Fondamentale ottobre 2017

Page 1

Numero 4 - ottobre 2017 - Anno XLV - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479

Numero 4 - ottobre 2017

PREVENZIONE La medicina del futuro deve investire nell’educazione alla salute

NANOMEDICINA Una promessa che ha bisogno di ingenti investimenti e studi

SALUTE DEL SENO

AIRC indossa il Nastro Rosa per un ottobre dedicato alla ricerca sul tumore della mammella

approfonditi

Alessandra Gennari, contro il cancro al seno

A GENOVA PER AIUTARE LE DONNE


SOMMARIO

FONDAMENTALE ottobre 2017

In questo numero: 04 VITA DA RICERCATORE 07 RUBRICHE 08 SANITÀ 11 TECNOLOGIE 14 5 PER MILLE 16 TESTIMONIANZA 18 PREVENZIONE 20 NOTIZIE FLASH 22 TERAPIE 25 RICERCA IFOM 26 NON PROFIT 28 LASCITI 29 RACCOLTA FONDI 34 SPECIALE COMITATI 38 IL MICROSCOPIO

04

L’amazzone rinuncia all’ippica per il camice bianco Progressi della ricerca AIRC

Un approccio a tutto tondo per la migliore cura del seno

La radioterapia non è una cura vecchia ma vive una nuova giovinezza

Alessandra Gennari: in lotta contro il tumore del seno avanzato senza perdere il gusto per il divertimento

14

Il progetto 5 per mille condotto da Gabriella Sozzi all’INT di Milano svilupperà, nei prossimi due anni, nuovi biomarcatori

Un biomarcatore specifico per ogni tumore Dopo un cancro al seno si può tornare a ballare La prevenzione è questione di scelte ma anche di conoscenze Dal mondo

Sempre più piccoli per grandi risultati

16

26

Se il reticolo non funziona EGFR impazza L’Italia deve la sua scienza ai fondi del Terzo settore Uno sguardo alle generazioni future I Giorni della Ricerca, Nastro Rosa, Love Design Le iniziative dei nostri Comitati regionali

Anche la televisione può aiutare le donne a curarsi al meglio

Il sistema italiano della ricerca non può vivere senza non profit

Il progetto di internazionalizzazione di AIRC

FONDAMENTALE

Anno XLV - Numero 4 Ottobre 2017 - AIRC Editore DIREZIONE E REDAZIONE: Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Via San Vito, 7 - 20123 Milano tel. 02 7797.1 - airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973. Stampa N.I.I.A.G. SpA Bergamo DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci

CONSULENZA EDITORIALE Daniela Ovadia (Agenzia Zoe) COORDINAMENTO EDITORIALE Francesca Mastruzzo, Anna Franzetti REDAZIONE Francesca Mastruzzo PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Umberto Galli TESTI Agnese Codignola, Cristina Ferrario, Susanna Guzzetti, Daniela Ovadia, Fabio Turone FOTOGRAFIE Simone Comi, Tommaso Gesuato, Getty Images, Istockphoto, Giulio Lapone, LaPresse/Stefano Colarieti, Marco Rossi, Armando Rotoletti

Fondamentale è stampato su carta Grapho libre certificata e proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.


EDITORIALE

Pier Giuseppe Torrani

TANTI MODI PER AIUTARE LA RICERCA. • con conto corrente postale n. 307272; • con carta di credito, telefonando al numero verde 800 350 350, in funzione tutti i giorni 24 ore su 24 o collegandosi al sito airc.it; • con un piccolo lascito nel suo testamento; per informazioni, www.fondazionefirc.it oppure tel. 02 794 707; • in banca: UBI Banca SpA IBAN: IT49 C03111 01665 0000 0000 9390 Banco BPM IBAN: IT18 N050 3401 633 00000000 5226 Intesa Sanpaolo IBAN IT14 H030 6909 4001 00000103 528; Banca Monte dei Paschi di Siena IBAN IT87 E 01030 01656 00000 1030151; Unicredit PB S.p.A. IBAN IT96 P020 0809 4230 0000 4349176; • con un ordine di addebito automatico in banca o su carta di credito (informazioni al numero verde 800 350 350)

SEI UN’AZIENDA? Scopri come possiamo collaborare. Scrivi a partnership@airc.it

Presidente AIRC

A fianco delle donne, con le donne

Q

uesto numero di Fondamentale, che giunge nelle case dei nostri soci e sostenitori nel mese tradizionalmente legato alla salute del seno, è dedicato principalmente alle donne. Donne che hanno bisogno di una corretta informazione, di accesso alla diagnosi precoce e a cure sempre più efficaci e mirate, donne che instancabilmente lavorano per la salute di altre donne. Il seno della donna è sempre stato in tutte le civiltà e in tutti i tempi il simbolo della bellezza femminile e della maternità. Anche nella rappresentazione sacra della figura di Maria il suo rapporto con il bambino Gesù è spesso narrato e raffigurato nel dolce abbraccio di allattamento: bellezza, maternità, allattamento sono tutti elementi positivi della civiltà umana. La natività è simbolo della riproduzione della specie, l’allattamento è la base nutritiva dello sviluppo del bimbo e del trasferimento a lui dei necessari anticorpi della madre, la bellezza è l’inno all’attrazione della donna progenitrice. Per questo il tumore al seno è stato sempre vissuto come un insulto alla vita. Per questo il tumore al seno non colpisce solo la donna ma anche l’uomo che anch’esso soffre per la malattia che ha colpito il simbolo della vita. Per questo gli scienziati e i chirurghi si sono cimentati in una sperimentazione a tutto tondo. Per questo il grande chirurgo Umberto Veronesi ha operato per ridurre il più possibile le devastazioni degli interventi demolitori. Sono stati fatti molti passi avanti nella cura e nella prevenzione ma ancora alcune tipologie di tumore al seno continuano a ferire. La battaglia contro il cancro del seno non può essere vinta senza l’impegno di tutti noi. Informare le donne della nostra vita sulla prevenzione e sostenere la ricerca impegnata a trovare le terapie meno tossiche e invasive per rendere il tumore al seno sempre più curabile è la nostra priorità. Il mese di ottobre prosegue con I Giorni della Ricerca che anche quest’anno si aprono con la cerimonia al Palazzo del Quirinale. Ancora una volta il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accoglie la nostra Associazione per fare il punto sui progressi della ricerca e rinnova la sua fiducia in AIRC, riconoscendole un ruolo primario non solo nei progressi per la cura del cancro ma anche nella capacità di unire le persone e avvicinarle alla ricerca. È la generosità, la partecipazione e la fiducia di chi ci sta a fianco ciò che rende AIRC uno strumento sempre più utile per la società civile.

Fondamentale per il cancro al seno

Alcuni articoli di questo numero di Fondamentale sono dedicati alla salute del seno e sono riconoscibili grazie al simbolo del Nastro Rosa

OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 3


VITA DA RICERCATORE Alessandra Gennari

L’amazzone rinuncia all’ippica per il camice bianco Per Alessandra Gennari la scelta di diventare medico è stata fortemente influenzata dalla possibilità di continuare a fare equitazione. Ma l’allenamento per le corse a ostacoli è stato utile anche per superare gli ostacoli nella ricerca di un trattamento migliore per il cancro del seno

“ P

UNA SFIDA NON SOLO SCIENTIFICA

er realizzare la ricerca traslazionale partita con un progetto europeo e attualmente finanziata anche da AIRC – che mira a selezionare la miglior terapia per le donne con carcinoma mammario metastatico e recettori ormonali positivi – Alessandra Gennari ha dovuto superare numerosi ostacoli, tra cui la messa a punto di tomografie computerizzate

4 | FONDAMENTALE | APRILE 2016

e PET innovative, basate su un mezzo di contrasto (tecnicamente chiamato radiotracciante, a base di fluoroestradiolo) commissionato espressamente a un’azienda specializzata. Questo radiotracciante consente di visualizzare le metastasi che si svelano in presenza di ormoni estrogeni. Prima di poterlo impiegare nei centri partecipanti alla ricerca in Italia

(a partire da Meldola), Francia, Spagna e Germania, oltre a dover fare i conti con la complessità della produzione, conservazione e distribuzione, è stato necessario superare lo scoglio dell’approvazione da parte delle autorità regolatorie. “In ciascun Paese hanno sollevato un gran numero di osservazioni, spesso diverse tra loro, pur applicando normative che si ispirano tutte


In questo articolo:

ricerca clinica cancro al seno medicina personalizzata

A

a cura di FABIO TURONE veva sei anni quando ha indossato il primo completo da equitazione, confezionato su misura e regalatole dai nonni Aldo e Nella, e per la prima volta è montata a cavallo, all’insaputa della mamma che era contraria. È scoppiata allora la passione che l’ha portata a gareggiare nei concorsi ippici e a trascorrere lunghe ore in compagnia dell’amatissimo cavallo Dignus: “Ho condiviso con lui ben 33 anni di vita, fino a quando è morto nel 2013” racconta Alessandra Gennari, con un lieve accento toscano, mostrando le fotografie nel suo ufficio nella Struttura di oncologia medica dell’Ospedale Galliera di Genova, dove da anni porta avanti molte ricerche, in particolare sulla terapie contro il tumore del seno. La sua passione per le gare inizia con le competizioni al Centro ippico Pineta Salviati, poco lontano da Pisa dove è nata e cresciuta, e dove per lunghi anni cavalca per tre ore al giorno, più volte a settimana. Il circolo ippico lo frequenta assiduamente anche mentre studia al liceo classico. Dopo la maturità, al momento della scelta dell’università accarezza l’idea di iscriversi ad Architettura, che però sarebbe a Firenze: la mamma Giuliana è pediatra, e la spinge verso la facoltà di Medicina, che fra l’altro le permetterebbe di restare a Pisa e non abbandonare l’equitazione. La scelta cade alla fine sull’ateneo pisano, ma l’abbandono delle competizioni di salto a

ostacoli è rimandato solo di poco: “È stato l’esame di anatomia, che dovevo preparare nel mese di maggio, proprio nel periodo dei concorsi ippici, a impormi di scegliere”.

alle stesse regolamentazioni europee” spiega Gennari, che ha coordinato il lavoro del consorzio europeo di imaging molecolare. “Comunque alla fine ce l’abbiamo fatta”. Oggi lo studio sta ancora reclutando nuove pazienti con carcinoma mammario metastatico che non abbiano ancora ricevuto altri trattamenti: l’obiettivo è identificare grazie all’imaging le donne per le quali la terapia ormonale è sufficiente da sola a garantire i migliori risultati

possibili, senza dover aggiungere altre terapie, impegnative per la donna e inutilmente costose: “Nelle donne con tumore avanzato, una su 10 non presenta nessuna attivazione dei recettori ormonali, e altre tre su 10 mostrano un’attivazione parziale, mentre circa sei su 10 hanno i recettori così attivi da rendere la sola terapia ormonale sufficiente ad assicurare la guarigione o quantomeno la gestione della malattia per molti anni senza effetti tossici”.

Le prime ricerche La decisione è sofferta, ma paga: la priorità data agli studi nell’Istituto di fisiologia umana porta alla laurea con 110, lode e dignità di stampa, nel 1988. Il percorso accademico prosegue con un diploma (analogo all’odierno PhD) ottenuto alla Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna nel 1991. Sono gli anni in cui gli studi sul funzionamento fisiologico dell’organismo la portano a occuparsi prima di sistema cardiovascolare e ipertensione – trascorrendo un periodo di alcuni mesi in Germania, a Heidelberg, e poi a Milano – in seguito di metabolismo. L’incontro con l’oncologia, e in particolare con il tumore del seno, arriva a metà degli anni novanta, dopo il completamento della specializzazione in medicina dello sport: “Non feci medicina interna per una serie di ragioni anche logistiche, e questa specializzazione mi ha dato la gioia di tornare a prendere parte ai concorsi ippici, in veste di medico” racconta. L’approdo tardivo alla ricerca sul cancro – il suggello della specializzazione in oncologia arriva nel 2001 – è probabilmente alla base del suo approccio in un certo senso peculiare: “Tutti i miei filoni di ricerca sono in

Alessandra Gennari con la famiglia

qualche modo legati alla ricerca non oncologica che ho portato avanti in precedenza” spiega, dimostrando così come la medicina sia una discipina unitaria in cui i saperi specialistici devono dialogare tra loro.

Dalla fisiologia all’oncologia

Dopo le prime borse AIRC ottenute lavorando ai progetti di Pier Franco Conte e Paolo Bruzzi, realizza in prima persona un’importante ricerca sull’efficacia delle antracicline, un gruppo di molecole impiegate con buoni risultati nella prevenzione delle recidive del tumore del seno, a prezzo però di elevati effetti collaterali. Il suo articolo di revisione della letteratura, pubblicato nel 2008 sul Journal of the National Cancer Institute, fornisce la chiave per personalizzare la terapia: grazie all’analisi genetica, e in particolare alla presenza del gene HER2 nella forma attiva, l’indagine indica il modo per sapere in anticipo quali donne, circa il 30 per cento del totale, trarranno beneficio dalla terapia con antracicline, risparmiando a tutte le altre i pesanti effetti collaterali. “Quello studio ha aperto una strada nuova nelle ricerche sulla chemioterapia adiuvante, anche per le terapie che non hanno un effetto diretto su quel recettore: da allora l’attivazione o meno del gene HER2 è il criterio di base per individuare due gruppi di pazienti che reagiscono in maniera diversa ai farmaci” spiega Gennari. Come fosse una naturale prosecuOTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 5


VITA DA RICERCATORE Alessandra Gennari

al cinema anche se abbiamo gusti cinematografici molto diversi” ride. “Suo figlio Carlo Andrea e il mio Francesco si conoscono dalla scuola e hanno passato un’estate in Irlanda insieme. Poi Francesco ha deciso di frequentare il quarto anno di liceo scientifico negli Stati Uniti, nel Connecticut: siamo stati di recente alla fantastica cerimonia di diploma”. Per il momento non sembra voler seguire le orme della madre: “È più interessato al mondo della finanza, in cui lavora suo padre Giuseppe”.

Rigore e creatività Sopra, Alessandra Gennari con il suo gruppo di lavoro. A destra, con il radiotracciante da lei messo a punto

zione del “percorso a ostacoli” nella scienza, l’anno successivo la ricercatrice pisana mette in bacheca un nuovo diploma: il dottorato di ricerca in epidemiologia molecolare delle malattie cronico-degenerative e biostatistica, questa volta all’Università di Genova, dove dal 2006 era già diventata professore a contratto di metodologia della ricerca clinica (dopo aver insegnato anche nelle università di Pisa e di Modena e Reggio Emilia). Un’altra ipotesi di ricerca ispirata dagli studi di fisiologia la porta a verificare se l’aggiunta alla chemioterapia di un farmaco antidiabetico, la metformina, ne accresce l’efficacia: “Lo studio non ha dato i risultati clinici sperati, ma ha permesso di osservare che circa metà delle donne con carcinoma mammario metastatico presenta un metabolismo alterato, in particolare una resistenza all’insulina, pur non avendo il diabete” spiega Gennari. “Le donne con resistenza all’insulina in media sviluppano metastasi qualche mese prima di quelle con metabolismo normale, a riprova del fatto che lo studio del metabolismo è fondamentale nel determinare la prognosi, anche in presenza di metastasi e in assenza di diabete. Questo porta con sé un impor-

1 2 3 4

tante messaggio: anche per le donne con tumore del seno è cruciale fare attività fisica, mangiare in maniera equilibrata e non ingrassare”.

