L'Orso in casa n.17 2017/18

L’ORSO INCASA

ORGANO UFFICIALE DELL’U.S. ALESSANDRIA CALCIO 1912 N. 17 MARTEDÌ 24 APRILE 2018

L’AVVERSARIO Viterbese ai raggi X

L’EVENTO

Cuttica: l’identità di una città

L’INTERVISTA

Marcolini: pronti a giocarcela

Il giorno della COPPA LO SPONSOR

Mysoft, soluzioni per l’impresa

Alessandria-Viterbese in un Moccagatta esaurito: la finalissima di Coppa Italia di Serie C

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L’ORSOINCASA

Martedì 24 aprile 2018

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L’EVENTO

IN UNO STADIO MOCCAGATTA TUTTO ESAURITO VA IN SCENA L’ULTIMO ATTO DELLA SFIDA PER ASSEGNARE LA COPPA ITALIA DI SERIE C 2018: UN TROFEO CHE MANCA ALL’ALESSANDRIA DAL 1973

sommario

Per i vostri acquisti on line: www.orshop.alessandriacalcio.it

L’identità di una città di Gigi Poggio

L’AVVERSARIO

La Viterbese di Camilli di Tino Pastorino

O PROM

Occhiali velluto grigioneri

Polo Grigi croce

€ 39,00

€ 99,00

MUSEO GRIGIO

Storie di coppa

di Bocchio-Giovanelli

LO SPONSOR

Mysoft la soluzione

T-shirt AC 1912

T-shirt Super Grigi bimbo

€ 28,00

€ 15,00

di Gigi Poggio

L’ORSO IN CASA Supplemento al n. 31 de ‘Il Piccolo’ di martedì 124 aprile 2018

A cura di Ufficio Stampa Alessandria Calcio Progetto grafico e impaginazione Mauro Risciglione Foto di Tony Frisina, Ilaria Cutuli

In collaborazione con MEDIAL srl pubblicità, Alessandria, via Parnisetti 10, tel. 0131 56364

1 9 0 8 ALESSANDRIA • VIA DEI MARTIRI 30 • 0131 254020 w w w. g i o v a n n i f e r r a r i 1 9 0 8 . c o m

L’ORSOINCASA

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Martedì 24 aprile 2018

foto Cecilia Ammazzalorso

l’evento di Gigi Poggio

PER GLI 850 ANNI DELLA CITTÀ, ALESSANDRIA CALCIO E COMUNE PERSONALIZZANO LA MAGLIA DEI GRIGI CON IL LOGO UFFICIALE DELLA CELEBRAZIONE. LE PAROLE DEL SINDACO CUTTICA DI REVIGLIASCO

Il logo del compleanno sulla maglia

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on è mai semplice intervistare un Sindaco, e non solo per le domande da porgli. Ci sono i tempi e gli impegni connesssi al suo ruolo e alla sua funzione, gli imprevisti, le risposte da dare subito a chi si affaccia alla sua porta.

Ma noi non demordiamo e nel suo vissutissimo e luminoso ufficio, al piano nobile di Palazzo Rosso, avviamo la conversazione.

Signor Sindaco qual’è il suo rapporto con il calcio? Gianfranco Cuttica confessa con fierezza: “Sono di fede granata; un’eredità di famiglia che custodisco con orgoglio, nel rispetto di una tradizione che arriva, appunto, dai miei. Una tradizione che sento molto mia per l’amore che conservo per la storia della mia terra e una passione che, in certe circostanze, si è accesa di tinte forti come in occasione dello scudetto vinto dalla squadra allenata da Gigi Radice, quando festeggiai il Tricolore raggiungendo a piedi, da Torino, il Santuario di Superga. Lo ricordo come un momento di gioia intensa, quasi spirituale ma essere tifosi del Toro è soprattutto conoscerne la storia e conividerne le molte vicissutidini e quindi un’emozione mai banale”.

La sera dell’inaugurazione del Moccagatta, a fine novembre, ricordiamo un suo richiamo molto forte al legame che unisce i Grigi, lo stadio e la città. “Un fatto di comunità; Alessandria vive un rapporto molto intenso con la sua squadra. L’ho scoperto da tempo; una sorta di amore e odio che si trova solo nelle passioni forti. La riqualificazione del Moccagatta è stato, comunque, un momento

L’IDENTITÀ DI UNA CI Alessandria, Cuttica, il cal

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L’ORSOINCASA

Martedì 24 aprile 2018

L’inaugurazione del rinnovato stadio Moccagatta: il sindaco Cuttica di Revigliasco, il presidente Di Masi e Fabio Caressa assistono allo spettacolo finale.

In basso, a sinistra la Cittadella, a destra il complesso di San Francesco

TTÀ cio, il futuro

importante per tutta la città perchè lo stadio è un luogo che detiene la memoria di tutta la comunità. Lì sono passate generazioni di alessandrini e quel luogo è l’istituto materiale in cui si conserva il mito e il ricordo del fatto sportivo che poi è fatto costume e di cultura.

E visto che si parla di luogo, sfatiamo una volta per tutte il luogo comune che il Grigio sia un colore triste e che la maglia della nostra squadra rifletta l’umore della città e sia , di per sè, una connotazione negativa.

Io non ci credo e penso non sia vero: il Grigio, in realtà, è un colore bellissimo”.

Per gli 850 anni della città, questa empatia tra Comune e Alessandria calcio ha maturato l’idea personalizzare la maglia dei Grigi col logo ufficiale della celebrazione. Che significato vuole avere questa scelta? “Un significato preciso; sappiamo che i Grigi rappresentano in pieno l’identità della nostra città; sono un segnale distintivo che porta dentro di sè storia e tradizione, con l’impegno di rinnovare questo messaggio, proponendolo in tutta la sua forza e immediatezza”.

