L'Orso in casa" n.11 2018/19

Foto Museo Grigio

L’ORSO INCASA

ORGANO UFFICIALE DELL’U.S. ALESSANDRIA CALCIO 1912 N. 11 MARTEDÌ 22 GENNAIO 2019

IL PUNTO

Pro Piacenza, fine corsa?

L’AVVERSARIO Il ritorno dei Leoni

L’INTERVISTA

Paradello, lavori in corso

MUSEO GRIGIO

La grande storia dell’Orso

LO SPONSOR

La filosofia di Beldent

ORE 20,30 LEZIONE DI STORIA

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IL “CASO PRO PIACENZA” CONDIZIONA PESANTEMENTE IL GIRONE A. INTANTO LA PRO VERCELLI, PROSSIMA AVVERSARIA DELL’ALESSANDRIA, IRROMPE IN VETTA

L’ORSOINCASA

Martedì 22 gennaio 2019

di Tino Pastorino il punto

La giovane formazione emiliana che domenica non è scesa in campo per il match contro l’Alessandria: Sarr, Iodice, Isufi, Hoxha, Logon, Bussone, Maserati, Amabile, Abou, Migliozzi, Cirigliano.

(Poddie).

All. Maspero.

Foto Del Papa, La Libertà

A

lla ripresa del campionato la classifica del girone A della Serie C è ancora una vera e propria incognita.

Dalle diverse problematiche che vanno da fidejussioni irregolari, al mancato pagamento di emolumenti e versamenti di contributi, la situazione testimonia di regole non rispettate che partono dalla vicenda del Pro Piacenza, alle 8 partite da recuperare (due riguardano anche gli emiliani), ad una gara da ripetere (Cuneo-Virtus Entella) e una da completare (Olbia-Siena).

Per il momento, il campo sancisce il valore del primato alla Pro Vercelli (con due gare in meno) con sole due sconfitte e con una delle migliori difese del girone che, tradotto, significa l’avversario più ostico da affrontare per i Grigi in questo momento. I “vecchietti” della Carrarese non segnano più? Nessun problema: ci pensano L. Ricci e Agyei prima, Rosaia poi, ed ecco riagguantato il secondo posto dove c’è il Piacenza che ha rifatto il reparto offensivo con gli innesti di Franco Ferrari (già in gol domenica) e Terrani che formano il trittico con Sestu.

L’Arezzo ha perso una ghiotta occasione a Vercelli ma, al termine dei 90 minuti, hanno costruito molto di più i locali (un legno anche dell’intramontabile Mammarella).

L’ORSO IN CASA Supplemento al n. 6 de ‘Il Piccolo’ di martedì 22 gennaio 2019

Foto facebook: F.C. Pro Vercelli 1892

PRO PIACENZA, FINE CORSA? La classifica è davvero un’incognita

Protagonisti: Gatto della Pro Vercelli, gol da primato. Gucci manda in orbita la Pro Patria L’Entella è a quota 33 ma con ancora 18 punti da giocarsi: facile spazzare via l’Arzachena con il mercato che è subito stato azzeccato. Via Diaw, ecco il meno giovane ma forse il più bravo dei fratelli Mancosu che rientra dall’esperienza di Montreal e va subito a segno con una doppietta proprio in terra sarda. A proposito di mercato: a Pisa si è subito messo in luce l’ex Padova Minesso con gol direttamente da calcio d’angolo e un palo clamoroso in una partita che finisce pari contro il Siena, raggiunto dal

A cura di Ufficio Stampa Alessandria Calcio Progetto grafico e impaginazione Mauro Risciglione Foto di Ilaria Cutuli, www.museogrigio.it

solito Masucci ma con contorno di polemiche per due gol annullati ai neroazzurri per fuorigioco. Vera e propria sorpresa si conferma la Pro Patria: 30 punti per una neo promossa è un ottimo risultato con una classifica che mette in evidenza un cognome “importante”: Gucci Niccolò, classe 1990, fiorentino, con 123 gol in carriera, molti in serie D, 14 in serie C a Perugia, Borgo a Buggiano, Fano e la consacrazione, quest’anno, a Busto Arsizio.

Uno che fa vincere le partite anche entrando dalla panchina.

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RETI. I BOMBER GRIGI Manuel De Luca e Claudio Santini

il girone A

L’ORSOINCASA

LA CLASSIFICA Pro Vercelli su, Pro Piacenza giù Squadra

Punti

Carrarese

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Pro Vercelli Piacenza

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31

20

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Robur Siena

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Pisa

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Arezzo

Virtus Entella

G

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Pro Patria

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Novara

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Alessandria

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20

Pistoiese

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Pontedera Gozzano Cuneo

Lucchese Albissola

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Pro Piacenza

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Olbia

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22A GIORNATA RITORNO Mercoledì 23 gennaio 2019

Piacenza - Gozzano (ore 14,30) Cuneo - Juventus U23 (ore 14,30) Olbia - Virtus Entella (ore 14,30) Carrarese - Lucchese (ore 14,30) Arezzo - Pisa (ore 18,30) Robur Siena - Pro Patria (ore 18,30) Pistoiese - Pro Piacenza (ore 18,30) Alessandria - Pro Vercelli (ore 20,30) Novara - Arzachena (giov. 24 ore 14,30) Albissola - Pontedera (giov. 24 ore 18,30)

