L'Orso in casa" n.10 2019/20

L’ORSOINCASA Foto Mario Bocchio

ORGANO UFFICIALE DELL’U.S. ALESSANDRIA CALCIO 1912 - N. 10 - VENERDÌ 24 GENNAIO 2020

ndria Alessa Olbia nica Dome io na 26 gen ore 15

La partIta oLBIa, fame DI pUNtI. GrIGI... aNcHe

DoppIa occaSIoNe Contro Olbia e Pianese due partite consecutive al Moccagatta Alla ricerca di vittorie e punti per risalire in classifica

fattore campo

3

SommarIo

Venerdì 24 gennaio 2020 I L’orSo IN caSa

5

15

IL PUNTO

DIETRO LE QUINTE

tINo paStorINo

GIGI poGGIo

6

18

Panchine bollenti

Grigio di testa

L’AVVERSARIO

LO SPONSOR

Olbia, fame di punti

EdilCasa: edilizia a 360°

tINo paStorINo

GIGI poGGIo

8

9

20

L’EVENTO

ATTENTI A QUEI DUE

Colombo grigiovero

L’esperienza di Scarcella

GIGI poGGIo

tINo paStorINo / GIGI poGGIo

mIcHeLa amISaNo

Da 60 anni in radio

L’ORSO IN CASA Supplemento al n. 6 de ‘Il Piccolo’ di venerdì 24 gennaio 2020

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A cura di Ufficio Stampa Alessandria Calcio Progetto grafico e impaginazione Mauro Risciglione Foto di Ilaria Cutuli, Mario Bocchio - www.museogrigio.it

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L’orSo IN caSa I Venerdì 24 gennaio 2020

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BeNVeNUtI

Due nuovi acquisti: Di Quinzio ed Eleuteri Hanno già debuttato sabato scorso a Meda

DaVIDe DI QUINZIo Centrocampista, nato a Garbagnate (Mi) il 28 aprile 1989. Dal settore giovanile dell’Inter all’esordio in serie C con la Pro Sesto che lo cede all’AlbinoLeffe. Montevarchi, in C2, la tappa successiva, prima dell’approdo a Cuneo dove gioca 2 stagioni con la promozione del 2012 dalla Seconda alla Prima Divisione (54 presenze e 3 gol). Poi la Spal, 3 stagioni, con il passaggio in B del 2016 (67 p. 5 gol). Como nel campionato 2016-17 (35 p. 5 gol) e Pisa dall’estate 2017 con ancora serie B nel giugno scorso e 7 presenze (4 da titolare) e 1 gol tra i cadetti. Con i Grigi contratto fino a giugno 2022.

aLeSSaNDro eLeUterI Laterale destro, nato a San Benedetto del Tronto l’8 giugno 1998. Di proprietà dell’Atalanta (contratto al 30 giugno 2021).

Ha esordito in serie C con la maglia dell’Ascoli nel 2014. Poi settore giovanile della Juventus e passaggio in Primavera nel 2015; ritorno ad Ascoli ed acquisizione da parte dell’Atalanta nel gennaio 2017 (gioca con la Primavera). Quindi i prestiti in categoria: Pistoiese nel 2017 (9 presenze); Monopoli dal gennaio 2018 (2 p.); titolare a Ravenna nel 2018-19 (36 p.) e l’esperienza con la FeralpiSalò (11 partite di campionato per 507’). Con i Grigi in prestito fino a giugno 2020.

23A GIORNATA Domenica 26 gennaio 2020

24A GIORNATA Domenica 2 febbraio 2020

Pro Patria - Juve U23 (25/1 ore 15,00)

Monza - Lecco

Pistoiese - Carrarese

(25/1 ore 20,45)

Carrarese - Giana Erminio

(ore 15,00)

Robur Siena - Lecco

(ore 15,00)

Alessandria - Pianese

(ore 15,00)

Pro Vercelli - Monza

(ore 15,00)

Olbia - Renate

(ore 15,00)

Alessandria - Olbia

(ore 15,00)

Pro Patria - Robur Siena

(ore 15,00)

(1/2 ore 20,45)

Arezzo - Pergolettese

(ore 15,00)

Albinoleffe - Arezzo

(ore 17,30)

Novara - Pontedera

(ore 15,00)

Pontedera - Juventus U23

(ore 17,30)

Pianese - Albinoleffe

(ore 17,30)

Pergolettese - Novara

(ore 17,30)

Giana Erminio - Gozzano

(ore 17,30)

Como - Pistoiese

(ore 17,30)

Como - Renate

(ore 17,30)

Gozzano - Pro Vercelli

(ore 17,30)

Al momento di andare in stampa non si è ancora disputato il recupero del primo turno di ritorno (mercoledì 22 gennaio Gozzano-Alessandria)

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Venerdì 24 gennaio 2020 I L’orSo IN caSa

Antonio Soda

tINo paStorINo

Andrea Mandorlini

IL pUNto

Pino Rigoli

paNcHINe BoLLeNtI Lo scorso weekend è stato fatale a quattro allenatori tra i quali anche il nostro Scazzola. Soda, Mandorlini e Rigoli ritrovano un posto in panca

uattro club hanno cambiato la conduzione tecnica dopo le partite dello scorso week end: oltre all’Alessandria anche Gozzano, Padova e Rende hanno modificato il proprio staff tecnico.

Nel club novarese è ritornato Antonio Soda (contratto fino al 2021) che prende il posto di David Sassarini ed è il settimo

Q

avvicendamento nel girone A. In Veneto Andrea Mandorlini (contratto sino al 30 giugno 2020 con opzione) è subentrato a Salvatore Sullo dopo la terza sconfitta consecutiva (0-1 casalingo ad opera del Modena). Il Padova è quinto in classifica a 36 punti, 13 in meno della capolista L.R.Vicenza. E’ il decimo cambio nel girone B. In Calabria è il secondo avvicendamento

stagionale: Andrea Tricarico aveva preso il posto di Angelo Andreoli a fine settembre mentre ora Pino Rigoli (ex Catania e Sicula Leonzio) sostituisce il giovane tecnico di Cetraro. Fatale la sconfitta di Terni con la squadra terzultima in classifica con 14 punti. Nel club biancorosso militano gli ex grigi Loviso e Vitofrancesco.

Si tratta della sedicesima variazione nel girone C.

