PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA UILTRASPORTI CAMPANIA
ANNO 3, NUMERO 7/8
LUGLIO/AGOSTO 2011
“Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale” (art. 16 Cost.)
Editoriale
Ecco la stretta di mano che vale l’unità sindacale
Un’intesa nuovamente unitaria che deve segnare la prospettiva!
CGIL, CISL, UIL e Confindustria: siglato l’accordo per la riforma del modello di contrattazione
..sperando di non finire in Grecia! Il mondo del lavoro che cambia ed aggiorna i suoi strumenti, che ancora una volta rinnova i suoi attrezzi e che finalmente ritrova uno spirito comune per guardare avanti. Un momento di grandi incertezze, con manovre del Governo che ancora si abbattono sui cittadini, con sacrifici che perfino l’opposizione ha registrato utili per il Paese, anche se sollecitata dal Capo dello Stato che sembra l’unico ad avere le idee chiare anche di come si fa l’opposizione, ma la sua storia ne è la garanzia, oltre di come si dovrebbero interpretare le istanze comuni e non quelle soggettive. In un momento di tale portata, con gravi rischi di default per altri pezzi dei trasporti dopo quelli di Alitalia e Tirrenia, si sta delineando il fallimento delle strategie messe in campo nell’ultimo decennio, verso le liberalizzazioni di un comparto come quello del TPL che invece, dopo anni ed anni di annunci e stop and go, si ritrova con gli stessi lacci e lacciuoli di sempre, con le stesse diseconomie e con gravi segnali di recessione organizzativa ed industriale come a Genova, e di implosione gestionale e finanziaria in molte regioni, con i casi più eclatanti di Campania (che sempre si distingue in sfracelli) Sicilia, Calabria, Molise, che sono oramai al collasso e che sono solo la punta più avanzata di un sistema arrivato ad un punto di non ritorno, per cui o si cambia tutti insieme o si chiude e questo nessuno se lo può permettere. Siamo convinti che sia complicato spiegare alla gente cosa e come si fa per rinnovare i CCNL quando non si ha la certezza del presente, figurarsi del futuro della propria azienda; è difficile convincersi che il sistema che misura la rappresentatività sia utile a definire accordi buoni ed esigibili, che il sistema contrattuale premierà il lavoro e la produttività anche dei singoli; difficile ancor più se non si definisce un intervento comune di Governo, Parti Sociali e Governi locali che ridisegni i processi di governance del sistema in grado di accompagnare il settore fuori dal pantano e lontano dalla gestione “politica” verso un impianto virtuoso ed efficace. Sono ormai tre anni buoni che non si fa un passo avanti sul tavolo del rinnovo del CCNL della Mobilità, confronto a cui era stato affidato il compito soprattutto di riscrivere le regole del futuro di un settore che già era palesemente avviato inesorabilmente verso uno stato di crisi annunciata; confronto contraddistinto da fughe, deresponsabilizzazioni e divisioni delle parti datoriali, dettate soprattutto dalla pura esigenza di autorigenerazione di strumenti di gestione al servizio della politica che stanno segnando il fallimento del confronto e quindi dell’intero sistema, con un protagonismo insospettabile ma decifrabile dell’associazione delle società “private” che fa da scudo e paravento a quelle pubbliche, con cui, di tanto in tanto, si scambia il ruolo, assistiti dal gruppo FS che si presenta bene anche da solo in Pag. 2
Tanto tuonò che piovve! L’auspicata e in alcuni passaggi poco desiderata (da parte di qualche “compagno” ritardatario…) unità sindacale sembra essere stata incollata in una sera di inizio estate. Sei ore di contrattazione (poche….) hanno riconciliato al tavolo delle trattative CGIL, CISL e UIL, che a suon di manifestazioni divise hanno elaborato strategie diverse e in alcuni casi diametralmente opposte. Arbitro della controversia la “lady di ghiaccio” in tailleur bianconero. Due colori neutri, giusto per non confondersi con il rosso fuoco della Camusso, due donne a confronto e due culture che non possono continuare a condizionare dall’alto il mondo del lavoro, che è molto più unito di quanto loro stesse interpretano. Un accordo che segna un passaggio nelle relazioni industriali e che riguarda la rappresentatività e l'esigibilità dei contratti aziendali. La bozza d’accordo sviluppata in otto punti, di-
scussa per un intero pomeriggio, conferma quanto alla vigilia dell’incontro era stato auspicato. Ecco come si snoda l'accordo: Certificazione e Rappresentatività (soglia 5%): Vale il mix tra deleghe (certificate dall'Inps e trasmesse al Cnel) ed i voti nelle elezioni delle Rsu, da rinnovare ogni 3 anni. Per negoziare è necessario che il dato della rappresentatività per ciascuna organizzazione sindacale superi il 5% del totale dei lavoratori della categoria cui si applica il CCNL. Contratto nazionale come linea guida: La funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi “comuni” per tutti i lavoratori resta ad appannaggio del contratto nazionale, valido in tutto il territorio italiano. Maggioranza RSU vincolante: I contratti aziendali sono efficaci per tutti i lavoratori e vincolano tutti i sindacati se approvati dalla maggioranza delle RSU elette. In presenza di RSA per gli accordi
Il futuro dell’Asia L’estate rovente CTP e la sua proNapoli a Metronapoli vincia “portoghese” Pag. 3
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aziendali è indetto un referendum: In presenza delle RSA (che non sono elette ma nominate, in carica 3 anni), quando le stesse approvano, sempre a maggioranza, i contratti aziendali, questi devono essere sottoposti al voto dei lavoratori. Per la validità della consultazione è necessaria la partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto. L'intesa è respinta con il voto espresso dalla maggioranza semplice dei votanti. Clausole di tregua sindacale: I contratti aziendali che definiscono clausole di tregua (o vacatio…!) sindacale per garantire “l'esigibilità” degli impegni assunti sono vincolanti per tutte le rappresentanze sindacali dei lavoratori ed i sindacati, non per i singoli lavoratori. Punto Fiat: questo punto, che indirettamente incide sulla questione Fiat, in sostanza sancisce l'efficacia dei contratti collettivi aziendali già concluPag. 2 si con «intese modificative»
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