Fuecu Nesciu 15 00

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E G L I E ’ E N T R AT O N E L M O N D O P E R FA R C I A M A R E L A V I TA

Periodico della parrocchia San Bernardino Realino in Lecce

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25 Dicembre 2010 In questo numero:

Natale Educare Diego Fabbri

Carissimi, anche quest’anno la Parola di Dio ci aiuta a contestualizzare le festività natalizie: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Is 9,5). Notiamo che lo sguardo profetico di Isaia preannunzia, con largo anticipo, l’evento del Natale, incoraggiando il popolo di Israele a non farsi distrarre da altro, ma a prodigarsi per accogliere la vita di Dio: “e il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Per questo il Natale non è una storiella emozionante da raccontare ai bambini ma, come ci ricorda il pontefice in una sua omelia, “Il Signore è presente e da questo momento, Dio è veramente un “Dio con noi”. Non è più il Dio distante che, attraverso la creazione e mediante la coscienza, si può in qualche modo intuire da lontano. Egli è entrato nel mondo”. Questo è l’avvenimento che ha cambiato la storia e il mondo donandoci uno sguardo nuovo e facendoci comprendere che, se Dio ha scelto la vita per interloquire con gli uomini, essa non può essere annientata, né sminuita con superficialità. La sacralità della vita ci viene consegnata da Dio stesso tramite l’angelo ai pastori: “vi annuncio una grande gioia….oggi….è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.” È questa una notizia che non può lasciarci indifferenti. L’antica profezia si attua nella nascita di un Salvatore, il Cristo, che eleva la vita di ogni uomo in un mistero di sacralità e scuote le coscienze inebriate dal non senso. Ognuno di noi non può pensare di gestire la propria vita come se Dio fosse distante o inesistente, “Egli è entrato nel mondo”. L’amore e il rispetto per la propria e altrui vita vengono stimolate dalla consapevolezza che Dio, facendosi uomo, non soltanto squarcia il velo del silenzio, ma sprona a rivalutare la sacralità di ogni vita nella relazione con Lui e con il prossimo, nel promuoverla in tutti gli ambiti. Per questo occorre ritrovare la gioia di vivere e lasciare vivere, lottando ogni giorno nel riportare in salvo le tante vite che rischiano di perdersi, o che vengono meno, in tanti anfratti di un relativismo etico ed esistenziale. Carissimi, il Natale è anche accogliere la vita, “ci è stato dato un figlio” e come i pastori anch’io devo dire: voglio andare a Betlemme e vedere la Parola che Dio ha realizzato, “questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,12). Questa vulnerabilità di Dio bambino ci sprona ad accogliere la vita in tutti i suoi stati di non autosufficienza, in tutte le sue povertà e abbandoni. Che il nostro Natale non sia soltanto il rincorrere le abitudini di un consumismo paganeggiante, ma un vero inno alla gioia di vivere, nel riporre la fede in un Dio che nella fragilità mostra tutta la sua potenza e nel vincere un mondo di morte. Che il nostro Natale continui ad essere la scommessa dell’AMORE di Dio per la vita del mondo. Auguri cara comunità di San Bernardino Realino. Don Michele


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Fuecu Nesciu 15 00 by Agostino rollo - Issuu