Artribune Magazine #44

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GESTIONALIA di IRENE SANESI EUROPA OGGI Con questo titolo, terribilmente contemporaneo, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci inaugurava 30 anni fa con una mostra curata dal suo primo direttore Amnon Barzel. Un po’ apolide un po’ cavaliere errante, Barzel aveva fatto propria la visione di un industriale, Enrico Pecci, che insieme ad altri visionari imprenditori e politici (quando privato e pubblico trovano le giuste congiunzioni) aveva dato vita a un’imponente sfida contemporanea. Prima struttura a essere costruita ex novo per far albergare l’arte e gli artisti coevi, il Centro Pecci apriva le porte a coloro che erano stati obliati nel frattempo dalle più autorevoli Biennali. Europa oggi divenne un duplice manifesto: da un lato segnò la nascita di un luogo internazionale frutto al contempo della vocazione produttiva del distretto tessile, dall’altro sfidò l’establishment artistico come un vero e proprio giro di boa. Interrogarsi in senso ampio, a distanza di trent’anni (in fondo l’età della maturità nella vita di una persona), su quella che è stata una delle operazioni più

complesse nel panorama culturale dopo i ruggenti Anni Ottanta, è ben più di un esercizio di stile. La prima riflessione riguarda il ruolo di questi contenitori: più museo o più centro? Con una vocazione turistica o civica? E, se possibile, come tenere insieme le due anime? Come riuscire a essere dilemma e al tempo stesso risposta alle istanze di una civitas che è sempre più community? La seconda riflessione afferisce alla dimensione glocal: quale il paramento di riferimento? Il mondo o la città? O forse il villaggio globale in chiave creativa (glocreal, dunque)? E ancora, un terzo pensiero: l’arte nei suoi diversi e multiformi linguaggi è ancora germe di provocazione? Quanto vale in termini di indipendenza e libertà di espressione il finanziamento pubblico? Quale il peso e il respiro di quello privato? Per quali contenitori giuridici, nell’attuale scenario di ibridazioni mentre il profit sta superando i propri confini con le società benefit e il non profit entra nel recinto

NASCE LA FONDAZIONE CARMIGNAC. L’INTERVISTA AL DIRETTORE le si sente una connessione, ospitarlo per fargli concepire un’opera site specific. Le residenze si sono inaugurate quest’anno ma l’artista, Miquel Barceló, non ha ancora finito, quindi ci sarà una seconda manche.

È immersa nel paradiso della Costa Azzurra, in una piccola isola che accoglie più di un milione di visitatori l’anno, la Fondazione Carmignac. Il garden designer Louis Benech ha concepito un parco che abbraccia i 2mila mq delle sale espositive. Ad accoglierci nelle sale del piano interrato, il ritratto di Eduard Carmignac che balla, ad opera di Basquiat e Ed Ruscha. Una fontana di cento pesci di Bruce Nauman precede i capolavori di Warhol, Lenin e Mao. Botticelli viene accostato a Lichtenstein, Davide Monteleone a Shirin Neshat. Nel parco, Nils-Udo nasconde un nido di enormi uova marmoree in un sentiero di cespi, Jean Denant disegna il profilo dell’isola su una superficie specchiante, Jeppe Hein, con il piccolo labirinto Path of Emotions, riflette le immagini frammentate degli Eco e dei Narciso. Tra numerosi altri, lo street artist portoghese Alexandro Fatto aka Vhils [sullo sfondo nella foto], scorticando la superficie muraria di un piccolo capanno, restituisce i ritratti della figlia del guardiano e del pornostar più famoso dell’isola. Abbiamo intervistato il giovane direttore, Charles Carmignac. Un giardino di quindici ettari, un progetto equo e solidale, come sfruttarlo e far conoscere la biodiversità? Avete ideato progetti di workshop per bambini e adulti? Abbiamo parlato con il team del parco nazionale per organizzare attività per adulti e bambini così da accrescere la consapevolezza sull’equilibrio precario dell’ecosistema. Abbiamo molte specie di flora protette e vogliamo mostrarle, spiegarle e parlare delle loro debolezze e rarità. Gli artisti possono essere veicoli adatti a convogliare conoscenze, stimolare un approccio eco-responsabile. Avete in programma residenze d’artista? Il principio è quello di invitare un artista con il qua-

