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DOMENICA luogo della pedagogia di Dio

Periodico della parrocchia San Bernardino Realino in Lecce

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5 Ottobre 2008

In questo numero: in inserto Benedetto XVI presenta la vita di San Paolo

Carissimi, sono due anni che sono tra voi alla guida di questa comunità e sento forte il desiderio di rendermi presente presso ciascuno con questa breve lettera che vuole innanzitutto essere il segno della mia personale gratitudine al vostro impegno di cristiani e battezzati, che vi apprestate a vivere in favore di questa nostra comunità parrocchiale nel nuovo anno pastorale. Altresì vuole essere il segno e la garanzia della mia compagnia e del desiderio di riceverla da voi per essere tutti maggiormente affascinati dal Signore Gesù, che siamo chiamati ad annunciare con la nostra testimonianza di vita in funzione del nostro sacerdozio comune, “il battesimo”. Lui, con il suo Spirito, sia la nostra forza, la nostra gioia e la pienezza a cui attingiamo per sopperire alle immancabili deficienze e incapacità. E’ Lui che ci chiama, che ha posato il suo sguardo su noi. Non ci resta altro che rispondere con prontezza e vigore, convinti che, se ci ha adombrati con il suo sguardo, ci donerà anche la forza necessaria per adempiere con fedeltà il compito che ci è chiesto, principalmente la santificazione del giorno del Signore, “partecipare alla messa la domenica”. “L’ estate sta finendo “, ci ricordava una canzone, e il nuovo anno Pastorale inizia guidato dalla liturgia che scandisce il tempo di Dio e dalla figura imponente di San Paolo che il papa nella omelia ai primi vespri ha definito:“Maestro delle genti, apostolo e banditore di Gesù Cristo, così egli caratterizza se stesso in uno sguardo retrospettivo al percorso della sua vita” la scelta di Paolo è ” non per riflettere su una storia passata, irrevocabilmente superata. Paolo vuole parlare con noi, oggi. Per questo ho voluto indire questo speciale “Anno Paolino”: per ascoltarlo e per apprendere ora da lui, quale nostro maestro, «la fede e la verità», in cui sono radicate le ragioni dell’unità tra i discepoli di Cristo”. Non solo Paolo ci accompagna nell’anno pastorale ma anche la riscoperta del BATTESIMO, come ricorda il nostro vescovo nella Nota Pastorale Liturgica: ”nel corrente anno pastorale ci siamo proposto l’obiettivo di risvegliare la consapevolezza della dignità, vocazione e missione dei laici..... La spiritualità dei laici è radicata nel Battesimo, è opportuno che si approfondisca il significato teologico e le implicanze pastorali del Sacramento, che ci fa uomini nuovi nell’acqua e nello Spirito, testimoni del Risorto”. Carissimi il lavoro è tanto, non ci resta che dare il massimo di noi stessi, senza dimenticare che il GIORNO del SIGNORE ,“la domenica”, è per noi cristiani il luogo della pedagogia di DIO. Don Michele


