L'Orso in casa n.4 1718

L’ORSO INCASA

ORGANO UFFICIALE DELL’U.S. ALESSANDRIA CALCIO 1912 N. 4 VENERDÌ 20 OTTOBRE 2017

ALESSANDRIA-PISA SOLIDARIETÀ

Quarta Categoria: l’Alessandria c’è

LO SPONSOR J Berry, nuovo look

I NOSTRI GIOVANI

Il nuovo coordinatore tecnico

La nostra nuova

CASA

OTTO PAGINE SPECIALI SULLA STORIA DEL MOCCAGATTA

MAIN SPONSOR 2017-2018

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Infatti per i nuovi clienti che entreranno in anagrafica GLS Alessandria dal 1° settembre al 31 dicembre 2017 e che faranno registrare il maggior fatturato, e per i clienti GLS da almeno un anno che avranno fatto registrare il maggior incremento di fatturato in valore assoluto sempre dal 1° settembre al 31 dicembre 2017, è prevista una giornata da main sponsor, con il logo sulla maglia da gioco e la presenza sui led intorno al campo.

AFFRETTATI E CON GLS DIVENTA MAIN SPONSOR DEI GRIGI PER UN GIORNATA DI CAMPIONATO

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L’ORSOINCASA

sommario

Venerdì 20 ottobre 2017

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13/20

IL PUNTO

MUSEO GRIGIO

di Tino Pastorino

di M. Bocchio, M. Marcellini, S. Giovanelli

Caro, vecchio ‘Mocca’

Il Siena decolla

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L’INTERVISTA

Federico Vaio: la nostra nuova casa

L’AVVERSARIO

Pisa, pericolo toscano

di Gigi Poggio

di Tino Pastorino

L’ORSO IN CASA Supplemento al n. 82 de ‘Il Piccolo’ di venerdì 20 ottobre 2017

A cura di Ufficio Stampa Alessandria Calcio Progetto grafico e impaginazione Mauro Risciglione Foto di Albino Neri, A.M., Ivano Panarello

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I NOSTRI GIOVANI

Il nuovo coordinatore di Michela Amisano

In collaborazione con MEDIAL srl pubblicità, Alessandria, via Parnisetti 10, tel. 0131 56364

Quello che conta è sempre il lato Bio

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Spalto Marengo - Palazzo Pacto

ALESSANDRIA

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RETE. I BOMBER GRIGI Tiago Casasola, Manuel Fischnaller, Pablo Gonzalez, Michele Marconi

il girone A

L’ORSOINCASA

LA CLASSIFICA “Toscana power”. Viterbese sale Squadra

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Venerdì 20 ottobre 2017

Punti

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10A GIORNATA ANDATA Domenica 22 ottobre 2017

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Carrarese - Arzachena (ore 14,30) Olbia - Cuneo (ore 14,30) Gavorrano - Lucchese (ore 16,30) Livorno - Giana Erminio (ore 16,30) Monza - Arezzo (ore 16,30) Alessandria - Pisa (ore 20,30) Pro Piacenza - Prato (ore 20,30) Viterbese - Siena (ore 20,30) Pontedera - Pistoiese (lun. 23 - ore 20,45) Piacenza riposa

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PREVENDITE ALESSANDRIA-PISA

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11A GIORNATA ANDATA Domenica 29 ottobre 2017

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Pontedera - Gavorrano (ore 14,30) Giana Erminio - Alessandria (ore 16,30) Livorno - Pro Piacenza (ore 16,30) Piacenza - Pisa (ore 16,30) Pistoiese - Prato (ore 16,30) Siena - Monza (ore 16,30) Arezzo - Viterbese (ore 20,30) Arzachena - Olbia (ore 20,30) Lucchese - Carrarese (ore 20,30) Cuneo riposa

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SEDE ALESSANDRIA CALCIO (Via della Chimica 15, zona D3) • Venerdì 20 ottobre: dalle 17 alle 19 • Sabato 21 ottobre: dalle 9,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 19 STADIO MOCCAGATTA (Via bellini) • Domenica 22 ottobre: dalle 17,30 fino al termine del 1° tempo

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L’ORSOINCASA

Venerdì 20 ottobre 2017

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il punto di Tino Pastorino

IN TESTA ALLA CLASSIFICA LE UNIChE DUE SqUADRE ANCORA IMBATTUTE: IL SIENA CON 6 VITTORIE E 3 PAREGGI, 21 PUNTI, SEGUITO DAL LIVORNO CON 6 VITTORIE E 2 PARI, 20 PUNTI

L’ORSOINCASA

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Venerdì 20 ottobre 2017

SIENA DECOLLA LIVORNO NON MOLLA Primo punto per il Gavorrano

I

n testa alla classifica le uniche due squadre ancora imbattute: il Siena con 6 vittorie e 3 pareggi, 21 punti, seguito dal Livorno, che ha già riposato, 6 vittorie e 2 pari, 20 punti. L’attuale capolista si fermerà il 19 novembre, alla 15esima giornata. Più prolifico l’attacco labronico: 19 reti messe a segno contro le 11 dei bianconeri. Simile il rendimento delle difese: 4 gol subiti dal Siena contro i 5 del Livorno. Lo scontro diretto è in programma alla 12esima giornata, il 5 novembre, al “Franchi”.

In terza posizione, a 18 punti, la Viterbese, unica squadra a non aver mai pareggiato ma con 3 sconfitte che sono costate il posto a Valerio Bertotto: lunedì scorso l’esordio del nuovo allenatore Federico Nofri Onofri che, a Piacenza, non era in panchina per squalifica ma che ha comunque conquistato la terza vittoria in trasferta dei laziali con il classico gol dell’ex (Razzitti). Per il tecnico si tratta di un ritorno, avendo riportato tra i professionisti nell’estate 2016 il sodalizio della famiglia Camilli. quarta piazza per la sorpresa di questo inizio stagione: l’Olbia di Mereu ha 17 punti con 2 sconfitte (quella casalinga ad opera del Siena e in trasferta a Carrara). A 16 punti

la miglior difesa del girone: il Pisa di gol ne ha subiti solo 3, ha perso una partita (ad Olbia, alla prima giornata) ma ha problemi in fase realizzativa (7 gol segnati) malgrado un attacco composto da elementi come Eusepi, Negro e Masucci.

Bene anche la neo promossa Monza, al sesto posto con 15 punti. Tutte le citate squadre, tranne il Livorno, devono ancora riposare.

Poi la classifica ci riserva 6 club in 3 punti: il trio a quota 13 con Carrarese, Arzachena e Piacenza (reduce da 2 sconfitte

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L’ORSOINCASA

Venerdì 20 ottobre 2017

ALESSANDRIA: 8 PUNTI, 5 IN TRASFERTA DOVE hA SEMPRE PAREGGIATO (TRE VOLTE 1-1, DUE VOLTE A RETI INVIOLATE).

SOLO 4 I GOL SEGNATI, MENTRE LA DIFESA è LA qUINTA DEL GIRONE (7 I GOL SUBITI DI CUI 4 A VERCELLI)

LA 9A GIORNATA IN CIFRE

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ESPULSI Vitiello (Gavorrano) Adorni (Monza) Bertoncini e Silva (Piacenza) Razzitti (Viterbese)

consecutive contro Pontedera e Viterbese), la Lucchese che, a 12 punti, chiude l’attuale zona play off mentre le più immediate pretendenti sono Pistoiese ed Arezzo, appaiate a 10 punti, con amaranto già a 4 sconfitte casalinghe. zona play out (quest’anno non ci sarà nessuna retrocessione diretta) occupata da 3 toscane con il Pro Piacenza: Gavorrano, peggior attacco del girone con 3 gol ma primo punto conquistato dove meno te lo aspetti, a Pisa. Prato e Pontedera con 5 punti diametralmente opposti: Prato che

dopo la prima vittoria ha inanellato 4 sconfitte consecutive; Pontedera che vince la prima partita dopo 4 sconfitte di fila. Pro Piacenza a 6 punti, 1 nelle ultime 4 giornate.

Capitolo a parte per l’Alessandria: 8 punti, 5 in trasferta dove ha sempre pareggiato (tre volte 1-1, due volte a reti inviolate). Solo 4 i gol segnati (Gonzalez, Fischnaller, Casasola, Marconi) mentre la difesa è la quinta del girone (7 i gol subiti di cui 4 a Vercelli). Pisa, Giana, Carrarese, Olbia, Lucchese le prossime avversarie. Le ultime 6 della graduatoria hanno tutte osservato il turno di riposo.

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RIGORI ASSEGNATI 2 trasformati: Vantaggiato (Livorno) De Vena (Lucchese) 2 sbagliati: Tavano (Carrarese) Tortori (Viterbese)

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GOL SEGNATI Il record è 26 della terza giornata

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CAPOCANNONIERE Ceccarelli (Prato) Ragatzu (Olbia)

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GRUPPO

IMQ

l’avversario di Tino Pastorino

L

foto Roberto Cappello

e vicende societarie hanno caratterizzato in negativo la passata stagione culminata con la retrocessione con due giornate di anticipo, una retrocessione amara e, per certi versi, anomala: non era mai successo che all’ultimo posto della classifica finisse la squadra con la difesa meno battuta del torneo (bilanciata, però, dal peggior attacco della categoria oltre che dai punti di penalizzazione). Sono stati in passato sette i campionati di serie A, sei dei quali “griffati” dall’indimenticabile Romeo Anconetani.

LA SOCIETÀ Dal dicembre 2016 il Presidente è Giuseppe Corrado, ex manager Barilla, oggi industriale del cinema (multiplex “The Space Cinema” con oltre 170 milioni di fatturato). Responsabile dell’Area Tecnica è Raffaele Ferrara, ex Reggiana e Pro Patria.

ALLENATORE Carmine Gautieri, napoletano, classe 1970, ha portato in serie B la Virtus Lanciano, oltre ad aver allenato a Varese, Livorno, Latina (salvezza in B), Ternana (esonerato dopo 6 sconfitte consecutive) e in Lega Pro Potenza e Olbia. Da calciatore il “gaucho” ha giocato in serie A con le maglie di Bari, Perugia, Roma, Piacenza e Atalanta.