L’aVVerSarIo

tINo paStorINo

L’orSo IN caSa I Venerdì 24 gennaio 2020

6

Foto fb: Olbia Calcio

sconfitte pesanti contro Pergolettese, Monza e Lecco. Gli scontri diretti persi hanno compromesso notevolmente la classifica, già tutt’altro che brillante dopo la gestione del precedente mister. Contro il Pontedera sono stati schierati: Aresti tra i pali; linea difensiva con Altare, La Rosa, Gozzi, Pisano; a centrocampo Biancu, Pennington e Giandonato; il giovane Demarcus (2000) alle spalle di Cocco e Ogunseye.

oLBIa, fame DI pUNtI

I sardi di Oscar Brevi arrivano al Moccagatta invischiati in piena zona retrocessione ondata nel 1906, pur se la nascita è fatta risalire, tradizionalmente, al 1905, fu rifondata nel 2010 in seguito all'esclusione decretata dal Consiglio Federale della Figc dovuta al fallimento per motivi finanziari. Il club è ripartito dall’Eccellenza, poi vinta nel 2013 e dopo tre campionati in serie D, nel 2016 è stata ripescata in Lega Pro a completamento organici (aveva vinto la seconda fase dei play off). Nelle ultime due stagioni ha raggiunto la salvezza evitando i playout sempre con il 13esimo posto nel girone A della serie C.

f

IL tecNIco Oscar Brevi, milanese, classe 1967, siede sulla panchina sarda dal 26 novembre, quando ha sostituito Michele Filippi. La scorsa stagione era stato esonerato a metà ottobre a Renate. In carriera ha raggiunto due volte i playoff di categoria: con la Cremonese ha perso in semifinale contro il Trapani, nel 2012; a Catanzaro ha perso nella fase preliminare contro il Be-

nevento, nel 2014. Da calciatore (difensore) lo ricordiamo con le maglie di Lumezzane, Como, Ascoli e Torino.

IN eVIDeNZa Roberto Ibukun Ogunseye, di famiglia nigeriana ma nato a Mantova nel 1995. Attaccante mancino di ottima fisicità (1,89), è stato riscattato dall’Inter nell’estate 2017 dopo essere arrivato sull’isola a gennaio. E’ alla quarta stagione con contratto in scadenza nel 2021. Si era messo in luce a Prato dove aveva disputato tre campionati con 51 presenze e 7 gol. Tra Campionato e Coppa 9 gol in stagione (e 3 assist).

Lo ScHema tattIco Viene utilizzato il 4-3-1-2 dopo che l’utilizzo della difesa a 5 ha portato a tre

La StaGIoNe La classifica negativa è eloquente ma l’obiettivo rimane la salvezza evitando i playout. I problemi nascono principalmente dalla difesa, tra le più battute del girone. In trasferta è la squadra che ha fatto meno punti, 6, pareggiando con Giana e Pianese senza sfruttare la superiorità numerica (doppia contro i milanesi) e lo 0-0 di Gozzano. L’unica vinta è quella di Siena alla prima giornata di campionato.

IL mercato Si prova a rinforzare una rosa che ha già messo in evidenza limiti oltre che tecnici anche caratteriali. In porta c’è il ritorno di Aresti dopo la parentesi di Cagliari (curioso il numero di maglia scelto: il 6); dalla Feralpi è arrivato in prestito il difensore Altare; esperienza a centrocampo con Giandonato, ex Piacenza mentre in attacco si era già pensato, prima di Natale, ad affiancare l’esperto Cocco (era svincolato) ad Ogunseye. E’ stato sacrificato Muroni (c) andato a Modena. La Società rimane attiva e attenta: qualcosa arriverà ancora nell’ultima settimana di gennaio.

La partIta DI aNData Domenica 15 settembre 2019 Olbia-Alessandria: 0-3 (0-1). Marcatori: Arrighini al 4’, Dalla Bernardina (aut.) al 47’, Akammadu (rig.) al 90+3.

Olbia (4-3-1-2): Van der Want; Pisano La Rosa Dalla Bernardina Pitzalis; Lella (dal 88’ Miceli) Muroni (dal 56’ Manca) Biancu (dal 77’ Verde); Vallocchia; Doratiotto (dal 56’ Parigi) Ogunseye.

Alessandria (3-5-2): Valentini; Dossena Cosenza Prestia; Cambiaso (dal 71’ Sciacca) Casarini (dal 75’ Chiarello) Suljic Gazzi Celia (dal 75’ Cleur); Eusepi (dal 71’Akammadu) Arrighini (dal 80’ Sartore).

Note: ammoniti Eusepi, Cambiaso, Casarini, Pisano.

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Venerdì 24 gennaio 2020 I L’orSo IN caSa

SerGIo GIoVaNeLLI

amarcorD

GIorNI DI GLorIa

Quando si incontra l’Olbia è impossibile non ricordare i playoff del 2009 L’eurogol di Briano, la Nord di mille colori, le lacrime di Bianchi, la finale uando si parla di Olbia la memoria corre ad una sfida di playoff importante perché segnò il ritorno dell’Alessandria da protagonista nelle serie professionistiche.

Finalmente promossa in Seconda divisione di Lega Pro, la squadra grigia affrontò il campionato con piglio bellicoso restando in lizza per la vittoria fino all’ultima giornata soccombendo al Varese solo per differenza reti. All’Alessandria toccò quindi il percorso ad ostacoli dei playoff. Al quinto posto della stagione regolare si classificò l’Olbia battuto nell’ultima giornata al Moccagatta per 2-0.

Primo incontro in Sardegna: secondo i pronostici Alessandria nettamente favorita; ma la squadra bella, concreta e determinata del campionato non fece la trasferta fino in Gallura dando spazio ad una pallida ed irriconoscibile controfigura.

La partita ebbe un solo vero sussulto: al 11’ un perfetto cross di Scalise (ex alessandrino) venne colpito di testa da Giglio che insaccò imparabilmente. Il bomber

Q

Briano sommerso dai suoi compagni dopo il gol dell’1-0

sardo si lasciò andare ad un gesto poco sportivo nei confronti dei sostenitori piemontesi (di questo gesto, poi, si scuserà molti anni dopo in un’intervista durante “L’Orso in Diretta” di Museo Grigio). Una traversa di Buglio e un’azione da gol olbiese furono tutto quanto la cronaca registrò di quell’incontro.

La maccHINa DeL tempo

oLBIa, UNa cIttà cHe creSceVa SoSpINta DaLLa coSta SmeraLDa

T

ra gli anni ‘60 e ‘70, l’Olbia calcio (presidente Elio Pintus, allenatore “Palleddu” Degortes) arrivò a giocare nella serie C unica, terza serie del calcio italiano. Dieci anni vissuti alla grande, con una città, Olbia, che cresceva sospinta dalla Costa Smeralda, da Alisarda e dall’aeroporto, e una squadra, imperniata su molti giocatori olbiesi, che sfidava alla pari le grandi del calcio, dal Genoa al Livorno, dall’Ascoli al Parma.

