L'Orso in casa n.16 2017/18

L’ORSO INCASA

ORGANO UFFICIALE DELL’U.S. ALESSANDRIA CALCIO 1912 N. 16 VENERDÌ 13 APRILE 2018

STORIA

Pionieri e goleador

L’AVVERSARIO

Piacenza, operazione playoff

SOLIDARIETÀ

Fai un gol nel tuo cuore

DIETRO LE QUINTE

“Feo” la voce del Moccagatta

LO SPONSOR

Resicar e il futuro dell’auto

Da Piacenza a Piacenza I NOSTRI GIOVANI

L’Under 10 di Mirko Lombardo

Michele Marcolini: una panchina lunga 5 mesi Dai playout ai playoff e in finale di Coppa Italia

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L’ORSOINCASA

sommario

Venerdì 13 aprile 2018

8

10

12/20

L’AVVERSARIO

SOLIDARIETà

MUSEO GRIGIO

di Tino Pastorino

di Gigi Poggio

di Mario Bocchio e Sergio Giovanelli

Un gol nel tuo cuore

Piacenza nei playoff

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Pionieri e goleador

28

DIETRO LE QUINTE

LO SPONSOR

I NOSTRI GIOVANI

di Gigi Poggio

di Gigi Poggio

di Michela Amisano

“Feo” la voce del Mocca L’ORSO IN CASA Supplemento al n. 28 de ‘Il Piccolo’ di venerdì 13 aprile 2018

Resicar e futuro dell’auto

A cura di Ufficio Stampa Alessandria Calcio Progetto grafico e impaginazione Mauro Risciglione Foto di Tony Frisina, Ilaria Cutuli

L’Under 10 di Lombardo In collaborazione con MEDIAL srl pubblicità, Alessandria, via Parnisetti 10, tel. 0131 56364

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G R U P P O

alessandria

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12

3.645

RETI. IL BOMBER GRIGIO Pablo Gonzalez

il girone A

PARTITE Giocate dai Grigi nella loro storia (museogrigio.it)

L’ORSOINCASA

LA CLASSIFICA La Carrarese si prende il 4° posto Squadra Siena

Punti 61

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Carrarese

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Monza Olbia

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Giana Erminio Pistoiese

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Pro Piacenza

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Lucchese

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Prato

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Promozione in Serie B

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Gavorrano Cuneo

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32 Playoff

PREVENDITE ALESSANDRIA-PIACENZA

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18 Playout

PUNTI VENDITA BOOKING SHOW • Tabaccheria Maxi Via Gramsci 46, Alessandria • Tabaccheria Rovereto Spalto Rovereto 25, Alessandria • Tabaccheria Malagrino Corso C. Marx 44, Alessandria • Gruppo Anteprima Piazza Garibaldi 40, Alessandria, 0131 250600 • S.O.M.S. Oviglio, Grigi Club “Gino Armano” Via XX Settembre 30, Oviglio (AL) - 347 4165122 • Amici del Calcetto, presso Circolo Dopolavoro Solvay Via Genova 117, Spinetta Marengo (AL) • D Viaggi, piazza Repubblica 3, Novi Ligure (AL) • Roby Viaggi, c/o Centro Comm. Monferrato “BENNET” SS 31 Villanova Monferrato (AL) • Agenzia Intralot, via Palestro 22, Acqui Terme (AL) ON LINE: www.bookingshow.com

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Venerdì 13 aprile 2018

35A GIORNATA

Sabato 14 aprile 2018 Pistoiese - Arzachena Giana Erminio - Lucchese Olbia - Prato Pro Piacenza - Gavorrano Livorno - Pisa Arezzo - Siena Pontedera - Carrarese Monza

(ore 14,30) (ore 14,30) (ore 14,30) (ore 16,30) (ore 17,00) (ore 18,30) (ore 20,30) riposa

Domenica 15 aprile 2018 Alessandria - Piacenza Cuneo - Viterbese

(ore 14,30) (ore 14,30)

36A GIORNATA

Sabato 21 aprile 2018 Gavorrano - Alessandria Siena - Cuneo Arzachena - Livorno Lucchese - Olbia Prato - Arezzo Monza - Giana Erminio Carrarese - Pistoiese Pisa - Pontedera Piacenza - Pro Piacenza Viterbese

(ore 14,30) (ore 14,30) (ore 14,30) (ore 14,30) (ore 20,30) (ore 20,30) (ore 20,30) (ore 20,30) (ore 20,30) riposa

STADIO MOCCAGATTA (via Bellini) • Sabato 14 aprile dalle 15,30 alle 19 • Domenica 15 aprile dalle 11,30 fine al termine del 1° tempo PREZZI DI VENDITA (comprensivi di diritti di prevendita) Tribuna d’Onore € 100 - Tribuna Giovanni Ferrari € 50, ridotto € 35 Tribuna Centrale Numerata € 35, ridotto € 24 - Tribuna Laterale € 30, ridotto € 21 - Rettilineo € 14, ridotto € 10 - Curva Nord € 10, ridotto € 7. Operazione Speciale Ragazzi: costo del biglietto € 5 (da 8 anni compiuti ai 18 anni da compiere, promozione valevole esclusivamente per il settore Rettilineo di gradinata).

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L’ORSOINCASA

Venerdì 13 aprile 2018

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in vetrina

il punto di Tino Pastorino

SIENA, LIVORNO E PISA SI CONTENDONO LA SERIE B IN UNA GIRANDOLA DI COLPI DI SCENA. LOTTA PER IL QUARTO POSTO TRA VITERBESE, CARRARESE E ALESSANDRIA

L’ORSOINCASA

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Venerdì 13 aprile 2018

CALENDARIO DI FUOCO

Promozione in B e lotta per il quarto posto (in grassetto gli scontri diretti).

Sabato 14 aprile Livorno - Pisa ore 17 (Sportitalia) Arezzo - Siena, ore 18,30 Pontedera - Carrarese, ore 20,30 Domenica 15 aprile ore 14,30 Cuneo - Viterbese Alessandria - Piacenza Riposa Monza

Il primo “round” contro la Viterbese finisce in parità: 1-1

FINALE DI STAGIONE IMPREVEDIBILE Lotta a tre per la B

U

n finale di stagione imprevedibile e impronosticabile: la serie B se la giocano in tre ma probabilmente non era mai successo di vedere 3 sconfitte in un mese per le prime due della graduatoria, evento che ha permesso di rientrare nei giochi al terzo incomodo.

Il Siena, a tratti, ha espresso il miglior calcio del girone ma è stato battuto a Monza, nello scontro diretto di Livorno e a Pontedera. Il

Livorno con l’arrivo di Foschi si è imposto ai bianconeri, tornando in testa, ha vinto a Viterbo e poi tre schiaffi contro Monza, Arezzo e Olbia. Ora si riparte ancora da Sottil. Il Pisa battuto in casa dalla Carrarese, sembrava aver rinunciato a qualsiasi velleità ma l’avvento di Mario Petrone ha ridato fiducia che si traduce in 2 vittorie (2-4 a Gorgonzola) e quella al cardiopalma contro il Pro Piacenza ed ora la vetta è a solo 3 lunghezze anche se i ne-

Sabato 21 aprile Arzachena - Livorno, ore 14,30 Gavorrano - Alessandria, ore 14,30 Siena - Cuneo, ore 14,30 Carrarese - Pistoiese, ore 20,30 Pisa - Pontedera, ore 20,45 (Sportitalia) Riposa Viterbese

Sabato 28 aprile ore 16,30 (si gioca in contemporanea) Arezzo - Pisa Livorno - Carrarese Olbia - Viterbese Pistoiese - Alessandria Siena - Piacenza

Sabato 5 maggio ore 16,30 Alessandria - Cuneo Carrarese - Arezzo Piacenza - Livorno Prato - Siena Viterbese - Pontedera Riposa Pisa roazzurri dovranno scontare il turno di riposo proprio all’ultima giornata.

Anche per il quarto posto la lotta è raccolta in 3 punti. La Carrarese ha agganciato la Viterbese e sta tenendo a distanza l’Alessandria. La Viterbese riposerà il 21 aprile. La Carrarese deve ancora giocare a Livorno.

L’Alessandria ha due trasferte consecutive (Gavorrano e Pistoia). Tutto può e deve ancora succedere!

PANCHINE: LIVORNO E VITERBESE DA RECORD MA ANCHE A PISA NON SI SCHERZA LIVORNO Andrea Sottil si dimette il 6 marzo; dopo due giorni torna in sella ritirando le dimissioni. Poi il licenziamento del 19 marzo con l’arrivo di Luciano Foschi che batte il Siena ma dopo tre sconfitte consecutive viene esonerato l’8 aprile con il conseguente richiamo per Sottil (nella foto).

VITERBESE Valerio Bertotto resiste fino al 9 ottobre quando è la volta di Federico Nofri Onofri in carica fino al 14 novembre. E’ quindi il tempo di Stefano Sottili che viene esonerato il 26 marzo ma Giuliano Giannichedda dura solo due partite: risoluzione consensuale il 4 aprile e nuovamente richiamato in panchina Sottili (nella foto).

PISA Carmine Gautieri viene esonerato il 19 ottobre dopo l’eliminazione in Coppa Italia ad opera del Pontedera; al suo posto promosso l’esordiente Michele Pazienza, tecnico dalla Berretti. Il nuovo esonero arriva il 26 marzo con la nomina di Mario Petrone in sua sostituzione (nella foto).

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L’ORSOINCASA

MIChELE MARCOLINI ESORDISCE IL 24 NOVEMBRE A PIACENzA. TRACCIAMO UN BILIANCIO DEL SUO PERCORSO TRA CAMPIONATO E COPPA ITALIA, ALLA VIGILIA DEL MATCh DI RITORNO CONTRO GLI EMILIANI. SONO NUMERI LUSINGhIERI

DA PIACENZA A PIACENZA Una panchina lunga 5 mesi

Venerdì 13 aprile 2018

E

sordio in panchina venerdì 24 novembre a Piacenza: Grigi al 15esimo posto con 12 punti e superati 3-2 dopo essere stati in vantaggio di 2 reti.

La classifica peggiora con il 16esimo gradino. Nella partita interna contro il Gavorrano, vantaggio ospite con Moscati e la squadra rimane in 10 per il rosso a Gonzalez. La doppietta di Marconi e il gol di capitan Cazzola ripristinano una situazione che stava per diventare tragica. E’ la prima di 6 vittorie consecutive: la serie si completa a Livorno il 28 gennaio e la classifica dice ottavo posto. Altro piccolo record quello della quattro vittorie esterne di fila: Cuneo, Livorno, Arezzo e Prato, e l’Alessandria aggancia il quinto posto che sarà poi ribadito dopo il 5-0 casalingo contro la Carrarese e il successo di Olbia del 24 marzo. Michele Marcolini: 37 punti in 18 partite, 17 risultati utili consecutivi e la finale di Coppa Italia.

