"Nuova" casa per i VVF volontari di Inveruno

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VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI EMERGENCIES

Il taglio del nastro è avvenuto nel corso di una cerimonia festosa il primo dicembre dello scorso anno, alla presenza del Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Lombardia, Dante Pellicano, del Comandante Provinciale di Milano Carlo Dall’Oppio, dell’assessore Regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, del Sottosegretario al Ministero degli Interni con delega al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Stefano Candiani ■ di Francesco Mazzilli

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a caserma di Inveruno, ampliata e rinnovata, è stata presentata ufficialmente ai

cittadini nel corso di una cerimonia davvero ricca di entusiasmo, con un’insolita concentrazione di autorità e l’accompagnamento del locale Corpo musicale di San-

ta Cecilia. Presenti i comandanti di tutte le province lombarde, i sindaci e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine del territorio, oltre al presidente emerito

■ Il taglio del nastro da parte delle autorità. Accanto a Sindaco di Inveruno Sara Bettinelli, iI Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Milano Carlo Dall'Oppio, il Sottosegretario agli Interni Stefano Candiani e il Direttore Regionale VVF della Lombardia Dante Pellicano

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L’inaugurazione della nuova casa dei Vigili del Fuoco Volontari di Inveruno

dell’Associazione nazionale Vigili del Fuoco Volontari nonchè Delegato europeo dell'Associazione mondiale Gino Gronchi, che, a margine della cerimonia, ha rilasciato gli attestati d’onore alle autorità, coadiuvato dall’ottimo capo distaccamento Paolo Riccardi. A fare gli onori di casa sul palco il sindaco di Inveruno, Sara Bettinelli, che ha voluto sottolineare il lavoro concreto dei Vigili del Fuoco Volontari, prestato in caserma dopo le ore di servizio per svolgere attività di lattonieri, idraulici, muratori, elettricisti e

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Un restyling per la caserma dei pompieri inverunesi Dopo quasi vent’anni di promesse il municipio mette mano al portafogli e amplia la sede dei VVF volontari attivi in tutto l’Alto Milanese da oltre un secolo e mezzo. Naufraga invece il progetto (già approvato) di una caserma ex-novo ■ di Antonio Ascanio Mangano*

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uando per le vie sfreccia il camion rosso dei pompieri, forse non tutti sanno cosa ci sta dietro. Nella maggior parte dei casi si tratta di un lavoro come un altro, seppur a volte rischioso e non proprio adatto a chiunque. Molti ignorano l’esistenza di caserme rette da soli pompieri volontari. Già, stessi automezzi, identica targa con le rosse iniziali V ed F, medesima divisa ma volontari. Nulla di straordinario, funziona così in tutta Europa: pompieri stipendiati nelle grandi città e in provincia solo cittadini (appositamente addestrati, ovviamente) pronti a soccorrere gli stessi vicini di casa. Una sussidiarietà che, ove applicata, permette ai pompieri d’intervenire nell’immediato al verificarsi di un’emergenza, piccola o grossa. Questo principio, a dispetto dell’ovvia saggezza, in Italia è poco diffuso, forse perché i VVF, essendo di Stato, vengono visti alla stregua d’un ammortizzatore sociale qualunque (meno volontari=più posti di lavoro). Nelle Regioni e Province Autonome ogni piccolo Comune ha la sua brava casermetta di pompieri non stipendiati. La sola Provincia di Bolzano conta 16mila VVF volontari (numerini, se si pensa che la Germania può contare su 1milione e 200mila pompieri non di ruolo). Una capillarità, ahinoi, lontana da raggiungere per il resto della penisola, nella quale sono in servizio appena 6mila pompieri volontari, lo stesso numero di quelli operativi nella sola Provincia Autonoma di Trento. A questa cronica carenza si cerca di sopperire coi 30mila vigili di professione, ma non è abbastanza. Se consideriamo che il tempo medio di risposta “italiano” s’assesta sui 17 minuti dalla richiesta di soccorso (con la Basilicata ultima della classe, dove la media è di 24’) il nostro Alto Milanese è da considerarsi

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quant’altro fosse necessario alla ristrutturazione. Il sindaco ha ringraziato i pompieri «che ad Inveruno sono presenti dal 1861

un’isola felice. I presidi dei pompieri comunali d’un tempo sono stati mantenuti e acquisiti dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, tanto che ci sono caserme di soli volontari sia ad Abbiategrasso che a Corbetta ma anche nella confinante Magenta. Una storia ultracentenaria Del corpo dei Civici Pompieri di Inveruno si hanno notizie già dal 1° settembre 1861, quando un grosso incendio sviluppatosi nella vicina Cuggiono richiede l'intervento dei pompieri inverunesi, avvisati dal sagrestano che era solito chiamare i volontari lavoratori alla pompa idraulica suonando la campana “a martello”.

