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focus l’industria delle costruzioni

del periodo gennaio-settembre 2021 a 42,08 mld dell’anno successivo (+108,2%). Il 2021, come anticipato, aveva segnato una flessione del 14,9% in valore, in parte legata al confronto con l’ammontare record rilevato nel 2020 (a sua volta, +21,5% su base annua).

La significativa crescita in valore registrata nel periodo in esame (+108,2%) risulta pressoché generalizzata a quasi tutte le classi di importo, ma con intensità diverse. L’espansione dei valori banditi risulta infatti trainata dalle gare di importo più rilevante, a partire dalla fascia 20-50 mln che registra variazioni del +92%, fino a valori più che quintuplicati per la classe di importo superiore ai 100 mln. Aumenti caratterizzano anche le fasce da 5 a 20mln e 150mila-1mln. Segno negativo per i segmenti fino a 150mila e 1-5 mln.

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Lo stato di attuazione del Pnrr per l’edilizia

Le previsioni per il 2023 tengono conto principalmente dell’attuazione del Pnrr. L’auspicabile impennata della spesa per la concretizzazione del Piano inciderà positivamente sulle prospettive del comparto delle opere pubbliche per l’anno in corso che, secondo la stima dell’Ance, segnerà un aumento del 25% nel confronto con il 2022.

Appare opportuno ricordare che circa la metà dei 222 miliardi di investimenti previsti nel Piano europeo coinvolgono il settore delle costruzioni. Si tratta di 108 miliardi di euro che hanno visto quasi del tutto completata la fase di programmazione e riparto e si apprestano ad entrare nella fase realizzativa.

In particolare, sui livelli produttivi 2023 peserà, oltre alla prosecuzione dei cantieri Pnrr in corso, l’avvio dei lavori che coinvolgono gli enti territoriali, respon-

Occupazione in crescita. Calano le imprese

La ripresa del settore delle costruzioni negli ultimi due anni ha registrato ricadute positive sui livelli occupazionali, che nei primi sette mesi del 2022 hanno portato con sé un +22,2% del numero di ore lavorate e del 17,1% del numero dei lavoratori iscritti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dati del monitoraggio della Cnce su 113 Casse edili / Edilcasse). Tale andamento positivo segue già l’ottima performance del 2021, che aveva segnato incrementi prossimi al 30% per le ore lavorate e superiori al 10% per i lavoratori iscritti.

Anche i dati Istat sulle forze di lavoro forniscono conferme in tal senso: nel primo semestre 2022 gli occupati nelle costruzioni sono circa 1.550.000 e rappresentano il 25,2% dei lavoratori operanti nell’industria nel complesso e il 6,2% di quelli nell’intero sistema economico nazionale. La crescita degli occupati nel settore (+10,2%) è dovuta soprattutto ai lavoratori dipendenti, i quali incidono per i due terzi sul totale e risultano in aumento del 12,3% rispetto al primo semestre 2021.

l’incremento tendenziale si attesta al 6,5%.

sabili, più o meno direttamente, del 45% dei fondi destinati ad opere edili, ovvero di investimenti di varia natura che vanno dagli interventi di messa in sicurezza ed efficientamento degli immobili pubblici, a quelli per la costruzione di nuove scuole, asili nido e scuole per l’infanzia, fino ad arrivare agli interventi per la rigenerazione urbana.

Per il settore delle costruzioni, il raggiungimento degli obiettivi di spesa del Pnrr nel 2023 richiede uno sforzo senza precedenti, che coinvolge sia l’apparato pubblico, sia gli operatori privati. Al momento persistono, anche per il 2023, le difficoltà che hanno di fatto determinato i ritardi rispetto alle previsioni di spesa del 2022, quali il “caro materiali”, la scarsa capacità amministrativa degli enti, soprattutto locali, e la carenza di manodopera e di figure professionali qualificate.

Dal punto di vista procedurale e finanziario, risulta quasi del tutto completata la fase di riparto dei fondi Pnrr ai territori. Al 15 ottobre 2022, dei 108 miliardi di euro destinati ad interventi di interesse del settore delle costruzioni, 96 miliardi, pari all’89%, risultano «territorializzati», ovvero per tali finanziamenti è possibile individuare i territori nei quali le risorse europee produrranno effetti in termini di investimenti realizzati. Le regioni che ospitano i maggiori investimenti sono la Campania e la Lombardia, entrambe con 11,5 miliardi di euro, seguono la Sicilia con circa nove miliardi di euro e il Veneto con 8,5 miliardi.

Scarica la versione completa dell’indagine congiunturale sull’industria delle costruzioni (ottobre 2022)

Nasce il innovationdigital hub italiano delle costruzioni

Il settore edile ha un nuovo alleato per lo sviluppo tecnologico. Si chiama Dihcube ed è il primo hub digitale italiano delle costruzioni e dell’ambiente costruito, coordinato da Ance nazionale, selezionato dal Ministero dello Sviluppo economico e dalla Commissione europea per entrare a fare parte della rete iniziale dei Digital innovation hub europei. Dihcube ha come focus tecnologico il trasferimento di conoscenze e tecnologie digitali innovative per le costruzioni e l'ambiente costruito, per promuovere e valorizzare la nascita di un ecosistema innovativo attraverso l’integrazione dei più promettenti trend tecnologici in un processo di trasformazione digitale del settore del settore. Il progetto si rivolge alla filiera delle costruzioni nel suo insieme e alla gestione e innovazione dell’ambiente naturale ed edificato. Oggi, il settore in Italia soffre di scarsa digitalizzazione e bassa produttività, si segnala infatti una crescita media annua del 3,6% per la manifattura e dell’1% delle costruzioni. Mentre nei Paesi che usano metodologie digitali anche nelle costruzioni si è rilevato un sensibile incremento di produttività, un miglioramento della qualità dei prodotti, una riduzione dei costi e tempi di realizzazione. Dihcube si inserisce quindi in un contesto di rafforzamento della competitività del settore e del Paese.

