Giornalino scolastico - dic. 2011 - Istituto alberghiero "M. Alberini" - Treviso

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Anno IV - numero 1 Eccoci... giornalino d’Istituto, anno quarto… nemmeno a crederci! Già sono passati quattro anni dal primo giorno in cui abbiamo iniziato questa avventura…e tante sono state le soddisfazioni, nonché l’ultimo riconoscimento quando il nostro giornalino si è classificato tra i vincitori nell'undicesima edizione del Concorso nazionale giornalini scolastici “Carmine Scianguetta” con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione. Anche quest’anno cercheremo di fare del nostro meglio; racconteremo le attività che si svolgeranno a scuola, la partecipazione ad eventi, commenteremo fatti di cronaca ecc. In questi anni ho visto crescere l’interesse e la partecipazione per il giornalino e auspico che possano aumentare di volta in volta. Ringrazio in primis il Dirigente Scolastico, i docenti che collaborano, gli studenti e tutti quelli che vorranno partecipare. Concludo augurando al personale docente e ATA, agli studenti e alle loro famiglie un Natale pieno di serenità e pace. Pronti? Si legge ...

Giornalino d'Istituto

Dicembre 2011

Consulta provinciale degli studenti Cari ragazzi, ufficialmente la Consulta è un’istituzione che mette in collegamento scuole e studenti delle stesso territorio tramite progetti e iniziative nei vari campi d’interesse degli alunni stessi. Ma per me la consulta è Giotto (1267-1337), Particolare della Natività (1303-6) Cappella degli Scrovegni, Padova. una squadra di persone che lavorano a un obbiettivo comune: migliorare il mondo che li circonda, divertendosi, perché è giusto farlo a quest’età. Le idee sono tante e fortunatamente diverse, ci danno sempre nuovi spunti per confrontarci, perché le nostre realtà sono diverse come le nostre idee. Questo è il mio primo anno ma già dopo tre sole riunioni la consulta seppur impegnativa è come una boccata d’aria per il mio cervello. In queste ultime riunioni abbiamo eletto i nostri rappresentati e abbiamo scelto quali progetti portare avanti attraverso le commissioni: commissione sport, commissione volontariato, commissione sensibilizzazione/discriminazioni, commissione giornata dell’arte, commissione trasporti/caro libri/edilizia scolastica, commissione peer education, commissione legalità, commissione promozione CPS/concorsi, commissione ambiente. I progetti sono tanti per solo due anni di mandato ma noi crediamo veramente di potercela fare perché lo vogliamo veramente, anche se i fondi sono pochi. Alla consulta manca un po’ di “pubblicità” nel senso che pochissimi studenti sanno cos’è e quindi non si possono mettere in gioco perché non sanno di avere la possibilità di farlo. Quindi ragazzi vi invito veramente ad avvicinarvi al piccolo mondo della consulta perché vi farà crescere come persona, vi farà conoscere un sacco di persone, vi farà divertire e soprattutto riflettere.Vi invito a contattarmi per qualsiasi domanda. Con affetto Corbanese - 5^ Ar Rappresentante della Consulta Provinciale degli Studenti di Treviso - IPSSAR Massimo Alberini

Prof. Luigi Di Sorbo 1


Dalla Scuola ... Legalità sostenibile: estratto classe 4^ Ct

PROGETTO LEGALITA' SOSTENIBILE

Io mi domando: tutti questi avvenimenti, tutte queste divergenze, non possono provocare un nuovo conflitto mondiale? Tutto ciò scatenerebbe degli scontri disastrosi, mettendo in pericolo non solo i paesi in conflitto, ma la situazione mondiale; di conseguenza si genererebbe una fase ancora più difficile di quella che stiamo vivendo ora. Dobbiamo crescere orgogliosi, non dimenticandoci ciò che siamo stati e ciò che è stata la storia per noi. Osserviamo nel mondo che ci circonda la necessità di aiuto e l’esigenza della collaborazione di tutti. Ambrosi Carolina

In continuità con il progetto “Giovani e sostenibilità” che nel corso dell’anno scolastico 2010-2011 ha visto coinvolte alcune classi del nostro Istituto culminato nell’incontro con Maurizio Pallante che ha incontrato gli alunni sul tema della Decrescita felice, presentando il libro “I trent’anni che sconvolsero il mondo”, le classi 4^ Ct, 5^ Ct e 5^ Cr guidate dal prof. Del Grosso Terenzio sviluppano nell’anno scolastico in corso il progetto “Legalità sostenibile”. La prima tappa del percorso si è compiuta con la lettura e il commento del testo di Stèphane Hessel “Indignatevi!”. Dagli elaborati degli alunni svolti secondo la tipologia B della prova d’esame di Stato con la consegna di estratti testuali dell’opera e sugli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sono state estrapolate alcune frasi significative che sono poi state raccolte sotto le seguenti categorie: a) consumismo e disparità economica b) scenario di guerra c) appello ai diritti umani d) speranza ed opposizione violenta e) condanna dell’indifferenza e appello all’impegno E’ prevista successivamente la registrazione video delle frasi selezionate attraverso la recitazione da parte dei singoli alunni, quindi il montaggio su sfondo di immagini esemplificative dei contenuti trasmessi oralmente e infine l’esportazione del video e la pubblicazione sul sito della scuola avvalendosi di un canale di supporto di Youtube. In collaborazione con la prof.ssa Granziol Maria Grazia inoltre, gli alunni delle classi quarte hanno assistito alla proiezione del film “Welcome” e le classi quinte al film “Io sono Li” che per le tematiche trattate costituiscono una continuità e rientrano nel progetto "Legalità sostenibile" trattando del diritto di cittadinanza e dell'accettazione del "diverso da sé". Cogliamo l’occasione della pubblicazione del giornalino della scuola per far conoscere l’interessante lavoro che gli alunni stanno svolgendo guidati dai loro docenti presentando una sintesi di quanto è stato prodotto come invito a partecipare alla discussione e a riflettere su tematiche che, attraverso la riflessione sui Diritti dell’uomo, siano uno stimolo per costruire un futuro migliore di cui noi tutti siamo responsabili in quanto individui, in quanto esseri umani. Per approfondire: “Indignatevi!” Add Editore e “Impegnatevi!” Salani Editore di Stephane Hessel Prof.ssa Daniela Buranello

Siamo entrati in una profonda crisi economica, ma non da un momento all’altro, perché non c’è mai stata un’equa suddivisione delle ricchezze e ciò a lungo andare ha portato a questa spiacevole situazione. Bisognerebbe secondo il mio parere cambiare radicalmente la politica, ricominciare da capo avendo più accortezza di analizzare i problemi che si manifestano, non sperperando il denaro inutilmente, non guardando solamente ai propri interessi, ma al bene pubblico. Asolan Elisa Come dice Stephane Hessel “l’esasperazione nasce da una negazione di speranza. Comprensibile, quasi naturale, ma ugualmente inaccettabile”, perciò dobbiamo seguire la non violenza per far sì che possa tornare la speranza. Ognuno di noi ha il diritto ma anche il dovere di indignarsi e non rimanere indifferente di fronte all'usurpazione dei diritti umani. Barbiero Andrea Ma io mi chiedo: come mai si è creata una totale indifferenza tra i popoli ricchi e la gente che sta peggio di noi? Bisogna impegnarci per avere un sistema più democratico, dove ognuno possa condividere il benessere e la propria libertà. Solo così potremo avere ancora uno spiraglio di luce per un mondo migliore, un mondo senza guerre e conflitti. Battaggia Luca È vergognoso che ancora adesso il mondo sia divi-