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Gol fatti

Partite giocate

(compresa Coppa Italia esclusi i rigori)

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Gol subiti

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(compresa Coppa Italia esclusi i rigori)

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Vittorie consecutive

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(compresa Coppa Italia)

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Punti in 18 partite

(1 in Coppa Italia)

Risultati utili consecutivi

(compresa Coppa Italia)

N.B. Dal bilancio è esclusa la finale di andata di Coppa Italia Viterbese-Alessandria.

Al momento di andare in stampa, (10 aprile) non si è ancora giocata

Il caffè è un bacio sulle labbra almeno una volta, tutti i giorni Nei migliori bar

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l’avversario di Tino Pastorino

IL PIACENzA CERChERà AD ALESSANDRIA PUNTI DETERMINANTI PER CONSOLIDARE LA SUA POSIzIONE. RIPARTITI NEL 2012 DALL’ECCELLENzA DOPO I FASTI DELLA SERIE A E IL FALLIMENTO

L’ORSOINCASA

8

Venerdì 13 aprile 2018

OPERAZIONE PLAYOFF Per gli emiliani classifica positiva foto Podrecca - www.piacenzacalcio.it

D

opo la radiazione del 2012 a seguito dell’asta fallimentare, il sodalizio è ripartito dall’Eccellenza con la denominazione di Lupa Piacenza. ha vinto il girone B della serie D nel 2016, stabilendo il record di punti e di vittorie per la categoria.

AREA TECNICA Arnaldo Franzini, 50 anni, piacentino, ha portato in serie C prima il Pro Piacenza e poi il Piacenza Calcio. Nella precedente esperienza in panchina aveva vinto il campionato di Eccellenza con il Bettolaponte. Da calciatore una lunga esperienza in terza serie con Brescello, Rimini, Sassuolo e Fiorenzuola.

Anche due stagioni a Voghera in serie D.

IL CAMPIONATO Ottavo posto, 44 punti, 3 vantaggio sulla Giana (undicesima ) e 5 sulla Pistoiese (dodicesima). In trasferta 4 vittorie, altrettanti pareggi e 8 sconfitte. ha battuto in casa la Viterbese (1-2) lo scorso 3 aprile. Sono 36 i gol all’attivo, 38 quelli subiti. Pesenti con 11 reti (8 in maglia Pontedera), Corazza con 7 e Romero con 4 sono i migliori realizzatori.

LA SQUADRA Il modulo tattico più frequentemente utilizzato è il 4-3-3. Fumagalli è il portiere titolare (noto para rigori) con davanti la consolidata

linea difensiva formata da Castellana a destra, il capitano Silva e Pergreffi centrali, Masciangelo a sinistra. Quest’ultimo, espulso sabato, salta il match per squalifica. Corradi, Della Latta, Segre a formare il nucleo di centrocampo. Di Molfetta, Pesenti e Corazza in attacco. In alcune trasferte Franzini ha adottato un più accorto 4-4-2 con Di Molfetta che scala o con l’eventuale inserimento nella linea mediana del terzino Di Cecco. Il tutto condizionato dagli eventuali recuperi di Morosini e del francese Taugourdeau. Ai box per infortunio anche Pederzoli.

IL MERCATO Si è pensato a rinforzare soprattutto il reparto offensivo: Pesenti dal Pontedera, Di Molfetta dal Vicenza e Franchi dal Rezzato i volti nuovi.

Arrivi anche a centrocampo con Corradi, ex Arezzo e il ritorno, in prestito dal Trapani, di Taugourdeau. Tra le uscite da citare i difensori Bertoncini e Sarzi Puttini; il centrocampista offensivo Scaccabarozzi e la punta Ferri (entrambi incontrati in Coppa Italia con la maglia del Renate).

LA ROSA Portieri: 1 Fumagalli (82), 22 Lanzano (90). Difen-

sori: 13 Bini (89), 21 Castellana (95), 2 Di Cecco (96), 17 Masullo (92), 3 Mora (97), 4 Pergreffi (88), 6 Silva (91). Centrocampisti: 14 Corradi (90), 18 Della Latta (93), 23 Morosini (91), 8 Pederzoli (84), 24 Segre (97), 20 Taugourdeau (Fra-89). Attaccanti: 11 Corazza (91), 19 Di Molfetta (96), 27 Franchi (85), 7 Pesenti (87), 9 Romero (92), 25 zecca (97).

LA PARTITA DI ANDATA Venerdì 24 novembre 2017 Risultato 3-2 (0-1) Marcatori: Morosini (aut) al 34’, Gonzalez al 48’, Corazza al 64’, Romero al 78’, Corazza al 86’.

Piacenza (4-5-1): Fumagalli; Mora (dal 56’ Di Cecco) Silva Pergreffi Masciangelo; Nobile Morosini Della Latta Segre Scaccabarozzi (dal 56’ Corazza); Romero.

Alessandria (4-4-2): Agazzi; Casasola (dal 84’ Celjak) Gozzi Giosa (dal 46’ Piccolo) Fissore; Nicco Branca (dal 88’ Bunino) Cazzola Sestu (dal 70’ Russini); Gonzalez Marconi (dal 70’ Fischnaller).

Simone Corazza.

Suo il gol vittoria nella partita di andata a Piacenza

di Sergio Giovanelli

I

31 incontri e tanto equilibrio Nel 1946 autoblindo allo stadio

l Piacenza Calcio nasce nel 1919 e si conquista subito il diritto a giocare in Prima Divisione. Nella stagione della scissione (1921-22) rimane con i Federali e dopo la riunificazione, stante la ristrutturazione dei campionati, scende di categoria. Fino alla sospensione bellica il Piacenza staziona in Serie C sfiorando in un paio di occasioni la promozione.

Negli anni ‘20, anche per la vicinanza con Alessandria e la relativa comodità dei trasporti, il Piacenza divenne una specie di succursale dell’Alessandria: molti giocatori vennero ceduti o prestati alla formazione emiliana che militava in categorie inferiori.

A partire dal 1945-46, quando venne ammesso al torneo Misto B-C il Piacenza assaporò l’aria dei cadetti, disputando diversi tornei di Serie B. Nel 1983 rileva la società l’industriale di origine piacentina Leonardo Garilli, che darà il via all’epoca d’oro del Piacenza, culminato con otto campionati di Serie A tra il 1993 e il 2003. La squadra ebbe una certa notorietà perché fino al 2001 rinunciò totalmente ad ingaggiare calciatori stranieri. Conclusa l’era Garilli cominciarono i guai. Nel 2012 il Piacenza viene dichiarato fallito e sparisce dai ranghi federali. Il suo posto viene preso da un’altra società che riparte dall’Eccellenza. Nella sua breve esistenza il nuovo Piacenza viene sorpassato dai cugini della Pro che vincono il campionato di Serie D, battendoli pure nel derby.

Nel 2016, finalmente, vince la serie D e ritorna in Lega Pro. Solamente nell’immediato dopoguerra, nel campionato Misto B-C Alta Italia, i percorsi delle due società si incrociano anche sul terreno di gioco. Alla terza di andata i grigi avevano espugnato il terreno emiliano con un secco 5-2 rimontando nell’ultima mezz’ora lo 0-2 iniziale.

Nella partita di ritorno giocata al “Comunale” (lo stadio non si chiama più del Littorio e non ancora Moccagatta) si materializzò la rivincita piacentina per 3-2; la gara divenne famosa per gli incidenti immortalati anche sulla Domenica del Corriere. La Stampa della gara pubblicò il seguente resoconto: “Alla fine dell’incontro Alessandria-Piacenza alcuni esagitati non contenti di qualche decisione arbitrale, hanno preso a sassate l’autobus dei giocatori piacentini e le vetture al seguito, frantumando i vetri: rimanevano feriti un autista e tre giocatori fra cui il

foto Sandro Niboli

avversari nella storia

PIACENZA

le due squadre impegnate nello stesso girone e i grigi perdono la terza gara in casa. Il passo falso interrompe anche un’imbattibilità casalinga durata 26 partite.

C’è ancora una partita nel dicembre 2011, gara secca di Coppa Serie C, persa in casa ma con uno schieramento imbottito di riserve e di giovani. Uno 0-3 dovuto più a circostanze che ad una reale inferiorità con la… ciliegina di un rigore sbagliato dai grigi nel finale di gara. Si è ripreso lo scorso anno con l’1-0 targato Bocalon. Prima e dopo tre gare giocate al Garilli con due vittorie grigie (2-1 lo scorso torneo e 4-0 in Coppa a novembre) ed una vittoria emiliana (il 2-3 dell’esordio di Marcolini in panchina).

La Domenica del Corriere, ricostruisce gli scontri al termine di AlessandriaPiacenza del 3 febbraio 1946 terzino Tofanetti gravemente. Accorrevano due autoblinde della “Cremona” con un forte nucleo di carabinieri che venivano accolti con urla e fischi e minacce. Mercè il loro intervento la folla si disperdeva e l’arbitro contro cui si appuntavano ora le ire dei tifosi, poteva raggiungere la stazione incolume”.

Dopo un pareggio per 2-2 nel 1952-53 durante il torneo di Serie C che vedrà la promozione dei Grigi, la serie si interrompe per ben 15 anni. Nel frattempo l’Alessandria è salita fino alla A ed è poi rotolata nuovamente in terza serie. Nel mese di marzo, dopo la partita giocata in terra emiliana si torna al Moccagatta e qui, finalmente, i grigi colgono la prima vittoria interna. Successo che arriva solo grazie ad un rigore di Lojacono nei minuti finali con le squadre ridotte in dieci uomini per l’espulsione di Berta e Cattai per reciproche scorrettezze.

Fino al 1982 grigi e biancorossi si ritrovano quasi tutti gli anni e la partita diventa un classico della serie C. Al Moccagatta prevalgono i padroni di casa che in questo periodo “scivolano” una sola volta, nel 1977 alla seconda giornata, esordio casalingo del torneo che prelude alla divisione tra C1 e C2.

