"L'Orso in casa" n. 10 2017/18

L’ORSO INCASA

ORGANO UFFICIALE DELL’U.S. ALESSANDRIA CALCIO 1912 N. 10 VENERDÌ 19 GENNAIO 2018

SI RIPARTE ALESSANDRIA-PRO PIACENZA

IL PUNTO

GRIGI E MEDIA

L’AVVERSARIO

LO SPONSOR

Livorno, primato blindato Il Pro Piacenza di Pea

L’INTERVISTA

Marcolini: “The Normal One”

La voce di Eleven Sports Assibar, non solo assistenza

I NOSTRI GIOVANI

L’Under 15 di Davis Barbin

STORIA

Grigi di coppe

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L’ORSOINCASA

sommario

Venerdì 19 gennaio 2018

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L’AVVERSARIO

LO SPONSOR

di Tino Pastorino

di Gigi Poggio

Assibar, tutto per il bar

Il Pro Piacenza di Pea

13/20

MUSEO GRIGIO

I Grigi nelle coppe

di Mario Bocchio e Sergio Giovanelli L’ORSO IN CASA Supplemento al n. 5 de ‘Il Piccolo’ di venerdì 19 gennaio 2018

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L’INTERVISTA

Michele Marcolini “The Normal One” di Gigi Poggio

A cura di Ufficio Stampa Alessandria Calcio Progetto grafico e impaginazione Mauro Risciglione Foto di Tony Frisina, A.M., Ivano Panarello

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I NOSTRI GIOVANI

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8

RETI. I BOMBER GRIGI Pablo Gonzalez e Michele Marconi

il girone A

L’ORSOINCASA

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LA CLASSIFICA Alessandria, un bel salto in avanti Squadra

Livorno

Viterbese Siena Pisa

Punti

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Lucchese

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4

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6

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5

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6

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5

10

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13

14

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13

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11

3

6

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Prato

9

19

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20

6

9

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Cuneo

6

9

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4

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Alessandria

4

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Pistoiese

Promozione in Serie B

11

4

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20

Gavorrano

DR

11

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Pro Piacenza

GS

19

20

Carrarese

Piacenza

GF

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37

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Pontedera

P

15

Giana Erminio

Arzachena

N

20

30

Arezzo (-2)

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Monza Olbia

G

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PREVENDITE ALESSANDRIA-PRO PIACENZA

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Playoff

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2

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3

5

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Playout

PUNTI VENDITA BOOKING SHOW • Tabaccheria Maxi Via Gramsci 46, Alessandria • Tabaccheria Rovereto Spalto Rovereto 25, Alessandria • Tabaccheria Malagrino Corso C. Marx 44, Alessandria • Gruppo Anteprima Piazza Garibaldi 40, Alessandria, 0131 250600 • S.O.M.S. Oviglio, Grigi Club “Gino Armano” Via XX Settembre 30, Oviglio (AL) - 347 4165122 • Amici del Calcetto, presso Circolo Dopolavoro Solvay Via Genova 117, Spinetta Marengo (AL) • D Viaggi, piazza Repubblica 3, Novi Ligure (AL) • Roby Viaggi, c/o Centro Comm. Monferrato “BENNET” SS 31 Villanova Monferrato (AL) • Agenzia Intralot, via Palestro 22, Acqui Terme (AL) ON LINE: www.bookingshow.com

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17

17

19 31

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25

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15

23

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25 27

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22A GIORNATA ANDATA Domenica 21 gennaio 2018

Carrarese - Viterbese (ven. 19/1 - ore 20,45) Piacenza - Olbia (sab. 20/1 - ore 14,30) Arzachena - Siena (sab. 20/1 - ore 14,30) Alessandria - Pro Piacenza (ore 14,30) Pistoiese - Arezzo (ore 14,30) Prato - Cuneo (ore 14,30) Pisa - Monza (ore 14,30) Giana Erminio - Pontedera (ore 14,30) Lucchese - Livorno (lun. 22/1 - ore 20,45) Gavorrano riposa

-3

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Venerdì 19 gennaio 2018

0

-6 -1

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-16

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23A GIORNATA ANDATA Domenica 28 gennaio 2018 Pontedera - Arzachena Olbia - Carrarese Cuneo - Giana Erminio Monza - Lucchese Arezzo - Piacenza Pro Piacenza - Pistoiese Livorno - Alessandria Siena - Gavorrano Viterbese - Pisa Prato

(ore 14,30) (ore 14,30) (ore 14,30) (ore 14,30) (ore 14,30) (ore 14,30) (ore 16,30) (ore 18,30) (ore 18,30) riposa

STADIO MOCCAGATTA (Via Bellini) • Sabato 20 gennaio dalle 9,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 19 • Domenica 21 gennaio dalle 11,30 fino al termine del 1° tempo PREZZI DI VENDITA (comprensivi di diritti di prevendita) Tribuna d’Onore € 100 - Tribuna Giovanni Ferrari € 50, ridotto € 35 Tribuna Centrale Numerata € 35, ridotto € 24 - Tribuna Laterale € 30, ridotto € 21 - Rettilineo € 14, ridotto € 10 - Curva Nord € 10, ridotto € 7. Operazione Speciale Ragazzi: costo del biglietto € 5 (da 8 anni compiuti ai 18 anni da compiere, promozione valevole esclusivamente per il settore Rettilineo di gradinata) INFO: www.alessandriacalcio.it

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L’ORSOINCASA

Venerdì 19 gennaio 2018

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il punto di Tino Pastorino

I TOSCANI DEVONO AMMINISTRARE I 12 PUNTI DI VANTAGGIO NELLE PROSSIME 16 PARTITE. LOTTA PER IL SECONDO POSTO TRA VITERBESE, SIENA E PISA

T

L’ORSOINCASA

IL MERCATO DI GENNAIO

PRIMATO BLINDATO Livorno conti chiusi?

Grigi, playoff vicini

P

raticamente chiuso il discorso sulla promozione diretta con il Livorno che dovrà solo amministrare i 12 punti di vantaggio nelle 16 partite che gli restano da disputare e con un calendario che nelle prossime tre giornate lo vedrà protagonista in due derby, a Lucca e a Pistoia, inframezzato dalla partita interna contro l’Alessandria, resta invece apertissima la lotta per il secondo posto, importante in sede play off, tra Viterbese (37 punti), Siena (37) e Pisa (36).

I laziali hanno il calendario più complicato nelle prossime tre domeniche: trasferta di Carrara, scontro diretto con il Pisa, trasferta a Gorgonzola. Il Siena giocherà una partita in più: dopo la trasferta in Sardegna contro l’Arzachena, è in programma il recupero di Piacenza (mercoledì 24), poi turno casalingo contro il Gavorrano e la gara di Alessandria.

Il Pisa rimane in agguato affrontando, in casa, il Monza, poi il citato scontro diretto di Viterbo e successivo match casalingo contro il Cuneo.

Il campionato rimane totalmente interessante per i rimanenti posti da play off con 11 squadre raccolte in 7 punti e, tra queste, Alessandria e Pistoiese che hanno già osservato il turno di riposo. Dopo la scontro diretto di domenica, per i Grigi sarà fondamentale il successivo “trittico toscano”: Livorno - Siena - Arezzo, ovvero un trampolino per dare ulteriore sostanza alla classifica.

Dall’altra parte ogni domenica sarà ricca di scontri diretti. Si inizia in questo week end con Pistoiese-Arezzo, Piacenza-Olbia, Giana-Pontedera. Alla quarta giornata ecco Pontedera-Arzachena, Olbia-Carrarese, Monza-Lucchese, Arezzo-Piacenza. Si parte poi a febbraio con Lucchese-Arezzo, Carrarese-Monza, Pontedera-Olbia, Arzachena-Piacenza.

In coda devono fare molta attenzione il Gavorrano e, soprattutto, il Prato che stanno accumulando distacchi dalla 17esima e dalla 16esima che potrebbero portarli alla retrocessione diretta: lo scontro diretto si giocherà a Grosseto il 3 febbraio.

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Venerdì 19 gennaio 2018

ante, tantissime chiacchiere nelle prime due settimane dove le società hanno pensato principalmente a sfoltire le rose, là dove ce n’era più bisogno.

Nel girone A sono stati 3 i club più attivi. L’Arezzo che con la nuova proprietà ha già effettuato importanti movimenti anche se l’esperienza di Mazzarani e Campagna è stata scelta dalle liste degli svincolati. Cambiato il portiere: se ne va Borra (Carrarese) arriva dall’Udinese Perisan, Rinaldi va a Viterbo, in arrivo Semprini (d) dal Brescia. Grandi manovre a Viterbo con De Vito in difesa, Checchin a centrocampo e De Sousa in attacco. Si chiude anche per Corradi (c) dall’Arezzo. Cambia faccia il Gavorrano: in porta Falcone (era a Bassano), in difesa Favale (ex Pisa), una vecchia conoscenza, Damonte (da San Benedetto del Tronto) a centrocampo mentre in attacco ecco l’ex aretino Luciani (era al Santarcangelo). Una delle prime operazioni ufficializzate è stato il trasferimento di Pesenti dal Pontedera (che ha preso Maritato) al Piacenza, dopo che, nello scorso campionato, aveva indossato la maglia del Pro. Sain Maza (a) dal Pordenone al Pisa (spagnolo di proprietà Foggia). Shekiladze (a) da Spezia alla Lucchese (georgiano ex Tuttocuoio). Taugouerdeau (c) da Trapani a Piacenza (un ritorno per il francese). Bertonici (d) dal Piacenza alla Lucchese, Razzitti (a) dalla Viterbese al Bassano.

Nel girone B tiene banco la situazione del Vicenza; in attesa di ulteriori sviluppi sta facendo la voce grossa la capolista Padova: alla corte di Bisoli sono arrivati elementi del calibro di Salviato (d) dalla Cremonese. Il Pordenone ha chiuso per zammarini (c) dal Pisa e Nocciolini (a) dal Parma. Alla Reggiana è arrivato Vignali (Spezia) mentre a Santarcangelo si è guardato al mercato croato con l’arrivo di un paio di giocatori da Osijek. La Triestina ha preso Lambrughi (d) ex Livorno.

Nel girone C serie di colpi per le squadre di altra classifica. Inizia il Catania con Caccavallo (a) girato dal Venezia dopo la prima parte di stagione disputata a Cosenza. Risponde il Lecce con Legittimo (a) dal Trapani che lo rimpiazza immediatamente con Corapi (Parma). Si muove anche la Fidelis Andria dove arriva Taurino (a) dalla Ternana. A proposito di Cosenza: per ora solo uscite, sei giocatori, mentre si è aggregato alla prima squadra Thomas Braglia, rampollo del mister toscano.

(Aggiornato a martedì 16 gennaio)

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L’ORSOINCASA

RIALzANO LA TESTA SQUADRE STORIChE COME PRO PATRIA, RIMINI, PONSACCO, RIETI, POTENzA. NEL GIRONE A, IN CIMA UNA COPPIA: GOzzANO E CARONNESE, COMO AL SECONDO POSTO. CASTELLAzzO E DERThONA IN FONDO ALLA CLASSIFICA

UNO SGUARDO IN SERIE D La quarta serie è a metà strada Venerdì 19 gennaio 2018

C

Girone G: Rieti capolista con 42 punti. In panchina Carmine Parlato che la serie D l’ha già vinta a Rovigo, Pordenone e Padova. Tra i laziali la miglior coppia gol della categoria: Marchegiani con 15 centri e Gigi Scotto con 10. Sono 5 i punti di vantaggio sul SFF Atletico (Fiumicino).

osa succede un gradino sotto la Serie C? Nobili decadute in cerca di riscatto e squadre rivelazione. Un campionato davvero interessante.