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so tra coloro che non si accontentano di niente e vogliono sempre di più (i ricchi) e il mondo dei “morti di fame” che arrivano a guadagnare solo due dollari al giorno (i poveri). Nella vita bisogna sempre lottare in modo da far valere i propri diritti nel rispetto di quelli altrui. Biancardi Giacomo

ne dagli stati più poveri. E' necessario indignarsi rivendicando i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, perché non si perdano i valori conquistati alla fine delle guerre mondiali del secolo scorso. Ferro Vanessa Bisogna rispettare i diritti dell’uomo e del pianeta Bisogna sempre ricordarsi che la violenza genera altra violenza. Gatto Rachele

Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza perché non si può solo stare a guardare mentre i governanti del mondo intero se ne approfittano della gente più povera della terra. Bisogna preferire la strada e la speranza della nonviolenza , perché solo così possiamo arrivare alla fine del tunnel delle guerre e di predominio da parte dei signori più potenti del mondo. Cescato Matteo

Dobbiamo perseguire l’uguaglianza tra ricchi e poveri ed avere gli stessi diritti, anche se si è di una nazionalità diversa. Ogni individuo ha il diritto della libertà personale e dello sviluppo che non può essere negato. Kaur Narinder

La quotidianità d’oggi è fatta d’orrori come le guerre, le violenze e le stragi. I valori scritti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e i valori che erano stati acquisiti con la resistenza non possono esserci più dove la voglia di giustizia e di uguaglianza manca, dove la voglia di progresso e crescita per tutti è scomparsa. E' giunta l'ora di indignarsi davanti una società che ha dimenticato i valori espressi dalla dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. L' indignazione è il primo vero passo per un futuro migliore. Curto Clio

L’uomo sta perdendo una delle componenti essenziali che fa sì di essere “ uomo”, usando l’atteggiamento peggiore che è l’indifferenza giungendo a dire:“ Io non posso niente, me ne infischio”. L’uomo se continua ad essere indifferente, quindi se accetta passivamente le ingiunzioni altrui, verrà continuamente calpestato nei suoi diritti. Lorarto Diana La violenza purtroppo sembra far parte del DNA umano, esaltando la pratica della distruzione e della sopraffazione. Nella guerra le norme basilari dell’umanità vengono distrutte, quindi essa di per sé è sempre da condannare. L’uomo dovrebbe ritrovare quei valori e rispettare quelle regole che gli permettano di acquisire la consapevolezza che l’interesse generale è l’autentico, vero interesse di tutti. Matricardi Virginia

Il termine “infischiarsene”, significa non mi interessa di niente e di nessuno, faccio quello che voglio, penso solo a me e che gli altri si arrangiano. Per combattere questo degrado è bene che invece di pensare solo a noi stessi facciamo una riflessione sulla condizione dei più poveri e invece di farli continuare a soffrire lungo i marciapiedi delle strade, diamo loro una mano aiutandoli. De Benetti Luca

Basta guardarsi attorno, guardare la televisione o leggere un giornale per capire quanto il nostro paese sia degradato a causa della mancanza della giustizia. Dobbiamo avere la consapevolezza di ciò che è giusto e sbagliato, senza farci influenzare da nessuno, e quando qualcosa non ci va a genio indignarci, praticando comportamenti non-violenti e far valere i nostri principi e i nostri diritti. Menichini Rachele

Sembra che in questo mondo esista solo la violenza dove siamo tutti contro tutti; nonostante ciò bisogna sempre sperare guardando al futuro con impegno senza esasperare. E' giusto indignarsi quando non vengono rispettati i diritti umani, provocando una riflessione sulle disparità, sulle prepotenze, sui disagi in genere, senza compiere però azioni violente. Esposito Maria

Bisogna continuare a sperare e lottare perché i diritti di tutti vengano rispettati . Se si notano atteggiamenti di sopraffazione, di razzismo, o di emarginazione in genere, non si deve

I diritti dell’uomo sono validi in tutto il mondo ma ancora oggi c’è chi disprezza la gente che provie3


stare fermi a guardare, ma ci si deve dar da fare per sanare la situazione perché la salvaguardia dei diritti è nelle nostre mani. Padoan Samantha

ogni paese deve essere accolto come persona normale e non può essere disprezzata; dovremmo perciò accettare anche gli immigrati, aiutandoli. Nella vita non bisogna demoralizzarsi ma combattere per i propri diritti.

La violenza viene percepita come mezzo finale, come ultima risorsa, e la si considera come il più potente strumento di lotta a cui ricorrere. Se ci limitiamo a vedere solo questa forma di reazione, non riusciamo a considerare un'altra importante forma di contrapposizione: la lotta non violenta, chiamata a volte anche potere del popolo, disobbedienza politica, azione non violenta, non collaborazione o resistenza civile. Ci vuole qualcosa, qualcosa che nulla ha a che vedere con la violenza e con il sangue delle rivoluzioni. Qualcosa che nasca dal disgusto, della nausea, qualcosa che sia morale, esemplare, assolutamente non violento. Una rivoluzione etica che ridoni dignità, orgoglio, senso della responsabilità, fiducia nel futuro. Qualcosa che ridoni la speranza perduta a questi tempi di crisi. Prekaj Ornela

Stoppani Alberto

Se noi pensiamo che non possiamo fare nulla per la società e ce ne freghiamo di tutto, è ovvio che veniamo calpestati, specialmente quando siamo disagiati. Bisogna preferire la speranza, la speranza della nonviolenza, cioè reagire senza usare la violenza. Toffoletto Elena

È proprio orribile e dà i brividi solo pensare che oggi, ormai nel XXI secolo, con tutti i traguardi che il mondo ha raggiunto in campo scientifico, medico ecc., non siamo mai stati cosí regrediti nel rispetto dei diritto umani. Dobbiamo indignarci ed impegnarci che ne è la diretta conseguenza, e dire NO, opponendoci all'usurpazione dei diritti, riacquistando in tal modo la speranza riguardo al futuro, perché solo la speranza può mettere fine all'esasperazione che conduce alla violenza. Rudenko Anastasiya

Questa è una società dove purtroppo il bene comune è l’ultimo dei pensieri delle persone. L’interesse di tutti e della maggioranza è più importante di quello di pochi e la ricchezza dovrebbe essere equamente distribuita in modo da permettere ad ogni persona almeno le basi per vivere: un tetto, cibo, acqua e serenità. Viale Loris

L’ accesso alle risorse planetarie dei ceti ricchi è dell’ 80% e invece ai poveri va solo il 20%. Dobbiamo recuperare gli ideali di un tempo, quando si voleva istituire una società più democratica. Scantamburlo Alice

L’80% del denaro è gestito dal 20% dei ceti sociali più agiati, mentre il restante 20% è suddiviso tra l’80% della rimanente popolazione. “Tutti gli esseri umani devono avere eguali dignità e diritti”, anche se, al giorno d’oggi, il potere finanziario influisce molto nelle diverse condizioni sociali. Zamuner Alberto