23A GIORNATA RITORNO Domenica 27 gennaio 2019

Pro Vercelli - Albissola (ore 14,30) Lucchese - Alessandria (ore 14,30) Arzachena - Arezzo (ore 14,30) Pro Patria - Carrarese (ore 14,30) Virtus Entella - Cuneo (ore 14,30) Pro Piacenza - Olbia (ore 14,30) Juventus U23 - Novara (ore 18,30) Pisa - Piacenza (ore 18,30) Pontedera - Robur Siena (ore 18,30) Gozzano - Pistoiese (lunedì 28 ore 14,30)

Al momento di andare in stampa non si è ancora disputato il posticipo di lunedì 21 gennaio Albissola-Novara in programma alle 20,45 PREVENDITE ALESSANDRIA-PRO VERCELLI PUNTI VENDITA VIVATICKET

• GRUPPO ANTEPRIMA Piazza Garibaldi 40 - Alessandria • TABACCHERIA ROVERETO Spalto Rovereto 25 - Alessandria • TABACCHERIA MALAGRINO Corso Carlo Marx 44 - Alessandria • TABACCHERIA BAR NERVI Piazzetta Bini 5/B - Alessandria • L’OBLÒ Via Genova 128 - Spinetta Marengo (AL) • SASSONE VIAGGI BY STAT Via Saffi 1 - Casale Monferrato (AL) • ORAVA TRAVEL Via Torino, 30 - Ovada (AL) • S.O.M.S. Oviglio - Grigi Club “Gino Armano” Via XX Settembre 30 - Oviglio (AL) • D VIAGGI P.zza Repubblica 3 - Novi Ligure (AL) ON LINE: www.vivaticket.it

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Martedì 22 gennaio 2019

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L’ORSOINCASA

Martedì 22 gennaio 2019

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l’avversario di Tino Pastorino

PRO VERCELLI AL PRIMO POSTO IN CLASSIFICA CON 39 PUNTI E 2 PARTITE DA RECUPERARE (VIRTUS ENTELLA E PISA). LA COMPAGINE DI MASSIMO SECONDO SI CANDIDA ALLA SERIE B

L’ORSOINCASA

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Martedì 22 gennaio 2019

Nella foto di Ivan Benedetto un suggestivo schieramento delle” bianche casacche”

IL RITORNO DEI LEONI Al Moccagatta arriva la capolista

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rimo crack finanziario nel 1990 con ripartenza dalla Promozione; un ripescaggio nel 2004 dopo la sconfitta ai play out di serie C2; l’esclusione del 2010 per motivi finanziari ma con la Pro Belvedere, allora in Seconda Divisione, a sua volta ripescata dopo avere perso gli spareggi contro il Mezzocorona, che rileva il glorioso marchio dei 7 scudetti, e poi, a seguire, cinque stagioni delle ultime sette in serie B.

LA SOCIETÀ Massimo Secondo, 56 anni, è al timone dal 2010, dopo essere stato proprio il patron del club gialloverde nato dalla fusione con il Trino. Aveva annunciato la scorsa estate l’intenzione di un disimpegno economico dal club ma ha dimostrato lungimiranza nella gestione dell’attuale stagione con la squadra che ha risposto nel migliore dei modi pur non essendo indicata tra le favorite della vigilia. Stefano Bordone è il Direttore Generale mentre Massimo Varini, ex Spezia e Reggiana, è il Direttore Sportivo del dopo Romairone.

STAFF TECNICO Vito Grieco, 47 anni, pugliese di Molfetta, ex centrocampista che ha smesso nel 2010 per intraprendere la carriera di allenatore dopo aver vinto diversi campionati: a Crotone (1999 in C1), a Modena (2000 in C1 e 2001 la B). Capitano dello Spezia che vince la C1 nel 2005

e poi ancora due successi in C2 con la Reggiana (2008) e nuovamente a La Spezia (2010). Luca Salvalaggio (1973) è il suo fido collaboratore: lo ricordiamo roccioso difensore in serie C con Carrarese, Brescello, Pro Patria e Spezia. Il settore giovanile è coordinato da Andrea Fabbrini, già compagno di squadra di Grieco a Crotone e a Modena. Per lui cinque stagioni a Vercelli (19 gol) ma anche esperienze al Torino (42 presenze e 7 gol) e in serie A con il Modena (21 partite e 1 gol).

Tra i suoi collaboratori Franco Semioli che allena l’under 17.

STAGIONE Primo posto in classifica con 39 punti e 2 partite da recuperare (contro Virtus Entella in casa e Pisa in trasferta). E’ reduce dalla vittoria contro l’Arezzo ma in trasferta (22 punti) ha il rendimento migliore con un solo pari (a Lucca il 13 dicembre) e una sconfitta (proprio ad Arezzo a novembre) delle due fino a qui subite. Morra con 7 reti è il miglior marcatore. Con 13 gol subiti è una delle difese meno battute del girone.

MERCATO Pochi i movimenti previsti: ha rescisso il difensore Antonio Grillo (mai utilizzato in stagione) mentre Varini ha affermato che Comi potrebbe essere sul piede di partenza ma che nel caso di uscita sarà sicuramente rimpiazzato.

LA ROSA (sono stati indicati accanto al ruolo i minuti di utilizzo aggiornati alla ventesima giornata).

Portieri: 1 Moschin (-), 22 Nobile (1650’). Difensori: 2 Berra (t.d. 1468’), 3 Mammarella (t.s. 1583’), 5 Tedeschi (d.c. 876’), 13 Milesi (d.c. 1079’), 28 Crescenzi (d.c. 904’), 29 Iezzi (t.d. 229’). Centrocampisti: 4 Sangiorgi (m.

