La Finestra settembre 2009

Page 1



lafinestra

Direttore Responsabile Prof. Armando Munaò Condirettore Dott. Johnny Gadler Vice direttore Roberto Paccher Pubblicità Cristina Dellamaria 347.6475297 Grafica ed impaginazione Eva Fontana Corrispondenti G. Bonini, P. Brol, P. Chiesa, L. De Carli, M. Pacher Collaboratori S. Caldonazzi, C. Centofanti, A. De Carli, G. Facchini, A. Gravino, F. Grosso, A. Iozzo, M. Luongo, P. Mondini, L. Motta, P. Serbolina, M.L. Tonelli

Consulenza medico Scientifica dr. A. Piazza, dr. G. Donghia Consulenza legale Avv. Zeno Perinelli Consulenza fiscale dr. Armando Pacher Foto e fotoservizi M. Originale Stampa CSQ Centro Stampa Quotidiani spa Erbusco (Brescia) Distribuzione AEMME sas Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989 Questo numero de LA FINESTRA è stato chiuso il 18/9/2009

La Finestra declina ogni responsabilità per eventuali cambiamenti e/o errori nelle date e negli orari degli appuntamenti segnalati.

0461 75.26.22 redazione@lafinestra.it 0461 75.68.33 Via IV Novembre, 12 38051 BORGO VALSUGANA (TN) • Tutti i testi e tutti gli articoli firmati dai giornalisti e dai collaboratori AEMME nonché tutte le pubblicità (modulari, mezze pagine e pagine) pubblicati su LA FINESTRA e su gli SPECIALI de LA FINESTRA sono coperti da copyright AEMME e quindi è VIETATA su qualsiasi supporto sia l'uso che la riproduzione totale o parziale (anche da parte degli inserzionisti) senza l'autorizzazione scritta della AEMME sas. • Gli inserzionisti che volessero usufruire - per altri giornali o altre pubblicazioni - degli impaginati relativi alla loro pubblicità possono farlo richiedendo l'autorizzazione e riconoscendo alla AEMME sas (al momento della consegna della copia o del dischetto) la quota forfettaria prevista dall’articolo 5 delle clausole del contratto pubblicitario. Quanto sopra specificato non riguarda gli inserzionisti che utilizzano propri studi o proprie agenzie per far pervenire alla AEMME e quindi a LA FINESTRA l'impaginato della propria pubblicità, o che di tale pubblicità desiderino farne un uso proprio e personale. • La AEMME - proprietaria de LA FINESTRA e di tutte le pubblicazioni "Speciali" - si riserva il diritto di adire le vie legali per la tutela dei propri interessi e della propria immagine.

Sommario

10

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA settembre 2009

1

Editoriale ................................................................. 3 De Marchi: Intervista a Padre Paolo Angheben ......................... 5 il nostro “missionario” «Ho deciso di aiutare i meno abbienti De Marchi: un vero missionario in casa nostra .... 10 e di collaborare con i missionari Grande Guerra: in rete i nomi dei caduti trentini .... 13 – ci racconta Giovanni De Marchi – dopo aver conosciuto Padre AnBossi: «che accoglienza in Tesino!» ..................... 14 gheben. Un incontro emozionante, Onna ritorna a vivere grazie al Trentino ................. 16 perché dalle sue parole ho potuto apprendere l’alto significato della Arte Sella: per la Lega i conti non tornano ............ 18 solidarietà umana. La solidarietà trentina non conosce confini .......... 21 Borgo: inaugurata la Cappella di S. Lorenzo ......... 23 Sanità: collaborazione tra Trentino e Veneto ......... 24 I riflessi del decreto anticrisi sulla montagna ........ 25 Dossier: lo stato dell’ambiente in Trentino ............ 27 Provate l’attrazione della terra al MTSN ................ 32 Premiato l’infaticabile maestro Baldi ..................... 34 Le miniere della Valsugana ................................... 35 BCI: un giusto e doveroso riconoscimento........... 37 Coppa d’Oro, che spettacolo La Transalpina Bike ............................................... 38 Coppa d’Oro grandi firme: Bettiol ci riprova e centra Telve di S.: nuovi alloggi all’ex filanda ................... 39 il successo. Il tricolore Nardelli si accontenta del terzo posto. Fantastico bis nella Coppa Rosa della Grande spettacolo alla Coppa d’Oro ..................... 41 bergamasca Rossella Ratto. Recchia: poesia, musica, pittura e solidarietà....... 42 Ricordo di Emma Valcanover Oss Emer............... 45 Cronache della Valsugana .................................... 46 Complesso Corelli a Berlino Polisportiva Borgo F.M., ottima trasferta............... 49 Saranno tre i concerti che porteranno il Complesso Corelli di Borgo Valsugana a Berlino, in una esibizione che da anni si ripete e che Grande successo per gli “Sguardi di Raota” ........ 51 sempre ha riscosso unanimi consensi. La nuova mobilità di Jungo................................... 54 Commemorati i cinque marinai morti nel ‘54 ....... 56 Levico: dieci anni di soccorso .............................. 58 Levico-Hausman: 50 anni di gemellaggio ............ 59 Tombolone in piazza per il Paraguay..................... 61 Il maestro Fabio si proclama “indipendente” ........ 62 Complesso Corelli: la tournée a Berlino ................ 64 Cronache della Valsugana .................................... 66 Borgo: arrivano i Miti vietnamiti ............................ 67 Raduno del Corpo Forestale ................................. 68 Gran pubblico al Festival Eurydice 2009 .............. 69 Lina, un’insegnante forte e altruista...................... 70 Le cronache della Valsugana ................................ 72 Le 106 candeline di Eugenia Bertoldi ................... 73 La magia della danza con FairyRing ..................... 75 Le cronache della Valsugana ................................ 78 Placido Domingo: Tullio Bati Pradi, l’ultimo mugnaio ......................... 79 l’intervista Come eravamo ..................................................... 80 Il 24 luglio scorso il Festival Lirico di Verona ha festegLa Valsugana 1877............................................... 81 giato i 40 anni di Arena del spagnolo. La Finestra Lettere al direttore: piove, cittadino ladro .............. 83 tenore ha incontrato un disponibile Poesia: Bruna Sartori............................................ 87 e cordiale Placido Domingo proprio durante la presentaIran: le provocazioni del regime ............................ 88 zione dell’evento. La Pivano e i suoi scrittori americani .................... 89 Pooh: la nostra ultima notte insieme..................... 90 Cultura: il cartellone delle mostre.......................... 92 Placido Domingo: l’intervista ................................ 93 Scienza: uomo e scimmia, amici per imitazione .. 94 Salute: ricerca su alcol e maternità ....................... 95 Finita l’estate, continuiamo a stare in forma ......... 96 Cucina per immagini............................................. 99 Pc: tutti nell’occhio del Grande fratello................101 Casa dolce casa .................................................102 Consigli: in forma anche dopo l’estate Moda & Bellezza .................................................103 E se vi dicessero che per stare bene non serve sopportare grandi sacrifici, ma basta seguire una corretta alimentazione, che può prevedere anche qualche dolce? Caleidoscopio .....................................................104 Ecco i nostri consigli.

41

64 93

96


2

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

Editoriale

3

di Johnny Gadler

Una Finestra sulla “Valsugana” d’altri tempi...

A

lla metà del XV secolo ancora si credeva che la terra fosse al centro dell’universo e che il sole ruotasse attorno ad essa. Per la cosiddetta rivoluzione copernicana, che dimostrò la fondatezza della teoria eliocentrica contro l’errata credenza del geocentrismo, si sarebbe dovuto attendere quasi un secolo. Ma nella città tedesca di Magonza viveva un uomo che già aveva pronta una propria grande rivoluzione, un’invenzione che avrebbe positivamente inciso sul corso dell’umanità. A svelare in che maniera, erano le sue stesse parole: «Ciò che è stato fatto per qualche parola e qualche riga, io devo riuscire a farlo per grandi pagine tutte scritte, per grandi fogli coperti interamente su tutte e due le parti, per libri interi, per il primo di tutti i libri, la Bibbia». E così fece. Quell’uomo si chiamava Johann Gutenberg, orafo e tipografo, che attorno al 1455 inventò la stampa a caratteri mobili, gettando così le basi per la moderna editoria e per un’ampia diffusione di libri e di periodici. In Italia i primi giornali comparvero nelle principali città del centro-

nord verso la metà del ‘600 ed erano denominati “gazzette” dal nome della moneta veneta che serviva per comprarli: la “gazeta, appunto, del valore di due soldi. Ma in Trentino l’informazione stampata arrivò molto più tardi, agli inizi del ‘700. Il primo periodico trentino fu il “Ristretto de’ foglietti universali”, cui negli anni successivi ne seguirono tanti altri, tutti però pubblicati a Trento o a Rovereto. Le valli secondarie, infatti, rimasero sostanzialmente escluse – e per più di un secolo - da questa importante novità. Riva del Garda ebbe il suo primo giornale, “Il Benaco”, solo nel 1879, battuta sul tempo però – e ciò sicuramente stupirà non poco i nostri lettori – da Borgo Valsugana dove, dal 1876, il tipografo Giovanni Marchetto diede alle stampe il periodico “La Valsugana. Giornale d’istruzione popolare, agricoltura, economia e commercio”, un organo d’informazione che può ritenersi, a tutti gli effetti, il primo giornale di valle del Trentino. Questa pubblicazione - che potremmo anche chiamare foglio, visto che era com-

posta da quattro pagine - usciva il primo e il 15 di ogni mese, affrontando tematiche economiche, sociali e culturali inerenti

chetto, indubbiamente coraggiosa, sia nella forma sia nei contenuti, fondata sull’unica certezza – per ammissione dell’editore

ai vari comuni della Bassa e Alta Valsugana, non disdegnando però di gettare uno sguardo sui maggiori fatti del Trentino, nonché su questioni di rilevanza nazionale o addirittura internazionale, perlopiù a carattere tecnico-scientifico. Il tutto corredato da sintetiche cronache comunali e da articoli definiti di “Varietà” in cui ai lettori si dispensavano consigli utili e curiosi aneddoti di varia natura. Un’iniziativa editoriale, quella di Giovanni Mar-

stesso – che «non si scrive e non si stampa per la bramosia di guadagno». Sul numero 24, datato 15 dicembre 1877, l’editore prometteva altresì di trasformare “La Valsugana” da quindicinale in settimanale, dichiarando:«Il pubblico è contentone, non ne dubito punto, benché nessuno me lo abbia detto... e poi vedrete, che lo faremo restar contento. Intanto esso ama sentir parlar di cose locali e noi, cioè voi farete il possibile per stare coi vostri articoli in fami-

LA FINESTRA È ON-LINE SU ISSUU.COM

glia... Anche le letture sulla storia della Valsugana, non sittosto usciranno dal laberinto dei Romani e dei barbari ed entreranno in un’epoca meno lontana, diventeranno interessanti per tutti, anche per quelli che non sono tanto studiati... Vedranno, vedranno che il tutto anderà bene». Così purtroppo non fu. Di quel giornale, che conteneva tante preziose informazioni sulla vita quotidiana delle comunità valsuganotte verso la fine del XIX secolo, si perse poi ogni traccia. Tuttavia sono giunti fino a noi gran parte dei 24 numeri pubblicati nel corso dell’anno 1877 e ora la redazione de “La Finestra” sta realizzando una pubblicazione speciale de “La Valsugana” che proporrà ai lettori una fedele riedizione di quei testi che contribuirono a informare ed educare i nostri avi ben 132 anni fa. Un appuntamento con la storia locale assolutamente da non perdere quindi e che prossimamente sarà disponibile in tutti i comuni del C3 e del C4. Buona lettura!

Questo numero de LA FINESTRA è consultabile e scaricabile in formato PDF all'indirizzo: http://issuu.com/aemme_sas/docs/lafinestra_settembre_2009


4

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


PRIMO PIANO

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

Filo diretto. Nostra intervista a Padre Paolo Angheben

Padre Angheben, il missionario trentino con l’Etiopia nel cuore Il 6 settembre 1974 Padre Paolo Angheben dei Missionari della Consolata partì alla volta dell’Etiopia, paese del Corno d’Africa dove tuttora vive e opera a favore della popolazione locale, elaborando progetti la cui realizzazione si deve anche alla generosità di alcune comunità della Valsugana...

di Armando Munaò

P

adre Angheben, come nasce la Sua vocazione. Come e perché è diventato missionario? «La mia missione nasce, possiamo dire, moltissimi anni fa. Avevo uno zio, padre Ruggero, che era stato missionario in Etiopia dal 1936 al 1942. Quando ritornò dal quel paese del Corno d’Africa, espulso dalle autorità etiopi, prima di partire per l’Argentina fece tappa in Trentino. Fu così che lo incontrai per la prima volta, anche se allora ero ancora un bambino. Lo rividi anni dopo quando rientrò dall’Argentina e si stabilì a Rovereto. Ascoltando i suoi racconti e le sue esperienze, nacque in me il forte desiderio di entrare in istituto e di farmi anch’io missionario. Da lì è partita la mia vocazione». Che età aveva? «Ero davvero giovanissimo. A 11 anni già mi trovavo nel Seminario dei Missionari della Consolata. Ovviamente la mia vocazione giunse a compimento qualche anno dopo, durante il periodo del liceo. Poi studiai teologia a Londra e il 21 luglio 1974 fui ordinato sacerdote. Pochi mesi dopo partii per l’Etiopia. Era il 6 settembre 1974. E da allora sono sempre rimasto là, eccetto una breve parentesi di sei anni in cui ho svolto l’attività di formazione e l’attività missionaria con i giovani alla Certosa di Pesio, in provincia di Cuneo». Perché proprio l’Etiopia, da che cosa scaturì la Sua scelta?

5


6

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

PRIMO PIANO

7

Filo diretto. Nostra intervista a Padre Paolo Angheben «Quando noi ultimiamo gli studi e siamo pronti per partire per un paese di missione, l’istituto o i superiori ci danno la possibilità di compiere una scelta, di indicare tre nazioni verso le quali noi vorremmo essere indirizzati. Ricordo che stavo ancora studiando teologia a Londra quando manifestai la volontà di essere mandato come prima ipotesi in Tanzania, in seconda battuta in Sud Africa oppure in Etiopia. Poi un bel giorno mi giunse la lettera contenente la destinazione assegnatami: si trattava dell’Etiopia. Ne fui molto felice, tanto che, come ho già ricordato, il il 6 settembre 1974 mi trovavo già ad Addis Abeba». Perché aveva scelto questi tre Paesi? «Perché mi hanno sempre affascinato. Il Sud Africa allora viveva ancora drammaticamente il problema dell’apartheid e combattere contro quella mostruosità era una sfida che mi attirava molto. L’Etiopia era invece nel mio cuore per il semplice fatto che il nostro istituto “Missioni Consolata” era stato fondato, il 29 gennaio 1901, da Giuseppe Allamano (proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 1990, NdR), proprio con l’intendimento di aiutare l’Etiopia, seguendo le orme del cardinal Massaia. Posso dire, quindi, che per noi della Consolata l’Etiopia rappresenta un po’ il punto di arrivo supremo della missione». Andare a fare il missionario significa sacrificarsi, votarsi anima, cuore e corpo agli altri. Lei è un missionario da oltre trent’anni, ha mai avuto dei rimpianti, magari per non essere riuscito a realizzare ciò che aveva in mente? «Ci sono sempre dei rimpianti, o delle cose che uno vorrebbe fare, so-

Il ponte di Minne

Com'era un'aula scolastica prima della costruzione della nuova scuola a Daka Bora

L'esterno della vecchia scuola a Daka Bora

prattutto quando tocchi con mano le necessità della gente e vedi lo stato di assoluta indigenza che affligge pressoché la totalità della popolazione. Spesso non poter realizzare i progetti che si hanno in mente, e di cui si comprende l’importanza, è causa di una indicibile sofferenza nel cuore di un missionario. Ma la cruda realtà è questa: uno deve lavorare con i pochi mezzi di cui dispone e se non ci fosse la fede che lo sorregge e lo incita ad andare avanti nella missione, probabilmente finirebbe per rimanere sopraffatto dalla drammaticità degli eventi. Ed è grazie al grande dono della fede che comprendo come, forse, tutti i progetti che ho in testa non siano poi così determinanti nell’ordine delle cose voluto da Dio. Allora uno prende anche tutte queste difficoltà con pazienza e saggezza, fidandosi del fatto che sarà il Signore, alla fine della giornata, a guidarci lungo i sentieri della storia. Pertanto noi missionari facciamo sempre il massimo che possiamo in quella determinata circostanza e per tutto il resto ci affidiamo pienamente alla volontà e alla misericordia di nostro Signore».

A proposito di progetti, sappiamo che Lei nel corso degli ultimi anni ha intessuto un significativo rapporto con il maresciallo Giovanni De Marchi, un “nonno vigile” di Borgo Valsugana, che vi ha aiutato nella realizzazione di tre grandi opere a Daka Bora, quali una scuola elementare, l’acquedotto e un ponte Minne. Com’è nato questo incontro e la susseguente collaborazione con la comunità di Borgo e della Valsugana in generale? «Innanzi tutto mi preme ricordare che il maresciallo De Marchi è cugino di un grande missionario, padre Giovanni De Marchi che fu anche il nostro responsabile in Etiopia per circa vent’anni, una figura che per me ha sempre rappresentato un modello da seguire. Quando il maresciallo De Marchi venne per la prima volta in Etiopia e chiese di poter visitare le missioni io scoprii con grande sorpresa che avevo di fronte un cugino di padre De Marchi e lo accolsi con immensa gioia. All’epoca mi trovavo nel centro di Modjo ed è proprio da quel luogo che piano piano hanno preso forma tutti quei progetti che avevo già in mente da tempo e per i quali il De Marchi, vedendone di persona la necessità, si è poi prodigato coinvolgendo le comunità di Borgo e della Valsugana, mettendo in moto una raccolta di fondi che, assieme al contributo di una cerchia più ampia di benefattori, hanno consentito di realizzare interventi di vitale importanza per la nostra missione. Si è trattato davvero di un grande aiuto per il quale ringraziamo il Signore». Padre Angheben, rispetto a tali progetti che riscontro ha avuto presso le istituzioni trentine. Si sono dimostrate sensibili oppure sono rimaste indifferenti?


8

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

PRIMO PIANO

Filo diretto. Nostra intervista a Padre Paolo Angheben «Ricordo che in un caso particolare, quando si trattò di costruire la scuola di Daka Bora, chiesi alla Provincia di Trento e alla Regione un aiuto speciale. Devo dire che trovai una certa disponibilità, ma poi non se ne fece più nulla perché loro volevano un referente qui in loco che si facesse carico del progetto laggiù». Intende dire una organizzazione non governativa trentina che fosse responsabile del progetto realizzato in Etiopia? «Esatto, io una Ngo in Trentino non l’avevo, così per questi particolari problemi, non so dire se burocratici o che cosa, la collaborazione alla fine sfumò».

biblioteca in cui gli studenti possano consultare i libri, perché da noi i libri di testo sono pochissimi o addirittura inesistenti; infine vogliamo allestire uno spazio da adibire a internet, perché è giusto che anche in Etiopia i giovani imparino a utilizzare i moderni mezzi di comunicazione. Però questa parte del progetto dipende

bri. Per le attrezzature del campo sportivo non è che vi sia la necessità di grandissime strutture, però ci sarà necessità di avere dei finanziamenti per i macchinari. Per fortuna lì c’è una compagnia cinese che sta realizzando una grande strada e abbiamo chiesto loro di venirci incontro, mettendoci a disposizione, dietro

molto dal fatto che ci allaccino la corrente elettrica e che ci portino la linea telefonica. Il centro giovanile sarà un centro completo di formazione, quindi realizzeremo anche una piccola chiesa per chi vuole venire a pregare. Sarà l’inizio di una nuova missione, però finalizzata ai giovani. Accanto al terreno che abbiamo della missione, si trova anche un ampio appezzamento messoci a disposizione dalla municipalità, dove intendiamo costruire un campo da calcio, due campi da pallavolo e uno da pallacanestro. Strutture da mettere a disposizione dei giovani del luogo, perché allo stato attuale la città non dispone di attrezzature sportive».

compenso, i macchinari per spianare il terreno. La commissione sportiva di tutta la provincia non dispone nemmeno di un centesimo e non può che stare a guardare. Speriamo almeno che non ci mettano troppi bastoni fra le ruote».

La nuova scuola di Daka Bora e, a fianco, un'aula piena di giovani studenti

Padre, Lei ha qualche nuovo progetto in essere? «Sì, in questo momento siamo impegnati in un progetto nella città di Debre Selam dove intendiamo costruire un centro per accogliere i giovani che arrivano da

Weragu e da Minne, le due missioni nelle quali lavoro, per frequentare l’unica scuola secondaria della provincia. Vogliamo accoglierli e dare loro la possibilità di avere un posto dove studiare, quindi dovremo realizzare delle aule di studio, creare una

I missionari della consolata L’Istituto dei Missionari della Consolata è alla gente, la promozione umana, il sollievo sorto a Torino il 29 gennaio 1901 per opera nelle sofferenze, il dono della salvezza. del Beato Giuseppe Allamano (1851-1926), I Missionari della Consolata sono una famiglia sacerdote della diocesi di Torino, formatore di consacrati (sacerdoti e fratelli), che hanno di sacerdoti, rettore del santuario della Con- come unico scopo l’evangelizzazione dei solata, uomo di spicco nella chiesa del suo popoli. tempo. Con loro collaborano le Missionarie della Dando “una famiglia” a quanti sentivano la Consolata (nate dallo stesso fondatore nel vocazione di consacrarsi all’evangelizzazio- 1910) e laici che vogliono impegnarsi nel ne del mondo, formulò anche un metodo di servizio missionario. lavoro apostolico, basato sull’annuncio del Attualmente i membri dell’istituto, sacerdoti Vangelo e l’elevazione umana delle persone, e fratelli e studenti professi, sono oltre un ravvivando, nello stesso tempo la coscienza migliaio (1.003 per l’esattezza), provenienti che ogni battezzato e ogni chiesa devono da una ventina di differenti nazionalità e “andare oltre” i propri conoperano in 27 paesi dell’Eufini, per mettersi al servizio ropa, dell’Africa, dell’Asia e dei più bisognosi in qualsiasi dell’America Latina. parte della terra. Il “ministero della consolazione” viene espresso dai La Consolata (patrona della missionari in attività specicittà di Torino) è “nostra madre tenerissima, che ci ama fiche, che sono: come la pupilla degli occhi - l’annuncio del vangelo ai suoi”. Questa espressione popoli non ancora evangelizzati, con preferenza del Beato Giuseppe Allamano dice tutto: è lei che ha per quelli più poveri e dimenticati; voluto l’Istituto, è lei che ha pensato di provvedere ad - la collaborazione temporanea con le chiese parzialogni cosa; è lei la Fondatrice. L’ha voluto perché il suo mente evangelizzate e che più grande desiderio è che il non hanno raggiunto una Figlio divino sia conosciuto, Padre Aquiléo Fiorentini sufficiente autonomia nei amato, ascoltato; perché ai ministeri e nella maturaziopiedi della croce è diventata madre di tutti. Il ne delle comunità cristiane; dono della Consolata non può essere riserva- - l’animazione missionaria e vocazionale del to a quanti frequentano il santuario di Torino! popolo di Dio; Il Beato Allamano ha voluto che percorresse - la formazione di missionari. le vie del mondo attraverso l’opera dei suoi L’attuale superiore generale dei missionari missionari, che annunciano a tutti la vera con- della Consolata è il brasiliano: padre Aquiléo solazione, Gesù Cristo, mediante la vicinanza Fiorentini.

Un progetto piuttosto corposo, quindi, che di certo abbisognerà di cospicui finanziamenti? «Abbiamo calcolato che la costruzione del centro giovanile si aggirerà sui 40-43 mila euro. Poi si tratterà di acquistare gli arredi, scaffali, tavoli, sedie e ovviamente i li-

Padre Angheben, e se f o s s e d i d e n o m i n a re questo luogo “Centro Valsugana”? «Sì, perché no? “Centro Valsugana” non è affatto male». E allora perché non provare a coinvolgere la Regione, la Provincia di Trento, nonché tutti i comuni dell’Alta e Bassa Valsugana? «Se accettassero di sostenere il nostro progetto sarebbe davvero meraviglioso. È un’ottima idea, che oltretutto renderebbe onore al Trentino e alla Valsugana, aiutando nel contempo, concretamente, persone che si trovano in uno stato di assoluta necessità. Spero proprio che, con l’aiuto di tutti, si possa realizzare anche questo sogno».


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

9


10

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

PRIMO PIANO

Borgo Valsugana. L'impegno del nonno vigile Giovanni De Marchi

Un vero missionario in casa nostra «Ho deciso di aiutare i meno abbienti e di collaborare con i missionari – ci racconta Giovanni De Marchi- dopo aver conosciuto Padre Angheben. Un incontro per me particolarmente emozionante, poiché dalle sue parole ho potuto apprendere l’alto significato della solidarietà umana e cosa vuol dire aiutare chi ha realmente bisogno».

di Armando Munaò

F

orse è dal DNA del cugino paterno Giovanni De Marchi, sacerdote e missionario a Fatima, Stati Uniti, Colombia, Kenya e infine in Etiopia, che il nostro “nonno vigile” deve aver ereditato la speciale vocazione dell’altruismo e della solidarietà. Forse è dal cugino che nel “nostro” nacque e si sviluppò la volontà e il desiderio di aiutare i più poveri, i più deboli e i più sfortunati. Ed è forse osservando i bisogni e le necessità dei meno abbienti che Giovanni De Marchi, di professione “nonno vigile” a Borgo Valsugana, ha voluto concretizzare, nel 2003, ciò che in precedenza si era prefissato di fare, ovvero essere un particolare “missionario” e in questa veste aiutare i più poveri. E a chi rivolge la sua attenzione Giovanni De Marchi, se non alla gente d’Africa, se non a quei bambini nei cui occhi si legge la tristezza, la fame che quotidianamente li attanaglia. Si legge la mancanza di quella felicità e quella serenità che molti piccoli hanno. «Ho deciso di aiutare i meno abbienti e di collaborare con i missionari – ci dice De Marchi- dopo che ho conosciuto a Riva di Vallarsa Padre Angheben. Un incontro per me particolarmente emozionante poiché dalle parole di questo sacerdote, che aveva deciso di donarsi anima e corpo alle missioni, ho potuto apprendere l’alto significato della solidarietà umana e cosa vuol dire aiutare chi ha realmente

bisogno». Ed il nostro maresciallo De Marchi, il nostro “nonno vigile, per effetto di questo incontro ha visto crescere in lui una nuova luce che nel tempo e con il tempo lo ha portato e lo sta portando ad essere di fatto un vero altruista, un vero missionario “in casa sua”. Il tempo intanto passa e Giovanni vuole vedere e vivere con la gente e con i bambini che ha deciso di aiutare. Nel Gennaio del 2006 parte per l’Etiopia e in quei villaggi, alcuni dimenticati dalle persone, si ferma per circa 30 giorni nella città di Modyo, a circa 90 km da Addis Abeba. Qui visita alcune missioni e vive con i locali conoscendo la loro quotidianità fatta di sacrifici, sofferenze e privazioni. Si sposta a Daka Bora ed è qui che grazie all’aiuto economico dei suoi “borghesani” e di tante persone di “buona fede”, riesce a realizzare e costruire una

scuola per oltre 300 bambini che prima sedevano e scrivevano sulla pietra all’interno di una baracca. In questi anni l’esperienza in Etiopia lascia un vero segno nella mente e nel cuore del nostro De Marchi, Le giornate trascorse con i bambini e con i locali sono veramente toccanti e le emozioni provate fanno aumentare in lui la voglia di fare e di rendersi utile per tentare di alleviare, per quello che gli è possibile, le sofferenze dei bambini. Nel 2008 è ancora in Etiopia e qui incontra Padre Angheben a Weragu, città dove il missionario si era trasferito. E a contatto con lui e con i nativi, sempre di più si rafforza la voglia di fare e di dare nuove speranze. «In questi posti – ci sottolinea - ho vissuto tra i poverissimi, senza acqua, senza luce e spesso senza cibo per poter sfamare tutti i bambini». Qui conosce i sacrifici dei

residenti, vive come uno di loro, a contatto con i bambini che dormono 8-10 per capanna. «Ho visto – ci dice - le ragazze lavorare e studiare duramente per tentare di cambiare il volto del loro paese. Ragazze di vera fede, che pregano e baciano il pavimento della loro piccola chiesetta». «Ho conosciuto le donne etiopi – ci racconta ancora con gli occhi lucidi di emozione -. Donne che soffrono, che piangono, a volte ridono, si consolano

e sopportano. Sopportano tanto non solo la fame, ma anche le violenze e le umiliazioni da parte dei maschi. Donne con in braccio i figli ammalati che aspettano per ore e in silenzio il loro turno per farli visitare e vaccinare presso la clinica della missione gestita unicamente da due suore e infermiere polacche. Una donna però mai doma, ma sempre speranzosa perché vuole credere in un futuro migliore per sé e per i suoi figli». Giovanni De Marchi torna nella “sua” Borgo, scrive lettere, attacca nei bar volantini e manifesti. Parla con la gente cercando di trasmettere il senso dell’altruismo e della solidarietà umana. Raccoglie offerte, contributi e aiuti di ogni genere. E ancora una volta grazie alla generosità dei borghesani, delle Associazioni di Volontariato e di alcune aziende, riesce a mettere da parte una considerevole somma che gli permetterà di costruire un ponte sul fiume Minne, a vantaggio dell’omonimo villaggio. Tanti obiettivi pensati e realizzati. Ma nella mente del nostro “nonno vigile” la voglia di fare e di dare non è mai doma. Anzi, giornalmente si manifesta con maggiore intensità perché sicuramente la tristezza negli occhi delle mamme e dei loro bambini ha reso ancora più sensibile il cuore di Giovanni De Marchi, uno dei tanti uomini che, a ragione, possono essere considerati come i portatori della vera essenza dell’altruismo e della solidarietà umana.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

11


12

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

AT T U A L I T À

13

Il progetto. Una ricerca realizzata dal Museo della Guerra di Rovereto FOCUS

Grande Guerra: in rete i nomi dei caduti trentini

La ricerca

La ricerca ha riguardato tutti i caduti trentini, sia i molti che avevano indossato l’uniforme austro-ungarica, sia quanti avevano vestito il grigioverde, nati nel territorio del Trentino così come configurato al tempo dell’amministrazione austroungarica, inclusi quindi i nati

Il Museo della Guerra di Rovereto cominciò a porre il problema di un censimento dei caduti durante la prima guerra mondiale negli anni Novanta. E oggi a 90 anni da quel conflitto...

S

ono trascorsi 90 anni dalla fine della Prima guerra mondiale ed ora, per la prima volta, viene determinato con buona precisione il numero complessivo dei caduti, attraverso un’anagrafe dei soldati trentini morti in quel conflitto realizzata dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto con un progetto sostenuto dal Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento. Sono 11.104 i nominativi inseriti (11.270 coloro che morirono indossando la divisa dell’esercito austro-ungarico). L’aggiornamento del sito è possibile in ogni momento ed anzi è auspicabile proprio il coinvolgimento di singoli, famiglie, Comuni ed associazioni per rendere sempre più preciso un elenco che non è ovviamente definitivo. Il 15 settembre scorso, nella sala stampa della Provincia, la presentazione dell’importante progetto con l’assessore alla cultura Franco Panizza, il dirigente dell’Assessorato alla cultura, Claudio Martinelli; il presidente e il provveditore del Museo della Guerra, Alberto Miorandi e Camillo Zadra (che ha citato il poeta Ungaretti e il suo “Nel cuore nessuna croce manca”) e il ricercatore e curatore del censimento, Lodovico Tavernini. «Questo - ha detto Panizza - è un progetto di comunità per il recupero della memoria. Un passaggio importante, fortemente voluto, che ci permette di ricostruire una pagina decisiva della nostra storia, drammatica e dolorosa. Si tratta di un recupero

La schermata attraverso la quale è possibile effettuare la ricerca nell'Albo dei Caduti trentini nella Grande Guerra

doveroso e che ci indica, a partire dalle collaborazioni messe in campo anche per questa catalogazione on line senza precedenti, a disposizione di tutti, come non abbiano più senso le divisioni del passato e come ci si debba invece muovere lungo il sentiero della pace e della convivenza». Con questa iniziativa - è stato detto alla presentazione - viene colmata una grave lacuna che si era aperta all’indomani della fine della guerra e che non si era più richiusa. Fu uno dei tanti aspetti del trauma vissuto dalla popolazione trentina nel passaggio dall’Impero asburgico al Regno d’Italia. Alla sua origine sta il crollo della macchina burocratica dello stato austriaco che, per effetto dei Trattati di pace, cessò di avere titolo della sorte dei caduti in guerra;

per parte sua il Regno d’Italia, subentrato all’Impero asburgico, di fatto non si fece mai carico della memoria dei soldati trentini in uniforme imperial-regia, caduti combattendo contro la Triplice Intesa, se non uniformandoli nell’impropria condizione di soldati caduti per una causa nemica, “costretti a pugnare per l’oppressore”. In un’epoca segnata da un nazionalismo aggressivo e intollerante, questa situazione trovò espressione anche nelle restrizioni imposte dal Governo fascista alla erezione di monumenti ai caduti trentini, facendo sì che migliaia di famiglie e l’intera comunità trentina fossero private del lutto pubblico per la gran parte dei loro caduti. Il Museo della Guerra di Rovereto cominciò a porre il problema di un censimento

dei caduti negli anni Novanta del secolo scorso, con una ricerca condotta da Aldo Miorelli che permise di stimare in 10.501 il numero dei caduti trentini nella Grande Guerra. Quel risultato rese improrogabile la realizzazione di una indagine puntuale, una vera e propria “anagrafe” dei caduti trentini che rendesse disponibile pubblicamente e in modo attendibile non solo il numero, ma un elenco nominativo, paese per paese. Il progetto “Albo dei Caduti trentini nella Grande Guerra” prese l’avvio nel 2004 con alcune riunioni di impostazione della ricerca e alla fine del 2005 la Provincia autonoma di Trento, riconosciuta l’importanza del progetto, incaricò il Museo della Guerra di realizzare il censimento in vista della pubblicazione online dei risultati.

in comuni oggi non più in provincia di Trento. Per analogia, sono stati considerati nel censimento anche i figli di trentini nati al di fuori del Trentino. Nella categoria “caduti” sono stati considerati i soldati deceduti durante il conflitto oppure negli anni immediatamente successivi per cause ufficialmente ricondotte alla guerra, compresi infermiere e lavoratori militarizzati morti per cause di guerra. Con l’ausilio di una scheda per la raccolta delle informazioni, informatizzata con la collaborazione di Nicola Vaccari e Massimo Zorer, la ricerca è stata realizzata da Lodovico Tavernini. Successivamente è stata predisposta la visualizzazione informatica dei risultati, a cura del Servizio Attività culturali della Provincia di Trento (Valter Falagiarda e Chiara Sangiuseppe) e di Informatica Trentina. Ora l’Albo dei Caduti trentini nella Grande Guerra è consultabile nel sito della PAT www.trentinocultura.net. La ricerca, lunga e minuziosa, ha dovuto avvalersi di fonti spesso incomplete e non prive di inesattezze. Già durante la costruzione del censimento molte collaborazioni con singoli ricercatori e con associazioni hanno messo a disposizione notizie importanti. Questa cooperazione sarà preziosa anche in futuro per implementare il database di ogni genere di informazioni capaci di rendere più completo questo doveroso – per quanto tardivo - tributo alla memoria. Di qui l’appello rivolto a chiunque disponga di informazioni, di immagini, di lettere, cartoline e diari relativi a caduti: consultando il sito troverà le indicazioni per inoltrarle al Museo della Guerra, che provvederà ad aggiornare periodicamente il database.


14

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

I N T E V I S TA

Pieve Tesino. Accoglienza trionfale per il Ministro per le riforme alla Festa della Lega

Bossi: «Che accoglienza in Tesino! L'anno prossimo tornerò con Tremonti» Il Ministro per le riforme Umberto Bossi, accompagnato dal capogruppo alla camera On. Roberto Cota, e dai parlamentari trentini Maurizio Fugatti e Sergio Divina, è intervenuto a chiusura dei 4 giorni di festa a Pieve Tesino, e come sempre ha usato un linguaggio schietto e diretto, attaccando la stampa per aver strumentalizzato le sue parole, nonché i sindacati e la sinistra che strumentalizzano i temi proposti dalla Lega, ma che non sono più in grado, a suo giudizio, di interloquire con i lavoratori.

di Roberto Paccher

È

stato accolto da una folla in delirio il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, giunto a Pieve Tesino alla quinta edizione della festa d’estate organizzata dal Carroccio. Già a partire dall’abitato di Strigno, fino su in Val Malene, dove si è svolta la festa, gli alberi e le pareti delle abitazioni erano stati tappezzati da centinaia di cartelli con la scritta “Benvenuto Umberto”. Il Ministro per le riforme, accompagnato dal capogruppo alla camera On. Roberto Cota, e dai parlamentari trentini Maurizio Fugatti e Sergio Divina, è intervenuto a chiusura dei 4 giorni di festa, e come sempre, ha usato un linguaggio schietto e diretto, ed ha attaccato la stampa per aver strumentalizzato le sue parole, per poi inveire contro i sindacati e la sinistra che strumentalizza i temi proposti dalla Lega,

Alcune immagini di Umberto Bossi a Pieve Tesino. Qui sopra è con Enzo Boso

ma non è più in grado di interloquire con i lavoratori. Bossi ha poi voluto spiegare le recenti proposte della Lega Nord sulle gabbie salariali, sull’insegnamento del dialetto nelle scuole e sull’inno nazionale. Rimasto entusiasta dell’accoglienza ricevuta e dell’impeccabile organizzazione da parte della sezione del Tesino della Lega Nord, il Ministro ha garan-

tito che sarà presente anche il prossimo anno, dove si è impegnato a portare con sé pure il ministro dell’economia Giulio Tremonti. Al termine dell’incontro ha rilasciato un’intervista in esclusiva a “La Finestra”. Ministro Bossi, in questi giorni si parla molto della proposta della Lega Nord di fare le “gabbie salariali”. Ci vuole spiegare cosa sono?

«Semplice, significa differenziare gli stipendi fra i lavoratori del Nord e quelli del Sud, dove la vita costa meno. I lavoratori devono arrivare a fine mese. Ciò è più difficile al Nord dove la vita costa di più. La soluzione a questo problema può essere solo quella di territorializzati i salari. La nostra proposta è quella di aumentare gli stipendi ai lavoratori dove la vita costa di più, come al Nord dove il costo della vita è veramente alto». Ma chi pagherà l’aumento di stipendio, il datore di lavoro? «No, i soldi ce li metterà lo Stato che incasserà meno tasse. Non si può certo pensare di applicare ai datori di lavoro maggiori oneri. La nostra proposta è: meno soldi allo Stato e di più in busta paga. Gli imprenditori su questa proposta sono già d’accordo». I sindacati però non lo sono…

«Si dovrà dare il via alla contrattazione. I sindacati devono parlare con il governo, le gabbie salariali non si possono fare solo per via legislativa. Ma il problema deve essere risolto». La CGIL però intanto minaccia di fare delle manifestazioni di protesta... «Figuriamoci se gli operai scendono in piazza per protestare contro l’aumento del salario». Un’altra proposta di questi giorni è l’insegnamento del dialetto a scuola. «Il dialetto è la nostra cultura. Io credo che sia opportuno che i ragazzi lo imparino, si tratta di difendere la nostra storia. Anzi, sono convinto che l’insegnamento del dialetto a scuola dovrebbe essere obbligatorio ed esteso in tutta Italia». È vero che la Lega vuole cambiare anche l’inno nazionale, sostituendo


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

I N T E V I S TA

15

Pieve Tesino. Accoglienza trionfale per il Ministro per le riforme alla Festa della Lega quello di Mameli con il Va’ Pensiero? «Questa dell’inno nazionale è un’autentica invenzione giornalistica per mettere in cattiva luce la Lega Nord, che secondo i recenti sondaggi viene data sempre in crescita. Ecco allora che alcuni direttori di giornale, per distogliere l’attenzione sulla nostra proposta dei salari differenziati, hanno pensato di inventare qualcosa contro la Lega, ed hanno tirato fuori questa storia dell’inno nazionale. Basti pensare che quando è uscita su un quotidiano la mia presunta intervista sull’inno nazionale, nell’articolo si sosteneva che io avessi rilasciato quelle dichiarazioni a Ponte di Legno, mentre in realtà quel giorno ero per strada e a Ponte di Legno dovevo ancora arrivarci». Come sono i suoi rapporti con Berlusconi? «Fino ad oggi la parola data l’ha mantenuta sia sul federalismo che sulla legge Maroni sull’immigrazione. Magari ha titubato un po’, però alla fine le cose

si sono sistemate. I nostri rapporti sono buoni. La nostra alleanza è basata sulla correttezza e sulla lealtà. A me non interessa quello che appare sui giornali, o delle polemiche gonfiate ad arte. Ciò che mi importa è che i parlamentari del Popolo della Libertà, rispettino gli accordi e votino le proposte della Lega Nord».

a venire quassù. C’erano lungo la strada famiglie, mamme con i proprio figli, gente seduta lungo la strada ad aspettare che passasse la mia macchina per salutarmi. Lo confesso. Dall’emozione quasi mi veniva da piangere, sono rimasto veramente colpito dall’accoglienza che mi è stata riservata». mediatica. Non ci credo che a un uomo politico avanzi il tempo per andare con tutte quelle donne lì, magari. Ai politici avanza troppo poco tempo. Secondo me è caduto in un trappolone, però è una brava persona».

Cosa ne pensa delle accuse al Presidente del Consiglio sul caso Noemi e dei festini con allettanti ragazze? «È una grossa montatura

Che voto dà all’operato del governo? «I temi cari al Nord, come il federalismo sono stati portati avanti. Inoltre la componente leghista all’interno dell’esecutivo ha lavorato molto bene, basti pensare al decreto sicurezza. Alla ripresa dei lavori parla-

AGENZIA IMMOBILIARE

BATTISTI

mentari getteremo l’agenda dei prossimi impegni e proseguirà la battaglia della Lega Nord per mettere in campo le altre proposte per le quali ci siamo impegnati con gli elettori». Crede che questo governo durerà per l’intera legislatura? «Sì, con noi Berlusconi può dormire sonni tranquilli, non ci sono alternative. Se mantiene i patti, come ha fatto fino ad ora, il governo può durare per l’intera legislatura». Tornerà anche il prossimo anno a Pieve Tesino? «Sì. Tornerò di certo. Mi sono commosso davvero

Porterà con sé anche Giulio Tremonti? «Ormai l’ho promesso pubblicamente». Ha anche promesso che entro la fine della legislatura la nostra Provincia avrà un sottosegretario leghista alle problematiche della montagna... «Mi sono pubblicamente impegnato, alla ripresa dei lavori, a trattare con Berlusconi perché al nostro partito venga assegnato un sottosegretario che si occupi di problemi legati ai popoli di montagna. Questo, potrebbe essere uno dei due parlamentari trentini della Lega Nord (Maurizio Fugatti e Sergio Divina ndr)».