A proposito di festeggiamenti, la scadenza è alle porte e gli obiettivi sono chiari: celebrare una storia importante, pensando a come e quanto essa possa proiettare in un futuro in cui ridefinire la propria identità di città e

comunità... “Certo ma partendo da chi siamo e quello che siamo. Ecco perchè il 6 maggio sfileranno per le vie alessandrine tutte quelle realtà che lavorano al servizio degli alessandrini dalle Forze di Polizia, ai Vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile ai nostri Vigili Urbani. Insieme, perchè la città conosca e comprenda chi lavora fattivamente e quotidianamente per il bene di tutti quanti. Ma non ci fermeremo qui... Abbiamo riattivato le relazioni con le molte città gemellate ad Alessandria, un versante di contatti caduto un po’ in disuso ma che, in realtà, è parte integrante della storia della città. Ospiteremo le delegazioni qui da noi ma soprattutto riapriremo il confronto con loro su aspetti della vita politica e culturale delle diverse realtà e questo non potrà non essere utile”.

Celebrare e festeggiare ma anche pensare ed eventualmente progettare... “Lo spirito è questo: un grande momento di riflessione in cui affinare idee e strumenti che servano per il futuro, dal miglioramento della funzionalità della nostra macchina comunale, alla costruzione di una rete di servizi che vanifichi l’isolamento in cui rischiamo di cadere e qui penso alla consultazione popolare che stiamo facendo sull’istituzione di un collegamento ferroviario veloce con Milano che, ritengo, momento fondamentale di partecipazione per risolvere un problemo annoso per la nostra comunità”.

Guardare al futuro con la consapevolezza del passato... “La Cittadella e San Francesco sono due momenti decisivi di questa strategia; li vogliamo rendere fruibili e sicuri, con procedure e istruttorie trasparenti e veloci per restituire alla nostra città due beni di valore inestimabile”.

Tanti progetti per gli 850 anni della città, progetti che possono riempire un’intera legislatura... “Sono impegni di un certo peso ma credo che un Sindaco debba concentrare il proprio sforzo nel breve periodo, dando da subito segnali forti della sua azione di governo. I risultati si devono vedere per capire se l’opera amministrativa ha chiari i propri obiettivi. Gli 850 anni arrivano a proposito per farci ragionare insieme e stimolare le coscienze: per questo sono convinto che la nostra sarà una festa bella e utile”.

l’avversario

L’ORSOINCASA

di Tino Pastorino

COPPA ITALIA DI SERIE C: L’ALBO D’ORO

I

primi guai finanziari per il calcio a Viterbo iniziano nel 2004 con il fallimento del club militante in serie C1. Grazie al Lodo Petrucci la società si iscrive alla categoria immediatamente inferiore. La retrocessione in serie D del 2008 non fa altro che aumentare le problematiche economiche fino alla mancata iscrizione del 2013. Succede che a Viterbo si trasferisce la A.D.C. Castrense, club di Grotte di Castro (2.600 abitanti a 40 km. da Viterbo): con il nome di Viterbese Castrense vince il campionato di Eccellenza.

Nel 2015 perde la finale play off di serie D contro il Taranto (ai rigori) mentre nel 2016 vince il girone D e completa la stagione con lo scudetto dilettanti (battuto il Piacenza in finale).

CAMILLI E IL CALCIO Pietro Camilli è nato ad Acquapendente (Vt) nel 1950. Imprenditore nel ramo allevamento e lavorazione carni ovine, è a capo dell’azienda ILCO (Industria Lavorazione Carni Ovine), logo che campeggia sulle maglie della squadra. Fa capolino nel mondo del pallone negli anni 90 con la Castrense: è l’artefice di 4 promozioni consecutive che portano il sodalizio dalla Seconda Categoria alla serie D. Nel 2000 arriva il primo trofeo: la Coppa Italia di serie D. Nel giugno dello stesso anno diventa il proprietario del Grosseto che in 7 anni porta dalla serie D alla serie B (vincendo anche una Supercoppa di serie C1). Il massimo risultato è raggiunto nel 2009 quando perde la semifinale play off per la serie A contro il Livorno.

Nel 2012 è deferito per illecito sportivo (partita Ancona-Grosseto): prima viene condannato e successivamente prosciolto. Nel 2013, dopo 6 anni di serie B, il Grosseto retrocede. Lascia la guida del club ai figli Vincenzo e Luciano. Nel giugno 2015 la squadra non si iscrive al campionato.

A Grosseto in 15 stagioni si sono alternati 35 allenatori: primo della serie è stato Lamberto Magrini, esonerato prima ancora dell’inizio del campionato; l’ultimo mister è stato Massimo Silva.

Dall’agosto 2009 al giugno 2011 è stato socio di minoranza del Pisa (20% di quote).

Da giugno 2015 è il patron della Viterbese che milita in eccellenza e crea il nuovo sodalizio con la Castrense, la squadra del comune di Grotte di Castro di cui Camilli è Sindaco.

1972-1973 1973-1974 1974-1975 1975-1976 1976-1977 1977-1978 1978-1979 1979-1980 1980-1981

ALESSANDRIA Monza Monza Lecce Lecco Udinese Siracusa Padova Arezzo

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1981-1982 1982-1983 1983-1984 1984-1985 1985-1986 1986-1987 1987-1988 1988-1989 1989-1990

L.R. Vicenza Carrarese Fanfulla Casarano Virescit Boccaleone Livorno Monza Cagliari Lucchese

VITERBESE AI RAGGI X I laziali di patron Camilli CAMILLI E GROSSETO Alcuni degli allenatori che si sono seduti sulla panchina toscana: Andreazzoli, Indiani, Melotti, Specchia, V. Esposito, Cuoghi, Allegri, Cuccureddu, Roselli, Pioli, Gustinetti, E. Rossi, Sarri, Apolloni, Moriero, M. Serena, G. Giannini, Acori, Padalino, Stringara.

Alcuni calciatori in maglia biancorossa: Barbagli, Berrettoni, Bertani, Carparelli, Celjak, G. Del Vecchio, Immobile, M. Marconi, Mignani, S. Morero, Paulinho, Pellicori, Pinilla, Piovaccari, D. Quadrini, Robbiati, Sansovini, Scalise, Sforzini, Soncin, Tachtsidis, Torromino, C. Valeri, Vitofrancesco, Papa Waigo, Zauli.

