Fondamentale ottobre 2014

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in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479

Numero 4 - ottobre 2014 - Anno XLII - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped.

TESTIMONIANZE

Un cancro in gravidanza si affronta con la ricerca GRANDI VECCHI STORIA

Come si è arrivati a dimostrare che la sigaretta provoca tumori

I longevi ci svelano come combattere l’invecchiamento delle cellule

Daniela Corda, la signora dei segnali

LA BIOCHIMICA SUL GOLFO DI NAPOLI


SOMMARIO

FONDAMENTALE ottobre 2014

In questo numero: 04 07 08 10

VITA DI RICERCATORE La donna dei segnali governa il golfo di Napoli

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INIZIATIVE Una casa virtuale per i ricercatori italiani

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RUBRICHE I progressi della ricerca AIRC

Un sito per aiutare i ricercatori all’estero: ci ha pensato un ex borsista di AIRC

5 PER MILLE Nelle neoplasie linfoidi i risultati sono già disponibili RECENSIONI Tre libri e un film: guardare la malattia da prospettive diverse

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Completata la decodifica del genoma coinvolto nei tumori, ora la ricerca deve scoprire come sfruttare le conoscenze acquisite

TESTIMONIANZE Una chemio in gravidanza, oggi si può fare STORIA DELLA SCIENZA Quando la scienza capì che la sigaretta fa male RUBRICHE Domande e risposte DEMOGRAFIA I segreti di salute degli ultracentenari PROGETTI Un atlante per orientarsi nel labirinto del cancro FATTORI DI RISCHIO Nei tessuti adiposi il fertilizzante del cancro

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IFOM I meccanobiologi discutono di rigidità delle cellule LASCITI Quel piccolo gesto che fa l’uomo felice I GIORNI DELLA RICERCA La ricerca attraverso i suoi volti SPECIALE COMITATI Le iniziative dei nostri Comitati regionali IL MICROSCOPIO La crescita dei bisogni chiama a più impegno

FONDAMENTALE

Anno XLII - Numero 4 Ottobre 2014 - AIRC Editore DIREZIONE E REDAZIONE: Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro sede legale: via Corridoni, 7 - 20122 Milano sede operativa: via San Vito, 7 - 20123 Milano tel. 02 7797.1 - www.airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973. Stampa N.I.I.A.G. SpA Bergamo DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci

I Giorni della Ricerca 2014 dedicati ai traguardi raggiunti

CONSULENZA EDITORIALE Daniela Ovadia (Agenzia Zoe) COORDINAMENTO EDITORIALE Giulia Cauda, Cristina Zorzoli REDAZIONE Martina Perotti, Cristina Ferrario (Agenzia Zoe) PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Umberto Galli TESTI Silvia Bencivelli, Giulia Cauda, Agnese Codignola, Paola Dottor, Cristina Ferrario, Daniela Ovadia, Fabio Turone, Cristina Zorzoli

La relazione tra sovrappeso e rischio di tumori è sempre più chiara

FOTOGRAFIE Annachiara Lodi (copertina e servizio a p. 4), Simone Comi, Corbis, Thinkstock, Istockphoto, Roberto Sgarella, Sabrina Bonomo, Cristian Lindiri Ancora

Fondamentale è stampato su carta Grapho Crystal certificata e proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.


EDITORIALE

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Da Sierra a Torrani, l’impegno non si ferma

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ono trascorsi nove anni da quando ho iniziato dalle pagine di Fondamentale questo dialogo con tutti voi soci nella veste di presidente di AIRC e FIRC. Anni che mi sembrano volati via, tanti sono stati gli avvenimenti. Anni pieni di soddisfazione per ogni risultato raggiunto perché la missione di AIRC è ormai la mia missione, la mia vita. Fra tutti vorrei ricordare che dal 2006 circa un milione di italiani ha devoluto ad AIRC il 5 per mille, una scelta che è stata catalizzatore per l'avvio di 14 grandi progettualità quinquennali, delle quali due stanno già portando nuove cure al letto dei pazienti. Oggi vi comunico che passo con piacere il testimone al vice-presidente Pier Giuseppe Torrani. Il lavoro che ci aspetta è ancora tanto perché il cancro è forse la sfida più difficile che la medicina si sia mai trovata ad affrontare; per questo, cari soci, con grande commozione vi ringrazio di essere stati accanto alla nostra Associazione e di continuare a darci il vostro sostegno.

Piero Sierra

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AIRC ha ricevuto dall’Istituto italiano della donazione il marchio di eccellenza per le organizzazioni non profit che forniscono elementi di garanzia sull’assoluta trasparenza ed efficacia nella gestione dei fondi raccolti.

er la prima volta mi trovo a parlare a una platea di oltre un milione di persone. E vorrei raccontare che, come accade in moltissime famiglie italiane, nella vita il cancro mi ha colpito da vicino, per cui quando mi è stato chiesto di ricoprire il ruolo di presidente di AIRC la mia scelta è partita dal cuore. Prendo volentieri questo testimone dalle mani di Piero Sierra, che saluto e ringrazio. Si tratta di un compito che sono onorato di accogliere, che mi riempie di motivazione e di voglia di fare, nel quale mi sarà possibile trasferire l’esperienza accumulata in oltre 50 anni di lavoro come avvocato nell'ambito del diritto amministrativo e come responsabile in associazioni e fondazioni aventi scopi culturali e sociali. So che la strada percorsa finora è stata ricca di risultati, per questo affronteremo le sfide che ci aspettano nel segno della continuità, con lo stesso impegno e la cura di sempre.

Pier Giuseppe Torrani

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VITA DI RICERCATORE Daniela Corda

La donna dei segnali governa il golfo di Napoli A capo dell’Istituto di biochimica delle proteine del CNR di Napoli, Daniela Corda dirige un laboratorio che si occupa di segnali cellulari ma è anche una delle manager di punta della ricerca italiana

In questo articolo: signaling donne e scienza ricercatore a cura di FABIO TURONE ono segnali quelli che Daniela Corda studia da anni, decifra e interpreta con l’impegno incessante della scienziata che coltiva l’eccellenza. E sono segnali quelli che invia a chi le lavora accanto, la ascolta a una conferenza o la trasporta in taxi: “Sono un’esperta del signaling, la scienza che studia i segnali” spiega parlando rilassata nel suo accogliente studio sulla collina del Vomero, con un’ampia finestratura affacciata sulla città e sul golfo di Napoli, da cui dirige l’Istituto di biochimica delle proteine del CNR.

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Una storia di messaggi e messaggeri

La lirica, e Verdi in particolare, è tra le passioni di Corda nel tempo libero

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Se può dare una mano la dà, prima ancora di pensarci su: capta il segnale, si rimbocca le maniche e si mette in moto. Come quando un sabato mattina di tanti anni fa aprì la porta a un ragazzo, figlio dei vicini di casa nel campus dell’Istituto Weizmann, in Israele, dove ha svolto il suo dottorato di ricerca: il messaggio che il bambino timidamente ripeteva suonava a dir poco ermetico: “Il cibo va a male”. “Mi ci volle un po’ per capire” racconta divertita. “Il sorriso da orecchio a orecchio con cui annuì, sollevato, quando gli chiesi se era saltato il contatore della luce, mi confermò silenziosamente il mio sospetto: avevano bisogno di aiuto, ma essendo


una famiglia religiosa ortodossa non potevano violare il riposo del sabato, né chiedere esplicitamente ad altri di farlo”. Per usare un’espressione tipica dei biologi che si occupano dei segnali che regolano il traffico attraverso la membrana della cellula, il ragazzo era un “secondo messaggero”, spedito dalla mamma che a sua volta doveva fare i conti con il blackout elettrico. In biologia, con questa espressione, ci si riferisce a un ampio gruppo di molecole che regolano l'attività biologica della cellula, in risposta a ciò che avviene sulla membrana cellulare. Quando si interrompe la reazione a catena di cui il secondo messaggero fa parte e il messaggio non arriva a destinazione, o per qualche motivo non viene interpretato nel modo giusto, la cellula smette di funzionare correttamente, aprendo la strada a malattie come il cancro.

Tra Venezia Giulia e Ciociaria Ciociara cresciuta tra Santopadre, in provincia di Frosinone, e Trieste, Daniela Corda ha imparato fin da piccola a destreggiarsi tra lingue e culture diverse: “Ho sempre fatto la ciociara a Trieste e la triestina in Ciociaria”. Con una mamma maestra elementare e un papà ispettore del lavoro e sindacalista, Daniela e la sorellina Manuela acquisiscono un’idea molto chiara dell’etica del lavoro: “Sono cresciuta sapendo che ciascuno deve impegnarsi nel proprio lavoro, che per noi era lo studio”. Dopo le medie a Isola Liri si sposta per il liceo classico a Sora. È un anno avanti, ma non ha difficoltà a portare a casa ottimi voti, e a dare una mano ai compagni quando c’è bisogno: “Avevo tanti amici ed ero molto richiesta per i compiti in classe” racconta ammiccando. La materia che l’affascina di più è la storia, ma è in quegli anni che comincia ad appassionarsi alla fisica e alla matematica. “Ho deciso di iscrivermi a biologia, a Perugia, pensando che avrei cambiato probabilmente facoltà al secondo anno”. L’impatto con i manuali universitari di biologia, embriologia e biochimica produce però un segnale inequivocabile: “Ho capito subito che era quello che avrei fatto nella vita”. Tra gli esami complementari sceglie molti esami di chimica e, alla fine

Daniela Corda con alcuni suoi collaboratori

dei quattro anni, presenta una tesi inusuale e coraggiosa, per un biologo: “Fui la prima a dare la tesi in chimica-fisica, scienze ‘dure’ come si dice adesso”. L’argomento è la fotochimica, ovvero l’interazione tra la luce e la materia, che resterà al centro dei suoi interessi per un bel po’: “Mi affascinava in particolare la possibilità di studiare le membrane biologiche con l’aiuto di sonde fluorescenti di cui avevo letto sulle riviste scientifiche. Gli studi all’avanguardia venivano condotti all’Istituto Weizmann, in Israele, dove stava trasferendosi un compagno di università, Giovanni Levi. Scrissi all’autore di quelle ricerche, Meir Shinitzky, chiedendogli di trascorrere un periodo nel suo laboratorio. Nel 1977 in Italia non esistevano corsi post-laurea e l’idea di pazientare qualche anno per provare a seguire la carriera accademica non faceva per me”. Shinitzky, che fa parte di un dipartimento in cui lavorano i massimi esperti mondiali di membrane, le offre una borsa di studio di sei mesi: “Fresca di laurea e con un inglese traballante, mi ritrovai a 23 anni e mezzo in Israele, di cui non sapevo niente, in un campus verdeggiante. L’impatto fu incredibile, anche perché trovai tanti che erano proprio come me” racconta. “Non che in Italia mi sentissi diversa, ma ero l’unica che rimaneva in laboratorio fino a tardi e i miei amici non mi capivano. Al Weizmann trovai un posto talmente ideale da sembrare irreale, in cui la competizione è forte ma ispirata alla correttezza e alla lealtà, e tutti riconoscono il merito dei più bravi”.

Il colpo di fulmine in laboratorio È in laboratorio che Levi, che era arrivato qualche settimana prima, le presenta un altro ricercatore italiano, anche lui “figlio di triestini”. Si chiama Alberto Luini e si occupa di neurobiologia. La “reazione biochimica” tra i due è immediata e inequivocabile: “Dopo due settimane abbiamo deciso di sposarci”. Per poter celebrare il matrimonio nell’abbazia benedettina di Casamari, devono presentare una lettera di raccomandazione del parroco: “Ci armammo di faccia tosta e cercammo la parrocchia più vicina, che era a Giaffa, nel quartiere arabo di Tel Aviv. Ci aprì la porta un frate col saio, anche lui ciociaro. Al pensiero che due giovani desiderosi di sposarsi in chiesa fossero ostacolati dalla burocrazia, ci scrisse una fantastica lettera” rievoca divertita. “Quando tornammo in Italia per il matrimonio erano passati appena quattro mesi dalla mia partenza”. Alla prima borsa di studio fa seguito quella che le permette di conseguire il PhD in quattro intensi anni; poi con il marito decide di puntare sugli USA, cercando un centro di ricerca che fosse interessato ad averli entrambi: “L’obiettivo numero uno erano i National Institutes of Health di Bethesda, vicino a Washington, dove Alberto ambiva a lavorare con il premio Nobel Julius Axelrod. Se fosse andata male avremmo tentato con la California”. Furono presi entrambi, grazie alla competenza non comune: “Io volevo oc-

Una mamma maestra, un papà sindacalista

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VITA DI RICERCATORE

Una netta prevalenza femminile in questo laboratorio del CNR di Napoli cuparmi di recettori, per cui contattai Leonard Kohn, che era un esperto riconosciuto a livello internazionale nel campo della tiroide, e lui mi prese perché voleva capire meglio la fluidità di membrana, di cui mi occupavo io”. Con Alberto trova persino il modo di lavorare allo stesso progetto, nei weekend, scoprendo che anche il calcio ha un ruolo nella regolazione della tiroide da parte dell’ormone tiroideo TSH.

L’entusiasmante ritorno in Italia Proprio quando diventa concreta la prospettiva della tenure, del posto di ricercatore a tempo indeterminato nel tempio americano della ricerca biomedica, arriva dall’Italia una prospettiva stimolante, quasi una scommessa: “Non ho mai pianificato con molto anticipo i miei passi e, persino oggi, non so dire che cosa farò nei prossimi anni. Allora la prospettiva di costruire un nuovo istituto mettendo la nostra esperienza internazionale al servizio dell’Istituto Mario Negri ci sembrò esaltante”. Fu così che tra il 1987 e il 1988 cominciarono a mettere in piedi in Abruzzo il Mario Negri Sud, con Giovanni Di Gaetano e il suo gruppo di ricerca in farmacologia delle piastrine. È in quegli anni che arrivano i primi

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finanziamenti di AIRC (del cui Comitato scientifico Borse, Daniela Corda oggi fa parte), grazie ai quali, a partire da un’idea nata chiacchierando in corridoio, avrebbe scoperto, ancora insieme al marito Alberto, la proteina BARS, che svolge un ruolo importante nel regolare il traffico attraverso la membrana cellulare ed è coinvolta in alcuni tumori: “AIRC ha creduto nel mio progetto, sapendo che i progressi nella cura si possono fare solo se si scoprono nuovi meccanismi di base”. E arrivano le pubblicazioni su riviste di assoluta eccellenza come Nature, Science e PNAS: “Perseguire l’eccellenza in Italia è faticoso anche perché a volte finisci per sembrare spocchioso, ma è importante, anche per fornire ai giovani un modello di riferimento” spiega.

plicano l’accesso alla carriera di ricercatore occorre mettere le ragazze in condizioni di competere davvero ad armi pari, anche grazie a un adeguato supporto sociale che aiuti la famiglia nella gestione dei bambini e degli anziani”. Al CNR di Napoli è approdata nel 2009, vincendo il concorso cui aveva partecipato anche il marito: “Fummo selezionati entrambi nella terna tra cui sarebbe stato scelto il direttore e Alberto preferì togliere la commissione dall’imbarazzo perché aveva un’altra opportunità interessante in un altro istituto di ricerca. La nostra scommessa si rivelò vincente, perché io fui preferita al terzo candidato”. Dopo un paio d’anni c’è stata l’opportunità di coinvolgere il CNR in un progetto europeo coordinato da Luini, che ora occupa un ufficio nello stesso corridoio della moglie. Lei nel tempo libero coltiva la passione per la lirica, Verdi in particolare: “Abbiamo l’abbonamento al teatro San Carlo e l’anno scorso ho girato vari teatri d’Italia per l’anniversario di Verdi”. Ora che ha assunto responsabilità sempre maggiori – fa anche parte della delegazione italiana per i finanziamenti europei per la ricerca Horizon 2020 – ha accettato di sacrificare un po’ il laboratorio: “Fino a qualche anno fa avrei saputo dire ogni giorno che cosa avevamo nelle provette, mentre oggi seguo tutti gli esperimenti un po’ più da lontano”. Anche se i problemi della ricerca italiana comportano nuovi segnali da raccogliere, interpretare e trasmettere, la visione etica e sociale è quella di sempre: “Se si perdono gli ideali è finita. Quello dello scienziato è il miglior mestiere del mondo, ma è un mestiere che ti assorbe molto, in cui non si è mai contenti di quel che si è fatto”. Lo sanno bene i 15 ricercatori del suo laboratorio – tra cui gli uomini sono appena tre – che hanno a che fare con un direttore che dopo gli anni trascorsi in Israele fu definita dal suo supervisore “a tough cookie”. Un biscottino sì, ma tosta.