552’), 6 Gladestony (c. 879’), 8 Germano (c.

1189’), 10 Gatto Massimiliano (a.d. 731’), 11 Gatto Leonardo (a.s. 786’), 14 Bellemo (c.

1359’), 18 Schiavon (c. 346’), 27 Azzi (a.s.

1232’), 30 Foglia (tq. 161’). Attaccanti: 9 Comi (p.c. 472’), 21 Grillo Paolo (p.c. 8’), 17 Rosso (a.d. 97’), 19 Mal (a.d. 127’), 32 Morra (p.c.

1194’), 36 Gerbi (p.c. 451’).

LO SCHEMA TATTICO E’ prevalentemente utilizzato il 4-4-1-1 con Nobile portiere titolare, Berra Tedeschi Milesi Mammarella per la linea difensiva; in mezzo al campo Germano Sangiorgi Bellemo Azzi mentre M. Gatto è stato preferito nelle ultime uscite alle spalle di Morra.

IN CAMPIONATO Domenica 20 gennaio 2019.

Pro Vercelli-Arezzo: 1-0 (0-0) Marcatore: M. Gatto al 49’.

Pro Vercelli (4-3-3): Nobile; Berra Tedeschi Milesi Mammarella; Germano (dal 89’ Mal) Schiavon Bellemo; Azzi (dal 82’ Crescenzi) Morra Gatto M. (dal 74’ Rosso).

avversari nella storia

di Sergio Giovanelli

S

Il portiere vercellese Curti para su Banchero.

E’ il 18 ottobre 1925, il campo è quello degli Orti.

Il derby finirà 1-1

olo a pronunciarne il nome, la Pro Vercelli evoca profumo di calcio epico, quando si giocava in undici, senza numeri sulle maglie e con palloni che profumavano di cuoio e avevano tutte le forme possibili tranne quella sferica.

Le “bianche casacche” vercellesi hanno caratterizzato il periodo pioneristico del foot-ball (scritto proprio così, con il trattino in mezzo) diventando la prima vera rivale del Genoa e vincendo, nel periodo 1908-1922, ben sette scudetti .

L’inesorabile declino con la retrocessione in Serie B nel 1935, lasciò alla sola Alessandria il compito di tenere alta la bandiera del Quadrilatero Piemontese. In pratica da allora non si è risollevata per 80 anni: abbandonata anche la Serie B nel 1948, sprofondata nelle categorie minori, passata attraverso due fallimenti, è rinata solo grazie alla trasformazione della Pro Belvedere in Pro Vercelli, e solamente negli ultimi anni è riuscita a rivedere la luce e la serie cadetta.

La Pro Vercelli ha grande importanza nella storia dell’Alessandria Calcio; non solo perché assieme rappresentano metà del già citato quadrilatero che fino agli anni ’30 del secolo scorso rappresentava il Nobile Calcio di Provincia opposto agli squadroni metropolitani, ma anche perché la Pro è stata la prima avversaria dei Grigi in Prima Categoria.

Promossa dal campionato di Promozione (come si chiamava allora la seconda serie calcistica) la giovane squadra alessandrina ospitò nella sua partita d’esordio la squadra campione in carica da tre anni. L’incontro destò curiosità non solo tra gli sportivi ma anche sulla stampa specializzata perché dell’Alessandria si diceva un gran bene.

La partita finì 1-1 su combattuta e al gol

PRO VERCELLI

Sfida dal profumo epico Il bilancio è in equilibrio Illustri “doppi ex”: Giuseppe Agostinone, a Vercelli nella stagione 2009/10.

A sinistra, Felice Milano detto Milano II, 5 scudetti con i bianchi

vercellese firmato da Tacchini (o forse fu Fresia, i giornali allora, complice anche l’assenza dei numeri sulle maglie, erano spesso imprecisi) si contrappose il pareggio di Grillo. I giornalisti presenti sul campo di Piazza d’Armi Vecchia (la Piazza Matteotti di oggi, si giocava a due passi dall’Arco) ebbero parole lusinghiere per i Grigi. A dimostrarlo può bastare l’inizio del pezzo pubblicato su “Lo Sport del Popolo”, il settimanale sportivo della Gazzetta del Popolo: “La partita è finita con un match nullo, 1 a 1 e se è valsa a dimostrare che la squadra vercellese non è più la squadra imbattibile degli altri anni ha pure provato che i grigi alessandrini hanno fatto molti progressi e che sapranno ben figurare nei campionati italiani”.

Inizialmente furono le formule di campionato a più fasi a limitare gli incontri che dalla nascita dei tornei a girone unico divennero più frequenti. Fino ai primi anni ‘50 capitò più volte che bianchi e grigi si ritrovassero nella stessa serie, quasi sempre la B, ma dal 1952 il crollo dei vercellesi tolse dal calendario questa partita.

Una nuova serie di incontri si giocò tra il 1970 ed il 1978 e ancora dalla metà degli anni ‘80 in poi. Numerose la partite storiche, ma ci piace ricordare soprattutto

la vittoria per 2-1 nel secondo turno di Coppa Italia 2015-16, quella culminata con la storica semifinale contro il Milan.

I NUMERI In totale le partite finite nell’albo d’oro di questa sfida sono 82, giocate in tutti i campionati tra la Serie A e la C2 e nelle Coppe.

