Notiziario "L'Amaca" - Edizione XI Settembre 2012

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Anno 20012 Numero 11, settembre

Carissimi soci, ecco la undicesima edizione del notiziario dell’ Associazione A.M.A. Le parole scorrono e ci regalano emozioni! Un grazie, a chi si impegna insieme a noi per dare corpo a queste pagine!!! Buona Lettura!!!

Sommario: Convegno “Anoressia e Bulimia 1 l’esperienza delle famiglie” Gruppo Nuovi Orizzonti

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Alter Bar

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Corsi di alfabetizzazione per donne

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Speranza nel futuro

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Gruppo Oltre le nuvole

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Gruppo genitori separati

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Varie iniziative

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Il dono nascosto

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Nuovo consiglio direttivo

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Poesia

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Attraverso lo stage del terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale della Facoltà di Sociologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, svolto all’interno dell’A.M.A., abbiamo deciso di approfondire una problematica che, soprattutto negli ultimi anni, coinvolge molte persone: i disturbi alimentari. Insieme ai famigliari del gruppo A.M.A “Il Bozzolo” di Cisano di San Felice del Benaco, dedicato ai famigliari di persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, abbiamo organizzato il convegno “Anoressia e bulimia, l’esperienza delle famiglie” che si è tenuto Sabato 21 A-

prile 2012 presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. L'iniziativa si è concentrata soprattutto sul ruolo delle famiglie che vivono questo problema ed all’interno del convegno sono intervenuti diversi protagonisti quali: il gruppo A.M.A “il Bozzolo” e il gruppo A.M.A “Lady Trump” di Cremona (entrambi formati da familiari di ragazzi con tali problematiche), Maria Francesca Garritano (ballerina di danza classica) e Federica Tacchini, entrambe ragazze che hanno vissuto il problema, ed il dott. Mario Lombardi (responsabile del Centro per Disturbi del Comportamento Ali-

mentare A.O. Spedali Civili di Brescia) che ha approfondito il ruolo delle famiglie nel percorso di cura. Durante la giornata sono stati letti brani tratti dal libro “Di fame e di parole” scritto dopo un percorso autobiografico intrapreso dai familiari del Gruppo “Lady Trump”. Durante questa iniziativa, che ha visto la presenza di circa 250 partecipanti, è stata promossa l'idea della nascita sul territorio di Brescia di un gruppo per familiari di ragazzi con disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia). Paola Stofler Valeria Paffuti


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Buon giorno, sono Alessandra e rappresento i genitori con figli affetti da disturbo alimentare del gruppo di auto mutuo aiuto “ il Bozzolo”. Come genitori, durante la nostra più o meno lunga esperienza abbiamo potuto constatare che indipendentemente dalle cause del disturbo, la famiglia insieme “la difficoltà al figlio/a vive la malattia e tutte le maggiore di sue conseguenconvincere il ze: l’isolamento, il senso di colpa, figlio/a che è l’impotenza, il dispendio di energia necessario oltre che di denaro per la ricerca di un intraprendere sostegno da parte un percorso di di persone specializzate, competenti cura ” e che possano aiutarci a trovare una soluzione. I componenti della famiglia e specialmente la coppia di genitori entra in contatto con i sintomi di questa malattia in momenti diversi e con modalità diverse. Probabilmente perché non viene subito riconosciuta, oppure perché si pensa di risolverla individualmente, scatenando crisi, incomprensioni, tensioni tra gli stessi. All’interno del nucleo famigliare c’è chi sottovaluta il problema conside-

randolo un “sintomo passeggero” e c’è chi lo ritiene una reazione legata ad un particolare episodio deludente. … e intanto i mesi passano e la manifestazione di certi meccanismi comportamentali si accentua e diventa un disturbo comportamentale evidente! Considerando questi notevoli cambiamenti si comincia a riconoscere che c’è una vera e propria malattia e si ricercano strutture mediche adeguate che possano aiutare i nostri figli a curarla. Senza non poche difficoltà, una volta individuate alcune strutture specialistiche pubbliche o private rimane la difficoltà maggiore di convincere il figlio/a che è necessario intraprendere un percorso di cura e prendere coscienza CHE DA SOLO NON PUÒ GUARIRE! Grazie all’esperienza di alcune famiglie si è potuto constatare che durante il periodo di ricovero entrano in gioco due aspetti: il primo è la grande aspettativa di noi genitori che la struttura individuata, con il programma e l’ esperienza specialistica che offre, sia in grado di curare il disturbo convinti di una guarigione certa. Il secondo aspetto è che il figlio/a accetta di seguire il percorso non sempre spinto dalla motivazione a guarire, ma, forse è