Rimuovere gli ostacoli che frenano le donne

Una mano alle giovani Proprio ai giovani, e alle donne in particolare, ha dedicato molti sforzi da quando nel 1998 ha cominciato a occuparsi di politica della ricerca, in numerose istituzioni di ricerca italiane ed europee tra cui l’EMBO di Heidelberg: “Non mi sono mai definita una femminista, ma so bene che per rimuovere gli ostacoli che oggi com-


progressi

NOTIZIE FLASH

Se la cellula non risponde agli ormoni In due casi su 10 di tumore al seno, trattato con terapie ormonali, è la perdita del recettore per gli estrogeni a rendere il tumore resistente ai farmaci. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori italiani sostenuto da AIRC, tra cui Paolo Ciana dell’Università Statale di Milano. Il malfunzionamento dei meccanismi di controllo degli ormoni sarebbe all'origine, oltre che di numerose altre patologie, anche della perdita del recettore estrogenico, bersaglio delle terapie ormonali. Fonte: PNAS

Chemio settimanale per l’ovaio Una ricerca guidata da Sandro Pignata, oncologo napoletano sostenuto da AIRC, afferma che, per il tumore ovarico, una chemioterapia settimanale a basse dosi sarebbe meglio di una cura più forte somministrata ogni 21 giorni. L’efficacia delle terapie sarebbe paragonabile, ma le pazienti guadagnerebbero in qualità della vita. Fonte: The Lancet Oncology

Anticolesterolo contro il tumore al seno

della ricerca AIRC

La prevenzione batte il cancro Uno studio finanziato anche da AIRC, che vede tra i ricercatori Eva Negri, stima che nel 2014, grazie alla prevenzione e alla medicina, in Europa saranno evitati 250.000 decessi per cancro rispetto al picco che si è avuto nel 1988 (-26% negli uomini, -20% nelle donne). Fonte: Annals of Oncology

Una spia per la leucemia linfatica cronica Quando la diagnosi è di leucemia linfatica cronica, il decorso non è uguale per tutti: la malattia, infatti, in molti casi si manifesta in modo aggressivo, ma in altri ha un’evoluzione molto lenta, tanto da restare stabile per anni. Uno studio sostenuto da AIRC e coordinato da Valter Gattei, ematologo dell’oncoematologia clinicosperimentale del Centro di riferimento oncologico di Aviano, insieme con ricercatori dell’Università del Piemonte Orientale, ha individuato un marcatore che predice come si evolverà la malattia. Dopo avere esaminato i dati di circa 3.000 pazienti, la ricerca ha confermato che la presenza di una molecola chiamata CD49d sulla superficie delle cellule leucemiche identifica le forme più aggressive. Fonte: Journal of Clinical Oncology

I farmaci usati per abbassare il colesterolo, le cosiddette statine, sembrano frenare anche l’attività di YAP e TAZ, molecole coinvolte nella rigenerazione dei tessuti e nella formazione di metastasi. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste e dell’Università Padova del Programma 5 per mille coordinato da Giannino del Sal. Fonte: Nature Cell Biology

... altre ricerche su: www.airc.it/ricerche-airc OTTOBRE 2014 | FONDAMENTALE | 7


5 PER MILLE Programma Geneproject

Nelle neoplasie linfoidi i risultati sono già disponibili Il Programma che ha vinto il bando AIRC per identificare nuovi geni coinvolti nella diagnosi, prognosi e cura delle neoplasie linfoidi ha ottenuto due risultati importanti per i pazienti e ha, nello stesso tempo, formato una nuova generazione di medici ricercatori

a cura della REDAZIONE uando il primo Programma finanziato con i proventi del 5 per mille, donati dagli italiani ad AIRC attraverso le dichiarazioni dei redditi, è stato messo a punto, gli obiettivi dichiarati erano due: il primo raggiungere, con le ricerche selezionate, risultati utili ai malati nei cinque anni di finanziamento previsti; il secondo, non meno importante, creare anche in Italia una figura, il medico ricercatore, che fosse in grado di passare facilmente dal letto del malato al laboratorio e viceversa, per far sì che la ricerca oncologica rispondesse davvero ai bisogni della clinica e che le osservazioni fatte sui malati tornassero utili anche per la ricerca di base.

Q

Il risultato è stato ottenuto su ambedue i fronti dal gruppo di ricerca coordinato da Robin Foà dell’Università Sapienza di Roma che aveva come scopo di esplorare la genetica dei tumori linfoidi acuti e cronici, per individuare nuovi strumenti di diagnosi, prognosi e cura. I dettagli del Programma battezzato Geneproject e l’elenco di tutti i gruppi che vi partecipano è disponibile sul sito www.geneproject.org e il ruolo assunto, anche a livello internazionale, da Foà e dal suo gruppo in questo settore è testimoniato anche da un editoriale, comparso di recente sul prestigioso New England Journal of Medicine, proprio a firma del medico della Sapienza, che fa il punto sui cambiamenti nella terapia della leucemia linfatica cronica.

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UNA VETRINA INTERNAZIONALE Nel corso del recente congresso della Società Europea di Ematologia (EHA), che si è tenuto a Milano, di fronte a 11.000 ematologi, dei sei ricercatori internazionali selezionati per l’importante simposio presidenziale ben due erano giovani medici italiani facenti parte di due unità operative, dirette rispettivamente da Brunangelo Falini e Gianluca Gaidano, afferenti al Programma coordinato da Foà. I risultati presentati sono stati ritenuti così importanti per i pazienti da meritare una vetrina tanto prestigiosa. Enrico Tiacci è un medico ematologo che lavora nel gruppo di ricerca capitanato da Brunangelo Falini presso l’Università di Perugia. Falini è il responsabile di un settore del progetto dedicato alla leucemia a cellule capellute – per elaborare una strategia efficace nella lotta alla leucemia a cellule capellute, una malattia cronica contro la quale esistono tera-

pie classiche efficaci ma che con gli anni tende a rispondere meno ai trattamenti. “La richiesta di AIRC era di lavorare su idee che portassero, nel giro dei cinque anni previsti, a una cura efficace per i pazienti” spiega Tiacci. “Nel caso della leucemia a cellule capellute, per fare un salto avanti mancava l’individuazione della vera causa della trasformazione delle cellule a livello molecolare. E mettendo a frutto le conoscenze di genetica del cancro che avevo maturato in anni di ricerca in Germania, sono finalmente riuscito, con Falini, a trovare questa causa: è la mutazione di un gene, BRAF, che finora era stato coinvolto solo in alcuni tumori solidi (per esempio il melanoma), e solo in una parte dei pazienti. Invece in questa forma di leucemia BRAF gioca un ruolo causale fondamentale, essendo mutato nel 100 per cento dei pazienti”. Ora il gruppo di Falini sta lavorando sulla cura: esiste infatti un nuovo farmaco

Dal gene al farmaco sotto la guida di insegnanti esperti


In questo articolo: leucemia a cellule capellute medico ricercatore linfoma splenico della zona marginale

specifico in grado di interferire con il funzionamento di BRAF nelle cellule in cui è mutato, risparmiando quelle in cui non è mutato. “Abbiamo provato questo farmaco intelligente su 26 pazienti ormai resistenti alle altre cure. In tutti i casi meno uno c’è stata una risposta positiva. In parte dei pazienti la risposta è stata addirittura completa. Non sappiamo ancora quanto a lungo durerà l’effetto di questa nuova cura, ma si tratta comunque di un risultato importantissimo per questi pazienti” conclude Tiacci. NEOPLASIA DELLA MILZA Davide Rossi lavora invece nel gruppo di ematologia dell’Università del Piemonte Orientale guidato da Gianluca Gaidano, uno dei partner di Geneproject. Gaidano e il suo gruppo sono esperti nello studio di un raro tumore della milza, il linfoma splenico della zona marginale. “Si tratta di una neoplasia dei linfociti B che si sviluppa in una precisa area della milza” spiega Rossi. “Non è comune, ma, data la sua tendenza a cronicizzare, vi sono molte persone che convivono con la malattia. Quando le cellule maligne abbandonano l’organo colpito e si ritrovano nel circolo sanguigno hanno un aspetto simile a quello della leucemia a cellule capellute”. Anche il gruppo di Gaidano era alla ricerca di un marcatore genetico che spiegasse la trasformazione maligna di queste cellule. “C’erano ben 17 geni candidati a ricoprire questo

... per saperne di più: www.airc.it/risultati-5permille ruolo. Li abbiamo analizzati in diversi casi fino a trovare quello che presenta più frequentemente delle alterazioni”. Si tratta del gene KLF2, mutato nel 30 per cento dei casi: ciò significa che un gene molto importante per il normale sviluppo cellulare è coinvolto nella genesi della malattia. “Questo gene è espresso nel nucleo delle cellule sane” spiega ancora Rossi. “Nel linfoma splenico della zona marginale, invece, lo ritroviamo nel citoplasma. È un dato importante perché oggi sappiamo che non basta che un gene sia integro perché funzioni correttamente, ma

deve anche trovarsi nel luogo giusto e al momento giusto”. Anche Rossi è un medico ematologo e divide il suo tempo tra i pazienti e il laboratorio. La sua speranza è di riuscire a trovare un farmaco che abbia come bersaglio proprio il gene che il suo gruppo ha identificato. IL RUOLO DEL SENIOR La scelta di puntare su figure ibride tra la cura e il laboratorio sembra quindi portare i suoi frutti, così come la scelta di affidare la formazione scientifica di queste nuove leve ai ricercatori già esperti, come sono i responsabili dei singoli progetti.

“Per un giovane è importantissimo avere una figura di riferimento. I cosiddetti ‘senior’, cioè i direttori dei diversi gruppi di lavoro, sono il vero motore intellettuale dell’impresa, guidano i più giovani e, soprattutto, li selezionano, dando loro la possibilità di crescere dal punto di vista scientifico” spiega Tiacci. Anche l’esperienza di affiancare la clinica al bancone del laboratorio è preziosa: “Nonostante mi occupi soprattutto dei pazienti che seguiamo nelle sperimentazioni, la pratica clinica è essenziale per il mio approccio alla ricerca” conclude Rossi.

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RECENSIONI

Tre libri e un film: guardare la malattia da prospettive diverse

In questo articolo: film saggistica cronaca

Saggi, cronaca e storie d’amore: la malattia si discute e si racconta in molti modi, che dimostrano quanto diverse possano essere le sensibilità sul tema

ne, invecchiamento e morte delle cellule sane e trasformate. Il soggetto del libro (e della domanda di apertura) è il cancro, analizzato non tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello dell’immaginario collettivo. “Ci siamo chiesti perché questa malattia abbia assunto, nella mente delle persone e nel modo di raccontarla, il carattere di un essere dotato di autonoma e malvagia volontà” spiega Donghi. “In realtà il cancro è parte di noi, è un prodotto dei meccanismi di funzionamento del Titolo: Di cosa parliamo nostro organiquando parliamo di cancro smo. Se cominciaAutori: Pino Donghi, Gianfranco mo a vederlo così, se inve- Peluso come una parte ce non Editore: Raffaello Cortina, 2014 malfunzionante fosse della nostra permaligno e nemmeno cat- sona piuttosto che come un alieno tivo? Non dal punto di invasore, allora possiamo anche vista della diagnosi ma della seman- cambiare approccio mentale alla tica.” Con questa domanda esordi- cura”. sce il libro di Pino Donghi, semioI recenti sviluppi e più moderni logo ed esperto di comunicazione approcci clinici suggeriscono, inscientifica, e di Gianfranco Peluso, fatti, una possibile strategia di crodirettore di ricerca presso il CNR e nicizzazione del cancro: nei casi in studioso dei sistemi di proliferazio- cui la guarigione non è ancora pos-

sibile, si punta a convivere con la malattia come con qualsiasi altra malattia che non può guarire. “Per favorire questo approccio dobbiamo modificare il nostro modo di parlare di cancro” continua Donghi che, come semiologo, riconosce alle parole la capacità di plasmare la realtà. Se la prospettiva è di una convivenza con il cancro, conviene raccontarlo più come un ospite indesiderato, di cui avremmo fatto volentieri a meno, che come uno spietato killer che si è introdotto in maniera subdola quanto fatale nel nostro organismo. Per cambiare la narrazione della malattia è però necessario capirne anche il funzionamento. Per questo il libro dedica tre grandi capitoli ai tre meccanismi essenziali per la sua sopravvivenza: il ruolo della genetica, il funzionamento del sistema immunitario, in particolare dell’infiammazione, e, infine, l’interazione col metabolismo. In conclusione, gli autori sembrano quasi scusarsi coi malati per aver “demolito” la cosiddetta retorica del cancro, quel linguaggio battagliero fatto di metafore guerresche che, a loro avviso, fa più male che bene. E ribadiscono: “Riconoscere la malattia come una forma di vita: sarà magari anche per questo, per il fatto di non riconoscerla come una forma della vita, che essa diventa orribilmente dolorosa e incurabile? Non solo... ma anche. Usare le parole in maniera consapevole, informata, diventa positivo in sé, senza caricarle di significati salvifici”.

La cronicità richiede un cambiamento di linguaggio

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na giornalista scientifidi lacrime alle ragazze italiane, ca e un oncologo specome ha fatto versare lacrime alle cializzato nel curare gli coetanee negli USA. Eppure il libro anziani ripercorrono era stato accolto, alla sua pubblicacinquant’anni di ricerzione nel 2011, con sentimenti conca scientifica in Italia e cercano di trastanti dalle associazioni di paspiegare come mai il nostro Paese, zienti e dai ricercatori d’oltreoceache pure vanta un’ottima ricerca di no: perché il linguaggio è crudo e base, si sia trovato escluso dalla disincantato, perché i due ragazzi fase finale della messa a punto sanno che la morte è un epilogo delle nuove cure: quella della ricermolto probabile della loro esistenza ca industriale e farmaceutica. col quale devono fare i conti e perSullo sfondo, mezzo secolo di viché, in apparenza, né gli adulti né la cende legate alla vita scientifica itascienza appaiono capaci di fornire liana, e in particouna risposta ai loro bisogni. lare a quella on- Titolo: Il bagnino e i samurai È un libro di forti emozioni e di cologica, con l’I- Autori: Daniela Minerva, Silvio pensieri talvolta profondi e disturstituto nazionale Monfardini banti per la sensibilità dell’Italia, tumori di Milano Editore: Codice Edizioni, 2013 dove si tende a nascondere la morte a fare da sfondo, giallo e un po’ ai più giovani e dove talvolta, in reprimo e tutt’ora come una crona- lazione al cancro, la si nasconde essenziale avamposto della scienza, ca e il suo messaggio è chiaro: un anche agli adulti. Green, invece, rial servizio dei malati. Paese che non dà alla scienza e al vendica la necessità di farci i conti a Per chi si fosse perso questo libro suo sviluppo il giusto peso è desti- tutte le età, perché è parte della vita alla sua uscita, vale comunque la nato a restare sempre indietro. e perché non tutte le battaglie possopena di suggerire un recupero. Perno essere vinte. La sfida del film, in i sono libri che partono in uscita nelle sale mentre questo nuché i meccanismi industriali e polisordina e diventano, nel mero di Fondamentale sarà in distritici che hanno escluso l’Italia da un giro di pochi mesi, un best intero comparto produttivo per il seller internazionale sulla quale aveva tutte le carte in regola base del passaparola dei sono ancora in opera e rischiano di compromettere anche imprese fu- lettori e subito dopo film. È quanto è accaduto a Colpa delle stelle, romanzo ture. Il “bagnino” del titolo è Carlo dell’autore americano John Green, Sama, che si conquista il sopranno- classe 1977. È un testo che si rivolge a me sulle spiagge della Romagna un pubblico di adolescenti e giovani negli anni sessanta, ben prima di adulti, incentrato sulla storia d’amore diventare il futuro amministratore tra due ragazzi malati di cancro. delegato di Montedison. A lui toc- Hazel Grace ha 16 anni e un tumore cherà liquidare Farmitalia, la gran- polmonare raro in fase avanzata, de azienda di Stato che, dicono gli bloccato (non si sa per quanto) graautori, avrebbe potuto diventare la zie alla disponibilità di un farmaco punta di diamante della produzio- biologico sperimentale. Augustus Waters ha un anno più di lei ed è rene farmaceutica italiana. I samurai, invece, sono sei ragaz- duce da un osteosarcoma che gli ha zi e una ragazza che, riuniti all’INT portato via una gamba. Ambedue di Milano dall’oncologo Gianni Bo- frequentano un gruppo di sostegno nadonna, hanno introdotto negli per giovani malati di cancro, dal anni sessanta la moderna oncologia quale traggono poco aiuto. Finché medica. Le vicende del bagnino e l’amore non farà dei samurai si intrecciano intorno loro rivalutare Titolo: Colpa delle stelle a un farmaco, l’adriamicina, svilup- l’importanza delle Regista: Josh Boone pato proprio da Farmitalia e impie- relazioni, dei sogni Anno: 2014 gato e messo a punto da Bonadon- e, in fondo, della buzione, consiste na, che avrebbe potuto essere la vita. nel conservare il La storia apparentemente banale lato profondo e anche disturbante chiave di volta per un successivo sviluppo industriale che altri inte- viene riproposta in un film che della storia senza deludere il bottenegli Stati Uniti ha sbancato i botte- ghino che naturalmente privilegia la ressi hanno bloccato. Il libro si legge un po’ come un ghini e promette di far versare fiumi storia d’amore.