VITERBESE CASTRENSE Direttore Sportivo Vincenzo Minguzzi è il nuovo Direttore Sportivo che la scorsa settimana ha rilevato Nelso Ricci. Si tratta di un ritorno avendo ricoperto la stessa carica fino al dicembre 2016 (dimissioni per divergenze con l’allora allenatore Giovanni Cornacchini).

In carriera ha lavorato per Teramo, L’Aquila,

Acireale, Grosseto (è stato il D.S. della Promozione in serie B) oltre all’ultimo ritorno di Viterbo tra i professionisti.

Ha avuto esperienza anche nei settori giovanili di Lecce e Pisa. Da calciatore è stato portiere in serie B di Sambenedettese, Cagliari e Pescara.

Allenatore Stefano Sottili è l’allenatore. Calciatore (difensore) in serie A con l’Atalanta, in serie B con Barletta e Bologna. Ha giocato per 4 stagioni con lo Spezia, tra C2 e C1 (107 presenze e 3 gol).

Ha iniziato la carriera di tecnico con la Sarzanese poi il Valle d’Aosta. Con il Carpi vince il campionato di Seconda Divisione nel 2011.

Quindi la Carrarese. A Venezia sostituisce Diego Zanin e vince i play off di Seconda Divisione nel 2013. A Varese in serie B viene esonerato dopo 15 giornate, richiamato nel marzo 2014 e nuovamente allontanato a 2 partite dalla fine del campionato. Nella Pistoiese subentra a Cristiano Lucarelli. A

Martedì 24 aprile 2018

PIETRO CAMILLI, IMPRENDITORE NEL RAMO ALLEVAMENTO E LAVORAZIONE CARNI OVINE, È A CAPO DELL’AZIENDA ILCO. NEL CALCIO DAGLI ANNI ‘90, E’ L’ARTEFICE DEL MIRACOLO GROSSETO CHE PORTA ALLE SOGLIE DELLA SERIE A

1990-1991 1991-1992 1992-1993 1993-1994 1994-1995 1995-1996 1996-1997 1997-1998 1998-1999

1999-2000 2000-2001 2001-2002 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008

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L’ORSOINCASA Monza Sambenedettese Palermo Triestina Varese Empoli Como Alzano Virescit SPAL

Pisa Prato AlbinoLeffe Brindisi Cesena Spezia Gallipoli Foggia Bassano Virtus

2008-2009 2009-2010 2010-2011 2011-2012 2012-2013 2013-2014 2014-2015 2015-2016 2016-2017

Sorrento Lumezzane Juve Stabia Spezia Latina Salernitana Cosenza Foggia Venezia

I PRINCIPALI PROTAGONISTI IN MAGLIA GIALLOBLU Bassano centra i play off ma è eliminato dal Lecce. Play off anche ad Arezzo ma è sconfitto al primo turno dalla Lucchese.

Ora la Viterbese dive arriva il 14 novembre 2017, viene esonerato il 26 marzo per essere richiamato lo scorso 4 aprile.

Jefferson in azione.

A sinistra Pietro Camilli Immagini Tusciaweb

• Portiere IANNARILLI ANTHONY

• Difensori ATANASOV ZHIVKO Difensore Centrale CELIENTO DANIELE Terzino destro DE VITO ANDREA Terzino sinistro PEVERELLI ANDREA Terzino destro RINALDI MICHELE Difensore centrale SINI SIMONE Difensore centrale

• Centrocampisti BALDASSIN LUCA Centrale CENCIARELLI DIEGO Mediano DI PAOLANTONIO ALESSANDRO Mezzala BENEDETTI ALESSIO Mezzala

• Attaccanti CALDERINI ELIO Ala sinistra DE SOUSA CLAUDIO Punta centrale VANDEPUTTE JARI Ala sinistra JEFFERSON ANDRADE SIQUEIRA Centravanti

l’intervista di Gigi Poggio

COME SI VIVE L’ATTESA? IN QUESTI MOMENTI DEVI GOVERNARE LA TENSIONE E MANTENERE L’EQUILIBRIO: SIAMO CONSAPEVOLI CHE NON SI TRATTA DI UNA PARTITA NORMALE

L’ORSOINCASA

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SIAMO PRONTI A GIOCARCELA La finalissima di Marcolini

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ister, alla vigilia di una partita importante, quasi storica, descrivimi con un aggettivo la caratteristica della tua squadra... “E’ stato subito un gruppo applicato e determinato. Consapevole, al mio arrivo, del lavoro che c’era da fare e disponibile, da subito, a lavorare duramente per uscire da una situazione oggettivamente complicata. La strada fatta fin qui, gestendo più partite, su due competizioni, contro squadre sempre agguerrite, è la conferma di questa grande qualità”.

Due competizioni, si diceva. Da giocare ma anche da gestire... “Indubbiamente giocare campionato e Coppa, con viaggi anche lunghi e sedute di allenamento da preparare in funzione del doppio impegno, ha rappresentato anche per me una novità ma soprattutto un importante arricchimento professionale. Non mi era mai capitato e trovo sia stata un’esperienza positiva e stimolante: abbiamo modificato abitudini e comportamenti, programmato lavoro e riposo, sempre in grande armonia, con grande efficienza, grazie anche alla grande disponibilità dei ragazzi e alla qualità della rosa... e qui tornaimo a parlare della qualità del

gruppo.”

La finale con la Viterbese non è una partita qualsiasi. Da giocatore, quante di queste attese hai vissuto? “Parecchie, a tutti i livelli, dai prelimonari di Champions League col Chievo a certe gare decisive per promozioni o salvezze.

In quei (e questi momenti) devi governare la tensione e mantenere l’equilibrio: si sa sempre che non si tratta di partite normali e allora tu devi lavorare su quello che sai di te e degli avversari, forte delle tue conoscenze e della consapevolezza di aver lavorato come si deve”.

Cosa hai da dire ai tifosi a poche ore dalla finalissima con la Viterbese? “Di venire in tanti e di farci sentire il loro calore per spingerci verso un traguardo impensabile fino a poco tempo fa. La società, noi e loro ce lo meritiamo proprio”.