Dopo il 1982, praticamente si conclude la storia. Il 1989-90 è l’ultimo che vede

I NUMERI In totale Alessandria e Piacenza si sono affrontate 31 volte con una leggera prevalenza alessandrina. I grigi, infatti hanno vinto 11 volte contro gli 9 successi piacentini. Al Moccagatta la differenza è minima con 5 vittorie a 4 per i grigi (e 6 pari). I gol sono 35-30 grazie al 4-0 di Coppa. Però ad Alessandria ha segnato di più il Piacenza (16-15).

Tony Colombo guida con ampio margine la classifica delle presenze: per lui 13 partite giocate. Alle sue spalle Massimo Berta e i piacentini Grechi e zanotti con 7. Il capocannoniere della sfida è Stradella con quattro marcature delle quali tre in una sola partita.

Sono 42 i giocatori che hanno vestito entrambe le maglie. L’ultimo in ordine di tempo è Giacomo Sciacca. Di questi due hanno giocato la sfida dalle due parti: Bruno Avere (5 gettoni, 3 nei Grigi) e Giuseppe Corbellini (3 di cui 2 nell’Alessandria). Altri undici l’hanno giocata ma da una parte sola: Vichi (3), Ferdinando Rossi (2), Serioli e Simontacchi (1) con il Piacenza, De Gradi (1), Degano, Di Bin, Gabbiani, Rampini e Rebecchi (1) nell’Alessandria, oltre a sciacca presente nel 4-0 di Coppa al Garilli.

Tra gli allenatori solo Romano Mattè ha guidato le due squadre nella sfida mentre Franzosi si è seduto solo sulla panchina del Piacenza. Anche Losi ha allenato (nell’Alessandria per pochissimo) tutte e due ma non nello scontro diretto. C’è poi Salvatore Iacolino, presente in un Alessandria-Piacenza da giocatore biancorosso, che ha giocato la stessa partita da allenatore grigio.

solidarietà di Gigi Poggio

Fabio Artico

DOMENICA 22 APRILE ALLE ORE 16 LA PARTITA BENEFICA ChE VEDRà SFIDARSI LA NAzIONALE ITALIANA ARTISTI TV E UNA RAPPRESENTATIVA DELLA QUESTURA DI ALESSANDRIA

Venerdì 13 aprile 2018

Josè Altafini

Filippo Galli

ascolto e supporto psicologico”.

Dove agisce Parent Project? “La nostra Onlus è nata a Roma circa vent’anni fa e poi si è diffusa in tutta Italia; in Piemonte abbiamo una sede ad Alessandria e una a Moncalieri, in cui cerchiamo di promuovere attività di sostegno ma anche attività di sensibilizzazione”.

Parlavamo di ricerca clinica ma anche ascolto

e supporto psicologico, un tema su cui vorremmo tornare... “Certo; la distrofia muscolare di Duchenne, per ora, non ha una cura.

Una corretta presa in carico può portare a migliorare la qualità di vita e ad un allungamento della prospettiva di vita. Incentivare la ricerca, dunque, è un primo grande impegno. Poi esiste l’ascolto e il supporto psicologico ai malati e alle loro famiglie che, in presenza di una patologia così grave, vedono modificati i loro tempi di vita. Stare loro vicini è fondamentale con azioni diverse dall’ascolto, appunto, alla consulenza scolastica alla possibilità di sostenerne la quotidianità”.

Un impegno costante che ha suscitato interesse... “L’attenzione attorno è crescente e questo ci aiuta e ci conforta, anche perchè la ricerca cresce di livello e molti pazienti, a piccoli passi, possono conquistare spazi di autonomia. Frequentando l’università, praticando sport, lavorando in remoto a progetti innovativi tra arte e cinema”.

FAI UN GOL NEL TUO CUORE Al Moccagatta la partita contro la distrofia muscolare di Duchenne

D

omenica 22 aprile, dalle ore 16, lo stadio Moccagatta ospiterà un evento che coniugherà in senso compiuto sport e solidarietà. Stiamo parlando di “Un Gol nel tuo Cuore”, la partita benefica che vedrà sfidarsi quel giorno la Nazionale Italiana Artisti Tv e una rappresentativa della Questura di Alessandria in campo per raccogliere per fondi a favore della ricerca contro la distrofia muscolare di Duchenne.

Elena Poletti dell’ufficio stampa e fundraising di Parent Project ci illustra il senso di questa iniziativa, a cominciare dallo spiegarci cos’è la distrofia muscolare di Duchenne. “Stiamo parlando di una patologia genetica che colpisce i neonati maschi nella percentuale di uno ogni cinquemila. Trattandosi di una malattia degenerativa dei muscoli che non ha ancora una cura, Parent Project, associazione nata per sostenere le famiglie dei piccoli colpiti, si muove per creare le condizioni migliori per favorire la ricerca ma anche fornire

L’ORSOINCASA 10

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L’ORSOINCASA

Venerdì 13 aprile 2018

Peter Gomez

Anche la cantante alessandrina Elisabetta Gagliardi sarà presente allo stadio Moccagatta

La giornata del 22 aprile sposa questa filosofia... “E di questo siamo felici; per l’accoglienza dell’Alessandria Calcio, da subito partner entusiasta della manifestazione, al Comune di Alessandria che ci ha sostenuto con passione e impegno. Sarà una grande giornata di sport e solidarietà con ospiti importanti dal giornalista Peter Gomez, a

Josè Altafini fino a Fabio Artico che certo ad Alessandria non ha bisogno di presentazioni.

Una giornata che nasce nel segno delle molte attività messe in pista dalla nostra associazione in giro per l’Italia, grazie all’impegno dei molti soci, attivi nelle diverse campagne di sostegno, dal 5 per mille, all’sms solidale”.

www.museogrigio.it

LA LEGGENDA ORSO

QUADRILAT DELL’

pionieri del calcio

di Mario Bocchio

P

Rimangono storie vere, non favole

er parlare del significato del calcio cosiddetto provinciale, non si può non ricordare lo storico Quadrilatero piemontese. Dopo l’epopea del Genoa e la scuola britannica di Spensley, esso fu la migliore espressione del calcio dell’inizio secolo XX. Per molti giovani del Piemonte orientale la memoria scolastica del Quadrilatero del calcio avrebbe oscurato quello storico, il famoso sistema difensivo austriaco delle fortezze di Peschiera del Garda, Mantova, Legnago e Verona i cui vertici erano compresi tra Mincio, Po e Adige, fortino dal 1815 al 1866 che fece argine inespugnabile alle azioni degli eroi risorgimentali garantendo i rifornimenti nel lombardo-veneto.

Unendo i quattro poli tra Alessandria, Casale, Novara e Pro Vercelli fu formato, dai cantori del calcio dei pionieri, il secondo Quadrilatero che, pur storicamente meno nobile di quello austro-ungarico, fu altrettanto leggendario e difficile da espugnare per gli avversari sportivi. Non a caso il giornalista e disegnatore Carlo Bergoglio (il famoso Carlin) alla fine degli anni Venti diede forma come simboli delle squadre, come accadeva in quel tempo, di metafore zoomorfiche; con l’eccezione del Novara, attribuì ai vercellesi l’appellativo di Leoni, l’ Orso grigio il simbolo dell’Alessandria e il ringhioso Cinghiale l’emblema del Casale.

Ancora oggi le storie delle quattro squadre piemontesi sono una miniera di eventi, personaggi e aneddoti che meritano di essere raccontati.

Cercare di ripercorrere per sommi capi, con molte lacune ma tanta passione un’epopea come quella del Quadrilatero non è stato difficile. Sono storie vere, non

Eugenio Porrati, proveniente dal vivaio, portiere della prima Alessandria Fbc favole o leggende, realizzate attraverso l’impegno di giovani calciatori. Corsa, sudore, palloni di cuoio legati con lo spago, terreni impolverati, pubblico a bordo campo, trasferte in bicicletta, formano la miscela “magica” che ha contribuito all’epopea della provincia che fino all’avvento definitivo dei grandi club metropolitani, ha potuto vincere e divertire. Il movimento calcistico del Piemonte orientale fu “fucina” di campioni del calcio nazionale tra i quali, Milano, Ara, Ardissone, Rosetta, Piola, Caligaris, Barbesino, Monzeglio, Baloncieri, Banchero, Ferrari, Rava, Bertolini, Meneghetti, Reynaudi. In particolare le sfide incrociate tra le quattro rivali restano un momento di grande rivalità sportiva e popolare ancora oggi molto sentito.

Il derby alessandrino tra Grigi e Nerostellati è sicuramente il più acceso ancora oggi e la sfida tra Pro Vercelli e Novara, classica,

è ritornata, dopo decenni, nel campionato di serie B 2012-’13. Un evento per le due città. Solo coloro che hanno vissuto, vivono e vivranno in quelle realtà, dentro una storia familiare e collettiva, possono comprendere quali emozioni possano suscitare l’ingresso in campo dei colori delle rispettive squadre, le vittorie e le sconfitte dei propri ragazzi.

Gianni Brera, maestro di giornalismo, descrisse le radici storiche delle sfide del quadrilatero: “Vercelli e Casale fanno parte del cosiddetto quadrilatero pedatorio piemontese, che comprende anche Novara ed Alessandria. La regione è di ethos composito… Per quando si riferisce al nerbo e alla bellezza (in senso morfologico) siamo al miglior livello italiano, ma non stupisce che il calcio tecnicamente più valido si giochi ad Alessandria, dove l’ibridazione etnica è più recente, e anche a occhio nudo è possibile rilevare una maggior aitanza della gente comune. Per essere composito, l’etnos del quadrilatero giustifica avversioni municipali che la dicono lunga sul carattere di questi padani. Il calcio offre magnifici pretesti a faide collettive e ricorrenti. Scendere sul campo di questa o di quella città significa essere pronti a qualsiasi conseguenza, non escluso il ricovero in ospedale”.

Le quattro squadre si sono trovate nella medesima competizione solamente in tre occasioni (1945-’46, 1977-’78, 1986-’87).

Eugenio Porrati fu il primo grande portiere dell’Alessandria. Nato a Valenza nel 1893, nella stagione 1921-’22 vestì anche la maglia del Milan. Il suo modo di stare tra i pali, seguendo con brevi salti laterali l’evolversi dell’azione difensiva avversaria, per

Lo Sport Illustrato del 30 ottobre 1913 sul quale compaiono gli stemmi del “quadrilatero”. Sotto un disegno di Carlo Bergoglio in arte “Carlin”

ERO o leggende

poi lanciarsi in spericolate uscite alla caccia del pallone, lo faceva sembrare una belva feroce. Abituava i compagni a lasciarsi guidare dalla sua voce che, da vero regista della difesa, suggeriva marcamenti e posizioni. Il suo coraggio è fatto leggendario così come il suo attaccamento ai colori sociali.