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INIZIATIVE Un sito per gli espatriati

In questo articolo: ricercatori network espatriati

Una casa virtuale per i ricercatori italiani Voglia di comunicare, di interagire con gli altri, di aiutarsi a vicenda e di scambiarsi informazioni, il tutto condito da una grande passione e da quella curiosità che è tipica dei ricercatori. È questo lo spirito che anima AIRIcerca, la giovane associazione dei ricercatori italiani nel mondo

a cura di CRISTINA FERRARIO l progetto è nato per caso qualche tempo fa da una discussione tra me e il mio amico Lorenzo, allora entrambi ricercatori a New York: volevamo creare qualcosa che mettesse in contatto tra di loro i ricercatori italiani che vivono e lavorano fuori dall’Italia, qualcosa che li riunisse sotto un unico tetto virtuale per scambiarsi consigli e idee”. Con queste parole Luca Cassetta, ricercatore milanese e cofondatore di AIRIcerca (assieme al già citato Lorenzo Agoni), racconta la nascita dell’associazione, un progetto che in brevissimo tempo si è diffuso a macchia d’olio raccogliendo in pochi mesi oltre 6.700 persone legate al mondo della ricerca, alle quali hanno dato assistenza. “Siamo partiti da una pagina Facebook a settembre del 2013, pensando di creare un gruppo di amici accomunati dal fatto di essere ricercatori, ma la comunità è cresciuta anche oltre le nostre aspettative e ora già sfioriamo i 1.500

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like” spiega il ricercatore che dopo laurea e dottorato a Milano ha preso il volo per un post-dottorato a New York ed è da poco arrivato in Scozia, a Edimburgo, dove si occupa di immunologia e tumori.

Colmare un vuoto Viene da chiedersi quale sia il segreto di questo successo che continua a crescere e a conquistare consensi. “Penso che ciò che ci ha fatto conoscere e apprezzare nella comunità dei ricercatori sia soprattutto il fatto che con questo progetto siamo andati a colmare un vuoto” afferma il ricercatore milanese. “Ci siamo presto resi conto che le nostre esigenze – comunicare, condividere e dialogare – erano anche le esigenze di molti altri ragazzi che, come noi, vivono fuori dall’Italia e svolgono questo lavoro così bello e appassionante”. Uno degli obiettivi principali dell’associazione è senza dubbio favorire lo scambio interculturale tra

... per saperne di più: www.airicerca.org

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le persone: non solo all’interno della comunità dei ricercatori, ma anche con tutto il resto della popolazione. Si tratta in pratica di avvicinare la ricerca alla gente comune che non si occupa di ricerca in prima persona, ma che ha tutto il diritto di conoscere questa realtà. “Negli Stati Uniti e anche nel Regno Unito, la ricerca ha un ruolo di primo piano nella società, mentre da noi in Italia i ricercatori restano ancora delle figure in un certo senso misteriose, che svolgono un lavoro non ben definito del quale spesso non riescono a parlare alla gente al di fuori del laboratorio o dell’università” precisa Luca Cassetta, intenzionato assieme ai suoi colleghi a

Nel nuovo sito AIRIcerca, online dal mese di maggio 2014, non poteva certo mancare una sezione dedicata al lavoro: proposte, richieste di collaborazioni, tesi, dottorati e altro ancora, in Italia e nel resto del mondo. “Si tratta anche in questo caso di un servizio che riusciamo a offrire grazie al contributo e alla collaborazione dei tanti ricercatori che ci seguono con


colmare questo gap, questa distanza ancora troppo ampia che separa la scienza dalla gente. E quando parlano di ricerca, Cassetta e colleghi non intendono solo quella scientifica: “Parliamo di ricerca in tutti i settori, dalla medicina alla letteratura, dalla fisica all’arte, anzi cerchiamo sempre nuove occasioni per ‘arruolare’ anche ricercatori che si occupano delle discipline umanistiche, visto che al momento la ricerca scientifica la fa da padrone nella nostra giovane associazione” continua l’immunologo.

tico quando decidono di intraprendere la grande avventura di lavorare all’estero. “Le domande che molti ragazzi si pongono prima di partire sono le stesse che noi ci siamo posti anni fa ” racconta Luca Cassetta. E per cercare di rispondere davvero alle esigenze di tutti, nel sito dell’associazione sono presenti diversi link ad associazioni definite “amiche” dai quali ottenere spunti e informazioni e grazie ai quali rimanere sempre aggiornati sulla ricerca nel mondo, Italia compresa.

Parlare una lingua Comunicare, interagire comune e condividere La comunità AIRIcerca si incontra attraverso i social network, internet – è da poco online il nuovo sito web www.airicerca.org – e quelle tecnologie che oggi consentono di creare luoghi virtuali da condividere e di far circolare le idee in modo rapidissimo. “Non esiste una sede fisica per AIRIcerca e questo ci piace perché in realtà la nostra sede è il mondo intero” dice Cassetta. Italia, Australia, Stati Uniti, Nord Europa: ricercatori di tutto il mondo si possono incontrare per chiacchierare, scambiarsi opinioni su temi caldi o semplicemente per chiedere informazioni su un esperimento che non funziona o su un laboratorio per fare uno stage. Sul portale dell’associazione i ricercatori possono mettere a disposizione di tutti le proprie competenze, in un ambiente informale che favorisce la comunicazione amichevole e la nascita di idee nuove e possono anche far conoscere il proprio lavoro o trovare supporto pra-

AIRInforma è un’altra componente fondamentale del progetto. “Ancora una volta lo spunto che ci ha dato il via e ci ha fatto pensare a un giornale scritto dai noi è arrivato dalla realtà che quotidianamente viviamo in quanto ricercatori: in molti eravamo stanchi della divulgazione limitata delle notizie scientifiche e di ricerca in genere” spiega Cassetta. Ecco allora il progetto AIRInforma, nato con lo scopo di avvicinare la ricerca alla società, un obiettivo non facile soprattutto perché per comunicare, ricerca e società devono parlare una lingua comune. Per raggiungere l’obiettivo, i giovani ricercatori si sono ispirati a un modello che conoscono bene: lo stesso processo editoriale previsto dalle grandi riviste scientifiche. Chi scrive propone un suo articolo (sotto forma di riassunto) che viene poi assegnato dall’editore a revisori che lavorano nello stesso campo e che possono quindi valutarne l’importanza e la correttezza dal punto di

Informazioni per i ricercatori ma anche per il pubblico

TANTE OFFERTE PER GENTE CHE VUOLE CRESCERE

entusiasmo” spiega Luca Cassetta. “Succede infatti che un ricercatore che sa di un’opportunità nel proprio laboratorio o nel proprio istituto ce la comunichi o la pubblichi direttamente sul sito in modo che altri possano

venire a conoscenza dell’offerta”. Chi vuole iniziare una nuova avventura nella ricerca non deve quindi far altro che collegarsi alla sezione “Lavoro” del sito AIRIcerca www.airicerca.org/lavoro/

ANCHE IL MENTORE DIVENTA VIRTUALE

Nella comunità virtuale di AIRIcerca è presente anche una sorta di help desk, un servizio informazioni simile a quello che si incontra in molte grandi aziende e che aiuta a risolvere i problemi, anche quelli pratici quotidiani. E come era facile prevedere, il mentore in questo caso non è una persona fisica che si incontra in un ufficio o al tavolino del bar, ma è virtuale. Il servizio è aperto a tutti ed è stato pensato per fornire consigli su lavoro, stage e tirocini. Consigli come al solito forniti da persone che hanno vissuto o stanno vivendo le stesse situazioni in prima persona. Basta inviare una mail all’indirizzo mentor@airicerca.org.

vista dei contenuti. Intervengono poi altri revisori che lavorano in campi di ricerca completamente diversi e che possono quindi garantire che il contenuto sia chiaro, semplice e comprensibile a tutti. Solo a questo punto il pezzo viene pubblicato. Potrebbe sembrare un procedimento macchinoso (e decisamente impraticabile per un vero media che debba confrontarsi sul mercato editoriale) ma, come spiega Cassetta, è un modo per offrire anche ai non addetti ai lavori un’informazione semplice, eppure non semplicistica. Oggi al progetto lavorano diversi ricercatori in tutto il mondo ed è bello ricordare che questi ragazzi e ragazze sono mossi solo dalla passione per il loro lavoro e dalla voglia di comunicarlo agli altri, senza ricompense economiche di alcun genere.


TESTIMONIANZE La storia di Valentina

In questo articolo:

Una chemio in gravidanza, oggi si può fare

hanno fatto un’ecografia e mi hanno rimandata a casa dicendo che non c’era niente di preoccupante. Se adesso ci penso sono ancora arrabbiata. Il tempo nella cura dei tumori è fondamentale e con quella risposta non ho più dato importanza a quel nodulo. Anche perché nel frattempo avevo altro a cui pensare”. Infatti Valentina scopre di essere in attesa della seconda figlia: ne ha già uno, di due anni, e spera di dargli una sorellina. È durante una visita di controllo presso la sua ginecologa, all’Ospedale San Martino di Genova, che si lamenta di quel nodulo che non ha smesso di infastidirla. “La ginecologa si è preoccupata, mi ha fatto fare subito un esame e persino prima della biopsia, il medico che mi aveva presa in carico già sapeva che si trattava di un tumore”.

cancro al seno gravidanza chemioterapia

Scoprire di avere un tumore al seno mentre si aspetta un figlio è un’esperienza traumatica, ma con l’aiuto di medici speciali c’è chi è riuscito a superarla felicemente

a cura della REDAZIONE raccontare la storia di Valentina sono quattro ragazzi, quattro star di YouTube, il canale di condivisione video che, tra una clip musicale e una ricetta di cucina, ospita anche alcuni dei videoblog più seguiti dai giovani. AlicelikeAudrey, Jack Jaselli, Daniele Doesn’t Matter si sono cimentati con una vicenda ben lontana da quelle che raccontano di solito: questa volta su YouTube devono postare un video che parla di cancro attraverso la storia di Valentina – avvocato genovese di 40 anni che scopre di avere un cancro al seno proprio mentre è in attesa della seconda figlia – di suo marito e del medico che l’ha curata (vedi box). Una storia che non lascia indifferenti, per la sua intensità e forza.

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UNA STORIA IMPORTANTE

Chi volesse conoscere per intero la storia di Valentina dalla viva voce dei protagonisti e con la collaborazione dei quattro YouTubers per AIRC può vedere il video all’indirizzo http://bit.ly/non-si-vince-da-soli 14 | FONDAMENTALE | GIUGNO 2014

Un pianto liberatorio Il risultato è un racconto delicato ma forte, come sono spesso le storie di vita che lasciano tracce profonde nei protagonisti. Lo dimostra il pianto liberatorio con cui Andrea, il marito di Valentina, ricorda il momento della diagnosi e dell’intervento, la paura per la vita della moglie e della creatura che stava nascendo. Chi si mantiene sempre forte, però, è la protagonista della vicenda. “Era il mese di agosto del 2009, me lo ricordo bene” dice Valentina. “Mi stavo lavando e mi sono accorta che c’era un nodulo nel seno. Mi sembrava una cosa diversa dal solito, tanto che mi sono precipitata a prenotare un controllo presso un centro privato, qui a Genova. Era estate e mi sembrava la soluzione più semplice e rapida. Mi

Una chemio particolare Nel gennaio del 2010 Valentina viene sottoposta all’asportazione del tumore. Il marito Andrea ricorda quei giorni con grande ansia: “Non sapevo che cosa aspettarmi, non sapevo quanto grave fosse la situazione e pensavo a mia moglie, al figlio piccolo che già avevamo e a quella bambina che tanto volevamo e che ancora doveva nascere”. La fortuna è dalla parte di Valentina: il tumore è ancora circoscritto malgrado il tempo perso e i linfonodi sono puliti, segno che non ci sono ancora metastasi in giro. Ma la biopsia dice anche che si tratta di una forma piut-


tosto aggressiva: il tumore è di tipo triplo negativo, cioè non risponde alle cure ormonali. “Bisognava fare subito una chemioterapia, ma io ero in attesa di una bambina. È così che all’IRCCS AOU San Martino di Genova ho incontrato Lucia Del Mastro, che fa ricerca proprio sulla fertilità e le chemioterapie” spiega Valentina. Il protocollo che Del Mastro le propone è particolare: si tratta di cominciare subito la chemioterapia classica, ma di somministrarla molto lentamente. Invece delle tre-quattro ore solite, la chemio di Valentina dura tre giorni. “Mi ricoveravano più o meno ogni tre settimane. Non c’era tempo da perdere, bisognava aggredire il tumore in quella fase e non si poteva aspettare. È lì che ho capito quanto è importante avere un medico di cui ti fidi: avevo paura, ma i medici sono stati fantastici e mi hanno rassicurata sia sul mio futuro, sia su quello della bambina”. Dopo due cicli di chemioterapia, la

gravidanza è già abbastanza avanzata da permettere il parto: il 4 marzo 2010 nasce Anna, che pesa poco più di due chili e ha qualche piccolo problema di respirazione che si risolve nel giro di qualche giorno. “Quando l’ho portata a casa, è stato il momento più bello della mia vita. Ero a pezzi, senza capelli e con la prospettiva di altri cicli di chemio da affrontare, ma lei era viva e sana. Mi sembrava un miracolo”.

Il ruolo di un buon medico Una settimana dopo il parto, Valentina ha ripreso le cure e le ha terminate col protocollo normale. Ora che sono passati i fatidici cinque anni entro i quali possono manifestarsi recidive con maggior frequenza, tira un sospiro di sollievo: i controlli si sono diradati e la sua vita è piuttosto piena, con due figli piccoli e un lavoro impegnativo.

“Il caso di Valentina non è purtroppo unico” spiega Lucia Del Mastro. “Rispetto al passato, però, non è più necessario decidere tra la vita della mamma e quella del bambino: abbiamo capito alcune cose importanti del metabolismo dei tumori e anche della struttura della placenta (la barriera tra la circolazione materna e quella fetale), conosciamo meglio gli effetti collaterali dei farmaci. Tutto ciò ci consente di intervenire anche in gravidanza, limitando i possibili danni al nascituro senza compromettere le percentuali di sopravvivenza della madre”.


STORIA DELLA SCIENZA I danni da fumo

Quando la scienza capì che la sigaretta fa male La dimostrazione della cancerogenicità del fumo di sigaretta merita di essere raccontata (ed è stata oggetto di libri e film) perché ha i contorni della spy story e la forza delle verità scientifiche

a cura di SILVIA BENCIVELLI uando dalla scienza emergono verità scomode, una strategia possibile per chi le avversa è mostrare gli scienziati divisi, inventarsi una disputa che nella realtà non esiste. Fu questa la strategia dei sostenitori dell’innocuità del fumo di tabacco, nel disperato tentativo di nascondere al pubblico i danni del fumo: far credere alla gente che esistesse un conflitto alla pari tra gli scienziati che stavano cominciando a dimostrarne i rischi e altri scienziati che dicevano di aver trovato risultati contrari.

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Un patrimonio di documenti La storia di come si è arrivati a dire con certezza che il fumo è una delle principali cause dello sviluppo di tumori, e in particolare di quello al polmone, è ormai raccontata in tutti i libri di epidemiologia e di comunicazione. La storia di come le industrie del tabacco tentarono di nascondere un’intera banca dati di prove e di atti legali (più di 14 milioni per 80 milioni di pagine) è diventata persino un film, Thank you for smoking,

È un caso che ha fatto la storia della medicina

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uscito nelle sale nel 2005. Tutti i documenti sono raccolti in un archivio, la Legacy Tobacco Documents Library, che è stata inaugurata e messa online nel 2002 dall’Università della California. All’epoca, però, non bastò la scienza: per opporsi alla strategia dei produttori ci vollero anche la politica e la magistratura. Ed evidentemente, a sessant’anni dall’inizio della storia, nemmeno questo è stato sufficiente, dato che c’è ancora chi fuma. Parola dello storico della scienza di Stanford Robert Proctor, che al tema ha dedicato un libro: la sigaretta è tuttora “l’invenzione più letale della storia dell’umanità”.