MERCATO Della vecchia guardia sono rimasti capitan Mannini, Lisuzzo e Masucci mentre Eusepi è rientrato dopo i 6 mesi di prestito all’Avellino. Grandi manovre, quindi, con i portieri Petkovic dal Carpi (il serbo era a Padova) e il lituano Reinholds, visto la scorsa stagione al Racing Roma. In difesa ecco il montenegrino Sabotic, ex Reggiana, Filippini lo scorso

DAL DICEMBRE 2016 IL PRESIDENTE è GIUSEPPE CORRADO, EX MANAGER BARILLA, OGGI INDUSTRIALE DEL CINEMA. IN PANChINA CARMINE GAUTIERI, DA CALCIATORE IN A CON BARI, PERUGIA, ROMA

L’ORSOINCASA

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Venerdì 20 ottobre 2017

PERICOLO TOSCANO Pisa collauda il “Mocca” CURIOSITÀ Durante un Avellino-Atalanta di qualche anno fa Carmine Gautieri si rese protagonista di una fatto insolito: al 31’ del secondo tempo venne decretato un rigore a favore dell’Avellino e durante le proteste di rito, Gautieri cancellò il dischetto del rigore e con i piedi scavò una piccola buca: per tale episodio fu deferito.

TALE PADRE, TALE FIGLIO Samuele Birindelli, classe 1999, è il figlio di Alessandro Birindelli, ex giocatore della Juventus dal 1997 al 2008 (196 partite) e 6 presenze in maglia azzurra.

Di famiglia pisana, è stato fatto esordire in serie B da Rino Gattuso nel dicembre 2016.

Alessandro De Vitis, classe 1992, è il figlio di Antonio “Totò” De Vitis, bomber da oltre 150 gol in carriera tra il 1982 e il 1999. Lo ricordiamo con la maglia di Udinese, Piacenza (49 reti) e Verona (38 reti).

GOSSIP Marianna Gautieri, figlia del mister neroazzurro, è fidanzata con Alberto cerri, attaccante del Perugia. La nipote Anna Laura, invece, è la moglie del portiere Luigi Sepe (Napoli).

campionato a metà fra Cesena e Chiavari, Ingrosso dal Matera, Carillo dal Pescara (è stato ad Agrigento e a Pagani). A centrocampo l’austriaco Gucher, ex Vicenza, Maltese dalla Reggiana, Di quinzio ex Como, De Vitis ex Latina, Izzillo dalla Juve Stabia. In attacco il capocannoniere del girone C Negro (Matera), la vecchia conoscenza Giannone, lo scorso anno a Caserta e a Fondi.

LA ROSA Portieri: 1 Reinholds (Let-97), 22 Petkovic (Ser-95), 32 Voltolini (96). Difensori: 3 Filippini (95), 4 Lisuzzo (81), 6 Sabotic (Mon-94), 2 Birindelli (99), 13 Carillo (96), 28 Ingrosso (89), 25 Favale (98). Centrocampisti: 7 Mannini (83), 27 Gucher (Aut-91), 24 Lidin (Sve-99), 8 Maltese (92), 19 Izzillo (94), 10 Di quinzio (89), 30 De Vitis (92), 17 Giannone (89), 18 zammarini (96), 21 Nacci (98). Attaccanti: 23 Eusepi (89), 29 Negro (88), 26 Masucci (84), 9 Cuppone (97), 11 Peralta (Arg-96), 14 Cernigoi (95).

COME GIOCA IN TRASFERTA Il modulo è sempre 4-3-3: portiere titolare è Petkovic; difesa imperniata su Birindelli Lisuzzo Carillo e Filippini; ci sono circostanze in cui il capitano Mannini può giocare basso a destra. A centrocampo De Vitis Gucher e Di quinzio con Maltese coinvolto nelle rotazioni. In avanti Mannini Eusepi e Masucci con Negro prima alternativa.

avversari nella storia

di Sergio Giovanelli

I

PISA

Quello scudetto sfiorato nel 1921...

l Pisa, assieme al Livorno, è la squadra toscana che è andata più vicina alla conquista del titolo italiano nell’epoca del campionato a più fasi. Nel 192021 i nerazzurri vennero sconfitti per 2-1 nella finalissima che vedeva di fronte le vincitrici della Lega Nord (la Pro Vercelli) e della Lega Sud (il Pisa appunto).

Dopo questa occasione sfumata la squadra veleggiò quasi sempre tra B e C tranne nel 1968-69 quando assaggiò per la prima volta la Serie A. Negli anni ‘80 con la presidenza di Romeo Anconetani il Pisa giocò altri cinque campionati di A vincendo due volte la Serie B ed altrettante Mitropa-Cup, allora riservate a formazioni cadette.

Poi la caduta ed il doppio dissesto. Ora prova la risalita.

A partire dal 1921-22 grigi e nero-azzurri si sono incontrati 32 volte. Nel torneo degli “scissionisti” ci fu il primo confronto, vinto dai grigi con doppietta di Gandini.

Nell’estate del 1926 il Pisa e l’Alessandria giocarono le qualificazioni per l’unico posto disponibile in Prima Divisione. Al primo turno, sul neutro di Marassi, non ci fu storia: il punteggio rimase in bilico solo nel primo tempo, finito 2-1 per i Grigi che dilagarono nella ripresa chiudendo la gara sul 6-1. quando l’Alessandria scese in B nel 1937 ritrovò i toscani e la sfida divenne un classico tra i cadetti ripetendosi fino alla sospensione bellica con una prevalenza mandrogna anche se in questo periodo i pisani riuscirono a violare il “Littorio” vendicando le vittorie grigie all’Arena Garibaldi.

Di nuovo in Serie B, dopo la parentesi nella massima serie, il 31 ottobre 1948 le due squadre si ritrovano e al Moccagatta il Pisa a tre minuti dalla fine segna il gol del 2-1; subito dopo dalla scaletta degli spogliatoi sbuca uno spettatore che tenta di aggredire l’arbitro; viene fermato subito ma il direttore di gara sospende l’incontro. Per la pessima prestazione sul campo la giacchetta nera viene assediata negli spogliatoi. Risultato: 0-2 a tavolino ed una giornata di squalifica del terreno di gioco.

La stagione successiva sale in cattedra il portiere pisano zini. In Toscana il Pisa va in vantaggio con un gol-lampo di Giorgioni dopo soli 20” di gioco; pareggia Cipolla per i Grigi che poi hanno la possibilità di ribaltare il punteggio con un

rigore. Tira Soffrido e zini lo respinge.

Poi i padroni di casa segneranno il gol della vittoria. Nella gara di ritorno l’estremo nerazzurro si supera parando un tiro dal dischetto di Rawcliffe e dieci minuti dopo un altro calciato da Arezzi.

Prodezze inutili perché l’Alessandria è avanti 1-0 e così resterà fino al 90’.

Nel 1958 i grigi sono in A ed il Pisa in C. Il sorteggio di Coppa Italia le mette di fronte e la differenza di categoria si vede: per i mandrogni un comodo 5-0 con gol di Dorigo, Lorenzi, Oldani, Tacchi ed ancora Oldani. Tra i pali pisani un giovane portiere che ha già esordito in Coppa dei Campioni e che non sa di giocare su un terreno che qualche anno dopo sarà “suo”: è Santino Ciceri. questa di Coppa è la terza vittoria consecutiva dei Grigi in casa contro il Pisa e la serie si allungherà di altri due successi. Per i toscani il primo risultato utile dopo la vittoria a tavolino del 1948 arriva nel febbraio 1979 con un 2-2 che regalerà loro il passaggio del turno in Coppa Italia Semiprofessionisti.

La storia sta per concludersi: nel 1998-99 in C2 vince due volte il Pisa per 1-0 e nel 2000-01 all’ 1-1 del Moccagatta segue l’1-0 grigio in trasferta, partita giocata non a Pisa ma a Fiorenzuola d’Arda per squalifica dell’Arena Garibaldi. Falco rimane, per ora, l’ultimo marcatore di questa sfida.

I NUMERI 32 partite giocate finora con 14 vittorie alessandrine, 8 pareggi e 10 vittorie pisane. 5742 il computo delle reti segnate.

Una curiosità nel 1941 e nel 1952 si sono verificati due pareggi per 3-3, punteggio non frequente dalle nostre parti. In questo caso la parità è totale visto che il primo si è materializzato ad Alessandria ed il secondo a Pisa. Nettamente superiore l’Alessandria

al Moccagatta: ha vinto 9 partite contro 3 e ne ha impattate 4; 31-16 i gol.

Tra i giocatori è l’alessandrino Bigando ad aver totalizzato più partecipazioni alla sfida: ben 12. A rispettosa distanza, con 9 gettoni di presenza il pisano Faccenda. Il capocannoniere della sfida è invece un esponente della formazione toscana: si tratta di Vigo con 5 gol all’attivo.

Sono dieci i rigori assegnati finora. Se il numero di penalty è equamente suddiviso (5 a testa) diametralmente opposto è l’esito dei tiri con i pisani che hanno realizzato 4 tentativi su 5 e gli alessandrini ne hanno sbagliati 4!

Allenatori: l’ungherese Joszef Ging, certamente il più importante mister nella storia della squadra, ha diretto per ben 10 volte il Pisa contro l’Alessandria; al contrario l’inglese Flatley con 4 partite è il primo tra gli allenatori grigi.

Pochi tecnici si sono seduti sulle due panchine. Il primo è stato Dino Pagliari, all’Alessandria nel 2002-03 e tre volte assunto (e licenziato) tra il 2011 e il 2013 sotto la Torre Pendente.

Il secondo in ordine di tempo è Piero Braglia, tecnico pisano nel 2006-07 e ancora nel 2014-15 quando è stato rilevato da Bepi Pillon (corsi e ricorsi storici). Una menzione per Enzo Robotti (nella foto), prodotto del vivaio alessandrino da giocatore e poi mister del Pisa tra il 1973 e il 1975.