Il terrorismo si verifica perché gli uomini non riescono a comprendersi per quello che sono. Bisogna indignarsi contro le ingiustizie di oggi, per tenere vivi quelli che erano i valori del dopo guerra, ma soprattutto bisogna impegnarsi nel migliorare la società che diversamente andrebbe in rovina. Sottana Pamela

“L’instaurazione di una vera democrazia economica e sociale, implica l’esclusione dei grandi feudi economici e finanziari nella direzione dell’economia”. Questo è uno dei criteri con cui creare una democrazia, o meglio per mezzo del quale si dovrebbe creare una democrazia. Zandomenichi Eva

Nell’art.15 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, si dichiara che “ogni individuo ha diritto ad una nazionalità” cioè che ogni persona di 4


La violenza porta altra violenza e non si arriva mai ad una conclusione pacifica. Non si può accumulare troppo odio, bisogna arrivare ad una specie di negoziato per attivare la prevenzione della violenza. Per neutralizzare la violenza si deve arrivare ad una comprensione reciproca. Se i ricchi dessero la giusta importanza all’interesse generale il benessere pubblico migliorerebbe e non ci sarebbe una differenza così grande tra i più ricchi e i più poveri. Mestriner Giacomo

Legalità sostenibile: estratto classe 5^ Ct Purtroppo sta subentrando una nuova visione del benessere, tale da sotterrare quei vecchi valori che i nostri nonni ci hanno insegnato e tramandato: tutti vogliono guadagnare ed avere sempre di più, pur continuando a sentirsi inadeguati e infelici. É importante conoscere ciò che ci sta intorno e soprattutto ciò che c’è stato prima per poterci evolvere, invece di commettere gli errori passati. Bigazzi Cristina

Le istituzioni finanziarie sono preoccupate solamente dei propri soldi e non della condizione dei cittadini, nonostante al giorno d’oggi ci sia una visibile differenza tra ricchi e poveri che invece di diminuire aumenta sempre più. Dobbiamo conoscere e far sempre appello alla “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” perché solo grazie ai suoi principi potremmo riavere la nostra dignità e una vita “giusta”. Provino Katy

Dobbiamo indignarci per la situazione di crisi economica, politica, civile e morale che pian piano sta rovinando il nostro pianeta. Non abbiamo imparato niente dalla storia del secolo scorso dove ben due guerre mondiali hanno devastato il genere umano? Ancor ora stiamo precipitando verso quell’orribile esperienza. Bonatesta Enrico La parola incriminata è l’indifferenza, che ormai sta sempre più guidando le persone portandole a tirarsi fuori da qualsiasi forma di impegno sociale. La domanda è se non sia già troppo tardi, se le masse siano ormai troppo influenzate dai media, che inducono le persone solo ad un bisogno cosmico di consumare ed essere consumate. Cos’è meglio, arrivare a scontri a fuoco ed atti terroristici con milioni di morti o negoziare eliminando l’oppressione di molte persone ricominciando a sperare?. La speranza è l’unica medicina per eliminare l’odio e la violenza. Buscemi Riccardo

Il popolo dovrebbe rifiutare un modello di società dove anche chi dovrebbe rappresentare il popolo corrotto e percepisce stipendi venti volte più grandi di un lavoratore normale. Rizzi Margherita Le banche ormai privatizzate si mostrano in primo luogo preoccupate dei loro dividendi e dei cospicui stipendi dei loro dirigenti. Non si dovrebbe esasperare ma sperare. La speranza è sempre stata una delle forze propulsive delle rivoluzioni e delle insurrezioni. Testa Elisa

La distanza tra i più poveri e i più ricchi, non è stata mai tanto rilevante come ora. Nel XXI secolo non è più accettabile che i molto poveri guadagnino appena due dollari al giorno. Ciò deve suscitare un impegno da parte di tutti. La violenza non permette di sperare e bisognerebbe piuttosto sperare nella non-violenza. E’ già in atto una rivoluzione, ma mentre ci indigniamo dobbiamo sperare praticando la non-violenza. Marcuzzo Elena

La società di oggi purtroppo porta l'individuo all'esasperazione del desiderio della merce, a volere l’ultima novità tecnologica e quindi a pretendere sempre di più in una spirale consumistica senza fine. È ora, di rallentare questa ricerca vertiginosa dello sviluppo a tutti i costi cercando di recuperare quei valori e quel rispetto verso il nostro pianeta, persi con il passare degli anni, prima di giungere al cosiddetto "punto di non ritorno". Varano Anna

Nel nostro paese pur essendo considerato “moderno”, ci sono ancora casi di discriminazione. Se noi giovani siamo davvero il futuro dovremmo imparare dagli errori passati, solo questo ci potrà portare ad un benessere. Mazzon Sonia

Siamo noi a decidere per il nostro futuro e non possiamo “infischiarcene” di tutto; dobbiamo impegnarci nel sostenere i valori di giustizia e libertà conquistati nel corso della storia. Si arriva alla violenza solo una volta che si smette di sperare cadendo nella esasperazione. Zago Marika 5


Un pensiero pericoloso è quello produttivista, diffuso in occidente, e che ora si è allargato in tutto il mondo. Si è imposto l’obiettivo del “sempre di più”, facendo scendere i valori etici, di giustizia e di sviluppo sostenibile. Ormai quasi non esiste più la classe “media”, ci sono solo ricchi o poveri la cui disparità si sta allargando sempre più. Con l'erosione della classe media si sta creando un abisso incolmabile tra le due condizioni sociali estreme con il pericolo di un grave scontro conflittuale. Certossi Francesco

Legalità sostenibile: estratto classe 5^ Cr Ai giorni nostri molti vengono illusi e condizionati dall’idea di uno Stato e di una società democratica, senza rendersi conto che si sta tornando all’instaurazione di una società verticale, dove i più ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri “la maggior parte del popolo” sempre più poveri. Volendo, con un po' d’impegno, possiamo veramente rifiutarci, reagire alle provocazioni, alle ingiustizie, indignandoci per preservare i propri diritti e denunciare quando questi vengono disattesi. Ajdinaj Oresta

Senza persone che si sono indignate per perseguire valori di libertà e giustizia, noi non saremmo qui o nel migliore dei casi vivremmo in una condizione di vita precaria, senza garanzie. Noi giovani dovremo raccogliere il “testimone”, continuando ad indignarci e ribellarci nei confronti di un modello sociale ormai schiavo del denaro e dell'esasperato produttivismo. Cesconetto Andrea

Le alte cariche dello Stato, che di alto hanno spesso solo il ruolo e lo stipendio, non abbassano lo sguardo ai loro piedi per osservare la crisi del loro paese e aiutarlo a rialzarsi come era successo dopo le due grandi guerre che avevano segnato un paese derelitto ma che ha saputo reagire uscendo da una situazione drammatica nella quale, a mio giudizio, stiamo ricadendo. Purtroppo l’ingiustizia è ancora intatta. Non veniamo posti tutti allo stesso modo di fronte alla legge, e non veniamo valutati singolarmente per ciò che valiamo ma classificati per categorie di appartenenza economica. Angeli Anna

