Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Euro 6,00
Morandi Group un lustro da record
Andrea e Chiara Morandi tengono ben saldo il timone dell’azienda di famiglia Porto di Ancona e sostenibilità ambientale
Dall’Adriatico al Mar Nero si incentiva la collaborazione nel settore marittimo
Estate 2018, Anek Lines cresce a doppia cifra
E’ record per il comparto 3 Italia crocieristico in
www.adriaeco.eu Seguici su
Adriaeco - Adriatic Economy Observer
Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 44 Anno XI · Novembre/Dicembre 2018 Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007 Iscrizione al ROC · numero 16575 Direttore responsabile Gabriele Costantini direttore@adriaeco.eu Edizioni Sideline A.C. Side Line Via Flaminia 245/a 60126 Ancona AN P.I. e C.F. 02560330421 www.edizionisideline.it Redazione · Via Dogana Vecchia, 6 · 60019 Senigallia (AN) - T. 071.2362059 info@adriaeco.eu - www.adriaeco.eu Redazione Zadar · 7. Domobranske pukovnije 1 23 000 Zadar, Croatia · Tel: +385 23 311 889 Hanno collaborato: Sara Angelillo, Pierluigi Bonora, Rocco Borgognoni, Mafalda Bruno, Marco Catino, Pietro Ceccarelli, Gabriele Costantini, Michele Costantini, Francesco Di Cesare, Ilaria Ferlito, Luigi Gagliardi, Fabio Lo Savio, Mario Mauri, Andrea Mosconi, Eugenio Muzio, Virginia Olivetti, Nicole Pelizzon Ufficio grafico · grafica@adriaeco.eu Ufficio commerciale · marketing@adriaeco.eu Segreteria · segreteria@adriaeco.eu Stampa · Errebi grafiche Ripesi Falconara Marittima (AN) www.graficheripesi.it Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Distribuzione: in abbonamento postale 6 edizioni Euro 30,00. Per informazioni: 071.2362059 · info@adriaeco.eu Chiuso in redazione: 28/11/2018 “Adriaeco – Adriatic Economy Observer” non è responsabile per la qualità, provenienza o veridicità delle inserzioni. La direzione di “Adriaeco” si riserva di modificare, rifiutare o sospendere la pubblicazione dei testi o delle inserzioni a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione per qualsiasi motivo. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa da esso eventualmente supportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazione di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. È vietata la riproduzione totale o parziale di tutti i testi, i disegni, le foto riprodotte su questo numero della rivista. Manoscritti, disegni, foto anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Tutti i diritti riservati.
Ambiente e responsabilità A volte capita di soffermarsi a pensare su quali siano i grandi temi che si dovrebbero affrontare al fine di poter sviluppare idee e progetti che impattino in maniera uniforme su tutta la società civile, portando benefici comuni a tutti e senza discriminazioni di genere. Dopo una breve riflessione, siamo convinti che ai più, cosi come a noi, viene subito in mente l’Ambiente. Perché ciò accade è facile da immaginare. Nella categoria “Ambiente” si trovano declinazioni quasi infinite, gran parte delle notizie di cronaca hanno a che fare con questo concetto che, altro non è che il reale teatro delle umane vicende e, poco importa, se si parla di degrado urbano, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare o incidenti ambientali di varia natura. Le attività umane in questi ultimi 200 anni hanno, senza ombra di dubbio, modificato in maniera netta il rapporto fra tutti noi e il pianeta. Un processo che si è tentato negli ultimi decenni di controllare, razionalizzare e, non da ultimo, normare. Sono state efficaci queste azioni? Hanno portato risultati concreti? È l’uomo pronto a mettere da parte le proprie egoistiche singolarità al fine tendere verso un unico che, non solo riguarda gli oltre 7 miliardi di anime della nostra specie, ma l’intera biosfera? Sono domande di difficile risposta e, l’ultima, è forse la più importante, ma su una cosa dobbiamo essere tutti d’accordo: ogni gesto dell’uomo “deve” prendere in considerazione le conseguenze future delle sue scelte e dei suoi atti. Un principio di responsabilità da leggersi in chiave etica, elemento imprescindibile nel momento in cui ci si trova ad operare sui più disparati scenari. Una coscienza ambientale individuale che deve sublimarsi a coscienza ambientale universale. Questo è un passaggio obbligatorio giacché l’uomo è diventato per la natura più pericoloso di quanto un tempo la natura lo fosse per lui. Un percorso cui non ci si deve sottrarre, un’attenzione alle conseguenze che non riguarda solo ed esclusivamente il presente, ma cosa ben più importante, coinvolge le generazioni future, il loro stile di vita ed il diritto sacrosanto di vivere in maniera dignitosa. Su quest’ultima edizione proponiamo uno spaccato di tutta una serie di attività e progettualità che nella sostenibilità trovano il loro minimo comune denominatore. Come sopra accennato, ha poca importanza il settore, infatti, qui parliamo di logistica, infrastrutture, economia del mare, automotive, agricoltura e arte contemporanea, ognuno di questi argomenti porta con sé un suo personalissimo contributo nello sviluppo di una coscienza ambientale necessariamente, o per meglio dire obbligatoriamente, responsabile. Gabriele Costantini
Sommario Editoriale Il paradigma della mobilità
p. 3
Case History Morandi Group: un lustro da record
p. 8
Blue NET Dall’Adriatico al Mar Nero per incentivare la collaborazione nel settore marittimo
p. 12
Macroregione Adriatico-Ionica La 3 giorni per lo sviluppo della Macroregione Adriatico – Ionica Primi passi in Macroregione
p. 16
Focus Grecia Estate 2018: Anek Lines cresce a doppia cifra Le ragazze di Donnavventura scelgono Anek Lines
p. 20
Italian Cruise Day 2018 E’ record per il comparto crocieristico in Italia
p. 24
Green Ports Porto di Ancona e sostenibilità ambientale Porti verdi? Si, può, fare!
p. 30
6
Sommario Saloni Nautici Internazionali Cannes - Yachting festival 2018, parola d’ordine ecologia Genova, il salone della rinascita Super e mega yacht protagonisti a Montecarlo
p. 37
Salone dell’auto di Parigi Le chiavi dell’auto autonoma
p. 42
Arte & Cultura Sebastião Salgado. Genesi
p. 45
Wine & Food Mezzo secolo di storia per il Verdicchio dei Castelli di Jesi
p. 48
Comunicazione Sociale Inclusione sociale e tipicità
p. 50
Ian D’Agata e Alberto Mazzoni
8
9
Morandi Group un lustro da record La nuova generazione al vertice del gruppo anconetano da cinque anni traccia un bilancio degli obiettivi raggiunti. Con un volume d’affari aumentato del 50%, oggi pari a 18 milioni di euro, ed oltre 100 addetti, Andrea e Chiara Morandi tengono ben saldo il timone dell’azienda di famiglia 5 anni alla guida di una delle più importanti realtà del settore in Adriatico, sono Andrea e Chiara Morandi, in ordine classe ’83 e ’78, che dopo la prematura scomparsa del padre Renato nel 2013 a soli 61 anni, non solo hanno “tenuto botta” in un settore estremamente completivo come quello dello Shipping, ma con lungimiranza hanno implementato il bussines del Morandi Group. Un’evoluzione naturale della storica agenzia marittima fondata 105 anni addietro in operatore marittimo e trasportistico a tutto tondo con declinazione terminalistica e logistica. “Questi primi nostri 5 anni stanno volgendo al termine – ha dichiarato il CEO del Gruppo Andrea Morandi – ed è tempo di fare un primo bilancio. Sono numeri più che soddisfacenti riassumibili nella crescita del 50% del volume di affari tra 2013 (12 milioni di euro ndr) e 2018 (18 milioni di euro ndr), con parallelo incremento dell’organico (oltre 100 addetti ndr) avendo effettuato parecchie nuove assunzioni, circa una ventina”. E tante novità hanno contraddistinto questo 2018… “Sì è vero, nel mese di marzo siamo entrati operativamente nel settore delle rinfuse grazie al rilascio della concessione della banchina 25 dove è sito il terminal rinfuse, dedicato alle merci bulk
10
Nel 2019 il mondo dello Shipping si incontra ad Ancona Il capoluogo marchigiano sarà sede del più importante evento per il settore marittimo del 2019 Si terrà ad Ancona il 13 e 14 giugno 2019 l’Assemblea nazionale di Federagenti la Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi e, nella città marchigiana, ci saranno alcuni fra i più importanti opinion makers del settore marittimo e della portualità nonché una nutrita rappresentanza di tutte le aziende italiane operanti nei porti, nello shipping e nella logistica e, come da consuetudine, un’importate delegazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Con grande soddisfazione annuncio che l’Associazione degli Agenti raccomandatari e mediatori marittimi di Marche e Abruzzo che presiedo – ha dichiarato Andrea Morandi – ha proposto al Presidente Duci Ancona come porto in cui tenere la nostra Assemblea e, il Presidente, ha accolto con favore questa nostra candidatura”. Poco si sa ancora su quelli che saranno i grandi temi in discussione, ma su una cosa il Presidente Morandi è certo: “Sarà una grande occasione per dare centralità al nostro porto, uno scalo sempre più rilevante in Adriatico sia dal punto di vista delle merci che dai passeggeri e con indicatori in continua e costante crescita. Da marchigiano e anconetano sono convinto che i tanti ospiti che interverranno avranno occasione di scoprire e deliziarsi del nostro territorio, dal Conero all’entroterra, godendo delle bellezze paesaggistiche, artistiche, culturali ed enogastronomiche di cui questa regione è ricca”.
Pagine a cura di Gabriele Costantini
Case History
Andrea e Chiara Morandi ricevono il premio “Il Logistico dell’Anno 2018”. I due fratelli sono soci proprietari al 100% di tutte le attività del Gruppo
e ai semilavorati metallici, nel porto di Ancona. Titolare della concessione è, appunto, l’impresa portuale CO.M.M.P.A., acquisita ad ottobre 2017 dal Gruppo Morandi, capofila dell’associazione di imprese che allinea anche Adriatic Services Enterprise Srl, Amatori Interestate Srl e SIAP Spa. 250 metri di banchina completamente attrezzati, con fondali da 10 metri e 7 mila metri quadrati di aree di deposito adiacenti per una movimentazione, ad oggi, di 10 milioni di tonnellate di merci. Il Terminal è inoltre attrezzato con 3 gru portuali su binario e con 1 gru semovente Gottwald da 150 tonnellate, esempio unico nel porto di Ancona. La concessione scadrà il 31 dicembre 2021”. Abbiamo letto di richieste di altre concessioni, è tutto confermato? “Sì tutto confermato! Dallo scorso agosto sino alle ultime settimane di ottobre, abbiamo presentato richieste all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale per nuove concessioni demaniali per ulteriori 20.000 mq di magazzini coperti e aree di deposito. E’una seconda fase importantissima per noi nello sviluppo del progetto della logistica portuale e dei traffici merce rinfusa. Nello specifico parliamo di una domanda di concessione quadriennale di un magazzino conosciuto come “deposito Ex Carbonile dell’Enel” all’interno della Nuova Darsena circuito doganale per circa 10.000mq, ed una seconda richiesta di concessione di magazzini e aree scoperte per circa 10.000mq all’interno del complesso “EX TUBIMAR” in posizione strategica nel cuore del Porto di Ancona. Complessivamente per queste iniziative la società ha messo a budget una cifra di circa 1 milione di euro per acquisto di strutture, mezzi e assunzione del personale inerente tali attività. Le prime istanze do-
Case History
vrebbero trovare soddisfazione a breve, probabilmente già entro fine 2018. All’AdSP di Ancona l’ultima parola che con canonica procedura comparativa valuterà le istanze ricevute”. Un anno da incorniciare, il premio “Il Logistico dell’Anno 2018” è la ciliegina sulla torta? “Io e mia sorella Chiara siamo particolarmente orgogliosi di questo premio, un riconoscimento che Assologistica conferisce ogni anno agli imprenditori e alle aziende in prima linea per l’innovazione del settore trasporti. Intermodalità e logistica portuale sono la chiave di sviluppo per lo scalo anconetano, e l’assegnazione del “Il Logistico dell’Anno 2018” conferma la centralità per il porto dorico del progetto di sviluppo avviato dal nostro Gruppo all’inizio del 2018, con l’obiettivo di ridurre la presenza di camion su strada. Nello specifico è stata premiata ASE Adriatic Services Enterprise, azienda controllata che ha inaugurato a gennaio 2018 un polo logistico di 13.000 mq all’interno dello scalo portuale, nelle immediate vicinanze dell’ingresso del terminal
www.morandigroup.it www.superfastitalia.it www.webtours.it
L’uomo e gli impegni nelle associazioni In questo lustro Andrea Morandi non si è solamente dedicato all’azienda, tutt’altro, la credibilità del Gruppo e cresciuta di pari passo con quella dell’uomo ed è suffragata dagli incarichi che gli sono stati assegnati in ambiti diversi da quelli territoriali ad altri di respiro nazionale, un riconoscimento di capacità professionali indubbie nonché di un certo eclettismo: • Presidente di Federagenti Marche e Abruzzo • Presidente dell’International Propeller Club di Ancona - nuovo Chapter nella costellazione italiana la cui costituzione è stata propiziata dallo stesso Morandi • Vice Presidente di Federlogistica • Membro della Giunta di Confcommercio Marche Centrali • Membro del Consiglio della Camera di Commercio delle Marche • Presidente YoungShip Italia.