Girone A: in testa alla classifica Gozzano e Caronnese, con 44 punti, 5 di vantaggio sul Como. I novaresi sono la squadra che ha fatto meglio nell’anno solare 2017 (86 punti in 36 partite) mentre i varesini sono allenati dall’ex grigio Aldo Monza.

Girone B: guida la Pro Patria di Ivan Javorcic con 42 punti, 1 di vantaggio sul Darfo Boario. Ferrario (Pergolettese) con 18 reti è il miglior marcatore della categoria.

Girone C: davanti a tutti la coppia formata da Arzignano (in panchina Vincenzo Italiano, ex Verona) e la Virtus Vecomp del presidente-allenatore Luigi Fresco, terza squadra di Verona, con 37 punti, uno in più del Campodarsego.

Girone D: sorpasso del Rimini (44 punti) che nel turno dell’Epifania ha battuto nello scontro diretto il Fiorenzuola (42). In evidenza Brunori (Villabiagio) autore di 15 gol.

Girone H: Potenza a 42 punti con il miglior attacco della serie D (48 reti, 16 delle quali firmate da Carlos França). Due punti in meno per la copia fornata da Altamura e Cavese.

Il “derby” Casale-Castellazzo finisce 1-1 Girone E: primeggia il Ponsacco che manca da 20 anni dalle categoria professionistiche ed era ripartito dalla Terza Categoria nel 2006. Un punto sotto l’Unione Sanremo con il capo cannoniere Lauria (13 gol).

Girone F: i marchigiani del Matelica, 12 vittorie nelle ultime 14 partite, sono in testa con 44 punti, 4 di vantaggio sulla Vis Pesaro. Leonetti (Vastese) ha segnato 13 gol.

Girone I: Troina (Enna) in fuga: 41 punti, 7 in più (è il vantaggio maggiore di tutti i gironi) della Nocerina. I siciliani sono stati ripescati quali finalisti della Coppa Italia di Eccellenza e sono in testa alla classifica dei giovani schierati oltre ad avere il capo cannoniere del girone, il senegalese Diop, autore di 13 reti.

Coppa Italia: qualificate agli ottavi di finale U.Sanremo, Gozzano, Grumellese, Crema, V.V.Verona, Campodarsego, Imolese, Pianese, S.Donato Tavernelle, Ostia Mare, Albalonga, Matelica, Igea Virtus, Monticelli, Cerignola, Potenza.

L’ORSOINCASA

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Venerdì 19 gennaio 2018

foto www.propiacenza.it

l’avversario di Tino Pastorino

NEI PROFESSIONISTI DAL 2014, L’ALTRA REALTà CALCISTICA PIACENTINA, è AFFIDATA GIà DALLA SCORSA STAGIONE AL TECNICO FULVIO PEA. OBIETTIVO: UNA SALVEzzA IMMEDIATA

IL PRO PIACENZA DI PEA Un mix di giovani ed esperienza

D

ebutta nei professionisti nel 2014 e chiude la prima stagione guadagnandosi la salvezza i play out a spese del Forlì (grazie anche alla riduzione della penalizzazione che ne aveva caratterizzato la stagione, da 8 a 5 punti).

Nel 2016 vince i play out contro l’Albinoleffe.

Lo scorso anno si classifica all’undicesimo posto.

AREA TECNICA Fulvio Pea di Casalpusterlengo, 50 anni il 10 febbraio, non ha mai giocato a calcio ma ha lavorato con tecnici di primaria importanza come Simoni, Mazzarri, Mourinho e Benitez.

Allena dal 1989; è al secondo anno sulla panchina rossonera. Trofei: Campionato, Coppa Italia e Supercoppa Primavera con la Sampdoria; Champions Under18-Challenge e Torneo di Viareggio con l’Inter.

CAMPIONATO Con 21 punti conquistati occupa il 16esimo posto in classifica, in piena zona play out.

E’ reduce da 2 sconfitte consecutive (entrambe per 0-1 contro Carrarese e Giana) dopo una serie utile durata 4 giornate (3 vittorie e 1 pareggio nel derby). Squadra con il problema del gol: solo 15 reti all’attivo (peggio solo Cuneo e Prato) di cui 7 firmate da Alessandro che, però, è squalificato per un turno. Sono 23 i gol subiti. In trasferta 2 vittorie (Arzachena e Gavorrano), 2 pareggi

compongono la linea difensiva. Rotazioni ridotte a centrocampo con solo 4 elementi in rosa: Barba, Cavagna e lo spagnolo Aspas, il capitano, con il minutaggio più elevato. In attacco Bazzoffia dovrebbe prendere il posto di Alessandro e affiancare Mastroianni ed Abate. In sede di mercato invernale, per ora, solo uscite: Cesari (d) e Monni (a).

Un’immagine della partita di andata: l’arcigno Belotti contrasta Marconi (Arezzo e Pistoiese), 5 sconfitte.

LA SQUADRA Età media bassa ma con un giusto mix di esperienza, la classica spina dorsale, formata da Belotti, Aspas e Abate. In porta uno dei migliori del girone, Stefano Gori, in prestito dal Bari, prodotto del settore giovanile del Milan. Il modulo utilizzato prevalentemente è il 4-3-3: Calandra Belotti Battistini e Ricci

LA ROSA Portieri: 1 Gori (96), 22 Bertozzi (96), Difensori: 2 Calandra (94), 3 Belfasti (93), 13 Abbate (83), 23 Ricci (96), 30 Battistini (94), 31 Messina (96), 32 Beduschi (92), 33 Belotti (84).

Centrocampisti: 4 Cavagna (95), 8 Aspas (Spa-82), 19 La Vigna (97), 21 Barba (95). Attaccanti: 7 Starita (96), 9 Mastroianni (92), 11 Bazzoffia (88), 27 Musetti (83), 29 Abate (81).

LA PARTITA DI ANDATA (10 settembre 2017) Risultato: 1-1.

Marcatori: Barba al 33’, Fischnaller al 78’.

Pro Piacenza (4-3-3): Gori; Beduschi Messina Belotti Ricci (Belfasti dal 77’); Aspas La Vigna Barba (Cavagna dal 81’); Alessandro Mastroianni (Monni dal 51’) Bazzoffia.

Alessandria (3-5-2): Agazzi; Casasola Giosa Piccolo; Sestu (Celjak dal62’) Nicco (Fischnaller dal 62’) Gazzi (Cazzola dal 74’) Branca Pastore (Bellomo dal 82’); Gonzalez Marconi (Bunino dal 74’).

avversari nella storia

di Sergio Giovanelli

L

L’ALTRA PIACENZA

Sfida con una storia recente: 5 partite e 3 vittore alessandrine

Marconi in azione nell’utimo match disputato al Moccagatta, finito 3-1. Il gol che chiude la partita è proprio del bomber grigio a formazione minore di Piacenza incrocia per la terza stagione consecutiva la strada dell’Alessandria. Prima di allora le due formazioni non si erano nemmeno sfiorate per via della notevole differenza di categoria di militanza. Eppure il Pro Piacenza ha la stessa età del Piacenza, la formazione più importante della città emiliana. Tutto sta nel fatto che il Pro nei suoi primi anni di vista si è limitato a disputare i campionati minori, addirittura amatoriali prima di cimentarsi nei campionato regolari. Fatto sta che nelle ultime stagioni si è addirittura tolta la soddisfazione di superare i cugini.

Nel campionato di Serie D 2013-14 causa il fallimento del Piacenza le due formazioni si sono trovate per la prima volta di fronte. I rossoneri del Pro vincendo “in trasferta” il derby riuscirono a vincere il campionato e ad accede ai campionati professionistici.

Il racconto delle partite tra grigi e rossoneri inizia il 10 ottobre 2015 al Leonardo Garilli. Bocalon, due volte, Boniperti e ancora Bocalon fissano il risultato d’esordio sul 4-0.

Nel girone di ritorno la squadra di Gre-

gucci, forse distratta dall’imminente partita con il Milan di Coppa si fa sorprendere ad un quarto d’ora dalla fine da un gol di Barba che pareggia il punto di Vitofrancesco.

L’anno scorso la trasferta sul campo del Pro Piacenza apre il campionato: con un po’ di fatica e grazie ad una sgroppata di Gonzalez che sfrutta un errore di Aspas i grigi portano a casa una vittoria che lascia ben sperare.

Al Mocca dopo mezz’ora sembra tutto deciso: Bocalon timbra due volte il cartellino e c’è anche un gol annullato ingiustamente al “Cartero”. Invece la solita distrazione difensiva permette ai piacentini di accorciare in prossimità dell’intervallo. Qualche brivido nella ripresa prima del gol di Marconi che chiude definitivamente l’incontro.

L’ultimo precedente risale al girone di andata: su un campo ridotto ad acquitrino, il Pro Piacenza passa in vantaggio, Marconi si mangia due chiare occasioni e ci pensa Fischnaller a ristabilire l’equilibrio a pochi minuti dalla fine.

Il bilancio complessivo della sfida parla di cinque partite giocate, tre vittorie alessandrine e due pareggi, dieci gol

segnati dai grigi e tre dai rossoneri.

Al Moccagatta le partite giocate sono solo due con una vittoria ed un pareggio; 4-2 il computo dei gol.

Il piacentino Aspas ed i grigi Branca e Celjak sono scesi in campo in tutte le partite fin qui disputate e, salvo trasferimenti che al momento in cui scriviamo non sono previsti, possono ulteriormente allungare la serie.

Non può invece allungare il capocannoniere della sfida: è Riccardo Bocalon che svetta dall’alto dei suoi quattro gol dovuti a due doppiette. Marcatore principe dei piacentini è Barba autore di due delle tre reti per la sua squadra.

Sette giocatori nel corso della loro carriera sono stati nella rosa sia dell’Alessandria che del Pro Piacenza. Tre di loro hanno giocato questa partita, tutti con la maglia piacentina. Sono Luca Piana e Julien Rantier con due presenze in campo e Gabriele Cavalli con una.

Gli altri doppi ex risalgono a epoche calcistiche più lontane e non hanno mai incontrato l’altra squadra. I calciatori in questione sono Franco Buraschi, Giuseppe Corbellini, Mario Gabbiani e Luciano Guasconi.

tredici domande a di Gigi Poggio

ANTONIO GIOSA Nato a

Data di nascita

Stato civile

Prima società

Hai sempre giocato in questo ruolo

Squadra del cuore

Momento top della carriera

Avversario o compagno che ha fatto più carriera

Mister più importante Passatempo

Attrice preferita

Attore preferito

Musica preferita

L’ORSOINCASA 10 Venerdì 19 gennaio 2018

Potenza

21 agosto 1983

Sposato

Asso Potenza

Ho cominciato come attaccante esterno Inter

La salvezza in Serie A conquistata con la Reggina Nicolò Barella

Rolando Maran

Stare con la mia famiglia Charlize Teron Al Pacino

Tutta la musica pop

11

L’ORSOINCASA

foto A.M.

