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Il ciclo di vita della produzione di aggregato riciclato

Ance Brescia e la collaborazione per la ricerca di dottorato sulla valutazione degli impatti

Il settore delle costruzioni consuma circa il 50% del totale delle materie prime disponibili, utilizzando enormi quantità di risorse naturali e di suolo da cui queste materie prime vengono estratte. Allo stesso tempo, i rifiuti da costruzione e demolizione corrispondono a più del 35% del totale dei rifiuti prodotti con circa 60 milioni di tonnellate ricavate annualmente solo in Italia.

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Da questi elevati quantitativi è chiaro come la possibilità di riciclare il materiale sia molto alta e permetterebbe di ottenere benefici dal punto di vista ambientale, migliorando inoltre la qualità della vita di ogni essere umano. Dimostrazione di ciò è l’elevato tasso di recupero che si cresce di anno in anno, sino ad arrivare ad includere circa il 78% dei rifiuti in ingresso negli impianti di tutto il Paese.

Nonostante tali considerazioni, gli attuali riutilizzi dei materiali riciclati si limitano a riusi meno nobili, come ad esempio per sottofondi stradali o riempimenti. Mentre potrebbero essere utilizzati per innumerevoli tipologie di lavorazione, senza invidiare nulla per caratteristiche di qualità e resistenza ad altri materiali. Allo stesso tempo, assume sempre più rilevanza la necessità di valutare gli impatti ambientali di un prodotto o di un processo lungo tutto il suo ciclo di vita. Tali dati vengono analizzati tramite una metodologia analitica e sistematica che si chiama Life cycle assessment (Lca).

Con lo scopo di promuovere i temi legati alla sostenibilità nel settore delle costruzioni, Ance Brescia in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia, ha finanziato il dottorato di analisi sul Life cycle assessment. Scopo della ricerca è valutare gli impatti ambientali generati dalla produzione degli aggregati riciclati, mettendoli a confronto con quelli naturali ricavati dall’estrazione di sabbia e ghiaia da cave.

Per svolgere questo confronto, è stato studiato e analizzato il caso specifico di un impianto di recupero di rifiuti di un’impresa della provincia di Brescia. La collaborazione diretta ha permesso di ricavare il maggior numero possibile di dati primari e veritieri, senza dover occorrere a database online, se non per alcune informazioni specifiche.

I risultati

I rifiuti da costruzione e demolizione, da cui poi si ottiene l’aggregato riciclato, vengono ricavati da diversi processi di demolizione e trasportati poi per circa 20 km fino all’impianto di trattamento. Il materiale, dopo essere stato accumulato, tra le diverse operazioni, viene poi frantumato e deferrizzato tramite un frantoio mobile e raccolto in cumuli, pronto per la caratterizzazione. Tale processo permette di definire e individuare le varie specifiche tecniche del prodotto per ottenere poi la sua compatibilità ambientale. A differenza dei rifiuti da costruzione e demolizione che per poter raggiungere l’impianto di trattamento devono percorrere diversi chilometri, gli aggregati naturali vengono estratti direttamente dalla cava presente in impianto per poi subire il processo di lavorazione che genera il prodotto finito.

Dalla raccolta dati svolta presso l’impianto, analizzando quindi gli impatti calcolati sulla base di tutte le lavorazioni svolte per entrambe le tipologie di aggregato, dato il maggior numero di macchinari im-