BORGO VALSUGANA - Corso Ausugum, 2 Tel. e fax 0461 753 777 LEVICO TERME - Via Dante, 24 - Tel. 0461 701 888 info@immobiliarebattisti.it www.immobiliarebattisti.it

LAGORAI A 1400m S.L.M.: rudere con 9500 mq di terreno con progetto già approvato e oneri di urbanizzazione già pagati – servito da acqua e strada soli € 95.000,00 tratt. Rif. 008

BORGO CENTRALISSIMO: Rif. 089 • A soli € 65.000,00 appartamento a 1. piano da risanare di 75 mq con doppio balcone, cantina e centrale termica. • A soli € 178.000,00 appartamento a 2. piano di 142 mq subito abitabile con doppi servizi, 3 camere e 2 balconi

BORGO ZONA PARCO: in esclusiva posizione vicino al verde e al centro storico appartamento di 142 mq con 3 poggioli, locale lavanderia, doppi servizi, 3 stanze, cantina e garage Rif. 041

VICINANZE STRIGNO: soli € 220.000,00 tratt. casa indipendente da ammodernare con 3000 mq di terreno – possibilità di 2ª unità immobiliare Rif. 119

BORGO LOC. VALLI: a soli € 175.000,00 appartamento mansardato in casa quadrifamiliare con ampia cantina e posto auto esclusivo – rara opportunità Rif. 039

RONCEGNO FRAZIONE: casa indipendente su 3 lati con appartamento abitabile di 100 mq, doppio garage, magazzino, cantina, soffitta e giardino di 900 mq Rif. 111

A 2 MINUTI DA BORGO: in splendida posizione soleggiata e panoramica nuova villa bifamiliare disposta su 3 piani con 3 stanze, doppi servizi, soggiorno, cucina, guardaroba, ufficio, locale docciasauna, giardino, garage e posto auto – ottime finiture Rif. 116

COLLINA DI RONCEGNO: a soli € 220.000,00 tratt. villetta allo stato grezzo disposta su 3 piani con giardino – splendida vista panoramica Rif. 140

LAGORAI: a soli € 240.000,00 edificio singolo con 2000 mq allo stato grezzo con tetto e solai nuovo con piano terra di 200 mq e piano mansardata di 75 mq – zona servita da strada, acqua e luce.

TUTTE LE ALTRE SOLUZIONI SUL NS. SITO: WWW.IMMOBILIAREBATTISTI.IT


16

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

AT T U A L I T À

Ricostruzione. Consegnate le casette di legno e la nuova scuola materna

Onna ritorna a vivere grazie al Trentino

(Foto arch. PAT)

«Queste case - ha detto il presidente Lorenzo Dellai - non appartengono alla Provincia autonoma di Trento, al Governo, o a questa o a quella forza politica: appartengono agli abruzzesi che le abiteranno e rappresentano un segno tangibile della volontà dell’Abruzzo di rinascere sulle macerie del terremoto che l’ha colpito così crudelmente». La cerimonia Una sobria cerimonia, il 15 settembre scorso, per la consegna delle casette di legno realizzate a Onna dai trentini nell’ambito del protocollo siglato con la Croce Rossa e il Dipartimento nazionale della protezione civile, in tutto 94 alloggi di diversa tipologia - destinati ad accogliere circa 300 terremotati della frazione - costruiti su un terreno prospiciente il paese andato distrutto dal terremoto, in cui perirono 41 persone. Presenti all’evento, assieme alle molte altre autorità, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, l’Assessore Lia Beltrami e in rappresentanza del Consiglio provinciale trentino il Vicepresidente Claudio Eccher. Si è trattato di una cerimonia sobria ed essenziale, ma l’emozione era palpabile sia fra la gente di Onna sia fra i volontari della Protezione civile, della Croce rossa e degli altri soggetti coinvolti al momento della consegna degli alloggi. Da questo momento, infatti, Onna ritorna a vivere e a sperare. «Queste case - ha commentato il presidente Lorenzo Dellai parlando con i tanti giornalisti giunti in Abruzzo per l’occasione - non appartengono alla Provincia autonoma di Trento, al Governo, o a questa o a quella forza

politica: appartengono agli abruzzesi che le abiteranno e rappresentano un segno tangibile della volontà dell’Abruzzo di rinascere sulle macerie del terremoto che l’ha colpito così crudelmente. Solo questo conta; siamo felici di avere potuto contribuire alla ricostruzione e di poter continuare il nostro impegno qui, perché, vorrei ricordarlo, l’impegno del Trentino a fianco dei terremotati non finisce oggi». Il nuovo villaggio di Onna Il villaggio è composto di edifici prefabbricati eseguiti con criteri antisismici, di tipo bifamiliare, realizzati con struttura in legno e ad

un piano. Le strutture, sono posate su di una platea di calcestruzzo armato e sono delle seguenti tipologie: - n. 24 nuclei abitativi di tipo “A”, destinati ad ospitare famiglie da 1-2 persone, composti da: cucina-soggiorno, bagno, una stanza da letto e un portico esterno (superficie netta di circa 45 mq); - n. 40 nuclei abitativi di tipo “B”, destinati ad ospitare famiglie da 3-4 persone, composti da: cucina-soggiorno, bagno, due stanze da letto e un portico esterno (superficie netta di circa 50 mq); - n. 30 nuclei abitativi di tipo “C”, destinati ad ospitare famiglie da 5-6 persone, composti da: cucina-soggiorno,

bagno, tre stanze da letto e un portico esterno (superficie netta di circa 75 mq). Alcune unità abitative sono state realizzate con caratteristiche idonee per ospitare persone disabili. La viabilità interna permette di accedere agevolmente a tutte le abitazioni mentre la zona parcheggi, dimensionata per tutto il villaggio è posizionata nel lato sud dell’area in modo da disporre di ampi spazi dedicati a verde pubblico. Elementi aggiuntivi e di completamento del villaggio sono: il luogo della memoria con visuale verso il paese distrutto, la scuola materna e la nuova chiesa realizzate con le

Il plauso del Presidente Napolitano Il 6 settembre scorso il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha fatto tappa a Onna, il paese simbolo del terremoto. Ad accoglierlo anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. Da parte del presidente della Repubblica sono giunte parole di apprezzamento per il lavoro svolto dalla protezione civile trentina e dalle centinaia e centinaia di volontari delle diverse organizzazioni convenzionate con la Provincia autonoma di Trento che si sono prodigati per cercare di dare il prima possibile un tetto a chi ha perso tutto a causa del sisma. Napolitano, subito dopo un momento di intensa riflessione ai piedi dell’albero della memoria, ha visitato il

nuovo asilo che è stato realizzato - anche in questo caso con impiego della tecnologia del legno - seguendo il progetto di Giulia, la giovane studentessa di architettura deceduta a seguito del sisma. Proprio sulla soglia di questa che è la prima costruzione pubblica ad essere stata edificata, Napolitano è stato accolto da Angela Bove, la madre di Giulia, e dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. È stato lo stesso Dellai ad accompagnare poi il presidente Napolitano nella visita di alcune delle casette destinate ai terremotati. Napolitano ha avuto parole di compiacimento per la qualità del lavoro svolto e per la velocità di realizzazione dell’intervento.

Napolitano e Dellai (Foto arch. PAT)

donazioni di altri soggetti. Il nuovo asilo Tra tutte quelle realizzate dopo il disastroso sisma del 6 aprile, è senz’altro l’opera simbolo della ricostruzione in Abruzzo, un edificio che guarda al futuro perché destinato ai bambini. È l’asilo di Onna, intitolato a Giulia Carnevale, una giovane studentessa universitaria morta sotto le macerie della Casa dello studente dell’Aquila, e il cui progetto nasce direttamente da una sua idea sviluppata per l’esame di composizione alla facoltà di Ingegneria. Opera simbolo dell’Abruzzo terremotato anche perché riassume in sé il significato più profondo di una solidarietà che, sulle macerie de L’Aquila, ha “ricostruito” l’unità dell’intera nazione. Finanziato con le offerte dei telespettatori della trasmissione televisiva “Porta a Porta”, curato nella progettazione, nell’appalto e nella direzione lavori dalla Provincia autonoma di Trento, soggetto attuatore dell’intervento per conto della Protezione civile nazionale, materialmente costruito da una ditta di Sant’Angelo (Pescara) che ha utilizzato maestranze esclusivamente abruzzesi, l’asilo nido di Onna, composto da una scuola materna per 50 bambini e da un asilo nido con 25 posti, interamente costruito in legno, è stato consegnato,


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

AT T U A L I T À

17

Ricostruzione. Consegnate le casette di legno e la nuova scuola materna assieme alle casette realizzate in Abruzzo dal Trentino, alla Protezione civile nazionale per essere poi affidato in gestione alle Suore della Presentazione di Maria, congregazione di origine francese dedita all’istruzione dell’infanzia. «Il sogno di Giulia – aveva spiegato il 21 agosto scorso ad Onna, in occasione della consegna delle prime casette realizzate dai trentini, la madre Angela Bove Carnevale - era questo e vederlo realizzato è per me una consolazione, così il suo nome e la sua memoria non rimarranno sepolti sotto le macerie». «Sembrava un obiettivo lontano, forse irrealizzabile - ha ribadito Angela Carnevale il 15 settembre scorso - e oggi invece esso è una realtà. Se mia figlia potesse vederlo ne sarebbe felice». L’intervento si colloca all’interno dell’area ove la Protezione civile e i volontari trentini hanno realizzato, per conto della Croce Rossa nazionale che lo ha finanziato con 5 milioni di euro, l’abitato provvisorio di Onna. La scuola materna ed asilo nido sorge proprio all’ingresso del nuovo villaggio, alle spalle dell’”albero

della memoria” che ricorda le 41 vittime di Onna. Una collocazione privilegiata che testimonia l’intento di ricostruire, assieme alle case, anche lo spirito collettivo di una comunità così duramente colpita. L’idea della scuola, come detto, è nata esaminando il lavoro che Giulia Carnevale stava facendo per l’esame di composizione alla facoltà di Ingegneria. «Era orgogliosa di questo suo studio - ricorda la madre - me lo

tezione civile trentina che, in collaborazione con lo studio Tomaselli e Broccato di Strigno, in Valsugana, ha sviluppato quello che poi è diventato un progetto vero proprio che ricalca gli elementi compositivi dettati dalla giovane studentessa. Come abbiamo detto la forma è quella di un “libro”, un libro da aprire e sfogliare, percepibile dall’esterno, e al cui interno le attività sono protette come in una sorta di guscio. Questo è sembrato

(Foto arch. PAT)

fece vedere proprio pochi giorni prima». L’idea di Giulia era di una scuola che ricordasse, nella sua forma architettonica, un libro e da quest’idea è partito l’architetto Fabio Andreatta del Dipartimento della Pro-

bello dell’idea di Giulia, e questo si è cercato di fare. La realizzazione dell’asilo è stata straordinariamente veloce, solo 31 giorni, un record, ed ha comportato una spesa, arredi ed Iva inclusi, di 1.480.000 euro.

Caratteristiche architettoniche Il progetto si articola su un unico piano di circa 600 metri quadrati. Comprende due sezioni di scuola materna ed una sezione di asilo nido in grado di ospitare circa 75 bambini. Un ampio spazio centrale è destinato alle attività libere, su cui si affacciano sia le attività ordinate delle due sezioni sia le attività pratiche che si è preferito concentrare in un unico spazio più facilmente gestibile. Alla mensa, completata da una cucina, è stato riservato uno spazio dedicato ma che può essere facilmente adattato ad altre esigenze secondo la domanda di flessibilità che la scuola stessa sarà capace di adottare. Nella parte posta verso nord si sono ricavati l’ambulatorio medico, un deposito generale della scuola e l’aula insegnanti. La struttura è stata interamente realizzata in pannelli di legno strutturale con sovrapposta una struttura in legno (sistema X LAM). Il pacchetto di copertura è stato realizzato con struttura secondaria in legno, tavolato, isolazione e camera d’aria per ventilazione. Tutto l’edificio è ad alto isolamento termico in modo da rispettare i parametri di Casa Clima B

e anche i criteri di ecosostenibilità. Sono state impiegate anche doghe di rivestimento in legno alternate con elementi pieni colorati realizzati con cappotto termico. Le pareti interne sono in carton gesso opportunamente isolate dalle strutture. Anche il controsoffitto è, in gran parte, in carton gesso per rispondere alla normativa antincendi e per consentire una più efficace illuminazione naturale. Pavimentazioni in ceramica sono state usate nei servizi, nei depositi e nella cucina. L’impianto di riscaldamento è a pavimento per un maggior comfort degli utenti. Le luci tutte a spettro di luce solare ed opportunamente dimmerabili. Un edificio dunque pensato per garantire le strutture e tutto il supporto necessario allo svolgimento dell’attività didattica, nel rispetto dei parametri di sostenibilità oggi richiesti. Si è deciso infatti di porre l’accento sulle caratteristiche di sostenibilità che l’edificio deve possedere, a partire dall’approccio bioclimatico alla progettazione per finire con la scelta del legno quale materiale principale impiegato per la sua realizzazione.


18

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

AT T U A L I T À

Il caso. Interrogazione del Carroccio sulla manifestazione di arte contemporanea

Per la Lega Nord i conti di “Arte Sella” non tornano La Lega Nord Trentino ha presentato un’interrogazione sulla gestione di “Arte Sella”, documento che pubblichiamo integralmente di seguito, rimanendo – come sempre – a disposizione per eventuali precisazioni o repliche, nonché per i commenti di chiunque volesse aggiungere qualcosa in merito a questa vicenda.

A

rte Sella è una manifestazione internazionale di arte contemporanea, nata nel 1986, che si svolge all’aperto nei prati, nei boschi della Val di Sella (comune di Borgo Valsugana, provincia di Trento). La manifestazione è gestita dall’associazione senza fini di lucro omonima con sede a Borgo Valsugana. Nel tempo il progetto di Arte Sella si è sviluppato fisicamente delineando un percorso chiamato ArteNatura lungo il quale il visitatore può vedere le opere, posizionate nell’ambiente naturale, e allo stesso tempo godere delle particolarità ambientali del luogo. Le opere sono generalmente tridimensionali, perché ottenute con sassi, foglie, con rami o tronchi; più raramente sono utilizzati oggetti, materiali o colori artificiali. Alla chiusura della manifestazione molte opere sono abbandonate al degrado e si inseriscono nel ciclo vitale della natura; altre iniziano

invece un percorso che le porta nei musei, nelle gallerie d’arte, in vari spazi espositivi in Italia o all’estero. L’associazione e la manifestazione hanno ricevuto il sostegno di diverse istituzioni ed enti pubblici tra cui la Provincia Autonoma di Trento, il Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale, e l’assessorato alla cultura. Negli anni il Servizio ripristino e Valorizzazione Ambientale ha affidato tramite convenzione al “Consorzio Lavoro Ambiente SCaRL” (ora Soc. Coop.) l’incarico di realizzare gli interventi di manutenzione presso il compendio di Arte Sella secondo quanto approvato nei Piani Pluriennali del Servizio stesso. L’incarico è ora svolto dal Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale che contribuisce sia alla realizzazione delle opere e ai loro siti di alloggio sia alla sistemazione dei percorsi e delle aree espositive. Il servizio attua anche interventi di manutenzione straordinaria,

come, ad esempio i ripetuti interventi sulla Cattedrale vegetale. Sembra che sia a carico della provincia anche l’acquisto dei materiali per la realizzazione delle opere e che non sempre questi provengano dalle nostre valli trentine (che non mancano di materiali “naturali” di ogni genere). Sarebbe davvero un peccato scoprire che il denaro pubblico provinciale sia adoperato per acquistare materiali fuori provincia, magari con costi ingenti. Da alcuni anni le attività di Arte Sella si sviluppano anche a Malga Costa (ex ristorante sempre nella valle di Sella), dove sono realizzati mostre, eventi di vario genere e laboratori creativi sperimentali. Gli edifici di Malga Costa ed i terreni annessi sono stati acquistati dal Comune di Borgo Valsugana e la Giunta Provinciale ha concesso nel 2003 un contributo al Comune per effettuare lavori di manutenzione straordinaria degli edifici in questione.

Gli edifici sono stati concessi in comodato gratuito all’Associazione Arte Sella dal Comune di Borgo con delibera di Giunta a partire dal 2004 (con una spesa annua da parte del Comune di circa 5.000 euro). Nel 2005 grazie al contributo del G.A.L. Valsugana nell’ambito del progetto LEADER Plus è stato possibile realizzare un grosso intervento di riqualificazione turistica e culturale; all’interno degli edifici di Malga Costa è stato tuttavia ricavato anche un negozio di gadget e vestiti con marchio Arte Sella! Casualmente poi, in tutto quel periodo, il direttore artistico di Arte Sella, Emanuele Montibeller è stato anche assessore alla cultura del Comune di Borgo Valsugana (lo è stato per due legislature a partire dal 2000), una coincidenza a dir poco fortuita. L’associazione Arte Sella è, da statuto, espressamente dichiarata non a fini di lucro e la cariche sociali gratuite, tuttavia da alcune modifiche

recenti dello statuto è stata introdotta una clausola che permette di assegnare compensi a componenti del Comitato Esecutivo dell’Associazione o a soci particolari in seguito al conferimento di mansioni che comportino impegno particolarmente gravoso. Dai bilanci risulta che l’associazione ha assunto del personale per ricoprire mansioni sia tecnico-amministrative, sia artistiche, onere che si è aggiunto ai contributi dati per le prestazioni professionali degli artisti. Ciò ha prodotto un particolare aggravio sul bilancio dell’Associazione, che ora si trova a dover sostenere diverse persone alle sue dirette dipendenze. Da bilancio consuntivo 2008 (da cui l’associazione risulta in perdita) si evidenziano quasi 200.000 euro di spese per il personale, tra artistico e tecnico-amministrativo. È logico allora domandarsi come possa un’associazione che trae il 50% degli introiti dai finanziamenti pubblici, prendersi l’onere di assumere ben 2 persone a tempo indeterminato e 4 persone a tempo determinato. Sembra inoltre che siano dipendenti dell’associazione, (pagati anche con i contributi dati dalla Provincia) sia il presidente dell’associazione Arte Sella, sia il direttore artistico (l’ex assessore già menzionato) e alcuni suoi famigliari. Un punto poco chiaro della gestione di Arte Sella è dato dal numero effettivo di visitatori della manifestazione e degli spazi espositivi. Sembra, infatti, sia divulgato dall’associazione il numero di 100.000 visitatori all’anno, un dato quantomeno sorprendente. Infatti, da bilancio 2008, Arte Sella riporta solo circa 75.000 euro di entrate tra biglietti d’ingresso al percorso e agli spettacoli, che possono corrispondere a una stima di 10-15.000 visitatori, lasciando quindi perplessi sulla reale portata delle manifestazioni che organizza e sulla ricaduta sul territorio che tanto viene decantata dalla provincia. Un’altra entrata che spunta dal bilancio 2008 (ma non dai preventivi di entrate 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

AT T U A L I T À

19

Il caso. Interrogazione del Carroccio sulla manifestazione di arte contemporanea presentati alla provincia) è quella relativa alle entrate commerciali per la pubblicità e la vendita sia nella sede in Val di Sella che in quella di Borgo Valsugana. Purtroppo, negli anni, da tutta questa attività e questi finanziamenti pubblici non solo non c’è stata alcuna ricaduta sul territorio della Val di Sella o del Comune di Borgo Valsugana, anzi. Le attività commerciali (i negozi e così pure gli hotel e i bar locali) che esistevano in Val di Sella ora sono chiuse. All’atto pratico in Val di Sella, sembra non esistere né un albergo, né un posto dove acquistare qualche souvenir locale (salvo il negozio di Arte Sella, che peraltro si trova in un ex ristorante). Le attività di Arte Sella non hanno portato coinvolgimento della popolazione locale, né convogliato nella zona risorse tali da poter ricadere su tutta la popolazione. Sembra che nemmeno Borgo Valsugana possa vantare un albergo o un B&B. Ultima perla, nel 2008 sono iniziati i lavori di recinzione di tutto il perimetro di Arte Sella, (lungo circa 10 km); quest’opera però preclude l’accesso anche ai privati che

vogliono raggiungere i loro terreni, situati nell’ampia area coinvolta, e che per entrare dovrebbero ora pagare l’ingresso ad Arte Sella. Tutto ciò premesso, il Gruppo Consiliare Lega Nord Trentino interroga il Presidente della Provincia per sapere: 1) Chi sono i proprietari dei terreni su cui si svolgono le manifestazioni di Arte Sella, quali accordi di concessione di utilizzo ci sono con i proprietari e come sono gestiti dall’Associazione; 2) Se corrisponde al vero che il Servizio ripristino e Valorizzazione Ambientale della PAT, ora Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale ha svolto e tuttora svolge gli interventi di manutenzione presso il compendio di Arte Sella, quando ha iniziato questi interventi, in quali date si sono svolti e per quali tipi di lavori; 3) Se vi è del personale impiegato specificatamente per Arte Sella da parte della provincia o dei suoi Servizi, di quante unità si tratta, con quali contratti sono impiegati, con quali mansioni e con quali spese; 4) Quali e quanti contributi ha ricevuto l’Asso-

ciazione Arte Sella da parte della provincia fino ad oggi, da quali servizi provinciali, per quali impieghi precisi e in base a quali richieste o preventivi; 5) Se la provincia ha acquistato materiali per la realizzazione delle opere di Arte Sella, se si è rivolta a ditte trentine, italiane o straniere, per quali materiali e per quali importi; 6) Chi sono i responsabili delle varie collaborazioni o finanziamenti concessi e quale trasparenza è data ai finanziamenti e alle spese sostenute per Arte Sella da parte della provincia;

La mozione di Boso

7) Chi sono i dipendenti dell’Associazione, quali incarichi rivestono, quali compensi, quando e come sono stati assunti, se in base a concorso o secondo quali qualifiche e se hanno tra loro legami di parentela; 8) Quanti visitatori ha Arte Sella annualmente, quanti partecipanti alle varie manifestazioni, quanti soci, quante classi e di quali istituti scolastici; 9) Su quali basi sono stati accettati dei preventivi così bassi delle entrate 2009 di Arte Sella quando lo stesso

Il consigliere comunale della Lega Nord Enzo Erminio Boso ha presentato una mozione per impegnare il sindaco e la giunta di Borgo a: 1) sospendere e rivalutare i finanziamenti ad Arte Sella, in considerazione dell’assenza di ricadute benefiche per le attività commerciali locali, e constatato l’esiguo numero di visitatori. 2) verificare se l’Associazione ha presentato una Dia presso gli uffici comunali, unitamente a un parere paesaggistico, per la costruzione del recinto del perimetro di Artesella, ed in caso contrario a voler immediatamente intervenire per sospendere i lavori e ordinare il ripristino; 3) voler accertare se l’ultima opera realizzata, costruita in muratura e rivestita di sassi, sia compatibile con le norme urbanistiche oppure se possa configurarsi come un abuso in materia edilizia; 4) sciogliere, alla scadenza, la convenzione di comodato gratuito di Malga Costa ad Arte Sella, e riconvertire l’immobile a Ristorante, Bar.

bilancio 2008 indica valori ben superiori; 10) Quali verifiche ha fatto la provincia sul numero effettivo di visitatori di Arte Sella, dato che il valore indicato nel preventivo 2009 di 50.000 euro di entrate per vendita di biglietti e quote di iscrizione è nettamente inferiore al dato del bilancio 2008 di 75.000 euro; 11) Quali attenzioni sono state prestate negli anni alla ricaduta sul territorio generata dalle attività di Arte Sella, quale monitoraggio è stato fatto in merito e se è stata considerata parametro di valutazione per la concessione di fondi; 12) Chi ha autorizzato la costruzione della recinzione perimetrale dell’area interessata dai percorsi di Arte Sella, con quali fondi verrebbe realizzata (se con finanziamento della provincia) e se prevede il coinvolgimento delle squadre del Servizio valorizzazione ambientale. Lega Nord Trentino Cons. Alessandro Savoi Cons. Mario Casna Cons. Franca Penasa Cons. Giuseppe Filippin Cons. Luca Paternoster Cons. Claudio Civettini


20

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

AT T U A L I T À

21

Perù. Inaugurata una casa di accoglienza per ammalati indigenti IN BREVE

La solidarietà trentina non conosce confini

L

a solidarietà trentina non conosce confini. Negli ultimi tempi l’abbiamo vista all’opera soprattutto nell’Abruzzo devastato dal terremoto, ma essa continua silenziosamente il suo operato anche in altre e più lontane zone del mondo. L’ostello per i pazienti più poveri assistiti dall’ospedale Dos de Mayo di Lima, inaugurato alla presenza dell’assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami, del vescovo vicario della capitale peruviana, il trentino Adriano Tomasi, conosciuto affettuosamente come “padre Pachi”, e da numerose altre autorità, fra cui il cardinale di Lima Juan Luis Cipriani Thorne e il ministro all’educazione del governo peruviano José Antonio Chang (in rappresentanza del presidente della Repubblica Alan Garcia), ne è un esempio. La struttura accoglierà gli ammalati che giungono a Lima spesso anche dalle remote regioni andine dell’interno, in attesa del loro ricovero all’ospedale Dos de Mayo, istituzione storica della città, fondata nel 1875 e intitolata al secondo arcivescovo Santo Toribio de Mongrovejo; ospiterà inoltre i convalescenti al momento delle loro dimissioni, che potranno trascorrere qui il tempo necessario a rimettersi in forze prima del loro rientro a casa, ricevendo nel frattempo tutte le cure e le medicine del caso. In totale, l’“hogar transitorio” (questo il suo nome spagnolo) potrà ospitare fino a un’ottantina di persone, che altrimenti, come succede oggi, si accamperebbero dove possono, magari persino in qualche parco cittadino. «Quando si inaugura una nuova opera si pensa che il più è fatto – ha detto l’assessore Beltrami – ma in realtà

L'assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami alla cerimonia di inaugurazione dell'ostello a Lima (foto arch. PAT)

Lia Giovanazzi Beltrami con il Cardinale Cipriani (foto arch. PAT)

tutti sappiamo che il vero impegno inizia ora. Confidiamo però di riuscire anche in questa impresa, grazie soprattutto nella straordinaria energia di padre Pachi». L’impegno dei trentini in Perù non è nuovo, e negli anni ha dato vita a diversi progetti volti soprattutto ad alleviare le sofferenze della parte della popolazione più bisognosa, ma anche ad accrescere i livelli di scolarità e a facilitare l’avviamento al lavoro di centinaia di uomini e donne. L’Hogar transitorio inaugurato a Lima, come ricordato dall’assessore Beltrami nel corso della cerimonia svoltasi il 28 agosto scorso, è dunque un tassello di un impegno più ampio, che coinvolge, oltre alle istituzioni provinciali, ai comuni (in testa quello di Trento), all’università e alle scuole trentine anche missionari, associazioni e persino la piccola comunità

di nostri emigrati presente nella metropoli, che l’assessore ha incontrato assieme a monsignor Tomasi. Nel corso della breve missione peruviana l’assessore Beltrami, accompagnata dal dirigente generale Carlo Basani, ha visitato l’istituto superiore tecnologico “Giovanni Paolo II”, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e inaugurato tre anni fa a Manchay, un comune di circa 80 mila abitanti situato all’estrema periferia di Lima, in una zona montagnosa e desertica. A Manchay progetti come questo stanno veramente facendo un miracolo: quello che fino a qualche anno fa sembrata una sorta di girone infernale, abitato perlopiù da immigrati dalle zone più povere e più insicure dell’entroterra andino, oggi sta lentamente trasformandosi in una comunità organizzata e molto unita, consapevole dei pro-

blemi che ha di fronte (uno per tutti quello dell’acqua, cronicamente assente) ma anche degli strumenti di cui dispone per affrontarli. Nella scuola realizzata dai trentini studiano attualmente circa 400 studenti: visto l’ottimo livello della preparazione professionale fornita nelle diverse aree (professioni della cucina, attività artigianali, carpenteria, solo per citarne alcune), essi trovano facilmente un impiego una volta diplomati. Un progetto curato da alcuni ingegneri dell’università di Trento, centrato sul trattamento della acque reflue e il loro riutilizzo per l’irrigazione, dovrebbe sfociare nel prossimo futuro anche in un programma di rimboschimento delle montagne che circondano la zona.«Studiare è impegnativo e non sottrae molto tempo libero – ha ricordato l’assessore Beltrami agli studenti della scuola nel corso di un breve incontro – ma i frutti dei vostri sforzi odierni li ritroverete moltiplicati per cento nel vostro futuro, che è poi il futuro dell’intera comunità di Manchay». La delegazione trentina ha infine visitato il centro per bambini con Aids dei padri Camilliani, creato da padre Zeffirino Montin, e la Casa delle Adoratrici, le suore che a Lima assistono le giovani prostitute (in alcuni quartieri le donne sole con figli rappresentano l’80% dei nuclei familiari; per molte di esse la prostituzione è una maniera per procurare il pane ai loro bambini). Ma il Perù è anche un paese in crescita, che sta dimostrando di saper resistere ai colpi assestati dalla crisi internazionale, un paese che cerca la sua strada nel mondo globalizzato con la forza del suo straordinario passato, delle sue tradizioni, e con il dinamismo del suo presente, pur fra tante contraddizioni.

Per i boliviani d’Abruzzo...

Il Trentino, che non dimentica il suo trascorso di povertà ed emigrazione, si sforza, come sempre, di fare la sua parte: lo fa nei quartieri poveri di Lima o negli sperduti villaggi andini ma lo fa anche in Abruzzo, dove è partito grazie all’assessorato alla solidarietà internazionali e al Cinformi un programma per il reinserimento al lavoro degli immigrati che lo hanno perso a causa del terremoto. E guarda caso la prima comunità consistente ad aver beneficiato di questo programma è proprio quella peruviana, formata in particolar modo di donne.

Il trentino Padre “Pachi”

Adriano Tomasi, chiamato affettuosamente “padre Pachi” ha alle spalle una storia davvero straordinaria: originario di Montevaccino-San Donà, dopo aver preso gli ordini venne mandato prima a Roma, dove approfondì lo studio della liturgia, e poi per tre anni a Hong Kong a imparare il cantonese, in vista della sua missione finale: la cura delle anime della vasta comunità cinese presente in Perù (cir-

ca il 10% della popolazione, giunta qui originariamente nell’800, all’epoca della Guerra dell’Oppio). Ordinato vescovo ausiliario di Lima nel 2001, padre Pachi è davvero, oggi, un motore instancabile dei progetti di solidarietà che alimentano l’amicizia fra Trentino e Perù, e sono sempre più numerosi i volontari della nostra provincia che, anche solo per brevi periodi, gli offrono il loro aiuto. Molti sono anche, naturalmente, i benefattori peruviani che supportano i progetti di monsignor Tomasi; il centro appena inaugurato lo si deve anche alla loro generosità e, come auspicato dal cardinale Cipriani, esso potrà rappresentare un’occasione di crescita per il volontariato locale.


22

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

23

Borgo. Un intervento nell’ambito dei progetti per la Casa di riposo

Inaugurata la Cappella di S. Lorenzo e S. Maria della Misericordia La Cappella tornerà ad essere il luogo del raccoglimento, dopo anni di assenza, non solo per gli ospiti della Casa di riposo e per i loro familiari, ma anche, secondo desiderio e volontà degli amministratori, della comunità di Borgo.

I

l primo impegno del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona presieduto dal dott. Mario Dalsasso è stato quello di accelerare la conclusione dei lavori di ristrutturazione, ampliamento e adeguamento strutturale della Casa di riposo di Borgo. Non a caso il primo locale inaugurato è stata la Chiesa, quasi a dimostrare che muri e pietre, come le grandi Cattedrali, si devono prima fondare su cose immateriali come spiritualità, fede e ideali. Grazie alla volontà e alla determinazione del presidente Mario Dalsasso, alla appassionata progettazione dell’architetto Enrico Ferrari, all’impegno della direzione lavori, arch. Francesca Boneccher e geom. Franco Battisti, e alla professionalità delle varie ditte e degli operai, la Cappella di S. Lorenzo e S. Maria della Misericordia è stata inaugurata dall’Arcivescovo, Mons. Luigi Bressan, che ha accolto l’invito cogliendone proprio il valore simbolico. La messa di consacrazione è avvenuta il 10 agosto scorso, giorno di San Lorenzo. La Cappella tornerà così ad essere il luogo del raccoglimento, dopo anni di assenza, non solo per gli ospiti della Casa di riposo e per i loro familiari, ma anche, secondo desiderio e volontà degli amministratori, della comunità di Borgo. L’apertura al territorio, cioè la possibilità che alcuni spazi della Casa di riposo siano utilizzabili e disponibili per altri cittadini, come questa cappella, come sarà per parte del parco e

Il giorno dell'inaugurazione della Cappella di S. Lorenzo e S. Maria della Misericordia con Mons. Luigi Bressan

del nuovo viale pubblico lungo via per Telve, è infatti una delle aspirazioni e dei progetti del Consiglio di Amministrazione. Illustriamo brevemente, con le parole dell’architetto Enrico Ferrari, le caratteristiche del progetto e dell’esperienza della costruzione. «La storia del progetto. Le chiese, le basiliche, le cattedrali ma anche le piccole chiesette rurali sono sempre state tra le più alte espressioni dell’ingegno umano. Architettura, pittura, scultura e arti minori si sono sempre espresse all’unisono per celebrare nel modo più degno il Signore. La chiesa è sempre stata infatti opera di tutta la società che in essa riconosceva la propria identità culturale, religiosa, storica, sociale. Guardando ora il primo schizzo del 25 gennaio 2009 per riqualificare la cappella di S. Lorenzo e S. Maria della Misericordia, vedo che

quell’idea si è pienamente realizzata. Nel rinnovare infatti questa cappella, anche se piccola e, forse, per alcuni, poco significativa, si è cercato di conseguire tre obiettivi: spiritualità, identità e conoscenza. La spiritualità deriva non solo dalla destinazione d’uso ma anche dall’insieme di architettura: volume, forma, colore, luci, decorazioni. Abbiamo cercato di dare vita, in questo piccolo spazio, alle emozioni e ai ricordi provati in tante chiese, basiliche e cattedrali in Italia e in Europa. In particolare, vista l’angustia del locale, abbiamo ripensato ad alcune cappelle, veri straordinari gioielli di cui è ricca l’Italia: la cappella Brancacci a S. Maria del Carmine Firenze, con le opere di Masaccio, Masolino, Filippino Lippi, la cappella degli Scrovegni a Padova, con le opere di Giotto, le cappelle Peruzzi

e Bardi a S. Croce Firenze, con le opere di Giotto, la cappella Bacci a S. Francesco in Arezzo, con la Leggenda della vera croce di Piero della Francesca, il convento di S. Marco a Firenze con le opere del Beato Angelico, la Basilica di S. Francesco in Assisi, con le opere di Giotto. Da quelle cappelle è derivato il blu per le pareti e il soffitto che fa da sfondo alle grandi riproduzioni dei misteri della Gloria e della Gioia: dalla nascita di Maria e di Gesù alla Fuga in Egitto, all’Ulti-

ma cena, alla Crocifissione, all’Ascensione, alle Pentecoste, all’Incoronazione della Madonna. L’identità è stata invece il secondo obiettivo. Identità come comune sentire di persone con la stessa fede, con la stessa storia, con gli stessi ideali. L’identità qui è rappresentata negli acquerelli esterni alla cappella, opera di Enrico Ferrari, con le chiese dei paesi che gravitano sulla Casa di riposo: Telve di sopra, Telve, Castelnuovo, Carzano e Borgo. Questi disegni hanno cercato di cogliere anche le specificità architettoniche, cromatiche, urbanistiche e paesaggistiche delle diverse chiese, per ricordare a chi andrà alla cappella, ma, soprattutto agli ospiti, i loro paesi di origine, per conservare o rinnovare un minimo di legame anche visivo. Il terzo obiettivo è stata la conoscenza. Questa cappella vuole essere infatti anche una sorta di scuola, come lo sono sempre state le chiese, non solo scuola di fede ma anche di arte e di architettura. In questa piccola cappella sono riprodotti capolavori della nostra cultura, della nostra pittura, della nostra civiltà, lontani nel tempo che, forse, molti non avranno mai potuto ammirare. Dare a tutti i visitatori questa opportunità pensiamo sia una cosa buona perché questi capolavori hanno sempre molto da insegnarci, aiutandoci a trovare la giusta direzione nel caos del mondo contemporaneo. Ricordiamo cosa scriveva Dante Alighieri 700 anni fa:“… fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza”.


24

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

AT T U A L I T À

Venezia. Incontro su influenza, farmacie di confine, formazione e liste d’attesa

Sanità: più collaborazione tra Trentino e Veneto... A Venezia un confronto molto proficuo tra l’Assessore alla salute del Trentino Ugo Rossi e quello alla sanità del Veneto Sandro Sandri su questioni di interesse comune, a cominciare dalla gestione di alcune situazioni che riguardano in particolare Trento da un lato e le province di Verona e Belluno dall’altro.

S

variati ambiti di nuova collaborazione in campo sanitario tra la Provincia autonoma di Trento e la Regione del Veneto sono stati individuati nel corso di un incontro, tenutosi il 3 settembre scorso a Venezia, tra l’assessore provinciale alla salute Ugo Rossi e quello alla sanità del Veneto Sandro Sandri. Nuova influenza, flussi di mobilità, farmacie di confine, formazione, collaborazione nella lotta alle liste d’attesa, in un quadro allargato anche a Friuli Venezia Giulia e Provincia autonoma di Bolzano, sono i fronti sui quali Rossi e Sandri hanno concordato di avviare il lavoro comune, da effettuare

anche attraverso l’attivazione di alcuni tavoli tecnici. Per favorire i cittadini residenti in Primiero si è prevista la possibilità di prenotare le visite specialistiche su Feltre tramite il Centro unico prenotazioni dell’Azienda provinciale per i Servizi sanitari di Trento. «Un confronto molto proficuo – hanno sottolineato entrambi – perché le questione di interesse comune sono molte, a cominciare dalla gestione di alcune situazioni che riguardano in particolare Trento da un lato e le province di Verona e Belluno dall’altro». Primo aspetto, la nuova influenza: su questo fronte, Veneto e Trentino sono pronti

L’ospedale di Malcesine

a collaborare per la presa in carico dei pazienti e la gestione dei vaccini nelle aree confinarie, in modo da fornire alla gente il miglior servizio possibile. Uno specifico Tavolo tecnico è stato attivato per approfondire la valutazio-

ne sui flussi di mobilità interregionale, in particolare nelle zone dell’alto Lago di Garda e del Feltrino. Il tavolo prenderà anche in considerazione le opportunità per un miglior uso del punto di primo intervento di Malcesine e del pronto soccorso di Arco. Un secondo tavolo prenderà in considerazione la questione delle borse di studio delle scuole di specialità, che riguarda in particolare gli studenti trentini che gravitano sull’Università di Verona. Accolto anche l’appello di Federfarma per definire e sottoscrivere un accordo che consenta da parte delle farmacie di confine, preventivamente individuate dalle due

parti, di accettare ricette ed erogare farmaci anche a utenti provenienti dall’altra regione che, per motivi logistici o di cura, trovino più comodo rivolgersi a farmacie ubicate in un territorio diverso da quello della regione o provincia di residenza. Molto rilevante, infine, il “disegno”, che potrebbe coinvolgere non solo Veneto e Trento, ma anche Bolzano e Friuli, per incidere sinergicamente sul problema delle liste d’attesa. Una prima mossa potrebbe essere la definizione di un sofisticato sistema di rilevamento sull’attività dei professionisti che operano sia nel pubblico che in regime privato.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

AT T U A L I T À

25

L’intervento del Senatore Giacomo Santini nell’Aula di Palazzo Madama

I riflessi del decreto anticrisi sulla montagna Nell’ultimo dibattito del Senato prima della pausa estiva, sul decreto anticrisi, il senatore trentino Giacomo Santini è stato l’unico ad evidenziare le ripercussioni che la crisi ha nelle zone di montagna. Ecco il contenuto dell’intervento.

L

’intervento che sto per fare intende assumere il significato di un promemoria su un tema molte volte dibattuto ma, purtroppo mai completamente risolto - ha esordito il senatore trentino - la specificità delle zone di montagna, il loro svantaggio naturale, derivante da condizioni geografiche, orografiche, sociali, economiche decisamente diverse da quelle di altre zone più facili da raggiungere e da vivere come gli agglomerati urbani o le comunità situate in pianura». Dopo avere dichiarato di condividere il prudente ot-

«

timismo di chi ritiene di intravedere la fine del tunnel, il senatore Santini ha continuato: «Le politiche per la montagna sono da sempre la cenerentola anche delle politiche regionali, strutturali e territoriali. La ragione è che, anche se la montagna italiana occupa oltre il 50% del territorio, ci vive solo il 12% della popolazione, quindi anche in termini politici, insomma di voti disponibili, non è molto competitiva con la densità demografica delle pianure. Anche se la montagna produce il 20% del PIL». «Una seconda ragione deriva dalla nostra storia che dimostra come la montagna,

anche in tempi di crisi grave, ha sempre dimostrato di avere capacità di reazione più rapide ed efficaci di qualsiasi altro territorio. I montanari, insomma, sanno darsi da fare in proprio. Invece di piangere e tendere la mano, si rimboccano le maniche e affrontano da soli le prime difficoltà». «In montagna tutto ha valori amplificati. Anche una crisi economica si manifesta con segnali pesantissimi perché colpiscono un sistema sociale ed economico fragile e già provato dalle difficoltà endemiche». «In questo momento le due grandi risorse della montagna: l’agricoltura e il turismo

sono in ginocchio. Il latte, prodotto simbolo della montagna, viene pagato 30 centesimi al litro all’allevatore che non copre nemmeno le spese, altro che investimenti per lo sviluppo». «Il bilancio turistico della stagione invernale è di pura sopravvivenza. Le prenotazioni per la stagione estiva lasciano crateri anche nel periodo di alta stagione. Aumenta, invece, il turismo mordi e fuggi. Si parte al mattino e si torna a casa alla sera, dopo avere consumato i panini portati nello zaino. I ristoranti sono per pochi intimi ed anche le pizzerie più popolari lamentano cali di presenze superiori al 30%».

Il parlamentare trentino ha invitato il Governo a mettere mano ad iniziative di supporto per sostenere aziende, famiglie e persone ed ha avanzato qualche proposta concreta: 1 “Riconoscere una fiscalità di vantaggio per tutte le aziende di montagna; 2. Elevare la riduzione del prezzo agevolato sul gasolio da riscaldamento e sulle altre risorse energetiche; 3. Ottenere deroghe dal regime degli aiuti di Stato e dalle regole della concorrenza; 4. Approvare nuove norme per l’assunzione di personale stagionale; 5. Riconoscere incentivi per la multifunzionalità e per le professioni tipiche della montagna: guide alpine, maestri di sci, portatori, accompagnatori, battipista, boscaioli, malgari,ecc. Infine occorre conferire strumenti più rapidi e incisivi per gli interventi degli enti territoriali della montagna sul tessuto imprenditoriale e a favore dei nuclei familiari».