Tra la spiaggia e la Breast Unit

Per lei, l’attività fisica è parte della routine quotidiana: la sveglia poco dopo le sei è il preludio alla passeggiata con i due cani Diana e Gaia, schnauzer gigante e labrador, da Foce a Boccadasse, sul lungomare davanti all’Ospedale San Martino in cui lavora la sua cara amica Lucia Del Mastro. Con lei condivide non solo la lotta quotidiana contro il tumore del seno – ciascuna di loro affianca alla ricerca finanziata da AIRC il lavoro nelle due Breast Unit a Ponente e a Levante del capoluogo ligure – ma anche il tempo libero: “Abbiamo più volte trascorso le vacanze insieme, e a Genova andiamo spesso a fare acquisti, o mi trascina

Quest’anno vogliamo affrontare in particolare quattro grandi sfide: 1-immunità e cancro, 2-prevenzione, 3-cancro e ambiente e 4-identificazione dei bersagli per cure mirate. Questa ricerca risponde alla sfida 4. Per approfondire vai su www.airc.it/sfide 6 | FONDAMENTALE | APRILE 2017

Con Giuseppe, laureato in informatica, si sono conosciuti a Pisa, poi hanno trascorso anche un periodo al CERN, a Ginevra: “Conservo un legame con Pisa, dove abbiamo ancora la casa affacciata sulla Torre e ho molti amici, ma oggi ci troviamo benissimo a Genova”. A Viareggio hanno da poco finito di ristrutturare la casa delle vacanze: “Mi piace molto la vita della Versilia, tra spiaggia, mare, amici e feste. E ho da sempre una passione per il Carnevale” racconta con un ampio sorriso. “Ricordo ancora con divertimento una festa dal tema ‘coppie famose’, in cui ci travestimmo da John Lennon e Yoko Ono, e sul momento i nostri amici non riconobbero mio marito Giuseppe, che era entrato prima di me”. La passione per i costumi ha trovato sfogo anche nella sua attività internazionale di ricerca: da quattro anni il consorzio europeo per l’imaging molecolare che Alessandra Gennari ha creato per mettere a punto strumenti per la medicina personalizzata del carcinoma avanzato della mammella (vedi box) tiene una conferenza all’Università di Monaco, in concomitanza con l’Oktoberfest. Vista l’ambientazione, è partita la proposta di indossare i costumi tipici: “Durante il weekend si approfitta della festa, il lunedì è dedicato al lavoro” racconta con un’espressione divertita. “E io, da capoprogetto, sono stata la prima a presentarmi con il vestito tradizionale, il ‘dirndl’”.


della ricerca AIRC Metastasi e cuore hERG1 è una proteina essenziale per il battito cardiaco ma è anche presente sulle cellule tumorali, dove favorisce le metastasi. “Nel 1995 scoprii che una proteina fondamentale per il meccanismo della conduzione elettrica del cuore era espressa anche sulle membrane delle cellule tumorali” racconta Annarosa Arcangeli, dell’Università di Firenze, che ha pubblicato lo studio sulla rivista Science Signaling. Nelle cellule tumorali, hERG1 è coinvolta nei processi che ne favoriscono la proliferazione. “Il tumore fa propri i meccanismi più semplici dell’organismo e li adatta ai propri scopi” spiega la ricercatrice che ha passato gli ultimi anni a cercare le specificità di hERG1 quando è presente sulle cellule tumorali. Ci sono farmaci in grado di bloccarla e studi preclinici hanno dimostrato che possono essere efficaci nei tumori. Ma, agendo anche sulle proteine presenti nel cuore, sono cardiotossici. La ricerca appena pubblicata ha rivelato che hERG1, nella versione presente sulle cellule tumorali, interagisce con una seconda proteina e per questo assume una conformazione diversa da quella cardiaca: un tratto distintivo che consente di cominciare a studiare molecole in grado di colpire selettivamente la componente tumorale senza danneggiare il cuore.

Tutto sulla fertilità femminile

I trattamenti anticancro hanno spesso effetti deleteri sulla fertilità, in particolare per le donne che si ammalano in piena età riproduttiva. Lucia Del Mastro (Ospedale San Martino di Genova), una delle pioniere del trattamento conservativo della fertilità nelle donne, anche grazie agli studi che ha condotto con fondi AIRC, ha pubblicato una revisione della letteratura scientifica sulle terapie per la conservazione della fertilità, in cui fa il punto sui diversi strumenti a disposizione e sugli eventuali effetti collaterali. La soppressione temporanea dell’attività ovarica con ormoni e la crioconservazione di ovociti o embrioni sono oggi le opzioni più usate. Lo scopo della revisione, pubblicata su Cancer Treatments Review, è aiutare i medici e le pazienti a scegliere la tecnica più adatta per ogni situazione.

L’enzima della staminalità Un enzima, conosciuto finora per il suo ruolo chiave nella sintesi degli acidi grassi, si è rivelato importante anche per la sopravvivenza e il corretto funzionamento delle cellule staminali tumorali nel cancro del polmone. Farmaci che ne contrastano l’azione potrebbero impedire al tumore di crescere e dare metastasi. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Oncogene da Rita Mancini, dell’Università Sapienza di Roma, che suggerisce una nuova strategia contro il tumore del polmone. Il gruppo di Mancini studia da tempo il metabolismo degli acidi grassi insaturi, in particolare di un enzima chiamato SCD1 (stearoil-CoA desaturasi 1). Recentemente ha scoperto che l’espressione eccessiva di SCD1 è una caratteristica delle cellule staminali tumorali dell’adenocarcinoma del polmone. Nelle cellule isolate dai versamenti pleurici di pazienti con adenocarcinomi del polmone, SCD1 gioca un ruolo essenziale nel conservare le caratteristiche di staminalità. Bloccando l’attività di SCD1 con ingegneria genetica o farmaci, le cellule perdono le caratteristiche di staminalità e muoiono. La ricerca è promettente perché, se la strategia si rivelasse efficace, questo approccio potrebbe essere integrato nella terapia standard.

... altre ricerche su: airc.it/ricerche-airc OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 7


SANITÀ Le unità specializzate

Un approccio a tutto tondo per la migliore cura del seno I centri specializzati nella cura dei più comuni tumori femminili (e maschili) hanno dimostrato, in studi scientifici, di aumentare la sopravvivenza dei pazienti e la loro qualità di vita. Non sempre sono un luogo fisico, talvolta funzionano bene anche lavorando in rete

I REQUISITI ESSENZIALI DI UNA BREAST UNIT

cogenetista, chirurgo plastico, Una Breast Unit deve: fisiatra, fisioterapista e medico • Trattare più di 150 nuovi casi di nucleare. tumore della mammella ogni • Garantire la tempestività nella anno. diagnosi. • Assicurare la presenza di • Svolgere riunioni settimanali chirurghi, radiologi, patolointerdisciplinari per discutere gi, oncologi, radioterapisti, ogni singolo caso. infermieri, tecnici di radiologia • Condividere le possibili proposte e data manager, e di numeterapeutiche con la paziente, rose altre figure di contorno tenendo conto della sua età specializzate nella patologia biologica, delle caratteristiche mammaria: psiconcologo, on-

cliniche e delle sue preferenze. • Prendere in carico le donne ad alto rischio genetico e familiare per il tumore della mammella e dell’ovaio. • Coinvolgere costantemente le associazioni di volontariato che si occupano delle pazienti con tumore al seno. • Adottare le linee guida per la diagnosi e il trattamento del tumore al seno a tutti gli stadi


In questo articolo:

breast unit seno team multidisciplinari

I

a cura di SUSANNA GUZZETTI l tumore della mammella (in inglese “breast”) rappresenta il 29 per cento di tutti i tumori femminili, mentre quello della prostata il 20 per cento dei tumori maschili. Sono entrambe malattie complesse e difficili da gestire, in quanto vanno a toccare non solo il corpo ma anche la sfera emotiva e relazionale. Sono nati così i reparti (Unit) specializzati, dove esperti di diverse discipline lavorano insieme per prendersi cura dell’individuo nella sua complessità e non solo della malattia che l’ha colpito. “La necessità di garantire un approccio multidisciplinare si è sempre sentita anche a livello internazionale” afferma Lucia Del Mastro, oncologa, coordinatrice della Breast Unit dell’Ospedale San Martino di Genova. “Gli studi confermano chiaramente che le pazienti gestite da un team multidisciplinare hanno una percentuale superiore di sopravvivenza. Le Breast Unit sono la dimostrazione scientifica della necessità di garantire il miglior trattamento possibile”. In effetti, le ricerche indicano che chi viene curato nei centri di senologia specializzati ha veramente più possibilità di guarire: le donne trattate in queste strutture hanno una percentuale di sopravvivenza più alta del 18 per cento rispetto a chi si rivolge altrove, e hanno anche una migliore qualità di vita. Questo tipo di approccio è stato ampiamente adottato in Italia dopo che una dichiarazione del Parlamento euro-

• •

e per la riabilitazione psicofisica della paziente. Promuovere la prevenzione primaria per ridurre i fattori di rischio del tumore al seno, con attività di educazione. Utilizzare un database per la raccolta dei dati e per il controllo qualità. Organizzare valutazioni periodiche dell’attività del centro e svolgere attività formativa per il personale. Collaborare a progetti di ricerca nazionali e internazionali.

peo del 2003 ha invitato gli Stati membri a istituire una rete di unità multidisciplinari certificate in base all’adempimento di una serie di criteri. Molti Stati hanno risposto e riorganizzato i loro servizi per il cancro al seno in linea con questi requisiti e la mossa è stata fortemente influenzata dai gruppi di difesa dei pazienti affetti da cancro al seno come Europa Donna – The European Breast Cancer Coalition.

Lavorare assieme “I risultati ottenuti nelle Breast Unit sono decisamente migliori” prosegue Del Mastro. “Per esempio, le donne con tumori ai limiti dell’operabilità sono pazienti che possono essere efficacemente trattate con un intervento medico rispetto a quello chirurgico, però queste decisioni diventano più semplici se oncologo e chirurgo lavorano insieme, nello stesso team”. È fondamentale che i diversi specialisti si scambino informazioni e discutano insieme ogni singolo caso, in modo da stabilire il migliore piano terapeutico, aumentare le probabilità di successo del trattamento e ridurre al minimo gli effetti collaterali delle terapie farmacologiche. Le opinioni personali di un solo medico vengono sostituite da una decisione collegiale, che nasce dal confronto tra più professionisti, con il supporto dei protocolli e delle linee guida più aggiornati, tenendo conto del punto di vista della paziente. La donna, infatti, deve essere al centro della cura, con tutto il supporto necessario. In questo modo si evitano i “pellegrinaggi” delle pazienti alla ricerca dello specialista di turno e si ha un risparmio anche per la sanità, dal momento che si evitano le ripetizioni di esami o addirittura indagini inutili.

giore parte dei casi, non sono rappresentati da un luogo che ospita fisicamente i vari servizi, anche se questo sarebbe il modello più auspicato. “Nel nostro caso non esiste una struttura fisica, la nostra è un’entità funzionale. Quello che facciamo è una riunione tutti i martedì in cui oncologi, psicologi, riabilitatori, ginecologi, infermieri e altri operatori interessati discutono tutti i nuovi casi e prendono decisioni sull’approccio da adottare, decidendo alla fine chi prenderà in carico ogni paziente e come si comporterà” sottolinea Del Mastro. “L’accesso a ogni reparto è regolato, in modo che le liste d’attesa siano quanto più brevi possibile e non superino i limiti previsti. La Breast Unit è inoltre strutturata in modo tale da avere un database che viene utilizzato per valutare alcuni standard nazionali, per esempio l’attesa tra mammografia e intervento o tra intervento e inizio chemioterapia, al fine di garantire un requisito essenziale: la qualità”. Le strutture, poi, sono diverse a seconda del bacino d’utenza a cui si riferiscono, spiega l’esperta. “Alcune strutture, come quella dove io opero, sono molto grandi e ospitano già tutti gli specialisti necessari per il trattamento. Per esempio, c’è anche il ginecologo che si occupa del non secondario problema della fertilità. Altre strutture possono convenzionarsi con le Breast Unit dove sono presenti tutti i servizi. La Liguria è stata una delle prime regioni a gestire una rete di Breast Unit; la nostra struttura, per esempio, è classificata come un “hub” (una centrale operativa), con cui le altre Breast Unit liguri possono convenzionarsi e accedere, tra gli altri, al servizio di genetica medica per pazienti a rischio, che è erogato solo dalla nostra Unit. Oltre allo specialista per la genetica, da noi è presente anche lo specialista per la procreazione assistita, e gli altri centri hanno una convenzione per inviarci le pazienti. È una

La decisioni collegiali sono più affidabili

Luoghi fisici e virtuali In ogni Regione d’Italia sono stati istituiti centri senologici e, nella mag-

OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 9


SANITÀ Le unità specializzate

caratteristica fondamentale, perché in questo modo il centro senologico non è solo un’entità a sé stante, ma diventa una rete che permette di garantire a tutte le pazienti, anche a quelle che vivono in zone periferiche e non solo a quelle geograficamente più vicine, un trattamento veramente completo. E consente anche di ridurre i costi, perché certi servizi hanno senso solo se servono un numero congruo di pazienti. La rete e la condivisione dei servizi sono fondamentali, perché favoriscono anche la crescita e il miglioramento dei vari centri”.

scono proprio sul modello dei centri senologici. La collaborazione tra urologi, oncologi medici e oncologi radioterapisti, anatomopatologi, psicologi e medici nucleari è ormai riconosciuta come un obbligo, e da una medicina basata sul singolo specialista si deve arrivare alla scelta della terapia migliore attraverso l’analisi e il confronto di più professionisti. In tutta Europa si sente la necessità di offrire ai pazienti con tumore alla prostata una cura di alta qualità, standardizzata e integrata. Ecco perché la Scuola europea di oncologia (ESO), organizzazione internazionale dedicata al miglioramento delle competenze di tutti i professionisti della salute che si occupano dei pazienti affetti da tumore, sta sviluppando e promuovendo il concetto di Prostate Unit. Alcuni Paesi hanno iniziato a gestire il cancro della prostata seguendo queste linee. Per esempio, in Germania si è sviluppata una rete vasta. In generale però si comincia solo ora ad avere una visione d’insieme su tali strutture, anche se il programma per il cancro alla prostata dell’ESO ha ormai una certa solidità e durata nel tempo: l’ente ha infatti definito il concetto di Prostate Unit in un articolo pubblicato su European Journal of Cancer nel 2011, presentando i requisiti minimi riguardanti le persone e le strutture coinvolte. L’anno seguente è stata poi avviata un’iniziativa in collaborazione con l’Organizzazione degli istituti europei del cancro (OECI) e la Cancer Society tedesca per fissare gli standard di qualità per i percorsi di cura. Tutte queste liste servono anche a dare ai legislatori e agli esperti di sanità dei parametri in base ai quali accreditare e certificare le Prostate Unit in Europa. Dopo più di due anni di discussioni e dibattiti tra esperti internazionali, rappresentanti delle società scientifiche europee e gruppi di pazienti, sono stati definiti 40 requisiti che coprono tutti gli aspetti delle Prostate Unit, dall’organizzazione generale alla gestione dei casi.

Le Unit offrono cure e qualità di vita migliori

Un esempio da seguire Lo stesso discorso vale per il tumore della prostata? Sembra proprio di sì, e i lavori scientifici lo dimostrano anche in questo caso. In Italia le Prostate Unit sono ancora poche, ma in aumento, e na10 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017


TECNOLOGIE Radioterapia

In questo articolo: radioterapia ricerca oncologica tecnologie

La radioterapia non è una cura vecchia ma vive una nuova giovinezza L’idea di irradiare le parti malate, prima o dopo la chirurgia e la cura farmacologica, ha portato a significativi aumenti nella sopravvivenza. Lungi dall’essere statica, la radioterapia si avvale dei progressi della tecnologia e dei risultati di nuovi studi

CURE PERSONALIZZATE

DOPO LA MASTECTOMIA: ANCHE MENO VA BENE

D

opo una mastectomia a volte viene prescritto un ciclo di radioterapia di 5-6 settimane. La malata, reduce dall’intervento, si deve così sottoporre a un lungo periodo di spostamenti e attese, che può incidere negativamente sulla qualità della vita. Ma presto tutto ciò che è necessario fare potrebbe essere concentrato nel tempo, perché uno studio di fase 2 pubblicato su Journal of Clinical Oncology dagli oncologi e radioterapisti del Rutgers Cancer Institute del New Jersey ha dimostrato che, nelle opportune condizioni, bastano tre settimane di cura. Le 67 partecipanti sono state infatti sottoposte, tra il

2010 e il 2014, a una dose complessiva di 36,63 Gy (l’unità di misura delle radiazioni, che tiene conto di quelle realmente assorbite dai tessuti umani) concentrati in tre settimane. Dopo 32 mesi, il risultato è stato molto positivo: per queste pazienti non sono infatti emersi, rispetto ai protocolli tradizionali, effetti tossici significativamente superiori. Inoltre, la percentuale di donne che ha superato i tre anni senza andare incontro a recidive è stata dell’89,2 per cento, e quella di coloro che, sempre a tre anni, non hanno avuto recidive a distanza è stata del 90,3 per cento: valori del tutto simili a quelli che si ottengono nelle donne che seguono 5-6 settimane di radioterapia. Questi numeri confermano quindi che una radioterapia più concentrata non comporta una maggiore tossicità e garantisce gli stessi esiti.

OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 11


TECNOLOGIE Radioterapia a cura di AGNESE CODIGNOLA a radioterapia è essenziale in qualunque programma di cura del cancro che porti al successo”. Così si è espressa Yolande Lievens, radioterapista dell’Università di Gand, in Belgio, all’ultimo congresso della European Society for Radiotherapy and Oncology, per introdurre il grande progetto GIRO, da Global Impact of Radiation in Oncology, un’iniziativa presa congiuntamente dalle società scientifiche di molti Paesi con lo scopo di aumentare la soglia di conoscenza di ciò che la radioterapia moderna può fare, e di battersi affinché ovunque siano disponibili i servizi adeguati. Ancora oggi, infatti, esistono molti Paesi – per esempio 29 tra i 52 africani – che non dispongono di un reparto di radioterapia e nei quali, anche a causa di questa mancanza, il livello di informazioni è scarsissimo, quando non inesistente.

L

zata, potente e precisa, e sempre meno tossica. Le irradiazioni di interi settori dell’organismo, che a volte contribuivano alla guarigione, ma a costo di pesanti effetti collaterali e significativi rischi, oggi sono un ricordo del passato, come spiega Roberto Orecchia, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia di Milano e del centro di radioterapia, nonché docente all’Università della stessa città: “Pensiamo, per esempio, alla cosiddetta radiochirurgia stereotassica, dove il raggio è usato come un vero e proprio bisturi e in quanto tale può essere impiegato anche laddove un tempo era impossibile intervenire: per esempio, sugli organi che si muovono spontaneamente come il polmone, il pancreas o il fegato. La disponibilità di questo tipo di raggi ci permette oggi di curare lesioni molto piccole, fino a un diametro di un centimetro circa, ed è quindi utilissima nei pazienti cosiddetti ‘oligometastatici’, che presentano cioè poche metastasi di piccole dimensioni. Sottoporli a questa radioterapia consente di assicurare loro un’ottima qualità di vita e di evitare terapie più tossiche e costose”.

Più facile sottoporsi a meno sedute

INDISPENSABILE IN UN CASO SU DUE Eppure la radioterapia è ormai fondamentale in un caso di cancro su due, cioè per sette milioni di nuovi pazienti nel mondo ogni anno (180.000 solo in Italia), valore che è destinato a salire a 12 milioni entro il 2030. E ogni malato dovrebbe scegliere se sottoporvisi o meno essendo in possesso di tutte le conoscenze del caso, grazie alle quali scoprirebbe che la radioterapia di oggi è sempre più personaliz-

PICCOLE DOSI MA FREQUENTI Un altro miglioramento molto significativo per la vita quotidiana dei pazienti è costituito dai cosiddetti “ipofrazionamenti”, ovvero gli aggiustamenti di dosaggi possibili grazie alle nuove tecnologie che permettono di ridurre molto il numero di sedu-

12 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

te necessarie, a volte anche di dimezzarle: lo si fa spesso nei tumori della mammella e della prostata, e lo si sta studiando in quelli di altri organi. “L’obiettivo” sottolinea Orecchia “è arrivare a una sola seduta per tutti i tumori, per due ragioni. Tecnicamente, per far sì che i malati ricevano tutta la dose di radioterapia di cui necessitano: oggi purtroppo capita che i pazienti manchino agli appuntamenti, correndo il rischio di ricevere dosi ridotte. Concettualmente, per un’integrazione sempre più stretta tra la radioterapia e gli altri approcci terapeutici come la chirurgia e la terapia farmacologica”. Quella suggerita dall’esperto è, in effetti, una delle nuove frontiere della radioterapia: la combinazione. Lo si capisce molto bene guardando ciò che sta succedendo con l’immunoterapia: diversi studi hanno prima suggerito e poi dimostrato che una radioterapia non particolarmente intensa, effettuata prima dell’immunoterapia, può potenziarne gli effetti. I raggi, infatti, causano la morte di un buon numero di cellule che rilasciano nell’organismo proteine e detriti cellulari che funzionano da richiamo e da stimolo per il sistema immunitario; quando quest’ultimo viene sbloccato con un farmaco immunoterapico, l’effetto è più potente. Un discorso analogo vale per l’individuazione dei bersagli molecolari tramite le più avanzate tecniche di imaging, che permettono di distinguere e, quindi, di personalizzare le terapie. Commenta Orecchia: “Pensiamo a due tumori apparentemente simili: in re-

altà non lo sono praticamente mai. Grazie a traccianti sempre più efficaci, oggi è possibile capire quasi sempre quando una massa è pericolosa e quando lo è di meno, e in base alle informazioni raccolte programmare una radioterapia più o meno intensa. Un esempio concreto è ciò che sta accadendo con i tumori del cavo orale associati al papillomavirus: si stanno mettendo a punto schemi con dosi di raggi ridotte anche del 20-25 per cento rispetto a quelle tradizionali, perché si è visto che in molti casi possono essere sufficienti. Ma bisogna avere elementi che permettano di essere sicuri di poter ridurre l’intensità della cura: i nuovi mezzi diagnostici ce li forniscono”. UN GRANDE CONTRIBUTO Un’altra evoluzione è rappresentata dall’adroterapia, entrata a marzo a far parte definitivamente dei Livelli essenziali di assistenza (cioè delle procedure che il sistema sanitario deve offrire in tutte le Regioni, indipendentemente dalle scelte locali). Si tratta di radiazioni diverse da quelle tradizionali, con particelle cariche (adroni, protoni e ioni carbonio), dotate di altissima precisione e molto efficaci in alcuni tumori quali il melanoma dell’occhio, i cordomi e i condrosarcomi della base del cranio e della colonna, quelli delle ghiandole salivari e i sarcomi, e particolarmente indicate nei bambini, dove è fondamentale limitare al massimo l’esposizione per evitare rischi e conseguenze sulla crescita. “Tutte queste novità” ricorda ancora Orecchia “spiega-


PEDIATRIA

UN’ANESTESIA CHIAMATA CINEMA

B

arbie, Cars e SpongeBob: sono questi i film più gettonati al reparto di radioterapia della Clinica universitaria San Luca di Bruxelles dai piccoli pazienti che devono essere sottoposti a un ciclo di cure (circa uno su sei tra gli under 15 che si ammalano), di solito per un tumore cerebrale, osseo o ai tessuti molli; la proiezione non avviene al cinema, ma direttamente sulla parte superiore del macchinario dove il bambino è costretto a rimanere fermo per diversi minuti, a volte per ore. E ciò gli consente di evitare l’anestesia generale a cui altrimenti sarebbe sottoposto a ogni seduta (una volta a settimana per 4-6 settimane), trattamento a cui il bambino si prepara presentandosi a digiuno e quasi sempre dopo aver subito esami o, a volte, procedure dolorose.

no perché, oggi, il contributo della radioterapia sia notevolissimo sia per quanto riguarda il controllo locale della malattia, che la radioterapia permette di migliorare del 10 per cento, sia per la sopravvivenza, cui essa aggiunge un 4 per cento. Se si confrontano questi valori con i benefici prodotti da alcuni farmaci, che nell’immaginario collettivo sono considerati quasi miracolosi, si comprende quanto sia maggiore quello della radioterapia. In alcuni tipi di tumore, per esempio quelli della testa e del collo, si arriva al 30-35 per cento di vantaggio nella sopravvivenza, in quelli della cervice uterina il guadagno è intorno al 20 per cento, nella prostata del 25 per cento, nella mammella del 15 per cento. Con questi risultati, oggi la radioterapia è, in alcuni casi, un’alternativa concreta alla chirurgia”. Molti dei progressi degli ul-

Sono molto positivi i risultati presentati dai radioterapisti belgi al congresso annuale della European Society for Radiotherapy and Oncology svoltosi a fine primavera a Vienna, anche se per ora i numeri sono piccoli: riguardano infatti 12 bambini tra 1,5 e 6 anni di età, metà dei quali trattati con le procedure standard, e metà messi su un lettino dotato di proiettore a soffitto. Laddove l’83 per cento dei bambini sottoposti a terapie standard ha avuto bisogno di anestesia, solo il 33 per cento di quelli trattati col lettino speciale ne ha necessitato; questi ultimi, inoltre, hanno mostrato una collaborazione molto maggiore e un’ansia significativamente minore rispetto ai primi, che è andata di pari passo con la diminuzione dell’ansia dei genitori (che non possono stare vicino ai figli durante la terapia). Per di più, i costi di installazione sono estremamente ridotti rispetto a qualunque altra procedura o farmaco usati in radioterapia. Lo studio continua, e tra i progetti dell’équipe c’è anche l’estensione del “cinema da lettino” anche ai pazienti adulti.

timi anni hanno visto l’Italia in primissima fila, grazie anche ai finanziamenti AIRC, come tiene a sottolineare Orecchia, concludendo: “Grazie a questi contributi abbiamo potuto sviluppare un programma molto diffuso

di ipofrazionamento sui tumori della mammella che ha già riguardato più di tremila donne, con eccellenti risultati in termini di personalizzazione del trattamento; abbiamo lavorato molto sull’integrazione tra radioterapia convenzionale e ioni carbonio per la cura dei tumori della prostata ad alto rischio e abbiamo approfondito

L’integrazione è il futuro di questa terapia

nuove modalità di produzione di elettroni, ad altissima intensità di dose, grazie a sistemi sperimentali di fusione fredda, i cosiddetti ‘Plasma Focus’”. OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 13


5 per mille Diagnosi precoce

Un biomarcatore specifico per ogni tumore Dopo i primi cinque anni densi di scoperte e pubblicazioni internazionali, il risultato del gruppo di lavoro coordinato da Gabriella Sozzi entra a pieno titolo in clinica con un obiettivo ben chiaro: la diagnosi precoce di molti tumori diversi attraverso i biomarcatori nel sangue

... l’articolo continua su: programmi5permille.airc.it

a cura di CRISTINA FERRARIO er studiare il tumore i ricercatori non si concentrano solo sulla malattia, ma ampliano lo sguardo verso il microambiente che la circonda per cercare segnali di dialogo tra le cellule e nuove chiavi di lettura delle trasformazioni in corso. “Questo è uno dei fili conduttori del progetto che stiamo portando avanti già da diversi anni grazie al contributo di AIRC” spiega Gabriella Sozzi, che dirige la Struttura complessa di genomica tumorale presso l’Istituto tumori di Milano e coordina il progetto AIRC 5 per mille dedicato alla “Diagnosi precoce e all’analisi del rischio di sviluppare un tumore”. I risultati promettenti ottenuti

P

nei primi cinque anni di finanziamento hanno permesso al gruppo di lavoro, composto da circa 70 ricercatori di diverse discipline, di assicurarsi ulteriori due anni di sostegno da parte di AIRC, durante i quali portare sempre più vicino ai pazienti i risultati raggiunti in laboratorio. Come ricorda la ricercatrice, è grazie a un progetto lungimirante come quello del 5 per mille di AIRC che tale viaggio può essere vissuto dall’inizio alla fine, partendo dalle idee che prendono forma in laboratorio per arrivare fino al letto del paziente. “Sapevamo di avere davanti a noi una strada estremamente lunga e difficile, ma con AIRC l’abbiamo affrontata senza la paura di rimanere a corto di carburante” spiega Sozzi. “Ora, in linea con lo spirito dell’estensione biennale del progetto, che dà grande importanza all’applicazione clinica delle scoperte di laboratorio, abbiamo scelto di privilegiare questo aspetto della nostra ricerca” afferma l’esperta, che prosegue nella sua identificazione di biomarcatori, sostanze che circolano nel sangue quando compare un tumore e che possono essere quindi identificate con un semplice prelievo, fornendo uno strumento importante per la diagnosi precoce della malattia.


In questo articolo: biomarcatori diagnosi precoce microRNA

TANTI SOTTOPROGETTI, UN SOLO OBIETTIVO I gruppi di ricerca coordinati da Gabriella Sozzi lavoreranno nei due anni di estensione del finanziamento a svariati sottoprogetti. “Abbiamo pensato di suddividere il lavoro in base ai diversi tipi di tumore d’organo e per ciascuna patologia abbiamo messo in campo uno studio clinico per cercare marcatori per la diagnosi precoce e per determinare il rischio di sviluppare un tumore” spiega la ricercatrice, che ricorda un’altra caratteristica che rende unico il progetto, ovvero il coinvolgimento finale di oltre 6.500 pazienti. POLMONE Studio BioMild In questo studio, il primo a coniugare una metodica di diagnosi per immagini (TC spirale) con un marcatore molecolare costituito da 24 microRNA (piccoli frammenti di materiale genetico), verranno valutati anche nuovi marcatori potenziali, identificati nei primi cinque anni di lavoro. Si tratta di marcatori che originano sia dal tumore, come il DNA tumorale circolante, sia dal microambiente che circonda il cancro, come le proteine della matrice e alcune popolazioni di cellule immunitarie circolanti. Il tutto studiando circa 4.000 pazienti. Lo scopo

finale? Riuscire a trovare segni della malattia nelle sue fasi più precoci e magari capire dal DNA, senza altri esami invasivi, se un nodulo è maligno o benigno. COLON-RETTO Studio CLOVIS Un marcatore basato sui microRNA è stato identificato in precedenza anche per il tumore del colon-retto e in questa nuova parte dello studio ne verrà valutata l’efficacia diagnostica in un gruppo di 1.700 pazienti risultati positivi all’esame del sangue occulto nelle feci. Un valore aggiunto del progetto è rappresentato dal fatto che i pazienti arrivano da diversi ospedali dell’area milanese e lo scopo finale è riuscire a scoprire un’impronta molecolare utile per evitare di sottoporre un paziente a esami invasivi quali la colonscopia, in caso di sospetto di tumore. PROSTATA Studio PRIAS Lo studio di sorveglianza attiva iniziato nei primi cinque anni del progetto, portato avanti su un campione di circa 260 persone, ha già permesso di identificare un pannello di 120 microRNA che distinguono la malattia indolente da quella progressiva. Il nuovo studio è pensato per verificare la validità di questo pannello di marcatori molecolari

su altri pazienti, aggiungendo anche un’analisi sul DNA tumorale circolante e sulle proteine della matrice cellulare con l’obiettivo di riuscire a distinguere i casi che meritano un trattamento più aggressivo da quelli che invece non presentano grandi rischi di progredire. MAMMELLA Studio BABE Come per gli altri sottoprogetti, anche quello dedicato al tumore della mammella prevede la verifica della bontà di un marcatore molecolare composto da microRNA, al quale si aggiungeranno anche altri marcatori come, per esempio, le proteine della matrice extracellulare e un gruppo di proteine identificate nelle fasi precedenti della ricerca, delle quali attualmente non si conosce il ruolo. “Questo è l’unico sottoprogetto che prevede anche una parte di ricerca di laboratorio” dice Sozzi. È infatti previsto lo studio di modelli animali nei quali viene indotto un tumore della mammella che può così essere studiato nelle diverse fasi dello sviluppo, fornendo informazioni utili che verranno in seguito verificate in clinica. MELANOMA Studio MERISMA Il melanoma presenta un legame particolarmente stret-

to con il sistema immunitario – soprattutto con le cellule mieloidi – e proprio su questo legame si punta nella parte del progetto dedicato a questo tumore. L’obiettivo è valutare l’efficacia predittiva di un indice (messo a punto dallo stesso gruppo di ricerca) che sembra essere in grado di determinare la prognosi del tumore in base alla presenza di alcune popolazioni cellulari mieloidi. Oltre a questo indice, si valuteranno anche altri marcatori composti da microRNA legati alle cellule mieloidi. GENOMICA FUNZIONALE E BIOINFORMATICA “L’ultimo dei sottoprogetti è un po’ particolare e, pur essendo apparentemente lontano dalla biologia e dalla medicina, è in realtà al centro di tutto il lavoro dei prossimi due anni” afferma Sozzi. Si tratta di una “facility”, ovvero di un servizio offerto da un gruppo di esperti che lavorano utilizzando piattaforme e metodologie di genomica e bioinformatica per garantire la correttezza dei dati raccolti in clinica e il giusto svolgimento dei test. “Senza questo tipo di organizzazione sarebbe impossibile portare avanti progetti delle dimensioni di quello finanziato da AIRC con il 5 per 1000” conclude la responsabile.

OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 15


TESTIMONIANZA Carolyn Smith

Dopo un cancro al seno si può tornare a ballare Ha fatto parte della giuria del noto programma televisivo Ballando con le stelle. E ha anche affrontato un cancro al seno praticamente “in diretta”. La ballerina inglese ora vuole mettere la sua esperienza al servizio delle altre donne e di AIRC

E’

a cura dlla REDAZIONE andata in video con un foulard in testa quando la trasmissione di cui è giudice, Ballando con le stelle, ha coinciso con gli effetti più visibili delle cure a cui ha dovuto sottoporsi. E ora che sono passati quasi due anni dal primo sospetto, Carolyn Smith, oltre a continuare con il suo lavoro, si dedica attivamente a informare le donne su come combattere quello che ha deciso di chiamare “l’intruso”, un ospite non invitato che è arrivato e si è installato senza chiedere il permesso. Come ha scoperto di essere malata? Devo ringraziare i miei due cagnolini. Mi saltavano in grembo e puntavano il muso in modo ossessivo contro uno dei due seni, una cosa che non avevano mai fatto. Uno di loro mi ha fatto male, allora ho posato la mano e ho sentito una massa dura. Sono andata subito dal medico, ma il primo che 16 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

“T

LA DANZA COME TERAPIA

ra i progetti per il futuro, Carolyn Smith spera di sviluppare e diffondere un corso di danza che aiuti le donne che hanno affrontato un tumore ad accettarsi così come sono. “La danza, per me, è una forma di meditazione e di ricostruzione del sé, quindi vorrei vedere se può aiutare anche le altre donne” spiega. La danza in oncologia è stata oggetto di studi scientifici, anche se di quantità limitata. Nel 2015 la Cochrane Collaboration, un ente

che valuta le prove scientifiche a sostegno dei diversi interventi in medicina, ha esaminato anche quello che si sa sulla danza nei pazienti oncologici ed è giunta alla conclusione che serve più ricerca prima di poter dire che ha davvero un effetto terapeutico su ansia, depressione e stanchezza. Un effetto positivo sembra però averlo sulla qualità della vita e sulla somatizzazione (ovvero su disturbi legati alla percezione di un cambiamento corporeo negativo).

ho consultato non ha dato troppa importanza alla cosa. In questo modo ho perso mesi preziosi, benché il dubbio mi fosse rimasto. Alla fine una dottoressa più attenta mi ha mandata di corsa in ospedale per gli esami.

Cosa le ha insegnato questa esperienza e cosa vuole condividere con le donne che si trovano a viverla? Ho imparato l’importanza di chiedere sempre un secondo parere medi-


In questo articolo:

co, se il primo non ci convince: è un nostro diritto e non uno sgarbo che facciamo al medico. Se avessi seguito il mio istinto, avrei scovato l’intruso in una fase più precoce. Come ha scelto il posto dove curarsi? Sul momento, in preda al panico, ho fatto i primi esami in una clinica privata romana consigliatami da un’amica. Lì mi dissero che era effettivamente un tumore maligno, ma di soli due centimetri e con i linfonodi negativi. Mio marito e io, però, abitiamo a Padova e così abbiamo cercato su Internet il centro di riferimento più accreditato della zona e sono capitata all’IOV, l’Istituto oncologico veneto. Per fortuna, direi, perché lì hanno rifatto tutti i test scoprendo che il nodulo era di ben cinque centimetri e che purtroppo i linfonodi non erano negativi. Questo ha cambiato del tutto la terapia, ma almeno ho potuto affrontare la cosa nel migliore dei modi. Alla fine, il mio consiglio a tutte le donne (e agli uomini) che come me si trovano a combattere questa malattia è di non fermarsi nel primo ospedale che incontrano, ma di accertarsi che sia effettivamente un centro specializzato nella cura dei tumori, perché l’esperienza fa la differenza e può salvare una vita. L’anno scorso ha partecipato alla trasmissione televisiva anche se doveva curarsi. Come ha fatto? Sono una donna tenace e non volevo smettere di lavorare. Per fortuna il mio organismo ha retto, perché so che non sempre la determinazione è sufficiente. Il martedì facevo la chemio e il venerdì, a Roma, registravo la puntata. Ero sottotono rispetto al mio solito, come è comprensibile, e gli altri giurati ne hanno un po’ approfittato. E ora che ha finito le cure? Come sa chiunque ci sia passato, ora il tumore non c’è più ma non posso dirmi guarita. Mi aspettano anni di controlli. Ma la chirurgia, che mi ha

“ ” B CHI È CAROLYN

cancro al seno testimonial Carolyn Smith

lasciato senza un seno, e la chemioterapia hanno fatto il loro dovere. Ora ne parlo perché intorno a questa malattia ci sono ancora molti, troppi tabù. E tante donne malate come me mi hanno ringraziato, anche solo per aver scelto di andare in televisione con un foulard in testa invece di indossare una parrucca. Anche per questo ho deciso di scrivere un libro: si intitola Ho ballato con uno sconosciuto ed esce il 12 ottobre. Una donna come lei, che vive anche della propria immagine fisica, come ha vissuto l’intervento? Prima di entrare in sala operatoria pensavo solo a eliminare l’intruso, non mi interessava altro. Dopo però ho sofferto molto per i punti e il dolore e dopo ancora per i cambiamenti fisici. Ma non bisogna rinunciare a sentirsi belle, anche se a volte è difficile. Io ho avuto delle complicazioni, un’infezione dell’espansore che era stato inserito in vista della ricostruzione del seno. Ho dovuto subire un secondo intervento, poi la radioterapia che è stata pesantissima. Ancora oggi fatico a controllare alcuni movimenti, e per una ballerina è un bel problema. In una recente intervista lei ha lanciato un appello ai designer di intimo: una linea per donne mastectomizzate. Perché questa richiesta? Mi fa questa domanda solo perché non ha mai avuto bisogno di comprarsi un reggiseno speciale. Arrivano dall’estero e sono veramente brutti, sembrano quelli di mia nonna. Va bene che siamo state malate, ma mica dobbiamo mortificarci così per tutta la vita! Cosa pensa della ricerca scientifica? Penso che se sono viva, e con me molte altre donne, è grazie ai progressi fatti dalla scienza e all’impegno dei ricercatori. Per questo ho accettato di sostenere AIRC. Durante i miei ricove-

allerina e coreografa, dal 2007 giudice del fortunato format televisivo Ballando con le stelle, Carolyn Smith ha iniziato a danzare all’età di 5 anni. Ha praticato l’atletica leggera e la ginnastica artistica nella nazionale scozzese. Nel 2015 si è ammalata di tumore al seno e da allora ha scelto di condividere la propria esperienza per aiutare altre donne. Quest’anno ha accettato di essere testimonial di AIRC in occasione dell’Azalea della Ricerca.

ri ho anche incontrato donne che non ce l’hanno fatta, a volte donne ben più giovani di me. So che c’è ancora tanta strada da fare per battere gli intrusi. E per questa ragione mi fa arrabbiare vedere che ci sono persone che non credono nella medicina scientifica ma si affidano a santoni o ciarlatani. E a volte la televisione è complice, perché per fare spettacolo dà loro voce. È una cosa inaccettabile. OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 17


PREVENZIONE Promozione della salute

AGIRE SUGLI STILI DI VITA IN OTTO TAPPE Secondo la Harvard School of Public Health, una delle più prestigiose scuole di medicina pubblica del mondo, è possibile modificare le proprie abitudini seguendo un programma in otto tappe.

01 IL BILANCIO INIZIALE • Prendi appuntamento dal medico e dal dentista, valuta con loro lo stato generale della tua salute; mettiti in pari con le vaccinazioni adatte all’età. • Misura peso, altezza, indice di massa corporea e circonferenza addominale per valutare un eventuale sovrappeso. • Valuta l’attività fisica che fai ogni giorno suddividendola per intensità (lieve, come camminare; media, come fare nuoto; intensa come un esercizio di cardiofitness). • Tieni un diario alimentare per una settimana in modo da avere una fotografia obiettiva di cosa mangi. • Fai un bilancio del tuo umore generale e del tuo livello di energia. • Valuta la qualità della tua rete sociale: gli studi dimostrano che persone con un’ampia rete sociale e familiare sono mediamente più sane e vivono più a lungo. Alla fine di questa tappa dovresti avere un quadro chiaro delle aree su cui è più urgente intervenire.

La prevenzione è questione di scelte ma anche di conoscenze Le regole per evitare le malattie (o almeno le più comuni, causa della maggioranza dei decessi nei Paesi sviluppati) sono poche e chiare ma è difficile farle applicare perché occorre investire in informazione e educare i cittadini a fare scelte consapevoli

S

a cura di DANIELA OVADIA econdo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il futuro della medicina è nella prevenzione. Lo conferma un recente documento strategico che indica la direzione verso cui deve andare l’impegno delle istituzioni e dei cittadini nel campo della salute.

03

“Con una popolazione mondiale in crescita continua e un allungamento della durata media della vita, l’unico modo per rendere sostenibile qualsiasi intervento sanitario è puntare a evitare le malattie ancora prima che a curarle” ha dichiarato Margaret Chan, ex direttore generale dell’OMS. “La promozione della salute passa obbligatoriamente dal potenziamento dell’autonomia di scelta delle persone, da un

MUOVERSI DI PIÙ

02 I DISTURBI CRONICI • Soffri di ipertensione, diabete, obesità? Sei un fumatore? Prima di tutto devi trattare correttamente, con l’aiuto di un medico, questi disturbi cronici che predispongono allo sviluppo di altre malattie, compreso il cancro.

Praticamente tutti gli abitanti dei Paesi sviluppati, tranne rare eccezioni, hanno bisogno di aumentare la loro quantità di attività fisica. • Scegli un’attività che ti diverte. • Tieni traccia di ciò che fai su un calendario. • Stabilisci un obiettivo settimanale. • Poco è meglio di niente. Se non hai tempo di allenarti per un’ora, approfitta anche solo di 10 minuti liberi per fare qualche esercizio.

04 MUOVERSI DI PIÙ • Invece di dire “dovrei mangiare più frutta e verdura”, metti in pratica il proposito. • Lo stesso vale per tutte le buone abitudini alimentari: basta introdurle una per volta. • Pianifica i tuoi pasti, per quanto possibile, e fai la spesa di conseguenza. • Mangia più lentamente, assaporando il cibo.


In questo articolo:

fico (migliorando ciò che sappiamo in questo settore) sia su quello sociale e individuale.

stili di vita informazione prevenzione

maggiore controllo dei singoli sulla propria salute e sui fattori in grado di mantenerla. Per ottenere questo risultato bisogna istruire i cittadini su ciò che fa bene e ciò che fa male e promuovere comportamenti salutari”. La ricerca scientifica dimostra che le stesse abitudini che aiutano a ridurre il rischio di malattie come il cancro riducono anche il rischio di morire per disturbi cardiovascolari quali infarti e ictus, oppure di ammalarsi di diabete o di obesità, fattori di rischio che predispongono a ulteriori malattie e peggiorano la qualità della vita. “Prevenire le malattie e promuovere la salute sono facce della stessa medaglia” spiega ancora Chan. “Non possiamo ambire a un futuro con meno malati se non insistiamo sulla prevenzione”. In pratica, anche se non si può e non si deve smettere di investire in ricerca o di puntare sullo sviluppo di nuove terapie, bisogna far crescere gli investimenti in prevenzione sia sul piano scienti-

05 TENERE A BADA LO STRESS Lo stress è un fattore negativo per la salute: influisce sulla pressione arteriosa e sul benessere generale ed è un fattore di rischio per la depressione. Tenere a bada lo stress non è sempre facile: le tecniche di rilassamento possono aiutare, ma talvolta occorre un supporto psicoterapeutico o farmacologico. Può essere utile anche intervenire sul tuo contesto sociale, limitando gli impegni lavorativi, se possibile, e dedicando del tempo a te stesso/a o agli altri (il volontariato, per esempio, ha un’azione antistress).

Poche regole chiare La grande scoperta dell’epidemiologia del XX secolo è che le regole per star bene sono poche e chiare e valgono praticamente per tutti: abolire il fumo, aderire a una dieta salutare, praticare regolarmente attività fisica. A queste iniziative generali vanno affiancate misure più specifiche che hanno un impatto importante su alcuni settori della salute, come la diffusione delle pratiche vaccinali (nell’infanzia ma non solo), il miglioramento della diagnosi e dell’assistenza per le malattie mentali, la prevenzione degli incidenti stradali e sul lavoro, il controllo dell’abuso di alcol e droghe e la salute sessuale (includendo anche le misure di prevenzione del contagio da HIV). Possono sembrare consigli scontati ma farli applicare richiede ingenti investimenti pubblici (nessuna azienda privata ha interesse a promuovere, se non in ambiti molto settoriali, le buone pratiche di prevenzione). Per questo la maggior parte dei Paesi sviluppati ha avviato campagne basate sull’educazione dei cittadini. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno lan-

ciato la National Prevention Strategy. Per raggiungere gli obiettivi, le campagne educative e informative sono suddivise in tre fasce di età: infanzia, età adulta ed età avanzata. Se nell’infanzia si punta a ottenere la migliore copertura vaccinale possibile e a educare i più piccoli in modo che le buone abitudini diventino naturali, nell’adulto e nell’anziano bisogna informare e spiegare. Non a caso, nel corso dell’ultima edizione del Festival dell’economia che si è tenuto a Trento, dedicato alle diseguaglianze nella salute, un grande esperto come Sir Michael Marmot, professore di epidemiologia allo University College di Londra, ha spiegato che il livello di educazione e cultura è l’elemento più significativo per predire lo stato di salute di un individuo in età avanzata. “I ricchi stanno meglio dei poveri e non solo perché hanno accesso a migliori cure. Questo divario si manifesta anche in Paesi come l’Italia o la Gran Bretagna in cui esiste un sistema sanitario nazionale pubblico che offre a tutti le stesse prestazioni. La differenza la fa la conoscenza degli strumenti di prevenzione e la possibilità di accedere più facilmente alla diagnosi precoce. Più che il denaro, conta essere informati e saper comprendere il significato delle informazioni”.

07

06 CONTROLLARE LA QUALITÀ DEL SONNO Un buon sonno è essenziale per un organismo in salute. Evita l’uso di apparecchiature elettroniche almeno un’ora prima di andare a dormire, così come la pratica sportiva intensa serale. Anche la regolarità degli orari facilita la qualità del riposo: dormire più a lungo nei fine settimana non compensa del tutto la carenza negli altri giorni.

LA VITA SOCIALE Una buona vita sociale è un fattore importante per mantenersi in salute. Creati una rete di conoscenze e amicizie, sia virtuali sia reali, anche attraverso attività comuni (sport, attività ricreative e culturali, volontariato). La vita sociale e di relazione deve essere il più possibile una fonte di benessere e non di malessere: se stai affrontando momenti dolorosi o faticosi, chiedi aiuto a un professionista per capire come modificare la situazione quando è possibile, o, se gli aspetti negativi superano quelli positivi, come uscirne.

08 MANTENERE ATTIVO IL CERVELLO È ormai dimostrato che uno dei pochi fattori protettivi contro il decadimento cognitivo tipico dell’età avanzata è mantenere attivo il cervello. Coltiva interessi culturali, frequenta corsi, impara una nuova lingua… Qualsiasi attività che costituisca una sfida mentale è come una ginnastica benefica per i neuroni.


NOTIZIE FLASH

Dal Mondo

Carni rosse, nuove conferme

Attività fisica contro la spossatezza Contro la fatigue, la spossatezza che affligge molti malati di tumore (direttamente o come effetto collaterale delle terapie) l’esercizio fisico e la terapia psicologica sono efficaci, anche più dei farmaci: è questa la confortante conclusione di una revisione della letteratura pubblicata sulla rivista Jama Oncology. Il gruppo diretto da Karen Mustian, dell’Università di Rochester, nello Stato di New York, ha rivisitato i 113 studi pubblicati finora (per un totale di circa 11.000 adulti malati di cancro), concludendo che contro la “fatigue da cancro” l’intervento più efficace – che i medici dovrebbero quindi considerare di prima scelta – è proprio quello che prevede la combinazione di esercizio fisico e terapie psicologiche di supporto a carattere educativo e comportamentale.