La resistenza deve avere come obiettivo quello di creare qualcosa, un qualcosa di migliore rispetto al motivo per il quale ci si oppone, quindi bisogna opporsi creando. Costantini Alex

La responsabilità del degrado morale non può essere attribuita solo a chi possiede le redini dello Stato ma anche a tutti noi, se non ci opponiamo e rimaniamo passivi diventando così inconsapevolmente complici dello stesso sistema che vorremmo diverso. Ormai ognuno pensa al proprio interesse al proprio profitto, al proprio tornaconto; è anche per questo forte egoismo che si sta sempre più ampliando l’enorme differenza tra i ricchi e i poveri. Banse Roukiatou

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, nell’art. 22 dice chiaramente che “ciascuno di noi ha diritto alla sicurezza sociale” ovvero ha il diritto all’istruzione senza alcuna discriminazione, ad avere un tetto e a del cibo per sfamare la famiglia. È necessario che informarsi, partecipare, cercare, trovare e lottare, senza l’uso della violenza per evitare di ritornare a forme di totalitarismo. Bisogna essere forti e non cadere nell’esasperazione perché porta solo a guerre. Con la violenza non si ottiene mai nulla,“la violenza non permette di ottenere i risultati che può eventualmente produrre la speranza”; si deve resistere e sperare, sempre! Se il mondo di domani mostrerà solamente indifferenza, la violenza prenderà il sopravvento Cren Romina

I diritti che ogni uomo dovrebbe avere dal punto di vista economico, sociale e culturale, secondo l’articolo 15 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, non vengono in realtà rispettati e ci sono molte categorie di persone che non hanno il modo di vivere dignitosamente. Per reagire bisogna abbandonare l’indifferenza, bisogna “indignarsi” e denunciare le prepotenze contro gli uomini e anche contro il nostro pianeta, che viene sfruttato senza pensare alle conseguenze. Carnio Gianluca

È proprio l’indifferenza che ferma chi invece è più impegnato per far sì che i diritti universali dell’uomo vengano rispettati. È giusto voler di più se questo mira a valori etici, di

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sull’indigenza dei meno abbienti.

giustizia e di sviluppo sostenibile. Allora dobbiamo "essere" di più e non voler di più. De Luca Matteo

Lucchi Marco Il sempre più grave disagio socio-economico delle masse è come una bomba ad orologeria, sempre pronta a esplodere e proprio per questo stiamo assistendo ad un aumento vertiginoso della criminalità e delle violenza. La violenza volta le spalle alla speranza, quindi occorre preferire la “non-violenza”; se si riuscirà ad attivare tale pratica di protesta, allora si potrà vincere il terrorismo e la violenza in generale. Marcon Diego

Con l’indifferenza non si risolve niente: è il peggiore degli atteggiamenti. Disabato Roberto La speranza non dev'essere negata, deve invece essere promossa per incentivare i giovani a vincere la violenza terroristica che è riapparsa anche nel nostro secolo. Ognuno di noi dovrebbe mettersi in discussione e provare ad agire perché insieme si può cambiare o almeno provare. Durigon Francesca

Essere indifferenti nuoce soltanto a noi perché siamo noi la società e siamo noi che dobbiamo cambiarla in modo positivo; se ci impegniamo forse potremo avere un futuro migliore nel quale ci sarà più spazio d'azione e possibilità di scelta. Meneguz Martrina

Siamo proprio noi, le stesse persone che hanno vissuto gli atroci massacri della seconda guerra mondiale, capaci di risolvere i problemi ricorrendo alla medesima violenza subita e operando dei veri e propri “crimini di guerra”. Noi siamo gli artefici del nostro futuro e quindi dobbiamo ribellarci e INDIGNARCI di fronte alle forme di ingiustizia, perché siamo noi che con la nostra volontà e la resistenza possiamo contenere le conseguenze nefaste di quei mass media che cercano spesso di indurci al consumo, al disprezzo della povertà, della cultura e alla competizione di tutti contro tutti. Durigon Francesco

È necessario recuperare quei valori ottenuti con la resistenza, ai quali ormai non diamo più peso perché ci sembrano ormai acquisiti; recuperare ambizioni e voglia di cambiare la società attraverso l'indignazione che è stata il motivo di base dell’indignazione storica contro il totalitarismo in difesa dei diritti umani. Moscardino Andrea Il numero dei poveri aumenta in modo direttamente proporzionale all'incremento patrimoniale dei ricchi, il cui numero però è costante. Il coraggio di resistere, perseverare ed opporsi al sistema attraverso la non violenza è estremamente difficile ma occorrerebbe per lo meno tentare, considerando il fatto che una terza guerra mondiale sarebbe combattuta con armi così terribili da poter mettere in serio pericolo l’intero pianeta. Piovesan Davide

È ormai di dominio comune la tacita accettazione della graduale disgregazione dello stato sociale che si manifesta con la totale privatizzazione delle banche e quella parziale ma incalzante dei servizi di prima necessità acqua,luce, gas, etc., giustificando tutto ciò come normale …. La forma più efficace di protesta per rivendicare i propri diritti, è quella non violenta, come ad esempio quella condotta da Ghandi. Familiari Antonino

Resistere implica indignarsi, ovvero esprime la propria disapprovazione nei confronti delle ingiustizie lottando per un ideale, con l'obiettivo di realizzare una società orizzontale. Ognuno di noi dev'essere responsabile ed interpretare il cambiamento che vuol vedere nel mondo. Scattolin Marco

Se le potenze occidentali aiutano gli uni e le potenze orientali gli altri, magari impiegando bombe batteriologiche o nucleari, potrebbe scoppiare una guerra totale al punto da cancellare intere popolazioni dal pianeta. Florian Emanuele Dobbiamo liberarci da un mondo in cui chi possiede più denaro riesce ad avere più privilegi e a prevaricare

Se tutta l’umanità fosse limitata ad un paesino di solo

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Dalla Scuola ...

100 abitanti, 80 sarebbero al limite della vivibilità, 20 non avrebbero acqua potabile e 48 non potrebbero parlare o agire secondo la loro coscienza perché rischierebbero torture o morte. Per non parlare dell’economia: sei persone detterebbero il 56% della ricchezza del villaggio, settantaquattro il 39% e venti ne condividerebbero solo il 2%. La distanza tra i più ricchi e i più poveri non è mai stata tanto rilevante! Tubia Manuel