Fu il protagonista di una lontana partita a Vercelli contro la Pro: da mesi non giocava per la frattura del perone causata da uno scontro con Borel padre a Biella. Vedendolo tra gli spettatori, Carcano gli chiese se era in grado di giocare: fu una battaglia e Porrati fece autentici miracoli, tanto che alla fine i tifosi gli donarono una medaglia.

IL NOVARA

L’avversario più affrontato e più sconfitto: 37 volte

I

l Novara, delle quattro componenti il Quadrilatero Piemontese, è la squadra che ha raccolto meno risultati ai massimi livelli potendo vantare soltanto una finale di Coppa Italia nel suo palmares. ha al suo attivo 13 campionati di Serie A come l’Alessandria rispetto alla quale, però, ha raccolto un punto in meno (381-380) pur potendo contare su una partecipazione quando la vittoria valeva 3 punti e giocando

sei partite in più.

Il Novara è l’avversario più affrontato dai Grigi: a partire dal 1915 si sono giocate ben 93 incontri dei quali 68 in campionato, uno spareggio, tre in Coppa Italia e 21 nella Coppa di Serie C. L’inizio del lungo romanzo avrebbe dovuto essere ad Alessandria ma il maltempo fece rinviare più volte la gara; fu così che si disputò prima il ritorno a Novara del-

l’andata. Squadre rimaneggiate, Alessandria un po’ sotto tono ed il Novara vince 3-1. I Grigi in questo periodo sono molto più forti degli azzurri e questo successo rimarrà isolato per ben 21 anni abbondanti!

Dopo 10 vittorie alessandrine e tre pareggi nei tornei non a girone unico il Novara, neopromosso in Serie A, sbanca il campo del Littorio vincendo 3-1. A Novara i grigi si rifaranno ma inutilmente. Entrambe a fine stagione scenderanno in Serie B e per l’Alessandria sarà la prima retrocessione della storia. L’anno successivo le due squadre partono da favorite per il ritorno nella massima serie. In effetti dominano la stagione ma l’idillio è rovinato da un terzo incomodo. Si tratta del Modena che lotta talmente bene che finisce appaiato alle

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pionieri del calcio

di Sergio Giovanelli

Novara Alessandria, campionato 1914-’15

altre due. Serve uno spareggio a tre per decidere chi salirà in A. La prima partita la giocano grigi e canarini e il Modena schiaccia l’Orso battendolo 3-0. Occorre una vittoria contro gli azzurri, ma ormai i grigi sono spompati. Il Novara vince 3-2 e sale in compagnia degli emiliani.

Nel 1956-57 con l’Alessandria in piena corsa per il ritorno in A si verifica il più netto successo esterno della storia: 4-0 con rete di Castaldo e tripletta di Traverso.

Nel 1960-61, mestamente ridiscesa in B, la formazione in maglia Grigia viene sorteggiata contro il Novara in Coppa Italia: gara unica da giocarsi al Moccagatta.

Giancarlo Migliavacca e due volte Sergio Bettini nel primo tempo, doppietta di Remo Marmo nella ripresa fissano il punteggio sul 5-0, massimo punteggio in una gara tra le due squadre.

Negli ultimi quaranta anni i contatti si fanno piuttosto fitti anche per via della Coppa Italia di serie C. A causa della vicinanza grigi e azzurri sono spesso inseriti nello stesso gruppo eliminatorio. Arriva un periodo in cui è il Novara ad essere superiore. Nel 1999 al Silvio Piola restituisce il 5-0 subito quasi 40 anni prima.

Nel dicembre 2002 l’ultima vittoria alessandrina che in trasferta con Sesia e zirafa ribalta il vantaggio novarese di Rubino. Da allora sette partite giocate con soli tre pareggi all’attivo. L’ultima giocata risale al gennaio 2015 con il gol da cineteca di Dickmann in apertura di ripresa.

Alessandria-Novara in notturna 1958

LE CIFRE Buon vantaggio per l’Alessandria che ha vinto 37 partite perdendone solo 30 (26 pareggi). Il margine novarese in casa propria (20-14) è meno importante del divario registrato negli incontri di Alessandria: 23-10 per l’Orso che comanda anche nei gol: 112-96.

GLI UOMINI 74 giocatori hanno militato sia nell’Alessandria che nel Novara, sparsi lungo tutto l’arco storico. Il capostipite dei doppi-ex fu Nicola Papa, il secondo dei tre fratelli che chiuse la carriera a Novara dopo una vita trascorsa ad Alessandria.

Il portiere Lena, invece, fece un tragitto a rovescio. Dal Novara in A venne prestato per un anno in B per fare esperienza poi tornò in azzurro per altri 15 anni. Le sue 352 partite lo piazzano tuttora al terzo posto tra i più presenti della storia.

Negli ultimi anni hanno percorso la strada Novara-Alessandria diversi giocatori: Marco Branca, Valerio Nava e Felice Evacuo oggi in altre squadre. Nella rosa attuale ci sono Luca Barlocco in azzurro per pochi mesi nel 2014 con una partita giocata e, ovviamente, Pablo Andrés Gonzàlez, per sei stagioni all’ombra di San Gaudenzio e sesto di sempre tra i marcatori con 71 reti segnate.

Ad Alessandria “el cartero” è sulla strada buona per raggiungere lo stesso risultato e in un numero minore di stagioni.

LE B CAS L’epopea dei

V

ercelli rappresenta l’angolo più glorioso del “Quadrilatero Piemontese”. I sette scudetti conquistati nel periodo pioneristico (l’ultimo risale al 1922) dalla Pro rappresentano ancora un bottino raggiunto solo da altre sei formazioni (le milanesi, le torinesi, Genoa e Bologna).

12 ottobre 1913, Piazza d’Armi Vecchia: L’esordio dell’Alessandria nella massima divisione è lusinghiero: 1-1 con la Pro Vercelli da tre anni campione schierando una squadra ampiamente rimaneggiata e con il rammarico di aver sbagliato un calcio di rigore.

Negli anni successivi si accende la rivalità perché i grigi tengono testa alla molto più blasonata avversaria. Tuttavia saranno i bianchi a prevalere. Per diverse stagioni il segno “2” mancherà dai risultati con la squadra di casa che spesso vince e talvolta pareggia. Brucia in particolar modo la sconfitta subita sul neutro di Torino nella Semifinale Nord 1920-21. Il 4-0 matura durante un match durissimo nel corso del quale Carcano e Moretti devono abbandonare il campo per infortunio. Sentendosi danneggiata dall’arbitraggio l’Alessandria abbandona al 68’. La Pro batterà

IANCHE ACCHE

gloriosi leoni di Vercelli

L’Alessandria è a un passo dallo scudetto. Il primo turno delle finali si disputò contro la Pro Vercelli a Torino il 10 luglio 1921. Purtroppo i Grigi perdono per 4-0; Carcano rimane ferito al capo e Moretti ha una gamba spezzata

il Bologna nella finale Nord ed il Pisa nella finalissima per il titolo.

La prima vittoria esterna matura per mano dei Grigi nella divisione Nazionale 192728. Gara di esordio a Vercelli e vittoria alessandrina con un gol di Cattaneo a metà secondo tempo. I bianchi… ricambiano nel 1930 vincendo al campo del Littorio 2-0.

Spettacolari (ma pesanti per i grigi) i due incontri del 1931. A febbraio 6-2 per la Pro a Vercelli, a novembre (stesso anno ma campionato diverso) 5-4 dei bianchi ad Alessandria con quaterna di Silvio Piola e tre gol incassati in quattro minuti.

Fino al 1952 la sfida è ad alto contenuto agonistico e si rinnova praticamente ogni anno andando incontro ad un progressivo declino: Serie A, Serie B, Serie C. Poi la Pro crolla, finisce molto in basso e l’incrocio non si rinnova fino al 1972. Quando anche C1 e C2 dividono le squadre ci pensa la Coppa Italia a rimetterle una contro l’altra.

Alessandria-Pro Vercelli 1-1, stagione 1919-’20. A sinistra si nota Baloncieri in attesa

Dopo il 2003 cambiano molte cose: i grigi risalgono lentamente, la Pro sta ancora peggio e sparirebbe del tutto se non ci fosse la Pro Belvedere che acquisisce nome e colori. Addirittura risale ancora più velocemente e dopo il 2009 ci sono solo due occasioni di incontro. La Coppa di C del 2011 che vede la vittoria dei bianchi per 21 ed il secondo turno di Coppa Italia - TIM Cup del 2015 che finisce 2-1 per i Grigi a Vercelli. Nessuno se lo immagina, ma è l’inizio della cavalcata esaltante che porterà i Grigi alla semifinale di San Siro con il Milan ed è anche l’ultima volta che bianchi e grigi si trovano di fronte.

LE CIFRE Sono numeri importanti. 81 partite tra Alessandria e Pro Vercelli delle quali 65 nei campionati di varie categorie e 16 in Coppa (3 in quella maggiore). Il risultato complessivo dice che le due squadre nella storia si sono equivalse. Ventotto sono le vittorie alessandrine, ventisei quelle vercellesi e ventisette pareggi. 85 gol segnati dai mandrogni, 84 dai risaioli. Ovviamente le cose si sbilanciano analizzando le sedi di gioco.

Ad Alessandria siamo 15-9 per i Grigi, a Vercelli 17-13 per i bianchi.

GLI UOMINI 73 sono i calciatori che hanno indossato nella loro carriera sia le bianche casacche vercellesi che le maglie grigie alessandrine.

Tra i primissimi ci fu Felice Milano, Milano II per il calcio, fratello di Giuseppe, capitano della Pro e della Nazionale. Reduce da cinque titoli con la Pro passò ai grigi giocando due campionati di Prima Categoria. Allo scoppio della Guerra partì per il fronte e morì nel novembre 1915, ucciso durante un tentativo di fuga dopo essere stato preso prigioniero dagli austriaci. Altri nomi importanti nella storia dei grigi hanno militato a Vercelli; tra essi Giuseppe Cornara, non di primissimo piano come giocatore ma grandissimo scopritore ed allevatore di giovani atleti, tra i quali Gianni Rivera. Il portiere Beccari, vercellese di origine dopo i Grigi è tornato a casa ed è tuttora nell’ambiente.

Massimo Carrera ha iniziato ad alto livello giocando nei Grigi ed ha chiuso l’attività agonistica nella Pro Vercelli. Fabio Artico, invece, ha fatto esattamente il contrario.

Quattro anni nei bianchi (1 in D, 3 in C) ad inizio carriera, cinque ad Alessandria (1 in D, 4 in C) all’epilogo.