Il bilancio complessivo è di quasi assoluta parità: 28 vittorie grigie, 28 pareggi e 26 vittorie bianche, 86 gol alessandrini ed 85 vercellesi. Le 15 vittorie a 9 dei grigi in riva al Tanaro sono compensate dalle 17 vittorie a 13 sulla Sesia. A Vercelli sono state giocate più incontri che ad Alessandria per via dei confronti “secchi” di Coppa. L’elenco si allungherà con la partita in campionato di mercoledì al Moccagatta e con quella di fine mese al Piola per la Coppa Italia di Lega Pro, a suo tempo rinviata per le note vicende relative ai ripescaggi di Serie B. Malgrado la relativa vicinanza tra le due città e la comune frequentazione nelle serie importanti del calcio non è particolarmente elevato il numero dei giocatori che hanno vestito entrambe le maglie.

Sono in totale 74, cifra considerevole ma non eccessiva in oltre un secolo di storia.

Lo sfortunato Milano II, passato da Vercelli ad Alessandria e poi caduto nella Grande Guerra fu il primo elemento di spicco tra i doppi ex. Con il passare degli ani all’elenco si sono aggiunti tra gli altri Giuseppe Cornara, Franco Pedroni, Lino Nobili, Bruno Mazzia, fino ad arrivare ai più recenti Massimo Carrera, Fabio Artico, Luca Barlocco e Gianmarco Vannucchi.

Attualmente tra i giocatori inseriti nella rosa delle due squadre solo Giuseppe Agostinone può fregiarsi del titolo di doppio ex; ha infatti giocato nella Pro Vercelli nella stagione 2009-10.

l’intervista di Gigi Poggio

LE ANOMALI CONDIZIONI CLIMATIChE DI QUESTO INVERNO hANNO MESSO A DURA PROVA L’ERBA. ANDREA PIVA DELLA PARADELLO CI SPIEGA ChE TIPO DI INTERVENTI SONO STATI EFFETTUATI

L’ORSOINCASA

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Martedì 22 gennaio 2019

PARADELLO, LAVORI IN CORSO Cura costante al manto erboso del Moccagatta

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on equivocate: le ruspe e le benne non sono ritornate al lavoro nel nostro stadio. Da qualche settimana, però, sono ripresi gli interventi sul manto erboso del Moccagatta.

Lavori programmati da tempo, come impone la calendarizzazione delle operazioni, implementate dalla Paradello che, dopo il rifacimento del prato, lo cura costantemente con un programma che, peraltro, viene utilizzato secondo analoghe modalità anche in altri stadi italiani.

Ma in queste settimane, per la verità, si è pensato a fare qualcosa di più e come e perchè ce lo spiega Andrea Piva, responsabile commerciale della stessa Paradello.

“In questi mesi - puntualizza Piva - stiamo gestendo i nostri tappeti erbosi dovendoci

confrontare con un andamento climatico tra i meno propizi degli ultimi anni. Prima un’estate calda e lunga, con temperature elevatissime anche a settembre, senza che la notte le vedesse calare, consentendo ai campi di godere dei benefici del fresco notturno. Poi un mese di ottobre piovosissimo, con piogge abbondanti e concentrate che hanno saturato le capacità di assorbimento dei campi e quindi, nuovamente, un lungo periodo di siccità: una situazione, davvero, ai limiti della governabilità, senza dimenticare poi che con l’inverno l’erba arresta la propria crescita”.

La sosta di gennaio dunque arriva giusto in tempo... “La programmazione degli interventi deve convivere anche con gli imprevisti come questo, anche se la collaborazione che abbiamo attivato da tempo con l’Ales-

sandria non ha mai lesinato sforzi e investimenti per fare sempre le cose per bene... e, infatti, siamo già pienamente operativi.”

In che modo? Oggi vediamo il campo coperto dai teloni di PVC... “Esatto; il primo step dell’intervento è consistito proprio nella copertura del prato; una scelta che, se da un

Il manto erboso del Moccagatta è stato protetto dai teloni in PVC per tutto il periodo di sosta del campionato.

Nella foto in alto, l’erba è pronta per le prossime battaglie dei Grigi

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L’ORSOINCASA

Martedì 22 gennaio 2019

lato ha protetto il manto erboso dal gelo, non gli ha impedito peraltro di prendere luce e innescare il processo di sintesi clorofilliana che poi agisce sulla crescita dell’erba. Ma c’è di più...”

Ci spieghi... “Il telone al sole genera calore e umidità contemporaneamente, una sorta

“IL TELONE AL SOLE GENERA CALORE E UMIDITà CONTEMPORANEAMENTE, UNA SORTA DI EFFETTO SERRA ChE PRODUCE UN MICROCLIMA ChE hA CERTAMENTE EFFETTI BENEFICI SUL PRATO: LO DIFENDE DAL FREDDO E LO RISCALDA. RIMOSSI I TELONI SI è AGITO CON MATERIALI BIOSTIMOLANTI”

di “effetto serra” che produce un microclima che ha certamente effetti benefici sul prato: non solo lo difende dal freddo ma addirittura lo riscalda e tutto ciò, ne siamo certi, produrrà effetti decisamente positivi”.

Quindi un intervento contestuale di prevenzione e di stimolo per tutto il rettangolo

verde? “Esattamente; protetto dai teli, da un lato, il terreno è difeso dal gelo e non rischia di indurirsi eccessivamente e di diventare troppo compatto, dall’altro, proprio per la presenza di questo microclima, generato dalla copertura, gode di un clima più favorevole che ne anticipa il risveglio”.

Parlavamo di primo step; e il secondo? “Rimossi i teloni, abbiamo agito con preparati specifici liquidi e non granulari per un trattamento stimolante e fertilizzante che agisse sullo stelo e la foglia e anche sull’apparato radicale. Una scelta precisa perchè si tratta di materiali biostimolanti organici e biologici che attivano il metabolismo della pianta e ne favorisco la rigenerazione”.

