi Fort) sia sugli altri componenti il direttorio, il quale esplica «la sua azione in acidi personalismi». Di parere opposto, invece, si dimostra il Partito il quale accusa il podestà di operare spesso in contrasto con le decisioni e le iniziative del direttorio.
Il prefetto assume una posizione attendista e il 24 settembre 1931 nomina Luigi Carlon commissario prefettizio del Comune «in attesa dello svolgimento degli atti per la conferma od eventuale nuova nomina del Podestà». Dopo varie vicende, nel mese di novembre Luigi Carlon è nominato podestà. Dopo circa due anni, con la lettera del 23 settembre 1933, il Carlon chiede di essere sostituito per ragioni di famiglia e di lavoro: è padre di nove figli; di professione agricoltore, lavora i terreni di proprietà del padre il quale è stato colpito da paralisi; da tempo aveva deciso di dimettersi dalla carica podestarile, però ha sacrificato fino a oggi i propri interessi cedendo alla volontà della popolazione, contraria alle sue dimissioni; ma ora si trova nell’impossibilità assoluta di continuare a fare il podestà. In ottobre vengono accettate le dimissioni del Carlon, che è sostituito il mese successivo dal vicepodestà Andrea Carli, nominato commissario prefettizio del Comune. LUIGI CARLON SINDACO (1946-1949)
Nel 1945 si conclude il secondo conflitto mondiale. Dopo la liberazione del paese dai nazifascisti, operata dalle forze partigiane il 29 aprile 1945, il Comune di Budoia è amministrato per circa un anno e mezzo da giunte popolari presiedute dal sindaco Valentino Panizzut (PCI). Il 3 novembre 1946 viene eletto il primo consiglio comunale post-Liberazione. Risultati elettorali: – la lista Democrazia Cristiana ottiene il 66.4% dei voti e 12 consiglieri, tra i quali Luigi Carlon, figura di spicco della DC locale; – la lista Concentrazione Repubblicana ottiene il 33.6% dei voti e 3 consiglieri (area della sinistra). Il consiglio comunale si insedia il 15 novembre 1946. In apertura di seduta il consigliere Andrea Carli (DC) «chiede la concorde collaborazione di tutti, eliminando maggioranza e minoranza e le relative differenze politiche, tendendo solo al bene del Comune, senza questioni di partito, di persone o
Con il ramo di Gigi si completa l’albero genealogico di Vincenzo, figlio di Angelo Giomaria e patriarca dei Ros, che si staccò dalla Fameia granda dei Carlon di via Lunga-via Casale. Due le motivazioni che ci hanno sollecitato a completare la genealogia di quest’importante famiglia: il cinquantesimo anniversario di morte di Luigi (Gigi de Ros), la cui figura politico-amministrativa è stata ben tratteggiata nella ricerca del dottor Elvi China che riportiamo di seguito, e il ricordo di due componenti la famiglia scomparsi ancor giovani, Paola e Remo. Fu proprio Paola, figlia di Redento, a riprendere in mano un vecchio documento che ricostruiva parzialmente le sue origini, con l’intenzione di completarlo, ma il destino le fu crudele. A loro dedichiamo la ricerca.
VENTITREESIMO INSERTO a cura di Vittorina Carlon, con la collaborazione di Redento Carlon, Ennio Carlon, Tranquilla Battistuzzi, Luciano Angelin e Reddi Fort.
Vincenzo Carlon, il patriarca dei Ros, che ereditò il nome dello zio paterno morto prematuramente «durante il servizio militare nella città di Baden, Austria inferiore, come da fede autentica del suo Reggimento Arciduca Alberto, in data 28.01.1842» (da Archivio della Pieve di Dardago, Registro dei morti).
Anno1930.Vincenzo con i nipoti Vincenzo, Mario, Berto, Tita e Antonio conduce al pascolo le pecore: una scena pastorale tipica delle nostre montagne, fino alla metà del secolo scorso. Nonostante una vita di fatiche, di stenti, di rinunce, il patriarca visse fino alla veneranda età di 93 anni. Davvero un record dato il periodo storico!
Al dott. Elvi China, dirigente scolastico e ricercatore di storia contemporanea, va la nostra gratitudine.
Nomina di cavaliere a Luigi Carlon, podestà di Budoia. 1932. Proprietà di Redento Carlon.