Nella rosa attuale dell’Alessandria ci sono due giocatori che hanno un passato a Vercelli. Gianmarco Vannucchi ha giocato nelle giovanili della Pro prima di passare alla Juventus e poi finire ad Alessandria. Luca Barlocco, invece, a Vercelli ci è passato soltanto per pochi mesi. Tornato alla Juve dopo la stagione da noi, a gennaio è tornato ad Alessandria, praticamente scambiandosi la maglia con Simone Gozzi che ha lasciato i Grigi per andare alla Pro.

grandi goleador

di Sergio Giovanelli

C

Da sinistra: Luigi Du Jardin, Renato Cattaneo, Ciccio Marescalco, Fabio Artico, Pablo Gonzalez

entosei anni scanditi da partite, emozioni, sofferenze e gol, tanti gol. La storia dell’Alessandria e di tutte le altre squadre di calcio di ogni paese e categoria è scandita dal pallone che finisce in rete. Non per niente negli albi d’oro dei riconoscimenti individuali finiscono quasi sempre in mano ad attaccanti o centrocampisti che hanno dimestichezza con la rete; scarsi i difensori, quasi inesistenti i portieri.

Il primo gol nella storia dell’Alessandria porta la firma di Luigi Du Jardin, personaggio sportivo tipico di quell’era pioneristica. Genovese di Pegli, proveniente dalla squadra riserve rossoblu e giocatore di pallanuoto, è l’attaccante principe della squadra che vince il campionato di promozione 1912-13.

E’ suo il gol che al 35’ sblocca il risultato di Alessandria -, Vigor Torino del 19 gennaio 1913 in Piazza d’Armi Vecchia. Porta la sua firma anche la prima marcatura multipla, addirittura una tripletta, realizzata il 2 febbraio successivo con il Veloces Biella.

Negli anni ‘20 e ‘30 il periodo di maggior fulgore della “scuola alessandrina”: partendo dagli insegnamenti di Smith, rinforzati da Rangone e Carcano, nascono fior di campioni che andranno ad arricchire il calcio italiano. Non per niente, ancora oggi, quattro dei primi cinque cannonieri di ogni epoca dell’Alessandria risalgono a quel periodo. I nomi sono quelli che tutti ricordiamo: Renato Cattaneo, Elvio Banchero, Adolfo Baloncieri e Giovanni Ferrari, citati in rigoroso ordine di segnature. I numeri messi insieme da questi quattro elementi che, tra l’altro, hanno indossato la maglia grigia nello stesso periodo, sono impressionanti: 753 presenze e 398 reti (!) cioè oltre mezzo gol a partita.

Tutto questo è sufficiente a raccontare la carriera di quattro personaggi che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia del calcio, non solo nazionale.

Subito dopo di loro è arrivato un altro attaccante che, però, ha brillato una sola stagione. Nel 1931-32 l’Alessandria ottiene un sesto posto finale in Serie A suo miglior piazzamento nella storia del girone unico, classificandosi alla pari con l’AmbrosianaInter di Peppino Meazza. Il “Balilla” segna 21 gol ed è terzo nella classifica dei marcatori dopo l’uruguagio Petrone della Fiorentina e Angiolino Schiavio del Bologna. Con lo stesso numero di reti c’è anche il grigio Marchina che supera il suo leader Cattaneo.

Peccato che Marchina, nelle restanti otto stagioni di Alessandria abbia segnato in

profess bomber

Dal primo gol di Du Jardin a

tutto soltanto 19 gol portando il suo totale di carriera a 40.

Sempre in quegli anni, giusto per dimostrare che la squadra e la città sfornano giocatori validi a ripetizione, con la casacca dell’Orso giocano e segnano altri due elementi importanti. Luciano Robotti parte dalle giovanili alessandrini, transita per la squadra B della Juventus e ritorna all’ovile. Tra il 1935 ed il 1941 segna 41 reti prima di trasferirsi al Modena. Due stagioni ancora di buon livello con i canarini e alcune stagioni nelle categorie minori. Anche Alfredo Notti è alessandrino di nascita. L’esordio ad alto livello arriva con il Genoa, con il quale gioca due anni prima di arrivare tra Tanaro e Bormida.

Per lui cinque campionati conditi da 40 gol (sono in tre ad aver raggiunto questa

cifra, dell’ultimo parleremo tra poco), poi un grave infortunio fa ritenere che sia iniziato il declino e viene ceduto al Modena dove giocherà altri sei anni facendosi valere.

Gli anni d’oro sono ormai passati, l’Alessandria è stabile in Serie B e arriva la bufera della seconda guerra Mondiale.

Nelle ultime stagioni prima della sospensione dei campionati gioca un attaccante poco più che ventenne proveniente dall’Asti.

E’ Carlo Stradella che troverà la sua definitiva consacrazione tra il 1945 e il 1948. Con 16 reti contribuisce in maniera determinante a far vincere all’Alessandria quel Torneo Misto B-C Alta Italia che regala l’unico passaporto per la Serie A dell’anno successivo.

Solo sette reti nel primo anno di Serie A

sione

ai 35 sigilli di Pablo Gonzalez poi di nuovo in auge nel 1947-48 con 14 segnature che non riescono ad impedire la retrocessione dei Grigi. In totale sono 42, tuttora sesto posto nella classifica marcatori.

Gli anni ‘50 cominciano con l’Alessandria in Serie C: sono tre stagioni di mestizia per una società che no nera mai scesa così in basso finora. Tra i protagonisti un attaccante proveniente dal novarese. Giulio Savoini, così si chiama, dopo una presenza in B quando non aveva ancora vent’anni, diventa un punto fisso della squadra. Nei tre anni di C segna 38 reti in 111 partite. Non segue la squadra in B ma viene trasferito a Vicenza dove giocherà per ben tredici anni dedicando anche la sua vita post-agonismo ai biancorossi.

L’Orso è tornato in B, è risalito in A ed è nuovamente sceso in B. Nel ruolo di capocannoniere della squadra si sono avvicendati giocatori come Marchetto, Morbello, Vonlanthen e Tacchi. Solo nel biennio 196062 i numeri dei marcatori saranno nuovamente importanti.

Nel 1960-61 i rapporti con il Milan sono ottimi ed i rossoneri prestano ai grigi un centravanti calabrese ventunenne che al Catanzaro ha vinto due volte la classifica marcatori, prima in C e poi in B ed è stato chiamato da Nereo Rocco nella Nazionale olimpica quarta ai Giochi di Roma. Giovanni Fanello non si smentisce neanche ad Alessandria e bissa la vittoria tra i cannonieri con 25 reti.

In estate se ne va e viene sostituito da

Renzo Cappellaro, un vicentino che ha già ottenuto buoni risultati con la squadra della sua città nella massima serie. Cappellaro imita il predecessore e conquista per la seconda annata consecutiva il trofeo riservato ai goleador stagionali.

Gli anni corrono veloci e le maglie grigie finiscono su tanti giocatori ma pochi sono in grado di entrare nell’immaginario collettivo. C’è Ramon Francisco Lojacono, che di gol ne ha segnati tanti (34) ma non era un bomber, poi negli anni ‘70 numerosi giocatori sono stati più o meno amati dalla tifoseria. Dobbiamo arrivare a metà del decennio successivo per ritrovare l’elemento carismatico che segna e fa sognare i tifosi.

Ed è il terzo giocatore ad aver segnato 40 gol nella storia. Nel 1984-85 contribuisce alla rimonta nei confronti del Prato che permette di arrivare allo sfortunato spareggio di Modena. Va proprio al Prato poi torna e per altre due stagioni “Cicciogol” infiamma il pubblico dell’Alessandria.

Le vicissitudini societarie producono il disastro del fallimento: la risalita è lenta e dolorosa ma viene facilitata dai gol di Fabio Artico: arrivato al Moccagatta quasi trentacinquenne segna 62 reti insediandosi al quinto posto tra i cannonieri di sempre.

Fondamentale il suo apporto per la risalita dalla Serie D, per la bellissima stagione di C2 culminata con la delusione degli spareggi e la gioia dei ripescaggi, la cavalcata a suo modo folle della stagione di Sarri e l’ultima, anonima, dopo lo shock della retrocessione a tavolino.

Per finire questa rapida carrellata non possono mancare i giocatori di oggi.

Riccardo Bocalon, l’eroe della stupenda Coppa Italia 2015-16, colui per il quale è stato coniato il coro: “Din Don, interrompo da La Spezia, ha segnato Bocalon”. Per lui i gol in grigio sono 39 con il titolo di capocannoniere della scorsa stagione in coabitazione con Pablo Gonzalez. “El Cartero” è fermo (si fa per dire) a quota 35 con ampie possibilità di miglioramento; certamente uno dei leader della squadra attuale ed uno dei giocatori di più elevato valore tecnico del campionato di serie C in corso.

Per finire abbiamo lui, croce e delizia dei tifosi, che ottiene giudizi contrastanti: Michele Marconi, detto l’inventore (scherzando sul suo cognome) e Batman (a causa della mascherina sfoggiata in occasione di alcuni gol). Quest’anno è alla sua quinta annata in grigio ed è la sua più prolifica in fatto di segnature. E’ già arrivato a 11 (10 in campionato) ed ha doppiato quota 40 (sono 41). In assoluto è il settimo cannoniere di sempre ad un passo dai 42 di Stradella.

N.B.: i dati sono aggiornati al 31 marzo 2018; pertanto sono possibili variazioni anche significative dei numeri che riguardano i giocatori contemporanei.

grandi goleador

di Mario Bocchio

N

onostante sia diventato un simbolo della globalizzazione finanziaria, e nonostante gli scandali e le violenze, il calcio continua ad affascinarci. Se ciò accade, è proprio perché ha una dimensione per certi versi religiosa. Oggi le squadre sono composte da giocatori provenienti da tutto il mondo e spesso sono in mano a proprietari stranieri, tanto che la loro identità diventa incerta. Squadre come il Psg o l’Inter sembrano non avere più alcun legame con il territorio in cui sono nate. Noi siamo cresciuti all’ombra dei totem.

Un totem è un elemento - un colore, un animale, un simbolo - attraverso cui un gruppo si rappresenta e s’identifica. Nel calcio si acclamano il nome e i colori della squadra, indipendentemente dalla sua composizione reale. Il totem è invece un elemento fondamentale del dispositivo religioso, serve a suscitare il desiderio d’adesione, l’appartenenza a una comunità.

Nel calcio i numeri 10 e gli attaccanti sono sempre stati i totem per eccellenza.

