La Finestra gennaio/febbraio 2010

Page 9

INTERVISTA

LA CULTURA IN TRENTINO

«Perseguire l’eccellenza, in tutti i campi» «È forse nel DNA del popolo trentino il desiderio di ritrovarsi attorno a temi o ad interessi comuni. È nella nostra indole la generosità nel darsi, nel mettere a disposizione le proprie competenze ed esperienze, nel fare gruppo per crescere assieme».

Nostra intervista all'Assessore provinciale alla cultura Franco Panizza

A

Franco Panizza (foto Uff. stampa PAT)

ssessore Panizza, qual è, oggi, la fotografia del Trentino sotto il profilo culturale? «Il profilo del Trentino, da un punto di vista culturale, è quello di una terra orgogliosa delle proprie identità sparse sul territorio, gelosa della propria storia ma anche pronta a percorrere itinerari nuovi di valorizzazione e di recupero di pagine di cultura che erano andate dimenticate. Certo: bisogna fare “rete”, bisogna soprattutto puntare su prodotti culturali di qualità, che possano arricchire l’esperienza individuale dei protagonisti, far crescere i gruppi, le associazioni, le comunità e proporsi anche come offerta di quel turismo “intelligente” che incontra sempre più il favore di coloro che si spostano per diletto e per conoscere le “anime nascoste” delle terre visitate. Il mio impegno di assessore provinciale alla cultura va proprio nella direzione di offrire struttu-

re, occasioni e vetrine per far sì che i “migliori” emergano e diano il loro contributo alla nostra comunità; dall’altra credo che sia necessario valorizzare quel tessuto culturale “minimo”, fatto di gruppi e associazioni che nel piccolo dei quartieri o delle borgate fanno comunque cultura e socialità assieme. Puntare all’eccellenza, insomma, ma continuare a presidiare le periferie». In tempi di crisi economica la necessità di ridurre le spese spesso porta gli amministratori a tagliare - innanzitutto e soprattutto – alla voce “cultura”. Come si è comportata la Giunta provinciale a tale proposito? «In tempo di crisi tutti i settori della pubblica amministrazione, così come quelli del privato, hanno dovuto concorrere ognuno per la propria parte, a contenere le spese e a razionalizzare gli investimenti. L’abbiamo fatto anche nel settore della cultura, e continueremo

a farlo anche nel 2010, con risultati comunque apprezzabili. Anzi: alcuni investimenti che ho proposto e che la Giunta provinciale ha fatto suoi – mi riferisco ad esempio ai contributi per l’acquisto di divise tipiche e tradizionali da parte dei cori, delle bande e dei gruppi folk – hanno aiutato alcuni settori a superare i momenti più critici della crisi economica e dall’altro lato hanno consentito ai “produttori di cultura popolare” di dotarsi di abiti capaci di fare spettacolo da soli. È quel che io intendo il valore aggiunto del turismo diffuso sull’intero territorio: è il valore dell’identità, che appare anche attraverso gli abiti tradizionali sapientemente recuperati e poi realizzati da abili sarti. Ma è anche il valore degli spettacoli che hanno celebrato l’Anno 9, il bicentenario della ribellione tirolese guidata da Andreas Hofer, che ha infiammato molti centri abitati del Trentino e ha riempito le serate estive di spettacoli curati e significativi».

Gennaio/Febbraio 2010

La Finestra 7


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.