Di questo periodo felice ha scritto un interessante articolo ‘La Nuova Sardegna’, proponendo inedite foto dell’archivio di Francesco Sotgiu. Era un’altra Olbia, come città e come squadra. Quella che alla fine degli anni ‘60 - maggio 1968,

mese rivoluzionario - colse la promozione nella serie C; era la città del futuro, all’alba del sole dell’avvenire, come la sua anima socialista. Questa di oggi è una città fiaccata, piegata dal dramma delle alluvioni, spogliata del suo ruolo di guida in Gallura, osteggiata con ancora più forza dai centri del potere sardo. La ricchezza del presidentissimo Pintus derivava da un doppio fenomeno. Pro-

La settimana dopo al Moccagatta si giocò la decisiva gara di ritorno. Pubblico delle grandi occasioni (4.200 spettatori) e partita cominciata in maniera piuttosto confusa dall’Alessandria scesa in campo con l’obbligo di vincere. Un paio di occasioni non particolarmente pericolose segnarono la prima frazione di gioco. Nella ripresa l’episodio determinante: “E’ il 7’, - scrisse il cronista de La Stampa - su azione d’angolo e respinta corta della difesa, Briano controlla di petto, mette a terra e con una staffilata di pieno collo manda la sfera ad infilarsi sotto l’incrocio dei pali”. L’Alessandria finalmente si rilassò e cominciò a giocare da par suo, l’eurogol di Briano segnò in pratica la fine delle speranze dell’Olbia scesa in campo con una formazione piuttosto coperta e mai veramente pericolosa nel corso dei 90’.

Il triplice fischio sancì la vittoria alessandrina al Moccagatta e il pareggio nella sfida: grazie al piazzamento i Grigi si qualificarono per la finale. Qui incontrarono il Como e le cose non andarono così bene, ma questa è un’altra storia.

prietario terriero (una zona della città, ai lati di viale Aldo Moro, porta il suo nome), vendette i terreni ai nuovi ricchi di Monti di Mola, gli Azara e gli Orecchioni, che a loro volta investirono a Olbia i soldi incassati dalla vendita dei terreni di Porto Cervo, Romazzino e Cala di Volpe all’Aga Khan. E li vendette, Pintus, ai tanti nuovi olbiesi che lasciarono la Sardegna dell’interno e i Campidani, perché avevano trovato lavoro a Olbia, in Gallura; negli anni ‘70 la popolazione crebbe del 37%, record in Italia. Quell’Olbia era così una sorta di fattore di coesione: in campo c’erano i terranovesi (Bagatti, Caocci, Giagnoni, Marongiu, Petta, e Palleddu Degortes come allenatore), sugli spalti del Nespoli, sempre gremitissimi, anche i nuovi arrivati. Tutti insieme, uniti dalla fiducia nel futuro raggiante, contro squadroni.

Mario Bocchio

GIGI poGGIo

L’orSo IN caSa I Venerdì 24 gennaio 2020

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museogrigio.it

L’eVeNto

Da 60 aNNI IN raDIo Il 10 gennaio 1960 debuttava “Tutto il calcio minuto per minuto” Tre campi collegati: il terzo era il Moccagatta per Alessandria-Padova

Mirko Ferretti al microfono dell’inviato di Rai 3 Piemonte.

A sinistra Franco Rangone al suo posto in tribuna laterale.

In alto, Juan Carlos Tacchi in azione proprio in quella partita

a storia del calcio italiano, si sa, passa da Alessandria e parla anche il Grigio. Inevitabile dunque che la trasmissione radiofonica più nota dedicata ai nostri campionati abbia avuto a che fare anche con la nostra città e i Grigi.

Proprio così: 60 anni fa, la prima edizione di “Tutto il calcio per minuto”, andata in onda il 10 gennaio 1960 ospitò anche un

L

collegamento dal Moccagatta dove, quel giorno, si giocava Alessandria - Padova.

Rai 3 Piemonte è passata dal Moccagatta qualche giorno fa per rievocare quell’evento, collegandolo a un altra curiosità, forse nota solo ai calciofili. Il detto “Clamoroso al Cibali” sinonimo di evento imprevedibile, ormai entrato nel lessico quotidiano, nacque in un collegamento della trasmissione, in occasione della gara del

Cibali, appunto, al gol dei padroni di casa del Catania contro l’Inter.

Franco Rangone, tifoso Grigio da sempre e Mirko Ferretti, giocatore di quel Catania, ma soprattutto alessandrini doc, hanno raccontato qualcosa di quel calcio dei primi anni ‘60.

Una parentesi storica, ripercorsa con la passione di chi quegli anni non li ha mai dimenticati.

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Venerdì 24 gennaio 2020 I L’orSo IN caSa

tINo paStorINo / GIGI poGGIo

SUGGeStIoNI

Capitan Colombo negli anni ’70 e il presidente Sacco

Toni Colombo, un’appassionante storia calcistica lunga mezzo secolo Nato il 30 novembre 1947, approda nell’Alessandria nel 1968. 464 presenze, 8 gol.

E’ stato anche allenatore dei Grigi in più riprese

coLomBo GrIGIoVero

ifficile trovare un titolo a un articolo che racconti di Toni Colombo nel suo rapporto coi Grigi, anche perchè parlare di articolo è certo limitativo dovendo scrivere di una storia lunga decenni, tra vita fuori e dentro campo e spogliatoi, tra episodi straconosciuti e vicende passate sottotraccia.

Noi comunque ci siamo cimentati, incontrando Toni in una fredda mattina di metà gennaio, nella sede della società.

Colombo, come da accordi, è arrivato puntualissimo, con una grande borsa di carta in cui erano contenute foto che, al solo vederle e per chi di Grigio ne mastica un po’ e da un po’ di anni, sono qualcosa in più di un semplice ricordo.

D

Allora Toni, il tuo arrivo ad Alessandria nell’estate del 1968: poco più che ventenne, insieme a Tomy, entrambi arrivavate dal Legnano nell’ambito di uno scambio che trasferì Oscar Lesca in Lombardia. Le tue sensazioni di allora?

«Ricordo un’operazione fatta velocemente e un po’ a sorpresa - racconta Colombo -.

Di dover andarmene da Legnano ero quasi certo ma la destinazione, in origine, doveva essere Brescia. Poi spuntò Alessandria, anche perchè l’allora Presidente Sacco era in ottimi rapporti con il presidente del Legnano, con cui peraltro condivideva ansegue a pagina 10

SUGGeStIoNI

GIGI poGGIo

L’orSo IN caSa I Venerdì 24 gennaio 2020

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L’Alessandria ’68/’69 In piedi da sinistra: Daolio, Colombo, Berta, Villa, Cervio, Moriggi. Accosciati: Bagnasco, Tomy, Lojacono, Chinellato, Rossi.