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Fra i tanti dati interessanti, nella centenaria storia del corpo locale dei pompieri, ricordiamo il loro decisivo intervento, con la prima pompa idraulica, nell'incendio del 1865 che causò la distruzione di 40 fabbricati; nel 1899 la filatura Muggini fu salvata dalla completa rovina; nel 1907 fu isolato, nel triangolo via Dante – Fiori – Roma, un incendio che avrebbe potuto distruggere tutto il borgo. I tanti progetti per la nuova sede Un tempo, i locali pompieri depositavano le attrezzature in una casermetta di Viale Lombardia. Nel 1966 ne fu costruita una nuova più grande, che è poi la sede attuale, tanto che i pompieri vengono ormai

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■ Il folto pubblico intervenuto all’inaugurazione. In prima fila le autorità civili e militari.

e sono quindi parte integrante della cultura locale» ed ha esteso il ringraziamento alle aziende locali, che hanno offerto il materiale necessario al completamento della struttura. «Qui i Vigili del Fuoco oggi sono 45 ma ben presto potrebbero salire a 50», ha esordito il Comandante provinciale di Milano Carlo Dall'Oppio», spiegando che, proprio in questo periodo, si stanno svolgendo i corsi che porteranno a formare almeno un’ottantina di nuovi giovani pompieri, che saranno dislocati nei vari distaccamenti della provincia meneghina. «Il distaccamento di Inveruno è inserito nel dispositivo di soccorso del comando provinciale, che ha quattro sedi al servizio territorio

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urbano, 7 distaccamenti permanenti e 13 volontari, che garantiscono tutti il soccorso in 20 minuti come prescritto. Quello di Inve-

runo», ha continuato il Comandante, «è una garanzia assoluta per i 13 comuni di competenza e i loro 90mila abitanti, considerata

soprannominati i “volontari di via Lazzaretto”. Quella caserma, purtroppo, dalla sua costruzione, non fu mai oggetto di restyling. Le opere di tinteggiatura vennero eseguite con periodicità dagli stessi vigili, ma ormai “stucco e pittura” non facevano più fare “bella figura” (come recita un adagio lombardo). I locali, negli anni, divenuti quasi fatiscenti e una perdita d’acqua dallo scarico dell’appartamento del custode rendevano poco igienico l’uso della sala mensa sottostante, anche a causa della caduta di calcinacci. Poi, un’unica e angusta camerata per il presidio notturno e un solo piatto doccia per 45 vigili (inclusa una donna). Già nei primi anni del nuovo millennio l’amministrazione comunale rassicurava: «Abbiamo acquisito un’area

■ La caserma è situata in una zona nevralgica dell’Alto Milanese. A sottolinearlo, la presenza di una nutrita rappresentanza di sindaci del territorio

in via Varese, a ridosso della Provinciale che porta a Buscate e lì costruiremo la nuova caserma». Infatti, la sede di via Lazzaretto è di proprietà del Comune, anche se quest’ultimo riceve (o dovrebbe ricevere) un canone di locazione dal Comando Provinciale dei VVF. Persino le utenze, quali: acqua, metano e telefoni, sono a carico del quartier generale di Via Messina, così come il carburante per gli automezzi e la manutenzione degli stessi. Un progetto su carta in realtà esisteva, anzi ce n’erano addirittura due e questa è già una stranezza di per sé. Una prima planimetria la disegnò l’architetto Massimo Stucchi che, oltre ad essere il comandante

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■ Il capo distaccamento di Inveruno Paolo Riccardi con l’Assessore Regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato

la media di intervento di circa 800 uscite annuali delle quali la metà solo per incendi, un numero su-

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periore alla media nazionale dei distaccamenti permanenti» e ha rilevato che la tempestività degli interventi è favorita dall’ubicazione della caserma, vicina alle principali arterie stradali della zona. Il Sottosegretario Stefano Can-

dei VVF di Lodi, è il referente per la progettazione delle nuove sedi di servizio di tutta la Lombardia. Un progetto ben fatto, che era subito piaciuto a molti (volontari in primis) ma non all’amministrazione comunale in quanto “troppo” dispendioso: si parlava di una cifra vicina al milione di euro. Il compianto vicesindaco Luigi Garavaglia - che ai suoi pompieri ha sempre voluto bene anche perché nelle fila dei volontari locali aveva un figlio e uno zio, quest’ultimo in congedo - provò a ideare un sistema diverso per far nascere la nuova caserma. Bussò agli eredi Marcora che sono praticamente proprietari di quasi tutti gli edifici che sorgono sul lato sinistro della via Lazzaretto (abitazioni e capannoni industriali).

diani ha ricordato la straordinaria efficienza del dispositivo di soccorso urgente italiano, da poco riconosciuto anche a livello internazionale con la certificazione Insarag delle Nazioni Unite per