La strategia della negazione I primi studi sui danni da tabacco furono realizzati all’inizio degli anni cinquanta: fu il giovane epidemiologo inglese Richard Doll (successivamente diventato, insieme al collega Richard Peto una delle icone della moderna epidemiologia) a pubblicare per primo uno studio in cui mostrava come “il rischio di malattia aumenti con la quantità di tabacco fumato”. Tra il 1950 e il 1953 furono pubblicati numerosi


In questo articolo: fumo sigarette fattori di rischio

altri studi simili. Fino al più importante, uscito nel 1954. Firmato da Cuyler Hammond e Daniel Horn, due scienziati dell’American Cancer Society, fu realizzato su 187.776 uomini tra i 50 e i 69 anni. I risultati erano sconvolgenti: i fumatori presentano un rischio di morte superiore a quello dei non fumatori del 52 per cento. Ma non uscirono solo numeri e ricerche. Gli scienziati provarono a rispondere colpo su colpo al negazionismo dei sostenitori del tabacco. Come fece Evarts Graham, che gli storici ricordano come il primo chirurgo a realizzare un intervento di pneumonectomia. Nel 1954 Graham propose dalle pagine della rivista medica Lancet di condurre un esperimento che risolvesse, una volta per tutte, la presunta “controversia scientifica”: cavie umane, da tenere venticinque anni al chiuso, al riparo da altre forme di inquinamento, con la sola compagnia della sigaretta. Era una provocazione, ovviamente, ma illustrava bene un problema: il tumore si sviluppa in anni e anni e, durante questo lasso di tempo siamo esposti ad altre forme di inquinamento dell’aria. Impossibile quindi che uno studio trovi una “prova diretta” del legame che gli scienziati stavano cercando. Ma questo non significa che con gli strumenti della statistica questo stesso legame non possa essere comunque evidenziato in tutta la sua (oggi ovvia) drammaticità. Era una spiegazione chiara, ma non bastò e rimase confinata nelle pagine di una rivista scientifica. Ironia della sorte, Graham stesso morì nel 1957 proprio per un tumore al polmone: era stato anche lui un forte fumatore, prima di farsi venire il dubbio, in una sala operatoria e operando un paziente colpito dal tumore al polmone.

Il potere dell’immagine Del resto, sono gli anni cinquanta e tutti fumano. E fumano ovunque. Attori e medici, soprattutto, ritratti belli e sorridenti nei manifesti pubblicitari delle marche di sigarette, a giurare che il fumo fa bene alla pelle e fa bene alla salute. Uno di questi è il dottor Clarence Cook Little, che passa dalla American Cancer Society alla direzione del Tobacco Industry Research Committee (nel 1964 cambierà nome nel più efficace Council on Tobacco Research). Con tutta la sua autorevolezza di camice bianco, Little dichiara più volte alla stampa che certi risultati vanno presi con cautela, altri studi saranno necessari e le cose sono complesse. Fumosità di questo tipo. Che però funzionano. “Se nel 1954 la lobby del tabacco non avesse trovato Clarence Little forse avrebbe dovuto inventarlo: corrispondeva esattamente alle loro necessità. Energico, loquace e supponente” si legge nel libro L’imperatore del male. Una biografia del cancro, che spiega la sua filosofia citando una relazione interna, scritta nel 1969 per rispondere alla minaccia incombente del bando alla pubblicità di sigarette: “Il dubbio è ciò che dobbiamo vendere, perché è il miglior modo di competere con il dato di fatto” (solo nel gennaio di quest’anno, al termine di una lunga battaglia giudiziaria, l’industria del tabacco ha finalmente ammesso di aver mentito sui rischi di cui era ben consapevole). È questo il contenuto principale della Legacy Tobacco Documents Library: ricerche su ricerche, che vengono eseguite con criteri inop-

È fallito il tentativo di negare l’evidenza

Sir Richard Doll, l’epidemiologo che per primo dimostrò il nesso tra fumo e cancro

pugnabili e poi artatamente nascoste alla collettività. Tra queste c’è la prima dimostrazione di come le foglie di tabacco concentrino il polonio ambientale, che è una sostanza radioattiva. È stata realizzata negli anni cinquanta: almeno dieci anni prima di quelle ufficiali condotte da scienziati indipendenti. Si diffondono invece ricerche volte a dimostrare il contrario, scritte da scienziati conniventi e ben pagati: ricerche che furono poi utilizzate in tribunale nelle cause per i danni da fumo a difesa dei produttori di sigarette. Non solo. Si fonda una specie di finta rivista scientifica dedicata al tema: sono i Reports on Tobacco and Health Research. I suoi titoli hanno la funzione di far credere che gli scienziati siano spaccati in due fazioni (“Uno pneumologo riporta

... per saperne di più: legacy.library.ucsf.edu

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STORIA DELLA SCIENZA I danni da fumo

ANCHE LA NICOTINA È COLPEVOLE

La nicotina è cancerogena. Direttamente. È il risultato di un’analisi pubblicata nel giugno di quest’anno su Nature Reviews Cancer che per la prima volta mette un punto fermo sulla questione. Il fumo di sigaretta contiene 60 molecole cancerogene ben conosciute: da oggi aggiungiamo anche la nicotina a cui finora si attribuiva “solo” la responsabilità della dipendenza dal tabacco. La lista dei tumori associati al consumo di nicotina è lunga: comprende i tumori al polmone e quelli di testa e collo, i tumori dello stomaco e del pancreas, i tumori del fegato e delle vie biliari, i tumori al seno, alla cervice uterina, alla vescica e al rene. L’articolo spiega anche il come e il perché: l’arrivo della nicotina sul suo recettore provoca l’attivazione di una serie di catene metaboliche a loro volta cancerogene. Questo spiegherebbe anche la differenza di suscettibilità che osserviamo tra una persona e l’altra: ciascuno di noi, infatti, ha piccole differenze genetiche che spiegano differenze strutturali e funzionali di quel recettore che non hanno nessuna conseguenza di rilievo nella nostra vita normale, ma hanno conseguenze pesantissime nella risposta al fumo di sigaretta. Che cosa ci cambia sapere che le sostanze cancerogene sono 61 e non più 60? Niente, per chi fuma (e dovrebbe conoscere i danni che provoca) e nemmeno per chi non fuma. Cambia invece moltissimo per chi sta smettendo di fumare: i prodotti a base di nicotina che servono da ausilio in questa difficile fase non sono così innocui come credevamo un tempo e dovrebbero essere utilizzati solo per il tempo strettamente necessario, così come le sigarette elettroniche che contengono nicotina e non solo aromatizzanti.

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ventotto ragioni per dubitare del legame tra sigarette e tumore”) o l’intenzione di confondere le acque (“Nascere in marzo potrebbe predisporre al tumore al polmone”). Ma Big Tobacco investe miliardi di dollari anche nelle strategie pubblicitarie rivolte direttamente al pubblico. La prima è la campagna del gennaio 1954: 448 organi di stampa, tra cui il New York Times, pubblicano un’inserzione a pagamento in cui si ribadisce che non c’è unanimità sul ruolo del fumo nello sviluppo del tumore al polmone, che le statistiche sono confuse e al momento non si sa.

ne, laringe, esofago, stomaco, vescica, pancreas e reni. Il 30 per cento delle morti da tumore è attribuibile al fumo, si legge. Per non parlare dei danni all’apparato cardiovascolare e a quello respiratorio. Koop sottolinea anche la sproporzione tra gli investimenti pubblicitari delle industrie del tabacco e quelli per le campagne antifumo: per ogni dollaro investito nelle seconde, le prime ne spendono 4.000. Così si decide di fare qualcosa di molto economico: scrivere sui pacchetti di sigarette le etichette informative che leggiamo anche oggi. È così che inizia a calare la percentuale di fumatori negli Stati Uniti: dal 38 al 27 per cento. Ed è anche la fine della strategia negazionista. Restano altre strategie per conquistare il mercato e continuare a vendere. Per esempio, le strategie d’immagine: prendi una star del cinema e pagala per fumare mentre interpreta Rocky e Rambo o mentre accavalla le gambe in maniera sensuale e avrai conquistato un nuovo fumatore, specie fra i più giovani. E restano i cento milioni di morti attribuibili al fumo nel corso del secolo scorso.

Il 1964 è l’anno della svolta politica

La scienza fa breccia Invece la comunità scientifica sa. E finalmente riesce a penetrare la politica. Il primo atto ufficiale da parte delle istituzioni americane, e in particolare del Chirurgo generale degli Stati Uniti Luther Terry, arriva nel 1964. È il rapporto Smoking and Health ed è considerato il più importante contrattacco da parte della salute pubblica. Finalmente è messo nero su bianco: il fumo di sigaretta causa il tumore al polmone. Negli anni ottanta arrivano altri rapporti ufficiali, firmati da un altro grande personaggio di questa storia: Charles Everett Koop, all’epoca anche lui Chirurgo generale degli Stati Uniti. Si dice chiaramente che la nicotina crea dipendenza esattamente come l’eroina e la cocaina. Si illustrano i legami tra il fumo e i tumori di polmo-


Domande e risposte Perché i bambini

Quanto è comune il cancro? econdo stime effettuate negli Stati Uniti, la metà degli uomini e un terzo delle donne svilupperanno un tumore nel corso della propria vita. Si tratta quindi di una delle patologie più comuni, se si considera nella statistica ogni tipo di cancro, anche quello facilmente curabile o identificabile in fase precoce. Secondo le stime dell’AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), si fanno, in Italia, circa 1.000 nuove diagnosi al giorno di cancro.

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e gli adolescenti malati accedono raramente a sperimentazioni? li enti che regolano le sperimentazioni di nuove cure hanno stabilito regole molto restrittive per il reclutamento di bambini e adolescenti a tutela della loro sicurezza. Una terapia sperimentale è infatti per definizione meno nota ai medici e quindi più difficile da controllare. Non tutti, però, sono d’accordo con queste norme: una recente revisione pubblicata su Lancet Oncology dal National Cancer Research Institute britannico afferma che le sperimentazioni sono anche un’opportunità specie per i casi più gravi e che una maggiore apertura ai minori, dovuta a cambiamenti nelle leggi britanniche negli ultimi anni, ha aumentato del 13 per cento il numero di ragazzi tra i 15 e i 19 anni che hanno preso parte a un protocollo di ricerca.

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È vero che botte e cadute possono provocare un tumore? o, si tratta di una falsa credenza. Non vi è alcuna relazione tra cadute, botte, fratture o altri incidenti e il successivo sviluppo di tumori. Può succedere, invece, che la presenza di un cancro, per esempio alle ossa, renda più fragili i tessuti e più facile la frattura. È possibile che dalla concomitanza tra l’incidente e la diagnosi sia nata questa diceria. Per quanto riguarda le lesioni della pelle, invece, vi possono essere delle relazioni più strette, per esempio tra ustioni (anche solari) e lo sviluppo di tumori della pelle nei punti danneggiati.

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DEMOGRAFIA Invecchiamento felice

I segreti di salute degli ultracentenari Studiando le ragioni per cui determinate popolazioni hanno un alto tasso di grandi vecchi, la scienza sta scoprendo anche che cosa, a partire dalle caratteristiche genetiche, ci protegge dai tumori in età avanzata

a cura di AGNESE CODIGNOLA l numero di persone che superano i 100 anni di età è in aumento in tutto il mondo ma soprattutto in alcuni Paesi come quelli in cui vige una dieta mediterranea o, comunque, con poche carni rosse, pochi grassi animali, poco sale e olio extravergine di oliva, molta frutta, verdura, pesce e in cui si conduce uno stile di vita sano. Negli ultimi decenni sono state condotte molte ricerche per cercare di carpire i segreti di esistenze così lunghe e relativamente sane e ora iniziano a esserci le prime risposte. Un dato è subito emerso da grandi studi di popolazioni come

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quelle dell’isola di Okinawa in Giappone, dell’Abchazia, o di Vilcabamba in Ecuador, così come in Sardegna e in molti altri luoghi: i grandi vecchi superano brillantemente la soglia critica delle malattie legate all’invecchiamento quali cancro, diabete, patologie cardiovascolari, che in genere iniziano a manifestarsi dopo i 65 anni e fino agli 80, e in seguito muoiono per progressivo deterioramento, senza patologie gravi. Per quanto riguarda il cancro, la situazione è sembrata a lungo paradossale: i tumori sono, infatti, uno dei frutti più evidenti della senescenza dell’organismo, perché sono legati a un progressivo e crescente malfunzionamento dei sistemi di

La genetica conta molto, ma anche l’ambiente

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riparazione e di difesa. Non a caso, tre tumori su quattro insorgono in persone che hanno più di 65 anni. Come è possibile, dunque, che per alcune persone queste leggi universali non siano valide? La risposta non è univoca. Proprio dagli studi di popolazione è emerso che i gruppi etnici che evitano il cancro condividono alcuni tratti fondamentali: una dieta sana, una vita attiva, uno stimolo intellettuale permanente, alimentato anche da un importante ruolo nella società e, a volte, da un certo patrimonio genetico. E si è iniziato a fare luce su alcuni dei meccanismi fondamentali attraverso i quali tutti questi fattori si legano.

GLI EFFETTI DEL DIGIUNO Valter Longo è un genovese andato a lavorare negli Stati Uniti una ventina di anni fa, dove oggi dirige il Longevity Institute dell’Università della California del Sud di Davis; da pochi mesi è anche il responsabile di un gruppo di ricerca proprio su longevità e cancro dell’IFOM (Istituto FIRC di oncologia molecolare) di Milano. Da molti anni Longo studia i segreti della longevità, con particolare attenzione proprio ai rapporti tra età biologica e cancro, e ha compiuto diverse scoperte importanti, l’ultima delle quali è stata è pubblicata, con grande risonanza sui media di tutto il


I COMANDAMENTI

In questo articolo: invecchiamento fattori di rischio longevità

mondo, sulla rivista Cell Stem Cell. In questo lavoro Longo ha dimostrato, in modelli sperimentali e in alcuni volontari, il ruolo del digiuno nell’incidenza del cancro e nella mortalità, e fornito spiegazioni convincenti sul perché piccoli periodi di astinenza dal cibo possono avere un effetto protettivo molto potente, chiarendo anche, in parte, i legami tra stile di vita e metabolismo. Spiega Longo: “Abbiamo visto che, con periodi di digiuno che corrispondono all’astinenza da cibo per due-quattro giorni nel corso di sei mesi, il sistema immunitario, in un certo senso, si rigenera. Il digiuno spinge infatti l’organismo a risparmiare energia, e ciò provoca molte reazioni inusuali. Tra queste c’è il reclutamento di varie componenti del sistema immunitario per così dire dormienti, comprese quelle invecchiate o non funzionanti alla perfezione, che tornano a essere attive o muoiono dopo aver svolto la loro funzione. Alla fine del digiuno, quindi, le difese sono basse e impoverite. Ma non appena l’animale o la persona tornano ad alimentarsi, il sistema immunitario si riprende e torna attivo con elementi appena sintetizzati, biologicamente giovani, prodotti per rim-

piazzare ciò che non c’è più. Questo effetto può essere molto utile per avere difese più capaci di contrastare un tumore, ma anche di riprendersi dopo una chemioterapia”. Il digiuno sarebbe quindi associato a una migliore capacità di reagire alla proliferazione tumorale. Che cosa c’entra tutto questo con i grandi vecchi? C’entra, perché si è scoperto che coloro che riescono a invecchiare senza ammalarsi hanno avuto, prima dei 65 anni, uno stile di vita in cui l’alimentazione è sempre stata bilanciata e contenuta e il sovrappeso assente. In altre parole, si sono avvicinati di più a una sorta di digiuno prolungato. Spiega ancora Longo: “Tutti i dati dimostrano che, prima dei 60-65 anni, una dieta ricca di proteine animali è associata a un aumento del rischio di cancro di quattro volte nei 18 anni successivi e che quindi le basi per una vecchiaia sana si pongono anche con la dieta tenuta prima dei 65 anni. Dopo tale età i fattori si invertono: a una dieta povera di proteine è associato un aumento di rischio”. Gli anziani sani sono quindi coloro che da giovani hanno avuto uno stile di vita sano e, soprattutto, hanno mangiato poco, dando così più volte possibilità al proprio sistema immunitario di rigenerarsi e di contrastare in modo efficace un eventuale tumore che cerchi di farsi spazio.