Capitolo doppi-ex: sono ben 48 i giocatori che hanno esperienza in grigio-nerazzurro. Il primo in assoluto è Luigi Du Jardin, pioniere dell’Alessandria FBC negli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra, nel Pisa nelle stagioni dei tornei bellici. L’ultimo è Adriano Mezavilla passato dal Cesena al Pisa nel gennaio 2008 e rimasto in Toscana fino alla fine della stagione.

Sono pochi i giocatori presenti nella sfida: solamente otto e sette di loro con la maglia del Pisa. Oltre al già citato Ciceri annoveriamo nella lista Balestri e Bonadei con una gara, Dariol, Di Prete e Logarzo con due. Anche Elio Bertoni ha giocato due partite con il Pisa contro i grigi ed ha pure segnato una doppietta.

E’ anche l’unico ad essere sceso in campo sulle due sponde della partita: nel 1948-49 presente due volte in grigio, l’anno successivo una volta in nerazzurro.

L’ORSOINCASA 10

tredici domande a di Gigi Poggio

ROBERTO RANIERI Nato a

Data di nascita

Stato civile

Prima società

Hai sempre giocato in questo ruolo

Squadra del cuore

Momento top della carriera

Avversario o compagno che ha fatto più carriera

Mister più importante Passatempo

Attrice preferita

Attore preferito

Musica preferita

Venerdì 20 ottobre 2017

Treviglio (BG)

29 aprile 1997

Fidanzato

Acos Treviglio

Sì, sempre a centrocampo Nessuna in particolare

Deve ancora arrivare Franck Kessié

Gian Luca Polistina

Mi piace stare con la mia ragazza e con gli amici Emma Watson

Leonardo Di Caprio

Ascolto quella commerciale

Il caffè è un bacio sulle labbra almeno una volta, tutti i giorni Nei migliori bar

R.

Distribuito da: B. G. di Bruno e Giuseppe Rangone Tel. 0131 278686 - FRASCARO (AL)

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L’ORSOINCASA

foto Albino Neri

Venerdì 20 ottobre 2017

l’evento di Gigi Poggio

STA A NOI IL COMPITO DI CONTINUARE A SCRIVERE LA STORIA DI qUESTO ANGOLO DI CITTà DOVE GIOCA UNA SqUADRA ChE, UNICA IN ITALIA, PORTA IL NOME DELLA MAGLIA ChE INDOSSA: I GRIGI

L’ORSOINCASA

CARO, NUOVO MOCCAGATTA In questo stadio, la storia di tutti

A

pensarci, l’essenza stessa dell’Orso Grigio sta nel suo stadio. Perchè Carlo Bergoglio “Carlin”, per chi ne sa, quando inventò per ogni squadra un simbolo che si rifacesse a un aninale, immaginò che solo un orso sornione ma attento alle mosse della preda, potesse muoversi e attaccare sul fango di quel campo, più zona di caccia che prato per il calcio.

Premessa filologica doverosa: il Moccagatta, ieri e oggi, per Alessandria è il calcio. Le voci della Curva che rimbombano in città e si

sentono fin in piazza Marconi, lo sciame di auto che si aggira attorno agli Orti nell’ora della partita, il fiume di gente che nei decenni vedevi trasferirsi per seguire Pietruzzi, Giacomazzi, Lorenzetti e Artico, certe foto d’annata con quegli squarci di cielo che sembrano panorami con le uscite di Nobili e le inzuccate di Ciccio Marescalco, cappelli fatti con la carta di giornali, portati fieramente come il più elegante dei Borsalino. In quello stadio c’è un po’ la storia di tutti, trasferita da nonni, zii e padri, tramandata ai figli che in quelle

1° gennaio 1958. Alessandria-Juventus 1-2. Sivori contrastato

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Venerdì 20 ottobre 2017

maglie e quegli spazi unici e solo nostri hanno costruito una storia unica da raccontare, legame di cuore e di pancia, nel freddo, tra la nebbia rischiarata dai fumogeni, col sole di certe canicole tutte alessandrine.

Sta a noi, alla nostra incrollabile forza d’animo, alla nostra capacità di andare avanti e crederci sempre, coinvolgendo gente, idee e speranze, sta a noi il compito di continuare a scrivere la storia di questo angolo di città dove gioca una squadra che, unica in Italia, porta il nome della maglia che indossa: i Grigi.

18 maggio 1960. Alessandria-Inter 2-3. “Parterre” infuriato

www.museogrigio.it

LA LEGGENDA ORSO DELL’

caro vecchio ‘mocca’

di Mario Bocchio

S

la nostra casa

Quanti campioni al Moccagatta Da Pelè al Divin Codino

ono stati tantissimi i campioni del calcio mondiale che hanno calpestato l’erba del Moccagatta.

Abbiamo scelto per voi quattro momenti che riteniamo i più significativi.

Il 19 aprile 1931, l’Italia B affrontò e sconfisse 2-0 la selezione del Sud-est della Francia. In quella formazione erano presenti due giocatori grigi, Edoardo Avalle e Renato Cattaneo, autore di una rete.

Il “piatto forte” ha una data precisa. Il 12 giugno 1968 il Santos di Pelè gioca un’amichevole al Moccagatta, contro l’Alessandria. Vincendo 2-0. Si trattava di una partita che era stata organizzata per festeggiare gli 800 anni della fondazione della città di Alessandria e lo stadio era ovviamente pieno, con ventimila spettatori incuriositi da quella sfida. Nella formazione grigia - che giocava in C - brillava la stella di Francisco Ramon Lojacono, talentuoso argentino naturalizzato italiano. Il Santos era in tournèe e quelle partite servivano per migliorare la situazione finanziaria del club; dopo un buon primo tempo dei Grigi, i brasiliani trovarono la rete di Pelè che fornì anche l’assist per il 2-0 di Toninho. Fu una serata emozionante, che è rimasta nella storia. In vista dei Mondiali di Italia ‘90, la Nazionale dell’Unione Sovietica - colosso ormai in disfacimento - gioca un’amichevole al Moccagatta contro i Grigi. quell’8 febbraio 1990, gli spettatori presenti hanno avuto la possibilità di vedere in una delle ultime volte quelle inconfondibili maglie rosse con la scritta Cccp. Per la cronaca: Alessandria-Urss 1-3, gol dei Grigi fu di Briaschi su rigore. Luglio del 1995, esattamente il giorno 28. La città di Alessandrina è pervasa da una vera e propria frenesia, con il traffico che va letteral-

L’immenso Pelè con Lojacono. A destra Roberto Baggio in azione nel 1995.

In alto l’Italia B nella sfida contro la selezione del sud-est della Francia nel 1931 mente in crisi. Tutti a al Moccagatta a vedere le stelle. La “prima” stagionale del Milan calamita attenzione, è già una ghiottoneria per i guardoni dell’effimero calcio d’estate. Affamato di spettacolo, compare anche Silvio Berlusconi: s’accomoda in tribuna, accanto a Liedholm, Albertini e Savicevic. Il montenegrino ha marcato visita (problemi muscolari), così il Cav non può gustarsi il piatto più saporito: niente “gemelli del genio”, Bag-

gio è orfano, Simone fa la controfigura di Savicevic senza possederne l’anima creativa. Però ha il fiuto del gol. Per l’occasione risorge dalle tenebre il vecchio stadio Moccagatta, dopo il martirio dell’alluvione novembrina: l’incasso (quasi mezzo miliardo, una tribuna a 180 mila lire) sarà interamente devoluto all’Alessandria e servirà per completare la ricostruzione. Il Milan si impone 3-0, ma l’Alessandria convince.

caro vecchio ‘mocca’

di Mario Bocchio

D

STADI

Costruirne di nuovi o ristrutturare i vecchi miti?

a San Siro al Moccagatta, passando per il Santiago Bernabéu il Camp Nou e Anfield. Sono diversi gli stadi mito del calcio mondiale che sono stati e verranno sottoposti a importanti opere di restyling per renderli adeguati ai tempi moderni, conservando però il fascino legato alla storia dell’impianto: un plus non solo per i rispettivi club e i loro tifosi ma anche per gli appassionati di tutto il mondo.

Una tendenza, quella di ammodernare le grandi cattedrali del calcio - Gianni Brera, ribattezzò il Moccagatta il “Bernabéu dei poveri” - che sta prendendo piedi in Europa per diverse ragioni: dalle titubanze di alcuni club (leggasi Milan) a procedere con decisione nella costruzione di un nuovo impianto, alla volontà dei soci (come nel caso del Barcellona e dell’Alessandria) di non abbandonare il vecchio stadio, preferendo la ristrutturazione del vecchio, a decisione amministrative che rendono irrealizzabile la costruzione di un nuovo impianto (Real Madrid).

Chi sono sicuramente molto avanti su questa strada sono il Liverpool e l’Alessandria che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione dei loro mitici impianti. Ad Anfield per portarne la capienza fino a 58 mila spettatori. Nel progetto, concepito dallo studio Kss di Londra che con le stesse modalità ha ampliato Craven Cottage del Fulham, il primo elemento che colpisce è la volontà (e la possibilità) di pensare a un piano di sviluppo “lungo venticinque anni”: se tra cinque anni i Reds avranno bisogno di altri diecimila posti da ricavare nella tribuna di fronte a quella principale, il master plan resta aperto. questo è possibile perché lo stadio è grande, ma ha ancora margini di crescita.

Ma Anfield è un caso unico, anche per il contesto urbano attorno allo stadio, una delle zone più degradate della città. Alcune case, disabitate, sono state demolite proprio per fare spazio alla nuova tribuna. E tutta l’area, con la creazione di una nuova piazza e di un nuovo quartiere residenziale, viene profondamente riqualificata. questo è il frutto di un confronto lungo una quindicina

di anni, in cui sono state valutate altre ipotesi, come la costruzione di uno stadio nuovo nei pressi dell’adiacente Stanley Park o di un altro più lontano. Ma la scritta che campeggia ovunque nello stadio del Liverpool Football Club dice tutto: “This is Anfield”. Proprio come ad Alessandria svetta sempre la mitica Torretta. E da qui non si scappa.