spinto a farlo più per accontentare i genitori o per riconoscenza verso le attenzioni prestategli, che per la propria guarigione e quindi compiuto l’intero percorso, uscito dalla struttura RICADE NEL VORTICE DELLA MALATTIA. ...1° 2° 3° 4° e per alcuni anche 5° ricovero! SEMPRE PIU’ ASPETTATIVE, SEMPRE PIU’ DELUSIONI!!!!!! Come genitori, durante le nostre singole esperienze, ci siamo così accorti che nessuno ci accompagnava nel cambiamento in atto nei nostri figli e nell’indicarci quale modalità di comportamento migliore da adottare per aiutarli. Ogni famiglia del gruppo ” Il Bozzolo” è approdata all’Associazione AMA per varie vie, ma spinta dalla comune esigenza di CONDIVIDERE i propri vissuti. Così da un primo incontro di alcuni genitori con Mara, che ci ha illustrato la funzionalità del gruppo già esistente di genitori d i Cremona e valutata la nostra provenienza nella stessa zona della provincia di Brescia, grazie a lei, abbiamo trovato ospitalità nel palazzo Fondazione Cominelli a Cisano di San Felice d/B dove tuttora ci incontriamo ogni secondo e quarto mercoledì del mese, accompagnati e guidati da Rinì, come facilitatore del gruppo.


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Ormai è quasi un anno che ci incontriamo e possiamo dire che davvero condividiamo i dolori, i dubbi, le speranze, i passi dei nostri figli che consideriamo essere diventati figli di tutti! Si arriva al gruppo con un peso, ma grazie alla condivisione, esporre la propria esperienza, è di sollievo per chi la racconta e risorsa per chi la ascolta. Nel gruppo ciascuno cresce con l’aiuto di tutti, nel rispetto e in un clima non giudicante, di ascolto reciproco. Si ritorna a casa più fiduciosi, sereni,consapevoli e più forti nell’affrontare il lungo e difficoltoso cammino. CONDIVIDENDO le esperienze delle famiglie, cambia la visione rispetto alla malattia perché ci si sente più autorevoli nella relazione con i figli, più coraggiosi nell’affrontare la malattia e privi del senso di colpa che spesso si vive. Questo atteggiamento positivo si riflette anche sul resto della famiglia. Dopo i nostri primi incontri di conoscenza è nata l’esigenza di dare un nome al gruppo. Abbiamo scelto “il Bozzolo” immaginando che rappresentasse il percorso di trasformazione e di autonomia dei nostri figli: il Bozzolo, così perfetto! Ma che come una gabbia imprigiona e protegge allo stesso tempo ciò che contiene; fa crescere un essere che raggiunta la maturazione si rivelerà una splendida farfalla, libera, autonoma, indipendente e felice di volare nonostante la fragilità delle sue ali! Questo è ciò che ci auguriamo per il futuro dei nostri figli, che da prigionieri nella malattia riescano a liberarsene per vivere felici, splendidi ed indipendenti!

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Nasce un nuovo gruppo A.M.A. e si chiama

Facilitatori Paola: 3351759856 - Valeria: 3383692862

Il gruppo è aperto ad accogliere nuove persone.


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Alter Bar si trova presso la Fondazione Cominelli in Via F. Santabona a Cisano San Felice del Benaco (Brescia)


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i d o s r Co e n o i z a z z i t e b alfa ne n o d per Volontarie del Filos e due stagiste ai 5 Continenti: un corso di pre ‐ alfabetizza‐ zione per donne L’idea progettuale dello stage è nata a seguito della fase di osservazione e di conoscenza dei servizi offerti dall’associazione A.M.A, che gestisce due sportelli a Castiglione delle Stiviere: “Il Salvadanaio” e “La Famiglia in cambiamento”, attivi ormai da diversi anni. Presso tali sportelli si è riscontrata una considerevole affluenza di persone residenti nel quartiere Cinque Continenti, un quartiere da sempre considerato difficile e fonte di grossi problemi. La popolazione che attualmente risiede regolarmente nel quartiere è di circa 800 persone, di cui 71 hanno la cittadinanza italiana. Di questi 71 solo circa 20 persone sono realmente italiani.