Il risparmio di energia protegge le cellule

CAMPARE CENT’ANNI IN DIECI PUNTI lexander Imich, considerato l’uomo più vecchio del mondo, si è spento pochi mesi fa a New York, all’età di 111 anni. Anche lui, come altri centenari, aveva alcune abitudini che andrebbero imitate, se si vuole favorire un corredo genetico che senza dubbio deve dare il suo contributo. La rivista Time ne ha stilato la top ten:

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• Avere un hobby: coltivare una passione aiuta a sentirsi realizzati e a combattere stress e depressione.

• Filo interdentale: per quanto possa sembrare

marginale, negli anziani il ruolo delle infezioni veicolate dai denti è importantissimo: avere un’accurata igiene orale riduce sensibilmente il rischio di infarti e ictus. • Andare in vacanza: pianificare e poi fare una vacanza mentre ancora si lavora secondo alcuni studi riduce il rischio di infarto e aumenta la durata della vita di unodue anni. • Riposarsi: il corpo ha bisogno di recuperare le energie perse e durante il sonno ripara ciò che è danneggiato. L’ideale è dormire sette-otto ore per notte. • Attività sessuale: il sesso favorisce il rilascio di ossitocina, che allevia lo stress, e aiuta a bruciare le calorie in eccesso. A qualsiasi età. • Socialità: le persone che hanno numerose relazioni interpersonali hanno una probabilità superiore anche del 50 per cento di vivere più a lungo rispetto a chi non ne ha; secondo alcuni studi l’impatto dell’amicizia sulla durata della vita è paragonabile, in senso opposto, a quello del fumo. • Dieta: nutrirsi di cibo sano per tutta la vita, limitando sale, grassi e zuccheri aggiunti e preferendo alimenti ricchi di vitamine, minerali, fibre e proteine. • Esercizio fisico: l’attività fisica fa bene al cuore e al metabolismo delle cellule e favorisce il rilascio di endorfine, gli ormoni del benessere; la quantità media consigliata è 150 minuti a settimana. • Contrastare lo stress: alti livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, sono associati a un aumento del rischio di morte per malattie cardiovascolari. L’impegno a contrastare lo stress deve essere costante. • Non fumare e limitare l’alcol: il fumo andrebbe del tutto evitato; per quanto riguarda l’alcol, moderate quantità sono ammesse, ma non bisogna eccedere un bicchiere di vino al giorno per le donne e uno-due per gli uomini.


PROGETTI Cancer Genome Atlas

Un atlante per orientarsi nel labirinto del cancro Grazie a mappe genetiche e molecolari del cancro i ricercatori di tutto il mondo potranno conoscere meglio la malattia e trovare i rimedi più efficaci: è il Cancer Genome Atlas, un progetto iniziato quasi 10 anni fa e che ha già portato grandi risultati

a cura di CRISTINA FERRARIO n volume che raccoglie carte geografiche, per consultazione e studio: questa è una delle possibili definizioni dell’atlante tradizionale, quello che ci aiuta a orientarci e a conoscere meglio un luogo geografico. Da qualche anno anche il cancro ha il suo atlante, una raccolta di dati che descrivono in modo sempre più preciso la malattia. E come ogni atlante che si rispetti, anche quello del cancro è fatto di mappe, anche se si tratta di mappe molto particolari che, invece

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di pianure e montagne, descrivono mutazioni del DNA, variazioni nella metilazione e altre caratteristiche genetiche e molecolari dei tumori. “Lo scopo finale del Cancer Genome Atlas è migliorare la nostra capacità di diagnosticare, trattare e prevenire il cancro” si legge nel sito dedicato al progetto (www.cancergenome.nih.gov).

Già pronte le mappe dei tumori più comuni

LE FASI DEL PROGETTO Era il 2006 quando i ricercatori di due istituti statunitensi – il National Cancer Institute (NCI) e il National Human Genome Research Institute (NHGRI) – diedero il via alla fase pilota, nella

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quale sono state stabilite le modalità e le tempistiche che avrebbero poi caratterizzato il progetto finale. E dopo tre anni di lavoro nei quali sono stati analizzati i dati di tumori cerebrali e ovarici, gli esperti sono giunti alla conclusione che questo approccio sistematico e strutturato con precisione è in grado di generare un gran numero di dati di ottima qualità. “Lo dimostrava anche il fatto che tali dati sono stati immediatamente inseriti nel lavoro di ricercatori che in tutto il mondo si occupano di ricerca clinica o ricerca di base” spiegano i coordinatori del progetto. E forti dei risultati della fase pilota, i due istituti hanno deciso di dare il via, nel settembre 2009, alla seconda fase. Cinque anni di lavoro e un obiettivo a dir poco ambizioso e non certo semplice da raggiungere: produrre mappe genomiche di almeno 20 tipi di tumore. Ora che il termine si avvicina è possibile fare finalmente il

In questo articolo: genetica oncogeni atlante

punto della situazione: già oggi sul sito dedicato sono disponibili per i ricercatori di tutto il mondo i dati relativi a decine di tumori, anche più dei 20 previsti inizialmente. “Lo sforzo enorme di creare mappe e analizzare il genoma dei tumori in maniera sistematica e su larga scala cambierà definitivamente il modo di trattare e curare il cancro” affermano i ricercatori coinvolti nel progetto. UN NUOVO APPROCCIO Descrivere il progetto Cancer Genome Atlas (TCGA) significa raccontare il lavoro di molti ricercatori che collaborano per un obiettivo comune: creare una mappa completa delle mutazioni coinvolte nei processi tumorali. Ma per produrre dati di buona qualità che possano essere poi utilizzati con sicurezza da altri ri-

CALCOLI COMPLESSI

QUANTI SONO I GENI DEL CANCRO? a più di 30 anni i ricercatori di tutto il mondo sono alla ricerca dei “geni del cancro”, i geni che causano la trasformazione di una cellula sana in tumorale o che fanno progredire la malattia, e la lista delle scoperte si allunga in continuazione. Sembra però che questo elenco sia ancora ben lontano dall’essere completo. Ma quanti sono i geni responsabili del cancro? Quanto lunga deve diventare la lista per essere considerata definitiva? “La risposta è che nessuno lo può sapere con precisione” spiega Gad Getz, che si occupa di analisi genomica computazionale a Cambridge (Massachusetts) e che si è posto le stesse domande in un articolo da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature. Molte mutazioni che vengono scoperte nel corso di studi genetici non sono in effetti così importanti e non portano allo sviluppo di un tumore, mentre ce ne sono altre che hanno un ruolo fondamentale nella nascita e nella progressione della malattia. Molte delle mutazioni principali e più frequenti sono già state scoperte, ma è compito dei ricercatori continuare a cercare per identificarne di nuove e porre quindi le basi di una medicina “di precisione”.

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Migliaia di ricercatori coinvolti in tutto il mondo

INGENTI INVESTIMENTI

UN ATLANTE PIUTTOSTO COSTOSO iamo abituati a sentir parlare della mancanza cronica di fondi per finanziare la ricerca contro il cancro, spesso molto costosa. In questo senso, il Cancer Genome Atlas non rappresenta certo un’eccezione dal momento che l’investimento economico necessario per portare a termine gli ambiziosi obiettivi del progetto è stato davvero impressionante: 175 milioni di dollari USA (circa 130

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cercatori serve innanzitutto una serie di regole che tutti i gruppi coinvolti nel progetto devono rispettare. La prima fase del lavoro consiste nel raccogliere i campioni di tumore e di tessuto sano che poi verranno analizzati: per ciascun tipo di tumore i ricercatori TCGA hanno preparato indicazioni su

come deve essere prelevato il tessuto e su quali caratteristiche deve avere per poter essere incluso nell’analisi. Se le indicazioni non sono rispettate, il campione verrà scartato. Per la fase di analisi dei campioni ci sono precise indicazioni da seguire per procedere con i test per mutazioni significative. Si arriva infine alla parte

milioni di euro) solo per la seconda fase del progetto, iniziata nel 2009. Ma chi finanzia tutto ciò? Buona parte dei fondi arriva dalle due istituzioni che gestiscono il progetto – NCI e NHGRI – grazie soprattutto all’American Recovery and Reinvestment Act del 2009, documento con il quale l’amministrazione Obama ha destinato parecchi milioni di dollari come stimolo alla crescita del Paese – crescita scientifica inclusa – messa alle corde dalla crisi economica. E oltre a questi fondi ce ne sono altri di diversa provenienza che portano gli investimenti totali a 275 milioni di dollari (circa 200 milioni di euro) per la seconda fase del progetto.

di analisi dei dati generati in laboratorio, che richiede il coinvolgimento di esperti informatici e statistici e di programmi e macchine dedicate per poter integrare tutte le informazioni e pubblicarle, infine, in un database a disposizione della comunità scientifica. Il tutto nel massimo rispetto della privacy dei pa-

zienti. “Questa immensa mole di lavoro espande l’orizzonte della ricerca scientifica ben oltre la sequenza di un intero genoma umano: si parla di risultati che daranno un nuovo corso all’intera oncologia, fornendo gli spunti per approcci più efficaci e personalizzati per i singoli pazienti” affermano gli esperti TCGA.

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FATTORI DI RISCHIO Obesità

Nei tessuti adiposi il fertilizzante del cancro Man mano che la ricerca epidemiologica e di base procedono, la relazione tra sovrappeso e il rischio di sviluppare un tumore si fa sempre più chiara: sono coinvolti l’infiammazione ma anche alterazioni del DNA a cura di AGNESE CODIGNOLA n’epidemia. Una sorta di flagello non causato da qualche virus inatteso e aggressivo, ma solo da cattive abitudini alimentate dal mercato e dai ritmi della vita contemporanea. Questa è l’obesità, che ormai ha raggiunto livelli tali, nei Paesi più ricchi ma anche in quasi tutti i cosiddetti emergenti, da spaventare tutte le principali autorità sanitarie mondiali, OMS in testa. E si tratta di un fattore

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di rischio molto importante, e altrettanto sottovalutato, per l’insorgenza dei tumori. Di solito, infatti, l’obesità è associata alle patologie cardiovascolari e metaboliche e meno al rischio oncologico, ma, in base a molti studi epidemiologici compiuti negli ultimi anni, sarebbe seconda solo al fumo di sigaretta quanto a rilevanza. Per questo, e per risvegliare l’opinione pubblica sulla questione, Maurizio Bifulco, presidente della Facoltà di farmacia e medicina dell’Università di Salerno, di recente ha conia-

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to un nuovo termine, illustrandone la valenza sulla rivista Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism: adiponcosi. Spiega Bifulco: “Il termine deriva dalla fusione di due parole, adiposis (dal latino, eccesso di accumulo di grasso) e oncosis (di origine greca, formazione di un tumore) e abbiamo pensato di proporlo per rappresentare un concetto innovativo ma

ormai dimostrato al di là di ogni dubbio: quello del legame tra grasso corporeo e insorgenza del cancro. Lo scopo è duplice: migliorare il livello di informazione presso il pubblico e stimolare le ricerche in un ambito molto complesso, nel quale alcuni principi generali sono stati compresi,

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MENO ANSIE PER L’ECOGRAFIA er le donne obese che si ammalano di cancro al seno c’è anche una buona notizia: contrariamente a quanto si dice in genere, i linfonodi che vanno controllati periodicamente si vedono bene all’ecografia e, anche se hanno un aspetto diverso da quello dei linfonodi delle donne normopeso, forniscono informazioni precise, talvolta più accurate rispetto a quelle che si ottengono nelle donne troppo magre. Lo hanno scoperto i senologi della Mayo Clinic di Rochester, che hanno presentato all’ultimo congresso dell’American Society of Breast Surgeons quanto osservato in una casistica molto ampia, di oltre 1.300

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ma moltissimo resta ancora da fare”.

le citochine, alimentano ulteriormente l’infiammazione. A sua volta, l’alterazione del sistema immunitario in toto è un noto fattore di rischio nei confronti del cancro”.

IL RUOLO DELL’INFIAMMAZIONE In effetti gli studi degli ultimi anni hanno messo in luce alcuni dei meccanismi attraverso i quali il grasso può agevolare la formazione di una neoplasia. Spiega ancora Bifulco: “Tra i possibili meccanismi vi è una generale disregolazione dei circuiti ormonali che comporta, tra l’altro, la resistenza all’insulina e la iperattivazione di un ormone molto importante per il cancro, l’insulin-like growth factor 1 o IGF 1. Questo causa tra l’altro uno stato di preinfiammazione cronica nel tessuto adiposo, fatto che mobilita alcuni acidi grassi in esso contenuti i quali, non a caso, sono sempre aumentati nel circolo sanguigno degli obesi. Ma lo stato infiammatorio ha molte altre conseguenze: richiama e attiva le cellule del sistema immunitario che, nel tentativo di ripristinare l’equilibrio perduto, secernono molecole di vario tipo, alcune delle quali hanno un effetto favorevole alla proliferazione tumorale mentre altre, come

REGOLAZIONE DEI CIRCUITI Non sono solo le cellule adipose a essere coinvolte in tutti gli sconvolgimenti metabolici che avvengono quando il grasso supera i limiti. Spiega ancora Bifulco: “Vengono alterati anche i rapporti tra cellule adipose e non adipose, nonché i rispettivi circuiti che regolano il dispendio energetico. Anche in questo caso la risposta dell’organismo è l’infiammazione, il rilascio di acidi grassi e la formazione di nuovi vasi sanguigni (il fenomeno noto come neoangiogenesi), di cui si potranno avvalere anche eventuali cellule cancerose in proliferazione”. Infine, le cellule adipose funzionano come veri e propri depositi per sostanze che, a loro volta, possono stimolare la crescita tumorale come gli ormoni ses-

In questo articolo: obesità alimentazione infiammazione

donne. Di queste, il 36 per cento era obeso, il 33 normopeso e il 31 per cento era in sovrappeso ma non obeso: tutte sono state sottoposte a una serie di esami tra i quali vi era sempre anche una valutazione ecografica dei linfonodi ascellari. A sorpresa, nelle donne obese gli ultrasuoni si sono dimostrati più che attendibili, soprattutto quando non hanno rilevato alcuna cellula tumorale e, anzi, hanno avuto performance migliori rispetto a quanto osservato nelle donne molto magre. In queste ultime, infatti, i linfonodi ascellari a volte sono troppo vicini alla sonda ecografica, cosa che impedisce di avere delle immagini veramente chiare. Nelle donne obese, invece, il grasso determina dei mutamenti morfologici, ma non tali da modificare la visibilità di eventuali formazioni sospette. I dati sono stati poi confermati da esami quali l’agoaspirato, il linfonodo sentinella e tutto ciò che è previsto in questi casi.

Forma a mela oppure a pera con effetti sulla salute

suali e alcuni noti cancerogeni. L’obesità provoca quindi una tempesta permanente nei delicati equilibri che sottendono alla salute e, per questo, andrebbe considerata in modo molto più grave, per quanto riguarda il cancro, di quanto non lo sia. Sottolinea l’esperto: “Solo in Europa oltre 100.000 nuovi casi di cancro all'anno sono associati a sovrappeso e obesità, mentre negli Stati Uniti tale associazione, secondo le ultime stime dell’OMS, raggiungerà i 500.000 casi, sempre con una leggera prevalenza nelle donne. È stato calcolato che se tutta la popolazione europea mantenesse il proprio indice di massa corporea sotto il valore critico, si potrebbe ridurre l'incidenza di cancro del colon di oltre 21.000 casi all'anno e del cancro al seno di oltre 13.000 casi”.

