La Finestra gennaio/febbraio 2010

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Editoriale

La Finestra 1 di Johnny Gadler

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ari lettori, siamo entrati nel 2010, l’anno che chiude il primo decennio del XXI secolo. Chissà per quale oscura ragione, ma spesso ci apprestiamo a vivere la fine di un decennio nella convinzione di prepararci a una svolta epocale. Forse perché, semplicemente, sono trascorsi due lustri della nostra vita e non vorremmo fossero passati invano. Molti ricorderanno come, alla fine dei cosiddetti “magnifici anni ‘80”, una serie di eventi eccezionali portò a credere in un futuro radioso per l’umanità. Il crollo del muro di Berlino (9 novembre 1989), la fine della dittatura in Cile (14 dicembre 1989), la caduta di Ceausescu in Romania (25 dicembre 1989), la “rivoluzione di velluto” a Praga (29 dicembre 1989), la liberazione di Nelson Mandela in Sudafrica (11 febbraio 1990), l’indipendenza della Lituania dall’URSS (11 marzo 1990) sembravano davvero il preludio di una nuova era, di un’epoca di armonia fra i popoli e di prosperità forse mai raggiunte sulla faccia della terra. Purtroppo non fu così. Già nell’estate del 1990 ci si accorse come la macchina della storia stesse percorrendo una strada piuttosto accidentata e pericolosa, ben diversa da quell’itinerario che avevamo immaginato. Il 2 agosto 1990, infatti, le truppe del dittatore iracheno Saddam Hussein invasero il Kuwait. Assistemmo così alla prima “guerra in diretta TV” della storia e cominciammo a familiarizzare con il concetto di “guerra lampo”. L’operazione “Desert storm”, infatti, si concluse il 28 febbraio 1991 con la schiacciante vittoria statunitense. Una vittoria di Pirro, perché quello che sembrava un fuoco di paglia, in realtà stava innescando un’autentica polveriera nello scacchiere mediorientale. Ma prima doveva scoppiare la polveriera dei Balcani, con lo smembramento della Jugoslavia (27 giugno 1991). Gli anni ‘90 si conclusero proprio come erano iniziati: con l’area balcanica in fermento per via della guerra etnica scatenata dal presidente serbo Milosevic in Kossovo. Non ci restava che sperare nel nuovo secolo, anzi nel nuovo millennio. Speranze alimentate anche dal Millennium Summit, il più grande incontro fra capi di stato

e di governo della storia, tenutosi il 6 settembre 2000 nel Palazzo di vetro dell’ONU allo scopo di individuare nuove strategie per le missioni di pace, nonché trovare un miglior coordinamento nella lotta alla povertà e alle malattie. Gli anni 2000, accompagnati dalle immancabili profezie su un’imminente fine del mondo, giunsero carichi di aspettative. Una su tutte: mettersi definitivamente alle spalle il secolo dei totalitarismi, dei genocidi, delle pulizie etniche… In realtà i tempi erano maturi non per la tanto agognata pax mondiale, bensì per un nuovo scontro di civiltà su scala planetaria che ebbe il suo triste manifesto nei tragici attentati messi a segno, l’11 settembre 2001, non in una sperduta località dell’instabile area mediorientale, ma nel cuore di New York, uno dei centri economici e culturali più influenti del mondo. Ciò che ne seguì è cronaca di stringente attualità. Così il primo decennio del XXI secolo ce lo siamo giocato tra l’incubo del terrorismo internazionale e lo spettro della crisi economica globale. Non erano certo queste le svolte epocali che ci attendevamo e che, invece, minacciano di segnare seriamente anche il prossimo decennio. Un decennio da buttare, quindi? Farlo sarebbe forse bello, ma di certo risulterebbe poco utile perché senza aver metabolizzato il passato non si riesce a costruire alcun futuro. Serve memoria, quindi. E tempo. I grandi cambiamenti, infatti, non si materializzano nello spazio di un mattino. Così come le cause dello scontro di civiltà tra Occidente e Oriente vanno ricercate ben prima dell’11 settembre 2001, allo stesso modo per individuare delle soluzioni durature occorreranno anni, magari interi decenni. Una prospettiva a lungo termine, dunque, ma che non per questo ci esenta dal perseguirla, perché se c’è un’arma che può sconfiggere tutte le storture del nostro sventurato pianeta, questa si chiama speranza. L’unica in grado di reggere il trascorrere dei decenni, dei secoli e dei millenni. L’unica vera guida dell’umanità che fin dalla notte dei tempi persegue un futuro migliore e, chissà perché, finisce sempre col cacciarsi in un vicolo cieco, vedendosi così costretta a ricominciare tutto da capo. Ma la speranza, per nostra fortuna, è sempre l’ultima a morire. Buon anno e buona lettura.

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UN DECENNIO DIFFICILE, MA NON DA DIMENTICARE


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INTERVISTA ALL'ASSESSORE

FRANCO PANIZZA

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Dalle parole dell'Assessore alla Cultura Rapporti europei e Cooperazione, una fotografia dettagliata sull'attuale patrimonio culturale del Trentino

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GENNAIO/FEBBRAIO 2010 - ANNO 22 - n. 1/2

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13-29 AVIS

: le origini, la storia, la sezione Valsugana, il progetto di Cordoba

Editoriale ...................................................1 Le notizie del mese ...................................5 La cultura in Trentino ................................6 AVIS: il profilo dell'associazione ..............13 AVIS: le origini dell'associazione .............14 Intervista ad Aldo Degaudenz .................17 AVIS: Bassa Valsugana e Tesino ............20 La nuova sede AVAS a Cordoba.............28 Acciaierie di Borgo: il caso .....................30 Acciaierie: l'audizione a Roma ................35 Acciaierie: le opinioni ..............................36 Monte Zaccon: quali conseguenze? .......38 Acciaieria: tempo scaduto ......................40 Interrogazioni senza risposta ..................41 C'è la crisi? Boom di turisti .....................42 Cats, i gatti miagolano in italiano ............44 La giornata del ringraziamento................46 Stabilimento Casara................................47 Spazi culturali e logiche di rete................49 Primo Memorial Savio Gonzo .................50 La biblioteca della SAT ............................52 Il Cenacolo Valsugana ............................53 Pergine: l'ospedale Villa Rosa .................54 Coro Valbronzale: emozioni in tour .........58

Borgo: il traffico e l'inquinamento............64 Borgo: odontostomatologia ....................66 Don Ziglio: bilanci e programmi ..............67 Le nostre domande all'ass. Rossi ...........69 Quel treno per la Valsugana ....................72 Un libro sull'emigrazione .........................73 In ricordo di Silvano Moranduzzo ...........74 Notizie dal Movimento per la Vita............76 Adottare i Cimiteri Militari italiani .............77 Angeli Bianchi: i nostri 40 anni ...............78 Roncegno: che danno d'immagine! ........79 Le cronache della Valsugana ..................80 Le cronache della Valsugana ..................81 Armonica a bocca: il corso.....................83 La trilogia di Cesareo ..............................85 Come eravamo .......................................86 Le Cronache ...........................................88 Le ricette di nonna Franca.......................89 COTUSMI: contro il turismo sessuale.....90 Fiori d'arancio: ma anche orchidee .........96 Dario Pennino e i ragazzi di strada ..........98 Fatti & Opinioni......................................102 Yemen: problema non nuovo................103 Don Backy: mestiere delle canzoni .......104


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Direttore Responsabile Prof. Armando Munaò Condirettore Dott. Johnny Gadler Vice direttore Roberto Paccher

Pubblicità Cristina Dellamaria 347.6475297 Grafica ed impaginazione Eva Fontana Corrispondenti G. Bonini, P. Brol, P. Chiesa, L. De Carli, M. Pacher

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Collaboratori S. Caldonazzi, C. Centofanti, A. De Carli, G. Facchini, A. Gravino, F. Grosso, A. Iozzo, M. Luongo, P. Mondini, L. Motta, P. Serbolina, M.L. Tonelli

Società: l'utilità del gossip .....................108 Alimentazione: cibi a km zero ...............109 Cartellone cinema.................................110 Cartellone: mostre ................................111 Un'avventura spaziale al MTSN ............112 Cartellone: teatro ..................................117 Cucina: orzo perlato agli asparagi.........119 PC per voi: pianeta smartphone ...........120

Consulenza legale Avv. Zeno Perinelli Consulenza fiscale dr. Armando Pacher Foto e fotoservizi M. Originale Stampa CSQ Centro Stampa Quotidiani spa Erbusco (Brescia) Distribuzione AEMME sas

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Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989 Questo numero de LA FINESTRA è stato chiuso il 5/2/2010 La Finestra declina ogni responsabilità per eventuali cambiamenti e/o errori nelle date e negli orari degli appuntamenti segnalati.

0461 75.26.22 redazione@lafinestra.it 0461 75.68.33 Via IV Novembre, 12 38051 BORGO VALSUGANA (TN)

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Il Coro Valbronzale: emozioni in tour

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Consulenza medico Scientifica dr. A. Piazza, dr. G. Donghia


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FOCUS

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TESTATINA

LA CATTIVA NOTIZIA

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LA BUONA NOTIZIA

LAVORATORI NEL VERDE Una volta tanto anziché finire al verde, i lavoratori proprio “nel verde” hanno trovato una occupazione. E non un lavoro qualsiasi, bensì un impiego consono alla loro formazione, talvolta di elevato profilo e comunque giudicato sempre soddisfacente. Appena un anno dopo il completamento del master, ben l’80,6 per cento degli intervistati risulta essere occupato. È questo, in estrema sintesi, il dato che emerge dalla ricerca condotta dall’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori (Isfol) dal titolo Progetto Ambiente e relativa alle ricadute sul versante dell’occupazione della formazione ambientale. Il dato emerso dall’indagine diventa ancora più significativo se lo si studia nel dettaglio: infatti l’80 per cento di chi ha trovato lavoro, dopo il percorso formativo, non ha atteso più di sei mesi dalla sua conclusione, inoltre, l’occupazione trovata è di alto profilo e in buona misura coerente con la formazione realizzata.

ANCHE LA SALUTE RISENTE DELLA CRISI

Circa il 58 per cento degli occupati ha raggiunto l’obiettivo di far coincidere il proprio percorso di studi con le aspirazioni professionali e il lavoro svolto. Il 68 per cento degli occupati ha trovato una collocazione rispondente al livello formativo acquisito: il 31 per cento circa ha un lavoro nell’ambito delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, il 31,7 per cento svolge professioni di tipo tecnico, mentre un 5,2 per cento è collocato nelle posizioni di legislatore, dirigente, imprenditore. A dare maggiori garanzie di successo per quanto concerne la collocazione lavorativa sono i master ambientali di II livello con l’85 per cento di occupati, seguono i master privati con l’83 per cento.

Nell’ultimo anno il 35% degli italiani si è rivolto alle strutture sanitarie pubbliche, accettando liste di attesa più lunghe, per ottenere prestazioni (analisi, visite mediche, cure) che in altri tempi avrebbero acquistato direttamente da strutture private, pagando di tasca propria. Gli effetti della crisi economica sul rapporto degli italiani con la spesa per la salute si sono dunque manifestati nella tendenza a ricorrere più che nel passato alla sanità pubblica, accettando maggiori disagi e tempi più lunghi, per contenere la spesa privata. E si è accentuato anche il ricorso a una strategia del rinvio delle prestazioni sanitarie meno urgenti. Secondo l’indagine del Forum per la Ricerca Biomedica e del Censis, nell’anno della crisi quasi il 18% degli italiani ha rinunciato a una o più prestazioni sanitarie (visite specialistiche, cure odontoiatriche, ecc.) per

motivi economici. Quasi il 21% degli intervistati ha ridotto l’acquisto di farmaci pagati di tasca propria. Si può prevedere che la domanda di prestazioni sanitarie pubbliche sia destinata ad aumentare anche nell’anno nuovo. Rendere più efficiente la sanità pubblica, tagliando sprechi e sovrapposizioni, diventa quindi una priorità ineludibile per il 2010, perché ormai per molte Regioni è troppo alto il rischio di non riuscire più a finanziare la spesa per la sanità. Tanto più che l’affollamento delle strutture pubbliche può determinare, oltre che un ulteriore allungamento delle liste di attesa, il rischio di un maggiore ricorso ai noti espedienti usati per accedere più velocemente alle prestazioni sanitarie. Già adesso quasi il 37% degli intervistati (oltre il 41% nelle regioni del Mezzogiorno) ritiene che sia aumentato negli ultimi tempi il ricorso alle «conoscenze» per ottenere raccomandazioni e accelerare l’accesso alle strutture sanitarie pubbliche, e più del 25% pensa che sia aumentato il malcostume di fare regali alle «persone giuste» per avere accesso a corsie preferenziali.


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INTERVISTA


INTERVISTA

LA CULTURA IN TRENTINO

«Perseguire l’eccellenza, in tutti i campi» «È forse nel DNA del popolo trentino il desiderio di ritrovarsi attorno a temi o ad interessi comuni. È nella nostra indole la generosità nel darsi, nel mettere a disposizione le proprie competenze ed esperienze, nel fare gruppo per crescere assieme».

Nostra intervista all'Assessore provinciale alla cultura Franco Panizza

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Franco Panizza (foto Uff. stampa PAT)

ssessore Panizza, qual è, oggi, la fotografia del Trentino sotto il profilo culturale? «Il profilo del Trentino, da un punto di vista culturale, è quello di una terra orgogliosa delle proprie identità sparse sul territorio, gelosa della propria storia ma anche pronta a percorrere itinerari nuovi di valorizzazione e di recupero di pagine di cultura che erano andate dimenticate. Certo: bisogna fare “rete”, bisogna soprattutto puntare su prodotti culturali di qualità, che possano arricchire l’esperienza individuale dei protagonisti, far crescere i gruppi, le associazioni, le comunità e proporsi anche come offerta di quel turismo “intelligente” che incontra sempre più il favore di coloro che si spostano per diletto e per conoscere le “anime nascoste” delle terre visitate. Il mio impegno di assessore provinciale alla cultura va proprio nella direzione di offrire struttu-

re, occasioni e vetrine per far sì che i “migliori” emergano e diano il loro contributo alla nostra comunità; dall’altra credo che sia necessario valorizzare quel tessuto culturale “minimo”, fatto di gruppi e associazioni che nel piccolo dei quartieri o delle borgate fanno comunque cultura e socialità assieme. Puntare all’eccellenza, insomma, ma continuare a presidiare le periferie». In tempi di crisi economica la necessità di ridurre le spese spesso porta gli amministratori a tagliare - innanzitutto e soprattutto – alla voce “cultura”. Come si è comportata la Giunta provinciale a tale proposito? «In tempo di crisi tutti i settori della pubblica amministrazione, così come quelli del privato, hanno dovuto concorrere ognuno per la propria parte, a contenere le spese e a razionalizzare gli investimenti. L’abbiamo fatto anche nel settore della cultura, e continueremo

a farlo anche nel 2010, con risultati comunque apprezzabili. Anzi: alcuni investimenti che ho proposto e che la Giunta provinciale ha fatto suoi – mi riferisco ad esempio ai contributi per l’acquisto di divise tipiche e tradizionali da parte dei cori, delle bande e dei gruppi folk – hanno aiutato alcuni settori a superare i momenti più critici della crisi economica e dall’altro lato hanno consentito ai “produttori di cultura popolare” di dotarsi di abiti capaci di fare spettacolo da soli. È quel che io intendo il valore aggiunto del turismo diffuso sull’intero territorio: è il valore dell’identità, che appare anche attraverso gli abiti tradizionali sapientemente recuperati e poi realizzati da abili sarti. Ma è anche il valore degli spettacoli che hanno celebrato l’Anno 9, il bicentenario della ribellione tirolese guidata da Andreas Hofer, che ha infiammato molti centri abitati del Trentino e ha riempito le serate estive di spettacoli curati e significativi».

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INTERVISTA

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Trento, il Palio delle Contrade

Quando si dice “Trentino” tutti pensano alle nostre bellezze naturali. Secondo Lei qual è, invece, l’immagine culturale che il nostro territorio trasmette ai tanti turisti che d’estate e d’inverno trascorrono le loro vacanze nella nostra provincia? «Bisognerebbe saper entrare nelle menti dei turisti che visitano il Trentino, che giungono da noi animati da molteplici richieste ed aspettative: c’è chi gode dei begli spettacoli che sanno dare le nostre montagne, oppure i nostri laghi; c’è chi va alla ricerca di occasioni culturali visitando castelli e musei; c’è chi non si lascia sfuggire l’occasione per visitare i bellissimi borghi medievali del

Trento, Castello del Buonconsiglio

Trentino, alcuni dei quali sono a ragione annoverati tra i più bei centri storici d’Italia... Molte, moltissime sono le motivazioni dei turisti: c’è da chiedersi come il Trentino sa farvi fronte, e qui il discorso diventa molto ampio. Si va, infatti, dalla necessità di tutelare le bellezze naturali quali esse siano – e a questo proposito ricordo a titolo di esempio che il patrimonio delle Dolomiti che condividiamo con l’Alto Adige e con il Veneto è diventato patrimonio naturale dell’UNESCO – alla necessità ad esempio di valorizzare il patrimonio storicoartistico dei nostri castelli – e qui lasciatemi che ricordi, sempre a titolo esemplificativo, che il 17

aprile del 2010 verrà solennemente inaugurato e aperto al pubblico quello che io considero il castello dei castelli, il bellissimo Castel Thun in Val di Non, che andrà così ad aggiungersi al già nutrito patrimonio castellano della Provincia (il Buonconsiglio, Castel Beseno, Castel Stenico ecc.). Ecco: se a questi aspetti specifici aggiungiamo i molti altri musei, le aree archeologiche, gli itinerari tematici anche di carattere culturale e storico, gli eventi culturali che animano Trento e i molti centri della periferia, posso dire a ragion veduta che il turista può trovare in Trentino tutto quel che soddisfa anche il palato più esigente. Nostro compito è quello di rendere questo patrimonio conosciuto e fruibile. È quel che stiamo facendo e che abbiamo intenzione di continuare a fare». In Trentino vi sono molti musei che, numeri alla mano, rappresentano una grande attrattiva. Come valuta il patrimonio museale trentino e ritiene che esso sia adeguatamente conosciuto e apprezzato dai Trentini? «Musei grandi e piccoli, musei tematici, musei didattici, musei di lunga tradizione e musei appena nati: il Trentino è terra di musei, è terra di esposizioni, forse perché questo risponde alla necessità profonda che sentiamo come

popolo di avere “luoghi” della cultura ben evidenziati e strutturati. Bisogna, però, anche qui fare “rete” – ed è quel che il mio assessorato sta facendo ad esempio promuovendo una “card” che consenta la visita ad una lunga serie di musei, - bisogna aiutare i musei piccoli a rapportarsi con le altre strutture operanti sul territorio, stimolandoli a considerare il grande museo come proprio referente e consulente privilegiato per l’aspetto scientifico che offre dignità anche alle piccole esposizioni. Bisogna creare corridoi preferenziali che uniscano i musei alle scuole e radicare la presenza dei musei nel territorio di pertinenza e di competenza. Bisogna essere seri, insomma, e saper ottimizzare le risorse umane e finanziarie a disposizione, ed è un discorso questo che vale sia per le strutture di ampio respiro e di risonanza nazionale o internazionale – che per fortuna il Trentino possiede – sia per le strutture cosiddette minori». Il Trentino vanta una grande rete di associazioni culturali sparse sul territorio. A cosa è dovuta, a Suo avviso, questa forte presenza di sodalizi culturali e quali sono gli effetti sulla vita socio-culturale delle nostre comunità? «È forse nel DNA del popolo


INTERVISTA

I cori, le bande, i gruppi folk portano alto il nome del Trentino anche all’estero. Come valuta questo patrimonio? «È un mondo bellissimo, quello dei cori, delle bande, dei gruppi folcloristici, perché si basa – e qui ripeto il concetto della risposta precedente – su quel volontariato diffuso che però punta decisamente alla qualità di quel che propone. Il mio intendimento è quello di favorire questo slancio verso l’ottimo, puntando decisamente su iniziative di formazione delle giovani leve e di qualificazione del modo di presentarsi in pubblico. I cori e le bande già lo stanno facendo e su questa strada si sta muovendo anche il mondo del folk, che ha capito che al di là dei colori, delle musiche e delle danze, il folclore è un modo popolare di proporsi dell’identità di un popolo e, come tale, va curato fin nei minimi particolari. Soprattutto quando attraverso i cori, le bande e il folk andiamo all’estero e portiamo sui palcoscenici di tutto il mondo il nostro cuore più segreto. È una responsabilità che aumenta ancor di più il desiderio di affinarsi e di migliorare».

Un’altra realtà molto diffusa e radicata in Trentino è quella teatrale, in particolare con le filodrammatiche riunite sotto l’insegna della Co.F.As. Qual è il Suo giudizio su tale fenomeno associativo? «Il discorso non si discosta di molto da quello appena fatto sulle altre forme di aggregazione culturale. In più, mi permetto di osservare che il teatro dialettale nelle sue variegate forme costituisce un ottimo veicolo, specie in periferia, per creare occasioni di incontri e di scambi intergenerazionali, ma anche un modo da un lato per conservare un repertorio di testi tradizionali che affondano nella storia più lontana del Trentino, ma anche per stimolare gli autori a scriverne di nuovi e alle compagnie di metterli in scena. La freschezza del dialetto, poi, anzi dei dialetti trentini, trova nelle filodrammatiche un “porto sicuro” in cui conservare quegli echi tradizionali che la contemporaneità rischia di soffocare». Fino a un anno fa la cosiddetta musica leggera, pop, rock non aveva goduto di grandi attenzioni da parte delle istituzioni, ma il fenomeno musicale e mediatico dei Bastard Sons of Dioniso ha portato alla ribalta anche questo genere. Quali opportunità si possono offrire alle nuove forme di spettacolo e, soprattutto, alle nuove generazioni di artisti, magari lontani dalla tradizione ma proprio per questo originali e portatori di un vento nuovo di cambiamento? «Ci siamo subito posti il problema di come avvicinare i giovani alle varie espressioni della cultura. Già lo si sta facendo nei settori tradizionali, se è vero che moltissimi giovani frequentano le scuole musicali e suonano nelle bande, se nei cori la presenza di coristi giovani fa ben sperare per il futuro, se molti gruppi folk puntano sui giovani e sui giovanissimi per abbassare l’età media dei componenti. Ma è alla cultura come fenomeno complessivo che io voglio portare i giovani, molti giovani: penso che lo si possa fare non solo offrendo loro occasioni di cultura “giovane”, ma anche valorizzando le loro specifiche espressioni culturali, che nella musica sono costituite ad esempio dai complessi di musica rock e pop. Il fenomeno dei Bastard Sons of Dioniso ha

Franco Panizza (foto Uff. Stampa PAT)

«...È alla cultura come fenomeno complessivo che io voglio portare i giovani, molti giovani: penso che lo si possa fare non solo offrendo loro occasioni di cultura “giovane”, ma anche valorizzando le loro specifiche espressioni culturali, che nella musica sono costituite ad esempio dai complessi di musica rock e pop...» Franco Panizza

The Bastard Sons of Dioniso (foto Matteo Roman)

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trentino il desiderio di ritrovarsi attorno a temi o ad interessi comuni. È nella nostra indole la generosità nel darsi, nel mettere a disposizione le proprie competenze ed esperienze, nel fare gruppo per crescere assieme. È tutta qui, la ragione nascosta dell’associazionismo culturale (e non solo culturale): nel desiderio profondo di costruire qualcosa di utile agli altri. Gli effetti di questo brulicare di gruppi, di associazioni, di aggregazioni culturali lo vediamo nel panorama quasi infinito di proposte sia ludiche e ricreative, sia riflessive e di indagine: lo vediamo nelle biblioteche e nelle sale pubbliche di lettura, nell’attivismo di tanti, tantissimi assessori comunali in giro per il Trentino, nella felice circostanza delle Pro Loco che riempiono di contenuti anche culturali la vacanza degli ospiti che vengono da fuori. Il volontariato culturale è una splendida risorsa, per il Trentino, perché crea identità, favorisce la coesione, stimola la diversificazione dei prodotti di cultura. Un patrimonio prezioso che va tutelato e rafforzato: è uno dei molti impegni del mio assessorato».

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INTERVISTA Io penso che molti, moltissimi giovani sappiano oggi rispondere a questi requisiti». Nonostante le tante accezioni della cultura, il significato più calzante è e rimane quello legato ai libri. Che significato riveste, ad esempio, la pubblicazione degli scritti di un valsuganotto doc quale fu Alcide De Gasperi? «Ricordare Alcide De Gasperi attraverso i suoi scritti significa rendere merito ad un grande statista, ad un grande politico ma soprattutto ad un grande uomo.

«...Nel turbinoso mondo della politica che ci vortica oggi davanti agli occhi, il tranquillo e fermo richiamo che De Gasperi spesso ripete nei suoi scritti ad una politica di riflessione, di dialogo, di apertura alle ragioni degli altri, di arricchimento nello scambio di esperienze e di idee suona quasi paradossale...» Franco Panizza

Alcide De Gasperi

Un'immagine dal volume "La Valsugana 1877" edito da AEMME

Nel turbinoso mondo della politica che ci vortica oggi davanti agli occhi, il tranquillo e fermo richiamo che De Gasperi spesso ripete nei suoi scritti ad una politica di riflessione, di dialogo, di apertura alle ragioni degli altri, di arricchimento nello scambio di esperienze e di idee suona quasi paradossale. Eppure non è De Gasperi ad essere fuori del tempo, è il tempo moderno che ha perso di vista quali sono i veri valori della nostra società, che sono poi i valori fondanti della nostra Autonomia: una comunità dialogante, cosciente della propria identità storica e culturale, attenta alle necessità delle giovani generazioni, china sulle condizioni di chi soffre o di chi corre il rischio di restare indietro. Questa è la vera visione cattolica e cristiana che io vedo come porta aperta verso un futuro migliore». La Società Aemme di Borgo Valsugana, editrice tra l’altro della rivista La Finestra, da poco ha dato alle stampe “La Valsugana 1877”, riedizione storica di un quindicinale pubblicato a Borgo Valsugana nella seconda metà del XIX secolo. Come valuta tale iniziativa e che importanza riveste per i trentini riappropriarsi della propria storia, specialmente quella quotidiana, magari apparentemente poco significativa ma che, in realtà, ha scritto il corso delle nostre comunità, determinando – ineluttabilmente – ciò che siamo e ciò che saremo in futuro? «Il gioco di “quel che eravamo”, oppure, come nel caso della vostra pubblicazione “la Valsugana 1877”, di “quel che erano i nostri bisnonni”, costituisce sempre un sano e curioso esercizio di introspezione psicologica e al tempo stesso sociologica. Rileggere

episodi di vita quotidiana, così come i micro-eventi che animavano le giornate e le settimane delle comunità della Valsugana in un’epoca così lontana, ci consente di oggettivizzare il nostro presente, di guardare a noi stessi con occhi diversi, perché sappiamo così valutare i passi che abbiamo fatto nel frattempo, apprezzare le conquiste che siamo riusciti a conseguire ma ci mette anche sull’avviso che qualsiasi sia lo stile di vita, qualsiasi sia il numero dell’anno scritto sul calendario, sono i valori a rimanere immutabili, sono i capisaldi etici a non mutare. Oggi come allora parole come cooperazione, corresponsabilità condivisa, solidarietà, mutuo scambio di aiuti costituiscono il “vangelo” laico e concreto della vita di tutti i giorni: Sono valori che chiaramente a fine Ottocento venivano vissuti magari con maggior genuinità e con una fiducia quasi ingenua, mentre oggi abbiamo bisogno di un preventivo lavoro di scavo in noi stessi per far riemergere quel che è il nostro “cuore”. Io penso però che il significato vero di quel che noi definiamo “recupero delle identità storiche” stia proprio in questo necessario bagno di umiltà nella storia “piccola” della nostra terra. Solo in quei volti scavati dal lavoro e dalla miseria, in quegli attrezzi contadini e in quei panorami coltivati a gelso sta il vero segreto della nostra Autonomia: un paesaggio umano fatto di desideri e di ansie, ma anche di progetti e di ostinazioni. Lasciate allora che dalle pagine de “La Finestra” giunga a tutti i vostri lettori il mio augurio che il 2010 sia un anno di pace, di serenità e di calda familiarità, ma anche di ferma convinzione, di ostinata coscienza che è comunque possibile migliorare, progredire, andare avanti».

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avuto in sé, di positivo, proprio il germe dell’eccellenza: i tre giovani musicisti della Valsugana hanno saputo scalare le vette di un programma televisivo che per sua esplicita missione punta a scremare la mediocrità e a far emergere il meglio. Ecco perché la loro è una presenza credibile e soprattutto di esempio per le migliaia di appassionati musicisti che suonano in centinaia di band e di complessi. Io ritengo che il “cambiamento” abbia in sé le radici del “miglioramento” solo quando si lavora con serietà, passione e capacità di leggere la realtà che ci circonda.

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SPECIALE AVIS

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AVIS

Il profilo dell'Associazione

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VIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) è una associazione privata, senza scopo di lucro, che persegue un fine di interesse pubblico: garantire un’adeguata disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti a tutti i pazienti che ne hanno necessità, attraverso la promozione del dono, la chiamata dei donatori e la raccolta di sangue. Fonda la sua attività sui principi della democrazia, della libera partecipazione sociale e sul volontariato, quale elemento centrale e insostituibile di solidarietà umana. Vi aderiscono tutti coloro che hanno intenzione di donare volontariamente, anonimamente e gratuitamente il proprio sangue, ma anche chi, non potendo fare donazioni per inidoneità, desideri collaborare gratuitamente a tutte le attività di promozione, proselitismo e organizzazione.

Oggi è la più grande organizzazione di volontariato del sangue italiana che, con più di un milione di associati volontari e periodici, raccoglie circa il 75% del fabbisogno nazionale di sangue (dati 2008). Lo Stato italiano gli riconosce la natura privata e ne sostiene l’attività attraverso rimborsi, stabiliti da un decreto ministeriale ed erogati secondo apposita convenzione dalle Aziende Sanitarie per la promozione, la chiamata e l’invio dei donatori alle strutture trasfusionali sia pubbliche sia dell’Associazione e per la raccolta diretta delle unità di sangue. Nessun’altra cifra è corrisposta all’Associazione per il servizio di raccolta del sangue. AVIS è presente su tutto il territorio nazionale con una struttura articolata e suddivisa in: 3.775 sedi Comunali, di base e gruppi organizzati, 119 sedi provinciali (o equiparate), 22 sedi Regionali (in Trentino Alto Adige sono presenti 2 sedi, mentre la sede in Svizzera è

considerata come regionale) e una sede Nazionale. Il Consiglio Nazionale, organo principale eletto ogni 4 anni dall’Assemblea dei Delegati, è formato da 45 membri che rappresentano tutte le regioni e le province autonome d’Italia. Anche in Svizzera è presente una sede AVIS fondata da emigranti italiani negli anni ‘60. Tutte le attività sono regolate da uno Statuto e da un Regolamento associativo. Nello svolgere le proprie funzioni, l’Associazione si attiene alla legge quadro 219/05, che disciplina le attività relative al sangue e ai suoi componenti e alla produzione di plasmaderivati, ai relativi Decreti attuativi e alla legge sul volontariato 266/91 per la quale è iscritta agli appositi Albi Regionali. Aderisce al regime ONLUS, D. Lgs 460/97 e partecipa, in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, alla raccolta del sangue anche con proprie strutture e personale.


SPECIALE AVIS

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14 La Finestra

A sinistra, il gruppo dei fondatori dell’Associazione Italiana dei Volontari del Sangue. Il dott. Vittorio Formentano (nella foto sopra) è attorniato dai primi cittadini che risposero con entusiasmo al suo appello pubblicato dai giornali milanesi nel 1927. Sono gli antesignani del grande movimento di solidarietà realizzato dal fondatore dell'A.V.l.S.: a loro l'onore di aver subito accolto l'invito e gettate le basi dell'A.V.l.S. - La piccola «famiglia» del 1927 si è moltiplicata ma i principi basilari della Organizzazione sono rimasti immutati e ancora oggi, come allora, nuovi cittadini rispondono all'appello con entusiasmo.

L

e origini dell’Associazione risalgono al 1926, quando il dottor Vittorio Formentano sul Corriere della Sera di Milano, lanciò un appello per costituire un gruppo di volontari per la donazione del sangue. All’invito risposero 17 persone, che si riunirono nel 1927, dando vita alla prima Associazione Italiana di Volontari del Sangue. Nell’occasione furono delineati gli obiettivi della futura associazione: soddisfare la crescente necessità di sangue dei diversi gruppi sanguigni, avere donatori pronti e controllati e lottare per eliminare la compravendita di sangue. L’Associazione Italiana di Volontari del Sangue si costituì ufficialmente a Milano nel 1929. Nel 1950 AVIS viene riconosciuta dallo Stato con la Legge n. 49, mentre con la legge n. 592 del 1967 viene regolamentata la raccolta, la conservazione e la distribuzione del sangue umano sul territorio nazionale.

Le origini dell'Associazione

Una trasfusione praticata con l'apparecchio Bécart (trasfusore elettrico)

Maggio 1950, la delegazione dei donatori italiani a Parigi per offrire supporto agli ammalati

Dagli anni ’70 la diffusione dell’Associazione si fa sempre più capillare, grazie alla nascita delle sedi regionali. Nel corso degli anni, lo Statuto

è rimasto fedele ai principi indicati da Formentano. L’Associazione, come indicato all’articolo 2, è apartitica, aconfessionale, senza discriminazioni di sesso,

razza, lingua, nazionalità, religione e ideologia politica. È costituita da persone che donano il loro sangue volontariamente, periodicamente, gratuitamente, anonimamente e responsabilmente. Con il passare degli anni è maturata una nuova cultura della donazione che ha sostituito agli ideali di eroismo, sacrificio e generosità caritatevole,


SPECIALE AVIS La presenza dell'AVIS in Italia (Dati di raccolta regionali Avis 2008) Censimento ISTAT Regione

Popolazione

Soci Iscritti

Soci Donatori

Numero Donazioni

Gruppi

Abruzzo

1.323.987

16.154

15.578

24.467

591.001

17.045

16.554

23.599

Calabria

2.007.707

29.132

28.937

Campania

5.811.390

55.898

Emilia Romagna

4.275.802

145.994

Friuli Venezia Giulia

1.222.061

8.226

Lazio

5.561.017

54.433

Liguria

1.609.822

21.210

Lombardia

9.642.406

240.655

Marche

1.553.063

46.323

45.131

Basilicata

Prov.

Reg.

Totale strutture

-

87

4

1

92

-

100

2

1

103

44.982

-

125

5

1

131

55.767

74.945

-

50

10

1

61

141.612

268.117

-

340

9

1

350

8.226

11.118

-

40

2

1

43

48.292

71.047

-

195

7

1

203

18.856

29.851

-

65

3

1

69

230.343

487.948

-

649

11

1

661

93.109

-

127

4

1

132

320.838

8.540

8.540

11.724

-

28

2

1

31

4.401.266

115.617

110.559

197.015

-

294

8

1

303

Prov. Aut. Bolzano

497.240

16.808

16.680

27.426

-

6

-

1

7

Prov. Aut. Trento

513.357

14.610

14.360

20.198

-

48

2

1

51

Puglia

4.076.546

47.289

46.135

69.009

-

123

5

1

129

Sardegna

1.665.617

29.050

27.582

38.099

-

150

8

1

159

Sicilia

5.029.683

61.692

61.692

92.418

-

143

8

1

152

Toscana

3.677.048

70.289

67.905

107.948

-

163

10

1

174

Umbria

884.450

27.600

26.571

38.313

-

59

2

1

62

Valle d'Aosta

125.979

4.221

3.819

7.087

-

20

-

1

21

4.832.340

125.500

116.820

209.684

-

333

6

1

340

59.622.620

1.156.286

1.109.959

1.948.104

0

3.145

108

21

3.274

-

1.474

1.112

1.689

-

21

-

1

22

59.622.620

1.157.760

1.111.071

1.949.793

0

3.166

108

22

3.296

Veneto Totali Italia

gestione della politica trasfusionale. Nel 2007 l’Associazione ha festeggiato l’Ottantesimo anniversario di fondazione con una ricca serie di manifestazioni. Tra queste, le udienze ufficiali con Sua Santità Benedetto XVI, con il Presidente della Repubblica Napolitano e con il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi. È stato inoltre pubblicato un libro, intitolato “80 anni di Avis. Una grande storia italiana” che ripercorre la

Comunali

Piemonte

Molise

Il “Papa buono” riceve in Vaticano il Presidente dell’Avis Vittorio Formentano

Strutture Associative

Svizzera Totali

Un primo piano di Vittorio Formentano

nascita e la diffusione dell’Associazione su tutto il territorio nazionale, con una ricca collezione di fotografie e documenti ufficiali che testimoniano il grande impegno dei volontari nella promozione della donazione di sangue. Forte è anche la volontà di rendicontare i propri soci e gli stakeholders sulle attività svolte nel corso dell’anno: per questo motivo nel 2008, in occasione della 72^Assemblea generale, è

stata presentata la prima edizione del Bilancio Sociale. Negli ultimi anni AVIS ha intensificato il proprio impegno anche nella promozione della donazione tra gli stranieri presenti nel nostro Paese (nel 2006 è stato creato un Osservatorio per la cultura del dono del sangue) e all’estero, come dimostra la fondazione, avvenuta nel 2006, di AVAS – Associazione Volontariato Argentino del Sangue.

LA DONAZIONE DEL SANGUE PERCHÈ DONARE? Il sangue umano è un prodotto naturale non riproducibile artificialmente, indispensabile alla vita. È un tessuto costituito da una parte liquida, il plasma e da una parte corpuscolata, rappresentata da globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Nonostante i progressi tecnologici e scientifici, il sangue rappresenta ancora oggi una risorsa insostituibile nella terapia di molte malattie sia di pertinenza chirurgica sia di pertinenza medica. Ad esempio, costituisce un supporto indispensabile

nei pazienti oncologici in chemioterapia o in quelli che hanno subito un trapianto di midollo osseo, in tutte le operazioni di trapianto d’organo, negli interventi di chirurgia ad alta specializzazione (cardiochirurgia, neurochirurgia ecc.). Donare sangue volontariamente e con consapevolezza permette di concretizzare la propria disponibilità verso gli altri, ma anche verso se stessi, poiché così facendo si alimenta un patrimonio collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno.

In Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale: esistono profondi squilibri tra le diverse regioni del nostro Paese, per cui il divario fra la raccolta e il reale bisogno non trova compensazione creando uno stato di emergenza e di carenza continuo. Per sanare questo divario, l’unica strada percorribile è quella di sensibilizzare fortemente i cittadini nei confronti della donazione volontaria e periodica del sangue e dei suoi emocomponenti.

Gennaio/Febbraio 2010

lo spirito di consapevolezza dei bisogni, di responsabilità, di coscienza civica e di partecipazione. Oggi AVIS è il garante del sangue in Italia poiché rappresenta chi, ispirato a principi solidaristici, mette a disposizione la materia prima indispensabile per il funzionamento e l’autosufficienza del sistema trasfusionale nazionale. Inoltre, riafferma la centralità e il ruolo attivo del donatore nel “sistema sangue” e si fa promotrice di una nuova cultura della donazione e del volontariato e di una moderna ed efficiente

La Finestra 15


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16 La Finestra


SPECIALE AVIS

La Finestra 17

INTERVISTA AD ALDO DEGAUDENZ

A

ldo Degaudenz residente a Borg o Va l s u g a n a , dal maggio 2009 è presidente dell’Avis del Trentino equiparata regionale. In precedenza è stato presidente dell’Avis della Bassa Valsugana e Tesino, vicepresidente vicario dell’Avis del Trentino, nonché anche donatore di sangue per diversi anni. La lunga esperienza lo pone tra coloro che conoscono a fondo problemi, prospettive, storia e potenzialità dell’Avis. Di seguito riportiamo l’intervista che ci ha concesso nei giorni scorsi. Ci spieghi, brevemente, che cos’è l’Avis e quali obiettivi persegue. L’Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) è una associazione di volontariato, apartitica, aconfessionale, non lucrativa, che non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione e ideologia politica che ha lo scopo di promuovere la donazione di sangue – intero o di emocomponenti – volontaria, periodica, gratuita, associata, non remunerata, anonima e consapevole. L’Associazione Nazionale è costituita da tutti i donatori delle Avis Comunali, Provinciali, Regionali – e/o equiparate – di appartenenza. Le Province Autonome di Trento e di Bolzano, proprio per la loro autonomia, sono equiparate alle Avis Regionali. L’Associazione, in armonia con i propri fini istituzionali e con quelli del Servizio Sanitario Nazionale, si propone di: - sostenere i bisogni di salute dei cittadini; - favorire il raggiungimento

socio collaboratore, a tutte le attività di promozione, proselitismo e organizzazione.

