l'Artugna n. 155

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DUE SOLDATI DEPORTATI CHE NON RIABBRACCIARONO MAI PIÙ I LORO CARI

per onorare la memoria di Giovanni e Benvenuto Vincenzo Nei mesi di aprile ed agosto 1983 del periodico l’Artugna (nn. 40 e 41), pubblicammo le testimonianze dei reduci della ritirata di Russia della seconda guerra mondiale, in occasione dei 40 anni dalla battaglia di Nikolaevka (dicembre 1942–gennaio 1943). Oggi, a quasi ottant’anni dal triste evento, ne estrapoliamo alcune per ricordare ed approfondire le giovani vite di Giovanni Biscontin e Benvenuto Vincenzo Busetti. di Vittorina Carlon

APRILE 2022 / 155

Tra i protagonisti1, l’ufficiale Mario Ponte scriveva che il villaggio russo di Nikolaevka «va ricordato per l’eroismo e la disperazione di quanti per giorni e giorni, sfiniti dai combattimenti e dalle marce massacranti sulla neve a 40-45 °C sotto zero, seppero aprirsi un varco e rompere l’accerchiamento nemico verso un ritorno sul quale già pochi contavano. [...] Nikolaevka, presieduta da una divisione russa […], si può considerare l’atto finale della battaglia del Don che ebbe inizio ai primi di Dicembre 1942 con l’attacco al fronte tenuto dall’Armir» (l’8 a Armata italiana).

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Un altro testimone, Augusto Angelin, sergente dapprima sul fronte greco e successivamente su quello russo, decorato di medaglia d’argento e di bronzo, apriva così la narrazione: «Ho ancora vivo nella mente immagini che mai riuscirò

fatica e dalla mancanza di viveri. «La ritirata fu un disastro – sottolineava Augusto – lì non morirono tutti, lasciai in vita diversi dei miei compaesani ed amici. Parlai con Giovanni Biscontin Mastela, che stava bene, poco prima che egli fosse fatto prigioniero. Non l’ho più rivisto, pur avendolo lasciato in vita».

Vincenzo Benvenuto Busetti.

a cancellare e scene che, pure nel sonno, riaffiorano di frequente e provocano incubi a distanza di quarant’anni». Anche per lui iniziava la lunga e interminabile Campagna di Russia tra l’influenza debilitante causata dal freddo, dalla

Chi era Giovanni? Figlio di Andrea Biscontin e di Santa Martini, nacque a Maniago e risiedeva con la famiglia a Budoia nella casa paterna; secondogenito di tre fratelli (Gina, Giovanni, Angelo), nacque il 2 marzo 1922. Persona intelligente ed educata, così lo ricordavano in paese, era celibe e svolgeva il lavoro di impiegato comunale. Arruolato nel Quartier Generale del Corpo d’Armata alpino, fu avviato al fronte russo con l’8a Armata (dei 57.000 alpini partiti per


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