LA FORMA NON CONTA L’obesità aumenta il rischio di cancro al seno, ma l’aumento non è legato alla distribuzione del grasso corporeo, cioè al fatto che una donna abbia una conformazione fisica cosiddetta a pera o a mela, come avviene per le malattie cardiovascolari e, come si è a lungo sostenuto, anche per il carcinoma mammario. Lo dimostra uno studio pubblicato su Cancer Causes and Control nel quale i ricercatori dell’American Cancer Society hanno analizzato i dati di quasi 29.000 donne che avevano partecipato a uno studio sulla prevenzione chiamato Cancer Prevention Study II. Nel periodo di osservazione, durato quasi 12 anni, 1.088 donne si sono ammalate di carcinoma mammario. L’analisi dei dati morfometrici, cioè della loro forma corporea, ha confermato l’associazione tra obesi-

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FATTORI DI RISCHIO Obesità tà e aumento di rischio, ma ha smentito che tale incremento sia attribuibile alla conformazione cosiddetta a mela, dove l’accumulo di grasso è prevalentemente nell’addome (in quella a pera è nel bacino e nelle gambe). Il grasso in eccesso, quindi, fa male a prescindere dalla conformazione, dal punto di vista oncologico, ed è sempre bene combatterlo.

sperimentale per verificare gli effetti di una dieta che prevedeva il 60 per cento di lardo, cioè di un alimento ricco di acidi grassi saturi. A metà del campione è stato aggiunto anche un composto che previene il cancro del colon in laboratorio, chiamato NAG-1. Il gruppo non trattato con NAG-1 ha sviluppato obesità e mostrato nei tessuti intestinali le tipiche lesioni pretumorali, mentre

INTERFERISCE COL DNA Anche la ricerca di base può aiutare a scoprire come viene regolato, a livello cellulare, il rapporto tra grassi e sviluppo di un tumore. Una ricerca recentemente pubblicata su Cell Metabolism aiuta, per esempio, a capire perché il sovrappeso alimenta la proliferazione tumorale. I ricercatori dei National Institutes of Health statunitensi hanno infatti utilizzato un modello

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quello trattato risultava normale. Andando a verificare a livello genetico che cosa era successo, i ricercatori hanno scoperto differenze molto evidenti negli istoni, le proteine che racchiudono i filamenti di DNA nel nucleo della cellula, e che tali cambiamenti erano molto simili a quelli che si riscontrano nei malati di tumore del colon. Per qualche motivo ancora da chiarire, quindi, l’obesità è associata a cambiamenti profondi nelle cellule, che coinvolgono lo stesso DNA e che portano le cellule stesse verso la proliferazione tumorale. INTERVENIRE SUGLI STILI DI VITA In sostanza, molti sono i tumori per i quali è stato provato un nesso con l’obesità: mammella, endometrio, colon, esofago, pancreas, rene, per citare solo i più diffusi. Anche per questo, secondo Bifulco, è urgente intervenire in modo molto più incisivo rispetto a

quanto fatto finora. In che modo? “Innazitutto facendo passare il messaggio e spiegando che l’obesità non è un male necessario: si può evitare. Quindi promuovendo l’attività fisica, e soprattutto la corretta alimentazione. Anche se l’azione del cibo sul rischio di sviluppare un cancro è molto complessa, è indubbio che alcuni alimenti siano dannosi e altri benefici e, comunque, si deve avere come obiettivo, sempre, quello di mantenere il proprio indice di massa corporeo (o BMI, dato dal rapporto tra peso e altezza) e il proprio girovita entro i limiti di normalità. Anche solo evitando di entrare nella zona del sovrappeso si diminuisce, e non di poco, il proprio rischio di sviluppare un tumore”. L’intervento sullo stile di vita è il più efficace e, oltre all’alimentazione, le sane abitudini devono comprendere sempre la rinuncia al fumo e a qualunque eccesso nell’alcol e una buona dose di attività fisica.


IFOM Convegni

In questo articolo: meccanobiologia fisica della cellula metastasi

I meccanobiologi discutono di rigidità delle cellule Studiare le proprietà fisiche di una cellula consente di capire come interagisce con l’ambiente circostante e come si muove. Un convegno internazionale in IFOM riunisce gli esperti del settore

a cura della REDAZIONE n convegno internazionale per parlare di meccanobiologia, cioè di come la cellula reagisce a compressioni e stiramenti e di come mantiene la propria consistenza e struttura: tutti elementi essenziali per capire co-me può una cellula tumorale dividersi e muoversi all’interno dell’organismo. L’ha organizzato l’Istituto FIRC di oncologia molecolare in collaborazione con il Molecolar Biology Institute (MIB) di Singapore, diretto da Michael Sheetz.

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affronta questi argomenti dal punto di vista fisico e meccanico è in rapida espansione”. Per esempio, esiste una relazione importante tra la rigidità di un tessuto tumorale e la sua capacità di invadere l’organismo: come sia mantenuta questa consistenza, quale ruolo abbia nella formazione delle metastasi e come risponda alle pressioni esterne è uno degli argomenti studiati dalla meccanobiologia. “La conferenza ha riunito per la prima volta esperti degli aspetti biofisici e biomeccanici della cellula che lavorano nei due istituti coinvolti” continua Scita. “La collaborazione con il MIB è, tra l’altro, uno dei frutti della presenza stabile di IFOM presso il centro di ricerca di Singapore, dove esiste un laboratorio di ricerca cofinanziato. Il MIB è uno dei pochi centri al mondo esclusivamente dedicato allo studio della fisica e della meccanica delle cellule e a come questi elementi influenzino la divisione cellulare e la migrazione”. Le conoscenze acquisite in questo settore potrebbero essere usate, in futuro, sia nell’ambito della diagnosi (perché la

La fisica può svelare come si muove la cellula

RILEVATORE DI SEGNALI “In un organismo multicellulare, la cellula deve rilevare e rispondere a diversi segnali ambientali per funzionare in modo corretto all’interno dei tessuti” spiega Giorgio Scita, direttore dell’Unità di ricerca meccanismi di migrazione delle cellule tumorali presso IFOM. “E anche se la maggior parte della ricerca in questo campo si è concentrata sulla regolazione attraverso segnali chimici, negli ultimi due anni il settore che

IL CONVEGNO IN BREVE Nel corso del convegno di meccanobiologia organizzato da IFOM a Milano si è parlato di: impatto delle proprietà meccaniche della cellula sull’espressione dei geni; complessa interazione e comunicazione tra cellula e cellula e tra cellula e matrice extracellulare; ruolo del citoscheletro (cioè della struttura interna alla cellula che contribuisce alla sua forma) nel sistema di comunicazione tra le cellule; ruolo della meccanica dei tessuti e della dinamica delle membrane cellulari sullo sviluppo dei tumori.

consistenza del tessuto ci dice molto sulla sua funzione) sia nella cura, perché modificando le proprietà fisiche della cellula tumorale si interferisce con la sua abilità di dare origine a metastasi.

IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici è sostenuto da FIRC, Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, attraverso lasciti testamentari (vedi p. 28).

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LASCITI Chi ha scelto di sostenere FIRC

UN LASCITO PER LA RICERCA cegliere di fare testamento in favore della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, lasciandole anche solo una parte dei propri beni, significa dare un sostegno concreto e significativo alla ricerca oncologica in Italia. Pur riconoscendo i diritti dei propri eredi si può sempre lasciare una parte del patrimonio a favore della ricerca sul cancro. Per questo FIRC offre gratuitamente la Guida al testamento, uno strumento utile per sapere come si effettua un lascito testamentario: chi sono gli eredi e come vengono stabiliti; quali sono le quote di riserva a favore dei figli e del coniuge e tante altre informazioni pratiche. Il testamento può essere: olografo: basta scrivere su un foglio cosa si vuole destinare (per esempio una somma di denaro) e a chi, datarlo e firmarlo. Il testamento potrà essere poi affidato a una persona di fiducia o a un notaio; pubblico: viene ricevuto dal notaio alla presenza di due testimoni e poi custodito dal notaio stesso.

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Con la Guida al testamento, aggiornata secondo le leggi vigenti, effettuare un lascito testamentario è diventato un gesto semplice, per tutti: richiedila gratuitamente contattando tel. 02 79 47 07 www.fondazionefirc.it

Quel piccolo gesto che fa l’uomo felice Per Gianrico Carofiglio “tutti noi siamo biologicamente programmati per l’altruismo”. Da qui nasce l’invito a destinare un lascito, anche piccolo, a FIRC a cura della REDAZIONE l filo che lega tutti quanti i miei racconti è l'amore per i personaggi. La mia idea è che anche in una forma di scrittura breve, qual è quella del racconto, sia possibile costruire personaggi pieni, ai quali lo scrittore prima e il lettore dopo si affezionino.” Le parole con cui Gianrico Carofiglio, magistrato e scrittore di successo, rivela l’amore per i propri personaggi, trovano un’eco nel suo impegno come testimonial di FIRC, la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, e nella sua tensione verso gli altri, determinata ma sobria. Originario di Bari, Gianrico Carofiglio è magistrato dal 1986 ed è stato, tra l’altro, sostituto procuratore alla direzione distrettuale antimafia della sua città d’origine. Il suo nome oggi è legato all’avvocato Guerrieri, protagonista dei suoi numerosi romanzi legal-thriller. Un avvocato determinato e incorruttibile, ma che si fa amare per la propria umanità. Il primo titolo è stato Testimone inconsapevole (2002), un caso editoriale con cui Carofiglio ha vinto numerosi premi e conquistato i lettori. Dal primo, da Ad occhi chiusi (2003) e da Il passato è una terra straniera (2004), sono

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stati anche tratti gli omonimi film. Poi sono usciti, tra gli altri, Ragionevoli dubbi (2006), Né qui né altrove. Una notte a Bari (2008), Non esiste saggezza (2010), Il silenzio dell'onda (2011). Da marzo 2014 è nelle librerie La casa nel bosco, romanzo scritto a quattro mani con il fratello, Francesco Carofiglio. Lo scrittore pugliese ha scelto di sostenere la campagna di FIRC che invita a destinare un lascito testamentario a favore della ricerca sul cancro, perché “il cancro è una delle malattie su cui sono più puntati i riflettori; nonostante questo, vanno fatti ancora molti passi avanti”. Ecco perché il gesto, anche piccolo, di ciascuno è fondamentale, come sottolinea Carofiglio: “Tutti noi siamo biologicamente programmati per l’altruismo: dovrebbe essere naturale compiere gesti che si rivolgono agli altri. E quando dico ‘altri’ intendo sia chi c’è già sia chi deve ancora nascere”. Un altruismo che, afferma lo scrittore, nasce dalla consapevolezza di un’unità profonda con tutti gli uomini: “È nella profonda appartenenza istintiva alla corrente della vita che l’uomo trova la massima gioia. Un lascito per la ricerca è una riaffermazione di questa appartenenza”.


EVENTI I Giorni della Ricerca

Una storia di speranza lega Ugo Pastorino (a destra), chirurgo dell’Istituto nazionale tumori e Maurizio Magni (a sinistra), rispettivamente medico e paziente

La ricerca attraverso i suoi volti a cura della REDAZIONE uando parliamo di ricerca sul cancro l’immaginario collettivo porta subito alla mente laboratori, microscopi, provette, farmaci innovativi. Ma la ricerca oncologica è fatta innanzitutto di volti, di storie di uomini e storie di scoperte, di impegno, passione e rigore scientifico. A cominciare dai volti di chi ha affrontato la malattia, eroi del quotidiano che hanno superato una prova impegnativa dal punto di vista sia psicologico sia medico. C’è chi ha lottato in giovane età contro un tumore del sangue o chi, nel momento della diagnosi, ha avuto bisogno di proteggere la propria possibilità di avere, un giorno, un figlio. Dietro di loro, ci sono i medici che li hanno curati e i ricercatori che hanno contribuito a

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migliorare le terapie. Come Lucia Del Mastro, che all’IRCCS AOU San Martino – IST Genova ha trovato il modo di aumentare la probabilità di gravidanza nelle donne che devono sottoporsi a chemioterapia. O come il gruppo che fa capo a un grande progetto di ricerca sul cancro del colon coordinato dall’Istituto tumori di Candiolo di Torino, che vede in prima linea anche Salvatore Siena e l’oncologia dell’Ospedale Niguarda di Milano, per una sperimentazione con farmaci biologici su pazienti con cancro del colon positivi per il gene HER2. Risultati concreti, che sono frutto anche del-

l’attento e scrupoloso sistema di valutazione della ricerca portato avanti da AIRC con l’aiuto di revisori stranieri e del suo Comitato tecnico-scientifico. Dalla donazione del singolo cittadino alla scoperta di una cura per il paziente, il percorso della ricerca targata AIRC è all’insegna della meritocrazia e della costante attenzione alle ricadute positive sulla vita dei malati. Questo percorso è al centro dei Giorni della Ricerca 2014, dal 3 al 9 novembre, che vedranno tutti i volti di AIRC – sostenitori, ricercatori, volontari, partner… – nelle piazze, con i Cioccolatini della Ricerca, nelle università – a Bari, Ferrara, Firenze e Trento – per incontrare studenti di medicina e altre discipline scientifiche sempre più importanti per la ricerca oncologica. E ancora nelle scuole, al Quirinale, sui media, per essere protagonisti al fianco della ricerca sul cancro.

Pazienti, medici, ricercatori al centro dei Giorni

... da novembre su: www.airc.it

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EVENTI I Giorni della Ricerca

Gli eventi della settimana

5 novembre Incontri con la ricerca nelle università

5-6 novembre

6 novembre Cerimonia al Quirinale

AIRC nelle scuole

2 novembre Il notiziario della ricerca

3-9 novembre RAI per AIRC

8 novembre Appuntamento in piazza con i Cioccolatini della Ricerca

8-9 novembre Un Gol per la Ricerca

IN PIAZZA CON I CIOCCOLATINI PER DARE ENERGIA ALLA RICERCA

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n’occasione per fare un regalo gustoso e, allo stesso tempo, aiutare la ricerca sul cancro: torna sabato 8 novembre l’appuntamento con I Cioccolatini della Ricerca. In tutta Italia i volontari AIRC sono in migliaia di piazze con una speciale confezione di cioccolatini Lindt, creata appositamente per AIRC, offerta con un contributo di 10 euro. Un dono gustoso che si trasforma in un’ottima idea di regalo per Natale, ma anche in un modo per sostenere i ricercatori finanziati da AIRC, all’opera ogni giorno per rendere il cancro più curabile. La scatola di cioccolatini fondenti, in vari gusti, è accompagnata da una pubblicazione speciale che racconta quel sistema virtuoso che ruota intorno ad AIRC. A cominciare dai sostenitori, che permettono alla ricerca sul cancro di andare avanti, con donazioni, partecipando alle iniziative in piazza e firmando per destinare ad AIRC il proprio 5 per mille; i volontari, l’anima di AIRC, generosa e attiva, in piazza e con iniziative locali. Ancora, i ricercatori che possono lavorare grazie ai bandi di AIRC, superando una severa selezione; fino ai pazienti, per i quali la ricerca corre, perché possano beneficiare dei traguardi raggiunti. Come possono raccontare Sara ed Ernesto: la prima, che ha superato un cancro al seno e può ora abbracciare la sua piccola Agnese, il secondo, diventato grande all’improvviso, con un tumore raro a 16 anni, di cui ora parla al passato.

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Micaela Ramazzotti è testimonial dei Cioccolatini della Ricerca


RAI E AIRC, 20 ANNI INSIEME PER LA RICERCA

IL QUIRINALE SEMPRE AL FIANCO DI AIRC

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ulcro istituzionale dei Giorni della Ricerca è l’appuntamento al Quirinale con il Presidente della Repubblica: il 6 novembre, in una cerimonia diventata tradizionale, Giorgio Napolitano riceve gli esperti più qualificati della ricerca sul cancro alla presenza delle più alte cariche dello Stato, di importanti rappresentanti della cultura, della comunicazione e dei sostenitori di AIRC. In questa occasione il Presidente della Repubblica consegna il Premio AIRC “Credere nella Ricerca” a chi si è particolarmente impegnato con l’Associazione, per sostenere la ricerca sul cancro; e il Premio “Guido Venosta” a un giovane ricercatore italiano che si è distinto nella ricerca per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici alle neoplasie.

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AI e AIRC festeggiano quest'anno, con i Giorni della Ricerca, 20 anni di collaborazione insieme. Un ventennio in cui hanno reso i cittadini più consapevoli dell’importanza della prevenzione dei tumori e del lavoro dei ricercatori, aggiornando costantemente sulle cure disponibili e raccogliendo donazioni per oltre 80 milioni di euro. Solo negli ultimi cinque anni, con le donazioni del pubblico RAI e dei partner, sono stati finanziati 230 progetti pluriennali, potendo investire su una nuova generazione di ricercatori oncologici, dai primi passi dopo la laurea ai progetti indipendenti. I volti della ricer-

ca - medici, scienziati e persone che hanno superato la malattia - per una settimana sono protagonisti nelle più seguite trasmissioni tv e radio RAI, per informare il pubblico e invitarlo a donare per sostenere nuove sfide. Due appuntamenti sono interamente dedicati ad AIRC domenica 9 novembre: Speciale Affari tuoi condotto da Flavio Insinna (Raiuno, 20.30) e il tradizionale Speciale Elisir condotto da Michele Mirabella (Raitre, 21.45). Antonella Clerici, Carlo Conti, Flavio Insinna e Michele Mirabella sono gli ambasciatori di AIRC sulle reti RAI, insieme ai colleghi della TV e della radio e ai numerosi testimonial di AIRC.