Aldo Degaudenz dell’autosufficienza di sangue e dei suoi derivati e livello nazionale; - perseguire i massimi livelli di sicurezza trasfusionale possibili e la promozione per il buon utilizzo del sangue; - tutelare il diritto alla salute dei donatori e di coloro che hanno necessità di essere sottoposti a terapia trasfusionale; - promuovere l’informazione e l’educazione sanitaria dei cittadini; - promuovere un’adeguata diffusione delle proprie associate su tutto il territorio nazionale; - favorire lo sviluppo della donazione volontaria, periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole a livello comunitario ed internazionale; - promuovere lo sviluppo del volontariato e dell’associazionismo; - promuovere e partecipare a programmi di cooperazione in-

Aldo Degaudenz, Presidente dell'AVIS del Trentino equiparata regionale

ternazionale. All’Avis aderiscono tutti coloro che hanno intenzione di donare volontariamente ed anonimamente il proprio sangue, ma anche chi, non potendo fare donazioni per vari motivi, desideri collaborare gratuitamente, come

L’Avis è l’unica associazione di donatori presente sul territorio nazionale? No. Esistono anche altre associazioni di donatori di sangue. L’Avis, però, è la più grande e la più diffusa; copre circa l’80 % di tutto il sangue ed emocomponenti raccolto in Italia. Caratteristica peculiare è la distribuzione capillare dell’associazione sul territorio, con strutture organizzative autonome, sia dal punto di vista istituzionale che finanziario. Ciò significa che ogni Avis Comunale, Provinciale, Regionale ed equiparata ha un proprio statuto, un proprio consiglio direttivo, un proprio presidente ed un proprio bilancio, con le relative potenzialità e responsabilità. L’aver decentrato i poteri decisionali, anche se inseriti in un quadro di coordinamento nazionale, garantisce una democrazia diffusa nel rispetto del principio della sussidiarietà. Questo quadro istituzionale favorisce la nascita della associazione anche nelle comunità più periferiche e persegue concretamente la diffusione dei principi della solidarietà e della partecipazione. I soci dell’Avis Nazionale sono, a fine 2008, oltre un milione e duecentomila; sono convinto che un così alto numero di donatori sia proprio il risultato della politica del decentramento. Nelle finalità dell’Avis c’è la donazione periodica; che cosa significa e quali gli eventuali vantaggi? Il termine “periodica” è significativo: sta ad indicare che il do-

Gennaio/Febbraio 2010

«...La donazione periodica garantisce la massima qualità del sangue perché il donatore periodico viene costantemente controllato; eventuali patologie vengono individuate ed affrontate con le terapie più opportune...»


18 La Finestra

SPECIALE AVIS

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INTERVISTA AD ALDO DEGAUDENZ natore viene chiamato a donare in maniera ripetuta nel tempo, a scadenze minime fissate dalla legge. Per donare sangue intero, ad esempio, devono passare almeno tre mesi tra una donazione e l’altra; in realtà le chiamate sono, di solito, più dilatate nel tempo. La donazione periodica garantisce la massima qualità del sangue e degli emocomponenti perché il donatore periodico viene costantemente controllato; eventuali patologie vengono tempestivamente individuate ed affrontate con le terapie più opportune. Non solo: il donatore periodico è consapevole del suo ruolo e viene indotto ad una vita sana e regolata, in altre parole ad una vita normale. Il donatore periodico, in altre parole, viene indotto ad una autoregolamentazione del proprio stile di vita, a garanzia della propria salute e di quella dei pazienti. Dalle statistiche emerge che la qualità del sangue raccolto da donatori periodici è di gran lunga più elevata rispetto a quello raccolto nelle campagne promozionali “una tantum” nelle quali non si riesce a controllare adeguatamente la situazione sanitaria degli occasionali donatori. Le campagne promozionali sono efficaci solo se riescono a coinvolgere persone che accettano, successivamente, di diventare donatori periodici. In Italia il Centro Nazionale Sangue (struttura istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità del Ministero della Salute che svolge funzioni di coordinamento, di controllo tecnico scientifico e di programmazione delle attività trasfusionali) sollecita con

Sede Comunale Bassa Valsugana e Tesino

tipologia di sangue richiesta, donatori che si recano nel Centro di raccolta competente per territorio. All’ospedale di Borgo, in particolare, si raccoglie il sangue intero dei donatori dell’Avis della Bassa Valsugana e Tesino, equiparata comunale, e dell’Avis comunale di Castello Tesino.

continuità la raccolta periodica e disincentiva la raccolta occasionale. Come si raccoglie il sangue in provincia di Trento? In alcune Regioni la raccolta del sangue viene effettuata direttamente dalle rispettive Avis le quali, con proprie strutture e proprio personale sanitario, supportano le strutture sanitarie pubbliche. Nella provincia di Trento tale raccolta viene effettuata interamente dall’Azienda Provinciale per i Servizi sanitari presso alcune strutture pubbliche, ed in particolare: presso la Banca del Sangue di Trento, presso il Centro Trasfusionale (C.T.) di Rovereto, presso le Unità di Raccolta (U.R.) negli ospedali di Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Mezzolombardo, Tione e presso l’Unità di Raccolta dell’ex psichiatrico di Pergine. La raccolta complessiva viene programmata direttamente dal Dipartimento di Medicina Trasfusionale (DIMT) di Trento. Le Associazioni di volontariato provvedono alla chiamata dei donatori nel numero e nella

Sede Comunale Bassa Valsugana e Tesino: piccolo spuntino dopo la donazione

I convocati si recano presso l’ospedale nel giorno prefissato (di solito il giovedì) ed effettuano la donazione di sangue intero. Il sangue raccolto nelle apposite sacche monouso non viene utilizzato presso l’ospedale, ma viene subito trasportato alla Banca del Sangue che provvede alla conservazione, alla lavorazione successiva ed alla distribuzione ai vari ospedali in base alle loro necessità. Alcuni donatori sono idonei per la aferesi, operazione che prevede il prelievo solo di alcune componenti del sangue come plasma e piastrine; questa donazione viene effettuata presso

la Banca del Sangue di Trento, dove i donatori vengono portati con un mezzo messo a disposizione dallo stesso ospedale. Lei ha affermato che la vera forza dell’Avis è la presenza dell’associazione, in forma autonoma, su tutto il territorio, anche nelle località più periferiche. Quante Avis ci sono in Trentino? In provincia di Trento ci sono 8 Avis di Base (sono così chiamate le associazioni presenti nelle frazioni del Comune di Trento), 39 Avis Comunali (che comprendono aree comunali e sovra comunali), 2 Avis equiparate provinciali (Avis Tridentina e Avis Valli del Noce) e una Avis del Trentino equiparata regionale. I soci donatori delle Avis di Base e Comunali partecipano alle rispettive assemblee generali nelle quali, tra l’altro, eleggono i loro organi istituzionali, i delegati che partecipano alle superiori assemblee elettive delle due Avis equiparate provinciali e dell’assemblea dell’Avis del Trentino equiparata regionale, nella quale vengono eletti i delegati che partecipano all’Assemblea dell’AVIS Nazionale. In pratica il socio donatore di una Avis di Base o Comunale, diventa automaticamente socio anche delle Avis di livello superiore, compresa l’AVIS Nazionale. L’AVIS Nazionale, pertanto, non è organizzata in forma federativa, ma è una associazione di associazioni ciascuna delle quali è autonoma ed autosufficiente, pur nella condivisione di valori ed obiettivi comuni.

COME SI DIVENTA SOCIO DONATORE IN BASSA VALSUGANA La persona che desidera diventare socio donatore deve prima di tutto, al di là dell’entusiasmo temporaneo, verificare la propria disponibilità a donare il sangue in forma anonima, gratuita, periodica e volontaria. Deve essere consapevole dell’importanza della propria scelta che comporta un corretto stile di vita (senza uso di droghe, abuso sistematico di alcool, ecc…) e non deve essere portatore di patologie invalidanti alla donazione di sangue; deve avere un’età compresa tra 18 e 65 anni e deve pesare almeno 50 chilogrammi. La salute del donatore rappresenta una sicurez-

za per il paziente che si trova in una situazione di debolezza; va precisato che tutte le persone normali sono potenziali donatori di sangue. Per diventare donatore (o donatrice) di sangue si compila un modulo di domanda recuperabile presso i capigruppo Avis dei vari paesi della Valsugana, oppure contattando, anche telefonicamente (tel. 0461 755219), la segreteria Avis presso l’ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana nell’orario di ufficio (normalmente il giovedì mattina). Alla presentazione del modulo di domanda viene consegnata l’impegnativa per gli esami di

laboratorio gratuiti da effettuare presso lo stesso ospedale. Il medico che segue i donatori Avis esamina i risultati degli esami e convoca l’interessato alla prevista visita medica. Superate queste formalità, l’interessato viene invitato alla prima donazione presso il Centro di Raccolta dell’ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana. Comincia, così, la partecipazione ad un volontariato fondamentale per la cura di molti pazienti e per l’attività del Servizio Sanitario locale e nazionale.


SPECIALE AVIS

La Finestra 19

INTERVISTA AD ALDO DEGAUDENZ

Sede Comunale Bassa Valsugana e Tesino: la sala d'attesa

sangue tra la popolazione, di sensibilizzazione della comunità sul valore della solidarietà e della donazione del sangue in particolare, di rapporti con altre associazioni di volontariato presenti sul territorio e di formazione sanitaria dei donatori e della comunità in generale. L’Avis del Trentino equiparata Regionale, svolge attività di raccordo con le istituzioni politico amministrative e con l’Azienda sanitaria, partecipa alla programmazione annuale sulla raccolta di sangue ed emocomponenti, collabora alla elaborazione del Piano Sangue del Servizio Sanitario Provinciale, firma la convenzione tra la Provincia Autonoma e le associazioni dei donatori di sangue, tiene i collegamenti con l’AVIS Nazionale e partecipa alle attività da essa proposte; infine organizza incontri formativi e di aggiornamento di interesse generale per tutte le Avis sotto ordinate. Il donatore di sangue deve avere particolari caratteristiche fisiche e sanitarie?

No. Tutte le persone normali di età compresa tra 18 e 65 anni che pesino almeno 50 chilogrammi sono potenziali donatori di sangue. La formale idoneità del donatore, che ha presentato domanda di ammissione, è subordinata ai normali esami di laboratorio ed alla visita medica previsti dal protocollo; la grande maggioranza delle persone che conducono una vita normale è sicuramente idonea. La salute del donatore, poi, è uno degli obiettivi che perseguono sia l’Avis che il Servizio Sanitario perché costituisce la prima garanzia di qualità del sangue. I controlli periodici a cui sono sottoposti i donatori consentono di individuare tempestivamente eventuali patologie insorgenti; ciò rappresenta anche una efficace prevenzione sanitaria per gli stessi donatori. C’è chi afferma che donare sangue porta ad una forma di assuefazione che non consente di smettere, pena gravi conseguenze per la salute. E’ vero? L’assuefazione è esclusa nella maniera più assoluta. Il donatore, in quanto volontario consapevole, può smettere di donare in qualsiasi momento, sia per libera scelta personale che per motivi diversi. La sospensione non porta alcuna conseguenza per la salute dell’interessato. Chi diffonde queste idee non conosce, o non vuol conoscere la realtà dei fatti e non dimostra alcuna sensibilità umana. Mi permetto esternare anche un’altra falsa diceria secondo cui medici ed infermieri non sono donatori di sangue perché sanno benissimo che donare fa male. In realtà molti medici e molti infermieri sono donatori periodici; la loro percentuale rispetto al totale dei medici e degli infermieri in attività è nettamente superiore a quella dei donatori rispetto alla popolazione potenzialmente idonea. Ciò sta a significare che questi operatori sanitari sono più sensibili di altri a questo tipo di volontariato. Vorrei concludere affermando che il dono del sangue non comporta un particolare impegno personale; rappresenta, tuttavia, una testimonianza di grande solidarietà umana perché solo il sangue ed i suoi emoderivati consentono di affrontare efficacemente tante patologie che la moderna medicina è in grado di affrontare e risolvere positivamente.

ANNO

DONATORI

DONAZIONI SANGUE INTERO

AFERESI

1973

585

1020

1974

611

1090

1975

677

1100

1976

739

1130

1977

737

1249

Gennaio/Febbraio 2010

Con questo elevato numero di associazioni, non c’è il pericolo che si verifichino interferenze, sovrapposizioni e contrasti nell’attività delle singole Avis? Questa eventualità è del tutto esclusa. Ogni Avis di base, comunale ed equiparata comunale ha il proprio territorio di competenza nel quale svolge opera di promozione, sensibilizzazione e chiamata dei donatori i quali, con massima libertà di scelta, possono aderire ad una sola associazione. Le due Avis equiparate provinciali svolgono attività di promozione della donazione di

DONATORI e DONAZIONI 1973/2009 AVIS Bassa Valsugana e Tesino

1978

780

1250

1979

759

1231

1980

821

1366

1981

903

1465

1982

897

1528

1983

907

1541

1984

954

1597

1985

950

1577

1986

905

1495

1987

928

1901

1988

976

2055

1989

1124

2186

1990

1208

1859

1991

1303

2173

1992

1409

1853

1993

1501

1585

158

1994

1219

1365

76

1995

1155

1197

84

1996

1114

1116

206

1997

1081

974

87

1998

1057

1243

96

1999

1035

1293

189

2000

975

1270

206

2001

938

1375

197

2002

962

1330

158

2003

1022

1383

83

2004

1045

1499

73

2005

1101

1348

59

2006

1128

1457

61

2007

1147

1368

55

2008

1215

1501

76

2009

1299

1616

104

2003

1022

1383

83

2004

1045

1499

73

2005

1101

1348

59

2006

1128

1457

61

2007

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55

2008

1215

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76

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SPECIALE AVIS

AVIS

SEZIONE BASSA VAL

Ottobre 2009, consegna di una nuova apparecchiatura acquistata dall'AVIS di Borgo Valsugana. Da sinistra: dott. Valter Spagnoli, primario di medicina dell'Ospedale di Borgo, Enrico Lenzi, coordinatore personale infermieristico, Gabriella Fedele e Oscar Sandri, infermieri, Fabio Girardelli, referente unico, Aldo Degaudenz, presidente Avis del Trentino equiparata regionale; sul lettino: Fabrizio Trentin, presidente Avis Bassa Valsugana e Tesino

...I primi donatori ricordano che la trasfusione era "braccio a braccio", cosĂŹ che si vedeva nella persona soccorsa tornare la vita. Prelevati direttamente sul posto di lavoro, passavano dal dottor Toller per un rapido controllo e quindi via alla trasfusione: il compenso per questo servizio era una bistecca con una caraffa...


SPECIALE AVIS

LSUGANA E TESINO LA STORIA E I PROTAGONISTI

S

i cominciò a parlare dell'AVIS in Bassa Valsugana a partire dal 1952: a diffondere questa particolare dedizione nel tessuto sociale della zona, provvidero Luigi Caumo, Massimo Capra ed Adolfo Carneri dopo che gli stessi - nel corso dell'anno precedente - avevano provveduto a salvare la vita di un "porta paghe" della S.I.T., gravemente infortunato presso la Centrale di Carzano. Con loro, inizialmente operò - prestandosi soprattutto nella fase organizzativa - don Flavio Maurina cooperatore parrocchiale a Borgo dal settembre del '50 al settembre del '53; l'assistenza medica era offerta dal dottor Augusto Frizzera e dall'instancabile infermiera Ancilla Cappelletti, la prima madrina della sezione che ancora oggi gli avisini del tempo ricordano così: "Non guardava mai l'ora, era sempre in ospedale gentile e partecipe". Quasi contemporaneamente, nel gruppo entrarono Tullio Dietre, Alfeo Pedri, Renato Sollenni e Giorgio Dalsasso. "Insieme - si è detto di loro - donando volontariamente, gratuitamente ed anonimamente il proprio sangue, come è nello spirito AVIS, salvarono molte vite umane". Il primo presidente fu Luigi Caumo, mentre

fungeva da segretario Antonio Comunello. Da una comunicazione inviata dallo stesso Caumo alla sezione AVIS di Rovereto datata 17 settembre 1953, ricaviamo i primi quindici donatori qui elencati in ordine alfabetico: Carneri Adolfo, Carneri Mario, Capra Massimo, Claudio Ruggero, Dietre Tullio, Ferrai Mario, Froner Severino, Galvan Ferruccio, Galvan Pietro, Giacomelli Lorenzo, Marchetto Bruno, Maurina don Flavio, Mossolin Pietro, Rizzon Emilio, Sollenni Renato. I primi donatori ricordano che la trasfusione era "braccio a braccio", così che si vedeva nella persona soccorsa tornare la vita. Prelevati direttamente sul posto di lavoro, passavano dal dottor Toller per un rapido controllo e quindi via alla trasfusione: il compenso per questo servizio era una bistecca con una caraffa. Dialogo dottor Toller con Alfeo Pedri: "Fumi troppo giovanotto!"..."Ma se non fumo!?" "Che lavoro fai?" ..."Il barista" "Allora apri le porte e respira aria buona!" È questa una conversazione del tempo, che sta ad indicare il rapporto di amicizia esistente tra i donatori ed i medici, i quali pure donavano nei casi di estrema urgenza. Questo si verificava per la presenza

di numerosi cancerosi in cura cobalto, bisognosi di frequenti trasfusioni, per cui la richiesta di sangue era molto elevata. A questo proposito, il dottor Augusto Frizzera faceva presente - in una richiesta di fornitura sangue rivolta alla sezione AVIS di Rovereto - come "la sezione locale si vede nell'impossibilità di far fronte alla bisogna, perché non può con i suoi 14 donatori fare il turno necessario; si pregherebbe codesta sezione a voler stabilire un "modus vivendi" per tale occorrenza". Si verificò anche il caso di due donazioni in un giorno, il che significa un litro di sangue. "Meglio donare che essere nelle condizioni di ricevere" confermano ancora oggi i primi avisini, invitando i giovani d'oggi ad iscriversi "perché dare il sangue è il massimo che si può fare per gli altri". Le donazioni avvenivano a qualunque ora: ancora oggi si ricorda come nell'inverno del '53-'54 si riuscì a salvare dalla morte un padre di 12 figli e qualche anno più tardi nel '57 il prezioso contributo per salvare delle vite umane coinvolte in una strage che avvenne a Castello Tesino. Qui esce la figura di Bruno Pagnusat: soccorritore, autista, donatore, per trent'anni (dal 1954 al 1984), dei quali quindici operando come unico autista all'ospedale

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I PRESIDENTI AVIS BASSA VALSUGANA E TESINO Renato Orsingher

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Luigi Caumo Presidente dal 1953 al 1968. Nato a Borgo Valsugana il 9 ottobre 1893, lavorò alle dipendenze di alcune ditte locali e poi divenne gestore di un piccolo bar a Borgo Valsugana. Dimostrò sempre grande sensibilità verso le persone in difficoltà; fu il primo donatore di Borgo, molto tempo prima della nascita ufficiale dell’Avis. La sua figura emerge chiaramente da un fatto avvenuto nel lontano 1942. Chiamato d’urgenza, al mattino presto, all’Ospedale di Borgo dona 350 cc. di sangue ad una persona che è in pericolo di vita; la trasfusione avviene da braccio a braccio. Nello stesso giorno, in seguito ad un banale incidente, il figlio maggiore del Caumo viene ricoverato d’urgenza all’ospedale per essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico (asportazione di un rene leso irreparabilmente nell’incidente) per il quale è necessario disporre di un adeguato quantitativo di sangue. Il futuro presidente dell’Avis si sottopone ad una nuova immediata trasfusione di 400 cc. di sangue. Manterrà sempre una particolare disponibilità alla donazione finchè, sollecitato dal primario dott. Frizzera, darà vita all’Avis di Borgo Valsugana. Rimarrà presidente per 15 anni durante i quali l’Avis vide aumentare massicciamente sia i donatori che il sangue raccolto.

Giancarlo Costa

G.Carlo Costa diventa presidente AVIS nel 1969, all'età di 35 anni. Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un presidente entusiasta del suo ruolo e particolarmente impegnato nel reclutamento di nuovi soci. La simpatia e la cordialità che dimostrava verso tutti gli rendeva più facile coinvolgere i giovani di allora in questo tipo di volontariato, tanto meritorio quanto richiesto dall'ospedale di Borgo. Nella sua storia di donatore e di presidente frequenti furono le chiamate, anche notturne, per donazioni dirette ad ammalati che necessitavano urgentemente di sangue. Mantenne la presidenza fino alle elezioni del 1973, quando passò il testimone a Carlo Zambiasi.

Aldo Degaudenz

Presidente dal 1968 al 1969. Gestì l’associazione nel passaggio fino alla fine del mandato naturale del direttivo uscente. Era l’epoca in cui stava maturando l’esigenza di migliorare i sistemi di raccolta del sangue ed il controllo periodico dei donatori; il problema della qualità del sangue cominciava ad essere prioritario. In quegli anni si stava evolvendo positivamente, specialmente nei giovani, la sensibilità verso il “volontariato del sangue” ed erano gli anni in cui, con difficoltà, si incominciava a considerare libera dal lavoro e retribuita la giornata di donazione del sangue, motivo che indubbiamente influì nella adesione alla Associazione. In quel tempo le decine di soci a poco a poco incominciavano a sensibilizzare altri donatori tant'è che Orsingher disse che "per la fine dell'anno 1966" dobbiamo raggiungere le 200 unità. Cosa che puntualmente avvenne. I soci AVIS aumentarono come nel desiderio di Renato.

Carlo Zambiasi Presidente dal 1973 al 1999. Tutti ricordano ancora il presidente Zambiasi che mantenne la sua carica per oltre 25 anni. Entusiasmo, tenacia e professionalità, furono le sue caratteristiche. Con il supporto medico del dott. Girotto favorì un vero salto di qualità all’Avis di Borgo, sia in termini quantitativi di donatori sia di sangue raccolto, sia in termini organizzativi e gestionali. L’Avis si aprì al contributo dei vari paesi della valle e divenne comprensoriale. I donatori del vari paesi si organizzarono in gruppo guidati da un capogruppo in coordinamento con l’associazione centrale. All’Avis venne assunta una segretaria a tempo parziale con l’incarico di effettuare le chiamate dei donatori, di tenere il registro delle donazioni, di raccogliere le esigenze dei singoli donatori e di inviare, su richiesta dei richiedenti, i risultati degli esami di laboratorio che vengono effettuati ad ogni donazione. La struttura organizzativa elaborata dal presidente Zambiasi rimase immutata nel tempo e, tenuto conto delle evoluzioni introdotte con l’informatica, è valida ancora oggi.

Presidente dal 1999 al 2004. Ha raccolto l’eredità di un presidente che ha lasciato un segno profondo della sua azione. Degaudenz, dopo i primi periodi della sua presidenza, affermò: “Ho trovato una associazione bene organizzata e capi gruppo molto impegnati, anche se la centralizzazione delle chiamate ha un po’ alleggerito il loro compito. Con l’introduzione di strumenti informatici le varie operazioni di convocazione e registrazione risultano semplificate. Grazie a Carlo Zambiasi, la nostra associazione è viva e vitale”. Durante la presidenza Degaudenz sono stati definiti i nuovi assetti organizzativi dell’Avis Nazionale ed è stato approvato il nuovo Statuto dell’Avis Bassa Valsugana e Tesino. È stata trasferita al Servizio Sanitario locale la gestione delle cartelle cliniche dei singoli donatori, nel rispetto della segretezza dei dati sensibili da un punto di vista sanitario. Ha lasciato dopo due mandati triennali in osservanza delle nuove norme dello Statuto.

Fabrizio Trentin Presidente dal 2004 dell'AVIS Bassa Valsugana e Tesino e tutt’ora in carica.

I MEDAGLIATI • I SOCI CON MAGGIOR NUMERO DI DONAZIONI Nome

Data di nascita

Residenza

Carmelo Meneghini

18/7/1950

Tezze Valsugana Borgo Valsugana

112

Gianfranco Zucchelli

23/8/1948

Novaledo

107

Annamaria Cimadon

26/11/1947

Borgo Valsugana

101

Attilio Dalsasso

Totale donazioni 126

Giuseppe Tullini

20/3/1947

Borgo Valsugana

93

Marcello Voltolini

6/2/1945

Borgo Valsugana

84

Daniele Tomio

26/5/1947

Borgo Valsugana

84

Marisa Gecele

5/3/1945

Pieve Tesino

82

Giancarlo Bernardi

12/10/1951

Borgo Valsugana

80

Annamaria Cimadon, la donna "AVIS" che ha fatto il maggior numero di donazioni


SPECIALE AVIS mai voluto sapere a chi andava il mio sangue. C'era a quei tempi il dottor Frizzera, burbero, ma infinitamente buono con chi stava male e con i poveri. Con lui il dottor Toller: persone così non si devono dimenticare. Avevo 8 anni quando Frizzera mi insegnò a fare le punture a casa. Bastava una telefonata, si smetteva di lavorare e via a donare: adesso si va a giornate fisse, ma l'importante è che il sangue venga ancora donato. Dai miei tempi in poi è stata tutta una catena, un chiamarsi l'uno con l'altro avendo coscienza che al mondo bisogna sapersi aiutare. Si doveva essere pronti a tutte le ore del giorno e non c'era da stare a casa dopo: i datori di lavoro a volte si scocciavano. In questo mezzo secolo si sono succeduti eventi grandi e piccoli, si sono intrecciati i destini di tante persone, tante altre se ne sono andate, ma tutte hanno contribuito alla costruzione di qualcosa di grande e di importante che non ha

eguali nelle altre esperienze del volontariato sociale. Con l'Avis non è nata solo un'Associazione: è sorto qualcosa di più. È nata una famiglia e, come tutte le famiglie che si rispettano, permangono tra i suoi figli legami forti e profondi che il tempo non può scalfire, ma soltanto consolidare. In questo lungo periodo si sono modificate profondamente le procedure nella raccolta del sangue, le attrezzature per i prelievi, i controlli sanitari sui donatori, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue e degli emocomponenti. Mentre nei primi anni il sangue veniva utilizzato direttamente presso l’ospedale di Borgo, oggi viene raccolto in sacche monouso e consegnato alla Banca del Sangue di Trento per i successivi trattamenti. La attuale Unità di Raccolta, sistemata all’interno dell’ospedale S. Lorenzo dispone di adeguati spazi nei quali sono dislocati gli ambulatori medici per le visite

predonazione, la sala prelievi dotata di attrezzature moderne per il prelievo, per la pesatura e per la codifica informatica di ogni sacca allo scopo di registrarne caratteristiche e provenienza, la sala ristoro, nonché l’ufficio segreteria a disposizione dell’Avis. La raccolta è stata recentemente affidata alla responsabilità del primario del Laboratorio di Analisi, con il supporto dell’Unità Operativa di Medicina Generale dell’Ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana. L’Avis della Bassa Valsugana e Tesino, secondo i nuovi Statuti approvati nel 2003, è stata definita Avis equiparata Comunale (il termine “comprensoriale” scompare perché non previsto nella terminologia statutaria), che comprende 24 gruppi presenti in ciascun Comune della Valsugana e del Tesino (e nelle frazioni più consistenti come Marter, Olle e Tezze), con esclusione di Castello Tesino che ha mantenuto la sua autonoma organizzazione associativa.

IN RICORDO DI...

DOTTOR BRUNO GIROTTO

Nella storia dell'AVIS il dottor Girotto fu protagonista di riferimento preciso. Medico e uomo, distingueva la professionalità dalla vita privata, interpretando entrambe con una carica d'umanità che non conosceva confini. Il dottor Girotto ha accompagnato l'AVIS nel suo lento evolversi da un atto squisitamente volontario ad una istituzione i cui membri operano ancora nello spirito delle origini, ma razionalizzando il proprio dono a beneficio di chi ne ha bisogno e a salvaguardia di loro stessi. I borghesani li conosceva tutti. Gli avisini li nominava uno per uno e di ciascuno sapeva tutto. A loro voleva tanto bene. In ospedale, aveva la capacità di coinvolgere tutti i colleghi del reparto Medicina.

DOTT. GIUSEPPE TONIOLATTI

Il dott. Giuseppe Toniolatti, amato ed apprezzato medico di base a Scurelle e in altri paesi della valle, dopo il pensionamento per raggiunti limiti di età, mise a disposizione dell’Avis della Bassa Valsugana e Tesino la sua ricca esperienza e la sua grande professionalità, come socio collaboratore con il compito di effettuare le visite individuali che precedono ogni donazione. A supporto dei medici del reparto di medicina responsabile dell’Unità di Raccolta del sangue all’ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana, il dott. Toniolatti ha svolto il suo compito, per diversi anni, con continuità e con grande sensibilità umana. L’introduzione delle tecnologie informatiche nella registrazione delle varie operazioni sanitarie e l’aggravarsi della salute, lo portò alla forzata rinuncia dall’ incarico pochi mesi prima della sua morte, avvenuta nel settembre 2008. Il dott. Giuseppe Toniolatti viene ricordato ancora oggi da tanta gente che lo ha conosciuto, non solo per la sua grande esperienza professionale come medico di base, ma anche per la disponibilità e la sensibilità con cui ha sempre trattato i suoi pazienti, senza limiti di orario giornaliero o settimanale. Per l’Avis è stato un prezioso collaboratore e un indimenticabile amico.

ROBERTO SPAGOLLA

Di Telve, prematuramente scomparso nell'anno 2000, è una figura che, nell'ambito del volontariato, ha lasciato un ricordo indelebile in quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato. Animato da grande sensibilità umana, Roberto è stato un punto di riferimento per molte associazioni culturali e sociali della Valsugana, nelle quali la sua presenza è sempre stata, non solo gradita ed apprezzata, ma addirittura indispensabile. Lo ricordiamo come delicato poeta vernacolo, come presentatore di spettacoli culturali, come promotore e realizzatore di iniziative legate alla diffusione della cultura locale e come trascinatore nelle attività di numerose associazioni presenti nella valle. Non poteva mancare la disponibilità alle donazioni di sangue: non si era limitato, tuttavia, a svolgere il ruolo di semplice donatore, ma aveva sempre concretizzato la sua particolare disponibilità partecipando attivamente alla gestione dell'AVIS, come membro del Consiglio Direttivo; in questo suo ruolo lo ha colto la morte, stroncato da un male incurabile. Tutti i donatori di sangue della Valsugana e del Tesino lo ricordano sempre con grande riconoscenza e nostalgia.

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"ventiquattro ore su ventiquattro, con il 1100 Fiat di recupero per i primi tre anni". Rammenta Pagnusat: "Quando dicevano -Vai di sopra-, significava andare a donare sangue perché a quei tempi chiamavano e basta". Ricorda con affetto, stima ed ammirazione il dottor Ambrogio Helfer: "Aveva rapporti buoni con tutti. Non se ne trovano tante di persone così: cordiale con tutti e disponibile per tutti". E di suor Pierina, impegnata in pronto soccorso, dice: "Brava, brava, brava veramente. Brontolava, ma era sempre all'erta". A proposito di degenti e personale, nota che vi erano 320 posti letto, 280 presenze giornaliere, 28 fra medici e personale paramedico, 37 suore. Come prime donatrici abbiamo trovato Anna Cimadon in Marchi e Anna Rosa Michelini in Casagrande. "Sono entrata nell'AVIS - raccontava Anna Rosa Michelini – perché - fin da bambina volevo essere utile agli altri. Non ho

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SPECIALE AVIS

TESTATINA

AVIS DI TRENTO

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’AVIS Comunale di Trento vide la sua prima costituzione il 29 agosto del 1956 presso l’Albergo S.Marco. Non ebbe però grande successo finchè non si giunse al 21 aprile 1967 e presso il Ristorante Pedavena venne convocata la prima Assemblea ed eletto il primo Consiglio dell’AVIS Comunale di Trento. Vennero eletti 7 consiglieri (Ferrante Cappelletti, Giulia Manci, Giovanni Viola, Adino Bridi, Ivo Riccamboni, Giovanni Mattivi e Alberto Perini), 3 Revisori dei conti (Valentino Turrini, Dino Innocenti e Gianpaolo Cappelletti) e 3 Probiviri (Zaro Ferraro, Ettore Mellarini e Tullio Moser). I consiglieri elessero Ferrante

Cappelletti come primo presidente dell’AVIS Comunale di Trento, Alberto Perini segretario, Adino Bridi amministratore e il dott. Ivo Riccamboni responsabile sanitario. Inizialmente la sede era in locali sopra la Birreria Pedavena, poi, all’inizio degli anni ’70 si trasferì in Corso 3 Novembre per poi arrivare nella sede attuale di Via Sighele. Negli anni settanta si donava presso il centro trasfusionale di Trento, mentre la domenica si girava con l’autoemoteca e con medici ed infermiere volontarie si prelevava il sangue nei paesi di tutta la provincia, dall’altopiano di Pinè fino a Storo finchè una decisione del medico provinciale mise fine all’utilizzo delle Autoemoteche per la raccolta

del sangue. Intanto i donatori aumentavano e per facilitare Pergine e quanti nei dintorni erano più comodi per la donazione nel 1988 l’allora presidente dell’AVIS Comunale di Trento, dott. Andreaus, riuscì a far aprire un centro di raccolta a Pergine. Inizialmente l’AVIS Comunale di Trento comprendeva la maggioranza delle attuali AVIS Comunali denominate Sezioni che annualmente celebravano le loro assemblee e nominavano delegati per l’Assemblea dell’AVIS Comunale. Per questo nel 1984 venne creata la sezione città di Trento che raggruppava il centro città di Trento e quanti non avevano una propria sezione. Nel dicembre 2004, a seguito delle modifiche apportate dallo

statuto Nazionale, tutte le sezioni che erano comune geografico diventarono a loro volta AVIS Comunali e quindi la nuova AVIS Comunale di Trento fu costituita da quella che era l’AVIS Cittadina più otto AVIS di Base costituite dalle periferie e cioè Cognola, Martignano, Mattarello, Povo, Ravina-Romagnano, Sardagna, Sopramonte e Villazzano. Al 31 dicembre 2009, l’AVIS Comunale di Trento è composta da 3119 donatori attivi che hanno donato 4450 unità di sangue fra intero e plasma, ha un consiglio composta da 18 membri ed un collegio sindacale composto da 5 membri 3 dei quali effettivi e due supplenti. Il Presidente Giovanni Menegaldo

TESTATINA

AVIS DI PERGINE

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el 1973 cominciò, anche se non in modo ufficiale, la storia dell’AVIS di Pergine con 37 soci, che volevano creare una sezione dell’associazione anche nella propria città. Solamente tre anni più tardi si giunse alla fondazione ufficiale dell’Avis di Pergine, come sezione dell’AVIS di Trento. Alla prima assemblea, svoltasi il 12 febbraio 1976 presso il ristorante “Al Volt”, parteciparono 38 soci e fu nominato il primo direttivo composto da Giorgio Anderle (Presidente),

Diego Bonvecchio (Vicepresidente), Vittorio Bernardi, Tullio Carli, Arturo Castelli, Mario Cristofolini e Bruna Girardi (Segretaria). Subito cominciarono le attività per far conoscere l’Avis a nuove persone e l’opera d’informazione nelle scuole, anche attraverso un concorso pittorico (1985) dal titolo “La donazione del sangue vista dai ragazzi”, che vide coinvolti gli alunni delle scuole elementari di Pergine e frazioni. Numerose sono state anche le serate dedicate all’informazione sulle donazioni e sulla salute in genere. La raccolta veniva fatta preva-

IL DIRETTIVO Luca Paoli

Presidente

Mauro Fruet

Vicepresidente

Salvatore Spadaro, Angiolina Santoni, Silvana Broll, Samanta Piva, Michele Gretter, Roberto Betti, Giuseppe Dellai

Direttivo

Nadia Petri

Segretaria

Sergio Andreatta

Tesoriere

Carmelo Carrello, Stefano Gianni, Franco Valcanover

Collegio dei Revisori dei Conti

Lo staff del Centro di raccolta con il dott. Leonardo Pupi, il Presidente AVIS Pergine Luca Paoli ed il Vice presidente AVIS Regionale Franco Valcanover

lentemente al centro raccolta di Trento, anche se non mancarono occasioni di donazioni a Pergine con l’ausilio dell’auto-emoteca: “Un grande successo” questo il commento espresso dal direttivo dell’Avis alla giornata di donazioni effettuata domenica 21 aprile 1985. Grazie all’operato dai dottori Fruet e Pintarelli e dell’infermiera Refatti furono raccolte ben 52 sacche. Finalmente, dopo più di un decennio d’attesa, il 28 dicembre 1988 fu inaugurato il centro di raccolta di Pergine presso la struttura dell’Azienda Sanitaria Locale. Dopo quindici anni come sezione di Trento, a partire dal 21 ottobre 1991 diventammo Avis comunale di Pergine, con gestione autonoma. Nel giugno seguente venne inaugurata la

nuova sede, usata tutt’oggi, nel palazzo della ex Pretura. Il movimento avisino negli anni è cresciuto, tanto che la nostra sezione supera abbondantemente i mille donatori. Negli anni si sono succeduti diversi presidenti: Giorgio Anderle, Arturo Castelli, Bruna Girardi e Salvatore Spadaro. Attuale direttivo: Luca Paoli (Presidente), Mauro Fruet (Vicepres.) Silvana Broll, Giuseppe Dellai, Michele Gretter, Samanta Piva e Salvatore Spadaro. Nadia Petri (Segretario), Sergio Andreatta Tesoriere (affiancato da Roberto Betti per un prossimo avvicendamento). Revisori dei Conti: Carmelo Carrello, Stefano Gianni e Franco Valcanover. Intensa l’attività di promozione, attraverso la partecipazione ad eventi che si svolgono nel perginese e nelle zone limitrofe, quali la “Pedalata per la vita” e la rassegna “A tutta banda”.