Giacomo Santini


26

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


DOSSIER

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

27

Il rapporto. I principali aspetti dello studio diffuso dall’APPA

Lo stato dell’ambiente in Trentino Il dato generale che emerge dal nuovo “Rapporto sullo stato dell’ambiente della provincia di Trento” è una situazione ambientale del Trentino nel complesso positiva, con diverse

I

luci e punte di eccellenza, benché non manchino anche alcuni elementi di criticità.

l 6° “Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia autonoma di Trento”, realizzato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) con la supervisione scientifica di Agenda 21 Consulting Srl, offre un quadro molto vasto e diversificato dello stato dell’ambiente trentino, essendo diviso in 21 capitoli contenuti in quattro sezioni, ben distinguibili anche dal punto di vista grafico: la prima sezione (5 capitoli, dall’1 al 5) è dedicata all’analisi di quei fattori da cui originano le pressioni sull’ambiente: demografia, uso del suolo, consumi e rifiuti, trasporti, energia; la seconda (4 capitoli, dal 6 al 9) è dedicata all’analisi delle pressioni ambientali esercitate dai settori economico-produttivi: agricoltura e zootecnia, industria e artigianato, pubblica amministrazione e commercio, turismo; la terza sezione, vero cuore del Rapporto (7 capitoli, dal 10 al 16), è dedicata all’ambiente in senso stretto e ai suoi elementi: natura e biodiversità, fattori climatici, aria, acqua, suolo, rumore, campi elettromagnetici e radon; infine, la

andamento variabile/oscillante, mentre nel 22% dei casi non è stato possibile fare confronti col passato per assenza di dati confrontabili.

quarta (5 capitoli, dal 17 al 21) analizza le risposte in atto e quelle possibili per la costruzione di relazioni sostenibili tra ambiente e società: programmazione, cultura ambientale, cooperazione, ricerca, stanziamenti e investimenti. Dei 106 indicatori utilizzati nel Rapporto, il 49% presenta una situazione giudicata intermedia o incerta, il 29% una situazione positiva e il restante 22% una situazione negativa. Degli stessi indicatori è stato preso in considerazione, oltre alla situazione presente, anche il trend rispetto al passato: la maggior parte (27%) presenta una situazione in miglioramento, il 17% è costante e il 20% in peggioramento; un 14% presenta invece un

L’aria è stata analizzata sotto due diversi aspetti: le emissioni in atmosfera delle sostanze inquinanti monitorate e le loro concentrazioni in atmosfera. La realtà risulta complessa, con situazioni positive

Obiettivi e destinatari

(soprattutto monossido di carbonio, piombo e benzene) e altre più problematiche (soprattutto polveri sottili, biossido di zolfo e ozono). In termini di emissioni, il dato generale che emerge dall’analisi dell’inventario provinciale delle emissioni è una diminuzione significativa di molti inquinanti nel periodo considerato (1995-2004). Per quanto riguarda le fonti di emissione, si rilevano evidenti decrementi per il settore agricoltura e per i trasporti,

Il principale obiettivo del Rapporto – un documento che la normativa comunitaria e nazionale impone a Regioni e Province di redarre periodicamente e che in Trentino segue quello del 2003 – è quello di fornire ai soggetti interessati un quadro d’insieme sintetico, completo e significativo dello stato di salute dell’ambiente trentino, che permetta di valutarlo su basi scientifiche e rigorose. Destinatario principale del Rapporto è il decisore pubblico, in particolare quello provinciale, al quale lo studio dell’APPA vuole offrire la possibilità di valutare da un lato l’efficacia della precedente pianificazione e programmazione in campo ambientale, dall’altro di orientare quella futura, tanto più, come puntualizza l’assessore Alberto Pacher nella sua presentazione al testo, all’inizio di questa nuova legislatura. La Pubblica Amministrazione non è però il solo destinatario: come scrive lo stesso Pacher nella sua presentazione al testo, il Rapporto «è destinato anche agli imprenditori, alle associazioni, agli istituti di ricerca e, volendo uscire dalla cerchia degli addetti ai lavori, agli stessi cittadini, per fare in modo che tutta la comunità trentina possa fornire, tramite la conoscenza dell’ambiente e del territorio, un concreto contributo all’obiettivo dello sviluppo sostenibile, attraverso l’adozione di pratiche e comportamenti sempre più virtuosi».

benché a questi ultimi si attribuiscano ben il 72% delle emissioni complessive nel 2004. Riguardo alle singole sostanze, calano in modo netto, grazie soprattutto ai progressi realizzati nel settore dei trasporti, le emissioni di monossido di carbonio (-40% rispetto al 1995 e -20% rispetto al 2000), di benzene (-68% e -42% rispettivamente) e di piombo (-99% e –97% rispettivamente); oscillante invece l’andamento delle emissioni di ossidi di zolfo e di ossidi di azoto: calano rispetto al 1995 (-36% e -8% rispettivamente), ma aumentano rispetto al 2000 (+2% e +4% rispettivamente); negativo invece l’andamento di ammoniaca (+ 5% rispetto al 1995 e + 1% rispetto al 2000) e soprattutto delle cosiddette polveri sottili PM10 (+6% rispetto al 1995 e +15% rispetto al 2000) e ultrasottili PM2,5 (+7% e +16% rispettivamente). In termini di concentrazioni delle sostanze in atmosfera e quindi di qualità dell’aria – argomento particolarmente rilevante in quanto connesso alla salute dei cittadini – le concentrazioni più elevate


28

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

DOSSIER

Il rapporto. I principali aspetti dello studio diffuso dall’APPA nel raffronto con i limiti di qualità dell’aria si riferiscono, nel periodo considerato (2003-2007), alle polveri sottili, al biossido di azoto e all’ozono. In particolare, nel caso delle polveri sottili, il valore limite di concentrazione media annuale, pari a 40 μg/m 3 , è stato superato in un’unica occasione (a Riva del Garda nel 2006), ma il limite di 35 giorni consentiti in un anno con concentrazione superiore a 50 μg/m3 è stato oltrepassato tutti gli anni in tutte e quattro le stazioni monitorate (Trento, Rovereto, Borgo Valsugana e Riva del Garda), tranne che a Riva nel 2003. Altra situazione problematica riguarda le concentrazioni di biossido di azoto, soprattutto nel caso di Trento: il limite di concentrazione media annuale, pari anch’esso a 40 μg/m3 e prossimo ad entrare in vigore dal 1 gennaio 2010, è stato superato nel capoluogo tutti gli anni, a Borgo Valsugana nel 2003 e a Riva del Garda nel 2004 e nel 2007, anche se il limite di 18 giorni consentiti in un anno con concentrazione oraria superiore a 200 μg/ m3 non è mai stato oltrepassato in alcuna stazione di rilevamento. Il terzo inquinante problematico è l’ozono. Si parla, rispetto alle concentrazioni in atmosfera di tale inquinante, di “soglia di informazione” (180 μg/m3) e di “soglia di allarme” (240 μg/m 3 ); nel 2007 quest’ultima non è mai stata superata in alcuna stazione di rilevamento, mentre la prima è stata superata 17 volte a Borgo Valsugana, 24 a Riva, 42 a Rovereto, 3 a Gardolo e 16 a Trento (Parco S. Chiara). Da rilevare poi che rispetto a un terzo riferimento, ovvero la concentrazione media consecutiva nelle 8 ore (120 μg/m3), nel periodo 2003-2007 il numero di superamenti è sempre stato in tutte le stazioni superiore al “valore bersaglio” di 25 volte l’anno che diverrà

di Garda (da sufficiente a buono) e il peggioramento del Lago di Cavedine (da sufficiente a scadente). Per quanto riguarda le acque sotterranee (29 punti di monitoraggio), la condizione degli acquiferi provinciali si mostra buona: 12 punti segnalano pregiate caratteristiche idrochimiche e 16 buone caratteristiche idrochimiche. operativo nel 2010. Per tutti gli altri inquinanti monitorati (biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, piombo) le concentrazioni sono invece inferiori ai limiti ed evidenziano quindi il raggiungimento degli obiettivi di qualità senza la necessità di dover intraprendere ulteriori specifiche misure di contenimento. Il Rapporto ricorda che nel 2007 è stato adottato dalla Giunta Provinciale il “Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria”, che si pone come finalità il mantenimento della qualità dell’aria e il suo miglioramento nei casi in cui siano stati individuati elementi di criticità.

La situazione relativa alla qualità dei corpi idrici è positiva per fiumi, torrenti e acque sotterranee, meno positiva per i laghi. Per quanto riguarda lo stato ecologico dei corsi d’acqua superficiali, tutti e 16 i punti di monitoraggio significativi collocati sui principali fiumi e torrenti provinciali (Adige, Brenta, Sarca, Chiese, Avisio, Cismon, Fersina, Noce e Vanoi) soddisfano nel 2007 l’obiettivo di qualità “sufficiente”, e in maggior parte lo superano: in 12 casi la qualità è infatti “buona”, in 2 arriva ad essere “elevata” (Cismon e Vanoi), mentre in 2 si ferma appunto a “sufficiente” (Noce-Cavizzana e Brenta-Levico). Nel periodo considerato (2003-

2007) non ci sono stati significativi cambiamenti, anche se vale la pena citare il miglioramento nel punto di monitoraggio Avisio-Lavis (da sufficiente a buono) e il peggioramento nel punto Brenta-Levico (da buono a sufficiente). Per quanto riguarda la qualità dei laghi, la situazione non è altrettanto positiva. I risultati dei prelievi negli 11 punti di monitoraggio significativi collocati su altrettanti laghi e invasi (Garda, Caldonazzo, Cavedine, Ledro, Levico, Molveno, Toblino, Piazze, Stramentizzo, Schener, S. Giustina) indicano che sol-

Per quanto riguarda i rifiuti, il Rapporto evidenzia una situazione in costante miglioramento negli ultimi anni nel caso dei rifiuti urbani, sia per quanto riguarda la produzione che per quanto riguarda la gestione. In merito alla produzione, va segnalata la riduzione dei rifiuti urbani prodotti, che nel periodo 2001-2007, nonostante l’aumento della popolazione equivalente (+6%), sono diminuiti del 7% (-22.590 t), facendo registrare una decisa inversione di tendenza rispetto

tanto il Lago di Garda, nel 2007, ha ottenuto un giudizio “buono”; gli altri laghi e invasi hanno ottenuto in 7 casi giudizio “sufficiente” e in 2 addirittura “scadente” (Cavedine e Toblino), mentre a Stramentizzo la classificazione non è stata definita per problemi di accesso agli invasi. Nel periodo considerato (20032007) non ci sono stati significativi cambiamenti, anche se vale la pena citare il miglioramento del Lago

al decennio 1991-2001, che aveva visto il continuo incremento della loro produzione. In merito alla gestione dei rifiuti urbani, il Rapporto segnala il costante aumento della raccolta differenziata, passata nel periodo considerato (2001-2007) dal 16,2% al 56,3%, con incrementi nei quantitativi differenziati soprattutto di organico (+ 2.610% rispetto al 2001) e plastica (+ 705%). C’è stato quindi

il raggiungimento anticipato degli obiettivi fissati dalla normativa nazionale (45% entro il 31 dicembre 2008), in vista dell’obiettivo del 65% entro il 2012, contenuto anche nel terzo aggiornamento del Piano provinciale sui rifiuti. Il Rapporto mette in evidenza anche la rilevante presenza sul territorio trentino, a supporto della raccolta differenziata, dei Centri di Raccolta Materiali (CRM) e dei Centri di Raccolta Zonale (CRZ), rispettivamente 117 e 10 in esercizio al 2007. Grazie ai progressi della raccolta differenziata, il quantitativo di rifiuto urbano avviato a smaltimento è costantemente diminuito tra il 2001 e il 2007, passando da 440 kg per abitante all’anno a 199 (-55%) ed allungando così la vita tecnica residua delle 7 discariche attive in Trentino. Non altrettanto positiva, invece, è la situazione relativa ai rifiuti speciali. La produzione di quelli pericolosi, prodotti soprattutto da industria, settore minerario e bonifiche, ma anche in ambito domestico (batterie, solventi o vernici), è aumentata del 28% tra il 2000 e il 2005 (da 24.680 a 34.254 t), mentre l’Unione Europea richiede che nel 2010 la produzione di rifiuti speciali si riduca del 20% rispetto al volume prodotto nel 2000. Aumenta anche la produzione di rifiuti speciali non pericolosi: +20% nel 2005 rispetto al 2000, con una percentuale avviata a recupero ferma nel 2005 al 23% (il resto finisce prevalentemente in discariche fuori provincia).

Per quanto affrontati in due diversi capitoli del Rapporto, le condizioni climatiche e i consumi energetici vengono presentati evidenziandone la stretta correlazione. Rispetto al precedente Rapporto del


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

DOSSIER

29

Il rapporto. I principali aspetti dello studio diffuso dall’APPA 2003, la questione del surriscaldamento climatico è diventata cruciale e degna della massima attenzione anche in Trentino. Il Rapporto ricorda infatti che nel 2007 la Provincia di Trento ha istituito sei gruppi di lavoro sui cambiamenti climatici, funzionali alla manifestazione “Trentino Clima 2008” e alla pubblicazione che raccoglie le sintesi degli studi condotti, “Previsioni e conseguenze dei cambiamenti climatici in Trentino”. Guardando ai dati disponibili, le analisi delle serie storiche strumentali di stazioni centenarie indicano che nell’ultimo secolo in Trentino la temperatura media è aumentata di 0,6°C ± 0,16°C. Anche il Trentino è impegnato nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, principale responsabile del surriscaldamento climatico. Il Piano energetico provinciale stabilisce che il raggiungimento dell’obiettivo si concretizza in ambito provinciale tramite la riduzione delle emissioni

di CO2 del 2% rispetto a quelle avute nel 1990 entro il 2012; tenendo conto che le emissioni del 2008 erano pari a 2.709.000 t e che l’obiettivo di Kyoto è di 2.360.000 t, il gap da colmare entro il 2012 è pari 348 mila tonnellate di CO2. Le azioni messe in atto riguardano soprattutto le misure di risparmio energetico e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. Il Rapporto evidenzia come gli interventi energetici finanziati dalla Provincia ai sensi della legge provinciale n. 14 del 1980 (attraverso la neo-costituita Agenzia provinciale per

l’energia, APE) siano stati quasi 45 mila nel periodo 2000-2008 (soprattutto caldaie individuali e collettori solari), per un risparmio energetico di oltre 72 mila tonnellate equivalenti petrolio (Tep). In rilievo la novità dei contributi per veicoli a carburante meno inquinante, finanziabili dal 2007, e la continua crescita delle domande di finanziamento per edifici a basso consumo energetico, finanziabili dal 1999 e passati dalle 7 del 2000 alle 232 del 2007. Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, il Rapporto sottolinea la crescita di biomasse e solare, a fronte

di una contrazione nella produzione di energia idroelettrica nel periodo 2000-2007 (laddove l’idroelettrico rimane in ogni caso di gran lunga la principale fonte di energia provinciale, con circa l’85% di energia elettrica prodotta). Nel caso delle biomasse, si rileva la messa in funzione di 11 impianti tra il 1999 e il 2008 (erano solo 4 nel 2003), per un consumo di 152 mila metri steri. L’obiettivo al 2012 è di raggiungere i 200 mila metri steri, grazie alla progettazione in corso di altri 16 impianti. In merito al solare, il Rapporto rileva come il Trentino presenti un’apprezzabile densità di impianti solari termici: 11.956 impianti installati al 2006 (la maggior parte dei quali finanziati dai contributi provinciali), per una produzione termica di 5.739 Tep, con un trend in crescita; riguardo al solare fotovoltaico (produzione di elettricità), sono stati soprattutto i contributi statali (il Conto Energia) ad aver favorito la loro diffusione in Trentino ne-

gli ultimi anni, benché in assoluto i numeri siano ancora piuttosto bassi: al 2008, poco meno di 400 impianti per una potenza di quasi 3.500 Kw.

Riguardo al consumo del suolo, si rileva un aumento della volumetria delle nuove costruzioni nel periodo 2004-2006. Riguardo al pericolo e al rischio idrogeologico, si evince che nel periodo 2002-2007 il pericolo si è livellato su classi a pericolo medio/ basso con conseguente diminuzione delle superfici classificate a pericolo trascurabile ed elevato, mentre l’estensione delle aree sottoposte a rischio è nettamente inferiore rispetto all’area di quelle classificate nella categoria di aree in pericolo. Riguardo ai siti inquinati, l’anagrafe provinciale ne conta al 2008 75, a fronte di 26 siti bonificati, mentre sono 980 quelli potenzialmente inquinati (in maggior numero discariche e distributori di carburante); il Progetto


30

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

DOSSIER

31

Il rapporto. I principali aspetti dello studio diffuso dall’APPA Speciale provinciale per il recupero ambientale e urbanistico delle aree inquinate è invece impegnato nella bonifica di 11 siti di estensione superiore all’ettaro.

Aumenta l’interesse del consumatore trentino verso i prodotti biologici, ecologici e solidali, come evidenziano i dati forniti agli autori del Rapporto dal Consorzio delle cooperative di consumo trentine e dalla cooperativa Mandacarù. In aumento anche l’interesse dell’Ente Pubblico nei confronti dell’acquisto pubblico verde (GPP).

intervenute vi sono il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (50 impianti industriali autorizzati al 2007) ai sensi del D.Lgs. 59/2005, che la Provincia di Trento è stata tra le prime amministrazioni italiane ad attuare; la diffusione delle certificazioni ambientali di processo (EMAS e ISO 14001) nel settore pubblico (26 organizzazioni certifi cate al 2008, cifra a tutt’oggi in aumento), grazie al finanziamento provinciale disposto nel biennio 2005-2006, che ha coinvolto in tutto 156 fra Enti Pubblici e società a capitale pubblico; nel settore turistico, infine, il Rapporto evidenzia un

incremento dei flussi turistici e di una diminuzione della permanenza media del turista, con conseguente incremento delle pressioni in termini di aumento dei consumi idrici, della produzione dei rifiuti e del traffico veicolare nei territori vocati, ma anche l’affermazione dei marchi di qualità ambientale presso le strutture ricettive: il marchio Ecolabel, comunitario, e il marchio Qualità Parco, relativo al territorio del Parco Naturale Adamello Brenta.

A tutela del rilevante patrimonio naturale e fore-

stale trentino, si registra il consolidamento del sistema delle aree protette, riorganizzato dalla legge provinciale n. 11 del 2007: ai 152 siti di interesse comunitario (SIC) e alle 19 zone di protezione speciale (ZPS), che in-

FOCUS A fronte di un aumento della consistenza del parco mezzi circolante e dei flussi del traffico veicolare, in particolare autostradale, si registra un incremento nell’uso del trasporto pubblico (da 37,5 milioni di viaggiatori del 2003 a 42,1 del 2007) e il forte potenziamento, tuttora in corso, della rete di piste ciclabili (al 2008, 262 km extraurbani e 97 km promiscui), oltre che il rinnovo del parco mezzi, con conseguente riduzione degli inquinanti atmosferici emessi dai trasporti (-76% nel periodo 1995-2004).

Tra le principali novità

Contesto e metodo del Rapporto

Predisposto per la prima volta vent’anni fa, nel 1989 – facendo del Trentino una delle amministrazioni in Italia con la più lunga tradizione nel campo della reportistisca ambientale – il sesto Rapporto si snoda, come il precedente del 2003, su uno sfondo normativo, programmatico e politico orientato allo sviluppo sostenibile. Rispetto al 2003, tuttavia, il contesto provinciale risulta oggi indubbiamente più strutturato e maturo, grazie alle novità programmatiche e politiche degli ultimi anni, che un apposito capitolo del Rapporto (il numero 17, intitolato appunto “Programmazione”) sintetizza efficacemente: il Piano energetico provinciale (2003), orientato al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti rinnovabili; il Piano di tutela delle acque (2004) e il Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche (2006), finalizzati ad un utilizzo più sostenibile della risorsa acqua; il terzo aggiornamento del Piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti (2006), orientato a favorire il recupero della materia e a penalizzare il rifiuto residuo; il Piano di risanamento e di tutela della qualità dell’aria (2007), finalizzato a migliorare la qualità dell’aria intervenendo nei settori civile, industriale e dei trasporti; il Piano di sviluppo rurale (2007), finalizzato a migliorare l’ambiente nello spazio rurale; il Trentino Progetto Clima (avviato nel 2007), orientato a migliorare la conoscenza dei cambiamenti climatici e a preparare la nostra provincia ad affrontarli; il Piano urbanistico provinciale (2008), finalizzato allo sviluppo sostenibile del territorio. Infine, alcune indicazioni di metodo: in linea con il rapporto del 2003, anche la sesta edizione sviluppa e presenta la sua analisi seguendo il modello PSR (Pressioni - Stato - Risposte), secondo il quale gli sviluppi di natura economica e sociale sono i fattori di fondo che esercitano pressioni (P) sull’ambiente, le cui condizioni (S) cambiano di conseguenza. Questo ha degli impatti sulla salute umana e sugli ecosistemi, per cui vengono richieste risposte (R) da parte della società. Per rappresentare in maniera chiara e sintetica e per quantificare, quando possibile, ciascun elemento della catena PSR, gli autori del Rapporto hanno fatto ricorso a un variegato set di indicatori ambientali, in tutto 106, estratti tra quelli proposti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dall’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), dal Progetto per lo sviluppo sostenibile del Trentino del 2001 e, in alcuni casi, creati ex novo per quantificare elementi nuovi e peculiari della catena PSR. Gli indicatori, presentati sotto forma di grafici, tabelle e cartografie, sono aggiornati in alcuni casi anche alla fine del 2008.

teressano il 28% della superficie provinciale, vanno aggiunti i 3 Parchi Naturali (Stelvio, Adamello Brenta e Paneveggio Pale di San Martino), le riserve naturali provinciali e locali e le aree di protezione fluviale. Il Rapporto evidenzia anche l’affermazione della certificazione forestale PEFC: promossa da Consorzio dei Comuni Trentini, Demanio della Provincia autonoma di Trento e Magnifica Comunità di Fiemme, ha raggiunto nel 2007 il 70,77% delle foreste trentine.

Importanti progressi sono derivati dall’aumento delle zonizzazioni acustiche comunali, obbligatorie per legge dal 1991 e richieste dalla registrazione EMAS (155 comuni zonizzati in totale, 70 nel solo periodo 2004-2009), cui dovrà seguire l’adozione dei relativi piani di risanamento acustico, ad oggi adottati da pochi Comuni; la predisposizione dei piani di risanamento acustico aziendali presso le aziende obbligate alla citata AIA; ed infine la predisposizione dei piani di risanamento acustico da parte degli enti gestori delle infrastrutture di trasporto implicanti la realizzazione di barriere antirumore da parte della Rete Ferroviaria Italiana sulla ferrovia del Brennero (20 km di barriere in fase di costruzione, cofinanziati al 35% dalla Provincia di Trento) e dell’Autostrada del Brennero (12,5 km di barriere).


32

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

C U LT U R A

Trento. Una mostra per comprendere i terremoti e il magnetismo terrestre

Al MTSN per provare l’attrazione della terra Al Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento si esplora la Terra indagando cosa accade al suo interno, a migliaia di chilometri di profondità, fino a giungere alle sue interazioni con il Sole e comprendere il delicato equilibrio alla base della vita sul nostro pianeta.

L

a mostra “Attrazione terra” al Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento è composta da installazioni, esperimenti e postazioni interattive che illustrano i principali temi inerenti alle Scienze della Terra, quali il campo magnetico terrestre, la struttura interna della Terra, la sismologia ed il rischio sismico. Pannelli illustrativi, poster, filmati e animazioni accompagnano i visitatori alla scoperta dei principali processi dinamici del pianeta. Al fine di rendere il percorso interessante per i visitatori di tutte le età e indipendentemente dalle loro competenze scientifiche, la mostra è corredata di esperimenti pratici che introducono e spiegano i meccanismi fisici che stanno alla base dei fenomeni geofisici. Il percorso inizia con alcuni esperimenti di magnetismo ed elettromagnetismo, attraverso i quali i visitatori possono sperimentare direttamente l’origine ed il funzionamento del campo magnetico terrestre. Un allestimento spettacolare riproduce il fenomeno delle Aurore, spiegandone l’origine. Si esplora la Terra indagando cosa accade al suo interno, a migliaia di chilometri di profondità, fino a giungere alle sue interazioni con il Sole e comprendere il delicato equilibrio alla base della vita sul nostro pianeta. Una sezione storica illustra l’importanza del magnetismo per la conoscenza e l’evoluzione culturale dell’umanità: accanto ai pannelli descrittivi trovano posto antiche bus-

sole e carte nautiche, oltre ad alcuni antichi strumenti utilizzati per lo studio del magnetismo terrestre. La seconda parte della mostra è dedicata ai terremoti e alla dinamica della Terra. Dall’indagine sulle forze presenti all’interno del pianeta si può comprendere quale sia il motore dei processi geodinamici che hanno creato oceani e catene montuose, come la tettonica delle placche. Alcune postazioni interattive mostrano le principali placche che compongono la superficie del pianeta e come esse si siano spostate nel corso delle ere geologiche. La comprensione dei meccanismi alla base della tettonica consente di illustrare dove e perché, sulla superficie terrestre, si verificano fenomeni drammatici come i terremoti e le eruzioni vulcaniche. Particolarmente interessante è la parte dedicata alle tecnologie ed alle modalità con cui, oggi, si possono moni-

“Terra Viaggio nel cuore del pianeta” Roma, ISA - Maggio 2005/2006 Autore ©INGV

torare e studiare i terremoti: si tratta di una ricostruzione interattiva della Sala di Sorveglianza Sismica dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia di Roma, dove vengono raccolti ed analizzati in tempo reale i segnali provenienti da centinaia di stazioni sismiche dislocate su tutto il territorio nazionale. È possibile osser-

“Terra Viaggio nel cuore del pianeta” Roma, ISA - Maggio 2005/2006 Autore ©INGV

vare direttamente l’attività sismica e rendersi conto di quanto l’Italia sia un paese ad alta pericolosità sismica e vulcanica. Una moderna

stazione sismica installata nella mostra permette infine di osservare le onde sviluppate dal “terremoto” causato da un nostro salto sul pavimento. Accanto ad alcuni pannelli che descrivono in dettaglio la sismicità e le principali caratteristiche geodinamiche del Trentino, la mostra propone una sintesi di dati ed approfondimenti sul recente terremoto de L’Aquila: sono illustrate le principali caratteristiche sismologiche e l’importanza del contributo tecnologico e scientifico durante lo svolgersi di tali tragici eventi. L’esposizione, oltre a far conoscere la qualità della ricerca scientifica condotta nel settore degli studi geofisici, offre al pubblico l’opportunità di apprezzare il collegamento, spesso poco evidente e trascurato, tra il progredire della conoscenza scientifica ed il miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza nel nostro Pianeta.

FOCUS Una mostra per tutti...

“Attrazione terra, terremoti e magnetismo terrestre”, è la mostra da poco inaugurata a Trento, presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali, e che consente a tutti i visitatori di esplorare le forze presenti all’interno della Terra, scoprirne i segreti, capire le cause e gli effetti del campo magnetico terrestre e dei terremoti. L’esposizione interattiva, frutto di un felice incontro tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e il Museo Tridentino di Scienze Naturali, indaga un tema di grande attualità in Italia alla luce dei recenti fatti che hanno sconvolto il centro della Penisola, ossia la natura e dei terremoti e del campo magnetico terrestre e la rilevanza, a fini preventivi, del loro continuo monitoraggio e studio. Il percorso di visita inizia con un’indagine interattiva sui segreti del campo magnetico terrestre e continua approfondendo l’origine dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche, per finire nella ricostruzione della Sala Operativa di monitoraggio dell’INGV dove i visitatori - in tempo reale - possono sperimentare direttamente le fasi di registrazione e interpretazione dei segnali sismici, relativi ai terremoti che avvengono in Italia e nel mondo. Attrazione Terra è un evento per tutte le persone curiose di comprendere e di toccare con mano alcuni tra i più sconvolgenti fenomeni naturali.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

33


34

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Ospedaletto

Premiato l’infaticabile maestro Riccardo Baldi Nella piazza centrale di Enego, davanti a gran pubblico, è stato ufficialmente ringraziato e premiato il Maestro Riccardo Baldi di Ospedaletto per l’attività svolta a favore della comunità eneghese nel suo ruolo di maestro del coro di montagna “La Rondine”. di Mario Pacher

I

l primo cittadino di Enego (Vi), dott. Igor Rodeghiero, il 15 agosto scorso ha avuto parole di grande plauso, di elogio e di compiacimento per il maestro Riccardo Baldi non solo per aver fondato il coro 15 anni fa, ma anche per aver sempre diretto le sorti del coro con le impegnative prove serali settimanali, incurante nei periodi invernali delle strade ghiacciate e certe volte sotto copiose nevicate, percorrendo di notte, per molti anni, il tragitto Ospedaletto Enego e ritorno. Durante la cerimonia il Sindaco ha tracciato la storia artistica del maestro e allo stesso veniva consegnata, alla fine della serata a lui dedicata, una prestigiosa e significativa pergamena con il riconoscimento della intera cittadinanza di Enego. Il dott. Igor ha ripercorso anche le varie tappe della vita del maestro Baldi, nato a Ospedaletto il 25 novembre 1934. Questa la sua attività lavorativa e artistica. Da giovane inizia a lavorare presso l’officina meccanica Armellini di Borgo Valsugana, fino al raggiungimento dei suoi 19 anni. A vent’anni parte per la Svizzera come immigra-

La premiazione di Riccardo Baldi a Enego

to, insediandosi a Zurigo, dove lavora come meccanico presso l’officina Callegari. Dopo alcuni anni diventa operaio specializzato FIAT e Citroen e cambia officina per entrare nelle file della Boiler, specia1izzandosi in automatismi americani, e tecnico del Gruppo Volkswagen. In poco tempo viene nominato capo officina presso la ditta Hofman, concessionaria Ford di Zurigo. Nel 1972 rientra in Italia e fonda subito la sua prima officina FIAT in Ospedaletto. Nel 1980 crea la sua seconda officina in via Nazionale, sempre in Ospedaletto. Si congeda definitivamente dal lavoro imprenditoriale nel 1998, cedendo tutte le sue attività al figlio Franco, e successivamente al genero. Durante il periodo di per-

manenza a Zurigo, aveva contribuito alla fondazione del gruppo AVIS Internazionale in collaborazione con la Croce Rossa di Ginevra, facendo parte per molti anni del direttivo. Sempre a Zurigo, nel 1960 fornisce la sua collaborazione al “Gruppo Ciclistico Italiano l’Aquila”, (fondato nel 1907 e tuttora attivo) in qualità di vicepresidente. Durante il periodo di dimora a Zurigo, mantenne sempre i contatti con tutti i valsuganotti emigrati in Svizzera tramite il Consolato Italiano, attraverso il console Plenipotenziario dott. Meschinelli. Ne1 1961 ha fondato il primo coro degli Alpini di Zurigo, denominato coro “Penne Nere”. Per oltre 6 anni ha diretto il coro “Grutli-Mannerchor” e nel 1971 viene

nominato socio onorario del coro stesso. Dal 1973 ad oggi presta la propria voce e consulenza al coro parrocchiale “S.Egidio” di Ospedaletto. Nel 1975 fonda e dirige il coro Valbronzale di Ospedaletto, composto da 35 elementi, che in più di trentatré anni di attività ha eseguito ben 750 concerti, sia sul territorio italiano che all’estero. (Brasile, Polonia, Germania, Spagna, Svizzera e Slovacchia). Nel 2000 fonda il coro “CI. TA.VI” in Brasile nello stato di Santa Caterina Rio do Oeste, su preciso incarico della Provincia Autonoma di Trento - Assessorato alle Attività Culturali, iscritto successivamente alla Federazione Provinciale Cori del Trentino. Nel 1988 fonda il coro “La Rondine” di Enego composto da 20 elementi, che attualmente dirige. Tuttora è presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del Consorzio di Miglioramento Fondiario Brentale di Ospedaletto. Il 15 aprile 1970, il Presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat gli conferì l’alta onorificenza di Cavaliere all’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.

IN BREVE PROVINCIA

Zanon al posto di Lenzi... Il 16 settembre scorso Gianfranco Zanon, primo dei candidati non eletti dell’Upt nelle consultazioni provinciali del novembre scorso, è subentrato nei banchi del Consiglio provinciale a Giovanni Battista Lenzi, il consigliere della Valsugana scomparso, assieme ai trentini Rino Zandonai e Gianni Zortea, nell’incidente dell’Airbus Air France proveniente dal Brasile, inabissatosi il 1° giugno scorso nell’Oceano Atlantico e che costò la vita ad altre 227 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

Gianfranco Zanon

Dello sfortunato consigliere provinciale valsuganotto recentemente è stata dichiarata la morte presunta, condizione necessaria per procedere alla sua sostituzione. Subito dopo il giuramento di fedeltà alla Costituzione da parte dei Gianfranco Zanon, si è riunita la conferenza dei capigruppo per formalizzare la delibera che ha sancito la sostituzione di Lenzi anche nella prima commissione permanente che lui presiedeva. Nell’organismo è stato nominato l’ex sindaco di Renzo Anderle (Upt) con il solo voto di astensione di quest’ultimo.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

35

Calceranica al Lago. Cinque Comuni per il “Parco delle miniere” IN BREVE

Le miniere della Valsugana La Giunta Provinciale ha dato il via libera all’iniziativa e assegnato al comune capofila –Calceranica- un finanziamento di 57 mila euro.

L

foto www.minieracalceranica.it

a storia mineraria della Valsugana si arricchisce del “patto-accordo di programma” fra i Comuni di Calceranica al lago-Vigolana-Bosentino-Centa san Nicolò-Vattaro e Vigolo Vattaro, per valorizzare e promuovere proprio quel parco minerario, la miniera, il progetto memoria del Comune rivierasco. La Giunta Provinciale e l’assessore provinciale Franco Panizza hanno dato il via libera all’iniziativa ed assegnato al comune capofila –Calceranica- un finanziamento di 57 mila euro su un preventivo di spesa di 94 mila euro. Naturalmente la cifra comprende la promozione, l’integrazione dei vari allestimenti previsti nel progetto e nel preventivo, poi i costi di gestione e le varie iniziative culturali che si terranno per la conservazione e la promozio-

ne della memoria. La miniera è stata attiva fi no al 1964, occupando circa 500 persone. Era gestita dalla Montecatini, che aveva indotto molti operai marchigiani a trasferirsi a Calceranica. Molti ricordano ancora il trenino che scendeva verso la ferrovia con i vagoncini stracolmi di pirite –“la sugarina” ed i minatori “tutti neri” che uscivano, a fine giornata, dalle gallerie, servite come rifugi, in tempi di guerra mondiale. Ci sono ancora i sentieri dei minatori che scendevano da Centa, dai Campregheri, da Vigolo Vattaro e Vattaro, i percorsi dei minatori-pendolari ciclisti da Caldonazzo, Ischia e Levico. Oggi la gestione della galleria Leyla recuperata, del "sentiero del minatore", delle visite culturali e didattiche vengono eseguite dalle guide turistiche del Gruppo Consolida.

S.ORSOLA

Grazie agli anziani

«I nosi veci l’è quei che ghera prima de noi, l’è quei duri de na volta, e no smoleci come quei de encoi, (…) E noi che dei nosi veci sen i fioi, volen dighe grazie encoi, per tut quel che i ne gà ensegnà, col so esempi de sageza e bontà». I versi della poesia

di Angelica Paoli, tredici anni, riassumono al meglio il significato della Festa dell’anziano, meritato omaggio di Sant’Orsola agli ultrasettantenni del paese. Il 6 settembre scorso dopo la Messa, dedicata agli anziani, pranzo e musica presso il centro sportivo organizzato dal locale Gruppo Alpini, in collaborazione con la Pro loco e il patrocinio del Comune. Protagonisti i coscritti del ’39 alla prima giornata da «anziani», ma solo dal punto di vista anagrafico. (p.b.)


36

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


S E R AT E D ' E S TAT E A B O R G O

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

37

Lettera aperta

Un giusto, doveroso e meritato riconoscimento di Armando Munaò

E

bravo Adelino. Bravo il nostro presidente di “Borgo Commercio Iniziative” che quest’anno è riuscito a dare all’estate valsuganotta una nuova atmosfera di vera festa e di vera allegria. Avvenimenti e spettacoli che hanno richiamato nelle vie e nelle piazze di Borgo un pubblico delle grandi occasione, come mai si era visto. Bravo Adelino, perché hai saputo continuare, e nel migliore dei modi, il lavoro che per lungo tempo è stata caratteristica organizzativa del tuo predecessore, quel Rolando Zambelli che per tanti anni è stato dinamico fautore di molte iniziative che sempre hanno riscosso unanimi consensi. E ancora bravo, perché quest’anno hai organizzato degli appuntamenti estivi come da lungo tempo non si vedevano. E non intendo le tradizionali serate dei giovedì - quelle le conoscevamo già - mi riferisco al fatto, invece, che hai portato a Borgo Valsugana alcune personalità che prima vedevamo solo in televisione, ma che quest’anno - grazie a te e a chi ti ha dato “una mano” (in tutti i sensi) - abbiamo potuto ammirare di persona. Infatti, è grazie al tuo operato,

se ci siamo deliziati con le fantastiche battute dei Fichi d’India, con l’ironia e la comicità di Raul Cremona e con la voce e le canzoni di Povia. Lo so, Adelino, che il tutto non è stato semplice e di non facile attuazione, ma il tuo impegno – te lo riconosco - ha saputo superare tutte quelle difficoltà – anche e soprattutto economiche - che innegabilmente ogni organizzatore trova sempre sulla propria strada. Credimi, nelle pagine de La Finestra mai ho fatto un pubblico elogio ad un rappresentante di una qualsiasi associazione, sia essa commerciale, economica o artigianale. Mai ho scritto per dare ad un presidente il giusto riconoscimento per ciò che ha saputo concretizzare. Non l’ho mai fatto perché i

“cattivi” pensatori (e ce ne sono tanti) avrebbero potuto sottolineare che il mio scrivere derivava da motivazioni economiche, pubblicitarie o di convenienza. Questa volta, però, alla luce dei risultati ottenuti e dandoti atto dell’impegno profuso, da due anni a questa parte, credo sia giusto, se non doveroso, non solo riconoscerti il merito di ciò che hai fatto, ma anche omaggiarti di un giusto applauso che spero e mi auguro non sia solo mio. E un meritato applauso deve essere anche indirizzato a tutti quei commercianti che hanno aderito e contribuito economicamente alla tua iniziativa affinché, non solo i progetti del passato, ma soprattutto quelli del presente potessero avere la desiderata conclusione.

Per i commercianti che invece non hanno voluto partecipare “alla spesa”, nulla da dire perché di certo avranno avuto i loro “giustificati” motivi anche se poi – questi stessi – hanno potuto usufruire di ciò che gli altri – con il loro intervento economico - hanno reso possibile. Certo per moltissimi di noi questi motivi sono e saranno incomprensibili, ma – come si usa dire - ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno. E le pubbliche Istituzioni, come si sono comportate? Sui rapporti avuti con la Provincia e il Comune di Borgo sono state le tue stesse che parole che li hanno sintetizzati: «Quest’anno – mi hai detto- la Provincia ci ha dato un notevolissimo contributo grazie al quale i costi si sono

notevolmente abbassati, e di molto». Parimenti – seppur in minore quantificazione - ha fatto l’amministrazione di Borgo. E parlando dell’intesa tra Borgo Commercio Iniziative e i nostri amministratori locali (leggi Comune di Borgo) hai voluto chiaramente sottolineare che può essere “migliorata e migliorabile”. Il significato di quest’ultima affermazione mi sfugge, ma se l’hai detta avrai avuto i tuoi buoni motivi. E prima di chiudere questo mio scrivere, permettetemi di ringraziare anche un altro “attore” dell’estate borghesana. Un elogio credo sia dovuto a Carlo D’angiò, il nuovo e dinamico gestore del Ristorante Pizzeria Roma perché di “tasca sua” e senza alcun aiuto o contributo delle pubbliche istituzioni ha saputo offrire a tutta la popolazione una serie di spettacoli che inconfutabilmente hanno movimentato le serate estive. Certo, magari avrà anche avuto un proprio tornaconto d’immagine ed economico, ma è innegabile che senza la sua capacità organizzativa molte serate estive a Borgo sarebbero state anonime come tante altre e non invece luminose e piene di gioiosa allegria come invece sono state quest’anno. (foto Studio Ottico Trintinaglia)


38

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Il fatto. Sulla “Ciclabile della Valsugana” e la “Via del Brenta”

La Transalpina Bike (T.B.) di Luciano De Carli

A

fine agosto la “Ciclabile della Valsugana” ha goduto una giornata di grande interesse e di “ritorno d’immagine” per il passaggio e sosta della “Transalpinabike” Monaco, Mittenwald, Innsbruck, Bressanone, Bolzano, Trento, Levico Terme, Bassano, Cittadella, Castelfranco Veneto, Mestre, Venezia: dagli Asburgo ai Dogi. La T.B. è nata cinque anni fa dall’idea e per l’impegno del campione ciclocrossista Aldo Perin e del Panathlon Transalpina Bike di Bassano del Grappa, allora presieduto da Michele Mion. L’evento unisce ed affratella persone di diverse culture, interessi e proposte future, passando attraverso nazioni che un tempo si osteggiavano ed oggi hanno invece comuni interessi dall’arte all’economia, al turismo ed alla cultura.