Il Battesimo porta della fede In occasione del Convegno Pastorale Diocesano, avutosi nei giorni scorsi, ci è stata presentata e consegnata la lettera pastorale del nostro Arcivescovo, dal titolo “II Battesimo porta della fede”. E’ una riflessione che Sua Eccellenza ci offre e che accompagnerà il nostro cammino pastorale, incentrato sulla necessità di riscoprire il Battesimo come la radice della nostra vocazione cristiana e come la porta che ci fa entrare nella chiesa come figli di Dio, fratelli di Cristo e Tempio dello Spirito Santo. La spiritualità dei fedeli, sia chierici che laici, scaturisce dal Battesimo e da questo sacramento trae la spinta missionaria che porta tutti ad essere testimoni della fede. Il Battesimo è un dono, una grazia, che Cristo dà a noi; noi dobbiamo accogliere tale grazia, con umiltà e con gioia, ricordando che, alla fine dell’esistenza terrena, quando ci presenteremo dinanzi a Dio, quello che varrà non saranno i titoli con cui abbiamo servito la comunità, ma sarà la nostra vita di battezzati, per questo il Battesimo è anche porta della vita. Il servizio episcopale, dice l’Arcivescovo, come quello sacerdotale, diaconale, laicale e, in genere, ogni servizio familiare o professionale, privato o pubblico, è destinato a cessare. Quello che più ci avvicina a Dio è, infatti, la fede; è la grazia del Battesimo, che non cesserà mai e che “ci rende conformi a Cristo”. La vita nuova del Battesimo, oltre alla grazia santificante, ci dà anche le grazie speciali, chiamate col nome greco, carismi, doni che servono per la nostra vita quotidiana. Di questi doni o carismi ci parla diffusamente San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti, ricordandoci che, prima del Battesimo avevamo i doni dell’uomo, ma diventati Tempio dello Spirito Santo, siamo stati arricchiti da molti carismi, che non vengono usati per la nostra gloria, ma per l’utilità della Chiesa e del popolo di Dio. Compito dei battezzati è quello di testimoniare la fede e annunciarla al mondo, per allargare i confini della Chiesa e aiutarla nella diffusione del Vangelo. A più di quarant’anni dal Concilio Vaticano II, avvertiamo il bisogno di ritornare alle sorgenti della fede, riscoprendo, col valore del Battesimo, l’urgenza di accompagnare i battezzati a riscoprire il sacramento ricevuto da piccoli e sprigionare nuove energie per lo sviluppo della fede. Non si può dare per scontato che i battezzati sappiano quello che hanno ricevuto da piccoli, né si può immaginare che l’educazione dei genitori o quella delle scuole e della parrocchia, abbia fatto maturare una vera coscienza cristiana. Per questo è necessario un nuovo annuncio della fede; è, quindi, urgente, una nuova coscienza missionaria da parte di tutti, per accompagnare i cristiani di oggi ad essere consapevoli della dignità ricevuta col Battesimo. Questo è il problema centrale della pastorale. Riscoprire il Battesimo è l’impegno che tutti, parroci e sacerdoti, genitori e catechisti, operatori pastorali, dobbiamo mettere in cima ai nostri pensieri e ai programmi pastorali. Per far vivere o rivivere il Battesimo, bisogna partire dal primo annuncio, cioè, che Cristo è Crocifisso e Risorto, facendo comprendere che la sua morte e la sua risurrezione ci appartengono. Questo annuncio, fatto con calore e con fede, e soprattutto accompagnato dalla testimonianza della vita, susciterà interesse e conversione. Sua Eccellenza conclude la lettera con il capitolo “Vivere il Battesimo”, nel quale, come lui stesso ha affermato, ci sono le pagine più belle, e cioè quelle nelle quali si parla di beatitudini e gioia. All’inizio della sua predicazione, Gesù ha prospettato per i suoi discepoli una gioia nuova ed ha proclamato la felicità e la beatitudine. Questa felicità non consiste nei beni della terra, ma nell’accogliere Dio e nell’essere accolti da Lui. Ecco come il Battesimo è l’inizio della nostra beatitudine e della gioia cristiana. Se il Battesimo è la nostra Pasqua, la nostra Pentecoste, vuol dire che nulla ci dà più gioia che l’essere stati battezzati. Vivere il Battesimo vuol dire, in parole semplici, essere cristiani, vivere da cristiani. La riscoperta del Battesimo, conclude l’Arcivescovo, porta, prima di tutto, alla riscoperta della fede e i risultati visibili di questa riscoperta sono la preghiera, la messa domenicale e la testimonianza di carità. In questa riscoperta ci aiuta Maria, che è la Madre dei battezzati, è Lei che, con la sua protezione e la sua incessante preghiera, ci aiuta a vivere il Battesimo. Gabriella Licheri

Genitori primi catechisti

Cari genitori, iniziamo il nuovo anno catechistico, nel nome del Signore, che ci vuole attenti all’ascolto della sua Parola obbedienti ai suoi insegnamenti. Parola che cambia la nostra quotidianità ed alimenta la nostra vita, viene data a noi la domenica, giorno del Signore, come nutrimento vitale, perché senza la domenica non possiamo vivere. Aiutiamo i nostri figli, nella realizzazione di questo percorso, ad essere presenti al banchetto del Signore che, la domenica, si offre per noi ed al quale è importante che prendiate parte assiduamente anche voi, con l’aiuto, all’interno della comunità ecclesiale, dei catechisti che svolgono un ruolo importante. Preghiamo insieme, per loro e per tutta la nostra comunità, perché possiamo camminare con gioia verso il Signore nostro salvatore. La responsabile Marinella Serafini \