POVERTA' E RICCHEZZA Nell’ambito del progetto “Scuola Alternanza Lavoro”, la classe 4^E/r, insieme al prof. Giuliano Fiorotto, ha pensato di proporre una mini esperienza che prevede la realizzazione di un evento dedicato ai genitori, ai docenti ed agli studenti del consiglio di classe medesimo. L’idea consiste nel coinvolgere tutte le parti, sia nell’organizzazione sia nella gestione di una serata in cui verranno proposti piatti ricchi ricavati da prodotti “poveri”. Per quanto riguarda le ore che effettueremo in laboratorio di cucina studieremo e proveremo dei piatti che attraverso i prodotti “poveri” (quelli che costano poco, quelli che un tempo erano destinati alle classi povere, quelli che si trovano facilmente in natura donati dalla terra e dal mare, ecc.) e le tecniche di cottura vengono resi ricchi e succulenti. Il progetto è in divenire, in quanto le idee che stiamo sviluppando un po’ alla volta verranno assemblate e concretizzate. Stiamo coinvolgendo i genitori perché vogliamo che tutti sentano come proprio il momento educativo che per noi diverrà anche professionalizzante.Anche i docenti, in base alle loro conoscenze ed alle loro competenze, apporteranno loro proposte, soprattutto effettuando lezioni in classe ed in laboratorio che affrontino l’argomento sotto i vari aspetti. Dovremmo riuscire, partendo da alcune riflessioni legate agli aspetti culturali, etici, scientifici ed economici, a ragionare su due termini così distanti tra loro, ma allo stesso tempo, anche attuali. Siamo convinti che uno degli aspetti fondamentali da affrontare in ambito gastronomico sia proprio quello etico, in quanto il sistema di alimentazione e di ristorazione odierno non è sostenibile. Spetta ai futuri chef essere promotori di azioni concrete che permettano al maggior numero di persone al mondo di alimentarsi con consapevolezza. Per salutarvi vi lascio con una frase di Seneca:“Chi sta bene con la povertà, è ricco”.

Noi giovani che ormai abbiamo paura di tante cose, ma soprattutto appunto di “indignarci”, dovremmo essere in grado di alzarci orgogliosamente e di non accontentarci delle poche cose che ci danno l'illusione del benessere, dobbiamo ribellarci e perseguire il rispetto dei diritti umani. Il problema più grande è quello di non riuscir a sostenere i valori della vita, rimanendo sempre indifferenti, "fregandosene", perdendo così la propria identità e i diritti che ci spettano. Volpato Matteo Indignarsi comporta un impegno, non è un gioco e si possono già identificare due sfide che ne dimostrano un valido motivo: -l’immensa voragine che esiste tra troppi poveri e troppi ricchi nel mondo, e sempre di più si allarga; -i diritti dell’uomo e lo stato del pianeta. In questo mondo c’è bisogno di più speranza che ci porterebbe a risultati sicuramente migliori. Le rivoluzioni, i grandi cambiamenti, sono sempre stati il frutto di una speranza condivisa. Zanin Ermes

Veronica Zabeo 4^E/r

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PROGETTO CHEF NET

CHI È POVERO CHI È RICCO?

Il 22 ottobre 2011 dalle ore 8.30, qui presso l'Istituto "M. Alberini", si è tenuto il Festival Culinario Transfrontaliero del Progetto Chef-Net "Rete transfrontaliera per la valorizzazione e l'incremento del consumo di prodotti regionali" finanziato nell'ambito del Programma INTERREG IV Italia-Austria volto a riscoprire e valorizzare le tipicità enogastronomiche dei Territori partner del Progetto. Durante l’intera giornata si sono seguiti momenti di pratica in cucina, nei quali chef professionisti presentavano a un pubblico ristretto la creazione di piatti realizzati con prodotti tipici, degustazioni di birre e vini, allestimenti di stand promozionali coi prodotti tipici e la presentazione del ricettario Transfrontaliero delle ricette tipiche. Si poteva aderire al progetto iscrivendosi al laboratorio/i con preavviso tramite dei moduli; questo perché l’ingresso è stato limitato. Noi ragazzi della 3^Ds siamo stati coinvolti nel progetto Chef-Net grazie al nostro professore di sala Luigi Di Sorbo e ci siamo occupati dell’allestimento della sala per la degustazione e del servizio delle birre e dei vini.Alcuni di noi si sono occupati sin dal mattino dell’allestimento della sala mentre, altri sono arrivati nel primo pomeriggio per procedere al servizio. Le degustazioni sono iniziate alle 14 e 30 con le birre provenienti dal birrificio artigianale di Camalò di Ivan Borsato. Gli interessati hanno potuto degustare tre diverse birre: birra for menton, birra calibro cinque e birra dazio. Dobbiamo ammettere che è stata una giornata impegnativa, perché per alcuni di noi era la prima volta che facevamo un servizio vini e inoltre vi erano quasi tutte persone esterne per cui la paura di far brutta figura ce l’avevamo un po’ tutti. A questo si è contrapposto però il piacere di sentir parlare esperti, che amano il proprio lavoro, delle soddisfazioni personali che hanno raggiunto negli anni dopo duri sacrifici. Laura Marton - 3^Ds

Chi ha poco, chi ha troppo, chi non si accontenta e vuole sempre di più. Chi è ricco? Chi è povero? Questa domanda persiste molto nella vita. Molti considerano l’essere povero una persona senza cibo, casa o senza vestiti oppure dicono povero ad una persona solo perché non è alla moda e non si compra l’ultimo tipo di cellulare uscito o la televisione. Chi ha poco, chi ha troppo, chi non si accontenta e vuole sempre di più. Povere le persone senza anima. Povere le persone che davvero non hanno una cosa, che fanno di tutto per dare una vita migliore al figlio ma non riescono per mancanza di denaro. Allora il problema, viene da pensare, che sia il denaro, ma come facciamo noi, gente del nord, ad aiutare se prima non sappiamo aiutare noi stessi?! Come facciamo ad aiutarli se siamo avari nel donare le cose agli altri?! E soprattutto oggi, dove la fiducia sta scomparendo, come facciamo a fidarci che quel poco che noi doniamo a loro arrivi con tutte le spedizioni necessarie? Ditemi signori; questo, chiamiamolo problema, non si risolverà mai, ci sarà sempre una divisione nelle nazioni: la ricca dove la gente pensa a divertirsi e a come spendere il denaro guadagnato, e la povera dove la gente a stento riesce a vivere.Appare tutto ai nostri occhi, ma nonostante tutto non stiamo facendo nulla per migliorarlo. La responsabilità è dovuta anche alla tecnologia che, per avanzamento, ci fa dimenticare di chi invece ha veramente bisogno. Dico sempre invece, perché la gente parla parla e etichetta le persone senza prima conoscere se stessa. Veronica Zabeo - 4^Er 9


Dalla Scuola ...

IN CUCINA PRATICAMENTE

che hanno apprezzato il lavoro dei nostri alunni, che con tanta generosità si sono resi disponibili, acquistando i dolci preparati. Un ringraziamento speciale al nostro dirigente scolastico che con entusiasmo consente al Dipartimento di sostegno di realizzare ogni anno questo progetto e a tutto il personale della scuola che ha collaborato alla sua riuscita. Un grazie speciale quest’anno anche alla signora Maria Silvani che con il suo gruppo del ricamo di Silea ci ha fatto dono di bellissimi oggetti ricamati e lavorati all’uncinetto che hanno impreziosito le nostre dolci preparazioni.

Anche quest’anno all’Alberini è arrivato il profumo dei dolci di natale preparati dagli alunni che hanno partecipato al progetto “In cucina…. praticamente” per il quarto anno consecutivo. La realizzazione di squisite torte, buonissimi biscotti, dolcissimi cioccolatini e bellissimi tronchetti di Natale sono la testimonianza di come si può fare davvero integrazione a scuola attraverso i laboratori di cucina in cui i ragazzi di 3^ C guidati dal prof. Molin Damiano e di 3^ E guidati dal prof. Cortese Pietro hanno fatto da tutor “mettendo le mani in pasta” insieme a Giovanni, Luca, Jlenia, Sahara,Tommaso,Tiziana, Amala, Gustavo, Davide, Francesco .. Grazie ai genitori, ai docenti, agli alunni e a tutti coloro

Daniela Buranello 10


Dalla Scuola ...

