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bianca laura petretto

STELLA CUCCA

Esiste un’antica tecnica giapponese della fine del 1400 utilizzata dai ceramisti per riparare le ferite con la polvere d’oro.

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Il Kintsugi lascia visibili le linee di rottura, gli squarci e con un processo quasi chirurgico riporta a nuova vita la ceramica spezzata. Le lacche, la polvere di riso e la polvere d’oro suturano, tracciano nuove ramificazioni, curano e fanno rinascere l’oggetto.

Stella Cucca è un’artista che nasce e vive in Sardegna. Per una buona parte della sua vita si è dedicata al volo, al deltaplano, al rapporto libero con l’aria e ha coltivato la bellezza traendo ispirazione dalla natura.

Solamente alla soglia dei settant’anni si è cimentata con la ceramica e con il suo fare schivo, apparentemente ingenuo, le sue sculture applicano in modo originale e contemporaneo l’antica tecnica del Kintsugi.

I suoi quadrati di terracotta stratificati li invade con l’oro, le sue teste scomposte urlano con smorfie e tensioni pittoriche oscure. Alcune sculture appaiono come esercizi di copiatura e poi esplodono in un cranio scoperto o in figurine abbozzate di giovani donne. E ancora volti, spesso autoritratti, di visi spezzati, decomposti in terracotta viva.

Riconosciamo i concetti dell’arte Kintsugi nell’opera “senza mente” di Stella. Il mushin che esercita la capacità di lasciar andare, di dimenticare le preoccupazioni, le avversità per liberare la mente.

Vi è nella scultura dell’artista la consapevolezza della transitorietà della vita e l’anelito verso un’accettazione serena e positiva della morte. Anicca è la piccola scultura imperfetta di un corpo di donna o l’autoritratto incompiuto, l’elmo del guerriero spuntato dalla guerra di Troia.

E ancora le sue opere trasudano di malinconia, di tristezza e sgomento. Vi è empatia con la materia, un rituale antico che cura la decadenza, il decomporsi della forma. Che accetta la ferita, lo strappo, i pezzi disintegrati di un corpo che esiste ancora. Nella scultura di Stella Cucca l’imperfezione è volutamente manifesta, urlata, graffiata, stratificata, ricoperta d’oro o di colore, ma è anche la terra cruda, la sabbia dorata della scultura di coccio. In lei, come nel ceramista giapponese antico, la ferita è un’opportunità, un mezzo di conoscenza per creare bellezza, per aspirare alla perfezione estetica.

E nella sua arte fiorisce l’ironia. Tra i suoi corni portafortuna rossi e neri spunta una corona d’oro. Lei sorride del successo di questi oggetti che dice di realizzare per caso e per gioco. “Li regalo agli amici e a chi mi piace... ma con un rituale. Mi fa piacere pensare che le mie sculture giocose tranquillizzano le persone”. Forse quelle basi regali custodiscono un potente talismano di bellezza, tra le fiamme del sorriso di Stella.

Bianca Laura Petretto

TALISMANI 33 (DETAIL) . Stella Cucca terracotta dipinta Ph. Paolo Medas

◀ ANICCA 8 Stella Cucca 30x20x9 cm., terracotta su plexiglas Ph. Paolo Medas

◀ MUSHIN 13 Stella Cucca 26x22x10 cm., busto terracotta dipinta Ph. Paolo Medas

◀ ANICCA 9 Stella Cucca 30x25x7 cm., terracotta su plexiglas Ph. Paolo Medas

◀ ANICCA 23 Stella Cucca 30x22x8 cm., terracotta su plexiglas Ph. Paolo Medas

FRANÇOIS

BALEINES RONGÉES D’INQUIÉTUDES (DETAIL) . François Lacoste 65x45x48 cm., pin sylvestre ajouré, 2016 Ph. François Lacoste

LACOSTE

IV PATAATAP

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