Martedì 24 aprile 2018

www.museogrigio.it

LA LEGGENDA ORSO DELL’

la finale

di Sergio Giovanelli

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ell’agosto del 1972, con la disputa delle prime partite dei gironi eliminatori, iniziò la storia della Coppa Italia Semiprofessionisti. La nuova manifestazione venne istituita per dare anche alle formazioni di Serie C un trofeo da disputare visto che erano escluse sia dalla Coppa Italia (aperta solo alle squadre di A e B) sia dalla Coppa Italia Dilettanti (a cui erano ammesse solo le formazioni dalla Serie D in giù).

Inizialmente tra le partecipanti erano inserite anche squadre di Quarta Serie perché facevano parte del settore semiprofessionistico. Dopo la riforma dei campionati che creò C1 e C2 la partecipazione fu limitata solo a queste. Tutte le ammesse passavano attraverso la fase eliminatoria agostana per arrivare poi all’eliminazione diretta che cominciava in autunno. Da quando la Coppa Italia maggiore si è aperta anche alle squadre delle categorie inferiori tutte le ammesse a quel torneo vengono d’ufficio qualificate alla fase ad eliminazione diretta.

La competizione attualmente in corso è la 46esima della storia. E’ un torneo tradizionalmente molto equilibrato. L’albo d’oro riporta il nome di 40 squadre diverse. Il Monza è l’irraggiungibile leader dall’alto dei 4 trofei conquistati (tra l’altro unica a vincerla due volte consecutivamente), poi Foggia e Spezia con due si ergono dalla folla di quelle che hanno vinto una volta sola.

A 39 edizioni ha partecipato anche l’Alessandria che ha saltato il torneo in 7 occasioni (nel 1974-75 perché in B, nel 1987-88 perché formalmente in D dopo la retrocessione da cui venne ripescata ma fuori tempo massimo per partecipare alla Coppa, e nel periodo 2003-08 perché militante in tornei inferiori).

STORIE DI COPPA Un lungo racconto a cavallo di due finali

Esordio assoluto al Moccagatta il 26 agosto 1972; avversaria il MA.CO.BI. Asti, formazione di Serie D di proprietà dell’industriale Bruno Cavallo. I grigi vincono 3-1; il primo gol è di Angelo Mammì che mette a segno anche la prima doppietta nella competizione. Il gironcino eliminatorio a quattro squadre comprendente anche Savona e Derthona viene agevolmente superato con quattro vittorie e due pareggi. Gli ottavi di finale vedono opposti grigi alessandrini e bianchi vercellesi; non c’è storia con la squadra guidata da Pippo Marchioro che liquida la pratica già nella gara di andata al Moccagatta: doppiette di Vanzini e Bruno Bianchi per il 4-0 finale. Il ritorno è una formalità. La Lega stabilisce che sarà lo Spezia l’avversario nei quarti; nell’indifferenza generale i Grigi fanno 2-1 in casa e 0-0 fuori. Si arriva così alla semifinale che sarà emozionante con il Modena.

Vittoriosi per 2-1 nella gara di andata, i grigi al Braglia si ritrovarono sotto per 20 a metà del secondo tempo e quindi eliminati; Salvadori e Lorenzetti raddrizzarono la gara con due splendidi gol segnati nel giro di sette minuti.

La finale giocata allo stadio Flaminio di Roma con l’Avellino fu drammatica: 2-2 al 90’, doppietta di Lorenzetti nei tempi supplementari, intemperanze dei tifosi irpini, partita sospesa a pochi minuti

dalla fine e coppa assegnata ai grigi a tavolino confermando il punteggio acquisito sul campo. Nessuna premiazione per questioni di ordine pubblico e trofeo consegnato all’inizio della stagione successiva.

Il primo distintivo che identificava la squadra detentrice del trofeo era un cerchio blu con banda diagonale tricolore, in pratica lo stemma della Lega, poi sostituito dalla classica coccarda tricolore.

Da notare che, in un epoca in cui esisteva solo la RAI e radio e TV private erano di là da venire, non esistono testimonianze audio-video della partita.

La seconda stagione finì con un certo anticipo: uno scivolone casalingo nell’andata degli ottavi di finale con la Solbiatese costò la prima sconfitta in Coppa (alla ventesima partita) e l’eliminazione.

Fu una cosa indolore perché tutti aspettavano la promozione in B che arrivò tre mesi dopo.

La permanenza tra i cadetti sospende la partecipazione al torneo, ma solo per un anno, quanto basta per giocare la Coppa Italia più importante, giocare il campionato, perdere lo spareggio di San Siro con la Reggiana e ritrovarsi, mestamente, in Serie C. Nel 1975-76 la corsa si ferma ai sedicesimi > segue a pagina 10

la finale

29 ottobre 2014. Il fantastico gol da metà campo di Gigi Scotto contro il Savona. Finirà 5-1.

In basso, Fischnaller festeggia dopo la rete decisiva al Renate nel match del 14 febbraio scorso

di Sergio Giovanelli di finale per mano del Lecco. L’anno dopo sono gli stessi lariani (poi vincitori del Trofeo contro la Sangiovannese) ad interrompere la serie grigia, ma questa volta in semifinale, in quello che per 41 anni sarà l’ultimo grande risultato dell’Alessandria in Coppa.

Abbastanza singolare quanto avvenuto nei sedicesimi di finale: la partita con il Vigevano in trasferta venne sospesa il 4 novembre al 59’ per impraticabilità di campo causa pioggia; il recupero dell’8 dicembre venne sospeso al 63’ per nebbia e al terzo tentativo (in realtà il quarto, visto che ci fu un’altra data tra le prime due che venne rinviata anticipatamente causa maltempo) finalmente si giocò e l’Alessandria vinse 21. Per fortuna (dei grigi) la trasferta a Vigevano era breve …

Nell’agosto del 1977 (stagione ‘77-78) per la prima volta l’Alessandria viene eliminata nel girone eliminatorio, evento che si ripeterà più volte nelle annate successive.