11
container. Un asset infrastrutturale che ha consentito di accorciare la catena logistica, evitando alle aziende passaggi e costi aggiuntivi, ma soprattutto limitando sensibilmente il percorso dei camion (si stima una riduzione complessiva di 200.000 km in meno di un anno ndr) e di conseguenza le emissioni di CO2. Siamo riusciti ad attrarre merci che prima sbarcavano sul Tirreno e che ora, grazie alla predisposizione di un’offerta logistica ben strutturata, siamo stati capaci di far convogliare in Adriatico. Una catena logistica che fa perno su Ancona, sviluppata in collaborazione con una grossa casa di spedizioni e che vede come attore principale il terminal container e il nostro magazzino che, voglio ricordare, è anche doganale, per cui la merce può restare allo Stato estero, e da qui può prendere il via per tutta Italia”. E per il 2019? Cosa dobbiamo aspettarci? E’ vero che intende avviare nuove attività anche su altri scali oltre Ancona? “Ancona è la nostra casa da sempre è rimarrà il nostro quartier generale, su questo non ci sono dubbi. Operiamo già su altri scali ad esempio con Superfast siamo a Bari, ma non escludo che per poter portare avanti una sostanziale politica di sviluppo il Gruppo possa volgere lo sguardo anche su altri porti”.
12
MORANDI GROUP LA STORIA Nel 1913 il broker marittimo Gustavo Morandi - insieme ai suoi fratelli - fonda ad Ancona la F.lli Morandi & C., agenzia marittima e casa di spedizioni che in pochi anni diventa punto di riferimento per il settore dello shipping e per il mondo armatoriale internazionale. Nel secondo dopoguerra la guida passa a Corrado, figlio di Gustavo, che affronta con coraggioso spirito imprenditoriale le difficoltà della ricostruzione postbellica, traghettando con successo l’azienda agli anni del boom economico. La svolta arriva nei primi anni ’70. Il passaggio generazionale porta al vertice Renato Morandi che - entrato in azienda a soli vent’anni - dimostra da subito una vera passione per il settore dello shipping e una grande capacità di visione globale, che gli consentiranno di contribuire in maniera decisiva anche alla crescita e al rilancio del Porto di Ancona. Sotto la sua guida, l’azienda cresce e si struttura come un vero e proprio gruppo imprenditoriale. Alla F.lli Morandi & C. si affiancano negli anni la Maugeri Trasporti – specializzata nel trasporto container su strada – l’impresa portuale ASE (Adriatic Services Enterprise) e la Maritransport - una nuova agenzia marittima dedicata esclusivamente al settore container - che dal 1996 ha rappresentato la Mediterranean Shipping Company (MSC) ad Ancona. Nel 1994 Renato Morandi entra con successo nel settore passeggeri. Acquisisce la rappresentanza per l’Italia della Compagnia greca Superfast Ferries. Infine dal 2005 fa parte del Gruppo anche il tour operator Webtours, creato da Renato Morandi in collaborazione con Superfast Ferries e specializzato nelle destinazioni Grecia, Croazia e Albania e regione balcanica.
www.morandigroup.it www.superfastitalia.it www.webtours.it
Case History
IL GRUPPO OGGI Oggi Il core business è rappresentato da una serie di servizi a 360° connessi al trasporto marittimo, ampiamente diversificati e riguardanti sia il settore merci che il settore passeggeri. Attualmente fanno parte di Morandi Group le storiche agenzie marittime F.lli Morandi & C. e Maritransport, entrambe casa di spedizioni e spedizioniere doganale, la società ASE (Adriatic Services Enterprise) dedicata ai servizi inerenti la terminalistica portuale, la logistica e l’autotrasporto, il tour operator Webtours specializzato sulla destinazione Grecia e in grado di fornire anche un servizio di agenzia di viaggio. Per quanto riguarda il settore merci, nel 2015 l’Agenzia Marittima Le Navi, agente Generale di Mediterranean Shipping Company (MSC) in Italia, ha costituito una società con il Gruppo Morandi. E’ nata così l’Agenzia Marittima Le Navi Ancona, che rappresenta MSC – settore container nel porto dorico e, da ottobre 2017, la Co.m.m.p.a. società terminalistica per le rinfuse nel porto di Ancona
I numeri del 2018 18 Milioni di euro è il fatturato di Morandi Group Oltre 100 sono i dipendenti impiegati presso gli uffici di Ancona 6 sono le aziende che fanno parte del Gruppo 1.800 mq l’estensione dell’Head Quarter di Ancona 15.000 mq l’estensione dei magazzini coperti e doganali presso il porto di Ancona 10.000 mq l’estensione delle aree di deposito presso il Porto di Ancona
LE COMPAGNIE RAPPRESENTATE Sul fronte passeggeri, da oltre 20 anni, Morandi Group - attraverso l’agenzia marittima F.lli Morandi & C. - è Agente Generale in Italia per le compagnie di navigazione greche Superfast Ferries e Blue Star Ferries, Africa Morocco Link e Hellenic Seaways, tutte di proprietà di Attica Group, gruppo di riferimento nel settore traghetti divenuto nel 2018 3 player del mediterraneo, quotato alla Borsa di Atene. Superfast Ferries è la compagnia che, dal 1995, ha rivoluzionato il settore passeggeri in Adriatico: l’introduzione dei traghetti di ultima generazione sulle rotte Italia Grecia ha, infatti, consentito di ridurre drasticamente i tempi di percorrenza da 36 a 19 ore. Attualmente la compagnia opera tra l’Italia e la Grecia con otto collegamenti marittimi regolari: le linee giornaliere in partenza da Ancona (Ancona-Patrasso e Ancona-Igoumenitsa) e da Bari (Bari-Patrasso e Bari-Igoumenitsa), le linee in partenza tre volte alla settimana da Venezia (Venezia-Patrasso e Venezia-Igoumenitsa) e le linee stagionali per l’isola di Corfù (Ancona-Corfù e Bari-Corfù). Blue Star Ferries è una compagnia di navigazione che fornisce tutto l’anno collegamenti regolari interni alla Grecia, tra il porto di Atene e le Isole Cicladi, il Dodecaneso, l’Egeo Nord Orientale e l’Isola di Creta. La flotta di Blue Star Ferries è composta da 9 moderne unità, tra cui le due ammiraglie Blue Star Delos e Blue Star Patmos, di recente costruzione, rispettivamente 2011 e 2012. Africa Morocco Link (AML) è la nuova compagnia del gruppo Attica che collega con partenze giornaliere – fino ad 8 al giorno - il porto di Tanger Med in Marocco al porto di Algeciras in Spagna. AML offre servizi di trasporto di elevata qualità e affidabilità per passeggeri, mezzi commerciali e autovetture, combinando velocità, funzionalità, benessere e lusso. Nel 2018, il gruppo Attica ha finalizzato l’acquisizione della compagnia di navigazione greca Hellenic Seaways divenendo, di fatto, il terzo player del mediterraneo per i traghetti. HSW ha una flotta di circa 20 unità.
Case History
www.morandigroup.it www.superfastitalia.it www.webtours.it itwebtours.it
13
Dall’Adriatico al Mar Nero per incentivare la collaborazione nel settore marittimo
Encouraging Collaboration and Networking by Maritime Clusters, from the Adriatic Sea to the Black Sea
Il progetto Blue NET – Maritime Clusters Network for Blue Growth è stato sviluppato in 6 nazioni: Italia, Bulgaria, Cipro, Albania, Romania e Croazia al fine di creare un primo gruppo di cluster marittimi dell’Europa sud-orientale
The Blue NET Project - Maritime Clusters Network for Blue Growth was developed in 6 countries: Italy, Bulgaria, Cyprus, Albania, Romania and Croatia with the aim of creating a first group of maritime clusters in South-Eastern Europe
Il progetto Blue NET – Maritime Clusters Network for Blue Growth finanziato dall’Agenzia EASME tramite il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), è stato elaborato nel 2015 ed avviato nel 2016, in contemporanea ai primi segnali positivi di rilancio dell’industria marittima. Il progetto è stato sviluppato in 6 nazioni – Italia, Bulgaria, Cipro, Albania, Romania, Croazia – con il fine di creare un primo gruppo di cluster marittimi dell’Europa sud-orientale che, partendo dal Mare Adriatico, li metta in connessione con il Mar Nero. Il Maritime Technology Cluster del Friuli Venezia Giulia, il Marine Cluster Bulgaria, il Maritime Institute of Eastern Mediterranean di Cipro, l’Unione dei porti fluviali romeni, e la Facoltà di Ingegneria Meccanica e Navale dell’Università di Zagabria sono stati coinvolti in un percorso durato due anni, durante i quali è stato finalizzato uno stato dell’arte del settore marittimo per ciascuna nazione, e messa a punto una metodologia per mappare i fabbisogni privati in termini di innovazione. 96 imprese sono state coinvolte, fornendo il loro contributo e presentando 145 necessità di innovazione, 28 delle quali sono state incontrate per un audit tecnologico, cui ha fatto seguito l’incontro tra 20 di esse, che hanno stabilito nuovi contatti durante l’International World Cafè tenutosi il 14 giugno 2018 a Cipro. Le sei nazioni coinvolte sono contraddistinte da
The Blue NET project - Maritime Clusters Network for Blue Growth, funded by EASME through the European Maritime and Fisheries Fund (EMFF), was developed in 2015 and launched in 2016, at a time when the maritime industry was showing the first positive signs of recovery. The project was developed in 6 countries - Italy, Bulgaria, Cyprus, Albania, Romania, and Croatia with the aim of creating a first group of maritime clusters in South-Eastern Europe connecting them from the Adriatic to the Black Sea. The Friuli Venezia Giulia Maritime Technology Cluster, the Bulgaria Marine Cluster, the Cyprus Maritime Institute of Eastern Mediterranean, the Union of Romanian river ports, and the Faculty of Mechanical Engineering and Zagreb Naval University worked on a two-year project to define the state-of-the-art for the maritime industry and a methodology to map the private innovation needs of each country. 96 companies were involved, all of which helped to present 145 needs for innovation, 28 of which were met for a technological audit, followed by a meeting of 20 companies who established new contacts during the International World Cafè held on 14 June 2018 in Cyprus. The six countries involved have different maritime traditions and not all of these
14
www.bluenet-project.eu
Blue NET
differenti tradizioni marittime e non tutte avevano a disposizione i dati di mappatura del settore in termini di attori, politiche in ambito marittimo e attività di ricerca e innovazione sviluppate. Partendo da una classificazione dei settori marittimi fornita dalla Commissione Europea, finalizzata ad approfondire i fabbisogni di crescita nell’ambito della Blue Growth e il loro potenziale nelle nazioni dell’area Adriatico Ionica, i partner hanno identificato i settori rilevanti in termini di politiche nazionali, ricerca e imprese che sono diventati la base per una ricognizione in ciascuna nazione. Di questi, cantieristica navale e nautica, trasporto marittimo, energia e materie prime e turismo e attività di vita e lavoro in mare, sono diventati la base per la raccolta dei fabbisogni innovativi. Alle imprese di ciascuna nazione è stato richiesto di indicare il settore nel quale operano, il loro orientamento sul mercato, le tipologie dei loro clienti e i loro principali fabbisogni innovativi. La comparazione dei dati raccolti ha permesso di definire 17 tematiche, 8 delle quali sono state riconducibili a più di 3 imprese. Sono stati individuati 8 campi di innovazione, che includono 108 fabbisogni dei 145 raccolti (il 75%), che sono stati verificati con le imprese durante un evento dedicato, le quali sono state supportate da 5 esperti internazionali che hanno permesso di calibrare al meglio le aree di innovazione. La condivisione di idee tra imprese ed esperti ha portato all’aggregazione di alcuni punti di vista e ha permesso di dettagliare maggiormente la lista dei fabbisogni.