Un ampio studio pubblicato sul British Medical Journal conferma che il consumo di carni rosse è associato a un aumento del rischio di morte per un ampio ventaglio di cause, tra cui il tumore, mentre le carni bianche appaiono associate a una riduzione del rischio. Un gruppo di ricercatori del National Cancer Institute americano ha preso in esame le abitudini alimentari di circa 537.000 pensionati seguiti a partire dal 1995, quando avevano un’età compresa tra 50 e 71 anni, che hanno compilato un accurato questionario. Nei successivi 22 anni, circa 128.000 di loro sono deceduti. Il confronto tra la causa di morte e la composizione della dieta ha permesso di quantificare l’impatto non solo della carne rossa (e quindi del ferro eme in essa contenuto) ma anche di singole classi di sostanze usate nei prodotti lavorati, tra cui nitriti e nitrati negli insaccati: sono proprio questi ultimi, più del ferro eme, a esporre ai pericoli maggiori.

Tumori “rari” sempre più numerosi Si chiamano “malattie rare”, ma nell’insieme costituiscono ben un quinto di tutte le diagnosi di tumore registrate ogni anno e addirittura i due terzi di quelle relative a bambini e adolescenti. Il dato proviene da uno studio pubblicato da Carol DeSantis e colleghi sulla rivista CA: A Cancer Journal for Clinicians. I ricercatori, utilizzando i dati dei registri oncologici americani, suggeriscono che la percentuale di diagnosi di forme rare di cancro sia destinata ad aumentare in futuro via via che i nuovi marcatori molecolari permetteranno in un numero sempre maggiore di casi di classificare ciascun tumore con precisione, portando non di rado alla modifica della diagnosi.

20 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017


Guerra alle pseudocure “naturali”

È partita negli USA un’offensiva per arrestare la diffusione di pseudoterapie spacciate per rimedi contro il cancro: la Food and Drug Administration ha infatti cominciato a spedire lettere di diffida a una quindicina di aziende che promuovono, anche attraverso il web, prodotti – spesso presentati come supplementi nutrizionali “naturali” – che sono non solo inefficaci ma anche potenzialmente pericolosi. Si tratta di un mercato purtroppo florido che approfitta di Internet, e delle pieghe della normativa, per ingannare i cittadini con promesse di mirabolanti effetti positivi per la salute, mai realmente dimostrati: “Incoraggiamo tutti a

vigilare, in rete come nei negozi, e a evitare di acquistare prodotti pubblicizzati come ‘anticancro’ senza alcuna dimostrazione di efficacia” è l’invito delle autorità sanitarie.

Vitamina D, giudizio sospeso

Trapianto infantile e rischio linfomi

La vitamina D ad alte dosi non sembra avere effetti protettivi contro il cancro nelle donne in età avanzata: è questa la conclusione di uno studio finanziato dal National Cancer Institute da poco pubblicato sulla rivista Jama. Dopo che numerosi studi avevano associato un’elevata concentrazione di vitamina D nel sangue con una minore probabilità di essere colpiti dal cancro, e altri condotti in laboratorio avevano rilevato un’attività anticancro della vitamina D a livello cellulare, questo è il primo studio che ha cercato di verificare un effetto in termini di rischio di cancro nella vita reale. I ricercatori hanno seguito per quattro anni 2.300 donne anziane divise in due gruppi: uno aveva ricevuto vitamina D in alte dosi, l’altro un placebo, rilevando una differenza molto modesta, statisticamente non significativa. In attesa della conclusione di altri due studi, ciascuno con circa 20.000 pazienti, l’assunzione di vitamina D a scopo preventivo non è quindi raccomandata.

Un trapianto d’organo può salvare la vita e restituirle la perduta normalità. Tuttavia, secondo uno studio del National Cancer Institute americano pubblicato sulla rivista Pediatrics, un trapianto ricevuto in età infantile può anche accrescere il rischio futuro di tumore. Sui 18.000 ragazzi seguiti per oltre quattro anni, sono 400 quelli che hanno avuto una diagnosi di tumore, nel 71 per cento dei casi un linfoma non-Hodgkin. I ricercatori puntano il dito su due fattori: la vulnerabilità associata alla terapia immunosoppressiva, necessaria per prevenire il rigetto dell’organo, e l’infezione da virus di Epstein-Barr. Invitano però a non farsi prendere dallo sconforto: “I benefici del trapianto sono ampiamente superiori ai rischi che descriviamo” spiega Eric Engels, epidemiologo del National Cancer Institute. D’altra parte, dopo il trapianto è importante non sottovalutare eventuali sintomi come dolore al collo, difficoltà respiratorie e intenso e persistente dolore all’addome, che vanno riferiti al medico.

OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 21


NUOVE FRONTIERE Nanotecnologie

Sempre più piccoli per grandi risultati La ricerca oncologica resta al passo con i tempi e si modifica abbracciando l’infinitamente piccolo, oggetto di studio delle nanotecnologie, per raggiungere traguardi ambiziosi nella diagnosi e nella terapia

22 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

MATERIALI / 1

NANODIAMANTI PER IL PAZIENTE

M

arylin Monroe cantava “i diamanti sono i migliori amici di una ragazza”, ma la ricerca è andata ben oltre e suggerisce che i nanodiamanti potrebbero presto diventare i migliori amici dei pazienti oncologici, aiutandoli nella diagnosi e nel trattamento della malattia. Queste nanoparticelle di carbonio hanno una dimensione di circa 5 nanometri e rappresentano oggi uno dei nanomateriali più promettenti per il trasporto dei farmaci fino al tumore, grazie alla possibilità di modificarne la superficie e alle loro caratteristiche uniche dal punto di vista ottico, meccanico e termico. I nanodiamanti infatti non sono tossici, e questo li rende adatti all’uso nell’uomo, tuttavia restano ancora interrogativi sui loro meccanismi di diffusione e sulla loro capacità di assorbimento dei farmaci. Anche la diagnosi potrebbe trarre vantaggio dal loro uso: come si legge dalle pagine di Nature Communications, un gruppo di ricerca statunitense è riuscito a capire come utilizzare in modo efficace queste particelle in esami di diagnostica per immagini come la risonanza magnetica.


In questo articolo: nanomedicima nanomateriali farmaci mirati

a cura di CRISTINA FERRARIO i è tenuta a Milano il 5 e 6 giugno scorso la sedicesima edizione della World Nano Conference, uno dei sempre più numerosi appuntamenti internazionali che vedono come protagoniste le nanotecnologie. Ciascuno di questi incontri ospita una sessione dedicata alla nanomedicina, ovvero all’applicazione in campo medico delle nanotecnologie, con diversi obiettivi che vanno dalla diagnosi alla cura delle malattie, incluso il cancro. “Quando utilizziamo il prefisso ‘nano’ ci riferiamo a qualcosa di incredibilmente piccolo e difficile persino da immaginare se lo rapportiamo alla nostra esperienza quotidiana” spiega Maurizio D’Incalci, a capo del Dipartimento di oncologia dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, da anni impegnato in progetti che riguardano l’utilizzo delle nanotecnologie. I ricercatori che si occupano di questa particolare branca del-

S

la scienza biomedica lavorano con il nanometro, un’unità di misura che equivale a 1/80.000 dello spessore di un capello. UNO SGUARDO PROFONDO Si parla ufficialmente di nanotecnologie dal 1974, da quando cioè lo scienziato giapponese Norio Taniguchi introdusse il termine nel linguaggio scientifico. Bisogna però precisare che i concetti alla base di questo nuovo modo di vedere e lavorare la materia furono introdotti già 15 anni prima, nel 1959, quando Richard Feynman, premio Nobel per la fisica nel 1965, pronunciò il famoso discorso “There’s Plenty of Room at the Bottom” (“C’è un sacco di spazio laggiù in fondo”), che gli valse il titolo di padre delle nanotecnologie. Feynman per primo prese in considerazione la possibilità di agire a livello nano, sui singoli atomi: una grande lungimiranza basata su modelli e concetti fisici ben precisi che oggi si è trasformata in realtà. “È un tipo di ricerca ancora giovane che ha molto a che fare con lo sviluppo

MATERIALI / 2

L’ETÀ DEL FERRO DELL’ONCOLOGIA

D

ue recenti studi hanno messo in luce la possibilità di utilizzare due nanoparticelle già in uso per altri scopi anche per colpire le cellule cancerose: i C’ dots e il ferumoxytol. In entrambi i casi si tratta di particelle che basano la loro azione anticancro sul ferro, o meglio sull’aumento dei livelli di ferro e delle cosiddette “specie reattive dell’ossigeno” (ROS), delle quali fanno parte i ben

noti radicali liberi. “Il ferro è presente in tutte le cellule umane ed è fondamentale per la loro crescita, ma i suoi livelli devono rimanere controllati perché un eccesso potrebbe dare una spinta alla creazione di composti tossici come i ROS” spiegano Sun Eum Kim e collaboratori, autori di un articolo pubblicato su Nature Nanotechnology alle fine del 2016, ricordando che

di nuovi materiali e che ha la potenzialità di rivoluzionare il nostro modo di vedere la medicina e di curare le malattie” prosegue D’Incalci che poi aggiunge: “Lavorando a livello nano si riesce a interagire con le cellule e gli organelli in essa contenuti, ma si aprono costantemente nuove sfide, anche perché su questa scala la materia cambia comportamento e non segue le regole della fisica che da sempre conosciamo”.

pio amplificare i segnali che vengono letti in esami come la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata” afferma il farmacologo. Ma la ricerca non si è fermata qui. Nanowires (overo nanospirali), cantilevers (travi microscopiche e flessibili) e nanopori (minuscoli fori che fungono da setaccio per le molecole) sono alcuni dei dispositivi oggi disponibili per la diagnosi del cancro: permettono di identificare la presenza di biomarcatori, di leggere il DNA alla ricerca di mutazioni specifiche o di vedere le modifiche alla struttura del materiale genetico legate alla presenza di malattia. Anche se in modi diversi, tutti questi dispositivi sfruttano le caratteristiche dei nanomateriali: i nanowire sono “fili” sottilissimi che permettono di vedere i geni alterati e di capire dove sono posizionati, i cantilever possono riconoscere più mutazioni contemporaneamente grazie a nanoparticelle con differenti colori, e i nanopori

Se ne parla tra esperti da oltre 40 anni

NANODIAGNOSI PRECOCE Uno degli obiettivi più importanti della ricerca oncologica è riuscire a identificare la malattia quando è ancora nelle fasi iniziali e, di conseguenza, più facile da eliminare in modo definitivo. Le nanotecnologie possono avere un ruolo di primo piano nel raggiungere questo traguardo, come dimostrano le numerose applicazioni già presenti in clinica. “Grazie a specifiche nanoparticelle unite a molecole capaci di legarsi al tumore, si possono per esemle cellule tumorali contengono in genere più ferro di quelle sane e, di conseguenza, dovrebbero essere più sensibili allo stress da ROS. “Sfruttare la capacità delle nanoparticelle di modulare i livelli di ferro e di ROS potrebbe rappresentare una nuova strategia per la cura del tumore e il fatto che entrambe le particelle siano già in uso per altri scopi come la diagnosi rende questa possibilità ancora più vicina alla realtà” concludono gli autori.


NUOVE FRONTIERE Nanotecnologie

sono minuscoli canali attraverso i quali il DNA può passare solo se presenta determinate caratteristiche ed eventuali mutazioni dovute al tumore. NAVICELLE E NUOVE CURE Se la diagnosi sta già cominciando a godere dei benefici delle nanotecnologie, le applicazioni terapeutiche sono ancora in fase iniziale, anche se i risultati non mancano. “Dal punto di vista farmacologico le nanotecnologie possono essere utilizzate per ridurre la tossicità dei farmaci, creando nuove formulazioni che magari riescono a entrare nei tessuti in modo selettivo: è già successo con i taxani, molto usati in oncologia e con numerose

altre molecole in fase di studio” spiega D’Incalci, che poi ricorda i due principali obiettivi delle nanotecnologie nella cura del cancro. “Il primo è senza dubbio riuscire a portare il principio attivo direttamente nel tumore o nelle metastasi risparmiando i tessuti circostanti, mentre il secondo è creare una sorta di ‘navicella’ che permetta di trasportare fino al tumore molecole attive ma troppo instabili per arrivare da sole a destinazione.”. In tutto il mondo sono numerosi i laboratori che lavorano per trovare soluzione agli ostacoli che ancora impediscono alle nanoparticelle di diventare protagoniste della terapia oncologica, primo tra tutti il fatto che spes-

Vettori di ogni forma e materiale

FUSIONI

LA TERANOSTICA: NUOVA DISCIPLINA DELL’ONCOLOGIA

I

l termine deriva dall’unione dei due obiettivi che questa disciplina si propone: la terapia e la diagnostica. Ed è un obiettivo realizzabile proprio grazie alle nanotecnologie che hanno permesso di utilizzare la materia in modo del tutto nuovo. Un esempio su tutti è rappresentato dalle nanoparticelle che possono essere “portate” a destinazione utilizzando campi magnetici e possono essere utilizzate per migliorare l’efficacia diagnostica di esami come la risonanza magnetica. Le stesse particelle, una volta giunte a destinazione nel tumore, possono essere riscaldate, sempre grazie a deboli campi magnetici, con l’obiettivo di distruggere le cellule tumorali. Infine, ma non meno importante, il rivestimento applicato a queste nanoparticelle può aiutare a far giungere a destinazione farmaci che verranno poi rilasciati gradualmente senza danneggiare i tessuti sani. È una disciplina relativamente nuova e ancora tutta da studiare, ma i risultati finora ottenuti sono decisamente promettenti.

24 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

so, quando queste sono legate a un principio attivo (un farmaco antitumorale), arrivano al tumore ma perdono per strada il loro carico. Risolvere questi problemi permetterà di aggiungere nuovi e potenti strumenti per curare in modo sempre più efficace il cancro. LA FORZA DEL GRUPPO “La letteratura scientifica è piena di articoli che descrivono nuove nanoparticelle, ma a ben vedere solo poche di esse sono state effettivamente utilizzate in clinica” dice D’Incalci citando uno degli ostacoli che le nanoparticelle incontrano sulla loro strada verso il letto del paziente, ovvero la tossicità. “Alcune di queste particelle sulla carta e secondo i calcoli degli ingegneri e dei fisici funzionano benissimo, ma poi si devono fare i conti con la biologia,

che è molto meno prevedibile dei calcoli matematici” aggiunge. Proprio per trovare la soluzione a questi e altri problemi che ad oggi sono ancora senza risposta serve un approccio multidisciplinare che preveda la collaborazione di un gruppo di esperti di diverse discipline. Servono ingegneri, chimici, fisici, ma anche biologi, medici e farmacologi che mettano le proprie competenze al servizio di un obiettivo comune: la lotta contro il cancro attraverso le nanotecnologie. “È importante soprattutto trovare un linguaggio comune che permetta alle varie discipline di comunicare. In molti laboratori italiani questa collaborazione è già una realtà grazie al prezioso sostegno di AIRC” conclude D’Incalci.


