PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA UILTRASPORTI CAMPANIA
ANNO 6, NUMERO 1
GENNAIO 2014
“Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale” (art. 16 Cost.)
Qualità della vita: anche il tpl relega Napoli in fondo alla classifica
Editoriale
Ripartire da una coscienza politica che metta al centro delle proprie scelte il futuro della collettività
Anno nuovo vecchie abitudini
“
Che aspettative per il nuovo anno” è la riflessione che in molti in questi giorni stanno ponendo e si pongono nel tentativo di immaginare la fine di una recessione che, solida ed oramai inconfutabile, non ammette più bugie e tentativi malcelati di mistificazione magari lasciando immaginare luci e vie di uscita miracolose e immaginifiche, così come le intuizioni e le ricette che si sono succedute senza soluzione di continuità nel corso della più grave crisi che ha interessato ogni economia dal dopoguerra. La crisi non nasce da sola, non si produce per automatismi, è figlia di gestioni e comportamenti consapevoli di determinare difficoltà ma che, solo con l’irresponsabilità e l'egoismo di ritenere che ad altri spetteranno le soluzioni, si traducono in scelte sbagliate e deprimenti per l'economia ed il futuro di interi popoli ed in essi di intere generazioni. Purtroppo ognuno pensa che la soluzione sia innanzitutto nel cambio di comportamenti altrui, affidando a se stessi, troppo spesso, solo valutazioni e nessuna possibilità di partecipare alla svolta, limitandosi, in attesa che sia il corso della storia a cambiare gli eventi, ad assistere alla deriva senza nessun protagonismo. Oramai appare evidente come sia saltato e bocciato dalla storia un modello di sviluppo che riteneva di poter fare soldi con i soldi, che voleva affidare alla finanza la chiave di volta di ogni attività, secondo cui ciò che nel breve portava profitto e moltiplicava gli utili era perseguibile e soprattutto doveva costituire la discriminante per ogni scelta politica. Non è stato così: la bolla immobiliare nata negli Stati Uniti ha coinvolto le economie mondiali, nessuna esclusa; l’inattendibilità e l’inaffidabilità delle società di certificazione figlie dello stesso sistema che dovrebbero valutare hanno falsificato ogni economia; la produzione indecente e criminale della Cina ha minato ogni sistema industriale, costretto a confrontarsi con livelli di lavoro più simili alla schiavitù che a quelli di un mondo che si affacciava al terzo millennio. In questo contesto solo immediati interessi ed una visione corta dell'orizzonte di riferimento di interi Paesi hanno potuto sottovalutare e, peggio ancora, sottacere quello che era chiaro stava avvenendo, con egoismi e nazionalismi che hanno finito per sconvolgere anche i sani obbiettivi posti dalle integrazioni continentali o dalle deboli proposizioni della democrazia a interi Paesi, che non potevano essere indotti a un cambiamento che, in altri tempi e per altri luoghi, aveva potuto poggiare su forze sane e autoctone alla base di una crescita culturale e politica, di cui oggi non si ritrovano tracce nemmeno in quelli che si pongono come innovatori di altri, mentre sono protagonisti delle loro stesse sconfitte. La prospettiva è necessariamente figlia di ciò che saremo in grado di determinare e se si continua a pensare all'immediato senza traguardare obiettivi di medio e lungo termine, ogni scelta sarà destinata a fallire aggravando ulteriormente la condizione di milioni di cittadini. Pensare al futuro deve essere la scelta, sapendo che spesso per perseguire scelte condivise bisogna fare compromessi e mediazioni che non sempre pagano, ma se si vuole condizionare e disegnare il futuro si deve necessariamente mettere in conto qualche rinuncia anche di potere. Viviamo un sistema di preoccupante appiattimento, dove riesce sempre più difficile individuare le differenze poste dalla politica nelle sue diverse espressioni, ogni giorno è più compliPag. 2