L’unico tassello che sarebbe mancato ai discendenti del Ministro democristiano era proprio quel terreno dove sorge la caserma dei vigili. Luigino (com’era chiamato in paese) cercò di fare il colpo grosso e a farsi consegnare, dai Marcora, una caserma fiammante in cambio del rudere di via Lazzaretto. Per rendere più allettante lo scambio l’amministrazione comunale diede l’opportunità agli stessi figli del senatore di far riprogettare una nuova caserma un po’ più economica di quella prevista dal computo iniziale. I bei disegni di Stucchi vennero, di fatto, cestinati e il Comune presentò al Ministero - i VVF, seppur volontari, sono alle dipendenze del Viminale - un progetto che fu

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A corredo della manifestazione e per la gioia dei cittadini presenti si sono potuti ammirare i “diorami” di Sergio Salemi, vigile del fuoco con l’hobby di costruire le scene degli interventi su plastici in miniatura di grande impatto visivo, e l’immancabile Isotta Fraschini del 1913 che il museo dei VVF di Milano concede solo per le occasioni importanti

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■ Una foto ricordo dei Comandanti dei distaccamenti delle province lombarde con le autorità, tra cui, a sinistra, il presidente emerito dell’Associazione nazionale Vigili del Fuoco Volontari nonchè Delegato europeo dell'Associazione mondiale Gino Gronchi

le squadre USAR Areu-Vigili del Fuoco. Candiani ha poi elogiato i pompieri volontari, così preziosi

per il territorio, perché capaci di «compiere il grande miracolo di unire una comunità in tutte le sue

subito bocciato: non erano stati previsti gli spogliatoi e neppure un locale da adibire a centralino telefonico. Al posto delle docce erano state disegnate - per sbaglio - delle comode vasche da bagno. Il Garavaglia, supportato dall’assessore ai lavori pubblici Serati, dovette rimettere mano al progetto, poi ripresentato al Ministero, che, infine, approvò. Rassicurante (ma faceva anche sorridere) il Piano investimenti triennale per le opere pubbliche previsto dal bilancio di previsione del Comune di Inveruno: 1 milione di euro già “stanziato” per la nuova caserma nel 2010 mentre cifra analoga fu poi destinata alla costruzione della pista d’atletica nel 2011. Proprio nel 2011 i pompieri inverunesi spensero le 150 candeline,

molteplici e differenti funzioni, avvicinando istituzioni e cittadini». Il sottosegretario agli Interni

ma nessuna traccia di posa della prima pietra della nuova promessa caserma. Peccato, perché i quattrini per l’acquisto degli arredi, a detta dell’allora Sottosegretario alle Infrastrutture nonché primo cittadino di Arconate Mantovani, erano già “in un cassetto”. Finalmente il restyling Col 2014 è la nuova Amministrazione Bettinelli a proporre di metter mano alla vecchia struttura piuttosto che realizzarne una nuova. Dal milione (sulla carta) s’è passati a 160mila euro sull’unghia, coi quali costruire una nuova ala della caserma che ora ospita le camerate, i nuovi servizi igienici e le docce. Poi una cordata tra imprese e artigiani locali e la mano-

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ha poi parlato della volontà del Governo di potenziare il numero dei Vigili del Fuoco effettivi, augurandosi che cresca anche quello dei volontari. «Vorremmo che ci

dopera gratuita degli stessi pompieri che - essendo volontari, nella vita svolgono anche mestieri attinenti l’edilizia, la decorazione e l’impiantistica - ha permesso di rinnovare pressoché interamente la sede di via Lazzaretto. Certo, il progetto dell’architetto Stucchi era molto più attraente ma, come si dice da queste parti, “piutost che nient le mej piutost”. Un ottimo lavoro, eseguito esclusivamente con risorse locali: Amministrazione Comunale, imprese, associazioni e mano d’opera gratuita degli stessi volontari. Al taglio del nastro – oltre ai vertici provinciali e regionali dei VVF – anche il Sottosegretario al Ministero degli Interni con delega, appunto,

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al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Stefano Candiani. Peccato che ai complimenti di rito (ad hoc, ovvio), siano seguiti post sui social (di qualche addetto stampa del Viminale immaginiamo) con hashtag ad effetto che fanno credere – a chi non conosce il volontariato pompieristico – che a Inveruno il Governo abbia insediato un nuovo presidio di vigili del fuoco. Perché a Inveruno - si sappia - i VVF (tutti volontari) ci sono da 157 anni e per il restyling della caserma non è arrivato un solo euro, né dal governo centrale e neppure dal Pirellone. *Giornalista freelance e VF volontario a Inveruno dal 1999

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■ Un “diorama” del Vigile del Fuoco Volontario Sergio Salemi esposto alla manifestazione

fosse un distaccamento in ogni paese per risolvere i problemi con tempestività ed efficacia», ha auspicato, «perché il sistema del soccorso si arricchisce ogni volta che c’è una persona che si aggiunge». A corredo della manifestazione e per la gioia dei cittadini presenti si sono potuti ammirare i “diorami” di Sergio Salemi, vigile del fuoco con l’hobby di costruire le scene degli interventi su plastici in miniatura di grande impatto visivo e l’immancabile Isotta Fraschini del 1913 che il museo dei VVF di Milano concede solo per le occasioni importanti.

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