E questi interventi, immagino, li riserverete a tutti i campi di cui curate la manutenzione...

“Sì - conferma Piva - e tutti con gli stessi problemi per le condizioni del clima che quest’anno hanno davvero creato non pochi grattacapi.”

Finita questa fase emergenziale, le vostre “incursioni” al Moccagatta continueranno?

“La cura del manto erboso è programmata nel tempo e da tempo, proprio per l’accordo che ci lega con l’Alessandria e per l’impegno e lo sforzo che condividiamo sia in termini di risorse e investimenti sia per gli aspetti legati alla ricerca di strumenti sempre più efficaci e poco impattanti. La società è sempre stata vigile e sollecita sulle condizioni del campo e noi non ci siamo mai fatti trovare impreparati... e presto l’erba del Moccagatta sarà di nuovo come siamo stati abituati a vederla: quasi un anticipo di primavera”.

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LA GRANDE STORIA

L’UòLTIMA SE ORSO

DELL’

i primi anni settanta

di Sergio Giovanelli

L’

NONA PUNTATA

La trionfale scalata tra i cadetti, antic

ingegner Sacco, alla fine della stagione, decise di dare la scalata al vertice. Il calciomercato portò una nuova rivoluzione nell’organico grigio. L’“autostrada” Alessandria-Lazio funzionò a pieno ritmo: Moriggi, Legnaro e Chinellato svestirono il grigio per il bianco-celeste mentre da Roma arrivarono il difensore Paparelli (era al Savona), i centrocampisti Lorenzetti, Proietti e Di Pucchio (via Sambenedettese) oltre al centravanti Sassaroli; una coppia di giocatori anche da Foggia: il terzino Fusi e l’attaccante Vanzini.

Il posto di Moriggi in porta venne preso dal veterano Ciceri giunto ad Alessandria a chiudere la carriera; all’ala spazio a Mantellato proveniente dal Venezia. In pratica

Gli anni ‘70: tra sviluppo e contraddizioni

di Gigi Poggio

dell’anno prima rimasero De Luca, Colombo, Berta e Magri. Ad amalgamare la squadra venne confermato Manente che tanto bene aveva lavorato l’anno precedente.

La mano del mister friulano si vide subito: i grigi cominciarono a macinare gioco e risultati tanto che alla decima giornata solo due pareggi avevano interrotto la striscia di vittorie e la classifica li vedeva al comando con 3 punti sul Padova e 4 sulla Reggiana.

Lo scontro diretto con i granata al Moccagatta finì 1-1 a causa di una rete incassata all’ultimo minuto. Un rilassamento al giro di boa del campionato con 5 punti in sei partite permise a Padova e Reggiana il sorpasso. Il testa-a-testa proseguì fino alla fine ma gli emiliani non mollarono grazie

anche alla ferrea difesa (9 reti subite in 38 gare!) e conquistarono la vittoria e la conseguente promozione. La lotta fu talmente serrata che in occasione del ritorno, giocato al Mirabello, la partita fu seguita anche da “Tutto il Calcio Minuto per Minuto”, forse il primo collegamento della storia da un campo di Serie C. L’estate successiva, salutato Manente ed ingaggiato Mario David, la rosa venne ri-

M

entre nel luglio del ‘70, la città raggiungeva la fatidica quota dei 100.000 abitanti, la politica viveva la fibrillazione tipica della fase in cui i partiti decidono assetti e maggioranze. Le consultazioni amministrative, a cui si aggiungevamo quelle per le neonate Regioni, confermavano in Comune e Provincia l’alleanza fondata sull’asse DC-PSI. Alla rielezione di Magrassi, primo cittadino, seguiva la nomina del democristiano Devecchi a Presidente della Provincia, in sostituzione di Armella, eletto in Regione e successivamente assessore in quell’ente, assieme ad altri due alessandrini: il socialista unitario Debenedetti e il socialista Simonelli.

I fermenti politici e culturali che avevano caratterizzato quegli anni entravano pre-

Visita ai cantieri della Michelin potentemente nel dibattito politico amministrativo, condizionato dal consenso del PCI, forte dell’affermazione riportata alle elezioni e più che mai determinato a

L’indimenticabile Dino Ballacci, nella sua ultima apparizione in città.

A sinistra, Alessandria-Parma del 18 marzo 1973. Partita passata alla storia per il record di pubblico al Moccagatta: circa 17.000 spettatori

RIE B

amera dell’oblio toccata con l’inserimento della coppia di terzini Maldera II - Di Brino; partirono De Luca e Berta. Una discreta partenza venne inficiata da una serie smisurata di pareggi, ben nove in dieci partite, e di infortuni che finirono per snaturare la squadra, addirittura rendendo difficile in alcuni momenti trovare undici elementi per completare la formazione. Malgrado tutto la posizione di classifica rimase lusinghiera e per dare

una “scossa” David venne esonerato e sostituito dal sempre pronto e fedele Mario Pietruzzi. La speranza di agguantare il Lecco sopravvisse fino allo scontro diretto: sulle rive del Lago i blu-celesti vinsero lo scontro diretto guadagnando quel margine tale da rendersi irraggiungibili.

Due fallimenti consecutivi stimolarono ancor di più la società grigia.