SPECIALE AVIS

La Finestra 25

TESTATINA

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e origini dell’AVIS Comunale di Castello Tesino risalgono all’anno 1962. La Sezione fu avviata da alcuni soci fondatori giunti a tale decisione in quanto motivati da un’urgente richiesta di sangue da parte di una persona del paese, per la quale furono prontamente mobilitati con spirito di solidarietà. Il fatto spinse quelle persone ad una profonda riflessione sul valore della donazione del sangue, al punto di avviare la ormai quasi cinquantennale attività dell’Avis Comunale di Castello Tesino coltivando e promuovendo nel tempo con costanza ed abnegazione l’adesione di numerosi donatori. Diversi sono stati i Presidenti che si sono alternati alla guida dell’Associazione, con la costante assistenza e premura della signora Agnese Zotta che per un trentennio li ha affiancati, facendo anche

parte nel contempo del Consiglio Direttivo dell’AVIS Provinciale. Da circa un decennio il Presidente dell’Associazione è il sig. Elvis Dean, che con i suoi collaboratori si è attivato per promuovere un incremento di associati ed un’intensificazione del numero annuale delle donazioni individuali. Infatti, dopo il consistente numero di donatori iscritti e di donazioni effettuate raggiunto verso fine anni ’80, subentrava un affievolimento dell’interesse dei volontari; tra le motivazioni: il cambio di gestione del centro trasfusionale di Borgo Valsugana in seguito al pensionamento del dr. Girotto, col quale la collaborazione era sempre stata ottima, nonché i vari scandali relativi alla raccolta di sangue occorsi all’epoca e l’introduzione di nuove normative di non immediata assimilazione da parte di tutti i donatori. Difficile è stato il lavoro di sensibilizzazione effettuato in questi

Elvis Dean

Presidente AVIS Comune di Castello Tesino

anni, cercando di far passare il messaggio di quanto sia sempre in continua crescita la richiesta di sangue nell’ambiente ospedaliero. Nelle famiglie e nella scuola stessa l’argomento è trattato con poca incisività o solo occasionalmente quando capita di approfondire l’argomento corpo umano. Nel nostro piccolo ci stiamo adoperando in tal senso, anche con l’aiuto del dr. Mauro, con l’obiettivo di

I COMPONENTI AVIS BASSA VALSUGANA E TESINO

riuscire a diffondere la “cultura” del donare il sangue, il plasma, la loro funzione ed il loro buon uso, portando passo passo i giovani ad essere consapevoli del loro corpo e di concepire il dono del sangue come un atto spontaneo che ogni cittadino sano è in grado di compiere. E a premiare questa perseveranza è l’ingresso nell’ultimo paio d’anni di una trentina di neo-associati ed un lento ma costante progresso delle donazioni: a riguardo un sentito ringraziamento va anche alle segretarie dell’AVIS dell’Ufficio di Trento per il lavoro svolto nelle chiamate settimanali agli Avisini e, perché no?, anche alla disponibilità del personale del Centro Trasfusionale di Borgo Valsugana, a dimostrazione che quando esiste un giusta collaborazione con gli enti preposti senza eccessive difficoltà di ordine burocratico, quest’opera di volontariato può svolgersi mantenendo l’entusiasmo che merita.

IL PERSONALE UNITÀ DI RACCOLTA OSPEDALE S.LORENZO - BORGO V.

MEMBRI CONSIGLIO DIRETTIVO AVIS

CAPIGRUPPO

Fabrizio Trentin

presidente

Bieno

Silvana Purin

Renata Agostini

vicepresidente

Borgo Valsugana

Renata Agostini

Donatella Tait

vicepresidente

Carzano

Riccardo Battisti

Sergio Boso

amministratore

Castelnuovo

Cristina Coradello

Daniele Tomio

segretario

Cinte Tesino

Annalisa Tessaro

Fabio Girardelli

referente unico U.R.

Grigno

Sandra Stefani

Renata Baldi

consigliere

Ivano Fracena

Maurizio Pasquazzo

Renzo Brandalise

consigliere

Marter

Massimo Brian

Massimo Brian

consigliere

Novaledo

Monica Cipriani

Dott. Emanuele Saraò

Giancarlo Dalvai

consigliere

Olle

Antonietta Pasqualini

Dott. Pietro Valentini

Aldo Degaudenz

consigliere

Ospedaletto

Marco Baldessari

Dott. Lino Beber

Gregorio Paterno

consigliere

Pieve Tesino

Marisa Gecele

Rinaldo Stroppa

consigliere

Roncegno

Gina Betti

Diego Strosio

consigliere

Ronchi

Lorenzo Trentin

PERSONALE INFERMIERISTICO

Paolo Zentile

consigliere

Samone

Bruna Purin

Enrico Lenzi

Coordinatore personale

Scurelle

Roberto Lenzi

Gabriella Fedele

infermiera

Spera

Giovanni Paterno

Lina Iobstraibizer

Infermiera

Strigno

Paolo Zentile

Oscar Sandri

Infermiere

Telve

Diego Sorosio

Telve di Sopra

Santo Debortoli

Carmela Stroppa

Infermiera

COLLEGIO PROBIVIRI

Tenna

Giuliano Passamani

Alessandra Trentin

Infermiera

Giovanni De Marchi

Tezze

Giampietro Stefani

SEGRETERIA AVIS

Luigi Montibeller

Torcegno

Giuseppe Campestrini

Sara Nicoletti

Maurizio Pasquazzo

Villa Agendo

Flavio Murara

Isabella Ferrari

COLLEGIO SINDACALE Bruno Dalledonne

presidente

Cristina Coradello

sindaco

Luca Tomaselli

sindaco

PERSONALE MEDICO Dott. Vincenzo Cutrupi

Responsabile Laboratorio di Analisi

Dott. Valter Spagnoli

Primario Unità Operativa di Medicina

Dott. Stefano Garavelli

Delegato alla U.R. di Borgo

Dott. Marco Giampiccolo Dott.ssa Antonella Martinelli

Socio collaboratore e direttore sanitario Avis Bassa Valsugana e Tesino

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AVIS COMUNALE di CASTELLO TESINO


Gennaio/Febbraio 2010

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SEDI e RECAPITI

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AVIS EQUIPARATE REGIONALI e PROVINCIALI Avis del Trentino Equiparata Regionale Presidente: Aldo Degaudenz Indirizzo: Via Sighele, 7 38100 Trento - TN Tel.0461/916173 - Fax.0461/916988 E-mail: avis.trento@avis.it Sito web: www.avis.it/regioni/trento

Avis Intercomprensoriale Valli del Noce Equiparata Provinciale Presidente: Cristina Camanini Indirizzo: Via delle Scuole, 2 38063 Cles - TN Tel.0463/600101 - Fax.0463/600101 E-mail: avisvallidelnoce@virgilio.it

Avis Tridentina Equiparata Provinciale Presidente: Fabrizio Zappaterra Indirizzo: Via Sighele, 7 38100 Trento - TN Tel.0461/916173 - Fax.0461/916988 E-mail: avis.trento@avis.it Sito web: www.avis.it/regioni/trento

Avis Comunale di Baselga di Piné Presidente: Franco Anesi Indirizzo: Via delle Scuole, 4 38042 Baselga di Piné - TN Tel. 0461 553165 • 347 8652858 E-mail: franco_a@hotmail.it

Avis Comunale di Castello Tesino Presidente: Elvis Dean Indirizzo: Via Venezia 18 38053 Castello Tesino - TN Tel. 0461 594355 • 338 3406409 E-mail: mariarita_baldi@inwind.it

Avis Comunale di Levico Terme Presidente: Loredana Tavernini Indirizzo: Via Cesare Battisti, 15 38056 Levico Terme - TN Tel. 347 3585990 E-mail: lori565@alice.it

Avis Comunale di Bassa Valsugana e Tesino Equiparata Comunale Presidente: Fabrizio Trentin Indirizzo: c/o Ospedale Civile San Lorenzo Viale Vicenza 38051 Borgo Valsugana - TN Tel.0461/755219 - Fax.0461/755219 E-mail: fabrizio.trentin@virgilio.it bassavalsugana-tesino.comunale@avis.it

Avis Comunale di Centa San Nicolò Presidente: Stefano Martinelli Indirizzo: Via Don Carlo Rossi 38040 Centa San Nicolò - TN Tel. 0461 722329 • 340 8823839 E-mail: pradimichela@libero.it

Avis Comunale di Pergine Valsugana Presidente: Luca Paoli Indirizzo: Via Guglielmi, 19 38057 Pergine Valsugana - TN Tel. 0461 532912 • 320 4373391 E-mail: luca.paoli@comune.pergine.tn.it Sito web: www.avispergine.org

Avis Comunale di Bedollo Presidente: Aldo Franceschetti Indirizzo: Via Massenzi 1 38043 Bedollo - TN Tel. 0461 556087 • 329 2706996 E-mail: avis@bedollo.com Sito web: http://www.bedollo.com/avis/ Avis Comunale di Caldonazzo Presidente: Roberto Ciola Indirizzo: Piazza Municipio, 1 38052 Caldonazzo - TN Tel. 0461 724522 • 349 2831627 E-mail: robertociola@libero.it

Avis Comunale di Civezzano Presidente: Gilberto Bonvicini Indirizzo: Via Fersina Avisio, 18 38045 Civezzano - TN Tel. 0461 859081 • 347 4915193 E-mail: monigibo@alice.it

Avis Comunale di Sant’Orsola Presidente: Daniele Paoli Indirizzo: Via Donadi, 15 38050 Sant’Orsola Terme - TN Tel. 0461 551063 • 340 5212021

Avis Comunale di Fornace Presidente: Danilo Pisetta Indirizzo: Via dei Pradolini 17 38040 Fornace - TN Tel. 0461 849393 Avis Comunale di Lavarone Presidente: Luigi Birti Indirizzo: Via Gionghi, 22 38046 Lavarone - TN Tel. 0464 783363 • 335 6878674 E-mail: itsbirti@alice.it

Sala prelievi Unità di Raccolta di Borgo. A sinistra: il nuovo responsabile dell'Unità di Raccolta dott. Vicenzo Cutrupi

Ufficio segreteria Avis Bassa Valsugana e Tesino. Da sinistra: Fabrizio Trentin, presidente Avis Bassa Valsugana e Tesino, dott. Lino Beber, socio volontario e direttore sanitario Avis Bassa Valsugana e Tesino, Sara Nicoletti, segretaria

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AVIS COMPRENSORI C3 e C4


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SPECIALE AVIS

INAUGURATA LA NUOVA SEDE AVAS A CÓRDOBA La Cattedrale di Cordoba

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l progetto, su iniziativa dell’AVIS del Trentino e della Trentini nel Mondo, propone la nascita di una associazione argentina che diffonda il valore della solidarietà umana, con specifico riferimento alla donazione di sangue volontaria, gratuita, anonima e periodica, sulla base della esperienza dell’AVIS in Italia.

Nel mese di novembre, a Córdoba in Argentina, è stata ufficialmente inaugurata la nuova sede della locale associazione AVAS (Associazione Volontari Argentini del Sangue), ospitata dal circolo trentino di Córdoba, che ha messo a disposizione uno spazio riservato, completo di arredi ed impianti tecnologici necessari alla gestione della neonata associazione.

L’AVAS a Córdoba è nata su interessamento e partecipazione dell’Avis del Trentino e della Associazione Trentini nel Mondo che hanno aderito, alcuni mesi fa, al progetto lanciato dall’AVIS Nazionale Italiano sotto il nome di L’AVIS E L’ARGENTINA: un legame di sangue che si rinnova. Il progetto propone la nascita di una associazione argentina che diffonda il valore della solidarietà umana, con specifico riferimento alla donazione di sangue volontaria, gratuita, anonima e periodica, sulla base della esperienza dell’AVIS in Italia. In Argentina, infatti, non esiste una associazione di questo tipo; la carenza di sangue rappresenta un grosso problema sociale, specie per vasti strati di popolazione che si trovano in difficile situazione economica se non di estrema povertà. L’Avis del Trentino e l’Associazione Trentini nel Mondo, aderendo con convinzione agli obiettivi proposti dall’AVS nazionale, hanno elaborato un progetto riservato alla provincia argentina di Cordoba nella quale sono presenti alcuni circoli di emigranti trentini molto attivi e disponibili; tale progetto prevede un adeguato intervento finanziario sviluppato su due anni, finalizzato a creare le condizioni di partenza per la nascita e lo sviluppo dell’AVAS a Córdoba. La provincia di Córdoba, il cui capoluogo conta oltre un milione di abitanti e rappresenta la seconda città dell’Argentina dopo Buenos Ayres, ha una popolazione complessiva di oltre 3.300.000 abitanti, distribuiti su di una superficie di 168.766 Kmq (più di metà di


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Novembre 2009: inaugurazione sede Avas a Córdoba. Da sinistra: Alberto Denacimiento, presidente AVAS Nazionale, Gustavo Cristofolini, coordinatore AVAS a Córdoba, Aldo Degaudenz, presidente Avis del Trentino, Federico Dellagiustina, rappresentante del Consolato italiano di Córdoba, Carlos Martinez Lopez, responsabile relazioni esterne del vicerettorato della Università Nazionale di Córdoba

quella italiana). Il progetto è finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, con il supporto economico anche della presidenza del Consiglio Regionale del Trentino-Alto Adige e di varie Avis di Base, Comunali ed equiparate provinciali del Trentino. E’ concretamente operativo dal mese di giugno 2009 e sta portando avanti, con il supporto del coordinatore Gustavo Cristofolini, un lavoro di sensibilizzazione presso i circoli trentini locali, le associazioni di emigranti italiani presenti sul territorio, per arriva-

re, gradualmente, a coinvolgere tutta la popolazione residente; nel contempo sono stati avviati rapporti con autorità del mondo accademico (l’Università Nazionale di Cordoba è la più antica e prestigiosa dell’Argentina), con il Consolato Italiano e con le autorità politiche ed amministrative nazionali e locali. In occasione della inaugurazione della sede, alla quale era presente un numeroso pubblico, hanno portato il loro saluto ed apprezzamento il dott. Federico Dellagiustina, rappresentante del Consolato Italiano a Córdoba, il prof. dott. Gerardo D.

Novembre 2009: banca del sangue dell'Università Nazionale di Córdoba. Da sinistra: sen. Aldo Degaudenz, presidente Avis del Trentino, prof. dott. Gerardo D. Fidelio, vicerettore dell'Università nazionale di Córdoba, dott. Carlos Giorgini, direttore esecutivo dell'Istituto di Ematologia ed Emoterapia della Università Nazionale di Córdoba

Fidelio, vicerettore della Università Nazionale di Córdoba e L’ing. Alberto Denacimiento, presidente AVAS Nazionale. Nel suo intervento Aldo Degaudenz, in qualità di presidente dell’Avis del Trentino e di responsabile del progetto AVAS a Córdoba, ha portato il saluto del presidente dell’Avis Nazionale Vincenzo Saturni e della Associazione Trentini nel Mondo, Alberto Tafner. “Gli obiettivi dell’AVAS”, ha affermato, “sono molteplici, tra cui: - creare un gruppo di donatori di sangue animati dalla volontà di donare in maniera anonima, gratuita e periodica per venire incontro alle esigenze della comunità locale; - garantire la massima qualità del sangue raccolto e dei suoi emocomponenti; - promuovere il principio della solidarietà che, per tradizioni ataviche, caratterizza il mondo dell’emigrazione italiana; - collaborare con l’Università e con le altre strutture sanitarie per effettuare la chiamata dei donatori, in base alle necessità ed alle richieste; - sensibilizzare la parte politicoamministrativa sulla necessità di sostenere le associazioni di volontariato sociale”. All’inaugurazione della sede hanno fatto seguito, nel giorno successivo, alcuni incontri riservati, promossi dal coordinatore Gustavo

Cristofolini. Il presidente Aldo Degaudenz ha, così, avuto modo di incontrare personalmente il dott. Carlos Giorgini, direttore esecutivo della Banca del Sangue dell’Università Nazionale di Córdoba, il dott. Gabriel Pedetta, Segretario del Ministro della Salute del governo della provincia di Cordòba, la dott.ssa Patricia Ferrero, capo del Dipartimento del Sistema Provinciale Sangue presso il Ministero della Salute del governo della provincia di Córdoba, il prof. Dott. Gerardo D. Fidelio, vicerettore della Università Nazionale di Córdoba ed il prof. Carlos Martinez Lopez, responsabile delle relazioni esterne per il vicerettorato della stessa Università. Tutti hanno espresso apprezzamento per quanto AVAS sta realizzando ed hanno garantito collaborazione nelle rispettive competenze. La presenza del rappresentante venuto dall’Italia ha contribuito a “caricare “ i soggetti interessati, a dare autorevolezza e dignità al coordinatore, a garantire ai vari interlocutori presenti che le proposte loro presentate sono supportate ufficialmente dall’Italia, a fugare dubbi e perplessità latenti, ad aprire spazi per un migliore coinvolgimento dei giovani, a confermare che il progetto risponde ad obiettivi reali supportati dall’esperienza di oltre 80 anni di attività dell’AVIS in Italia.


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ACCIAIERIE DI BORGO

LA DISCUSSIONE Ben 18 consiglieri provinciali – tutti i gruppi politici erano rappresentati – hanno seguito nella sala emiciclo di Palazzo Trentini l’audizione chiesta con urgenza dalla terza Commissione agli assessori all’ambiente Alberto Pacher e alla sanità Ugo Rossi in merito alla scottante vicenda delle acciaierie di Borgo Valsugana.


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O:

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IN AULA

Convocata da Bombarda in seguito all’indagine sui controlli ambientali

L

’Audizione in merito alla vicenda delle acciaierie di Borg o Va l s u g a n a – ha ricordato il presidente dell’organismo, Roberto Bombarda – si inserisce nell’impegno al confronto periodico con la Giunta in materia di controlli ambientali assunto al termine

dell’indagine conclusa due mesi fa dalla commissione su questo tema. La situazione illustrata dai due esponenti della Giunta L’assessore Pacher ha confermato che fino all’agosto scorso le Acciaierie hanno rispettato i limiti imposti dall’Appa alle emissioni inquinanti, ricordando l’Autorizzazione integrata am-

bientale (Aia) rilasciata allo stabilimento nell’ottobre del 2007. «L’Aia – ha ricordato – è una normativa europea applicata in Trentino anche ad altri 52 siti, con il vincolo dell’acquisizione delle Bat (“migliori tecnologie disponibili”), di cui dotare l’impianto per minimizzare i rischi. La soglia di diossina da non superare imposta alle Acciaierie ai fini


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Lo stabilimento dell'Acciaieria Valsugana

«...abbiamo chiesto all’Appa di iniziare un’ulteriore campagna di misurazione del livello di inquinamento dei terreni, anche se non ci aspettiamo variazioni rispetto alle analisi del 2007, viste le migliorie apportate al camino della fabbrica. Con le analisi accerteremo se vi sia o meno un rischio per la salute pubblica e un accumulo di questi inquinanti con effetti nel ciclo alimentare» Ass. Alberto Pacher

della certificazione era di 500 mcg al metro cubo, un ventesimo di quella adottata nel resto d’Italia». Quanto alle Bat la fabbrica aveva introdotto sistemi di aspirazione di potenza tripla rispetto al passato per la captazione dei fumi, così da evitarne la dispersione al di fuori del camino. «Nell’agosto del 2009 – ha proseguito Pacher – l’Appa ha chiesto alle Acciaierie di abbassare ulteriormente il limite delle emissioni, apparso troppo impegnativo all’azienda che presentava perciò ricorso. Ricorso respinto dalla Giunta il 27 novembre scorso». Solo poi è scattata l’iniziativa giudiziaria a tutti nota, «che ha portato al commissariamento e non alla chiusura delle Acciaierie. L’attività produttiva prosegue ora sotto controllo per impedire manomissioni di dati». Circa la dispersione delle diossine l’assessore ha sottolineato che dai rilievi nel territorio della Valsugana non è finora emersa una situazione differente da quella riscontrata a Trento e valle dell’Adige in seguito alle analisi effettuate quando lui era sindaco: tutto nella norma, insomma.

«In ogni caso – ha concluso – abbiamo chiesto all’Appa di iniziare un’ulteriore campagna di misurazione del livello di inquinamento dei terreni, anche se non ci aspettiamo variazioni rispetto alle analisi del 2007, viste le migliorie apportate al camino della fabbrica. Con le analisi accerteremo se vi sia o meno un rischio per la salute pubblica e un accumulo di questi inquinanti con effetti nel ciclo alimentare». L’assessore Rossi ha ribadito che le rilevazioni compiute per Monte Zaccon hanno escluso un’anomala presenza di diossina. «Gli ultimi dati nel registro tumori sono del 2002 ma la situazione è stata sempre seguita


ATTUALITÀ e anche oggi non emergono differenze significative del distretto Bassa Valsugana e Tesino rispetto al resto della provincia. Abbiamo comunque chiesto all’Azienda sanitaria di restringere il campo di indagine a un’area prossima alle Acciaie-

La Finestra 33 rie per acquisire in tempi brevi dati più aggiornati sull’incidenza dei tumori e la mortalità». Sia per la troticoltura vicina all’acciaieria con i dati riguardanti i residui degli alimenti sia per la presenza di metalli nel latte, non si evidenziano superamenti

dei limiti. Sono stati eseguiti campionamenti anche sul latte prodotto da allevamenti vicini allo stabilimento. «Anche dalle verifiche realizzate dall’Appa all’interno della fabbrica non sono mai emerse

segnalazioni problematiche. Quanto agli accertamenti sull’igiene industriale - ha aggiunto Rossi – stiamo collaborando con l’Appa, ma ad oggi non vi sono elementi preoccupanti, a meno che la Procura non disponga di dati diversi».

GLI INTERVENTI

Numerose le domande e le osservazioni dei consiglieri. Il presidente Bombarda ha invitato gli assessori a trasmettere alla commissione le informazioni che acquisiranno perché possano trasferite ai consiglieri. «Se dovessero emergere dati che dimostrano rischi per la salute dei cittadini vi chiedo di intervenire immediatamente». Mauro Delladio (Pdl) ha chiesto delucidazioni in merito alla presunta presenza di radioattività per abbattere Mauro la quale sarebbe stato utilizzato del Delladio piombo. «Mi risulta poi che i controlli sulle emissioni non sono avvenuti all’insaputa dell’azienda come invece dovrebbe accadere per evitare contraffazioni». Delladio ha inoltre sollecitato l’aggiornamento del registro tumori fermo al dato del 2002. «Per la radioattività non vi è alcun ri- Giuseppe scontro – ha chiarito Pacher – mentre Filippin il piombo è impiegato per rendere più duttile la lavorazione dell’acciaio». Quanto ai controlli, l’assessore ha sottolineato che essi sono sempre avvenuti sia in base al calendario della produzione fornito dalla fabbrica per analizzare i fumi al momento dell’emissione, sia con sistemi di mo- Mauro Magnani nitoraggio automatici su Pc collegato al camino, sia a sorpresa. Inoltre «la Giunta ha deciso di rinforzare le capacità di lettura e analisi dei dati avvalendosi di ulteriori professionalità». Nel rispondere a Giuseppe Filippin (Lega Nord Trentino), Pacher ha poi precisato che la fabbrica non si è ade- Bruno guata agli ultimi limiti posti ad essa Dorigatti dall’Appa per le emissioni, «perché ha presentato ricorso». Mario Magnani (Gruppo Misto) ha osservato che «da come l’hanno descritta gli assessori la situazione risulta meno drammatica di quella emersa in questi giorni». Per questo ha suggerito di dare subito queste Claudio Eccher informazioni anche gli enti locali, «non per minimizzare ma per conoscere i fatti e capire se c’è o non c’è un reale pericolo». Pacher ha segnalato di aver incontrato il sindaco di Borgo Delledonne con cui ha concordato un incontro settimanale per seguire insieme gli sviluppi della vicenda.

namento degli organi della Provincia. Ha poi Ha aggiunto che «in questo periodo, sulla rammentato che anche nella vicenda delbase di alcune segnalazioni, sono in corso l’Alumetal «la parte politica tranquillizzava». controlli relativi a tutte le bonifiche agrarie Infine, «sarebbe interessante sapere perché realizzate in Valsugana per capire se sono ad intervenire anche in questo caso è stata stati utilizzati scarti di lavorazioni delle acciaierie». la guardia forestale non trentina». L’assessore Rossi ha menzioPacher ha ribattuto che «nessun nato la riunione del comitato di capo di imputazione riguardante distretto cui ha partecipato ieri, omissioni di atti di ufficio è stato «in cui abbiamo concordato un rivolto all’Appa per Monte Zaccon». incontro ad hoc in cui illustreQuanto all’utilizzo del corpo forestale remo i dati che emergeranno dello Stato e non delle guardie trenClaudio tine «bisogna porre la domanda alla dalle analisi in corso». Civettini Secondo Bruno Dorigatti (Pd) Procura, che forse in questo filone alla luce di questi dati «non d’inchiesta ha voluto impiegare gli pare che esistano le condizioni stessi uomini». per proporre la riconversione o Per Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) il ricorso presentato dalle la chiusura dello stabilimento. Acciaierie contro il limite imposto dalSarebbe anche interessante l’Appa lascia pensare «che abbiano un confronto con la situazione lavorato con valori superiori». In ogni dell’acciaieria di Bolzano». Nerio caso, considerate le informazioni Pacher ha risposto che la Giovanazzi prodotte dall’assessore Pacher, «è Giunta «non ha ancora un sbagliato suscitare allarmismi e il orientamento sul futuro delle pericolo non c’è. Non è possibile Acciaierie. Certo, sia la normativa europea sia il buon senso che l’unico canale conoscitivo sia ci dicono che oggi nessuno quanto riferiscono i giornali. Bisogna si sognerebbe di insediare avere il coraggio di dire che i rischi una presenza industriale con non ci sono evitando di subire la sete un impatto così rilevante per Bruno di scandali presente nell’opinione Firmani il territorio, come invece avpubblica». veniva negli anni ’70. Questo Per le analisi e i controlli, secondo Bruno Firmani (Idv), sarebbe opsignifica che il mantenimento portuno rivolgersi a un ente diverso di una produzione del genere dall’Appa, che dia adeguate garanzie è compatibile con la sensibilità di terzietà. Luca Zeni (Pd) ha chiesto attuale solo se tutti gli attori dati in merito alla periodicità dei concoinvolti rispettano le regole e trolli sul latte e sui terreni. i limiti previsti. È quanto appu- Luca reremo e accerterà la Procura, Zeni Infine Alessandro Savoi (Lega Nord Trentino) ha sentenziato che «stando che intanto ha però deciso di proseguire l’attività produttiva a quanto emerge da questa indagine le Acciaierie di Borgo vanno chiuse congelando la situazione». Claudio Eccher (Civica per immediatamente, perché la salute Divina presidente) ha ricordato vale più dei posti di lavori. Nel nostro che gli effetti tossici delle diosterritorio non abbiamo bisogno di alsine si manifestano nel tempo tre Sloi e di lavoratori ai quali in futuro e per le analisi chimiche ha Alessandro assegnare un sussidio. La Valsugana Savoi sollevato il problema dei “referti non è la pattumiera del Trentino. La addomesticati”. Provincia investa piuttosto sul turismo e gli Citando le intercettazioni telefoniche e i alberghi che rispondono alla vocazione del rilievi della Procura anche sul caso di Monte territorio». Zaccon, Claudio Civettini (Lega Nord) ha (da “Cronache provinciali” gennaio – 2010. sollecitato la Giunta «ad una presa d’atto Su gentile concessione dell’Uff. Stampa PAT) che qualcosa non ha funzionato» nel funzio-

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Le domande dei consiglieri e le risposte degli assessori


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ATTUALITÀ

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Alla Commissione presieduta dall’onorevole Gaetano Pecorella Dellai ha illustrato tre problematicità emerse attorno a questo sito negli ultimi tempi.

L’Audizione a Roma Monte Zaccon: il 20 gennaio scorso il presidente della PAT, Lorenzo Dellai, e il vicepresidente, nonché assessore all’ambiente Alberto Pacher, sono stati sentiti dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti…

M

onte Zaccon non è una bomba ecologica e comunque gli approfondimenti condotti dopo l’apertura dell’inchiesta tendono ad escludere rischi per la salute. Porta a queste conclusioni il dossier che il 20 gennaio scorso il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai - accompagnato dal vicepresidente e assessore all’ambiente Alberto Pacher - ha presentato alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Un documento di un centinaio di pagine che riassume la storia dell’ex Cava Monte

Zaccon e soprattutto evidenzia le azioni condotte dalla Provincia autonoma di Trento, con particolare riferimento agli accertamenti condotti sull’acqua, sul biogas e sulle possibili contaminazioni alimentari. In nessuno di questi casi i dati inducono all’allarmismo: «I campionamenti - hanno spiegato Dellai e Pacher - dicono che l’acqua di falda non presenta valori di contaminazione; più test condotti coi vigili del fuoco tranquillizzano anche sul rischio che il biogas prodotto dalla fermentazione possa esplodere, anche perché le concentrazioni sono limitate; l’Azienda sanitaria non ha rilevato sostanze inquinanti nell’acqua idropotabile, e comunque il monitoraggio prosegue; infine il

latte: quello prodotto dalle aziende in zona (una mezza dozzina) non è “inquinato” e neppure la lettura del registro tumori induce a pensare che in Valsugana ci siano più casi di malattia che altrove». Alla Commissione presieduta dall’onorevole Gaetano Pecorella Dellai ha illustrato tre problematicità emerse attorno a questo sito negli ultimi tempi. La prima è legata alle scorie delle Acciaierie che per legge, rispettati determinati requisiti, possono essere riutilizzate, come è accaduto ad esempio per costruire il passante di Mestre. Ciò che è nato ha a che fare con il metodo usato per calcolare questi limiti e requisiti a fronte di un quadro normativo che è ancora controverso. Il secondo problema nasce dal conferimento dei fanghi provenienti dalla lavorazione della carta, attività consentita dalla norma ma, da quanto emergerebbe dall’inchiesta, avvenuta con quantità e modalità non conformi alle prescrizioni. Il terzo problema riguarda quei materiali non autorizzati che sono stati depositati in cava in violazione delle autorizzazioni concesse dall’Appa. che, ricorda Dellai, già il 16 luglio 2007 aveva informato la Procura di alcuni sospetti al

riguardo. La Provincia, ha aggiunto Dellai, ha preso in esame quelli che, resa nota la perizia della Procura della Repubblica, si sono qualificati all’opinione pubblica come “rischi”. «Sul rischio esplosione - ha detto il presidente della Provincia - abbiamo un valore pari al 2,2%, quindi meno della metà del 5,5% preso come valore di riferimento per definire effettivamente rischiosa una determinata concentrazione di gas; circa il rischio di inquinamento delle acque di falda va detto che i prelievi effettuati nelle acque a ridosso del sito non hanno evidenziato concentrazioni di sostanze pericolose per la salute; per quanto riguarda gli acquedotti, il rischio non può prefigurarsi perché sono alimentati dal versante opposto, e quindi estranei al sito in questione. Per quel che riguarda invece il rischio di contaminazione da alimenti, Dellai ha confermato che anche in questo caso gli esami condotti sul latte non hanno evidenziato elementi di preoccupazione. «Abbiamo disposto ulteriori approfondimenti e monitoraggio costante e ne daremo conto all’opinione pubblica» ha concluso Dellai, aggiungendo che la Provincia sta elaborando le azioni per la messa in sicurezza del sito.

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Un momento dell'audizione a Roma (Foto Arch. PAT)


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TESTATINA

LETTERE AL DIRETTORE Le lettere possono essere inviate a:

Divina: «Dellai non convince»

Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 Fax 0461.756833

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redazione@lafinestra.it

COMMENTI DOPO L’AUDIZIONE A ROMA

SANTINI: FIDUCIA NELLA PROCURA

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l 19 gennaio scorso il Procuratore della Repubblica di Trento Dott. Stefano Dragone, ha confermato anche davanti alla commissione incaricata di perseguire i casi di illegalità nello smaltimento dei rifiuti, la gravità dei fatti verificatisi in Valsugana. Innanzitutto ha documentato il disegno criminoso di chi ha falsificato le analisi confermando di avere iscritto nel registro degli indagati sia i funzionari della Provincia che hanno effettuato i prelievi, sia il laboratorio di analisi di Brescia che ha fornito risultati manipolati ad uso dei diretti interessati. Ha precisato che questi reati, in base alla legge, prevedono pene da uno a sei anni di reclusione. Senza esitare il dottor Dragone ha confermato che l’indagine è partita dopo una serie di intercettazioni ambientali che hanno rivelato conversazioni compromettenti tra funzionari della Provincia,

tecnici dell’APPA e dirigenti dell’acciaieria. È stata confermata la validità del sequestro dello stabilimento e della procedura di produzione controllata. Una novità interessante è venuta dal presidente della commissione on. Gaetano Pecorella il quale ha annunciato un sopralluogo in Valsugana tra i mesi di marzo e aprile per verificare la situazione della discarica di monte Zaccon e l’inquinamento atmosferico prodotto dall’acciaieria. Il giorno dopo il Presidente della giunta Lorenzo Dellai è venuto davanti alla Commissione a dire che in Valsugana non c’è pericolo e che anche le analisi confermano l’assenza di diossina e di altre sostanze pericolose. Vale a dire la versione che da giorni sostiene anche sui giornali. In questo modo egli contraddice il Procuratore della Repubblica di Trento Dragone che, il giorno prima, aveva affermato e documentato il contrario. Mi risulta difficile immaginare che un magistrato del calibro del dottor Dragone faccia dichiarazioni di tale gravità senza il supporto di adeguata documentazione scienti-

fica e giuridica. Quindi il Presidente Dellai non ha convinto nessuno. Più volte è stato incalzato da alcuni parlamentari sulle carenze dei servizi provinciali. Quando gli è stato chiesto della discarica di Monte Zaccon ha detto che non esiste una legge che possa imporgli di avere una discarica per rifiuti speciali e che il conferimento dei materiali è avvenuto in maniera “non conforme”. Lui sapeva di scarti dell’acciaieria e non di altro materiale, per esempio di provenienza dalle cartiere. Ma a chi, se non a lui, toccava vigilare? Il Presidente Pecorella ha confermato la decisione di effettuare un sopralluogo diretto tra marzo ed aprile. Intanto mi sto adoperando affinché il Corpo Forestale dello Stato che ha aperto l’inchiesta e l’ha implementata con importanti intercettazioni ambientali, possa portarla a compimento senza alcuna interferenza del personale dipendente dalla Provincia. In questo senso c’è anche l’impegno dell’autorità giudiziaria. Sen. Giacomo Santini

«In commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti il presidente della provincia autonoma di Trento, Dellai è stato “rassicurante”, ‘ma non convincente, proprio per ciò che ha riferito». Lo ha detto il senatore della Lega Nord, Sergio Divina sull’audizione del presidente trentino davanti i commissari di Camera e Senato. Divina ha sottolineato come Dellai «oltre ad aver minimizzato la questione delle “bonifiche agrarie” (coordinate da “intermediari” che garantivano ai proprietari somme in cambio di terreni da bonificare ossia strane migliorie senza dover pagarne i costi, e rivelatesi poi discariche di rifiuti speciali), sui controlli operati alla cava “monte Zaccon”, ha implicitamente ammesso la conoscenza delle irregolarità, al punto che le ha segnalate alla Procura della Repubblica ancora in data 16 luglio 2007 come “reati ambientali». «Ci si chiede allora - ha altresì aggiunto il senatore della Lega - perchè la Giunta provinciale non abbia revocato le autorizzazioni al continuo conferimento di sostanze “non conformi” o inammissibili o illegali dir si voglia, visto che è stata informata, dalla stessa provincia, la procura per reati ambientali?». Gli illeciti sono comprovati, ha rilevato Divina, «la Procura ha sequestrato il recupero ambientale-discarica nel dicembre 2008, la Provincia ne era a conoscenza già da un anno e mezzo, ma non ha fatto assolutamente nulla, considerando che in autotutela poteva anche revocare la licenza, per impedire ciò che è accaduto? Controlli reali non sono stati fatti. I controlli formali di APPA, ossia della stessa provincia, si limitavano ad avallare le analisi (rilevatesi falsate) fornite dai gestori, ma qui qualcosa non funziona». Per Divina, infine, la commissione «avrà parecchio da lavorare sul caso».


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Monte Zaccon: quali conseguenze?

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n risposta all’Interrogazione n. 792/XIV, con la quale si chiedevano, tra le altre cose, chiarimenti sulle intenzioni della Provincia per quanto riguardava le analisi dell’area di Monte Zaccon, l’Assessore competente ha spiegato come la Provincia abbia intenzione di «espletare un approfondimento di indagine e caratterizzazione dello stato ambientale dell’area» volto a «raccogliere e valutare nel complesso tutte le informazioni ambientali rilevanti, con particolare attenzione agli aspetti geologici ed idrogeologici locali» (Prot. n. 29/A027). In detta risposta, datata 7 Gennaio 2010, si legge che «le misurazioni pianificate sono iniziate dal mese di novembre con un primo aggiornamento dei dati di qualità delle acque raccolti da APPA nel settembre 2009» e che «termineranno presuntivamente entro due mesi» (Ibidem). Ebbene, dopo neanche due setti-

«Quali le possibili conseguenze, in termini di inquinamento, nel medio e lungo termine per l’ex cava di monte Zaccon a Marter?». Lo chiede, con un’interrogazione in consiglio provinciale, il consigliere Pino Morandini... mane dall’arrivo della citata risposta all’Interrogazione n.792/ XIV, sulla stampa, il Presidente della Giunta, accompagnato dall’Assessore competente, ha fornito totali rassicurazioni per quanto concerne l’area di Monte Zaccon, spingendosi a dire che «non serve un intervento immediato». Si deve pertanto dedurre che i “due mesi” che l’Assessore competente, in data 7 gennaio 2010, individuava come probabile termine delle “misurazioni pianificate”, erano una stima estremamente abbondante. A meno che – e sarebbe il caso di capire bene se è così – le 135 pagine che il Presidente della

Il consigliere Pino Morandini

Giunta ha depositato presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla discarica di

Monte Zaccon non siano state redatte senza attendere il termine di quelle “misurazioni pianificate” che sarebbero dovute terminare tra un mese e mezzo abbondante. Su questo punto urge che si faccia chiarezza. Anche perché il procuratore capo di Trento, che ebbe a definire uno “scempio” lo stato in cui versava la discarica di Monte Zaccon, invita a moderare i toni rassicuranti adottati dal Presidente della Giunta specificando come la relazione presentata alla Commissione parlamentare sia “probabilmente corretta” anche se “gli stessi dati forniti alla commissione ci verranno consegnati e vi sarà un contraddittorio” con il consulente della Procura. Ciò premesso si interroga l’Assessore competente per sapere: 1) se non giudica quanto meno incauto che si siano fornite rassicurazioni ai mezzi d’informazione circa l’effettivo stato in cui versa attualmente la di-


ATTUALITÀ

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scarica di Monte Zaccon prima di un confronto tra questi dati, sui quali queste rassicurazioni fanno esplicito riferimento, e quelli raccolti dal consulente della Procura di Trento; 2) com’è stato possibile per il Presidente della Giunta e l’Assessore competente depositare, in data 20 gennaio 2010, ben 135 pagine di dossier sulla discarica di Monte Zaccon dal momento che quest’ultimo, nemmeno due settimane prima di questa data, sottoscrisse un documento – il Prot. n. 29/A027 – nel quale affermava come fossero necessari

“presuntivamente” altri “due mesi” per la conclusione dell’“approfondimento di indagine e caratterizzazione dello stato ambientale dell’area”; 3 presso quali laboratori sono state eseguite le analisi contenute nelle 135 pagine di dossier sulla discarica di Monte Zaccon che il Presidente della Giunta ha depositato presso la Commissione parlamentare d’inchiesta lo scorso 20 gennaio 2010; 4) se può allegare in risposta detto dossier. Cons.re Pino Morandini

Si è svolta l’11 gennaio scorso a Borgo Valsugana la protesta della Lega davanti all’Ospedale cittadino, a seguito delle continue indiscrezioni che mettono in dubbio la permanenza dei reparti. L’Assessore Rossi ha fatto dietro front, sconfessando una sua stessa delibera di qualche giorno prima che sanciva la chiusura del reparto di odontostomatologia. Una retromarcia, quella di Rossi, alquanto imbarazzante che nasconde la totale incapacità della Giunta Provinciale di avere una politica a favore degli ospedali di periferia. Dopo la chiusura del punto nascite a Borgo negli anni scorsi, diverse sono stati i depotenziamenti di altri reparti. In pratica per l’ospedale di Bor-

go non c’è la volontà di attuare politiche di potenziamento da parte della giunta provinciale. Al Presidente Dellai la Lega ricorda che in campagna elettorale la sua maggioranza aveva promesso addirittura di rivedere la posizione della chiusura del punto nascite di Borgo Valsugana, ma ad oggi nulla di ciò si è visto. Nella delegazione della Lega erano presenti: il Sen. Sergio Divina, l’On. Maurizio Fugatti, il Cons. Prov. Claudio Civettini, il Cons. Prov. Giuseppe Filippin, il Cons. Com. Enzo Erminio Boso e il Segretario della Sez. di Borgo Valsugana Roberto Paccher. La Segreteria Politica Lega Nord Trentino

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LEGA: LA PROTESTA AL S. LORENZO


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ATTUALITÀ

Acciaieria: tempo scaduto Comunicato del WWF – Sezione Trentino Alto Adige sulla questione dell’acciaieria. «Oggi – scrivono - purtroppo dobbiamo prendere atto che tutte le nostre fatiche sono servite a poco perché l’Acciaieria di Borgo continua a inquinare».