Dopo i primi due incontri in cui si è presentata una sola signora, nel terzo si sono presentate quattro donne. In seguito ad un primo momento di conoscenza e di scambio, le signore hanno espresso il desiderio e l’esigenza di imparare la lingua italiana, raccontando una serie di difficoltà che riscontrano nella vita quotidiana (incontri con gli insegnanti, visite mediche, farmacia, negozi..). Le signore si sono subito attivate accompagnando le volontarie e le stagiste nel quartiere, condominio per condominio, presentandole ad altre loro amiche interessate ad apprendere l’italiano. Dato questo forte bisogno, è stato necessario trovare un insegnante che aiutasse a realizzare un corso di alfabetizzazione. Grazie a conoscenze personali delle volontarie del Filos la ricerca è andata a buon fine e, già, la settimana successiva sono iniziate le lezioni. L’intenzione del progetto era quella di realizzare un corso propedeutico all’alfabetizzazione. Inizialmente è stato difficile interagire e comunicare perché il livello di conoscenza della lingua italiana, delle donne che hanno partecipato, era quasi inesistente nonostante vivano in Italia da diversi anni. Da subito la partecipazione è stata consistente e grandissimo il desiderio di iniziare questo percorso insieme. La partecipazione in media era di 22 donne: 15 di origine indiana, 3 di origine marocchina, 2 di origine pakistana e 2 di origine tunisina.

L’età è compresa tra Il progetto ha preso avvio dai contatti con le altre asso- i 20 e i 45 anni. ciazioni che, sul territorio, si occupano di persone straniere e che nel corso degli anni hanno operato per pro- A metà corso, vista la numerosa affluenza, muovere l’integrazione . è stata accolta la E’ emerso che le diverse iniziative che, nel quartiere, disponibilità di una vengono organizzate sono rivolte ai bambini ed ai ra- seconda insegnante, gazzi, mentre ciò che mancava era uno spazio dedica- già esperta in corsi di to alle donne. Proprio per questo è nata l’idea di pro- alfabetizzazione. muovere un gruppo con le donne, che rispondesse alle loro esigenze e che fosse per loro un motivo di incon- Crediamo sia importante, dato il riscontro. tro positivo, dare continuità al progetto proseguendolo Alla disponibilità di due volontarie del gruppo “Il Filos” a settembre, con una maggiore strutturazione del core delle due stagiste si è aggiunto il successivo coinvol- so. gimento di una signora di origini asiatiche, conosciuta Stefania Vavassori e Gessica Bruno allo sportello dell’associazione A.M.A., che si è mostrata una risorsa preziosa nel coinvolgimento e soprattutto nella comunicazione con le donne straniere.


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Speranza nel futuro.. Chi, guardando al futuro, non ha mai sperato in qualcosa di migliore?.. ..è da questo spirito che è nato “Speranza nel Futuro” di Brescia, un gruppo di signore Nigeriane che hanno conosciuto la realtà dell’Associazione AMA tramite lo sportello “il Salvadanaio”, grazie al quale poi si sono trovate e con l’aiuto di Laura hanno riconosciuto il bisogno di incontrarsi, di ascoltarsi e condividere insieme le proprie esperienze, cercando così di offrire in solidarietà il proprio aiuto alle altre e cercando allo stesso tempo di trarne un po’ dalle storie altrui. Nel gennaio 2012, durante il “viaggio relazionale“ dei gruppi AMA, che toccano un’importante fetta del territorio provinciale di Brescia, nasce il progetto “La FORZA della CONDIVISIONE – Dal gruppo di auto/mutuo aiuto alla costruzione di reti di aiuto rivolte alle famiglie e alla Comunità” che si avvale del cofinanziamento di progetti ai sensi dell’art.4, commi 2, lettera g) e 9, lettera d) l.r. n.23/99 “Politiche Regionali per la famiglia” e dell’art. 36,comma 1, lettera A) l.r. n.1/08 “Testo Unico delle Leggi Regionali in materia di volontariato, cooperazione sociale, associazionismo e società di mutuo soccorso”. Il progetto verrà sviluppato su tre diversi territori, Brescia (Gruppo Speranza nel futuro) Montichiari (Gruppo Il Sorriso) e S. Felice (Gruppo Il Bozzolo), rispondendo ai bisogni emergenti in questi ultimi si creeranno estese reti di aiuto che troveranno nell’Associazione A.M.A. e nell’incontro con le risorse formali e informali sostegno, promozione e realizzazione. Grazie a questo bando è stato possibile ideare un progetto ad hoc sulle esigenze dei gruppi, cercando di