L’hub è specializzato nel campo e nella diffusione dell'intelligenza artificiale, con conseguenti implicazioni nel campo del calcolo ad alte prestazioni di supporto e ricadute significative anche nel campo della sicurezza informatica, proseguendo la sua azione nella sensibilizzazione verso tutte le tecnologie abilitanti che identificano questo particolare settore di produzione, come ad esempio: i sistemi avanzati di stampa 3D, i rilievi digitali ad altissima definizione, le tecniche di modellazione Bim avanzata.

Il target dei possibili clienti di Dihcube è rappresentato da tutte le aziende e realtà della filiera delle costruzioni, e soprattutto le piccole e medie imprese, sia come imprese di costruzione e artigiani specializzati, sia come produttori di componenti e macchine operative. Sono inclusi anche i committenti e i gestori immobiliari, sia pubblici che privati, dalle società di ingegneria, architettura e dai professionisti. Non meno decisivi sono i soggetti pubblici, considerato il ruolo di driver al cambiamento svolto dalla Pubblica Amministrazione nei confronti della filiera e alla crescente digitalizzazione degli appalti pubblici. Pertanto, l’hub concretizza il suo intervento attraverso una serie di servizi di livello nazionale ed europeo dedicati alle costruzioni.

La domanda di innovazione digitale che Dihcube intende soddisfare è rafforzare l’azione nella prima digitalizzazione diffusa e fornire al contempo consulenza specializzata per alcuni particolari impieghi di nicchia.

Partner Dihcube

Ance

Federcostruzioni

ITC - CNR

Ente nazionale per il Microcredito

Officine Innovazione Srl

Politecnico di Milano - DABC

SMILE-DIH

STAM Srl

STRESS Distretto Tecnologico Costruzioni Sostenibili

Università degli Studi di Brescia - DICATAM, DII Università degli Studi di Napoli - Federico II

Università Politecnica delle Marche - DIISM, DII, DICEA ad entrare a farne parte. Dihcube prevede, infine, di costituire sette cluster tematici: Ict&dih; Industria, Sostenibilità ed Economia circolare; Pubblica amministrazione; Competence center e Laboratori di ricerca; Patrimonio immobiliare; Fondi; Standard e normative. I cluster supporteranno l’hub nella sensibilizzazione del mercato sugli aspetti digitali, raccogliendo le esigenze dello stesso per migliorare la tipologia dei servizi da offrire. La piattaforma di Dihcube permetterà inoltre di valutare la maturità digitale degli utenti prima e dopo la fornitura dei servizi. In questo modo sarà possibile verificare l’effettiva crescita digitale degli utilizzatori. I risultati saranno poi condivisi con il Digital transformation accelerator, il servizio creato dalla Commissione Europea per supportare e monitorare le attività degli hub digitali. tecnologia

Immerso nel verde della Bassa Bresciana il Castello di Padernello s’erge orgoglioso a testimoniare come la bontà del costruito sappia resistere ai secoli e alle traversie. Fondamenta solide, struttura possente ma aggraziata, il maniero è stato restituito quasi completamente all’originario splendore grazie alle cure dapprima, siamo negli anni Ottanta del secolo scorso, dell’Associazione Amici del Castello, e in seguito della Fondazione Castello di Padernello. Quest’ultima nasce nel 2005 come Fondazione di partecipazione, da allora continuamente e attivamente impegnata a recuperare e a gestire il Castello, anche attraverso un’efficace opera della sua promozione. Nello stesso anno, infatti, la struttura è acquistata dal Comune di Borgo San Giacomo e da un gruppo di imprenditori che diedero il via ai lavori di restauro. Sia la proprietà pubblica sia quella privata offrono in comodato d’uso gratuito ventennale l’immobile alla neocostituita Fondazione. Ogni visita che compio al borgo e al Castello rinnova il piacere di un incontro con la storia e l’architettura dei secoli andati, e apre una riflessione sulle efficaci tecniche di restauro delle quali oggi disponiamo. Come ogni castello del passato che si rispetti, la nobile fortificazione della Bassa Bresciana è circondata da un fossato e l’accesso è consentito da un ponte levatoio, tuttora funzionate. Una superficie di quattromila metri quadri ospita 130 stanze. Al tramonto del XIV secolo è Bernardino Martinengo, dell’omonima famiglia di origine bergamasca, legata alla Serenissima Repubblica di Venezia, il protagonista della costruzione del castello a pianta quadrata con gli angoli protetti da quattro torri di difesa. Da circa tre secoli prima la famiglia che prese il nome dal ricco centro della Bassa Bergamasca era insediata a Borgo San Giacomo, che in quei secoli si chiamava Gabiano. Vi sarebbe rimasta sino ai prime decenni del 1800, mentre nella seconda meta del XIX secolo le loro proprietà, compreso il Castello di Padernello, si trasferiscono in capo alla famiglia Salvadego Molin Ugoni. Terminato intorno al XV secolo, il maniero è oggetto nel tempo di profondi interventi sin dal secolo successivo. Un considerevole cambiamento dell’architettura, fun-