A destra, con Ballacci in allenamento (foto museogrigio.it)

che interessi legati alle loro reciproche attività. Arrivai un mattino attorno alle 7 e mi portarono all’Ospedale Civile per i prelievi di rito. Nessuna formalità, nessuna firma di contratto; solo l’accordo per presentarmi qualche settimana dopo per la preparazione precampionato».

In quegli anni l’Alessandria stava metabolizzando la Serie C, arrivata nel 1967, dopo anni di serie A e poi di B: una situazione vissuta come una macchia e come un’onta. Che ambiente trovasti? E’ vero che tutto dipendeva da Lojacono?

«Nel bene nel male, in quel gruppo, Lojacono era decisivo. La società lasciava fare, un po’ perchè ne pativa la personalità e un po’ perche lui risultava davvero determinante con le sue giocate e i suoi micidiali calci di punizione. Ma fuori dal campo non era certo un professionista e quanto agli allenamenti non ricordo mai più di venti di minuti di corsa e un po’ di palleggi».

Arriviamo ai primi anni ‘70; pur nella continuità societaria, rappresentata dalla famiglia Sacco, cambiano molti giocatori e altrettanti mister. Sono gli anni di un quintetto d’attacco che diventa quasi una cantilena: Mantellato, Di Pucchio, Sassaroli, Lorenzetti, Vanzini.

E tu inamovibile col 5 sulla schiena...

«Quello era un gruppo molto forte, pochi titolari ma squadra molto organizzata che per le sue qualità fece tornare la gente al Moccagatta, dopo i chiaroscuri degli anni precedenti. Io stavo prendendo confidenza con una città che stava diventando la mia città. Pur senza fare una vita particolarmente mondana, ormai avevo i miei punti di riferimento e le mie amicizie e, in campo, mi sentivo sempre più responsabilizzato».

Nel biennio 1973/74 le grandi vittorie in Coppa Italia Semipro e poi la promozione in B; aggiungiamo, con due allenatori che, tra loro, più diversi non avrebbero potuto essere: Pippo Marchioro e Dino Ballacci.

«Confermo tutto sui due mister - dice Colombo -. Marchioro lo conoscevo già, avendolo avuto come compagno. Era chiaramente un predestinato; aveva voglia di arrivare, ambizione, idee chiare. Portò regole in campo e fuori, a cominciare dall’alimentazione. E Dolso, che a tavola nascondeva il formaggio, alimento proibito dalla dieta, passò brutti momenti ma soprattutto si giocò la maglia da titolare.

Sul campo poi, Marchioro abbozzò una sorta di zona. Erano gli anni dei primi esperimenti; si guardava al calcio dell’Ajax e molti allenatori si stavano adoperando per cambiare idee e metodi. Quell’anno giocai all’inizio e alla fine della stagione, per qualche problema fisico ma arrivai in tempo per il finale e che finale».

Infatti, che finale. La B che sfuma in extremis ma la conquista della prima Coppa Italia di Serie C, a Roma, contro l’Avellino.

Ma di questo parleremo la prossima volta... continua sul prossimo numero

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Venerdì 24 gennaio 2020 I L’orSo IN caSa

cHI è aNtoNIo coLomBo

Dino Ballacci

Sopra, Pippo Marchioro sulla panchina grigia. A sinistra la squadra della promozione in Serie B nel ’73/’74.

Tra loro il pittore alessandrino Pietro Morando (con il cappello).

Accanto l’Alessandria ’71/’72 In piedi da sinistra: Sassaroli, Ciceri, Paparelli, Zanbianchi, Di Pucchio, Maldera.

Accosciati: Lorenzetti, Mantellato, Vanzini, Colombo, Paesanti

Nasce a Mezzago (MB) il 30 novembre 1947. Dopo un campionato con il Legnano arriva ad Alessandria nell’estate 1968. Con la maglia Grigia sono 464 partite di cui 460 da titolare (406 di Campionato e 58 in Coppa).

Segna 8 gol (5 in Campionato e 3 in coppa). Sono in tutto 15 campionati consecutivi di cui solo il 1971-72 è stato “tribolato”: solo 8 presenze per un infortunio al ginocchio (partita proprio contro il Legnano giocata a Busto Arsizio).

Ha vinto la Coppa Italia di serie C nel 1973, il campionato di serie C nel 1974 e la serie C2 nel 1981 (seconda la Rhodense e terza la Carrarese di Orrico). Il suo primo gol lo ha segnato in serie B a Foggia il 15 giugno 1975 al 93’, quello del definitivo 3-3 (per i rossoneri anche un gol dell’ex Lorenzetti).

Ha allenato la prima squadra nel 1984 subentrando a Natalino Fossati (presidenza Calleri); nel 1987 sostituisce Amilcare Ferretti (è l’anno del passaggio da Bertoneri ad Amisano); nel 1990 subentrando a Renzo Melani (presidenza Amisano).

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CELIA 21

raffaele

Foto: Ilaria Cutuli

focUS

tINo paStorINo

L’orSo IN caSa I Venerdì 24 gennaio 2020

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aVVINceNte SerIe D

Nel girone A duello toscano tra Prato e Lucchese ma spunta il Casale Supremazia del Mantova di Gigi Scotto. Foggia insegue, Palermo col fiatone iamo uno sguardo alla Serie D dopo la terza giornata di ritorno, tra conferme e sorprese, tra vecchie conoscenze e nobili decadute.

D

glior attacco dalla serie A alla serie D, oltre ad essere imbattuta. In panchina Luigi Brando, ex Fiorenzuola, mentre Gigi Scotto, 18 gol, è il capocannoniere dell’intera categoria.

GIroNe a Duello tutto toscano tra il Prato (38 punti) di Paolo Toccafondi e Gianni Califano e la Lucchese (35). In gioco anche Caronnese e Casale (in evidenza i centrocampisti Di Lernia e Coccolo) a quota 34. In crisi la Sanremese (2 punti nelle ultime 4 giornate). In netto ritardo Chieri e Savona.

GIroNe e Il Monterosi (provincia di Viterbo), al quarto anno in categoria, ha 3 punti di vantaggio sul Grosseto (42 vs 39). In panchina David D’Antoni (11 presenze con i Grigi nel 1999). Deludono, per ora, Montevarchi, Foligno e Gavorrano mentre il Tuttocuoio rischia la retrocessione diretta.

GIroNe B Se la giocano Pro Sesto e Legnano, appaiate a 47 punti anche se i milanesi hanno sciupano i 6 punti di vantaggio alla sosta natalizia. Sta facendo bene Giubilato in una linea difensiva dove non trova spazio Christian Maldini. Staccate le favoritissime Folgore Caratese (37) e Seregno (35) che ha problemi societari.