Blue NET
www.bluenet-project.eu
had the maritime mapping data relevant to stakeholders, maritime policies and research and innovation activities. Starting from a classification of the maritime industries provided by the European Commission, whose aim was to analyse the growth needs under the Blue Growth programme and their potential in the countries of the Adriatic-Ionian area, the partners identified the relevant sectors in terms of national policies, research and companies, as the basis of recognition in each country. Of these, shipbuilding, maritime transport, energy and raw materials, tourism, life and work at sea, were the sectors used to identify innovative needs. The companies of each country were asked to indicate the industry in which they deal, their market position, the type of customers they serve and their main innovative needs. The data received was compared and 17 themes were identified, 8 of which were common to more than 3 companies. 8 innovation fields were identified, which include 108 needs of the 145 needs identified (75%), that were verified during a specific event by all the companies involved with the help of 5
15
Le tematiche e i fabbisogni innovativi emersi durante il dialogo tra esperti, imprese e cluster hanno permesso di individuare 3 percorsi comuni, i quali possono essere considerati come traiettorie internazionali di lungo termine che dovrebbero catturare l’interesse dei policy makers e degli altri attori locali: infrastrutture efficienti e ottimizzate, processi intelligenti di progettazione e produzione, navi ed impianti automatizzati, integrati ed ecosostenibili. Nel momento della chiusura di Blue NET (estate 2018 ndr), tutte le nazioni coinvolte che non hanno ancora un organismo di management del cluster, hanno riconosciuto quanto sia difficile in mancanza di questo supportare concretamente il cluster marittimo e gli attori coinvolti. Per la maggior parte delle imprese coinvolte in questo progetto, la collaborazione viene concepita come una mera attività commerciale e non correlata all’idea di sviluppare qualcosa congiuntamente. Alcuni dei territori interessati non hanno delle politiche dedicate ai cluster e in alcuni casi l’approccio bottom up (dalle aziende ai policy makers o dai cluster ai policy makers) è estremamente difficile. In altri casi invece è stata rilevata un’effettiva difficoltà di accesso ad
16
international experts, who made better calibrated the areas of innovation. The ideas shared by the companies and experts helped to identify common opinions and provide a more detailed description of needs. The innovation themes and needs identified during discussions between experts, companies and clusters led to 3 common longterm international approaches that should capture the interest of policy makers and other local stakeholders: efficient and optimized infrastructures, intelligent design and production processes, automated, integrated and environmentally sustainable ships and systems. When the Blue NET project ended (editor’s note: in the summer of 2018), all the countries that do not yet have a cluster management body, confirmed that without one it was very difficult to concretely support the maritime cluster and stakeholders. For most of the companies involved in this project, collaboration is seen merely as a business activity rather than the development of a common project. Some of these countries do not have cluster policies and, in some cases, using a bottom-up approach (from
www.bluenet-project.eu
Blue NET
informazioni inerenti al supporto pubblico e alle opportunità di finanziamento, e la mancanza di adeguato supporto di professionisti vicini al settore marittimo. La collaborazione sviluppata da Blue NET ha messo in evidenza il potenziale che tutte le imprese possono avere nella definizione delle politiche europee se opportunamente coinvolte, superando la convinzione che tuttora persiste in alcuni attori secondo la quale le indicazioni comunitarie vanno seguite passivamente. In conclusione, Blue NET ha permesso di creare una rete reale ed operativa tra cluster marittimi nell’area del Mediterraneo orientale e del Mar Nero; ha generato un’effettiva condivisione di migliori pratiche tra cluster e amministrazioni regionali, esperienze, metodologie testate, metodi per rapportarsi con imprese e tematiche di innovazione. Ha permesso di agire nell’ottica di creare una rete internazionale per l’innovazione, ha presentato un’opportunità tangibile, che ha coinvolto un gruppo eterogeneo di imprese in un’attività di condivisione incentrata sul futuro del settore marittimo, che ha aperto delle opportunità per nuove collaborazioni.
Blue NET
www.bluenet-project.eu
company to policy maker or from cluster to policy maker), is extremely difficult. In other cases, it was very difficult to obtain information on public support and funding opportunities, and insufficient support from experts in the maritime industry. The collaboration developed by Blue NET confirmed that companies may help to define European policies, if they are allowed to participate in a proper manner, disproving the belief that so many stakeholders still have, that community guidelines should be followed passively. In conclusion, the Blue NET project created an operational network between maritime clusters in the Eastern Mediterranean and Black Sea areas, ensuring that best practices, tried and tested methodologies, methods for dealing with businesses and innovation themes are shared by the clusters and regional administrations. The Blue NET project made it possible to create an international network for innovation, providing a tangible opportunity for a diversified group of companies to share their skills and experience to develop the future of the maritime industry that opened the way to new collaborations.
17
La 3 giorni per lo sviluppo della Macroregione Adriatico – Ionica Si è tenuta a Spalato dal 16 al 18 ottobre 2018, 120 istituzioni, 8 Paesi diversi e oltre 400 delegati, tutti insieme per la crescita socioeconomica dei territori
Una 3 giorni croata che ha visto insieme i Forum dell’area transfrontaliera: quelle delle Camere di Commercio (Forum Aic), delle Città (Forum of Adriatic and Ionian Cities) e delle Università Adriatico - Ioniche (UniAdrion) con segreterie ad Ancona, quella che si è tenuta a Spalato dal 16 al 18 ottobre 2018. Un grande momento d’incontro per parlare di sviluppo unitario dell’area in ottica Macroregionale secondo una logica di cooperazione che l’associazione Forum AIC ha tracciato già nel 2001 per l’iniziativa delle Camere di commercio di Ancona e Spalato all’indomani della fine del sanguinoso conflitto balcanico. Oggi, a quasi venti anni di distanza, i rappresentanti di 120 istituzioni di 8 Paesi con oltre 400 delegati hanno riflettuto sui temi strategici per la crescita socioeconomica dei territori.
18
L’evento 2018 è stato organizzato in collaborazione con la Camera dell’Economia Croata – Camera della Contea di Spalato ed il Comune di Spalato e s’inserisce nelle attività dell’iniziativa AI-NURECC (della durata di 18 mesi) che raggruppa i principali stakeholders della Regione Adriatico-Ionica, coordinata dalla Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime (Cpmr) insieme all’Euroregione Adriatico Ionica (Aie), il Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio (Faic), il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio (Forum Aic) e l’Associazione delle Università UniAdrion. Il progetto mira a sostenere la realizzazione della Strategia EUSAIR ed a promuovere una cooperazione più efficace tra autorità regionali e locali, università, camere di commercio, associazioni e reti giovanili,
www.forumaic.org
Macroregione Adriatico Ionica
imprenditori e società civile garantendo un’ampia copertura territoriale, a livello regionale e locale. Il Forum si è svolto sotto il patrocinio e il sostegno del Presidente della Repubblica di Croazia e di 5 ministeri croati (ministero dello Sviluppo Regionale e Fondi Ue, ministero dell’Ambiente e dell’Energia, ministero dell’Agricoltura, ministero del Turismo e ministero del Mare, Traffico e Infrastruttura). I Fora Forum Aic, il Faic e UniAdrion rappresentano una rete di oltre 120 enti e istituzioni di 8 Paesi e sono stati identificati come attori chiave della Strategia EUSAIR con il supporto e il coordinamento del Segretariato permanente dell’Iniziativa Adriatico-Ionica. I Panel I lavori hanno visto due panel principali, il primo dal titolo “People on the move - Persone in movimento” che ha posto l’accento sulla mobilità di forza lavoro, di studenti e turisti e sull’impatto che comporta sulla struttura e le caratteristiche della popolazione attiva, del Pil, della produttività, dell’occupazione e di altri aspetti economici e sociali. La mobilità è una delle principali caratteristiche del mondo globalizzato e risulta di grande importanza monitorare tutte le sue forme, nonché fronteggiare le sfide e cogliere le opportunità che essa stessa comporta. Il secondo panel, “Region on the move - Regione in movimento”, si è concentrato sulle possibilità e le tendenze in vari settori, come finanziamenti, trasporti e turismo. Particolare attenzione è stata dedicata alla digitalizzazione applicabile in quasi tutti i campi di attività come un’opportunità e un prerequisito per lo sviluppo della Regione. I tavoli di lavoro tematici Inoltre l’evento ha visto, come di consueto, le riunioni dei tavoli di lavoro tematici in linea con Macroregione Adriatico Ionica
www.forumaic.org
i quattro Pilastri EUSAIR: Crescita blu, Connettere la regione, Qualità ambientale e Agricoltura, e Turismo sostenibile ai quali si aggiungono i Tavoli sull’Imprenditoria Femminile, le Sfide sociali e l’Analisi economica coerenti con le priorità trasversali della Strategia. Per la prima volta i tavoli di lavoro sono coordinati congiuntamente dal Forum Aic e da UniAdrion. All’interno di questa sessione, grande successo è stato riscosso dalla presentazione del progetto adriatic start up school, la scuola internazionale di alta formazione per start upper adriatici delle imprese creative e culturali con sede alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Il progetto è promosso da Fondazione Marche e la sua diffusione nell’area AI si inserisce nel progetto AI NURECC attraverso il Forum AIC. Si è parlato di città creative UNESCO (Fabriano ne ospiterà il meeting mondiale il prossimo anno), della candidatura di Mostar come capitale europea della cultura, del sito archeologico spalatino, patrimonio dell’umanità, e di possibili collegamenti alla Fano dei Cesari. Ancona e le Marche protagoniste al Tavolo dei Trasporti dove Ida Simonella, Segretario del Forum delle Città, ha lanciato la fase operativa del progetto transfrontaliero degli Youth Games e il Presidente dell’Autorità’ di Sistema del Mare Adriatico Centrale Rodolfo Giampieri ha affrontato il tema dei porti quali porte d’ingresso dei territori EUSAIR ponendo l’accento anche sulla questione dell’impatto ambientale dei traffici. A Giampieri è andato anche il riconoscimento della presidenza croata del Forum AIC per il contributo dato allo sviluppo dell’area negli anni del suo mandato alla guida dell’associazione economica transfrontaliera, anni che hanno visto la messa a punto del processo di costituzione e riconoscimento della Macroregione Adriatico - Ionica. Il Segretario Generale dell’Associazione delle Università, Uniadrion, il prof. Giordano dell’Universita’ Politecnica delle Marche ha posto l’accento sull’importanza dell’opportunità’ del fare network e condividere competenze rimarcando l’urgenza di amplia-
19
AI-NURECC
re le modalità di costruzione dei bandi per consentire lo studio dei giovani studiosi su temi davvero nuovi e di frontiera. Al tavolo della crescita blu si è parlato di come agevolare anche amministrativamente il lavoro dei giovani ricercatori nonché della questione dei cambiamenti climatici: a causa dell’innalzamento della temperatura 59 nuove specie di pesci si sono riversati dal mar Rosso in Adriatico. Attenzione è stata riservata anche al ruolo del pescatore e del cluster pesca secondo il modello marchigiano e dorico che studia i diversi aspetti di un mestiere che non si esaurisce nella cattura del pescato, ma contempla anche la vendita del prodotto e nella partecipazione alle politiche territoriali sul tema. Al tavolo dell’Agricoltura ci si è focalizzati sulle linee strategiche dell’Europa 2020 e sul concetto di economia circolare evidenziando la necessità di formazione congiunta su queste normative coinvolgendo Università e Camere di Commercio. In particolare si sta lavorando guardando allo sviluppo delle zone rurali grazie a tecnologie smart applicate anche al tema dello smaltimento rifiuti. Il Forum ha visto partecipare tra gli altri: la Presidente del Forum Aic, Mirjana Cagalj, il Presidente del Faic, Francesco Menna, il Presidente di Uniadrion, Danilo Nikolic, il vice Presidente della Camera di Commercio di Ancona, Massimiliano Polacco. La prossima edizione del Forum si terrà nel 2019 in Montenegro.