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NEWS

Il tuo apporto sarà diverso rispetto a quello di tuo padre? Il mio approccio è complementare. Mio padre ha scelto di collezionare opere d’arte iconiche, emozionali e provocatorie; io provengo da altre influenze, quelle musicali, sono interessato al lato invisibile dell’arte che gioca con le apparenze della mente. Ho visto nella vostra collezione Aerei di Alighieri Boetti. Quali artisti italiani e francesi vorreste nella vostra collezione? C’è un artista che mio padre adora e di cui è fan, Maurizio Cattelan. Abbiamo un’opera in collezione e vorrebbe invitarlo in Fondazione. Tra i francesi emergenti, apprezzo Edgar Sarin, artista concettuale che gioca con le percezioni del fruitore. Tuo padre ha parlato di artisti come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat o Roy Lichtenstein quali “antidote to conformity and convention”. Come fare affinché la Fondazione abbia uno sguardo fresco e diventi essa stessa antidoto a conformità e convenzione? Personalmente vorrei aggiungere artisti provenienti dall’ambito musicale, live performer, cantanti, ballerini, poeti che trasportino il visitatore in una dimensione dal cuore pulsante e forte. Eventi in programma? Ci sono molti spazi vuoti che si possono riempire e coltivare. Ho in mente nuove sculture per il parco, vorrei invitare nuovi curatori e mostrare il resto della collazione. Elaborare nuovi format espositivi, consegnare a un unico artista lo spazio per fargli strutturare un progetto inedito. Questa Fondazione è un cross-inspirational place che mi fa immaginare nuove possibilità di sperimentare. GIORGIA BASILI Porquerolles // fino al 4 novembre 2018 Sea of Desire FONDATION CARMIGNAC fondationcarmignac.com

business con l’impresa sociale? Infine, tra i variegati temi che gli Stati d’Europa stanno discutendo, non senza posizioni conflittuali, la cultura e l’arte contemporanea come possono occupare uno spazio necessario? E farsi portavoce di un approccio meno settoriale e più trasversale secondo il quale si renderanno sempre più urgenti tavoli intersettoriali che guardano ai benefici top/down nel sociale, nel welfare, nell’educazione, nella mediazione culturale. Così come potrebbe risultare di grande efficacia il coinvolgimento delle istituzioni culturali nelle sedi considerate non convenzionali, quali l’economia e la finanza, per esempio. Avendo chiaro che in ballo non c’è (sol)tanto la sorte dei fondi, per quanto importante, bensì il destino dei valori (dimenticati) di un Occidente europeo le cui radici sono patrimonio dell’umanità.

@irene_sanesi

LUGO DI ROMAGNA: UN PREMIO PER LA PIAZZA CHE OMAGGIA LUIGI GHIRRI Ammesso alla seconda fase della gara per la realizzazione del nuovo Urban Center della Triennale di Milano – delle 69 candidature pervenute, restano in lizze anche le proposte presentate da Alessandro Floris, DAP Studio, Milk Train, PIOVENEFABI, Salottobuono, UNULAUNU – lo studio stARTT si è di recente aggiudicato il premio internazionale S-Arch Award 2018 nella categoria Urban Design. Il riconoscimento è stato attribuito al progetto per la nuova piazza del Pavaglione, a Lugo di Romagna (Ravenna) [photo Luca Nostri], sviluppato dallo studio guidato da Simone Capra – Claudio Castaldo e Dario Scaravelli, da P’ARC (Enrica Dall’Ara, team leader, Matteo Zamagni, Sara Angelini) e da Paolo Rosetti, quest’ultimo consulente per gli aspetti botanici. Risultato vincitore del concorso in due fasi indetto dal Comune di Lugo e dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, nel novembre 2012, il raggruppamento ha sviluppato un intervento che intende porsi come ideale omaggio a Luigi Ghirri e alla sua opera fotografica. Ultimata nel luglio 2017, l’opera colloca una serie di calibrati nuovi elementi in un grande vuoto urbano “protetto” da un quadriportico di origine settecentesca. La piazza in questione insiste nel centro dell’abitato di Lugo, sul sedime dell’antico foro romano e dello spiazzo fieristico medioevale prospiciente la fortezza cittadina. Su una superficie di oltre 6.200 mq, i progettisti hanno agito in un’ottica di evocazione delle stratificazioni storiche. La piazza del Pavaglione di Lugo – Omaggio a Luigi Ghirri è stato l’unico progetto italiano in shortlist quest’anno; nella sezione di riferimento, si è imposto su due interventi realizzati in Spagna, tra cui il Maritime Park alla Isole Canarie, e sul Windsor Nature Park, a Singapore. Nel 2019, la tradizionale International Conference on Architecture & Built Environment, un appuntamento associato alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti, si terrà a Cuba – a L’Avana, dal 5 al 7 marzo; già disponibili, al sito ufficiale della competizione, le modalità di iscrizione e partecipazione. VALENTINA SILVESTRINI startt.it | s-arch.net


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