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EVENTI I Giorni della Ricerca

I CIOCCOLATINI SBARCANO SU SALDIPRIVATI ED EPRICE

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l gruppo Banzai rinnova la partecipazione all’annuale appuntamento con I Giorni della Ricerca. Le attività coinvolgono i siti di SaldiPrivati ed ePRICE dove – dal 10 al 16 novembre – è possibile contribuire alla ricerca ordinando I Cioccolatini della Ricerca, senza spese di spedizione. “Siamo orgogliosi di poter partecipare alle attività di AIRC, dando la possibilità ai nostri utenti di acquistare i Cioccolatini” ha dichiarato Bruno Decker, AD Saldi Privati. Gli fa eco l’AD ePRICE, Raul Stella: “ePRICE partecipa nuovamente alle attività di AIRC per i Giorni, segno di come il web si stia avvicinando sempre di più alla vita degli italiani”.

HARD ROCK, UNA MODA CHE FA BENE

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ard Rock Cafè rinnova il suo sostegno ad AIRC attraverso due iniziative legate a campagne mondiali solidali della rinomata catena: a maggio e giugno nei cafè di Roma, Firenze e Venezia è stata organizzata per il secondo anno la campagna His & Hers, per sostenere la ricerca sui tumori al seno e ai testicoli, con la distribuzione di braccialetti rosa e azzurri. A ottobre torna per il quarto anno Pinktober, sui tumori femminili, con gadget “pink” distribuiti nei ristoranti ed eventi speciali solidali. Nel 2013, grazie a dipendenti e clienti, sono stati raccolti 50.000 euro. Per info www.hardrock.com/cafes/

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UBI BANCA ACCENDE LA RICERCA

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BI Banca festeggia il secondo anno come partner istituzionale de I Giorni della Ricerca, confermando la messa a disposizione di una serie di prodotti e servizi bancari a supporto dell’attività di raccolta fondi di AIRC e della distribuzione de I Cioccolatini della Ricerca nelle 1.708 filiali. Un coinvolgimento totale di clienti, dipendenti e cittadini che lo scorso anno ha permesso una raccolta di oltre 700.000 euro, a favore di AIRC. Per il 2014 la banca ha deciso di sviluppare altre importanti attività quali una staffetta che, da Torino a Bari, accende la raccolta fondi per la ricerca sul cancro su tutto il territorio nazionale. Inoltre in alcune filiali del gruppo, aperte eccezionalmente di sabato, è possibile partecipare a eventi dedicati a bambini e famiglie, con giochi e attività sui corretti stili di vita. I fondi raccolti, grazie all’impegno di UBI Banca e di tutti gli italiani che aderiscono, sono destinati a sostenere il percorso di giovani ricercatori.

IL TIFO SOLIDALE

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campioni del pallone, gli allenatori, i giornalisti, gli opinionisti e i fan fanno tutti insieme il tifo per AIRC: i calciatori della Serie A TIM, infatti, scendono in campo l’8 e 9 novembre per sostenere la ricerca sul cancro, con l’iniziativa Un Gol per la Ricerca. Dagli stadi e sui media sportivi, tutti i protagonisti del mondo calcistico invitano i tifosi a sostenere una nuova squadra di campioni: quella che sta crescendo per rendere il cancro più curabile. Partecipare è semplice: basta una donazione con SMS. TIM offre ad AIRC importanti spazi sui campi e nelle aree interviste degli stadi per ricordare al pubblico il numero attraverso cui donare. Partner dell’iniziativa sono Lega Serie A, FIGC, Associazione italiana arbitri e i media sportivi RaiSport, SkySport e Gazzetta dello Sport.

LOVE LIFE, LOVE AIRC

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partire da settembre, è possibile aderire alla campagna Love Life, Love AIRC sul portale Groupon. Con la collaborazione di Margherita Granbassi come testimonial, è promossa sul sito una campagna in favore di AIRC, che prevede il coinvolgimento dei migliori centri estetici, i club sportivi e le spa più esclusive d’Italia. Per ogni coupon acquistato Groupon devolve tre euro ad AIRC per la ricerca scientifica sul cancro. Maggiori informazioni sulla campagna sono a disposizione sul sito Groupon Italia e sui canali media AIRC.


Molto altro ancora su www.airc.it/comitati

Abruzzo - Molise...

Basilicata...

Tel. 085 352 15 - com.abruzzo.molise@airc.it - www.airc.it/abruzzo

Tel. 0971 411 208 - com.basilicata@airc.it - www.airc.it/basilicata

Bellucci interpreta Liszt

Sfilata di moda

Chieti Un vero evento musicale che ha dato lustro alla città: è quanto accaduto al teatro Marrucino con il concerto Il pianoforte sinfonico di Franz Liszt, che ha visto esibirsi il pianista di fama internazionale Giovanni Bellucci. Il maestro ha eseguito alcune grandi opere trascritte da Liszt per pianoforte, dando vita a una grande serata in favore della ricerca sul cancro.

In breve dall’Abruzzo-Molise Miglianico (Chieti) Il Miglianico Golf & Country Club ha organizzato presso il Cerreto di Miglianico il 6° Torneo “Tony Dalli” il cui ricavato anche quest’anno è stato devoluto ad AIRC. Hanno partecipato in 100 al torneo, con grande affluenza di pubblico che ha seguito con entusiasmo la gara. Avezzano (L’Aquila) La scuola di danza Harmony ha dedicato ad AIRC il bellissimo saggio Sogno di una notte di mezza estate. Un ringraziamento particolare a Candida Giffi, da anni vicina all’Associazione. Cepagatti (Pescara) Una giornata zumbathon all’insegna del fitness: così la palestra Lady Fitness ASD ha scelto di sostenere la ricerca, devolvendo il ricavato della giornata. Grazie a Daniela Di Benedetto per l’impegno e la dedizione profusi nell’organizzazione della giornata.

Pisticci (Matera) Moda, stile, bellezza e solidarietà hanno caratterizzato la serata di gala alla Tenuta Visconti di San Teodoro. La serata “Insieme per AIRC” è stata organizzata da Lara Tataranno e Maria Xenia D’Oria Visconti, con l’obiettivo di raccogliere fondi. Oltre agli interventi istituzionali, i medici Pasquale Bellitti e Domenico Tataranno, il racconto dell’esperienza personale di Paola Alianelli, tanta musica e la sfilata di studentesse, signore e professioniste che hanno scelto di mettersi in gioco per una buona causa.

In breve dalla Basilicata

Calabria... tel. 0984 41 36 97 com.calabria@airc.it www.airc.it/calabria

Un’invasione di uova giganti… Calabria Grande successo anche quest’anno per la manifestazione L’uovo della ricerca organizzata, in occasione della Pasqua, dal Co-

Basilicata Come ormai ogni anno la distribuzione delle uova pasquali nelle scuole ha coinvolto positivamente famiglie, insegnanti e dirigenti scolastici. Un grazie particolare va al gruppo Calia di Matera che si è prodigato nel ritiro di un consistente numero di uova.

mitato per il terzo anno consecutivo. Sono state distribuite uova di cioccolato da tre chilogrammi in scuole, università, studi professionali, locali pubblici. Le uova sono state anche estratte a sorte a fronte di un piccolo contributo.

In breve dalla Calabria Cirò (Crotone) Tutti in gioco per AIRC: per il nono anno consecutivo è stato organizzato il torneo di biliardo “Memorial Lorenzo Sestito”.

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Friuli - Venezia Giulia...

Campania...

Tel. 040 365 663 - com.friuli.vg@airc.it - www.airc.it/fvg

Tel. 081 403 231 - com.campania@airc.it - www.airc.it/campania

Concerti da camera

Uova a Casa Ascione

Trieste Grande musica per sostenere la ricerca: la consigliera del Comitato, Tina Campailla, e suo marito Ettore hanno organizzato una serie di concerti cameristici di prestigio presso la propria abitazione. A conclusione degli eventi i padroni di casa hanno offerto una cena. Uno dei concerti è stato realizzato in collaborazione con Inner Wheel Club Trieste.

Torre del Greco (Napoli) Le uova della ricerca sono state ospitate per il sesto anno da Casa Ascione, che sostiene AIRC con i suoi preziosi gioielli. Lo splendore barocco dello showroom, generosamente messo a disposizione per il cocktail, ha fatto da cornice alla presentazione delle Uova di Gay Odin con i meravigliosi doni della gioielleria Ascione. La serata si è conclusa al meglio, con numerosi amici dell’associazione.

In breve dal Friuli-Venezia Giulia Fagagna (Udine) Al Golf Club di Udine si è svolta la X Christmas Cup, gara di golf per AIRC, e una lotteria con ricchi premi. Bertiolo (Udine) Pane, dolci e caffè, un connubio perfetto e solidale è stato organizzato per tre domeniche di seguito dalla proloco locale, per sostenere la ricerca sul cancro. Un momento di festa e di gusto con la panificazione straordinaria “Il pane per la vita” in collaborazione con Panificio Ciani Giorgio e Panificio Fabris Francesca, la gara di torte “Dolci tipici” per chiudere con il caffè in piazza, “Friulmoka 200”. Forgaria (Udine) Le instancabili signore del paese hanno realizzato anche quest’anno prodotti artigianali da distribuire, per raccogliere fondi per AIRC. Trieste In occasione della presentazione del libro Colori Primari l’autore, Ottavio Gruber, ha devoluto al Comitato il ricavato della distribuzione dei libri.

In breve dalla Campania

Emilia-Romagna... Tel. 051 244 515 - com.emilia.romagna@airc.it - www.airc.it/emiliaromagna

Un paese in festa

Pozzuoli (Napoli) L’associazione AGISCI ha organizzato una serata di danze per sostenere la ricerca sul cancro. La manifestazione ha registrato un’ampia partecipazione di pubblico. Sarno (Salerno) L’ASD polisportiva sarnese e Innofer hanno organizzato una raccolta fondi che ha ottenuto un grande successo. Castel San Lorenzo (Salerno) il Forum dei giovani ha organizzato una giornata interamente dedicata ad AIRC. La mattinata si è svolta in piazza con giochi e spettacoli per bambini, mentre in serata tutti in campo per la partita di pallone.

Lazio... Tel. 06 446 336 5 com.lazio@airc.it www.airc.it/lazio

Noble’s got talent Dodici Morelli (Ferrara) Un paese in festa si è riunito per il tradizionale pranzo in favore di AIRC. Una bellissima iniziativa nata tanti anni fa, con l’idea di unire buon cibo e solidarietà. Ringraziamo tutti i volontari e i partecipanti.

In breve dall’Emilia-Romagna Piacenza Allo stadio Beltrametti si è giocato il “Memorial M. Dadati - Trofeo P. Rossi”, una bella giornata dedicata al rugby e alla ricerca. Un grazie particolare ad Arianna Dadati e al Rugby Lyons Piacenza. Guastalla (Reggio Emilia) Alla cena sociale dello Sci club è stato consegnato al Comitato un generoso contributo raccolto durante le Gare di sci – Coppa Italia Master, organizzate lo scorso marzo a Pampeago. Un grazie di cuore a tutti i partecipanti.

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Roma Una commedia esilarante e solidale è andata in scena al Teatro Sala Umberto: Noble’s got Talent, spettacolo presentato da Roberto Ciufoli, scritto e diretto appositamente per il Comitato dalla regista Cinzia Berni e recitato da un cast di attori non professionisti. Una rivisitazione ironica del talent show Italia’s got talent, che vede in gara blasonati desiderosi di entrare nello star system, sottoposti al feroce giudizio della giuria.

In breve dal Lazio Roma In collaborazione con i circoli romani Montecitorio e Tevere Remo si è svolto un torneo di tennis doppio misto per non professionisti, a favore della ricerca. Monterotondo (Roma) Presso la piazza del Duomo, l’associazione Giovanidee ha organizzato una serata di esibizioni, tutte all’insegna delle arti marziali. Si è trattata della seconda edizione di Combattere per la ricerca che si pone come obiettivo principe quello di veicolare lo sport come mezzo di sensibilizzazione verso tematiche quali la prevenzione dell’insorgenza di patologie oncologiche. Durante la serata, alcuni volontari AIRC hanno raccolto offerte libere.


Liguria...

Lombardia...

Tel. 010 277 058 8 - com.liguria@airc.it - www.airc.it/liguria

Tel. 02 779 71 - com.lombardia@airc.it - www.airc.it/lombardia

Volontarie e fantasiose pasticcere Vignole Borbera (Alessandria) Grande successo di pubblico per la 29° edizione della manifestazione Un dolce per la vita. Le fantasiose e creative volontarie “cuoche pasticcere” si sono riunite per distribuire deliziose torte e altre golosità preparate con ingredienti genuini e confezionate con cura, a favore del Comitato. Genova Le principesse si azzuffano nello spettacolo goliardico Biancaneve vs Cenerentola: lo scontro finale della compagnia Professionisti allo sbaraglio, andato in scena al Teatro Politeama Genovese. La commedia in favore di AIRC è stata diretta da Massimo Ratti in collaborazione con il Lions Club La Spezia.

Concerto russo Brescia Il Teatro Grande è stato la bellissima cornice di una serata di successo: il concerto in favore di AIRC all’interno del Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo. La Filarmonica del festival diretta dal maestro Pier Carlo Orizio con la solista al pianoforte Lilya Zilbenstein hanno allietato il pubblico con un programma di musica russa. Si ringraziano i partner (in particolare Fondazione Lonati, Mag–Jlt, OMR Automotive e Terme di Sirmione), l’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia per il progetto grafico e Rattiflora per l’allestimento floreale.

In breve dalla Lombardia Montorfano (Como) In una solare domenica si è svolta anche quest’anno la giornata di golf dedicata ad AIRC al Circolo golf Villa d’Este, che si è conclusa con una cena con ricchi premi, alla presenza di molti amici di AIRC. Grazie alle consigliere del Comitato Isabella Gallo e Lella Tronchetti Provera che hanno organizzato nei minimi dettagli la giornata, ai partner e ai numerosi partecipanti. Milano Una fila interminabile lungo il marciapiede di piazza Buozzi per l’ottava edizione di “Il pollo allo spiedo più buono della città”, dedicato ad AIRC dal Chiosco Giannasi, con prelibatezze gastronomiche per tutti i palati. Un ringraziamento particolare a Dorando Giannasi e a tutto lo staff.

Ottobre – Genova Torna il prestigioso appuntamento glamour, per sostenere la ricerca oncologica, con la sfilata di moda presso il Palazzo Ducale.

Marche...

Rudiano (Brescia) Si è svolta, in ricordo di Eliana Grandini, una spumeggiante terza edizione della gara podistica non competitiva “Di corsa con Eli”. Grazie alla generosità dei rudianesi e dei podisti, gli instancabili organizzatori hanno raccolto un’importante cifra per AIRC. Un sentito ringraziamento a Michela e famiglia che hanno curato l’evento con travolgente entusiasmo.

Tel. 071 280 413 0 - com.marche@airc.it www.airc.it/marche

Sulle note del Quartetto Cetra Fermo In occasione del Festival Jazz Fermo, presso la bellissima Villa Vitali, il quartetto vocale Le voci di corridoio ha dedicato un concerto allo storico gruppo Quartetto Cetra, proponendo originali arrangiamenti di alcuni loro successi. Ospiti d’eccezione il famoso chitarrista Franco Cerri ed Enrico Intra, pianista e direttore d’orchestra jazz. Parte del ricavato è stato finalizzato a una borsa di studio in ricordo della giovane ascolana Maria Cristina Cocca, in favore di AIRC.

In breve dalle Marche Porto San Giorgio (Fermo) In collaborazione con il prestigioso Circolo di tennis Porto San Giorgio e sentitamente voluto dalla famiglia, dagli amici e da tutta la comunità si è svolta la I edizione del torneo di tennis memorial Andrea Landriscina, per sostenere la ricerca sul cancro. Ancona Presso la Galleria dorica, il distretto 209 dell’Inner Wheel ha allestito un vivace mercatino per finanziare una borsa di studio sui tumori pediatrici, a favore di AIRC. I club delle Marche, Abruzzo, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna hanno esaltato le proprie terre di origine presentando beni, oggetti e progetti peculiari dei luoghi. Sirolo (Ancona) Tutti in gara per la ricerca, con la IV edizione della gara di golf Memorial Patrizia Baroni - 18 buche Stableford Hcp - 3 categorie, presso il Conero golf club. Tantissimi i partecipanti, che hanno voluto ricordare la storica segretaria esecutiva del Comitato. Ancona Per la prima volta nella storia della città, tra gli applausi di più di mille spettatori, gli studenti del Liceo Rinaldini, dell’Istituto superiore Benincasa e del Liceo Galilei, si sono sfidati per il Trofeo del cuore allo stadio del Conero, in una partita di calcio triangolare, all’insegna della solidarietà e in ricordo del giovane Federico Frezzotti, scomparso prematuramente.