RICERCA IFOM Ricerche in vetrina

In questo articolo:

endocitosi EGFR proliferazione cellulare

Se il reticolo non funziona EGFR impazza Le cellule tumorali proliferano in risposta a stimoli ambientali recepiti da recettori come EGFR, eliminati al termine del loro utilizzo da un meccanismo chiamato endocitosi. Se l’endocitosi funziona male, la cellula non smette di dividersi e può originare tumori

I

a cura della REDAZIONE l processo di duplicazione di una cellula è controllato da alcuni interruttori (o recettori) che rispondono a stimoli provenienti dall’ambiente esterno. Eliminarli dopo che hanno svolto la loro funzione è fondamentale: l’eccessiva proliferazione è infatti tipica delle cellule tumorali. EGFR è uno dei recettori posti sulla membrana esterna, coinvolto in particolare nella ricezione di uno dei segnali di proliferazione. Al termine del processo, EGFR deve essere rimosso dalla superficie, altrimenti la cellula continua a dividersi senza controllo. Tutto ciò è possibile grazie al processo di endocitosi, con cui i recettori vengono letteralmente inglobati all’interno della cellula per poi essere smantellati. Disordini e malfunzionamenti dell’endocitosi possono contribuire alla formazione dei tumori e alla loro proliferazione, in particolare di quelli che colpiscono cervello, colon, polmoni e seno, caratterizzati da una presenza anomala del recettore EGFR.

ma complessità della cellula: un lavoro lungo e meticoloso ma assolutamente indispensabile” precisa Pier Paolo Di Fiore, direttore del programma di ricerca IFOM Logistica cellulare nel cancro. Il team guidato da Di Fiore ha dedicato gli ultimi 20 anni a studiare l’endocitosi. Con questo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science e reso possibile solo combinando tecnologie genomiche, proteomiche e di microscopia elettronica ad alta risoluzione, si aggiunge un tassello importante al quadro generale. “Abbiamo identificato un gruppo di molecole specializzate. Alcune di queste si trovano nel reticolo endoplasmatico, un organello che forma una vera e propria rete all’interno della cellula. Quando c’è bisogno di rimuovere e distruggere EGFR, il reticolo si estende fino ad arrivare alla superficie cellulare dove si trova il recettore e lo ‘tira’ all’interno della cellula. In situazioni anomale, in cui questo gruppo di molecole non si comporta correttamente, il reticolo non riesce più a raggiungere la superficie cellulare per riassorbire il recettore, che non viene più distrutto ma continua a produrre il segnale di duplicazione” spiega Sara Sigismund di

Il recettore va eliminato quando non serve più

ALLA BASE C’È LA COMPRENSIONE “Lo sviluppo di nuove strategie di cura passa attraverso lo studio dell’estre-

LA RICERCA IN BREVE Cosa si sapeva I recettori di membrana come EGFR ricevono segnali dall’esterno che inducono la cellula a replicarsi Una volta terminato il loro compito, vengono inglobati nella cellula per endocitosi e poi distrutti Se l’endocitosi non funziona, il recettore continua a ricevere segnali e la cellula a dividersi Cosa si è scoperto Un gruppo di molecole sul reticolo endoplasmatico aiuta a “tirare dentro” il recettore quando non serve più L’alterazione di queste molecole modifica il meccanismo di endocitosi Queste molecole potrebbero essere nuovi target per terapie anticancro

IFOM, coautrice dello studio. Il prossimo passo sarà comprendere come il meccanismo appena descritto possa essere alterato nel cancro.

IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici, è sostenuto dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro-AIRC, attraverso lasciti testamentari (vedi p. 28).

OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 25


NON PROFIT Ricerca scientifica

In questo articolo: ricerca in Italia finanziamenti 5 per mille

L’Italia deve la sua scienza ai fondi del Terzo settore A fronte di una sempre maggiore riduzione dei fondi pubblici, cresce il finanziamento privato alla ricerca, legato soprattutto al mondo del non profit. E la qualità della ricerca italiana riesce a rimanere alta soprattutto grazie alle donazioni e al 5 per mille

L’

a cura di AGNESE CODIGNOLA Italia, si sa, è decisamente indietro rispetto agli altri Paesi per quanto riguarda i finanziamenti alla ricerca: a fronte di una media OCSE del 2,23 per cento del Prodotto interno lordo (PIL), il nostro Paese si ferma all’1,27 per cento, laddove la media dei Paesi europei arriva all’1,92 e quella del gruppo ristretto dei 15 Paesi (sempre europei) più avanzati al 2,06 per cento. Secondo l’Agenzia nazionale di valutazione della ricerca (ANVUR), che ha pubblicato il suo ultimo rapporto nello scorso mese di febbraio, l’Italia si sta comunque avvicinando alla media europea, ma il progresso non avviene per merito degli investimenti pubblici che, al contrario, continuano a subire tagli. Piuttosto si verifica per un lento ma costante aumento della ricerca privata, che comprende anche quella finanziata dagli enti non profit come AIRC.

Tanti studi, pochi fondi Nonostante la scarsità di fondi, la produzione scientifica italiana è abbondante, anche se non si avvicina ancora a quella di Paesi simili al nostro per 26 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

Senza non profit si produce meno conoscenza

N

MANAGER SI DIVENTA

ello scorso autunno l’università Bocconi di Milano ha lanciato, per l’anno accademico 2016/17, il Percorso formativo per manager delle imprese sociali e del non profit, mentre l’università Bicocca, sempre di Milano, ha dato via al corso di Management per l’inno-

vazione sociale nel non profit: la prospettiva dell’economia civile. L’idea di fondo di entrambi i corsi, e di altri proposti da altre università, è che chi si prepara a gestire un’associazione non profit debba ricevere non solo le nozioni di base tipiche del management, con qualche adattamento,


livello di sviluppo: l’Italia è ottava nel mondo per numero di pubblicazioni, con più di 1,2 milioni di studi nel periodo 1996-2014, mentre la Francia ne ha prodotte 1,5 milioni e la Germania 2,1 milioni. Se però si valuta il numero di citazioni di ogni articolo (una misura indiretta della sua importanza per il settore di riferimento), la situazione migliora, perché l’Italia ne conta in media 17,52 per articolo, non tanto lontano dal 17,95 della Francia e dal 18,5 della Germania (anche se indietro rispetto al 23,36 statunitense e al 21,03 britannico). E tutto questo lavoro è svolto da meno di 250.000 ricercatori, un numero decisamente modesto rispetto a quanto sarebbe necessario. Per semplificare, i numeri dicono che in Italia, con meno fondi degli altri Paesi e con pochi addetti, riusciamo comunque a fare una buona ricerca scientifica, come del resto testimonia l’accoglienza riservata ai nostri ricercatori all’estero.

Ma come si giustifica questo “paradosso italiano”? Secondo gli esperti di politica della ricerca, è da attribuire al ruolo, del tutto particolare, svolto dal

cosiddetto Terzo settore, cioè da quella miriade di associazioni non profit (oltre 300.000, secondo l’ultimo rapporto ISTAT, con una crescita del 28 per cento tra il 2001 e il 2011) che svolgono un compito sussidiario rispetto allo Stato, cioè colmano le evidenti lacune esistenti non solo a livello di volontariato ma anche per quanto riguarda la ricerca, dalle malattie rare – come accade, per esempio, con Telethon e l’Associazione italiana sclerosi multipla, per citare solo due delle più conosciute – alle grandi patologie ancora non sconfitte come il cancro, che è il caso di AIRC. La ricerca finanziata dai contributi dei cittadini gode dunque di ottima salute, anche perché secondo le indagini circa otto italiani su dieci si fidano del non profit e continuano a donare direttamente e attraverso il meccanismo del 5 per mille, confortati dal fatto di vedere molti risultati concreti. Se si osservano i bilanci degli enti non profit, si vede infatti che, in media, questi investono nella ricerca di base il 28 per cento dei loro budget, nella ricerca applicata il 66,4 per cento e nello sviluppo sperimenta-

ma abbia bisogno di una formazione di alta specializzazione. “L’economia civile” ha ricordato l’economista Stefano Zamagni all’inaugurazione del corso della Bocconi “si basa su un principio di reciprocità di cui non si può più non tenere conto”. Non è insomma più tempo di improvvisazione e, soprattutto per chi eroga fondi (come le associazioni che si occupano di

ricerca) è ormai imprescindibile un approccio professionistico. Tradotto in esempi concreti, diverse materie si ispirano alla cosiddetta “teoria della scelta pubblica” (termine mutuato dall’inglese “public choice”, che significa “scelte per il pubblico”), e propongono modelli di economia che coinvolgono in modo più sistematico i cittadini nelle decisioni.

Il ruolo del non profit

le il 5,7 per cento. Una suddivisione quasi identica a quella dei fondi statali, a significare che le associazioni finanziano davvero gli studi, compresi quelli meno applicativi, e contribuiscono così allo sviluppo delle conoscenze, anche di quelle di base, indispensabili per arrivare alle applicazioni pratiche. Un anno fa è stata finalmente approvata la legge delega che riorganizza tutto il settore del non profit (legge 106 del 6 giugno 2016). Nel momento in cui scriviamo mancano i decreti attuativi ma la speranza è che tutto avvenga come previsto, perché il testo è stato apprezzato e potrebbe davvero dare una spinta all’universo del Terzo settore: i principi enunciati rispondono infatti a molte delle istanze fiscali, normative e organizzative e di trasparenza segnalate da decenni da tutti gli operatori. Il testo prevede infatti l’istituzione di un Registro unico nazionale delle associazioni, la stesura di un Codice del Terzo settore, il riordino di tutta la disciplina fiscale, un nuovo impulso all’impresa sociale, l’istituzione del servizio civile universale, la nascita del Consiglio nazionale del Terzo settore, l’istituzione della Fondazione Italia sociale (per favorire le donazioni private) e la riforma strutturale del 5 per mille.

I cittadini hanno strumenti per scegliere

OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 27


UN LASCITO PER LA RICERCA

S

cegliere di fare testamento in favore della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro-AIRC, lasciandole anche solo una parte dei propri beni, significa dare un sostegno concreto e significativo alla ricerca oncologica in Italia. Pur riconoscendo i diritti dei propri eredi si può sempre lasciare una parte del patrimonio a favore della ricerca sul cancro. Per questo FIRC-AIRC offre gratuitamente la Guida al testamento, uno strumento utile per sapere come si effettua un lascito testamentario: chi sono gli eredi e come vengono stabiliti; quali sono le quote di riserva a favore dei figli e del coniuge e tante altre informazioni pratiche. Il testamento può essere: olografo: basta scrivere su un foglio cosa si vuole destinare (per esempio una somma di denaro) e a chi, datarlo e firmarlo. Il testamento potrà essere poi affidato a una persona di fiducia o a un notaio; pubblico: viene ricevuto dal notaio alla presenza di due testimoni e poi custodito dal notaio stesso. Con la Guida al testamento, aggiornata secondo le leggi vigenti, effettuare un lascito testamentario è diventato un gesto semplice, per tutti: richiedila gratuitamente contattando tel. 02 79 47 07 www.fondazionefirc.it

28 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

LASCITI Chi ha scelto di sostenere FIRC-AIRC

Uno sguardo alle generazioni future Donatella Scarnati ha colto la palla al balzo per trasformare la malattia in un momento di speranza. Per questo ha disposto un lascito a FIRC-AIRC

U

a cura della REDAZIONE na vita di soddisfazioni e di primati. Donatella Scarnati, giornalista e conduttrice televisiva, è stata infatti la prima donna ad apparire stabilmente nei collegamenti della popolare trasmissione tv 90° minuto. Ha cominciato la sua carriera nello sport in Rai nel 1984 e da allora non si è più fermata. È diventata inviata della Nazionale italiana di calcio, ma ha anche seguito diversi avvenimenti di cronaca in Italia e all’estero. Donatella ha collezionato successi, finché, nel 1996, la malattia non l’ha presa in contropiede. “Ho conosciuto il dolore e la paura”. Un momento difficile che ha affrontato grazie al carattere combattivo e alla consapevolezza che la ricerca ha fatto passi da gigante e, proprio come lei, non si poteva fermare. “AIRC mi

ha preso per mano e mi ha restituito il sorriso: ho capito quanto fosse importante la ricerca”. Per questo ha deciso di prestare il proprio volto alla campagna pubblicitaria che invita a destinare lasciti alla Fondazione, in Basilicata e nella sua Calabria. Donatella è nata a Cosenza e ci torna sempre volentieri, con uno sguardo alle radici ma anche al futuro. “Possiamo lasciare più di una testimonianza, più di un’intervista e di un’immagine. Non voltiamo le spalle alla realtà, non facciamo finta che il cancro non esista, che sia un problema degli altri. Il cancro riguarda tutti noi e dobbiamo sostenere chi ogni giorno pensa al nostro futuro. Chi studia e chi si sacrifica per dare una speranza. È per questo motivo che sono felice di poter dare un piccolo contributo, un lascito a favore della Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro”.


IL CALENDARIO DEI GIORNI DELLA RICERCA

RACCOLTA FONDI I Giorni della Ricerca

23 OTT

Cerimonia al Palazzo del Quirinale

29 OTT - 5 NOV RAI per AIRC

31 OTT

Incontri con la Ricerca nelle università

30 OTT - 3 NOV AIRC nelle scuole

dal 4 NOV

I Cioccolatini della Ricerca

4 e 5 NOV

Un Gol per la Ricerca

L’Italia abbraccia la ricerca durante i Giorni

P

a cura della REDAZIONE rende il via a fine ottobre l’edizione 2017 de I Giorni della Ricerca con un programma ricco di eventi che, tra piazze, università, scuole e campi da calcio, consente di informare e sensibilizzare il nostro Paese sui principali progressi compiuti nella lotta contro il cancro. Dal 1998, I Giorni della Ricerca sono un appuntamento fondamentale per i nostri soci, sostenitori e volontari, così come per gli alunni delle scuole e gli studenti universitari, per conoscere i nostri ricercatori e le storie di chi ha superato la malattia, per informarsi sulle nuove opportunità di cura e sostenere AIRC attraverso

il proprio contributo e la propria partecipazione. La campagna si apre come da tradizione con la Cerimonia al Palazzo del Quirinale, dove il Presidente della Repubblica accoglie i più autorevoli rappresentanti del mondo dell’oncologia italiana e una rappresentanza dei sostenitori di AIRC. Per otto giorni, la RAI ospita nelle sue trasmissioni televisive e radiofoniche una campagna di informazione e raccolta fondi, “accendendo” un numeratore che raccoglie in tempo reale le donazioni del pubblico. Obiettivo è il finanziamento di progetti scientifici pluriennali, dedicati alla formazione e specializzazione dei migliori giovani talenti della ricerca

Tanti eventi dalle piazze alle università

oncologica italiana. È invece dedicato agli scienziati del domani il ciclo di Incontri con la Ricerca, orgaI Giorni della Ricerca nizzati insiesi aprono con una cerimonia al Palazzo del me ai più preQuirinale presieduta dal stigiosi atenei Presidente della Repub- italiani. Anche blica Sergio Mattarella. le scuole supeL’iniziativa continua in riori aprono le porte ad AIRC tv, nelle piazze, nelle per sensibilizscuole e nelle università, coinvolgendo tutti zare i più gioi cittadini sul tema dei vani su ricerca progressi della ricerca. e prevenzione. L’appuntamento è anche con i nostri volontari nelle piazze, dove, con una donazione di dieci euro, è possibile sostenere il lavoro dei ricercatori e ricevere una confezione di ottimi cioccolatini. Il calendario degli eventi si conclude negli stadi con Un Gol per la Ricerca, che vede i campioni del calcio scendere in campo al fianco di AIRC invitando i propri tifosi a sostenere i giovani talenti della ricerca sul cancro.