Venerdì 19 gennaio 2018

serie c di Tino Pastorino

A CAUSA DELL’ESCLUSIONE DEL MODENA NEL GIRONE B, LA FIGC hA DECISO DI INTRODURRE ALCUNI “AGGIUSTAMENTI” ALLE REGOLE PER LE FASI FINALI

L’ORSOINCASA

12

NOVITÀ PER I PLAY OFF Cambio in corsa del regolamento

C

ambia il regolamento dei playoff di Serie C a causa dell’esclusione del Modena. La FIGC ha reso noto che, stante la differenza di squadre presenti nei tre gironi (18 nel B, 19 in A e C), per garantire omogeneità nello stabilire la squadra meglio classificata, per i risultati delle squadre del girone B bisogna utilizzare un coefficiente moltiplicatore pari a 1,058823529, ottenuto dal rapporto tra il numero totale delle gare di regular season giocate negli altri due gironi (36) ed il numero totale di quelle giocate nel gruppo B (34).

I Play Off verranno disputati dalle 28 squadre classificate dal secondo al decimo posto dei tre gironi e dalla squadra che risulta vincitrice della Coppa Italia Serie C. Lo svolgimento delle gare si articolerà attraverso tre fasi.

FASE PLAY OFF DEL GIRONE Alla Prima Fase Play Off del girone accedono le 21 squadre classificate dal quarto al decimo posto di ciascun girone. Essa si svolgerà attraverso la disputa di un doppio turno a gara unica ospitata dalla squadra meglio classificata al termine della regular season.

PRIMO TURNO PLAy OFF DEL GIRONE (5a, 6a, 7a , 8a, 9a E 10a CLASSIFICATE).

Le 18 squadre classificate dal quinto al decimo posto di ciascun girone si affrontano, in gara unica, secondo la seguente previsione: quinta contro decima, sesta contro nona, settima contro ottava. Le squadre vincenti avranno accesso al secondo turno. Nell’ipotesi in cui la vincitrice di Coppa Italia Serie C si sia classificata tra il 5° e il 10° posto, avrà accesso ai Play Off del girone, in via del tutto eccezionale, la squadra classificatasi all’11° posto del girone di competenza, con scorrimento della classifica delle altre squadre.

SECONDO TURNO PLAy OFF DEL GIRONE Alle 3 squadre vincitrici degli incontri del Primo Turno, si aggiunge la squadra classificata al quarto posto di ciascun girone di regular season. Le 4 partecipanti sono ordinate nel rispetto del piazzamento in classifica ottenuto al termine della regular season, determinandosi gli accoppiamenti secondo i seguenti criteri: a) la migliore classificata affronta, in casa e in gara unica, la peggiore classificata; b) le altre due si affrontano in gara unica sul campo della migliore classificata. Nell’ipotesi in cui la vincitrice di Coppa Italia Serie C si sia classificata al 4° posto durante la regular season, avrà accesso ai Play Off del girone,

in via del tutto eccezionale, la squadra classificatasi all’11° posto del girone di competenza con scorrimento della classifica delle altre squadre. Le squadre vincenti avranno accesso alla Fase Play Off Nazionale. In caso di parità al termine dei 90’ regolamentari, avrà accesso alla Fase Play Off Nazionale la squadra meglio classificata al termine della regular season.

FASE PLAY OFF NAZIONALE Alla Fase Play Off Nazionale partecipano 13 squadre che si confronteranno in un doppio turno.

PRIMO TURNO PLAy OFF NAzIONALE Al Primo Turno partecipano 10 squadre, così determinate: a) le 6 squadre che risultano vincenti degli incontri della Fase play off dei gironi; b) le 3 squadre terze classificate di ogni girone al termine della regular season; c) la squadra vincitrice della Coppa Italia Serie C o la società subentrante.

Il Primo Turno si articolerà attraverso 5 incontri (andata e ritorno) secondo accoppiamenti tra le 10 squadre qualificate che prevederanno come “teste di serie” le 5 squadre di seguito indicate: a) le 3 squadre classificate al terzo posto di ciascun girone nella regular season; b) la squadra vincitrice della Coppa Italia Serie C; c) la squadra che, tra le 6 vincitrici dei Play Off di girone, risulterà meglio classificata.

Le altre 5 squadre saranno accoppiate alle 5 “teste di serie” mediante sorteggio. Le squadre “teste di serie” disputeranno la gara di ritorno in casa. Le squadre vincenti, al termine delle due gare, avranno accesso al Secondo Turno della Fase Play Off Nazionale. In caso di parità al termine delle due gare (andata e ritorno) avrà accesso al Secondo Turno la squadra meglio classificata.

Venerdì 19 gennaio 2018

SECONDO TURNO PLAy OFF NAzIONALE Al secondo turno partecipano le 5 squadre risultate vincitrici delle gare del Primo Turno e le 3 squadre classificate al secondo posto di ciascun girone al termine della regular season. Le gare del Secondo Turno si articoleranno attraverso 4 incontri in gare di andata e ritorno, secondo accoppiamenti tra le 8 squadre qualificate che prevederanno, come “teste di serie”, le 4 squadre di seguito indicate: a) le 3 squadre classificate al secondo posto di ciascun girone nella regular season; b) la squadra che, tra le vincitrici del primo turno di Play Off Nazionale, risulterà meglio classificata delle altre.

Le altre 4 squadre saranno accoppiate alle 4 “teste di serie” mediante sorteggio. Le squadre “teste di serie” disputeranno la gara di ritorno in casa. Le squadre vincenti, al termine delle 2 gare, avranno accesso alla Fase della Final Four. In caso di parità al termine delle 2 gare (andata e ritorno) avrà accesso alla Final Four la squadra meglio classificata.

FINAL FOUR Alla Final Four partecipano le 4 squadre vincenti degli incontri di cui al Secondo Turno Play Off Nazionale, inserite in un tabellone mediante sorteggio.

Le Semifinali saranno disputate in gara di andata e ritorno secondo accoppiamenti determinati da sorteggio integrale. Al termine degli incontri, in caso di parità, supplementari e calci di rigore.

La Finale sarà disputata in gara unica ed in campo neutro. In caso di parità, supplementari e calci di rigore.

CLASSIFICA GARE PLAY OFF Ai fini della determinazione, nelle fasi dei Play Off Nazionale, della “squadra meglio classificata” si dovranno applicare i seguenti criteri: a) miglior piazzamento in classifica nel proprio girone al termine della regular season; b) maggior numero di punti acquisiti in classifica nel proprio girone al termine della regular season; c) maggior numero di vittorie conquistate nel proprio girone al termine della regular season; d) maggior numero di reti segnate nel proprio girone al termine della regular season; e) sorteggio tra le squadre se permarrà la situazione di parità.

www.museogrigio.it

LA LEGGENDA ORSO DELL’

grigi di coppe

di Mario Bocchio

L’

COPPA ITALIA DI SERIE C I Grigi primi ad alzare il trofeo

allora Coppa Italia Semiprofessionisti di calcio nacque con il campionato 1972-‘73. Il settore semiprofessionistico, dopo aver sentito il parere favorevole delle società dipendenti, decise di organizzare un torneo calcistico con una formula che ricalcava in un certo modo quello della Coppa Italia. Alla prima edizione parteciparono tutte le 60 squadre di serie C e le seconde e le terze classificate dei nove raggruppamenti di serie D della stagione 1971‘72. Il successo andò all’Alessandria che nella finale di Roma superò l’Avellino.

La partita fu sospesa al 7’ del secondo tempo supplementare per invasione di campo dei sostenitori della squadra campana ed il giudice sportivo assegnò la vittoria ai Grigi che al momento della sospensione era in vantaggio per 4-2.

Uno dei momenti più belli di quella cavalcata risale al 24 giugno 1973: Giuseppe Lorenzetti - purtroppo già scomparso -, lanciato da Cini, realizzò il gol del pareggio nella semifinale contro il Modena. Fu in pratica la rete che valse la finalissima.

Avellino-Alessandria: 2-4 (0-1)

Reti: 49’ Bongiorni (Av), 65’ Palazzese (Av), 16’ Maldera (II) (A), 67’ Cini S. (A), 108’ Lorenzetti G. (A), 112’ Lorenzetti G. (A)

Una fase della finalissima.

Sotto: con il trofeo si riconoscono, da sinistra: Pozzani, Di Brino, Musa, Dolso, Maldera II, Manueli e Colombo

ALESSANDRIA: Pozzani, Maldera (II), Di Brino, Paparelli, Colombo (22’ Mayer), Berta, Vanzini (64’ Dolso), Salvadori, Cini, Lorenzetti, Musa. A disp.: (P) Favot. All.: Marchioro.

AVELLINO: Violo, Codraro, Piaser, zucchini, Piccinini (46’ Marchesi), Fraccapani, Bongiorni, zoff (91’ Cattaneo), Palazzese, Pantani, Nobili.

A disp.: Miniussi. All.: Gianmarinaro.

Arbitro: Levrero (GE).

Note: gara sospesa al 112’ per invasione di campo. Omologata con il punteggio acquisito sul campo.

Espulso 99’ Palazzese (Av).

Lorenzetti era un numero 10, una classica mezzala di punta, un giocatore di grandissima qualità. Basti pensare a cosa c’era scritto su uno striscione a lui dedicato che campeggiava sugli spalti del Moccagatta: Rivera + Benetti = Lorenzetti..

Curiosa la coincidenza che riguardò il portiere grigio Sergio Favot. Arrivò in riva al Tanaro in occasione proprio dell’annata 1972-’73: titolare Flavio Pozzani, a contendersi la panchina Favot e il milanese

Claudio Croci. Risultato: quest’ultimo riuscì a collezionare dieci presenze in campo, Favot nessuna, ma nonostante tutto venne inserito in distinta come numero 12 nella finalissima dello stadio “Flaminio” di Roma contro l’Avellino.

Quando ci fu l’invasione di campo dei tifosi irpini, se non fosse stato per il povero Arrigo Dolso, forse sarebbe stato linciato. Senza un solo minuto effettivo di gioco, Favot vinse comunque la prima Coppa Italia di serie C.

grigi di coppe

di Sergio Giovanelli

L’

ALESSANDR Nel 1960 i Grigi in Mitropa Cup

Alessandria ha un passato anche nelle competizioni europee seppure di minore importanza. Nel 1960 i Grigi presero parte alla Mitropa Cup, manifestazione oggi scomparsa ma che negli anni ‘30 aveva avuto un’importanza equivalente alla moderna Champions League.

La Mitropa Cup (contrazione di Mitteleuropa, cioè Europa Centrale) nacque nel 1927 in parallelo alla Coppa Internazionale (torneo per Nazionali, si perdoni il gioco di parole) ammetteva squadre dei principali tornei dell’Europa Centrale (Austria, Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia, quest’ultima presto sostituita dall’Italia).

Con il passare delle stagioni il torneo che in Italia si chiamava semplicemente Coppa Europa divenne sempre più prestigiosa tanto che il Bologna porta come fiore all’ occhiello del suo palmares le vittorie del 1932 e 1934.