Il Network delle Università, Regioni, Camere di Commercio e Città (AI-NURECC) è un’iniziativa degli stakeholders dell’intera Regione Adriatico Ionica che hanno deciso di unire le forze a supporto della strategia dell’Unione Europea per la Macro Regione Adriatico Ionica (EUSAIR). Coordinata dal CRPM (Conferenza Regione Periferiche Marittime) vede la partecipazione dei Fora delle Camere di Commercio (Forum AIC), delle Città (FAIC) e delle Università (UNIADRION) dell’Adriatico e dello Ionio insieme all’Euroregione Adriatico Ionica. L’iniziativa ha come obiettivo quello di contribuire all’implementazione della Strategia EUSAIR e di promuovere il suo Action Plan, aumentando la competitività, l’interconnessione e suscitando maggior interesse turistico verso l’Area Adriatico-Ionica. In particolare AI-NURECC intende promuovere il dialogo e una solida cooperazione tra i vari attori: Regioni, Autorità Locali, Università, Camere di Commercio, associazioni giovanili e società civile in generale. L’iniziativa comprende 4 macro attività (attività giovanili, industrie culturali e a supporto della creatività, turismo e patrimonio culturale e sviluppo di competenze e formazione) affiancate da due azioni specifiche: Campagna di comunicazione AI-NURECC e l’Osservatorio sulla Governance a più livelli. Maggiori info sui prossimi eventi disponibili sul sito web del Forum AIC: www.forumaic.org
Le relazioni istituzionali del Forum AIC
Le relazioni istituzionali stabilite dal Forum AIC si sono sviluppate sia all’interno che all’esterno dell’area Adriatico-Ionica. Nello specifico nell’Area Adriatico Ionica il Forum ha operato con il Segretariato permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica, il Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio, UniAdrion, l’Euroregione Adriatico Ionica e la Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime (CRPM). Con questi soggetti il Forum AIC è partner dell’iniziativa AI-NURECC (Network delle Università, Regioni, Camere di Commercio e Città). Oltre l’Area Adriatico Ionica, nel 2011 il Forum AIC ha ottenuto un riconoscimento significativo con la rete delle camere di commercio europee EUROCHAMBRES. Sono stati, inoltre, siglati i seguenti Protocolli di Intesa: • 2008 con l’Associazione delle Camere di commercio del Mediterraneo (ASCAME). • 2011 con l’Iniziativa centroeuropea (CEI). • 2012 con la rete delle Camere di commercio insulari dell’Unione europea (INSULEUR). Il Forum AIC è, inoltre, membro di NECSTouR (Rete di regioni europee impegnate sul tema del turismo sostenibile e competitivo) e collabora attivamente con la Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime (CRPM).
20
www.forumaic.org
Macroregione Adriatico Ionica
Primi passi in Macroregione La Camera di Commercio delle Marche a Tirana in Albania per la 2 giorni organizzata dal network degli Enti camerali, delle Regioni, delle Università e dei Comuni dell’area transfrontaliera dedicata allo sviluppo turistico e culturale dei territori del bacino adriatico ionico
Si è parlato di fuga dei cervelli e di come frenarla, di industrie creative e culturali innovative, di politiche di sviluppo nel campo dell’arte e della cultura il 21 novembre, a Tirana. Il senso dell’iniziativa è di sollecitare il dialogo Macroregionale su questi temi a partire dalla condivisione delle migliori pratiche dell’area a sostegno dell’imprenditoria artistica. Una di queste è l’esperienza dell’Adriatic Start Up School, sostenuta dalla Camera di Commercio delle Marche attraverso il Forum AIC, con sede ad Ancona, che ha come obiettivo da un lato la realizzazione delle idee imprenditoriali dei più giovani e dall’altro quello di ricorrere a questa creatività per valorizzare il patrimonio e il turismo culturale della Macroregione. “Innovazione, recupero delle eccellenze della tradizione, valorizzazioni delle energie dei giovani: sono tra gli obiettivi strategici della Camera di Commercio Luca Ceriscioli Presidente Regione Marche
Macroregione Adriatico Ionica
www.forumaic.org
delle Marche – ha dichiarato il Presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini – che, forte della vocazione transfrontaliera del sistema camerale espressa dal Forum AIC, vuole essere protagonista della sfida macroregionale e - al fianco della Regione Marche - giocare un ruolo importante nell’attrarre risorse e capitalizzare il lavoro compiuto nell’ambito di progetti e programmi comunitari di area transfrontaliera adriatica e balcanica”. A Tirana, all’iniziativa Ai-Nurecc organizzata in collaborazione con CPMR e Camera di Commercio di Durazzo in occasione dell’anno europeo del Patrimonio Culturale, era presente il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Per il sistema camerale hanno preso parte oltre al Presidente Sabatini anche il Segretario Generale del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio Michele De Vita. Michele De Vita Segretario Generale del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio
21
Estate 2018: Anek Lines cresce a doppia cifra Massimo Di Giacomo: “I risultati sono figli di un’attenta politica di investimenti” Stagione estiva terminata e come da consuetudine per Anek Lines Italia e Anek Lines Italia Tour Operator è tempo di bilanci. L’estate 2018 fa segnare per il Gruppo un andamento positivo e in crescita in tutti i segmenti. “Una stagione molto positiva – ha dichiarato Massimo Di Giacomo Amministratore Unico di Anek Lines Italia – che ha decretato una crescita importante a doppia cifra. E’ un dato molto gratificante figlio delle politiche di investimento che l’azienda ha fatto in questi anni e che ci fa guardare al futuro con consapevole ottimismo. Fra le tante novità di questa estate 2018, ed in relazione a quanto sopra detto, vi è da sottolineare l’entrata in servizio del traghetto ro-ro passeggeri “Asterion II” dopo che questa è stata oggetto di un’accurata opera di refit. La nave ha coperto in maniera egregia la tratta diretta Venezia – Corfù che si è aggiunta a quella storica e, ormai consolidata, di Ancona e di Bari”. “La destinazione Grecia sembra non finire mai di affascinare i turisti – ha affermato Ilaria Volpini direttore tecnico di Anek Lines Italia Tour Operator – con le sue tante maniere di intendere e vivere la vacanza. Abbiamo registrato performance veramente interessanti per tutte le destinazioni delle Isole Ionie e, forti di questi numeri ci siamo presentati ad ottobre a Rimini al TTG Travel Experience con tantissime novità”. Anek Lines Italia Anek Lines Italia nasce nel marzo del 1999, è una società a responsabilità limitata di diritto italiano che fa parte del gruppo ANEK A.E. quotato alla borsa di Atene. L’attività principale è quella di agente generale per l’Italia dell’ANEK LINES, compagnia di navigazione con sede nell’isola di Creta in Grecia, che gli oltre 50 anni di tradizione nella navigazione dei mari del suo Paese hanno reso leader nel settore del cabotaggio marittimo. Dalla prima traversata ad oggi, ANEK ha navigato nel Mar Egeo e nel Mar Adriatico offrendo un’affidabilità ed un comfort insuperabili. A questa attività, di commercializzazione dei traghetti ANEK LINES in Italia e di assistenza ai passeggeri e ai camion nei porti italiani, si affianca con sempre maggior sviluppo l’attività di Tour Operator per la Grecia. Anek Lines Italia è ormai considerata nel mercato un punto di riferimento per il turismo verso la Grecia. Il merito principale di questa affermazione è del suo staff che con circa 50 addetti svolge il proprio lavoro con passione e professionalità, divenendo il consulente ideale per la destinazione, specialmente per chi cerca un viaggio a misura delle proprie esigenze. Oltre all’headquarter di Ancona, Anek Lines Italia ha dal 2005 un proprio ufficio a Venezia con il quale gestisce la linea Venezia – Igoumenitsa – Patrasso. Dal 2014, grazie ad un accordo di joint service, Anek Lines e Superfast Ferries gestiscono tutte le tratte internazionali Italia – Grecia anche dal porto di Bari.
22
www.anekitalia.com
Focus Grecia
Ph. Andrea Ruello
La flotta Con una flotta di 12 navi passeggeri (ro-pax) tra le più moderne, offre servizi di alta qualità sia nelle linee nazionali sia nelle rotte internazionali, tra la Grecia e l’Italia. Le navi dell’Anek Lines rispondono alle più recenti normative europee in materia di sicurezza per offrire la massima affidabilità in ogni viaggio.
Olympic Champion Potenza 68.500 cv Lunghezza 204 m Larghezza 25,8 m Velocità 30 nodi Veicoli 670 Passeggeri 1.850 Ponti 11
Le navi che scalano il Porto di Ancona Hellenic Spirit Potenza 68.500 cv Lunghezza 204 m Larghezza 25,8 m Velocità 30 nodi Veicoli 670 Passeggeri 1.850 Ponti 11
La nave che scala il Porto di Venezia Asterion II Stazza lorda: 32 071 tsl Portata lorda: 6 348 tpl Lunghezza: 192,5 m Larghezza: 27 m Propulsione: due motori Diesel MAN 14 cilindri, 21 720 kW - due eliche a passo variabile Velocità: 22 nodi Capacità di carico: 840 automobili, 117 camion Posti letto: 451 Passeggeri: 720
Focus Grecia
www.anekitalia.com
23
Le ragazze di Donnavventura scelgono Anek Lines
Lo storico programma di Rete 4 si imbarca da Ancona per la Grecia sull’Olympic Champion. Il soggiorno in terra ellenica, particolarmente lungo, è stato coordinato dall’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo
ph. Luca Ghergo
Alcuni scatti fatti al momento dell’imbarco
Dannavventura si imbarca da Ancona per la Grecia e sceglie Anek Lines. Le ragazze partite da Venezia hanno raggiunto via terra la Croazia per poi fare base ad Ancona. Qui hanno a lungo girato in centro raccogliendo l’interesse degli anconetani e dei turisti per poi raggiungere il porto di Ancona e imbarcarsi sul traghetto Anek Lines Olympic Champion. Una tappa particolarmente importante quella in Grecia che ha previsto un lungo itinerario alla scoperta della terra ellenica: dalle isole più piccole alla “grande Creta” e poi, ancora a bordo del catamarano, la navigazione nel mar Egeo tra le Cicladi, il tutto coordinato dall’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo. Un soggiorno, quello nella penisola ellenica durato più di un mese per poi volare dall’altra parte del mondo fino a raggiungere i Caraibi, dove il team, sempre in catamarano, andrà alla scoperta delle British Virgin Islands e da qui raggiungerà Santo Domingo e Aruba per poi volare in Canada, a Toronto. Spettacolari ed attraenti immagini di luoghi meravigliosi disegnano le pagine della storia di Donnaventura un programma che dal 1997 non finisce mai di appassionare i numerosi fans con il suo particolare stile narrativo che coniuga il documentario e il reality di viaggio. La nuova squadra per questa edizione 2018 è composta da Alessandra, 29 anni, di Pescara; Annabruna, 23 anni, di Chieti; Carola, 31 anni, di Genova; Gloria, 24 anni, di Melzo (Mi); e Stephanie, 28 anni, di Albereto (Rn) e la veterana Chiara che le supporterà nella prima tappa. Pronta a partire anche la prima riserva: Anna Maria, 28 anni, di Oliena (NU). www.anekitalia.com
Focus Grecia
Obiettivo Favorire lo sviluppo di un trasporto sostenibile, funzionale alla rete di corridoi trans-europea TEN-T e, quindi, ai nodi logistici che hanno come fulcro il trasporto marittimo al fine di sviluppare l’integrazione economica dell’area Adriatico – Ionica.