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XVII CONVEGNO PASTORALE DIOCESANO “Riscoprire il Battesimo” Nei giorni 29 e 30 settembre scorsi, presso il nuovo seminario, si è svolto il XVII Convegno Pastorale Diocesano dal tema “Riscoprire il Battesimo”. Il nostro Arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi, durante il suo saluto iniziale, ha sottolineato quelli che saranno gli obiettivi della nostra azione pastorale che va’ delineandosi per quest’anno, e cioè riscoprire le nostre origini cristiane e aiutare i fedeli laici a riscoprire il valore del Battesimo, porta della fede, in continuità con l’obiettivo dell’anno pastorale in corso che ha inteso risvegliare la consapevolezza della dignità, vocazione e missione dei laici. Il Prof Manlio Sodi, liturgista e docente all’Università Pontificia Salesiana di Roma, con la sua relazione, il primo giorno del convegno, in continuità con l’incontro che lui stesso ha tenuto giorni prima con i nostri parroci, ci ha dato le linee guida e gli strumenti di lavoro per poter riscoprire il Battesimo nei suoi aspetti liturgici. L’anno liturgico, che è principalmente Gesù Cristo, ieri, oggi, sempre, ripercorre la vicenda storico-salvifica di Gesù. ogni celebrazione liturgica rispecchia la struttura sacramentale della storia della salvezza. Dio si manifesta a noi attraverso la realtà visibile dei gesti e delle parole, attestate dalla Sacra Scrittura e dalla sacra tradizione. Di qui, l’impegno pastorale di riconoscere il primato dei segni, celebrandoli nel rispetto della loro verità. Fondamentale, ci ha detto il relatore, è avere una visone d’insieme di quelli che sono i sacramenti dell’iniziazione cristiana: mai il Battesimo da solo, ma sempre con la Confermazione, in vista dell’Eucarestia. E’ necessario avere una prospettiva teologica unitaria per operare con intelligenza pastorale, individuando nel progetto pastorale tutte le occasioni che direttamente e indirettamente riguardano il Battesimo; rilanciare e sostenere una pastorale battesimale; definire percorsi di iniziazione alla fede in seno alle famiglie, alla luce e sotto la guida della nota pastorale liturgica; valorizzare il fonte battesimale. Occorre, cioè, trovare tutte quelle “strategie” che ci portano all’incontro tra fede e vita attraverso il simbolo, che è proprio lo strumento per mettere insieme due realtà tra loro diverse. E’ importante come comunichiamo e come (e nostre comunità riescano ad interagire con le tante sfide che la secolari7.7a7ione ci pone e che dobbiamo affrontare attraverso un’efficace azione pastorale, che abbia pochi obiettivi, ma precisi. Il secondo giorno del convegno c’è stata una tavola rotonda che ha visto il contributo degli uffici diocesani, liturgico, di pastorale familiare e catechistico. In particolare, Don Vito Caputo ha presentato la nota pastorale liturgica. Don Salvatore Carriero, per l’ufficio di pastorale familiare ha suggerito di coinvolgere le giovani coppie, partendo dall’itinerario di fede per nubendi, prestando particolare attenzione alle coppie che sono in attesa di un figlio, per arrivare alla nascita dello stesso e quindi alla preparazione pre e post-battesimale. Tutto ciò riscoprendo il prezioso contributo che può darci il catechismo dei bambini da 0 a 6 anni “Lasciate che i bambini vengano a me”. Don Carlo Calvaruso, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, ha posto la nostra attenzione sulla terza nota pastorale della CEI per il catecumenato, cioè per il risveglio della fede nei giovaniadulti, in particolare per coloro che non hanno ricevuto il sacramento della Confermazione, affinché nelle proprie parrocchie, o in comunione con le parrocchie vicine, possano riprendere il loro cammino di fede, interrotto qualche anno prima per arrivare al sacramento con maggiore consapevolezza, a completamento del cammino di iniziazione cristiana. Infine ci sono state le conclusioni del nostro arcivescovo, il quale ha sottolineato l’importanza del collegamento tra fede e Battesimo. Il Battesimo è un sigillo indelebile, che va’ sempre rivisto e rivissuto, principalmente attraverso la conversione, che ci permette di evangelizzare. L’anno battesimale avrà inizio in diocesi il 6 novembre, giorno di Dedicazione della Cattedrale, nelle parrocchie con la prima domenica di Avvento. L’augurio di Sua Eccellenza è che questi due mesi che precedono il nuovo anno liturgico, siano tempo di lettura e preparazione. E’ necessario valorizzare il fonte battesimale, rivederne la collocazione, diffonderne l’immagine e soprattutto costituire un percorso liturgico-pastorale che ci faccia vivere il Battesimo. L’esortazione è che tutte le aggregazioni laicali e i movimenti convergano sul Battesimo, per vivere tutti insieme un anno di beatitudini e di gioia. Concetta Baglivo

Il catechista oggi Lo scorso 22 maggio, presso la parrocchia di S. Giovanni Battista, si sono conclusi i corsi di formazione per collaboratori parrocchiali ( CARITAS - ACCOLITI.- MINISTRI STRAORDINARI - CATECHISTI - ecc.). Questi corsi hanno una durata di tre anni: ci si incontra una volta a settimana per un totale di tre ore, di cui due sono dedicate all’apprendimento della Pastorale e della Sacra Scrittura, seguiti da tutti i partecipanti, e una, l’ultima, caratterizzata dalla divisione in gruppi in base al corso scelto tra quelli sopra elencati. Per quanto riguarda il corso di formazione per catechisti, è importante sapere che i catechismi sono l’elemento più importante insieme alla Bibbia ed ai genitori per far conoscere la parola di Dio ai ragazzi. Il catechismo non è una scuola, quindi non è necessario che si veda di pari passo con le classi scolastiche, ma è un percorso, un cammino di fede che si fa insieme e che ha come obiettivo i sacramenti, itinerari da raggiungere, che non devono essere un punto di arrivo, bensì di partenza. Servono a far crescere e a far maturare nella fede in particolare adolescenti e giovani. Il buon esito della catechesi, come ci ricorda il Documento di Base (DB), è condizionato dall’attenzione a due scelte: la catechesi degli adulti e della famiglia, e la formazione dei catechisti, importante in quanto il catechista oltre a far passare il messaggio d’amore di Gesù, deve testimoniare con la propria vita una fede viva e matura. Il catechista è un insegnante, perché deve far percepire e capire il messaggio per quanto possibile; è un educatore perché aiuta i ragazzi a confrontarsi con gli altri, alla vita di gruppo, al rispetto, aiutandoli a crescere in armonia lasciandosi guidare e amare da Dio. Il catechista deve essere un amico capace di trasmettere emozioni parlando di Dio, ma deve anche saper ascoltare perché come abbiamo appreso durante il corso, quest’anno, “ascoltando - credi, credendo - speri, sperando - ami” . Fuecu nesciu 6 pg 3 Annalaura Ginepra


