PERCHÉ CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE É VIVO?
Periodico della parrocchia San Bernardino Realino in Lecce
N°
12
4 Aprile 2010 In questo numero:
Pasqua Pasquetta I Beatles
Carissimi, in quest’anno liturgico l’evangelista Luca nella notte di Pasqua, ci ricorda la vera identità pasquale che caratterizza noi cristiani: non “cercare tra i morti colui che è vivo”, Cristo è Dio dei vivi. Gesù il Cristo è risorto e la sua manifestazione si fa sempre più “tangibile” perché essa si deduce dai segni visibili del Vangelo: la pietra rimossa, le bende, l’annuncio di due uomini in vesti sfolgoranti. L’evangelista Luca sviluppa, in questa pericope, una vera catechesi pasquale dove diventa interessante osservare il gioco delle relazioni tra fede e visione del Risorto. Le donne sono pervenute alla fede senza vedere Gesù il Risorto “si domandavano che senso avesse tutto questo”, esse sono testimoni oculari del fatto, anche se testimoni che non capiscono ancora, pur costatando l’assenza del corpo di Gesù che prevede il messaggio pasquale degli angeli: “non è qui è risorto”. Infatti l’iniziale perplessità “impaurite tenevano il volto chinato a terra” diventerà fede su rivelazione soprannaturale, dopo il messaggio dei “due uomini....in abiti sfolgoranti” che ricordano: “come vi parlò quando era ancora in Galilea: bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”. Le donne non ricevono un messaggio da trasmettere ai discepoli, ma sono invitate, per comprendere, a ricordarsi della parola del Gesù prepasquale. Anche Pietro, pur non credendo alla testimonianza delle donne, “corse al sepolcro” e alla vista del segno “vide soltanto i veli” e rimase perplesso. La fede nascerà successivamente dall’incontro personale con il Risorto. Per l’evangelista Luca la fede nella resurrezione di Gesù non poggia né sulla testimonianza delle donne, né sulla realtà della tomba vuota testimoniata da Pietro ma sul “ricordo”, cioè sullo sforzo per capire la fondatezza dell’insegnamento ricevuto. La risurrezione non è un Concetto che si deduce dalla vita passata di Gesù, ma una novità a partire dalla quale anche il passato di Gesù, e il fatto della tomba vuota, possono essere illuminanti. Anche per noi questa Pasqua deve diventare la novità dell’incontro personale con il Risorto attraverso il “ricordo”, nella ricerca dell’insegnamento ricevuto dalla Chiesa, madre e maestra, oggi tanto denigrata ed eclissata dalle logiche nichiliste del mondo. Occorre che ognuno di noi comprenda che la fede richiede lo sforzo di un cammino costante e coraggioso, di ricerca approfondita della Verità “non è qui è risorto”. Il mio augurio di Pasqua fraterno sia questo: “cercate Cristo in tutto ciò che vive e non nel putridume della morte e del peccato”. Don Michele