“L’importanza storica dello stadio con la mitica curva della Kop, il memoriale per le 96 vittime di Sheffield, il cancello con la scritta ‘You’ll never walk alone’, hanno avuto un ruolo chiave nella decisione di non costruire una nuova struttura, ma intervenire su quella esistente”, aveva spiegato David Keirle, chairman di Kss al Corriere della Sera.

Proprio come il presidente dei Grigi Luca Di Masi ha sempre sottolineato l’importanza storica del Moccagatta con la sua inconfondibile tribuna centrale.

Nessuno come gli inglesi sa coniugare la tradizione con gli affari, la passione con le sterline. Una parte dei novemila posti che si sono aggiunti ad Anfield sono extralusso: c’è più spazio anche per le cucine dei ristoranti che accoglieranno i clienti (più che i tifosi) e gli sponsor. La lista d’attesa per ottenere le sistemazioni migliori era già praticamente al completo sino dall’inizio:

Il nuovo San Siro a Milano

I casi di Anfiel San Siro. E del “Non camminerai mai solo” quindi e sarai coccolato come in hotel. Sotto lo stesso tetto convivono la storica anima della working class dei tifosi Reds (al punto che la tribuna esternamente si presenta con i mattoni tipici di Liverpool) e quella più algida, ma altrettanto necessaria di chi vuole investire sullo spettacolo del calcio inglese.

I problemi che a Liverpool e ad Alessandria sembrano risolti in altre capitali del calcio europeo non lo sono. Lo sa bene il califor-

Il progetto del nuovo Bernabeu

d, Bernabeu, Camp Nou, mitico Moccagatta niano Dan Meis, un archistar degli stadi americani a cui era stato affidato il nuovo impianto della Roma. “Il fattore chiave nel rinnovamento di un impianto mitico è quello di generare guadagni significativi aveva spiegato, sempre al Corriere della Sera -. Un nuovo impianto deve avere suite di lusso, aree dedicate agli sponsor, ristoranti. Ma si valuta caso per caso. Se è difficile lasciare uno stadio con decine di anni di storia e di memorie dei tifosi, a volte le strutture esistenti sono così com-

di Madrid

promesse che i costi di un intervento sarebbero uguali o addirittura maggiori rispetto alla costruzione di un nuovo stadio.

A Roma l’Olimpico ha una grande storia ma a causa della pista d’atletica andrebbe rifatto l’intero catino per renderlo ottimale per il calcio. In molti casi in Europa gli impianti storici sono anche cittadini e bloccati dal tessuto urbano. E questo rende difficoltoso ammodernarli o ingrandirli”.

A Milano, la retromarcia del Milan sullo stadio al Portello è destinata a rallentare il

Come sarà il Camp Nou di Barcellona

progetto avanzato dall’Inter di togliere il terzo anello di San Siro, che potrebbe essere adibito ad area commerciale: una situazione complicata. “Vero - dice Meis -.

Non solo per la condivisione dei due club, che crea disaccordi sulle questioni chiave.

Ma anche per il fatto che la struttura è concepita più per un pretenzioso esercizio di stile architettonico che per il godimento della partita. Ma dal momento che una nuova costruzione in Italia rappresenta già di per sé una sfida, prima di abbandonare San Siro studierei le potenzialità di un sensibile rinnovamento, sostenibile dal punto di vista economico”.

A Madrid ci ha pensato il tribunale a bocciare il progetto del Real, caratterizzato dalla megalomania del primo club al mondo per fatturato (550 milioni di euro). Il pacchetto presentato per rendere lo stadio dei Galacticos una specie di astronave (da 400 milioni di euro) comprende anche hotel e negozi per 12.500 metri quadrati. E avrebbe un forte impatto sull’area urbana dove sorge l’impianto. Tutto questo violerebbe la legge regionale sullo sfruttamento del suolo. Chissà as etra ricorsi e controricorsi, il tempio più prestigioso d’Europa cambierà volto?

Come il Camp Nou di Barcellona, per il quale era stata resa nota la lista, come agli Oscar, degli otto studi per portare la capienza a 110 mila posti attraverso un restyling profondo. Di farsi una casa nuova, anche in questo caso, non se ne è mai parlato. “A volte la carta bianca rappresenta uno svantaggio - fa notare Dan Meis -.

Troppo spesso gli architetti sono tentati da forme spettacolari che hanno poco a che vedere con la città o con il club. Io amo la sfida di catturare la storia di un luogo, di conservarla. Mi piace integrare tutto l’ambiente circostante, fatto di parcheggi, luci, vie d’accesso… Mi ispiro al Palio di Siena. È una grande piazza pubblica che due volte all’anno diventa uno stadio.

Sarebbe una gran cosa se ogni impianto trasmettesse questo, come se fosse il vero cuore della città”.

Il nuovo Anfield di Liverpool

caro vecchio ‘mocca’

di Sergio Giovanelli

L

a prima partita ufficiale giocata nel “Nuovo campo Sportivo di Spalto Rovereto”, come definito dai giornali dell’epoca, avviene in occasione della giornata inaugurale del neonato campionato di Serie A a girone unico con le 18 partecipanti che erano state definite al termine del torneo di Divisione Nazionale 1928-29.

Oltre a presentare la partita, i giornali si dilungano a magnificare la struttura del nuovo modernissimo impianto e auspicano che il pubblico potrà “finalmente mettere da parte le critiche ed i frizzi che indirizzava – molto alessandrinamente, diciamo noi al vetusto ma glorioso campo degli Orti” E’ il 6 ottobre 1929 ed una bufera di pioggia e vento battezza la nuova competizione sportiva. Alle ore 15 le squadre scendono in campo. Il terreno, ancora intonso, è già pesante; è un presagio, visto che in futuro si arriverà fino al punto di trasformare volontariamente in un pantano il prato e creare così la leggenda del fango del Moccagatta.

“L’Alessandria – scrive Il Piccolo – ha affrontato la prima durissima fatica con malcelato timore. Essa conosceva le grandi doti realizzatrici dello squadrone romano e non nascondeva le difficoltà di una sua vittoria, ma ha sin dall’inizio affrontato l’avversario con l’animo del combattente, dimostrando una netta superiorità sia per numero di attacchi che per qualità di giuoco”.

Il primo, storico, punto arriva dopo soli otto minuti ed è il centrattacco Alessio a celebrare l’avvenimento con un “astuto goal”, presto ricambiato dai giallorossi con un “tiro fortunoso” di Volk su “rimando della minacciata porta giallorossa”.

Si va al riposo sull’1-1; nella ripresa un calcio di punizione “tirato impeccabilmente da Avalle insaccava il pallone a mezza altezza nella rete di Ballante” e poi una cannonata da fuori area di Ferrari (definito Ferrarino nella cronaca del settimanale Lo Sport da cui abbiamo tratto le frasi virgolettate) “goal magnifico per potenza, precisione e tempestività” chiudevano il discorso sul 3-1.

Ma lasciamo la parola all’anonimo cronista che su “La Stampa” del giorno successivo raccontò la partita. L’articolo, come usava allora, era inserito in coda al servizio sull’incontro più importante della giornata curato quasi sempre da Vittorio Pozzo (proprio il C.T. dei Mondiali ‘34 e ‘38) e

GLI ALB

La prima partita fu Alessand L’inaugurazione ufficiale qu

veniva titolato semplicemente così: “ALESSANDRIA: Alessandria-Roma 3-1” “Sotto una bufera di vento e di pioggia si sono trovate di fronte l’Alessandria e la Roma e la prima ha chiuso con una bella vittoria. Nell’Alessandria è emersa soprattutto la linea di sostegno che ha svolto un giuoco redditizio e giudizioso, alimentando costantemente l’attacco e la difesa.

I romani hanno dato l’impressione di essere ancora molto a corto di allenamento e tra linea e linea non è apparsa quelta

coesione che era lecito attendersi. Arbitro Rovida. All’inizio subito gli alessandrini si impossessano del pallone e svolgono azioni offensive. Al 7° minuto i romani: sono in corner. Poi altri tiri si succedono rapidamente, ma non conducono ad alcun risultato. Al 25° minuto l’Alessandria ottiene il primo punto per merito di Alessio. Cinque minuti dopo i romani riescono a pareggiare mercè un’azione di Volk. Nella ripresa il giuoco è nettamente a favore degli alessandrini e al 7° minuto Avalle, su calcio di

ORI

6 ottobre 1929 - Alessandria Nuovo campo Sportivo 1a giornata

ALESSANDRIA - ROMA: 3-1 (1-1)

Reti: 8. Alessio [A], 39. Volk [R], 53.

Avalle [A], 75. Ferrari Giovanni [A].

dria-Roma il 6 ottobre 1929. uasi un mese dopo

punizione, porta a due i goals per la sua squadra. I romani compiono qualche puntata offensiva ma sono completamente respinti, cosicché gli alessandrini al 26° minuto, per merito di Ferrari, possono ottenere il terzo e ultimo goal”.

Due parole sull’arbitro. Il signor Rovida di Milano meritò gli apprezzamenti dei cronisti per l’imparzialità dimostrata. qualcuno tra i cronisti presenti dichiara che “sarebbe un sogno avere sempre direttori di gara di questa levatura”.

D

alla prima gara giocata sul nuovo terreno all’inaugurazione ufficiale passò quasi un mese: il tempo di disputare ben quattro partite di campionato delle quali due casalinghe.

Dopo il successo con la Roma ci fu uno scialbo 0-0 con la Pro Patria.

Il progetto, redatto dal geom. Savoiardo (con un passato Grigio), per un campo polisportivo, poi trasformato in stadio con annesso mausoleo dei caduti della Grande Guerra (facciata ed entrata della Sud testimoniano questa idea), poi diventato stadio e basta, era giunto a conclusione.

Dall’estate 1928 all’autunno ‘29 con chiusura dei lavori in anticipo.