dare forma a quelle che sono e saranno le risposte alle loro esigenze. A Brescia, grazie alle considerazioni fatte nei diversi incontri, le signore hanno scoperto di avere in comune la passione per la cucina del loro paese, tutte infatti conoscono i piatti tipici della Nigeria, ed ogni giorno li cucinano con la stessa passione. Purtroppo in Italia questa cucina è poco conosciuta, e così, quasi come una sfida, è nata l’idea di organizzare dei pranzi e delle cene etniche, nata non solo dal bisogno di avere un riscatto sociale nonostante le avversità della vita, ma anche dall’occasione far conoscere anche la loro cultura culinaria, creando occasioni d’incontro fra le persone che vi avrebbero partecipato. Una proposta particolare, nuova e in linea con quelli che erano gli obiettivi del progetto. Così, stavolta insieme a Marta e Sara, è nata l’iniziativa di ‘Gruppo chia.m.a. Gruppo’, dove le Signore propongono le loro capacità per avere un aiuto, invitando tutti gli altri gruppi AMA a partecipare ai loro pranzi. Questa proposta vorrebbe poi allargarsi a tutto il territorio, invitando chiunque sia interessato a contattarle per poter aderire o organizzare pranzi e cene: infatti stata messa a disposizione una trattoria nel paese di Nuvolera per chi è intenzionato a programmare un evento ma non dispone dello spazio sufficiente. In questi mesi sono già state organizzate delle cene, la prima, fatta a ‘Casa Serena’ di Montichiari, le signore sono state invitate dal gruppo ‘Il Ventaglio’, la seconda, sempre a Montichiari, il gruppo ha preparato la cena annuale della Caritas del paese. In entrambe le occasioni le cuoche sono riuscite a soddisfare le aspettative dei partecipanti suscitando interesse e curiosità per la loro cultura attraverso le particolarità dei diversi piatti. Sara Quarantini


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Nuovi Gruppi Oltre le nuvole

Gruppo di auto mutuo aiuto per la salute mentale Tutte le famiglie che a Bedizzole e dintorni devono accompagnare la sofferenza di un parente con disagio psichico non sono più sole: il gruppo “Oltre le nuvole” si propone come punto di riferimento e aiuto per coloro che si trovano a fronteggiare il dolore di una persona cara con un percorso di mutua assistenza. Venerdì 24 agosto a Bedizzole è avvenuta la presentazione del gruppo in un incontro durante il quale il gruppo “Oltre le nuvole” ha proposto la visione del film “Si può fare”, di G. Manfredonia, con Claudio Bisio, toccante storia sul tema delle cooperative sorte negli anni 80 a seguito della chiusura dei manicomi, e un dibattito sulla salute mentale basato sulle considerazioni scaturite dalla visione del film. All’incontro erano presenti, oltre al Sindaco Roberto Caccaro, al vicesindaco Isidoro Bottarelli e ai componenti della Giunta, il dott. Nobili e il dott. Seggioli, rispettivamente direttore e responsabile Area Riabilitativa dell’ Unità Operativa Psichiatria n.21. L’assessore ai Servizi Sociali, Giuseppe Tagliani, ha introdotto la serata con parole di vivo apprezzamento nei confronti del lavoro svolto dai Servizi Sociali che hanno favorito il percorso che ha portato alla costituzione di “Oltre le nuvole”.