è stata mollata dal fidanzato». Altri giovani temono poi un'invasione da parte degli adulti in quello che considerano "il loro mondo", e preferiscono che la scuola resti ben distante. Il problema, alla fine, più che il mezzo in sé sembra riguardare il modo di utilizzarlo; Facebook stesso, per esempio, propone di suddividere gli amici in liste, in modo da condividere i contenuti solo con determinati contatti, e non con tutti. Se adoperato con attenzione, insomma, il social network può davvero trasformarsi in uno strumento utile. Per concludere speriamo di avervi fatto riflettere su questo tema rispettando le vostre idee. Serena Lorenzet & Erika Bucciol - 2^F

FACEBOOK TRA STUDENTI E DOCENTI

È giusta l’amicizia su Facebook tra studenti e docenti? Una domanda a cui non è facile rispondere perché ognuno può avere la propria opinione. Per cercare di dare risposta a questa domanda, possiamo basarci su fatti realmente accaduti e riportati dai media, un esempio è quello accaduto nell’USA dove il senato dello stato del Missouri nel mese di luglio ha emanato una legge la quale dice che è vietata l’amicizia su Facebook, ( e in tutti i social newotwork) tra studenti e docenti.A questa legge si è basata anche la circolare emanata dal preside e fatta girare in tutte le classi di una scuole ligure. In poco tempo questo tema ha suscitato molte polemiche e discussioni in tutte le scuole. Qual è il problema? Da un lato c'è infatti chi ritiene che Facebook, al pari di altri strumenti, possa risultare utile per migliorare la comunicazione tra docenti e studenti: il social network potrebbe essere usato come supporto alla didattica al di là delle normali ore di lezioni, divenendo quindi un aiuto. Una testimonianza può essere quella di Claudio Cereda dirigente scolastico a Siena: "Sono del tutto contrario a una circolare del genere, io sono anzi per incentivare l'uso di Facebook nelle relazioni fra insegnanti e studenti" ha detto in una conversazione. Dall'altro lato, però, c'è da considerare il fatto che chi usa Facebook vi inserisce un po' di tutto circa la propria vita, e un’ "amicizia", per quanto virtuale, tra insegnanti e studenti rischierebbe di annullare quella distanza educativa necessaria perché l'insegnamento possa avere luogo. Una testimonianza può essere quella di una studentessa che s'è detta sostanzialmente d'accordo con la circolare, perché da un'insegnante si aspetta che questa «insegni in modo che io capisca, che mi interroghi senza essere spietata. Non voglio sapere se

LA VITA DI UN GRANDE CAMPIONE Marco Simoncelli è nato a Cattolica il 20 Gennaio 1987. Era un ragazzo come gli altri, semplice, che aveva una passione, correre in moto, nata quando all'età di quattro anni aveva trovato sotto l'albero di Natale una minimoto. Ha iniziato a gareggiare con il suo Team nel 1999. Nel 2002 ha vinto il Campionato Europeo nella classe125 cc e nel 2004 la prima gara iridata a Jerez. Dopo quattro anni è passato con il Team Gilera e da quel momento ha dominato il motomondiale diventando un re. Nel 2010 è passato in moto GP, la massima categoria. Correva con la Honda (Team Gresini), indossava diversi caschi però il suo preferito era quello della Agy con molti disegni e il suo numero, il 58. Marco era amico di tutti e aveva una ragazza, Kate, conosciuta in vacanza mentre distribuiva volantini di una discotea.All'inizio di ogni gara il papà Paolo baciava il casco di Sic come rito portafortuna e sembrava che ne portasse tanta perchè riusciva a tener testa ai piloti più bravi anche se cadeva spesso. Meritava di vincere molte gare ma nell'ultimo periodo la fortuna lo ha abbandonato. Ed ecco che è arrivato il 23 Ottobre 2011, il Gran Premio di Sepang. Marco nelle prove si era classificato bene, in quarta posizione.Tutti si aspettavano una gara

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fantastica invece si è trasformata in un incubo. Nella curva 11 del secondo giro della corsa, Sic ha perso il grip ed è scivolato, come altre volte, ma questa volta è caduto in pista tagliando la strada a Valentino Rossi (il suo mito e amico) e Collins che l’hanno travolto. Il casco di Marco è volato via e lui è rimasto disteso sull’asfalto, immobile. Subito sono arrivati i soccorsi, con qualche problema perché uno dei soccorritori è inciampato e la barella è caduta. I piloti si sono fermati ai box e hanno aspettato notizie. Poco dopo il capo tecnico e papà Paolo sono usciti dalla clinica per dire che era finita, Marco Simoncelli non ce l’aveva fatta. Valentino, coinvolto nell’impatto, non è riuscito a trattenere le lacrime, per lui Sic era come un fratello minore. L’autopsia ha rivelato che aveva il segno della gomma sul collo, era stato quello il colpo fatale. La salma, accompagnata da Valentino, è arrivata martedì a Fiumicino con un aereo della Malaysia. Il suo paese è stato invaso dal dolore e gli abitanti hanno iniziato ad attaccare palloncini, foto, fiori per le strade.Ai funerali la mamma, il papà e la sorellina erano disperati però avevano sempre saputo a cosa andava incontro Marco quando correva, perché aveva scelto uno sport pericoloso. Al funerale le parole della madre e del padre, sopra le note di “Siamo solo noi” di Vasco Rossi (canzone preferita di Sic) hanno commosso tutti. La fidanzata ha detto che Marco non aveva difetti aveva solo pregi e non poteva stare con noi comuni mortali quindi l’hanno chiamato lassù. La madre e il padre erano “felici” solo per una cosa, che il Sic era morto facendo quello che amava fare. Molti hanno lasciato poesie, commenti o frasi, una diceva: “Ora vai Sic ed insegna agli angeli come s’impenna”. Quindici giorni dopo c’è stata l’ultima gara del moto-mondiale; tutti volevano dedicare qualcosa a Marco, Capirossi al posto del 65 ha usato il 58, Valentino ha indossato un casco speciale e altri piloti hanno stampato il 58 sulla carena. Prima della gara era previsto un minuto di silenzio, però il papà Paolo ha voluto fare un minuto di “casino” come avrebbe voluto Simoncelli e tutte le moto sono partite anche quella di Marco guidata da Kenin Svaz.Valentino portava una maglietta e una bandiera dedicata al Sic; arrivati al Traguardo solo la moto con il numero 58 ha passato la linea di arrivo e le altre si sono fermate. Poi è iniziata la gara e il box di Sic è rimasto aperto con la moto in posizione e il casco appoggiato sul serbatoio come per vedere la gara per l’ultima volta. GRAZIE SIC PER TUTTE LE EMOZIONI CHE CI HAI REGALATO IN QUESTI ANNI. R.I.P. SIC Alessandro De Pieri & Alex Contro - 1^A