Piemonte-Valle d’Aosta... Tel. 011 993 335 3 - com.piemonte.va@airc.it - www-airc.it/piemonte

Concerto gospel Torino Una bella serata di musica ha visto protagonisti i Free Voices Gospel Choir, con ospite speciale Malcolm Chambers, artista di fama internazionale del mondo gospel. Tutti i 450 posti del Teatro Crocetta sono andati esauriti. L’evento in favore di AIRC è stato organizzato grazie al SIAP (Sindacato italiano appartenenti polizia).

In breve da Piemonte-Valle d’Aosta Cuorgnè (Torino) Si è svolto nell’ex chiesa della SS. Trinità il concerto jazz Note di speranza, patrocinato dal Comune. Protagonista dell’evento per sostenere la ricerca il Quartetto Saxofobia che ha offerto al pubblico sia pezzi di musica classica sia musiche più vicine ai giorni nostri. Acqui Terme (Alessandria) L’ASD Acquesi Sgaientà ha dedicato ad AIRC la 28° edizione dell’Erroraduno. Questa giornata di pesca alla trota sul torrente Erro, con tanti partecipanti e ricchi premi, è ormai da anni un’occasione a favore della ricerca oncologica.


In breve dalla Sardegna

Sardegna... Tel. 070 664172 - com.sardegna@airc.it - www.airc.it/sardegna

Pelè, Totti e Buffon: quelle maglie che “fanno bene” Cagliari La maglia di Pelè (fornita da Gigi Riva), quelle di Totti e Buffon ai loro esordi e altre 150 di calciatori famosi sono state in mostra all’EXMÀ, per la manifestazione “Le maglie del prof”, in favore di AIRC. Le maglie e altri oggetti e riviste formano la collezione privata di Ermanno Cortis, dirigente nazionale della Figc. Il figlio Daniele con l’ordine degli avvocati ha organizzato un evento che comprende anche laboratori per ragazzi, concerti e conferenze sulla sana alimentazione.

Dolianova (Cagliari) Sconfiggere il cancro si può… passaparola era il titolo della sfilata di moda tenutasi al circolo Dolia, per la ricerca e la prevenzione. Cagliari Il Comitato è stato presente con uno stand alla fiera “Fiori e Spose” per presentare le bomboniere e le partecipazioni di AIRC. Cagliari Al teatro del conservatorio “G.P. da Palestrina” è andato in scena lo spettacolo di danza La Boutique Fantastique - Marie, la piccola ballerina di Degas della scuola Casa della danza Luigia Frattaroli, da anni al fianco di AIRC con i suoi raffinati spettacoli.

Puglia...

Sicilia...

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La magia delle masserie Massafra (Taranto) La storica Masseria Canonico – Tenuta Zicari si è trasformata in un luogo magico, immerso in un’atmosfera d’altri tempi, grazie all’ospitalità di Annamaria Salinari, all’organizzazione della consigliera del Comitato Carla Martucci e al contributo dei volontari locali. Una serata allietata dal trio cabaret Musicomix Show e buffet con i deliziosi piatti di Tutt’altra Cucina. L’appuntamento è per il 2015, con la 10° edizione di Masserie aperte alla ricerca, in occasione del 50° anniversario di AIRC.

Una lotteria d’oro… Siracusa Un altro grande successo per la lotteria provinciale di beneficenza per AIRC: sono stati distribuiti 17.452 biglietti per aiutare la ricerca, con la possibilità di vincere bellissimi premi in palio. I più fortunati si sono aggiudicati un’automobile Chevrolet Spark, orecchini d’oro con brillanti, un filo di perle scaramazze.

In breve dalla Puglia Taranto L’arte del passato si è fusa con la musica del presente per la 2° edizione del concerto “La musica ama la ricerca” del maestro Jacopo Raffale, al Museo nazionale archeologico, realizzato grazie alla consigliera Nella Abruzzese e al sovrintendente archeologo della Puglia Luigi La Rocca. Bitonto (Bari) Al teatro Traetta Mariangela Ruggiero, insegnante del 1° CD Fornelli, con i bambini di 2°E ha realizzato il progetto di alfabetizzazione emotiva e formazione teatrale-coreutica su Il Piccolo Principe “Il Sogno di un Pilota”. È intervenuto il ricercatore Antonio Moschetta. Spinazzola (BT) Al campo sportivo “Alen Fasciano” si è svolta la manifestazione Savio… uno di noi! organizzata dagli amici e dal gruppo Ultras Spinazzola a un anno dalla scomparsa dell’amico, con esibizione dei ragazzi della scuola calcio Sport Academy e amichevole di calcio USD Nuova Spinazzola vs UCS Valenzano. Villa de Grecis (Bari) Un “masterchef” d’eccezione a sostegno della ricerca protagonista di “Metti… una sera a cena”: Almo Bibolotti, finalista dell’ultima edizione del noto programma ha tenuto un Cooking Show, condotto da Anna Maria Ferretti, direttrice di Ilikepuglia. Si ringraziano per il sostegno: Banca Mediolanum, Saicaf, Pastificio artigianale Cardone, Francesco Pignataro e Azienda Cento Vignali di Vito Rossi.

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In breve dalla Sicilia Messina Al teatro Vittorio Emanuele è andato in scena I miei occhi cambieranno, toccante racconto di una donna che ha fatto della morte e della malattia un inno alla vita. Serata organizzata dalla delegazione AIRC locale con grande successo di pubblico. Palermo I docenti dell’International House Language Centre hanno organizzato un “5 o’clock tea” preparando personalmente dolci tradizionali inglesi e americani, per raccogliere fondi a sostegno di AIRC e Cancer Research UK. Palermo Umberto Scida, Elena D’Angelo, Claudia Munda, Alessandra Mirabella, Sergio Munafò e Stefania Cotroneo hanno entusiasmato il pubblico presente al Teatro Al Massimo con lo spettacolo Sulle ali della musica per AIRC. Banca Mediolanum, il comune e il direttore artistico del teatro Aldo Morgante hanno generosamente contribuito per destinare tutto il ricavato ad AIRC.


Toscana...

Umbria...

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Tel. 075 583 813 2 - com.umbria@airc.it www.airc.it/umbria

Piccoli pompieri crescono

Alla scoperta del Pinturicchio

Piancastagnaio (Siena) Valerio Sbrolli organizza per il terzo anno consecutivo una giornata solidale in ricordo di Enrico Eugeni – caposquadra dei Vigili del Fuoco – con l’iniziativa “Pompieropoli” coinvolgendo tutti, grandi e piccini, che partecipano con entusiasmo allo spegnimento di fuochi controllati e apprendono indicazioni per la prevenzione degli incendi. A seguire aperitivi, cena e musica.

Perugia A Villa Spinola, sede della Fondazione Gugliemo Giordano, si è svolta un’esposizione straordinaria di un capolavoro rinascimentale: l’affresco Il Bambin Gesù delle mani del Pinturicchio. Franco Ivan Nucciarelli, ha presentato in modo affascinante quest’opera e ha guidato i partecipanti in un suggestivo viaggio attraverso uno dei più interessanti misteri della storia dell’arte italiana.

In breve dalla Toscana Scandicci (Firenze) Il Forno Rita Rainone ha lavorato anche quest’anno una notte intera per sfornare gustosissime schiacciate che ha distribuito per sostenere la ricerca sul cancro. Ambra (Arezzo) Grande successo per la 27° edizione del mercatino di prodotti artigianali. Merito delle instancabili Marta Canestri e Valeriana Morbidelli aiutate da tutto il paese, in una giornata di festa: le signore che hanno preparato oggetti, le scuole, la Pro loco e la banda della società filarmonica di Ambra. Monteriggioni (Siena) In una cornice suggestiva si è svolta la 28° edizione di “C’ero anch’io a Abbadia Isola”: due settimane di festeggiamenti, cene e danze che da sempre radunano amanti della buona tavola. Cerreto Guidi (Firenze) Cena spettacolo organizzata dai ragazzi dello staff “Suoni nella Notte” che, aiutati dal Circolo Arci L. Rossetti, hanno organizzato una serata all’interno della loro manifestazione a favore di AIRC. Castiglione della Pescaia (Grosseto) L’Associazione culturale Unitre, con l’aiuto della scuola primaria locale, hanno distribuito libri coinvolgendo adulti e bambini accomunati dalla passione per la lettura, per sostenere la ricerca oncologica.

Veneto... Tel. 041 528 917 7 - com.veneto@airc.it - www.airc.it/veneto

Tea time Galzignano Terme (Padova) Un pomeriggio a favore di AIRC, dedicato alla grande bellezza veneta, tra arte, natura, storia, cultura e savoir vivre si è svolto nella splendida Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani, famosa per il giardino storico, che quest’anno apre per la prima

In breve dall’Umbria Norcia Nello splendido complesso monumentale di San Francesco si è svolto un concerto di arpe e pianoforte organizzato con i ragazzi dei corsi internazionali e con i maestri Maria Chiara Fiorucci (arpa) e Michele Fabrizi (pianoforte), per festeggiare i 20 anni del Comitato. 5 novembre - Perugia Per il ventennale del Comitato si svolge, all’Università degli studi di Perugia, un incontro scientifico-divulgativo, con i presidenti del Comitato avvicendatisi in questi anni, consiglieri, volontari e soprattutto ricercatori e borsisti che hanno ricevuto finanziamenti per i ptopri progetti e borse di studio. Un’ottima occasione per ripercorrere le tappe della vita del Comitato e i traguardi dei ricercatori. Umbria Viene istituita una borsa di studio straordinaria in occasione dell’anniversario del Comitato.

volta per eventi esclusivi. Ospite la foodwriter e volto televisivo Csaba dalla Zorza, che ha presentato il libro Tea Time. Oltre duecento imprenditori di spicco, veneti e non solo, hanno preso parte all’evento inaugurale.

In breve dal Veneto Jesolo (Venezia) È tornata per il 10° anno la manifestazione “Il paese dei balocchi Jesolo”, patrocinata da regione Veneto, provincia e comune. Una grande festa, pensata e dedicata ai bambini e alle famiglie, che quest’anno si è prolungata per sei giorni, tra giochi, magie, spettacoli teatrali e circensi, in favore della ricerca sul cancro. Lughetto di Campagna Lupia (Venezia) Si sono svolte alcune serate in favore di AIRC, per raccogliere fondi per una borsa di studio intitolata “Volontari AIRC gruppo pro Lughetto”. I volontari saranno in prima fila per la ricerca con diverse iniziative, anche nel mese di ottobre. Vicenza Ha riscosso grande successo la cena di gala organizzata presso la Basilica Palladiana, dal gruppo ristoratori “Le buone tavole dei Berici” in occasione del loro trentennale in collaborazione con l’ASCOM. 9 Ottobre - Venezia Torna la serata di gala nella splendida cornice del The Westin Europa&Regina, per raccogliere fondi per una borsa di studio. 30 Ottobre - Venezia Nelle sale wagneriane dell’elegante Casinò di Venezia si svolge il IX° Torneo di burraco, con 160 partecipanti. In palio premi prestigiosi. Dicembre - Jesolo (VE) Il gruppo volontari di Jesolo si riunisce in un appuntamento ricco di iniziative: conferenza, momento conviviale e lotteria per sostenere una borsa di studio intitolata “Città di Jesolo e volontari”.

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IL MICROSCOPIO

Maria Ines Colnaghi direttore scientifico AIRC

La crescita dei bisogni chiama a più impegno

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UN SERVIZIO PER I SOCI Per segnalare corrispondenza doppia, aggiornare i vostri dati o conoscere la vostra storia contributiva, potete contattarci, 7 giorni su 7, chiamando il nostro numero verde 800 350 350

uasi il 40 per cento in più: è la percentuale di aumento nelle richieste di finanziamento che AIRC ha ricevuto nell’ultimo anno. Ciò significa che ai nostri bandi rispondono sempre più scienziati, giovani o già affermati, che cercano una fonte di sostentamento per proseguire la propria attività. Si può vedere in ciò un lato positivo: la scienza italiana è attiva e produttiva, e sempre più ricercatori vengono a bussare alla nostra porta. Si può anche, però, vedere il lato negativo di questo incremento: la crisi colpisce duramente le fonti di finanziamento pubblico e chi fa ricerca deve per forza bussare alla porta delle charities come AIRC. Per ovviare a questa situazione, oltre ai bandi tradizionali per l’Investigator Grant (IG, riservato a ricercatori con un curriculum già solido), MY First AIRC Grant (MFAG, per chi si affaccia all’autonomia nella ricerca) e Start-up Grant (per chi può già ambire a mettere in piedi il proprio primo laboratorio indipendente), AIRC ha emesso due nuovi bandi cofinanziati: il Bando TRIDEO, insieme alla Fondazione Cariplo e il Bando Carical, insieme alla Fondazione cassa di risparmio della Calabria. I cofinanziamenti aiutano i ricercatori in modo molto concreto, ma sono anche l’espressione della crescente fiducia che fondazioni ed enti ripongono in AIRC.

Quest’anno ha visto un’altra importante novità: anche l’Europa ha riconfermato la propria fiducia approvando, per la seconda volta, un cofinanziamento per borse di studio che va sotto il nome di iCARE. Scopo del bando iCARE è favorire la mobilità dei giovani da e per l’Italia con tre diverse tipologie di sostegno economico: quella per ricercatori che lavorano in Italia da tre anni che desiderano fare un’esperienza di ricerca in un laboratorio all’estero; quella per ricercatori stranieri che vogliono formarsi nei centri di eccellenza italiani; quella per scienziati italiani che, dopo avere lavorato all’estero, desiderano tornare portando a casa il know-how acquisito. Tutto ciò dimostra quanto AIRC, con l’aiuto dei cittadini italiani, abbia fatto crescere la ricerca oncologica, formando ottimi giovani ricercatori competitivi a livello internazionale. È un grandissimo successo che ci deve inorgoglire, ma che ci impegna anche a sostenere queste nuove brillanti generazioni in modo continuativo, il che richiede uno sforzo economico notevole, sempre più grande quanto maggiori sono le aspettative della comunità scientifica e dei pazienti che attendono i risultati di questo sforzo. La generosità dei nostri donatori non è mai venuta meno, anche in momenti difficili: rivolgendomi a voi a nome di tutti i ricercatori AIRC so che anche questa volta non saremo delusi.


Regali di Natale 2014.

Inviti la sua azienda a illuminare il futuro di tanti bambini. Questo Natale ci aiuti a sostenere la ricerca sui tumori pediatrici consigliando alla sua azienda di sostituire o accompagnare i doni natalizi con i nostri messaggi augurali: una scelta preziosa, che darà ancora più valore al suo ruolo di socio AIRC.

Gentile <Destinatario> l’augurio che sta ricevendo brilla di un significato davvero speciale. <nome azienda> ha scelto infatti, insieme ad AIRC, di sostenere in modo concreto la ricerca sui tumori pediatrici. Da molti anni la nostra Associazione è in prima linea su questo fronte e grazie a questa preziosa scelta, che siamo certi anche lei condivide e appoggia, renderemo più luminoso il futuro di tanti bambini. Buon Natale e sereno anno nuovo.

Per aderire o per informazioni: www.airc.it/regalidinatale oppure 035.4199030

Il Presidente Pier Giuseppe Torrani

ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO 20122 Milano Via Corridoni, 7 Tel. 027797.1 C/C Postale 307272 www.airc.it

NOME COGNOME VIA NUMERO CAP CITTÀ PV

Messaggio di auguri che si trasforma in calendario da tavolo

Auguri

di un felice Natale e di un sereno 2015 <Nome vostra Azienda> ha scelto di inviarle un augurio che brilla di un significato davvero speciale, perché sostiene la ricerca sui tumori pediatrici. Una scelta che ci permetterà di donare a tanti bambini un futuro più luminoso.

Messaggio di auguri con scatola di cioccolatini Lindt

Messaggio di auguri con App per disegnare con la luce

<Nome vostra Azienda> ha scelto di inviarle un augurio che brilla di un significato davvero speciale, perché sostiene la ricerca sui tumori pediatrici. Una scelta che ci permetterà di donare a tanti bambini un futuro più luminoso. Clicchi qui per ricevere il suo dono >

Messaggio di auguri con Book light

Messaggio di auguri in forma di lettera completo di busta


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