Per tutti gli anni ‘80 solamente in un paio di occasioni si vedono i Grigi giocare delle gare infrasettimanali nel periodo del campionato, al di fuori di quelle previste dal… minimo sindacale, occasioni terminate sempre con cocenti e precoci eliminazioni.

Estate 1987. Il campionato da poco concluso ha sancito la retrocessione dell’Alessandria in Serie D. La società è passata di mano ed ora alla guida c’è Gino Amisano. Il re dei caschi non ne vuole sapere di cominciare la sua avventura calcistica nel campionato Interregionale (denominazione dell’epoca della D) e sta brigando per trovare una soluzione. Che viene trovata in extremis quando il Montebelluna decide di rinunciare a partecipare alla C2 spianando la strada al ripescaggio dell’Orso. Nel frattempo la fase eliminatoria della Coppa si è praticamente conclusa. I Grigi possono giocare il campionato ma dovranno rinunciare alla possibilità di vincere la Coppa.

Quasi a risarcire l’annata precedente nel 1988 il girone eliminatorio è davvero succulento. Si trovano accomunate Alessandria, Casale, Novara e Pro Vercelli, cioè l’intero mitico “Quadrilatero Piemontese” dell’epoca pioneristica. Sono tutte formazioni di C2 ma il Novara è nel girone B mentre le altre tre sono nel gruppo A. I Grigi non fanno sconti: battono Casale e Novara al Moccagatta e Pro Vercelli in trasferta, pareggiando le rimanenti gare. Nove punti bastano a tenere a bada i cinghiali

staccati di una sola lunghezza con le altre due più indietro. Il risultato estivo non è casuale: Grigi e nerostellati, a posizioni invertite, vinceranno con buon margine il campionato salendo trionfalmente in C1, Novara e Pro Vercelli resteranno nell’anonimato. Peccato che la coppa dell’Alessandria finisca praticamente lì. Nei sedicesimi il Legnano vince le due partite con l’identico 2-1. A partire dal 1989-90 la formula cambia: il girone eliminatorio, quando non si va subito al testa-a-testa, diventa a 7 o 5 squadre così che non si gioca più andata e ritorno ma una partita sola; il numero dispari permette di giocare un egual numero di incontri in casa e in trasferta.

Sono anni roventi: ogni estate succede qualcosa che mette in dubbio l’esistenza stessa della società oppure si retrocede in C2 dopo appena una stagione di permanenza nella divisione superiore. Il rendimento in Coppa non può che risentire di questo stress. Quando anche si passa il turno estivo si va fuori al primo scontro diretto. Come succede, per esempio, tra il 1991 e il 1992, avversaria è l’Empoli. A novembre al “Castellani” l’undici allenato da Riccomini (da poco subentrato a Sabadini) strappa con le unghie e con i denti uno 00 che lascia qualche speranza. Vanificata ai primi di gennaio quando i toscani vincono, di misura ma nettamente, al Moccagatta.

Di lì a pochi giorni Riccomini saluterà la squadra per lasciare il posto al richiamato Sabadini.

Di tanto in tanto si verificano coincidenze curiose: nel 1994 l’Alessandria chiude la Coppa con una bruciante sconfitta interna contro l’Aosta per 3-2 subendo il gol decisivo su rigore nei secondi di recupero. L’anno dopo il calendario propone, ad eliminazione diretta, ancora la stessa sfida. Dopo lo 0-0 del Mocca, al “Puchoz” l’Aosta segna ancora al 90’ ma questa volta è il punto che fissa sì il 3-2, ma a favore dei Grigi!

Fino al 1997 la formula è “dentro o fuori” già dal primo turno e l’Alessandria non è mai protagonista chiudendo anzi la sua avventura dopo un paio di turni. Si torna poi alla vecchia formula e finalmente, dopo oltre vent’anni di assenza, si arriva ai turni conclusivi. Girone eliminatorio con Pro Vercelli, Novara, Biellese e Voghera superato con tre belle vittorie ed uno 0-0. Sedicesimi di finale con la Cremonese superati grazie al 2-1 casalingo difeso con un bel 2-2 allo Zini. Poi l’accoppiamento con il Modena: uno striminzito 0-0 in casa, cui ha fatto seguito ancora un pareggio, ma questa volta per 1-1. I ragazzi guidati da Orrico passano in virtù del gol in trasferta. L’accoppiamento dei quarti di finale propone un nome prestigioso: nientemeno che il Palermo. I rosanero, che non stanno molto meglio dell’Alessandria (anche loro retrocederanno in C2 salvo essere ripescati per l’esclusione dell’Ischia) vincono 1-0 su rigore alla Favorita e al Moccagatta segnano due gol in un quarto d’ora; segna anche Fantini, ma il punteggio di 1-2 condanna i grigi che non riescono ad andare oltre il 2-2 finale.

Il mercato del 2002 è scoppiettante: l’Alessandria sta costruendo un squadrone e i primi risultati lo dimostrano: 43 al Varese, 2-1 a Pavia, 0-0 con la Valenzana. Peccato che la Lega, visti gli evidenti problemi finanziari della società bocci gli acquisti effettuati; queste partite verranno date perse ai Grigi per 3-0. L’ultima gara la gioca del girone

eliminatorio addirittura la Berretti che perde a Savona 3-0, giusto per non rovinare... l’armonia dei risultati.

L’Alessandria scompare e le vicissitudini di quegli anni non sono il tema di questo racconto. Si tornerà a parlare di Coppa Italia di Serie C nel 2008, edizione con le eliminatorie e si rimedia l’ennesima eliminazione. Due sconfitte al primo turno con le Pro (Patria e Vercelli) nei due tornei successivi, una vittoria con la Cremonese seguita da un pesante 0-3 con il Piacenza ed ancora due flop nelle eliminatorie del 2012 e del 2013 dove, in quattro partite, si rimedia un solo pareggio. Nel 2014-15 si parte con un bel 3-0 al Savona, un convincente 5-1 al Pavia per crollare col Como (04); in quel momento nessuno lo sa, ma sarà un risultato premonitore perché i lariani vinceranno al Moccagatta, riusciranno a superare in classifica i Grigi proprio all’ultima giornata di campionato qualificandosi ai playoff; toccherà a loro salire in B. La Coppa di Serie C (si chiamava Lega Pro) diventa un obiettivo chiaramente secondario l’anno dopo. I grigi sono impegnati nella splendida cavalcata di TIM Cup culminata con le doppia semifinale contro il Milan. E’ tanto secondaria che la gara di secondo turno contro la Cremonese (dopo il 3-1 inflitto al Pavia) viene più volte rinviata a causa delle imprese alessandrine nella Coppa dei grandi. Quando si gioca (tra le due semifinali) non interessa a nessuno e la Cremo vince 2-1.