Cinquant’anni fa moriva Luigi Carlon (1890-1959) di campanile e chiede la collaborazione della minoranza. Sindaco: Luigi Carlon. Assessori effettivi: Vincenzo Bocus e Agostino Carlon (rappresentante della minoranza). Assessori supplenti: Andrea Carli e Giovanni Zambon. La nuova giunta si insedia il 27 dicembre 1946. Agli inizi del 1949 Luigi Carlon presenta le dimissioni da sindaco per motivi familiari e di lavoro perché «non può attendere maggiormente» alla propria famiglia e alla coltivazione dei propri terreni. Ma nella riunione del 31 gennaio il consiglio comunale delibera di rinviare ad altra seduta la discussione sulle dimissioni del sindaco che viene invitato a ritirarle. In primavera Luigi Carlon conferma le proprie dimissioni che vengono accettate dal consiglio comunale nella riunione del 1° maggio 1949, nel corso della quale è eletto nuovo sindaco Liberale Carlon (DC). ELVI CHINA Nota. I dati riportati nell’articolo sono stati desunti presso l’Archivio di Stato di Udine per il periodo 1926-1933 e presso gli archivi comunali di Budoia per il periodo 1946-1949 (va ricordato che l’archivio storico del Comune andò distrutto nel mese di luglio 1944 da un incendio che devastò la sede municipale).
Figura di primo piano della vita pubblica locale, Luigi Carlon è stato l’unico amministratore del Comune di Budoia che nel secolo scorso ha rivestito sia la carica di podestà (periodo 1926-1933) sia quella di sindaco (periodo 19461949). Vogliamo qui ricordare, per l’occasione, le vicende politiche che hanno contrassegnato le due gestioni comunali del Carlon, senza entrare nel merito delle opere realizzate o delle iniziative assunte in campo amministrativo. LUIGI CARLON PODESTÀ (1926-1933)
Alla fine del mese di ottobre 1922 diventa capo del governo italiano Benito Mussolini, che è anche capo del Partito Nazionale Fascista (PNF). In Italia, nel giro di pochi anni, il potere fascista si consolida, come regime a partito unico (PNF), con la costruzione dello Stato totalitario. Nel 1926 viene riconfermata l’amministrazione degli enti locali con l’abolizione del sistema elettorale e la nomina governativa del podestà, nuova figura al vertice del Comune che esercita le funzioni in precedenza attribuite al sindaco, alla giunta municipale e al consiglio comunale. Nella primavera del 1926 la Prefettura di Udine procede al vaglio degli aspiranti alla carica di primo podestà del
Nella foto. Luigi Carlon, uno dei figli di Vincenzo, il protagonista di questo ramo dei Ros.
Comune. I papabili sono due: Luigi Carlon e Antonio Patrizio. Il primo può contare sul sostegno del PNF locale e di larga parte della popolazione mentre il secondo, in rotta con il direttorio del PNF budoiese, confida in appoggi altolocati in ambito provinciale. Dal rapporto inviato il 26 aprile al prefetto dai carabinieri della Tenenza
di Sacile risulta, fra l’altro, quanto segue: «Nel Comune di Budoia l’unica persona che possa ricoprire la carica di Podestà è Carlon Luigi, nato a Budoia il 17 settembre 1890, ivi residente, contadino possidente. È un ex combattente col grado di sergente, iscritto al Fascio di Budoia». Le due candidature sono sottoposte anche al vaglio del direttorio della sezione locale del Fascio che nella seduta del 18 luglio propone all’unanimità la nomina a podestà del Carlon. Con regio decreto del 24 settembre 1926 Luigi Carlon è nominato primo podestà di Budoia (a titolo gratuito) e si insedia il giorno 30 dello stesso mese. Ma i rapporti tra il podestà e il Direttorio del Fascio locale, presieduto dal segretario politico Alfredo Zambon, si raffreddano ben presto per diventare in breve tempo conflittuali. Nel corso del 1927 Alfredo Zambon invia al prefetto alcuni «memoriali» con i quali muove critiche e rilievi di ordine politico ed amministrativo alla gestione podestarile. Il 26 novembre il direttorio del PNF approva all’unanimità un ordine del giorno che viene inviato al prefetto e con il quale si propone che il Carlon sia sostituito con Alfredo Zambon, squadrista del 1921, fondatore e segretario in carica del PNF di Budoia. (continua nell’ultima pagina)
INSERTO DE l’Artugna n. 118 · DICEMBRE 2009
31 gennaio 1940, in occasione del 25mo anniversario di matrimonio di Luigi ed Esterina. La famiglia al completo con gli undici figli. Dall’alto: Enrico, Olivo, Antonio; 2° fila: Romano, Anna e Maria; 3° fila: la mamma Ester con in braccio la piccola Amalia, il papà Luigi, e Redenta; 4° fila: Egidio, Silvio e Redento. Luigi ed Ester Carlon, novelli sposi, nel febbraio 1915.
I giovani sposi Antonio e Maria.
Anno 1958. Casera Ciamp. Da sinistra i fratelli Silvio, Redento, Egidio, con il nipote Angelo Dedor.
Anno 1933. La primogenita Maria con il marito Natale Dedor.
La quartogenita Anna e il marito Cipriano Angelin Pelat, il giorno del loro matrimonio, insieme con cognate e sorella Amalia.