Questo raid turistico-ciclistico è stato favorito nel 2009 anche dalla bella stagione, oltreché dalla scelta di percorsi lontani dai passaggi convulsi di traffico, toccando paesi e città dei diversi entroterra. L’iniziativa intende creare un corridoio tra Monaco e Venezia, con un itinerario assodato che coinvolga tutta la Valsugana, con soste atte a far gustare proposte storiche, turistiche e culturali senza trascurare quella enogastronomica. La T.B. si articola in sei

tappe. 1) Monaco/Marienplatz –Mittenwlad , graziosa cittadina bavarese ai confini con l’Austria, nota per le sue case ampiamente decorate e patria di importanti liutai. 2) Mittenwald/Innsbruck, la bella capitale del Tirolo, con il suo “tetto d’oro”, le innumerevoli birrerie e i negozi con tutti i gadget possibili peri turisti. 3) Salita al Passo del Brennero, lungo la strada romana e con sosta a Bressanone, dove è avvenuto l’incontro

con il Panathlon Club Alto Adige. 4) Valle dell’Isarco, con arrivo a Trento, città del Concilio: sosta e visita alla città con incontro di personalità del Comune, PAT e M.B. trentino. 5) Da Trento fino a Bassano del Grappa, salendo a Civezzano lungo la strada alta sui Crozi, quindi la ciclabile della Valsugana, proseguendo fino a Piovega di sotto, in Comune di Enego, e poi Bassano. 6) Da Bassano fino a Vene-

zia su stradine delle diverse province, con scarso traffico locale. A Levico Terme i cicloturisti Panathlon si sono incontrati con l’assessore comunale allo sport arch. Lamberto Postal, con Patrizio Andreatta dell’APT Valsugana Lagorai, presso il nuovo Bicigrill lungo Brenta, dove hanno potuto gustare ed ammirare anche i prodotti trentini e valsuganesi. Altri momenti e breve pausa presso altri tre Bicigrill a Novaledo, Tezze di Grigno e Cornale. Quali gli scopi di questa iniziativa? Innanzi tutto serve ed è servita per consolidare l’interesse dei Comuni e degli sportivi sul mantenimento delle attuali piste ciclabili, incentivare la costruzione di nuovi collegamenti, favorire un turismo di scoperta dei tesori e bellezze della Valsugana, del Trentino Alto Adige, del Veneto e delle nazioni vicine.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

39

Telve di Sotto. L’Itea ha realizzato 12 appartamenti e 25 locali

Ex filanda D’Anna: consegnati gli alloggi

I

ntervento di risanamento dell’Itea all’ex filanda d’Anna a Telve di Sotto, in Valsugana. Ha reso possibile la costruzione di 12 appartamenti e 25 locali destinati ad attività socio-ricreative. Utilizzati materiali costruttivi a basso consumo energetico e garanti di un ottimale isolamento termico ed acustico, che consentono di classificare l’edificio in CasaClima B. Un edificio “amico dell’ambiente” l’ex Filanda d’Anna a Telve di Sotto, frutto di una recente opera di risanamento da parte di ITEA S.p.A.. La Società è da anni impegnata a realizzare, nell’ambito del proprio core business, una politica a favore della salvaguardia dell’ambiente e, a tal proposito, utilizza nelle proprie costruzioni tecnologie ed elementi costruttivi a basso consumo energetico di produzione. Risalente alla fine dell’Ottocento l’immobile - eretto per la lavorazione del baco da seta

(foto arch. PAT)

e, in seguito, adibito a macera tabacchi e deposito agricolo - è tornato alla luce dopo soli due anni di lavoro (da segnalare il restauro degli elementi lapidei posti a coronamento dei pilastri d’ingresso dell’edificio). Su un volume complessivo di 8.310 mc e una superficie di 2.337 mq, l’intervento ha consentito di ricavare 12 appartamenti (per un totale di 38 utenti), 38 posti auto esterni, 12 cantine e ben 25 locali da adibire ad una decina di associazioni locali, tra cui il Gruppo Pensionati e Anziani, l’Unione SportivaTelve, la Banda comunale, la Proloco, la sede del Consorzio

Miglioramento Fondiario, il Gruppo Mineralogico Paleolontologico e la Compagnia Schützen-Telve. L’utilizzo di materiali ecosostenibili e la coerenza delle soluzioni adottate, fanno della ex Filanda d’Anna l’intervento che ben sintetizza il lavoro e il percorso intrapreso in questo specifico ambito da ITEA in questi anni. Di interesse l’elevato livello di coibentazione che, abbinato alle soluzioni impiantistiche adottate, consente di classificare l’edificio CasaClima B e in classe A + secondo agli standard della Provincia autonoma di Trento.

In un’ottica di risparmio energetico, e dunque di minor inquinamento e salvaguardia ambientale, ITEA S.p.A. ha impiegato per le murature perimetrali termoblocchi di laterizio alveolare rettificato ed è stata realizzata una serie di pannelli solari in copertura per la produzione di acqua calda sanitaria. In questo edificio di nuova generazione il pacchetto isolante di tetto e copertura è costituito da un triplo strato isolante con pannelli in fibra di legno naturale dello spessore complessivo di 16 cm.. All’esterno, è stato inoltre applicato un rivestimento termoisolante a

cappotto costituito da pannelli minerali non fibrosi, ecologici a base di silicato di calcio dello spessore di 12 cm, che grazie all’elevato livello di porosità e di massa, garantiscono rispettivamente un eccellente isolamento termo-acustico e un’ottima traspirabilità all’edificio. Il 7 settembre scorso si è svolta la cerimonia di consegna degli alloggi presso il complesso di via Fiemme 4-6 nel comune catastale di Telve di Sotto. Presenti all’evento la presidente ITEAAida Ruffini assieme ai rappresentanti della Società, l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, il sindaco Franco Rigon e i futuri inquilini. Hanno partecipato all’evento anche i tecnici ITEA, che hanno curato la procedura di esproprio e la progettazione preliminare e definitiva, il progettista esecutivo e coordinatore per la sicurezza arch. Renzo Acler e i rappresentanti della ditta costruttrice Libardoni S.r.l. di Levico Terme.


40

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

OLISTICA GARUDA

Corpo e mente in equilibrio Rimedi e metodi naturali per un corpo sano e il benessere fisico

LE PROPOSTE ED I TRATTAMENTI

• Idrocolonterapia (previo visita medica) • Impacchi corpo personalizzati • Trattamenti drenanti e anticellulite • Idroterapia Kneipp: bagno vapore, getti caldi/freddi, frizioni e fasciature, compresse e cataplasmi • Applicazioni fiori di fieno • Applicazioni minerali vulcanici ad uso terapeutico • Sauna finlandese • Trattamenti ayurvedici • Riflessologia plantare • Riequilibrio energetico • Osteopatia fluidica • Lavaggio energetico • Pacchetti salute personalizzati • Trattamenti dott. Hauschka • Consulenze radiestesiche

OFFERTAIONE! TAG CAMBIO S 1) PULIZIA DEL CORPO PROFONDA

Trattamento rivitalizzante con sali del Mar Morto, latte di rosa e oli essenziali. Favorisce il rassodamento cutaneo. Il trattamento consiste in un massaggio su tutto il corpo eseguito utilizzando un composto di Sali del Mar Morto, balsamo di rosa e oli essenziali. Dona un impulso rivitalizzante soprattutto alla pelle, che risulta idratata e morbida. Durata del trattamento: 30'

2) SEDUTA DI SAUNA

Stimolante del metabolismo. Intensifica e mantiene il calore del corpo. Disintossicante. Si entra in un ambiente caldo e secco, la cui temperatura è pari a 80°-90°. Dopo un breve periodo (15 minuti), fa seguito una doccia fredda che risveglia il metabolismo. Importante il momento della reazione, attraverso il rilassamento. Durata del trattamento: 1h

3) TRATTAMENTO ANTISTRESS

RIFLESSOLOGIA

Trattamento dolce con oli essenziali di lavanda e melissa. Rilassante. Massaggio basato su manovre dolci di rilassamento muscolare e mentale. Durata del trattamento: 45'

Valore totale: € 105,00 OFFERTA : € 90,00

Il momento di benessere continua con una piacevole tisana calda riequilibrante.

PACCHETTO SAUNA

IRIDOLOGIA

IDROTERAPIA

5 sedute di sauna + 1 seduta di sauna OMAGGIO

Centro Terap

ie Naturali

OLISTICA GARUDA CALDONAZ ZO (TN) Via Verdi, 5 tel. 0461.72465 4

Durata del trattamento: 60'

OFFERTA : €

75,00

Presso la nuova sede della nostra erboristeria di Caldonazzo – Piazza Vecchia 9 (Tel. 0461 723097), si possono trovare cereali integrali (anche macinati freschi), prodotti erboristici, fitopreparati,olii essenziali, tinture madri, macerati glicerinati, erbe e tisane, cosmesi naturale. Ci trasferiremo in PIAZZA VECCHIA 9, sempre a CALDONAZZO


SPORT

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

41

Borgo. Bettiol vince la Coppa d’Oro, la Ratto concede il bis nella Coppa Rosa

Grande spettacolo alla Coppa d’Oro e Coppa Rosa Coppa d’Oro grandi firme: Bettiol ci riprova e centra il successo. Lazio sul podio con Sterbini. Il tricolore Nardelli si accontenta: terzo. Fantastico bis nella Coppa Rosa della bergamasca Rossella Ratto. Nell’albo d’oro finisce per la seconda volta di fila la d.s. Monica Lo Verso. Coppa di sera: Arianna Fidanza, figlia d’arte, prima tra le ragazze. In campo maschile successi per i veneti Lizde e Manzan.

S

ulle strade della Valsugana nel weekend del 12 e 13 settembre scorsi si è scritta un’altra grande, gloriosa pagina di sport, declinata all’insegna della bicicletta e improntata all’altruismo. Ci riferiamo, ovviamente, alla Coppa d’Oro e alla Coppa Rosa, due gare ciclistiche che, come ogni anno, sono riuscite a catalizzare l’attenzione di tutta la Valsugana, regalando spettacolo ed emozioni ai tanti spettatori, nonché gioia infinita ai corridori che per primi hanno tagliato il traguardo di via Roma consegnando così l’ambito trofeo nelle mani dei loro direttori sportivi. Sabato 12 settembre è stata di scena la 10ª Coppa Rosa nella quale Rossella Ratto ha concesso il bis. Infatti, dopo il successo di un anno fa, la forte atleta bergamasca del Pedale Senaghese si è imposta per distacco, replicando così un copione già scritto: ha staccato tutte sulla salita di Agnedo, si è aggiudicata il gran premio della montagna di Strigno e poi ha sistemato definitivamente la pratica sullo strappo di Olle. Niente da fare per tutte le altre che si sono dovute accontentare dello sprint per i piazzamenti, con la trevigiana Alice Tagliapietra (Young Team Arcade) che, dopo 1’30”, ha regolato in volata la bresciana Alice Alvisi (Bornato Franciacorta) e l’altra veneta Asia Paladin (Moro Scott Bicycle Line Spercenigo). L’impresa di Rossella Ratto (sedicesimo centro stagio-

nale), riuscita prima solo a Diego Ulissi nella lunga storia delle manifestazioni legate alla Coppa d’Oro, ha fatto salire per la seconda volta sul podio della Coppa Rosa la d.s. Monica Lo Verso, mentre i piazzati tra i direttori sportivi sono stati Igor Baldasso (Tagliapietra) e Paolo Zanga (Alvisi). La storia della corsa si è ravvivata al 37esimo chilometro di gara con la prima azione di Rossella Ratto che conosceva a memoria il tracciato e sapeva che il primo punto buono per un attacco è proprio la salita di Agnedo. La altoatesina Alessandra Tomasini è stata l’unica a provare a resistere all’azione della campionessa uscente, ma cedeva al Gpm 15” alla battistrada; il gruppo delle inseguitrici seguiva a 28” con la compagna di squadra della Ratto, la tricolore Eleonora Milesi, facendo un eccellente lavoro di squadra. Sull’ultima asperità di Olle era Asia Paladin la più convinta nel tentativo di ricucire lo strappo ma il vantaggio della Ratto non scendeva mai sotto il minuto e regalava alla campionessa lombarda l’en plein alla Coppa Rosa. L’intenso pomeriggio di gare è quindi proseguito alle 17 con la 3ª edizione della “Coppa di Sera”: in gara le Esordienti donne (una cinquantina al via) e, a seguire, i 126 Esordienti impegnati sul circuito di Onea di oltre 6 chilometri. In campo femminile, al termine di una gara corsa su eccellenti ritmi (la media è stata di poco inferiore a quella fatta

anno” Federico Manzan (GS Mosole) che si imponeva nella classifica di categoria su Manuel Masiero (GS Fiumicello), terzo assoluto, e Alberto Turchetti (UC Coltano). Nella classifica del secondo anno, posto d’onore per Riccardo Minali (quarto assoluto) e podio completato da Yuri Pessotto, compagno di squadra del vincitore, quinto nella classifica generale.

Rossella Ratto taglia per la seconda volta il traguardo di Borgo (Foto Mosna)

registrare nel primo pomeriggio dalle Allieve nella Coppa Rosa), successo allo sprint per Arianna Fidanza (Eurotarget Tx Active), autentica figlia d’arte: il papà, ora direttore sportivo, è stato infatti apprezzato professionista. Nella volata di gruppo, secondo posto per Sara Coffinardi (Team Gauss) e piazzamenti per Giulia Moro (Giorgione) e Michela Tavernini (Team Femminile Trentino). In campo maschile gara tiratissima, con gli Esordienti dei due anni a lottare, gomito a gomito, alla ricerca della miglior posizione in vista di uno sprint “annunciato” dopo una gara molto equilibrata. A sorpresa, proprio all’ultimo chilometro, l’azione decisiva del trevigiano del secondo anno Seid Lidze (Team Bosco di Orsago) che guadagnava un centinaio di metri e si imponeva a braccia alzate. Nel volatone a seguire, seconda piazza, a due secondi, e grande soddisfazione personale per il “primo

Alberto Bettiol (Foto Mosna)

Domenica 13 settembre anche l’ordine d’arrivo della 42esima Coppa d’Oro – Gran premio dei direttori sportivi d’Italia ha confermato i pronostici della vigilia, facendo registrare il successo del toscano Alberto Bettiol (SC Castelfiorentino) che, dopo il secondo posto sotto la pioggia un anno fa, alle spalle del patavino Emanuele Favero, ha firmato un’impresa eccezionale dal punto di vista tecnico e agonistico. Bettiol, che arrivava alla “corsa da una lira” tra i favoriti al termine di una stagione

piena di soddisfazioni, ha infatti gestito con eccezionale personalità il finale di gara contrassegnato da una fuga scattata all’attacco della prima salita di Telve: con il vincitore, anche il campione italiano, il trentino Stefano Nardelli (UC Montecorona), che correva in casa e cercava di bissare la vittoria di Sarnonico, Simone Sterbini (Borgonovo Milior Fiuggi) e Marco Pretolani (Baracca). Al primo scollinamento di Telve era Sterbini a fare l’andatura (davanti a Bettiol e Nardelli), mentre Pretolani perdeva contatto dai primi e finiva per essere riassorbito dal gruppo che seguiva ad una quindicina di secondi. Il primo passaggio davanti alle tribune d’arrivo a Borgo vedeva i tre attaccanti ancora al comando, col gruppo allungatissimo a 30” e la coppia Scalabrini (Pol. Ravasio) Sacchetti (Quattro strade) che provava a rientrare. Tentativo che sfumava perché Nardelli, Sterbini e Bettiol aumentavano il vantaggio nell’ultimo giro e salivano la “Telve” a tutta, con Nardelli che (sul terreno a lui più congeniale) tentava la prova di forza. Ma Sterbini e Bettiol non cedevano e in contropiede sfruttavano un lieve cedimento del campione italiano che all’ultimo passaggio sul Gpm di Telve accusava 5” di ritardo sui compagni di fuga. La discesa su Borgo ricomponeva il terzetto che si giocava il successo in volata: Bettiol era il più fresco e regolava nell’ordine Sterbini e Nardelli. Nell’albo d’oro della “Coppa” si è iscritto quindi il nome del d.s. del vincitore, Velio Bigazzi; il podio dei direttori sportivi è stato completato da Aldo Delle Cese (Sterbini) e da Adriano Girardi (Nardelli) terzo.


42

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Levico Terme. Ritratto di un personaggio davvero versatile IN BREVE

Recchia: poesia, musica, pittura e solidarietà... Questa raccolta ci offre una molteplicità d’esperienze culturali e di rapporti umani, che hanno affinato ancor più la sua sensibilità, consentendo un approdo letterario, ricco di tematiche, non più solo personali, ma di tutti, per tutti, tematiche costanti e perenni. di Luciano De Carli

F

abio Recchia ha sempre dimostrato molteplici interessi culturali che lo hanno avvicinato ai diversi campi della cultura. Sapevamo di trovarci di fronte ad un personaggio versatile: musica e banda cittadina, pittura, icone, collage, attività solidaristiche (A.u.s.e.r.), impegni amministrativi e culturali, come per il “Centro Artistico Culturale Guernica” di pittura, per il Centro Studi “Chiarentana” ed “Amici di Hausham”. In realtà, oltre alle mostre di quadri-icone-collage, avevamo letto ed apprezzato, in passato, alcune sue poesie, ma ora ci troviamo tra le mani quasi un centinaio di sue liriche da analizzare, parte in dialetto “levegàn”, altre, in maggioranza, in lingua italiana. Fabio Recchia con questo corpus poetico vuole affermare la propria identità anche nel campo di Erato per la poesia amorosa, d’Euterpe per la lirica, e forse un giorno anche di Calliope, dalla” bella voce”, per l’epica e

l’elegia locali. Le Muse risvegliano la memoria, cantano il principio dell’eterno, fanno sognare, aprono nuovi spazi alla parola, all’immagine, alla fantasia. Egli s’affida a versi semplici, ma evocativi di sentimenti, situazioni, ricordi, propositi e mete che riesce a controllare efficacemente dal di dentro. Nascono così liriche intessute di ricordi, persone, ambienti che sa trasformare in un mondo vivo, anche di privata intimità, ma con nostra possibilità di comprensione e di condivisione immediata. Osserva il suo Paese, la Natura, l’alternarsi delle stagioni, il lavoro e gli impegni dei suoi conterranei, senza arrogarsi però un diritto a giudizi definitivi. «È uno,- come dice la poetessa Gabriela Mistral- di quegli esseri che temono di far male». Non usa molte figure retoriche quali ossimori, metonimie, antitesi, ecc., semmai gioca con analogie e l’ironia,come in “Oggi –Leggo –Essere –Modernità

–Corri –Addio “. È il suo modo d’essere anche in poesia: appartato e presente, amichevole e cordiale, stringato e familiare. Diverse sono le liriche ispirate dall’amore come “Scorre- Bello-Aquiloni-Distesi- Perdono-San LorenzoCiao-Luci- Amante- Amore –Sospensioni -Perché”…liriche dove l’amore seduce alla verità, ha il potere dell’incanto, di una persuasione perfetta…“rischiara il desiderio di vivere”… “è flauto incantatore del dio Pan”…è “vento prodigo di carezze”… “è torrente o pugno di silenzio”. Ci sono le poesie civili come “Bagliori-Corri-Camminare-Ricordo1983-TamburiGuerra-Futuro-Bagdad…in cui il Poeta fa scelte precise per una vita pacifica, per la scelta ecologica, contro ogni omologazione (Camminare), formula esortazioni nette (Corri), piange con lacrime uguali per tutti il sangue dei caduti, dei morti, degli assassinati, degli affamati… Con tredici poesie dialettali tratteggia un mondo d’affetti, situazioni, pensieri, cose care, che diventano perle

come “Al mercatino”, alla” Ciesa”, “Nel cameron” ,” El capitelo” co “Fioca” e gh’è la “Luna”. Può essere una visione de “Na popa biondina”, “A Levego (quando) gh’era”, e le sente ancora, “Le campane de festa” o le note de “La banda” a “ Nadale” o a “Santa Luzia”. Il dialetto diventa così per Recchia la lingua degli affetti, dell’immediatezza scultorea dei fatti e dei ricordi, diventa capacità di far rivivere la figura della madre che racconta, come ieri le fiabe, oggi i ricordi della Città e dei Paesi, del quartiere, del viale, della propria casa. Scrive diverse poesie per “Natale/Nadale”come festa di gioia, speranza, rinnovamento, attesa… e ricordo di sorprese infantili “quella mattina”. Questa raccolta ci offre una molteplicità d’esperienze culturali e di rapporti umani, che hanno affinato ancor più la sua sensibilità, consentendo un approdo letterario, ricco di tematiche, non più solo personali, ma di tutti, per tutti, tematiche costanti e perenni.

TELVE

Sopralluogo per l’incendio alla stalla L’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini ha fatto un sopralluogo, il 3 settembre scorso, presso la stalla, distrutta dal fuoco, di Albino Torghele a Telve Valsugana. Era accompagnato dal dirigente generale del Dipartimento agricoltura e alimentazione, Mauro Fezzi. L’assessore ha voluto rendersi conto di persona dell’entità dei danni e assicurare ai proprietari dell’immobile il sostegno della Provincia autonoma di Trento. La stalla, che si trova a Telve di Sopra, è stata pesantemente colpita dall’incendio che è divampato nella notte del 1° settembre scorso. Molto ingenti i danni, soprattutto

al tetto, che è andato quasi completamente distrutto. Desta preoccupazione il fatto che tra non molto dovranno tornare a valle le bestie attualmente all’alpeggio a Malga Pertega, considerando anche che è andato perso il fieno che doveva sfamarle nei mesi invernali. L’assessore Mellarini, che ha incontrato la sorella del proprietario, ha assicurato l’intervento della Provincia autonoma di Trento per la ristrutturazione dell’edificio. È infatti in fase di predisposizione da parte degli uffici competenti un apposito provvedimento per finanziare la ricostruzione o la ristrutturazione delle stalle andate in fiamme del corso di questa estate; in tutto, con quella di Telve, sono quattro. L’intervento dell’ente pubblico servirà per contribuire a coprire i costi non coperti dalle assicurazioni. Questo al fine di evitare che sia compromessa l’operatività di aziende che lavorano in un settore delicato e già pesantemente toccato dalla crisi economica.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

43


44

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

45

Ritratto. La poetessa perginese ci lascia alcuni volumi di liriche e scritti sparsi IN BREVE

Un ricordo di Emma Valcanover Oss Emer Emma Valcanover Oss Emer ha cantato la realtà contadina, artigianale, familiare della sua borgata, divenuta col tempo città. Nelle sue raccolte poetiche ha voluto trasmetterci con il dialetto le connotazioni più specifiche di Pergine, mentre con le liriche in italiano ha voluto toccare temi della speranza, della pace, dell’attualità, della solidarietà.

L

di Luciano De Carli

a poetessa perginese Emma Valcanover Oss Emer, assieme ai defunti Maria Pellegri Beber e Giorgio Mottesi, può dirsi cantore di quella realtà perginese, che s’è sviluppata decenni fa attorno al Marcadel, Contrada Todesca, Contrada Taliana, l’ospedale psichiatrico, la Casa di riposo Santo Spirito, el Perzenal in genere, sia Centro che Frazioni. Emma Valcanover Oss Emer era, ed è, una poetessa che canta la realtà contadina, artigianale, familiare della sua borgata, divenuta col tempo città. Nelle sue diverse raccolte poetiche ha voluto trasmetterci con il dialetto le connotazioni più specifiche di Pergine, mentre con le sue liriche in italiano ha voluto toccare temi della speranza, della pace, dell’attualità, della solidarietà. Ha avuto molti successi concorsuali, fra l’altro il Premio Pirandello per la poesia in italiano, vinto a Roma negli anni Ottanta. Ella ha voluto dar vita a molti incontri poetici, a Pergine, a Trento, in Valsugana,quasi sempre con la partecipazione musicale del pianista Maestro Sarubbi e dei Poeti del “Cenacolo Valsugana”di poesia cultura e tradizioni. Emma ha sempre ricordato nelle sue liriche dialettali la dimensione paesana, contadina, artigiana del suo Perzenal quella che aveva imparato in famiglia dalla madre, da suo padre, e poi dal marito Pio. Conservava con gelosa riser-

vatezza una foto, scattatale in gioventù dal marito Pio, a Vetriolo, presso la gradinata delle terme, in posa di “Sirenetta di Andersen”, ma che lei ricordava come “l’Aguana del Monte”. Infatti una delle sue passioni, con Pio, era la montagna, scarpinare lungo la Valle dei Mocheni, la Panarotta, Vignola-Falesina, Vetriolo, e lungo le vallette del Lagorai. Inviava le sue liriche al giornalista Elio Fox direttore di “Ciacere en Trentin”, a “Strenna Trentina”, ai vari concorsi poetici come agli annuali incontri di Fenacom 50 & PIÙ, alle cui manifestazioni era assidua frequentatrice. Voleva confrontare le sue liriche con Paolo Meggio, Maria Pellegri Beber, lo scrivente, e con Giorgio Mottesi, per il quale dimostrava affezione particolare, quasi materna. A Giorgio permetteva qualche canzonatura: le accettava intervenendo però con quella sua “voce argentina”, con cui sottolineava i suoi punti di vista e con cui ci raccontava

Pergine in una vecchia cartolina

dei soggiorni fuori Pergine. Lasciava per mesi l’appartamento perginese alle due torri ed amava recarsi sul lago di Como, per la bellezza delle passeggiate, dei giri in vaporetto alle ville e giardini. D’inverno andava a Sanremo, assidua frequentatrice dei passati festival, ma anche per i parenti, il clima, l’aria iodata del mare, i tramonti fra le fronde dei glicini, delle buoganville,dei caprifogli, delle bignonie, dei gmko e delle criptomerie, o dentro il profumo dei garofani di Sanremo. Certo erano quelli i momenti di relax in cui metteva ordine

alle sue liriche o in cui arrivava l’ispirazione o disponeva scritti per l’invio a qualche concorso. Lì pensava un racconto per il periodico Bollettino della Casa di riposo perginese, che per molti anni ha ospitato le sue liriche e racconti su aspetti e ricordi del Perzenal, che altrimenti andavano perduti. Arrivavano puntuali le sue cartoline e lettere, vergate con una grafia minuta, diritta, scorrevole che indicava rigore ed ordine. Ci lascia alcuni volumi di liriche, ma tanti suoi scritti si trovano dispersi in periodici vari: vanno raccolti e collegati con foto. Emma Valcanover Oss Emer è stata ricordata con affetto dai molti Perginesi che l’hanno accompagnata nell’ultimo incontro. Le signore Daria Zampedri Mottesi e Gabriella Bonvecchio Beber, a nome del “Cenacolo Valsugana” di poesia hanno letto, con voce appannata dall’emozione, amicizia e ricordi personali, un saluto e rispettivamente delle liriche di Emma.

TRENTO

Poesie e immagini di Castello Tesino

L’incontro operativo fra il Cenacolo Valsugana di poesia e il Centro d’Arte “la Fontana” di Gardolo, ha recentemente prodotto un pomeriggio culturale di notevole spessore e interesse per tutte le persone che hanno voluto presenziare all’incontro della “Dante Alighieri”, presso il Centro Culturale “A. Rosmini” di Trento. Presente l’ex delegata culturale Graziella Menato, in rappresentanza del Comune di Castello Tesino, i due sodalizi hanno presentato, con il sostegno della musica di Stefano Cattoni, quadri ad olio, disegni, acquerelli, tempere su vari aspetti ambientali o sociologici di quella parte dell’altopiano. Il presidente prof. Mario Caparelli ha introdotto il pomeriggio culturale, mentre la pittrice Mariella Martinelli ha proposto un suo giudizio critico sulla mostra delle opere de “la Fontana”. Luciano De Carli ha presentato via via le poesie, che corredavano il centinaio di pagine del volume stampato dalla Biblioteca Intercomunale “Lagorai, poesie appositamente scritte o scelte, per quest’opera, da parte di tutti i componenti del “Cenacolo Valsugana”: Paolo Meggio e Bruna Sartori, Nadia Martinelli e Rosa Maria Campregher, Daria Zampedri Mottesi e Gabriella Bonvecchio Beber, Bepi Polacco, Nino Dallagiacoma, Luciano De Carli. Sono stati pure ricordati, nel volume e con letture di testi, i loro colleghi-poeti assenti, come Maria Pellegri Beber, Ferruccio Gasperetti, Emma Valcanover Oss Emer, Roberto Spagolla e Giorgio Mottesi. La mostra, molto visitata ed apprezzata, è durata, presso il Centro “A.Rosmini”, una settimana. I presenti, che hanno seguito le dizioni e la mostra, hanno voluto esprimere apprezzamento per l’ex delegata e poetessa Graziella Menato, per quanto si è voluto organizzare da parte del Comune e del Sistema Bibliotecario, in stretta collaborazione con i due sodalizi, anche in questa zona del Trentino orientale. (l.d.c.)


46

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Valsugana. Una serie di nove incontri sul Trentino di ieri, di oggi e di domani

Il Trentino visto dal Rotary Club Valsugana Molte le incognite che imprenditori, classe dirigente, politica e società in generale dovranno affrontare con un cambio profondo di mentalità: rinunciare agli schemi del passato e interpretare giorno dopo giorno un mondo in continua evoluzione. Una vera e propria trasformazione di carattere culturale!

L

’ex direttore generale della Cassa Rurale di Levico, Roberto Frachetti, è il nuovo presidente del Rotary Club Valsugana per l’anno rotariano 2009/2010. Sotto la sua regia il Club ha organizzato un incontro Interclub su “Il Trentino ieri, oggi e domani: personaggi e testimoni”, programma comune elaborato tra i Rotary Club Trentino Nord, Fiemme e Fassa e Valsugana, che ha come tema la trasformazione del Trentino dalla seconda metà del secolo scorso, con la nascita dell’Autonomia, ai giorni nostri, passato da un’economia agricola ad un’economia terziarizzata. Il primo della serie di 9 incontri, che saranno tenuti

alternativamente presso le sedi dei tre Club, ha avuto per relatore d’eccezione il dott. Nadio Delai, che ha trattato il tema dell’industria in Trentino. Tema molto tecnico, proposto però in chiave sociologica da Delai che ha tracciato un quadro dal dopoguerra ai giorni nostri, non risparmiandosi su una serie di proiezioni possibili relative al futuro. L’analisi ha spaziato dal tipo di presenza industriale, alla sua evoluzione, alle caratteristiche degli imprenditori e delle aziende che hanno dato vita a questo comparto.

NOVALEDO

La Wagonette di Calogero di Mario Pacher

Il comune di Novaledo ha concesso al concittadino Calogero Polizzi, la licenza per il servizio di piazza mediante veicolo a trazione animale. D’ora in poi quindi Calogero potrà esercitare, a tutti gli effetti, il servizio di noleggio con la sua carrozza modello “Wagonette”, trainata da cavalli, con sei posti a sedere oltre a due per il conducente. Già in passato il cocchiere Calogero s’era prestato, gratuitamente, a trasportare grandi e piccini in occasione di feste paesane e cittadine come la ricorrenza di Santa Lucia e i mercatini natalizi di Levico.

Calogero Polizzi con la sua carrozza in occasione di una festa

Un settore che ha lavorato sodo comunicando poco e in certe occasioni anche male. Una caratteristica, ha ricordato Delai, tipica degli industriali e non presente solo in Trentino. Ma l’attenzione più grande di tutti è stata richiamata dalla fotografia del reale peso dell’industria in provincia. Dati alla mano Nadio Delai ha chiarito che la produzione di ricchezza fornita dal com-

BENEMERENZA Borgo - Nuova ambita e meritata benemerenza al luogotenente maresciallo Paolo Volani, da 20 anni comandante della Stazione Carabinieri di Borgo Valsugana. Il presidente della Repubblica Napolitano, su proposta del Ministro della Difesa La Russa, gli ha conferito la medaglia Mauriziana al merito per 10 lustri di carriera militare. (M.P.)

parto industriale in Trentino è ben superiore a quella prodotta da altri settori che nel sentire comune si immaginano invece i più importanti, come ad esempio il turismo e l’agricoltura. La sua capacità di chiara sintesi e approfonditi dettagli, ha permesso di comprendere come ad esempio vi sia riguardo al Trentino una percezione sfasata rispetto alla reale importanza delle attività industriali. Il sentire collettivo, infatti, fa pensare e descrive la nostra provincia come basata economicamente sul turismo e sull’agricoltura. Cosi non è; questa, è stato detto in sintesi, è la facciata più positiva e quella che più piace e che tra l’altro serve a “ vendere” la nostra realtà territoriale in Italia e nel mondo. Ma il peso del comparto, delle aziende e degli imprenditori dell’industria in Trentino è superiore a quanto si possa immaginare. Non sono mancati riferimenti

alla crisi in atto, una crisi che nessuno riesce a immaginare nei suoi tempi di sviluppo e reale termine, ma che, presente a livello globale, coinvolge anche la dimensione locale. Per Delai, gli effetti nella nostra realtà ancora non sono stati realmente avvertiti, ed arriveranno nel fragore di situazioni di difficoltà nella parte finale del 2009 e nei prossimi anni. Molte incognite dunque, che imprenditori, classe dirigente, politica e società in generale dovranno affrontare con un cambio profondo di mentalità: rinunciare agli schemi e alle abitudini del passato, e interpretare giorno dopo giorno un mondo in continua evoluzione. Una vera e propria trasformazione di carattere culturale! È necessario quindi anche un aggiornamento e una modifica delle capacità degli imprenditori, non solo quelli industriali, ma ognuno nel proprio settore, affinché si compia questo salto di qualità.

LEVICO TERME NELLA CORNICE DI VILLA SISSI

Mostra sugli anni d’oro della lirica di Mario Pacher

È rimasta aperta dal 1° al 15 agosto scorsi presso Villa Sissi a Levico Terme, la mostra “Gli anni d’oro della lirica”, voluta dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’APT Valsugana. Una esposizione che raccoglieva ben 130 immagini e dipinti raffiguranti l’Opera lirica negli anni 50 – 60, di proprietà di Amedeo Fumana. Era stata inaugurata alla presenza di oltre un centinaio di persone, con un concerto interpretato dai cantanti Paola Fumana, Francesca Martinelli, Guido Trebo e Jacopo Mazzanelli al pianoforte. Nella grande sala erano esposti anche alcuni costumi di scena di Amedeo Fumana e ritratti di famose cantanti liriche eseguiti dall’artista pittrice Marianna Merler. Fra intervenuti all’inaugurazione anche il consigliere provinciale Pino Morandini, accanto all’assessore comunale alla cultura di Levico Arturo Benedetti e il presidente del consiglio comunale Luciano Lucchi.

Autorità locali con Amedeo Fumana, i cantanti e il pianista


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

47


48

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

49

Sport. Gli atleti borghigiani protagonisti a Castelnovo ne’ Monti IN BREVE

Polisportiva Borgo F.M.: ottima trasferta in Emilia Oltre mille atleti di 18 categorie, in rappresentanza di 83 società e 11 regioni italiane, hanno gareggiato in occasione del 12° Gran Premio Nazionale di Atletica Leggera C.S.I.

S

ulla pista gioiello di Castelnovo ne’ Monti (RE), ricostruita totalmente da poco con speciale tartan, oltre mille atleti di 18 categorie, in rappresentanza di 83 società e 11 regioni italiane, hanno gareggiato ininterrottamente dal 4 al 6 settembre scorsi per il 12° Gran Premio Nazionale di Atletica Leggera C.S.I. La pista d’atletica, intitolata a Fornaciari (padre dell’atletica romagnola), è incastonata nel vallone in fondo al paese da dove si può ammirare la stupenda montagna di Pietra di Bismantova, un altopiano roccioso squadrato, veramente unico nel suo genere, che impera sul paese, da cui hanno sicuramente tratto ispirazione e concentrazione, prima di affrontare le varie prove, i validi atleti della Polisportiva Borgo F.M. Le prestazioni del venerdì del salto in lungo e della velocità sono state penalizzate dalle forti raffiche di vento che hanno colpito la zona ma, memori delle ottime prestazioni offerte l’anno scorso, i giovani atleti borghigiani hanno stretto i denti, ottenendo buoni risultati, piazzandosi nei primi posti in classifica. Nei due giorni successivi il vento è cessato e le gare si sono svolte in scioltezza. Più volte gli atleti borghigiani sono saliti sul podio: tre le medaglie d’oro conquistate da Gabriele Casagranda nei 1500 metri, Carlo Reggiani nei 2 km di marcia e Tonj Farronato nel getto del peso;

Benedetta Moser ha vinto l’argento nel giavellotto e il bronzo negli 80 metri ostacoli. Medaglia d’argento e di bronzo sempre per Tonj Farronato, rispettivamente nei 100 metri ostacoli e nel salto in lungo. Argento nella staffetta svedese per le velocissime cadette Chiara Carraro, Lisa Segnana, Elisa Furlan e Benedetta Moser che hanno sfiorato il record della manifestazione. Bronzo per Ilaria Reggiani nella marcia cadette. Bravi gli esordienti Giacomo Carraro, Antonio Segnana e Raffaele Dalledonne che si sono cimentati nei 50 metri; nei 600 metri e nel lancio del vortex. Complimenti per il loro esordio in trasferta a Micol Abolis, Marianna Campestrin, Martina Longobardi e Milena Bernardi. Tenacia è stata dimostrata anche dagli atleti Luca Rovigo, Edoardo Furlan, Simone Campestrin, Gabriele Zanetti, Simone Moggio, Emiliano Dalle-

donne e Davide Rigo che con i loro risultati hanno contribuito ad aumentare il punteggio della squadra e a compattare l’allegra brigata. L’allenatore Antonio Casagranda ha pilotato al meglio questa avventura, irremovibile dal campo, con la sua pettorina arancione, mentre il presidente Mario Caumo ha aspettato, con pazienza, gli atleti sulle gradinate per congratularsi con loro e per supervisionarli durante i tempi di relax. E come ciliegina sulla torta, la squadra femminile della Polisportiva Borgo ha conquistato il secondo posto a livello nazionale, mentre la società si è classificata al quinto posto assoluto nella classifica generale. Dopo la cocente delusione della rappresentativa azzurra ai recenti mondiali di atletica leggera a Berlino, il movimento guarda già al domani e attende giovani talenti che in futuro

possano rilanciare l’atletica tricolore. «Con l’ottimismo che da sempre ci accompagna - dichiarano i dirigenti della Polisportiva Borgo F.M. - speriamo possano fiorire dal nostro vivaio. Se ciò non avverrà non è importante, perché il nostro compito maggiore rimane quello di testimoniare il valore della vita anche dentro lo sport, fatto di prove e sacrifici, di gioie e di delusioni, di traguardi da conquistare e sempre da rinnovare perché ciò che facciamo lo facciamo perché crediamo nei valori della vita. Agli allenatori, dirigenti, genitori e simpatizzanti auguriamo un buon proseguimento dell’attività poiché il carattere dominante dello sport è quello della continuità ed è solo nel ripetersi degli allenamenti, delle gare, nel succedersi delle stagioni che si costruiscono e si rinnovano i legami essenziali tra le persone e si promuove un’attività sportiva di qualità».

MARTER

Coppa S. Margherita

Si è svolta a Marter di Roncegno, in occasione della sagra del paese, la “23esima Coppa Santa Margherita – 15esima memorial Dino Montibeller”, valevole quale prova campionato comprensoriale C3 di corsa su strada. Quasi 200 i partecipanti di varie categorie venuti da tutto il Trentino per l’appuntamento organizzato dalla US Marter guidata dal presidente Emidio Boccher. Al termine si è svolta la premiazione alla presenza del sindaco Vincenzo Sglavo e di vari dirigenti del Comitato CSI di Trento. Ecco i primi classificati per ogni categoria: Minicucciole: Maddalena Gei Oltrefersina. Minicuccioli: Davide Trisotto GS Trilacum. Cucciole: Elena Gei Oltrefersina. Cuccioli: Matteo Tomelin Oltrefersina. Esordienti femminile: Michela Bazzanella Oltre Fersina. Esordienti maschile: Stefano Anesi Us Cermis. Categoria Ragazze: Linda Saidi Oltrefersina. Categoria Ragazzi: Matteo Zonca US Villagnedo. Cadette: Elisa Furlan US La Rocchetta. Cadetti: Davide Rigo

Polisportiva Borgo. Allieve: Chiara Bareggia US Villagnedo. Allievi: Loris Pintarelli Oltrefersina. Amatori cat. B: Carlo Chincarini US Villagnedo. Categoria Veterani: Luigi Weiss GS Marzola. Categoria Juniores femminile: Elisabetta Nicoletti ADS Mollaro. Cat. Seniores Femminile: Mara Battisti US Cermis. Amatoria categoria B Femminile: Carla Damin GS Trilacum. Cat. Veterane: Tullia Thaler ADS Mollaro. Seniores maschile: Noner Corradi Oltrefersina. Amatori cat. A Maschile: Carlo Rigoni 5 Stelle Seregnano. Venticinque le società partecipanti. Queste le prime 10 classificate: 1ª US 5 Stelle di Seregnano; 2ª US Villagnedo; 3ª Oltrefersina; 4ª GS Trilacum; 5ª Polisportiva Borgo; 6ª US Spera; 7ª US Marter; 8ª US La Rocchetta; 9ª Cermis; 10ª Setta Alpina di Carano.


50

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

51

Levico Terme. Un’interessante esposizione ospitata dal Palalevico

Grande successo per gli “Sguardi di Raota” Per ricordare gli artisti argentini Raota, originari di Barco di Levico, ai primi di settembre al Palalevico è stata allestita la mostra intitolata “Sguardi di Raota”, evento che ha avuto un notevole successo sia di critica sia di pubblico. di Mario Pacher

È

stata inaugurata alla grande lo scorso primo settembre presso il Palalevico, la mostra intitolata “Sguardi di Raota” per ricordare gli artisti argentini Raota, originari di Barco di Levico. Una esposizione che era stata suggerita ancora qualche anno fa dal consigliere dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero Giancarlo Filoso, aiutato da Silvana Bertona, e che è stata poi recepita per essere organizzata dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con il Comune di Levico, l’Unione Famiglie Trentine all’estero, l’APT e la locale Cassa Rurale. Al momento inaugurale erano presenti diverse autorità: il vicesindaco di Levico Gianpiero Passamani con gli assessori Arturo Benedetti, Remo Libardi, il presidente del consiglio Luciano Lucchi, Tommaso Acler delegato per i giovani, Umberto Uez per la Cassa Rurale. Ed ancora il presidente dell’Unione Famiglie Trentine Oliviero Vanzo, l’assessore provinciale alla cultura provinciale Franco Panizza, i vicepresidenti Rina Bonvecchio e Ettore Zampiccoli con la segretaria responsabile dell’Ufficio di Trento dott.ssa Gianna Copat. Ha condotto l’introduzione alla mostra Yosefine Pace, venuta per l’occasione dall’Argentina assieme a Gustavo Raota e Susanna Vera, pure loro figli di nostri emigranti. Sulle pareti della grande sala erano esposte sessanta opere, di cui 40 fotografie di grandi dimensioni, scelte fra le migliori dell’attività dei

IN BREVE Valsugana: lavori alla linea ferroviaria

A fine agosto si è conclusa la prima fase dei lavori alla stazione di Levico Terme, iniziati il 17 agosto scorso. Gli interventi ora proseguiranno ma senza interferenze sulla circolazione, e puntano a garantire, già con il mese di dicembre, una velocizzazione complessiva della tratta Trento-Borgo e un risparmio di tempo per gli utenti, specie sulle corse in direzione Trento-Borgo. A dicembre, appunto, il tempo di percorrenza di quasi tutte le corse tra Trento e Borgo si “accorcerà” di alcuni minuti (per alcune corse sino a 9 minuti in meno). GRUPPO ANZIANI BARCO

Festa a Malga Sassi

Festa per un centinaio fra soci, amici e famigliari del “Gruppo Anziani di Barco” presso la loro residenza estiva a Malga Sassi sull’altopiano delle Vezzene. Dopo il pranzo collettivo, preparato dai dirigenti del gruppo con l’aiuto anche di altri volontari, la presidente, Elda Gina Moser ha ricordato i compleanni del mese dei propri iscritti, quindi il vicesindaco di Levico Gianpiero Passamani ha usato parole di lode verso questo gruppo per l’attività che svolge in favore delle persone della terza età. È seguito un concerto di canti da parte del coro nato all’interno di questa associazione, accompagnati alla fisarmonica dal socio Mario Conci. (M.P.)