GIroNe c In vetta il Campodarsego (48 punti), 7 di vantaggio sul Legnago. E’ la squadra che ha fatto più punti negli ultimi 4 campionati di serie D (267) dove ha collezionato 2 secondi posti (dietro a Virtus Verona e Venezia) e un terzo (alle spalle di Mestre e Triestina). Ha vinto la Coppa Italia di categoria nel 2018.

GIroNe f San Nicolò Notaresco (San Nicolò a Tordino in provincia di Teramo che gioca le partite casalinghe a Notaresco) è la squadra con il maggiore vantaggio sulla seconda, 8 punti (49 gli abruzzesi con 14 vittorie consecutive dopo la sconfitta della prima giornata; 41 il Matelica). Sansovini (80) è il capitano e il miglior realizzatore.

GIroNe D E’ il Mantova ancora una volta protagonista, 46 punti, +5 sul Fiorenzuola. Vanta il mi-

GIroNe G Nel girone che comprende le formazioni sarde co-

Il Foggia, secondo nel girone H. A destra il Palermo, primo in classifica nel girone I. Sopra, Gigi Scotto, capocannoniere della Serie D con 18 gol nel Mantova

manda la Turris (Torre del Greco) con 48 punti, 5 in più dell’Ostia Mare che ha scavalcato la Torres. Dopo il secondo posto alle spalle del Bari lo scorso anno, i campani sono ancora imbattuti. Stagione anonima per Latina e Arzachena.

GIroNe H E’ duello tra il Foggia di Ninni Corda e il Bitonto del bomber Patierno (21 gol l’anno scorso, 16 ora): i rossoneri, la cui dirigenza è la stessa che ha vinto il campionato a Como un’estate fa, devono recuperare 2 punti (42 contro 44). In corsa anche il Sorrento (40). In difficoltà piazze importanti come Casarano, Taranto, Brindisi mentre Nocerina e Fidelis Andria lottano addirittura per non retrocedere.

GIroNe I Sembrava una passeggiata per il Palermo (10 vittorie consecutive iniziali) ma il successivo calo (2 sconfitte interne e il pari contro la Palmese, ultima in classifica) ha ridato speranza al Savoia, che a vinto lo scontro diretto e che insegue a 5 lunghezze (48 vs 43). Rosanero imbattuti fuori casa (23 punti su 27). Terzo posto per FC Messina (36).

Fuori dai giochi invece l’ACR Messina.

Venerdì 24 gennaio 2020 I L’orSo IN caSa

GIGI poGGIo

DIetro Le QUINte foto Mario Bocchio

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GrIGIo DI teSta Silvio Testa: da metà anni ‘80, una lunga militanza nello staff sanitario Grigio Un vero e proprio “libro di storia” con tanti nomi, tante facce, tanti racconti l dottor Silvio Testa è rientrato quest’anno nello staff medico sanitario della società, dopo una lunga esperienza e collaborazione tra gli anni ‘90 e 2000 ma per lui, in realtà, il Grigio è qualcosa di genetico.

«Mio nonno materno, Francesco Spinolo racconta Testa - era un collaboratore del Cavalier Maino e fu un personaggio noto nel mondo del ciclismo ai tempi di Learco Guerra ma, tra i suoi compiti, c’era anche quello di dirigere la squadra di operai della Maino che eseguiva le riparazioni alle tribune in legno dello stadio degli Orti, il primo vero stadio della storia dei Grigi. Mio zio Tito Testa, poi, fu a più riprese dirigente negli anni dell’immediato dopoguerra, legandosi successiavamente alla presidenza dell’Ingegner Remo Sacco fino ad essere vicepresidente insieme all’Avvocato Boidi. Fu proprio mio zio a ritirare negli uffici della Lega Calcio, a Firenze, la prima Coppa Italia, vinta sul campo nel 1973 ma non consegnata allo stadio Flaminio per l’invasione dei tifosi dell’Avellino.

Inevitabile, dunque, per me, fin da ragazzo,

I

diventare tifoso e anche di quelli piuttosto accesi; erano gli anni dell’Alessandria di Sassaroli, Di Pucchio, Lorenzetti, Dolso e ricordo certe occhiate di rimprovero di zio Tito quando, insieme ad altri amici in tribuna, esageravamo un po’, come quella volta che... ehm... in tribuna mi rimase in mano la manica del maglione di un giovanotto di Cremona».

Dopo la laurea, la passione diventa qualcosa di diverso...

«E si trasforma in un vero e proprio impegno - continua Testa - grazie a Sergio Viganò e al Professor Luigi Mazza, due pezzi di storia Grigia, l’uno nelle vesti di massaggiatore, l’altro in quelle di medico sociale.

Furono proprio Viganò e Mazza a introdurmi in società; Sergio è tuttora un carissimo amico. Già nelle giovanili del Milan, da cui era arrivato grazie ai buoni rapporti tra la dirigenza Grigia e quelle rossonera, aveva rivelato le sue doti, supportate da una sensibilità manuale che non ha nulla di scolastico ma è un vero e proprio dono di natura. Da lui, ho imparato i segreti

dello spogliatoio e, in particolare, quelli della stanza del massaggiatore, dove si scoprono aspetti degli equilibri emotivi e caratteriali dei giocatori. La bravura di Sergio comunque è sempre stata quella di capire anche quello che i muscoli non dicono, compresi quelli dei molti campioni che sono passati dalle sue mani in quasi 50 anni di lavoro. Quanto al professor Mazza, che conosceva la mia passione, mi fece iniziare dalla Berretti e, successivamente, con la prima squadra quando lui non era disponibile. Un uomo colto che ricordo con grande affetto, grande tifoso, Grigio fino in fondo».

Un impegno che è iniziato a metà anni ‘80, anni ruggenti, partecipati, caldi...

«Già, erano gli anni della presidenza Calleri, tensioni ed emozioni indimenticabili; da lì, andai avanti fino alla presidenza Boiardi, insieme ad altri colleghi come Ferraris, Musiari, Zerantola, concentrando il mio impegno solo sulla prima squadra a partire segue a pagina 16

DIetro Le QUINte

L’orSo IN caSa I Venerdì 24 gennaio 2020

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dal periodo di Gino Amisano».

Ecco, Gino Amisano, una storia a parte...

«Sicuramente sì, ma ho ricordi affettuosi di molti patron Grigi come Amisano, appunto, Vitale e anche il duo Fioretti-Benelle.