U

n articolo di giornale del settembre 1973 titolava “La DC è orgogliosa di aver portato in Va l s u g a n a l a Comini”. Ma in quegli anni in Valsugana, area depressa come oggi, non era solo la DC a volere l’Acciaieria ma l’intera comunità. Così nel 1979 lo stabilimento venne completato e iniziò a funzionare ad onta di poche e isolate opposizioni. L’Acciaieria di Borgo sorse con un’alta ciminiera per la dispersione dei fumi (presto sostituita dai depuratori) e senza alcuna previsione di siti di stoccaggio e smaltimento dei residui di lavorazione e delle polveri abbattute. Nessuno si preoccupò del problema dell’inversione termica che interessa questa parte della Valsugana, caratteristica che da sola avrebbe dovuto far desistere da simili iniziative. Né venne considerato, se non da

pochi illuminati, l’inevitabile danno d’immagine che avrebbe patito la vicina località termale di Roncegno. In questo contesto iniziò l’attività della Sezione locale del WWF che nel gennaio 1981 denunciò alla Pretura di Borgo lo scarico abusivo di scorie in diverse località fra cui il greto del torrente Moggio. Un’analisi di queste polveri, richiesta dal WWF, dimostrava una presenza di piombo del 6,70 %. Seguirono comunicati, mostre, lettere, dibattiti, denunce e, fra l’altro, segnalazioni agli uffici competenti dei fumi che venivano liberati abusivamente nelle ore notturne. Dagli uffici provinciali seguivano però sempre note tranquillizzanti e tutto, prima o poi, veniva aggiustato. Nel 1989 il WWF propose la riconversione dell’Acciaieria perché evidentemente incapace di contenere l’inquinamento e pochi mesi dopo la stessa venne sequestrata, per la prima volta,

...L’Acciaieria di Borgo sorse con un’alta ciminiera per la dispersione dei fumi e senza alcuna previsione di siti di stoccaggio e smaltimento dei residui di lavorazione e delle polveri abbattute...

gli Uffici provinciali preposti al controllo patteggiassero con l’Azienda gli indici di inquinamento da diossina senza aver consultato il Comune di Borgo (precedenti amministrazioni). Oppure il Comune di Borgo ha deliberatamente nascosto (per quanti anni?) questa realtà ai propri censiti? E intanto qualche inverno fa ci siamo guadagnati a Borgo il record nazionale di inquinamento (dovuto anche ad altre fonti) rilevato con centraline, battendo Milano, Brescia e numerosi altri centri. Il WWF crede che a questo punto il tempo sia scaduto e che la Provincia, in concerto soprattutto con i Comuni di Borgo e di Roncegno, debba istituire immediatamente un tavolo di lavoro per giungere in breve tempo ad un progetto di riconversione dell’Acciaieria di Borgo che, garantendo l’occupazione, ponga rimedio ai gravi danni subiti dalla Valsugana, troppo a lungo considerata la pattumiera del Trentino.

dal Pretore di Borgo per inquinamento dell’aria. Il WWF si trovò però quasi sempre da solo a combattere contro istituzioni, partiti, sindacati e gli stessi dipendenti e in un caso subì anche intimidazioni. Dopo l’esposizione in piazza a Borgo di alcuni manifesti contro l’inquinamento provocato dall’Acciaieria la sede dell’Associazione a Borgo venne sfondata e i manifesti coperti di feci. Oggi purtroppo dobbiamo prendere atto che tutta questa fatica è servita a poco perché l’Acciaieria di Borgo continua pesantemente ad inquinare l’ambiente della Valsugana. Né ci si può fidare della conclamata protezione offerta della nostra Provincia: se non fossero intervenuti il Corpo Forestale dello Stato e la Magistratura nulla sapremmo della diossina sparsa nell’aria e nei terreni dall’Acciaieria in questi anni. A WWF Sezione Trentino questo proposito sorprende che Alto Adige


ATTUALITÀ

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«...Le interrogazioni sono l’unico vero strumento di controllo per l’opposizione, ma anche per i consiglieri di maggioranza, per verificare la legittimità e la trasparenza dell’operato della Giunta...»

O

ra che la notizia è rimbalzata anche sulla stampa, il fatto è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti i cittadini: una interrogazione su quattro di quelle regolarmente depositate in Consiglio provinciale ancora attende una risposta. Tra le oltre 237 depositate a Palazzo Trentini e tuttora senza replica, si segnalano persino interrogazioni come la numero 27/XIV, depistata oltre un anno fa, il 13 gennaio 1009, e ancora senza risposta. Una interrogazione su quattro senza risposta non rappresenta solamente un fenomeno di scarsa efficienza istituzionale, che sarebbe già qualcosa di molto grave. Detto fenomeno si inserisce infatti in un più ampio quadro di disattenzione verso i cittadini, per bocca dei quali chi siede all’opposizione, e non solo, prepara e deposita quelle interrogazioni che, a quanto pare, cadono sempre più spesso nel dimenticatoio. Giova a questo punto ricordare che l’interrogazione non rappresenta, come potrebbe apparire di primo acchito, una forma brutale, ancorché cartacea, di interrogatorio; l’interrogazione è, in primo luogo, una richiesta di chiarimenti rispetto a vicende di rilevanza pubblica rispetto alle quali chi governa, in questo

Riceviamo e pubblichiamo l’interrogazione del consigliere provinciale Pino Morandini con la quale chiede conto delle 237 interrogazioni presentate in consiglio provinciale e rimaste ancora, a mesi di distanza, senza risposta: una situazione – sostengono gli esponenti del Pdl – a dir poco scandalosa.

caso la Giunta della Provincia di Trento, deve esprimere la massima trasparenza. Massima trasparenza che, al di là di molte risposte che arrivano dopo svariati mesi e in forma lacunosa, viene calpestata quando si apprende che qualcosa come 237 interrogazioni giacciono, allo stato, dimenticate. Si consideri, inoltre, che le interrogazioni sono l’unico vero strumento di controllo per l’opposizione, ma anche per i consiglieri di maggioranza, per verificare la

legittimità e la trasparenza dell’operato della Giunta, tanto più in una provincia come il Trentino dove, grazie alla cosiddetta legge elettorale delle “porte girevoli” - in vero assai opinabile e non a caso cassata, in quanto illegittima costituzionalmente da un’altra Regione, la Sicilia, che aveva tentato di introdurla-, la già ampia maggioranza di governo risulta ancor più schiacciante. Di qui la necessità, specie in questo particolare periodo che vede ventilato da più parti l’auspicio

di una stagione politica nuova e contrassegnata dal dialogo tra maggioranza e opposizione, che il Presidente del Consiglio provinciale e il Presidente della Giunta in particolare, massime autorità garanti del regolare funzionamento delle istituzioni trentine, si facciano presto portavoce di questo bisogno di trasparenza ed efficienza. Non già come riconoscimento verso i firmatari delle suddette interrogazioni, bensì verso i cittadini, che sono i veri autori di queste, e che, in quanto veri sovrani delle istituzioni democratiche, attendono risposte che spettano loro di diritto. Ciò premesso si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere: 1) se se non giudica scandaloso e sconcertante il fatto che un’interrogazione su quattro di quelle depositate in Consiglio provinciale, per un totale di 237, sono allo stato senza risposta; 2) se non crede opportuno provvedere urgentemente affinché questo fenomeno venga al più presto controllato e ridimensionato fino a garantire un regolare funzionamento delle istituzioni; 3) entro quali termini intende provvedere. Cons.re Pino Morandini, Cons. re Walter Viola, Cons.re Rodolfo Borga, Cons.re Mauro Delladio, Cons.re Giorgio Leopardi.


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TURISMO


TURISMO

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Con la crisi magari si tira la cinghia, ma le ferie sono ritenute sacrosante, una valvola di sfogo per dimenticare tutti i problemi e ricaricare le pile. E nell’estate scorsa il Trentino l’ha fatta da padrone…

I

n tempi di crisi si riduce la spesa per i beni voluttuari, finanche per gli alimentari, ma non si rinuncia assolutamente alle vacanze. Prediligendo la qualità rispetto alla quantità. Sembra essere questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge incrociando vari dati sul comportamento d’acquisto dei consumatori in un periodo di difficile congiuntura economica.

di Johnny Gadler Una tendenza che premia soprattutto il Trentino, dove nel 2009 si è registrata una stagione turistica estiva al di sopra di ogni più rosea previsione. Infatti, secondo quanto rilevato dal Servizio Statistica provinciale, nell’estate scorsa sia il settore alberghiero sia il complesso delle strutture ricettive hanno registrato un notevole incremento rispetto al 2008. Per le strutture ricettive alberghiere l’estate 2009 si è chiusa, rispetto a quella precedente, con un + 5,8% negli arrivi e un + 3,9% di pernottamenti. Tradotto in termini di

consistenza ciò significa 1,1 milioni di arrivi e circa 5,4 milioni di presenze. Un livello di presenze che, per il comparto, rappresenta la punta massima mai registrata nel corso di una stagione estiva. Analogo il discorso per quanto concerne il movimento turistico nei cosiddetti esercizi complementari, ossia campeggi, rifugi, agritur, affittacamere, bed & breakfast, ostelli, foresterie e case-vacanza. Nell’estate del 2009, infatti, gli arrivi nell’insieme di queste strutture sono stati ben 415 mila (+ 7,2% rispetto all’estate

2008), per un valore di circa 2,6 milioni di presenze (+8,4%). Anche in questo caso si tratta del valore massimo registrato da queste tipologie ricettive nel corso della stagione estiva. Unendo i dati nell’estate 2009 si è quindi assistito, rispetto all’estate 2008, ad un incremento degli arrivi del 6,2% e delle presenze del 5,3%. Positivo, soprattutto in termini di arrivi, anche il movimento registrato durante l’estate 2009 negli alloggi privati e seconde case; pertanto durante l’ultima stagione estiva si è registrato nel complesso delle strutture ricettive un incremento rispetto all’estate precedente del 5% nel numero di arrivi e del 2,8% nel numero dei pernottamenti. In termini di consistenza ciò significa oltre 2,2 milioni di arrivi e poco più di 17 milioni di presenze. Rispetto all’estate del 2008 hanno ottenuto buoni risultati quasi tutti gli ambiti turistici della provincia, ma per alcuni si è trattato di un vero e proprio boom: l’ambito Madonna di Campiglio – Pinzolo - Val Rendeva ha fatto registrare un + 18,3%; + 9,1% per Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, + 7,1% per la Valle di Fassa e + 6,8% per gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.

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C’È LA CRISI? BOOM DI TURISTI


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EVENTI

Il celebre musical arriva anche in Trentino

CATS, ora i

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gatti miagolano in italiano...

C

ats, uno dei più grandi successi di tutti i tempi, viene proposto per la prima volta in italiano dalla Compagnia della Rancia. Il tour toccherà anche il Trentino e il Veneto tra febbraio e marzo «Ricordatevi che un gatto non è un cane» scriveva Thomas Stearns Eliot nel romanzo da cui Andrew Lloyd Webber ha tratto Cats, uno dei musical più famosi del mondo. E ora quel gatto, anzi quei gatti, parlano, anzi miagolano, in italiano grazie alla produzione della Compagnia della Rancia. «È motivo di orgoglio e prestigio – ha dichiarato Saverio Marconi, punto di riferimento del musical in Italia, cui è affidata la regia che la Really Useful Group, molto attenta nella concessione dei diritti dei propri lavori, dopo una trattativa durata sei anni abbia scelto la Compagnia della Rancia per un titolo storico come Cats, fenomeno indiscusso

in scena in tutto il mondo da quasi 30 anni». Ma non si tratta di una semplice traduzione, bensì di un allestimento completamente nuovo in cui spiccano le coreografie di Daniel Ezralow, che firma anche la regia associata, secondo il quale ha preso forma «uno show assolutamente originale dove, insieme alla straordinaria partitura scritta da Andrew Lloyd Webber, cercheremo di spiegare il rapporto

Non una semplice traduzione, bensì un allestimento tutto nuovo. strano, descritto dal bellissimo libro di Eliot, che esiste fra i gatti e gli uomini. Ci sono aspetti umani nei gatti e ci sono aspetti "felini" negli uomini: soprattutto su questa particolarità sarà rivolta la nostra attenzione». Diventa così più facile per il pubblico italiano entrare nel mondo di questi gatti, ascoltarne i racconti e condividerne le emozioni e apprezzare quello che rappresenta

LA TRAMA Cats ha incantato milioni di spettatori con il poetico racconto della notte più speciale dell’anno, in cui i Jellicle Cats - i 25 gatti più famosi del mondo, dispettosi, golosi, raffinati, magici, sensuali - si riuniscono per conoscere il gatto che avrà il privilegio di salire al "Dolce Aldilà" e rinascere così a nuova vita. All'improvviso compare il malvagio Macavity, che rapisce Deuteronomio, il leader della tribù, e ne ruba l'identità: il gatto criminale viene però smascherato e scacciato dagli altri gatti. I Jellicle si mettono così alla ricerca del

buon Deuteronomio e chiedono aiuto al mago Mr. Mistofeles che, alla fine di un numero spettacolare, lo fa riapparire. Mentre l'alba si avvicina, Grisabella ricompare sulla scena e, cantando la celebre "Memory", è pronta a dimenticare il suo passato e ad accettarsi senza più rifuggire nei ricordi, suscitando così la commozione e il rispetto degli altri gatti, che sono pronti a riaccoglierla tra loro. Deuteronomio decide che sarà proprio lei ad aver diritto a rinascere e la accompagna alle porte del "Dolce Aldilà".

uno tra i più grandi successi di tutti i tempi per longevità, spettatori e incassi totali. Cats debuttò al New London Theatre di Londra nel maggio 1981 e approdò a Broadway l’anno successivo. Fino alla chiusura della produzione originale, il 21 maggio 2002, lo spettacolo ha conquistato decine di premi e ha totalizzato - solo tra Broadway e Londra - 16.794 repliche. Rappresentato in oltre 20 Paesi, lo spettacolo ha toccato circa 250 città in tutto il mondo ed è già stato tradotto in 10 lingue: giapponese, tedesco (con tre versioni per Germania, Austria e Svizzera), ungherese, norvegese, finlandese, olandese, svedese, francese, spagnolo (con due versioni per Messico e Argentina). La canzone più famosa, ˝Memory˝, è stata incisa da 150 artisti diversi, tra cui Barbra Streisand, Céline Dion e i Tre Tenori (Plácido Domingo, José Carreras e Luciano Pavarotti). Un’ultima curiosità: i gatti italiani vestiranno Coveri. I costumi sono stati infatti ideati da Francesco Martini Coveri (ps).


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CRONACHE

BORGO VALSUGANA

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LA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Con la benedizione dei mezzi agricoli e con le offerte dei “frutti” della terra si è tenuta la “Giornata del ringraziamento”, un significativo momento civile e religioso che ha accomunato pubblici amministratori, autorità e cittadini, tutti desiderosi di unirsi e partecipare ad una cerimonia che negli anni si ripete e che nella sua essenza testimonia la fede che gli agricoltori ed i contadini, presidente Carlo Abolis in testa, quotidianamente sentono ed esprimono.


CRONACHE LEVICO

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Il 31 dicembre scorso, la PAT ha trasferito a Patrimonio del Trentino SpA la proprietà dell’immobile costituito dallo stabilimento di imbottigliamento dell’acqua minerale Levico Casara, identificato catastalmente con la p.ed. 1555 C.C. Levico.

C

on questa operazione la Provincia ha pagato in un’unica soluzione la locazione del compendio immobiliare contraddistinto nella p.ed 720/1 C.C.Tonadico, affidato al Servizio Gestione Strade della Provincia. L’immobile oggetto del trasferimento di proprietà ha un valore pari a 3.266.000,00 euro, che corrisponde all’entità del canone dovuto dalla Provincia a Patrimonio del Trentino SpA per la locazione di 29 anni dell’immobile di Tonadico. Lo stabilimento “Levico Casara” è in locazione alla società Levico Acque Minerali Srl, con un contratto della durata di 12 anni, a partire dal 1 luglio 2002. La

medesima società detiene anche la concessione mineraria di acqua minerale denominata “Levico Casara”, che ha un’estensione di 220 Ha nel territorio di Levico. La cessione dell’immobile è avvenuta con atto notarile del notaio Domenico Dolzani, in cui si è definito che saranno a carico

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della Provincia gli oneri derivanti dalla realizzazione degli interventi sull’immobile per un totale di 209.421,65 euro, in particolare per quanto concerne i lavori di adeguamento degli impianti elettrici (come da determinazione del Dirigente del Dipartimento turismo commercio promozione

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e internazionalizzazione n.113 del 3 novembre 2009). Rimarranno invece a carico di Patrimonio del Trentino SpA gli oneri relativi al rifacimento del tetto per l’installazione di un impianto fotovoltaico. L’operazione in oggetto rappresenta una novità per la Provincia che per la prima volta va a pagare una locazione senza incidere sulle spese correnti del proprio bilancio. Con la cessione dello stabilimento “Levico Casara” a Patrimonio del Trentino S.p.A., la Provincia rispetta l’obiettivo di alienare immobili non strategici per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali e, quindi, di valorizzarli mediante l’affidamento in gestione ad una società specializzata, quale è Patrimonio del Trentino S.p.A.. In tal modo permette alla società di effettuare interventi di ristrutturazione e adeguamento che la stessa andrà a concordare con l’attuale locatario, ossia la società Levico Acque Minerali Srl.

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Casara: lo stabilimento a Patrimonio del Trentino


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TESTATINA

LETTERE AL DIRETTORE

Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 Fax 0461.756833

redazione@lafinestra.it

SPAZI CULTURALI E LOGICHE DI RETE

N

el suo intervento apparso sul Trentino di venerdì 8 gennaio u.s. Carmine Ragozzino, prendendo spunto dal tema del Teatro tenda di Pergine e dell’ipotesi della costruzione di un Palatenda a Trento pone alcune questioni sulle quali vale la pena soffermarsi. La questione ormai è nota a tutti ma è utile riassumerla brevemente. Pergine Spettacolo Aperto ha la necessità di trovare una soluzione all’ormai imminente abbandono dell’attuale Teatro tenda, sul quale ha costruito la propria immagine e la programmazione culturale di questi ultimi lustri, senza il quale sembra difficile immaginarsi PSA. Il proprietario del terreno, infatti, che è un privato cittadino, ne reclama l’utilizzo. A questo punto il Comune di Pergine (quand’era ancora sindaco Renzo Anderle) nel lontano 2002 individua nell’area dietro all’Istituto Marie Courie quella idonea sulla quale costruire il nuovo teatro. Si prospetta così una soluzione, per certi aspetti innovativa, nella realizzazione di importanti strutture culturali importanti: l’ente pubblico mette a disposizione l’area e il privato (nel nostro caso Pergine Spettacolo Aperto) si occupa della realizzazione e della gestione. E poiché la nascente struttura ricopre importanza provinciale,

la Provincia concede a Pergine Spettacolo Aperto un contributo per la costruzione dell’opera che nel frattempo, rispetto al progetto originale, prende la forma di un vero e proprio teatro, con spazi flessibili e dotati della più avanzata tecnologia anche sul fronte della produzione audiovisiva. La prima questione rilevante posta da questo approccio alla realizzazione degli spazi culturali che per loro natura travalicano i confini comunali, è che non è più possibile pensare alla realizzazione di luoghi senza prevederne un loro utilizzo all’interno di una logica di rete e di sistema. Ecco allora la logica dell’“area metropolitana” ventilata da Carmine Ragozzino, che non si identifica più con i confini del Comune di Trento, ma abbraccia sicuramente Pergine e la Valsugana, Rovereto e la Vallagarina, la Piana Rotaliana per spingersi fino al Basso Sarca. Se questo è l’approccio, all’interno di quest’area i luoghi destinati alla cultura vanno pensati, sul piano del “prodotto”, come luoghi specializzati capaci di fornire occasioni culturali che si rivolgano ad un pubblico che abita quest’area e che va messo nelle condizioni di accedere all’offerta culturale facilitando la mobilità. La variabile che va introdotta, rispetto al ragionamento di Ragozzino, è che, se andiamo veramente verso l’idea dell’“area metropolitana”, non

è possibile solo discutere della dislocazione degli spazi, della loro funzione e delle risorse necessarie, ma anche dei processi di mobilità interna da un territorio. Seconda questione, non marginale, è l’architettura istituzionale entro la quale ci muoviamo. Dal 1993, con l’entrata in vigore della legge provinciale sulla finanza locale, le competenze (ma forse varrebbe la pena dire le responsabilità) in materia di attività culturali sono in capo alla Provincia per quanto riguarda il livello provinciale e ai Comuni per quanto riguarda il livello locale. Questa impostazione è stata ribadita dalla legge provinciale n. 3 del 2006 sul Governo dell’Autonomia. Infatti, la legge che ha istituito le Comunità non ha previsto nessuna competenza in materia culturale in capo a queste ultime che restano, pertanto, ai Comuni. Peraltro in questi anni la Provincia ha predisposto alcuni strumenti (in particolare gli interventi per le gestioni associate di servizi culturali e l’accordo di programma previsto dalla nuova legge sulle attività culturali) per raccordare le politiche provinciali con quelle comunali. Questa impostazione ha un suo peso nell’applicazione delle logiche di rete, perché non è sufficiente dire a parole che vogliamo le sinergie e l’ottimizzazione nell’impiego delle risorse se poi gli attori del sistema culturale - e

cioè Provincia, Comuni, Comunità, Enti e operatori culturali, - perseguono logiche diverse o, per dirla diversamente, giocano la loro responsabilità non tanto all’interno di un sistema ma dentro uno spazio fisico, che rischia di diventare anche culturale, ma tutto locale o tutto in difesa di posizioni date per scontate. Per quanto mi riguarda, la prospettiva della rete provinciale e delle reti territoriali sarà il livello strategico del mio mandato. Proprio per la complessità, per la stratificazione e per la ricchezza del sistema culturale Trentino, il metodo che ritengo più appropriato per raggiungere questo obiettivo è la negoziazione con tutti i livelli istituzionali, con l’impegno di salvaguardare le prerogative e la assunzione di responsabilità: l’Assessorato alla Cultura della Provincia non si sottrarrà al ruolo di promotore delle logiche di rete. Un’ultima annotazione riguarda i giovani. L’attenzione verso questo mondo, che non può esaurirsi nel prendere atto del fermento che questo mondo esprime rispetto alla musica rock e pop, si sta concretizzando non solo con il sostegno a numerose proposte ma anche con l’istituzione di un tavolo di lavoro per identificare le iniziative più appropriate per far fronte alle richieste che provengono dai giovani. Non ultimo la messa a disposizione di spazi per l’espressione e la produzione artistica in tutte le sue forme. In questi giorni si stanno verificando alcune ipotesi, ma anche in questo campo vale la pena mettere in rete le esperienze già avviate. Per questo ho avanzato la richiesta al Comune di Trento di portare sotto un’unica regia la Casa della Musica e gli altri spazi che si renderanno disponibili. Stiamo attendendo la risposta. Franco Panizza Assessore alla cultura, ai rapporti europei e alla cooperazione della PAT

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Le lettere possono essere inviate a:


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CRONACHE

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Si è svolto a metà gennaio sulle nevi della Panarotta

La premiazione finale con il trofeo vinto dalla squadra organizzatrice

Il primo Memorial Savio Gonzo

S

di Mario Pacher

i è disputato a metà gennaio sulle nevi della Panarotta, il “1° Memorial Savio Gonzo”, gara di slalom gigante aperta a tutte le categorie, organizzato dallo Sci Club Torcegno-Ronchi. Una gara particolarmente riuscita con i suoi 225 partecipanti provenienti da tutti i Club della Valsugana e Vanoi, distinti in 17 categorie. Fra questi anche due super pionieri dello sci, Riccardo Zurlo classe 1935 e Romano Colla classe 1936. La manifestazione è stata organizzata per ricordare Savio Gonzo ad un anno dalla sua tragica scomparsa, che fu il fondatore dello Sci Club Torcegno Ronchi. Dopo il pranzo collettivo presso il Palalevico, al quale hanno preso parte anche famigliari e accompagnatori dei ragazzi, si è proceduto alla premiazione dei primi tre classificati di ogni categoria. Ha fatto gli onori di casa

Alessandro Gonzo, uno dei figli di Savio che è risultato anche primo in assoluto in questo primo memorial. Il trofeo è stato aggiudicato dallo Sci Club Torcegno Ronchi. Numerosi anche gli altri premi e le coppe messi a disposizione dall’organizzazione e da diversi operatori economici della zona. Questi i primi tre classificati per ogni categoria che sono stati premiati. Super Baby femminile (2003 e successivi): 1° Sara Longobardi; 2° Ginevra Pitton; 3° Elena Tomio. Super baby maschile (2003 e successivi): 1° Andrea Casarotto; 2° Federico Di Donna; 3° Alessandro Zotta. Baby femminile (2002-2001): 1° Cristina Dalsasso; 2° Ludovica Dalsasso; 3° Annie Denando. Baby maschile (2002-2001) 1° Alex Recchia; 2° Cristian Moser; 3° Simone Moser. Cuccioli femminile (1999-2000) 1° Emma Crittenden; 2° Maria Valcanover; 3° Alessandra Minati. Cuccioli maschile (19992000) 1° Martino Valentini; 2° Nicolò Avi; 3° Samuel Di Donato. Ragazzi Femminile

(1997-1998): 1° Giada Campestrin; 2° Michela Fontana; 3° Elisa Baldessari. Ragazzi maschile (1997-1998): 1° Domenico Campestrin; 2° Alessandro Rattin; 3° Sebastiano Dalsasso. Allievi Femminile (1995-1996): 1° Tania Recchia; 2° Marika Galter; 3° Carolina Brusamolin. Allievi maschile (1995-1996): 1° Massimiliano Casatta; 2° Simone Campestrin; 3° Alessio Zappa. Dame (1989 e precedenti): 1° Martina Pitton; 2° Elisa Casagrande; 3° Valentina Colla. Super Pionieri (1945 e precedenti) 1° Riccardo Zurlo; 2° Romano Colla. Pionieri (1964-1946): 1° Sergio De Paoli; 2° Sergio Martini; 3° Gunter Egger. Master (1969-1965): 1° Corrado Recchia; 2° Andrea Corbo; 3° Gianni Bello. Senior (1989-1970): 1° Luca Rosso; 2° Diego Galvan; 3° Giovanni Dalfollo. Giovani Femminile: (1994-1990) 1° Tamara Zoro; 2° Serena Colme; 3° Erika Berti. Giovani maschile (1994-1990) 1° Andrea Debortoli; 2° Ivan Campestrini; 3° Martino Raineri.


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CRONACHE

LEVICO. Disponibili 650 volumi, di montagna e non

SAT: la biblioteca

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Orgoglio visibile e palpabile nell’ambiente Satin di Levico Terme, per l’inaugurazione del primo nucleo regionale della Biblioteca di montagna e non, a disposizione degli appassionati di montagna e no, dei turisti e dei giovani che intendono essere presenti in montagna.

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di Luciano De Carli ’atmosfera era quella delle belle occasioni con il presidente Sat provinciale Piergiorgio Motter e, con il precedente Giacomoni, altri rappresentanti Sat provinciali e delle sezioni vicine. Non era per illustrare un’ascensione o presentare un singolo libro, ma ben 650 libri, foderati dalle signore Gabrielli e Giacomini, catalogati dal bibliotecario Ivo Palaoro e da Guido Toller. Iscritti tutti al B.C.T catalogo bibloteconomico trentino, fruibili

quindi a distanza. Mancava la presidente Lucia Palaoro, sostituita con verve da Umberto Uez, già presidente SAT e del Soccorso Alpino di zona. Hanno preso la parola Piergiorgio Motter per ricordare come Levico Terme e la sua sezione SAT e di soccorso Alpino si siano sempre distinte nel sostenere la sezione, l’attività rivolta ai giovani Satini, nel programmare attività di richiamo e nella segnatura dei sentieri, specie in una zona altamente turistica. Quindi ha rivolto il suo saluto ai tanti presenti il sindaco dott. Carlo

Stefenelli per congratularsi per il nuovo servizio offerto dalla SAT, per la vitalità dell’istituzione, per la manutenzione dei sentieri e della casina ex forestale del Cangi in Vezzena. L’accompagnavano il presidente del Consiglio Lucchi, gli assessori Benedetti e Postal il consigliere Tommaso Acler. Il bibliotecario Palaoro ha ricordato al sindaco che papà Stefenelli era stato presidente per lunghi anni della Sat provinciale fino all’inaugurazione del rifugio velo della madonna nel Primiero. Quindi ha spiegato minuziosamente quanto s’è fatto

e quale sia stato il prezioso ruolo del “pensionato” Toller. Poi don Ernesto Ferretti, parroco decano di Levico terme, ha fornito alcuni pensieri sul valore dell’andare in montagna, sulle bellezze che la montagna riserva ai suoi appassionati, sulla conservazione dell’ambiente, quindi ha proceduto alla benedizione della stessa biblioteca. Questa è stata subito visitata dai “molti curiosi”e dai consiglieri comunali presenti, passando sotto l’elegante insegna del portale d’ingresso, scolpita da Silvano Garollo.


CRONACHE LEVICO. Scrittori, poeti e artisti in una grande associazione

Il Cenacolo Valsugana Il “Cenacolo Valsugana” riunisce scrittori, poeti e artisti della Valsugana e degli Altipiani vicini. È nato per far conoscere le proprie produzioni poetiche e per promuovere mostre, raccolta di fondi per fini sociali, assistenziali o per proposte culturali-artistiche.

Cenacolo Valsugana - alcuni poeti durante una recita

no, di volta in volta, per le diverse attività, recital, incontri nel corso dell’anno, a invito o con proprie proposte, per concorsi di poesia o per la partecipazione a giurie e concorsi organizzati dal Cenacolo e dall’ASTAA. Quando presentiamo il nostro

programma “Il fascino della poesia dialettale”, con varietà dei contenuti e d’inflessioni dialettali, è un vero successo per la qualità delle liriche che i vari componenti sanno proporre. Le poesie sanno far scaturire ricordi, sanno ripresentare figure del tempo andato o

momenti- stagioni–periodi e attività propri della civiltà contadina e montanara, sanno rinverdire sentimenti un po’ assopiti, magari dimenticati, ma ancora vivi. È così anche all’interno delle scuole, delle Pro Loco, Gruppi Anziani, Case di Riposo, biblioteche, per il modo vivace e diverso di proporre poeti e scrittori, prosatori e romanzieri. Un aiuto particolare ci è stato offerto dalla rubrica Pietre Vive di Telepace di Trento, col direttore Maurizio Mellarini, siamo arrivati in ogni valle, in ogni casa, facendo così gustare i versi di tanti poeti e poetesse, che forse non erano mai stati avvicinati o letti. Per chi ci vuole contattare o richiedere per recite: cell. 320 7820894 o “Cenacolo Valsugana” c/o Luciano De Carli V. S. Francesco 15- 38056 Levico Terme.

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l Cenacolo Valsugana opera anche all’interno delle diverse Case di Riposo, dei gruppi Pensionati e Anziani, nelle scuole per veicolare le tradizioni, usi e costumi, o far conoscere poeti regionali, italiani e stranieri. Attorno a queste motivazioni si riunite molte persone:da vent’anni come poeti dialettali, da oltre quaranta come scrittori e poeti in lingua italiana (ASTAA Associazione Scrittori Trentino Alto Adige). Nel tempo, però, abbiamo perduto alcuni grandi amici come Roberto Spagolla (Telve), Ferruccio Gasperetti (Borgo),Maria Pellegri Beber, Emma Valcanover Oss Emer, Giorgio Mottesi (Pergine), poeti con valida produzione, molto conosciuti e affermati. Fortunatamente sono cresciuti alla loro ombra altri poeti come Nadia Martinelli e Luciano De Carli, Paolo Meggio e Bruna Sartori, Rosa Maria Campregher e Renata Libardoni, Gabriella Bonvecchio Beber e Luisanna Leonardelli, Daria Zampedri Mottesi e Mirco Mottesi, Bepi Polacco e Nino Dallagiacoma, Raffaella Tiecher, Flavio Conci e Rosanna Gasperi, Stefano Borile. Altri s’aggiungo-

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PERGINE:

IL NUOVO OSPED VILLA ROSA «L’importanza del nuovo ospedale Villa Rosa si vedrà anche con i benefici economici che ne trarranno i negozianti, gli albergatori e i ristoratori di Pergine, oltre al fatto che l’aumento di oltre 120 posti letto vuole dire che ci sarà un conseguente aumento di almeno 30 unità di personale sanitario». Lo afferma Renato Tessadri, assessore alla sanità del comune di Pergine.


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di Paolo Chiesa

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osa succederà a Pergine Valsugana quando entrerà in funzione il nuovo ospedale Villa Rosa? Ci saranno dei cambiamenti solo per quanto riguarda l’ambito sanitario o sarà tutta la città ad averne dei miglioramenti? Se ne è discusso in un incontro tra il sindaco Silvano Corradi,

l’assessore provinciale alla salute Ugo Rossi e il suo corrispettivo perginese Renato Tessadri. L’attuale Villa Rosa è dotato di 77 posti letto, mentre la nuova struttura all’interno del compendio ospedaliero sarà dotata di 108 letti per le degenze più 24 in hospital day. È previsto anche un reparto per i pazienti in stato vegetativo permanente. L’as-

sessore Rossi ha previsto la fine dei lavori entro il 2010 con il trasferimento nel nuovo ospedale entro la metà del 2011, anno nel quale quindi, l’ospedale potrà dare una risposta alla domanda sempre più crescente di cura e riabilitazione di persone colpite da patologie neurologiche (in particolare ictus, trauma cranio-encefalico, trauma e patologie vertebro-midollari,


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L'entrata da Via San Pietro

L'assessore provinciale alla Sanità Ugo Rossi (Foto Sito PAT)

Via San Pietro

Il Sindaco di Pergine Silvano Corradi

sclerosi multipla). Ma l’apertura dell’ospedale porterà sicuramente dei cambiamenti anche al di fuori dell’ambito sanitario. È per questo che il sindaco Corradi ha affidato come progetto speciale all’assessore Tessadri la valorizzazione di Villa Rosa. «Il ruolo di Pergine per quanto riguarda i lavori non è attivo in se - ci dice l’assessore Tessadri però la futura apertura del nuovo ospedale vede il Comune molto attento, perché permette di fare dei ragionamenti sull’area che nell’immaginario del perginese è stata sempre identificata solo come quella del “manicomio”». Secondo l’amministrazione si tratta di un’area della quale il Comune e la comunità devono riappropriarsi. «Il mio compito è quello di fare da tramite con l’assessorato alla sanità provinciale e l’azienda sanitaria per permettere tutto questo - prosegue Tessadri -; ovviamente è un aspetto che coinvolge anche gli altri assessori, soprattutto per quanto riguarda l’urbanistica e i lavori pubblici. Noi consideriamo una risorsa il fatto che stia arrivando Villa Rosa e dobbiamo pensare a come integrare questa potenzialità nella città. Si deve fare un ragionamento generale su tutta questa zona

che oltre a Villa Rosa conterrà una parte dell’istituto scolastico superiore Marie Curie, i poliambulatori, e il parco tre castagni. Senza dimenticare che in quella zona è previsto il nuovo teatro all’aperto, che sarà il teatro principe delle manifestazioni estive a livello provinciale, i cui lavori potrebbero iniziare nel 2010». Insomma, la volontà dell’amministrazione è che questa zona diventi definitivamente parte del tessuto urbano di Pergine. In futuro, ad esempio, l’accesso da via san Pietro, nei cui pressi si sta realizzando un parcheggio sotterraneo da 200 posti, sarà ben diverso da quello attuale, con l’eliminazione di quella barriera fisica che è la sbarra della portineria. Via San Pietro dovrebbe proseguire all’interno dell’ex ospedale psichiatrico fino al futuro Villa Rosa. Questa zona di Pergine diventerà il centro dei servizi scolastici, sanitari, riabilitativi e potrà contare sul parco “Tre Castagni” che secondo l’assessore «attualmente viene ottimamente sfruttato durante le varie manifestazioni ma che potrebbe diventare un luogo di utilizzo quotidiano». All’esterno del compendio si prevede di intervenire in futuro sulle strade e sugli edifici


CRONACHE Qualche considerazione, infine, sul nodo del centro di formazione. Da alcuni anni, infatti, si sente parlare della necessità di creare a Pergine Valsugana un centro di formazione professionale rivolto agli operatori che lavorano nella riabilitazione. «Il nostro input – afferma a tale proposito l’assessore Tessadri - visto che a Pergine ci sono già le scuole superiori è quello di realizzare qualcosa legato alla formazione professionale specifica, con dei corsi per fisioterapia o altro, in modo da avere un’evoluzione non solo dal punto di vista terapeutico ma anche da quello professionale». L’incontro dell’amministrazione comunale di Pergine con l’assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi non ha però portato novità in tal senso. Infatti l’assessore Rossi ha dichiarato che in primo luogo bisogna aprire l’ospedale, in seguito va preparato un progetto formativo specifico perché l’azienda sanitaria provinciale deve verificare le attività didattiche nel loro complesso. È comunque soddisfatto il sindaco di Pergine Corradi, convinto anche lui del fatto che l’obiettivo principale è quello di aprire l’ospedale, per poi eventualmente pensare ad introdurre ulteriori miglioramenti terapeutici e formativi.

Il viale che collega Villa Rosa al centro di Pergine

«...Il nostro input, visto che a Pergine ci sono già le scuole superiori, è quello di realizzare qualcosa legato alla formazione professionale specifica, con dei corsi per fisioterapia o altro, in modo da avere un’evoluzione non solo dal punto di vista terapeutico ma anche da quello professionale...» Assessore Renato Tessadri

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esistenti in modo da garantire una viabilità più razionale sia per i veicoli che per ai pedoni. «Anzi - prosegue l’assessore - si dovrà studiare una viabilità il più possibile libera da barriere architettoniche per consentire alle persone diversamente abili o che comunque usano una carrozzina di muoversi liberamente. Si dovrà intervenire, come è stato fatto in via Pennella e come si sta facendo in via Maier, per realizzare dei camminamenti con marciapiedi a raso. Anche l’entrata principale dell’ospedale da via Spolverine è oggetto di particolari attenzioni. Verrà realizzata una rotatoria e il Comune sembra voglia approfittare dell’occasione per pensare ad una specie di “variante” per eliminare il traffico dal centro». «L’importanza del nuovo Villa Rosa – dichiara ancora l’assessore Tessadri - si vedrà anche con i benefici economici che ne trarranno i negozianti, gli albergatori e i ristoratori di Pergine, oltre al fatto che l’aumento di oltre 120 posti letto vuole dire che ci sarà un conseguente aumento di almeno 30 unità di personale sanitario che si spera avrà una ricaduta sul nostro territorio. Infine sarà interessante pensare per il vecchio Villa Rosa in collina un adeguato utilizzo per poterlo valorizzare».