L'IMMENSO BIANCO

Cosa fare quando non si ha niente di meglio da fare. Quando torno a casa da scuola, dopo aver mangiato, studio e poi vado a judo, se ho allenamento. Quando non ho niente di meglio da fare mi dedico alle mie passioni preferite. Innanzitutto io adoro LEGGERE. Leggo libri di genere fantasy o romanzi rosa, anche le auto biografie e i romanzi storici sono di mio gradimento. Può accadere però che io legga anche libri di genere diverso da quelli elencati, dal momento che il mio metodo di scegliere un libro si basa sul titolo che mi colpisce di più e sulla prefazione più avvincente, eppure non è mai successo che un libro scelto da me non mi sia piaciuto. Il mio libro preferito è, senza discussioni, Harry Potter e la scrittrice di questo libro, J.K.Rowling, è il mio idolo; quando scrivo è lei il mio modello e la mia ispirazione. SCRIVERE per l’appunto è un’attività che mi piace molto. A dire la verità sto scrivendo cinque libri, sono già tutti sviluppati nella mia testa li devo solo scrivere su carta. Scrivo anche un diario al quale ho dato un nome, come fece Anna Frank; il mio diario si chiama Melody. Se però ho voglia di divertirmi sul serio scrivo quelle che ho denominato “storie a metà”, ovvero prendo da altri libri o da programmi televisivi i personaggi e i luoghi, inserisco un mio personaggio e racconto una nuova avventura. Le storie a metà mi portano alla mia attività preferita, quella a cui dedico più tempo e che svolgo più spesso: fissare l’immenso Bianco. So che sembra una perdita di tempo ma non è così. In pratica mi distendo sul mio letto o in un altro posto comodo e fisso il soffitto che generalmente è bianco, da qui l’espressione l’immenso Bianco. Detto così sembra comunque un passatempo inutile e stupido, quindi proverò a spiegarlo meglio: quando mi distendo a fissare il soffitto, inizio a FANTASTICARE. Nella mia testa compaiono immagini, discussioni, battute e avventure e così, dal nulla, nasce una nuova storia. Molto spesso scrivo le storie che creo, oppure ci fantastico sopra con le mie amiche, in questo caso lo chiamo giocare. Quando gioco non posso più stare ferma e zitta (soprattutto se sono in compagnia) ma mimo, anzi, recito le parti del mio e di altri personaggi. Mi piace molto giocare è come una seconda vita; anche fissare l’immenso Bianco è bellissimo e, se dovessi dare un significato a questa espressione, sarebbe fantasticare. Infine l’ultima delle attività cui mi dedico nel tempo libero... non so definirla bene... la chiamerei ARTE MISTA: ballare, cantare, disegnare e stare a contatto con la natura, un po’ di tutto! Naturalmente quando si tratta di me, nulla è come sembra, proprio come l’immenso Bianco. 12


Lucio Fontana:“Ambiente spaziale con tagli”, 1960 Ad esempio, BALLARE per me non è solo seguire il ritmo con movimenti, ma è anche mimare le parole della canzone e farne una storia, ascoltare ogni singolo strumento, provare a seguire un ritmo completamente diverso da un momento all’altro. Ballare per me è l’immenso Bianco.

distendermi su un prato e lasciare che il vento mi soffi tra i capelli, guardare i fiori, conoscere il loro significato e stare con gli animali; anche nuotare (il volo dei pesanti, dei senza ali) mi diverte molto.Tutto ciò mi fa sentire libera e leggera.. La natura per me è l’immenso Bianco. Tutto per me è diverso, tutto per me è usare la fantasia, volare sulle ali delle parole. Uso la fantasia per scappare da situazioni tristi o spiacevoli e trovare la forza di affrontarne di nuove, ho sempre in mente una nuova storia da raccontare, un nuovo gioco a cui giocare, sempre e per sempre.

Anche CANTARE è diverso: non canto solo semplici canzoni tra le mie preferite, ma ne invento sempre di nuove, trovo la colonna sonora alla mia vita. Cantare per me è l’immenso Bianco. Altri passatempi che amo sono DISEGNARE, COLORARE E DIPINGERE, molto spesso accostando i colori in modo inconsueto e originale. Odio avere il limite del foglio, voglio dipingere ovunque ed è quel che faccio: dipingo su pareti, armadi e lampade, creo vassoi, decorazioni e svariati oggetti, dipingo la mia vita con i colori della felicità. Dipingere per me è l’immenso Bianco.

Infatti ritengo importante riuscire a maturare tenendo dentro di me una piccola parte divertente e fantasiosa, quella piccola parte che tirerò fuori quando sarò triste, arrabbiata, impaurita o spensierata o semplicemente quando “non avrò niente di meglio da fare”. L’immenso Bianco, questo è quel che faccio e che farò nel mio tempo libero. Anna Fracasso - 1^B

Adoro poi stare a CONTATTO CON LA NATURA:

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Natale 2011

banani. Gli indiani in questo periodo accentuano il loro senso di ospitalità, considerato sacro, fanno visite alle persone care e le accolgono, scambiandosi frutti, dolci e fiori e cantando in compagnia.Anche gli indiani di religione non cristiana partecipano in qualche modo ai festeggiamenti, attirati e interessati a questa festa di luce, vicina ad altre celebrazioni tipicamente indiane. In Giappone il Natale non esisteva e, in tempi molto recenti, è stato “preso in prestito” dall’Europa. Lo si festeggia addobbando le città a festa, con alberi di Natale e lanterne illuminate, tipicamente giapponesi, appese ad ogni angolo della strada. Ci si scambiano regali e le famiglie più abbienti regalano qualcosa ai più poveri per permettere anche a loro di passare in allegria questo giorno di festa. La figura che sostituisce Babbo Natale e porta i doni si chiama Hoteiosha. Negli Stati Uniti il Natale si festeggia in modo molto diverso, a seconda del Paese e delle origini etniche. Nel Nord America le tradizioni sono molto simili a quelle europee e seguono per la maggiore le usanze di origine inglese o francese. Nel Sud America il Natale cattolico è molto sentito. La natività ha una grossa importanza e vengono allestiti presepi o intagliate statue artigianalmente, vengono fatte processioni e preghiere. Inoltre, nell’attesa del 25 dicembre, vengono festeggiati diversi santi, che portano piccoli doni e contribuiscono ad accrescere il clima di festa. In California Babbo Natale arriva sul surf, tra le onde.A Washington anche la Casa Bianca è in festa e il

