Si regionalizzi l'intero CNVVF e non solo i volontari

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DIBATTITI

Un vivo interesse ed un certo dibattito fra i vigili del fuoco volontari è stato generato dalla presentazione al Senato da parte del gruppo della Lega di un DDL recante “Delega al Governo per l’adozione di norme in materia di regionalizzazione, tutela previdenziale e antinfortunistica della componente volontaria del Corpo nazionale dei vigili del fuoco” (n. 366 del 14 maggio 2018)

■ Carlo Alberto Cocchi, Presidente del Coordinamento Pompieri Volontari Emilia Romagna, autore dell'articolo

in questione dovesse appunto “meritarsela” e non scaturire invece da un atto dovuto. Comunque, non si può che accogliere con un giudizio molto positivo questa iniziativa, se non altro perché pone il tema sotto i riflettori e vede praticamente l’appoggio di un intero gruppo parlamentare di una forza politica ora parte dell’esecutivo, il che lascia ben sperare in una benevola risoluzione dell’annosa questione. Quanto poi all’aspetto della “regionalizzazione”, senza entrare nello specifico del dettaglio normativo proposto, è innegabile come questa rappresenti un tema innovativo e di interesse. È infatti sotto gli

■ di Carlo Alberto Cocchi*

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noto a tutti come provvedimenti di tale natura al momento non possano che rappresentare una mera proposta, peraltro formulata in momento antecedente la formazione dell’attuale Governo, tuttavia è innegabile che tale atto contenga interessanti spunti di riflessione. Certamente di grande rilievo l’aspetto riguardante la tutela previdenziale ed una auspicata parità di trattamento fra personale volontario e personale di ruolo in caso di infortunio o decesso. Da anni la componente volontaria del Corpo si batte per il raggiungimento di questo obiettivo secondo l’assunto che, a parità di rischio corso, medesime devono essere le tutele. Tuttavia una tale enunciazione di principio, che molto probabilmente per il comune sentire dovrebbe trovare un tanto immediato quanto legittimo accoglimento, ha avuto ed ha inspiegabilmente vita difficile. Non può infatti non venir ricordato l’effimero successo ottenuto nella allora “Legge Finanziaria 2011” (L. 183/2010), ove venne inserito e finanziato il riconoscimento all’armonizzazione dei trattamenti con lo strumento della delega legislativa

«Non si può che accogliere con un giudizio molto positivo questa iniziativa, se non altro perché pone il tema sotto i riflettori e vede praticamente l’appoggio di un intero gruppo parlamentare di una forza politica ora parte dell’esecutivo, il che lascia ben sperare in una benevola risoluzione dell’annosa questione» occhi di tutti come le recenti riorganizzazioni interne al Corpo (che hanno dato un maggior risalto alle Direzioni Regionali), unito alla sempre crescente attenzione da parte delle Regioni e delle loro Agenzie di Protezione Civile nella ricerca di una sinergia funzionale con il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, spesso con specifiche attenzioni anche verso i suoi volontari (sfociante in convenzioni o provvedimenti normativi tesi a favorire l’aspetto della formazione piuttosto che l’acquisto di mezzi o attrezzature), possa-

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Maggiori tutele ed un nuovo assetto per i Vigili del Fuoco volontari?

da esercitarsi nei successivi 18 mesi, lasciati colpevolmente trascorrere in una raggelante inerzia legislativa da parte degli esecutivi in carica, fino alla decadenza della delega stessa. Da allora, sorte simile è toccata agli emendamenti caldeggiati dalle rappresentanze della componente volontaria, presentati nelle varie Leggi di Bilancio ma sempre respinti in ultimo magari con la giustificazione delle carenze di fondi (e pensare che a regime l’impegno finanziario si aggira attorno al milione di euro) o sulla base di addotte scale di merito rispetto ad altri provvedimenti, come se il vigile del fuoco volontario la tutela

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