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EMOZIONI DI UN

IL CORO VALBRONZAL Qui sopra, il coro in concerto presso l'Aula Magna del Comando regionale del Corpo Forestale dello Stato all'Aquila Nella foto sopra il titolo: il coro si esibisce, in collaborazione con il Comando dei Vigili Urbani di Roma, davanti alla fontana di Trevi

Ripercorriamo le tappe del fortunato tour del Coro Valbronzale, partito in pullman dalla Valsugana il 17 dicembre scorso per portare il proprio repertorio religioso di canti della montagna e di tradizione popolare nella capitale, nelle zone terremotate dell'Abruzzo, fino allo splendido Santuario di Greccio a Rieti..... di Johnny Gadler


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TOUR

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Il racconto del fortunato tour dello scorso dicembre

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utti i coristi, al ritorno dal loro tour dicembrino, sulla fine del 2009, a Roma, a Greccio fino ad Onna d’Abruzzo ripetevano: “Abbiamo visto molte cose, incontrato molte persone, ma soprattutto abbiamo vissuto emozioni così forti da rendere indimenticabile il nostro viaggio”. Lunedì 17 dicembre i coristi raggiungono con il loro pullman la città di Rieti, ospiti per la notte della Scuola del Corpo forestale dello Stato nella sede di Rieti. Il giorno dopo a Roma per la loro prima

esibizione canora: davanti al Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini, ai parlamentari, a numerosi ospiti. Un concerto per il Parlamento, assieme ad altri otto cori provenienti da diverse regioni d’Italia. Una festa! I colori delle diverse divise dei coristi, la TV che riprendeva il concerto, ogni coro presentava due canzoni del proprio repertorio. Per concludere poi, tutti insieme, con il canto de “La Montanara” e dell’ “Inno di Mameli”. Come dimenticare gli applausi, i ringraziamenti del Presidente, il fascino del luogo ove si decidono le sorti del Paese, gli uscieri gallonati, la solennità

e la bellezza dei grandi saloni di Montecitorio. Una volta usciti la città esplodeva di luci nella notte serena. Per le strade turisti, cittadini, gente di ogni tipo, ragazzi e ragazze, attorno un traffico intenso. Il Responsabile dei Vigili Urbani di Roma chiede al Coro un breve concerto, da tenersi davanti alla Fontana di Trevi e nella vicina Chiesa di San Vincenzo; ancora note ed applausi. Poi un’altra breve esibizione davanti al Presepio allestito in Piazza di Spagna. Il coro stupisce e rallegra i numerosissimi turisti che affollano la bella scalinata. La cena, in una tipica trattoria romana,


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Roma, concerto alla Camera dei Deputati alla presenza dell'On. Gianfranco Fini

Roma, foto di gruppo con i sindaci davanti alla Camera dei Deputati

Aula Magna del Corpo Forestale di Stato con il Vice Questore Aggiunto Forestale dr. Margarita (al centro), il Sindaco di Ospedaletto Ruggero Felicetti (a sinistra) e il Sindaco di Bieno Giorgio Toniolli (a destra)

quindi, senza fermate, fino a Rieti, dove il Coro trova ancora ospitalità per la notte presso la Scuola del Corpo forestale. Il giorno dopo, 19 dicembre, il cielo è tornato sereno, con il solito familiare pullman si entra nella cosiddetta “Valle Sacra” con i suoi piccoli paesi nobili per le loro chiese, segnali dell’antica presenza francescana, conventi e santuari. Convento “La Foresta”, convento di “San Giacomo”, presso Poggio Bustone, convento di “Fonte Colombo”. Ecco però all’orizzonte il monte Terminillo, ci si ferma a Greccio. Tutto s’avverte come sacro, si parla sottovoce, il terreno è bianco di neve, passi silenziosi fino al Santuario. Qui San Francesco inventò il primo Presepio della storia; i pastori, le pecore, la capanna, Maria, Giuseppe e un bambinello di legno nella culla, Gesù, che prese vita per un po’; un miracolo, fatto per il Santo e per il popolo. Tre frati, sono tutto il convento. Il Padre Superiore, padre Luciano, aspettava il Coro, conosceva infatti da tempo il suo direttore. Il piccolo eremo nel quale visse San Francesco, il Coro, la Sacrestia, la cella di San Bonaventura. Il Coro dedica al primo successore di Francesco le affascinanti note natalizie di “Stille Nacht”. Infine, nella piccola Cappella, padre Luciano celebra la Santa Messa, una mistica celebrazione

di Natale che il coro commenta ed esalta con il canto. I tre frati insieme benedicono e ringraziano i coristi, tutto sembra segnato da una presenza invisibile ma forte dell’antico Santo di Assisi. Tutto s’imprime nel cuore in modo indelebile. Il viaggio prosegue verso Rieti e poi fino ad Onna, alla periferia dell’Aquila, che riprende a vivere dopo il tremendo terremoto. Alcuni rappresentanti del Comando Regionale Corpo Forestale dello Stato accompagnano i coristi nella visita ai luoghi dove, assieme alla memoria del terremoto, rinasce la speranza della quale sono segno anche le nuove casette in legno preparate dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla sua organizzazione di Protezione Civile. La vita rinasce gradualmente. Il coro attraversa, su dei piccoli pullman della forestale, la città dell’Aquila che è nel silenzio ma i molti lavori di restauro degli edifici storici e delle chiese aprono il cuore alla speranza che ritorni la vita nella città com’era e dov’era. Non un sogno ma una forte volontà che unisce tutti gli abitanti. Il coro partecipa all’impresa offrendo alla cittadinanza un concerto nella grande sala del Comando Regionale della Forestale. Presente il rappresentante del Sindaco, altre Autorità, il Personale del C.F.S. ed


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TENORI I BALDI RICCARDO Maestro BERNARDI UMBERTO BRANDALISE EZIO Presidente CAPPELLARO GIACOMO DIVINA ADRIANO LORENZIN MAURIZIO MOSER ITALO MOLINARI RICCARDO TARAVAN DANIELE VESCO PAOLO VOLTOLINI GIUSEPPE TENORI II FONTANA TERESIO MINATI DAVIDE MICHELETTI ANTONIO NICOLETTI DARIO SACCHINI CELESTINO

mostra presso il santuario a rendere il ricordo di Greccio il più dolce, il più morbido, il più condiviso fra i coristi; tutto raccolto attorno ai tre frati, ai fedeli, alle pietre del Convento che dal 1200 segnano la memoria di San Francesco, del Presepio, dei digiuni e delle preghiere dei primi frati che sentivano così vicino il respiro di Dio.

I CORISTI BARITONI BELLO PAOLO BOSO FRANCO CAREGNATO ERNESTO MELZANI GIANPAOLO ONGARO SILVANO SCOTTON GIANCLAUDIO ZENTILE MAURIZIO BASSI BALDI NICO CAVAGNA MASSIMO CAVALLI ANGELO FONTANA CELESTINO INSOMMO DANIELE VOLTOLINI DAVIDE

Rieti, S. Messa al Convento di S.Francesco a Greccio

«...Ecco all’orizzonte il monte Terminillo, ci si ferma a Greccio. Tutto s’avverte come sacro, si parla sottovoce, il terreno è bianco di neve, passi silenziosi fino al Santuario....»

Roma, il coro si esibisce all'interno della Cattedrale di San Vincenzo

Roma, foto di gruppo davanti alla Camera dei Deputati

Abruzzo, il coro visita la chiesa di Onna recuperata anche dai volontari del Trentino

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il popolo dell’Aquila. Si ritorna, a conclusione del concerto, a Rieti, per la notte e il giorno dopo si rientra a casa. È il 20 dicembre 2009. I ricordi sono chiusi nel cuore e s’aprono, lentamente, dalla memoria al racconto. Sarà stato il tempo di Natale, la neve sul sagrato, i presepi del mondo nella piccola

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Il Maestro Riccardo Baldi

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ato a Ospedaletto il 25 novembre 1934 e ivi residente in via Roma, 2A. Coniugato dal 18 ottobre 1956, con due figli e cinque nipoti. Da giovane incomincia la sua attività lavorativa presso

l’officina meccanica Armellini di Borgo, fino al compimento dei 19 anni. A vent’anni parte per la Svizzera come immigrato insediandosi a Zurigo, dove lavora come meccanico presso l’officina Callegari. Diventa dopo alcuni anni, operaio specializzato Fiat e Citroen e cambia officina per entrare nelle file della Boxler (specializzandosi in automatismi americani e tecnico Gruppo Volkswagen. ) In poco tempo viene nominato capo officina presso la ditta Hofman concessionaria Ford di Zurigo. Nel 1972 rientra in Italia e fonda subito la sua prima officina FIAT in Ospedaletto. Nel 1980 crea la sua seconda officina in via Nazionale, sempre in Ospedaletto. Si congeda definitivamente dal lavoro imprenditoriale nel 1998, cedendo tutte le sue attività, in un primo tempo al figlio Franco e successivamente al genero Gianpaolo Melzani e alla figlia Bruna. Quando si trovava a Zurigo aveva contribuito alla fondazione del gruppo AVIS Internazionale, in collaborazione con la Croce Rossa di Ginevra, facendo parte per molti anni del direttivo. Nel 1960 sempre a Zurigo fornisce la sua collaborazione al Gruppo Ciclistico Italiano “l’Aquila” (fondato nel 1907 e tutt’ora attivo) in qualità di vice-presidente. Durante il periodo di permanenza a Zurigo, manteneva i contatti con tutti i “Valsuganotti” emigrati in Svizzera tramite il Consolato Italiano, attraverso il Console Plenipotenziario dott. Meschinelli. Nel 1961 ha fondato il primo coro de-

gli Alpini di Zurigo, denominato coro “Penne Nere”. Ha diretto per oltre sei anni il coro “Griitli-Mannerchor” di Zurigo. Nel 1971 viene nominato socio onorario del coro “Grutli-Mànnerchor”. Dal 1973 ad oggi, presta la propria voce e consulenza al coro parrocchiale “S.Egidio” di Ospedaletto. Nel 1975 fonda e dirige il coro “ValBronzale” di Ospedaletto (composto da trentacinque elementi), che dopo oltre trentatre anni di attività, ha eseguito 750 concerti, sia sul territorio italiano che all’estero (Brasile, Polonia, Germania, Spagna, Svizzera e Slovacchia). Nel 2000 fonda il coro “CI.TA.VI.” in Brasile nello stato di Santa Caterina Rio do Oeste, su preciso incarico della Provincia Autonoma di Trento - Assessorato alle Attività Culturali, iscritto successivamente alla Federazione Provinciale Cori del Trentino. Nel 1988 fonda il coro “La Rondine” di Enego (VI), che attualmente dirige, composto da venti elementi. E’ stato per molti anni membro del Consiglio di Amministrazione della famiglia Cooperativa e della Cassa Rurale di Ospedaletto. Tutt’ora è Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del Consorzio Miglioramento Fondiario Brentale di Ospedaletto. Il giorno 15 aprile 1970 il Presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat, con proprio atto, numero di registro 1276 conferiva l’alta onorificenza di Cavaliere all’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Sono in corso le procedure presso il ministero degli interni per il conferimento di un prestigioso titolo onorifico.

Roma, cena conviviale nella trattoria "All'Archetto" con il sindaco di Grigno


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TESTATINA

LETTERE AL DIRETTORE Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 Fax 0461.756833

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redazione@lafinestra.it

BORGO: IL TRAFFICO E L’INQUINAMENTO

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ono ormai molti anni, troppi, che si parla di trovare una soluzione al sempre maggior traffico che attraversa la Valsugana e questo traffico aumenta di giorno in giorno, creando oltre ai disagi e ai pericoli, un sicuro inquinamento ambientale spesso trascurato perché raramente si sono analizzati nello specifico i dati sia in termini numerici di veicoli che in termini scientifici. Premesso che per la formulazione dei dati che espongo mi sono affidato a degli studi e ad atti provenienti da convegni e che non è mia intenzione creare allarmismi nella popolazione bensì rendere noti dei dati, che sarebbe comunque utile approfondire e dettagliare, al fine di avviare una convinta e definitiva trattativa con la Giunta Provinciale per risolvere per quanto possibile il problema, osservando comunque, a mio modesto parere, che per quanto possa essere importante la messa in sicurezza della S.S. 47 questo tipo di intervento non risolve il problema del traffico; al contrario ci si augura che questa non diventi poi una autostrada a costo zero con ulteriore incremento di traffico e relativo inquinamento. Chiaramente non condivido che un eventuale pedaggio giustifichi questo perché la ricadu-

Riceviamo e pubblichiamo la mozione presentata da Armando Orsingher, del Gruppo Consiliare P.A.T.T. Civica Autonomista di Borgo Valsugana.

ta economica non giustifica il disagio e l’inquinamento. Innanzitutto consideriamo il traffico che interessa nello specifi co il nostro Borgo, ed osserviamo come nel tratto che interessa la ex strada statale, adesso denominata S.P. 109 abbiamo dal confine con Castelnuovo al confine di Roncegno una lunghezza di percorrenza di Km. 3.900 mentre sappiamo che la lunghezza di percorrenza della Superstrada della Valsugana sempre da confine a confine è di Km. 3.050. Sappiamo che sulla S.P. 109 transitano giornalmente circa 13mila veicoli (dato medio) e che sulla S.S. 47 transitano giornalmente circa 35mila veicoli. Ho defi nito volutamente veicoli in quanto non si conosce nel dettaglio il tipo di mezzi transitanti, se camion, se auto o motocicli. Si consideri come dato medio un consumo del 8% per veicolo e troveremo questi dati: S.P. 109 = Km. 3.900 x 13.000 veicoli S.S. 47 = Km 3.050 x 35.000

veicoli. 8 litri x 100 Km. = 0.08 litri per Km S.P. 109 = 3.900 x 0.08 = 0.312 litri per veicolo S.S. 47 = 3.050 x 0.08 = 0.244 litri per veicolo S.P. 109 = 0.312 x 13.000 = 4056 litri/giorno S.S. 47 = 0.244 x 35.000 = 8540 litri/giorno Totale: 12.596 litri/giorno Trasformo 12.596 litri in Kg. e avrò un dato di Kg. 9069.12 Kg/giorno Osserviamo come un Kg di benzina o gasolio produca nella sua combustione circa 4.41 Kg di gas effetto serra. Kg/comb. 9069.12 x 4.41 Kg/ gas serra = 39.994,819 Kg/ giorno gas serra.

Considerando che il Comune di Borgo Valsugana ha circa 7000 abitanti troviamo questo dato particolarmente interessante: 39.994,819 Kg/die: 7000 = 5.71 Kg/giorno pro capite di gas serra. Questo dato, quanto mai significativo non tragga comunque in inganno perché non dobbiamo fermarci al solo gas serra, bensì dobbiamo tener conto di tutti gli altri agenti inquinanti presenti o dovuti al traffico quali emissioni di monossido, idrocarburi incombusti, ossidi, diossine, P.M. di varie misure, anidridi, nonché da residui emessi dai veicoli come particelle di gomma e freni. Chiaramente questi dati possono essere trasferiti per un raffronto alla tratta che interessa la nostra valle, avremmo delle cifre a dir poco enormi, dati che devono far riflettere, che comunque possono anche venir rapportati ad esempio su tratti particolari come può essere il Corso Ausugum dove per una breve percorrenza, comunque racchiusa da case e quindi scarsamente arieggiata, si contano circa 700 veicoli al giorno. Ricordiamo che i bambini risentono maggiormente di tutto questo! Tenendo conto di quanto esposto e osservando come l’ambiente sia di particolare importanza per la salute pubblica della quale il Sindaco è garante, si impegnano Sindaco e Giunta a promuovere nel minor tempo possibile un tavolo di lavoro con la Giunta Provinciale al fine di arrivare ad una soluzione non più procrastinabile del problema evidenziato e che tenga conto anche del completamento della Autostrada della Valdastico, auspicato nei programmi elettorali, che per buona parte risolverebbe i problemi veicolari della Valsugana. Armando Orsingher Gruppo Consiliare P.A.T.T. Civica Autonomista


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LETTERE AL DIRETTORE

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ODONTOSTOMATOLOGIA A BORGO VALSUGANA Riceviamo e pubblichiamo la mozione del consigliere comunale Armando Orsingher sul ridimensionamento dell’U.O. di odontostomatologia di Borgo.

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ino al 30 dicembre 2010 all’U.O. multizonale di Odontostomatologia dell’Ospedale San Lorenzo di Borgo è stata affidata una parte dell’assistenza odontoiatrica erogata dall’APSS all’utenza Provinciale. Questa parte comprende: prestazioni di chirurgia orale rivolte alla popolazione generale; urgenze rivolte a tutti i presenti sul territorio provinciale; assistenza odontoiatrica (oltre che ortodontica per soggetti in età pediatrica) completa ai soggetti affetti da disabilità psicofisiche su base multizonale; visite e consulenze per patologie delle mucose orali alla popolazione della Provincia di Trento; visite e consulenze per patologie articolazione temporo mandibolare alla popolazione della Provincia di Trento. Sempre fino al 30 dicembre 2010 e sulla base della LP. 22/2007 e successive modifiche (l’ultima risale a giugno 2009) le strutture APSS di erogazione della chirurgia orale in Provincia di Trento erano l’U.O. di Chirurgia M/F di Trento e l’U.O. di Odontostomatologia di Borgo. Alle due U.O. confluiscono pazienti da tutta la Provincia di Trento, indirizzati via CUP sia dai poliambulatori distrettuali (specialisti SUMAI ) sia da professionisti esterni che siano essi convenzionati e non. Il volume di attività dell’U.O. di Odontostomatologia di Borgo, con riferimento specifico alle sole prestazioni di chirurgia orale ambulatoriale è estrema-

mente notevole, con volumi prestazionali quantitativamente comparabili (se non considerevolmente superiori per Borgo) all’erogazione della chirurgia orale ambulatoriale dell’U.O. M/F di Trento. I tempi di attesa per ricevere la prestazione di chirurgia orale attualmente sono di due mesi a Borgo, di oltre sei mesi a Trento. A dimostrazione che, a Borgo, le cose funzionano molto bene, e che proprio da Borgo, attualmente, la richiesta di chirurgia orale dell’intero Trentino alla APSS riceve la risposta più efficace. Da quanto sopra, appare evidente che l’attività di chirurgia orale svolta a Borgo è tutt’altro che “residuale” come dichiarato dal prof. Campolongo sul giornale l’Adige del 05/01/2010. Essa al contrario è una delle due principali attività qualificanti. È innegabile che fino ad oggi l’U. O. di Borgo sia stata il polo di riferimento dell’odontoiatria provinciale, soprattutto per ciò che riguarda la chirurgia orale erogata alla popolazione in generale e l’assistenza ai disabili e che le due attività sono sempre garantite con massima soddisfazione dell’utenza, realizzando un equilibrio ottimale tra richiesta prestazionale e utilizzazione delle risorse. Impedire all’U.O. di Borgo di erogare prestazioni in uno dei suoi campi di attività più qualificanti quantitativamente e qualitativamente, a fronte del fatto che proprio da Borgo la richiesta di chirurgia orale dell’intero Trentino all’APSS riceve

redazione@lafinestra.it

la risposta più efficiente e quindi appare come un danno alla salute degli utenti che vengono privati di una risposta esistente, rapida e qualificata, nonché un aggravio economico per l’APSS che si vedrebbe costretta a sostituire con nuovo personale e nuove strutture partendo in ogni caso da una realtà meno efficiente. Chiaramente la professionalità e la dignità degli operatori di Borgo viene lesa, i quali vedrebbero preclusa la possibilità di fornire quelle prestazioni che sino ad ora hanno erogato con piena soddisfazione dell’utenza, dell’APSS e della P.A.T. Qualora le indicazioni della delibera 3344/2009 venissero attuate, troveremo i pazienti della Valsugana e del Primiero, fino ad oggi trattati chirurgicamente a Borgo, costretti a recarsi a Trento oppure (assurdo) trattati sì a Borgo, ma dagli operatori dell’U.O. di Trento che verrebbero in trasferta a fare ciò che gli operatori di Borgo non sarebbero più autorizzati a fare! Risulta chiaro che la delibera

di cui all’oggetto determina di fatto una situazione equivoca e dannosa a tutte le parti in causa, e il fatto che l’U.O. di Borgo prosegua nella sua attività chirurgica non pregiudica l’attività dell’U.O. di Trento, anzi l’U.O. di Borgo continuerebbe ad assorbire efficacemente una parte della domanda di prestazioni in sinergia con l’attività di Trento e dell’attività che essa è destinata a fare. A fronte di tutto questo si impegnano Sindaco e Giunta, a chiedere all’Assessore Provinciale competente con somma urgenza visto il carattere sociale in oggetto, di cambiare il dispositivo degli allegati alla delibera 3344 del 30/12/2009 (Direttive della Giunta Provinciale per l’attuazione della legge Provinciale 12 Dicembre 2007, N.22 ) previsti alle Pagine 35/36/37 dove si legge che le prestazioni erogate dall’U.O. multizonale Odontostomatologia Ospedale di Borgo Valsugana, limitatamente ai soggetti disabili psichici e psicofisici. Nel nuovo testo ci si limiti alla semplice indicazione prevista come sede di erogazione alla U.O. multizonale Odontostomatologia Ospedale di Borgo Valsugana. Togliendo quelle poche parole finali si evitano grandi disagi alla nostra popolazione, si mantiene una struttura qualificata, efficiente e che fino ad ora ha dato lustro al nostro Ospedale di Borgo che deve essere potenziato e non ridimensionato. Armando Orsingher Gruppo Consiliare P.A.T.T. Civica Autonomista Borgo Valsugana


CRONACHE LEVICO. Dettagliato resoconto della presidente Janeselli

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Nel corso di una conferenza stampa, la presidente del Centro don Ziglio di Levico Terme dott. ssa Piera Janeselli, ha presentato un dettagliato resoconto dell’attività svolta nel 2009 ed illustrato le principali iniziative che saranno adottate nel 2010.

L

di Mario Pacher a dott.ssa Janeselli in particolare ha sottolineato come nel 2009 siano stati proposti ed elaborati i progetti relativi all’organizzazione del personale e alla riorganizzazione interna dei servizi socio-educativi, e attivata anche l’attività dei laboratori. Per quanto riguarda il nuovo rapporto con i servizi territoriali, si è registrato un aumento delle domande di ammissione di ospiti sia maschili che femminili, mentre per l’organizzazione

dei “Gruppi Famiglia”, al fine di dare al personale educativo maggiore possibilità di seguire le ospiti nel loro percorso socio-educativo e assistenziale, si è aggiunta una nuova Oss ai gruppi educativi. L’esperienza è stata molto positiva, ha detto, e anche economicamente sostenibile in quanto il comune di Trento ha accettato l’integrazione della retta in uso. «Se il 2009 si configura come l’anno degli “assestamenti” organizzativi, il 2010 si pone come l’anno della qualificazione per quanto riguarda la scelta dei criteri per le nuove ammissioni conformemente alla decisione

La dott.ssa Piera Janeselli

del consiglio di amministrazione del 29 ottobre 2009». La funzionalità organizzativa dei vari settori di riferimento alla struttura, dal settembre scorso è in mano alla dott.ssa Silvana Campestrin che riesce a gestire le competenze assegnatele. Al fine di portare a regime i posti vacanti in organico e per una migliore qualità dei servizi, sono stati indetti i seguenti concorsi: 2 posti per fisioterapista;

3 posti per infermiere professionale; 9 posti per operatore socio-sanitario. I sistematici incontri con il Comitato dei Famigliari, ha messo in evidenza un rinnovato rapporto con il consiglio di amministrazione e con tutti i dipendenti. Nel 2010 si dovrà dar vita al protocollo per le ammissioni e al regolamento comportamentale per gli ospiti. Il Centro don Ziglio necessita di un completamento dei servizi sia alla persona che alla famiglia e la possibilità di creare le condizioni per un reale inserimento. Le rette per il 2010 sono state leggermente ritoccate, passando da 160 e 162 euro giornalieri, di cui il 20% a carico delle famiglie. La presidente ha sottolineato poi la validità del Centro don Ziglio anche sotto l’aspetto occupazionale, dando lavoro, a vario titolo, a ben 120 persone.

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Don Ziglio: bilanci e programmi


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TESTATINA

LETTERE AL DIRETTORE

Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 Fax 0461.756833

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COMITATO OSPEDALE BORGO

LE NOSTRE DOMANDE ALL’ASS. UGO ROSSI

I

l 5 gennaio scorso, abbiamo letto sui quotidiani locali gli articoli relativi alla delibera provinciale che sottrae alla “Unità operativa multizonale di odontostomatologia dell’ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana” l’attività di chirurgia orale nel settore odontoiatrico. Giustamente il sindaco di Borgo ha protestato appena conosciuto l’atto di giunta provinciale, interpretando così il pensiero della popolazione locale, dei loro amministratori e del nostro comitato, forte di ben 5.500 firme di adesione, perché ha visto in esso una diminuzione delle potenzialità operative del locale ospedale (già diminuite con la chiusura del punto nascita e con la diminuzione degli atti chirurgici svolti dalla locale equipe), nonché una svalutazione della professionalità riconosciuta anche fuori provincia, acquisita in decenni di attività, dall’equipe odontoiatrica

L'Ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana

guidata fino alla fine di novembre 2009 dal dott. Ettore Valesi Penso (a cui va la nostra massima stima). A questa equipe odontoiatrica rimane l’attività di chirurgia orale rivolta ai disabili psichici e psicofisici (pag. 37 allegato al DPG. n° 3344 del 30-12-2009). Esplorato questo aspetto che è il più immediato e più che sufficiente per giustificare la protesta dei nostri amministratori non possono essere ignorati altri aspetti delle delibere in corso per regolamentare l’attività odontoiatrica che sarà presa in carico dalla APSS trentina. Se l’attività di chirurgia odontoiatrica che l’allegato al DPG n° 1585 del 25-06-2009 affidava alla “Unità operativa multizonale di odontostomatologia dell’ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana” viene a questa sottratta, è giusto chiedersi a chi viene affidata; essa viene affidata alla equipe maxillo facciale del S. Chiara che la DPG del 25 giugno 2009

aveva abilitato all’attività di odontoiatria. (ecco in corsivo il testo DPG di riferimento: disporre la trasformazione della denominazione dell'Unità Operativa di Chirurgia maxillo-facciale del Presidio Ospedaliero S. Chiara di Trento, da "Unità Operativa di Chirurgia maxillo-facciale" a "Unità Operativa multizonale di Chirurgia maxillo-facciale e Odontostomatologia"). Premesso che chi è specializzato solo in maxillo facciale stando alle normative nazionali (di rango giuridico superiore alle delibere di una PAT) non è abilitato a svolgere attività odontoiatrica, nascono alcune domande da porre all’ass. Ugo Rossi. Come si può sperare di ottenere una diminuzione dei tempi di attesa nelle prestazioni odontoiatriche se vengono diminuiti gli addetti ai lavori? Come si può sperare di avere un servizio molto qualificato se esso viene tolto a chi è qualificato per

titoli accademici ed esperienza acquisita per darla a chi è privo dei titoli per esercitarla legalmente? Nessuno può ignorare che Borgo svolge già il 65-70% dell’attività chirurgica provinciale con tempi di attesa decisamente inferiori, 45gg di attesa, rispetto a quelli proposti dal S. Chiara che sono di circa sei mesi, secondo l’articolo apparso su L’Adige del 16/11/2009 titolato “Denti e affari in ospedale” a Trento. Invitiamo i nostri amministratori locali, in particolare il sindaco di Borgo e il presidente del distretto sanitario del C3, Fulvio Ropelato, ad interpellare l’ordine dei medici e degli odontoiatri per conoscere le competenze dei maxillo facciali rispetto agli odontoiatri. Invitiamo l’equipe odontoiatrica di Borgo a domandare “lumi” all’ordine dei medici sulla adeguatezza delle delibere nominate, a difendere le sue competenze e la sua professionalità nelle sedi opportune, perché così facendo non tutela solo se stessa ma anche i cittadini che hanno diritto a prestazioni svolte secondo la normativa da personale abilitato e professionalmente qualificato. Domande e inviti nell’interesse delle popolazioni. Ci aspettiamo il ripristino di una situazione che ci tuteli, che valorizzi al meglio le risorse disponibili, che produca risparmio e tempi di attesa ridotti. Prof. Paolo Costa Presidente del “Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Borgo e la riapertura del punto nascite”

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Le lettere possono essere inviate a:


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CRONACHE

FERROVIA. Interrogazione della Lega Nord

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Quel Treno per la Valsugana

C

on un’interrogazione presentata in Consiglio provinciale, i consiglieri della Lega Nord Trentino – Savoi, Civettini, Casna, Filippin, Penasa e Paternoster – si occupano nuovamente della linea ferroviaria della Valsugana che – scrivono - «ha sempre goduto di poca considerazione sia da parte di Trenitalia che della Provincia di Trento». «Pochi – affermano i sei rappresentanti del Carroccio - sono stati gli interventi per migliorarne il percorso e per velocizzare il trasporto delle persone. I pendolari che tutti i giorni arrivano a Trento dalla Valsugana sono molti, tant’è che sono stati affrontati ultimamente lavori importanti sulla strada statale 47 per evitare code e rallentamenti a coloro che utilizzano il mezzo proprio o le corriere. Lo stesso discorso non è però stato fatto per la linea ferroviaria. L’unica soluzione che è venuta in mente ai responsabili è stata di sopprimere alcune fermate per ridurre i tempi di percorrenza». Sorte toccata anche alla fermata di San Cristoforo, di cui si parla molto sulla stampa e per la cui riapertura si stanno raccogliendo firme. La Lega Nord Trentino già nel 2008 aveva chiesto al Comune di

Stazione ferroviaria a Borgo Valsugana (foto sito comune.borgo-valsugana.tn.it)

«Fa discutere la soppressione della fermata di S. Cristoforo»

Pergine di apportare delle migliorie alla stazione di San Cristoforo per agevolare l’utilizzo di questa fermata con la creazione di un parcheggio. «Il non poter lasciare la propria macchina nelle vicinanze della stazione – osservano i consiglieri provinciali della Lega Nord Trentino - può essere un motivo per cui ci siano pochi utenti che la utilizzano. Bisogna però tener conto che nei mesi estivi San Cristoforo costituisce una frequentata meta turistica e che molti villeggianti utilizzano la stazione

per recarsi nei paesi vicini e nella città di Trento. Il fatto che siano state soppresse alcune fermate durante l’arco della giornata fa pensare che si stia andando verso la soppressione definitiva della stazione». «In questo periodo in cui si parla molto di problemi climatici dovuti all’inquinamento – proseguono gli esponenti del Carroccio - la Provincia dovrebbe attivarsi affinché vengano potenziati i mezzi di locomozione alternativi alla macchina e meno inquinanti, come ad esempio il treno». Pertanto i sei consiglieri provinciali della Lega Nord Trentino interrogano il Presidente della Provincia per sapere: «perché si è deciso di sopprimere, durante l’arco della giornata, alcune fermate presso la stazione di San Cristoforo al Lago; perché non si eseguono lavori per potenziare la linea ferroviaria per permettere la percorrenza più veloce del treno senza dover per questo sopprimere delle fermate utili alla popolazione; se c’è l’intenzione di sopprimere definitivamente la fermata di San Cristoforo; perché non si sollecita il Comune di Pergine affinché realizzi un parcheggio che permetta agli utenti di lasciare la propria auto alla stazione e poter, così, utilizzare il treno, mezzo sicuramente meno inquinante».

LEVICO Pensione per due

BORGO VALSUGANA Parcheggi e marciapiedi: via libera ai lavori

Lo scorso 31 dicembre per due dipendenti della Cassa Rurale di Levico è giunta la pensione. Franco Pasquale, vicedirettore, ha lasciato dopo 33 anni di Cassa, e il capoufficio Raffaele Recchia dopo 29 anni. Per l’occasione Franco e Raffaele hanno offerto a tutti i colleghi di lavoro di ieri e di oggi, nonché a tutto il CdA e al collegio sindacale, una cena presso un noto ristorante di Levico.

Su proposta dell’assessore Mauro Gilmozzi, la giunta provinciale il 22 dicembre scorso ha accolto la richiesta del comune di Borgo Valsugana, confermando che la parte del finanziamento non utilizzato per i lavori di adeguamento del nido d’infanzia relativa al secondo stralcio non ancora avviato, pari ad euro 217.044,81, potrà essere utilizzata per i seguenti interventi: completamento del parcheggio al cimitero (25.300 €); riqualificazione dei percorsi pedonali fra Borgo e Olle (91.800 €); rifacimento del marciapiede di Via della Fossa (100mila €). La decisione rientra in quel che è previsto dal protocollo d’intesa in materia di finanza locale per il 2009, con cui si avviava una ricognizione delle opere già programmate e finanziate dai Comuni, allo scopo di indirizzare la spesa d’investimento verso criteri di

Franco Pasquale (a sinistra) e Raffaele Recchia

immediata spendibilità delle risorse e di accelerare i tempi di realizzazione, nell’ottica anticongiunturale che sostiene l’intera manovra finanziaria provinciale. Sulla base di ciò, agli enti beneficiari di contributi per la realizzazione di opere e/o interventi a valere sul Fondo per gli investimenti comunali di rilevanza provinciale e sul Fondo riserva 2006 e 2008, è stata inviata una scheda che riportava, per ciascun intervento non ancora avviato, il relativo stato di attuazione con le eventuali proroghe concesse. Gli enti interpellati potevano sostituire delle opere già finanziate, ma non più considerate prioritarie, con nuovi interventi urgenti, caratterizzati da rapida realizzabilità e spendibilità già nel corrente anno, oppure mantenere le opere finanziate garantendo di accelerarne l’esecuzione.


CRONACHE LEVICO TERME. Riedizione del volume “Gente che va”

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Un libro sull’emigrazione

L

di Mario Pacher

a pubblicazione, che propone soprattutto foto sull’emigrazione che testimoniano tutta la loro drammaticità, era già stato stampato 1967 e ora ripubblicato per volontà del Comune di Levico con il sostegno della PAT e della locale Cassa Rurale. Dopo il saluto e un primo ricordo del levicense don Bebber da parte del sindaco Carlo Stefenelli, l’autore Gios Bernardi ha commentato: «Questa nuova edizione vuole essere un omaggio a don Mario, uomo indimenticabile, di profonda intelligenza, buono e generoso, geniale forte poeta, di grande carisma, aperto a discussioni anche molto vivaci.

Questa è la storia di un emigrante, o di tanti emigranti. Il libro, che sicuramente testimonia un momento di grande difficoltà per il nostro paese, voleva essere non solo un documento sulla povertà, sulla miseria di gran parte della popolazione italiana, ma voleva anche documentare il coraggio di questa gente che, con fatica e sofferenza, tentava di costruirsi un presente, capace di futuro, con fierezza e dignità. È una storia sporca e pulita, come tutte le storie degli uomini. La macchina fotografica ha il torto di averla resa immobile. In realtà il meglio e il peggio sono fuori dall’obiettivo fotografico». Anche il bibliotecario Massimo Libardi e l’assessore Arturo Benedetti hanno ricordato il prete

La presentazione a Levico

poeta don Mario Bebber, la sua brillante intelligenza unita a un temperamento forte che lo portarono ad essere punto di riferimento di associazioni giovanili e sportive, nelle quali alimentò il senso di una religiosità profonda, vissuta come continua ricerca spirituale. Apprezzamento per questa riedizione è venuto anche dal primo cittadino di Caldonazzo Laura Mansini. Mario Bebber nasce a Levico nel 1921. Dopo la sua consacrazione sacerdotale nel 1945, cui fanno seguito varie esperienze pastorali, approda, come docente di religione, all’Istituto per geometri

Tambosi di Trento, dove resterà fino alla sua morte nel 1975. Sono state ricordate anche le tre raccolte di don Mario: Poesie di un prete (1964), L’amore sporca (1969) e Ultimo viaggio, uscita postuma nel 1976, insieme con i Vangeli alla sbarra e Schegge evangeliche, testi che aveva scritto per la radio. Gios Bernardi nasce a Bolzano nel 1923. Medico, specialista radiologo, da sempre con la passione della fotografia, partecipa nel corso degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, a diverse mostre fotografiche a livello nazionale ed internazionale.

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Davanti a numeroso pubblico, è stato presentato presso la sala del consiglio comunale di Levico Terme, la riedizione del libro sull’emigrazione “Gente che va” con fotografie di Gios Bernardi e testi di don Mario Bebber.


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SOCIETÀ

In ricordo di un caro amico

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e per Dante Alighieri i 35 anni rappresentavano già “il mezzo del cammin di nostra vita”, oggigiorno, con il grande progresso medico-scientifico cui abbiamo assistito nel secolo scorso, si può ben affermare che i cinquanta o i sessant’anni rappresentino ancora il tempo della seconda “bella” vita nella quale spesso è possibile, con mente più lucida e l’esperienza del tempo, coronare quei sogni vanamente inseguiti nell’adolescenza. Tuttavia, sebbene l’aspettativa di vita si sia notevolmente allungata, il meraviglioso disegno divino per alcuni, o il destino cinico e crudele per altri, non badano mai all’età anagrafica delle persone. Così spesso ci ritroviamo a piangere la prematura scomparsa di congiunti e amici che tanto avrebbero ancora voluto chiedere alla vita e tanto avrebbero potuto ancora dare alle persone che amavano e alla comunità in cui vivevano. È proprio ciò che è successo a Silvano Moranduzzo, che ha improvvisamente abbandonato la vita terrena lasciando sgomenti e nel più profondo dolore familiari, amici, conoscenti. In questi casi spesso all’incredulità iniziale segue una fase quasi di collera perché, vedendoci privati di ciò che più prezioso e importante possediamo, ci sentiamo vittime di un’ingiustizia e d’improvviso molte cose per noi non hanno più senso. È come se il mondo si dovesse fermare di fronte al nostro dolore. Un atteggiamento diffuso e legittimo, ancorché di nessun aiuto né per noi, che comunque dovremo continuare a vivere, né per la memoria del defunto, che certamente non sarebbe contento di vederci sopraffatti dal dolore. Vi sono dei casi, però, in cui la tragedia di una famiglia non accade invano e dalla disperazione per la perdita di un proprio caro nasce una nuova speranza per tante altre persone e per le loro rispettive

donazione, molti ammalati e pazienti in lista d’attesa hanno potuto trarre beneficio e quindi guardare con speranza al proprio futuro. Per la cronaca a Silvano sono stati prelevati fegato, reni, ossa, tessuti, pelle, bulbi, cornee, cuore e polmoni. Un atto di grande altruismo, una vera lezione di vita per quanti agiscono e vivono solo in funzione del proprio tornaconto. Un gesto di estremo valore civile che diventa ancora più significativo se si considera che Silvano Moranduzzo non era iscritto all’Associazione Italiana Donatori Organi (AIDO). Con questa donazione Silvano ha lasciato un ricordo imperituro e un motivo di consolazione per i suoi cari e la famiglia ha dato una grande lezione di umanità per l’intera società, che troppo spesso sembra aver perso di vista i veri valori della vita, ciò per cui vale la pena nascere, vivere e anche morire. In Italia, purtroppo, sono ancora pochi i donatori di organi. Una maggiore sensibilità nei confronti di questo problema aiuterebbe migliaia di persone a rinascere, togliendo quella spada di Damocle che pende sopra le loro esistenze e le costringe a vivere ogni giorno nella triste consapevolezza che potrebbe essere anche l’ultimo della loro vita. Siamo certi che la scelta della famiglia di Silvano di compiere il nobile gesto della donazione degli organi sarà di esempio e di sprone per molti altri cittadini. Per chi l’ha conosciuto e amato, invece, vi è la consapevolezza che non è morto invano e che la sua memoria rimarrà imperitura, ben oltre queste settimane di lutto in cui, tuttavia, il dolore comincia a lasciar posto alla speranza e a una certezza. La speranza è che Silvano secondo il disegno divino, possa risorgere; l’assoluta certezza, invece, è che Egli continuerà a vivere attraverso altre persone che senz’altro sapranno cogliere, mettere a frutto e moltiplicare questa grande e preziosa eredità: l’altruismo.