L’inaugurazione e, nel riquadro, Pedro Luis Raota

tre artisti: Pedro Luis Raota e del figlio José Luis Raota, oltre a venti grandi quadri della figlia Rossanna Raota, presente con pitture astratte a tendenza geometrica. L’attenzione maggiore è stata rivolta soprattutto alle 20 foto scattate dal papà, Pedro Luis, che è stato riconosciuto come uno dei dieci più famosi fotografi di tutto il mondo. Figlio dell’emigrante Giuseppe Raota di Barco di Levico, era nato in Argentina, nella provincia del Chaco, il 26 aprile del 1934 e morì nel 1986. Ancora giovanissimo smise di lavorare la terra che rendeva molto poco, e si trasferì nella città di Santa Fè dove si dedicò alla fotografia. Per comperare la sua prima macchina dovette vendere la sua bicicletta e incominciò così un cammino ricco di soddisfazioni che lo portarono a farsi conoscere in tutto il mondo, vincendo diversi premi internazionali. Nella città di Villaguay Entre Rios, creò il suo primo studio fotografico e lavorando intensamente conquistò i suoi

primi premi. Fece la sua prima esposizione di fotografie a Buenos Aires, e nel 1958 partecipò per la prima volta ad un concorso vincendo il Primo Premio. Seguirono altri premi internazionali: nel 1966 ottenne il primo premio in Spagna, a Madrid; nel 1967 partecipò alla mostra in occasione del Festival Cinematografico di Cannes dove vinse il secondo premio tra 2500 partecipanti di tutto il mondo. Altri primi premi internazionali seguirono partecipando a concorsi in molti stati di tutto il mondo negli anni 1968, 1969, 1970, 1971, 1972, 1974, 1976, 1977 e 1980. José Luis Raota, il figlio, è nato nella provincia di Entre Rios nel 1963. Ha studiato fotografia a Lugano, in Svizzera. Anche lui ha alle spalle diverse mostre di foto e seminari: a Como, in Svezia, in Austria, in Giappone. Ha ottenuto ovunque premi e riconoscimenti di grande rilevanza. Rossana Raota è nata nella provincia di Entre Rios nel

José Luigi Raota e Rossanna Raota, ai lati di una foto del loro papà Pedro Luis Raota

1959, fu artista plastica e professoressa di belle arti all’Istituto Sant’Anna di Buenos Aires. Diverse sono anche le sue esposizioni, sia collettive che individuali, così come i premi ottenuti partecipando a Fiere d’arte internazionali e a seminari a Buenos Aires. La serata inaugurale è stata allietata dai canti del cantautore levicense Giorgio Lenzi. Anche la conclusione della rassegna, Il 6 settembre scorso, è stata salutata con un concerto da parte del coro Genzianella di Roncogno, diretto da maestro Andrea Fuoli.

Mostra dei fiori

Pieno successo per la 22esima “Mostra dei fiori delle nostre montagne e dei libri della flora alpina”, allestita presso l’Oratorio dall’Associazione Micologica “Bresadola – Gruppo Bruno Cetto di Levico Terme”, guidata fin dalla sua fondazione da Marco Pasquini, con la collaborazione della Biblioteca. Più di 250 le piante di fiori ed officinali esposte, suddivise per categoria di appartenenza, tutte catalogate e ordinate con cura dagli organizzatori. In mostra anche diversi libri sulla flora alpina delle nostre montagne. Grande interesse fra i visitatori anche per l’esposizione delle sculture in legno dell’artista Silvano Garollo di Barco, presente per la lavorazione in diretta nei due giorni dell’esposizione. (M.P.)


52

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

53


54

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Pergine Valsugana. Assomiglia all’autostop, ma è molto più sicuro FOCUS

Ecco la nuova mobilità di Jungo

L’ideatore, Enrico Gorini

Jungo è il sistema agile di mobilità urbana ed extraurbana che, diversamente dal car-sharing e dal car-pooling che sfruttano auto precedentemente prenotate, “sfrutta” il flusso naturale di automobili già in movimento...

A

di Paolo Chiesa

lcuni già lo chiamano “la strategia della pulce”, perché come la pulce l’utente di Jungo “salta” da una macchina all’altra, inoltre il sistema “aggredisce” le punte di traffico perché, dove c’è più passaggio di auto, il suo utilizzo risulta individualmente più efficiente. Tutti gli utenti che si registrano ottengono una card nominativa e sono abilitati all’imbarco reciproco estemporaneo (cioè “a vista”). Il sistema funziona quindi apparentemente come un autostop, ma non è un autostop perché non ne ha le controindicazioni. Quando l’utente si presenta su una strada, esibendo la card nominativa, questo significa per tutti tre cose: che sta chiedendo un passaggio su quella direzione; che vuole pagare; che è una persona tranquilla. Il rilascio della card al richiedente è infatti subordinato al superamento di una precisa procedura di controllo sulla persona, rigorosa ma standardizzabile. Il concorso di ulteriori accortezze aumenta esponenzialmente la sicurezza reciproca del passaggio. Al termine della tratta il passeggero rimborsa il pilota con un ticket, prefissato da Jungo: quindi il vantaggio economico è bilaterale. Con uno o più passaggi in stile ‘Jungo’, l’utente può ridurre l’utilizzo della propria auto, i costi e i tempi connessi alla ricerca di un parcheggio, il fastidio di guidare. E può fare nuove conoscenze. Su base nazionale il tempo medio di attesa previsto per

ciascun passaggio su strade di traffico medio-alto, è di circa 6 minuti. La strategia della pulce libera la “solidarietà latente” insita in molte persone e secondo gli ideatori è adatta a menti spigliate. Il movimento conta quasi mille aderenti, e ha referenti locali in 11 città del Nord Italia. L’idea di proporre anche a Pergine Jungo è nata da un’intuizione della vice sindaco e assessore alla mobilità e all’ambiente Marina Taffara: «Ho letto del progetto di Jungo – afferma - sulla rivista “Altroconsumo” e mi sono subito incuriosita. La mia azione nel settore della mobilità è volta a trovare nuove logiche di spostamento per le persone, tenendo presente che solo un sistema integrato e con molte facce potrà concorrere alla concreta diminuzione delle auto in circolazione. Ho pensato: perché non affiancare al trasporto pubblico urbano, alle piste ciclabili, ad iniziative come il bicibus ed il pedi bus, anche Jungo?». Gli uffici comunali competenti hanno iniziato a lavorare alla cosa. È stato contattato Enrico Gorini, l’inventore di questa nuova idea per ridurre traffico e inquinamento, il quale nella seduta del consiglio comunale del 24 agosto 2009, ha presentato Jungo, illustrandone le caratteristiche, i sistemi di sicurezza, i dati statistici e le prospettive. La Provincia, tramite il servizio trasporti

pubblici, ha “adottato” l’iniziativa già lo scorso anno e quindi il Trentino è il primo territorio al mondo di attuazione dell’idea Jungo. Per Pergine la data di partenza ufficiale di Jungo sarà il 27 settembre 2009 quando si terrà una giornata-seminario che farà parte di altre iniziative a livello provinciale. In realtà, Jungo, per come è pensato, non prevede adesioni “burocratiche” e par-

tenze ufficiali. L’assessorato all’ambiente e alla mobilità sta compiendo un’azione di promozione e di pubblicità (senza alcuna spesa, perché in effetti non servono investimenti, basta fare circolare l’informazione nel modo più capillare possibile). Jungo è semplicemente un nuovo modo di spostarsi e vale immediatamente per tutto il mondo. In pratica a Pergine Jungo è già partito. Si tratta solo di farlo conoscere e di praticarlo. Quali sono gli ef-

Il Vice Sindaco di Pergine Marina Taffara

fetti che questo nuovo modo di spostarsi potrebbe avere su Pergine e l’Alta Valsugana? Sentiamo ancora Marina Taffara: «Non ho la presunzione di pensare che questa forma di mobilità sia in grado di risolvere tutti i problemi in materia o che possa essere la panacea di tutti mali della mobilità. La nostra intenzione è semplicemente quella di cogliere una buona idea e di provare a metterla in pratica, ritenendola uno strumento in più, simpatico, poco costoso e alternativo. Ed in un certo senso “già pronto”, in quanto le auto di chi “carica” lo junghista circolano comunque. Quindi si tratta di sfruttare meglio quello che già c’è in circolazione. Spero che l’iniziativa prenda piede e che Jungo possa affermarsi sia a Pergine che in tutta la Provincia di Trento come una delle modalità di spostamento delle persone. Devo dire che la mia simpatia per Jungo prende piede anche dal fatto che dietro di esso c’è una filosofia precisa, che mi piace e che connota un modo di essere: è la logica dell’aiuto reciproco, della disponibilità, della fiducia, della solidarietà, della comunicazione tra persone. Non è quindi solo un sistema per inquinare di meno o per risparmiare un po’, ma anche una modalità per rendere più “sociale” questo nostro mondo». www.jungo.it

Abbiamo contattato l’inventore di Jungo, Enrico Gorini, chiedendogli come questo nuovo modo di spostarsi potrebbe svilupparsi in Trentino e a Pergine in particolare. «Jungo è un sistema aperto di mobilità individuale fondato sull’idea che “molti lo farebbero” di imbarcare sconosciuti sulla strada, in città e fuori, purché in condizioni di sicurezza e di convenienza reciproca. Oggi chi volesse imbarcare un autostoppista, ci pensa due volte (anzi, cento), perché non si sente per niente sicuro. Di conseguenza

chi chiede un passaggio, attende mediamente 30 minuti. Noi pensiamo che con Jungo il tempo medio di attesa di un passaggio possa facilmente scendere sotto i 5 minuti. Infatti Jungo crea le condizioni perché chi vuole e quando vuole, può ottimizzare la propria auto, imbarcando estranei che si propongono sulla strada, guadagnando in sicurezza, e divertendosi a conoscere persone nuove e verosimilmente spigliate. La sicurezza personale è affidata a tre dispositivi che, cumulandosi, creano un altissimo grado di protezione. In Trentino il sistema è partito da poco e attualmente i maschi attendono mediamente 10.5 minuti (i dati parziali indicano che le femmine attendono meno della metà), ma se altre persone si iscrivono, il tempo medio si abbassa, attirando nuovi partecipanti, e creando così un volano virtuoso che tende a 0 minuti di attesa per ogni imbarco. D’altra parte è intuitivo che, man mano che aumenta la fiducia nel sistema, aumentano gli iscritti e aumenta anche la visibilità e l’attrattività di Jungo». L’“imbarco a vista” diventerà una pratica sempre più naturale e quotidiana, e l’immagine di persone a lato della strada che alzano la card per proporre l’imbarco, diventerà parte del paesaggio urbano, con una rilevate riduzione di traffico e di tutti i problemi collegati». (P.C.)


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

55


56

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Quaere di Levico. Ancora vivo il ricordo di quel drammatico scoppio

Commemorati i cinque marinai morti nel 1954 La celebrazione si è svolta davanti al cippo eretto in loro memoria, nei luoghi stessi del mortale incidente e dove l’associazione ha stabilito di ritrovarsi tutti gli anni, nella domenica più vicina alla fatale data, per ricordare quei cinque sfortunati ragazzi.

di Mario Pacher

C

on una signifi cativa e partecipata cerimonia organizzata dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia “Gruppo MAVM Tullio Moschen di Levico Terme”, è stato commemorato anche quest’anno il tragico evento del 23 luglio 1954 in cui persero la vita cinque Marinai del Battaglione San Marco, in seguito allo scoppio accidentale di un mortaio nel corso di esercitazioni a fuoco nella bassa boscaglia di Quaere di Levico Terme, luogo che bene si prestava come poligono di tiro. La celebrazione si è svolta davanti al cippo eretto in loro memoria, nei luoghi stessi del mortale incidente e dove l’associazione ha stabilito di ritrovarsi tutti gli anni, nella domenica più vicina alla fatale data, per ricordare quei cinque sfortunati ragazzi. È stata questa una conferma che, anche a distanza di oltre mezzo secolo, il loro sacrificio non può

Marinai e autorità davanti il cippo

essere dimenticato con il trascorrere del tempo. Il rito commemorativo è iniziato con la Santa Messa celebrata dal parroco delle vicine frazioni di Barco e Santa Giuliana con l’accompagnamento del coro parrocchiale. Nelle parole introduttive don Silvio Pradel ha ricordato le giovani vittime invitando tutti ad unirsi nella preghiera in loro suffragio e accomunandoli con altri giovani dei nostri giorni che perdono la vita in missioni umanitarie e di pace, sempre più fragile e così

minacciata in vari teatri di guerra e di terrorismo. La cerimonia è proseguita con la deposizione di una corona d’alloro, a cura del Circolo Marina Militare di Levico Terme, accompagnata da un sottuffi ciale in servizio e dal presidente del Gruppo A.N.M.I. di Levico Terme Ernesto Zampiero, cui ha fatto seguito la “Preghiera del Marinaio” letta dal presidente A.N.M.I. di Trento Giorgio Martini. Il vicepresidente dell’Associazione di Levico Enzo Polignano ha ricordato

quindi il tragico incidente concludendo, a nome del Presidente e del Consiglio Direttivo con l’assicurazione che questa ricorrenza sarà sempre rispettata con la celebrazione nei toni e con le modalità tradizionali, per quanto possibile e, a tal proposito, ha espresso sentiti ringraziamenti a quanti hanno contribuito ad una decorosa riuscita della cerimonia con il loro sostegno, fra questi l’Amministrazione comunale di Levico Terme, rappresentata dall’assessore alle attività sociali Arturo Benedetti accompagnato dal presidente del consiglio comunale Luciano Lucchi, e la Cassa Rurale di Levico Terme e con la solidarietà del locale Circolo Sottufficiali del soggiorno montano Marina Militare. Nel suo intervento l’assessore Benedetti ha richiamato alla memoria l’infausto destino di quei sfortunati giovani caduti nel compimento del loro dovere, lodando i marinai di Levico per il costante impegno nel ricordarli.

Sono intervenuti con le comunità del luogo, tra cui i più anziani ricordano ancora quel tragico evento, Associazioni combattentistiche e d’arma locali e del Circondario e un folto Gruppo veneto e di altre delegazioni “Leone di San Marco” oltre ai Gruppi A.N.M.I. del Trentino-Alto Adige e di fuori regione. Significativa è sempre la presenza di alcuni superstiti dell’epoca legati al ricordo di un terribile momento vissuto in gioventù. A conclusione della cerimonia il presidente del “Leone di San Marco Castello di Brussa” ha consegnato all’assessore Benedetti, per il Comune di Levico Terme, il crest del Gruppo ed un loro socio ha fatto omaggio di una sua pubblicazione di memorie di guerra sul mare al Comune ed anche al Gruppo A.N.M.I. di Levico Terme. La cerimonia si è conclusa con la diffusione registrata degli Inni Nazionale e della Marina e un arrivederci al prossimo anno.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

57


58

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Levico Terme. Oggi il gruppo conta 45 volontari e 2 ambulanze attrezzate

Dieci anni d’attività dei volontari del Soccorso Il Gruppo Volontari del Soccorso di Levico Terme promuove un corso per l’arruolamento di nuovi volontari. Le lezioni avranno inizio presumibilmente nella seconda metà del mese di ottobre... di Mario Pacher

S

ono passati più di dieci anni da quando il gruppo della Croce Rossa Italiana – sezione di Levico Terme, mosse i primi passi. Un momento importante questo che fu sostenuto in prima persona dall’indimenticabile Armando Avancini, che diede il via alla presenza di questi volontari e si costituì ufficialmente anche il Gruppo volontari del Soccorso, con il supporto di un’ambulanza per i servizi di trasporto infermi. Come ci ha raccontato il Commissario di Gruppo V.d.S. Giovanni Uez, sono poi seguiti alcuni anni in cui, pur con l’esiguo numero di volontari, è stato

possibile far fronte anche a servizi d’emergenza nel corso dei fine settimana. Un lavoro che alla lunga ha determinato un momento di difficoltà per l’alto numero di ore impegnate, a fronte di un piccolo gruppo di volontari. Un plauso quindi si meritano quei volontari che con spirito di sacrificio hanno affrontato quel difficile periodo. In questi ultimi anni il gruppo ha ripreso celerità ed entusiasmo grazie all’apporto di nuovi volontari entrati attraverso i corsi che si sono tenuti con cadenza quasi annuale. Ora il gruppo conta 45 volontari e la presenza di due ambulanze adeguatamente attrezzate. Abbiamo in atto una convenzione con il

118, dice ancora Uez, per il servizio fisso un giorno in settimana e per il trasporto occasionale d’infermi, oltre ai servizi d’assistenza alle manifestazioni di vario tipo. «Questa la nostra organizzazione che ci consente di af-

frontare le richieste di servizi, ma che vorremmo aumentare per dare ancora più impulso al Gruppo. Infatti sono sempre più numerosi i casi in cui si assiste personalmente ad eventi in cui qualcuno ha bisogno di soccorso: nella vita

d’ogni giorno, per strada, in casa, nello sport, nel tempo libero, ovunque. Insomma, c’è sempre più bisogno di persone che hanno conoscenza delle procedure di “primo soccorso”. Sarebbe opportuno che ognuno di noi fosse a conoscenza di queste procedure e che entrasse nell’educazione dell’uomo moderno». Per questo il Gruppo Volontari del Soccorso di Levico Terme, promuove un corso per l’arruolamento di nuovi volontari e le lezioni avranno inizio presumibilmente nella seconda metà del mese di ottobre di quest’anno. In seguito verrà data pubblicità tramite locandine che saranno affisse in tutti i luoghi di pubblico interesse, dove saranno indicati data e luogo della presentazione del corso suddetto. Informazioni preventive sullo svolgimento del corso si possono avere anche telefonando al 328.7684150 o tramite email vdslevico@critrentino.it La sede è a Levico Terme in Via Roma, 28. Telefono e fax: 0461.706510


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

59

Levico Terme

Levico-Hausman: 50 anni di gemellaggio

L’incontro fra autorità

Altri festeggiamenti seguiranno, questa volta a Levico, nei giorni 10 e 11 ottobre prossimi, quando giungeranno dalla Germania circa trecento persone fra autorità, rappresentanti di associazioni e genitori di ragazzi che nel Trentino hanno trascorso il loro soggiorno estivo. di Mario Pacher

L

evico Terme ha dato per prima il via ai festeggiamenti per il 50esimo di gemellaggio con la cittadina germanica di Hausham. Più di cento persone a bordo di due pullman, la mattina di sabato 8 agosto, hanno raggiunto la città di circa 8 mila abitanti, per solennizzare i 10 lustri di grande amicizia e di collaborazione, nata all’epoca per volontà del concittadino onorario cav. Rudy Siebeneicher. Altri festeggiamenti seguiranno, questa volta a Levico, nei giorni 10 e 11 ottobre prossimi, quando giungeranno dalla Germania circa

trecento persone fra autorità, rappresentanti di associazioni e genitori di ragazzi che nel Trentino hanno trascorso il loro soggiorno estivo. Il tutto secondo un programma già formalizzato fra l’assessore comunale alla cultura di Levico e delegato al gemellaggio Arturo Benedetti e l’associazione “Amici di Hausham” con altre realtà locali. Quel fine settimana, ad Hausham, è stato particolarmente ricco di incontri, momenti conviviali e ricreativi. Un ruolo particolare ha avuto la banda cittadina di Levico Terme diretta dal maestro Giuseppe Calvino che, in vari momenti, ha dato un segno di vera festa all’avvenimento, così come

il corpo volontario dei Vigili del Fuoco accompagnato dal comandante Lino Libardi ed altri rappresentanti di varie associazioni. Il momento più significativo s’è avuto all’interno dell’edificio scolastico di Hausham dove si sono incontrate le autorità levicensi con quelle tedesche. Il primo cittadino di Levico Carlo Stefenelli, con l’intera Giunta e il presidente del consiglio al suo fianco, ha avuto parole particolarmente significative per questa lunga amicizia e collaborazione. Sulla stessa frequenza d’onda anche il sindaco di Hausham Hugo Schreiber ed il suo predecessore Arnfried Farber, che hanno presentato pure una

cronistoria dei momenti più rilevanti di questo mezzo secolo, sottolineando in particolare il prezioso reciproco accoglimento di almeno 700 bambini che finora hanno potuto trascorrere le loro vacanze in Valsugana. Sono seguiti altri interventi da parte di rappresentanti di diverse associazioni, nostre e loro, ed uno scambio di omaggi. Per l’associazione levicense “Amici di Hausham” sono intervenuti il presidente Cinzia Bertoldi, il suo vice Fabio Recchia e l’ex presidente Sandra Pohl. Diversi gruppi folkloristici di Hausham hanno poi dato vita ad alcuni spettacoli, rendendo tanto allegri e vivaci i due giorni di festa. Sotto il grande

tendone della festa della birra, si sono svolti i vari momenti conviviali ed alcuni concerti da parte dei loro gruppi musicali, ai quali si sono uniti, nei canti, pure i levicensi in trasferta. Dopo la solenne Messa di domenica 9 agosto, molta gente di Hausham assieme ai levicensi, capeggiati dalla banda di Levico, ha sfilato per le vie principali della cittadina. Domenica 16 agosto sono rientrati a Levico quella trentina di ragazzi che per due settimane avevano soggiornato ad Hausham e nel contempo sono giunti dalla Germania altrettanti scolari che sono stati ospitati per un eguale periodo presso le scuole Barelli di Levico.


60

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

61

Levico. Appuntamento di beneficenza promosso dall’Ass. Del Fante

“Tombolone” in piazza per il Paraguay In città Sergio Libardi e Claudia Deavi, discendenti di levicensi emigrati alla fine dell‘800.

G

rande successo per “Il tombolone”, svoltosi in notturna in piazza della Chiesa a Levico Terme. Un appuntamento per benefi cenza voluto e organizzato dall’associazione del Fante di Levico, guidata dal cav. Enzo Libardi, per aiutare i progetti di sviluppo economico e culturale delle popolazioni trentine in Paraguay. La serata è stata condotta dal giornalista Mario Pacher che ha pure rallegrato i più di 1.100 spettatori, soprattutto turisti, con le sue barzellette. Il cav. Enzo Libardi, recentemente rientrato dal Paraguay, ha sottolineato lo stato di bisogno in cui versano quelle popolazioni che portano i nostri cognomi, perché nipoti e pronipoti di tanti emigranti che lasciarono la Valsugana negli ultimi decenni del 1800, spinti dalla grave crisi economica che aveva colpito il nostro territorio. Alla serata hanno partecipato pure, accanto ad alcune autorità locali, il presidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero Oliviero Vanzo, l’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza e il senatore tenente Giacomo Santini che è anche socio dell’associazione del Fan-

Altopiano delle Vezzene

Alla Baita del Cacciatore di Mario Pacher

te di Levico Terme. Tutti serata. hanno espresso il loro In concomitanza con il compiacimento per que- tombolone sono stati ospista iniziativa umanitaria, ti a Levico Terme per un assicurando pure un soste- breve periodo, i paraguaiagno economico per queste ni Sergio Libardi e Claudia popolazioni. Poi si è dato Deavi, discendenti di noil via alla estrastri emigranti che «Al centro zione dei numeri della foto i due lasciarono Levidella tombola, co negli ultimi paraguaiani a s s e g n a n d o i Sergio Libardi e decenni del 1800. numerosi premi Claudia Deavi» Sono stati accolti messi a disposiper un momenzione soprattutto to conviviale in dagli operatori casa dell’asseseconomici locasore comunale li. avvocato Remo Quanto mai apLibardi, dove prezzata ed applaudita hanno anche espresso la è stata l’esecuzione di gratitudine alla città dei Conny Viola che ha in- loro antenati per la caloterpretato alcune liriche, rosa accoglienza a loro musicalmente accompa- riservata. Sergio e Claudia gnate dagli strumenti del hanno promesso di voler complesso Server Service ritornare ancora nella città di Fabio e Mirko, che ha termale, per rinvigorire il curato anche gli impianti legame con la terra natia di amplificazione per la dei loro avi.

e tagliato sull’altopiano. Domenica 19 luglio scorso una quarantina di soci con amici e famigliari, hanno fatto la prima festa nel rinnovato stabile ed hanno festeggiato anche il loro presidente Rino Spada, per il compimento dei suoi 60 anni di vita. Successivamente si sono tenuti altri due appuntamenti: domenica 26 luglio si è svolta la “Festa del cac-

La “Baita del Cacciatore” a Malga Sassi sull’altopiano delle Vezzene, a 1450 metri di altitudine, è stata rimessa a nuovo dai cacciatori della riserva di Levico Terme, guidata dal rettore Rino Spada con la collaborazione del presidente del “Comitato Baita” Eugenio Trentin. Diverse decine di iscritti della riserva hanno lavorato per tre anni nelle giornate del loro tempo libero, sacrificando spesso anche la propria famiglia. Lo stabile, di proprietà del comune di Levico, ma concesso ciatore”, e dogratuitamente in cambio di lavori, «Diverse decine di menica 2 agoè stato ristrut- iscritti della riserva sto si è tenuto turato comple- hanno lavorato per il “5° memorial tre anni nel loro in ricordo di tamente. Tutti i tempo libero» Silvio Peruzzi”, locali interni che presidente presi estendono su maturamente una superficie di scomparso. circa 130 metri La sede alpina quadrati, sono di Malga Sassi stati restauraverrà utilizzata ti, rifatto il tetto dotandolo pure delle in- in futuro per altri ritrovi fra solazione termiche, sono cacciatori, ma potrà essere stati rinforzati anche i muri usata anche per convegni perimetrali, ricostruiti i servizi ed incontri da parte di altri igienici con fossa biologica enti ed associazioni che ne e stagna, mentre l’arreda- faranno richiesta. È suffimento interno, rustico, è cientemente telefonare al stato realizzato con legname rettore Rino Spada: celludonato dal comune di Levico lare 349.8507777.


62

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Valle dei Mocheni. Il maestro Fabio Beber saluta alunni e colleghi dall’Argentina

Il maestro Fabio si proclama «indipendente» Da domani sarò maestro “indipendente”, cioè libero da vincoli di lavoro: in pensione».

I

di Patrik Brol

l maestro Fabio Beber saluta alunni e colleghi della Scuola primaria “Il bucaneve” di Sant’Orsola e dell’Istituto comprensivo Pergine 1 dall’Argentina, dove si è concesso un meritato periodo di vacanza al termine del progetto Emigración: un approccio multidisciplinare. Il gemellaggio con la Escuela Parroquial San Pablo Apóstol potrebbe avere delle importanti ricadute anche all’esterno della scuola: «Sicuramente appoggerò e seguirò il gruppo Comunità educante, che per me è l’idea più importante -continua Fabio Beber-, anche qui in Argentina c’è tanto bisogno di coordinamento fra chi si occupa della crescita delle nuove generazioni: il nucleo fondamentale (la famiglia), la società organizzata (l’Amministrazione pubblica) e l’offerta formativa (scuola e altri enti). Non penso che la scuola possa soddisfare in pieno il bisogno formativo, ma ne può offrire la maggior parte e dialogare (per essere parte trainante ed indicante i fini) con le altre realtà formative». Di certo del gemellaggio rimarrà traccia: «Con Pia Fontanari parlavamo di lasciare un nostro ricordo, ovvero un ricordo dell’”hermanamiento” sul muro della scuola, così la maestra Ana mi ha costretto a lavorare pur essendo in pensione. Con l’aiuto di alcuni

Pergine. Un nuovo progetto Badanti e colf, che fare

alunni abbiamo realizzato la semplice filosofia propria un murales che porta i sim- degli abitanti dell’omonimo boli del gemellaggio: i loghi paese descritto nel musical della scuola di Sant’Orsola e prodotto dalla nostra scuola: quello del giornalino Quan- pur cercando sempre soluziotobasta». ni migliori, accontentarsi e Il progetto Emigración: un godere di quello che si ha. Nel approccio multidisciplinare logo vediamo un colibrì che si è concluso a fine giugno ha quanto basta: sole, acqua con la visita della e terra fanno nascere Provincia di Cór- «Quantobasta: il fiore da cui ricava doba da parte dei pur cercando nutrimento». Filomaestri Fabio Be- sempre soluzioni sofia condivisa anmigliori, ber e Pia Fontanari, che dal maestro Faaccontentarsi in rappresentanza bio: «Quantobasta e godere di ciò dell’Istituto comè anche il nome che che si ha» prensivo Pergiho dato a casa mia ne 1: «Una bella in Argentina, dove esperienza, ricca spero di passare un di motivazioni e po’ più di tempo, descambi culturali, ci dicandolo anche al ha colpito soprattutto la calo- costituendo Circolo Trentino rosa accoglienza da parte di Traslasierra. Da alcuni anni insegnanti, personale direttivo infatti sono in contatto con il e bambini». Circolo Trentino di Cordoba Come si legge sull’ultimo dove, fra gli iscritti, ho cononumero di Quantobasta, il sciuto la maestra Ana Maria. nome del giornalino della Un po’ di tempo lo dedicherò scuola elementare Il bucaneve pure alla Comunità Educante di Sant’Orsola, uscito per la di Sant’Orsola Terme e a difprima volta nel ’96, «Esprime fonderne l’idea altrove».

L’Azienda Pubblica di Ser- data informazione e assivizi alla Persona “S. Spirito stenza su come far incon- Fondazione Montel” di trare domanda e offerta Pergine Valsugana colla- nel campo dell’assistenza bora con Cinformi per il agli anziani. Sarà dato disbrigo delle pratiche di supporto a chi voglia avregolarizzazione di badanti valersi di colf e badanti e colf. «Questa collabora- seguendo passo dopo paszione – afferma l’assessore so tutte le procedure che provinciale alla solidarietà portano all’assunzione internazionale e convi- e alla regolarizzazione. venza, Lia Giovannazzi L’ufficio provinciale CinBeltrami - è una buona formi fornirà assistenza risposta alle esigenze delle e consulenza tecnica alfamiglie e dei cittadini. C’è l’azienda di Pergine. Il un aumento dell’età media problema dell’assistenza della popolazione che com- agli anziani non può essere porta nuove esigenze per affrontato solamente con l’assistenza alle persone. strutture residenziali, ma Quello che possiamo fare si devono anche aiutare con l’entrata in vigore delle i cittadini che scelgano modelli di assinuove norme è «Presentata stenza e cura dare il massimo alla presenza domiciliare. Il di assistenza e dell’assessore tema della redi informazione Beltrami la golarizzazione a chi sia interescollaborazione tra delle badanti sato ad avvalersi APSP S. Spirito e è particolardi badanti e colf. Cinformi» mente attuale Questo progete importante to si affianca ai sia per la tranmolti altri che quillità della stiamo realizfamiglia che se zando in quene avvale che sto campo per contribuire a qualificare il delle stesse lavoratrici. Ora i cittadini di Pergine servizio». Alle famiglie e alle persone possono rivolgersi per che entreranno in contatto informazioni e assistenza con l’Azienda Pubblica presso l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona di Servizi alla Persona “S. Spirito - Fondazione “S. Spirito - Fondazione Montel” di Pergine sarà Montel”.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

63


64

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

Te a t r o d e l l ' o p e r a d i B a j r e u t h

Mercoledì 23 settembre alle ore 19.30 nella Chiesa di Sant’Anna a Borgo Valsugana il Complesso Corelli terrà le prove generali dei concerti di Berlino. Ingresso libero.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

EVENTI

65

Il Complesso Corelli in Germania

La tournée a Berlino

S

aranno tre i concerti che porteranno il Complesso Corelli di Borgo Valsugana a Berlino, in una esibizione che da anni si ripete e che sempre ha riscosso unanimi consensi. Una tournée che vedrà i “maestri” della musica di casa nostra impegnati nel mese di settembre in tre appuntamenti da non perdere. E precisamente sabato 26 settembre ( alle ore 19.30) e domenica 27 settembre (alle ore 11.00) in due concerti nella Evangelische Kirche “Am Lietzensee” – in Berlino – Charlottemburg e sempre domenica 27 a Potsdam nella Reggia

«Musica predicat- questo è lo scopo del Coro Lietzensee di Berlino. Il suo compito è di accompagnare ed esprimere la fede tramite la musica durante la messa, come un’altra dimensione di lodare Dio. La musica sacra non deve finire nelle sale da concerto e nei palazzi,

GLI ESECUTORI PRIMO VIOLINO e DIRETTORE Andrea Ferroni VIOLINI Nadia Carli Viktoria Gögele Luca Martini Stefano Roveda VIOLE Nicola Fadanelli Josef Höhn VIOLONCELLI Frieder Berthold Ivo Brigadoi

di “Sans Souci” con inizio alle ore 16.00 i “nostri” riproporranno le sinfonie che appartengono al loro vastissimo repertorio. Tre vere e ghiotte occasioni all’insegna della buona musica, elemento portante della qualità del Complesso Corelli. Da sottolineare che il concerto di domenica 27 settembre vedrà impegnato insieme al Corelli il Coro “Lietzensee” le cui caratteristiche sono sintetizzate dal loro depliant che così recita:

CONTRABBASSO Marco Forti CLAVICEMBALO E ORGANO Chiara Minali SOLISTI Ivonne Dandrea (Mezzosoprano) Erika Giovanelli (flauto) BALLETTO CLASSICO Alice Castini Francesca Rinaldi

ma deve essere parte vivente di ogni domenica. I concerti del coro non vogliono essere dimostrazioni di bravura o solamente esecuzioni d’arte, ma fanno parte della divulgazione della parola di Dio, perché la musica di questi compositori è ispirazione divina, quasi profetica. In questo senso, la musica di-

venta preghiera». Voci e musica che si fondono in un tutt’uno per dare vita ad un insieme che certamente saprà soddisfare gli appassionati della musica barocca di cui il Complesso Corelli è oggi la massima espressione di casa nostra.


66

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Vezzene. Cerimonia per ricordare i tragici fatti di 94 anni fa

Anniversario della battaglia del Basson L’appuntamento commemorativo, organizzato dall’Associazione del Fante di Levico presieduta dal cav. Enzo Libardi, ha visto la presenza di oltre 50 associazioni combattentistiche e d’arma del Trentino, del Veneto e anche Austriache, tutte con i loro gagliardetti, nonché circa 600 cittadini. di Mario Pacher

D

omenica 16 agosto è stato celebrato a Passo Vezzena il 94esimo anniversario della battaglia del Basson per ricordare la notte fra il 25 e il 26 agosto 1915, quando, a pochi mesi dall’apertura delle ostilità contro l’Impero Austroungarico, negli scontri persero la vita 1.048 fanti e 43 ufficiali di truppa italiani, nonché molti soldati dell’Impero Austroungarico. L’appuntamento commemorativo, organizzato dall’Associazione del Fante di Levico presieduta dal cav. Enzo Libardi, ha visto la presenza di oltre cinquanta associazioni combattentistiche e d’arma del Trentino, del Veneto e anche Austriache, tutte con i loro gagliardetti, oltre a più di seicento semplici cittadi-

Un momento della cerimonia

ATTO VANDALICO

Novaledo - Atto vandalico ai danni di un cacciatore di Novaledo che sulla strada che porta alla Zoparinamonte Armentera aveva costruito su di un pino, a circa 10 metri da terra, un capanno per la caccia al capriolo. Ignoti hanno tagliato con una motosega gran parte della base della grossa pianta, tanto da renderla pericolante. Sull’episodio indagano i Carabinieri di Roncegno. (M.P.)

ni. La cerimonia commemorativa è iniziata con la sfilata dalla vicina chiesa di S. Zita, riedificata un fa, fino al nuovo monumento che ricorda i Caduti. Qui sono state deposte due corone: una italiana e l’altra austriaca deposta dal rappresentante della Croce Nera dell’Alta Austria in Italia cav. Mario Eichta, assieme al comandante dei Kaiserjager di Lavarone cap. Gianpietro Bertoldi. Dopo “l’alzabandiera” dei tre vessilli, italiano,

austriaco ed Europeo, don Marco D’Alonzo Avancini ha celebrato una S. Messa. Quindi è arrivato il momento degli interventi ufficiali da parte di autorità civili e militari presenti: oltre ad Enzo Libardi, hanno parlato i sindaci di Levico Terme Carlo Stefenelli, di Luserna Luigi Nicolussi Castellan e di Lavarone Aldo Marzari, il presidente della Federazione del Fante di Treviso Sebastiano Lazzarato, il cav. Attilio Gomitolo presidente della Federazione dei Fanti di Vicenza e coordinatore del triveneto, il membro dell’ufficio di presidenza del consiglio provinciale Pino Morandini, l’assessore provinciale Franco Panizza, il senatore Giacomo Santini, il presidente della Federazione del Fante di Trento e vice presidente nazionale Federico Demartin, il cav. Mario Eichta.

Pergine. Esposte oltre sessanta opere dell’artista di Gardolo Mostra di Gino Gilli in Sala Mayer Fra le tante mostre dell’estate 2009, una menzione particolare merita l’esposizione del pittore trentino Gino Gilli di Gardolo per la mostra dei suoi dipinti presso la Sala Mayer a Pergine Valsugana. La rassegna è stata visitata da centinaia di persone venute da tutta la Valsugana e anche da Trento, richiamate dalla bellezza inconfondibile dei suoi quadri, da quei colori tanto vivi in tutta quella sessantina di quadri esposti, molti dei quali

ispirati ai caratteristici casolari della valle dei Mocheni. Sì, perché per il pittore trentino, autodidatta, il tema del villaggio è sempre stato una costante nella sua pittura. Le sue opere sono state anche un racconto di vita vissuta che hanno fatto ritornare spesso alla mente le vedute sul passato, la civiltà contadina d’un tempo con tutto il verde della natura e i suoi prati in fiore. (m.p.) Foto: Gino Gilli con la signora Gabriella all’inaugurazione.

IN BREVE Altri fondi per le Pro loco

Su proposta dell’assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini, la Giunta provinciale ha deciso di integrare i criteri e le modalità di riparto del fondo integrativo per il finanziamento della promozione turistica 2009. In questo modo vengono assegnati ulteriori fondi, per un totale di 78.997 euro, a favore dei Consorzi di Associazioni Pro loco che operano all’esterno degli ambiti turistici. Con questo provvedimento le risorse assegnate per quest’anno raggiungono il livello di quelle dello scorso anno. Tra i vari Consorzi beneficiari vi sono anche il Consorzio Turistico della Vigolana (12.963 euro) e il Consorzio Pro loco Valle dei Mocheni (11.033 euro).

ALPINI

Canederlana in Sella...

Ha avuto grande successo la prima edizione della “Canederlana” organizzata dal Gruppo Alpini di Borgo Valsugana guidato da Renato Novello, e svoltasi presso la casina alpina di Sella. Più di duecento persone fra soci, amici e simpatizzanti delle Penne Nere, hanno preso parte sotto il grande tendone allestito per l’occasione, ed hanno consumato un abbondante piatto di canederli preparati con cura dalle forze del volontariato, in particolare dalle consorti di molti soci. Fra i presenti anche il sempre attivo ed allegro Luigi Dall’Oglio con i suoi 90 anni compiuti. Il ritrovo ha avuto pure la cornice musicale di Gianello e la sua fisarmonica oltre alla musica dell’ospite Claudio Galbiati. (m.p.)

PERGINE

Lavagna interattiva

Gessetti addio! Gli alunni delle classi prime dell’Istituto Marie Curie di Pergine, infatti, il 14 settembre scorso hanno iniziato la scuola con una grande novità: la lavagna interattiva che sembra destinata a soppiantare del tutto quello tradizionale.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

67

Borgo Valsugana. Storie dell’altro mondo nel silenzio delle immagini IN BREVE

Arrivano i Miti vietnaMITI Gli scatti in bianco e nero di Justin Mott sui progetti di GTV uniscono arte e cooperazione riuscendo a cogliere il lato evocativo di questo lavoro.

G

TV (Gruppo Tr e n t i n o Vo lontariato) in collaborazione con l’Associazione Bruno Muñoz presenta la nuova iniziativa realizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto: “MITI vietnaMITI: storie dell’altro mondo nel silenzio delle immagini”, un progetto che porta una mostra fotografica itinerante in varie località del Trentino, unendo immagini evocative a letture recitate di racconti tradizionali vietnamiti per i più piccoli. L’inaugurazione a Borgo si terrà lunedì 28 settembre, e vuole essere l’occasione per presentare il contesto complesso e delicato in cui opera GTV: il Vietnam. Alle ore 20.00, letture animate per bambini. Paese di cui si parla quasi sempre in termini di crescita industriale ed economica, con un PIL pro-capite di circa 700 dollari statunitensi e che secondo

il governo vietnamita entro il 2020 sarà una nazione industrializzata: ma dietro a questo progresso continuano ad esistere forti disparità nella popolazione, basate su diversità di credo, genere e appartenenza etnica ma soprattutto fra le zone urbane in crescita e quelle rurali con sacche di povertà. Ogni anno milioni di persone migrano dalla campagna alla città, ma pochi trovano lavoro e hanno accesso ai servizi sociali di base (acqua, sanità, istruzione, ecc.). È in questo contesto così complesso e delicato che opera GTV attraverso vari interventi, che sono seguiti dalla mostra attraverso la divisione per macroaree: istruzione, formazione professionale, sanità, infanzia e migrazioni interne. Gli scatti in bianco e nero di Justin Mott sui progetti di GTV uniscono arte e cooperazione riuscendo a cogliere il lato evocativo di questo lavoro. Borgo, Biblioteca comunale. Fino al 12 ottobre.

TENNA

Grande Festa di Ferragosto

Sono stati cinque giorni di vera festa quelli vissuti a Tenna nel periodo di ferragosto, con attrazioni per grandi e piccoli in cui ha prevalso la gastronomia, buona musica e ballo all’interno del Parco Urbano. La “Grande festa di ferragosto”, la 18esima, è stata ancora una volta organizzata dal locale Corpo Volontario dei Vigili del Fuoco guidato dal comandante Walter Motter. Circa duemila persone ogni sera, come ci ha testimoniato l’ex comandante e braccio destro dell’organizzazione Antonio Motter, si sono ritrovate allegramente sotto i grandi tendoni dove hanno potuto assaporare i ricchi piatti della cucina trentina. Tanta la musica in compagnia di varie orchestre e così anche il ballo liscio. In occasione di questa “grande festa” si è disputato pure un torneo di calcio saponato organizzato dall’associazione Tennapassiva in collaborazione con i Vigili del Fuoco. La buona riuscita della festa è dovuta anche alla collaborazione di tanti volontari o aderenti alle associazioni del posto. (m.p.)


68

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Telve di Sopra. Incontro nel cuore del Lagorai In breve

Raduno del Corpo Forestale di Mario Pacher

Raduno annuale del Corpo Forestale del Distretto Bassa Valsugana e Tesino, che per tradizione avviene in concomitanza con il raduno provinciale. Quest’anno la meta è stata la Conca dell’Alta Val del Fregio, nel cuore del Lagorai e precisamente Malga Ezze. Baita questa che è stata in questi ultimi anni oggetto di importanti Forestali ed autorità a Malga Ezze

lavori di risanamento e di ampliamento, e che sempre è frequentata da campeggiatori e visitatori. Il supporto logistico è stato offerto dal comune di Telve di Sopra, con alla testa il sindaco Dino Trentin e la collaborazione delle forze di volontariato. Il raduno è stato aperto da una commemorazione religiosa da parte del parroco locale don Franco Torresani,

in cui è stato onorato il patrono dei forestali San Giovanni Gualberto e, in particolare, sono stati ricordati i forestali deceduti nel corso dell’ultimo anno, con un pensiero speciale per Alberto Dalcastagnè, comandante della stazione di Strigno, deceduto mentre era in servizio lo scorso 26 settembre 2008. È stata presentata, da parte del comandante del distretto dott. Marco Olivari, una

sintesi del lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno in tutto il distretto del C/3, sia per la vigilanza che per la difesa dell’ingente patrimonio boschivo della zona, unitamente all’impegno per coordinare sempre meglio gli interventi. È stata ricordata anche l’importanza dei forestali ora in pensione ed è stato servito poi il menù tipico di malga predisposto dalle volontarie del paese.