Si optò per un rinnovamento a partire dalla panchina: venne chiamato “Pippo” Marchioro che aveva impressionato con il Verbania l’anno precedente. Con lui arrivò in grigio anche il mediano Salvadori. Numerosi arrivi anche in questa estate: il portiere Pozzani a sostituire il ritirato Ciceri, poi Arrigo Dolso, il ritorno di Berta, gli attaccanti Musa, Mammì e Bianchi.

Ancora una volta si ebbe una buona partenza e dopo poche giornate si capì che a contendere la vittoria ai grigi sarebbero state le agguerrite Parma, Udinese e Venezia. Soprattutto gli emiliani che a marzo scesero al Moccagatta con un punto di vantaggio e con un foltissimo seguito. Andò che di fronte a 17 mila spettatori (oltre 30 milioni di lire di incasso, un record!) i grigi batterono il Parma e volarono in testa alla classifica. Tre pareggi e due sconfitte nelle cinque gare precedenti ricompattarono il gruppo con l’Alessandria in posizioni di rincalzo; le quattro squadre rimasero così. All’ultima partita grigi quarti

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esercitare il proprio ruolo di principale oppositore delle maggioranza che governava Comune e Provincia.

La cultura e l’ambiente, insieme alla ne-

cessità di favorire una maggiore partecipazione dei cittadini alla vista amministrativa erano i temi che infiammavano il confronto, in cui, a dire il vero, anche le forze di governo, e non solo, quindi, l’opposizione, portavano il loro contributo.

L’edificazione del nuovo teatro comunale e le modalità gestionali a cui ispirarne l’attività, la verifica puntuale e attenta delle compatibilità ambientali degli insediamenti industriali più importanti, come la Montecatini e la creazione di nuovi organismi come i consigli di quartiere erano gli argomenti più dibattuti, mentre verso la fine dell’anno prendevano il via i lavori per l’insedimento della Michelin a Spinetta Marengo.

A questo si aggiungevano le riflessioni

legate alle strategie di sviluppo di cui dotare una città che, varcata la soglia dei 100.000 abitanti, doveva trovare un’identità economica più puntuale e definita.

La crisi strisciante nei rapporti tra DC e PSI, con la sinistra dei socialisti più orientata alla riedizione dell’alleanza col PCI, sfociava verso la fine del ‘71 nella crisi che avrebbe portato, di lì a qualche mese, nel marzo del ‘72, all’elezione a Sindaco di Felice Borgoglio, alla guida di uno schieramento formato da PSI, PCI e PSIUP, con l’appoggio dei dissidenti Formaiano e Pasino. Una svolta che traeva origine dall’estromissione degli stessi socialisti dalla giunta regionale e che segnava l’avvio, in molte città pie> segue a pagina 12

i primi anni settanta

di Sergio Giovanelli A Perugia, gente anche sugli alberi per assistere al match contro i Grigi in serie B. In piedi da sinistra: Pozzani, Maldera, Colombo, Reja, Dolso, Manueli.

Accosciati: Mazzia, Barbiero, Volpato, Di Brino, Vanara

ad un punto dal terzetto di squadra appaiate. L’orgoglio fece sì che andarono a vincere a Venezia togliendo ai lagunari la possibilità di giocarsi lo spareggio con le altre due. Destino volle che l’autore del gol del 2-0 fosse Bianchi, centravanti in prestito dallo stesso Venezia!

Finito il campionato rimaneva da disputare la fase finale della Coppa Italia semiprofessionisti, neonata manifestazione per le squadre di Serie C e D. L’Alessandria, impegnata con il Modena, vinse la partita di andata in casa per 2-1. Pochi giorni dopo, al Braglia, i canarini si trovarono in vantaggio per 2-0 al quarto d’ora della ripresa. Nel giro di 7 minuti Salvadori prima e Lorenzetti poi riportarono l’equilibrio nel punteggio assicurandosi la finale. Che si giocò al Flaminio di Roma contro l’Avellino.

Felice Borgoglio, nuovo sindaco della città.

A destra, nel 1974 la strage nel carcere di piazza Don Soria

montesi, dell’esperienza delle “giunte rosse”.

Molte delle ipotesi già prese in esame dalla passata amministrazione, diventavano ora praticabili con la creazione della nuova Azienda dei Trasporti Municipalizzata (l’ATM) nel settembre e, a seguire, nel

Fu gara dai contorni epici: 2-2 al 90’, Avellino in dieci per un’espulsione, una doppietta di Lorenzetti nel secondo supplementare ed invasione di campo dei tifosi irpini. La gara venne sospesa e omologata con il punteggio sul campo. Però non ci fu mai una vera e propria premiazione; si rimedierà… qualche anno dopo.

La Coppa fu il canto del cigno di Marchioro che andò a sedersi sulla panchina del Como. Su quella dell’Orso venne a sedersi un esperto della Serie C: Dino Ballacci. Si allestì una formazione basata su giocatori

luglio del ‘74 dell’AMIU, azienda municipalizzata per l’igiene urbana. Il tutto in un quadro in cui si tendeva alla razionalizzazione delle risorse e costi contenuti a favore dell’utenza, nel contesto allarmante della crisi energetica che in quegli anni aveva imposto misure drastiche come

esperti: persi Lorenzetti (andato al Rimini) e Salvadori (al Torino) si ingaggiarono Barbiero, Reja, Mazzia, Volpato e Baisi oltre a Dalle Vedove, tornato a casa dopo diverse stagioni.

La squadra dimostrò subito quello che era: una macchina spietata, che segnava pochi gol – quelli che servivano – e ne subiva ancora meno, lasciando poco spazio all’estetica. Ma i risultati furono all’altezza.