Nel dopoguerra, negli anni ‘50 si riprende ma il blasone si è parecchio appannato anche perché, esclusa l’Ungheria della Squadra d’Oro, il valore tecnico del calcio danubiano è decisamente inferiore a quello che era prima della seconda guerra mondiale.

Nel 1960 si decide di cambiare formula trasformando la Coppa in una competizione per Nazioni. Ammesse sei squadre per ognuna delle 5 Federazioni in lizza; accoppiamento a sorteggio con gare di andata e ritorno e classifica nazionale.

A rappresentare l’Italia vennero scelte la Fiorentina (2a classificata in Serie A), il Bologna (5°), la Roma (9a), l’Udinese (15a), il Palermo (16°) e l’Alessandria (17a).

Ai grigi toccò in sorte il Velez Mostar decimo classificato nel campionato jugoslavo.

La formazione bosniaca sulle due partite giocate dimostrò di essere nettamente superiore ai grigi, presentatisi al doppio confronto senza diversi giocatori e stanchi dopo una stagione estenuante conclusa, oltre tutto, con la retrocessione in Serie B. Così a Mostar i padroni di casa superarono la resistenza dell’Alessandria vincendo 4-1. Nella gara di ritorno, giocata la domenica successiva, gli slavi scesero al

Moccagatta e rivinsero: questa volta in rimonta negli ultimi 10 minuti prima pareggiando e poi superando con una doppietta del loro centravanti Rebac il gol iniziale di Forin.

Il torneo venne vinto dall’Ungheria; l’Italia chiuse al quarto posto precedendo soltanto l’Austria ma notevolmente distanziata dagli altri Paesi.

Con l’edizione successiva si tornò alla formula classica e con il passare delle stagioni il torneo divenne sempre più marginale nel calendario calcistico: negli anni ‘80 fu trasformato in una sorta di coppa per campioni di Serie B, nel 1992 venne definitivamente abolita.

Una formazione dell’Alessandria nel campio

LA COPPA DELLE ALPI L’ultima partita di Rivera

O

ltre alla Mitropa Cup l’Alessandria ha preso parte (e per due volte) ad un’altra manifestazione Europea: la Coppa delle Alpi.

IL TORNEO La Coppa delle Alpi nasce nel 1960 sulle tracce di molte altre manifestazioni analoghe create con il duplice scopo di favorire l’attività calcistica nei mesi morti e consentire al Totocalcio dei vari paesi di effettuare concorsi pronostici anche in estate. Così vennero istituite (o riprese) la Mitropa Cup, la Coppa Rappan, la Coppa dell’Amicizia e la Coppa delle Alpi.

Quest’ultima ebbe diverse fasi distinte: le prime due edizioni si disputarono tra squadre italiane e svizzere con classifica nazionale. Dal 1962 entrarono in gioco anche le squadre francesi e si ebbe un vero torneo ad eliminazione diretta. Più avanti si aggiunsero i tedeschi, uscirono gli italiani, uscirono anche i tedeschi e si continuò a giocarla fino al 1987 con la sola partecipazione di francesi e svizzeri.

A noi interessano due edizioni: quelle

giocate nel 1960 e nel 1962.

La Coppa delle Alpi 1960, come detto, fu disputata con la formula della classifica per nazioni. Otto squadre italiane: Roma (9ª in A), Napoli (13), Palermo (16), Alessandria (17), Catania (3ª in B), Triestina (4), Verona (8), Catanzaro (8) vennero abbinate per sorteggio ad altrettante squadre svizzere: young Boys Berna (1ª in A), Bienne (2), La-Chaux-De-Fonds (3), zurigo (4), Lucerna (5), Friborgo (1ª in B), young Fellows zurigo (2), Brühl (3). Ai Grigi toccò in sorte il La-Chaux-DeFonds. La formazione gialloblu, proveniente dalla città degli orologi, era tecnicamente superiore alla squadra grigia e lo dimostrò vincendo sia al Moccagatta che sul proprio terreno.

La gara di andata fu l’ultima partita giocata da Gianni Rivera con la maglia grigia.

Il “Golden Boy” dal 1° luglio divenne un giocatore del Milan. In un ideale cambio della guardia nella stessa gara fece il suo esordio un altro prodotto della scuola alessandrina, Elio Vanara. Benché fosse ancora l’epoca in cui le sostituzioni

IA IN EUROPA Antonio Marangi e quella rete a Mostar

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nato 1959-60

uando un solo gol fa ricordare che ci sei stato anche tu. Lo ha sempre saputo Antonio Marangi, scomparso poco più di un anno fa, anche lui entrato (anche se di sfuggita) nel novero di coloro che hanno indossato la maglia grigia. Nato a Taranto, classe 1938, ruolo centrocampista, nell’Alessandria finì per essere chiuso in un’epoca in cui nel calcio non esistevano ancora le sostituzioni. Era l’Alessandria di capitan Franco Pedroni, dell’oriundo Juan Carlos Tacchi e di Gianni Rivera. Lo troviamo presente nella “rose” dei campionati di Serie A 1959-’60 e di Serie B 1960-’61 senza mai disputare una sola gara. Venne invece schierato nelle

Una formazione dell’Alessandria nel campionato 1961-62 non erano ammesse, in questo torneo, vista la collocazione estiva, era consentito cambiare un giocatore a gara in corso; andavano in panchina un portiere ed un altro elemento. Ai Grigi questa possibilità fece comodo perché Maccacaro all’intervallo ebbe un forte attacco di appendicite e finì all’Ospedale per accertamenti. Al suo posto nel secondo tempo giocò Moriggi.

Con la partita in terra svizzera finì l’impegno in Coppa delle Alpi dei Grigi. L’Italia vinse il torneo con 19 punti contro i 13 della Svizzera e si aggiudicò la Coppa. Anche le società

partecipanti ricevettero una riproduzione in formato ridotto del trofeo.

L’Alessandria venne chiamata a partecipare anche all’edizione 1962 del Trofeo. A questa Coppa delle Alpi parteciparono 8 squadre tutte appartenenti ai campionati cadetti delle rispettive nazioni.. Tre le Italiane: Genoa (1°), Simmenthal Monza (8°) e Alessandria (10ª); tre francesi: Grenoble (1ª), Valenciennes (2ª), Girondins Bordeaux (3ª) e due svizzere: Chiasso (1ª), Sion (2ª).

Torneo ad eliminazione diretta con quarti di finale andata-ritorno, semifinali e finale

due partite giocate nella Mitropa Cup del 1960 contro gli allora jugoslavi (oggi bosniaci) del Velež Mostar. Fu proprio su quel campo che Marangi bagnò il suo esordio segnando il gol del momentaneo 1-2. La gara fu poi vinta per 4-1 dal Velež, che si impose anche nel ritorno ad Alessandria per 21. Trasferito al Potenza nell’estate del 1961, finì poi nella squadra della sua città natale, dove rimase per cinque stagioni. Durante questo periodo il Taranto lo mandò a Messina dove giocò, nella stagione 1964-’65, le sue uniche gare di Serie A, prima di rientrare a Taranto.

Chiuse la carriera nel Manduria.

Mario Bocchio in gara unica. Per l’Alessandria l’urna disse Chiasso. Il motivo interessante di questa partita stava in panchina: l’allenatore dei ticinesi era nientemeno che Adolfo Baloncieri, l’indimenticato Balon dei ruggenti anni ‘20. Il regolamento del torneo consentiva di schierare giocatori presi in prestito da altre società e i Grigi ne schierarono tre: Mario Barluzzi portiere dal Catania (ma diretto al Milan), Bruno Taverna centrocampista dal Bologna, Rodolfo Bonacchi attaccante dal Bari. I Grigi vinsero a Chiasso 1-0 con un gol in apertura del capocannoniere di B Cappellaro ipotecando in pratica il passaggio del turno. Al Moccagatta i rossoblu ticinesi vennero battuti 2-0 ed i marcatori furono il prestito Bonacchi ed il giovanissimo Mario Fara, altro prodotto del vivaio grigio destinato anch’egli ad una grande carriera in Serie A e B. Assieme ai Grigi passarono il turno il Genoa (battuto il Bordeaux), il Valenciennes (superato il Simmenthal Monza) e il Grenoble (sconfitto il Sion). La semifinale italo-francese mise l’Alessandria contro il Grenoble in una gara secca da giocarsi all’Arena di Milano. I biancoazzurri del Delfinato vinsero la partita giocata di fronte a pochi intimi grazie ad un gol segnato da Lewandowicz dopo otto minuti di gioco.

Il Grenoble giocò (e perse 1-0) a Genova con il Genoa la finale del torneo. Con questa sconfitta si conclude la storia europea dell’Alessandria.

La grande impresa dell’Alessandria restituisce

grigi di coppe

di Sergio Giovanelli

L

a Coppa Italia o TIM Cup (orribile denominazione determinata dall’insaziabile fame di soldi del calcio moderno) è il secondo trofeo nazionale per importanza. In altri paesi (vedi l’Inghilterra con la F.A. Cup) è addirittura la manifestazione più prestigiosa. Nata come competizione alternativa al campionato per via della formula (girone unico – eliminazione diretta), la sua esistenza costituisce requisito indispensabile per l’ammissione di una federazione alle organizzazioni calcistiche internazionali.

LA STORIA DELLA COPPA E I GRIGI Nata nel 1922, anno della scissione del calcio italiano, ebbe svolgimento regolare ma con la partecipazione delle squadre minori, visto che le “grandi” avevano aderito alla C.C.I. Vinse il Vado di Virgilio Levratto.

Si riprovò nel 1926-27, ma non si arrivò alla fine: per mancanza di date utili il torneo venne prima sospeso e poi annullato. I Grigi quell’anno giocarono una partita contro l’AC Bologna, squadra minore del capoluogo emiliano e vinsero 17-2. Nel turno successivo avrebbero dovuto affrontare il Bologna “vero”. In quella partita, che rappresenta ancora il primato italiano in fatto di segnature nei tornei calcistici maggiori, mattatore fu Renato Cattaneo autore di ben otto reti.

Rinata nel 1935-36 la coppa Italia ebbe regolare svolgimento: eliminazione diretta a partita secca con ripetizione sul campo dell’altra squadra. In quell’anno l’Alessandria esordì nei Sedicesimi di finale a Cremona (vinse 4-1) poi battè 4-0 il Modena e per 10 la Lazio e il Milan, approdando alla finalissima di Genova contro il Torino.

I granata, in questa partita, dopo una prima fase di equilibrio con Riccardi che pareggiò la rete iniziale di Galli, surclassarono i Grigi (5-1 il punteggio finale) ed iscrissero il loro nome nell’Albo d’Oro del torneo.

L’anno dopo, da finalisti uscenti i Grigi vennero battuti subito dal Milan che vendicò lo smacco dell’anno precedente. Nel 1937-38 persero negli ottavi di finale contro la Juventus a Torino, poi una lunga fila di eliminazioni nelle partite iniziali: 0-1 a Savona (1939-40) 1-3 a Brescia (1940-41), 04 a Bologna (1941-42), 0-2 a Modena (194243) La Guerra e la riorganizzazione calcistica fermarono la Coppa. Si riprese nell’estate del 1958. Fu un edizione particolare: in vista dei Mondiali di Svezia il campionato

L

a straordinaria impresa dell’Alessandria in Tim Cup edizione 20152016, ha restituito un senso al torneo più snobbato degli ultimi anni, la Coppa Italia. I Grigi battendo lo Spezia, si son guadagnati un posto in semifinale. hanno affrontato il Milan di Sinisa Mihajlovic in una sfida che, nonostante il doppio risultato finale, è stata affascinante proprio perchè ha messo a confronto due diverse nobiltà del pallone, quella del “club più titolato al mondo” e quella “decaduta” dei pionieri del football. Impresa, quella dei Grigi a La Spezia, che è stata ancor più eccezionale perchè maturata - per di più - in rimonta.