La cerimonia formale con taglio del nastro avvenne il 28 ottobre, giorno di festa perché si ricordava la Marcia su Roma. Allo scoccare dell’anno VII E.F. (Era Fascista, raccomando le maiuscole!) ci fu la celebrazione; adunata in Piazza Vittorio Emanuele II (oggi della Libertà), corteo fino a Piazza Garibaldi e relativi discorsi. Su Il Piccolo del sabato successivo la prima pagina è dedicata all’avvenimento. Dopo la trascrizione dei discorsi si specifica che “Nel pomeriggio vennero dalle Autorità inaugurate con cerimonia semplice e solenne le opere realizzate dal Regime nell’anno VII nella nostra città cioè la lapide

Alessandria: Rapetti, Costa, Gallino, Lauro, Avalle, Bertolini, Cattaneo, Marchina, Alessio, Ferrari Giovanni, Chierico. All.: Carcano Carlo.

Roma: Ballante, Ferraris (IV) Attilio, Mattei (I) Attilio, Degni, Bernardini, D’Aquino, Benatti, Dalle Vedove Pietro, Volk, Eusebio, Chini Ludueña.

All.: Baccani.

Arbitro: Rovida (Milano).

con il risultato delle elezioni nel Palazzo del Governo, il campo Sportivo del Littorio...”

Più preciso, almeno nella parte sullo Stadio, è il resoconto de “Lo Sport” settimanale sportivo locale. Giovedi 31 ottobre scrive: “Domenica con il semplice ed austero cerimoniale fascista, S.E. il prefetto Milani (…) ha inaugurato il nuovo campo sportivo di Alessandria. Finalmente dunque la nostra città è dotata di una costruzione che può reggere al confronto con le migliori e che torna a tutto onore del Fascismo”.

Segue poi il panegirico al Segretario Federale Console Natale Cerruti considerato l’artefice primo di questa realizzazione, nonché di altri Gerarchi cittadini.

Presentando Alessandria-Torino, prima partita a stadio inaugurato, Il Piccolo scrive: “Partita di grande interesse che desta una immensa passione, e che attirerà sul novo campo sportivo una folla imponente.

Domani la capienza del campo sarà messa alla prova perché si prevede un pubblico immenso che batterà ogni precedente record”.

Lo Sport, invece, predice che “il magnifico stadio sarà gremito di folla, perché il nome dei contendenti è grande” aggiungendo che “S.E. il Capo della Provincia, assisterà, coi Gerarchi della nostra terra, alla partita”.

caro vecchio ‘mocca’

di Marcello Marcellini

L’

1957

C’era poco, ma quel poco, come emozione, vale va tanto!

Alessandria era tornata in serie A dopo lo spareggio vinto contro il Brescia. Il sindaco di allora, Nicola Basile, insegnante elementare lucano, rigido, decisionista, scrupoloso, attento, lungimirante e amante dei fiori e dell’organizzazione, aveva dovuto decidere in men che non si dica per l’ampliamento del Moccagatta. Troppe volte già in serie B lo stadio aveva dimostrato la propria inadeguatezza. La serie A meritava ben di più. I tempi erano strettissimi. Due mesi e mezzo scarsi.

Nel giro di pochi giorni, ai primi di luglio, si erano incominciati i lavori. Si era deciso di portare la capienza dello stadio ad almeno ventimila posti. Per ottenere ciò, si doveva raddoppiare il lato nord con dei tubi di carpenteria incapsulati tra loro ed erano stati forniti dalla ditta Rolando, mentre le sedute sarebbero state traversine in legno catramato per resistere alle intemperie.

L’intervento più lungo e difficoltoso avrebbe riguardato invece il ricongiungimento della tribuna ai lati corti dello stadio. Le due curve avrebbero dovuto realizzarsi necessariamente in cemento. Così è stato. A questo lavoro era stato chiamato a provvedere un dirigente dell’Alessandria Calcio, l’ingegner Picciau, un imprenditore edile sardo già consigliere dell’Inter che aveva radicato, bene, in città. Contemporaneamente si era deciso di rifare il terreno di gioco, vero e proprio lato dolente dell’impianto sportivo. Con la pioggia, infatti, si trasformava regolarmente un acquitrino, mentre con il caldo, l’erba spariva e si finiva di giocare su una sorta di terra battuta. L’incarico era stato dato alla ditta alessandrina Maldini Rodolfo, vera forza della città per tutto ciò che concerneva lavori di movimento terra. Il Moccagatta pullulava di operai, di tecnici e di mezzi. Il ritmo era necessariamente frenetico. Le maestranze della ditta Maldini avevano svuotato il terreno di gioco di almeno tre metri ed inserito pietre, ghiaia, fascine e terra nuova, mentre l’impresa Picciau utilizzando decine di uomini aveva già impostato il lavoro delle curve. I tubi si innestavano ad una velocità impressionante,

mentre diversi uomini provvedevano ad avvitare le traversine su quelli già innestati.

Era un lavorio organizzatissimo, accattivante e per certi aspetti entusiasmante.

La corsa contro il tempo accresceva adrenalina in tutti. Ovviamente altre squadre di operai stavano lavorando a quelle strutture già esistenti che richiedevano solo di un ammodernamento. Tutto questo mentre centinaia e centinaia di tifosi quotidianamente prendevano posto in tribuna o sui gradini delle cosiddette Parterre, che non avevano bisogno di alcun intervento, per seguire i lavori. Intanto si parlava e si sognava l’imminente serie A. I mezzi della Maldini Rodolfo facevano la spola con la Val Milana dove era stato individuato un terreno da cui togliere grossi ed ideali riquadri di terra ed erba che una volta caricati, trasportati e scaricati venivano riposizionati come terreno del campo da gioco. I più veloci a finire, ricordo, erano stati gli addetti al montaggio dei tubi. Già così l’impatto visivo al Moccagatta era diverso.

La Lega aveva intanto provveduto a com-

porre il calendario della serie A. L’Alessandria avrebbe giocato la prima di campionato in casa contro la Fiorentina. Si doveva quindi fare ancora più in fretta perché la partita si sarebbe giocata l’8 settembre!!! La frenesia lavorativa ed organizzativa era ai massimi livelli. Il giorno della prima di campionato si stava avvicinando velocemente.

I tifosi sognavano ad occhi aperti perchè dopo la partita contro la Fiorentina il Moc-

Giacomazzi al microfono di un giovanissimo Emilio Fede. Sullo sfondo la nord raddoppiata grazie alla struttura tubolare. A sinistra un intenso duello tra Tagnin e Chiappella davanti ad una tribuna gremita all’inverosimile. Sotto, il rettilineo in camicia bianca. Fu una domenica indimenticabile. (immagini “Fondo Sartorio”)

cagatta avrebbe ospitato il Milan campione d’Italia. Ormai pareva una corsa al miracolo.

Tantissimi operai si davano un gran da fare come tante formichine a qualsiasi ora del giorno ed anche oltre grazie alla luce del tramonto del sole estivo. Il 5 settembre il miracolo era realizzato! Curve in cemento?

Finite. Curva nord? Raddoppiata. Curva Sud ? Ampliata. Recinzione? Ultimata. Terreno di giuoco? Perfetto. Pannelli pubbli-

citari? Istallati. Corrimano e ringhiere ? Verniciate. Tribuna? Rimessa a nuovo. Che bello era diventato il vecchio Moccagatta!

Sembrava enorme. Incassato tra i palazzi.

Le gradinate così imperiose e così a ridosso del terreno di gioco mai così verde! A quel tempo non esistevano controlli, non esistevano vie di fuga, non c’erano segnaletiche gialle. C’era solo voglia di calcio dove i tifosi delle due squadre erano mischiati tra di loro. Potevano esultare come e quando volevano e discutere con i tifosi avversari sulla varie fasi di gioco e sugli eventi. Che bello! Io, studente delle medie avevo vissuto in prima persona tutte le fasi della ristrutturazione. In quei tifosi sempre presenti a seguire i lavori c’ero stato anch’io ed ero curioso di vedere che

effetto avrebbe fatto il “mio” stadio riadeguato, abbellito, ingrandito, rigenerato, riempito da ventimila persone. Avevo preso posto sui gradini, quelli più in alto, della gradinata Sud sovrastata da tre pennoni a cui erano state appese le bandiere dell’Italia, dei Grigi e della squadra avversaria.

Mancavano più di due ore all’inizio. Ero entrato grazie ad un signore che aveva finto di essere mio padre. I ragazzi accompagnati infatti entravano gratis. Faceva caldo, molto caldo. Malgrado mancassero circa due ore all’inizio della partita gli spettatori era già numerosissimi e regalavano un effetto cromatico unico. Vestivano quasi tutti la camicia in tessuto leggero e, a quei tempi, le camicie erano quasi tutte bianche. Immaginatevi il colpo d’occhio.

L’attesa era lunghissima, avevo visto e memorizzato tutto, ma ormai voglia di partita. Finalmente ecco le ore 15. Gli altoparlanti avevano preso a gracchiare le formazioni. Eccole in campo. Che bello il viola della Fiorentina, che emozione il grigio azzurro dell’ Alessandria, che elegante l’arbitro Moriconi di Roma in nero con camicia e fazzolettino bianchi. Le curve nuove erano al completo, le gradinate anche, il corridoio sotto la tribuna era stipatissimo alla faccia della sicurezza che non c’era. In tribuna gente elegante come a teatro con le varie autorità in prima fila.

Le squadre si erano schierate. A quei tempi la pubblicità era più scritta, disegnata che annunciata, ma ce n’era una che mi emoziona ancora adesso: quando il capitano dei Grigi porgeva il mazzo di fiori al capitano avversario, gli altoparlanti divulgavano con incredibile enfasi: “L’omaggio floreale è il dono più gradito” e poi di seguito il nome del negozio che l’aveva offerto. Che bello!!!!

C’era poco, ma quel poco, come emozione, valeva tanto!

caro vecchio ‘mocca’

di Mario Bocchio

I TRUCCHI DEL MESTIERE

Campo bagnato e il Moccagatta diventa un inferno di fango I Grigi nel 1945-’46. In basso a sinistra, si rifà il manto erboso.