A cinque turni dalla fine i Grigi con nove punti di vantaggio erano virtualmente pro-

l’austerity, le domeniche in cui scattò il divieto di circolare in auto.

Un’amministrazione comunale dunque votata a un nuovo modello di sviluppo che voleva mettere lo stesso Comune della vita della comunità, dando impulso ad attività imprenditoriali e commerciali legate al territorio, in un contesto di partecipazione

mossi. Siccome ad Alessandria le cose non sono mai facili, Ballacci fu sollevato dall’incarico e sostituito con Pietruzzi. Fu lui, quindi, a celebrare un ritorno in Serie B atteso sette anni.

Il campionato cadetto fu affrontato con un nuovo allenatore, il casalese Castelletti, ed una rosa pressoché immutata rispetto all’anno prima, in pratica con la sola novità del ritorno in grigio di Elio Vanara. Le batoste di Coppa Italia suonarono il primo campanello d’allarme, silenziato in parte dalla vittoria a Como nella gara d’esordio del campionato. Poche vittorie, quasi tutte in trasferta, caratterizzarono la prima parte del torneo: l’Alessandria chiuse l’andata con 18 punti a 5 lunghezze dalla Serie A ed altrettante dalla C. Il girone di ritorno, con qualche infortunio di troppo, il calo di rendimento di una formazione di età media avanzata e con poche alternative ai titolari, vide i grigi scendere pericolosamente verso il fondo della classifica. L’esonero di Castelletti per Giorcelli diede benefici solo parziali. Alla vigilia dell’ultima partita, per le due restanti retrocessioni (il Parma era condannato), Avellino, Alessandria, Arezzo e Reggiana, erano a pari punti: gli irpini avevano una buona differenza-reti (la discriminante di allora per la classifica) l’Arezzo era messo male, Alessandria e Reggiana si equivalevano. Il 2-0 alla Sambenedettese servì solo a pareggiare la vittoria netta dei granata emiliani ed andare allo spareggio, anche per un’occasione da gol sciupata da Volpato proprio allo scadere.

San Siro questa volta non fu favorevole: il risultato di 2-1 stavolta premiò gli avversari, con più alternative in rosa e favoriti anche dall’infortunio di Vanara a gara in corso.

Il ritorno in C dopo una sola stagione fu una mazzata che ebbe effetti destabilizzanti... > continua effettiva e trasparente come pensato per i nascenti Consigli di Quartiere. Un Comune soggetto politico, non solo concentrato sull’attività amministrativa come testimoniava la generosa attività dello stesso Sindaco nei giorni della strage del carcere Don Soria, nel maggio 1974 e la determinazione a operare “con e forze vive del lavoro per una costante azione di rinnovamento e di progresso della società”. Le amministrative del 15 giugno 1975 segnavano una grande vittoria della maggioranza social-comunista, con una brusca frenata del consenso democristiano, a un anno dall’affermazione del fronte divorzista nel referendum. Borgoglio era confermato Sindaco, a capo di una maggioranza in cui il PCI poteva contare su 20 consiglieri.

GLI INDIMENTICABILI

Lorenzetti: quel tocco improvviso che sbilanciava l’avversario

E

ra un numero 10, una classica mezzala di punta, un giocatore di grandissima qualità. Basti pensare a cosa c’era scritto su uno striscione a lui dedicato che campeggiava sugli spalti del Moccagatta: Rivera+Benetti = Lorenzetti.

Grande classe, con il limite della continuità di rendimento. Giuseppe “Pepetto”, classe 1948, romano, era figlio dell’oratorio, per poi formarsi nella Lazio con la quale vinse anche il campionato De Martino. Promosso in A con i biancazzurri nel 1969, prima di approdare ad Alessandria giocò ancora tra i cadetti a Livorno. La formazione grigia, disputò con Lorenzetti in campo tornei di vertice, mancando per tre anni consecutivi la promozione in B per pochi punti; è ricordato in particolare per la doppietta che decise la gara contro la Pro Vercelli del 14 maggio 1972, che permise all’Alessandria di tentare una rimonta (poi fallita) sul capolista Lecco, e per l’assist a Salvadori in occasione di Alessandria-Parma del 18 marzo 1973, scontro diretto vinto dai Grigi, poi terzi al termine del campionato per un solo punto. Firmò inoltre due reti decisive durante i tempi supplementari della finale della prima edizione della Coppa Italia Semiprofessionisti, nel 1973; l’Alessandria superò l’Avellino per 4-2 in finale. Negli ultimi anni alternò la maglia del Rimini a quella del Foggia, debuttando finalmente in Serie A. è morto nel 2013, all’età di 65 anni.

Mario Bocchio

lo sponsor di Gigi Poggio

BELDENT hA AVVIATO LA PROPRIA ATTIVITà DA PIù DI 10 ANNI E ORMAI LA SUA ESTENSIONE ABBRACCIA IL NORD OVEST, CON ODONTOIATRI ChE OPERANO CON I LORO STUDI IN PIEMONTE, LOMBARDIA E LIGURIA

L’ORSOINCASA 14 Martedì 22 gennaio 2019

O

ttimizzare le risorse e le competenze e condividere le attrezzature e le strumentazioni è la filosofia che, da tempo, ispira la mission di Beldent ma oggi, che la ricerca e la definizione di nuove tecnologie e nuovi indirizzi terapeutici sono diventati un’opportunità imperdibile per il paziente, sotto molti di vista, non bisogna fermarsi. “Da anni - afferma il dottor Dario Bellanda - lavoriamo a un modello di cura in cui l’interazione tra discipline e scienze diverse come la biologia, la medicina e l’ingegneria possano consentirci di lavorare con un profilo elevato e all’avanguardia”.