Pensiamo a cosa abbiano significato un Chinaglia per la Lazio, oppure la coppia Pulici-Graziani per il Toro, Bettega e Del Piero per la Juve, Altobelli per l’Inter, Batistuta per la Fiorentina, Pruzzo e Totti per la Roma, ed ancora Maradona per il Napoli, Rivera e hateley (per quel gol nel derby, sovrastando Collovati) per il Milan. Oppure Paolo Rossi e Totò Schillaci per la Nazionale. All’estero pensiamo a un Keegan per il Liverpool, ad un Best per il Manchester United, ad un Kempes per la Nazionale argentina, oppure Gerd Müller e Rummenigge per il Bayern Monaco, Cruijff per l’Ajax, Messi per il Barcellona e Di Stefano e Cristiano Ronaldo per il Real Madrid.

Tanto per fare alcuni esempi.

Nel calcio la dimensione rituale è importante? Naturalmente, e ciò ne rafforza la dimensione religiosa. La religione ha bisogno di riti, che servono a strutturare il tempo cre-

I TOTEM NEL CALC I numeri 10 e gli attaccanti sono sempre stati i simboli per eccellenza

ando un’attesa. Nel rito della partita però la celebrazione produce un risultato immediato, mettendo fine all’incognita. In soli novanta minuti, il rito apre e chiude il tempo dell’attesa, con un effetto di accelerazione decisivo. È un rito immediato, che oltretutto si svolgerà di nuovo.

Il verdetto non è definitivo. Ci sarà sempre un’altra partita.

Nei confronti dei giocatori abbiamo un atteggiamento ambivalente. Gli eroi dello stadio sono evidentemente percepiti come divinità che però sono sempre criticabili. Anche perché, nei loro confronti, noi spettatori ci poniamo nella stessa posizione degli dei di Omero che osservavano gli uomini battersi nell’arena.

I giocatori sono quindi divinità che noi guardiamo dal punto di vista degli dei, ridimensionando il loro potenziale divino. Viviamo in un mondo dominato dall’individualismo, quindi abbiamo bisogno di momenti collettivi che ci facciano sentire parte di una comunità. I fenomeni religiosi servono a questo. Il calcio è una religione fa-

cile perché non implica l’obbligo di credere in un dio. Epoche diverse, generazioni di tifosi diverse, emozioni diverse per i diversi modi di interpretare il gesto atletico.

Tutti e tre grandi attaccanti, tutti e tre degni continuatori della leggenda dei Grigi.

Ad Alessandria il nome di Ciccio Marescalco fa sobbalzare chi ha il grigio dentro di sé.

Correva la stagione 1984-‘85 e nella città che ha dato il là alla celebre scuola grigia, arriva questa punta ambidestra. Campionato di C2. Tempi diversi, ma il pallone aveva sempre lo stesso fascino maledetto.

Arrivato per segnare: per questo è stato ingaggiato. I numeri dicevano che era adatto.

D’altronde un tempo agli attaccanti non era richiesto altro: solo far gol e portare gioia per i tifosi e punti per la squadra.

Adesso devono fare di tutto e nei ritagli di tempo anche buttarla dentro. Ciccio inizia

George Best, simbolo del Manchester United

Johan Cruijff, star di Ajax e Barcellona

CIO

La fantastica rovesciata di Cristiano Ronaldo: è il gol del raddoppio a Torino contro la Juventus in Champions League.

In basso a sinistra, Diego Maradona, a destra, Leo Messi

a segnare e ogni volta che lo fa, cerca quei ragazzi che assiepano la Curva Nord.

Si crea un feeling particolare con loro. Lui parla dal campo a suon di marcature. Ogni volta lo sguardo finisce verso di loro. Come una madre che cerca il figlio in mezzo alla folla e lo trova sempre. Si crea un’alchimia particolare tra Cicciogol e la curva dove ribolle il cuore passionale della tifoseria dell’Alessandria. Alla fine diventa un vero e duraturo amore.

Nel 2007 Fabio Artico viene ingaggiato dall’Alessandria, in serie D, con cui ottiene una promozione in Lega Pro Seconda Divisione e con cui, nel 2008-‘09, ha disputato i playoff promozione, diventandone nel frattempo il capitano. ha contribuito al raggiungimento dei playoff per la serie B nel campionato di Lega Pro Prima Divisione 2010-’11, quando allenatore dei Grigi era Maurizio Sarri. Il 18 febbraio 2012, nel corso

Roberto Bettega, implacabile nella Juventus

Paolo Rossi, dominatore in maglia azzurra

dell’anticipo serale di Lega Pro Seconda Divisione contro il Rimini nel quale si festeggiano i 100 anni dell’Alessandria, segna il primo gol nella vittoria dei Grigi, diventando quindi il primo marcatore del secondo secolo di vita di questa squadra. A fine stagione annuncia il ritiro dal calcio giocato, disputando la sua ultima partita il 6 maggio 2012 sul campo del Lecco.

Riccardo Bocalon è l’uomo della storia. E finalmente è riuscito a giocare a San Siro, lui cresciuto nell’Inter. L’attaccante ha realizzato il goal del successo contro il Genoa e la doppietta decisiva contro lo Spezia, portando l’Alessandria alla storica partita contro il Milan. Originario di Venezia, ha rabbia, ferocia, un istinto naturale per il gol. Così Bocalon ha preso per mano l’Alessandria, portandola in semifinale di Coppa Italia. Trascinandola tra le prime quattro d’Italia a distanza di 80 anni (1936).

Le coincidenze esistono. Le loro reiterazioni lasciano presupporre che Bocalon abbia un appuntamento con la storia cominciato ben prima dell’Alessandria bella nelle notti di Coppa.

Riavvolgiamo il nastro, con precisione al 9 maggio 2010.

Riccardo è un attaccante di belle speranze che ha da poco compiuto ventun anni.

Gioca nel Portogruaro (provincia di Venezia): sogna la serie A, ma nel frattempo con una squadra di belle speranze e poche ambizioni si prende a sorpresa la serie B. Con una rete al-

l’ottantanovesimo minuto. Lui, l’unico veneziano in campo manda all’inferno il Verona. Per i granata è la vetta più alta nella storia. Per l’attaccante la prima favola.

Detto ciò, se in passato il calcio-religione è stato a volte considerato una sorta di oppio dei popoli in grado di addormentare le coscienze, oggi più che un oppio è piuttosto una droga dura, un eccitante che produce adrenalina e scatena un vortice di impulsi.

i grandi personaggi

di Mario Bocchio

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UMBERTO DADONE Il grande scopritore di talenti grigi

iglio di un ferroviere, nacque a La Spezia ma crebbe ad Alessandria. Stiamo parlando di Umberto Dadone, calcisticamente conosciuto come il Mago per le sue veramente innate doti di scopritore di talenti. Si avvicinò al calcio attraverso il movimento uliciano, l’Unione libera. Tra i suoi allievi più prediletti c’era Luigi Bussetti, uno tra i capitani più veri nella storia dell’Alessandria, che in più di un’occasione amava ricordare come Dadone fosse stato anche un venditore ambulante: “Un ombrello aperto era il banco di lavoro di Berto, dentro esponeva fazzoletti e calze di nylon che vendeva nelle piazze”. Qualcuno lo chiamava anche Maestro, praticamente visse gran parte della sua vita a crescere i giocatori per l’Alessandria, quando i vivai contavano veramente tanto, anzi erano la condizione essenziale per la sopravvivenza del club. Tra i giovani che introdusse a pieno titolo nella leggenda dell’Orso, ricordiamo: Cinzio Scagliotti, Aristide “Bolide” Coscia, Mario Foglia, Mario Pietruzzi, Ginetto Armano, lo stesso Bussetti e il “portierone” Anselmo Giorcelli. Seguì anche la prima squadra: curò in piena guerra, nel 1944-‘45, l’attività non ufficiale della raffazzonata compagine grigia, le cosiddette “partite della bistecca”, per via dei premi consistenti in generi alimentari di prima necessità ed assunse poi l’incarico provvisorio tra la gestione di Felice Borel e quella dell’ungherese Lajos Nems Kovács, del quale fu poi la “spalla” in panchina per due stagioni fino al 1948.

Al termine del suo rapporto con l’Alessandria, la sua opera in favore dei giovani comunque non si esaurì, visto che collaborò con l’Arsenal, piccola formazione

alessandrina nella quale individuò ancora il talento di Riccardo Sogliano e Gaetano Legnaro. Per la sua attività è stato considerato un ideale prosecutore dell’opera di George Arthur Smith e Carlo Carcano, che tra i primi in Italia avevano mostrato attenzione per la valorizzazione dei vivai, dando vita alla cosiddetta scuola calcistica alessandrina. Nel 1966 ricevette l’ambito riconoscimento della Targa d’oro della Federazione italiana giuoco calcio.

Si calcola che al termine della carriera abbia lanciato 121 calciatori professionisti.

IL SUO CAPOLAVORO: GLI “ORSACCHIOTTI” CAMPIONI D’ITALIA JUNIORES NEL 1949 Sono in pochi a sapere che nel corso di un secolo di vita l’Alessandria è riuscita ad appuntarsi sul petto lo scudetto riservato ai Campioni d’Italia. Per il calcio giovanile alessandrino la stagione 1948‘49 risultò tra le più felici e si concluse proprio con il trionfo dei giovani del Mago Dadone che conquistarono il titolo italiano nel campionato di Lega giovanile.

Al termine della guerra, come detto, il tecnico Dadone ricostituì il settore giovanile della società grigia prelevando i giovani calciatori dalle locali squadrette che partecipavano ai campionati cittadini.

Seppe plasmare futuri talenti che poi costituirono, almeno in alcuni casi, l’ossatura per la prima squadra. In un periodo di ristrettezze di occupazione, per molti giovani il calcio risultò una valvola di sfogo e un motivo di sopravvivenza allo scampato pericolo bellico della Seconda guerra mondiale. I giovani di Dadone già si erano messi in luce nel 1948 vincendo dapprima il Trofeo Piemonte a Torino e successivamente anche il Trofeo Barcanova. Due importanti traguardi che

fecero da preludio alla successiva vittoria nel torneo più importante della loro categoria, il Campionato Italiano Juniores.

I giovani Orsacchiotti, quasi tutti della classe 1930-1931, si imposero nella finale di Firenze nel giugno del 1949 ad un lotto di circa 2400 squadre di tutta Italia.