LOURDES TI CHIAMA

nella ricorrenza del 150° anniversario

Sono appena passati due mesi (circa), da quando si è concluso il mio 3° pellegrinaggio organizzato dal parroco don Michele Marino, che già penso al prossimo che andrò a fare nel 2009. E che dire? Sono tanti i momenti vissuti con intensità in quei 4 giorni che non so da dove iniziare a raccontare. Certo è che Lourdes, luogo UNICO di incontri, per me è un richiamo, una calamita, una voce insistente che mi invita a partire, a lasciare tutto, isolandomi dal resto del mondo e quindi dai miei figli, dalle preoccupazioni quotidiane e … quant’altro. Il richiamo echeggiante di questo luogo, nascosto in un mare di verde tra le montagne dei Pirenei, rappresenta per un cristiano un momento unico di incontri, significa rinnovare la propria fede, per un malato significa sperare nella guarigione o riprendere fiducia e coraggio, per una persona con il cuore trafitto e spezzato, deluso da tante contrarietà della vita, significa dare ragione alla speranza per un domani migliore. E’ il luogo insomma dove tu puoi sperimentare i limiti dell’amore per il prossimo. Mai come quest’anno, proprio nel ricordo del 150° anniversario delle apparizioni della madonna a Bernadette Soubirous ho potuto vedere tante persone che rappresentavano tutti i continenti, particolarmente erano evidenziati fedeli del Sud-Est asiatico. Tutti i pellegrini che arrivavano formavano un’unica comunità orante, che giunta davanti alla grotta della Madonna, si inginocchiava o si prostrava per terra, pregando la Vergine o, in fila, aspettava in silenzio il turno per toccare con le mani, la roccia che compone la grotta delle apparizioni a Bernadette. Quante messe celebrate in tutte le lingue sia alla grotta che nella basilica sotterranea di San Pio X e quanti gruppi di persone recitavano il rosario alla Madonna, o accendevano candele votive, o partecipavano a Via Crucis, o bevevano alle fontane l’acqua della roccia! Mi rimane tanto impressa l’oceanica folla della processione eucaristica e quella dei “Flanbeaux” con la presenza delle carrozzelle, che spinte da generosi volontari, trasportavano malati venuti da ogni parte della terra e che nonostante le loro sofferenze ed infermità serie, partecipavano con serenità e compostezza alla celebrazione. Rimbalza il mio pensiero a questo mondo contemporaneo che, mai come oggi, manifesta un cattolicesimo “tiepido” e come, a poco a poco, senza accorgersene, si stia cercando falsi idoli: egocentrismo, sete di denaro per rincorrere il benessere, ricchezza, potere, senza capire che tutto questo non garantisce la vera felicità. Il papa Benedetto XVI non si è stancato di ribadire quest’avvertimento a tutte le autorità civili e religiose presenti, nella ricorrenza del suo viaggio in questa città ed in occasione del 150° anniversario delle apparizioni. Possa la Vergine Santa, che ci vede dall’alto dei cieli, proteggerci ogni insidia malefica ed intercedere per noi al fine di essere guariti da quella cecità che ostacola ed impedisce il propagarsi dell’amore vicendevole. Paolo Martano

I Santi sono la gloria di Dio L’esempio di San Bernardino Realino Ogni uomo con il battesimo è chiamato alla santità e diventa membro della Chiesa universale, mentre con il sacramento della confermazione diventa testimone di Dio. I Santi, persone mortali, lo hanno testimoniato con le opere di carità e con il martirio, seguendo così fedelmente l’insegnamento e l’esempio di Gesù, obbediente fino alla morte. I Santi di fronte a Dio sono tutti uguali e noi dobbiamo pregarli affinché ci aiutino a essere testimoni credibili di Gesù con la vita di ogni giorno. La nostra comunità parrocchiale ha come protettore S. Bernardino Realino, che a dire il vero non è molto conosciuto a livello cittadino, eppure egli convertì giovani e adulti scapestrati e uomini e donne lontani dalla fede, costruì chiese e collegi, e in particolare si racconta che durante la costruzione del Collegio Argento (oggi Museo Castromediano) in occasione di ogni sua visita mattutina al cantiere gli operai meravigliati trovavano muri miracolosamente già completi. Padre Bernardino arrivò a Lecce da Napoli dopo un viaggio durato una settimana il 19 dicembre 1574, in compagnia del confratello Alfonso Solarzano, destando nella città quella che è stata definita “una primavera spirituale che come in immenso palpito diffondeva intorno per il Salento ampi soffi di vita e un rigoglio di vocazioni”. Rimase a Lecce per 41 anni e 7 mesi, anche perché ogni volta che i superiori volevano trasferirlo lui si ammalava rendendogli impossibile sopportare le fatiche di un viaggio, ma questo era dovuto alla volontà di Dio di farlo restare a Lecce a continuare la sua missione (concetto di santità): infatti egli con umiltà e devozione verso Dio andò per tutto il Salento a convertire e predicare, soprattutto durante le Quaresime. Padre Bernardino visse pienamente uno dei più significativi insegnamenti del Vangelo: chiunque lascia la casa, fratelli e sorelle, il padre, la madre e i poteri per amore del mio nome, riceverà il centuplo già in terra per poi godere la vita eterna”. Egli, per la gloria di Dio lasciò tutto, beni, possedimenti, la magistratura ed altri incarichi pubblici, che gestiva con umiltà e onore, per abbracciare la vita religiosa. E Dio, fedele alla Sua promessa, gli ha reso in contraccambio il centuplo e la vita eterna. Prima di morire, Padre Bernardino promise la sua protezione dal cielo all’allora Sindaco di Lecce, così che ancora oggi abbiamo in cielo un collaboratore prezioso che può darci una mano anche nella costruzione della nostra nuova chiesa parrocchiale, intercedendo presso Dio perché riusciamo a renderla bella e accogliente Di San Bernardino si devono ancora sapere molte cose, utili per la santità sia dei laici sia dei religiosi, affinché possiamo essere suoi testimoni nella vita di ogni giorno, per la gloria di Dio. Fuecu nesciu 6 pg 4 Geraldo Aprile