L’eroe della serata piemontese si è alzato dalla panchina e ha segnato due volte, in circa venti minuti di partita. Riccardo Bocalon, ex promessa della primavera dell’Inter, ha riscattato le speranze che parevano ormai perdute guadagnando per sè e per la squadra il diritto di esibirsi a San Siro, quella che - fino a qualche anno fa - era baldanzosamente classificata quale la Scala del Calcio.

La vittoria dell’Alessandria ha restituito il fascino alla Coppa Italia che, da qualche decennio, è ormai completamente invisibile. Forse per questo gli scienziati di Lega e Federazione hanno cercato di costruire formule sempre più diverse per

LA COPP Dal quel 17-2 all’AC Bologna, alla semifinale di San Siro nel 2016

era stato anticipato e compresso. L’Italia ebbe la sciagurata idea di farsi eliminare dall’Irlanda del Nord e ci si ritrovò a dover coprire un periodo di inattività forzata. Il torneo venne letteralmente inventato in pochi giorni e anticipò la vera Coppa Italia prevista comunque dalla stagione suc-

Alessandria-Juve 6 settembre 1964.

A destra “Il Calcio Illustrato” celebra la vittoria del Torino contro i Grigi.

Era l’11 giugno 1936

al trofeo il fascino perduto tentare di restituire un senso al trofeo nazionale. Senza pensare, però che è unicamente la possibilità di garantire uno scontro (quasi ad armi pari) tra grandissime e piccole, tra multinazionali e botteghe artigiane, tra brand e scudetti, tra squadroni e compagini di paese a costituire ciò che è tutt’oggi il modello inarrivato della Fa Cup inglese.

Grazie all’Alessandria di Mister Angelo Gregucci (uno che in Inghilterra c’è stato, nello staff del Mancio al City e che si definisce “ricercatore del calcio”) la Coppa Italia si è ripresa lo charme che ormai, tra turnover e stadi vuotissimi, aveva perduto.

PA ITALIA Marco Martini mattatore di Coppa.

Segna 4 gol alla Santegidiese e pareggia a Marassi contro la Sampdoria

cessiva (le due manifestazioni finirono per accavallarsi con curiosità assortite tipo Tagnin eliminato nel primo turno con l’Alessandria e vincitore a novembre con la Lazio). In questo torneo era possibile schierare prestiti e giocatori in prova: L’eroe grigio del girone eliminatorio fu Giacomo

Parodi, proveniente dal Casale e subito girato in prestito alla Biellese, rientrato e utilizzato in Coppa per poi finire a Vigevano: 6 presenze e 6 gol con una quaterna proprio contro il Vigevano. I Grigi arrivarono terzi nel girone alle spalle di Smapdoria e Genoa (1-1 al Moccagatta con Parodi che pareggiò il gol iniziale di Corso e 0-4 a Marassi con doppietta di Paolone Barison e gol di Firotto e Dal Monte) Con l’autunno del 1958 la Coppa Italia riprese il suo svolgimento regolare sempre con gare a eliminazione diretta. L’Alessandria toccò il punto più basso della sua parabola: sorteggiati per giocare in casa contro la FEDIT Roma (squadra di Serie C) i Grigi vennero umiliati 3-0 da una formazione di due categorie inferiori. Per completare il tabellone del quarto turno (ad eliminazione diretta) servivano sedici squadre ma ce la qualificate erano solo quindici: ne mancava una. Ad essere ripescata fu l’Alessandria che riscattò l’inopinata sconfitta con i romani battendo al Moccagatta il Pisa per 5-0. Nel turno successivo a Torino contro la Juventus finì 6-2 ai supplementari dopo il 2-2 del 90’.

Nel 1961-62 il sorteggio mise i Grigi di fronte al Napoli in trasferta. Cappellaro replicò a Gilardoni e finì 1-1. Si andò ai rigori (allora erano 6 e potevano essere tirati dallo stesso calciatore). Si sfidarono Bettini e Bodi. Bettini sbagliò il terzo tiro, Bodi l’ultimo. Ad oltranza Bettini si fece parare il settimo tiro e Bodi segnò. Passò il Napoli che andò a vincere la Coppa, tuttora unica formazione di B a riuscire nell’impresa. Curioso quanto avvenuto nel 1963-64. Al primo turno capitò il Lanerossi Vicenza 1-1 ai supplementari e vittoria con il sorteggio. Al secondo il Genoa: altro pareggio (0-0) ma sconfitta ai rigori. Regolamenti diversi in due turni eliminatori successivi.

In quegli anni il sorteggio non fu mai benigno: al primo turno nel 1962-63 ai Grigi capitò l’Inter (0-5), nel 1964-65 la Juventus (1-2) nel 1965-66 la Lazio (1-3) nel 1966-67 il Torino (0-1) tutte al Moccagatta.

Con la retrocessione in C basta Coppa Italia. Con la promozione in B del 1974 si rigioca. La formula era cambiata le: squadre erano divise in gironi eliminatori a 5 squadre con una promossa. Per l’Alessandria la bella vittoria con il Foggia all’esordio illude ma poi arrivano tre sconfitte. L’ultima, pesante, a Terni per 0-5. Con il ritorno in C finisce anche l’avventura di Coppa.

I regolamenti cambiano e in Coppa vanno anche squadre di C. I grigi sono risaliti dall’inferno dei dilettanti e possono aspirare a giocarci.

L’Alessandria è selezionata a partecipare alla Coppa Italia nel 2008-09: il sorteggio del primo turno accoppia i grigi al Marcianise e vittoria in trasferta, secondo turno altra trasferta a Sassuolo ed eliminazione. > segue a pagina 18

grigi di coppe

di Sergio Giovanelli

La fantastica vittoria di La Spezia che aprì le porte alla doppia semifinale di Tim Cup contro il Milan

Di nuovo nel 2009-10 si affonta la Santegidiese al Moccagatta: un bel 6-0 con quaterna di Martini (la migliore prestazione di un Grigio in Coppa escludendo la partita del 1926) assieme a Parodi nel 1958. Secondo turno con la Reggina e sconfitta di misura al Granillo.

Si salta un anno: nel 2011-12 vittoria con la Casertana in casa e sconfitta solo ai supplementari con la Sampdoria a Marassi.

Ancora una stagione di pausa poi nel 2014-15 vittoria al Moccagatta con la Salernitana per 1-0 e sconfitta a Lanciano con lo stesso punteggio.

Ben diversa la coppa successiva: tranquillo 2-0 ai dilettanti dell’Alto Vicentino, gustosa vittoria al Piola di Vercelli per 2-1, la pennellata di Loviso sotto il nubifragio di Ferragosto al Moccagatta. Sarebbe già stato sufficiente ma venne l’impresa del Renzo Barbera di Palermo propiziata dal calcio di rigore a favore dopo pochi minuti e dalla successiva espulsione del rosanero Vazquez. Già si festeggiava visto che, oltretutto, la sorte aveva messo l’Alessandria sul cammino del Genoa, formazione con una lunga tradizione di fratellanza tra le tifoserie. Ebbene a Marassi iniziò la favola dei grigi; 0-0 all’intervallo, gol di Marras in apertura di ripresa e pareggio di Pavoletti nei minuti di recupero. “E’ finita” si pensò, oltretutto l’Alessandria era ridotta in dieci per l’infortunio di Manfrin a sostituzioni esaurite. Invece arrivò il punto di Bocalon a 5 minuti dalla fine. Quarti di finale: già dirlo fa emozionare. E si va al “Picco” di La Spezia contro una rivale storica dell’Ales-

sandria. Ed è ancora più bello il 2-1 in rimonta con doppietta di “Din Don Bocalon”.

La semifinale contro il Milan va ricordata non per il risultato (la doppia vittoria dei rossoneri, in fondo, era scontata) quanto per l’esodo alessandrino: un totale di 48.000 spettatori tra l’Olimpico torinese (scelto dalla società come sede dell’andata) e San Siro. Una cavalcata comunque storica per l’Alessandria, una delle rarissime formazioni non di Serie A a giungere alle fasi finali di una Coppa che, lo ricordiamo, solamente una volta è stata vinta da una formazione cadetta, l’Atalanta del 1963.

Dopo l’impresa del 2016 si è tornati alla normalità: vittoria con il Teramo al primo incontro e sconfitta a Perugia la settimana dopo nella scorsa stagione.

Anche nell’anno in corso si è ripetuto il cammino: vittoria ai supplementari a Co-

senza nel primo turno e battuta d’arresto a Salerno la domenica successiva con l’appena trasferito Bocalon nel ruolo di giustiziere dell’Alessandria.

A margine della Coppa Italia “classica” a partire dagli anni ‘70 sono state introdotte anche le coppe di categoria, quella di C e quella dilettanti. I grigi hanno partecipato a molte edizioni del torneo riservato alla Terza Serie (nelle sue varie denominazioni: Semipro, Serie C, Lega Pro). ha avuto la ventura di inaugurare l’albo d’oro della manifestazione nel 1972-73 con la vittoria al Flaminio di Roma contro l’Avellino (ne parliamo diffusamente nella prima pagina di questo speciale). Dopo di allora solamente nel 1976-77 con l’eliminazione rimediata in semifinale contro il Lecco i grigi hanno raggiunto le fasi finali del torneo.

l’evento

di Sergio Giovanelli

CIN CIN CIAPLEN

Il mito di Renato Cattaneo rivive nel bar dello stadio

I

l 24 dicembre scorso, nel corso del tradizionale brindisi natalizio, l’Alessandria Calcio e Museo Grigio hanno intitolato i nuovi locali che ospitano il bar dello Stadio Moccagatta a Renato Cattaneo.

Alla cerimonia hanno partecipato i due figli di Cattaneo, la figlia di Elvio Banchero e una rappresentanza di ex giocatori dell’Alessandria: Colombo, Tonetto, Beccari e Servili, oltre alla gradita presenza di José Altafini.

Ma chi era Renato Cattaneo? Nato ad Alessandria nel 1903, dopo alcune esperienze adolescenziali a Casale e nei Giovani Calciatori vercellesi entrò nei ranghi dell’Alessandria. Esordì in maglia grigia a 19 anni compiuti da poco segnando anche il suo primo gol. Rimase all’Alessandria fino al 1935 segnando sempre valanghe di gol.

Nel 1927 durante quell’edizione della Coppa Italia mai conclusa segnò ben otto reti contro il malcapitato AC Bologna, battuto 17-2: punteggio, margine e marcature individuali sono tuttora il record nazionale.

Fu l’autore dell’ultima rete segnata sul campo degli Orti prima del trasferimento al nuovo “Littorio”.