MARTER DI RONCEGNO

Ravanèi giganti di Mario Pacher

Ormai è diventato l’hobby preferito di Adriano Betti, 53 anni, che abita a Maso Fontane a Marter di Roncegno. Da tempo tutti sanno che i rapanelli neri invernali che lui coltiva nel prato vicino a casa, non temono concorrenza e sono i migliori in assoluto. Adriano è giustamente orgoglioso di questa sua specialità di “ravanèi” che lui coltiva unicamente per passione e per uso personale, ma anche per poter regalarne ad amici e conoscenti. Nulla pretende in cambio, al massimo un buon bicchiere di vino presso il bar del bocciodromo di Marter dove si reca volentieri la domenica mattina. Anche quest’anno i rapanelli di Adriano Betti hanno raggiunto dimensioni straordinarie: qualcuno supera anche i due chili di peso. Come si può allora non complimentarsi con lui?


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

69

Levico Terme. Dal 21 luglio al 4 agosto scorsi si è svolta la IX edizione

Gran pubblico al Festival Eurydice 2009 I concerti si sono avvalsi della partecipazione di solisti di fama internazionale scelti attraverso i loro curricula, con repertori misti compatibili con i luoghi dove si sono svolte le varie esecuzioni musicali. Per la città termale è stato scelto il teatro di Levico, il Grand Hotel Imperial, Palazzo Sissi, il Parco delle Terme ed altri spazi caratteristici di Levico e dintorni.

di Mario Pacher

L

’Ensemble Eurydice è stato fondato in Francia nel 1989 dalla flautista Daniela Pisano, in stretto accordo con l’unione di musicisti venuti da entità diverse che hanno messo la loro tecnica strumentale al servizio della tradizione, per unire il passato con il presente. Il gruppo si propone di far rinascere i concerti con un repertorio che comprende la musica cortese, barocca e contemporanea scritta espressamente per questa entità, senza dimenticare il Patrimonio musicale da camera del XVII e XVIII secolo. L’Ensemble propone programmi con diverse for-

mazioni, che vanno dal duo all’orchestra da camera con direttore e solisti. Il Festival e i Corsi musicali estivi “Eurydice” 2009, che si sono svolti in IX edizione anche quest’anno a Levico Terme nel periodo dal 21 luglio al 4 agosto, sono stati organizzati in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Levico Terme, L’APT, le Scuole Medie e la Fondazione “A. Barelli” (per la disponibilità delle aule di studio), l’albergo Acler, il Grand Hotel Imperial, la locale Cassa Rurale, “Vivere il Parco” e le Terme di Levico. I corsi sono stati tenuti da componenti della stessa Ensemble Eurydice, specializzata appunto in musica barocca e

Tutti assieme nell’esecuzione finale

contemporanea, con la collaborazione di Denise Wolfcarius e Giancarlo Sacchi, dei docenti dei Conservatori di Parigi, Fontainebleau, Hamburg, Milano, Madrid e San Francisco. I concerti si sono avvalsi della partecipazione di solisti di fama internazionale scelti at-

traverso i loro curriculum, con repertori misti compatibili con i luoghi dove si sono svolte le varie esecuzioni musicali. Per la città termale è stato scelto il teatro di Levico, il Grand Hotel Imperial, Palazzo Sissi, il Parco delle Terme ed altri spazi caratteristici di Levico e dintorni.

Il concerto conclusivo si è svolto davanti a gran pubblico seduto sulle gradinate dell’anfiteatro dell’Hotel Imperial, dove una sessantina di musicisti e solisti internazionali venuti da tutto il mondo, hanno intonato, prima in gruppi e poi in esecuzioni d’assieme dirette da Giancarlo Sacchi, una successione di famose melodie di musica barocca e contemporanea, nonché del Patrimonio musicale da camera del XVII e XVIII secolo. Ha fatto gli onori di casa la fondatrice dell’Ensemble e direttore artistico del festival di Levico Terme dott.ssa Daniela Pisano, flautista milanese di fama internazionale e pure docente, fra l’altro, di flauto al conservatorio Rachmaninoff di Parigi. Pisano inoltre tiene concerti come solista e musica da camera sia in Italia che all’estero, come in Francia, Svizzera, Germania, negli USA ed altri stati ancora. È chiamata pure a far parte di giurie di concorsi nazionali ed internazionali.


70

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

P R O TA G O N I S T E

Pergine Valsugana. Ritratto di donna: Lina Carlin Morelli

Lina, un’insegnante forte e altruista La storia di Lina Carlin è quella di un’insegnante che fu capace di essere sempre al passo con le novità che incontrò nel mondo dell’educazione, ma anche quella di una donna forte ed altruista che seppe essere per Pergine un punto di riferimento sociale. Lina rappresentò, infatti, un esempio di come si possa praticare del volontariato puro sia nel mondo delle persone diversamente abili che in quello degli anziani bisognosi.

di Paolo Chiesa

L

ina nacque a Pergine il 13 gennaio 1917. Dopo avere frequentato le scuole magistrali in collegio a Treviso, nel 1936 iniziò ad insegnare. Nel 1938, durante “l’italianizzazione” dell’Alto Adige, fu mandata in una piccola scuola a Malles in Val Venosta, dove si trovò, lei che non parlava il tedesco, ad insegnare per un paio d’anni a dei bambini che non sapevano una parola di italiano. Un libro dal titolo “Il tedesco per tutti” e una grande volontà l’aiutarono in un compito che deve essere stato sicuramente difficile. Ritornata in Trentino venne inviata in alcune scuole periferiche fino ad arrivare ad insegnare nelle scuole elementari di Pergine. Nel 1949 si sposò con Vito Morelli. Da questa unione nacquero i figli Renato nel 1950, Lucia nel 1953 e Gianni nel 1955. Nel suo ruolo di madre fu ancora una volta in linea con il suo modo di essere sempre un passo avanti alle normali “convenzioni”. Il figlio Gianni, al quale all’età di nove mesi venne diagnosticata una poliomielite, ricorda che Lina si batté con forza per fargli frequentare una scuola tradizionale e non un collegio con classi speciali, le cosiddette “differenziali”, con conseguenze educative e

formative che fatalmente lo avrebbero tagliato fuori dal normale iter scolastico. Gianni ha ricordato, inoltre, che la madre lo spinse, una volta cresciuto, «a lasciarmi vivere, fare amicizie, esperienze, in altre parole a fare una vita normale, accettando anche tutti i rischi del caso». Nel 1963 Lina rimase vedova con tre figli di 13, 10 e 8 anni, con le difficoltà che questo comportava. Nell’insegnamento, nonostante una formazione “antica” ed anzi forse proprio per questo, si appassionò sempre alle

novità educative. Aderì ai grandi cambiamenti che si succedettero nel mondo della scuola: tempo pieno, collaborazione con gli altri docenti, nuovi metodi di insegnamento, mettendoli in pratica con grande passione ed entusiasmo. Nel 1979 andò in pensione e iniziò a dedicarsi a quella che fu un’altra sua grande passione, quella del volontariato nel mondo della terza età. Iniziò a collaborare con il gruppo dei pensionati della CGIL, esperienza che la portò nel 1982 a fondare il primo circolo comunale dei pensionati e

degli anziani di Pergine,di cui fu la prima presidente. Nella sua frase: «allontaniamoci dalla solitudine e troviamoci spesso» sta la filosofia di quella che all’epoca era una novità assoluta nel campo delle associazioni. Il circolo diventò subito un’occasione di incontro per socializzare e per divertirsi. Ci fu la creazione di un coro che proponeva le canzoni “vecchie” che rischiavano di essere dimenticate. Un altro obiettivo fu quello di recuperare lavori e attività che stavano già allora iniziando a sparire con produzioni di vero e proprio artigianato (con il legno, con la lana, con l’uncinetto etc) che ogni anno, in occasione della “Festa granda” venivano esposti. Lina volle però ampliare le attività del circolo portando un’attenzione particolare alle fasce più deboli tra gli anziani, dove c’erano anche dei casi di indigenza e di emarginazione. Creò un rapporto di aiuto e collaborazione con la casa di riposo e con l’ex ospedale psichiatrico, iniziando a visitare gli ospiti delle due strutture e ad organizzare per loro delle feste. A questo scopo dal circolo nacque l’associazione Auser di Pergine che iniziò a prestare la sua opera di aiuto e sostegno agli anziani.

Purtroppo all’inizio degli anni ’90 iniziarono ad emergere delle divergenze tra Lina e gli altri membri del direttivo del circolo pensionati e anziani. Tali contrasti derivavano proprio dalla convinzione di Lina che il circolo dovesse avere un’attenzione particolare alla solidarietà con le fasce deboli della popolazione anziana e alla necessità di “aprire” la sede del Circolo all’esterno, cosa questa non condivisa da tutti. Queste convinzioni vennero riportate da Lina nella lettera con la quale rassegnava le proprie dimissioni da presidente nel 1995 e dove riportava che lo spirito del circolo era ben definito nel suo stesso statuto dove si parlava di “incontro e di ritrovo per gli anziani, ma anche di offerta di momenti culturali e ricreativi e di collaborazione con le altre associazioni e le strutture esistenti sul territorio”. Prerogative che lei tradusse in quell’occasione come “attività all’insegna della solidarietà sociale”. Lina Carlin morì nel 2003 dopo alcuni anni di malattia in seguito ad un ictus, lasciando un grande ricordo in quanti apprezzarono le sue doti di persona attenta alla solidarietà e alle fasce meno fortunate della popolazione.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

Per contattare Nicoletta rivolgersi alla AEMME sas: tel. 0461 752622 - redazione@lafinestra.it

71


72

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Valle dei Mòcheni

Rinnovato entusiasmo per il Bersntol Ring Dopo un anno di pausa non ci aspettavamo di riuscire a confermare questi numeri -confessa Walter Moser, segretario del Consorzio delle Pro loco della Valle dei Mòcheni-, anche dal punto di vista organizzativo c’era il rischio di un coinvolgimento minore da parte dei volontari delle associazioni locali, mentre mi sembra di aver trovato un rinnovato entusiasmo, come nelle prime edizioni». di Patrik Brol

A

più di dieci anni di distanza dalla prima edizione, e a due anni dall’ultima, oltre 1500 persone, a piedi, in mountain bike o a cavallo, hanno risposto all’invito del Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni in occasione dell’undicesimo Bersntol Ring. A partire dall’edizione 2007 il Bersntol Ring si svolge ogni due anni, un aspetto che inizialmente aveva creato qualche timore tra gli organizzatori. «Dopo un anno di pausa non ci aspettavamo di riuscire a confermare questi numeri -confessa Walter Moser,

segretario del Consorzio delle Pro loco della Valle dei Mòcheni-, anche dal punto di vista organizzativo c’era il rischio di un coinvolgimento minore da parte dei

volontari delle associazioni locali, mentre mi sembra di aver trovato un rinnovato entusiasmo, come nelle prime edizioni». Inizio del percorso a Ka-

Festa. Due giornate ricche di iniziative Sagra di Palù del Fersina di Mario Pacher

Due giorni di festa hanno caratterizzato la valle dei Mòcheni all’inizio di agosto. Due giornate per quella che è considerata la “Sagra di Palù del Fersina”, organizzate dalla comunità con la collaborazione delle varie associazioni che operano nel volontariato, che sono state motivo di grande attrazione per la gente locale e anche dei paesi vicini. Nella giornata di sabato 1 agosto si sono disputati due tornei di calcio, ed una sfida ai rigori dei sindaci della valle. La serata è quindi proseguita con musica e ballo in compagnia di Bruno Regnana. Ma il momento più partecipato si è avuto nel pomeriggio della domenica con il saggio degli allievi del corso di

fisarmonica e tastiera, seguito da una manovra dei giovani vigili del fuoco. Grande spettacolo e tanti meritati applausi sono stati riservati poi al Gruppo Folk di Caldonazzo, che ha intrattenuto a lungo i tanti spettatori. Notevole interesse anche per Riccardo Menegoni di Caldonazzo, impegnato

L’esibizione del gruppo Folk di Caldonazzo

nella costruzione in contemporanea di un violino. La serata si è conclusa con musica e ballo con “Aldo e la sua fisarmonica”. Per tutta la manifestazione ha funzionato un fornitissimo spaccio con polenta, lucaniche ed altri piatti, nonché stroboi ed altre specialità del posto.

mauvrunt verso località Prati imperiali/Kaserbisn, per proseguire in direzione Valcava, scendere a Palù del Fersina, quindi risalire fino a Passo Redebus, con possibili varianti panoramiche in quota per chi aveva scelto di percorrere l’itinerario a cavallo o in mountain bike. Immancabili le degustazioni, le rappresentazioni di antichi mestieri e del folklore locale, accompagnate dalla presentazione della razza caprina Pezzata Mòchena/Pletzet goes van der Bernstol. A Passo Redebus la visita guidata all’area archeologica “Acqua Fredda” e la sperimentazione di fusione del metallo effettuata da Enrico Belgrado, esperto di archeometallurgia, secondo le tecniche della tarda età del Bronzo con l’utilizzo di mantici per mantenere la temperatura attorno a 1200 gradi, hanno rappresentato

l’apprezzata novità dell’edizione di quest’anno. Collaborazione, quella con la Soprintendenza per i beni archeologici della Provincia, che il Consorzio delle Pro loco della Valle dei Mòcheni giudica «importante e utile a entrambi». Per Fabrizio Corn, presidente del Consorzio turistico, sono diversi i motivi del costante successo della manifestazione: «Il paesaggio, le variazioni del percorso, la cura dell’aspetto gastronomico, la collaborazione delle associazioni, ma soprattutto il passaparola», appuntamento rimandato allora ad inizio 2010 per l’edizione invernale. «In inverno – conclude - la Valle dei Mòcheni può offrire panorami ancora più suggestivi, un’esperienza che consiglio di provare soprattutto se le nevicate saranno abbondanti come quest’anno».

Approfondimento

Al museo d’estate si lavora

Si concluderà venerdì 27 settembre presso l’area archeologica Acqua Fredda a Passo del Redebus, con il laboratorio di archeologia sperimentale rivolto anche a bambini “All’idea di quel metallo”, il programma “Eventi e iniziative nei musei della Valle dei Mòcheni” presentato dall’Istituto Mocheno per la rete museale Bersntoler Museum. Nel corso dell’estate nel tradizionale maso mòcheno Filzerhof, a Fierozzo, e al mulino Mil, a Roveda, sono stati protagonisti gli antichi mestieri e con loro gli artigiani locali. “De òrbetn en hoff” e “Òlla za moln”, lavori al maso e al mulino: realizzazione di calzature di legno, ceste, rastrelli, scandole, la lavorazione della lana, la coltivazione e lavorazione dei cereali, la fienagione, la realizzazione del “kronz”, il cappello decorato portato dai coscritti. La collaborazione con la Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e l’Apt Piné e Cembra ha permesso di arricchire il programma con laboratori volti a valorizzare l’area archeologica inaugurata l’autunno scorso, tra le aree archeologiche musealizzate più alte d’Europa (1440 m.) e tra le più importanti fonderie preistoriche della tarda età del Bronzo delle Alpi (tra il XIII e il XI secolo a.C.). Il 4 agosto scorso presso la sede dell’Istituto mòcheno a Palù del Fersina l’importanza dell’attività di lavorazione dei minerali di rame, è stata sottolineata da Franco Marzatico, direttore del Museo Castello del Buonconsiglio, nel corso dell’incontro “Dal minatore al metallurgo: i forni preistorici al Passo del Redebus”. (P.B.)


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

73

Novaledo Grande festa per la vice nonna della Valsugana Roncegno

Le 106 candeline di Eugenia sigliato di non sposarsi mai, poiché era piuttosto gracile in salute. E sulla scorta di questa testimonianza, ancora oggi sono in molti a sorridere in maniera ironica considerando che lei è ancora qua, mentre la maggior parte dei medici che aveva conosciuto in tutti questi anni, se ne sono già andati secondo il ciclo ordinario della vita.

H

di Mario Pacher

a compiuto lo scorso 9 agosto i 106 anni di vita Eugenia Bertoldi, la nonna di Novaledo e di Levico, che abita a Maso San Desiderio, proprio sul confine fra le due comunità. Infatti, per una pura casualità, la sua casa è situata per metà sul comune di Novaledo e per l’altra metà su quello di Levico. Non a caso quindi la gente dice, un po’ anche ironicamente, che Eugenia vive a Novaledo dove possiede la cucina, e dorme a Levico dove si trova la camera. Da un paio d’anni però la nonnina è costretta a letto, ma è costantemente accudita da una brava badante polacca. Eugenia Bertoldi è pure la vice nonna della Valsugana. Più anziana di lei, infatti, in valle c’è solo Flora Tomaselli di Tomaselli di

Eugenia Bertoldi

Strigno, che lo scorso 27 agosto ha compiuto i 107 anni di vita. La signora Flora, ancora nella sua piena lucidità mentale, è però ospite da qualche mese della casa di riposo di Strigno, dopo una caduta che le costò la rottura di un femore. Un fatto curioso. Eugenia Bertoldi, rimasta nubile, in passato raccontava sorridendo che quando era una ragazzina il medico di famiglia le aveva con-

Flora Tomaselli al suo precedente compleanno

Il secolo di Pia

Grande festa presso la Casa di Riposo S. Giuseppe di Roncegno, per il secolo di vita di Pia Montibeller. Nel giardino dell’Istituto la centenaria, circondata dai nipoti e da tutti gli altri ospiti della Casa, ha assistito alla S. Messa celebrata da don Augusto Pagan e solennizzata dal coro giovanile “le voci dell’amicizia”. Il sindaco Vincenzo Sglavo e l’assessore Elsa Montibeller le hanno donato un mazzo di fiori a nome di tutta la comunità. Quindi il taglio della torta e tanta musica con il fisarmonicista Pierino Debortolo. Il segreto della sua longevità? «Lavorar e far del bén se se pol», la sua risposta. (m.p.)


74

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Borgo Valsugana. È nata una nuova associazione

La magia della danza con FairyRing Dopo un anno di prove nell’agosto del 2008 si costituì l’Associazione Culturale FairyRing.

Ritrovarsi nel blu di Erika

D

di Mario Pacher

all’incontro e dalla passione di alcune persone, è nata e si sta rafforzando l’esigenza di dare vita anche in modo formale a quella che è poi diventata una Associazione. Infatti, dopo circa un anno di prove e serate divertenti, nell’agosto del 2008 il gruppo si è ufficialmente costituito nell’Associazione Culturale FairyRing con sede a Borgo in Piazza Degasperi, 3, ed è presieduto da Erika Gabrielli. Attualmente conta la presenza di 12 ballerini non professionisti, ma accomunati dalla passione per la musica e la danza irlandese. Ogni settimana, il lunedì sera, è dedicato alle prove e alla preparazione di coreografie che vengono poi presentate negli spettacoli. Sono nate anche collaborazioni con altri gruppi tra i quali gli Scotia Shores di Sandrigo (danze scozzesi ed irlandesi), la Banda Cittadina di Levico Terme e gli Jupiter Brass Quintet. Con questi ultimi verrà prossimamente proposto uno spettacolo di danza irlandese ballato esclusivamente su musica dal vivo eseguita dal quintetto di ottoni composto da due trombe, corno, trombone e bassotuba. Le danze proposte sono soprattutto danze di gruppo tipiche della

Novaledo

tradizione irlandese. Questo stato introdotto l’uso delle tipo di danza viene definito braccia per arricchire le co“Ceili Dance”, cioè “festa da reografie. I FairyRing hanno ballo” e dà quindi una con- già partecipato a diverse notazione di divertimento e manifestazioni, soprattutto condivisione alla danza stes- in ambito locale: a Novalesa. Parallelamente a questo, do, Tezze, Cassacco (Ud), il gruppo si sta cimentando Ivano Fracena, Borgo, Strianche nello Step Dance, cioè gno, Villa Agnedo, Bieno nella “danza da solista”, che in occasione della Festa del si è diffusa grazie a spetta- Radicchio, Ronzo Chienis, coli di fama mondiale come Levico. Dal prossimo 7 “Riverdance” e “Lord of the ottobre il gruppo organizDance”. zerà a Borgo un corso base Entrambi i tipi di per adulti, dove danza sono ballati «La curiosità: verranno proposte nella danza semplici danze di soprattutto su ritmi irlandese ci gruppo e durante di reel o jig ed utilizzano passi base sono soltanto i quali verranno movimenti di molto simili, che insegnati i passi gambe» diventano gradualbase della danza mente più comirlandese. I Faiplessi nello Step ryRing sono inoldancing. Una delle tre disponibili per caratteristiche della la partecipazione danza irlandese è a manifestazioni, l’assenza di movimenti di feste o eventi proponendo testa, braccia, busto e fian- spettacoli, animazioni o stachi, che vanno tenuti sempre ge di danza irlandese. Info: fermi; ci sono movimenti cerchiodellefate@gmail. solo di gambe. Nella danza com – Cell. 328.9156670 o irlandese moderna però è 328.1919904.

Non ama tanto la popolarità Erika Gabrielli di Novaledo. Preferisce restare nell’ombra e così i suoi sentimenti di profonda umanità e di rispetto verso tutto ciò che la circonda, che così bene sa esprimere in versi e in musica, passano quasi inosservati. Questo il suo pensiero: «Se dovessi iniziare questa mia avventura con i ringra- Erika Gabrielli durante una recita ziamenti, non saprei a chi nel silenzio blu, del mare e porli per primo. Dovrei partire del cielo. Poche parole per dalla natura, per arrivare descrivermi? La musica fa ai sentimenti e continuare parte di me. Con le note ancora verso tutte quelle riesco a comunicare con me persone che mi hanno dato stessa, meglio che con l’alfamodo di raccontarvi queste beto. Attraverso le musiche mie parole». che ho scritto, si può cogliere Così inizia il libro delle sue ogni mia emozione. Io amo poesie “Ritrovarsi nel blu”, lo scrosciare della pioggia e presentato a Novaledo e fat- la magia del temporale che to stampare dal Comune per trasforma il grigio e il nero in premura dell’assessore alla un arco di colori che rallecultura Roberto Paccher. grano l’anima. Apprezzo la «Ogni tanto – continua Erika lealtà e il coraggio del mare. Gabrielli - piccoli «Con le note Adoro il silenzio e istanti della mia la pace delle monriesco a vita si fermano a comunicare tagne. Condanno riposare sulle mie con me stessa, l’arroganza e la emozioni. A volte meglio che con presunzione. Per si trasformano in me la semplicità, l’alfabeto» note, altre volte in madre della bellezparole. Ho semza e della serenità, pre sentito dentro potrebbe essere di me la musica un valido rimedio e la poesia, ma per vivere meglio solo in questi ultimi la nostra vita. Auanni ho trovato il tempo per guro a tutti i lettori di potersi esprimerle. Libro e musiche ritrovare, anche solo per un nascono da un momento attimo, nel blu del mare, del particolare della mia vita. cielo, dei fiordalisi e… della Ho conosciuto me stessa serenità». (m.p.)


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

75

Su La Finestra ritorna la fortunata rubrica “Conosciamo le aziende”

METTETE IN LUCE LA VOSTRA DITTA

FATEVI CONOSCERE!

L

a Finestra” continua la sua storica rubrica denominata “Conosciamo le aziende” riservata a quelle realtà imprenditoriali trentine, e valsuganotte in particolare, che intendano promuovere la propria immagine e la propria professionalità e che puntino a farsi conoscere e riconoscere per le proprie eccellenze. Un appuntamento mensile, dunque, che propone dei servizi redazionali e delle schede tecniche sulle aziende, attività commerciali e artigianali che, nei settori più disparati, operano nell’Alta e Bassa Valsugana, nel Tesino, nel Pinetano, nella Valle dei Mòcheni, nonché nella città di Trento o nei suoi tanti sobborghi. “Conosciamo le aziende”, pertanto, rappresenta una cornice curata e prestigiosa, una sorta di vetrina virtuale e ideale a disposizione di tutti coloro i quali intendano promuovere presso il grande pubblico, in maniera elegante ed efficace, la propria attività, mettendo in bella evidenza e in giusta luce le proprie competenze, l’esperienza maturata, i risultati e i riconoscimenti conseguiti nel corso di un’avventura imprenditoriale sempre unica e irripetibile, e che pertanto davvero merita di essere conosciuta e riconosciuta per le proprie specifiche peculiarità. Una rubrica, questa, che proponemmo per la prima volta molti anni fa e che da subito conobbe un forte riscontro e grande apprezzamento sia fra gli inserzionisti, giustamente desiderosi di comunicare le proprie attitudini ed eccellenze, sia fra i lettori, sempre più attenti a selezionare e a premiare quelle proposte commerciali che ai loro occhi paiono qualitativamente più elevate, innovative, affidabili, legate al territorio e diretta espressione di quella grande capacità imprenditoriale largamente ed ottimamente diffusa sul nostro territorio. “Conosciamo le aziende”, dunque, vuole essere lo specchio fedele dell’incontro e del pieno soddisfacimento tra una domanda sempre più attenta ed esigente e un’offerta sempre più all’avanguardia, talvolta addirittura anticipatrice di mode e di esigenze future. La condizione perfetta, dunque, per conciliare il buon acquisto con il grande affare.

Info: 0461.752622 333.2815103 347.6475297


76

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CONOSCIAMO LE AZIENDE

Annamaria Frioli… …una donna che lavora

A

bbiamo incontrato per la prima volta Annamaria Frioli nel 2001 a Roncegno, durante il corso F.S.E. “Formazione tecno-linguistica per lavoratrici nel campo delle arti, professioni ed affari” dove svolgeva le mansioni di selezione dei partecipanti, di tutoraggio e di docenza in alcune materie. Da allora il suo cammino è stato un continuo crescendo che l’ha portata ad essere una donna indiscutibilmente dinamica e attiva. Oggi non solo è direttrice di CO.GE.CA., non solo ha fondato insieme ai due figli la ELEVA. FORM, ma è – senza alcun dubbio- un vero punto di riferimento per le aziende o per coloro i quali hanno problemi organizzativi e/o di gestione della propria struttura. Annamaria Frioli si è formata ed affermata da sola, nel pieno rispetto di quella logica “autodidatta” che molti accomuna, ma che non sempre è garanzia di riuscita. È arrivata dove lei desiderava. E lo ha fatto con le proprie forze, con le proprie idee, con la propria caparbietà. Lo ha fatto “tirando diritto, senza mai fermarsi”. E sono le sue stesse parole che sostengono questo scrivere quando afferma: «io sono una persona

Gruppo al corso integrato di Pergine

CHI È? Annamaria Frioli Annamaria Frioli per un ventennio ha lavorato presso la Provincia autonoma di Trento dove si è occupata di statistica. Nel 1992 ha lasciato l’ente pubblico per prendersi cura della propria famiglia e quando i due figli sono cresciuti si è rimessa sul mercato del lavoro, affrancandosi come consulente aziendale e formatrice. Per conciliare gli impegni lavorativi con la vita familiare, ha provveduto a ricavare, nelle sedi

dove svolgeva il proprio lavoro (da Via Pozzo, a Via Guardini a Via Brennero e infine in via Maccani), uno spazio organizzato per lo studio dei propri figli… della serie “portarsi la famiglia al lavoro”. In tal modo ha potuto lavorare e seguire costantemente la loro crescita. Annamaria Frioli è una persona affabile, a cui piacciono le fatine, ama inventarsi le favole e raccontarle, dipingere e scrivere poesie.

che nei rapporti – umani o di lavoro –non va per vie traverse. Il mio fare ed il mio pensiero sono diretti. Odio le ipocrisie, e detesto chi si serve delle persone per arrivare ai propri obiettivi e chi “predica bene e razzola male”». E ancora: «se da un lato mi domando quante sono le donne “arrivate” con i propri mezzi e le proprie capacità – sottolinea - dall’altro sono certa che quelle che si sono inventate un negozio, un’attività su misura (senza nulla togliere alle super manager che gestiscono imprese familiari di un certo rilievo) ce ne sono, ed anche tante. E sono queste per me le vere pioniere dell’autoimprenditorialità. Ma quante ce ne potrebbero essere se avessero avuto la giusta opportunità o il giusto input? E quante non hanno potuto realizzare il proprio progetto per problemi di famiglia, denaro e tempo? Lavorare e gestire una famiglia è “normalmente” difficile, ma in questo caso è la forza d’animo, la volontà di arrivare che decuplica la responsabilità e la forza che è in ognuno di noi». «Personalmente – ci precisa con una punta di legittimo orgoglio - mi ritengo fortunata perché sono riuscita a coniugare i due aspetti del mio vivere (famiglia e lavoro) nel migliore dei modi, riuscendo non solo a superare i molti problemi che la quotidianità puntualmente


CONOSCIAMO LE AZIENDE

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

presenta, ma anche ad ottenere le desiderate soddisfazioni personali e professionali». «Un esempio di quanto affermo – continua Annamaria Frioli - è che proprio l’altra settimana, forte delle esperienze (e degli errori) fatti in precedenza nella scelta di soci o di collaboratori, ho costituito una nuova società, la ELEVA.FORM. srl i cui unici soci sono i miei due figli Alessandro e Valentina che mi

Gruppo di lavoro al corso di Pergine

Corso antincendio a Grigno

hanno sempre sostenuto nelle scelte». E l’eloquio di Annamaria Frioli assomiglia tanto a un fiume in piena, desiderosa com’è di affermare alcuni concetti che per lei rappresentano gli elementi essenziali dell’essere donna lavoratrice. «Si continua a parlare di pari opportunità. Purtroppo non bastano le leggi per modificare la mentalità dei lavoratori e dei datori

SIC Grigno, corso dedicato agli imprenditori edili

CO.GE.CA.

Nato nel 2001, CO.GE.CA è un consorzio di imprese che ascrive tra i propri consorziati, oltre agli imprenditori del settore carburanti, altre imprese appartenenti al commercio e ai servizi. Ormai si può dire che il numero dei consorziati facenti parte delle “pompe di benzina” è stato superato di gran lunga dalle altre attività. Per lo più si tratta di piccole imprese che si sono associate per uno scopo ben preciso: far parte di una struttura che riesca a seguirle nei molteplici adempimenti, tra l’altro in continua evoluzione a cui un’impresa è sottoposta. La finalità principale è ripromettersi di conseguire una gestione aziendale il più corretta possibile, sia sotto il profilo economico che quello della sicurezza e del personale. Come dice il motto del consorzio, la professionalità non si inventa, ma può crescere con l’aiuto di tutti. Il presidente, Massimo Ongaro, coadiuvato dai due vicepresidenti Attilio Bellamio e Pierluigi Bresciani e dal direttore Annamaria Frioli si ripromette, per rispondere alle molteplici telefonate di chiarimenti sollecitate dalle ultime novità normative, di organizzare delle serate “a tema” . Quanto prima verrà pubblicato un calendario degli incontri. Chi fosse interessato o volesse proporre una tematica, è invitato a chiamare in sede o a inviare un fax. La sede è a Trento – Via Maccani n. 211 – tel 0461 402020 fax 0461 427462 Da quest’anno FE.GI.CA. (Federazione Gestori Impianti Carburanti) è collegata al Consorzio CO.GE.CA. Rif./ti FE.GI.CA del Trentino.: Melillo Milo ( Segretario del Triveneto) - 328 1696199 Massimo Ongaro ( Segretario Aggiunto) - 388 8472656

77

di lavoro. Anche a sentire altre lavoratrici, una donna per dimostrare di essere in gamba deve lavorare dieci volte di più dei colleghi uomini per ottenere una certa considerazione nel mondo del lavoro: questo vale sia come dipendente, dirigente o come autonoma. Purtroppo per far bene il proprio lavoro per la donna non è sufficiente avere capacità e serietà. Di fatto la mentalità di una certa categoria di maschi pone sempre la donna un gradino sotto. Non esistono le pari opportunità per le donne nel mondo del lavoro, anche se qualcosa sta iniziando a cambiare, soprattutto nell’ambito familiare, che come cita la Costituzione è la prima società a cui si fa riferimento».

ELEVA.FORM srl ELEVA.FORM Srl è una società di formazione e di servizi alle imprese che offre: * Informazione, consulenza, assistenza aziendale in: * Simulazione ispettiva in azienda con analisi dei rischi aziendali in materia di sicurezza e igiene sul lavoro e DVR personalizzato. * Haccp (Igiene degli alimenti - ex D.Lgs 155) –– simulazione visita ispettiva con analisi rischi alimentari – Piano di autocontrollo * Privacy: documento programmatico Avvio Nuove attività, ditte esistenti e ditte al femminile: * Progetto d’impresa completo di business -plain * Verifica requisiti per contributi * Gestione contributi su investimenti immobiliari e mobiliari ed eventuale predisposizione e inoltro pratica all’Ente, fino al conseguimento del contributo. Decreto Ronchi e s.m.: Informazione e assistenza compilazione denuncia MUD e ACQUE Co.na.i - iscrizione – calcolo contributo ambientale periodico – denuncia annuale *Tenuta registri di carico-scarico rifiuti speciali – fornitura e vidimazione registri Formazione in materia di: *Sicurezza, antincendio, primo soccorso, informatica, comunicazione, marketing, visual merchandising, cucina, lingue straniere per italiani, lingua italiana per gli stranieri, privacy * Progetti peculiari ai bisogni formativi aziendali Possibilità di contratto annuale di assistenza aziendale su quanto sopra elencato.

I figli Valentina e Alessandro, co-fondatori della CO.GE.CA.


78

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

CRONACHE

Borgo Valsugana. Iniziativa per diffondere la lingua e la cultura italiana IN BREVE

Corsi gratuiti per stranieri A Borgo Valsugana corsi gratuiti per cittadini stranieri immigrati, sia pomeridiani che serali, finalizzati alla diffusione della lingua e della cultura italiana.

I

n autunno avranno inizio a Borgo dei corsi gratuiti di 30 ore per cittadini stranieri immigrati, sia pomeridiani che serali, finalizzati alla diffusione della lingua e della cultura italiana, organizzati dal Comune di Borgo Valsugana e dalla Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Borgo Valsugana”. Corsi pomeridiani: Rivolti in particolare alle donne e alle mamme di alunni frequentanti la scuola dell’obbligo, i corsi base e avanzato si terranno presso la Scuola Media di Borgo tutti i Martedì e Giovedì a partire da giovedì 1 ottobre, (ore 14.3016.00), fino al 10 dicembre. Le mamme che frequenteranno il corso potranno portare con sé i figli che saranno intrattenuti da educatori della Cooperativa C.S.4. in un

locale attrezzato presso l’Istituto Comprensivo “Borgo Valsugana”. Per l’iscrizione si invita a compilare un modulo da consegnare entro il 30 settembre, completo di fotocopia del permesso di soggiorno, disponibile presso la segreteria della scuola media (Sig. Alessandra- uff. alunni), preferibilmente nei pomeriggi di martedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 14.00 alle ore 16.30. Corsi serali: Il corso base si terrà presso la Biblioteca Comunale tutti i lunedì e giovedì, a partire da lunedì 28 settembre 2009, dalle ore 18.00 alle ore 19.30. Il corso avanzato tutti i lunedì e giovedì, a partire dal 28 settembre 2009, dalle ore 20.00 alle ore 21.30. L’iscrizione va fatta in Biblioteca (tel. 0461 754052) compilando un modulo da consegnare entro il 25 settembre, completo di fotocopia del permesso di soggiorno.

STRIGNO

Mostra personale di Nereo Tomaselli

Si è felicemente conclusa presso le scuole elementari di Strigno, la mostra personale di Nereo Tomaselli del luogo che aveva esposto, per tutto il mese di agosto, una quarantina di opere in legno raffiguranti draghi, robot e altre magie, che tanto hanno incuriosito i visitatori, specie i ragazzi. Almeno cinquecento persone hanno visitato l’esposizione organizzata dal comune di Strigno in collaborazione con l’associazione culturale Croxarie e le biblioteche del circondario. Per mandato della PAT, la rassegna è stata costantemente seguita da Mirjana Augustini. Sull’esperienza di questa mostra, l’associazione “Vietato ai maggiori” di Strigno, ha proposto poi uno spettacolo sui draghi, lungo le vie principali del paese. (m.p.)


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

CRONACHE

79

Levico Terme. C’era un tempo “el molin dei Bati”

Tullio “Bati” Pradi, l’ultimo mugnaio A 88 anni Tullio “Bati” Pradi ha chiuso la sua vita e lo immaginiamo col suo carico di farina verso altri panifici e negozi sparsi tra le nubi. di Luciano De Carli

A

lla Guizza, proprio lungo il Rio Maggiore, c’era un tempo “el molin dei Bati” cui sovrintendeva un ultimo mugnaio, Tullio Pradi, fratello di Marco ed Adelia, ancora viventi. Lo si ricorda scendere dalla Guizza-pascolo comune ora abetaia- con il suo carro e cavallo, i sacchi di farina, di crusca/”semole”, per le consegne più diverse alle famiglie levegane. Il Rio Maggiore era anche per “i Bati” il motore del loro mulino, come per la fucina dei “Paridi”/Garollo, il mulino dei “Bindi”/Uez, del Gigioto Moschen, dei Passamani, dei Wangher, del pastificio Avancini “Parapa-

neti” e più giù di altre fucine, finché il Rio si perdeva nella Brenta, dopo la scorribanda lungo il canale macinante. Tullio, chiuso il mulino e passato, negli ultimi anni, all’acqua del Cappuccio e poi Casara, era però rimasto fedele alla Guizza, con la famiglia della figlia Lorenza. Alla Guizza ritrovava, ogni anno, anche i ragazzi della Scuola Elementare per la “Festa degli alberi”. Il mulino era stato ristrutturato in un’accogliente casa, con voci dei figli, dei nipoti, dei parenti ed affini. La stalla dei suoi cavalli però era sempre rimasta della propria originale fattura, con i finimenti esposti in bella vista, assieme alle stanghette dei carri usati. Sembrava che lì, sotto la tettoia, dovessero comparire

Pradi Tullio (detto Bati)

i suoi cavalli con le criniere al vento, come durante la discesa verso “zima o en fondo al paese”. Da ultimo, col suo bastone, faceva il suo giro d’ispezione per verificare cosa succedeva nei paraggi, all’ex casina forestale, ai capannoni dei polli, alla fattoria del baron Sordeaux/gestita dalla

famiglia Garollo-PerinaFrisanco. Riceveva amici, fratelli, cognati e parenti, la visita dell’ex maresciallo Ferruccio Galler e discutevano della spedizione in Grecia ed Albania, durante la seconda guerra mondiale, della presenza in zona dei Tedeschi, di giorno, e dei partigiani ,di notte”. Ricordava con una punta di nostalgia i tempi della vicina famiglia dei”Prussi”/Oberosler con Giovanna, Begnamino, Geremy, la loro mamma, le tante famiglie levegane sfollate proprio lì ai Prussi, in sicurezza dalle incursioni notturne di “Pippo”, delle mitragliate o bombardamenti diurni, per colpire le caserme Battisti, gli alberghi Regina o Grand Hotel. Ad 88 anni ha chiuso la sua vita e lo immaginiamo col suo carico di farina verso altri panifici e negozi sparsi tra le nubi. Buona giornata Tullio!

IN BREVE Più differenziata

Rispetto al 2008 nei comuni della Bassa Valsugana e del Tesino la raccolta differenziata è aumentata del 6% e ora si attesta al 67,1%. Nei primi sette mesi del 2009 nel C3 sono state raccolte, complessivamente, 6.569 tonnellate di rifiuti. VALSUGANA

Meno frutti, ma più grossi

Frutticoltori soddisfatti nella Bassa Valsugana, territorio che fa capo al consorzio ortofrutticolo COBAV di Villagnedo. Mai viste mele Stark così belle, dice Remo Paterno, direttore della cooperativa. La pezzatura dei frutti è superiore alla media degli anni scorsi e compensa in peso il minore numero di frutti presenti in pianta.


80

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

Frammenti di storia immortalati in un fotogramma

Come eravamo... Una fotografia spesso racconta più di mille parole. È qualcosa che ferma una frazione di secondo e la rende imperitura nel tempo. Con questa nuova rubrica, “Come eravamo”, intendiamo riproporre vecchie fotografie di luoghi, persone, scolaresche, gruppi, associazioni della Valsugana, del Tesino e del Trentino. Pertanto invitiamo tutti i lettori che avessero delle fotografie d’epoca (dagli anni ‘80 in giù) a inviarcele via e-mail (redazione@lafi nestra.it) o a portarcele in redazione (viale 4 Novembre 12, Borgo Valsugana). Le tratteremo con la massima cura, le restituiremo immediatamente ai

legittimi proprietari e, soprattutto, le pubblicheremo su questa pagina con il nome dell’autore e una breve didascalia di spiegazione all’immagine.

1940 in località Sella Valsugana

(foto inviata da Zanin Rosita, Borgo Valsugana)

Anno 1960 a Malga Broi

Lavoro nei campi di Campiello - 1930 Livia ed Ettore, Levico 1941


BORGO, 1877

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

LA VALSUGANA

Giornale d’istruzione popolare, agricoltura, economia e commercio.

! E L A I R O T I ED À T I V O N E GRAND

AVVISO

MME sas ti che AE is n io rz e s ce del pegli in a ed editri i lettori e ri o ta e m ri ia p ro rm darà alle ,p Info Marketing i novembre e ripro& d à e it s c e li m b l b e h - pu RA”, n rnalistica c A FINEST torico-gio s ell’epoe d n à riodico “L it io z c a li c b pubbli lle pub a e n n u e e ti p u m n negli anni sta onte Valsugana testi, nei c i in e e o n it – d à e rr po inale d’istruzion le quindic . Giornale a a n rn a io g g u il ls a . ca “La V mmercio” , intitolato omia e co n o urale che c 1886/1887 lt e u , -c ra o u storic gricolt a re , o s re s onola e o p p s po a socio-ec levato it e v i d a ll a e v d ti i a Una inizia vari aspett lla second lsugana ne i curiosi di scoprire a V rà a ti s n s e a s B n co lta e ddoti e fatt urale dell’A é tanti ane oria. h c n mica e cult o n , to ttocen la mem metà dell’O ti si sarebbe persa che ci aiuta n e ul passato m s ri re io lt a rc i o u c c s i d te a progetta e avvincen nostro presente e to li o s in n U o il dere megli a compren turo. il nostro fu

81


82

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

83

LETTERE AL DIRETTORE Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 - 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 - Fax 0461.756833

email: redazione@lafinestra.it

Piove... cittadino ladro! Non sempre è colpa del Governo

V

oglio subito sgombrar e i l campo da due ovvie obiezioni. Prima di tutto non intendo affatto difendere una classe politica che lo sa fare benissimo da sola. In secondo luogo è ovvio che ci sono giovani e vecchi, uomini e donne di tutte le classi sociali e professioni che il loro dovere lo fanno, e come, e danno un grande contributo di lavoro, di idee e di civiltà a questo Paese. Se così non fosse non saremmo fra le prime dieci potenze mondiali. Allora mi chiedo come potrebbe essere questa Italia se un altro po’ di cittadini fosse in sintonia con la famosa frase di Kennedy, che cito in modo approssimativo ma senza nulla togliere alla sostanza: “Non chiederti solo cosa può fare lo Stato per te ma anche cosa puoi fare tu per il tuo Paese”. Un momento duro e difficile come quello attuale chiede in modo preciso ai governanti e a ciascuno di noi di rivedere da una parte le norme che regolano l’economia, la finanza e i rapporti internazionali e dall’altra di modificare gli stili di vita con scelte e comportamenti etici che contribuiscano alla costruzione di un mondo nuovo. Occorrono comunità ed ambienti che sappiano favorire, valorizzare e proteggere la vita dell’uomo e delle altre creature. E proprio su questo secondo aspetto mi voglio soffermare in quanto sul primo si sta ormai discutendo e

scrivendo da tempo senza peraltro arrivare a decisioni operative importanti poiché, quand’anche oggettivamente corrette, esse si scontrano inesorabilmente con gli interessi particolari dei vari soggetti economici e finanziari il cui unico scopo è il Dio quattrino e con esso il Potere e con gli obiettivi e le esigenze di ogni singola nazione. Ma a questo punto, per quanto possa sembrare utopico, sarebbe proprio la somma dei cambiamenti personali di milioni di individui con una nuova morale ed una nuova etica che riuscirebbe ad imporre una svolta sia ai politici di vario calibro che ai manovratori dei grandi sistemi. In ogni caso sulla strada attuale non andremo da nessuna parte o meglio, come recita il titolo di un libro di molti anni fa, ci sarà solo Il medioevo prossimo venturo. Non mi piace fare la Cassandra, ma ci chiediamo ogni tanto in quale società stiamo vivendo? La risposta è dentro di noi e attorno a noi. È sui giornali, in televisione e in libreria, è nelle famiglie e nelle scuole, negli uffici e nelle fabbriche, sui mezzi di trasporto e negli stadi, nelle strade e nelle piazze delle nostre città, nei luoghi della politica e purtroppo, a volte, perfino nei luoghi sacri della spiritualità dell’uomo. Rammento l’ignobile rissa al Santo Sepolcro, tempo di Natale, quando preti e frati di varie confessioni se le sono date di santa (!) ragione.