La lunga strada per giungere all’atto conclusivo li vide opposti dapprima in un girone provinciale all’italiana, superato il quale affrontarono il torneo regionale piemontese con partite di andata e ritorno ad eliminazione diretta per poi affrontare le finali interregionali sempre con la stessa formula ed infine il girone finale. Prima di accedere alla finale i giovani Orsetti di Dadone superarono in due appassionati turni la Triestina (31 in casa e 3-2 a Trieste) ed il Prato sul campo neutro di La Spezia nello spareggio, con un netto 4-0; le prime due partite si erano infatti concluse con una netta sconfitta per 5-1 a Prato e con il successo casalingo per 4-0. Finalissima a Firenze. I Grigi vanno subito in vantaggio con Malvicini ma vengono raggiunti su rigore dagli avversari dell’Alba di Trastevere. Ancora in vantaggio i Grigi con un rigore trasformato dal capitano Piccione e successivo pareggio dei laziali, si prosegue con i supplementari ma si resta sempre sul 2-2. I dirigenti alessandrini proposero la ripetizione dell’incontro ma gli avversari non furono d’accordo, largo allora al sorteggio e la fortuna premiò i giovani di Dadone.

La squadra che vinse lo scudetto juniores a Firenze nel 1949.

Carazza, Pagella, Pallavidini, Arlandi, Cresta, Tortonese, Baglini, Gaj, Malvicini, Pernigotti, Piccione, Carella

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dietro le quinte di Gigi Poggio

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ederico “Feo” Mazzarello è da quasi due campionati la voce narrante del Moccagatta. E’ lui infatti lo speaker che, da qualche decina di minuti prima dell’inizio delle gare casalinghe dei Grigi, legge annunci pubblicitari, comunicazioni di servizio e, in un crescendo di attesa e adrenalina, le formazioni delle due squadre che scenderanno in campo.

Come sei arrivato all’Alessandria? “Dopo la musica, il calcio è la grande passione della mia vita. L’ho giocato a lungo e seguito allo stadio: molta Juve e anche un po’ di Grigi.

Quando sono stato contattato per questo nuovo compito ero felice e orgoglioso”.

Dalla musica al calcio... “Io faccio il disc jockey di mestiere; conosco tanta gente e questo mi ha avvicinato all’Alessandria. Luca borio mi ha contattato e dopo un colloquio coinvolto in questa avventura entusiasmante”.

FEDERICO MAzzARELLO, PROFESSIONE DJ. TANTA PASSIONE PER MUSICA E CALCIO. ARRIVARE AL MICROFONO DELLO STADIO È STATA UNA LOGICA CONSEGUENzA

L’ORSOINCASA 22 Venerdì 13 aprile 2018

VOCE

LA DEL MOCCAGATTA Lo speaker disc jockey “Feo” Mazzarello In cui hai portato anche un po’ del tuo amore per la musica... “Sì, è vero. La playlist che si ascolta prima della partita è opera mia; cerco di proporre sempre qualcosa di nuovo perchè voglio rendere l’attesa sempre stimolante e vivace. Cerco di intrattenere i tifosi, in attesa dello spettacolo vero e proprio...”

E arriviamo ai minuti immediatamente pre-

cedenti la gara... “Quando mi arriva la distinta che mi portate voi dell’Ufficio Stampa, sistemiamo la grafica del tabellone insieme a Maurizio Vercelli o Alessandro Massano e poi si va con l’annuncio che è il momento in cui si entra nella tensione nell’emotività dei 90 minuti di gioco”.

Ecco parlando dell’annuncio, immagino che il primo in assoluto sia stato il più emozio-

“CERCO DI METTERE QUALCOSA DI MIO, PER TRASMETTERE EMOzIONI QUANDO I GRIGI ENTRANO IN CAMPO. TANTA STIMA E RISPETTO PER ChI MI hA PRECEDUTO”

23 L’ORSOINCASA

Venerdì 13 aprile 2018

Speaker da due stagioni al Moccagatta e (a destra) in cabina al Piola di Vercelli per le prime due partite di campionato foto Mauro Risciglione

nante... “Emozionante come un sogno che si realizza: la curva, lo stadio, i Grigi che entravano in campo. Avevo al mio fianco l’amico Franco Tasca e convengo che in quel momento sia stato proprio utile...”

Emozione che ci sarà stata anche nel raccogliere il testimone delle altre voci storiche del Moccagatta... “Ho grande rispetto per chi mi ha preceduto, per la sua bravura e anche per le sensazioni che ha saputo trasmettere negli annni, anzi nei decenni. Io ho cercato di metterci da subito qualcosa di mio, convinto che comunque si debba sempre cambiare alcuni particolari, cercando ovviamente di migliorare. Lo faccio in discoteca e cerco di farlo anche al Mocca-

gatta”.

Ma a proposito di annunci, vogliamo ricordare qualche momento che, anche per te, è passato alla storia? “La partita in casa con la Cremonese, lo scorso anno, con una coreografia della Nord indimenticabile e poi i minuti con il Pontedera, in cui, sentendo quello che succedeva a Cremona, abbiamo cullato il sogno della B: quasi indescrivile”.

Ma tu che vedi la partita dall’alto e in tribuna domini lo stadio, dalla balaustra dove fai gli annunci, che sensazioni vivi? “Vedo i gesti in campo e fuori, una vivacità che si trasmette quasi elettricamente tra tifosi e giocatori e viceversa: sarebbe bello, un giorno raccontarla, in diretta. Mai dire mai...”

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L’ORSOINCASA 24 Venerdì 13 aprile 2018

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18 aprile 1997

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Quando sono diventato un professionista

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25 L’ORSOINCASA

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Venerdì 13 aprile 2018

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IL MONDO DELLE QUATTRO RUOTE NEI PROSSIMI ANNI: ANALIzzIAMO LE TENDENzE CON ROBERTO SIRI, A.D. DI RESICAR E PARTNER DELL’ALESSANDRIA CALCIO

GOVERNARE IL MERCATO CON OCCHI AL FUTURO Siri: mondo dell’auto in continua evoluzione

N

on si resta mai delusi quando si parla con Roberto Siri, l’amministratore delegato di Resicar a Spinetta Marengo. La sua disponibilità non è solo quella di un affermato venditore che nella sua grande concessionaria ha saputo far convivere tre marchi diversi come Volvo, hyundai e Nissan con successo e grande consenso.

“Chi compra qui da noi, diventa cliente fisso e ritorna sempre” ci disse nel corso di un’intervista di qualche anno fa. Siri con entusiasmo e fiducia è stato uno tra i primi ad avvicinarsi all’Alessandria Calcio e ci testi-

monia, con calore, la soddisfazione per quella scelta. “Da alessandrino calciofilo e tifoso sono strafelice di collaborare con una società che ha investito tante idee e tante risorse.

Con Luca DI Masi e i suoi collaboratori si è stabilito subito un feeling che ci ha portato a collaborare in tante circostanze, dando anche alla mia azienda riscontri e visibilità.

Ma ci metto, ripeto, la mia grande soddisfazione nel vedere che una persona così appassionata e determinata ha scelto questa città per sposare un progetto sportivo che resta, negli anni, un’assoluta eccellenza”.

La nostra chiacchierata è, inevitabilmente,

L’ORSOINCASA 26

Venerdì 13 aprile 2018

interrotta dallo squillo del cellulare e dai collaboratori di Siri che, nel raccontare qualcosa della sua azienda, esordisce col riconoscimento ottenuto di recente dalla Volvo XC40 nominata “Auto dell’anno 2018”. “Un grande risultato per la Volvo che, nell’esordire

27 L’ORSOINCASA

Venerdì 13 aprile 2018

nel segmento crossover ha subito piazzato un colpo magistrale se si pensa che si tratta di un prodotto nuovo, in una gamma in cui la casa svedese era, come dire, all’esordio. Sono momenti delicati nel nostro mestiere - continua poi Siri - in cui il mes-

IL DIESEL NON ANDRà FUORI MERCATO A BREVE, MA IBRIDO E ELETTRICO SARANNO LE OPzIONI PIù PRATICATE NEI PROSSIMI ANNI. ENTRO IL 2022, SARANNO INSTALLATE IN ITALIA MIGLIAIA DI COLONNINE PER LA RICARICA DELLE AUTO ELETTRIChE: UN SEGNALE PRECISO E IMPORTANTE

saggio va veicolato con chiarezza. Qui alla Resicar abbiamo governato la crisi del settore con grande tranquillità mantenendo sempre gli obiettivi che ci eravamo prefissi ma il cliente, ovviamente, ha necessità di essere comunque informato e consigliato La nuova Nissan Leaf, l’auto elettrica più venduta al mondo.

In alto a sinistra, Roberto Siri, amministratore del Gruppo Resicar, con la nuova Volvo XC 40, Auto dell’Anno 2018.

Il premio più ambito in Europa, vinto per la prima volta da Volvo.

Sopra, la Ionic, ibrida di casa Hyundai con la possibilità di averla anche solamente elettrica oppure Plug-In, quindi in tre soluzioni

sempre, anche per metterlo in guardia da informazioni errate o allarmistiche”.

Ti riferisci alle questioni che riguardano il mondo del diesel e dell’ibrido? “Certo; su diesel e ibrido occorre fare chiarezza, partendo dal presupposto che certi annunci possono solo fare cattiva informazione. E allora diciamo che il diesel non andrà fuori mercato a breve e che, certo, ibrido ed elettrico, sempre coi loro tempi, diventeranno le opzioni più praticate dei prossimi anni”.

Cosa vuol dire “coi loro tempi”? “Vuol dire che, se la tendenza è segnata, questo non significa che il diesel non venga più prodotto, pur se con qualche piccola modifica, e nell’ibrido, e soprattutto nell’elettrico, si continuerà a investire con maggiore energia e risorse perchè è indiscutibile che, e questo si può affermare con certezza, l’auto del futuro sarà elettrica”.

Anche in ragione degli investimenti delle multinazionali dell’energia, sia italiane che estere e che hanno dichiarato che nei prossimi 4 anni copriranno l’intero territorio costruendo migliaia di colonnine elettriche per la ricarica delle auto elettriche... “Esatto e questo è un segnale preciso e importante che il mercato va in quella direzione, in attesa che il settore pubblico si orienti in questa direzione, come sta facendo qui in Alessandria l’AMAG”.

E Resicar in quale direzione punta? “Siamo in linea con gli indirizzi che ci siamo dati e siamo estremamente soddisfatti. Le difficoltà hanno selezionato anche il mercato e limitato notevolmente il numero dei concessionari riducendone in maniera considerevole la quantità a favore della qualità e ora le case automobilistiche lavorano con serenità maggiore”.

E tutto questo come si traduce? “Il mercato è più sano e affidabile e questo si traduce in opportunità maggiore per il cliente”.