A destra, Alessandria-Juventus 2-0 nel 1946-’47. Il goal di Pietruzzi

L

o stadio Moccagatta in quei tempi era un vero inferno, dove gli avversari cadevano nella pece bollente amalgamata proprio dagli antichi diavoli di quella leggenda che si sviluppò in riva al Tanaro. In questo sport le grandi imprese si compiono anche con gli stadi stracolmi, bolge assordanti di tifo tanto che i giocatori in campo faticano a parlare tra di loro. Un clima da corrida che incomincia a spaventare gli avversari già negli spogliatoi, lo stadio diventa l’arena, il giocatore in più. Lo sono stati il Filadelfia per il Grande Torino, poi il Bernabeu per il Real Madrid, Anfield Road per il Liverpool, higbury per l’Arsenal, Ibrox Park per i Rangers di Glasgow, il De Meer per l’Ajax ed anche il rettangolo verde di Avellaneda per gli argentini dell’Independiente nelle infuocate finali della Coppa Intercontinentale. Muri di folla urlante, ossessionante battere di tamburi, insistente

sventolio di bandiere, sirene assordanti collegate a batterie, ad ogni azione fischi ed una selva di mani con il dito medio alzato per gli avversari: l’incubo è servito.

Da noi, ad Alessandria, c’è sempre stato il Moccagatta, quello che venne definito “il Bernabeu dei Poveri”.

Ogni volta che i Grigi hanno dovuto compiere l’impresa si sono affidati anche a questo Grande Vecchio che, per quello che dal 1929 (anno dell’inaugurazione) ad oggi ha dato, esige solo rispetto e venerazione. Le storie ci hanno tramandato che le Grandi Alessandrie, quelle che arrivano sino agli inizi degli anni Cinquanta, anche nelle torride e afose estati, giocavano su terreni pesantissimi: per sfruttare meglio le doti di quei valorosi Grigi il campo veniva infatti bagnato prima delle partite ed anche i tifosi aiutavano a gettare secchiate d’acqua sull’erba per creare il pantano. Fu così in occasione di quel 7 luglio 1946

quando i Grigi sconfissero 5-0 la Reggiana e ritornarono in Serie A. Ma fu così anche più avanti, nelle gare di un’altra esaltante promozione dalla C alla B, quella maturata al termine del campionato 1952-’53: era l’Alessandria di Tagnin e di Mazzucco, quella del fiero condottiero Luigi Bussetti, di Masperi, Testa, Savoini e Bey. Praticamente tutte le “big” italiane sono cadute al Moccagatta. Il Grande Torino di Grezar, Gabetto e Mazzola venne umiliato da una grande Alessandria il 19 gennaio 1947: 2-0 con reti di Bertoni e Stradella. Pochi giorni dopo, il 23 febbraio 1947: AlessandriaJuvents 2-0, reti di Rosso e Pietruzzi.

L’asso di Litta Parodi sradicò la palla da una pozza di fango e fulminò il portiere Sentimenti IV. Di momenti da incorniciare ce ne sono tanti, ne scegliamo ancora quattro. Alessandria-Roma 4-0 il 1° gennaio 1948, con addirittura quattro gol messi a segno dall’astigiano Carlo Stradella. Nel torneo dell’ultima promozione in A, il 1956-’57, ottenuta dopo lo spareggio contro il Brescia a San Siro, l’Alessandria trafisse al Moccagatta la capolista Verona: l’1-0 fu ad opera di una prodezza di Sandro Vitali dopo appena 15 secondi di gioco, il portiere scaligero Ghizzardi sino a quel momento era ancora imbattuto. Il 20 settembre 1959 ancora al Moccagatta, prima giornata del campionato di Serie A, tre reti dell’ala oriunda Juan Carlos Tacchi misero al tappeto il Milan campione d’Italia nonostante il momentaneo pareggio di Altafini nel primo tempo.

21 L’ORSOINCASA

di Gigi Poggio l’intervista

Venerdì 20 ottobre 2017

CASA LA NOSTRA NUOVA

“O

Federico Vaio: il lungo lavoro è terminato

ra che il lavoro è praticamente terminato, posso dire di essere felice e sollevato e ci aggiungo anche che questa vita di cantiere, vissuta intensamente, nella

quotidianità tra problemi da affrontare e soluzioni da trovare, beh un po’ mi mancherà”.

Così Federico Vaio ci descrive le sue sensazioni a pochi giorni dalla gara interna col

Pisa che sancirà la riapertura totale e definitiva del Moccagatta, dopo i poderosi interventi di riqualificazione.

> segue a pagina 22

l’intervista di Gigi Poggio

“E’ stata un’esperienza intensa, utile e formativa a cui sono arrivato quasi per inerzia, per la verità. Quando il Presidente arrivò ad Alessandria, tra le molte questioni affrontate si soffermò anche sulla quella dello stadio, percependo che la gestione di un immobile come il Moccagatta era affare estremamente serio, a cominciare dalle sue condizioni. Io fui individuato come la persona che avrebbe dovuto occuparsi della vicenda, anche se nei primi mesi non era ben chiara la tipologia di intervento che si sarebbe dovuta attuare”. quindi il primo contatto con l’amministrazione comunale... “Esattamente, un contatto dovuto con l’istituzione che gestiva direttamente le stadio per avviare una collaborazione che poi si è rivelata estremamente proficua... coi risultati che vediamo in questi giorni.”

E lì è iniziato il via vai verso Palazzo Rosso...

“Contatti intensi e utili, sempre in un clima di massima collaborazione. E’ chiaro che, prendendo confidenza, nella quotidianità, con lo stadio si comprendeva che non lo si sarebbe potuto gestire, nel breve, con una semplice manutenzione straordinaria. E lì è maturata l’idea di un intervento più radicale e, peraltro, indispensabile”.

Perchè altrimenti... “Perchè altrimenti la perenne condizione di deroga in cui si utilizzava

LA PERENNE CONDIzIONE DI DEROGA IN CUI SI UTILIzzAVA IL MOCCAGATTA ALLA FINE NON NE AVREBBE PIù CONSENTITO L’USO IN REGIME DI SICUREzzA

il Moccagatta alla fine non ne avrebbe più consentito l’uso in regime di sicurezza, in quanto privo dei requisiti minimi che consentivano l’agibilità”.

Di qui, l’avvio di lungo lavoro prelimiminare di studio e analisi della struttura... “Abbiamo dovuto partire da zero perchè non esistevano carte e rilevi del progetto del 1929 e il rischio, anzi, la consapevolezza era quello di muoverci al buio. Di qui la necessità di ridisegnare tutto l’immobile e poi procedere con verifiche strutturali e ipotesi progettuali di consolidamento e riqualificazione”.

Senza contare la parte burocratica: stipulare l’accordo di concessione con il Comune e poi l’aspetto relativo all’avvio dei lavori e al loro affido, in cui la società è stata stazione appaltante... “Una fase delicata, in cui sono stati individuati anche aspetti di innovazione che sono stati gestiti con grande competenza dai nostri consulenti legali e amministrativi”.

Tempi tecnici, scadenze, burocrazia e poi finalemnte il cantire... “Quando abbiamo lasciato lo stadio in mano alle maestranze delle ditte incaricate, ho percepito l’entità del lavoro e la bravura di chi avrebbe riqualificato il Moccagatta. Fin dallo smontaggio dei seggiolini e il disallestimento della sede, svolto con destrezza e professionalità, ho capito che avremmo ottenuto un grande

La curva sud è pronta al “collaudo” dei tifosi pisani

L’ORSOINCASA 22 Venerdì 20 ottobre 2017

risultato”.

Un’esperienza così intensa avrà però avuto anche fasi di incertezza, momenti di scoramento... “Gli inconvenienti e le sorpese ci sono stati ma non ci hanno mai fermato.

Non è il caso di fare recriminazioni, dopo la mole di lavoro fatta e dire “forse si poteva fare ma...”. Ecco, mi sarebbe piaciuto tornare con il Prato in uno stadio più pronto ma va bene così, comunque... Certo trovare un

Il settore “pitch view” attende solo l’installazione delle poltrone

ABBIAMO DOVUTO PARTIRE DA zERO PERChè NON ESISTEVANO CARTE E RILEVI DEL PROGETTO DEL 1929. GLI INCONVENIENTI E LE SORPESE CI SONO STATI MA NON CI hANNO MAI FERMATO. SOTTO LO STADIO NIENTE DI STRANO, SOLO COCA COLA DEL 1986...

23 L’ORSOINCASA

foto Mauro Risciglione

Venerdì 20 ottobre 2017

enorme mucchio di terra sotto la curva Sud, senza immaginarne l’esistenza o dover invertire la collocazione degli spogliatoi, per le regole relative ai giocatori da portare in panchina, sono stati imprevisti che ci saremmo risparmiati volentieri. Così come scoprire che le volte del sottopasso degli spogliatoi dovevano essere rinforzate, e anche velocemente. Ma non ci siamo mai persi d’animo. In queste situazioni, hanno funzionato due aspetti: le idee chiare della committenza e la buona relazione con la manodopera presente in cantiere con cui ho stabilito un rapporto che rimane una delle eredità più gratificanti di questa esperienza”.

In tutti questi mesi, immagino che il Presidente non abbia perso di vista una sola

fase dei lavori. “Nell’intervento in toto c’è il suo spirito e la sua volontà. Il confronto con lui è stato costante, anche se con margini di autonomia che ho utilizzato, ovviamente, con discrezione e senso di responsabilità... credo”.

Parlavamo di imprevisti... ma qualche sorpresa? “Se fai riferimento alle leggende metropolitane sui sotterranei del Moccagatta non abbiamo trovato nulla di strano. I plinti che reggevano il rettilineo o, meglio, che stavano sotto quella gradinata erano un intereccio di calce e mattoni di proporzioni mastodontiche: autentiche colonne. Ma ritrovamenti strani no, anzi sotto la Sud alcune lattine di Coca Cola, perfettamente conservate, datate 1986 ma non chiedermi se l’annata fosse buona...”