... dal 23 ottobre su: airc.it OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 29


RACCOLTA FONDI Nastro Rosa

In questo articolo: cancro al seno Nastro Rosa diagnosi precoce

L’impegno di AIRC contro il tumore al seno Nel mese dedicato alla lotta contro il cancro al seno, AIRC partecipa alla mobilitazione mondiale per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione e sostenere la ricerca

O

a cura della REDAZIONE gni anno si stima che in Italia circa 50.000 donne siano colpite da un tumore al seno. Praticamente una donna su otto nell’arco della vita è interessata da questa malattia che, negli ultimi anni, ha fatto registrare anche una crescita dell’incidenza nella fascia 30-40 anni. La buona notizia? Negli ultimi vent’anni i costanti progressi della ricerca oncologica nell’ambito della prevenzione, della diagnosi precoce e della cura hanno aumentato la sopravviven-

“E

za a cinque anni dalla diagnosi dal 78 all’85,5 per cento (dati AIOM e AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2016). Ma AIRC non si ferma qui: i suoi ricercatori sono al lavoro per aumentare questo numero sempre più, con l’obiettivo del 100 per cento. “La ricerca sul tumore al seno è da sempre una priorità per AIRC” sottolinea Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico dell’Associazione. “Solo nel 2017 AIRC ha destinato oltre 10,77

I dati migliorano ma c’è ancora molto da fare

IL NASTRO ROSA COMPIE 25 ANNI

ra il 1992 quando Evelyn H. Lauder, moglie di Leonard, primogenito di Estée Lauder, fondatrice dell’omonima casa di cosmetici, insieme ad Alexandra Penney, direttrice del magazine femminile Self, creò la campagna Breast Cancer Awareness (BCA), dedicata alla sensibilizzazione sul tumore al seno. In quegli anni le donne morivano di cancro al seno circondate da un silenzio pressoché generale. La malattia veniva diagnosticata spesso con grave ritardo per via dello

stigma associato, dei timori delle donne stesse e della inefficacia delle cure. Ci voleva qualcosa che aiutasse le donne a comprendere l’importanza della diagnosi precoce, a conoscere la malattia, a finanziare la ricerca e, possibilmente, a ridurre il carico di negatività per lasciare spazio alla prevenzione e alla speranza. Fedeli allo spirito che aveva fatto il successo della casa di cosmetici di famiglia, Evelyn e Alexandra idearono il Nastro Rosa, un piccolo fiocco di tessuto che decisero di

30 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

milioni di euro per il finanziamento di 66 progetti e 20 borse di studio in questo ambito. Per aumentare sempre più le percentuali di curabilità del tumore al seno la ricerca è oggi impegnata su tre diversi fronti: sviluppo della conoscenza dei meccanismi molecolari alla base della trasformazione cellulare, messa a punto di farmaci sempre più mirati e identificazione di nuovi strumenti di screening per la diagnosi precoce”. AIRC organizza per tutto il mese di ottobre un ricco calendario di iniziative per raccogliere nuove risorse da destinare alla migliore ricerca oncologica italiana e per informare e sensibilizzare le donne sul fondamentale ruolo della prevenzione, con indicazioni rivolte soprattutto alle giovani donne. Al fianco di AIRC ci sarà anche quest’anno The Estée Lauder Companies, che ha scelto l’Associazione come partner per l’Italia della storica Breast Cancer Campaign, nata nel 1992 per volontà di Evelyn H. Lauder negli Stati Uniti e diventata oggi un appuntamento internazionale. L’unione tra AIRC e The Estée Lauder Companies Italia è celebrata anche quest’anno con la simbolica illuminazione in rosa del Duomo di Milano.

distribuire presso i banconi delle profumerie e dei grandi magazzini insieme ai prodotti di bellezza. Un simbolo da portare orgogliosamente al bavero della giacca per rendere tutti partecipi del proprio interessamento alla causa del cancro al seno era un ottimo strumento per risvegliare le coscienze. Il Nastro Rosa degli esordi parlava di cancro ma era associato a un’esperienza positiva, l’acquisto di un bene tutto sommato frivolo, dedicato alla cura delle donne: proprio quello che serviva per cominciare a


’80 1986 1988 1990 1992 1994 Anni’90 Anni’90 1998 1999 2015

Viene approvato il tamoxifene come terapia per le donne in post-menopausa: usato per 5 anni dopo la diagnosi riduce le ricadute e aumenta la sopravvivenza Dennis Slamon scopre il ruolo del gene HER2/neu e del suo recettore nelle forme più aggressive Mary Claire King identifica sul cromosoma 17 il gene BRCA1, responsabile della maggior parte delle forme ereditarie Viene dimostrata l’utilità della tecnica del linfonodo sentinella: asportando il linfonodo più vicino al tumore, si scopre se vi sono già metastasi oppure no Viene approvata una nuova classe di farmaci, i tassani, utilissima in particolare nei carcinomi ovarici e del seno Si conferma il ruolo dei geni BRCA1 e BRCA2 nella genesi dei tumori ereditari dell’ovaio e del seno Viene approvato l’uso del tamoxifene come terapia preventiva del tumore nelle donne geneticamente predisposte

Approvazione, negli USA, del trastuzumab, farmaco che interagisce con il recettore HER2 per gli estrogeni, che risulta mutato nel 25 per cento dei tumori al seno Viene introdotta la terapia neoadiuvante: somministrando la chemioterapia prima della chirurgia si riesce, in alcuni casi, a evitare la mastectomia

LE TAPPE FONDAMENTALI

Anni

Si afferma in Italia la tecnica della quadrantectomia che prevede l’asportazione della sola zona del seno interessata dal tumore

Lucia Del Mastro dimostra l’efficacia della triptorelina nel proteggere la fertilità delle donne dagli effetti tossici della chemioterapia. L’Italia è tra i primi Paesi al mondo a effettuare studi volti alla preservazione della fertilità nelle pazienti colpite da cancro

fare breccia nel muro di silenzio. Nel 1993 la campagna diventò un appuntamento fisso ed Evelyn fondò la Breast Cancer Research Foundation (BCRF) per raccogliere fondi dedicati esclusivamente alla ricerca su questa malattia. Quello stesso anno il Nastro Rosa uscì dai confini degli Stati Uniti per diventare il simbolo universale della lotta al tumore al seno, insieme all’iniziativa che vede monumenti iconici in tutto il mondo illuminarsi di rosa. The Estée Lauder Companies sostiene da 25 anni la campagna Breast Cancer Awareness in oltre 70 Paesi nel mondo.

Evelyn H. Lauder


RACCOLTA FONDI Love Design

PROGETTI DI SUCCESSO CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE

M

olte sono le iniziative che nel corso dell’anno le catene della Grande Distribuzione organizzano per sostenere l’attività di AIRC. Lo scorso febbraio, dal 16 al 19, Carrefour insieme a FDAI (Firmato dagli Agricoltori italiani di Col-

diretti), Bennet e Selex si sono unite in un progetto corale con l’obiettivo di finanziare la ricerca sul cancro e insieme trasmettere ai propri clienti il messaggio dell’importanza della corretta alimentazione nella prevenzione dei tumori. Il progetto “Arance per la Ricerca” ha visto uniti oltre 1.500 supermercati delle insegne aderenti che hanno donato 50 centesimi per ogni reticella di arance vendute.

A

maggio, anche Conad è entrata a far parte dei partner di AIRC con un progetto dedicato alla ricerca sui tumori femminili. Attraverso i propri strumenti di comunicazione ha informato la clientela sui progressi conseguiti dalla ricerca nelle terapie e nella diagnosi precoce delle patologie tumorali che colpiscono le donne e ha contribuito a diffondere il messaggio dell’importanza della prevenzione. Conad ha inoltre donato una parte del ricavato della vendita di una pianta di roselline al finanziamento di due borse di studio per la formazione di giovani ricercatori.

IL DESIGN SOSTIENE AIRC - DAL 20 AL 22 OTTOBRE TORNA LOVE DESIGN ALLA FABBRICA DEL VAPORE

U

Fabbrica del Vapore

Milano, Via Procaccini 4 20-22 ottobre 2017 - Ingresso libero 32 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2016

na visione responsabile dell’abitare e la ricerca scientifica di qualità mettono al centro l’individuo e la sua dignità: su questo punto di connessione è nato Love Design® . L’iniziativa, promossa da AIRC Comitato Lombardia e ADI (Associazione per il Disegno Industriale), è giunta alla sua VIII edizione e rappresenta un aiuto concreto a favore della ricerca oncologica italiana: solo nel 2015, l’evento ha consentito di raccogliere oltre 240 mila euro netti. Quest’anno la manifestazione va in scena a ottobre, il mese della prevenzione del tumore al seno, all’interno della campagna Nastro Rosa promossa da AIRC per sensibilizzare le donne e raccogliere fondi per finanziare 3 borse di studio per giovani ricercatori. Love Design® è un’occasione unica per concedersi bellissimi oggetti di design, donati dalle migliori aziende italiane del settore, e allo stesso tempo sostenere il lavoro dei ricercatori impegnati a rendere il cancro sempre più curabile. Sono oltre 50 i brand del design made in Italy che hanno già confermato la propria presenza, tra cui Ares Line, B&B Italia, Caimi Brevetti, Ceccotti Collezioni, Fiat, Flos, Kartell, Martinelli Luce, Molteni & C, Poliform, Rimadesio. Si ripete inoltre la lotteria che mette in palio una Cinquecento Fiat, una Vespa Piaggio, soggiorni sul Garda e tanti altri premi. Madrina d’eccezione dell’iniziativa, la designer milanese Marta Ferri. PER INFORMAZIONI: www.lovedesign.airc.it 02 77 97 223 - segreteria.lovedesign@airc.it


AIRC-recru.pdf

3

12/07/17

14:56

345,5%#6$*,5#$%&

!"#$%&"%'(!)#" *+'+#",-('+ "%!.('/-**+#+ -&%."'.#(0 C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

1-2+'1+% "'.3+%1"%)+4 !" #$%&" $'%'()*&#%'" +" ,)-)" .%/#00)1&#%'" ,&" 0)23&)('" &4" 2#%,#5"744$.+#.'8#.45,5%#6$*,5.9#.8,:*&&#;$*,5.#,&*%#.<$=. 4%#,>5?.;&*,-$445%5.$+.&#,&%*".@#.%$&5%&#.,*,.A.B#$.;'#'#.&*;C. )$&$,#.#+.;8&&5;;*D.<5%.E85;'*.*%#.#FF$#B*.F$;*4,*.>$.'8''5.+5. -*%65D.#,&95.>5++#.'8#".G&5,>$.$,.<$#66#D.8,$;&$'$.#.8,#.F#''#4+$#. >$.&8$.#,>#%5.-$5%*"

1-5+')"%6'%5(&(')"#-(%"-#.4% -&%7(7+')(%8%"1+!!(4

!!!"#$%&"$'()*+*,'#%$ $,-*./0"112"1111


Abruzzo-Molise...

Tel. 085 352 15 - com.abruzzo.molise@airc.it - airc.it/abruzzo

Un viaggio nell’arte

Bolognano (PE) Un “viaggio nell’arte contemporanea”, quello offerto dallo scultore e pittore Ettore Spalletti alla cantina Zaccagnini. Dopo la cena, Marcello Zaccagnini ha proposto agli ospiti, a fronte di una donazione, una bottiglia di vino pregiato offerta dalla cantina e impreziosita da un’etichetta personalizzata dall’artista. Si ringraziano sentitamente Ettore Spalletti e Marcello Zaccagnini per la generosità.

In breve dall’Abruzzo-Molise

Vasto (CH) Era dedicata ad AIRC la partita “Segnamo e doniamo” presso lo Stadio Aragona di Vasto. L’evento, giunto al terzo anno consecutivo, ha visto scendere in campo gli studenti di numerosi istituti superiori di Vasto, insieme a genitori e insegnanti. L’iniziativa, ideata e coordinata dal preside dell’Istituto R. Mattioli di San Salvo, Nicandro Gambuto ha coniugato sport, solidarietà e educazione sull’importanza di uno stile di vita sano. Pescara Per il 12° anno consecutivo il Comitato ha realizzato un calendario in collaborazione con Carsa Edizioni, dedicato stavolta alle chiese d’Abruzzo. Tutto il Comitato e la presidente Maria Francesca De Cecco ringraziano Carsa Edizioni e tutti gli amici e le aziende che hanno ancora una volta appoggiato l’iniziativa proponendo il calendario ai propri clienti come regalo di Natale.

Calabria...

Basilicata...

Tel. 0835 303 751 - com.basilicata@airc.it airc.it/basilicata

Piazze generose

Latronico (PZ) Una piccola comunità per una grande raccolta. Nelle diverse iniziative di piazza, questa cittadina di circa 4.500 abitanti si è distinta per il generoso contributo. Latronico ha inoltre ospitato l’ultimo dei sei Incontri con la scuola tenutisi in primavera. Presenti la responsabile Nirvana Bonanno, la dirigente scolastica Serena Trotta e il ricercatore AIRC Luca Gelsomino.

In breve dalla Basilicata

Matera Non solo uova di cioccolato: la manifestazione organizzata per Pasqua dal Comitato ha portato nelle scuole e nelle aziende aderenti anche informazioni sui corretti stili di vita e incontri con la ricerca per approfondire questi temi. Un ringraziamento va alle aziende Antezza Tipografi, Bawer, Calia Italia, Ivs, Polform e Tex che sostengono AIRC nella raccolta fondi. Matera Grande successo di raccolta per il primo memorial Cotrufo, una partita di calcio pro AIRC organizzata da Elvira Bianco, madre dei gemelli Davide e Luca Cotrufo, morti di tumore al cervello.

Campania...

Tel. 081 403 231 - com.campania@airc.it - airc.it/campania

Due ruote per la ricerca

Soverato (CZ) La delegazione, rappresentata da Anna Scaturchio, ha organizzato in collaborazione con il Comune e con il Circolo Tre Colli di Catanzaro un torneo di burraco presso l’acquario di Soverato, il cui incasso è stato interamente devoluto ad AIRC.

Caserta Una grande festa di piazza in nome della solidarietà. Così si è conclusa la gara amatoriale di motocicletta “Due Ruote per la Ricerca”. Organizzata dal Club Italia 6.5, la manifestazione ha visto sfilare molti centauri, in questa occasione preziosa di raccolta fondi.

In breve dalla Calabria

In breve dalla Campania

tel. 0984 41 36 97 - com.calabria@airc.it airc.it/calabria

Burraco all’acquario

Cirò (KR) Per il dodicesimo anno consecutivo il torneo di biliardo “Memoria Lorenzo Sestito” è stato dedicato alla raccolta fondi in favore di AIRC. Vibo Valentia In occasione della quinta edizione del concorso alla memoria sul tema “Cancro: prevenzione, cura, sostegno psicologico”, al liceo Vito Capialbi è intervenuto Antonino Belfiore, componente del CTS di AIRC.

34 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

Napoli In occasione della chiusura del suo meraviglioso negozio, la nostra sostenitrice Maria Di Pace ha destinato ad AIRC il ricavato di una settimana. Tantissime le persone che, entusiaste, hanno risposto all’invito. Casaluce (Ce) La corsa amatoriale “Corri e Cammina” in memoria di Gabriele Felago è arrivata alla ventesima edizione. La gara podistica, organizzata a cura dell’Inter Club di Casaluce, ha visto la partecipazione di tutto il paese. I cittadini hanno aderito con generosità ed entusiasmo a questo evento che coniuga sport e solidarietà.


Emilia Romagna...

Tel. 051 244 515 - com.emilia.romagna@airc.it - airc.it/emiliaromagna

Vintage solidale

Bologna Il Circolo della Caccia per i soci e gli amici ha ospitato una prestigiosa collezione di abiti donata da Esther e Lorenzo Martelli in memoria di Bruna Martelli. Una donazione di abiti e accessori di alta moda per una raccolta fondi interamente a favore di AIRC.

In breve dall’Emilia Romagna

Bologna “Music is life” di SEMM music store&more dedicato ai giovani per avvicinarli alla prevenzione, alla ricerca e al volontariato. Il Kinodromo “Musical Loft”, COVO Club “concerto Lisa Hannigan”, SEMM music store&more “Record Store Day”, Ferrara sotto le stelle “Festival musicale” e concerto di Soley “Women for AIRC”, con una raccolta fondi dedicata ad AIRC come l’Aperitivo al Museo Palazzo Fava. Badolo (BO) Una giornata speciale nel lavandeto di Antonella Dolcetta. Una magnifica colazione in mezzo alle colline con tagli di lavanda e Sergio Massi del CREA-API, il Garden Club Camilla Malvasia, un percorso nel Giardino botanico Nova Arbora, tutto a favore di AIRC.

Lazio...

Tel. 06 446 336 5 - com.lazio@airc.it airc.it/lazio

Un dono di serie A Roma La Lega Calcio serie A ha rinnovato la collaborazione con AIRC promuovendo un Charity Gala in occasione della Finale di TIM Cup. Tante le personalità presenti: Alessandra Amoroso, l’ambasciatrice AIRC Margherita Granbassi, Michele Placido, Massimo Giletti, la ricercatrice Anna Bagnato. La serata ha consentito di raccogliere fondi per finanziare la 1° borsa di studio “Federica Cipolat Mis” a sostegno della ricerca sul tumore al seno.

In breve dal Lazio

Roma Per la prima edizione del Padel Day, 30 circoli italiani da nord a sud si sono tinti di rosa per sostenere la ricerca sui tumori femminili. Grazie a tutte le Associazioni che ci hanno sostenuto e un ringraziamento speciale ai nostri partner, in particolare a Capofaro Malvasia & Resort. Roma - 20 dicembre Enrico Brignano aprirà la sua tournee all’Auditorium Conciliazione di Roma con un spettacolo a sostegno dei tumori pediatrici.