Ora pochi esempi concreti per rendere accettabile il mio assunto. L’ultima necessaria riforma scolastica, e speriamo sia solo il primo passo, ha suscitato dure reazioni, troppo spesso solo ideologiche, da parte di diversi studenti, docenti e politici. E perché? Si doveva forse continuare a mettere sullo stesso piano chi s’impegna e il fannullone parassita? L’insegnante che si tiene aggiornato ed è soprattutto un educatore e quello che un preside non sa più dove sbattere perché è un emerito ignorante e non si cura del comportamento degli alunni? È indifferente che dalle università escano medici, ingegneri, ricercatori ecc. preparati che possono dare un grande contributo all’economia della nazione o gente che per ignoranza mette a repentaglio la salute, la sicurezza ed il benessere dei cittadini? Ci si lamenta dei cumuli di immondizie ma non si differenzia nemmeno dove si può. Si proteggono i criminali con comportamenti

omertosi e poi ci si lagna che non c’è sicurezza. Si pagano le mazzette ai corrotti per favori di vario genere ma s’impreca se i favori li compra e li ottiene qualcun altro. Ci si scaglia contro i cani randagi che uccidono o feriscono ma si abbandonano i propri animali sul ciglio di una strada, senza pietà, perché intralciano le ferie o si scommette nei combattimenti organizzati dalla malavita che poi libera dove capita quelli che sopravvivono. Disperazione e dolore se un ubriaco o un drogato ti causano danni seri o peggio ancora uccidono un tuo caro, ma troppe volte nessun controllo o cura amorevole per i propri ragazzi che cominciano a bere e a drogarsi già a dieci anni, con danni irreversibili al cervello e al sistema nervoso, e rientrano a casa quando vogliono. Si preferiscono programmi tv in cui la stupidità, l’ignoranza e l’immoralità sono profusi a piene mani, audience enorme inversamente proporzionale alla povertà di contenuti, mentre altri

programmi di alto livello scientifico ed educativo ne ottengono molto meno. E allora perché meravigliarsi se gli incapaci e soprattutto gli imbecilli sono in forte aumento? Dove sono l’amore per la conoscenza, il piacere della scoperta, la curiosità per orizzonti nuovi e sconosciuti e quella specie di incontentabilità intellettuale e morale, quasi dipendenza positiva, che crea spiriti eclettici e uomini e cittadini preziosi? Dove sono il senso della società e il senso civico? Dove la responsabilità e il coraggio quando anche in presenza di fatti gravi come lo stupro ci giriamo dall’altra parte e facciamo finta di non vedere? Di altri comportamenti a dir poco contraddittori si potrebbero riempire pagine su pagine, ma sono sicuro che ci siamo capiti. Cominciamo con un’autocritica ed ammettiamo che questa società, che anche noi abbiamo contribuito a formare, anche solo col nostro silenzio che diventa complicità morale, è una società in preda a mille contraddizioni poiché, purtroppo, molti dei valori universali fondamentali sono stati sia inconsciamente che volutamente relativizzati. Allora perché due metri e due misure... cittadino ladro? È giusto chiedere che il Governo, quale che sia, faccia la sua parte ma noi cominciamo col fare la nostra. Romano Zanghellini Borgo Valsugana


84

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

IL PERSONAGGIO

Nadia Tavaroli… cuoca per passione

Q

uando nello scrivere si presenta ai lettori un determinato personaggio, di solito si sottolineano non solo le caratteristiche culturali, etiche e sociali della persona di cui ci si occupa, ma anche tutto ciò che questa ha saputo fare per la comunità.

Il personaggio, per la cronaca giornalistica, è - e deve essere - qualcuno che si è distinto in un campo specifico, compiendo e concretizzando ciò che altri non hanno fatto o non hanno saputo fare. Per una volta, invece, nelle nostre pagine, desideriamo presentare ai nostri lettori non un politico, uno studioso, un critico, un attore o uno scienziato, bensì una persona come noi,

come tante altre e che come tante altre ha nella sua “normalità” la caratteristica principale. Nel suo curriculum, infatti, non ci sono invenzioni, ricerche, pubblicazioni o particolari meriti scientifici o economici. Il nostro “attore” non ha conseguito premi o riconoscimenti ufficiali. Nulla di tutto questo. Egli è uno di quelli che si incontrano gior-

Nelle foto qui sopra, Nadia Tavaroli in compagnia dei "Fichi d'India" e di Raul Cremona, ospiti del Caffè Roma il mese scorso


IL PERSONAGGIO

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

capacità di dare al cliente quanto egli desidera per soddisfare ed appagare le sue esigenze di palato. Ed io ho seguito questa logica. Questo ho sempre fatto e questo sempre farò, ovviamente cercando di migliorare le conoscenze culinarie che oggi fanno parte del mio bagaglio personale». E per comprendere quanto sia completo il bagaglio di Nadia basta chiedere a

Nadia e la sua famiglia all'interno del caffè Roma

85

chi ha avuto il piacere di mangiare uno dei tantissimi piatti da lei preparati e che senza tema di smentita riescono sempre a soddisfare ogni palato, anche il più esigente. Un fare il suo, però, mai domo, ma sempre alla continua ricerca di nuovi gusti e nuovi sapori perché Nadia Tavaroli, coniugata D’Angiò non è cuoca per mestiere, ma per vera passione.

CHI È?

Nadia Tavaroli

nalmente per strada, che parla con noi e che come noi lavora e vive serenamente la sua quotidianità gustando, a piene mani, le gioie familiari, i piaceri della vita e tutto ciò che essa offre e dà. Nadia Tavaroli, coniugata D’Angiò, cuoca e gestrice, insieme al marito Carlo, del Ristorante – Pizzeria – Caffè Roma, di Borgo Valsugana, è il nostro personaggio del mese. E la nostra scelta non nasce per puro caso, ma si motiva col fatto che Nadia non solo è –a nostro modesto avviso – veramente una brava cuoca, ma anche e soprattutto perché, insieme al marito Carlo ed alla figlia Ramona, è riuscita a rilanciare - nel panorama dell’ospitalità e del buon servizio - il Caffè Roma, ridando luce e splendore all’insegna di questo locale che nel tempo aveva perso l’iniziale luminosità che per tantissimi anni gli è appartenuta. Per la cronaca il Caffè Roma –presente a Borgo sin dal lontano 1850 - è uno dei 126 locali storici d’Italia. E parliamo di lei, parliamo di Nadia, la nostra cuoca. La sua professione ha inizio nel 1985 quando in Germania, nel ristorante “Il Grappolo” si fregia, grazie alla sua provata professionalità, del titolo di “Chef di cucina”. In questo locale comincia

a preparare ed offrire ai clienti piatti e manicaretti di vero gusto che nel tempo la porteranno a percorrere una carriera che sempre di più sarà foriera di soddisfazioni. Ed è nostra convinzione che la sua continua crescita non avviene per caso, ma viene suggerita e supportata da quel sentimento che anima coloro i quali

Nadia assieme alla figlia Ramona

hanno all’interno della propria personalità e del proprio “modus pensandi et operandi” quella dinamica molla propulsiva grazie alla quale riescono a concretizzare quel grande desiderio di raggiungere mete e obiettivi finali che di fatto sono la loro ragione di vita. Il tutto condito da quella indispensabile passione che anima il loro fare e il loro agire. Ed è lei stessa, la nostra Nadia, che sottolinea la passione che l’ha animata e che, nel suo caso, è stata la vera ispiratrice. «Sì - ci dice Nadia con una

certa emozione - sin da piccola sono stata attratta dai fornelli. Basti pensare che già a 6 anni collezionavo ricette culinarie e quando mia madre andava in cucina a preparare il pranzo o la cena io la seguivo desiderosa di imparare e di apprendere i “piccoli trucchi del mestiere». E quanto la “Nostra” sia stata solerte ad imparare lo dimostrano gli attestati che ha ricevuto e quotidianamente e continuamente riceve dai “suoi” clienti, siano essi occasionali o affezionati. Per molti il cucinare è normalità. È un compito che la donna di casa “deve” saper fare. Per altri è un mestiere. Per Nadia, invece, la cucina è vera arte, e per certi aspetti vera creatività. «Sì, per me - sottolinea Nadia, con una punta di orgoglio- l’arte del cucinare e di preparare questo o quel piatto, questo o quel manicaretto, deve essere condita da professionalità e competenza perché senza di esse non si può fare quel salto di qualità che normalmente è caratteristica di un “bravo” cuoco». «E di bravi cuochi in Trentino, mi creda - precisa Nadia- ce ne sono tanti. Ognuno, però, con la propria caratteristica, la propria professionalità. Ognuno con la propria

Nadia Tavaroli, origini emiliane, inizia nel 1985 in Germania nel Ristorante “ Il Grappolo”. Qui conosce Carlo, quel D’Angiò che diventerà poi suo marito e con il quale dividerà le gratificazioni che nel corso degli anni riempiranno la loro bacheca e il loro album dei ricordi più belli. Dopo alcuni anni di “applaudito” lavoro, la “No- Nadia Tavaroli e il marito Carlo stra” passa al Ristorante “Nettuno” sempre in Germania dove, animata dalla voglia di migliorare la propria professionalità, comincia a disegnare quella sua immagine che piano piano, ma progressivamente, la porterà sempre più in alto. Ritorna in Italia con il suo fidanzatino Carlo e a Formia – per cinque anni - diventa la cuoca del Ristorante “Ninfeo”, un 5 stelle frequentato da clienti indiscutibilmente sopra media e che hanno particolari esigenze che Nadia riesce sempre a soddisfare. A Formia Nadia corona il suo sogno d’amore. Sposa infatti Carlo (lui lavorava al Grand’Hotel Miramare- 5 stelle) e da questa felice unione nascono prima Ramona e poi Sabrina. Dopo la normale pausa dovuta alla prima maternità, Nadia riprende la sua carriera al Ninfeo per poi essere assunta in un altro ristorante sopra media, il Castello Miramare, sempre a Formia. La carriera di Nadia e Carlo sembrerebbe aver raggiunto una sicura stabilità, invece la loro voglia di nuove esperienze li spinge ad un altro trasferimento. Li porta in Trentino a Levico Terme. Qui Carlo viene assunto all’Hotel Imperial con la qualifica di 1° Barman, mentre Nadia aspetta la grande occasione per dare sfogo alla sua passione dietro quei fornelli che sono stati gli interlocutori della sua vita. E l’occasione arriva nel 2005 quando diventano gestori del Ristorante Pizzeria Roma a Borgo Valsugana. Ora non più dipendenti, non più ai comandi dei proprietari. Ora sono loro i diretti responsabili della gestione. Una gestione che giornalmente si migliora e giornalmente riceve consensi da parte di una clientela che sempre di più dimostra di gradire ciò che i D’Angiò preparano ed offrono loro. E la loro esperienza raggiunge il massimo quando nel 2008 diventano anche i gestori dell’omonimo Caffè Roma, quel Caffè che è vissuto con la storia di Borgo Valsugana e che ora, grazie a Nadia, Carlo e Ramona sta ridisegnando un nuovo capitolo del suo libro.


86

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


C U LT U R A

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

87

Poesia. Bruna Sartori ha collezionato una bella serie di affermazioni

Una borghesana che conquista “madaie” Per la poetessa Bruna Sartori scrivere era un eterno rovello, un macerarsi quasi quotidiano, perché la sua era ed è una “poesia di riflessione, di scavo, di ricerca” e quindi escludeva, ed esclude, quel certo stile che può essere “piacione”, “storiella”, “raccontino” magari ben fatto, ma un po’ scontato...

N

di Luciano De Carli

el teatro di Canàro, in provincia di Rovigo, la poetessa Bruna Sartori è stata premiata, con medaglia d’oro, per una sua poesia “Nel caleidoscopio del tempo”. Il premio discende da una prima selezione, operata da una composita Giuria di esperti del Premio “Cosmo d’oro”, presieduta dal prof. Giovanni De Pascalis, ma al tempo stesso dal Gruppo di Lettori della Biblioteca di Canàro. Quindi due specifiche selezioni che hanno rinfrancato la poetessa nella sua attività poetica, dopo la segnalazione estiva al premio di poesia “Il valore della vita” di Castello Tesino, con la lirica “I poeti accostano”. Bruna Sartori ha collezionato una bella serie di affermazioni dal Concorso “Di…versi sentimenti “, primo premio con la sua “Ricordi de sagra” a Tenna nel 2002; quindi diverse pubblicazioni sui quaderni della Rassegna annuale di poesia dialettale trentina “Lionello Groff” a Gardolo di Trento; sette sue liriche su “Ciacere en Trentin”, diretto da Elio Fox . Ora ci crederà! In verità, per la poetessa scrivere era un eterno rovello, un macerarsi quasi quotidiano, perché la sua era ed è una “poesia di riflessione, di scavo, di ricerca” e quindi escludeva, ed esclude, quel certo stile che può essere “piacione”,

“storiella”, “raccontino” magari ben fatto, un po’ scontato, ma che può far breccia in Giurie di tanti concorsi. Già “Novembre”, “‘N doman”, “La nona”, “Soto el portego”,”Sta sera” , “Insieme”,“Son come ti”, su “Ciacere en Trentin”di alcuni anni fa, ci dicevano che la”borghesana” aveva stoffa fine per buon vestiario, come aveva già documentato il Concorso Città di Trento del Club Armonia per la sua poesia “Pare”… cioè quel Mario Sartori, poeta e drammaturgo di Bieno, vissuto per 76 anni in vari paesi della Bassa Valsugana: Bieno, Strigno , Borgo… per gli uffici di collocamento. Una sua prima raccolta di 20 pagine conteneva 107 liriche in dialetto “borghesan”, spotico, quello del popolo, filtrato dal cuore, quello che si parla “al mercoli de fiera” lungo le bancarelle, nei portici lungo Brenta, ancora in qualche ritrovo che odora di cirmolo e caffè, di grappa e di “ombre”. La sua è stata una giovinezza cresciuta nella civiltà contadina ed artigiana ,che muoveva dal Borgo a Bieno, a Cinte Tesino, dentro i paesi della Valsugana o nelle digressioni verso la terra lombarda, per visite familiari ai parenti. O in giro per gli stadi e campi di gioco interregionali. I suoi ricordi sono conditi di sogno e di realtà, filtrati da “‘n girelo de vento”

Borgo Valsugana

da “na s-cesa de luna curiosa”… “te ‘n sgusso de ‘n pensiero”. Forse sono” ociae limpide de sole “che tornano a” rimpissar le luci/ de nove primavere.” È lì che desidera dirci:- “Voria trovarme, sempreviva/ ‘n tra le rughe /do oci de sole:” Lei gusta “’l silensio/morbio de piuma “(Ciara luna), ha “esperiense ‘mprofumae come codogni/da meter via”, ma sa far “svaporar ‘n ten niente i afani”. Ha “voia de belo e de bon” nonostante “pensieri de note/come fili de luna” oppure quando è lì “a stanar da ‘l cor/ ghirli de vita/come grili da ‘l teren (Pensieri novi). Sì, la poetessa ha sempre la capacità di ricominciare (Consolassion) “come erba/ che sempre ributa”. C’è in lei la voglia di lasciare qualcosa di sé, dei valori, delle verità,certe sicurezze passate

(L’è solo parole). Ha la capacità di emozionarsi davanti a chi soffre (Malai) ed ha acquisito una grande capacità descrittiva (Colori de la tardiva -Otobre). Sa consolare ed offrire il suo possibile coinvolgimento. Sa inventare storie per confortare qualcuno che è immerso nel dolore, qualcuno che magari sta per lasciarci. Sa attendere, sa frenare la voglia di correre, di avere subito risposte da qualcuno, da un altro cuore (Se speta). Riesce a trovare anditi chiari, strade e piste nuove “‘n tra i me soli/persi ‘n te sti ani”(Sul tardi). Potrebbe chiudersi come un fiore(Margheritine) ma ha sogni; li desidera “morbi…su i primi rumori /de ‘l giòrno” (N te l’ora che i grili i tase). Nel corso del giorno si fa coraggio e ne comunica agli altri, ai suoi lettori,

forse momentaneamente scossi, sfiduciati:-“Voria farte na ferata/ per scalar i to giòrni”(Scalar) Ed alle sue compagne, le donne, dedica una ventina di versi (Otomarso) molto incisivi, allusivi, che sanno ricordare e far rivivere “man de caresse”… “de dì de festa”... de “primavere”. Si butta “a brassi verti/ ‘n te ‘l vento” (Tramonti) perché i suoi versi sono “ingordi de riflessi/come safiri (zaffiri)”. Bruna Sartori è una poetessa dolcemente complicata, donna d’oggi -lavoro -famiglia -indipendenza -impegno- caparbia volontà di emergere, di affermare la dignità della donna del terzo millennio. Così sa recuperare storie di “Done de montagna”…” ‘n te na strossega de silensi/ ‘n te le noti scuri de ansia.” Non mancano nelle sue liriche i ricordi di amici come Francesco Simonetto, Pino Campestrin, Aldo Masina, Paolo Meggio, poeti, artigiani, “zente ‘namorada del Borgo”, o “zente zà de altre cesure” come Roberto Spagolla e Maria Pellegri Beber, Giorgio Mottesi ed ora anche Ferruccio Gasperetti. Ora sono arrivati i riconoscimenti e così è comparsa, ancora come “samizdat”, la sua seconda raccolta di 158 liriche in dialetto: “Qui l’avventura esiste” o “Qualcossa da lassar”. Bruna Sartori non si smentisce: non indulge in leziosità, ma è sempre sintetica, concreta, riflessiva. Noi l’attendiamo sempre al varco, le auguriamo di scrivere ancora “pensieri de note/ come fili de luna” e di appuntarsi “le madaie “sul petto”, specie se sono d’oro. Da ultimo a Castello Tesino ha ottenuto una segnalazione per una poesia, mentre a Recoaro Terme una menzione di merito e la pubblicazione su volume documentario.


88

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

AT T U A L I T À

Teheran. Il desiderio di modernità è stato stroncato a colpi di manganello

Iran, le provocazioni del regime

N

di Francesco Grosso

on avete saputo fare altro che tifare a distanza. Per un mese ci avete solo compianti, e alla fine ci avete abbandonati». Queste amare parole di un giovanissimo studente universitario di Teheran rendono bene l’idea di quello che un’intera generazione di iraniani pensa dell’Occidente. «Ci avete abbandonati» è una frase che ha quasi il valore di un atto d’accusa, e, quel che è peggio, una frase terribilmente vera, a Teheran e dintorni. Nelle scorse settimane, mentre in Iran si combatteva una sorta di guerra civile a bassa intensità, le Cancellerie occidentali hanno continuato a diffondere note ufficiali e comunicati-stampa che – pur condannando le violenze di strada e gli arresti di massa dei manifestanti – non assumevano nessuna posizione politica in merito alla situazione all’interno del Paese: invitavano sostanzialmente

«

alla prudenza, appellandosi al pilatesco principio dell’«autodeterminazione del popolo iraniano». Al termine delle elezioni presidenziali dello scorso 14 giugno, su Mahmud Ahmadinejad, Presidente ricandidato, a poche ore dalla chiusura dei seggi iniziò a convergere un diluvio di voti. Un diluvio che non trovava riscontro quasi in nessuna realtà del Paese, e che subito fece pensare a brogli e manipolazioni. Quei cittadini (giovani, in particolare; insieme a quella

Scontri a Teheran

parte di società civile più colta, più urbanizzata, più occidentalizzata) che si erano riconosciuti nel principale sfidante, il riformista Moussavi, giudicando ridicola la percentuale che l’ufficio elettorale centrale attribuiva al loro candidato, scesero in piazza, finendo per andare incontro ad una delle repressioni più feroci che questo inizio di secolo abbia mai vissuto. Il desiderio di modernità dei giovani di Teheran è stato stroncato a colpi di manga-

nello; le loro rimostranze sono state soffocate dalle violenze dei Basiji e dei Pasdaran (corpi paramilitari al servizio delle forze più retrive del regime, direttamente riconducibili al Presidente riconfermato). Di fronte a questo crescendo di sopraffazione, l’unico segnale di speranza per il movimento riformista non poteva che arrivare dall’Occidente. Ma per settimane dall’Europa e dagli Stati Uniti, patrie dei diritti umani e della democrazia, non sono arrivati che

flebili, deprimenti accenti di solidarietà. Null’altro. L’attuale linea politica che il Mondo libero ha deciso di tenere nei confronti del regime degli ajatollah è improntata ad una realpolitik conciliante e cauta. Che per il momento non ha prodotto i risultati auspicati. Ha dato anzi nuova linfa alle provocazioni antioccidentali: pochi giorni fa il Parlamento iraniano ha approvato a larga maggioranza la nomina a Ministro degli Esteri di Ahmad Vahidi, generale dei Pasdaran, uomo noto in occidente per motivi non proprio encomiabili. La magistratura argentina lo accusa di aver avuto un ruolo tutt’altro che secondario nell’attentato al Centro Ebraico di Buenos Aires, che nel 1994 provocò 85 morti. «Dovrebbe essere in prigione», hanno subito commentato il Primo Ministro argentino e diversi esponenti politici israeliani. Vahidi dovrebbe essere in prigione, e invece da qualche settimana è il Ministro degli Esteri di un grande – e sfortunato – Paese.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

AT T U A L I T À

89

Il lutto. Scomparsa la scrittrice che ci fece conoscere la beat generation

La Pivano e i suoi adorati scrittori americani È morta il 19 agosto scorso, all’età di 92 anni, in una clinica di Milano dove era ricoverata da tempo, Fernanda Pivano. Giornalista, critica, scrittrice, traduttrice, poetessa: sono state molte le anime della ragazza vittoriana amante della beat generation. di Susanna Caldonazzi

N

ata a Genova nel 1917, Fernanda Pivano si trasferì presto a Torino con la famiglia, dove fu prima allieva di Cesare Pavese al liceo D’Azeglio e poi si laureò nel 1941 con una tesi su Moby Dick, il capolavoro di Melville. Proprio qui, all’università, nacque il grande amore della Pivano per gli scrittori americani, un amore che la segnò profondamente: «I miei adorati scrittori americani – scriveva – mi accompagnavano durante la guerra facendomi coraggio con le loro storie». Dopo la laurea, la passione di Fernanda Pivano per la letteratura americana diventò

il centro della sua vita: se alcune opere d’oltreoceano sono note in Italia è proprio grazie a lei. Da Edgar Lee Masters a Gregory Corso, da Allen Ginsberg al Jack Kerouak di On the road (di cui la Pivano ha firmato la prefazione italiana), devono a lei la loro fama in Italia. Ma l’incontro più importante della vita della Pivano fu certamente quello con Ernest Hemingway, avvenuto a Cortina, nel 1948, prima di qualsiasi viaggio negli Stati Uniti, prima di qualsiasi altro incontro con un autore americano. Tra la Pivano e Hemingway nacque un profondo rapporto sia professionale che di amicizia che li legherà fino alla morte del grande scrittore de Il

vecchio e il mare, di cui Fernanda Pivano fu la maggiore curatrice. Il rapporto con Hemingway non la distolse comunque da altri autori: nei sei anni tra il 1949 e il 1954, infatti, la Pivano si dedicò alla traduzione dei principali libri di Francis Scott Fitzgerald (da Tenera è la notte a Il grande Gatsby). Il primo viaggio negli Stati Uniti fu nel 1956. Fu durante questo viaggio che Fernanda Pivano si innamorò della beat generation; fu dopo questo viaggio che l’Italia conobbe la beat generation. Ciò che nella letteratura americana le piacque particolarmente, rispetto a quella europea, fu la «vecchia, tradizionale differenza fra letteratura pragmatistica e letteratura

accademica, fra i fatti della vita e una letteratura libresca basata su indagini psicologiche». L’approccio alla letteratura della Pivano non conobbe confini: dopo aver approfondito studi e tradotto scrittori americani del “dissenso negro”, come Richard Wright, e quelli del “dissenso non violento” degli anni Sessanta (Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti) fino a giovani autori come Jay McInerney, Bret Easton Ellis, David Foster Wallace, Chuck Palahniuk e Jonathan Safran Foer. Ma non si fermò: nel 1980 uscì la sua intervista a Charles Bukowski, intitolata Quello che mi importa è

grattarmi sotto le ascelle, e prima ancora curò la prima traduzione e pubblicazione italiane della raccolta di Bob Dylan, Blues ballate e canzoni. La Pivano infatti, diplomata in pianoforte al conservatorio, fu una grande amante della musica e tra i suoi amici si contano anche numerosi musicisti: oltre a Bob Dylan anche Jovanotti, Lou Reed, Ligabue e, soprattutto Fabrizio De Andrè, che lei definì, molto prima di altri “il miglior poeta del ‘900”. Su di lui la Pivano pubblicò uno scritto, all’interno della raccolta De Andrè il corsaro, firmata, oltre che da lei, da Michele Serra e Cesare G. Romana, in vendita dal 2002. Solo una volta Fernanda Pivano scrisse di se stessa. E lo fece agli sgoccioli della sua vita: nel 2008 arrivarono infatti i suoi Diari 1917 – 1971, editi da Bompiani. Per il resto della sua vita Fernanda Pivano preferì scrivere per gli altri e, in questo modo, amarli: «Mi hanno attaccata per non aver mai valutato i libri, ma io mi sono limitata ad amarli, non a valutarli: questo lavoro lo lascio ai professori».


90

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

MUSICA

Intervista. Dopo 38 anni di successi, Stefano D’Orazio lascia il gruppo

POOH «La nostra ultima notte insieme» Come un fulmine a ciel sereno, Stefano D’Orazio ha deciso di lasciare i Pooh dopo 38 anni, una scelta di vita che ha sorpreso i compagni di viaggio e le innumerevoli schiere di fan e ammiratori del più famoso gruppo musicale italiano.

di Giuseppe Facchini

L

a loro prima formazione nasce a Bologna nel 1964, dietro la sigla dei Jaguars nei quali milita da subito Roby Facchinetti; il gruppo poi adotterà il nome Pooh come l’orsacchiotto famoso nella letteratura dei ragazzi. La storia discografica dei Pooh nasce nel 1966 con il primo singolo ”Vieni fuori”, seguono “Bikini beat” e “Brennero 66” una canzone sui temi del terrorismo in Alto Adige, censurata dalle radio e tv dell’epoca; del 1967 è il loro primo album “Per quelli come noi”. Nel 1968 arriva il grande successo di “Piccola Katy”. Numerosi i cambi di formazione del primo periodo; Dody Battaglia entra nel gruppo nel 1969, Stefano D’Orazio prende il posto di Valerio Negrini nel 1971, nel 1973 Red Canzian subentra a Riccardo Fogli che intraprende la carriera solista. Dal 1973 la formazione è sempre rimasta la stessa, ovvero Roby

Facchinetti, Dody Battaglia, Stefano D’Orazio e Red Canzian, una longevità e continuità da record, non solo in Italia. I successi sono innumerevoli, album a decine, tournée straordinarie e canzoni indimenticabili come “Tanta voglia di lei”, “Pensiero”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Infiniti noi”, “Dammi solo in minuto”, “Io sono vivo”, “Chi fermerà la musica”, “Uomini soli”, con la quale hanno vinto a Sanre-

mo nel 1990. All’indomani della notizia dell’abbandono di Stefano, i Pooh hanno voluto salutare il pubblico con un album di successi contenente un bellissimo inedito dal titolo esemplificativo “Ancora una notte insieme” e che ha dato il nome alla loro grande tournée che si chiude il 30 settembre. La data rappresenta l’ultima volta che i Pooh suoneranno su un palco nella loro formazione classica.

Abbiamo incontrato il gruppo nel concerto di Trento, seguito da più di tremila persone che li hanno accolti con un calore straordinario, ricambiato dai quattro Pooh che hanno lasciato Trento dopo un concerto di 3 ore ininterrotte di musica, condite da effetti speciali e tanta emozione. Roby Facchinetti, tu sei stato il fondatore dei Pooh. Come vivi questo momento particolare, sia dal punto di vista umano che da quello professionale? «Umanamente è un periodo sicuramente molto difficile, perché sto vivendo questa storia di Stefano che ha deciso di scendere dall’astronave dei Pooh; è un passaggio molto difficile per tutti, per lui e per noi, parliamo di una persona che ha condiviso 38 anni della nostra vita, in particolare con il nostro modo di vivere la professione di artisti, perché noi dei Pooh siamo stati di più con i Pooh che con i nostri figli e le nostre famiglie, un vero tempo pieno. Questo per far capire il rapporto speciale


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

MUSICA

91

Intervista. Dopo 38 anni di successi, Stefano D’Orazio lascia il gruppo di amicizia che si è instaurato tra noi quattro. Stefano ha sentito il forte bisogno di uscire da questo meccanismo, le ragioni possono essere tante. Ogni sera sul palco l’emozione è molto forte quando pensi che questa formazione non suonerà mai più e questo emotivamente non è facile».

cosa possa accadere, noi ci siamo sempre». Che differenza trovi con gli altri abbandoni nel gruppo come quello di Valerio Negrini o di Riccardo Fogli? «Riccardo rappresenta a livello formativo qualcosa di molto importante perché ricorda gli

e i Pooh continueranno ad essere quelli. La difficoltà è proprio trovare un nuovo modo di essere Pooh». Come siete riusciti ad avere un rapporto così forte e duraturo tra di voi? «Siamo riusciti nel tempo a perfezionare una serie di alchimie che hanno permesso dir stare bene insieme nel tempo, ognuno di noi è attaccante e difensore a turno, e questo è la forma più bella per far sentire ognuno di noi dei protagonisti, un aspetto molto importante nel contesto di un gruppo lavorativo, che ci ha permesso di arrivare fino qui». Lo avresti mai immaginato all’inizio della tua carriera? «Impossibile immaginare una cosa di questo tipo, abbiamo passato molto tempo rinnovando contratti discografici di 3 anni in 3 anni perché sembravano sempre

La decisione di Stefano è stata per voi un fulmine a ciel sereno o era nell’aria? «Non era nell’aria, è stata un fulmine a ciel sereno. Noi sappiamo da più di 2 anni che Stefano aveva manifestato questa cosa, e che poi ha ribadito a Natale dell’anno scorso; io pensavo che fosse una crisi passeggera, magari più forte rispetto ad altre volte. Nessuno ci voleva credere; si aspettava, abbiamo lasciato un po’ di tempo, pensavamo che passasse, ma non era una semplice crisi bensì una scelta di vita. Una decisione da parte sua ponderata, molto profonda, molto seria, stiamo parlando di una cosa importante». Prevale in voi la comprensione di una scelta da parte di un amico o la delusione per quanto deciso? «C’è un rapporto straordinario, la dimostrazione che Stefano non se ne va sbattendo la porta è proprio nella decisione condivisa da tutti di fare questa grande tournée per accompagnare meglio la sua scelta. Umanamente capiamo e comprendiamo, lui non si sente più di continuare, ha altre esigenze; quando le motivazioni sono serie, non puoi che capirlo. Professionalmente però non possiamo condividerlo, con Stefano si continuerà ad avere un rapporto di amicizia e di affetto come sempre e lui sa che qualunque

inizi del gruppo, ma la cosa con Stefano è diversa proprio perché abbiamo trascorso 38 anni di vita insieme; dal 1966 abbiamo avuto diversi cambiamenti, siamo partiti in 5 e poi in 4, ci sono state una serie di trasformazioni, ma il destino dei Pooh era arrivare a questa formazione che è durata nel tempo dal 1973; questo è qualcosa di straordinario e di unico». C’è il rischio di non vedere più suonare i Pooh dopo questo distacco? «Il discorso non è tanto decidere se andare avanti, lo possiamo decidere anche in due secondi, ma il come, ovvero ridisegnare un nuovo percorso che non si sovrapponga a quello che è stato fino adesso, una storia irripetibile

gli ultimi 3 anni, ma è accaduto; questo fa di noi dei fenomeni da Guinness dei primati, ovvero il nostro stare insieme da 43 anni è eccezionale, perché questa continuità nessun altro gruppo l’ha avuta, in questo modo con questi risultati». Come è nata la vostra ultima canzone “Ancora una notte insieme”? «Quando abbiamo capito che la cosa era seria e che non poteva non avere una colonna sonora. È stata scritta per questa occasione speciale». Stefano D’Orazio, perché questa scelta? «Ho deciso di scendere dall’astronave dei Pooh. Tutto quello che

volevo fare l’ho fatto e tutto quello che volevo dire l’ho detto e io da me ho sempre preteso il massimo per rispetto del pubblico. Continuare voleva dire rischiare di rovinare tutto, togliere l’emozione da questo mestiere e questo non si può. I miei amici per sempre, Dody, Roby e Red non hanno condiviso la mia scelta, ma hanno capito. Ringrazio tutto il nostro pubblico, dico grazie ad uno a uno. Grazie per tutto quello che mi avete regalato in questi anni. Prima di scendere però ogni concerto si sta tramutando in una festa bellissima; il popolo dei Pooh è l’unico vero compagno che mi ha sempre accompagnato in questa lunga esperienza indimenticabile. Ho raggiunto con loro e con i miei compagni i traguardi più prestigiosi con gioia e con fatica. Il tempo passa in fretta, ho compiuto in questi giorni 61 anni e ho deciso di fermarmi». Red Canzian (grande amico della nostra regione NdR), come vivi questo periodo? «Lo vivo in maniera strana, ho dei momenti di serenità perché quando stai sul palco insieme è una cosa confortante, ma con molta malinconia pensando al 30 di settembre; di sicuro quando scenderemo da quel palco tutti insieme questa storia, questa pagina finisce». Una tournée davvero imponente e di qualità. «Dovevano fare una cosa importante, abbiamo messo insieme tutto quello che volevamo suonare e sono diventate tre ore di musica, abbiamo suonato tutto quello che volevamo suonare». Hai dichiarato che prima di prendere ogni decisione per il futuro, era importante vedere la reazione del pubblico ai vostri concerti. «Il pubblico è straordinario, un grande abbraccio d’amore e d’affetto ogni sera, e questo stimola a non mollare, però è solo un aiuto seppure molto grande, e vi sono altre componenti da considerare per una decisione. Ognuno di noi tre vorrebbe riuscire a proseguire, ma i Pooh sono una cosa importante e non si può andare avanti tanto per andare avanti e non si può rischiare di rovinare ciò che è stato fatto finora. Cercheremo di fare la scelta giusta».


92

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

VELLUTUM

C U LT U R A

BAMBINI IN MONTAGNA

Ala - Palazzo Taddei è la fastosa residenza della famiglia alense che per prima si dedicò alla produzione di tessuti, testimonianza del periodo di maggior floridezza di Ala, quello della produzione e il commercio dei velluti. La mostra Vellutum fino al 18 ottobre.

“Bambini di montagna. Storia di infanzia 1870-1960” è il titolo della mostra allestita a San Martino di Castrozza - negli spazi espositivi di Villa Welsperg, la “casa del Parco” - visitabile fino al 30 settembre.

ARTISTI A TENNO Tenno - Fino al prossimo 4 ottobre a Tenno, presso il Borgo Medievale di Canale - Casa degli Artisti, rimane aperta la mostra “Fantastico e visionario”, con opere di artisti e illustratori contemporanei.

LAVIS E LA STORIA Lavis - Presso Palazzo de Maffei, dal 2 al 19 ottobre prossimi sarà allestita “La storia incontra il futuro 1809-2009”. Mostra di documenti, cartoline, oggetti, giornali dell’epoca a cura di Andrea Brugnara, Carlo Refatti, Mario Moser e Andrea Casna.

Villa Lagarina. La forma e la figura a Palazzo Libera

Omaggio a Aldo Caron

Q

uattro giovani scultori - la milanese Nada Pivetta (1970) e i trentini Roberto Facchinelli (1973), Florian Grott (1974) e Simone Turra (1969) – propongono le loro opere accanto a quelle di Aldo Caron, rendendogli omaggio a tre anni dalla scomparsa. L’iniziativa, curata dalla PROMART di Trento in collaborazione con il Comune di Villa Lagarina, rappresenta il nono evento del progetto pluriennale ARTELibera. Palazzo Libera per l’Arte Contemporanea. La mostra, ospitata nei prestigiosi spazi di Palaz-

1919 e scomparso nel 2006. Le immagini di tutte le opere esposte, unitamente ad un saggio critico firmato da Riccarda Turrina, saranno raccolte in un bel catalogo che sarà dispo-

zo Libera, a Villa Lagarina (TN), sarà visitabile fino al 18 ottobre; durante l’esposizione verrà anche proiettato il video “Nelle forme di Caron la musica dello spazio” (1985), tesi di laurea di Giuseppe Miniaci, allievo del grande scultore nato a Pove del Grappa (Vi) il 2 febbraio

nibile presso lo spazio espositivo. La mostra è patrocinata dalla Regione Trentino/ Alto Adige (che figura anche tra i prestatori di opere in mostra), dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune di Villa Lagarina e da quello di Borgo Valsugana (che una decina di anni orsono insignì Caron della cittadinanza onoraria).

Dieci artisti al Diocesano

Rimarrà aperta fino al 30 settembre prossimo, al Museo Diocesano Tridentino, l’esposizione “Dieci artisti: un assaggio di arte contemporanea”. In mostra dipinti di Eugenio Prati, Giovanni Segantini, Luigi Bonazza, Umberto Moggioli, Tullio Garbari, Iras Baldessarri, Guido Polo, Romano Conversano, Remo Wolf e Cesarina Seppi.

Palazzo Libera, Via Garibaldi 10, Villa Lagarina. Orario: 14.00-18.00 feriali. Sabato e festivi: 10.0012.00 e 14.00-18.00. Lunedì chiuso.

Rovereto. Opere dalla collezione del Kunstmuseum Winterthur Capolavori della modernità al Mart Dopo aver ospitato le straordinarie opere della Phillips Collection di Washington, della Österreichische Galerie Belvedere e dell’Israel Museum di Gerusalemme, al Mart è ora la volta delle ricchissime raccolte del Kunstmuseum di Winterthur: oltre 240 capolavori assoluti

Giampaolo Osele Connessioni...

Trento - A Povo, presso il Cosbi in piazza Manci 17, fino al prossimo 23 ottobre rimarrà aperta la mostra “In Connessioni Naturali – Natural Connections”, allestimento che presenta alcune opere storiche dell’architetto, scultore e pittore Giampaolo Osele, assieme a dei lavori inediti incentrati sul concetto di connessione e di rete. Povo.

della storia dell’arte del XX secolo dalle collezioni del museo svizzero. L’esposizione si articola in un ricco percorso cronologico e tematico che attraversa l’impressionismo, il cubismo, il surrealismo e le ricerche astratte, per giungere ad una apertura di altissima qualità

sulle ricerche internazionali del secondo dopoguerra. Monet, Pissarro, Rodin, Bonnard, Sisley, van Gogh, Cézanne, Picasso, Kandinsky, Klee, Magritte, Brancusi, Mondrian, Gerhard Richter, e molti altri, sono i protagonisti di “Capolavori della modernità.

Rovereto, Mart C.so Bellini fino al 10 gennaio 2010

Riva del Garda. Opere sacre dal Barocco al rococò

LAVORI IN CORSO CANEZZA DI PERGINE

Capolavori sacri sul Garda Presso il Museo Civico di Riva del Garda è allestita la mostra “Dal Barocco al rococò. Capolavori sacri lungo le sponde del Garda”. L’evento, promosso dal dipartimento storico-artistico del progetto Museo Alto Garda, intende valorizzare la pittura religiosa del lago di Garda tra Seicento e Settecento, illustrando la

produzione degli artisti e la loro committenza attraverso una trentina di opere realizzate per le chiese del territorio da grandi autori come Palma il Giovane, Bernardo Strozzi, Pietro Ricchi, Carl Loth, Andrea Celesti Museo Civico e Giandopiazza C. Battisti, 3 menico CiRiva del Garda gnaroli.

Il cuoio di Alvise Pergine - Presso il Museo degli attrezzi agricoli e artigianali della Comunità di Canezza-Portolo di Canezza fino al 18 ottobre, ogni sabato e domenica con orario 15.0018.00, si può visitare “Il cuoio di Alvise, quando l’artigianato diventa arte”, mostra di opere in cuoio, disegni e quadri ad olio di Alvise Dellai. (Ingresso libero).


MUSICA

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

93

Lirica. Nostra intervista al grande tenore e direttore d’orchestra

PLACIDO M

di Antonella Iozzo

DOMINGO

aestro Domingo, cosa ricorda e cosa ha rappresentato il debutto in Arena? «1969 -2009, sembra appena ieri ma sono passati 40 anni da quando ventottenne interpretai Calaf nella Turandot di Puccini accanto al soprano svedese Birgit Nilsson e ancora oggi sento che ci sono l’emozione, l’energia, la commozione di allora e che hanno segnato ogni mia apparizione all’Arena. Un debutto che lascia il segno, credo che abbia fatto circa 50 interpretazioni e avrei voluto farne molte di più, ma stiamo già lavorando per il futuro».

Il 24 luglio scorso il Festival Lirico di Verona ha festeggiato i 40 anni di Arena del tenore spagnolo.La Finestra ha incontrato un disponibile e cordiale Placido Domingo proprio durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento.