Ma non ci fermiamo qui... “No - conferma Bellanda - . L’introduzione del digitale anche nel nostro ambito di lavoro ha aperto prospettive straordinarie. Oggi, per esempio, noi di Beldent siamo in grado di ricostruire la situazione della bocca del paziente, esclusivamente con l’uso di una telecamera o, meglio, scanner intraorale, che, scansionandolo, ci fornisce un’immagine tridimensionale fedelissima, del contesto in cui andremo ad agire. Si tratta di una tecnologia che offre garanzie di affidabilità totale, dal momento che il software che la governa agisce mediante una serie di specchi che con il “rimbalzo” della luce offrono una panoramica immediata ed estremamente dettagliata e in presa diretta della bocca, con il calcolo degli intervalli infradentali, evitando, tra l’altro, la prassi fastidiosa del calco che, per molti, è sempre una situazione altamente fastidiosa. Di fatto, pochi attimi dopo, la stampante laser collegata al dispositivo di ripresa fornisce il dettaglio della bocca in tutti suoi particolari, con margine di errore praticamente nullo e grande risparmio di tempo e risorse. Un grande passo in avanti, - continua Bellanda - anche perchè sulla connessione tra la salute della bocca e la situazione posturale dipende sovente il funzionamento del resto del corpo che, a volte, presenta patologie che solo la cura dei denti può risolvere, così come può succedere che possa dolere un dente per un problema legato a un’altro organo, tipo un dolore cervicale. Curare prima la bocca, piuttosto che un polpaccio o la schiena è irrilevante se però si riesce a conoscere la causa della patologia e muoversi determinati e consapevoli verso la terapia più giusta. In questi casi - continua Bellanda - l’interazione con osteopati, posturologi e fisioterapisti è fondamentale e verso quella direzione ci stiamo muovendo, seguendo un’impostazione che

INNOVAZIONE E BEN La filosofia di Beldent

è diventata una filosofia trasversale del nostro studio e che mi piace definire Belness, proprio perchè abbraccia un’idea di salute in cui strumenti innovativi, tecnologie e approcci terapeutici possano risolvere i problemi dei nostri pazienti in maniera sollecita, efficace e trasparente, come sanno i nostri pazienti a cui l’informazione sulle nostre attività è costante e puntuale”.

Questa, immagino, passi attraverso la completa digitalizzazione del vostro studio... “E’ un obiettivo che ci siamo dati nella convinzione possa rappresentare un’ulteriore opportunità per renderci funzionali e tempestivi nei confronti dei nostri clienti e delle loro necessità. Sito e gestionali rinnovati sono un altro strumento che, pensiamo, possano farci stare più vicini e attenti ai nostri pazienti come certo sanno, dal momento che, da tempo, gli abbiamo “abituati” al fatto che l’informazione sulle nostre attività è costante e puntuale. Beldent ha avviato la propria attività da più di 10 anni - racconta Bellanda - e ormai la sua estensione abbraccia il nord ovest, con odontoiatri che operano con i loro studi in

DARIO BELLANDA: “LA NOSTRA MISSION è CONIUGARE TRASPARENZA, RICERCA E INNOVAZIONE, PROPONENDO UN’IDEA POLISPECIALISTICA ChE SAPPIA E POSSA ACCOMPAGNARE IL PAZIENTE A TROVARE LA CURA PIù LOGICA E INNOVATIVA ALLE SUE PATOLOGIE”

15 L’ORSOINCASA

Martedì 22 gennaio 2019

ESSERE

In alto, Marco Bellanda, fondatore del gruppo, con il figlio Dario. Sotto, le nuove tecnologie a disposizione dell’odontotecnico. A sinistra, la palazzina dove ha la sede Beldent, in via Galilei 66 ad Alessandria

Piemonte, Lombardia e Liguria, mentre sono centralizzati alcuni servizi e condivisi i protocolli e le apparecchiature, come la TAC o il microscopio intraoperatorio”.

Abbiamo parlato, prima, della possibilità di interagire tra protocolli, scienze e discipline.

OBMI, OdontoBioMedIng, va in questa direzione. Vogliamo parlarne? “La biologia, la medicina e l’ingegneria possono essere utilizzate, e da noi lo sono, per lavorare anche al servizio dell’odontoiatria, conferma Bellanda Questo è l’assunto di OBMI: utilizzare strumenti, dati e metodologie proprie di queste tre discipline, la biologia, la medicina l’ingegneria, appunto, e metterle a disposizione dell’odontoiatria per individuare una terapia utile alla cura del paziente. La biologia con l’utilizzo delle piastrine del paziente per la rigenerazione dei tessuti (brevetto Beldent), la medicina con i controlli correlati alla malattia paradontale, l’ingegneria con la realizzazione delle protesi e l’uso di strumenti e materiali all’avanguardia sono solo tre delle innumerevoli applicazioni dei protocolli di OBMI”.

Una varietà di attività che punta alla cura della persona... “La nostra mission ormai è questa, coniugando trasparenza, ricerca e innovazione, proponendo un’idea polispecialistica che sappia e possa accompagnare il paziente a trovare la cura più logica e innovativa alle sue patologie”.

Sempre accompagnando il cammino dei Grigi... “Per i Grigi tutti noi nutriamo un affetto profondo, sta nel Dna della famiglia come un fatto di cuore... e al cuor non si comanda....

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