Lombardia...

Tel. 02 779 71 - com.lombardia@airc.it - airc.it/lombardia

Dritti al green

Montorfano (CO) È diventato ormai un appuntamento fisso per i golfisti della Lombardia la gara annuale ospitata al Circolo Golf Villa d’Este, dedicata al Comitato Lombardia AIRC e alla

Friuli Venezia Giulia...

Tel. 040 365 663 - com.friuli.vg@airc.it - airc.it/fvg

Arte e ricerca

Trieste È stato devoluto ad AIRC parte del ricavato della mostra “Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi”, tenutasi nella suggestiva cornice del Salone degli Incanti in un percorso espositivo di 200 opere tra dipinti, disegni e sculture della collezione Cavallini-Sgarbi e oltre 50 opere di maestri triestini o attivi nella città giuliana.

In breve dal Friuli-Venezia Giulia

Grado (GO) e Padriciano (TS) Sono andati ad AIRC i contributi del torneo benefico di Golf di Grado e del terzo torneo di Golf pro AIRC di Padriciano. Gli appuntamenti continuano con la tappa del Footgolf Beach Club a Grado. Duino (TS) Nel percorso della maratonina del Carso il banchetto del Comitato ha accolto i podisti con i Cioccolatini, il miele e la marmellata di AIRC.

Liguria...

Tel. 010 277 058 8 com.liguria@airc.it - airc.it/liguria

Falchette AIRC

Chiavari (GE) La seconda edizione della regata al femminile “Women’s Sailing Cup” è andata a gonfie vele. Molto apprezzata l’impresa dell’equipaggio “Le Falchette di Airc”, capitanate dalla campionessa Lucia Pozzo, che si sono qualificate al VII posto.

In breve dalla Liguria

Vignole Borbera (AL) Grande successo per la 32a edizione di “Un dolce per la vita”. Le volontarie “Casalinghe pasticcere”, capitanate da Isabella Di Marco, si sono prodigate nella produzione di golosi dolci per la gioia di grandi e piccini. Portofino (GE) I volontari dell’associazione benefica Amici di Portofino hanno accolto i tanti ospiti intervenuti alla serata di gala “Serata per la Ricerca”, allietata da musica, nell’incantevole cornice dell’Abbazia della Cervara.

raccolta fondi per la ricerca. In una calda domenica estiva hanno sfilato sul meraviglioso percorso amici e sostenitori della nostra Associazione. Cena ed estrazione dei biglietti vincenti della lotteria provinciale “Tutti in campo per la ricerca” hanno concluso la ricca giornata. Un sentito ringraziamento va a tutti i sostenitori dell’iniziativa e ai numerosi partecipanti che hanno affollato i bellissimi spazi del Circolo.

In breve dalla Lombardia

Brescia In occasione della partenza della storica competizione per auto d’epoca, UBI Banca e Gruppo Bonera Ali Solidali hanno dedicato la 90° edizione della Mille Miglia ad AIRC, organizzando una cena di gala al Museo Mille Miglia e altri eventi a Roma e Padova e raccogliendo fondi destinati ai migliori progetti di cura dei tumori pediatrici, grazie al sostegno dei partner e degli ospiti. Brescia – 14 novembre Presso il Teatro Grande di Brescia si terrà il concerto di Franco Battiato. Per informazioni sui biglietti, tel. 027797203 OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 35


Marche...

Tel. 071 280 413 0 com.marche@airc.it - airc.it/marche

Tronto. Nata per sostenere la ricerca contro il cancro in ricordo di Domenico Mozzoni e Martina, coniuga passione per lo sport e impegno sociale. L’evento ha celebrato anche l’addio all’attività agonistica del maratoneta Denis Curzi.

Corri con Martina

In breve dalle Marche

San Benedetto del Tronto (AP) Grande successo per la seconda edizione della manifestazione podistica “Corri con Martina”, organizzata dal Lions Club San Benedetto Host e patrocinata dal Comune di San Benedetto del

Ancona Allo Stadio del Conero si è svolta la quarta edizione del Trofeo del Cuore “Federico Frezzotti”, una triangolare di calcio promossa dagli istituti scolastici G. Galilei, Savoia Benincasa, Volterra Elia, Vanvitelli Stracca Angelini, Podesti Calzecchi Onesti e C. Rinadini e organizzata dall’Associazione ragazzi e amici del Galilei. L’evento, fortemente voluto dalla comunità giovanile anconetana e dedicato alla memoria di Federico Frezzotti, ha sostenuto per il quarto anno consecutivo la missione di AIRC. Grottammare (AP) Si è svolto al Residence Club Le Terrazze il Torneo di burraco Le Terrazze a favore di AIRC, preceduto da un ricco brunch. Grande partecipazione e distribuzione di premi. Si ringrazia la famiglia Santarelli per la generosità.

PiemonteValle d’Aosta...

Puglia...

Una risata per AIRC

Mare nostrum

Tel. 011 993 335 3 - com.piemonte.va@airc.it www- airc.it/piemonte

Vercelli Si è tenuta al Teatro Civico “Una vita tra le mani”, serata conclusiva degli eventi organizzati da Carlo Manzato. Danza, musica e cabaret con la partecipazione di Max Cavallari. Protagonisti la scuola di danza Dance Team con Federica Rosso, Nunzio Perricone e Massimo Perugini, direttore artistico del Mas di Milano.

In breve dal Piemonte-Valle d’Aosta

Valle d’Aosta è partita dal castello di Quart la 2a edizione della Quartrail, corsa podistica con diversi livelli di difficoltà, grazie a cui sono stati donati ad AIRC 2 euro per ogni quota d’iscrizione. Prali (TO) I maestri della Scuola Italiana Sci hanno devoluto il compenso di una giornata lavorativa per commemorare il loro direttore Giuseppe Giordano, mancato a causa di un tumore.

Sardegna...

Tel. 080 521 870 2 com.puglia@airc.it airc.it/puglia

Lecce Il liceo artistico statale Ciardo Pellegrino di Lecce ha esibito presso la galleria Fondazione Palmieri di Lecce opere pittoriche, grafiche e installazioni artistiche realizzate a conclusione di un progetto didattico triennale sul Mar Mediterraneo. Le opere, ispirate a biologia marina, archeologica, sport e marineria del mare nostrum, sono servite a raccogliere fondi per AIRC, con grande successo. Si ringrazia per la lodevole iniziativa la dirigente, Tiziana Paola Rucco, i docenti e tutti gli allievi.

In breve dalla Puglia

Bari La Giornata dello sport universitario 2017 è stata un’occasione per sostenere la ricerca al fianco di AIRC. L’associazione studentesca “Studenti Per” ha organizzato una grande festa con gare di 10 diverse discipline sportive, conclusasi con un concerto in cui si sono esibite le più popolari band universitarie. Barletta – novembre Decima edizione per il tradizionale pranzo organizzato dalla famiglia Nigro, dallo chef Vincenzo De Palo e da tutto il personale del ristorante il Brigantino. Per festeggiare il decimo anniversario dell’iniziativa ci sarà un menu speciale.

Tel. 070 664172 - com.sardegna@airc.it - airc.it/sardegna

favore di AIRC. Un appuntamento che si ripete con generosità da molti anni. I bambini del coro del conservatorio e i piccoli artisti della scuola Casadelladanza di Luigia Frattaroli hanno portato sulle scene la storia di Alice nel paese delle meraviglie.

In breve dalla Sardegna

Piccoli artisti Cagliari Presso l’auditorium del Conservatorio G.P. Da Palestrina è stato presentato uno spettacolo di canto e danza a

36 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2017

Cagliari Rinnovato anche quest’anno l’appuntamento “Una cena per la vita”: una lunga tavolata sotto le stelle, nella via salotto di Cagliari, per aiutare la ricerca, coinvolgendo cittadini di tutte le età per dire #controilcancroiocisono. Iglesias (SU) Ricco programma per la nuova edizione della rassegna dell’artigianato alla quale aderiscono anche hobbisti, creativi e produttori enogastronomici. Anche quest’anno le responsabili di Jana Art hanno devoluto parte dell’incasso ad AIRC.


Sicilia...

Tel. 091 611 034 0 - com.sicilia@airc.it - airc.it/sicilia

Musical dantesco

Catania Grande successo di pubblico anche quest’anno per lo spettacolo www.inferno.com, messo in scena dai magistrati, cancellieri e avvocati della Compagnia mondo giudiziario di Catania al Teatro Verga. Grazie all’accattivante musical, liberamente tratto dall’Inferno dantesco, il pubblico e i protagonisti hanno avuto occasione di sostenere la ricerca con un importante contributo.

In breve dalla Sicilia

Marina di Ragusa (RG) Grazie alla generosa disponibilità del presidente del Circolo Nuovo di Marina di Ragusa, l’orchestra Luna Rossa si è esibita per AIRC in una calda serata estiva, coinvolgendo il pubblico con le più belle canzoni del repertorio di Renzo Arbore. Marsala (TP) È giunto all’8a edizione il Torneo Alessio Paladini Ombra, gara di calcetto con cui la famiglia e gli amici ricordano Alessio. Allo Sporting Club sono scesi in campo giocatori di tutte le età, esperti e non. Anche i più giovani, che non hanno potuto conoscere il ragazzo, si sono impegnati a favore di AIRC in una dimostrazione sportiva di solidarietà e generosità.

Umbria...

Toscana...

Tel. 055 217 098 com.toscana@ airc.it - airc.it/toscana

Una traversata per la vita Livorno Nella manifestazione sportiva partita dal Campidoglio gli atleti si sono dati il cambio in diversi percorsi: in bicicletta fino a Castiglione della Pescaia, a nuoto fino a Torre Mozza, in canoa fino a Marina di Castagneto e infine di corsa ai Bagni Lido di Livorno. Il penultimo tratto è stato affrontato dal campione di canottaggio Mauro Martelli, testimone della ricerca AIRC e promotore dell’iniziativa.

In breve dalla Toscana

Marsiliana (GR) Terza edizione della festa in piazza dedicata ad AIRC con una riffa per vincere tantissimi premi offerti da amici, commercianti e produttori della zona. Firenzuola (FI) In occasione del trentennale della sezione degli alpini si è tenuta nella cittadina del Mugello una cerimonia di consegna della raccolta.

Tel. 075 583 813 2 - com.umbria@airc.it - airc.it/umbria

Cantine aperte Varie città Anche quest’anno Cantine Aperte ha visto AIRC ancora una volta come partner etico. Un weekend di enogastronomia ed enoturismo, visite guidate in cantine prestigiose, trekking e biking, yoga in vigna e degustazioni di vini con i calici firmati AIRC distribuiti dai volontari che hanno presidiato le tante cantine aderenti.

In breve dall’Umbria

Orvieto Immancabile l’appuntamento al Teatro Mancinelli con la Compagnia Mastro Titta, che quest’anno ha portato sulla scena il musical Dirty Dancing con grande successo. Perugia – 11 novembre Vi aspettiamo anche quest’anno alla Sala dei Notari di Perugia per il concerto a chiusura della settimana dedicata alla ricerca di AIRC.

Veneto-Trentino Alto Adige...

Tel. 045 82 50 234 - com.veneto@airc.it - airc.it/veneto

A passo di danza Treviso Nel raffinato ambiente di Casa Gobbato da Celeste tra le bellissime colline di Treviso, il 5 maggio Rossella Benetton, consigliere del Comitato Veneto ha organizzato un’elegante cena per sostenere AIRC e la ricerca sui tumori pediatrici. Ospiti della serata tanti amici e sostenitori storici di AIRC che con generosità e spirito solidale hanno disiderato condividere un’occasione di festa per un importante obiettivo.

In breve dal Veneto

Venezia È stata un’estate a sostegno di AIRC, con tanti appuntamenti da maggio a settembre. Nei locali del centro storico di Chioggia e nella zona balneare di Sottomarina si sono tenuti eventi, cene, aperitivi e sfilate per sensibilizzare e raccogliere fondi per AIRC. Verona – 25 settembre Grande evento all’arena di Verona con il concerto di Zucchero che celebra il suo compleanno con un brindisi alla ricerca promossa da AIRC. OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 37


IL MICROSCOPIO

Federico Caligaris Cappio Direttore scientifico AIRC

Il progetto di internazionalizzazione di AIRC ATTENTI ALLE TRUFFE AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, con incaricati che vanno di casa in casa. Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando la polizia (113) o i carabinieri (112).

A

IRC è profondamente consapevole della responsabilità sociale della sua missione: promuovere, stimolare e finanziare la migliore ricerca volta ad approfondire la conoscenza dei meccanismi molecolari del cancro con una chiara finalità di applicazione clinica. In questo modo i risultati della ricerca vengono trasferiti a beneficio dei pazienti, e dunque della intera comunità. Questo concetto può essere riassunto nell’affermazione: AIRC crede nella scienza e persegue l’eccellenza scientifica. In termini concreti AIRC ha contribuito ad accrescere la competitività internazionale della ricerca oncologica italiana e a creare una rete nazionale di ricercatori, che, facendo “sistema”, hanno prodotto più rapidamente risultati utili ai pazienti. Il legame tra progressi nella comprensione dei meccanismi specifici del cancro e progressi nella cura dei malati è profondo e inestricabile. L’avere affrontato il problema del cancro attraverso la ricerca ha portato a importanti, ma purtroppo ancora insufficienti, successi. I nostri generosi donatori chiedono alla ricerca di scoprire soluzioni che abbrevino i tempi necessari a trovare la risposta a problemi drammatici e spesso urgenti. Per questo AIRC intende investire nella ricerca più innovativa (e nelle menti più giovani), anche instaurando alleanze e collaborazioni con le più importanti charity e istituzioni internazionali impegnate nella lotta contro il cancro. Questa convinzione ha portato a sviluppare il progetto di internazionalizzazione di AIRC.

38 | FONDAMENTALE | APRILE 2014

Il punto di partenza è semplice: il cancro non conosce confini, per cui anche la ricerca li deve superare. Pertanto diventa essenziale pensare a come aiutare i ricercatori italiani a incrementare interazioni e collaborazioni internazionali e a mettere sempre meglio a fuoco le modalità con cui gli stessi problemi sono affrontati ed elaborati in altri Paesi. Su queste basi AIRC ha siglato una partnership con l’inglese Cancer Research UK (CRUK), considerata la più importante charity oncologica al mondo, e con la Fundación Científica de la Asociación Española Contra el Cáncer (FC AECC), la principale charity di ricerca sul cancro in Spagna. Questa partnership ha recentemente lanciato un bando di ricerca collaborativa basato sulle priorità condivise dalle tre comunità di ricerca e su di una strategia unitaria. Scopo del bando è sostenere i progressi della ricerca traslazionale attraverso lo sviluppo di reti di altissimo livello nell’ambito delle tre nazioni. Il bando, chiamato Accelerator Award, ha un proposito ambizioso: sostenere la creazione di risorse di alta qualità da rendere disponibili a tutta la comunità scientifica, inclusi programmi di formazione per giovani ricercatori, risorse che non potrebbero essere sviluppate in maniera autonoma a livello nazionale, riunendo le migliori squadre e competenze per “accelerare” il progresso della ricerca oncologica e aumentare l’estensione di ogni singola rete nazionale. La selezione è in corso: a metà 2018 sapremo quali progetti avranno meritato un Accelerator Award.


Messaggio di auguri con lavagnetta.

Messaggio di auguri in forma di lettera. Completo di busta.

A NATALE, CON LA SUA AZIENDA,

LASCI IL SEGNO NELLA V I TA DI TANT I BAMBINI.

In occasione del prossimo Natale, suggerisca alla sua azienda di sostituire o accompagnare i doni natalizi con i nostri messaggi augurali: un gesto che signiďŹ ca moltissimo per tanti bambini che lottano contro il cancro e che testimonia tutta la sua sensibilitĂ di Socio AIRC. Grazie. Messaggio di auguri con cioccolatini.

Messaggio di auguri che si trasforma in calendario da tavolo. 210x100 mm formato chiuso. Completo di busta.

Per aderire o per informazioni: www.airc.it/regalidinatale oppure 800.104.177

Messaggio di auguri on line. Un augurio da inviare via email.


Cioccolatini_Fondamentale_2017_202x285_IMPIANTI.indd 1

11/07/17 15:49


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.