La rete Un approccio globale e collaborativo basato su una rete di cooperazioni e interazioni tra i diversi stakeholder. NEWBRAIN sta promuovendo e testando concretamente questa nuova visione e già mostra i vantaggi derivanti dall’appartenervi.
I partners Guidato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale, il partenariato si compone di altri 8 soggetti provenienti da 4 Paesi: Italia, Croazia, Montenegro e Grecia. A rappresentare i nodi logistici Adriatico - Ionici sono presenti 4 Autorità di sistema portuale riconducibili ad Ancona, Venezia, Bari e Igoumenitsa (Grecia). A questi si aggiunge il principale porto del Montenegro (Bar) quale collegamento con la rete infrastrutturale dell’Europa sud-orientale.
Le “Autostrade del Mare – MoS” Le “Autostrade del Mare – MoS” potranno essere utilizzate al meglio a seguito di un’effettiva integrazione con i nodi logistici intermodali posti lungo i corridoi TEN-T. Per ottenere questo è necessario eliminare i colli di bottiglia che impattano negativamente sul nodo logistico.
Le criticità rilevate Dopo un anno dall’avvio ed anche grazie ad analisi svolte nell’ambito di progetti europei già terminati, i partner NEWBRAIN hanno individuato i principali colli di bottiglia (bottlenecks) e gli stessi sono stati evidenziati all’interno dei report redatti da ogni partner.
Soluzioni condivise Riprendendo il concetto di cooperazione e coordinamento, NEWBRAIN ha previsto che i partner valutino idee progettuali da presentare congiuntamente nell’ambito di Programmi europei come il “Connecting Europe Facility – CEF” al fine di favorire il trasporto intermodale.
L’AdSP del Mare Adriatico Centrale e l’intelligenza artificiale L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale ha presentato, nell’ambito del Programma Europeo “Connecting Europe Facility”, una proposta progettuale avente l’obiettivo di testare l’utilizzo di un’intelligenza artificiale per una miglior regolazione del flusso veicolare tra le aree portuali di sbarco e quelle di sosta e/o per l’espletamento delle pratiche doganali.
Pubbliredazionale
NEWBRAIN
ripensare il trasporto intermodale integrato e migliorare le connessioni tra i principali nodi logistici della Macroregione Adriatico – Ionica
E’ record per il comparto crocieristico in Italia 11.85 milioni i passeggeri movimentati negli scali nazionali (+6,8%), 200 milioni di investimenti nei terminal crocieristici italiani previsti nel triennio 2019-2021 E’ stato un grande successo l’ottava edizione di Italian Cruise Day, il forum annuale di riferimento in Italia per il comparto crocieristico ideato e organizzato da Risposte Turismo, quest’anno in collaborazione con Trieste Terminal Passeggeri, tenutosi presso la Stazione Marittima di Trieste. Il forum ha rappresentato anche quest’anno per gli oltre 200 partecipanti provenienti da tutta Italia uno spazio d’incontro, confronto e formazione sulle più importanti tematiche riguardanti il presente e il futuro della crocieristica nel Paese, nonché un’occasione di business networking. Nelle tavole rotonde tante sono state le tematiche affrontate dai relatori: dalle potenzialità del prodotto crociera agli investimenti effettuati e in programma da parte di compagnie e terminal, dalla costruzione degli itinerari crocieristici alle relazioni all’interno della filiera di produzione, fino all’intermediazione del prodotto crocieristico, ai prodotti per la nave da crociera del futuro e alla gestione dei flussi turistici. Come da tradizione sono stati inoltre assegnati il Premio di Laurea ICD (valore: 1.000 euro) e il Premio di Laurea Assoporti (valore: 500 euro), dedicati agli autori delle migliori tesi dedicate rispettivamente, alla produzione e/o al turismo crocieristico e alla portualità crocieristica.
Italian Cruise Watch: nel 2019 record storico di passeggeri movimentati Record storico di passeggeri movimentati (11,85 milioni, +6,8% sulle stime già positive di chiusura 2018) negli scali crocieristici italiani. È la previsione per il 2019 contenuta all’interno della nuova edizione di Italian Cruise Watch, il rapporto di ricerca presentato da Francesco di Cesare il Presidente di Risposte Turismo. Il dato è frutto della proiezione effettuata sulle previsioni di 34 porti crocieristici italiani (rappresentativi del 98% del traffico nazionale in movimento passeggeri e 87% toccate nave sul totale Italia), e che tiene conto di altri fattori capaci di incidere sulle stime di traffico nel medio periodo tra cui i possibili cambi nel posizionamento delle navi durante la stagione, le condizioni meteomarine e l’occupazione media attesa delle navi. Civitavecchia sempre più leader seguita da Venezia e Genova ai piedi del podio Napoli e Savona Entrando nel merito dei singoli porti, Civitavecchia sarà sempre più leader della crocieristica nazionale con 2,56 milioni di passeggeri movimentati (+4,5% sulle stime di chiusura 2018). Alle sue spalle si conferma Venezia con 1,49 milioni di passeggeri movimentati (+1,4% sulle stime di chiusura 2018), una previsione che potrà però differire dal consuntivo in ragione delle modalità di applicazione dell’algoritmo di regolazione del traffico incluso nella nuova ordinanza della Capitaneria di Porto, i cui effetti sono
26
www.italiancruiseday.it
Italian Cruise Day 2018
Terminal crocieristici: 200 milioni di euro di investimenti previsti nel triennio 2019-2021 Per quanto riguarda gli investimenti sui terminal crocieristici, gli scali nazionali hanno in programma circa 200 milioni di euro nel triennio 20192021, di cui il 74% in infrastrutture. Con riferimento all’analisi degli itinerari e degli scali scelti dalle compagnie, a fine 2018 il porto con la più ampia varietà del portafoglio clienti sarà Civitavecchia, seguita da Livorno e da Venezia.
ancora da comprendere nella loro interezza. Al terzo posto si posizionerà Genova che, qualora le previsioni fossero confermate (+32%), potrebbe raggiungere il proprio record assoluto di crocieristi movimentati, grazie soprattutto al forte incremento della presenza di MSC Crociere (con, tra l’altro, l’arrivo delle nuove unità MSC Bellissima e MSC Grandiosa), cui si aggiunge il ritorno di Costa Crociere con Costa Fortuna. Ai piedi del podio Napoli, in virtù di 1,23 milioni di passeggeri movimentati attesi (+12,6%), in crescita come home port, e Savona, dove sono in corso importanti lavori di miglioramento delle infrastrutture, al quinto posto con 885 mila passeggeri movimentati attesi (-1,3%).
Gli input emersi dal forum Tra i messaggi principali emersi durante i lavori, spiccano la necessità di migliorare le infrastrutture a supporto della crocieristica, non solo a livello portuale, ma anche in termini di accessibilità e di intermodalità (porto-città e porto-aeroporto). Inoltre, la crescente polarizzazione dell’offerta di navi di crociera, progettate per accogliere un numero sempre maggiore di passeggeri o, all’estremo opposto, per offrire esperienze diversificate per itinerari o per personalizzazione del servizio. Infine, le grandi opportunità all’orizzonte per tutti gli attori della filiera crocieristica attiva in Italia, dalle compagnie ai cantieri, dai porti fino alle destinazioni turistiche toccate dagli itinerari in una fase d’oro per gli ordinativi di nuove navi. Nel corso del forum sono stati inoltre evidenziati il ruolo da apripista della crocieristica, rispetto ad altri settori, su temi importanti quali il riciclo e, più in generale, la sostenibilità ambientale, e l’importanza per il futuro di una formazione professionale sempre più specializzata. Attenzione infine alle leve utilizzate dagli agenti di viaggio per incentivare la clientela alla scelta del prodotto crociera, e al rapporto tra crocieristica e gestione dei flussi turistici.
Il commento di Francesco di Cesare “Dopo molti anni di attesa si sposta sui 12 milioni di passeggeri movimentati nei porti italiani il nuovo traguardo cui guardare per Governo e Ministeri competenti, Amministrazioni Pubbliche, compagnie di crociera, porti e altri operatori, nel fare programmi, decidere investimenti, impostare strategie. Un nuovo livello di traffico che dovrebbe crescere ulteriormente nel medio lungo termine, stando alle opinioni e indicazioni dei manager e responsabili del traffico di oltre 40 scali crocieristici così come delle compagnie maggiormente attive sul territorio nazionale Alla sua ottava edizione – ha continuato Francesco di Cesare – il forum si è confermato appuntamento di lavoro, occasione di crescita e confronto per gli operatori. È il risultato non solo del coinvolgimento di relatori di prestigio quanto a realtà che rappresentano e cariche che ricoprono, ma dello stimolo che noi diamo loro, e che loro raccolgono, dare vita ad un dibattito Italian Cruise Day 2018 di www.italiancruiseday.it franco per affrontare i temi rilevanti e di attualità
Francesco di Cesare Presidente Risposte Turismo che guideranno l’evoluzione del comparto. Italian Cruise Day - ha terminato di Cesare - non come vetrina per presentare prodotti e programmi, ma occasione per evidenziare le priorità da seguire, sensibilizzare chi di dovere sulla rilevanza e le ricadute di questo comparto e affrontare e risolvere eventuali criticità. È con un pizzico di orgoglio che mi sento di poter dire che l’evoluzione della crocie27 ristica italiana passa anche dall’Italian Cruise Day”.