In serie A fu sempre protagonista fino al 1935 quando si trasferì alla Roma. Anche in maglia giallorossa lasciò il segno: gol all’esordio contro il Ferencvaros nella coppa dell’Europa Centrale e, soprattutto, il gol che decise il derby di Roma, sul campo della Lazio ad un minuto dalla fine; vittoria che interruppe un’astinenza lunga quattro anni per i romanisti.

Il figlio ha spiritosamente ricordato quest’episodio raccontando che per diversi giorni Cattaneo fu costretto a non farsi

La cartolina da collezione distribuita per l’occasione. In alto, alcuni membri di Museo Grigio e tra gli ospiti: Altafini, Colombo, Beccari, Tonetto, la figlia di Elvio Banchero.

A sinistra, i figli di Renato Cattaneo scoprono la targa dedicata al padre

vedere in giro perché temeva la reazione dei tifosi laziali. Dopo due stagioni a Roma ed una ad Asti il ritorno ad Alessandria per chiudere la carriera da calciatore.

Decisamente in tono minore il rapporto con la Nazionale: solo due presenze perché chiuso prima da Raffaele Costantino e poi da Enrique Guaita. Memorabile il suo esordio contro la Francia: infortunatosi ma costretto a restare in campo per le norme che non consentivano sostituzioni fece due assist per Meazza e segnò l’ultimo gol che divenne celebre come “il gol dello zoppo”.

Rimase per anni al primo posto nella classifica presenza dell’Alessandria prima di essere superato da Colombo; è tuttora il capocannoniere all-time della squadra dall’alto dei suoi 160 gol (dei quali 143 in campionato).

i grandi personaggi

di Mario Bocchio

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ROCCO PAGANO

Dai fischi del Moccagatta alle difficoltà di Paolo Maldini

na vita dedicata al calcio: Rocco Pagano è l’emblema del calciatore appassionato di questo splendido sport. Soprattutto con il Pescara ha scritto la storia, aiutando i colori biancazzurri nella cavalcata alla Serie A per due volte. La sua vita calcistica si snocciola tra promozioni conquistate e complimenti ricevuti. Ci sono tanti bei ricordi nella sua carriera, ma il più bello non può che essere la prima promozione in Serie A con il Pescara, perché fu definita da molti inaspettata.

La sua carriera era comincia nella formazione del Banco di Roma in C2 nel 1982-’83, dove fu notato dall’Alessandria, che lo chiamò in riva al Tanaro. La stagione 1983-’84, la prima dei fratelli Calleri, fu caratterizzata dal cambio di ben tre allenatori: Ferretti, Fossati e Colombo.

Alla fine – come noto – la promozione non arrivò, in quanto i Grigi si classificarono solo terzi e in C1 andarono Livorno e Asti. Esordì in maglia grigia in Coppa Italia, in occasione della sonora vittoria (4-0) contro il Casale, con reti di Gregucci, Cavaglià, Manueli e Marangon. La sua prima in campionato, invece, risale al 2 ottobre 1983, sempre nel derby con i Nerostellati e sempre al “Moccagatta”: Alessandria-Casale 2-0, goal di Scarrone e Pistis. Per lui, alla fine una ventina di presenze in campionato e un solo goal, in Coppa Italia, nella vittoria dei Grigi a Parma per 4-2. A dire il vero, non piaceva più di tanto ai tifosi, che incominciavano a rumoreggiare nell’ascoltare il suo nome scandito dall’altoparlante. Alla fine venne scartato, perchè non all’altezza dei progetti della società. Venne ceduto al Derthona, sempre in C2, dove giocò 33 partite, segnando 2 reti e impressionando in positivo. Aveva avuto ragione Mister Domenghini, che credette in lui, dandogli un ruolo nuovo e ben preciso: prima giocava a centrocampo, venne impostato sulla linea, con il compito di agire larghissimo.

Nel 1985 ci fu il suo trasferimento al Pescara: un anno difficile in B, culminato con il ripescaggio dopo il fallimento del Palermo. In quegli anni il Pescara aveva preso molti giovani: lo stesso Pagano, Carrera, Berlingheri, Bergodi, tutti ragazzi di ottima prospettiva. Il calcio di quei tempi, però, era diverso da quello attuale: prima che una “matricola” iniziasse a giocare passava molto tempo, si dava troppo spazio ai veterani al di là di chi

Rocco Pagano (il terzo in piedi da sinistra), nel Derthona 1984-’85 meritava o non meritava. L’anno successivo l’exploit con Galeone alla guida tecnica. Aveva un grande rapporto con tutti i giocatori: anche dopo una sconfitta, cercava sempre di impartire positività.

Dopo cinque anni a Pescara, la scelta di andare a giocare in prestito a Udine, per provare a mettersi in mostra ancora in serie A. Ma in Friuli c’erano tanti giocatori importanti e fu parecchio difficile trovare spazio da titolare. Il ritorno fu inevitabile, tra l’altro Pagano contribuì ad un’altra storica promozione degli abruzzesi in A con 10 reti nella stagione 1991-’92.

Poi il passaggio al Perugia, con cui hai ottenuto tre promozioni (una annullata), Ancona e Teramo tra i professionisti, per poi continuare a giocare tra i dilettanti. Pagano deve praticamente tutto all’allenatore filosofo Giovanni Galeone, il “Profeta” dell’Adriatico che andava in estasi leggendo Camus sulla spiaggia di Francavilla e contemplando il dribbling secco con finta alla Garrincha, a saltare sistematicamente l’uomo, del suo Rocco.

“Pagano era uno che i difensori li mandava al manicomio” ha detto più volte Galeone. Ne sa qualcosa Paolo Maldini che anni fa durante la trasmissione “Controcampo” confessò a uno spiazzato Sandro Piccinini: “L’attaccante che mi ha messo più in difficoltà? – attimo di esitazione e poi il nome che non ti aspetti – Rocco Pagano, del Pescara”.

Re per una notte, ma l’interessato spense la tv un attimo prima della rivelazione a

sorpresa del monumentale Maldini.

Quando il giorno dopo lo venne a sapere, ricambiò con un telegramma spedito a Milanello, ma con Paolo non si è mai incontrati, né parlato al telefono. Non accadrà mai invece di vedere Rocco Pagano seduto su una panchina, nonostante sia stato uno degli allievi prediletti della premiata “Scuola Galeone”. Gasperini, Camplone, Di Cara, Bergodi, Allegri erano già allenatori quando giocavano con lui.

Appena facevano gruppetto per discutere di tattica Pagano si metteva a palleggiare a distanza.

Il calcio continua ad essere quel sogno iniziato da ragazzino quando, valigia in mano, da Sannicandro Garganico salì a Torino per entrare nelle giovanili della Juventus. Guardava Causio e quei campioni del mondo dell’82 come delle chimere. I giovani – come ci ha confessato Teodoro Lorenzo – non si avvicinavano neppure per fare le foto. Pagano era una mezzala alla Tardelli, poi al Derthona l’altro suo maestro di campo, Angelo Domenghini, lo prese da parte e gli disse: “Rocco, tu sei nato per fare l’ala destra, come me”. Aveva ragione Domingo. è stato una delle tante vittime dell’era pre-Bosman. L’anno della promozione in A con il Pescara lo voleva il Napoli che in cambio offriva il fratello di Maradona, hugo. I suoi dirigenti gli dissero: “Ci dispiace Rocco, ma questi ci vogliono ammollare un bidone”. Stava per andare all’Inter di Trapattoni, ma alla fine dal Cesena presero Bianchi.

21 L’ORSOINCASA

Venerdì 19 gennaio 2018

di Gigi Poggio l’intervista

Michele Marcolini.

Passato, presente, futuro

THE

NORMAL ONE > segue a pagina 22

l’intervista di Gigi Poggio

TANTA ALESSANDRIA NELLA VITA DI MARCOLINI: PAPà ANTONIO, UN GOL IN GRIGIO NEL 1975, I PRIMI MESI DI VITA AL QUARTIERE CRISTO, MOLTI EX COMPAGNI E OGGI ALLA GUIDA DELLA SQUADRA

Papà Antonio, nel Bari

Venerdì 19 gennaio 2018

Con la maglia del Vicenza

A

Michele Marcolini, il proprio lavoro piace davvero tanto... “Vivo nel mondo in cui ho sempre desiderato di vivere: non posso negarlo. Fin da bambino ero tutt’uno con la palla; inevitabile che diventassi un calciatore ma meraviglioso che abbia potuto farne diventare la mia professione... ma non equivochiamo.

Del calcio mi è sempre piaciuto tutto il mondo e l’ambiente, non certo il fatto di essere, prima da calciatore e poi da allenatore, uno status symbol. Dagli stadi in cui ho giocato, agli avversari che ho affrontato, fino ai compagni con cui ho condiviso momenti belli e meno belli ho sempre cercato di cogliere le sensazioni che mi trasmettevano e che vivevo in quel presente. Poi tutto torna e ne fai tesoro e ti serve”.

A cominciare dai tre anni a Sora, in serie C...

“Venivo dal Toro, con cui avevo appena giocato una finale per lo scudetto Primavera, con una squadra di gran bella gente, da Briano a Sottil, fino a Moreno Longo. Per una ragazzo di meno di vent’anni, Sora era dall’altra parte del mondo. La C era una campionato tiratissimo e impegnativo, con certe piazze del Sud a dir poco bollenti.

Ma a Sora non erano da meno; c’era entusiasmo e una società che voleva fare bene. Per non parlare di mister Di Pucchio, un precursore, con una preparazione e un metodo che per quel tempo erano davvero qualcosa di mai visto. Sora e quell’esperienza mi consentirono di fare il grande salto in A a Bari e, in un certo senso, di prendermi una sorta di rivincita col Torino che non

L’ORSOINCASA 22

In campo, con la maglia del Chievo Verona e oggi, sulla panchina dell’Alessandria

aveva creduto in me”.

A Bari incrociasti la serie A degli anni ‘90, campioni che hanno fatto un’epoca, a cominciare da un certo Antonio Cassano. “Antonio, oltre a essere stato un talento, era

un simbolo di quella città, anzi di una città nella città come è Bari vecchia. Ma quello che stupiva era anche la grande consapevolezza dei suoi mezzi, la sicurezza che si portava dentro pur giovanissimo... ma un talento è così altrimenti che talento sarebbe?!”

A Bari, trovi anche Eugenio Fascetti. “Altro grande mister con un’abilità di responsabilizzarti e tirarti fuori il meglio che faceva la differenza e di cui tu non potevi non cogliere il senso profondo e l’importanza”.

Altro calcio rispetto a oggi? “Sicuramente sì. Un’epoca in cui il mister sviluppava e

Venerdì 19 gennaio 2018

23 L’ORSOINCASA

DAI PRIMI PASSI A SORA CON MISTER CLAUDIO DI PUCChIO AL GRANDE SALTO A BARI IN SERIE A, DOVE TROVA CASSANO E FASCETTI. FINO ALL’ESPERIENzA DI VERONA, SPONDA ChIEVO. ERA UN CALCIO DIVERSO, MENO FISICO E MENO “TECNOLOGICO”

Antonio Cassano nel Bari

Claudio Di Pucchio

Eugenio Fascetti

metteva in pratica altre attitudini, come la lettura delle situazioni, in campo e fuori: la lettura degli allenamenti e quindi poi l’opportunità di certe scelte oppure la lettura pura e semplice delle partite, quando le sfide le vincevi con una mossa o una scelta, appunto. Questa era, secondo me, la peculiarità di mister Fascetti. Poi sicuramente era un calcio diverso, meno fisico e molto meno “tecnologico” e per la prepazione delle partite e per lo studio delle avversarie”.