DUE SCRITTORI CRISTIANI: Guareschi e Solzyenictsin affermazione dell’importanza dei valori della fede cattolica nella vita della società. Anche per questa meritoria e spesso misconosciuta testimonianza Guareschi fu addirittura invitato da Papa Giovanni XXIII a scrivere un catechismo per i bambini (progetto che purtroppo non fu mai realizzato per la sopravvenuta scomparsa del Pontefice). Il russo Alexandr Solzyenictsin (scomparso nello scorso mese di agosto poco prima di compiere novanta anni) ha ispirato la sua lunga carriera letteraria ai principi del neospiritualismo cristiano (una corrente culturale e letteraria molto viva tra gli intellettuali ortodossi), scontrandosi inevitabilmente e ingaggiando una dura lotta con il potere sovietico, che pure ne aveva inizialmente esaltato l’esordio narrativo (con il racconto Una giornata di Ivan Denisovic del 1962, il cui stile di scrittura fu all’epoca paragonato a quello di Dostojevskjj). La poetica di Solzyenictsin (la cui grandezza non era in effetti molto inferiore ai grandi scrittori russi dell’ottocento), basata sull’esaltazione della dignità di ogni singolo individuo in una comunità illuminata dalla fede ortodossa, non poteva che assumere, nel contesto storico della dittatura sovietica, una valenza politica di rivendicazione del diritto alla libertàà e alla autodeterminazione dei popoli, concetti inaccettabili per il potere comunista. Di conseguenza, alla notorietà internazionale (a Solzyenictsin fu conferito nel 1970 il Premio Nobel per la letteratura, che egli potè ritirare solo quattro anni dopo) si affiancò la repressione delle autorità di Mosca, che impossibilitate a ridurre al silenzio lo scrittore, lo espulsero dalla Russia nel 1974, per un esilio destinato a durare venti anni. In questa straordinaria parabola di vita Solzyenictsin concepì le sue opere principali, tra le quali si distinguono Reparto Cancro, ricostruzione della vita in un’ospedale durante un prolungato e delicato ricovero, e Arcipelago Gulag, romanzo documentario di ampio respiro sulla struttura repressiva del sistema sovietico, non molto differente dalle aberrazioni naziste. In piena coerenza con le sue idee e convinzioni religiose, Solzyenictsin fu un severo critico anche del mondo occidentale, del quale rifiutava l’esasperato consumismo e l’imperante materialismo, entrambi fenomeni incompatibili con la piena affermazione dei valori cristiani. Le figure di Guareschi e Solzyenictsin, quindi, continuano ancora oggi ad ispirare una letteratura promotrice di valori di civiltà cristiana, che sappia rimanere fedele a sé stessa e pienamente consapevole del suo ruolo culturale e sociale, senza compromessi mirati alla ricerca del facile successo materiale. Giorgio Serafino 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456