A
nche il 2013, come ogni anno, ha regalato nuove e piacevoli sorprese sul fronte degli studi sulla qualità della vita all'interno del nostro beneamato Stivale. Nonostante la grave crisi economica, molto più della metà sono infatti le province italiane in cui i livelli di qualità hanno raggiunto almeno la soglia dell'accettabilità. Il miglior dato degli ultimi cinque anni, non per Napoli però, né ovviamente per le restanti province campane, tutte relegate agli ultimi posti della classifica stilata. Tristemente non ce ne sorprendiamo, calcolando infatti le stime in base ad indicatori quali ambiente, lavoro, disagio sociale, criminalità, tenore di vita, salute e servizi offerti, immediata salta alla mente l'associazione a cupe realtà che caratterizzano il nostro territorio: emergenza rifiuti, Terra dei fuochi, disoccupazione crescente, camorra, malasanità e trasporto pubblico al collasso. Già, ancora i trasporti, il pane che mastichiamo quotidianamente, il micro-mondo di cui ci occupiamo e che riteniamo in qualche modo possa erigersi a risposta del perché continuiamo a scorrer il dito sdegnatamente fino al fondo della suddetta classifica per scovare Na-
Crisi sociale: scelte sbagliate che riducono i servizi... Pag. 2
poli e le altre città della Campania. Una realtà in rovina, che continua ormai da anni a tramandarsi da un'amministrazione all'altra, al pari di un fardello ereditato che giustifica la politica dell'innocenza e dell'impossibilità inevitabile al cospetto di scelte pregresse. Davvero facile così. Ma è giunta l'ora di dire basta, di invertire la rotta, l'ora in cui ognuno si faccia carico delle proprie responsabilità, accantonando una volta e per tutte la fastidiosissima visione egoistica e qualunquistica che antepone il cambiamento altrui alla ricerca delle soluzioni. Ed è per questo infatti che dopo tanti anni di politica dei trasporti condizionati dalla retorica delle grandi opere e delle infrastrutture strategiche, comincia ad emergere la consapevolezza che a fare la differenza siano finalmente i servizi, quelli offerti ai cittadini, quelli che dovrebbero avvicinare l’utente al trasporto. Elaborare nuovi piani del traffico, ridurre l’impiego dell’auto privata, favorire gli spostamenti in metro e in bus, è questo quello di cui avremmo bisogno per dare la garanzia ai cittadini di una qualità della vita più elevata ed un sistema della mobilità più effi-
MCNE: rischio chiusura della linea metropolitana Pag. 4
Il Sud corre con Sita da cento anni Pag. 5
cace e sostenibile. Ma non può essere semplice se l’impegno per far fronte ai pesanti tagli imposti dal governo al trasporto pubblico locale continua a venire sempre meno in una città come la nostra. Le decurtazioni hanno già avuto un impatto notevole sia sugli utenti, con una riduzione del numero e della frequenza delle linee urbane ed extraurbane, sia sulle aziende stesse, il cui personale continua a soccombere ad una situazione limite che si proroga da troppo. Occorrono investimenti, questo è sicuro, occorrono soldi che siano indirizzati a rendere i mezzi pubblici efficienti, perché l’efficienza del servizio e la cura del cittadino sono e devono essere la priorità. Rafforzare il tpl, curarlo, salvare il settore. Non farlo sopravvivere, ma dargli vita. Una sfida difficile, che si gioca in tempi stretti, ma l’unica che può consentire davvero di rilanciare nuovamente il settore, difendere i livelli occupazionali e donare agli utenti il sacrosanto diritto alla mobilità cittadina. Perché alla gente il trasporto serve, alla gente che di trasporto ci vive, a quella gente che il Pag. 2 trasporto lo paga ma del
Il D.L. contro il lavoro irregolare
Novità per affitti e acquisto casa
Velo: discriminazione o identità? Bonasera Bella 'Mbriana mia