Gino Amisano era un vero self-made man, arguto, scaltro, sagace, un vero dirigente sportivo ante litteram. In realtà più che nascere Grigio, lo divenne con il passare del tempo, guidato da dirigenti appassionati e seri come Franco Gatti e Renzo Baucia che erano la sua ombra. Si fidava solo di Renzo Melani e solo Melani lo sapeva condurre nelle mosse che sembravano le più azzardate del calcio mercato. Di sicuro, non arrivò ai risultati che avrebbe meritato per la passione e l’impegno che spese per la squadra. Edoardo Cesa Vitale, a cui ero legato da un’amicizia di lunga data, era persona colta e da presidente si mosse con molto entusiasmo, consapevole di avere alle spalle un progetto importante. Purtroppo la crisi delle sue aziende e quella del contesto politico che, in qualche modo, lo aveva portato a sposare la causa Grigia vanificarono le sue idee e i suoi programmi.

La fine della sua esperienza alla guida della società fu traumatica ma di lui conservo un ricordo profondo».

E poi Fioretti e Benelle, un campionato vinto, quello del ‘90/’91 e, in generale, un’aria un po’ guascona...

1991. In panchina con Venturi, Pescolla, Gatti, Benelle e Riccomini

«Fioretti e Benelle erano personaggi forse discutibili perchè animati più dal business che dalla passione la passione ma, nel loro ambito geniali e protagonisti di operazioni di mercato che portarono giocatori di grandissimo valore come Galparoli e Beppe Accardi. Dopo l’interruzione della collaborazione, avvenuta con l’avvento del gruppo Spinelli che aveva portato uno staff medico nuovo, rientrai con Boiardi, altro personaggio a dir poco curioso. La storia di quei mesi è nota, meno chiaro mi risulta il comportamento dello stesso Boiardi che con le sue scelte generò una serie di problemi e criticità che poi hanno pesato a lungo sulla storia della soceità, e non solo su quella. Certo, quei mesi e il lavoro sempre più impegnativo mi allontanarono dalla società, tanto da convincermi a diventarne esclusiavamente tifoso».

Tanti anni, tanti nomi, tanti volti e, immaginiamo, anche qualche amicizia vera...

«Nel tempo sono restato affezionato a chi mi hanno fatto capire cosa significa “fare calcio”: gente come Carlo Tagnin, Amilcare Ferretti, Tato Sabatini, Toni Colombo, Renzo Melani, Giorgio Roselli, Dino Pagliari, ognuno con la sua specificità. Altri che ricordo per tratti originali come mister Riccomini che stava in panchina con due preziosissimi orologi al polso e li consultava alternativamente o Renzo Ferrari grande esperto di vini e uomo di mondo; e poi Ferruccio Mazzola, persona di valore, oltre che buon tecnico, che andava cercando una sua identità, nel tentativo di liberarsi dal peso di personalità ingombranti come quelle del padre e del fratello. E poi sicuramente Corrado Orrico, di cui ricordo certe occhiate di supponenza ma anche le chiacchierate sulla sua visione filosofico-po-

litica del calcio, nelle serate di ritiro fuori casa, discorsi interessanti anche se non sempre condivisibili. Ovviamente la lista dei giocatori sarebbe troppo lunga e finirei di dimenticarne molti anche se su ognuno ci sarebbe qualcosa che mi piacerebbe ricordare nel bene ma anche nel male».

Poi il ritorno... in squadra. Ma come è andata?

«C’è un antefatto; ho voluto donare al Presidente Di Masi la fotografia in cui Cestani, Presidente della Lega SemiPro, consegna a mio zio Tito Testa la prima Coppa Italia.

Un omaggio che speravo fosse di buon auspicio e che infatti ha portato benissimo, perchè di lì a pochi mesi abbiamo rivinto il trofeo. In quella occasione, ci concedemmo una chiacchierata informale. Poi nell’estate 2019 una telefonata di Luca Borio e adesso eccomi qui, molto onorato di dare il mio contributo, convinto che questa dirigenza rappresenti un’occasione irripetibile per l’Alessandria e Alessandria, in una realtà socio-economica non certo foriera di prospettive confortanti. Sono convinto, infatti, che una gestione imprenditoriale può aprire a prospettive di progresso non trascurabile. Noi alessandrini dobbiamo esserne convinti e sostenere questa visione che rappresenta una garanzia certa. Chi è veramente attaccato al Grigio non può trascurare questo aspetto e nessuno deve dimenticare quanto si è parlato dell’Alessandria e di Alessandria alla semifinale di coppa Italia con il Milan».

Da Amisano a Di Masi, un arco temporale lungo, personalità forti, spiriti innovativi. Differenze e somiglianze?

«Il confronto non è semplice per due grandi imprenditori con formazione culturale e generazionale opposta. Il primo viene da

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professionisti di fatto e non di nome, hanno una cultura delle problematiche che la preparazione degli atleti propone, che è tuttaltro che comune; ciò vale anche per il magazziniere e il personale di supporto amministrativo. Ma, d’altronde, questa dirigenza si impegna da sempre a dare il meglio e a mettere in condizione gli atleti di lavorare sereni, dalla divisa fino alla diagnosi più sofisticata».

1995. Il Milan in amichevole al Moccagatta. Testa con Capello e Gatti

un’Italia che cresceva, il secondo da imprenditore formato si è messo a disposizione in una realtà, nell’ambito del calcio professionistico, piena di insidie. Gino Amisano fu prima Presidente e poi Grigio, Luca Di Masi è stato prima Grigio e poi Presidente.

Al primo mancò quel pizzico di “follia” per fare il grande salto, il secondo di follia ne ha avuta anche troppa, in certi momenti, anche se questo deve essere apprezzato da tutti. Sicuramente li accomuna la correttezza e il senso di responsabilità nella gestione di una realtà complessa come quella di una squadra professionistica.

Questo rappresentò una garanzia allora,

come lo è adesso».

E nella quotidianità del lavoro cos’è cambiato?

«La realtà di oggi è completamente diversa dagli anni ‘80; Sergio Viganò, poi Vincenzo Pescolla e Luigi Marostica lavoravano in un piccola infermieria e potevano contare solo su qualche consiglio dello staff medico e sulla loro esperienza. La realtà che ho trovato ora è di alta professionalità e organizzazione, credo, ben oltre la media che si ritrova in categoria. I nostri fisioterapisti, il nostro preparatore atletico, il nostro tecnico della riabilitazione sono

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E coi colleghi dello staff?

«I colleghi medici sono per me un supporto importante perchè dirigendo un Dipartimento di Emergenza e un Reparto di Chirurgia Generale ho una formazione molto diversa. Giorgio Musiari credo sia in questo momento il medico sportivo più autorevole della provincia, prova ne sia il suo lungo passato calcistico e nel basket di alto livello.