Nell’epoca contemporanea, e soprattutto nel corso del Novecento, la militanza di fede nell’ambito letterario è stata spesso osteggiata e scoraggiata dalle tendenze culturali dominanti, che miravano chiaramente ad emarginare il fenomeno religioso e a limitarne l’influenza nella vita della società umana. Non deve, perciò, meravigliare che solo pochi scrittori dichiaratamente cristiani siano riusciti ad affermarsi e ad incontrare il successo e la notorietà internazionale, sia pure spesso affrontando dolorose e travagliate vicende personali. Tra gli autori che non hanno mai rinunciato a rivendicare la loro specifica appartenenza alla fede in Cristo si distinguono Giovannino Guareschi e Alexandr Solzyenictsin, provenienti da ambiti geografici nettamente diversi, ma accomunati, oltre che dalla medesima radice religiosa, dall’esperienza della partecipazione al secondo conflitto mondiale e dalla prigionia, e nel dopoguerra, da un duro e serrato confronto con il potere politico, dovuto essenzialmente alla loro ferrea e coraggiosa volontà di mantenere la libertà di espressione e di rifiutare il conformismo e la compiacenza verso le classi dominanti. Proprio per queste loro caratteristiche e per l’intransigente ardore con cui hanno sempre difeso le loro idee, entrambi questi scrittori sono stati spesso ingenerosamente strumentalizzati dalle forze politiche e posti al centro di polemiche ideologiche, anche internazionali, a dispetto della loro genuina intenzione di offrire con la loro opera una semplice testimonianza di fede e di dare pieno sfogo al loro grande estro letterario. L’emiliano Giovannino Guareschi (del quale ricorrono quest’anno il centesimo anniversario della nascita e il quarantesimo anniversario della morte) è passato alla storia essenzialmente come il creatore di Don Camillo e del Sindaco Peppone, simboli del secolare conflitto tra il cattolicesimo e il comunismo, che egli però inserisce in un sostrato di umanitarismo cristiano finalizzato alla promozione di una sincera fratellanza nella quale i contrasti politici e sociali possano trovare un amorevole e giusto componimento. Se i romanzi imperniati su questi due immortali personaggi (e i film che ne furono tratti, spesso sceneggiati dallo stesso scrittore) rappresentano la parte più nota dell’opera dell’autore parmense, va ricordato che Giovannino Guareschi svolse una più ampia attività intellettuale e culturale, soprattutto in ambito giornalistico (fu anche un abile e arguto vignettista), sempre impostata nella sostanziale

Damasco

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L’ARTE POETICA

Grande traffico su damascene vie d’agosto; tante notti traboccanti di folle insonni in ferragosti infiniti; tanti fiori recisi al primo sole fanno sì bella mostra nel bouquet, effimere fragranze sublimate dalle loro anime...

Come già avete notato nei numeri precedenti, abbiamo voluto dedicare dello spazio del giornalino ai contributi poetici dei nostri parrocchiani. Riteniamo infatti la poesia (in vernacolo o in lingua) una delle più belle modalità di espressione dei sentimenti di ciascun essere umano, che arrichisce l’autore e i lettori. Invitiamo, perciò, chi ama dilettarsi dell’arte poetica a farci pervenire i propri componimenti per aiutarci a riempire sempre questo spazio.

...e noi qui girovaghi su incognite ruote fatali cercheremo sempre la luce. By SAPER

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SPAZIO GIOVANI

11 settembre 2001 Come dimenticare quella data fatidica per tutti noi, dove gli equilibri politici, economici, planetari, si modificarono in tal modo da procurare disordine in scala mondiale. Quell’11 settembre 2001 dove tutti si sono trovati con il naso all’insù a guardare quel terribile orrore ed il potere centrale degli Stati Uniti raso al suolo da due Boeing con tanto di carburante schiantandosi sulle torri gemelle. Le televisioni nazionali mettevano al corrente, che vi era stato un dirottamento organizzato da musulmani, in seguito rivendicato da Al-QUEDA, con a capo Bin Laden “Il Re Terrore “. Dalle televisioni compare il presidente degli Stati Uniti Bush jr che proclamava la sua ampia disponibilità a catturare i responsabili di quella strage alle torri gemelle, nelle quali avevano perso la vita tremila persone, ripromettendosi di ricostruire il potere centrale degli americani. Secondo fonti ufficiali è avvenuto questo: il dirottamento è stato compiuto da 19 terroristi armati di tagliacarte, che uccidono tutti i passeggeri, si impadroniscono dei comandi e boicottano i sistemi di sorveglianza aerea degli states, riescono così a schiantare due dei quattro aerei contro le torri gemelle, in poco tempo crollate per innumerevoli incendi al loro interno. II terzo aereo è diretto contro il pentagono, il quarto viene abbattuto grazie ai passeggeri in rivolta contro i terroristi. Le parole di Bush in conferenza stampa: “Da questa sera siamo una nazione risvegliata al pericolo ed è chiamata a difendere la libertà“. Inizia così il neocolonialismo degli USA nei confronti del Medio Oriente, la lotta contro tutte le forme di terrorismo, principalmente quelle in fase di sviluppo per Bush in Iraq, dove, a suo dire, stavano costruendo armi di distruzione di massa, ancora oggi non rivenute, e in Afganistan perché rifugio presunto di Bin Laden. Vi sono sicuramente degli elementi oscuri che nessuno ha saputo chiarire: dalla scomparsa dei due dei quattro aerei, dalla difesa più impenetrabile del mondo, alle cause stesse del crollo delle torri gemelle , dai due caccia che di propria iniziativa partono per puntare l’aereo verso il pentagono senza conferma ufficiale, erano deviati verso Baltimora su bersagli inesistenti dall’allora vicepresidente Dici Chenej . Giuseppe Rollo - Estratto dalla tesi di laurea 17/07/2008