Italian Cruise Day 2018:
i commenti dei protagonisti
ph. Marino Sterle
Miglioramento delle infrastrutture, sfide collegati alle navi di domani e opportunità per tutti gli attori della filiera nel futuro della crocieristica in Italia
Il Porto di Trieste Franco Napp, Amministratore Delegato Trieste Terminal Passeggeri “Trieste Terminal Passeggeri ed io personalmente siamo stati lietissimi di avere potuto organizzare ed ospitare presso il nostro terminal l’Italian Cruise Day 2018. La crocieristica in Adriatico è oggi a un bivio in considerazione delle problematiche attinenti alla salvaguardia di Venezia. Non si può pensare, infatti, di poter organizzare degli itinerari in Adriatico senza avere un hub di riferimento nella sua pienezza operativa qual è oggi Venezia. Riteniamo che solo una forte azione di lobby nei confronti del Governo possa consentire di trovare una soluzione definitiva per Venezia. Consolidando Venezia si potrà dare certezza agli armatori che potranno pianificare senza sorprese gli itinerari adriatici. Se la crocieristica a Venezia sarà mantenuta e rafforzata, ne beneficerà l’intero bacino Adriatico con Trieste in primis”. Pierfrancesco Vago - Member of the executive committee Clia Europe and Executive Chairman di MSC Cruises “Per far crescere il turismo in maniera strutturata e
28
rilanciare l’economia, l’Italia deve puntare sul settore crocieristico, investire nel campo delle infrastrutture, non solo portuali, e sostenere la cantieristica. L’industria crocieristica rappresenta per il nostro Paese un’opportunità formidabile, al pari della cantieristica, un settore nel quale abbiamo un primato globale che va difeso e rafforzato. Ma per farlo è indispensabile il supporto dell’intero sistema-Paese. Siamo lieti che il Governo abbia individuato nella Blue Economy un asset strategico per l’Italia, riconoscendone l’apporto decisivo al suo sistema economico-produttivo. Come Clia siamo pronti a fornire il nostro contributo e a mettere a disposizione il nostro know-how per aiutare l’intero Paese a “salire a bordo” della nave dello sviluppo”. Roberto Martinoli – Chairman Clia Italy “L’Italia è al centro delle rotte mediterranee e resta tra le destinazioni più ambite del mondo, ma per sfruttare tutte le potenzialità deve sciogliere i nodi relativi a infrastrutture di collegamento, porti adeguati, burocrazia, troppe norme fiscali, come anche un problema di percezione. Il settore delle crociere è giovane e www.italiancruiseday.it
Italian Cruise Day 2018
ph. Marino Sterle
Il Trieste Terminal Passeggeri moderno, riesce a prevedere i flussi con anticipo, sviluppa navi sempre più ecologiche e pulite, un impatto economico positivo e diffuso, ma spesso è circondato da luoghi comuni e non supportato da un ecosistema di business ottimale e un’attenzione altalenale delle istituzioni”. Zeno D’Agostino – Presidente Assoporti “È stato fatto un grande lavoro per i nostri porti dal punto di vista promozionale, considerato il peso del segmento crocieristico. L’Associazione si è adoperata per lo sviluppo dell’integrazione con le città. Anche se quest’ultimo non riguarda soltanto le crociere, ma tutto il traffico e le attività connesse in ambito portuale, con le crociere si possono implementare delle utili attività di comunicazione sociale con i territori circostanti”. Massimo Brancaleoni - Senior Vice President World Wide Sales Costa Crociere “Costa è da sempre impegnata nella valorizzazione del territorio italiano e del suo straordinario patrimonio culturale attraverso programmi specifici per i propri ospiti, ma il nostro impegno è di fare ancora molto di più. Abbiamo di fronte a noi una straordinaria opportunità da cogliere. L’industria crocieristica si appresta a vivere anni di avvincenti sfide e ambiziosi traguardi. L’Italia sta al centro dell’ecosistema crocieristico europeo. Località e porti italiani rappresentano asset chiave per qualificare in modo rilevante l’esperienza degli ospiti. Auspichiamo una sempre più stretta collaborazione tra autorità nazionali, locali, porti e compagnie di crociere per incrementare ulteriormente il contributo sociale ed economico della nostra industria a favore dell’intero Paese”. Leonardo Massa - Country Manager di MSC Crociere “MSC Crociere si appresta a chiudere un anno di fortissima crescita sia a livello globale che nel mercato italiano. Al termine del 2018 nei soli porti italiani le nostre navi avranno movimentato più di 3 milioni di crocieristi, con un +16% rispetto all’anno scorso. Tutte le nostre navi, a partire da MSC Seaview che abbiamo battezzato a giugno, hanno fatto registrare il tutto esaurito in qualsiasi periodo dell’anno. Nel 2019 ci apprestiamo a battezzare altre due nuove ammiraglie,
MSC Bellissima e MSC Grandiosa, che saranno entrambe posizionate nei porti italiani a testimonianza della centralità del mercato italiano per MSC Crociere e per l’intero settore. L’arrivo di queste 2 nuove unità ci consente di consolidare ulteriormente la nostra leadership in Europa e nel Mediterraneo, rafforzando al tempo stesso anche la nostra presenza in tutti i mari del mondo”. Silvio Ciprietti - Head of Sales Italy del Gruppo Royal Caribbean (RCL) “L’Italia è al centro della strategia europea di Royal Caribbean, dove intendiamo continuare a investire confermando il nostro impegno sui porti di Roma e Venezia. Abbiamo, inoltre, rivisto completamente la nostra struttura sul territorio e, oggi, ci presentiamo con una nuova organizzazione, per essere in linea con le aspettative dei clienti e dei nostri business partner, a partire dalle agenzie di viaggi. Il profilo del crocierista si sta evolvendo verso una maggiore segmentazione e noi rispondiamo con un’offerta diversificata e sempre nel segno di un servizio eccellente. Il 2018 è stato per noi un anno straordinario con tre nuove navi per Royal Caribbean, Celebrity Cruises e Azamara Club Cruises e risultati oltre le aspettative: per il 2019 registriamo già un +20% sul prenotato 2018, con un’ottima performance del prodotto di lungo raggio Caraibi”. Maurizio Cergol - Senior Vice President Marketing and New Concept Development Fincantieri “Stiamo vivendo uno dei periodi più favorevoli del settore crocieristico, se non addirittura il più florido in assoluto. La competizione però andrà sicuramente inasprendosi nel prossimo futuro, con nuovi operatori che cercheranno di entrare nel mercato. Solamente attraverso il rafforzamento della struttura industriale, con un consolidamento sempre crescente, saremo in grado di continuare a competere con successo nel lungo periodo e a livello globale”.
ph. Marino Sterle
Pierluigi Portalupi – Head of Marine and Transport Generali Global Corporate & Commercial Italia “Le innovazioni tecnologiche ed elettroniche di bordo unite alle crescenti dimensioni delle navi sono tra le principali sfide che cambiano il ruolo dell’assicuratore, sempre più partner dei clienti nell’affrontare i rischi connessi all’industry crocieristica. Con un’esperienza nel settore marittimo di quasi duecento anni Generali ha saputo affrontare con successo i cambiamenti storici avvenuti nel comparto fornendo sempre soluzioni innovative”.
30
www.italiancruiseday.it
Italian Cruise Day 2018
Porto di Ancona e sostenibilità ambientale
Sono tante e spaziano su più fronti le iniziative intraprese dallo scalo dorico al fine di rendere l’infrastruttura ecosostenibile
Consapevolezza e responsabilità sul tema della sostenibilità ambientale da parte dell’Autorità di sistema portuale, convinta che questa materia debba essere al centro di qualsiasi politica di sviluppo. Lavoro e sostenibilità rappresentano un binomio inscindibile e non possono essere mai in contrapposizione. L’ultimo stimolo per tutto il sistema porto, in ordine di tempo, è venuto dalle riflessioni di Italia Nostra Ancona. Azioni di miglioramento e di mitigazione, in questo campo, sono già messe in atto come parte della strategia per lo sviluppo del sistema e del porto, che tengono conto dell’importanza e della delicatezza del tema e della necessità di affrontarlo a livello integrato fra tutti i soggetti interessati. Naturalmente sono fondamentali le scelte di politica energetica fatte a livello nazionale e internazionale con la consapevolezza che la stessa sostenibilità sia un fattore da cui dipende anche la capacità competitiva di un porto internazionale come quello di Ancona. In porto, come da normativa, i controlli sui carburanti utilizzati dalle navi sono efficacemente effettuati, a campione, dalla Capitaneria di Porto. Sull’utilizzo dei carburanti nei porti e sulle loro caratteristiche, che sono soggetti a regolamentazione internazionale e in attesa che siano introdotte nuove e più restrittive norme, Autorità di sistema e Capitaneria di Porto di Ancona stanno predisponendo una serie di proposte da condividere con gli armatori per introdurre elementi migliorativi che possano anticipare l’applicazione delle disposizioni di legge che entreranno in vigore dal 2020. Si sta lavorando affinché l’intesa, volontaria, fra i soggetti si possa concretare en-
32
tro fine anno. Lo sforzo per raggiungere questi obiettivi è stato notato e riconosciuto anche a livello nazionale. L’Autorità di sistema non esclude a priori l’ipotesi dell’utilizzo di banchine elettrificate: importante, però è che ci siano regole uniche e standard internazionali omogenei. Questo potrebbe facilitare da una parte l’investimento degli armatori sull’adeguamento delle navi dall’altro l’investimento anche del Porto di Ancona, dove bisognerebbe comunque individuare uno spazio per produrre l’energia necessaria. L’Autorità di sistema segue con attenzione tutte le numerose novità tecnologiche che si affacciano sul mercato e che tendono a migliorare una questione che è all’attenzione di tutto il Sistema Porto e degli armatori. Di seguito alcuni degli interventi che l’Adsp sta già realizzando per mitigare l’impatto ambientale. Spostamento mezzi pesanti dal molo Rizzo allo scalo Marotti Allo scalo Marotti, sono stati spostati, in via sperimentale, i mezzi pesanti che prima sostavano al molo Rizzo in attesa di compiere le operazioni di dogana. Una scelta di razionalizzazione logistica, avviata ad inizio giugno, che ha lo scopo di ridurre l’impatto dei traffici commerciali nella zona storica del porto. Lo spostamento consente un’incidenza minore del traffico in area portuale introducendo anche concetti di forte innovazione tecnologica, con chiare ripercussioni anche da un punto di vista ambientale. Nei primi due mesi di sperimentazione, infatti, sono stati risparmiati circa 11 mila chilometri di percorrenza nelle aree portuali vicine alla città. www.porto.ancona.it
Green Ports
Ph: Marco Mandolini
Banchina allestimento Fincantieri Mezzi in attesa d’imbarco Tutti i mezzi, automobili e tir, hanno l’obbligo di tenere spento il motore quando sono in sosta in banchina in attesa dell’imbarco sul traghetto. È chiaro che, nel momento in cui si procede all’imbarco, c’è un’operazione di scorrimento veloce per entrare in nave. I conducenti dei mezzi, con eventuale motore acceso, sono invitati allo spegnimento dagli operatori di Dps, la cooperativa che gestisce i servizi in banchina. Nei periodi di maggiore afflusso i controlli sono rafforzati. Per ridurre il disagio dei passeggeri in attesa d’imbarco, è stato deciso di tenere aperto il terminal crociere che è climatizzato e può accogliergli. Regolamento ambientale per movimentazione merci L’Autorità di sistema ha emesso un regolamento ambientale che prevede misure per contenere e mitigare l’inquinamento da movimentazioni merci: • Utilizzo di benne ermetiche per evitare dispersioni.
• Obbligo di sospendere le operazioni in caso di vento. • Mezzi pesanti: sosta a motori spenti e in apposite aree traghetti destinate all’imbarco, con tragitti accorciati all’interno del porto. • Imposizione dell’uso di filtri anti particolato sui mezzi sollevatori che circolano in porto con cilindrata di circa 6 mila cm3. Colonnine per alimentazione elettrica di bassa tensione e basso consumo Sono state installate in porto colonnine per l’alimentazione elettrica delle piccole imbarcazioni di pronto impiego per Capitaneria di Porto, Marina Militare, Guardia di Finanza e servizio rimorchio (Corima). I voltaggi e gli attacchi sono standardizzati secondo la normativa nazionale. Questa è un tipo d’infrastruttura che evita le emissioni delle imbarcazioni di pronto impiego del porto per i servizi tecnico nautici e di emergenza. Ulteriori interventi sono allo studio, in particolare per tir e ricarica veicoli elettrici.
La colonnina di servizio alla banchina 3 utilizzata dalla Corima Green Ports
www.porto.ancona.it
33
Ph: Marco Mandolini
I mezzi dell’Autorità di sistema Le automobili di servizio utilizzate dall’Autorità di sistema sono alimentante, in maggioranza, a metano. I dipendenti possono utilizzare due biciclette a pedalata assistita per spostarsi dentro il porto di Ancona. Banchina allestimento Fincantieri La banchina di allestimento del cantiere Fincantieri ha una lunghezza di 270 metri, con un sistema di cunicoli fino a ciglio banchina per la gestione in sicurezza delle utenze. Consente al cantiere di operare, a pieno regime, con la costruzione e allestimento contemporaneo di almeno due navi. L’investimento fatto da Fincantieri per la linea elettrica in banchina consente di alimentare attrezzature di allestimento e impianti della nave evitando motori accesi ed emissioni. Impianto fotovoltaico ex Tubimar Undici capannoni dell’ex Tubimar restituiti alle attività portuali grazie a un vasto intervento di riqualificazione, con bonifica da amianto e installazione di un impianto fotovoltaico. Progetto voluto dall’Autorità portuale di Ancona, realizzato in partecipazione con imprese private del settore energetico. La bonifica da amianto ha interessato una superficie di 52 mila metri quadrati. In seguito, sulle coperture è stato installato un impianto fotovoltaico che occupa 18.907 metri quadrati. Alcuni dati: 3,7 milioni di kW/h anno, equivalenti a 623 tonnellate di CO2/anno risparmiate, fabbisogno energetico equivalente a 4.500 famiglie (dati pubblicati dal soggetto gestore).