zione A.M.A (auto mutuo aiuto) per famigliari delle persone con disagio psichico, che ha voluto in questo modo proporsi all’attenzione della comunità bedizzolese per farsi conoscere e consentire ad altre persone che si trovano nella medesima condizione di poter trovare un valido sostegno e un aiuto. Il gruppo, costituitosi a Bedizzole nello scorso febbraio, sta muovendo i primi passi e per ora raccoglie un numero limitato di famiglie, ma l’intenzione dei partecipanti, che mantengono vivo il loro impegno attraverso incontri bimensili per organizzare la programmazione delle attività, è quella di favorire il più possibile l’ingresso di altre persone, con l’importante sostegno offerto dalla continua presenza del dott. Nobili e del dott. Seggioli. Le reti sociali sembrano soffrire oggi della mancanza di quella solidarietà che lega l'anima di persone desiderose di relazioni sincere “umane” e libere. E proprio da qui che “Oltre le nuvole” vuole ripartire.

“Facendo questo lavoro” hanno spiegato i componenti del gruppo “si trova uno spazio in più per fronteggiare le criticità familiari. Si affinano le capacità di espressione affettiva ed emotiva che riempiono gli animi alleviando la solitudine, il senso di impotenza, le frustrazioni e si accende la speranza nello scorcio di Questo appuntamento ha segnato l’inizio delle luce di un'idea. attività del gruppo “Oltre le nuvole”, associa-


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Nuovi Gruppi

Ed ecco, si genera una forza d'insieme che porta al desiderio di ritrovarsi ancora e di andare “oltre le nuvole” in una pausa di serenità. E' un gruppo aperto, si può lasciare come si possono inserire nuovi compagni di strada. Ciò di cui si parla rimane custodito nel cuore dei partecipanti.” Si tratta di un percorso non facile, intrapreso da persone che ogni giorno affrontano la sofferenza di una persona cara, accomunate però dalla convinzione che, come ha insegnato il film, ora veramente tutto “si può fare”, nel senso di scavalcare finalmente i pregiudizi imposti dalla società e, magari, perché no, anche spingersi… oltre le nuvole.

Marcella Iademarco

Gruppo genitori separati Il gruppo A.M.A. "per genitori separati" di Manerba è nato nel 2012 da una collaborazione tra i Servizi sociali, che hanno messo a disposizione un locale e la scrivente Sig.ra Mirella. Ho conosciuto l'Associazione A.M.A. in occasione della mia formazione come "facilitatore" al centro studi Erikson di Trento, dove ho incontrato Mara Mutti, coordinatrice dell'A.M.A. Brescia. Il gruppo di Manerba, che conta attualmente tre donne e tre uomini, più la sottoscritta, si riunisce il 2° e il 4° giovedì del mese anche se attualmente stiamo facendo una "pausa estiva" e ci ritroveremo il mese di settembre con l'intento di dare anche una denominazione al nostro gruppo. Mirella Mattiotti


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VARIE

Serate organizzate presso il nuovo Alter Bar Corsi

di balli d i grupp o per il beness e re del co rpo e della m ente


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INIZIATIV E ste Propo tive forma unno t u ’a l per