La tua carriera di calciatore l’hai vissuta in piazze importanti e cariche di fascino, da

Bari a Bergamo fino a Verona, con la maglia del Chievo, senza dimenticare Vicenza. Anni importanti, grandi campioni ma che calcio era quello? “Era il calcio dei Ronaldo, degli Zidane, dei Rui Costa e dei Maldini: calciatori che univano doti atletiche a fondamentali da fuoriclasse. Di quel mondo e di quel clima io ho cercato di vivere, come ti dicevo, il presente per quel che rappresentava in quel momento e. credimi, era davvero tutto straordinario”.

Facendo tesoro di un vissuto così intenso, è arrivata una nuova vita: quella di allenatore.

“Me lo chiesero a Lumezzane, a fine campionato, nel 2013, in serie C e non mi tirai indietro e lì è cominciata un’altra storia”.

Che, passo dopo passo, ti ha portato ad Alessandria. Alessandria che, per inciso, si ritrova in tanti tuoi compagni di viaggio, nella carriera, per non parlare dell’unico gol Grigio segnato da tuo padre il giorno prima che nascessi e di quell’appartamento al Cristo dove sei vissuto da neonato per qualche mese nell’autunno del 1975. Ma, arrivando ai giorni nostri, che idea avevi dell’ambiente alessandrino e che idea hai ora, se l’hai cambiata? “Sapevo di arrivare in una società modello, strutturata e ambiziosa che doveva superare un momento tra i più drammatici della propria storia. Non si poteva non fare i conti con questo dato di fatto. Di lì ho cominciato a lavorare, passo dopo passo, cercando di ridare fiducia, parlando e ascoltando, cercando di fare leva su un dato e cioè che questo gruppo ha qualità e forza e deve solo trovare autostima e consapevolezza di queste qualità. I risultati ci hanno dato ragione ma noi li abbiamo cercati, col carattere e l’intensità, sporcandoci le mani, come mi piace dire, facendo leva su una convinzione...”

Vale a dire? “Siamo un gruppo di lavoro, è vero, ma viviamo la nostra quotidianità quasi come una famiglia, in cui la condivisione e l’empatia governano rapporti e relazioni e con questo spirito dobbiamo gestire la nostra attività. Per me questo è la base

di tutto”.

Parlavamo delle piazze in cui hai giocato e citavamo Vicenza che, oggi, vive una crisi drammatica. Oggi il calcio è in affanno evidente, fin dai vertici nazionali. Come ti spieghi questa situazione e che soluzioni adotteresti?

“La crisi del nostro calcio ha radici lontane, i cui segnali si potevano cogliere da tempo.

Ora il dato è eclatante perche la nostra nazionale non giocherà i Mondiali ma tutti sappiamo benissimo che... la colpa non è di Ventura. E’ una crisi strutturale e di impianti che non si sono adeguati. Le società non investono su campi e attrezzature e la formazione di giovani calciatori diventa sempre più complessa perchè diminuisce il numero di ragazzi che si avvicinano allo sport. Non so se, come capita nella peggior tradizione italiana, occorre aver toccato il fondo per poi risollevarci. Di sicuro si sta facendo poco, anche in relazione al fatto che il mondo è cambiato e quindi anche il modo di fruire l’evento lo stadio si sono profondamente modificati. Spazi e luoghi da ripensare, dentro e fuori, dall’accoglienza ai parcheggi esterni. Ma qui sembra di essere ancora a Italia ‘90...”

Sei ambizioso, Mister? “Certo che lo sono senza dimenticare un sano realismo che tiene conto delle mie capacità e della difficoltà di vivere in un mondo affidato a mille variabili. E ti dirò di più: vorrei che le mie ambizioni e le mie aspirazioni, s’incontrassero con quelle dei Grigi e di tutti l’ambiente per fare qualcosa di veramente speciale. Per quello però non basta la passione della piazza e l’impegno e le qualità di un Presidente che è già ben oltre la categoria.

Occorre innanzitutto lavoro quotidiano e continuità, strappando i risultati con impegno e umiltà, giorno dopo giorno, stando uniti, sapendo sempre che in questo calcio nessuno regala niente e solo dentro di noi, tutti noi, troveremo la forza per arrivare dove meritiamo e fare, tutti insieme, una bella festa... come si fa in una bella famiglia, appunto”.

grigi e media di Gigi Poggio

“LA PRIMA GARA IN CUI MI ChIAMARONO PER FARE LA TELECRONACA FU ALESSANDRIA-MANTOVA, IL 30 AGOSTO 2014 E FU SUBITO UNA VITTORIA GRIGIA. “LE MAGICIEN”, IL SOPRANNOME ChE DIEDI A RANTIER”

L’ORSOINCASA 24 Venerdì 19 gennaio 2018

I GRIGI IN DIRETTA Daniele La Spina, la voce dal Moccagatta

I

più affezionati (e attenti) tifosi che affollano la tribuna del Moccagatta hanno certamente imparato a riconoscerne la voce potente ed entusiasta, oltre che l’inconfondibile capigliatura. Da 4 anni, Daniele La Spina commenta per Sportube (da quest’anno Eleven Sports) le gare casalinghe dei Grigi. Un incontro quello tra lui e l’Alessandria maturato quasi per caso quando Enrico zambruno, telecronista di Juve Channel, lo segnalò proprio al canale della Lega Pro per sviluppare professionalmente, o quasi, un’attitudine e un ruolo già maturati per commentare vari sport su The Black studio, seguitissimo canale youtube di eventi sportivi a Torino.

“La prima gara in cui mi chiamarono per fare la telecronaca non la dimentico di certo, - confessa Daniele -. Alessandria-Mantova, 30 agosto 2014, subito una vittoria dei Grigi con gol di Valentini e grande entusiasmo sulle gradinate del Moccagatta. Allenava D’Angelo e in quella squadra giocava Julien Rantier per il quale ho inventato un nomignolo “le magicien” a cui Julien si è affezionato: bel ricordo davvero”.

Da allora tante gare da raccontare e quasi tutte dell’Alessandria... “Per lo più Grigi, è vero. A cui sono legato per tante ragioni, dalla vicinanza a Torino, al fatto che in tribuna mi sono fatto tanti amici, al clima che si respira prima, durante e dopo la partita. L’aria di una piazza che vive il calcio senza mezze misure, in maniera appassio-

Daniele è impegnato anche con telecronache di altre discipline sportive. In alto a sinistra, durante la diretta di Alessandria-Arezzo dal Piola di Vercelli. Nella pagina accanto, in alto, la nuova postazione centrale per le telecamere allo stadio Moccagatta, utilizzata per le trasmissioni di Eleven Sports

nata e pittoresca, con un entusiasmo sempre pronto a esplodere e che mi auguro di essere io, un giorno, a poter descrivere in diretta”.

Parliamo delle tue cronache, Daniele, perchè, immagino, che ognuno di essa venga preparata qualche giorno prima... “Ovviamente sì. Impegno che si completa già un paio di giorni prima, senza, peraltro, mai perdere di vista gli aggiornamenti che arrivano dai siti e dai social per fiutare l’aria o sapere le ultime sulle formazioni. Diciamo che, una volta conosciuta la designazione arbitrale e fatti i necessari approfondimenti, si comincia il lavoro per la domenica successiva, dagli scontri diretti alle statistiche coi marcatori e le sfide che, in alcuni casi, han lasciato il segno. La cronaca deve essere sempre ricca di questi spunti e di queste curiosità... e l’Alessandria e la sua storia, sotto questo profilo, sono una fonte d’ispirazione straordinaria”.

Parlavi del Moccagatta e del suo fascino.

Qualche ricordo? “Una partita col Novara, a inizio stagione, una cornice di pubblico incredibile e una Nord stratosferica per entusiasmo e colori. Serate così ti emozionano e ti fanno apprezzare ancor di più il tuo

“AD ALESSANDRIA SI VIVE IL CALCIO SENzA MEzzE MISURE, IN MANIERA PITTORESCA E APPASSIONATA, CON UN ENTUSIASMO SEMPRE PRONTO A ESPLODERE”

25 L’ORSOINCASA

Venerdì 19 gennaio 2018

ruolo. E poi certe vittorie prepotenti, fatte di gol e spettacolo. Senza dimenticare la gara col Pontedera, lo scorso anno, con l’alternarsi in diretta delle emozioni che arrivavano da Cremona. Un pathos straordinario che spero di aver saputo raccontare”.

E il Mocca di oggi? “Bello, confortevole, unico direi. Giocarci deve essere un grande sensazione... ma lo si percepisce anche raccontando le partite”.

Nei tuoi ricordi di telecronista immagino ci sia spazio anche per raccontare di qualche giocatore... “A parte Rantier che ricordo con grande piacere, mi vengono in mente Mezavilla e Bocalon”.

Due giocatori molto diversi, però... “Certamente ma con un comune denominatore: l’essenzialità dello stile e la grande praticità.

Boca, concepito per fare gol e poi disponibile, umile e sempre concentrato e Adriano, ugualmente sobrio, determinato, senza un momento d’incertezza”.

Ne parli davvero quasi da tifoso... “Ma perchè non si era capito nelle telecronache!?”

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ssibar è un’azienda che opera da più trent’anni e trent’anni significano, innanzitutto professionalità ed esperienza acquisita sul campo.

Vincenzo Longo che di Assibar è titolare insieme al fratello Giorgio, ci racconta la storia del suo lavoro con malcelata soddisfazione, con una considerazione che va decisamente in controtendenza. “Nel nostro settore la crisi non c’è: il lavoro non manca nè ai bar nè, tantomeno, a noi che li seguiamo. La bravura e la competenza sono sempre un valore aggiunto: chi lo sa e le usa non ha problemi. Mai”.

Ma da dove nasce la sigla Assibar? “Un suggerimento del nostro primo titolare, il signor Castagnotto della Torrefazione Mike. Assibar sta per “assistenza bar”, facile da ricordare e, intuizione geniale, in testa negli elenchi telefonici, in ragione dell’ordine alfabetico.

Semplice ma utilissimo”.

Assistenza bar è un termine un po’ generico che non rende merito alla vostra attività, peraltro ormai pluritrentennale, come si diceva... “All’inizio dell’attività, in realtà, noi ci occupavamo essenzialmente di assistenza alle macchine da caffè, arrivando presto ad acquisire la concessionaria di marchi importanti come Lancini e Brasilia, nomi di rilievo in quegli anni. Il nostro lavoro ha subito funzionato e bene. E sono maturate le possibilità con la fornitura di altre attrezzature per i bar, dalle piastre per tostare, ai frullatori, dai lavastoviglie fino alle macchine per il ghiaccio”.