34
Accordo Greenport L’Autorità di sistema portuale ha sottoscritto un accordo con RAM-Rete Autostrade Mediterranee e l’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centro settentrionale di Civitavecchia per la collaborazione in materia di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico al fine di sviluppare una strategia di lungo periodo e sostenibile sulla materia. Si è conclusa l’attività di diagnosi energetica per definire i consumi energetici di tre grandi settori: • Pubblica illuminazione. • Edifici. • Impianti (gru di banchina). La diagnosi energetica ha consentito di individuare interventi di efficientamento che saranno attuati secondo una programmazione che va dal breve al lungo periodo. Progetto Iti Waterfront 3.0 Iti Waterfront 3.0 è un concorso di progettazione per l’illuminazione del fronte mare del porto di Ancona. Capofila è il Comune di Ancona. Partner sono Adsp mare Adriatico centrale, Università Politecnica delle Marche, Soprintendenza delle Marche, Cnr-Ismar. L’obiettivo è ridurre i consumi energetici con il ricorso a tecnologie illuminotecniche con fonti luminose ad alto risparmio energetico. L’intervento, ispirato alla sostenibilità e all’efficientamento energetico, interesserà l’area compresa fra il Porto Antico e Porta Pia, con un investimento complessivo di 2,26 milioni di cui 400 mila euro dell’Autorità di sistema. In ambito portuale, tra le attività previste figurano la rimozione della torre faro in prossimità dell’Arco Clementino e la nuova illuminazione del percorso pedonale e delle mura tra Portella della Loggia e gli ex-magazzini del sale.
www.porto.ancona.it
Green Ports
Porti verdi? Si, può, fare! Con una messa a sistema delle forze in campo, ambiente e portualità possono camminare di pari passo Non è la prima volta che ADRIAECO si occupa del problema della riduzione dell’inquinamento che è stato trattato sotto i molteplici aspetti che assume in quella che potremmo chiamare, con licenza, la filiera dell’inquinamento, l’aver invocato la licenza si riferisce al fatto che ogni filiera é una catena con tanto di governance, diversamente l’inquinamento è “figlio di tutti”. In questa occasione, rimanendo in tema di infrastrutture, ci occuperemo dell’hard, cioè della parte “costruita” dei porti verdi ma ci preme comunque evidenziare che specialmente in Italia, non si tratta di infrastrutture dedicate ai trasporti ed alla logistica ma anche zone urbanizzate che hanno connotazioni diverse da quelle attualmente richieste ad un porto. Ciò vale per la maggior parte dei porti italiani e ne rappresenta l’aspetto forte ma forse anche quello debole, come vedremo. Per l’Italia, circondata su tre lati dal mare, la sorte dei porti è importantissima tanto più che essi sono stati inglobati dalle città di cui costituiscono il moderno waterfront i cui più recenti adattamenti resisi necessari sono assai diversi dalle regole che hanno presieduto alla formazione della città. Sotto la spinta della globalizzazione e, in considerazione delle rilevanti innovazioni logistiche sfociate nello sviluppo della containerizzazione e nel gigan-
Mario Mauri ha lavorato con il Prof. Giancarlo Polidori, ordinario di Economia dei Trasporti presso facoltà di Economia dell’Università di Urbino. È stato Professore del corso integrativo di Economia dei Trasporti presso la facoltà di Economia della Università di Urbino e Professore di Economia dei Trasporti e dei Sistemi Logistici nonché Professore di Economia del Territorio. Dal 2014 è Cultore della Materia per l’insegnamento di Economia dei Trasporti e dei Sistemi Logistici
tismo navale, la crescita dei porti sarà destinata ad incrementarsi. Tale questione costituirà sempre un handicap per la portualità italiana mentre nei porti asiatici ed europei, come ad esempio quelli del Northern Range, il problema non esiste o quasi. Si pensi a Rotterdam, che pur essendo uno dei più grandi porti al mondo, dista circa 35 km dalla città, volendo istituire un confronto con la nostra regione sarebbe come se l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale di Ancona si trovasse a Jesi. La situazione italiana è affatto diversa da quanto è riscontrabile altrove in quanto nel rinascimento, il periodo d’oro del genio italiano, la realizzazione dei porti veniva affidata agli architetti che la delineavano nel tessuto urbano. Tale fatto ha compromesso, almeno in parte, quello che sarebbe successo 500 anni dopo, non c’è male come validità dell’investimento, che ci ha lasciato un tesoro importante. Infatti i porti, dopo le pause belliche, coinvolgono ancora le popolazioni con attività varie: mostre, conferenze, convegni di studio, o molto più semplicemente come luoghi in cui si può incontrare il mare. D’altra parte ai porti lavorarono architetti come: Leon Battista Alberti, Francesco Di Giorgio Martini, Donato Bramante, Michelangelo Buonarroti, Luigi Vanvitelli, Antonio da Sangallo, Leonardo da Vinci i quali progettarono secondo i canoni allora
35
vigenti che li prevedevano strettamente correlati al corpo della città. Se prendiamo ad esempio il porto di Ancona con il suo gioiello vanvitelliano, sapientemente valorizzato dall’amministrazione che ne ha fatto un centro d’attrazione, non avremmo difficoltà a ritenere che questo aspetto culturale e di sociability ne costituisce anche il tallone di Achille. Ciò non nel breve periodo ma in relazione all’ipotesi delle nuove vie della seta, di cui si è trattato in altra sede, che potranno vedere navi fino a 20.000 teus incrociare in Adriatico. Tutto ciò è vero soprattutto in riferimento al problema delle esternalità negative del trasporto che, per quanto concerne le navi, si producono anche quando esse stazionano in porto, esternalità che dovranno essere abbattute entro il 2020 nelle percentuali previste dalle prescrizioni del pacchetto clima-energia dell’UE. Il porto in quanto tale si trova al centro del pro-
36
blema della pollution con una complessa produzione di rifiuti che possono essere sommariamente elencati: 1. Rifiuti urbani che si producono in quanto luogo antropizzato, sede di vari presidi civili, militari, di enti pubblici e di private organizzazioni; 2. Rifiuti delle navi: Liquidi oleosi, quali acque di sentina, fanghi ecc.…; Solidi quali, alimentari, sanitari, plastiche, relativi al carico; 3. Acque dei piazzali; 4. Sedimenti dragati; 5. Emissione di fumi; 6. Rumori…… Tutti con considerevole impatto sul territorio. Circa alcune delle problematiche elencate ci si può attenere alla tabella 2.1 allegata al rapporto ISPRA “ La gestione dei rifiuti nei porti italiani” che si riporta:
www.adriaeco.eu
Green Ports
BluEconomy
www.porto.ancona.it
37
Molto utili, anche se datate, risultano le “Linee guida sulla regolamentazione della gestione sostenibile dei rifiuti e l’applicazione della responsabilità etico-sociale nei porti” a cura del servizio Ambiente e Paesaggio P.F. Salvaguardia, Sostenibilità e Cooperazione ambientale della Regione Marche. In merito ai dragaggi meriterebbe di conoscere i risultati del recentissimo incontro tenutosi a Napoli lo scorso 26 settembre sul tema: “ Il dragaggio
nei porti- tecnologie e procedure”. Mette comunque conto richiamare anche il progetto TRASED TRAsferimento delle tecnologie e migliori pratiche di gestione dei SEDimenti dragati fra i Porti di Venezia e Koper cofinanziato dall’Unione Europea mediante il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – che individua, sperimenta e discute lo stato dell’arte delle tecnologie e delle pratiche di conferimento e inertizzazione dei materiali dragati dai porti delle due città per le esigenze di navigabilità e di tutela ambientale. I porti, operando in contesti comparabili alle zone industriali, devono gestire sedimenti contaminati secondo le migliori pratiche.Tale progetto assume importanza non solo in relazione alle prescrizioni della legislazione ma risulta ancor più utile, data la tendenza ad aumentare la profondità dei fondali, senza dimenticare che in buona parte dei medesimi si verifica la necessità di dragaggi periodici in relazione all’aumento dei sedimenti sabbiosi. Per quanto riguarda invece la gestione dei fumi esistono possibilità assai diverse che vanno dall’alimentazione delle navi a LNG, trattato da ADRIAECO nel numero 42 articolo GLOBAL SOLPHUR CAP E COMBUSTIBILI NAVALI.
Vi è poi l’ipotesi praticata dalla Norvegia che offre incentivi per costruire navi elettriche. Infine vi è l’alternativa che va sotto il nome di cold ironing che consiste nel portare elettricità, prodotta in maniera green, sulle banchine. Fra le ipotesi
segnalate il cold ironing e le navi ad alimentazione elettrica consentono non solo di adeguarsi alle nuove disposizioni sui fumi ma anche di abbattere sensibilmente anche il rumore che costituisce l’altra piaga dei porti italiani.