Sappiamo che nel 2010 la Tv di Tokyo festeggerà i 45 anni d’attività celebrando Domingo con due serate straordinarie... Tokyo è una metropoli con un forte senso culturale, ed un’effervescenza musicale strepitosa. La gente è sempre più interessata alla vita musicale e Tokyo risponde con una contemporaneità di eventi ad altissimo livello dalla lirica, al balletto alla sinfonica. Quindi è naturale pensare che eventi come questo del 2010 si potranno ripetere interagendo sempre di più anche con Verona». Placido Domingo e i giovani cantanti lirici: progetti, idee speranze… «Ho due gruppi alla Washington National Opera e alla Los Angeles Opera dove sono direttore generale, un altro sta nascendo a Valencia. Credo molto nei giovani e nei concorsi. Oggi possiamo dire che circa il 70% dei grandi nomi della lirica proviene dai concorsi, dagli stage. Da sempre è un mio desiderio poter facilitare la strada ai cantanti giovani, se la mia collaborazione con l’Arena continua sarebbe molto interessante intraprendere un progetto di questo tipo. È un posto ideale e gli artisti avrebbero la possibilità di usufruire di lezioni magistrali visto l’alto livello artistico – musicale dei maestri che ogni anno si esibiscono su questo palcoscenico unico al mondo».

nitori che cantavano e quindi mi hanno predisposto alla vita da teatro; sì sono doppiamente debitore a loro perché mi hanno dato la vita e la vita artistica, e poi mia moglie che da 47 anni mi sta accanto è una grande guida per me, è molto critica e severa nei giudizi, mi ha insegnato tante cose». Ho assistito alla rappresentazione della Carmen il 9 luglio scorso e nella relativa recensione ho affermato: «una direzione che è cuore e pensiero». Quanto può o deve essere razionale, cerebrale una direzione e se cantare non può essere disgiunto dal recitare, quanto trasporto, quanta passione c’è nell’interpretazione del tenore? «L’interpretazione è molto personale, nella direzione poi bisogna trasmettere ai musicisti qualcosa che vada nel profondo, che tocca non solo la ragione, bisogna trovare un motivo in ogni battuta. Nella musica, può succedere che la stessa persona sia diversa da una recita all’altra, è la magia di ogni notte, quella che rende l’opera unica anche con gli stessi interpreti e lo stesso direttore. Io non ho mai potuto non mettere davanti il cuore e per un direttore d’orchestra è più difficile perché il direttore pensa la musica un attimo prima che venga interpretata e nel momento che la senti è già passata, devi sempre anticipare e i musicisti devono leggere percependo l’intenzione del direttore. Questo rende essenziale la tecnica...».

«Nella musica s’impara tutti i giorni e da tutti»

La Sua disponibilità è straordinaria, un musicista che conserva ricordi e gratitudine, in particolare? «Nella musica s’impara tutti i giorni e da tutti. Osservo continuamente cantanti, direttori, registi e a tutti sono debitore, ma in particolare ai miei ge-

Qual è la differenza sostanziale fra la situazione lirica italiana e quella internazionale? «La situazione è molto simile, anche negli Stati Uniti, per esempio, dove l’aiuto è privato. Questo è un periodo di crisi globale, si deve pensare a spendere meno cambiando le idee. Ci vogliano anche le coproduzioni, bisogna essere cauti nelle spese, ma penso comunque che sia una fase passeggera. Per me la lirica vivrà per sempre». L’esibizione di un giovane artista in teatri come il Metropolitan è un punto d’arrivo o di partenza? «Un artista che riesce ad esibirsi al Metropolitan, al Convent Garden o all’opera di Vienna ha raggiunto l’eccellenza qualitativa, sono referenze prestigiose che ti aprono le porte della lirica».


94

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

SCIENZA

Comportamento. Una ricerca che apre nuove prospettive

Uomo e scimmia: amici per imitazione di Chiara Centofanti

È

ampiamente risaputo che per l’uomo l’imitazione di un suo simile sia una forma di adulazione. Sono ormai innumerevoli, infatti, gli studi nei quali si dimostra che un individuo ha la tendenza ad essere maggiormente ben disposto nei confronti di chi assume e manifesta atteggiamenti simili al proprio. Ora si è

scoperto che tale meccanismo vale anche per le scimmie. La ricerca, pubblicata su Science e condotta da un gruppo di scienziati dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), dell’università di Parma e del National Institutes of Health (Maryland, Usa), ha messo in evidenza come l’imitazione sia presente anche nell’animale

che più di tutti assomiglia all’uomo, allo scopo di garantire una maggiore cooperazione e coordinazione fra gli individui. «Le persone spesso adottano posture, atteggiamenti e gestualità tipici di coloro con cui interagiscono» spiega Elisabetta Visalberghi, primatologa dell’Istc-Cnr. «Quelli che vengono ‘imitati’ provano una maggiore empatia per gli imitatori e sono più inclini ad aiutarli. Questo feeling è presente anche in altre specie». Per il loro studio, i ricercatori hanno scelto i cebi dai cornetti, scimmie particolarmente socievoli, tolleranti e flessibili. «A ciascun cebo è stata data una pallina di plastica bucherellata, all’interno della quale avevamo introdotto dell’uva sultanina, che a stento poteva fuoriuscire dai buchi», spiega la primatologa. «Quindi due persone, ciascuna con una palla in mano, si posizionavano di fronte al cebo per replicarne il comportamento». «Le scimmie hanno cercato in tutti i modi di estrarre l’uvetta:

infilando le dita nei buchi, mordendoli per allargarli o sbattendo la palla a terra», prosegue Pier Francesco Ferrari, dell’università di Parma. «Contemporaneamente, uno degli sperimentatori ripeteva questi comportamenti nella stessa sequenza, mentre l’altro compiva le medesime azioni in modo asincrono. Dopo questo semplicissimo ‘trattamento’, abbiamo riscontrato che i cebi tendevano a passare più tempo vicino allo sperimentatore che li aveva imitati. E quando è stata data loro la possibilità di scambiare un ‘token’ (un oggetto simbolico, nel nostro caso un gettone metallico) per ricevere una nocciolina, le scimmie hanno preferito farlo con lo sperimentatore imitatore, come se avessero sviluppato un senso di vicinanza, di amicizia». «Imitazione e disponibilità verso gli altri hanno avuto un ruolo importante nell’evoluzione della nostra specie. Noi proponiamo che lo stesso principio valga anche per

primati come i cebi», sostiene Visalberghi. «Molte loro attività, quali mangiare, spostarsi o minacciare un predatore, vengono infatti svolte in relativa sincronia dai membri del gruppo». Questo studio potrebbe avere importanti implicazioni per la comprensione di alcune psicopatologie. «Il fenomeno dell’imitazione è stato finora limitato dalle scienze cognitive e comportamentali all’apprendimento di nuovi comportamenti o, nello sviluppo del bambino, all’apprendimento del linguaggio», sottolinea Ferrari. «Il nostro studio apre una nuova prospettiva per cui, attraverso l’imitazione, nel cervello vengono attivate sia le funzioni cognitive sia probabilmente quelle emozionali. Ciò potrebbe aprire nuove prospettive di ricerca e di intervento clinico ad esempio, con i bambini che presentano deficit dello sviluppo correlati alle competenze sociali ed empatiche, come nell’autismo».

Via della Gora, 51 - BORGO VALSUGANA (TN) TEL. 0461.757343 - CELL. 340.6712447 - infocasa@email.it APERTURA AL POMERIGGIO SU APPUNTAMENTO

CASE SINGOLE E PORZIONI • SCURELLE 2 stanze, cucina, soggiorno, doppi servizi, studio/ripostiglio, piccolo deposito e posti auto. Euro 155.000,00 • STRIGNO app. libero 3 lati, 2° piano + 3° ultimo piano, 3 stanze, cucina, soggiorno, doppi servizi, soffitta, cantina, garage e posto auto. Occasione!!!!! • RONCEGNO TERME casa singola, vendesi. Possibilità scelta personalizzazione. Con giardino. • TORCEGNO vendesi porzione di casa libera 3 lati. • RONCEGNO TERME centro vendesi porzione di casa con 2 app. uno subito abitabile con terrazza e l’altro da ultimare, garage e cantine. Euro 150.000,00 • CASTELNUOVO casa singola

con rustico e mq. 6.000 di prato. Euro 340.000,00. • CARZANO casa singola con orto vendesi. • RONCEGNO collina: casa libera 3 lati con spazio esterno, Euro 120.000,00. TERRENI edificabili ed agricoli vendesi zona BORGO VALSUGANA, RONCHI e RONCEGNO

APPARTAMENTI • RONCEGNO nuovo, 1°-ultimo piano libero 4 lati con giardino privato, 3 stanze, soggiorno, cucina, ampio bagno finestrato, poggioli, cantina, garage doppio, posto auto. • BORGO V. vicinanze: app. 2 stanze con giardino e garage. • CALDONAZZO: app. da risanare con entrata indipendente.

• TELVE DI SOPRA mansarda libera 4 lati, subito disponibile, 2 stanze. Euro 120.000,00. • PERGINE V. centro appartamento 2 stanze con spazio esterno recintato. • NOVALEDO 3 stanze, cucina, soggiorno, bagno fin., cantina, soffitta, posto auto. Euro 170.000,00.

COMMERCIALI • CAPANNONE con spazio esterno recintato, completo di uffici, servizi VENDESI o AFFITTASI a NOVALEDO. Comodo accesso da strada statale. • LOCALE A PIANO TERRA con parcheggio AFFITTASI a BORGO VALSUGANA. • UFFICIO a 1° piano vendesi a BORGO VALSUGANA • NEGOZIO vetrinato vendesi a BORGO VALSUGANA


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

MEDICINA

95

Salute. Alcol in gravidanza: seri danni ma non con il vino rosso

Ricerca su alcol e maternità Se la madre consuma alcol durante la gravidanza, il feto rischia di subire seri danni. Ciò non accade, secondo una ricerca dell’Inmm-Cnr, con il vino rosso.

di Chiara Centofanti

C

he l’alcol faccia male ormai è risaputo e per una donna incinta i rischi sono ancora maggiori. Difatti il consumo di alcol in gravidanza è una delle cause maggiori di ritardo mentale dei bambini nei Paesi occidentali. È dimostrato che attraversando la placenta, l’etanolo presente nell’alcol può compromettere la crescita e il peso del feto, provocando danni permanenti al sistema nervoso centrale, con sottosviluppo e malformazione delle cellule e della struttura del cervello e conseguenze a livello funzionale e cognitivo. Il che implica scarsa memoria, deficit di attenzione e comportamenti impulsivi. Tuttavia c’è un importante distinguo: il vino rosso, infatti, grazie alle proprietà dei suoi composti, come i polifenoli e gli

antociani, è in grado di limitare gli effetti tossici dell’alcol (o etanolo). Lo dimostra uno studio portato a termine dall’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Inmm-Cnr), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Centro alcologico della Regione Lazio, coordinato da Marco Fiore. «Lo studio – afferma Fiore - spiegherebbe anche perché, nei Paesi dell’area mediterranea, dove è maggiore il consumo di vino rosso, la Sindrome Feto-Alcolica sia più rara rispetto ad altri Paesi industrializzati, dove il consumo di alcol in gravidanza si basa prevalentemente su altre bevande alcoliche». Nella loro ricerca, gli autori tengono a evidenziare che, in ogni caso, il consumo di alcol in gravidanza o durante l’allattamento deve essere assolutamente evitato.

In breve BOLLICINE

Storico sorpasso del Made in Italy

Le bollicine Made in Italy hanno messo la freccia. Per la prima volta nella storia, infatti, la produzione di spumante italiano supera quella di champagne francese per la quale è stata decisa una riduzione del 44% di bottiglie per contrastare la pesante crisi di mercato. A renderlo noto la Coldiretti, che sottolinea come lo storico sorpasso avvenga nel primo anno di produzione del prosecco a denominazione di origine (DOC) e delle denominazione di origine controllate e garantite Conegliano Valdobbiadene prosecco e Colli Isolani prosecco (DOCG), che stanno rapidamente conquistando i mercati esteri a scapito del concorrente francese, con una vendemmia che si preannuncia ottima per qualità e tenuta dei prezzi, in una situazione generalmente difficile. Le esportazioni dello spumante italiano hanno addirittura superato i consumi nazionali realizzando un fatturato complessivo annuale di oltre 2,5 miliardi di euro per una produzione di oltre 300 milioni di bottiglie. (c.c.)


96

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

A L I M E N TA Z I O N E

La guida. Alcuni semplici consigli per stare bene

FINITA L’ESTATE CONTINUIAMO A STARE IN FORMA MAGLIONI LARGHI E TEMPERATURE BASSE POSSONO DIVENTARE LA SCUSA PER LASCIARSI ANDARE E RINUNCIARE ALL’ESSERE IN FORMA. E SE VI DICESSERO CHE PER STARE BENE NON SERVE SOPPORTARE GRANDI SACRIFICI, MA BASTA SEGUIRE UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE, CHE PUÒ PREVEDERE ANCHE QUALCHE DOLCE? ECCO QUALCHE SEMPLICE CONSIGLIO PER STARE BENE.

I

n estate, si sa, è più facile stare in forma: aumentano le occasioni per muoversi, la dieta diventa più leggera e la prova costume è un’ottima scusa per stare più attenti alla linea. E in autunno? Dobbiamo dimenticarci dei risultati conquistati negli ultimi mesi o rinunciare, se ancora non li abbiamo raggiunti? Assolutamente no. Ogni periodo dell’anno è quello giusto per imparare un corretto stile alimentare e seguire qualche consiglio utile a star bene. Il tutto senza deprimersi con diete da fame o allenamenti da grande atleta. L’importante è seguire una corretta alimentazione, che non vuol dire necessariamente una dieta ipocalorica, ma attenzione alla qualità dei cibi e alla loro combinazione. Come a dire che l’educazione a tavola comincia da quello che mettiamo nel piatto. La prima regola da seguire, spiega la dietista e nutrizionista Alina Suder,

è mangiare di frequente: dovremmo fare cinque pasti al giorno e suddividere le calorie quotidiane tra colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda e cena. Il nostro organismo, infatti, deve avere il tempo per smaltire quello che ingeriamo. È molto più facile ingrassare assumendo mille calorie in un pasto solo, che duemila divise in cinque momenti distinti.

Il digiuno fa ingrassare

Un capitolo a parte riguarda il numero di calorie che dobbiamo ingerire: questo è un dato soggettivo che dipende da una serie di fattori, tra cui l’età, il genere, la tipologia di lavoro e lo stile di vita che conduciamo. Uno degli errori più comuni è quello di pensare che se un giorno si mangia troppo, quello successivo si può digiunare per pareggiare il conto delle calorie. Niente di più sbagliato, perché con il digiuno il nostro corpo si trova a vivere in una condizione assimilabile alla carestia e si adegua

a mangiare meno. Le conseguenze negative sono molte, sia dal punto di vista della salute che dell’estetica. Innanzitutto il metabolismo rallenta e il nostro corpo tende ad assimilare di più. Poi si riducono i muscoli, perché il nostro organismo in mancanza di altro nutrimento consuma le proteine presenti nelle fasce muscolari, mentre, al contrario di quello che si pensa, e si spera, digiunando, si conservano gli accumuli di grasso. È come se il nostro corpo volesse mantenere una scorta energetica per affrontare i periodi di astinenza. Quindi cosa fare se andando a cena con gli amici in quel ristorante così buono abbiamo esagerato? Niente, non serve a nulla modificare le proprie abitudini, ma anzi il giorno dopo bisogna mangiare come sempre, in modo sano, al limite riducendo un po’ le porzioni.


SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

A L I M E N TA Z I O N E

97

La guida. Alcuni semplici consigli per stare bene I cinque pasti Ma vediamo cosa è meglio mangiare, cominciando con la colazione, che come primo pasto dopo il digiuno notturno ha un ruolo fondamentale per farci cominciare al meglio la giornata. Di notte il nostro metabolismo rallenta e si accumulano scorie negative. Al mattino quindi dobbiamo mangiare della frutta fresca per disintossicarci e fare il pieno di vitamine. Per compensare la perdita di aminoacidi, elementi essenziali per la struttura muscolare, dobbiamo mangiare delle proteine, che possiamo trovare nel latte, nello yogurt o, se non ci crea problemi mangiarli a colazione, anche nei formaggi o nel prosciutto. Per completare il tutto non ci resta che aggiungere carboidrati e zuccheri, come ad esempio del pane con la marmellata o qualche biscotto. A metà mattina possiamo scegliere tra un frutto o uno yogurt oppure, se la colazione non è stata molto abbondante, possiamo mangiare anche qualcosa di più sostanzioso. Un panino col prosciutto, ad esempio, può aiutarci a calmare i morsi della fame e, allo stesso tempo, a fare il pieno di carboidrati e proteine. Lo stesso discorso vale per la merenda pomeridiana. Se vogliamo possiamo anche concederci due palline di gelato scegliendo quello che più ci piace. Non sarà certo la differenza di calorie tra i diversi gusti a rovinare la nostra tabella alimentare. Il menù della cena, infine, può variare in base all’orario. Se ceniamo molto tardi è meglio optare per cibi leggeri e facilmente digeribili. Possiamo scegliere tra pasta e carne rispettando i nostri gusti e le nostre abitudini. In ogni caso è importante che il pasto sia bilanciato e quindi se scegliamo la carne dobbiamo accompagnarla con del pane o delle patate, mentre se preferiamo la pasta possiamo condirla con del ragù o del formaggio. Il tutto, naturalmente, abbinato a una porzione di verdura.

bere tanto in una volta sola. Meglio bere spesso, poco alla volta, anche durante i pasti. Tenendo presente che se mangiamo cibi liquidi, come ad esempio una minestra, diminuisce la quantità di liquidi che dobbiamo assumere bevendo. Tanto per avere qualche dato: meglio non bere più di 800 centilitri in un’ora e non meno di mezzo litro in due ore. Per semplificare i calcoli: non restare più di due ore senza bere. Il cosa bere è importante quanto il come. L’acqua è sicuramente l’ideale. Se siamo un po’ stanchi possiamo aggiungere del limone, che è un ottimo antiossidante e ci aiuta a combattere la fatica. Non dimentichiamo poi che l’acqua è contenuta anche nei cibi e in modo particolare nella frutta e nella verdura, quindi mangiandone un po’ a ogni pasto possiamo fare il pieno di vitamine e reidratare il nostro organismo. Meglio evitare le bibite gassate, che oltre a gonfiare contengono un elevato quantitativo di zuccheri. Per lo stesso motivo attenzione anche ai succhi di frutta e ai tè confezionati: meglio diluirli con dell’acqua. I superalcolici sono da evitare, mentre un bicchiere di vino ai pasti può essere un buon alleato per combattere i radicali liberi.

e più il nostro fisico sarà portato a bruciare le calorie che ingeriamo. Basta veramente poco per tenere allenato il nostro fisico, l’importante è la costanza. Fare poco tutti i giorni è molto più utile che cimentarsi in qualche grande impresa una volta al mese. E fare poco può voler dire semplicemente parcheggiare la macchina un po’ più lontana rispetto al nostro ufficio costringendoci a fare due passi a piedi o usare le scale al posto dell’ascensore. E al mattino, come prima cosa appena svegli è bene stirare tutti i muscoli. È una sorta di stretching che ci permette di riattivare la circolazione e, più in generale, di svegliare tutto il nostro organismo (p.s.).

FAQ – Le domande più frequenti Mangiare tanta verdura fa bene: VERO e FALSO. Se da un lato è fondamentale mangiare verdura, bisogna fare attenzione a non consumare porzioni troppo abbondanti perché dilatano lo stomaco. Per cucinare devo usare l’olio: FALSO. Basta una padella antiaderente molto calda per evitare che i cibi si attacchino. L’olio va usato sempre a crudo, a fine cottura, senza superare i due cucchiai al giorno. La frutta secca va eliminata: FALSO. Mangiare frutta secca fa bene, in particolare le noci che sono ricche di vitamina E, utile a contrastare l’invecchiamento. L’importante è non esagerare perché sono alimenti molto calorici. Bastano due noci al giorno per assicurarsi il giusto apporto vitaminico. I colori degli alimenti sono importanti: VERO. E non solo per un discorso estetico. È vero che vedere un piatto colorato mette di buonumore, ma i colori dei cibi derivano dalla loro composizione. Quindi se in un piatto ci sono molti colori significa che è composto da diversi elementi e quindi è più bilanciato. I dolci vanno eliminati: FALSO. Chiedere a un goloso di eliminare i dolci sarebbe come metterlo in punizione. E chi è disposto a restare in punizione a lungo per propria volontà? Nessuno, ed è questo uno dei motivi che portano molte diete al fallimento. Mangiare un dolce ogni tanto non fa male. Qualche consiglio: meglio scegliere quelli senza creme e diminuire la quantità di carboidrati quando decidiamo di concederci un dolce peccato di gola. Ottimo il cioccolato fondente, che è ricco di antiossidanti. Usare i legumi: VERO. Almeno una volta ogni due giorni dovremmo mangiare dei legumi. E ancora di più se non ci piace la carne. Teniamo presente che un piatto di pasta e fagioli con un po’ di grana ci fornisce lo stesso apporto proteico di una bistecca.

Piccoli sorsi per stare bene Ogni giorno noi perdiamo circa un litro di acqua. Se consideriamo che il nostro corpo è composto per circa il 60-75% di acqua è facile intuire perché è fondamentale mantenere la giusta idratazione bevendo molto. La quantità di liquidi assunti è importante quanto la frequenza. Come per il mangiare, infatti è un errore

necessariamente iscriversi in palestra, fare chilometri lungo la ciclabile o improvvisarsi atleti. Anzi, se non si è abituati sono comportamenti che potrebbero risultare dannosi, soprattutto se non si è seguiti da un esperto in grado di consigliarci gli esercizi e il ritmo più adatto. Quanto movimento fare dipende molto da cosa facciamo nel corso della giornata. Se abbiamo un lavoro che ci costringe a stare seduti su una sedia tutto il giorno avremo più bisogno di muoverci rispetto a chi svolge un lavoro più attivo. Ma perché serve fare movimento per stare in forma e non è sufficiente curare l’alimentazione? Perché il metabolismo accelera con l’aumentare del muscolo, quindi più ci muoviamo

Muoviamoci! Per guadagnare e mantenere una buona forma fisica, una corretta alimentazione è importante ma non basta. È necessario fare anche un po’ di movimento. Il che non significa

Le uova alzano il colesterolo: FALSO. Le uova sono ricche di importanti sostanze antiossidanti e di colesterolo “buono”. Per questo non solo non serve eliminarle completamente dalla nostra alimentazione, ma è importante mangiarle almeno due volte in settimana.


98

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


99

per

da staccare e conservare

Cucina Immagini

S E TSettembre T E M B R2009 E 2009 • LA FINESTRA

La ricetta di settembre a cura di Fabrizio Todaro

Dolci. Pochi e semplici ingredienti per un risultato davvero goloso

MOUSSE DI RICOTTA AI FRUTTI DI BOSCO

20 minuti + 2 ore in fr igo * facile

Questa mousse molto semplice da preparare può essere proposta sia per concludere un pranzo tra amici che per arricchire una merenda in compagnia. Può essere preparata in piccoli stampi monoporzione o in una ampia ciotola, e decorata con frutti di bosco freschi e sciroppo di lampone. È un tipo di dolce che generalmente piace a tutti ed é una buona alternativa al gelato quando le giornate cominciano a farsi più fresche. INGREDIENTI PER 6 PERSONE

• 250 gr ricotta • 300 gr frutti di bosco misti (a piacere: lamponi, mirtilli, fragole, ribes...) • 100 gr zucchero • 2,5 dl panna da montare • la buccia di un limone grattugiata • 18 g gelatina in fogli (colla di pesce)

da staccare e conservare

1

Far ammorbidire la gelatina in una ciotola con acqua fredda, poi scolarla, strizzarla con le mani e metterla a sciogliere in un pentolino a bagnomaria

2

Lavorare in una terrina la ricotta, lo zucchero e la scorza limone grattugiata

3

Unire la gelatina sciolta e mescolare finché il composto si addensa

4

5

6

Aggiungere la panna montata e mescolare delicatamente dal basso verso l'alto perché non si smonti

Unire i frutti di bosco lavati, asciugati e tagliati a piccoli pezzi e mescolare il tutto

Riempire degli stampini a mettere a solidificare in frigorifero per 2 ore


100

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009


S E Settembre T T E M B 2009 RE 2009 • LA FINESTRA

UN PC PER VOI

101

SIAMO TUTTI NELL’OCCHIO DEL “GRANDE FRATELLO” LA POTENZIALITÀ DI INTERNET, CHE PERMETTE DI ABBATTERE DISTANZE E FRONTIERE E CONSENTE ALL’UTENTE DI COLLEGARSI CON PERSONE E ARCHIVI AD ESSO CONNESSI IN QUALUNQUE PARTE DEL MONDO, METTE IN EVIDENZA LA PROBLEMATICA RELATIVA AI DATI PERSONALI FORNITI AI VARI SITI O PROVIDER O SOCIAL NETWORK E COSÌ VIA. di Luciano Motta

I

scriversi a un social network, caricare foto sul web, aprire un blog sono modi per condividere esperienze. Ma non è detto che sia possibile, un domani, cancellare queste informazioni. La diffusione di transazioni commerciali e finanziarie sulla rete fa aumentare la quantità di dati trattati on line. Il marketing one-to-one, largamente praticato sul Web, attribuisce al profilo di ogni cliente un alto valore commerciale. La diretta conseguenza è una sempre maggiore richiesta di informazioni sulle abitudini, sui gusti, sulle preferenze degli utenti della rete. La maggioranza di chi usa internet ha messo - forse inconsapevolmente, anche perché non sempre si legge la lunga (ed a volte scritta in altre lingue) informativa sulla privacy e si clicca automaticamente sulla casella “accetto” - i propri dati “in piazza”. Abbiamo caricato foto, descritto emozioni e sensazioni, fornito una grande quantità di informazioni su chi siamo, dove viviamo, cosa ci piace, chi sono i nostri amici, per iscriverci a un social network (Facebook ecc.) o abbiamo aperto o frequentiamo un “blog” o un “forum”, però non è scontato né tantomeno

automatico che poi, se vogliamo tornare “anonimi” sia possibile cancellare queste informazioni o che tali “profili personali” non restino per sempre in qualche server al di qua e al di là dell’oceano… Probabilmente la nostra posta elettronica, il cui indirizzo abbiamo fornito in fase d’iscrizione, è protetta da una password che sulla base dei dati che abbiamo fornito ad altri siti o che vengono pubblicati nel proprio “profilo pubblico” del social network cui ci siamo iscritti è facile individuare; chi non ha mai usato per password il proprio nome o quello dei figli, o la propria data di nascita alzi la mano! Ecco allora che un hacker potrebbe leggere la nostra posta ed usare il nostro indirizzo e-mail per i suoi scopi con conseguenze forse

nemmeno immaginabili! Moltissimi ormai acquistano merce tramite internet; in un giorno generalmente si ha la consegna a domicilio e non occorre andare dal negoziante che…deve ordinare la merce da catalogo (per non tenere magazzino) e che riuscirà a farcela avere entro un mese… ecco allora che molti siti memorizzano le nostre preferenze e le nostre spese, talora anche i dati della carta di credito o del conto bancario, oltre naturalmente ai nostri indirizzi, codice fiscale e quant’altro può occorrere. Questo non vuol dire non fidarsi del commerciante on-line che nella gran parte dei casi è corretto, ma ci siamo mai posti la domanda se il sito cui ci siamo rivolti per l’acquisto protegge adeguatamente i nostri dati nei suoi

server? Non è certo di oggi la notizia che negli States degli hacker hanno violato banche dati di grandi store che vendevano on-line, appropriandosi dei dati degli utenti, ivi compresi i dati bancari e delle carte di credito. Analogamente, anche se ci limitiamo alla navigazione o ricerca sul web possono rappresentare dei seri pericoli per la nostra privacy i cosiddetti cookies. Dietro il nome innocuo (in italiano=”biscottini”), sono nascosti degli strumenti che consentono al server di conservare frammenti di ogni documento scaricato dal client (computer utente) sul web; i cookies offrono, perciò, la possibilità di raccogliere informazioni sui siti visitati da un determinato soggetto, permettendo in questo modo di fabbricare una mappa dei gusti e delle preferenze dell’utente. Si tratta del processo definito, in gergo commerciale, di “profilazione”. Sono facilmente immaginabili, anche in questa ipotesi, le conseguenze di un uso distorto di tali strumenti, nati in origine per semplificare i compiti dell’utente che si connette a cui potrebbe invece capitare di vedersi recapitare anche a mezzo del tanto odiato telemarketing proposte commerciali ad hoc, modellate sui propri gusti e inclinazioni. (continua nel prossimo numero)


102

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

Casa dolce casa Rientro dalle vacanze Curiosità di settembre Viaggiatori viaggianti La velocità del viaggio

«Bisogna riconoscere che oggi il viaggio inteso come esperienza di vita non esiste più. Il viaggio d’oggi si potrebbe definire come il celere trasporto di corpi umani da un punto all’altro del mondo: può essere compiuto in aereo o in treno rapido, ma per esso vige sempre il criterio della rapidità. Bisogna che il carico umano, la merce umana sia portata in fretta a destinazione» Eugenio Montale

Appena rientrati dalle vacanze, ancora prima di infilare la chiave nella porta, il primo pensiero è quello di scappare per tornare in quella bella stanza d’albergo che si riordinava autonomamente? È così per tutti…la paura di trovare colonie di acari e l’ansia di riprendere la quotidianità attanaglia chiunque. Ma con qualche piccolo consiglio potrete riprendere possesso della vostra casa con l’entusiasmo vacanziero che ha caratterizzato le giornate di dolce far niente. Le ferie appena trascorse non devono infatti essere rimpiante ma devono servire a regalarvi l’euforia e la voglia di fare necessarie all’autunno. Il bucato al rientro è pesante, ma va fatto e

Le ragioni del viaggio

«A chi mi domanda la ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco». (M. de Montaigne)

Composta di frutta L’estate sta finendo, ma la voglia di non lasciare andare via la bella stagione rimane. Anche dal punto di vista del palato. Abbiamo infatti ancora voglia dei dolci e freschi frutti estivi: le pesche, le albicocche, i piccoli frutti di bosco. E allora eccovi una comoda e veloce ricetta per un dessert delizioso e dal gusto estivo. Si tratta di composte di frutta, da servire come un tris oppure singolarmente. Le dosi per gli ingredienti si riferiscono ad una quantità per quattro persone. Composta di albicocche Cuocere 500 g di albicocche in acqua bollente per circa 2 minuti, quindi scolarle e sbucciarle con un coltellino. Dividerle a metà ed eliminare il nocciolo, poi metterle in casseruola con ¼ di litro di vino bianco. Aggiungere una stecca di cannella e tre cucchiai di zucchero.

allora perché non provare un nuovo ammorbidente profumato? L’autunno si avvicina quindi cominciate a rispolverare qualche capo autunnale e fategli prendere aria. Le giornate sono comunque ancora molto soleggiate e anche se con un’aria più frizzantina le magliette leggere sono ancora permesse quindi aspettate per il cambio dell’armadio. Continuate ad usare i prodotti di bellezza che usavate in vacanza: i profumi delle creme vi ricorderanno le sensazioni piacevoli del relax. Insomma coccolate la vostra casa e coccolatevi: il rientro deve essere senza traumi per trattenere le energie che vi faranno lavorare tutto il resto dell’anno. (s.c.)

Trucchi ecologici per i pavimenti

Le casalinghe da sempre si ingegnano per ricercare un modo per pulire pavimenti che sia veloce ed efficace. Se è possibile poi utilizzare prodotti poco costosi e che rispettano l’ambiente, tanto meglio! Ecco alcuni trucchi per avere un pavimento senza aloni risparmiando e inquinando meno. Per i pavimenti in legno verniciati vanno ripetutamente lavati con acqua fredda prima di calpestarli per la prima volta. Così lo strato di cera si indurisce e non “incolla”. Successivamente il consiglio è di trattare i pavimenti in lego con tè nero freddo o sapone verde: rimarranno puliti più a lungo! Per quanto riguarda invece i pavimenti piastrellati c’è una formula magica: quattro cucchiai di aceto di mele, quattro cucchiai di alcol, una goccia di detersivo per i piatti e 15 gocce di olio profumato (timo, lavanda, limone…). I pavimenti in marmo risplendono se trattati con acqua saponata e creta purgata, mentre una miscela di latte ed acqua in parti uguali conferisce al linoleum nuova lucentezza. Poco inquinamento e garanzia di pulizia! (s.c.)

Cuocere a fuoco medio per 3 minuti e insaporire con un cucchiaino di confettura, sempre di albicocche. Composta di pere Sbucciare 500 g di pere di stagione (piccole e più dolci e morbide di quelle autunnali) e metterle in padella. Coprire con ¼ di litro di vino rosso e altrettanta quantità d’acqua, aggiungere qualche chiodo di garofano e 1 cucchiaio di gelatina di ribes. Far sobbollire pian piano a fuoco medio per circa 45 minuti. Composta di more Cuocere per 5 minuti a fuoco lento 500 g di more fresche con ¼ di litro di succo di more e 3 cucchiai di zucchero. Eventualmente servire con glassa alla vaniglia. (s.c.)


Curiosità di settembre Mode & Modi

Stagioni e colori

«La chiara, splendida e feconda giovinezza della natura primaverile è espressa da colori luminosi: il giallo è il colore più vicino alla luce bianca e il giallo-verde è una specie di sublimazione del giallo; rosa chiaro e toni azzurri ne rafforzano e ampliano la sonorità: il giallo, il rosa e il lilla ricorrono spesso nei germogli delle piante. I colori dell’autunno formano un drastico contrasto con quelli della primavera: in autunno la vegetazione muore, il verde si decompone dissolvendosi nel bruno smorto e viola. Le promesse della primavera si realizzano nella maturità dell’estate [...] I colori caldi profondi attivi, che si trovano al massimo grado di intensità solo in un punto ben circoscritto della sfera cromatica, valgono quindi come spontanea espressione dell’estate: i numerosi toni verdi differenziati sono indispensabili per esaltare i rossi. Il blu mette in risonanza il suo complementare arancio per la rappresentazione dell’inverno che col su magnetico ritirarsi in sé della forza della terra rappresenta il lato passivo della natura: per l’inverno sono necessari colori chiusi in se stessi, freddi, irradianti in profondità, trasparenti e spiritualizzanti». (J. Jtten).

Gucci re-edition A cinquant’anni dalla sua nascita torna la celebre “Jackie” di Gucci, la cult bag resa un cult da affezionate della “doppia G”,come l’intramontabile icona di stile ed eleganza Jaqueline Bouvier Kennedy Onassis, Jackie, appunto, da cui la borsa ha preso il nome. Jackie sceglieva infatti la it-bag di Gucci per le situazioni più informali e lasciò in eredità questa passione, insieme alla borsa stessa, alla figlia, Caroline, la primogenita di casa Kennedy, anche lei affezionata dello stilista italiano. Ma della Jackie sono state grandi fan anche donne dello spettacolo come Barbra Streisand e Britt Ekland. Quest’anno

I colori della moda 2009/2010 Per la prossima stagione invernale tornerà in voga il colore rosso. Rossi potranno essere non solo gli abiti per ogni occasione, ma anche gli accessori.

È ormai alle porte l’autunno, settembre dall’aria frizzante è iniziato e anche le vetrine dei negozi si riempiono di capi nuovi. È dunque obbligatorio sapere cosa non può mancare nel guardaroba invernale di ognuna di noi. Iniziamo dalle tonalità. Nella prossima stagione, in tema di colori, ci sarà un grande ritorno. Con gioia di Valentino e delle amanti del colore del fuoco tornerà infatti in voga il rosso. Rossi saranno gli abiti, per ogni occasione. Ma rossi potranno essere anche

la casa di moda, sotto la direzione creativa di Frida Giannini, ha deciso di recuperare la Jackie e di rivisitarla in chiave contemporanea. Nasce così la “New Jackie” che, oltre ad essere più grande dell’antenata, è innovativa perché viene proposta in una nuova gamma di colori che non prevede più solo le classiche tinte tenui della pelle, ma anche nuance moda come il rosso bouganville, il viola, il verde smeraldo e il bianco nuvola. Un tocco in più è aggiunto dalla creatività della Giannini che ha voluto arricchire la Jackie con nappine e dettagli bambù.

103

Stivali da star

Da Paris Hilton a Sienna Miller, da Kim Kardashian a Megan Fox: le star di Hollywood sono sempre più convinte della tendenza in tema di scarpe per l’autunno inverno 2009/2010. Il trend di stagione saranno gli stivali Australia Luxe Collective, comodi, carini e i modelli tra cui scegliere sono parecchi perché ognuna possa trovare lo stivale più in linea con il proprio stile. Si possono indossare con la tuta, con la minigonna, con un vestitino supersexy, come insegna Megan Fox, oppure con i jeans o qualsiasi pantalone. Sono prettamente invernali e li troverete in tanti colori diversi, con o senza imbottitura a vista e di varie altezze, dai tronchetti agli stivali altissimi. Unico tasto dolente: il prezzo: 410 dollari americani che equivalgono a 287 euro. Ma un capriccio da star ogni tanto fa bene all’umore! (s.c.) Megan Fox

Moda&Bellezza

SETTEMBRE 2009 • LA FINESTRA

gli accessori, per chi non ama la stravaganza del look colorato o per chi preferisce nascondere qualche difetto grazie al nero, tinta da sempre amata dalle donne. Rosse quindi scarpe e borsa da abbinare classici completi tinta unita. Infatti, anche se la stagione alle porte offre colori vivaci (l’alternativa al rosso sarà il fucsia), il total black non tramonta e continuerà ad essere sinonimo di eleganza e stile. Altro colore di tendenza sarà il beige, perfetto da subito: approfittando della vostra pelle ancora dorata avrete un aspetto chic dato che il beige è uno dei colori più belli e con cui si può giocare con diverse sfumature. (s.c.)


104

LA FINESTRA • SETTEMBRE 2009

Caleidoscopio Le curiosità di settembre

Un castello... al verde di Matteo Originale

Non ci vuole molto a comprendere il motivo per cui il castello di Villandry (nella foto), come del resto tutti gli altri manieri della valle della Loira, sia stato dichiarato patrimonio dell’umanità. Situato nel dipartimento Indre-et-Loire, questo splendido monumento fu edificato nel 1532 da Jean Le Breton, ministro del Re Francesco I di Francia. La peculiarità di questo maniero è rappresentata dai suoi giardini, veri e propri labirinti di verde, realizzati sia con piante ornamentali sia con verdure quali carciofi, sedano e insalata....

IPSE DIXIT

Lo sapevate che... la torre più imponente e più alta, cui si accedeva attraverso un ponte levatoio. Fu solo verso la fine del X secolo che i castelli cominciarono ad essere costruiti – prima la cinta muraria, poi le torri e infine tutta la struttura - in pietra, assumendo quelle caratteristiche architettoniche che noi oggi siamo abituati a riscontrare nei tanti manieri esistenti in Italia e all’estero. Gli arredi che si trovavano nei castelli medievali erano davvero pochi e di semplice concezione: sgabelli, panche, sedie a forma di banco e tavole di legno, sorrette da sostegni, che si montavano solo in occasione dei pasti. Alle pareti, intonacate di bianco o dipinte, vi erano appese armi, stendardi, trofei di caccia e di guerra. Nelle stanze da letto vi erano letti bassi e larghi, appoggiati alle pareti o collocati nel centro della sala, sollevati da predelle. Spesso si trovavano degli scendiletto realizzati con le pelli di

La vita in un castello

Incredibile ma vero...

L’assetto politico, economico e sociale che governò gran parte dell’Europa tra il IX e il XIII secolo è conosciuto come feudalesimo. In questa fase del Medioevo, dominata dal terrore e dalle scorribande barbariche, fu introdotto il feudo (beneficio del possesso), un particolare rapporto contrattuale attraverso il quale il feudatario concedeva al vassallo terre da coltivare e determinati privilegi, nonché protezione, in cambio di particolari prestazioni e tributi. I feudatari vivevano all’interno dei castelli, edificati in luoghi impervi e isolati, dove le operazioni di controllo e di difesa del territorio risultavano più facili. I primi castelli, che risalgono all’età carolingia (IX secolo), consistevano in una semplice palizzata di legno recintata da un fossato, con grandi torri poste lungo il perimetro. Presso l’entrata principale del castello si trovava il maschio,

animali uccisi durante le battute di caccia. Completavano l’arredamento dei cassoni in cui si conservavano gli indumenti. Le finestre del castello, assai piccole, non avevano vetri e pertanto ci si riparava dalle intemperie con strofinacci o rudimentali grate di legno che però presentavano il grosso inconveniente di non far filtrare la luce del sole. Di notte, invece, l’illuminazione era garantita da fiaccole, candele e torce sostenute da candelabri messi in portafiaccole fissati alle pareti. Durante i lunghi mesi invernali ad offrire un po’ di tepore agli abitanti del castello era il grande focolare. Le condizioni igieniche di questi castelli lasciavano molto a desiderare. I bagni erano inesistenti e ci si lavava nelle tinozze o nei catini, mentre i rifiuti venivano buttati dalle finestre, anche se, ad onor del vero, qualche maniero presentava delle latrine che poi venivano scaricate lungo le scarpate del colle su cui era stato edificato. (j.g.)

REGINA IN UN GIORNO

UN VICINO BELLICOSO

Per oltre trent’anni Bartels Peggielene, originaria del Ghana, ha condotto una normale esistenza nella città di Washington: lavoro come segretaria in una grande azienda e casalinga nei ritagli di tempo, con tutto ciò che questa mansione comporta: cucinare, lavare, stirare... Poi un bel giorno è arrivata una telefonata: suo zio, re di Otuam, era passato a miglior vita, lasciando a lei la corona e un impero economico da amministrare, con tanto di agi e servitù.

La frase “tutti hanno un vicino!” ben sintetizza quanto spesso i rapporti interpersonali tra condomini siano difficili. A scatenare una guerra basta davvero poco: il cane, i fiori, la musica, il tapis-roulant... Ma l’americano Georges Township ha ben altro hobby: la storia della Guerra civile! Così, tra le varie cose, costruisce da sé fucili e cannoni. Tutti perfettamente funzionanti, tanto che con il proiettile di un cannone, per sbaglio, ha sfondato il muro di una casa situata a oltre 400 metri di distanza... e addio ai rapporti di buon vicinato.

La creazione architettonica «I nostri antenati costruirono le loro antiche capanne dopo averne creato l’immagine. È questa produzione dello spirito, questa creazione, che costituisce l’architettura e che noi di conseguenza possiamo definire come arte di produrre e di portare fino alla perfezione qualsiasi edificio». E. L. Boullée Architettura e civiltà «L’architettura è la rappresentazione delle necessità, dei timori, delle aspirazioni di un’epoca; è la forma reale della sua civiltà». R. Atkinsons/ H. Bagenal La costruzione «La ricerca dell’essenza di una costruzione si situa sulla frontiera comune della meccanica, della statistica, dell’ottica, dell’acustica e delle leggi della proporzione. La proporzione appartiene al regno dello spirito; i materiali e la costruzione sono ad essa subordinati». W. Gropius

L'ABITO NON FA IL MONACO Castel Gandolfo è nota per essere la residenza estiva dei Papi. Così quando in una struttura alberghiera della città laziale si è presentato un prete appartenente, a suo dire, all’Ordine Teutonico del Convento di Lana, il titolare ha accolto con gradimento, e senza alcuna riserva, l’ospite che indossava l’abito talare. Dopo un mese di soggiorno, però, il sedicente sacerdote è sparito senza pagare il conto. Si trattava di un impostore alto atesino il quale, benché avesse frequentato il seminario, non è mai stato ordinato sacerdote.




Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.