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L’ORSOINCASA 24 Venerdì 20 ottobre 2017

QUARTA CATEGORIA Calcio e disabilità: l ‘Ales

Q

uando il 18 gennaio scorso, nella sede del Senato, FIGC e CSI sottoscrissero il protocollo d’intesa che dava il via alle attività di quarta categoria, il Presidente del Senato, Piero Grasso, presente a quella cerimonia descrisse l’evento come “una bella giornata di sport”. quel giorno ha rappresentato contemporaneamente il punto d’arrivo e di partenza di una bella storia in cui si mischiano sport e solidarietà, come ci dice Valentina Battistini, fin dal suo avvio anima e motore del progetto e oggi, non a caso, coordinatrice nazionale di quarta categoria. “Siamo partiti da un’esigenza che nasceva dal basso e in periferia.

A Quarto Oggiaro seguivo un gruppo di ragazzi con disabilità sensoriali e capivo che non bastava farli giocare tra loro. Sono un allenatore con tanto di patentino e conosco il valore e il senso della gara come momento di confronto e di verifica. I miei ragazzi erano stanchi di allenarsi e volevano giocare un campionato vero. A maggio dello scorso anno abbiamo deciso che non era più il caso di aspettare...”

E non siete andati tanto per il sottile... “Abbiamo pensato che il Presidente Tavecchio poteva essere la persona giusta, nella sua veste di massimo esponente della FIGC... e siamo andati da lui, per parlargli del nostro progetto”.

Coraggio ripagato... “Avevamo le idee chiare: portare la nostra realtà a contatto con i club importanti per fargli sposare la nostra iniziativa e vestire i nostri ragazzi con i colori dei loro idoli e delle loro squadre del cuore. Tavecchio ha capito e siamo partiti.

Prima il protocollo e poi subito dopo il campionato, a Milano, con nove associazioni e le loro squadre special, “adottate” da altrettante big con il Milan, l’Inter, il Cagliari, la Lazio, la Fiorentina, l’Udinese, la Lazio, il Genoa e, per la serie B, il Venezia”.

Con tanto entusiasmo anche tra le istituzioni calcistiche... “Il Presidente Gravina ha colto

subito il senso del progetto, proponendolo alle squadre di serie C e lì c’è stata davvero un’esplosione di consenso e partecipazione”.

Oggi quarta categoria è un fatto nazionale con rappresentative in tutta Italia. Immagino che anche sotto il profilo organizzativo si stia facendo un grande lavoro... “Organizzativo e, prima di tutto, normativo. Oggi noi

siamo una realtà affiliata alla Lega Dilettanti e la nostra attività è determinata attraverso statuti e regolamenti. La nostra forza sta anche in questo: vederci riconosciuti come una componente del mondo calcistico, con pari dignità”.

Oggi, quindi, quarta categoria porta il suo messaggio in giro per tutta Italia e la partecipazione delle squadre famose non è l’unico

25 L’ORSOINCASA

Venerdì 20 ottobre 2017

I CLUB

Serie A Benevento, Cagliari, Chievo Verona, Crotone, Fiorentina, Genoa, Inter, Lazio, Milan, Sampdoria, Sassuolo, Spal, Torino, Udinese

sandria c’è

Serie B Bari, Brescia, Cremonese, Empoli, Entella, Foggia, Frosinone, Novara, Parma, Perugia, Salernitana, Spezia, Ternana, Venezia Serie C Alessandria, Carrarese, Feralpi Salò, Livorno, Monza, Pontedera, Prato, Reggiana, Robur Siena, Santarcangelo Serie D Forlì

grande risultato... “L’essere stati adottati dai grandi club è stato certamente un grande risultato che poi però ha portato a tante grandi, piccole scelte come quelle delle tifoserie organizzate che ora seguono l’attività delle loro gemellate o come la decisione di tanti club che, su input degli stessi giocatori, devolvono i soldi delle multe proprio a Quarta categoria”.

E a quarta categoria aderisce anche l’Alessandria Calcio. Dal 21 ottobre i ragazzi di ‘Is for Coop’, ente di formazione genovese, vestiranno il Grigio nel torneo organizzato in Liguria. Paolo Caredda, coordinatore dei corsi di ‘Is for coop’ ci racconta questa scelta.

“L’opportunità di dare questa occasione ai nostri ragazzi l’abbiamo colta al volo. Noi facciamo formazione, è vero, ma cerchiamo di allargare il ventaglio delle offerte per i nostri ragazzi. Il calcio è un contesto irrinunciabile per aprirli al mondo e farli sentire accettati. La scelta dei Grigi è stata inevitabile: il nostro Presidente, purtroppo mancato da poco, era ovadese e io, in quanto genoano, nutro molto più di una simpatia per l’Alessandria. Siamo pronti per l’esordio in questo campionato che ci vedrà affrontare Genoa, Sampdoria, Entella e Spezia. E domenica prossima si comincia proprio contro lo Spezia.

Calcio vero... di categoria: la quarta.”

Il futuro è nelle vostre idee.

Noi vi aiutiamo a realizzarlo.

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NOVITà NEL NOTO NEGOzIO DI CORSO ROMA. EDOARDO CEI: “ABBIAMO RIPENSATO LE VETRINE RENDENDOLE PIù TEATRALI E MODIFICATO ANChE LE LUCI, ORA PIù SOFFUSE, SOBRIE E AVVOLGENTI”

CI SIAMO RIFATTI IL TRUCCO J Berry: nuovo look, stessa filosofia

D

a qualche settimana, nel centro di corso Roma, ad Alessandria, si è rinnovata la luce, e non solo quella, di J Berry.

“Ci siamo rifatti il trucco”, ci dice ironizzando un po’ Edoardo Cei, riferendosi a questo cambio di look del negozio che, pur senza cambiare filosofia e identità, ha modificato luci e spazi. “Rinnovarsi è un obiettivo che investe sfere diverse del nostro mestiere.

Ci si rinnova nella proposta e nel prodotto ma anche nel modo di offrirlo. Siamo partiti consapevoli che occorresse cambiare qualcosa, “efficientando” questo luogo in cui il cliente deve muoversi a suo agio, libero di scegliere, guardare e toccare”.

Ecco Edo, partiamo di qui. In cosa vi siete modificati e rinnovati? “La nostra filosofia resta la stessa, sempre. Abbiamo ripensato le vetrine, per esempio, rendendole, passami il termine, più teatrali e modificato anche le luci che, attraverso i led, oggi sono più soffuse, sobrie e avvolgenti”.

L’identità resta la stessa, e lo confermiamo.

Spazio vissuto, caldo e un servizio attento, altra caratteristica di J Berry. “Lavoriamo intensamente su questo aspetto. Il confronto tra noi è costante e serrato. L’input è quello di verificare costantemente la qualità del servizio che offriamo. Fare squadra non è uno slogan ma una necessità che ci fa migliorare, rendendoci più attenti e professionali... e questo fatto il cliente lo percepisce e lo apprezza”.

Rinnovarsi nella continuità, potremmo dire, Edo... “Siamo una presenza consolidata, con una clientela assolutamente fidelizzata.

Questo, però, non significa perderne di vista le esigenze, migliorandoci sempre, senza dimenticare di estendere la nostra offerta a nuovi pubblici e nuovi segmenti di mercato”.

Vale a dire? “Il taglio sartoriale, la qualità del tessuto, la costante di ricerca di nuovi idee e soluzioni, con un lavoro di “scouting”

che ci porta in giro per Italia e per Europa sono le costanti di J Berry. Su qusto percorso, confermiamo i nostri orientamenti immaginando anche nuove soluzioni, dal’ambito dell’abbigliamento per cerimonia, all’urban chic che vuol dire capi pratici ma eleganti, in linea con le esigenze di una quotidianità

L’ORSOINCASA 26

Venerdì 20 ottobre 2017

27 L’ORSOINCASA

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RINNOVARSI NELLA CONTINUITà: “SIAMO UNA PRESENzA CONSOLIDATA, CON UNA CLIENTELA FIDELIzzATA. E VESTIAMO I GRIGI CON ORGOGLIO”

che ti impone di essere sempre pronto in ogni contesto, dal lavoro, alla vita di relazione”.

Una strategia vincente? “Una strategia di lenta ma costante crescita, con conferme importanti che che ci inducono a pensare che il baratro della crisi si è allontanato, in Alessandria come altrove. Certo, occorre, lo sforzo e l’impegno di tutti, lavorando per elevare il livello della qualità, sapendo che la crescita di questo settore passa attareverso uno sforzo congiunto per rendere la città più vivibile ma accogliente”.

Intanto si conferma la partnership coi Grigi...

“Una collaborazione gratificante e densa di soddisfazione, per come i due marchi si identificano nella voglia di crescere tra qualità e voglia di fare sempre meglio.

Vestire i Grigi ci da grande orgoglio e presto vi preparemo una sorpresa”.

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TUTTI ABBIAMO IL SOGNO DI DIVENTARE ALLENATORI O GIOCATORI, IN BASE ALL’ETà, MA SE NON VI è UN PROGETTO DIETRO, FATTO DI OBIETTIVI E ASPETTATIVE, TUTTO RESTA ILLUSORIO

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Q

DA BARCELLONA AD ALESSANDRIA Pasquale Casà, nuovo coordinatore tec

foto Sara Risciglione

uesta settimana incontriamo Pasquale Casà, di Barcellona, da qualche mese ad Alessandria in veste di Coordinatore tecnico del Settore Giovanile.

Innanzitutto benvenuto Pasquale! Ci racconti la sua scelta di vita che l’ha portata qui…

“Ho sposato un progetto. Nel mondo del calcio spesso le scelte si fanno puntando forte i piedi sull’idea di un sogno... Tutti abbiamo il sogno di diventare allenatori o giocatori, in base all’età, ma con gli anni se non vi è un progetto dietro, fatto di obiettivi e visione, tutto resta illusorio. Perciò dietro la mia scelta di vita c’è sia il sogno del bambino che le solide aspettative sul progetto dell’allenatore”. quali sono le esperienze che ha vissuto?

