L A FA M I G L I A P R O TA G O N I S TA AT T I VA D E L L’ E D U C A Z I O N E
Periodico della parrocchia San Bernardino Realino in Lecce
N°
18
9
Ottobre 2011 In questo numero:
Nuovo anno pastorale Lavoriamo insieme Poesia
Carissimi, iniziamo un altro anno liturgico-pastorale carico di impegni e attese, che ci inserirà nel percorso diocesano della visita pastorale che il nostro Vescovo indirà il 6 novembre, anticipata dalla sua prima lettera pastorale alla Chiesa di Lecce, dal titolo “Conosco le mie pecore”. Essa costa di una introduzione e di cinque capitoli. Uno dei capitoli è dedicato al ruolo educativo della famiglia oggi. Esso è in linea con gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato Italiano per il decennio 20102020 “EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO” che sottolinea come “la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato”. “L’educare in famiglia è oggi un’arte davvero difficile. Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d’impotenza.” Per questo, oggi, anche l’educazione alla fede passa attraverso la famiglia, è importante che i genitori si interroghino sul loro compito educativo in ordine alla fede: «come viviamo la fede in famiglia?»; «quale esperienza cristiana sperimentano i nostri figli?»; «come li educhiamo alla preghiera?». Inoltre “ogni famiglia è soggetto di educazione e di testimonianza umana e cristiana e come tale va valorizzata, all’interno della capacità di generare alla fede propria della Chiesa. Ad essa sacerdoti, catechisti e animatori devono riferirsi, per una stretta collaborazione e in spirito di servizio.” Queste sono alcune sollecitazioni che i Vescovi italiani, preoccupati, propongono alla famiglia per il prossimo decennio. Anche il nostro Vescovo, nella sua lettera pastorale, sottolinea che: “i segnali di sofferenza della famiglia emergono dalla mancanza di stabilità della coppia che evidenzia la difficoltà di relazione tra coniugi e tra genitori e figli”. Dove si ricorda che la soluzione “amico del figlio” si “rivela di fatto una deresponsabilizzazione e una rinuncia al ruolo di genitore come punto di riferimento sicuro delegando alle altre agenzie”. Il risultato che si ottiene è che si cerca di “se-ducare: attirare a sé e non di educare: conducendo fuori le potenzialità, il progetto del figlio”. Naturalmente “la visita pastorale aiuterà le famiglie a riscoprire, riaffermare e ribadire questo compito genitoriale con proposte, sussidi, celebrazioni che richiamano la peculiare responsabilità di educare alla fede dell’intera famiglia”. Come avete potuto notare la fede alla vita buona del Vangelo, care famiglie, passa solo tramite il vostro impegno e testimonianza costante, e la soluzione è sia la preghiera in famiglia, che la celebrazione della Messa la domenica. Da queste indicazioni si deduce che i Vescovi d’Italia e il nostro pastore, con la loro analisi preoccupante, ma con sguardo profetico, vogliono risvegliare la coscienza e il ruolo della famiglia, oggi unica culla di valori e vere relazioni. Carissimi, il lavoro è tanto, non dobbiamo scoraggiarci, ma far crescere la consapevolezza di una ministerialità che scaturisce dal sacramento del matrimonio e chiama l’uomo e la donna ad essere segno dell’amore di Dio che si prende cura di ogni suo figlio. Compreso questo allora le famiglie devono, a loro volta, aiutare la parrocchia a diventare «famiglia di famiglie». Desidero concludere con le parole del nostro Vescovo, che faccio mie: “in questa realtà dei tratti crepuscolari, gli sposi cristiani siano chiamati ad annunziare e testimoniare il Vangelo della famiglia vissuto nell’amore e nella fedeltà”. Don Michele