Lo scorso anno un altro campanello di allarme suona inascoltato: il primo turno oppone alla squadra di Braglia il Giana Erminio di Gorgonzola; arriva la prima sconfitta, sia stagionale sia contro la formazione della metropoli milanese. Mai capitàa, direbbero a Milano. Arriverà un’altra battuta d’arresto, pochi mesi dopo, ben più clamorosa e foriera di conseguenze negative per l’Alessandria.

La cavalcata di quest’anno appartiene ancora alla cronaca. Prima gara a Piacenza, quattro giorni dopo la sfida di campionato nella quale Marcolini ha esordito sulla panchina dell’Orso. Il bruciante 2-3 viene vendicato con un clamoroso 4-0. Tocca all’AlbinoLeffe che la Moccagatta ribatte colpo su colpo ai grigi e segna il gol del 2-2 nei secondi di recupero, I grigi passano vincendo ai rigori. Contro il Renate i ragazzi di Marcolini ottengono il massimo risultato con il minimo sforzo: una rete di Fischnaller decide il passaggio del turno.

La doppia semifinale è un doppio risultato ad occhiali. Non bastano 210’ di partita per vedere una marcatura. Si va nuovamente ai rigori. E nemmeno dagli undici metri i granata toscani segnano. Vannucchi para i tre tiri verso la sua porta mentre i suoi compagni segnano. Anche in questo caso il minimo sforzo dato che una serie ai rigori prevede non meno di sei tiri dal dischetto prima di definire il vincitore.

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Tony Colombo 55 partite in Coppa Italia con i Grigi

Dino Ballacci record di panchine in Coppa: 17

La Coppa Italia dell’Alessandria in cifre

ato il numero limitato e non omogeneo di incontri giocati ogni stagione (si pensi alle 13 gare del 1972-73 contro le 7 di quest’anno, malgrado la finale raggiunta in entrambi i casi) i dati statistici sono relativamente piccoli, ma pur sempre significativi. Ovviamente parliamo solo di Coppa Italia di Serie C (Semiprofessionisti, Lega Pro a seconda delle denominazioni vigenti nei vari anni) e non teniamo in alcun conto né della Coppa maggiore (la TIM Cup per intenderci) e nemmeno la Coppa Italia Dilettanti che l’Alessandria ha giocato negli anni bui del dopo fallimento.

LE AVVERSARIE Nel tentativo di limitare i costi la Lega ha sempre seguito criteri di vicinanza geografica nello stabilire composizioni dei gironi e accoppiamenti; questo criterio ha fatto sì che alcuni confronti si siano ripetuti con frequenza quasi monotona; in questi 45 anni abbiamo assistito a 26 sfide con il Derthona, 21 con il Novara, 15 derby con il Casale, 13 con la Pro Vercelli, 12 con il Pavia che tutte assieme rappresentano oltre il 40% del totale delle partite di coppa giocate finora. La storia di questi confronti di Coppa racconta vicende diverse.

I Grigi con i leoncelli tortonesi hanno vinto 12 partite pareggiandone 8 anche se per qualche anno hanno sofferto gli avversari perdendo spesso per 1-0. Il derby con il Casale si è chiuso in assoluta parità 5 vittorie ciascuno e 5 pareggi con un lieve vantaggio dell’Orso sul Cinghiale nel conto dei gol: 19-17. Un lieve vantaggio sulla Pro Vercelli (5-4) non compensa il divario contro gli azzurri novaresi che vantano 9 vittorie a 6. Infine pesante il bilancio contro il Pavia che su dodici incontri ha perso solo due volte, vincendone ben 5.

LE CIFRE Dal 1972 ad oggi 203 partite giocate, 76 vittorie (49 in casa, 25 fuori, 1 in campo neutro) e 67 sconfitte (26 al Moccagatta, 41 in campo avverso). I gol sono 254-219 con una netta, ovvia, prevalenza in casa (145-93). Tra i giocatori coloro che hanno più presenze appartengono alle prime stagioni del torneo: Antonio Colombo, leader assoluto in

fatto di maglie grigie indossate, anche qui spicca con 55 partite giocate, seguito da Manueli con 37 e Di Brino 35. Seguono Briata (29), Ferrarese (26), Scaglia (24) mentre tra i giocatori della rosa attuale il più presente è Fischnaller, in campo nove volte con Marconi, Nicco e Vannucchi fermi per ora a 7.

Anche per quanto riguarda la classifica marcatori i leader arrivano dalle prime venti edizioni del torneo: i capocannonieri sono Frigerio, Manueli, Marullo e Musa con 7 reti segnate, con Lorenzetti a quota 6. I due decenni abbondanti compresi tra il 1980 ed il 2003 hanno fornito ben pochi numeri alle statistiche dell’Alessandria. Michele Marconi con le sue 4 reti è il migliore tra coloro che possono aumentare il bottino personale; dietro di lui Fischnaller con i 2 gol segnati nella presente edizione. Nell’elenco dei marcatori non figurano autoreti segnate da giocatori alessandrini mentre ben 7 palloni sono stati infilati nella porta sbagliata da giocatori delle avversarie.

Due giocatori si sono portati a casa il pallone segnando una tripletta in una partita di Coppa: Emilio Frigerio in Alessandria - Pro Sesto del 9 marzo 1977 e Giuseppe Alfano che segnò i suoi tre gol in 60’ durante Alessandria - Spezia del 18 agosto 1991. In altre 24 occasioni un giocatore grigio ha realizzato una doppietta.