Vale a dire? “Da noi c’è solo l’imbarazzo della scelta, dall’usato ai km. zero, senza dimenticare che noi propiniamo tre marchi che sono orientati su target differenti e comunque definiti e riconoscibili. Ti ho detto di Volvo che ha sempre fascino e appeal ma posso proseguire con Hyundai che con la Kona ha esordito benissimo nel segmento crossover, in attesa di proporsi anche con la versione elettrica con 400 km di autonomia. Senza dimenticare gli altri prodotti dell’azienda come il Tucson che sta piacendo moltissimo e la Ioniq nelle tre versioni Benzina, elettrica e plug in”.

Resta, ma non certo per ultima, la Nissan.

“Abbiamo modelli che sono vere e proprie icone. Puntiamo su loro e cioè su Micra, Qashqai e X-trail che rappresentano una gamma riconoscibile e collaudata e che ora proponiamo con opportunità e sconti quasi irrinunciabili”.

Se il futuro sembra tracciato, dunque, il presente qui alla Resicar è comunque una gran bella realtà.

i nostri giovani di Michela Amisano

SI GIOCA 7 CONTRO 7 E LE PARTITE DI CAMPIONATO SI ARTICOLANO SU 3 TEMPI DA 15 MINUTI CIASCUNO. TORNEI E TEST MATCh CON SQUADRE DI SERIE A. L’EDUCAzIONE IN CAMPO E FUORI È FONDAMENTALE

L’ORSOINCASA 28 Venerdì 13 aprile 2018

Q

uesta settimana riflettori puntati sulla formazione under 10 di Mister Mirko Lombardo. Secondo anno per lei all’Alessandria Mister Lombardo.

Stessa categoria dello scorso anno? “Lo scorso anno ero collaboratore dei 2005.

Quest’anno invece ho una squadra tutta mia con un collaboratore, mister Stefano Franco. Sono soddisfatto di essere stato confermato e di avere più responsabilità.

Gli Under 10 sono una bella squadra, siamo in dieci più due portieri. E’ un gruppo al quale abbiamo chiesto molto e ha risposto bene. Nell’ultimo periodo siamo un po’ calati nel rendimento, ma siamo comunque soddisfatti delle risposte ottenute”.

Quali sono le caratteristiche della sua squadra… “La mia squadra è formata da bambini che hanno tanta voglia di imparare, intelligenti e perciò le nostre richieste sono corpose, infatti il livello degli esercizi è alto.

Loro hanno già una buona base perché facevano parte del nostro Settore Giovanile la scorsa stagione e riescono quasi sempre a risolvere le situazioni. Quest’anno sono arrivati tre bambini nuovi e abbiamo dato loro il tempo di integrarsi e abituarsi ad affrontare squadre forti”.

Che tipo di campionato affrontate? “Facciamo un campionato provinciale contro la categoria 2007 e la domenica di solito affrontiamo test match o tornei con squadre professioniste. Ci siamo tolti delle belle soddisfazioni vincendo tornei con squadre di Serie A, come al torneo Chisola contro la Juventus e la Sampdoria, e in alcune test match abbiamo superato il Chievo Verona e la Spal. Posso dire che questo gruppo riesce a giocare quasi alla pari con le formazioni della massima serie e in ogni caso ci divertiamo. Giochiamo 7 contro 7 e le partite del campionato si articolano su tre tempi da 15 minuti ciascuno, mentre nei test match cerchiamo di fare quattro tempi da venti minuti per poter giocare il più possibile”.

Possiamo già parlare di gruppo nonostante la giovane età? “Sì, anche perché per la maggior parte sono bambini che si conoscono da anni e sanno giocare bene insieme.

Come dicevo prima, hanno avuto un piccolo calo nell’ultimo periodo, probabilmente per gli impegni scolastici. Ora si stanno riprendendo e ci aspetta qualche partita importante: giocheremo col Parma tra due settimane e poi parteciperemo a un torneo a Biella, dove siamo stati inseriti nel girone del Milan. Queste saranno settimane di lavoro intenso”.

Quest’anno collabora con Mister Stefano Franco. Come vi suddividete il lavoro? “Ste-

COMPORTAMENTO E Le doti dell’Under 10 di L

29L’ORSOINCASA

Venerdì 13 aprile 2018

RISPETTO ombardo

A destra mister Mirko Lombardo, assistito da Stefano Franco, spiega ai ragazzi le strategie di gioco da adottare durante la partita.

Fotoservizio di Tony Frisina

NEL CORSO DEGLI ALLENAMENTI, A OGNI ESERCIzIO VIENE ASSEGNATO UN PUNTEGGIO; SI PREMIA IL VINCITORE MENSILE E, ALLA FINE DELLA STAGIONE, QUELLO ANNUALE. QUESTO PER STIMOLARE I RAGAzzI A NON MOLLARE MAI fano per me è un grande aiuto. E’ il primo anno che lavoriamo affiancati e abbiamo la fortuna di viaggiare anche insieme, perché siamo entrambi di Asti. In questo modo possiamo confrontarci e impostare l’allenamento della settimana. Durante le gare mi aiuta a osservare e insieme ci confrontiamo al termine del match per condividere le osservazioni. Quando abbiamo la possibilità, dividiamo i bambini in gruppi e anche lui condivide la gestione della squadra.

Anche l’Under 10 segue ovviamente la metodologia del Settore Giovanile. L’allenamento settimanale viene organizzato in base a ciò che è accaduto nella partita precedente, lavoriamo su principi di gioco espressi in quella gara. Abbiamo la possibilità di riprendere le gare e, rivedendole, recuperiamo quello che ci può essere sfuggito durante la partita cercando di migliorare gli aspetti che non ci hanno soddisfatto. La partita della settimana è quindi fondamentale e molto del lavoro è impostato sul colmare le lacune che vengono evidenziate in quella gara finché non sono state risolte.

Gli effetti infatti non sono così immediati e perciò è necessario dedicare parecchio tempo a questa fase. Durante la settimana cerchiamo di dividere i gruppi e, il primo allenamento dopo campionato e test match, diventa un giorno di scarico, mentre il giorno centrale chiediamo tanta intensità in spazi ampi e l’ultimo giorno, che di solito è quello più vicino alla gara, cerchiamo di attuare situazioni a rapido sviluppo, per non richiedere troppo impegno cognitivo. Nel corso degli allenamenti, a ogni esercizio viene

assegnato un punteggio, di conseguenza viene premiato il vincitore mensile e, alla fine della stagione, quello annuale. Questo per stimolarli a non mollare mai. I premi vanno dai pacchetti di figurine, a un pallone o una maglietta”.

Cosa pretende dai suoi ragazzi? “A inizio anno ho detto loro che per me sono importanti tre parole chiave: comportamento, rispetto e l’educazione. Non mi arrabbio se sbagliano un gol davanti alla porta, ma se non hanno rispetto per compagni e avversari, o non sono educati quando siamo ospiti di altre società. In questi casi mi arrabbio molto. Per il momento però il messaggio è stato recepito”.

Quali caratteristiche sono imprescindibili per un ragazzo che voglia diventare un calciatore professionista secondo lei? “La voglia di mettersi in discussione e il non mollare mai, indipendentemente da ciò che devo affrontare nella vita. Devo pensare che in qualche modo posso risolvere la situazione che sto vivendo. La voglia di sacrificarsi, di aiutare la squadra anche negli ultimi cinque minuti di partita anche se magari quel giorno non sono stato così bravo. Queste sono le peculiarità fondamentali”.

Alla fine della stagione cosa la renderebbe soddisfatto? “Mi piacerebbe ripetere le belle prestazioni che abbiamo fatto al torneo Chisola, dal momento che verso fine stagione parteciperemo ad alcuni tornei con squadre di Serie A. Inoltre continuare a rispettare le regole di comportamento ed educazione, come hanno fatto finora, sarebbe un risultato importante”.

i nostri giovani di Michela Amisano Campionato Berretti Classifica

Campionato Under 17

Sassuolo

38

Torino

33

Renate

34

Albinoleffe

29

Piacenza

24

Alessandria

19

Pro Piacenza Monza

Giana Erminio Cuneo

18a giornata - 7/4/18

Renate - Alessandria

25

22 11

10

3-1

Giana Erminio - Cuneo

4-0

Piacenza - Sassuolo

2-2

Albinoleffe - Pro Piacenza Monza - Torino

TERMINA IL CAMPIONATO PER LA BERRETTI: GIRONE DI ANDATA MOLTO POSITIVO, MA UN RITORNO IN FLESSIONE. U15 E U17 MANTENGONO SALDE LE POSIzIONI IN CIMA ALLE RISPETTIVE CLASSIFIChE

4-2

0-2

Classifica Cuneo Alessandria Prato Carrarese Pisa Lucchese Livorno Piacenza Pro Piacenza Reggiana Olbia Pistoiese Gavorrano Pontedera Arzachena 27a giornata - 8/4/18 Livorno - Alessandria Carrarese - Gavorrano Arzachena - Lucchese Pontedera - Olbia Reggiana - Piacenza Cuneo - Pistoiese Pisa - Prato Pro Piacenza riposa 28a giornata - 15/4/18 Gavorrano - Arzachena Lucchese - Cuneo Pistoiese - Livorno Alessandria - Pisa Prato - Pontedera Piacenza - Pro Piacenza Olbia - Reggiana Carrarese riposa

L’ORSOINCASA 30 Venerdì 13 aprile 2018

Campionato Under 15 57 54 53 51 43 39 37 37 33 28 24 24 20 19 1 0-0 4-0 0-2 1-1 2-2 5-0 0-2

Classifica Prato Reggiana Livorno Alessandria Carrarese Cuneo Lucchese Pisa Pontedera Piacenza Pistoiese Pro Piacenza Olbia Gavorrano Arzachena 27a giornata - 8/4/18 Livorno - Alessandria Carrarese - Gavorrano Arzachena - Lucchese Pontedera - Olbia Reggiana - Piacenza Cuneo - Pistoiese Pisa - Prato Pro Piacenza riposa

53 52 51 50 49 40 38 36 36 33 29 25 20 14 0 1-1 2-3 1-4 3-0 1-0 1-1 3-5

28a giornata - 15/4/18 Gavorrano - Arzachena Lucchese - Cuneo Pistoiese - Livorno Alessandria - Pisa Prato - Pontedera Piacenza - Pro Piacenza Olbia - Reggiana Carrarese riposa

Per la Berretti campionato terminato. Under 17 (foto) e Under 15 ancora in campo fino a fine aprile

(foto Sara Risciglione)