Silvano Moranduzzo Un esempio di vero altruismo Con la donazione degli organi di Silvano, la famiglia Moranduzzo ha di fatto concretizzato l’essenza del vero altruismo facendo in modo che molti sfortunati possano oggi guardare al futuro con più serenità. Un atto ed una vera lezione di vita per quanti agiscono e vivono solo in funzione del proprio tornaconto. Un gesto di estremo valore civile che diventa ancora più significativo se si considera che Silvano non era iscritto all’Associazione Italiana Donatori Organi (AIDO)

famiglie. Ciò avviene quando vi è la donazione degli organi, il gesto più nobile che un essere umano possa compiere, poiché, in un momento di totale sconforto dove sarebbe fin troppo facile indulgere all’egoismo, la famiglia permette di donare gli organi per ridare vita e speranza a persone affette da varie patologie, alcune delle quali senza la donazione avrebbero una triste conclusione. Ed è proprio ciò che è accaduto con il nostro indimenticato amico

Silvano. La famiglia, dopo aver sentito il parere dei medici e dopo aver avuto la certezza che il fisico di Silvano era esente da qualsivoglia patologia o disfunzione, anche la più piccola, ha autorizzato i sanitari all’espianto di tutti gli organi. Un prelievo multiplo eseguito da tre equipe del Veneto che ha coinvolto il personale di diverse unità operative di Padova e Treviso. Così, grazie a questa complessa


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ASSOCIAZIONI

La XXXII giornata Nazionale per la Vita

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«I volontari del M.p.V. in Italia hanno evitato la morte a ben 70mila bambini»

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omenica 7 febbraio si celebra la XXXII giornata Nazionale per la Vita. È indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) per favorire nel laicato cristiano e non cristiano la cultura a sostegno della vita e della maternità responsabile anche in condizioni molto difficili, e contenere così gli esiti negativi derivanti da una fuorviante applicazione della Legge 22 maggio 1978, n. 194 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, che pur recita all’art 1: «Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della

morte a ben 70 mila bambini. Tema della XXXII giornata Nazionale per la Vita è “La forza della vita una sfida nella povertà”. Per celebrare la XXXII Giornata 2010 il Movimento per la vita di Borgo ha assunto le seguenti iniziative rivolte alle persone di buona volontà: Venerdì 5 febbraio, ore 18.30, alla chiesetta dell’Ospedale S. Lorenzo si è svolta una “veglia di Preghiera” a favore della vita tenuta da fr. Angelo Del Bavero. Domenica 7 febbraio, dopo le S. Messe, all’esterno di alcune Chiese del decanato sono state vendute delle primule il cui ricavato è andato a beneficio delle iniziative del Centro Aiuto alla Vita (C.A.V.) di Trento. Sabato 13 febbraio alle ore 14.30, presso il Teatro Auditorium del Polo Scolastico “A. Degasperi”, verrà proposto lo spettacolo con burattini “Pinocchio”, preceduto e seguito dai canti del coro le “Note d’oro” della scuola elementare di Scurelle; l’ingresso è gratuito e l’invito è rivolto a tutti in particolare alle famiglie. Paolo Costa Presidente M.p. V. di Borgo

Notizie dal Movimento per la vita di Borgo limitazione delle nascite». La legge stessa prevede lo spazio per azioni tendenti a ridurre le occasioni di aborto all’art 2 comma 6: «I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del

Il Centro Aiuto alla Vita è aperto dal lunedì al venerdì Orario: 9.00 - 11.00 e 15.00 - 17.00 Tel. e fax 0461 220121 e-mail: centroaiutovitatrento@virgilio.it Sede: Trento - Piazza d’Arogno, 7 Altri Centri che operano nella regione: Rovereto, Riva del Garda, Tione, Borgo Valsugana, Pergine, Predazzo, Dimaro, Bolzano, Merano, Folgaria

volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita». I volontari del Movimento per la vita, attraverso i vari Centri aiuto alla vita presenti in Italia, hanno aiutato migliaia di mamme a portare a termine la gravidanza sostenendole nelle difficoltà che attraversavano, evitando così la


CRONACHE

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Interessante proposta del comm. Mario Eichta

Adottare i Cimiteri Militari Italiani

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di Mario Pacher li incontri Italo Austriaci della pace, cerimonie internazionali a ricordo dei Caduti e delle vittime civili della Grande Guerra, ideate e organizzate dal Comm. Mario Eichta con la collaborazione della Croce Nera Austriaca e che si svolgono in massima parte nei cimiteri militari, hanno visto sempre più partecipanti sia in Italia che in Austria. Eichta è sempre più convinto che le cerimonie a ricordo dei Caduti debbano essere effettuate soprattutto dove il soldati hanno combattuto e perso la loro vita o dove

furono sepolti, dopo le sofferenze e le malattie patite anche durante la prigionia. La sua aspirazione, che potrebbe essere accolta anche dalle Sezioni ANA e dalle Federazioni del Fante e sicuramente da altre Associazioni Ex Combattentistiche, sarebbe quella di far adottare dei cimiteri militari, per esempio in Austria, e cercare con il fattivo sostegno della Croce Nera Austriaca e le preziose indicazioni di onorcaduti, di mantenerli per il futuro nel migliore dei modi, come testimonianza della tragedia della guerra e per il costante impegno della pace tra i popoli. Ogni qual volta nei cimiteri militari italiani in Austria, così

Nel cimitero di Mauthausen con il comm. Eichta al centro

come anche in occasione delle cerimonie ideate e organizzate da Eichta a Braunau, a Marchtrenk e a Mauthausen, è sempre grande la commozione nel vedere tanti parenti dei soldati italiani lì sepolti che dopo tanti anni hanno potuto, anche a nome di tante mamme e spose che invano avevano atteso il ritorno alle loro case, deporre un cero, dei fiori e dedicare loro delle preghiere sempre con il cuore affranto. La proposta di Eichta sarebbe proprio quella che le varie Associazioni contribuissero con

i propri mezzi tecnici e con il proprio volontariato, e magari anche con la collaborazione dei Comuni, delle Province e delle Regioni, a mantenere nel migliore dei modi quei luoghi sacri che sono certamente lontani, ma che con il doveroso impegno di tutti sarebbero più vicini sia nei cuori che nelle menti delle persone di buona volontà. Tutto ciò potrebbe arricchire moralmente quanti potrebbero apprestarsi a sacrificare qualche fine settimana, spronati dai più profondi sentimenti di umana pietà.

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Ogni qual volta nei cimiteri militari italiani in Austria, così come anche in occasione delle cerimonie ideate e organizzate da Eichta a Braunau, a Marchtrenk e a Mauthausen, è sempre grande la commozione nel vedere tanti parenti dei soldati italiani lì sepolti…


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TESTATINA

LETTERE AL DIRETTORE Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 Fax 0461.756833

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LEVICO

ANGELI BIANCHI: I NOSTRI 40 ANNI

I

l 2009 è ormai passato. Come ogni anno si tirano le somme delle attività svolte; delle cose belle e di quelle meno belle. Anche le associazioni, quando un anno finisce, guardano indietro per vedere se il tempo che hanno dedicato alla loro passione è stato proficuo. Noi siamo un coro, il Coro Angeli Bianchi di Levico, e quindi per noi guardare indietro significa: cosa abbiamo fatto di nuovo? Dove abbiamo portato il nostro canto? Il 2009 è stato veramente pieno di concerti e di rassegne, al di sopra delle nostre aspettative. Questo ci ha riempito di felicità perché l’impegno di presentarsi due volte alla settimana alle prove ed essere soprattutto assidue alle stesse è spesso pesante. Molti sono stati i concerti a cui abbiamo partecipato, anche fuori provincia, e con grande soddisfazione, anche perché eventi

diversi hanno portato il gruppo ad essere composto di “sole” 14 coriste (poche ma buone, come non manca di ripetere la maestra Silvia Matassoni). Abbiamo avuto anche l’occasione di avere un secondo maestro, Luigi Benatti, che con la sua personalità frizzante ci ha permesso di arricchire il repertorio con pezzi di musica moderna, molto apprezzati dal pubblico, e non vogliamo dimenticare l’aiuto prezioso di Giampaolo Postai al pianoforte. Il 2010 appena iniziato è per il coro Angeli Bianchi un traguardo considerevole, 40 anni, ben 40 anni di canzoni, di emozioni. Il coro femminile Angeli Bianchi, infatti, nasce a Levico nel 1970, voluto e fondato da don Mario Bebber e dal maestro Livio Bosco, che lo dirige per i primi 10 anni di attività, tutt’oggi scrive e armonizza brani per il coro stesso. Alla sua direzione succede quella di Cecilia Vettorazzi ed è

ora diretto dalla maestra Silvia Matassoni. Il Coro si sente impegnato a portare avanti una tradizione corale popolare tipica della nostra regione ma con un occhio di riguardo verso alcune novità, non solo quindi canzoni popolari tipiche dei cori maschili ma anche spiritual e pezzi di musica moderna. Negli ultimi anni abbiamo avuto anche la possibilità di partecipare alla messa in scena di alcune opere teatrali- l’ultima in lingua ladina- sia come coriste che come comparse. Ogni anno il gruppo organizza due rassegne corali con la partecipazione di cori sia trentini che di altre province, e un appuntamento molto suggestivo, il 6 gennaio, “La Cantaporteghi” dove il coro si esibisce nel pomeriggio nei portici più suggestivi della cittadina termale. Nella sua storia il Coro Angeli Bianchi ha partecipato a con-

corsi nazionali e internazionali, alla registrazione di due dischi, alla manifestazione “Venezia in coro” e tiene numerosi concerti nel periodo estivo e natalizio. I festeggiamenti per i nostri primi 40 anni sono già iniziati nel dicembre 2009 con una bella e divertente gita nella capitale. Ma quel che a noi importa è cantare, cantare, cantare… Ed è quello che facciamo ogni volta capita l’occasione; come sempre siamo disposte ad accogliere nuove coriste (o anche dei ritorni) con un’unica richiesta: aver voglia di impegnarsi un po’ per ottenere insieme grandi risultati. Non tutte le favole però hanno un lieto fine. La nostra è una di quelle. Il Coro Angeli Bianchi, infatti, presente da 40 anni, sempre attivo e collaborativo, sempre pronto a rispondere positivamente alle richieste di altre associazioni o del comune, è stato “sfrattato” da più di 4 anni da una stanza che indebitamente era chiamata sede. È quindi un bel coro nomade. Le prove si svolgono presso l’oratorio di Levico (e meno male che c’è) pagando l’affitto. Con questo concludiamo, Buon Anno amici del Coro Angeli Bianchi, Buon Anno collaboratori, Buon Anno maestra Silvia, Buon Anno giunta comunale di Levico….magari il 2010 porterà un regalo anche a noi. Patrizia Giacomini Coro femminile Angeli Bianchi


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LETTERE AL DIRETTORE

Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 Fax 0461.756833

redazione@lafinestra.it

RONCEGNO

CHE DANNO D’IMMAGINE!

S

iamo arrivati quasi al termine di questa legislatura, iniziata nel maggio 2004. Il nostro paese, Roncegno Terme, che a suo tempo si chiamava ancora semplicemente Roncegno, è cambiato, sicuramente in meglio; e questo lo affermo non solo perché convinto di quanto di buono ci circonda, ma anche riportando le impressioni sempre altamente positive di coloro che, a vario titolo, soggiornano anche solo per poche ore e per vari motivi, di lavoro o di svago, nel nostro territorio. Certo, non tutto quello che di bello e buono è stato fatto negli ultimi anni è dipeso dall'amministrazione comunale. Crediamo tuttavia di aver contribuito fattivamente alla crescita e allo sviluppo del nostro paese in tutte le sue componenti, sociali, culturali, economiche e paesaggistiche. Peccato che tutta questa positività sia stata rovinata dall'azione criminosa di alcune persone che, secondo quando affermato dall'autorità giudiziaria, hanno utilizzato il ripristino ambientale della ex cava Monte Zaccon per conferirvi materiali difformi rispetto alle autorizzazioni, facendo assurgere Roncegno Terme agli onori delle cronache come un paese "inquinato" se non addirittura invivibile, in un crescendo di pessima informazione pubblica! Peccato

Nelle foto: la discarica di Monte Zaccon

altresì che la questione Monte Zaccon sia stata strumentalizzata da alcune persone, anche nostri concittadini, le quali, con il cinismo tipico di chi ha a cuore solo il proprio tornaconto di immagine personale, hanno avviato una campagna denigratoria nei confronti di questa amministrazione, facendo leva su fatti inesistenti o riorganizzati ad arte. Peccato ancora che alcuni consiglieri comunali, i quali dopo sei anni non conoscono ancora la differenza tra un'ordinanza e una delibera o tra bilancio preventivo e consuntivo, distintisi più per i comunicati stampa che per proposte costruttive, piuttosto che cercare di identificare responsabilità reali e possibili vie di risoluzione alla questione utili a tutto il paese, abbiano perseverato solo nell'accrescere la visione negativa del nostro Comune, amplificando l'effetto mediatico in modo irrazionale come si può comprendere confrontando situazioni del tutto analoghe come la discarica di Sardagna interessata dalla medesima indagine giudiziaria. Ho sentito dire “il Comune doveva sapere” oppure “certi pareri relativi al conferimento di materiali nel ripristino della ex cava non dovevano essere dati”! E rispondo: su quale base? A distanza di circa un anno dall'avvio della vicenda Monte Zaccon il quadro è molto chiaro.

In primo luogo alla base di tutto vi è l'azione criminosa messa in atto con falsificazioni e inganni da parte di alcune persone. Se poi parliamo di autorizzazioni e controlli, questi per legge sono in carico all'APPA, l'Agenzia provinciale per il controllo sull'ambiente; è la stessa Agenzia che ha autorizzato il conferimento di determinate tipologie di rifiuto "inerte" oggi ritenute non idonee; non è dato di conoscere allo stato attuale quali e quanti controlli siano stati effettuati sui conferimenti presso il ripristino ambientale Monte Zaccon e sarà certamente l'autorità giudiziaria a chiarire la questione. Non vi è dubbio che a noi, a Roncegno Terme, restano i danni ambientali e d'immagine. Per riparare i primi si dovranno cercare risorse economiche importanti ma credo che, in un'azione collaborativa con la Provincia, tenuto conto che la problematica non può interes-

sare solo l'ambito comunale, le risorse tecniche e fi nanziarie saranno certamente identificate e messe a disposizione. Meno facile sarà riparare i danni d'immagine. Non basterà costituirsi parte civile nella causa giudiziaria per recuperare totalmente un'immagine positiva. Molto dipenderà da noi che per primi dovremo (e, forse, avremmo già dovuto) riconoscere il fatto negativo ma assegnargli il giusto peso nell'ambito delle numerosissime iniziative positive che continuano a caratterizzare Roncegno Terme. In pratica, dovremo smetterla di parlare solo di Monte Zaccon come se tutto il resto non esistesse, lucidi e determinati nel riparare o far riparare il danno ambientale, ma altrettanto fieri di tutto il resto. Fra qualche tempo, speriamo breve, la questione Monte Zaccon sarà chiusa e il sito messo in totale sicurezza, mentre la vita a Roncegno Terme dovrà proseguire! Una cara signora mi ha riportato all’attenzione una famosa frase che calza a pennello:"fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce!" Chi non ama il nostro paese, chi è più interessato al proprio tornaconto politico o d'immagine o anche solo a qualche foto o citazione sul giornale, certamente sentirà solo il rumore dell'albero che cade e farà di tutto perché anche gli altri non possano nemmeno percepire il silenzio della foresta che cresce. Ma chi ha a cuore la propria comunità, il proprio territorio, chi ama Roncegno Terme ha certamente l'intelligenza per sentire l'assordante silenzio di un paese che ha moltissime positività, che cresce e si sviluppa, che genera apprezzamento da parte dei visitatori, che risponde alle esigenze dei propri abitanti, che mette in campo formidabili iniziative di volontariato e solidarietà. Vincenzo M. Sglavo Sindaco di Roncegno

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Le lettere possono essere inviate a:


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CRONACHE

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BASSA E ALTA VALSUGANA

BARCO DI LEVICO

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Coro pensionati, quante attività Continua sempre con grande entusiasmo l’attività del coro misto dei pensionati di Barco, nato diversi anni fa fra gli stessi componenti del Gruppo. È formato da una quindicina di elementi che sono costantemente seguiti, nell’insegnamento, dal socio maestro Mario Conci. Spesso il complesso corale si presenta al pubblico con un ricco repertorio di canzoni particolarmente gradite dalla gente, che vanno dai canti popolari d’altri tempi alle canzoni moderne, dai canti della montagna a quelli religiosi. Infatti, oltre a rallegrare le feste all’interno del Gruppo locale, si esibisce anche fuori paese e solennizza spesso le sacre funzioni nella chiesa parrocchiale di Barco. Particolarmente entusiasta per la bravura di questo coro, è la presidente degli Anziani di Barco Gina Elda Moser, che pure ne fa parte. (m.p.)

RONCEGNO

Grande Guerra: un libro di Modena Lo scorso 13 dicembre è stato presentato, nel teatro dell’oratorio di Roncegno, il libro di Vitaliano Modena che ha per titolo La nostra guerra 1914-1920. Memorie di soldati roncegnesi-valsuganotti. Particolarmente suggestiva la serata della presentazione incentrata sullo spettacolo teatrale allestito dal duo Mario CostaGiorgio Dalceggio con brani tratti dal volume fresco di stampa e canzoni permeate dello spirito dei testi. La successione degli interventi è stata guidata dal giornalista di Vita trentina Diego Andreatta che ha introdotto l’intervento del Sindaco di Roncegno Vincenzo M. Sglavo e del Presidente della Cassa Rurale Marco Hueller, e successivamente la lectio, come al solito magistrale, del dott. Luca Girotto e le osservazioni conclusive dell’autore. I contenuti della ricerca di Vitaliano Modena ruotano attorno alle testi-

Il Coro dei Pensionati di Barco in occasione di un recente concerto

monianze dirette lasciate scritte dai protagonisti (diari, memorie, appunti, cartoline postali e lettere dei nostri soldati che hanno per lo più combattuto in Galizia) e sulle testimonianze indirette, collocate in un apposito capitolo, raccolte presso i familiari dei militari che avevano trasmesso qualche frammento di memoria orale relativo alla propria esperienza. Oltre a questo, si rivela particolarmente interessante nel libro l’inquadratura storica degli avvenimenti narrati che precede i memoriali e prosegue nelle note esplicative che rendono il testo essenzialmente autonomo da contributi storici offerti da saggi specifici o contenuti in strumenti di prima informazione. Prezioso, per la gente di Roncegno, il capitolo finale dedicato ai Caduti e Morti in guerra, aggiornato rispetto a quanto finora riportato in forma ufficiale. La nostra guerra si può considerare come la continuazione dell’argomento dei profughi trattato in modo specifico dallo stesso scrittore, raccogliendo in loco le testimonianze dei sopravvissuti e quindi reso pubblico in passato. Il nuovo libro di Vitaliano Modena “La

nostra guerra 1914-1920 Memorie di soldati roncegnesi-valsuganotti”, si può trovare presso la Cassa Rurale di Roncegno fino ad esaurimento della propria disponibilità. (m.p.)

RONCEGNO

8ª Coppa comunale: tutti premiati Al termine della gara provinciale CSI di tennis tavolo denominata “VIII Coppa comune di Roncegno”, svoltasi recentemente nella palestra della scuola media di Roncegno e organizzata dall’US Marter presieduta da Emidio Boccher con la collaborazione della Commissione Tecnica CSI provinciale, si è proceduto alla premiazione sia degli atleti che delle società. Oltre un centinaio i “pinpongisti” provenienti da tutta la provincia di Trento che hanno preso parte alle singole gare divise per categoria e che si sono sfidati su nove tavoli da gioco: Allievi maschile, Juniores maschile, seniores maschili e adulte femminile.

Fuori classifica anche gli atleti FITeT. Queste le graduatorie: Allievi maschile 1° Lorenzo Borsetti ASTT Lavis; 2° Giacomo Cristinelli GS Bolghera; 3° Fabrizio Bonelli US Castel Molina. Categoria Juniores Maschile: 1° Lorenzo Borsetti ASTT Lavis; 2° Mattia Segatta GS Bolghera; 3° Vania Casna GS Bolghera. Senior maschile: 1° Gregoire Wernert GS Bolghera; 2° Gabriele Agostini GS Bolghera; 3° Luca Moresco Villazzano. Adulte femminile: 1ª Federica Demonte Villazzano; 2ª Barbara Anelli US Marter; 3ª Giorgia Miori US Marter. La classifica per società: 1ª GS Bolghera; 2ª ASTT Lavis; 3ª US Castel Molina; 4ª Villazzano; 5ª US San Rocco; 6ª US Marter; 7ª US Castelnuovo. La premiazione è stata fatta dal presidente US Marter Emidio Boccher e dal primo cittadino Vincenzo Sglavo, che hanno consegnato coppe offerte dal comune per le società, mentre i premi di partecipazione ai singoli atleti sono stati offerti dalla società organizzatrice del torneo. Per gli esclusi, nel corso della mattinata è stato organizzato un mini torneo di consolazione che ha dato questi risultati: 1° Loris Boccher, 2° Maurizio Miori, 3° Daniele Trentin. (m.p.).


CRONACHE

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BASSA E ALTA VALSUGANA

Panificio di Ermete, quanti ricordi… Con il 31 dicembre scorso ha chiuso definitivamente l’attività il panificio di Ermete Montibeller a Roncegno, e contemporaneamente anche il suo punto vendita di via S. Giuseppe dove venivano commercializzati tutti i prodotti, dal pane alla lunga serie di dolci. L’attività del panificio Montibeller era

L’ultimo giorno di Clorinda e Giuseppina, davanti al loro negozio di via S. Giuseppe a Roncegno

LEVICO TERME

Fanti, restauro a Passo Vezzena All’ultima recente riunione del direttivo dell’Associazione del Fante di Levico Terme, presieduta dal comm. Enzo Libardi, vi ha partecipato anche il delegato nazionale per il Trentino Alto Adige dott. Guido Orsingher, di recente nomina, che è stato pure festeggiato per il prestigioso incarico. Nel corso della stessa riunione si è provveduto anche alla nomina del sen. Giacomo Santini nella nuova direzione, con incarico speciale di coordinatore del 95esimo raduno interregionale di passo Vezzena, che si terrà domenica 22 agosto 2010. La direzione dei Fanti di Levico ha inoltre approvato all’unanimità il restauro della chiesa di San Giovanni

Battista di Passo Vezzena, situata sulla sommità di un colle, ai piedi di Forte Verle, chiesa costruita negli anni 1941/42 appositamente per ricordare i Caduti della Grande Guerra. La piccola pieve, di proprietà del Comune di Levico Terme, è stata affidata alla cura e gestione della Parrocchia di S. Antonio di Luserna, mentre il delegato nazionale dott. Guido Orsingher si è incaricato di curare personalmente tutti i rapporti con l’ufficio Belle Arti della P.A.T.

Volontari già al lavoro per il restauro

valle. Per tanti anni nel negozio di via S.Giuseppe lavorò la sorella, e poi nel 1945 fu assunta la giovane diciottenne e bella commessa Clorinda, che l’anno dopo divenne sposa di Ermete e lavorò continuamente per 64 anni senza mai fare qualche giorno di ferie. Dopo la morte di Ermete avvenuta nel 1995, il laboratorio passò alla figlia Marina, mentre il punto vendita continuò con la moglie Clorinda alla quale si affiancò, in questi ultimi anni, l’altra figlia, Giuseppina. Lo scorso 31 dicembre, Clorinda, Giuseppina e Marina, prima che fosse abbassata per sempre la saracinesca, si sono ritrovate nel negozio per un momento di commiato proposto da diversi cittadini di quel rione. C’era anche il primo cittadino Vincenzo Sglavo che dopo aver ringraziato le tre donne e nome dell’intera comunità, ha donato loro la medaglia d’argento del Comune, mentre la signora Gabriella Strobele in rappresentanza di quei residenti, ha consegnato loro un mazzo di fiori. È seguito un brindisi collettivo come per augurar loro “buona pensione”, che è stato anche motivo di commozione. Clorinda in particolare non ha saputo trattenere le lacrime nel mettere la parola fine a questa lunga pagina di storia familiare, cara anche a tutta la comunità di Roncegno. (m.p.)

LEVICO TERME

Latte fresco, al distributore Sono in funzione ormai da circa un anno, e la gente sembra apprezzare sempre più il latte fresco proposto dai distributori automatici istallati a Levico Terme, in piazza Venezia e in via Monte Panarotta. Soprattutto quest’ultimo che si trova nelle vicinanze dell’azienda produttrice, l’agricola di Ferruccio Cetto portata avanti anche l’aiuto della moglie Mirella e il figlio Cristian, fa registrare dai 60 ai 70 prelievi giornalieri, mentre in quella di piazza Venezia si arriva intorno ai 50 prelevamenti. I distributori automatici sono aperti sempre, 24 ore su 24, e il costo di un litro di latte è di 1 euro, mentre con la scheda prepagata a ricarica, il prezzo scende a 90 centesimi. L’azienda Cetto, che con le sue 120 bestie di cui una sessantina in lattazione e altrettante da riproduzione, produce giornalmente dagli 8 ai 10 quintali di latte. È una fra le aziende agricole più attrezzate della Valsugana e durante il periodo estivo tutto il bestiame viene trasferito sull’altopiano delle Vezzene, dove vi rimane fino all’inizio dell’autunno. (m.p.)

LEVICO TERME

Befana al Don Ziglio Al Centro don Ziglio di Levico Terme è arrivata la befana. Il simpatico momento è iniziato con un concerto del coro Cima Vezzena, davanti a tutti gli ospiti e a tanti loro famigliari. Al termine, è arrivata la leggendaria vecchietta che ha distribuito doni a tutti. La manifestazione è stata organizzata dal Centro in collaborazione con il soccorso Alpino di Levico Terme. (m.p.)

La befana al Centro don Ziglio

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RONCEGNO

iniziata ancora negli ultimi decenni del 1800, quando il papà Giuseppe Montibeller, dopo che aveva lavorato alle dipendenze del Panificio Sociale di Roncegno, aveva deciso di mettersi in proprio. Alla sua morte la gestione passò ad Ermete che non trovò alcuna difficoltà a prendere le redini dell’azienda, dato che ormai conosceva molto bene l’arte del panificatore. Per Roncegno e per tanti altri paesi della Valle, l’”Ermete panettaro” divenne un vero personaggio e il suo pane era conosciuto e apprezzato anche in altri paesi della


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CRONACHE CALDONAZZO. Due corsi per principianti

Le lezioni sono tenute dal maestro trentino Santo Albertini che ha intrapreso lo studio dell’armonica a bocca presso la Scuola di Milano del M° L.O. Anzaghi, autore dei più prestigiosi metodi per armonica a bocca a livello mondiale.

Gli armonicisti del gruppo di Caldonazzo

I

di Mario Pacher

due cicli di lezioni per lo studio del Sistema diatonico tradizionale sono già in corso di svolgimento, e si concluderanno verso la fine di aprile 2010. Queste le sedi di insegnamento: Hotel Paoli a Lochere, tutti i sabati dalle 15,30 alle 17, e presso la “Casa della Musica” in via Fermi (zona Clarina) a Trento, tutti i lunedì dalle 20 alle 21,30. Il programma comprende: Primi rudimenti essenziali di teoria musicale; Conoscenza e storia dello strumento e presentazione dei principali modelli di armoniche e loro caratteristiche; Impugnatura e imboccatura; sistema coprendo e a bocca appuntita; Controllo della respirazione con cenni alla respirazione diaframmatica; Cura della qualità del suono, effetti speciali, accordi, vibrato ecc… Le lezioni sono tenute dal maestro trentino Santo Albertini che ha intrapreso lo studio dell’armonica a bocca presso la Scuola di Milano del M° L.O. Anzaghi, autore dei più prestigiosi metodi per armonica a bocca a livello mondiale. Dopo gli studi si è ulteriormente perfezionato con ricerche, approfondimenti e contatti con altri importanti esecutori dello stru-

Armonica a bocca La sezione “Amici dell’Armonica a bocca” del Gruppo Folk di Caldonazzo, in collaborazione con l’Hotel Paoli e con la “Casa della Musica” di Trento, ha organizzato due corsi per principianti, per lo studio del Sistema diatonico tradizionale.

mento, elaborando una propria tecnica interpretativa connessa ad una attività concertistica a livello nazionale e internazionale, che gli ha permesso di ottenere importanti affermazioni e riconoscimenti in manifestazioni, concerti e concorsi in Italia e all’estero. È stato direttore, arrangiatore e armonica solista del celebre “Trio Palbert”, che concluse la propria lunga e apprezzata carriera nel 2006 per il decesso degli altri due componenti del Trio. Da dieci anni è impegnato a livello nazionale e internazionale in una feconda attività concertistica in duo con il pianista Edoardo Bruni. Frattanto domenica 14 marzo 2010 gli armonicisti di Caldonazzo parteciperanno alla trasmissione televisiva, presso l’emittente Antenna 3 Nordest, “A Marenda

co i belumat”. Un programma sulla cultura regionale veneta, con ospiti e conduttori che cantano, mangiano e bevono in allegria. Gli armonicisti e gli allievi del corso introduttivo di armonica diatonica dell’Associazione “Amici dell’armonica a bocca” di Caldonazzo, recentemente si sono anche esibiti nella “Sala

del Caminetto” presso l’Hotel Palace di Roncegno. Una serata particolarmente entusiasmante per il numeroso pubblico presente in sala che ha espresso grande apprezzamento con prolungati applausi. Lo spettacolo aveva visto alternarsi: Marco e Carlotta Riccadonna, Giovanni Ferrari, Denys Rossi. Poi i neofiti Jenni Costazzer, Luisella Decarli, Monique Ciola, Renzo Stenghel, Renzo Tononi, Raffaella Rizzi e, infine, i due veterani della “Cromatica” Beppino Pamato e Santo Albertini. Tutti sostenuti dalle abili mani del pianista Edoardo Bruni e del chitarrista Maurizio Failoni, in un susseguirsi di interpretazioni fantasiose e suggestive di brani popolari e tradizionali, poiché l’armonica bene si accompagna a strumenti come il violino, la chitarra, il piano e la voce. L’attività dell’Associazione si prospetta sempre più intensa ed interessante, e per questo si è dato vita e due nuovi corsi introduttivi per diatonica. Per informazioni: @libero.it e-mail: amicarmonica Tel.: 0461.916010 Cell: 340.5026235

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INCONTRI

«...Questo romanzo permette a noi di conoscere ancora e meglio l’Autore stesso, che partecipa alla vita di Fausto, di Martin, a quella delle alte figure che li frequentano e che egli stesso ha osservato nella vita reale o ha creato e ai quali ha prestata la voce la poetessa Bruna Sartori del “Cenacolo Valsugana”...»

La Trilogia di Cesareo Presso la Sala del Consiglio Comunale di Levico Terme il prof. Alessandro Cesareo, docente presso l’Università di Perugia, ha recentemente presentato il suo ultimo romanzo “Trilogia: Fausto-MartinSegmenti e frammenti”.

I

di Luciano De Carli

l docente Alessandro Cesareo non è nuovo all’ambiente levicense per aver presentato alcuni anni fa il volume storico “Il cavaliere Erardo Ognibeni. Un’interessante figura di podestà a Levico”. Ma egli ha al suo attivo altre pubblicazioni, su riviste periodiche universitarie, partecipazioni ad attività di accademie culturali-letterarie- storiche in Umbria e Lazio. Cesareo ha una preparazione culturale di tutto rispetto, un pedigree accademico in parte già testato e in parte “in fieri”. Il romanzo vuol essere un itinerario letterario e narrativo dell’autore, itinerario che si dipana dall’adolescenza alla raggiunta maturità.

Questo romanzo offre modi e stili di scrittura in età diverse, per farci capire come la scrittura e la riflessione s’affinano ed evolvono nel tempo, creando diverse modalità di attenzione, nuove mete, nuovi atteggiamenti psicologici. Alcuni lacerti “segmenti” finali del romanzo, oltreché essere un variegato “corpus di appunti” per scritti futuri, costituiscono la più esaustiva convalida della sua scrittura e rendono possibile capire quest’arco del suo progetto letterario, arco in cui vengono ad incastonarsi i tre momenti: Fausto, Martin, Segmenti e frammenti…frammenti, scritti psicologici, flash quasi pittorici, che tratteggiano persone,situazioni, ambienti e caratteri. Tutto ciò permette di riflettere anche sul mondo dell’Autore, riflessione che si può scandire

con un’attenta lettura, con il lasciarsi coinvolgere dal racconto, cercando d’immedesimarsi con i personaggi, trovandoci alla fine coinvolti dalla sua scrittura. Allora sarà un romanzo autoreferenziale o ci permetterà di ritrovare nelle pagine un significato simbolico? Magari anche personale, per aver vissuto queste varie età, per aver avuto analoghe esperienze dell’Autore e dei suoi personaggi, sì in momenti diversi, ma nella successione delle stagioni di ognuno di noi? Tutt’intorno a noi c’è, a volte un’anestesia affettiva, che l’Autore invece combatte con le armi della ricerca, della riflessione, del confronto e della scrittura. Qua e là trapela talvolta una

malinconia struggente, un velo di tristezza che si riflette nel paesaggio urbano in cui maggiormente le situazioni sono ambientate. Si riesce così a intuire la lezione dei grandi scrittori che l’Autore ha collezionato, letto e amato, mentre usava fantasia, memoria, matita, penna, biro, personal computer, per vergare, di stagione in stagione, in Valsugana, nel Trentino, a Levico a Perugia e nel Lazio, le sue pagine. Questo romanzo permette a noi di conoscere ancora e meglio l’Autore stesso, che partecipa alla vita di Fausto, di Martin, a quella delle alte figure che li frequentano e che egli stesso ha osservato nella vita reale o ha creato e ai quali ha prestata la voce la poetessa Bruna Sartori del “Cenacolo Valsugana”. Il romanzo si può interpretare da diverse angolazioni-psicologicasociale-individualistica, ma il pregio dello stesso romanzo è proprio quella sottesa libertà, che viene lasciata ad ogni lettore di usare una personale chiave interpretativa del testo. In tal modo i personaggi di “Trilogia” diventano anche creature che emergono dalle pagine scritte e che noi stessi creiamo, donando loro un po’ dei nostri sentimenti o mettendoli a confronto con noi stessi.

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STORIE FOTOGRAFICHE

Frammenti di storia immortalati in un fotogramma

Come eravamo...

Una fotografia spes so racconta più di m ille parole. È qualcosa che ferma una fra zione di secondo e la rende imperitura nel tempo. Con qu esta nuova rubrica, “Come eravamo”, intendiamo ripropo rre vecchie fotograf ie di luoghi, persone, scolaresche, grup pi, associazioni della Valsugana, del Tesino e del Trentin o. Pertanto invitiamo tu tti i lettori che avesse ro delle fotografie d’epoca (dagli an ni ‘80 in giù) a invi arcele via e-mail (redazione@lafines tra.it) o a portarcele in redazione (viale 4 Novembre 12, Bo rgo Valsugana). Le tratteremo con la massima cura, le re stituiremo immedia ta mente ai legittimi proprietari e, so prattutto, le pubblic heremo su questa pagina con il nome dell’autore e una br eve didascalia di spiegazione all’imm agine.

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1963, Famiglia Smarzaro Renato, Antonietta, Graziella e Paolo

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Calamento 15 agosto 1965, Graziella e Paolo Smarzaro

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Castelnuovo 1965, Banda di Telve Valsugana

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Scuola materna Castelnuovo 1937, i bambini con la sorvegliante Smarzaro Teresa Ringraziamo Elena Borgogno per la gentile concessione delle fotografie di questa pagina.


STORIE FOTOGRAFICHE

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Borgo 1928, macera tabacchi (foto Teresita Zanin)

Purin Giustino "gusti" di Spera, classe 1899, assieme alla figlia Purin Eufrosina (dietro) e al suo fedele amico trainante il mezzo di trasporto presso il rifugio Crucolo, proveniente dalla malga Montaleto attraverso la Val Campelle nel ritorno verso casa. Da notarsi la differenza di altezza del padrone e l'animale che sembra piccolo, ma in realtà è la statura del padrone a diminuirla. Infatti "gusti" era alto ben 216 cm.

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Come eravamo...


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RIFLESSIONE–REFLEXION: LE POESIE

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INTENSA L’ATTIVITÀ DEL CENTRO

Ballo presso Juta Center

TRENTO

GLI ANZIANI DI VIA BELENZANI di Mario Pacher Molto intensa l’attività svolta nel corso del 2009 dal Centro Servizi Anziani di via Belenzani a Trento, gestito dalla Cooperativa Kaleidoscopio, e ricca si presenta pure quella relativa al 2010 con tanti momenti culturali e ricreativi. La sede rimane aperta tutti i giorni (8-12 e 14-18, di domenica solo dalle 14 alle 18). Giornalmente la sede è frequentata da circa 150 pensionati, che provengono non solo dalla città ma anche da altri paesi. Esaminando il programma, si rileva che grande spazio viene riservato alle gite che mensilmente si organizzano, così come le escursioni ricreative e culturali in diverse città dell’alta Italia. Una volta al mese viene organizzata anche una uscita cittadina per le vie del centro. Molto frequentato è l’appuntamento del giovedì, quando si balla dalle 14 in poi presso lo

La presentazione del libro con l’autore (a destra) e Luciano Decarli. Dietro, il Coro Cima Vezzena

Juta Center in via Galilei. Il Centro si avvale della collaborazione di una equipe di professionisti con un coordinatore e quattro educatori, nonché un centinaio di volontari collaboratori per l’accoglienza, il fine settimana, l’attività, gli eventi e i progetti. L’equipe attualmente è formata da Giulia, Arianna, Gemma, Vittoria e Jury. Nadia poi cura il servizio di parrucchiera mentre Annarita quello di manicure. Fra i momenti più importanti del 2009, va sicuramente ricordato il gran ballo nell’ultimo periodo dell’anno al Grand Hotel Trento. Fra le tante attività del 2010 ricordiamo le feste e spettacoli, le attività motorie, la camminata nordica, il corso base di disegno e pittura, i corsi brevi, lo spazio creativo autogestito, spazio ricamo, spazio ceramica, a spasso con l’arte, l’incontro con l’esperto, insieme a teatro, al cinema, lo spazio scrittura e per le attività espressive il coro “amici della musica”. e-mail: csa.kal@consolida.it Tel. 0461.235348 Fax 0461.986048

LEVICO TERME

IL LIBRO DI FABIO RECCHIA di Mario Pacher Una gran bella novità letteraria in Valsugana. Fabio Recchia, farmacista di Levico Terme, ha infatti presentato recentemente un libro di sue poesie. Si tratta di una raccolta di oltre cento liriche in lingua italiana, di cui una trentina tradotte pure in lingua tedesca, mentre altre sono presenti in versione dialettale. La prima presentazione del libro si è tenuta presso il Grand Hotel Imperial di Levico Terme; la seconda, organizzata dalla biblioteca Comunale e dall’Assessore alla Cultura Arturo Benedetti, in Sala Consiliare, la terza presso il Circolo Pensionati di Barco di Levico Terme. In occasione delle presentazioni delle poesie, è stata anche presentata in anteprima una canzone “ La notte più scura” su testo di Recchia e armoniz-

zazione di Mauro Martinelli, canzone cantata dal Coro Cima Vezzena di Barco di Levico, che è quindi entrata a far parte del repertorio del Coro stesso, che l’ha eseguita anche nei numerosi concerti del periodo natalizio. La presentazione del libro nelle varie serate, è stata curata da Luciano De Carli e le poesie sono state recitate da esponenti del Cenacolo Valsugana. Tutti gli appuntamenti sono stati molto partecipati e tante sono state le dimostrazioni di apprezzamento dell’opera di Recchia, già molto conosciuto come pittore, ma purtroppo ancora poco conosciuto in veste di poeta. Molto gratificante e importante è stata per l’autore la presenza alle varie serate del Vice Sindaco di Levico Passamani, del Presidente del Consiglio comunale Lucchi, dell’Assessore Benedetti e di alcuni Consiglieri Comunali, oltre che di molti amici e persone interessate. Altri incontri di presentazione del libro sono previsti a Novaledo e a Caldonazzo.