Paolo Gentili è un ortopedico di primo piano con una capacità diagnostica non comune. Lo sguardo che mi ha rivolto quando sono sceso anch’io in campo dopo l’infortunio a Cambiaso era da subito una diagnosi tempestiva e inequivocabile e qui voglio solo citare un episodio grave e recente».

Un ruolo importante e strategico, animato da una passione radicatissima.

E in panchina come convivere con funzioni e stati d’animo così differenti?

«Bella domanda. Mi salvo con una battuta: io sono Grigio di Testa...»

Lo SpoNSor

GIGI poGGIo

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eDILIZIa a 360 GraDI Stefano Chiarotto ci presenta EdilCasa, azienda di cui è titolare da 25 anni “Il segreto è stare sul mercato rispettando le esigenze del cliente”

on la determinazione che ne fa anche un tifoso appassionato dell’Alessandria Calcio, Stefano Chiarotto ci racconta di EdilCasa, l’azienda di cui è titolare da 25 anni...

c

E 25 anni non sono pochi...

«E’ un bel traguardo - conferma Chiarotto - ma sarebbe riduttivo parlare solo di traguardo. In questo settore, l’evoluzione di tecniche e materiali viaggia veloce e guai a fermarsi, dunque. Il segreto di questo quarto di secolo sta essenzialmente nella capacità di stare sul mercato, lavorando sempre e solo con riguardo alle necessità del cliente, sempre con l’idea di scegliere la soluzione edile più adatta, offrendo la migliore qualità possibile in rapporto alle necessità economiche e ai costi concordati con la clientela. Se posso usare un’espressione forse impropria vorrei dire che noi il cliente lo culliamo, usando sempre attenzione e ascolto delle sue esigenze da quelle tecniche a quelle finanziarie, fornendo consulenza e orientamento sulle soluzioni, osservando

rispetto dei tempi e delle diverse esigenze, nel segno di una professionalità e di una qualità che sono il nostro marchio di fabbrica».

Quali sono i settori in cui opera Edilcasa?

«Edilizia oggi è un termine che racchiude molti settori con differenti specificità. Partendo dall’edilizia tradizionale, quella della costruzione e della ristrutturazione, oggi peraltro orientata alla compatibilità e alla sostenibilità ambientale, Edilcasa, negli anni, si è indirizzata poi verso nuove tipologie di lavori, contando su partnership prestigiose che sono il nostro biglietto da visita, da

Wierer azienda leader nelle tegole per tetti a Weber - Saint Gobain che realizza sistemi di rivestimento a cappotto, malte tecniche e intonaci per facciate, da Bituver che si occupa di impermeabilizzazione e Isolamento acustico a Isover specializzata nell’isolamento termoacustico».

Costruzione e ristrutturazione ma non solo, dunque...

«In 25 anni, avendo dovuto convivere con trasformazioni profonde, abbiamo dovuto rimboccarci le maniche e crescere, diversificando competenze e strategie. Oggi Edilcasa, oltre al citato settore delle costruzioni che va dal cemento armato all’uso del carton gesso per pareti e controsoffittature, alla realizzazione di piscine e a quello delle ristrutturazioni che contempla la ristrutturazione di appartamenti, di ville, rustici, condomini, locali commerciali, oltre al ripristino di frontalini balconi e cornicioni con relativa rasatura di pareti e soffitti e l’Intonacatura con intonaco civile e deumidificante, è operativa nella bonifica dell’amianto, nell’allestimento e

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fermati nella nostra continua ricerca di individuare nuovi spazi e nuove soluzioni, anche muovendoci dal nostro territorio per cercare nuovi interlocutori e nuove opportunità. Oggi non cresce e non lavora chi non si “sbatte”, passami questa espressione forse un po’ gergale. Certo, la nostra operatività è a 360 gradi e cerca di espandersi costantemente. Abbiamo aperto collaborazioni con le compagnie assicurative per la gestione dei sinistri, siamo operative in un contesto delicato come quello del pronto intervento sulle emergenze che possono crearsi per un qualunque evento, dall’allagamento al corto circuito e forniamo assistenza anche in termini amministrativi e burocratici, come quando ssi devono implementare pratiche come il DUVRI, le detrazioni o le certificazioni Enea».

nel rifacimento delle coperture, anche isolanti, con pannelli sandwich e/o tegole, nelle demolizioni civili e industriali, nell’impiantistica con la realizzazione di impianti termici, elettrici e idraulici, nei sistemi di isolamento acustico e termico, nella posa di pavimenti interni ed esterni, dagli autobloccanti a quelli in resina a

quelli in marmo, fino alla tinteggiatura».

Parlavi prima di tecniche e materiali e di ascolto delle esigenze del cliente, ricetta utile per farvi governare un periodo di crisi del settore.

«Crisi che - ribatte Chiarotto - non abbiamo sentito proprio perchè non ci siamo mai

Sordità?

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L’orSo IN caSa I Venerdì 24 gennaio 2020

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uesta settimana riflettori puntati sulla formazione Under 11 di Mister Luca Scarcella e del suo collaboratore Giacomo Mossino.

«E’ il mio quarto anno qui. Ho sempre mantenuto la categoria Under 11 e negli ultimi tre ho aggiunto anche il coordinamento all’Accademia Grigia, dove mi occupo della parte più “burocratica” con l’ausilio di Maurizio Stinco, mentre condivido l’attività organizzativa e logistica con Saverio Garreffa. Il lato positivo di mantenere la stessa categoria è poter mettere a disposizione l’esperienza degli anni precedenti, tenendo presenti le sfumature che hanno i bambini di questa annata. Le motivazioni poi si trovano automaticamente ogni anno, perché il gruppo è sempre nuovo, ha le sue necessità ed esigenze e perciò occorre mettersi sempre in gioco».

Q

Parliamo dei suoi ragazzi…

«E’ un gruppo eccezionale, uno di quelli più interessanti degli ultimi anni. I ragazzi sono molto disponibili, hanno già raggiunto un buon livello tecnico, sono partecipativi.

E’ un gruppo che ha solo bisogno di essere accompagnato. La maggior parte di loro faceva già parte dell’U10 la scorsa stagione, a cui si sono stati tre nuovi ingressi. In tutto i giocatori sono 17. Lo scorso anno è stato fatto un ottimo lavoro e questo sottolinea ancora una volta l’importanza che riveste la continuità nel nostro Settore Giovanile e nell’Attività di Base. Il gioco per questa formazione è passato da 7 a 9 e perciò gli spazi si aprono, il campo diventa più grande e deve aumentare la collaborazione tra compagni. Infatti stiamo lavorando sull’unione di intenti, perché a 7 il singolo può fare la differenza, mentre ora è il gruppo che ti aiuta a fare la differenza.