Il ministrante è ... Una sera io e la mia famiglia, le catechiste, don Mario e don Michele andammo a casa della signora Marinella, la capo catechista. Era l’anno in cui don Michele veniva nella nostra parrocchia e don Mario andava presso la basilica del Rosario, per cui le catechiste decisero di incontrarsi insieme ai due parroci e fare un po’ di festa. Ognuno portò qualcosa da mangiare. La mia mamma portò una bella e squisita torta Mimosa, della quale sento ancora il sapore. La signora Marinella sistemò dei tavoli lunghi nella sua bellissima mansarda, dove tutti prendemmo posto. Io ero un po’ “elettrico”, come sempre, ma dopo un po’ lo fui ancora di più per la notizia che appresi. Ricordo che era di sabato e don Michele mi chiese: “Gabriele,… vuoi fare il ministrante?”. Fui molto felice perché la domenica seguente mi ritrovai lì, in chiesa, seduto su quella poltrona (molto comoda), di fianco a don Michele, che dal primo giorno che mi vide mi chiamò “scienziato pazzo”! Quando ero più piccolo però, specialmente durante le Via Crucis fatte in chiesa, mi prendeva lo sconforto, perché ero solo e non c’era nessun altro ministrante che mi potesse aiutare a portare la croce che diventava enorme e pesante e pensavo “povero Gesù!”. In seguito arrivarono Ismaele, Christopher e Riccardo (coi quali gioco insieme a calcetto) e furono di maggiore aiuto per me durante le celebrazioni. D’estate capita però che non sempre abbia voglia di fare il ministrante, lì, sull’altare, con quella tunica pesante, di nuovo solo, e naturalmente non mancano i rimproveri del parroco che mi assale dicendomi: “Perché non sei venuto a fare il chierichetto, perché?!”. Io, poverino, non posso ribattere per buona educazione! Io sono molto felice di avere questo compito, anche se qualche volta,come ho detto, mi prende lo sconforto e sono stanco di farlo, ma la felicità è maggiore perché ho cominciato prima di ricevere la mia prima Comunione, sentendomi subito responsabile. Fare il ministrante è servire Gesù e sono contento di sentirmi in quel momento vicino, vicino a Lui! Gabriele Persano Fuecu nesciu

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Viaggio di fine Estate Cari amici, forse non tutti sanno quello che succede ad ogni inizio di Settembre nella nostra Parrocchia, in particolare nel territorio del comune di San Cesario dove, per interesse della nostra associazione Arte e Cultura, si chiude l’estate con una manifestazione molto partecipata, che è giunta alla sua sesta edizione, dal nome “Viaggio di Fine Estate”. La manifestazione di questo anno, si è svolta secondo un programma ormai consolidato nel tempo, con la partecipazione alla gara di scacchi, l’estemporanea di pittura per giovani e bambini, la cuccagna, la caccia al tesoro e gli spettacoli che hanno allietato tutti coloro che nelle due giornate sono stati fruitori. Con molto piacere quest’anno abbiamo registrato, come associazione che promuove l’evento, un forte incremento di partecipanti nelle varie attività segno di un indice di gradimento sul territorio, frutto del nostro sforzo e caparbietà nel credere in quello che facciamo. Gli spettacoli serali sabato 6 settembre sono stati allietati da una commedia in vernacolo leccese di Raffaele Protopapa “ Lu spiritu dellu tata ngiccu “ e domenica 7 settembre lo spettacolo è proseguito con musica leggera e cabaret salentino, che ha confermato il gradimento del pubblico intervenuto. Con la consegna dei premi ai partecipanti vincitori di “Aria Sana 2008” la sesta edizione del”Viaggio di fine Estate” ha avuto il suo epilogo con il saluto augurale per prossimi impegni che a breve ci attendono. Colgo pertanto l’occasione, come membro dell’Associazione, di invitarvi a partecipare il prossimo anno. Agostino Rollo

Le stragi del sabato sera Fra i molti problemi che coinvolgono i giovani di oggi, sono sempre più presenti le stragi del sabato sera. Per questo tema, largamente discusso già da molti anni, non si è ancora giunti a trovare delle soluzioni. Tutti i giorni, leggendo giornali o seguendo notiziari in televisione, ci si può accorgere di quanto siano alte le percentuali dei giovani che perdono la vita, sia su strade provinciali che su autostrade, nella notte fra il sabato e la domenica. I giovani attendono il sabato per divertirsi e liberarsi di tutte le tensioni, le noie e le fatiche accumulate . tuttavia, nella maggior parte dei casi, è proprio questo il giorno in cui si verificano le peggiori stragi dell’intera settimana. Alla base di tutto ciò, sono presenti, come cause principali, i fumi dell’alcol, la droga, ma soprattutto la voglia che hanno i giovani di confrontarsi fra loro e di superarsi a vicenda. Gli incidenti del sabato sera, infatti, sono spesso la prova di alcune “bravate” eseguite dai giovani per mostrare al gruppo il proprio coraggio e, specialmente, per non farsi emarginare da esso. Per risolvere questo problema, bisognerebbe adottare misure che limitino queste stragi, cominciando ad apportare serie modifiche all’interno delle discoteche. Sarebbe infatti opportuno controllarle, affinché in questi luoghi non circolino superalcolici, dopo una certa ora, e, soprattutto, stupefacenti. Un’altra limitazione a questo problema, arriverebbe se i giovani “cercassero di mettere la testa a posto” e capissero che, spesso, comportarsi da imprudenti e compiere azioni molto pericolose per non apparire inferiori al resto del gruppo, è una delle cause principali delle loro sciagure. Inoltre, se i gestori delle discoteche decidessero di chiudere i proprio locali ad un’ora più ragionevole, contribuirebbero a salvare, anche se in modo indiretto, molte vite di giovani. Infine in molti casi, se i ragazzi fossero più responsabili, potrebbero evitare di lasciarci la pelle nel bel mezzo delle strade; per esempio appena usciti dalle discoteche, pur sapendo di trovarsi in uno stato di salute ben lontano da quello ottimale, decidono ugualmente di mettersi alla guida; così facendo, i giovani ignorano il fatto che, nella maggior parte dei casi, stanno “dirigendosi” da soli verso la morte. Però questo problema non potrà essere risolto in tempi brevissimi, poiché esso necessita di soluzioni concrete, che vanno studiate a fondo. Tuttavia speriamo che, con il passar del tempo, le stragi del sabato sera diminuiscano, in modo che esse non compaiano più né sulle prime pagine dei giornali, né come titoli di apertura dei notiziari, ma rimangano solo come un brutto ricordo del passato. Alessia Paladini