Festa degli a quiloni a Mo ntichia ri


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Il dono nascosto

Venerdì 20 aprile alle 19,30 io e altre ragazze del gruppo “E la vita cammina quasi dritta “ siamo andate nella biblioteca di Sirmione a sentire una conferenza introdotta dalla Dott.ssa Antonella Tosi, esperta in medicina delle dipendenze patologiche, e del Dott. Luigi Colusso, medico, psicoterapeuta, formatore, responsabile del progetto “Rimanere insieme“ dell’ONLUS ADVAR – Treviso per l’elaborazione del lutto. Sulla locandina c’erano disegnate due mani che si toccavano con la punta delle dita e il titolo era “Il dono nascosto“ perdita e lutti come opportunità di crescita. Noi siamo arrivate per prime e il Dott. Colusso c’è venuto incontro stringendoci la mano, ringraziandoci per la nostra presenza come gruppo di Roè Volciano, unico sul territorio, promettendoci che ci avrebbe dato la parola per portare la nostra esperienza come gruppo. Io mi sono seduta e vicino a me le altre, mentre aspettavo l’inizio della conferenza mi sono guardata intorno e ho visto che la sala si stava riempiendo … allora mi sono detta “non sono sola!“. Infatti, tutte le persone presenti, per la maggior parte donne, forse avevano subito una perdita come la mia; ebbene è proprio così! Chi aveva perso il marito per una malattia, chi per un suicidio, chi aveva perso il figlio, chi aveva affrontato l’allontanamento definitivo di qualcuno di caro; proprio come me queste persone stavano vivendo un drastico cambiamento della propria vita. La conferenza è iniziata con una lunga introduzione della Dott.ssa Tosi e poi ha parlato il Dott. Colusso. Il Dott. si presenta: “Buonasera, io sono papà di Fiammetta e sono ancora il papà di Fiammetta“ ( la figlia è morta 12 anni fa ). Si è discusso del significato della parola lutto e anche dell’ ADVAR, Associazione Apartitica e Aconfessionale gratuita, con struttura residenziale “casa dei Gelsi“ per la dignità e la vita, dove accoglie malati di cancro in fase avanzata e terminale; questa associazione comprende anche il grup-


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po di “Auto Mutuo Aiuto“ che accoglie le persone e le famiglie che dopo la perdita di una persona incontrano difficoltà nell’affrontare il lutto. Mentre ascoltavo con interesse, mi sono detta: proprio come il mio gruppo “ Vento e Vela“ e “E la vita cammina quasi diritta“. Un gruppo molto compatto dove puoi poter parlare della tua esperienza e trovare ascolto, sostegno e condivisione; dove puoi guardarti negli occhi e imparare a condividere momenti di maggior sofferenza e solitudine e poter parlare della propria esperienza riuscendo a trasformare la tua ferita in disponibilità a servizio degli altri. Infatti, il Dott. Colusso ha chiesto al nostro gruppo di raccontare la nostra esperienza: così ha cominciato Fausta, poi Paola e Tilde… Il Dott. ha sottolineato con interesse l’importanza per l’attivazione di un progetto di “Auto Mutuo Aiuto “ per l’elaborazione del lutto all’interno della propria Comunità. Inoltre, ha parlato anche di vari tipi di lutto, quello per malattia, per incidente e suicidio, continuando a soffermarsi sul fatto che il lutto non è una patologia che si cura con i farmaci ma è un percorso della vita! PERO’ !!!!!!!!! Quindi dobbiamo trovare dentro di noi la capacità di risalire dopo un’esperienza del genere e confrontandoci con altre persone possiamo aiutarci ….E’ PROPRIO DIFFICILE VERO ?????

“BISOGNA SAPERE VIVERE E NON SOPRAVVIVERE“.

Questa frase Io ci sto provando con tutte le mie forze ma il cammino è tortuoso, ascolto il Dottore pensando a me e a chi mi sta vicino e al percorso rimbomba da fare per riconoscere e gestire la mia situazione di lutto in maniera continuamente consapevole ed efficace. Posso dire che la conferenza mi ha interesnella mia testa... sato anche perché chi parlava era un essere umano, un uomo, un padre, un marito. Insomma una persona che aveva sofferto con dignità e che oggi parlava a noi con serenità, facendoci capire che le emozioni vanno condivise. Vi dico che porto via da questa conferenza un po’ di serenità e purtroppo mi rendo conto che la realtà della vita è anche questo. Certo, non ne sono felice ma riesco a vedere un po’ di luce nel mio tunnel !!

Concludo dicendovi che il Dott. Colusso ci ha salutato con queste parole : “BISOGNA SAPERE VIVERE E NON SOPRAVVIVERE“. Questa frase rimbomba continuamente nella mia testa! Vi ringrazio, con affetto … Cristina