Il collettivo perciò va messo al primo posto. Abbiamo tutti i ruoli coperti da due giocatori, ma cerchiamo di concedere un minutaggio che sia formativo per tutti e che permetta di far crescere il bagaglio di esperienza personale in vista del prossimo anno».

Su quali princìpi avete lavorato nella prima parte della stagione e su cosa lavorerete nei prossimi mesi?

«Abbiamo inserito princìpi di gioco tecnico-tattici, come l’occupazione del campo dal momento che sono

L’eSperIeNZa DI ScarceLLa Da quattro anni guida la formazione Under 11 Un gruppo interessante e di buone prospettive aumentate le dimensioni, e principi emotivi, come la collaborazione e la consapevolezza del nostro gioco. La nostra cooperazione ci può far raggiungere risultati se tutti abbiamo la stessa comunità di intenti. In caso contrario, se daremo spazio più all’individualità che al collettivo, faremo molta fatica. Dal punto di vista emotivo continueremo a lavorare sulla cooperazione e sulla consapevolezza del nostro gioco, anche in spazi diversi, più ampi, rispetto a quelli dell’anno passato. Nella seconda parte della stagione andremo più nello specifico a cercare di dominare il gioco nella metà campo avversaria con sempre più consapevolezza nei nostri

mezzi. Finora non abbiamo raccolto molto dal punto di vista del risultato, ma in questa fascia d’età credo che il risultato non sia fondamentale e sono certo che se continueremo con le nostre prestazioni e con questo tipo di incontri formativi non potremo che migliorare».

Che tipo di campionato disputate?

«Il sabato giochiamo il campionato provinciale sottoleva, che è suddiviso in fase autunnale e fase primaverile. Spesso incontriamo squadre fisiche che ci mettono in difficoltà, ma la nostra qualità tecnica e l’intelligenza tattica ci aiutano a sopperire il gap fisico. La domenica invece affrontiamo i test match con società professionistiche pari leva di serie A e B. Quando ci mettiamo alla prova con le professionistiche riusciamo a mantenere una qualità di gioco molto alta. I presupposti sono più che positivi e le motivazioni sono alte».

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Il collaboratore Giacomo Mossino. Under 11 anche in palestra

Chi è il suo collaboratore e com’è il vostro rapporto con la squadra?

«Il mio collaboratore è Giacomo Mossino da due anni a questa parte. Io e Giacomo abbiamo un ottimo rapporto. Ci confrontiamo parecchio, cerco di lasciargli molto spazio perché credo che, come in campo per i ragazzi, anche per noi sia importante

la collaborazione e la cooperazione. A parte durante le gare, dove penso sia giusto si senta la voce di un mister unico, in allenamento dividiamo il gruppo in due parti dove ognuno gestisce autonomamente i ragazzi, rimanda feedback, correzioni, adeguamenti, poichè la nostra fiducia è completa. Giacomo mi aiuta molto nel far rispettare le regole, però i ragazzi sono molto disponibili, attenti e ascoltano le indicazioni senza troppa fatica. Si è creato un bel feeling e un bel rapporto di fiducia tra staff e squadra. Al termine delle gare inviamo un report al Collaboratore Tecnico Corrado Buonagrazia per evidenziare punti deboli e i punti di forza su cui lavorare la settimana successiva, cercando di mantenere una nostra idea di gioco che non venga stravolta dai risultati. Con il Coor-

dinatore dell’Attività di Base, Marco Defrancisci, il confronto verte sull’aspetto tecnico, ma orientato più a livello individuale, soprattutto per quanto riguarda i nuovi ingressi o di chi necessita di minuti in più, oltre a ciò che concerne la parte emotiva del gruppo».

Cosa si aspetta dalla sua squadra per questa stagione?

«Sicuramente di rinforzare le basi dello scorso anno, di aumentare la consapevolezza del nostro gioco, soprattutto considerando il passaggio dal gioco a 7 al gioco a 9 che proseguirà per i prossimi due anni per questo gruppo. La vittoria più grande come allenatore è quella di vedere messi in pratica i principi e l’impegno da parte di tutti».

I NoStrI GIoVaNI

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La formaZIoNe UNDer 13 2019/2020

Le cLaSSIfIcHe DeI GIoVaNI orSI UNDer 17

BerrettI Novara Lecco Giana E. Renate Como Monza Alessandria Pro Patria Pro Vercelli Gozzano

29 25 22 20 17 17 15 10 7 5

Monza Novara Renate Lecco Giana E. Pro Patria Alessandria Como Gozzano Pro Vercelli Olbia Pergolettese

UNDer 16 32 31 31 22 20 19 14 14 14 10 9 2

Vicenza Monza Padova Novara Alessandria Pergolettese Giana E. Pro Patria Gozzano Arzignano Sudtirol

UNDer 15 19 18 17 14 13 13 12 12 9 8 2

Pro Vercelli Novara Renate Monza Alessandria Lecco Giana E. Olbia Pro Patria Como Pergolettese Gozzano

35 29 29 25 16 16 14 14 14 11 10 6

18/1/2020 Pro Patria - Alessandria 0 - 0 Novara - Como 2-1 Giana E. - Lecco 3-3 Monza - Pro Vercelli 2-1 Gozzano - Renate 3-5

19/1/2020 Como - Alessandria 1-2 Pro Patria - Giana E. 0-1 Lecco - Novara 1-1 Monza - Olbia 5-1 Pergolet. - Pro Vercelli 4 - 4 Gozzano - Renate 2-2

19/1/2020 Alessandria - Monza 2-2 Pro Patria - Gozzano 0 - 0 Padova - Pergolettese 2 - 0 Sudtirol - Giana E. 1-2 Vicenza - Novara 0-1 Riposa Arzignano

19/1/2020 Como - Alessandria 1-2 Pro Patria - Giana E. 1-1 Lecco - Novara 0-3 Monza - Olbia 3-1 Pergolet. - Pro Vercelli 0 - 1 Gozzano - Renate 2-1

25/2/2020 Lecco - Alessandria Giana E. - Gozzano Renate - Monza Pro Vercelli - Novara Como - Pro Patria

26/1/2020 Pro Vercelli - Lecco Renate - Como Pro Patria - Gozzano Novara - Monza Giana E. - Olbia Alessandria - Pergolettese

26/1/2020 Giana E. - Alessandria Gozzano - Arzignano Monza - Padova Novara - Sudtirol Pergolettese - Pro Patria Riposa Vicenza

26/1/2020 Pro Vercelli - Lecco Renate - Como Pro Patria - Gozzano Novara - Monza Giana E. - Olbia Alessandria - Pergolettese

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