Il capitolo calci di rigore (che non comprende, ovviamente, le serie tirate per determinare la vincitore di una sfida) conta 34 pagine. Vale a dire che per 34 volte nelle 203 partite un tiratore con la maglia grigia ha segnato un calcio piazzato dal dischetto. In questa particolare classifica ci sono due giocatori che hanno scritto tre volte il loro nome sul taccuino dei marcatori. Ezio Musa ed Egidio Notaristefano sono i bomber degli undici metri. Accardi, Frigerio, Marchetti (Giancarlo), Marullo e Pasquali ne hanno messi a segno due. Michele Marconi è l’unico della rosa attuale ad averne battuto con successo uno.

Tra gli allenatori il più presente è Dino Ballacci con 17 panchine di Coppa, Viviani e Trebbi, se sommiamo alla stagione in cui lavorarono in coppia quelle nelle quali diressero la squadra da soli, ne contano 16 ciascuno.

la finale

di Mario Bocchio

L

a Coppa Italia Semipro (poi Coppa Italia di Serie C, poi di Lega Pro ed oggi ancora di Serie C è la nostra classica ciliegina sulla torta, l’unico vero trofeo che conta vinto dall’Alessandria.

Fu istituita, per la prima volta, durante la stagione 1972-’73 (dopo aver sentito il parere di tutte le società) e vide ai nastri di partenza la partecipazione delle sessanta squadre di Serie C con l’aggiunta delle seconde e delle terze classificate nei gironi di Serie D dell’annata precedente. A contendere la Coppa all’Avellino furono proprio i Grigi di Mister Pippo Marchioro (giunti terzi in campionato, alle spalle di Parma e Udinese) che, dopo aver fatto loro il girone con Savona, Dertona e Asti MaCoBi, si guadagnarono la finale dopo aver eliminato la Pro Vercelli, lo Spezia e il Modena. L’Avellino, nel suo cammino verso la finale, eliminò la Salernitana e il Matera, piazzandosi primo nel proprio girone poi, via via, vennero superate la Juve Stabia, il Lecce negli ottavi, il Cosenza nei quarti e il Giulianova in semifinale. Giuseppe “Peppetto” Lorenzetti, scuola Lazio, era un numero 10, una classica mezzala di punta, un giocatore di grandissima qualità. Basti pensare a cosa c’era scritto su uno striscione a lui dedicato che campeggiava sugli spalti del Moccagatta: Rivera + Benetti = Lorenzetti. Nella tifoseria alessandrina di una certa età rimarrà di lui un ricordo indelebile. Il 24 giugno 1973, lanciato da Cini, realizzò il gol del pareggio nella semifinale contro il Modena. Data e sede della prima finale storica della manifestazione: 29 giugno 1973 a Roma, stadio Flaminio. Partita aperta e combattuta, passa in vantaggio l’Alessandria con Attilio Maldera - Maldera II che di testa gira in rete una punizione calciata proprio da Lorenzetti al 16’. Immediata la reazione avellinese che pareggia al 49’ grazie a Bongiorni (gran tiro al volo) per ribaltare il risultato al 65’ con Palazzese che sorprendeva il portiere Flavio Pozzani con un tiro da oltre venti metri. Nemmeno il tempo di esultare per il vantaggio che i Grigi, al 67’, pervenivano al pareggio con Sergio Cini che depositava in rete su assist ancora di Lorenzetti, rete contestata dai biancoverdi per un sospetto fuorigioco.

Sugli spalti il pubblico irpino (circa cinquemila persone) iniziava a esternare tutto il suo disappunto, contestando l’arbitro Pierluigi Levrero di Genova accudandolo - nel periodo di maggior spinta irpina - di sorvolare su parecchi episodi, negando anche un penalty dopo un fallo di Marcello Di Brino

QUEL GIO AL FLAMI Quando i Grigi vinsero la Co cronaca di una finale entrat

su Bongiorni. L’episodio che cambia il match arriva nei supplementari: Palazzese, dopo aver subito fallo, colpisce Bruno Mayer al volto venendo ammonito per la seconda volta. L’espulsione è una mazzata tremenda, sotto di un uomo l’Avellino incassa le reti del ko, merito del solito Lorenzetti che al 108’ (di testa su cross di Roberto Salvadori) e al 112’ firma la decisiva

S

doppietta. La rete del definito 4-2 scatena l’ira dei supporters irpini (rete realizzata con l’attaccante piemontese Ezio Musa tacciato di essere in fuorigioco); infatti, una ventina di persone entravano in campo costringendo l’arbitro a interrompere la gara. Gli scalmanati venivano bloccati e poi allontanati dalle forze dell’ordine ma per Levrero non c’erano più le condizione

Favot, indicato dalla freccia, durante l’ormai famosa invasione di campo dei tifosi avellinesi al Flaminio di Roma.

In alto lo stadio romano, oggi in disuso. Sotto, un momento del match

Quella strana maglia ormai introvabile tagione 1973-’74, l’Alessandria viene promossa in Serie B. L’anno prima aveva vinto la Coppa Italia nella finalissima contro l’Avellino.

La collezione di Museo Grigio annovera l’ormai introvabile maglia rossa (la seconda) della promozione, ma che contiene la “particolarità” legata alla Coppa. La casacca a manica lunga reca il n. 10: è stata quella del compianto Giampiero Dalle Vedove. È di lana-acrilico, i polsini e il colletto sono di colore grigio chiaro, la

ORNO NIO ppa Italia: a nella storia

per continuare, decretando dagli spogliatoi la sospensione della gara, con le due squadre ancora schierate in campo. Una volta il secondo portiere sapeva che, se tutto andava come doveva andare, non avrebbe visto mai il campo di gioco, non avrebbe mai sfiorato per un solo istante la porta custodita saldamente dal numero. Friulano di Casarsa della Delizia, classe 1955, Sergio Favot arrivò in riva al Tanaro proprio in occasione dell’annata 1972-’73: titolare Pozzani, a contendersi la panchina Favot e il milanese Claudio Croci. Risultato: quest’ultimo riuscì a collezionare dieci presenze in campo, Favot nessuna, ma nonostante tutto venne inserito in distinta come numero 12 proprio nella finalissima contro l’Avellino. Quando ci fu l’invasione di campo dei tifosi irpini, se non fosse stato per il povero Arrigo Dolso, forse sarebbe stato linciato. Già, Dolso. Autentico talento naturale, sinistro benedetto da Dio. È sufficiente ricordare cosa dicevano di lui i tifosi della Lazio: “Sei mejo de Corso!”.