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Nuovo consiglio direttivo BARBARA ZERNERI: Riconfermata Presidente Sono ormai dieci anni che tifo per l’auto mutuo aiuto. Credo profondamente che l’esperienza condivisa sia un capitale umano che può produrre piccoli e grandi cambiamenti e che ognuno di noi può avere la possibilità di attivare le proprie risorse, spesso nascoste, per creare benessere per sé e gli altri. La libera coesione delle persone, senza vincoli, se non il rispetto della storia dell’altro, mette in moto la creatività di cui siamo tutti naturalmente dotati, sia per fronteggiare situazioni esistenziali difficoltose sia per attivare insieme ai nostri compagni di viaggio soluzioni che rispondano alle nostre esigenze. L’auto mutuo aiuto rimane per me una fonte continua di ispirazione, una forte motivazione all’impegno, un insegnamento continuo che l’incontro fra le persone rende “possibile l’impossibile”. LAURA GATTI: 34 anni, Educatrice professionale e Assistente sociale. Mamma di Anita e in attesa del secondo bimbo. Facilitatrice del gruppo per neomamme “Mamamia” da cui è nato l’intervento a valenza collettiva “Il cubo magico” (Iseo-Bs); servizio rivolto a bimbi e mamme (ma anche genitori, nonni, zii e tate) che intendono condividere gioie e dolori della maternità. CINZIA ROSSETTI: La sua collaborazione con l'associazione A.M.A. è nata con i progetti e il corso per l'assistenza domiciliare alla VITA INDIPENDENTE. Opera inoltre con enti locali, associazioni (oltre all’A.M.A., Associazione Insieme, Comitato Lombardo per la Vita Indipendente...) e cooperative promuovendo una nuova cultura della disabilità/diversità, difendendo i diritti delle persone, bambini, donne e uomini, al fine di essere riconosciuti e vivere come ogni altra persona. ELSA ZANETTI: nata nel 1968 e residente a Chiari. Educatrice professionale presso istituto Suore delle Poverelle di Capriolo. Laureata all’Università degli Studi di Verona Facoltà di Scienze della Formazione. Nel 2010 ha conosciuto l’A.M.A. partecipando come neomamma al gruppo auto mutuo aiuto “Mamme a Bordo” a Palazzolo sull’Oglio. Nel 2010 ha frequentato il corso di formazione per facilitatori di gruppi di auto mutuo. Nel 2011 ha facilitato il nuovo gruppo di auto mutuo aiuto: “Mamamia” a Iseo. Dal Settembre 2011 collabora con la Cooperativa Sociale La Nuova Cordata di Iseo per la realizzazione e coordinamento del progetto “Il cubo Magico”, co-finanziato dalla Regione e dal Comune di Iseo per sostenere e sviluppare politiche regionali volte a favorire la famiglia. CLAUDIO FERRANDI: 61 anni, residente a Flero. Esperienza in A.M.A.: dal 2006 frequenta con assiduità i gruppi Carovana1 e Carovana2. Nel 2009 ha frequentato il corso per facilitatori; nel 2010 ha partecipato al VII Congresso Nazionale dell’auto mutuo aiuto tenutosi a Brescia; nel 2011 ha partecipato al Congresso ‘’Ritroviamoci’’; nel 2011 ha organizzato con l’associazione A.M.A. i corsi Iref in primavera e il corso iref-recovery in autunno. GILDA RINO: nata a Brescia nel 1974, vive a Brescia e lavora, da 15 anni, presso la Fondazione RSA "Villa Fiori" di Nave. Laureata in "Scienze del servizio sociale" ad Aprile 2012, facilita da circa 2 anni il gruppo A.M.A. "1 x 2" rivolto a genitori soli. SARA CONFORTI, nata 27 anni fa in un paesino del lago d'Iseo, Marone, in cui risiede tutt'ora; da circa 5 anni partecipa al gruppo A.M.A. Marlin e Dory. Oltre all'impegnativo piacere di fare la mamma, lavora come libera professionista in qualità di massaggiatrice Bertelè, metodo di riequilibrio posturale. TERESA PASINI: “più giovane dentro che fuori”, facilita il gruppo Carovana 1 da oltre dieci anni e questo le ha dato la possibilità di avvicinarsi agli altri attraverso la sofferenza.


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"..voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi e voglio pensare che ancora mi ascolti e come allora sorridi.â€? F. Guccini (In morte di S.F.)

Ciao Antonio... Ciao Concetta...


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Poesie For Rosi (Franca Roberti) Spirai nell’aria rossa del tramonto Senza provar paura Piansi lieve quando accadde Per questo ritorno nelle mattine rosse d’alba a lasciare un bacio di cui senti solo il soffio a lasciare una rosa di cui senti solo il graffio


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