Fuecu nesciu

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A.S. SAN BERNARDINO REALINO - 36 Via degli Oropellai N. 10 LECCE Tel./Fax 0832/359014 Lecce, Ottobre 2008 1, 2, 3 …… ciack si gioca! Le olimpiadi di Pechino sono oramai un ricordo; i campionati di tutte le discipline sportive sono ripartiti con le consuete polemiche e inimicizie (leggasi avversione agli arbitri e alle regole). Nota decisamente positiva è il ritorno del Lecce nella massima serie del campionato di calcio. Ci eravamo salutati il 30 giugno scorso, con la bella e chiassosa festa di fine attività, tenutasi in parrocchia in occasione delle finali del II torneo di calcetto under 12 svoltosi sul campetto parrocchiale in onore del nostro Santo patrono San Bernardino Realino. Già dal 16 settembre scorso, tutti Continua nella i ragazzi del gruppo sportivo si sono ritrovati sul campo più entusiasti che mai. Dopo appena quindici giorni di preparazione, corrono già come lepri, come se la sosta estiva per nulla abbia scalfito le loro nostra enormi potenzialità. Ai “veterani” dello scorso anno (Caterpilar, Puma, Milord, Roccia, Matrix, etc.) parrocchia la raccolta dei tappi si sono uniti altri ragazzi: Francesco(2), Lorenzo, Matteo e Riccardo, ai quali va il nostro caloroso benvenuto ed altri ancora hanno richiesto di unirsi al gruppo. La “campagna acquisti”- tuttora di plastica del aperta - è di sicura qualità e fa ben sperare per i risultati che si otterranno sul campo. Ogni martedì, progetto giovedì e sabato, alle ore 15.30, i ragazzi si ritrovano sul campo di via Oropellai ad allenarsi, a ‘KENDA’ per la provare tattiche e moduli di giuoco, per essere quanto più competitivi possibile. Obiettivo di questa stagione sociale è quello di crescere ancora e di partecipare anche ad altre realizzazione in discipline sportive, oltre che confermare la partecipazione ai campionati di calcio in programma. Africa di alcuni Per questo rivolgiamo un appello a quanti vogliano dare il loro fattivo contributo alla crescita del pozzi d’acqua. gruppo sportivo e della parrocchia. Lo sport, quello sano e disinteressato, è un ottimo viatico per la crescita dei giovani; niente al di fuori dello sport può dare quegli insegnamenti di rispetto delle regole e degli altri, di cui si avverte tanto il bisogno. Un appello accorato va a tutti i giovani ariasanesi, che dopo una fugace apparizione, si sono nuovamente eclissati: forza ragazzi c’è bisogno di voi, perché il nostro quartiere possa crescere ancora ed avere riconosciuti dalle istituzioni, quegli spazi e quegli interventi che tanto ci necessitano. Vi aspettiamo numerosi! Buona stagione sportiva a tutti. Salvatore Centonze

Disponibilità per le confessioni

Centro d’ascolto Charitas

Ogni Venerdi ad eccezione della mattinata del 1° Venerdì di ogni mese

1° e 4° Martedi di ogni mese dalle ore 16,30 alle ore 18,30

dalle ore 9,00 alle 12,00 dalle ore 16,30 alle 18,30

Numeri utili

Parrocchia San Bernardino Realino Via degli Oropellai,10 73100 Lecce tel 0832/359014 cellulare 3389769293 Sito internet parrocchiale www.sanbernardinorealino.com email donmichele@sanbernardinorealino.com Fuecu nesciu

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Impaginazione Giovanni Contino

Orario delle Sante Messe Domenica ore 8,30 10,30 18,30 giorni feriali ore 18,30

Lectio Divina Ogni Venerdi dal 17 Ottobre alle ore 20,00

Prove di Canto Ogni Martedi dalle ore 19,00 alle 20,00


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