Anche lui friulano, da bambino trabase è rossa e il numero grigio è cucito sulla schiena. Lo stemma della squadra è ricamato e cucito sulla maglia. Intorno ad esso vi sono quattro piccoli pusuar, per permettere di attaccare lo stemma della Coppa Italia come si vede dalle foto.

Ciro Cassaneti

scorreva i pomeriggi nel cortile di casa ad inseguire il pallone. Giocava scalzo o con le pezze che avvolgevano i piedi. Nel 1960, entrò nelle giovanili dell’ Udinese, sei anni dopo venne acquistato dalla Lazio, pagando una bella somma, 95 milioni. A Roma rimase fino al ‘71. Divertirsi è stato il filo conduttore della sua esuistenza. Aveva un piede sinistro che incantava. Aveva talento. Ma doveva divertirsi, soprattutto fuori dal campo. In quell’Alessandria c’era anche Salvatori. In quel campionato il primo tentativo di salire in Serie B andò a vuoto, anche se di un soffio, perché fu il Parma ad aggiudicarsi il torneo, anche se in uno stadio Moccagatta pieno zeppo di spettatori, ben ventimila, l’Orso vinse 1-0 proprio contro gli emiliani, con “graffio” della “Faina”. Che divenne poi una pedina fondamentale nel Torino di Gigi Radice che vinse lo scudetto nel 1976. Parlando di talenti, non possiamo non parlare di Gigi Manueli. È vero, lui è sempre stato “tanta roba”. Nel senso che ha sempre avuto tanta classe, della quale le varie squadre in cui ha giocato hanno sempre beneficiato. Centrocampista duttile, fu utilizzato sia in mediana che, all’occorrenza, sulle fasce per la sua capacità di scattare, saltare l’uomo e piazzare cross. Gianni Di

Marzio, che lo allenò al Genoa, ne apprezzava la capacità di farsi trovare sempre libero da marcature. Scoperto dai talentscout dell’Alessandria Giuseppe Cornara ed Aldo Zaio, crebbe sotto la guida dell’allenatore delle giovanili Mario Pietruzzi; fu convocato in prima squadra il 7 giugno 1970, in occasione della gara di Serie C tra i Grigi ed il Padova. Nel 1983 lasciò Verona per tornare dopo otto anni, ad Alessandria.

La nuova esperienza tra i Grigi, caduti nel frattempo in serie C2, durò fino al 1987.

Della “bandiera” grigia Toni Colombo c’è poco da dire. In quell’ormai lontana finale del Flaminio dovette abbandonare il terreno di gioco perché si era fratturato il naso.

Venne sostituito da Mayer, che è entrato così anche lui a pieno titolo nella storia dell’Alessandria. Ruolo di libero, profonde radici venete, proveniva dal Chieti e nella sua carriera ha anche giocato in A con la maglia del Varese, esordendo in massima serie il 3 novembre 1974 in occasione del pareggio interno con la Roma. Coi biancorossi lombardi è stato tra i protagonisti del vittorioso campionato di Serie B 1973’74. Dopo l’invasione di campo, il giudice sportivo assegnò la vittoria all’Alessandria, confermando il risultato sul campo all’atto della sospensione.

lo sponsor di Gigi Poggio

ALDO MILANESIO, A.D. DI MYSOFT: “AFFIDABILITÀ, COMPETENZA, CONTINUITÀ ED ESPERIENZA SONO I VALORI SU CUI FONDIAMO DA QUASI VENT’ANNI IL NOSTRO LAVORO”

L’ORSOINCASA 14 Martedì 24 aprile 2018

“L

e dinamiche del mercato vanno governate adottando sempre soluzioni nuove che prevedano di gestire gli eventuali momenti di difficoltà e possano individuare soluzioni e vie d’uscita rapide ed efficienti”, così Aldo Milanesio, amministratore delegato di Mysoft illustra la filosofia della propria azienda.

“Affidabilità, competenza, continuità ed esperienza sono i valori su cui fondiamo da quasi vent’anni il nostro lavoro -, puntualizza Milanesio -. E il loro integrarsi ci consente di confrontarci con un mercato per il quale abbiamo creato un sistema di fornitura composto principalmente dalla consulenza specialistica che viene poi affiancata da adeguati strumenti informatici”.

Ma qual è la mission di Mysoft? “Da sempre, noi vogliamo essere punto di riferimento per i nostri clienti con risposte efficaci alle loro richieste, con l’obiettivo di individuare e proporre opportunità e soluzioni per il loro business, garantendo il rispetto dei costi, la puntualità dei tempi di progetto e dando, ovviamente, certezza sul ritorno degli investimenti”.

Quindi efficacia ed efficienza a favore dei clienti sono le vostre parole d’ordine... “Dal 1999 i valori fondanti della Mysoft sono l’innovazione tecnologica, la specializzazione delle competenze, la creatività e la qualità del risultato finale. La missione aziendale non è la sola fornitura di software, ma l’erogazione di soluzioni e servizi tecnologici per il raggiungimento degli obiettivi strategici dei clienti. Quindi efficienza ed efficacia sono sicuramente le nostre parole d’ordine, ma lo sono altrettanto di stabilità e protezione degli investimenti, perché in un settore in così rapida trasformazione, le soluzioni proposte devono sicuramente seguire l’evoluzione tecnologica per restare nel tempo potenti, prestazionali e affidabili”.

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15 L’ORSOINCASA

Martedì 24 aprile 2018

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Il 2018 è l’anno della prevenzione dell’udito Regalatevi il tempo per un controllo gratuito

che si adegua alle richieste del mercato e che ci consente di operare sul territorio locale e nazionale.”

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