CRONACHE STRIGNO. Un libro il cui ricavato andrà in beneficenza

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F

di Mario Pacher ranca Slompo Tomaselli di Strigno, grande appassionata ed esperta nella confezione di torte e dolci caserecci, da anni serbava in cuor suo il desiderio di stampare un libro che raccogliesse le sue ricette e consigli per ottenere i gustosi prodotti di pasticceria da produrre in casa. E così il suo patrimonio culturale formato da manoscritti, è stato dato alle stampe, ed è uscito un libro di una ottantina di pagine, con ben 114 ricette, dal titolo “Le ricette di nonna Franca”. Nella pubblicazione vi sono le formule e i consigli per la produzione di torte, creme, pasticcini, semifreddi, meringhe e tanto altro. Ma non è tutto. La signora Franca ha voluto che il ricavato di questo ricettario andasse in beneficenza. Inizialmente aveva fatto stampare 500 copie che, con il solo

passaparola, si sono esaurite in soli 10 giorni. Una nuova ristampa e altre richieste da parte della gente, ha fatto sì che finora siano state vendute, al prezzo di 10 euro, più di 750 copie. «È stata per me una grande soddisfazione - ha detto la signora Franca - anche perché il ricavato della vendita è stato devoluto tramite il dott. Giampiccolo, all’Ospedale dei poveri in Ecuador e a padre Egidio Pedenzini per la sua mis-

sione in Kenya, che già hanno mandato il loro “Grazie” che io naturalmente desidero estendere a tutte le persone che hanno collaborato nella vendita e anche a quelle che lo hanno acquistato. Più avanti, se le vendite proseguiranno, potremo aiutarli ancora». E aggiunge: «queste mie ricette sono frutto di lavoro e ricerca di parecchi anni, perché mi sembrava giusto che tornasse utile agli altri. Adesso al sentire che tanti hanno già provato le mie ricette e sono riusciti a realizzarle, per me è stata una grande soddisfazione. Mi ha pure sorpreso questa gara di solidarietà di tante persone che mi hanno aiutata, rendendomi così sempre più convinta che il bene contagia anche gli altri e ci rende gratificati. Per me è stata una cosa tanto positiva, anche se inizialmente ero timorosa. Questa cosa mi ha dato una carica incredibile, molta soddisfazione morale e una gran voglia di vivere. E le gioie dell’animo sono le cose più importanti nella vita perchè rimangono per sempre».

Tanti meritati applausi per Erika Gabrielli, la figlia Laura e la ballerina Valeria Corradin, nello spettacolo “l’Amaca d’oro” a Novaledo. Da tempo Erika Gabrielli si diletta a comporre musiche e liriche che vengono dal cuore. Proprio per questo - ha sottolineato l’assessore comunale Roberto Paccher in apertura di serata - il comune si è attivato organizzando un appuntamento per far ascoltare alla gente le sue melodie e le sue composizioni poetiche, interpretate dalla stessa e dalla figlia Laura. Per immortalare le creazioni di Erika, il comune ha fatto stampare anche un CD, donato a chi ha partecipato alla serata. Molto apprezzati anche i balletti di Valeria Corradin, che ha danzato sulle note musicali della compositrice Erika.(m.p.)

Erika (al centro ), Laura e Valeria

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Le ricette di nonna Franca

Applausi per “l’Amaca d’oro”


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FOCUS. Il Coordinamento Trentino contro il Turismo Sessuale Minorile

COTUSMI

Contro il turismo sess in difesa dei minori Il turismo sessuale è un fenomeno che comprende viaggi volti ad ottenere prestazioni sessuali da minori. Il viaggio è tipicamente intrapreso da turisti dei paesi benestanti verso i paesi in via di sviluppo e può implicare pagamenti in contanti o in natura. Tali mete sono in continua evoluzione a seguito della spinta che anche l'informatica ha contribuito a dare nell'organizzazione dei viaggi e dei servizi... (fonte: wikipedia.org)


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suale,

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l Coordinamento Trentino contro il Turismo Sessuale Minorile è nato con l’intento di creare una rete di collaborazione con associazioni, enti e istituzioni, ma anche semplici cittadini sensibili a questo tema, sia a livello provinciale che nazionale, poiché parte dalla convinzione che il problema è molto complesso e va quindi affrontato a tutto tondo.

Nel corso del Forum Mondiale Sociale 2005 viene presentata la campagna italiana “Stop sexual tourism”, promossa da un nutrito gruppo di organizzazioni italiane. Da qualche anno è stata lanciata anche in Trentino una Campagna di sensibilizzazione sul tema del turismo sessuale a danno dei minori. La prima iniziativa pubblica è avvenuta a Trento durante la fiera “Fa’ la cosa giusta”, nel novembre 2005, alla quale ha partecipato una delegazione di

politici brasiliani dello stato del Cearà, dove il fenomeno del turismo sessuale è particolarmente diffuso. Sono seguite poi anche nelle valli delle serate pubbliche di sensibilizzazione e informazione, una delle quali a Scurelle Valsugana. Dalla serata di Scurelle, che ha visto una numerosa e sentita partecipazione, è nata l’esigenza di costituire un coordinamento stabile a sostegno della campagna, che si occupasse soprattutto di svolgere attività

di sensibilizzazione sul tema, affinché si rompa il muro di omertà che circonda questo triste fenomeno, visto che l’Italia è ai primi posti fra i paesi europei da cui partono i turisti del sesso con minori. Il Coordinamento Trentino contro il Turismo Sessuale Minorile è nato con l’intento di creare una rete di collaborazione con associazioni, enti e istituzioni, ma anche semplici cittadini sensibili a questo tema, sia a livello provinciale che nazionale, poiché parte dalla convinzione che il problema è molto complesso e va quindi affrontato a tutto tondo. Per questo motivo partecipiamo a incontri e convegni organizzati da associazioni presenti anche in altre regioni italiane che si occupano di questa realtà. Il Coordinamento ha finora collaborato con il C.E.D.I.P. (Centro di Documentazione e Informazione per la Pace) di Borgo Valsugana, l’Associazione Trasporto Infermi di Castello Tesino, il Gruppo Pionieri Lavis della Croce Rossa Italiana, il gruppo Donne di Grigno, il Coordinamento Donne di Trento, la Rete Radiè Resch locale, l’Associazione Tremembè


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onlus, con la Commissione Provinciale per le Pari Opportunità, con l’Associazione Macondo onlus e Macondo Suoni di Sogni onlus, con L’Associazione Lua Nova di San Paolo (Brasile), il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e con giornalisti, docenti e studentesse dell’Università di Trento. Insieme sono state organizzate iniziative quali incontri pubblici, allestimento di mostre fotografiche, partecipazione con stand informativi a manifestazioni culturali e musicali. OBIETTIVI Il nostro impegno si concentra in particolare su due fronti. Da una parte, denunciare il fenomeno in tutta la sua gravità affinché venga seriamente preso in considerazione dagli enti preposti a ciò e venga applicata la legge n. 269 del 3 agosto 1998, che prevede sanzioni molto severe per i reati di sfruttamento della prostituzione minorile, di pornografia e turismo sessuale minorile anche se commessi all’estero; questo aiuterebbe a sfatare la convinzione di rimanere impuniti diffusa tra i turisti del sesso con minori. Dall’altra, agire sul piano culturale con azioni informative e

preventive, promuovendo una cultura di maggior conoscenza di altre realtà e culture, con l’obiettivo di contrastare stereotipi razzisti. Il viaggiare favorisce sicuramente la conoscenza purché il turista/ viaggiatore sia un turista responsabile. Inoltre, si ritiene importante intervenire nelle scuole con attività di educazione all’affettività attraverso la condivisione di tematiche affini al mondo adolescente. Sono previste iniziative informative e culturali volte a informare gli studenti sulla complessità del problema e con l’obiettivo di evidenziare i valori e disvalori, i finti modelli e i falsi ideali proposti costantemente dai mezzi di comunicazione. Attività svolta (eventi più significativi): Nel giugno 2007 sono stati invitati a Trento per una serata di sensibilizzazione Rosarina Sampaio da Silva, ex-prostituta e ora presidente di un’associazione che tutela le prostitute nello stato brasiliano del Cearà, e il suo collaboratore Caios Anderson Feitosa Larcos, che cura i progetti di recupero delle prostitute minorenni.


SOCIETÀ 11 dicembre 2009: in occasione del ventennale della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia si è tenuto un incontro pubblico a Borgo Valsugana presso l’Auditorium del Comprensorio con il giornalista Silvestro Montanaro, autore del programma televisivo “C’era una volta” (in onda su RAITRE) e Isa Cubello, presidente della Commissione Provinciale per le Pari Opportunità. L’obiettivo dell’incontro era mettere in evidenza che anche se molto è stato fatto in tema di diritti dell’infanzia, non basta la ratifica della Convenzione per far sì che i soprusi ai danni dei minori finiscano, poiché di fatto in molti paesi, anche firmatari della Convenzione, bambini e fanciulli sono sfruttati a fini di prostituzione. Montanaro è relatore autorevole sul tema dei diritti dell’infanzia negati e profondo conoscitore del fenomeno del turismo sessuale a danno di minori in quanto è autore, tra gli altri, di diversi reportage girati nei paesi dove il fenomeno è maggiormente presente (America Latina, Africa, Est Europa e Sud-Est Asiatico). In considerazione della preoccupante diminuzione dell’età anagrafica di coloro che fanno ricorso al turismo sessuale minorile in Asia e America latina (principalmente), l’Associazione ha ritenuto importante orientare parte del suo impegno verso azioni preventive sul piano culturale: anche per questo evento quindi si è pensato di coinvolgere le classi quarte e quinte e le serali degli istituti superiori di Borgo Valsugana. A questo scopo l’Associazione ha contattato con alcuni insegnanti del polo scolastico “De Gasperi” che hanno dato la loro disponibilità a collaborare, cercando di interessare gli studenti a questo tema al fine di renderli consapevoli della gravità del fenomeno. Siamo convinti che spetti a noi, cittadini e cittadine dei paesi industrializzati fare prevenzione sfatando luoghi comuni tipo “La prostituzione di bambine/i fa parte della cultura locale” e ancora “Pagare per fare sesso con ragazzine/i di un paese povero aiuta l’economia locale”. Bisogna sensibilizzare i nostri adolescenti, mettendo in luce le ferite e i gravi problemi che vengono provocati in questi

bambini, sfruttati come se fossero delle bambole, ai quali viene tolto per sempre il diritto di essere felici. La folta e sentita partecipazione alla serata, anche di molti giovani, ci fa ben sperare che la sensibilità su questo tema stia crescendo e con essa un sempre maggior impegno a conoscere e contrastare questo aberrante fenomeno.

CHI SIAMO - COME SOSTENERCI Il coordinamento ha sede a Scurelle, in loc. Pianezze 20 Recapiti:333-2372556 e-mail: cotusmi@alice.it È possibile diventare soci dell’associazione versando euro 15,00 (quota socio ordinario) o euro 8,00 (quota studenti) sul conto corrente bancario n. 03/044525 presso Cassa Rurale Olle-Samone-Scurelle intestato a : Coordinamento Trentino contro il Turismo Sessuale Minorile IBAN IT40S0816735440000003044525 e indicando nella causale del versamento "quota associativa anno 2010", Nome, Cognome, Comune di residenza

...il nostro impegno si concentra sul denunciare il fenomeno in tutta la sua gravità affinché venga seriamente preso in considerazione e venga applicata la legge n. 269 del 3 agosto 1998, che prevede sanzioni molto severe....

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In quell’occasione è intervenuta anche l’allora vice-presidente della Provincia di Trento Margherita Cogo per denunciare la gravità del fenomeno e la necessità di fare di più anche come istituzioni Nell’aprile 2008 è stato invitato a Trento per un incontro pubblico il giornalista di RAITRE Silvestro Montanaro, autore, fra gli altri, di un documentario sullo sfruttamento dei minori in Thailandia da parte di turisti occidentali, trasmesso su Rai 3 all’interno del programma ‘C’era una volta’. Durante l’incontro gli è stata affiancata anche la testimonianza di due rappresentati della Polizia Postale di Trento che recentemente si è impegnata sotto il profilo giudiziario nelle indagini che hanno portato all’arresto di un turista sessuale trentino in Thailandia. Inoltre, in considerazione del fatto che i temi affrontati durante la serata riguardavano lo sfruttamento dei minori, in particolare di sesso femminile e quindi i diritti umani violati, si è ritenuto importante coinvolgere le istituzioni locali impegnate nel campo della difesa dei diritti, della libertà e della dignità delle donne. Abbiamo chiesto quindi la collaborazione e il patrocinio dell’Assessorato all’Emigrazione, Solidarietà internazionale, Sport e Pari opportunità della Provincia di Trento, dell’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Trento, del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e della Commissione provinciale per le pari opportunità. Nel febbraio 2009 la professoressa Elena Dai Prà, docente di geografia del turismo presso l’Università di Trento, già collaboratrice del Coordinamento, ha invitato in Italia la presidente dell’associazione brasiliana Lua Nova che opera in quel paese per il recupero e il reinserimento sociale delle ragazze madri provenienti da situazioni di degrado sociale e una ragazza madre ospite di Lua Nova, che da minorenne è stata una vittima del turismo sessuale. Insieme a loro il nostro coordinamento ha partecipato ad una puntata della trasmissione televisiva “Alle Falde del Kilimangiaro”, in quell’occasione dedicata al turismo sessuale minorile, e realizzato un incontro pubblico a Borgo Valsugana.

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non fa differenza

Assicurazioni: basta penalizzare le case in legno

È vero che le case in legno hanno maggiori possibilità di subire incendi rispetto alle case in muratura? «Sulle abitazioni in legno i danni provocati da un incendio non sono necessariamente maggiori rispetto a quelli subiti dalle case in mattoni o in muratura. Stando agli esperti e ai pareri espressi dagli studiosi del settore, in caso di incendio il legno mostra maggiore stabilità e prevedibilità di comportamento rispetto all’acciaio e ai materiali sintetici. Le esperienze confermano che i danni alle costruzioni in legno e soprattutto alle moderne CASECLIMA, non sono né più frequenti né più gravi di quelli subiti dalle strutture in mattoni o in muratura».

in legno sono unità prevedibili nella prevenzione antincendio applicata agli edifici. Per alcuni solai in legno, gli studiosi di statica indicano persino resistenze maggiori rispetto a quelle di altri materiali. Nelle moderne costruzioni in cemento armato è inconfutabilmente dimostrato che dopo 2-3 ore dall’inizio dell’incendio l’acciaio inizia a fondere e il cemento si sbriciola. Ecco perché è già capitato, in passato, che il crollo di molti preziosi edifici storici sia stato proprio evitato grazie alla presenza di vecchi solai

in legno». Molti studiosi affermano anche che le case in legno sono più sicure in caso di eventi sismici o altre calamità naturali. Il Suo parere in merito? «Che le case in legno siano più sicure, in caso di calamita naturali, sono dati inconfutabili che le statistiche specifiche evidenziano. Infatti è da tutti noto che la elasticità e la maggiore flessibilità del legno rispetto al cemento è oramai un dato di fatto accertato. Ed è questa

A Suo avviso è giustificabile il fatto che le polizze incendio per le case in legno abbiano maggiori premi assicurativi? «No. Non è giustificabile e tale consuetudine non è assolutamente supportata da nessun tipo di statistica reale. Sono del parere che i premi di assicurazione non dovrebbero essere più alti, anche se ciò non avviene perché la realtà è spesso diversa. Infatti un gran numero di compagnie assicurative continua ad esigere premi più alti per le abitazioni in legno. E ciò, mi creda, non solo non è comprensibile, ma anche non è giustificabile». E ancora, chi afferma che le abitazioni in legno soddisfano e rispettano gli stessi severi requisiti di sicurezza rispetto ad altri materiali, afferma il falso? «Mi rifaccio ai pareri di esperti i quali affermano che le costruzioni

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flessibilità abbinata alla elasticità delle particelle legnose che rende la casa in legno più sicura. Una recente statistica ha accertato e documentato che nei terremoti sono prima le case in cemento in muratura che crollano e quindi causano morti, mentre le case in legno o miste sono quelle che resistono di più sia alle scosse ondulatorie che a quelle sussultorie». Quindi, se abbiamo capito bene, la nuova compagnia di Assicurazioni “TIROLER VERSICHERUNG” che Lei rappresenta non applica differenze di premio sulle polizze anti incendio. «In passato i premi di assicurazione previsti per le abitazioni in legno erano di gran lunga superiori rispetto a quelli richiesti per le costruzioni in mattoni o in muratura. Per la TIROLER VERSICHERUNG, compagnia leader del Nordtirolo nel comparto assicurativo Incendi, tutto questo è ormai superato da tempo. “Per alcuni aspetti siamo rimasti molto sorpresi nel notare come nella regione Trentino Alto-Adige vi siano ancora compagnie di assicurazione che esigono premi diversi a seconda del tipo di costruzione - spiega e sottolinea Kurt Kaufmann, direttore commerciale della TIROLER VERSICHERUNG per il Trentino Alto Alto Adige. Da noi - conclude- differenze di premio fra costruzioni in pietra, muratura, mattoni e calcestruzzo da un lato, e costruzioni in legno o miste, dall’altro, non sono infatti contemplate dalle nostre polizze».

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n questi ultimi tempi sempre di più il cittadino si indirizza nell’acquisto di case in legno piuttosto che in muratura. Secondo Lei a cosa è dovuto? «Credo innanzi tutto per ragioni molte pratiche: risparmio economico, nonché energetico, e tempi veloci di realizzazione rispetto alle costruzioni tradizionali. Ma anche per motivazioni più profonde: il legno, infatti, offre un maggior senso di calore e appare più ecologico».


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FIORI D’ARANCIO

MA ANCHE ORC C'è un ritorno alla tradizione nelle nuove tendenze per i matrimoni. Spazio però anche alle idee originali, purché siano creative e rispecchino la personalità degli sposi.

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i si sposa in due. Sembra una cosa ovvia, ma in realtà è un aspetto che in molti casi viene dimenticato durante l'organizzazione del matrimonio. La cerimonia, e tutto quello che le fa da contorno, deve rispettare il carattere e lo stile di vita di entrambi gli sposi. Solo tenendo presente questa prima regola si può cominciare con i preparativi. Le ultime tendenze registrano un ritorno alla tradizione e alla sostanza, ma anche tanta attenzione ai dettagli ricercati. Segnatelo in agenda I matrimoni più tradizionali richiedono le partecipazioni stampate su un cartoncino doppio, raffinato ed elegante, sulla cui facciata sinistra i genitori della sposa annunciano il matrimonio della figlia, mentre su quella destra i genitori dello

sposo annunciano quello del figlio. Al centro, un po' in basso, la data e il luogo della cerimonia e, in fondo, la nuova residenza degli sposi. Insieme alla partecipazione, con un biglietto a parte, si invia l'invito per il dopo cerimonia. Per chi vuole qualcosa di originale le idee sono molte e vanno dalla scelta dei materiali, per i quali la parola d'ordine è "riciclo", alla forma, che scopre la tridimensionalità con ombrellini di carta, ad esempio, per evocare il matrimonio sulla spiaggia. Sembra prendere piede anche l'usanza tipicamente inglese del "save the date", cioè l'annuncio per avvisare gli invitati della data del matrimonio e che anticipa la comunicazione ufficiale anche di un anno. Il "save the date", che può essere fatto anche con un video della durata di un minuto, non sostituisce la partecipazione e l'invito, che


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CHIDEE vanno comunque inviati a ridosso della data del matrimonio. Tubino o effetto meringa? Nella scelta dell'abito la prima cosa a cui pensare è che la sposa deve potersi muovere in modo disinvolto. Quindi meglio lasciare da parte le immagini di matrimoni da favola e i consigli degli stilisti e cercare l'abbinamento più adatto al proprio modo di essere. Le novità maggiori in tema di abiti riguarda il colore. Non più solo bianco, rosa e glicine, oggi ci si sposa osando con colori più forti. Spazio quindi al rosso, che già nel 2009 ha colorato diversi matrimoni, e al blu scuro. La tinta di tendenza per quest'anno, secondo gli stilisti, è il turchese, un colore dal forte significato simbolico, utilizzato fin dall'antichità come talismano con particolari proprietà protettive. Il bouquet diventa un bracciale Anche se la tradizione impone allo sposo di ordinare il bouquet, la scelta è meglio lasciarla alla sposa. Molte le proposte innovative, dal bouquet a pochette a quello a palla, che va tenuto per un nastro, oppure con uno strascico di fili di erba impreziosito da perle. E per chi vuole avere le mani libere ci sono le proposte a braccialetto, che vanno dalla singola fascia attorno al polso a quella più decorativa che sale fino al gomito. Ovviamente in questo caso è d'obbligo l'abito senza maniche. «Il look non è però l'unica cosa da considerare nella scelta del bouquet - spiega Paolo Maffei, fioraio specia-

lizzato in addobbi per eventi e complementi di arredo - Per me è fondamentale poter chiacchierare con la sposa per avere un'idea del suo carattere e poter confezionare una proposta su misura». Per la scelta dei fiori non c'è limite. Il più scelto è sicuramente la rosa, ma sta aumentando la richiesta anche per orchidee e garofani. «Nella scelta del fiore – aggiunge Maffei – bisogna fare attenzione anche alla chiesa. Ad esempio, meglio evitare il girasole per un matrimonio in una chiesa con molti affreschi barocchi». Il pranzo deve essere comodo Per il dopo cerimonia le possibilità sono infinite e dipendono dalle preferenze degli sposi, ma anche dall'ora del matrimonio e, naturalmente, dal portafoglio. Nella scelta del menù si registra una sempre maggiore tendenza a un ritorno ai piatti della tradizione, sebbene in una versione più raffinata, ma c'è anche chi opta per delle combinazioni stravaganti,

come un pranzo tutto a base di cioccolato. Qualunque cosa ci sia nel piatto, però, il 2010 segna la fine dei buffet informali, per lasciare spazio alle cene seduti, in comodi tavoli. Anche al momento della torta: basta quindi con il self service di dolci, confetti e torte diverse. Meglio una torta classica a più strati, con poche eleganti decorazioni. Tra le novità in questo settore, la totale assenza di sposini e cake topper. La foto ricordo è istantanea Le ultime tendenze, per quanto riguarda il servizio fotografico, prevedono che nel luogo del ricevimento gli ospiti, al loro arrivo, trovino delle macchine fotografiche istantanee insieme a degli album, sui quali è anche possibile realizzare delle dediche per gli sposi. In alternativa c'è il photo booth, una versione più o meno personalizzata della classica cabina per fare le fotografie che si trova di solito nelle stazioni. La versione meno tecnologica, e più economica, prevede l'allestimento di uno spazio con un semplice sfondo, davanti al quale gli ospiti possono farsi ritrarre con un augurio per gli sposi. Oltre alle foto si vuole anche un video? Benissimo, ma deve essere creativo, con uno stile originale che faccia ricordare le emozioni della giornata nel complesso più che i singoli momenti. Ad esempio, un matrimonio vintage potrà essere raccontato in stile Super 8, con effetto sgranato. Di grande tendenza anche i brevi video-racconti sugli sposi durante il ricevimento. Attenzione però ad evitare l'effetto melassa.

Gli ultimi dettagli prima della partenza Sono tante le cose a cui pensare quando si organizza il matrimonio. Tra queste la scelta dell'accompagnamento musicale, che può essere affidata a un deejay. Rispetto al gruppo che suona dal vivo, questa soluzione permette di gestire la parte musicale del ricevimento con una musica selezionate che tenga conto dei diversi momenti della serata. E che dire dell'animazione? Oltre a quella, fondamentale, destinata ai più piccoli, oggi la proposta si allarga anche agli adulti con professionisti in grado di scandire il ritmo del ricevimento e scaldare l'atmosfera con scherzi e giochi. Parlando di matrimoni non si può non parlare di bomboniere: andrebbero inviate agli invitati dopo venti giorni dal matrimonio, anche se sempre più spesso vengono consegnate personalmente dagli sposi al termine del ricevimento. L'importante è che siano tutte uguali, eccetto per i testimoni, a cui verranno donate delle bomboniere più particolari. Le ultime tendenze le prediligono utili, meglio se solidali. Finita la festa è tempo di partire per la luna di miele, che diventa sempre più una vacanza da sogno, grazie anche all'abitudine sempre più comune di organizzare la lista nozze in agenzia viaggi. «Ci arrivano le richieste più strane - racconta Daniele Bonazza, agente viaggi - dal coast to coast in America a cavallo di una Harley Davidson al tour in Giappone scelto da chi ama le arti marziali, i fiori o, addirittura, i treni». (ps)

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INTERVISTA Viaggio nel quartiere Zen di Palermo

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DARIO PENNINO E I SU

RAGAZZI DI STRA Dario Pennino è presidente e socio-fondatore dell’associazione “Ragazzi di Strada” che con le iniziative culturali cerca di dare colore al quartiere Zen di Palermo. L’arte, la musica, la cultura, rappresentano il migliore strumento per continuare a sognare nel quartiere Zen. Pennino ci introduce in questa realtà…


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INTERVISTA La Finestra 99 Viaggio nel quartiere Zen di Palermo

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di Michele Luongo ario Pennino, ci vuole parlare di “Ragazzi di Strada”? «La nostra associazione nasce nel 2003, come provocazione. Sette studenti universitari del quartiere Zen di Palermo, cresciuti in strada, non siamo professionisti del sociale ne vendiamo disagio gratuito. Ci siamo cresciuti allo Zen, ci viviamo e la cosa che non sopportiamo è quando pensano che siamo ignoranti, che guadagniamo solo grazie alla droga. Non siamo eroi, siamo solo giovani che si divertono aiutando il proprio quartiere. Io vivo in questo quartiere da 28

anni e sono stanco di missionari, politici che ci considerano solo un granaio di voti e sopratutto sono stanco di sentirmi chiamare diverso, disagiato. Noi facciamo lotta alla mafia nel nostro quartiere, non antimafia da souvenir, la facciamo sulle coscienze, in silenzio, imitando lo stile di Padre Pino Puglisi, per noi l’ultimo vero eroe». Cosa significa fare cultura allo Zen? «Avere la presunzione di realizzare iniziative che portano la città allo Zen, i salotti bene, quelli che vanno a teatro, alle mostre. Ci abbiamo provato con “sogni e riscatto 2008 ”, con Claudia Perna (concorrente del

Gf9) e Francesco Casisa (attore protagonista di nuovo mondo), ragazzi cresciuti nel quartiere e soci fondatori. L’evento ci ha portato come ospiti Maria Grazia Cucinotta e il regista Emanuele Crialese che non finiremo mai di ringraziare. Nel 2009 la sfida è diventata “Talento”, infatti, “Sogni e Riscatto 2009” ha avuto come tema la musica. Il sito Repubblica.it , ci ha data una mano a lanciare un concorso. Una sorta di sfida, tra tutte le band e i cantautori siciliani emergenti, su dei testi che denunciano la mafia. Ha vinto un giovane abitante dello Zen, Maxmilian Vella in arte Dante che vi consiglio di ascoltare. Dal 2005 prepariamo gli adulti da esterni, agli esami di licenza media. Quest’anno in 12 hanno raggiunto l’obiettivo. Adesso stiamo pensando di realizzare qualcosa che li possa fare arrivare al diploma. Vorremmo poi trasformare un’intera “insulae”, sono i casermoni in cui viviamo, in un museo d’arte per una settimana e far nascere il museo itinerante Zen». Quale linguaggio volete trasmettere alla vostra città?


INTERVISTA

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«Essere obiettivi il più possibile e non sentire sulla propria pelle il respiro della mafia. È una realtà, ma bisogna anche saperla gestire , spiegare a scuola. Sopratutto a scuola. Il compito dell’insegnante non è semplice, purtroppo a volte si cade anche nell’incapacità dell’insegnante stesso. Come uscirne, o come almeno provarci? Diffondendo il più possibile cultura tra i bambini, i giovani, i grandi».

Avete scambi culturali con altre associazioni del comune? «Sono rari. Non viviamo di contributi. L’unico progetto che abbiamo fatto è stato finanziato da “Fondazione per il Sud” che per noi è la nostra famiglia. Pensi che ci conosce Don Ciotti, ma l’associazione “Libera Palermo” non ci ha mai considerati. In molti non ci sopportano ci considerano gli “anarchici” dell’associazionismo e poi le con-

fesso una cosa: ho avuto modo di scoprire solo grazie a questo progetto che, l’associazionismo, a volte è peggio della politica, non sai mai di chi ti puoi fidare e di chi no. Preferiamo avere rapporti con i nostri angeli che si chiamano Tavolo per la pace di Piacenza e Associazione Legame di Bologna. Sempre a Bologna abbiamo incontrato i partigiani che poi abbiamo ospitato allo Zen. Questo scambio ci è valso

anche una medaglia d’argento al merito civile del nostro Presidente della Repubblica». La politica siciliana è vicina ai giovani? «Sì, due mesi prima delle elezioni». Molte associazioni, specialmente al Sud, nascono con grande aspettativa di libertà, ma poi finiscono nel groviglio della politica… «È tremendamente vero! Ogni cosa finisce nel groviglio della politica per due motivi: o si vuol fare politica o si vogliano fare i soldi. Noi non vogliamo né l’una né l’altra cosa». Ragazzi di Strada iniziativa dal basso, dà fastidio? «Bisogna fare una distinzione, o meglio, dire: a chi dà più fastidio “Ragazzi di strada”? Alle Istituzioni o alla mafia? Allora le risponderei che con la mafia sappiamo chi è il nemico e come si combatte, con le istituzioni è impossibile capirlo». L’associazione è stata vittima anche di furti… «”Avete rubato ai vostri figli e ai vostri nipoti... idioti!!!” Abbiamo proprio detto così alla stampa».


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Tanti uomini in Sicilia hanno lasciato la propria vita. Cosa vi aspettate dal domani? «Ci aspettiamo che le parole di Antonino Caponnetto pronunciate il giorno dei funerali di Paolo Borsellino diventino realtà: “Ma ora questo stesso Stato che essi hanno servito fino al sacrificio, deve dimostrare di essere veramente presente in tutte le sue articolazioni, sia con la sua forza sia con i suoi servizi. È giunto il tempo, mi sembra, delle grandi decisioni e delle scelte di fondo, non è più l’ora delle collusioni, degli attendismi, dei compromessi e delle furberie, e dovranno essere, presidente, dovranno essere uomini credibili, onesti, dai politici ai magistrati, a gestire con le tue illuminate direttive questa fase necessaria di rinascita morale”». Cosa rappresenta l’arte per voi

Ragazzi di Strada? «Noi siamo artistici e non artisti, nel senso che amiamo tutto ciò che ci permette di immaginare un mondo migliore o denunciare il marcio che c’è». Televisione, giornali, visita al Presidente della Camera Fini: questa risonanza mediatica dove vi porterà? «Non lo so, spero che questi giovani abbiano un futuro migliore rimanendo nel quartiere Zen». Nuovi progetti? «Un fumetto realizzato grazie alla “Fondazione per il Sud” , dal titolo “Zenlandia e il rapimento del Sindaco Vattarata” (sarebbe Cammarata) pensato e disegnato dai ragazzi del quartiere. Andrea, dieci anni, sogna di rapire il sindaco insieme agli altri dell’associazione. Un rapimento pacifico, gli chiediamo di venire a vedere il quartiere e risolvere i problemi. Vattarata, viene e con cinque telefonate risolve problemi che ci portiamo dietro da anni... peccato che poi Andrea si svegli».

«...non siamo professionisti del sociale ne vendiamo disagio gratuito. Ci siamo cresciuti allo Zen, ci viviamo e la cosa che non sopportiamo è quando pensano che siamo ignoranti, che guadagniamo solo grazie alla droga. Non siamo eroi, siamo solo giovani che si divertono aiutando il proprio quartiere...» Dario Pennino

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In Sicilia la politica costruisce un futuro migliore? «Sì, per i figli dei politici, sindacalisti e vari burocrati».

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FATTI & OPINIONI

La riforma Costituzionale incominciando dall’articolo 1

Il Ministro Brunetta vede lontano

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di Michele Luongo

i trovo d’accordo con il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, anche se a volte fa di tutto per sembrare antipatico, sull’esigenza della riforma costituzionale espressa in una recente intervista nella quale, tra le varie cose, ha affermato: «La riforma non dovrà riguardare solo la seconda parte della Costituzione, ma anche la prima. A partire dall’articolo 1: stabilire che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” non significa assolutamente nulla». Dopo queste dichiarazioni, contro il Ministro Brunetta si sono immediatamente levate le voci di chi non vuole cambiare assolutamente nulla in questo Paese, di chi vuole semplicemente conservare lo status quo in quanto, in fin dei conti, è molto più redditizia la politica del non fare anziché porsi seriamente alla costruzione di nuove riforme. Il Ministro Renato Brunetta ha saputo vedere lontano e ha avuto il coraggio di esternare ciò che molti italiani nel loro intimo pensano. Dunque, come possiamo fare finta di non capire che la nostra Costituzione sembra essere formata con prevalenza della collettività sull’individuo, cosa certamente non di uno Stato liberale. Il Ministro Brunetta dice che bisogna incominciare a riformare la Costituzione (il cambiamento è previsto dalla stessa Costituzione) in modo democratico, proprio dall’articolo 1. Magari fondarlo sulle libertà dell’individuo. Già don Luigi Sturzo all’epoca della costituente scriveva le seguenti illuminanti parole: «Badate che qui

INDUSTRIA: ASPETTATIVE POSITIVE PER IL 2010 Il 30% delle Pmi manifatturiere pensa che il 2010 porterà di nuovo un aumento del fatturato aziendale; una quota analoga si attende un incremento delle esportazioni; il 24% una ripresa degli ordinativi interni; un quarto delle piccole e medie imprese prevede un incremento della produzione. Al nuovo anno, insomma, le Pmi del made in Italy guardano con una discreta dose di ottimismo, dimostrandosi anche pronte a serrare le fila, investendo in innovazione e affrontando i mercati esteri, per mantenere o espandere le proprie quote di mercato. A rivelarlo è il Centro studi di Unioncamere.

Sulla costituzione aveva detto parole illuminanti già Don Sturzo

Enrico De Nicola firma la Costituzione

abbiamo una statalizzazione invadente e oppressiva. Forse un esame più profondo farebbe vedere che questi principi, data la loro vaghezza e la loro elasticità, possono dire molto, ma possono dire anche poco e a volte possono dire anche niente. Si vuole creare forse una disciplina in bianco, in modo che il contenuto ne sarà dato dalla maggioranza che governerà? Quale tipo di incerto statuto è mai questo?». Come si vede la Costituzione è nata sotto altri auspici, altri tempi e temi, sicuramente poco attuali. Oggi ci sono troppe falle, buone solo a nascondere l’incapacità, la superficialità, l’inadeguatezza e l’interesse di parte. Oggigiorno c’è necessità di nuove regole; si pensi, ad esempio, che oggi siamo ancora costretti a subire codici e leggi addirittura antecedenti la Costituzione stessa, cioè leggi non promulgate dalla Repubblica Italiana. È dunque auspicabile che tutte le forze politiche e sociali partecipino al cambiamento, una Assemblea Costituente che aggiorni e renda più nostra “La Carta Costituzionale”, dove gli equilibri dei poteri Istituzionali siano pari e che il cittadino diventi vero protagonista della vita politica dello Stato.

A MATTIUZZA IL PREMIO LAURENTUM 2009 Il poeta Maurizio Mattiuzza, friulano ma di origini trentine, ha vinto con la poesia “Piccola canzone per Marghera”, ispirata alla drammatica vicenda del petrolchimico, la XXIII edizione del premio letterario nazionale Laurentum. La giuria, composta da personalità quali la poetessa e critica Maria Luisa Spaziani, il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò, lo scrittore Raffaele La Capria, l’attrice Simona Izzo, il cantautore Daniele Silvestri e il critico Maurizio Cucchi, ha selezionato la lirica di Mattiuzza tra le oltre settemila poesie pervenute.

90MILA EXTRACOMUNITARI NEI CAMPI Nelle campagne italiane lavorano regolarmente circa 90mila immigrati extracomunitari, dei quali circa 15mila con contratti a tempo indeterminato, che contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione dei drammatici fatti di Rosarno dalla quale si evidenzia peraltro che, con circa il 10 per cento di extracomunitari sul totale dei lavoratori agricoli, la presenza di immigrati è una componente strutturale dell’agroalimentare Made in Italy.


ESTERI

La Finestra 103

Obama, e nel quale le forze della coalizione internazionale (ISAF) sono impantanate in una guerriglia contro i taliban che somiglia sempre più ad una guerra. Non l’Iran in rotta di collisione con l’Occidente; non lo schizofrenico regime nordcoreano; e neppure quell’autentica polveriera costituita dal turbolento Pakistan. La minaccia mortale per l’Occidente proveniva – proviene – dallo sperduto Yemen, che forse fino a ieri moltissimi cittadini europei suo delirante piano. Abdulmutallab aveva previsto avrebbero faticato a collocare sul che l’aereo (in conseguenza della mappamondo. deflagrazione innescata dal- Crogiuolo di etnie, culture, l’esplosivo che ha tenuto nasco- interessi fra i più disparati, sto per ore all’interno della pro- crocevia di traffici leciti e meno pria biancheria intima) dovesse leciti, ponte ideale fra l’Oceano precipitare sul centro di Detroit, Indiano e il Mar Rosso, dirimaggiungendo in questo modo pettaio di quella vera e propria strage a strage. La miscela esplo- no man’s land – terra di nessuno siva utilizzata, l’innesco, le mo- – costituita dalla sventurata Sodalità e la tempistica dell’azione, malia, lo Yemen negli ultimi anni le frasi stesse pronunciate dal ha affrontato nell’indifferenza nigeriano all’indomani del suo pressoché generale del mondo arresto: tutto convergeva verso una serie di crisi gravissime e di una direzione ben precisa. conflitti più o meno cruenti. Agenzie di intelligence, forze di Il presidente yemenita Ali Abdalpolizia, gli stessi analisti inter- lah Saleh guida un Paese la cui nazionali, tutti sono giunti alla unità è costantemente minacciata stessa, inquietante conclusione: da tendenze secessioniste e da la matrice dell’attentato è chia- ribellioni di intere regioni poste ramente da ricercare all’interno a nord e sud; un Paese in cui la dello Yemen, fragile Paese che struttura sociale di tipo tribale occupa la punta sud-occidentale non favorisce – e anzi ostacola – la governabilità. La povertà e della Penisola Arabica. Non l’Afghanistan che tanto il basso livello di scolarizzaziopreoccupa il Presidente USA ne di vaste regioni desertiche

La matrice del fallito attentato della Vigilia di Natale sul volo Amsterdam-Detroit è da ricercare all’interno dello Yemen, fragile Paese, crogiuolo di etnie e culture, crocevia di traffici leciti e meno leciti, ponte fra Oceano Indiano e Mar Rosso. di Francesco Grosso

I

l mancato attentatore suicida che avrebbe dovuto far esplodere, la sera del 24 dicembre scorso, l’aereo della compagnia statunitense Delta-Northwest, in volo da Amsterdam a Detroit, non ha avuto solo il discutibile merito di riportare l’attenzione mediatica sul problema del terrorismo internazionale. Ha avuto anche quello – paradossale – di portare alla ribalta una realtà regionale trascurata per anni dall’opinione pubblica mondiale. Il terrorista Umar Farouk Abdulmutallab è un nigeriano già noto ai servizi segreti di mezzo mondo; ma per capire che l’attentato (che avrebbe dovuto portare morte e distruzione sul suolo degli Stati Uniti) è stato concepito e progettato a migliaia di chilometri di distanza dal suo Paese di origine è sufficiente soffermarsi su alcuni dettagli del

Il presidente yemenita Ali Abdallah Saleh guida un Paese la cui unità è costantemente minacciata da tendenze secessioniste e da ribellioni; un Paese in cui la struttura sociale di tipo tribale non favorisce la governabilità.

alimentano il malcontento ed esasperano i conflitti interni. La situazione è resa ancora più esplosiva dalla ribellione messa in atto dalla fazione sciita degli zaiditi, che da anni radicalizza il latente conflitto fra la maggioranza sunnita e la minoranza sciita. In una situazione siffatta, non si fa fatica a capire il motivo del crescente interesse che le organizzazioni terroristiche hanno iniziato a nutrire nei confronti di un territorio tanto permeabile e così poco controllato dal potere centrale. La presenza di Al Qaeda (l’organizzazione che si richiama ad Osama Bin Laden) nella regione è attestata ormai da tutte le intelligence del mondo. Mentre lo Yemen giocava in casa partite di vitale importanza, l’attenzione della comunità internazionale era puntata su ben altri teatri di guerra. Un terrorista come Abdulmutallab ha potuto essere indottrinato, addestrato, armato, reso mortalmente pericoloso, dai criminali interessi di qualcuno – e dalla colpevole, imperdonabile indifferenza di molti altri.