Un’attività che si estesa presto in tutta la provincia di Alessandria... “Sì e nella maniera più naturale, col passaparola che negli anni ‘90 ha fatto da traino in molti settori del commercio. Il bar è un luogo dove la socialità è di casa e la possibilità di comunicare viaggia ai mille all’ora. Intendersi è facile con i titolari e noi, da subito, abbiamo investito sul contatto diretto e sulla tempestività dell’intervento, sapendo che la risoluzione sollecita dei problemi è un biglietto da visita che fa di sicuro

ALL’INIzIO DELL’ATTIVITà, ASSIBAR SI OCCUPAVA ESSENzIALMENTE DI ASSISTENzA ALLE MACChINE DA CAFFè, FINO AD ACQUISIRE LA CONCESSIONARIA DI MARChI IMPORTANTI COME LANCINI E BRASILIA

L’ORSOINCASA 26

Venerdì 19 gennaio 2018

ASSIBAR Non solo assistenza ai la differenza. Poi è arrivata la collaborazione con Cimbali, azienda leader nel settore di cui siamo concessionari esclusivi per le provincie di Alessandria e Asti, estendendo peraltro il nostro raggio d’azione anche su Novara, Vercelli e Cuneo”.

Ma Assibar com’è è organizzata al suo interno? “Siamo in otto con compiti precisi. Io e mio fratello Giorgio abbiamo fatto in modo che la ditta crescesse e migliorasse, se-

guendo le esigenze del mercato e dei clienti.

Dall’assistenza alle riparazioni nella nostra officina si lavora nell’ottica di essere sempre interlocutori affidabili e tempestivi, senza troppi distinguo di orari e chilometri. E non solo...”

Cioè? “Ci piace che il nostro settore di lavoro si arricchisca di nuove professionalità. Abbiamo infatti organizzato corsi per l’uso delle macchine per il caffè che facessero da aggiornamenti per i titolari dei bar perchè siamo convinti che, mai come in questo settore, serva competenza e professionalità. Improvvisarsi baristi è un guaio duplice: per chi apre l’attività e non è in grado di farlo e per il cliente che deve “subire” questo esperimento”.

Assibar lavora anche con i Grigi... “Sì e da parecchio. Le nostre macchine per il ghiaccio sono state subito molto apprezzate per le terapie ma solo in tempi recenti siamo

27 L’ORSOINCASA

Venerdì 19 gennaio 2018

OGGI FORNISCE ANChE ATTREzzATURE PER I BAR, DALLE PIASTRE PER TOSTARE, AI FRULLATORI, DAI LAVASTOVIGLIE FINO ALLE MACChINE PER IL GhIACCIO. L’IMPORTANTE COLLABORAzIONE CON LA CIMBALI E CON L’ALESSANDRIA

diventati partners commerciali della società.

La ritengo una scelta doverosa. La gestione Di Masi è competente e preparata.

Ha fatto investimenti importantissimi che meritavano di essere accompagnati e l’abbiamo volentieri.

Il fatto mi ha anche avvicinato alla squadra di cui ora sono un tifoso meno distaccato di un tempo. Inutile dire che se si farà festa, e spero presto, il ghiaccio lo porta Assibar...”

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uesta settimana riflettori puntati sulla formazione Under 15 allenata da Devis Barbin, che comanda la classifica del suo girone.

Mister, per lei secondo anno ad Alessandria.

Felice di essere stato confermato?

“Sì, certo. Finalmente sto vivendo un anno uno. Spesso mi è capitato di vivere un anno zero, come è successo la scorsa stagione, ora mi sto accorgendo di quanto dare continuità alle squadre di un settore giovanile sia utile e fondamentale soprattutto per i ragazzi. Trovare un gruppo che ha gli stessi principi che la società persegue, ti permette di iniziare il lavoro già con una parte di cammino fatto, per poi proseguire tutti insieme verso un traguardo a lungo termine, dal momento che per un ragazzo si tratta di un percorso dai 4 ai 10 anni di settore giovanile. La continuità di lavoro che siamo riusciti a dare a questi ragazzi, riuscendo a parlare la stessa lingua, seguendo principi comuni per tutti gli allenatori, è davvero l’aspetto più significativo”.

Quali le differenze e le analogie rispetto allo scorso anno dal punto di vista metodologico?

“A livello metodologico proseguiamo sul progetto intrapreso lo scorso anno. L’inserimento di Pasquale Casà, il Coordinatore Tecnico, è stato molto importante. La sua qualità migliore è stata quella di essere stato lui ad avvicinarsi agli allenatori, per poi pian piano fornirci le sue linee guida, la sua competenza e la sua esperienza. Ha sicuramente approfondito le conoscenze degli allenatori soprattutto in ambito di preparazione degli allenamenti. Casà è molto presente, dettaglia ogni seduta e utilizza un dizionario comune per gli staff, sui cui si basano i principi che sono il suo punto di forza. Personalmente, forse anche per l’esperienza maturata l’anno passato, ho notato che ora prevale l’aspetto pratico, rispetto a quello più generale, e questo completa molto il mio lavoro”.

In che modo il Coordinatore dettaglia le sedute di allenamento?

“Il Coordinatore ha una precisa conoscenza del lavoro previsto per la settimana. Ogni giorno inoltro gli esercizi e le attività che andrò a svolgere nella seduta e la sua attenzione nel visionare ciò che ho preparato è sui principi di gioco e come li possiamo ricercare attraverso le esercitazioni. A quel punto ci confrontiamo sull’attività, che diventa fonte continua di crescita e miglioramento. Svolgiamo frequenti riunioni nelle quali focalizziamo le priorità di ogni figura che compone lo staff”.

Parliamo del campionato che state affron-

L’ORSOINCASA 28 Venerdì 19 gennaio 2018

foto Sara Risciglione

i nostri giovani di Michela Amisano

“DIETRO UN SUCCESSO C’è COMUNIONE DI INTENTI, SOPRATTUTTO NEL SETTORE GIOVANILE. CERCARE SCORCIATOIE A QUESTA ETà NON è FORMATIVO. IO CREDO ChE LA COMPETIzIONE SIA IMPORTANTE”

IL MIO ANNO ‘UNO’ L’Under 15 di Davis Bar

tando e che vi vede primi in classifica, a pari punti con il Livorno, dopo la prima giornata del girone di ritorno…

“Essere primi è bello e non sarei sincero se dicessi che non mi fa piacere. E’ più importante come si arriva alla vittoria, più che la vittoria fine a se stessa. Dietro un successo c’è comunione di intenti, soprattutto nel Settore Giovanile. Cercare scorciatoie a questa età non è formativo, che invece è l’aspetto che più ci interessa. Il campionato per me è nuovo, perché è il primo campionato con Club toscani, emiliani e sardi. È una prova diversa perché le squadre sono dif-

ferenti rispetto a quelle che eravamo abituati a incontrare. Per questo motivo è stimolante.

Sappiamo che la nostra posizione in classifica darà più stimoli alle avversarie; sarà difficile e complicato perché tutte le squadre proveranno a batterci. A maggior ragione noi dovremo essere ancora più bravi a focalizzare l’attenzione sulla crescita collettiva e individuale e capire che quello che abbiamo fatto finora non basta, ma deve essere stimolo continuo per la crescita dei ragazzi.

Abbiamo quattro mesi di lavoro davanti e a fine aprile vedremo dove saremo e se ci sarà la possibilità di proseguire alle fasi

29L’ORSOINCASA

Venerdì 19 gennaio 2018

Il mister al lavoro con i ragazzi sui campi di Centogrigio

bin

successive”.

Cosa pretende mister dai suoi ragazzi?

“Io credo che la competizione sia importante.

Lavorare sull’obiettivo della vittoria non deve essere per forza letto come negativo, perché la competizione per raggiungere un obiettivo finale fa parte dello sport. L’importante è la filosofia del come arrivarci, quello che c’è dietro al risultato. Prima della partita riprendiamo i principi di gioco allenati settimanalmente e proviamo a riproporli durante la gara, che diventa la nostra verifica del lavoro sotto il profilo del gioco”.

Qual è l’aspetto che per lei è fondamentale, che i ragazzi le devono far vedere scendendo in campo?

“La costanza è fondamentale. L’essere continui. Avere dentro di sé l’ambizione. Non solo nel calcio, ma nella vita. Il mantenere un certo livello costante non è sempre pos-

sibile, è fisiologico, e allora l’obiettivo deve essere quello di migliorare, anche di poco, la propria prestazione. Quello è il primo e fondamentale aspetto che il ragazzo deve capire se vuole diventare un professionale: quella costanza di lavoro giornaliera che deve essere sempre a livelli elevati”.

Cosa la renderebbe pienamente soddisfatto al termine della stagione? “Le mie soddisfazioni personali sono di tipo diverso: un allenamento svolto ad alta qualità e intensità di gioco, intensità che riguarda anche la sfera mentale e dell’attenzione, ad esempio, è gratificante. Il feedback che arriva dai ragazzi è un obiettivo importante da raggiungere, e se arriva significa che hai lasciato qualcosa in loro e non solo a livello di gioco.

Così come di grande importanza è la soddisfazione del Direttore e della società per il lavoro svolto”.

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i nostri giovani di Michela Amisano Campionato Berretti Classifica

Campionato Under 17

Torino

22

Renate

16

Alessandria Monza

Sassuolo

Albinoleffe

Pro Piacenza Piacenza Giana E. Cuneo

10a giornata - 20/1/18 Alessandria - Torino Renate - Albinoleffe

Pro Piacenza - Giana E. Sassuolo - Monza Cuneo - Piacenza

11a giornata - 27/1/18

Albinoleffe - Alessandria Monza - Cuneo

Piacenza - Pro Piacenza Giana E. - Renate

Torino - Sassuolo

16

14

14

12 11 8

5

2

Classifica Alessandria Cuneo Carrarese Prato Livorno Pisa Lucchese Pro Piacenza Piacenza Reggiana Gavorrano Pontedera Pistoiese Olbia Modena Arzachena 16a giornata - 14/1/18 Pro Piacenza - Alessandria Livorno - Pontedera Cuneo - Piacenza Lucchese - Gavorrano Pistoiese - Modena Reggiana - Pisa Carrarese - Prato Arzachena - Olbia 17a giornata - 21/1/18 Prato - Arzachena Alessandria - Carrarese Olbia - Cuneo Gavorrano - Livorno Modena - Lucchese Piacenza - Pistoiese Pisa - Pro Piacenza Pontedera - Reggiana

L’Alessandria, guidata da Devis Barbin, è capolista del torneo Under 15

L’ORSOINCASA 30 Venerdì 19 gennaio 2018

Campionato Under 15 35 34 34 32 28 28 22 22 21 20 17 16 16 14 13 3 1-0 0-1 2-2 1-0 3-0 2-2 1-0 0-1

Classifica Alessandria Livorno Prato Reggiana Carrarese Piacenza Lucchese Pisa Cuneo Pontedera Pistoiese Olbia Pro Piacenza Modena Gavorrano Arzachena 16a giornata - 14/1/18 Pro Piacenza - Alessandria Livorno - Pontedera Lucchese - Gavorrano Pistoiese - Modena Arzachena - Olbia Cuneo - Piacenza Reggiana - Pisa Carrarese - Prato 17a giornata - 21/1/18 Prato - Arzachena Alessandria - Carrarese Olbia - Cuneo Gavorrano - Livorno Modena - Lucchese Piacenza - Pistoiese Pisa - Pro Piacenza Pontedera - Reggiana

37 37 34 31 30 30 29 29 27 19 15 11 11 10 8 1 1-3 3-1 1-0 1-8 1-0 4-3 1-3

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