“Sin da ragazzo, quando ero ancora portiere, mi sono appassionato alla parte tattica e metodologica e piano piano è cresciuta in me la voglia di costruire qualcosa con i miei compagni. Iniziai così a leggere libri di tattica e ho frequentato la facoltà di Scienze dell’Educazione, perché credo che il calcio sia come la vita e saper gestire un gruppo di persone è importante almeno quanto la tattica. Pertanto studiare mi ha aiutato tantissimo. Mentre frequentavo l’università prendevo i patentini da allenatore e allenavo.

Ho iniziato in Spagna, poi in Finlandia e a San Pietroburgo in Russia. Due anni fa la prima esperienza in Italia in prima squadra al Foligno, lottando per conquistare la Serie C”. quali categorie ha allenato nei luoghi in cui è stato? “Ho cominciato dal basso: dai bambini ai dilettanti, poi squadre professionistiche in erie B spagnola e sono stato il responsabile del settore giovanile in Finlandia al Legirus Inter. Queste esperienze professionali mi hanno arricchito molto anche dal punto di vista personale. Il calcio toglie molto, ma quello che dà vale tutto il sacrificio che hai fatto fino a quel momento”.

Dal momento che ha conosciuto realtà differenti, che differenza ha notato rispetto al calcio italiano? “L’Italia è una delle culle ancestrali del calcio. E’ bello vedere che ancora oggi viene mantenuta la cultura italiana di anni fa. Ora l’Italia vuole aprirsi al mondo, ma io penso che la cultura calcistica italiana non sia affatto da buttare via. C’è solo la necessità di una pù che naturale evoluzione.

Il calcio sta cambiando e soprattutto sta cambiando il metodo per isegnarlo”. quale tipo di metodologia viene seguita quest’anno? “Noi seguiamo la periodizzazione tattica. Questa metodologia nasce in Portogallo e il maggior esponente è José Mourinho. Noi, umilmente e ambiziosamente,

cerchiamo di applicarla dandole la nostra impronta, la nostra identità”.

Su quali principi si basa? “La periodizzazione tattica crede nei principi di gioco e nella comprensione degli stessi. Si basa soprattutto sull’essere umano: il giocatore non è un robot che segue ed esegue ordini, ma

una persona pensante, con la propria emotività, che gioca a calcio. I principi di gioco sono quelli che nascono dalle relazioni tra i giocatori. Noi non vogliamo isolare i calciatori, ma intendiamo il calcio come una serie di relazioni. Su questa serie di relazioni creiamo il nostro modello di gioco”.

MENTRE FREqUENTAVO L’UNIVERSITà PRENDEVO I PATENTINI DA ALLENATORE E ALLENAVO. hO INIzIATO IN SPAGNA, POI IN FINLANDIA, IN RUSSIA. DUE ANNI FA SONO ARRIVATO IN ITALIA AL FOLIGNO

29L’ORSOINCASA

nico

foto Michela Amisano

foto Mauro Risciglione

Venerdì 20 ottobre 2017

Che tipo di figura deve l’allenatore per lei?

“Non possiamo non legare il calcio alla vita; perciò l’allenatore è un educatore, un modello da seguire, un esempio. Se ci rifacciamo a Mourinho, quando lui ha fatto in diverse circostanze da parafulmine ai sui giocatori, nello stesso momento i giocatori capivano che lui lottava per loro e a loro volta i giocatori lottavano per lui. Ho utilizzato questo esempio per far capire che l’allenatore è un leader positivo, resiliente, un leader che unisce passione, concetti di gioco e che vuole che il giocatore sia quello che può arrivare a essere. Io non posso chiedere al mio giocatore di amare il calcio, di dare il massimo, di lottare sempre in campo se durante l’allenamento mi rilasso o non sono presente e dinamico. Devo essere sempre

presente”.

La periodizzazione tattica viene applicata a tutte le categorie del Settore Giovanile? “I principi tattici variano molto in base al giocatore che hai a disposizione. Le tappe evolutive dei bambini e dei ragazzi vengono tenute in estrema considerazione. L’essenza del principio di gioco però è sempre la stessa. Una volta che ho fissato la mia meta, ci sono diverse strade per arrivarci in base ai mezzi che si hanno a disposizione.

Per il momento quello che è fondamentale è che passi ai ragazzi la comprensione del perché intendiamo il calcio in questo modo e successivamente che ogni singolo ragazzo possa fare propria questa visione. Solo così

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L’ORSOINCASA 30 Venerdì 20 ottobre 2017

foto Sara Risciglione

facendo avremo giovani calciatori consapevoli del perché delle loro scelte e coraggiosi nell’affronatre le difficoltà tecnico/tattiche gara dopo gara”.

Come si svolge la sua settimana lavorativa?

“Sono collegato 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 con gli allenatori, insomma sempre a disposizione quando hanno bisogno. Inizio il lunedì e ogni giorno i mister mi inviano le sedute di allenamento, con principi di gioco ed esercizi. Li analizziamo insieme e di cocerto, con il confronto, strutturiamo le migliori sedute in base agli obiettivi che vogliono raggiungere. Io sono sempre in campo esclusivamente per aiutarli, ascoltare le richieste e dare suggerimenti. Può capitare che se un esercizio ci è piaciuto particolarmente pensiamo a riadattarlo per un’altra categoria.

La relazione tra di noi è molto importante”.

Sono previste riunioni e incontri per sviluppare questo tipo di relazione? “Sì ogni due/tre settimane facciamo una riunione tecnica, dove parliamo di calcio, principi di gioco, ma anche di vita. Allo stesso tempo ci sono riunioni con differente cadenza suddivise per ruoli tecnici e categoria di età.” quanto è importante per lei il risultato? “Il risultato deve essere una conseguenza del nostro buon lavoro. Quello che accade la domenica è figlio dell’allenamento settimanale. Se ci si allena bene, in base al nostro modo di giocare, se le relazioni con i giocatori sono corrette e l’allenatore e lo staff tecnico/medico fanno la loro parte, in teoria è più facile che si giochi come si desidera la domenica. Il nostro obiettivo non è vincere, è giocare secondo i nostri principi,

foto Sara Risciglione

i nostri giovani di Michela Amisano

IL FUTURO è ALLETTANTE PERChé STIAMO COMINCIANDO A VEDERNE I FRUTTI. ASPETTIAMO PRIMAVERA A COGLIERLI. NEL FRATTEMPO CONTINUIAMO A LAVORARE TUTTI INSIEME

mettendo in pratica quello che si è lavorato durante gli allenamenti. Vincere è una conseguenza più che del molto lavoro, del lavoro fatto bene”.

Facciamo un salto in avanti: quale futuro immagina? “Il futuro è allettante perché stiamo cominciando a vederne i frutti. I frutti buoni però si iniziano a cogliere in primavera, quindi fino a quel momento dobbiamo lavorare con l’obiettivo di sapere che la strada è lunga, anche se adesso non vediamo la meta dobbiamo essere consapevoli che è lì, alla fine. Dobbiamo continuare a

lavorare come abbiamo fatto sino a ora”.

Cosa vorrebbe “portarsi a casa” da questa esperienza? “Siamo solo all’inizio per pensare già al termine di questo bellissimo viaggio.

Spero comunque che rimanga un pizzico del mio buonumore e della mia spensieratezza, il calcio è veramente un gioco da gordersi sino in fondo, senza troppe preoccupazioni, solo con la giusta attenzione.

Prima di concludere vorrei ringraziare la società e il responsabile Nereo Omero per avermi coinvolto in questa bellissima avventura”. subaru.it

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31 L’ORSOINCASA

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Campionato Berretti Classifica

Albinoleffe Torino

Monza

Renate

Campionato Under 17 7

7

6

6

Alessandria

4

Sassuolo

4

Giana E.

1

Piacenza

Pro Piacenza Cuneo

3a giornata - 7/10/17

Alessandria - Sassuolo Giana E. - Albinoleffe

4

2

0

2-1

0-2

Monza - Pro Piacenza

4-0

Torino - Cuneo

1-0

Piacenza - Renate

4a giornata - 21/10/17 Albinoleffe - Piacenza Cuneo - Albinoleffe

Giana E. - Alessandria Pro Piacenza - Torino

foto Sara Risciglione

Renate - Monza

1-2

Classifica Alessandria Reggiana Prato Cuneo Modena Livorno Pisa Carrarese Piacenza Gavorrano Olbia Pontedera Pro Piacenza Pistoiese Lucchese Arzachena

13 13 12 11 11 10 10 9 7 6 6 5 5 4 4 1

6a giornata - 8/10/17 Arzachena - Reggiana Carrarese - Pro Piacenza Cuneo - Pontedera Gavorrano - Prato Lucchese - Alessandria Modena - Olbia Piacenza - Livorno Pistoiese - Pisa 7a giornata - 22/10/17 Alessandria - Gavorrano Pontedera - Pistoiese Livorno - Carrarese Olbia - Piacenza Pisa - Lucchese Pro Piacenza - Arzachena Prato - Modena Reggiana - Cuneo

Prima vittoria per la Berretti che piega il forte Sassuolo

Campionato Under 15

0-2 4-1 2-2 0-3 0-3 3-1 0-1 1-3

Classifica Livorno Piacenza Pisa Reggiana Alessandria Prato Carrarese Lucchese Pontedera Cuneo Olbia Modena Pistoiese Gavorrano Arzachena Pro Piacenza 6a giornata - 1/10/17 Arzachena - Reggiana Carrarese - Pro Piacenza Cuneo - Pontedera Gavorrano - Prato Lucchese - Alessandria Modena - Olbia Piacenza - Livorno Pistoiese - Pisa

13 13 13 13 12 11 9 9 8 7 7 6 5 4 0 0 0 - 12 1-0 2-1 1-5 3-1 1-2 4-2 0-1

7a giornata - 22/10/17 Alessandria - Gavorrano Pontedera - Pistoiese Livorno - Carrarese Olbia - Piacenza Pisa - Lucchese Pro Piacenza - Arzachena Prato - Modena Reggiana - Cuneo

L’Under 17, vincendo a Lucca, sale al primo posto in classifica

MARTEDÌ 14 NOVEMBRE Ore 17.00

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