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Yemen Problema non nuovo

Il presidente yemenita Ali Abdallah Saleh


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MUSICA

DON


MUSICA

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BACKY D

on Backy, pseudonimo Aldo Caponi, ha tagliato a gennaio lo straordinario traguardo di 50 anni di carriera che lo hanno visto protagonista non solo come cantautore ma anche come attore cinematografico, scrittore di libri e saggi, autore di teatro, disegnatore di fumetti. Ecco la nostra intervista al celebre artista…

di Giuseppe Facchini Nel 1960 Don Backy incide il suo primo 45 giri, autoprodotto, con il nome di Agaton “Volo lontano” (titolo profetico). Nel 1962 entra a far parte del Clan, la casa discografica fondata da Adriano Celentano e con il nome di Don Backy si afferma con il 45 giri “La storia di Frankie Ballan”, una storia vera, con il quale ha partecipato al Cantagiro. Inizia così una catena di grandi successi commerciali come cantautore: “Amico”, “Ho rimasto”,

“L’amore”, “Serenata”,”Poesia“, ma anche come autore, basti pensare a “Pregherò”. Nel 1967 partecipa al Festival di Sanremo con la splendida “L’immensità”, incisa anche da grandi artisti internazionali e recentemente anche dai Negramaro. In occasione del Festival di Sanremo 1968 arrivano al culmine i dissidi con Adriano; don Backy nella rassegna di quell’anno si classifica come autore al secondo posto con “Casa bianca”

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IL MESTIERE DELLE CANZONI

(interpretata da Marisa Sannia e Ornella Vanoni) e al terzo con “Canzone” (interpretata da Milva e Adriano Celentano). I successi continuano: “Un sorriso”, “Bianchi cristalli sereni”,“Importa niente” e altri. Tra i diversi film interpretati “Super rapina a Milano”, “I sette fratelli cervi”, “Satyricon”e tra le opere di fumetti “L’inferno”, “Sognando” e “Clanyricon”. Come autore di libri da ricordare “Questa è la storia…Memorie di un juke-box 55-69”. In questi giorni è appena uscito “Storia di altre storie…Memorie di un juke-box 70-80”, in cui racconta nei minimi particolari la sua carriera e le vicissitudini del periodo musicale del quale è stato protagonista. Un libro da non perdere. Considerato nell’ambiente musicale un polemico rompiscatole, è in realtà un grande artista che si è sempre esposto direttamente; per la sua franchezza ha avuto qualche penalizzazione nella


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MUSICA

«...Ho scritto circa 400 canzoni e ognuna di esse è legata ad un momento specifico e quando la canti questo prende corpo. Non faccio una classifica, ognuna è diversa...»

carriera, ma il pubblico gli è stato vicino. Aldo, o meglio don Backy, come stai vivendo questo traguardo di 50 anni di attività? «Sono uno che ama questo mestiere e non lo molla mai, sono in uscita con un nuovo CD “Il mestiere delle canzoni”e con un nuovo libro, il secondo della trilogia, che comprende il periodo che va dal 1970 al 1980. Sono due piccoli regali che mi faccio per i 50 anni di carriera, sono sempre in movimento e in attività. Il mio è un mestiere che non scegli tu di fare, ma ti sceglie lui fino a che non decide di mollarti». Come va la tua vena di compositore? «Sono maturato, non solo anagraficamente, ma anche artisticamente, quello che vedo ora è diverso da come vedevo una volta. Le mie canzoni sono più mature di un tempo, anche i temi sono più personali e intimistici». Il tuo rapporto con il pubblico è molto diretto, potremmo dire dal produttore al consumatore. «Non ho demandato a nessuno il rapporto con il pubblico, ho sempre fatto così anche negli anni ‘60 al culmine del successo, un’ora al giorno per scrivere a macchina a tutti quelli che mi scrivevano lettere, anche ora mantengo i contatti con il blog e mi intrattengo col pubblico che informo con le novità artistiche. Uso lo strumento di internet che il tempo mi mette a disposizione. Dal sito è possibile acquistare i dischi e i libri. Sono come un artigiano, orgoglioso di essere uno che lavora con le proprie mani».

Il nuovo lavoro di Don Backy, uscito lo scorso 15 gennaio

Come ricordi i tuoi esordi? «Sono stati molto importanti, per la passione che mi ha spinto a fare questo mestiere, un sogno, una magia. Li ricordo con tenerezza. Ho esordito con il Rock ‘n roll da dilettante, si suonava nelle balere ma il genere non era molto apprezzato, ma grazie alla nostra insistenza abbiamo contribuito a modernizzare la musica e questo ha lasciato un segno nelle mie canzoni. Gli anni Sessanta sono poi qualcosa di irripetibile, c’era una serenità nell’aria con tante speranze che metteva le persone in un particolare stato d’animo. E questa felicità si è trasformata anche in musica, canzoni scritte di getto, spontanee, con tre accordi, momenti straordinari».


MUSICA

La Finestra 107

Come giudichi Celentano al di là dei dissidi avuto con lui? «È stato il primo a imporsi in un genere che selezionava un pubblico di ragazzi e avendo grande visibilità, oltreché bravo, si è imposto come un’icona fin da subito. Il Clan serviva come piedistallo della sua statua. Oggi non lo scalza più nessuno, ma non vedo in lui quello spirito innovativo che aveva negli Sessanta Cos’è stato per te il Clan di Cee Settanta. In quanlentano? to ai rapporti «A parte il finale che attiene solo a con lui non ho un fatto mercantile, artisticamente il Clan è stata la miglior scuola che La copertina del primo libro della trilogia “Questa è niente da nastoria” in cui Don Backy si racconta e racconta il potessi avere. Celentano era un per- la scondere, ho clan, la lite e i retroscena della tormentata questione sonaggio a sé stante, che non poteva sui diritti d'autore tra lui e Adriano Celentano dopo la solo cercato insegnarti, perché non potevi somi- rottura nel 1968 di difendere gliare a lui. All’interno avevi tutta la i miei diritti, libertà possibile di poter fare le tue scelte in completa peccato che questo la gente l’ha autonomia, e questo era un gran bene; nel tempo questo scoperto un po’ troppo tardi». si è rivelato anche un handicap quando ho lavorato con etichette commerciali nelle quali ero ingabbiato ed io non E le tue carriere parallele nel ero abituato a render conto a questo o a quell’altro. Nel cinema, nel teatro, nell’editoria? 1976 ho fondato la mia etichetta “Ciliegia Bianca”». «Sono dei sugheri per restare a Sarebbe possibile un Clan nel periodo attuale? galla in modo dignitoso ed es«Sarebbe possibile se non ci fosse questa egemonia delle sere visibile. E hanno avuto la major, le grandi case discografiche che hanno inquinato risonanza che desideravo». l’ambiente musicale; ora però l’Afi ha iniziato un nuovo corso e le piccole etichette cominciano a puntare i piedi. Quante canzoni hai scritto? È importante, la musica richiede dignità». «Circa 400 e ognuna di esse è legata ad un momento speCome valuti l’attuale momento di crisi del settore? «Non se ne viene fuori, è oramai in mano a grossi gruppi cifico e quando la canti questo di persone, non c’è un mercato, il pubblico in ogni caso prende corpo. Non faccio una è molto attento». classifica, ognuna è diversa».

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Parliamo della tua canzone più conosciuta, “L’immensità”. «Dopo 43 anni è ancora una canzone che viene prescelta per essere interpretata in concorsi da ragazzi giovani, e questo è un motivo di grande soddisfazione. Oltre ai Negramaro è stata incisa da Monna Naranko numero uno nei paesi dell’America Latina, in Romania da Sofia Raturu, anche una cantante nordcoreana la canta in italiano».


108 La Finestra

SOCIETÀ

LO STUDIO. Il pettegolezzo? Aiuta l’allargamento sociale

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I

l gossip, così di moda in questo periodo, è visto non come qualcosa di dannoso ma, anzi, quale forma di comunicazione utile a garantire un certo grado di ordine sociale. «Dal punto di vista dell’evoluzione biologica e culturale, le società umane - spiega Rosaria Conte - si sono allargate nel tempo in tempi e dimensioni nettamente superiori rispetto ad altre specie». Le condizioni per realizzare tale crescita sono «l’intensificazione dei rapporti di scambio e cooperazione e il controllo di comportamenti negativi, quali la truffa e l’inganno (cheating). Tutto ciò si rende possibile mediante la costruzione di una particolare forma di conoscenza sociale: la reputazione». Normalmente, però, si ritiene che il pettegolezzo sia una comunicazione tesa solo a minare la reputazione altrui. Gli studi della ricercatrice dell’Istc-Cnr, invece, smentiscono tale assunto: «Trasmettendo la reputazione tramite il pettegolezzo, cioè riportando un’opinione non a titolo personale, bensì attribuendola al

Flaminio Squazzoni, dell’Università di Brescia, hanno dimostrato inoltre che, nell’effettuare scelte in campo economico, in cui normalmente si enfatizza la scelta razionale, gli individui sono influenzati fortemente dalla reputazione e dal gossip. «Dal punto di vista del sistema sociale nel suo complesso - spiega

L’utilità del gossip “Le virtù del pettegolezzo”. Questo il curioso titolo di un recente convegno con Rosaria Conte, ricercatrice dell’Istc-Cnr, e Flaminio Squazzoni, del dipartimento di Scienze sociali dell’Università di Brescia. pensiero diffuso - precisa Conte - la fonte evita di assumersi la responsabilità di quanto dice e, di conseguenza, si sottrae a eventuali ‘rappresaglie’ e ‘faide’ che potrebbero a loro volta produrre altri comportamenti aggressivi,

reciproci e reiterati. In tale modo gli uomini sono dunque riusciti a controllare il cheating, aumentando al contempo la dimensione dei gruppi sociali». Gli esperimenti condotti con decisori umani in laboratorio da

Squazzoni- la reputazione e i ‘rumors’, pur introducendo a volte, informazioni erronee e ‘bufale’, sembrano sorreggere le capacità di esplorazione dei soggetti nel prendere decisioni economiche anche rischiose e incrementano la tendenza alla cooperazione e alla fiducia fra gli operatori del mercato».

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SOCIETÀ

La Finestra 109

CONSUMI. È operativa la legge approvata in Veneto

Cibi a chilometri zero

L

’aumento del costo dei carburanti incide pesantemente sulla spesa alimentare visto che ogni pasto percorre in media 1.900 km prima di giungere sulle tavole e l’operatività della legge consentirà di far arrivare più facilmente sulle tavole prodotti locali che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti. Il testo innovativo introduce per la prima volta la definizione di “prodotti agricoli a km zero” individuando caratteristiche precise ed essenziali quali: stagionalità, sostenibilità ambientale, qualità organolettiche e legame con la tradizione culinaria. In un Paese come l’Italia dove oltre l’86% dei

trasporti commerciali avviene su gomma e la logistica incide per quasi un terzo sui costi di frutta e verdura, la nuova norma promuovendo il consumo di prodotti locali aiuta le tasche ma anche la salute e l’ambiente in quanto riduce le emissioni di gas ad effetto serra che provocano cambiamenti climatici.

L’iniziativa risponde al bisogno di un numero crescente di consumatori che vuole condurre uno stile di vita attento all’ambiente e alla salvaguardia del clima anche a tavola. Dopo la pubblicazione nel BUR la normativa sarà applicabile a tutti gli effetti autorizzando anche gli enti locali a promuovere l’orientamento del consumo dei prodotti di provenienza regionale in mense pubbliche, nella ristorazione collettiva e in tutti i supermercati. Tra gli obiettivi della legge vi è la promozione del patrimonio agroalimentare regionale nei pasti di scuole elementari, istituti scolastici superiori, università, ospedali e caserme nella misura del 50%, percentuale che non discrimina il prodotto di origine

extraregionale o straniera ma valorizza le tipicità locali consentendo ai consumatori di fare scelte consapevoli, sostenibili in termini di prezzo e meno impattanti sull’ambiente. L’articolato prevede inoltre spazi riservati agli agricoltori nei mercati rionali, che non andranno a ledere gli interessi di altre categorie, ma integreranno la gamma delle offerte stagionali ai consumatori attraverso la filiera corta. Sono circa 500 i mercati degli agricoltori di campagna Amica presenti in tutte le province nazionali e oltre 60mila i punti di vendita diretti delle aziende agricole dove comprare formaggi, vino, salumi, extravergine e ortofrutta del territorio.

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Con il via libera dell’Ue è finalmente operativa la prima legge sui cibi a chilometri zero approvata dalla regione Veneto su iniziativa della Coldiretti che ha raccolto le firme in suo sostegno.


110 La Finestra

CINEMA

TEZZE di GRIGNO. Arriva il capolavoro di Cameron

AVATAR JAMES CAMERON, IL REGISTA DI TITANIC, RITORNA CON UN FILM LIVE ACTION CON UNA NUOVA GENERAZIONE DI EFFETTI SPECIALI. MA LA CRITICA…

Gennaio/Febbraio 2010

Icinema

n un lontano futuro, un veterano di guerra, Jake Sully, ex maHHHHH rine ormai costretto alla sedia a rotelle, viene inviato sul pianeta Pandora dove alcune società stanno estraendo un raro minerale le cui proprietà possono risolvere il problema della crisi energetica sulla Terra. Purtroppo l’atmosfera di Pandora è tossica, pertanto è stato creato il cosiddetto Programma Avatar, grazie al quale i “piloti” umani collegano le loro coscienze ad un avatar, ossia un corpo organico telecontrollato che può sopravvivere nell’atmosfera letale. Gli avatar sono degli ibridi geneticamente sviluppati dal DNA umano unito al DNA dei nativi di Pandora... i Na’vi che parlano una loro lingua e hanno una propria cultura, diversa da quella degli umani. Rinato nel suo corpo di Avatar, Jake può camminare di nuovo. La sua missione

Regia J. Cameron 2010

è quella di infiltrarsi tra i Na’vi che ostacolano l’estrazione del prezioso minerale. Ma una bellissima donna Na’vi, Neytiri, salva la vita a Jake, e ciò cambia tutto… Il film era stato concepito da James Cameron, il regista Premio Oscar per “Titanic”, 15 anni fa, quando non esistevano ancora gli strumenti necessari per dare vita alla sua visione. Ora, dopo 4 anni di lavorazione, AVATAR , è un film live action con una nuova generazione di effetti speciali, che offre un’esperienza cinematografica a 360 gradi, assolutamente innovativa. In occasione della presentazione in anteprima alla stampa italiana, molti i pareri raccolti fra i critici e giornalisti su questa pellicola. Tra i più autorevoli vi è senz’altro quello di Enrico Ghezzi, secondo il quale Avatar è forse «meno epocale di Titanic, ma ancora più intenso e bello». Per Giona A. Nazzaro (Film TV) «James Cameron è il D.W. Griffith del nuovo cinesecolo». Di segno opposto l’opinione di Pier Maria Bocchi (Cineforum)

suo cuore appartiene ormai alla moglie e sarà questo trambusto emotivo a riunirli nel finale. Il personaggio che più interessa non è Alì, trasparente e monolitico nella sua araba semplicità di cuore e di comportamento, ma Emmi, cui l’amore non basta a farle superare i pregiudizi, l’educazione piccolo borghese, l’innata tedescheria. L’impasto di melodramma e di critica sociale funziona perché il primo è al servizio della seconda come la circolazione del sangue alimenta un organismo. L’angoscia che si respira fin dall’inizio può dirsi la vera protagonista di questo film. Le immagini, come spesso accade nei lavori di Fassbinder, parlano da sole e fanno da cornice all’azione dei protagonisti e ci comunicano significati oltre che sensazioni. Ben studiati sono i rapporti tra i vari elementi della storia che si sovrappongono, e si completano.

LA PAURA MANGIA L'ANIMA Per "Effetto Notte" a Pergine

Monaco, primi anni Settanta. Emmi, una sessantenne vedova e con figli sposati, incontra una sera in un bar Alì, un giovane operaio marocchino. I due iniziano a vedersi spinti da una comune solitudine; inizia un rapporto che s’intreccia con le loro vite. Si sposano ma la convivenza non è semplice per l’opposizione della famiglia e dell’ambiente in cui vivono. Poi le cose sembrano cambiare quando la gente pare accettare questa loro scelta; però ora è il loro male di vivere ad emergere; Alì si chiude in sé, frequenta un’altra donna, e comincia a condurre una vita sregolata. Ma il

secondo cui il film è «ideologicamente vecchiotto. Si parlava di rivoluzione di genere: sarà per la prossima volta». Per Paolo Mereghetti (Corriere della Sera), lo spettacolo è affascinante - «non ho mai guardato l’orologio per più di due ore» ma la sceneggiatura risulta deludente: «possibile che il cinema americano non sia più capace di riflettere seriamente sui temi che affronta?». Marina Sanna (La rivista del cinematofrago) è rimasta delusa invece dalla «parte drammaturgica narrativa» però ammette che «Avatar utilizza le risorse del 3d in modo innovativo e originale». Per Alberto Pezzotta (viviMilano/Corsera) il film è divertente e spettacolare, ma «niente di nuovo sotto il sole». Per Adriano Aiello (Movieplayer.it) l'idea è vecchia e stanca, ma Avatar rappresenta «un'esperienza sensoriale che rievoca tutta la magia del cinema».

Pergine, 26 febbraio 2010, Teatro Don Bosco, ore 20.45.

Domenica 21 febbraio

Tezze - Teatro Parrocchiale ore 20.30

BLACK GOLD Pergine, Teatro D. Bosco 12/02/2010 Ore 20.45

ALVIN SUPERSTAR 2 Borgo, Auditorium 13 e 14/02/2010

I LUNEDÌ AL SOLE

Pergine, Teatro D. Bosco 19/02/2010 Ore 20.45


MOSTRE

La Finestra 111

TRENTO. Mostra di artisti trentini e tirolesi

TRENTO. Nel cuore nessuna croce manca

Le radici della montagna

(Foto arch. PAT)

“Le radici della montagna” è una mostra collettiva di 30 lavori di artisti trentini e tirolesi che interpretano, tra fine ‘800 e prima metà del ‘900, attraverso simboli, metafore, sfumature di colore, il paesaggio e la storia di un territorio di confine. Finalità della mostra è quella di stimolare la riflessione su

temi di interesse per la comunità e sulla comune identità con i territori vicini, identità che non è solo geografica, ma anche

culturale. In mostra artisti come Bezzi, Moggioli, Bonazza, Pancheri, Prati, Segantini, Siber, Nikodem, Gaigher. Si tratta, da un lato, di pitture “di figura”, dove emergono i sentimenti e una grande capacità di aprirsi al senso dell’infinito e dell’immensità, dall’altra di paesaggi che raccontano

il senso della storia, una storia che diventa a tratti simbolica, come nelle opere di Tullio Garbari e Umberto Moggioli. Altro tema è il paesaggio come “indicatore”: è il caso di opere come “Addio alla patria” di Albert Stolz o “Nostalgia di casa” di Thomas Walch, che raccontano storie di uomini e donne che si interrogano sul senso della patria e la tristezza per la lontananza dalla casa, dalla montagna.

Trento, Palazzo Trentini, Via Manci 27, dal lunedì al sabato ore 10.00-18.00.

Dall’agosto 1914 al novembre 1918 milioni di cittadini furono chiamati alle armi dai governi di tutta Europa. I trentini, cittadini dell’Impero austroungarico, combatterono sotto la bandiera asburgica sui fronti della Galizia, della Volinia, dei Carpazi, della Romania e dell’Italia, tranne la piccola ma significativa minoranza che si arruolò volontariamente nell’Esercito italiano per affermare l’italianità del Trentino. Presso la Sala di Rappresentanza della Regione, in piazza Dante a Trento, è esposto il “Memoriale degli 11.400 caduti trentini nella Prima guerra mondiale”, una grande installazione che riportata i nomi di quanti morirono nella

Grande Guerra, senza distinzione di uniforme o di bandiera, perché a tanti anni di distanza un atto di rispetto e di pietà coroni quella tragica vicenda, per un impegno di pace.

Palazzo della Regione, Piazza Dante, Trento.

ISERA. Mostra al Museo della cartolina

Andreas Hofer: tra mito e storia «Questa mostra vuole comporre un disegno completo della biografia di Andreas Hofer, fino alla sua morte violenta, cioè fino al tragico epilogo di una storia movimentata e avventurosa segnata dalla simpatia popolare nelle valli del Tirolo, Trentino compreso[...]. Andreas Hofer è stato stiracchiato di qua e di là, è stato brutalmente strumentalizzato, tanto che nel suo nome si sono mosse “truppe e pattuglie” di ogni genere: dai pangermanisti ai partigiani sud-tirolesi. Ma forse, paradossalmente, sta proprio in questo “multiuso” della sua persona come della

sua storia il significato più profondo della sua figura: Andreas Hofer è una specie di cartina di tornasole dell’anima popolare della nostra Regione, legata a filo doppio alla fiera difesa del proprio itinerario secolare nell’autogoverno e nell’autonomia». Mario Cossali “1809-1810. Andreas Hofer tra mito e storia. Le cartoline raccontano”.

Isera, Museo della Cartolina, Via Galvagni, da lunedì a venerdì ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00.

CAVALESE

LEVICO

BORGO

Sei artisti per tre valli

Carnevale in biblioteca

Laboratori creativi

Il Centro Arte Contemporanea di Cavalese presenta una mostra di sei artisti delle valli di Fassa, Fiemme e Cembra, insieme alla vicina Trodena per rappresentare diverse tendenze dell’arte contemporanea locale. L’obiettivo è un’indagine su come le nuove tematiche della

Presso la Biblioteca di Levico è allestita una mostra (fino al 16 di febbraio) di libri sul Carnevale. Tre sono le sezioni: maschere e tradizioni; storie di carnevale; costruzione di maschere e costumi. Dei libri è disponibile un catalogo gratuito.

Laboratori creativi a Casa Andriollo. 13 febbraio Natura, amore, sogno e poesia: Scacciapensieri, mobiles e altre strutture volanti ispirate al lavoro di Rob Ryan. - 27 febbraio Con i piedi al caldo: la lana cotta. Info: 0461 751251.

società influiscano sugli artisti di montagna.

Cavalese, Palazzo Firmian, tutti i giorni ore 15.30-19.30.

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Per i caduti trentini


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UN’AVVENTURA SPAZIALE AL M A Trento ha aperto i battenti la nuova mostra del Museo Tridentino di Scienze Naturali dal titolo “SPAZIALE! Astronomia in mostra”. Una proposta “formato famiglia”, realizzata da esperti per offrire, come dovrebbe fare ogni esposizione intelligentemente “comunicativa”, informazioni puntuali, precise, essenziali attraverso modi invoglianti a farle proprie.


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A MTSN TRENTO. Al via la nuova mostra del Museo Tridentino di Scienze Naturali

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n viaggio coinvolgente lungo l’evoluzione dell’astronomia, dai suoi esordi fino al futuro. Un viaggio da protagonisti e non da spettatori. Imparando, divertendosi. Che è poi un viaggio, non meno affascinante, nella rappresentazione che della natura si è andata creando l'umanità. Non tralasciando i viaggi che nell'immensità siderale si possono compiere, e si sono sempre compiuti, con le ali dell'immaginazione. Lo propone il Museo Tridentino

di Scienze Naturali di Trento con "SPAZIALE! Astronomia in mostra", esposizione che non mancherà di calamitare nella struttura di via Calepina, nel cuore della città, curiosi, appassionati, conoscitori e persone al primo contatto con la materia, grandi e piccini, dal 29 gennaio 2010 al 21 marzo 2011. Si tratta effettivamente di una mostra “formato famiglia”, realizzata da esperti per offrire, come dovrebbe fare ogni esposizione intelligentemente “comunicativa”, informazioni puntuali, precise, essenziali attraverso modi invoglianti a farle proprie.

E tutto intorno al fulcro rappresentato dalla mostra, un fitto insieme di attività collegate di grande interesse: spettacoli scientifici, rappresentazioni teatrali, corsi di astronomia per insegnanti e famiglie, osservazioni programmate in concomitanza di particolari avvenimenti astronomici, l'apertura, a quota 1400 metri, sul Monte Bondone che sovrasta Trento, del nuovo osservatorio presso la "Terrazza delle Stelle". Ma anche l'emozione pura di osservare le stelle ad alta quota, in nottate di osservazione e parole presso i rifugi alpini della Sat; un progetto sul territorio de-


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All’interno della mostra si può diventare piloti di una sonda spaziale, manovrarla nello spazio, o passare vicino ad un buco nero, venendone spaventosamente inghiottiti. O ancora guardare la nostra immagine riflessa su di uno specchio lunare così come ascoltare la nostra voce giungere in ritardo da mondi lontanissimi: potremo anche compiere dei prodigiosi salti sul muro della gravità, come se fossimo sulla Luna o su Marte.

nominato "stelle in biblioteca" e tante altre occasioni, per un anno tutto a contatto con i corpi celesti. In SPAZIALE! il filo rosso narrativo sarà costituito dalla rappresentazione della natura che l'umanità si è data nel corso dei secoli, riferita in particolar modo agli spazi siderali: la luce, le distanze, le masse e i moti dei corpi celesti che sono poi i nuclei fondanti dell'astronomia, così come gli strumenti scientifici a disposizione degli astronomi per conoscere l'Universo. L'esposizione si articola su cinque sezioni, introdotte ciascuna da un "testimonial" d'eccezione: Aristotele, Isaac Newton, Edwin Hubble, Joceyn Bell

sino al potente Kwaij, Cavaliere Jedi dell'universo di Guerre Stellari. Il personaggio di Artistotele introdurrà alla prima sezione, dedicata al pensiero antico dalle origini al Medioevo, attraversato dalle scoperte di greci e arabi: il rapporto antichissimo tra uomo e cielo, le prime testimonianze storiche di misure astronomiche, il sistema tolemaico e la filosofia di Aristotele, appunto. Sarà quindi la volta dei grandi scienziati del passato, moderni nel loro pensiero critico: Copernico e Keplero, Cartesio, Galileo e Newton (testimonial della sezione) e della nascita del metodo scientifico. La terza sezione, presentata da Edwin Hubble, padre della


MOSTRE derivanti dalla fiction letteraria e cinematografica, indagata nel suo rapporto con la scienza. Viaggi fra le stelle e nel tempo, incongruenze e intuizioni scientifiche. All’interno della mostra si può diventare piloti di una sonda spaziale, manovrarla nello spazio, o passare vicino ad un buco nero, venendone spaventosamente inghiottiti. O ancora guardare la nostra immagine riflessa su di uno specchio lunare così come ascoltare la nostra voce giungere in ritardo da mondi lontanissimi: potremo anche compiere dei prodigiosi salti sul muro della gravità, come se fossimo sulla Luna o su Marte. Con Galileo riproporre l'esperimento sulla caduta dei gravi, o entrare nel territorio dell'astrologia, potendo creare il proprio personalissimo oroscopo e scoprendo se c'è qualcosa di vero. Si andrà poi alla scoperta di tutti i segreti dei telescopi osservando ciò che

"SPAZIALE! Astronomia in mostra" Trento, Museo Tridentino di Scienze Naturali (via Calepina 14), 30 gennaio / 30 giugno 2010. Orario 10-18. Apertura: tutti i giorni, escluso i lunedì non festivi. Info: www.mtsn.tn.it

questi potenti occhi artificiali ci mostrano, fino ai confini dell'Universo dove giungeremo a bordo di fantascientifiche astronavi. Tutto per imparare, scoprire, approfondire. Divertendosi! "SPAZIALE!. Astronomia in mostra" è una esposizioneprogetto ideata da Michele

Lanzinger, Direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali e da Stefano Oss, del Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento, a cura di Christian Lavarian del MTSN; con la collaborazione dell'Università di Trento -Dipartimento di Fisica, Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche.

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cosmologia, sarà riservata al pensiero moderno, da Maxwell ad Einstein: l'elettromagnetismo, la relatività e il big bang, i nuovi strumenti scientifici e il nuovo volto dell'Universo. Al pensiero futuro sarà dedicata la quarta sezione: le ricerche di confine della scienza e le prospettive teorico/sperimentali dei prossimi anni. La cosmologia e la ricerca di pianeti extrasolari, l'esplorazione spaziale e i nuovi mezzi di propulsione che ci porteranno, forse, tra le stelle. Per questa sezione il ruolo di testimonial sarà affidato alla celebre Joclyn Bell, scopritrice delle pulsar. La fantascienza come precursore di possibili, future conoscenze sarà il tema della spettacolare quinta ed ultima sezione. Un territorio immenso, quello della fantasia e della fantascienza, da Verne a Star Trek, introdotto da un Cavaliere Jedi di Guerre Stellari. In mostra molte suggestioni

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TEATRO

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TRENTO. Adattamento del celebre romanzo

CASTELLO T. Lavoro sugli emigrati trentini

Candido o dell’ottimismo di Voltaire

Viagio de sol andata

con maschere, invenzioni sceniche e marionette, “reciteranno” la loro parte per ribadire che il teatro è vera illusione, partecipazione, coinvolgimento. Il Teatro della Tosse, da sempre, pone al centro del proprio lavoro non l’attore, non il testo, non la regia e nemmeno la scenografia, ma tutti questi elementi in concerto tra loro, dando così forma ad un “sogno al cubo” in cui la fantasia dello spettatore trova stimolo per sempre nuove avventure.

Trento, Teatro Auditorium, dal 18 al 20 febbraio ore 20.30. Il 21 febbraio ore 16.00.

con tenacia ed abnegazione vinsero non solo le insidie delle foreste brasiliane, ma anche le differenze e le diffidenze, e seppero farsi rispettare con il loro duro lavoro. Ma è specialmente un tributo a quelli che non sono mai arrivati là dove sognavano.

Castello Tesino, Teatro San Giorgio, 27 febbraio 2010, ore 20.45.

TEZZE. Uno spettacolo che fa ridere e pensare

L'attesa di Flavio Oreglio L’attesa di un funerale è sempre un brutto momento, ma se l’evento che ci aspetta è la celebrazione delle esequie della ragione e della razionalità, la circostanza diventa drammatica. Sono morte davvero? O vogliono solo farcelo credere? Ma soprattutto, a chi giova il loro eventuale annientamento? La soluzione del rebus non è facile, e questa presa di coscienza avviene proprio mentre incalza la necessità di trovare una soluzione in tempi rapidi per l’urgenza di prendere decisioni importanti tra cui quella di fermare il carro funebre… Il lavoro teatrale mette in scena i contenuti

della trilogia editoriale “Siamo una massa di ignoranti. Parliamone”, sottolineando l’attualità di scienza, filosofia e religione; materia, quest’ultima, con cui Flavio Oreglio coraggiosamente si cimenta, mettendo in scena uno “spettacolare ragionamento” sulla conversione di Saulo di Tarso (che segna buona parte del secondo tempo) e centrando allo stesso tempo l’obiettivo del “divertimento pensante”, presupposto della filosofia di spettacolo dell’artista.

Tezze, Teatro parrocchiale, 20 febbraio 2010, ore 20.45.

TEATRO BAMBINI

CIVEZZANO

TRENTO

La rondine e il principe

I tre porcellini

I ragazzi della via Paal

Storia pregnante e intensa della solidarietà di una rondine, che tardando la partenza dopo l’estate, s’accorge che una statua piange delle disgrazie e delle sofferenze altrui. La statua racchiude un principe tolto alla vita terrena che si spoglierà di tutto ciò che lo riveste per donarlo a chi più di lui ne ha bisogno…

“I tre piccoli lupi e il grande maiale cattivo”. La celeberrima storia dei tre porcellini, questa volta raccontata da un altro punto di vista, resa attuale e in più con un finale del tutto inaspettato.

Uno spettacolo che proietterà il pubblico nell’atmosfera della Budapest degli anni ’50, facendo vibrare, almeno un poco, gli animi dei ragazzi del XXI secolo come quelli dei ragazzi della via Paal.

Civezzano, Teatro Comunale, 21 febbraio 2010, ore 16.00.

Trento, Teatro S. Marco, 22 febbraio 2010, ore 10.00

Olle, Teatro Parrocchiale, 27 febbraio 2010, ore 16.30.

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Viaggio tragicomico nel migliore dei mondi possibili chiude la serie di appuntamenti che il Teatro della Tosse ha voluto dedicare all’amico e maestro Emanuele Luzzati, scomparso nel gennaio 2007 ed è presumibilmente il primo evento a celebrare il centenario del Candide di Voltaire. La messa in scena è aderente all’atmosfera letteraria del romanzo di Voltaire che stigmatizza la pretesa leibniziana di vivere nel “migliore dei mondi possibili”. Un finale drammatico, in contrasto con i toni sempre ironici e giocosi della prima parte della storia, rivela il lato nascosto dell’ottimismo di Candido, svelando una drammaticità che forse va oltre le conclusioni non proprio ottimiste dello scrittore francese e che porterà Candido ad una definitiva, dolorosa presa di coscienza… Il pubblico sarà accompagnato in questa avventura da attori in carne e ossa che

“Viagio de sol andata” è un viaggio nella memoria, è un viaggio attraverso i sogni e le speranze di gente contadina, semplice e umile che alla fine dell’800 lasciò in massa la terra trentina martoriata dalla crisi economica, dalle continue guerre, dalle terribili alluvioni del 1882 e 1885. Interi paesi si spopolarono: decine, centinaia, migliaia di persone, intere famiglie partirono: fu una vera epopea. È la storia di sogni infranti e realizzati, di speranze di sofferenze, di vittorie. È un tributo ai nostri immigrati, fra cui magari anche i nostri nonni, da troppo tempo dimenticati, che


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per

Cucina Immagini

PRIMI PIATTI. Prepariamo un primo piatto con un'ottima alternativa al riso: l'orzo perlato

a cura di Fabrizio Todaro

70 minuti * facile

ORZO PERLATO AGLI ASPARAGI

L’orzo è un cereale molto antico, conosciuto nell’Egitto dei Faraoni, in Grecia, e nell'antica Roma per la sua digeribilità. È un ingrediente spesso utilizzato per minestre e zuppe, ma in questa ricetta lo prepareremo "asciutto" come un risotto. Gli altri ingredienti sono pochi e semplici e si possono acquistare anche surgelati (asparagi e spinaci). Rispetto al risotto, l'orzo ha un tempo di cottura più lungo (circa 35/40 minuti) ma nei supermercati si trova una varietà di orzo perlato a cottura rapida, per chi ha necessità di ridurre i tempi di preparazione. INGREDIENTI PER 4 PERSONE

• orzo perlato 200gr • asparagi verdi 200gr • spinaci surgelati 40gr • 1 scalogno • panna da cucina 40ml • latte 40ml

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Mettere l'orzo in ammollo in acqua fredda per circa 30 minuti. Nel frattempo preparare circa 1 litro di brodo di pollo o di dado

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Aggiungere gli spinaci e cuocere ancora un paio di minuti

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Bagnare con 1/2 bicchiere di vino bianco, e lasciare sfumare

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Preparare la salsa al parmigiano, sciogliendo a bagnomaria 60gr di parmigiano grattugiato nel latte (40ml) e panna (40ml)

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Tagliare gli asparagi a piccoli pezzi lasciando alcune punte intere per guarnire i piatti

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• pancetta affum. 40gr • vino bianco ½ bicchiere • burro 30gr • parmigiano grattugiato 80gr • olio d'oliva extravergine • brodo 1 litro circa

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In una casseruola stufare metà dello scalogno con un po' di brodo, aggiungere gli asparagi e cuocere 10 minuti

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Frullare il tutto con un mixer ottenendo un composto cremoso

In una padella soffriggere in poco olio la metà dello scalogno assieme alla pancetta, poi aggiungere un po' di brodo e far stufare

A questo punto aggiungere l'orzo (precedentemente ammollato in acqua fredda x 30 min)

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Aggiungere il composto frullato di asparagi e spinaci e proseguire la cottura per circa 35/40 minuti bagnando quando occorre con un mestolo di brodo bollente (come fosse un risotto)

A cottura ultimata, mantecare con 30gr di burro e il rimanente parmigiano

Versare la crema calda di parmigiano lungo il bordo del piatto e disporre l'orzo al centro. Guarnire il piatto con le punte di asparagi

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La ricetta di febbraio


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UN PC PER VOI

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di Luciano Motta

a telefonia mobile, dove per telefonia mobile si intendono gli smartphone, ossia quei dispositivi che più che telefoni sono dei mini PC, è in continuo fermento. È di poche settimane orsono il lancio del sistema operativo windows mobile 6,5 e già un produttore non di poco conto, HTC lo ha personalizzato ed ha immesso in commercio l’ultimo grido in fatto di grandezza di display di tipo capacitivo (che riconosce solo il tocco delle dita) l’HTC HD2. Adotta un microprocessore da 1 Ghz. di velocità e 512 Mb di memoria RAM, memoria di massa espandibile con schedine fino a 32 Gb: dati che farebbero impallidire un Pc da tavolo di 5 anni fa. Apple, dal canto suo, pur godendosi il successo del suo IPHONE non sta a guardare e investe su un rivoluzionario tablet PC con schermo capacitivo da 7 pollici e altre amenità tecnologiche. Molti produttori, tra cui Motorola, puntano su un nuovo sistema operativo lanciato nientemeno che da Google: l’Android. Sembra che questo sistema sia molto aperto e configurabile; con i display capacitivi sia molto funzionale e molto orientato al web ovunque in mobilità, privilegiando e facilitando, per chi ne ha la passione, l’accesso ai social network. Neppure il maggiore produttore mondiale, ossia Nokia, sta a

Pianeta

SMARTPHONE Anno nuovo, tecnologie nuove! Per il 2010 nella telefonia mobile sono in arrivo talmente tante novità che c’è davvero da perderci la testa. Ecco allora alcuni utili suggerimenti per un acquisto oculato, in base alle nostre esigenze. guardare e oltre al solito sistema operativo Symbian, giunto alla versione 5 con il modello N97 mini, lancia alcuni modelli Android. Samsung ondeggia tra bellissimi smartphone con schermi capaci-

tivi e sistemi operativi Symbian versione 5, sistema proprietario e qualche apertura a windows mobile e ad Android. Windows mobile che è un prodotto di Microsoft sta per presentarsi nella versione 7 che

si preannuncia rivoluzionaria rispetto al sistema già in uso e dovrebbe dare del filo da torcere ai più noti concorrenti e riguadagnare il molto terreno perduto nel settore della telefonia cellulare. L’utente è in mezzo a questo marasma. Quale smartphone è migliore dell’altro? A fare la differenza è soprattutto il gusto personale, perché le funzioni offerte sono più o meno le stesse per tutti i modelli. Da tenere in considerazione, però, la durata della batteria che deve garantire almeno due giorni di uso intenso (navigazione, posta, visione filmati, riprese, foto ecc.) Quindi attenzione perché vi sono modelli al top di gamma con batteria che dura al massimo 5 ore di uso intenso, viceversa altri arrivano ad oltre 2 giorni. È bene verificare, inoltre, che la batteria sia intercambiabile, facilmente reperibile, che l’attacco per le cuffiette sia standard in formato mini jack e che non sia proprietario, che la presa mini USB sia standard e non proprietaria, che si possa caricare la batteria tramite la presa standard mini usb. Per molti questi possono rappresentare dei semplici dettagli, ma sarebbe davvero spiacevole scoprire, dopo l’acquisto, che tutti gli accessori che già possediamo non sono riutilizzabili e che quando dobbiamo acquistare un nuovo accessorio non lo troviamo facilmente, lo dovremo ordinare alla casa produttrice a caro prezzo e con molta attesa.

COMUNICATO PER LE AZIENDE A Roncegno, a fine febbraio, inizia un corso completo comprensivo dei documenti personalizzati obbligatori per la tua azienda: - verifica dei documenti obbligatori per la sicurezza da tenere in azienda • 2 ore - sicurezza (D.Lgs 81/08) con gli ultimi aggiornamenti (D.Lgs 106/09) • 20 ore - valutazione del rischio STRESS da lavoro correlato • 6 ore - costruzione del DVR personalizzato • 4 ore - antincendio con prova di spegnimento (8 ore) - pronto soccorso per aziende classificate B-C (12 ore) con prove su manichino - a scelta: privacy e/o La Salvaguardia Assicurativa (3 ore)

Per info: Annamaria Frioli 0461.402020




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