IL NATALE NEL MONDO Il Natale è considerato forse la festa più importante dell'anno, in cui tutta la famiglia si riunisce e festeggia la nascita di Gesù bambino tra alberi di natale, presepi e regali. Ma in tutto il resto del mondo come viene recepito e festeggiato il natale? In Francia tutti i bambini dispongono in fila le loro scarpe, poiché sarà proprio li che Gesù Bambino lascerà loro i doni, e per tenere caldo il Bambino che si aggira per la casa, accendono un ceppo di legno nel cammino, da questa tradizione è nato uno dei più famosi dolci di natale: la bùche de Noêl. In Polonia, la vigilia di Natale è chiamata Festa della Stella, e tradizione vuole che sino a quando non è apparsa in cielo la prima stella, non si debba iniziare a mangiare; il giorno di Natale, fanno grandi pranzi che includono dodici portate. La Svezia è un luogo in cui regna il buio per mesi e mesi, e il periodo di Natale è festeggiato con tanta luce; le celebrazioni iniziano il 13 Dicembre, con la festa di Santa Lucia, in cui una bambina viene vestita di bianco ed indossa una corona di candele, e deve svegliare le famiglie che dormono, e fare colazione con loro. Il giorno di Natale, vengono fatti grandi pranzi a base, sopratutto, di maiale arrosto. In Egitto, il natale viene festeggiato il 7 Dicembre a cui seguono i 40 giorni dell'Avvento, in cui non possono mangiare ne carne, ne latte. In questo periodo è tradizione far visita agli amici, portando dei biscotti da accompagnare ad una bevanda tipica, il kaik. In India le chiese cattoliche vengono addobbate a festa ed è consuetudine recarsi alla Messa di Mezzanotte, che solitamente dura 2 o 3 ore. Gli addobbi non vengono messi su quello che da noi è il classico abete, ma su dei grossi

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Presidente ha il compito di accendere le luci di un gigantesco albero. In Messico, i giorni che precedono il Natale sono caratterizzati da una simpatica e popolare tradizione (risalente probabilmente alla metà dei XVI secolo), las posadas, che ripropone l’episodio dell’arrivo a Betlemme di Giuseppe e Maria e della loro ricerca di un luogo dove alloggiare. "Dar posada" vuol dire ospitare un viandante e, nella tradizione natalizia, la posada è l’abitazione stessa che accoglie i protagonisti della natività. In quest’occasione un corteo segue Giuseppe e Maria (rappresentati da due bambini vestiti appropriatamente oppure delle statue portate dai bambini) che vanno a chiedere "posada", cioè ospitalità, in una casa. Prima di arrivare alla casa dove verranno accolti, si fermano a chiedere il permesso per alloggiare presso altre abitazioni con esito, però, negativo. Poi la processione riprende al suono degli strumenti musicali, intervallato da preghiere e canti di litanie. Finché, dinanzi alla porta della casa prescelta, al gruppo nella strada che domanda "posada" con un canto, risponde dall’interno dell’abitazione un secondo coro. Quindi viene aperta la porta per accogliere gli ospiti con Giuseppe e Maria. Dopo aver pregato tutti insieme, la famiglia ospitante offre dolci e bevande. Si termina con il gioco della pignatta, una pentola di terracotta appesa ad una corda che un bambino bendato dovrà rompere colpendola con un bastone. Le pignatte sono piene di frutta, dolci e giocattoli. Nel giorno di Natale si cantano inni e canti e la gente si ritrova nelle chiese decorate con l’albero di Natale, fiori e luci colorate.“Baboushka” è la figura tradizionale del Natale, che distribuisce regali ai bimbi. Del fieno è sparpagliato su fiori e sulle tavole per augurarsi che il foraggio per i cavalli non venga mai a mancare. Il ruolo di Babbo Natale viene chiamato “Dedusha Moroz”. In Argentina a Dicembre è piena estate. Il giorno più importante è il 24 Dicembre, la sera si riunisce tutta la famiglia e solitamente si mangia l’ “asado”, carne alla brace. Le case sono decorate con ghirlande rosse e bianche e sulle porte sono appese le scarpe di Babbo Natale. Gli alberi di Natale sono decorati con luci colorate, ornamenti, e il Babbo Natale messo in cima all’albero. Fino a pochi anni fa i regali li portavano i Re Magi a Gennaio e i bambini lasciavano fuori dalla porta una scarpa e un po’ di acqua e dell’erba per i cammelli. Negli ultimi anni è arrivata la tradizione di scambiare i regali a Natale. In Brasile tutta la popolazione festeggia il Natale, nonostante sia costituita da differenti gruppi religiosi

ed etnici.Vengono preparate raffigurazioni della natività e per rendere l’atmosfera il più reale possibile gli alberi vengono addobbati con neve finta.Anche in Brasile la notte del 24 Dicembre è il momento più sentito. Le famiglie la trascorrono insieme ed i bambini scartano i regali. Irene Di Marco - 5^ Er

UN NATALE DIVERSO Noi musulmani a differenza dei cristiani, non festeggiamo il Natale perché la nostra dottrina non è ispirata da quella di Gesù, ma da Allah. Festeggiamo il primo e l'ultimo dell'anno come tutti d'altronde. Il giorno prima tutti vanno nei mercati a comprarsi vestiti, gioielli e tante altre cose fashion e molto belle. Le parrucchiere ed i sarti guadagnano di più perché tutti vanno nei saloni a farsi sistemare e tagliare i capelli, invece dai sarti si fanno fare gli abiti su misura. Tutti si curano particolarmente per essere i più eleganti in quel giorno. Per quanto riguarda il cibo, le donne preparano zuppe, cucinano molta carne, riso e tante altre cose molto buone. Ogni donna, è contenta di se’ quando le fanno i complimenti sul cibo. Le case sono sempre affollate di parenti e amici; anche a distanza, si sentono risate, urla di gioia e felicità. Questi giorni per i musulmani di tutto il mondo sono molto importanti perché rappresentano un momento di puro divertimento. Non so se è valido anche per gli altri musulmani che abitano qui in Italia il fatto di non festeggiare il Natale ma di limitarsi solamente nella preparazione di grossi quantitativi di cibo, divertendosi guardando la televisione, oppure riunendosi in casa di amici e parenti per ascoltare dei semplici racconti del passato. Comunque il 25 dicembre è un giorno come tanti per molti musulmani. Bance Fatimatou - 5^ Er

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Essere a Natale e sempre Se a Natale noi fossimo fuori come siamo dentro. Il mondo vivrebbe di amore. Il sole riscalderebbe tutte le genti. La pioggia pulita disseterebbe ogni bambino. Le stelle indicherebbero la via più serena ai tuoi passi. La luna ti sarebbe compagna di viaggio. Il grano ondeggiante nel vento di giugno Regalerebbe le sue ricche spighe. Il mare cullerebbe calmo i sogni del mondo. Il gorgoglio dell’acqua del fiume cancellerebbe ogni ansia. Il cinguettio delle piccole rondini Suonerebbe come una dolce ninna nanna. Il silenzio della foresta ti racconterebbe la storia della vita. …… Se a Natale noi fossimo fuori come siamo dentro A Natale e sempre Le guerre finirebbero, gli odi svanirebbero e la gioia ci sveglierebbe la mattina, con i cuori liberi da rancori e paure. Che bella la vita Se noi fossimo fuori come siamo dentro A Natale e sempre. Paolo Paladin

La cometa Elenin, giunta al suo massimo avvicinamento alla Terra domenica 16 ottobre 2011

LA REDAZIONE Prof. Luigi Di Sorbo e Prof.ssa Daniela Buranello Impaginazione/layout: Prof.Terenzio Del Grosso Redattori: Bance Fatimatou - 5^Er, Alex Contro, Alessandro De Pieri - 1^A, Di Marco Michele - 5^Er, Zabeo Veronica - 4^Er, Marton Laura - 3^Ds, Bucciol Erika e Lorenzet Serena - 2^F, Corbanese Eleonora 5^Ar, Fracasso Anna - 1^B, classe 4^Ct, classe 5^Ct, classe 5^Cr. 16


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