Le soluzioni esaminate comportano costi rilevanti e analisi che esulano dal campo dell’economia dei trasporti. Pertanto le scelte da effettuare richiedono necessariamente la collaborazione da parte degli armatori e degli altri operatori del settore ed è imprescindibile che venga preceduta da un’analisi benefici costi condotta sul campo, per tener conto anche delle specificità territoriali ed evitare che, come a volte succede, si adottino provvedimenti che non considerano il settore nel suo insieme. Si rende pertanto indispensabile un’azione di coordinamento che orienti le Autorità di Sistema Portuale nella definizione di un modello di pianificazione che tenga conto delle variabili in campo. Quando si parla di green non ci si può limitare alla pollution ma occorre addentrarsi anche nella problematica energetica intesa non solo come illuminazione dei moli e dei piazzali, ma come vera e propria produzione di energia elettrica, possibilmente da fonti rinnovabili, facendo del porto un luogo di nuove occasioni economiche e di lavoro nell’ottica di un’economia circolare. Alle problematiche indicate ha posto rimedio ASSOPORTI che in data 29 marzo 2018 ha prodotto una completa documentazione “ I PORTI VERDI – Stato dell’arte, parametri di riferimento e prospettive” che costituisce un’importante road map per le decisioni che si dovranno adottare quanto prima dato l’avvicinarsi delle scadenze fissate dagli obiettivi stabiliti dall’UE. Nota: le immagini impiegate sono state tratte da internet e, in quanto tali, ritenute di pubblico dominio. Per eventuali usi non propri si prega di scrivere a mario.mauri@uniurb.it
38
www.adriaeco.eu
Green Ports
Cannes - Yachting festival 2018, parola d’ordine ecologia 51.000 visitatori da tutto il mondo per l’evento simbolo di un mercato in ripresa
Cannes
Evento inaugurale della stagione nautica, lo Yachting Festival di Cannes ha riunito 542 espositori, 638 imbarcazioni tra cui 219 novità, 110 barche a vela e oltre 51.000 visitatori da tutto il mondo per ammirare il meglio dell’offerta francese e internazionale, di imbarcazioni a motore, a vela, monoscafo o multiscafo. Accorsi per scoprire le principali novità e nuove tendenze tecnologiche, soprattutto ecologiche, e scambiare con i professionisti del settore, i potenziali acquirenti e i semplici appassionati hanno potuto ammirare gli yacht più belli del mondo. Parola d’ordine del più grande salone nautico europeo è stata “ecologia”. La società italiana Arcadia, per esempio, ha proposto una superficie di 45 metri quadrati di pannelli solari su uno yacht di 32 metri, installazione che permette di fornire l’energia per l’illuminazione e tutti gli usi quotidiani dell’imbarcazione. Per approvvigionare questi giganti del mare di energia, si pensa sempre più alle fonti rinnovabili, i costruttori propongono dei generatori termici per alimentarli di energia elettrica, ma si pensa anche a scafi sempre più idrodinamici e materiali ultraleggeri per offrire meno resistenza all’acqua e quindi diminuirne i consumi. “Per 6 giorni, tutti i principali attori del settore Saloni Nautici Internazionali
nautico e da diporto hanno esposto, in anteprima mondiale, i loro nuovi prodotti. Dal Vecchio Porto al Porto Canto, da un capo all’altro della famosa Croisette, per una lunghezza di circa 10 km, l’offerta dello Yachting Festival ha presentato al mondo 122 anteprime mondiali, 150 yacht che superano i 20 metri di lunghezza, 110 barche a vela, 46 yacht usati e 46 multiscafi – ha sottolineato Sylvie Ernoult, Commissario Generale del Festival Yachting da oltre 5 anni – Siamo felicissimi di questa 41esima edizione che ha ancora una volta mantenuto tutte le promesse fatte”. Mentre l’industria nautica francese sembra aver recuperato il suo miglior livello pre-crisi con un fatturato di 4,8 miliardi di euro e più di 40.000 dipendenti, gli espositori di tutto il mondo hanno avuto il piacere di accogliere una clientela sempre più internazionale, qualitativa e competente, presente sulla Croisette per scoprire tutte le novità 2018. Un settore sano e un mercato in ripresa, quindi, quello della nautica, e quale vetrina migliore se non Cannes per aprire la stagione dei saloni, soprattutto se si tiene in considerazione che il 15% degli yachts del mondo sono concentrati nella Costa Azzurra. Riccardo Milani
www.cannesyachtingfestival.com
39
Genova, il salone della rinascita Il 58esimo salone nautico con le vele al vento, ed è record di visitatori
Considerato il salone nautico più grande del Mediterraneo, quello di Genova si è ormai confermato come il più completo fra gli eventi mondiali della navigazione di diporto. Specchio di un mercato incoraggiante che vede le cifre d’affari aumentare del 3,9% nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il salone è un evento unico per le sue caratteristiche, che consentono di mettere in mostra in un solo contesto espositivo, in mare, a terra e al coperto, le ultime novità della produzione cantieristica, i motori, l’elettronica, gli accessori, il turismo e i servizi. Quest’anno gli espositori sono stati 948 (+7,2% rispetto al 2017), il segmento dei motori entrobordo fa registrare un 13% di crescita, mentre è boom per i fuoribordo con il +23%. Negli ultimi anni, la manifestazione si è evoluta seguendo le trasformazioni del mercato, l’andamento dell’industria della nautica da diporto in Italia si conferma positivo per il terzo anno consecutivo. Un’indagine condotta da UCINA Confindustria Nautica sulle previsioni 2018 vede il 69% delle aziende coinvolte dichiarare una crescita del fatturato. Il mercato interno continua a crescere, trainato anche dal settore del leasing che ha registrato un +58% nel 2017. Anche il contesto mondiale ed europeo vede una crescita generale, cosa che conferma come il trend positivo sia ormai solido. Il boat show di Genova è in prima linea per la salvaguardia del mare e delle sue biodiversità. Attività concrete nella direzione della sostenibilità ambientale, capaci di convogliare l’energia di tutti gli stakeholder e mettere in pratica azioni e nozioni di responsabilità sociale. Questo impegno è volto anche al conseguimento della certificazione Internazionale ISO 20121,
la normativa che certifica un evento come sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. La manifestazione, secondo le stime date da Ucina con Carla Demaria, chiude a quota 175.000 visitatori, con un incremento del 18% rispetto lo scorso anno. “Il Salone nautico di Genova non è in concorrenza con quello di Cannes, ma sia chiara una cosa: noi qui a Genova facciamo il triplo dei visitatori - ha ribadito la presidente di Ucina Confindustria nautica, Carla Demaria - Cannes fa sui 55mila visitatori, noi 175mila. Quello di Genova è un salone generalista ed è questo il suo valore aggiunto. Qui abbiamo la chance di dare un segmento diverso”. Riccardo Milani
40
www.salonenautico.com
Saloni Nautici Internazionali
Super e mega yacht protagonisti a Montecarlo Monaco Yacht Show, la parola d’ordine è sempre la stessa: extralusso
Dopo Cannes e Genova è toccato al Monaco Yacht Show, tre saloni nautici in meno di 20 giorni. Quello di Monaco è l’appuntamento di riferimento nel settore nautico extralusso. Un salone dedicato alla nautica di lusso, ovvero riservato a imbarcazioni di misura compresa tra i 25 e i 100 metri di lunghezza, destinate a un pubblico decisamente particolare: gente che arriva nel vicino aeroporto di Nizza a bordo di aerei privati, prosegue in elicottero o in limousine, soggiorna negli hotel più esclusivi del Principato e della Costa Azzurra. Presenti 580 aziende, 120 imbarcazioni top di gamma con una quarantina al debutto mondiale... fino a 95 metri, oltre che automobili e jet privati. Il mercato guarda con sempre maggiore interesse agli yacht di grandi dimensioni e si sta investendo proprio nel segmento delle navi da diporto. I super yacht, le barche da sogno, occupano un posto sempre maggiore nei piani dei costruttori di tutto il mondo. Un esempio su tutti è Ferretti Group. “Nel prossimo triennio 2019-2021 saranno 13 i nuovi progetti sopra i 30 metri rispetto agli 8 presentati nel triennio precedente e 66 le costruzioni nel segmento super e maxi yacht – precisa l’AD di Ferretti Group, Alberto Galassi – Sono attualmente in costruzione 5 nuove navi da diporto presso il cantiere navale di Ancona, pronte al varo nel 2019: le due unità di Pershing 140, il Riva 50 metri, i più grandi mai costruiti dai rispettivi brand, il CRN 137 di 62 metri ed il CRN 135 di 79 metri”. Ancona, d’altronde, è un’area importantissima per tutta l’industria mondiale dello yachting, insieme al sopra citato gruppo operano, nello scalo dorico, aziende straordinarie come: Isa Yachts, Cantiere delle
42
Marche e Wider. Il Made in Italy, in questo contesto prestigioso, recita, quindi, un ruolo di primissimo piano, come emerge dallo studio sullo yachting di lusso presentato proprio a Montecarlo da Nautica Italia e Deloitte. In un quadro globale che nei primi 9 mesi del 2018 ha registrato nel mondo un aumento delle consegne di super yacht del 13,5% (nel 2017 le consegne sono state 141, di cui 131 imbarcazioni a motore e 10 a vela) e una considerevole crescita degli ordini (328 i super yacht in costruzione, 25 in più rispetto a dicembre 2017), il 39% del totale globale 2017 è made in Italy. Riccardo Milani
www.monacoyachtshow.com
Saloni Nautici Internazionali
Le chiavi dell’auto autonoma Il veicolo senza conducente è la star del Salone dell’auto di Parigi. Una sfida tecnologica che va al di là dei marchi e anticipa il mondo di domani
Il Salone dell’auto di Parigi 2018, fotoreportage di Riccardo Milani
Al centro del Mondiale dell’automobile di Parigi: Mercedes, EQC, BMW Vision i Next, Peugeot e-Legend, limousine Renault, Ez-Ultimo... Il concetto futuristico di auto 100% autonome ed elettriche sono ovunque. Ma se i veicoli sono sempre i protagonisti al salone francese, i conducenti, al contrario, spariscono! Lasciarsi guidare, è già possibile... Il SUV DS7 Crossback può raggiungere una velocità di 180 km l’ora “guidando” da solo; la Tesla sorpassa da sola in autostrada, basta inserire la freccia; e l’Audi A8 riparte da sola dopo un imbottigliamento nel traffico. Auto già commercializzate come la Volvo S90 o il SUV XC60 sono dotate dei primi sistemi di guida semi-automatica per evitare gli incidenti. C’è ancora molto da lavorare, i progressi sono giganteschi, ma “i difetti sono ancora troppi” precisa l’agenzia assicurativa francese Maif. I veicoli hanno difficoltà ad adattarsi ai pannelli di segnalazione, alle zone di lavori in corso e soprattutto possono essere disturbati dalla segnaletica orizzontale, tracciata sulla strada, quando questa è degradata. Qual è l’agenda per il futuro? Questi problemi di adattamento delle vetture autonome al mondo che le circondano, presagiscono una vera rivoluzione dei trasporti solo dal 2020. In un primo momento, le auto parcheggiano, escono dal parcheggio, potranno percorrere alcuni chilometri a velocità moderate su corsie separate in completa autonomia. Dal 2023-2024, le auto potranno raggiungere velocità più alte per centinaia di chilometri, per esempio in autostrada, il conducente potrebbe veramente diventare un semplice supervisore. Muoversi in modo autonomo in città resta la sfida più difficile da affrontare, qui, considerati i molteplici fattori di imprevisto, la presenza dell’uomo come supervisore sarà ancora necessaria. Secondo alcune stime di aziende di tecnologia “automotive” come Valeo o Faurecia, a partire dal 2025-2030, i guidatori dei veicoli 100% autonomi potranno girare il sedile e intrattenersi con gli altri passeggeri. In questa fase, l’auto non farà più intervenire l’uomo, visto che il sistema sarà diventato infallibile. A che punto siamo con le sperimentazioni? La guida 100% autonoma è in piena fase di test, dappertutto nel mondo. Il Groupe PSA (gruppo industriale francese cui appartengono i marchi automobilistici Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors) sta conducendo dei test con una ventina di Peugeot 3008 e delle Citroen C4, con le quali hanno percorso oltre 180.000 chilometri senza pilota. La Renault sta testando un
44
www.saloneautoparigi.com
Salone dell’auto di Parigi
prototipo, Symbioz, che riesce a rallentare e passare i caselli autostradali in piena autonomia. Sempre Renault sta provando la guida autonoma con delle Zoe elettriche (entro breve quattro taxi saranno introdotti a Rouen, con un controllore al volante). Ma i costruttori non sono i soli a sperimentare. Apple ha ottenuto l’autorizzazione per testare une sessantina di veicoli autonomi in California, paradiso delle sperimentazioni fra le quali Waymo (ex progetto Google) o Cruise Automation (GM). Gli investimenti per l’auto autonoma di domani si elevano a più di 55 miliardi di euro per il periodo 2015-2017 di cui 4 miliardi per GM, e due per Waymo e Ford. Le sperimentazioni per i veicoli semi autonomi hanno già portato i loro frutti. Il progetto Volvo Vision 2020 è già in essere, come si può già acquistare il SUV DS7 Crossback che “guida da solo” fino ad una velocità di 180 km/h. La stessa Tesla sorpassa da sola in autostrada, basta inserire gli indicatori di direzione. Qual è il costo per tutta questa tecnologia? Auto individuali o collettive? Tutta questa tecnologia à evidentemente un costo. Il sovrapprezzo andrà da qualche migliaia di euro (per una guida autonoma sotto i 60 km/h) a 10.000 per un sistema di guida ad alta velocità. Oltre 20.000 sarà il costo accessorio per un’auto completamente autonoma. Questi saranno i costi in un primo momento, col passare delle sperimentazioni e con l’aumentare della tecnologia si abbasseranno.
Salone dell’auto di Parigi
www.saloneautoparigi.com
Honda e Toyota pronte a sfidare
il predominio
di Google Honda ha investito 2,75 miliardi di dollari in Cruise, la divisione di General Motors dedicata alla guida autonoma. SoftBank ha siglato un accordo con Toyota per collaborare nel campo della guida autonoma e dei servizi di mobilità. Obiettivo comune: sfidare il predominio di Waymo di Google, ancora la più avanzata nel settore. La sfida dell’auto a guida autonoma continua a spingere gli investimenti delle grandi case automobilistiche, soprattutto quelle del Sol Levante. Le due giapponesi, Honda e Toyota, hanno appena annunciato investimenti e accordi proprio nel settore della self-driving car.
45
Navya,
una start-up di Lione al top per le navette
Nel momento in cui i costruttori di auto stanno testando dei veicoli più o meno autonomi, una start-up di Lione ha già messo sul mercato in minibus senza conducente: Navya. Una navetta elettrica capace di trasportare 15 passeggeri all’interno di un percorso ben preciso. Navya si può già incrociare a Lione, Sion in Svizzera, Las Vegas e Perth in Australia per un totale di circa una quarantina di veicoli già operativi ogni giorno. Il costo è di 260 mila euro. Il mercato mondiale di questo tipo di navette autonome all’interno di siti riservati come aeroporti, campus o piccole zone urbane, è stimato a 35 mila unità nel 2025 in tutto il mondo.
Ma quanti automobilisti saranno disposti a pagare in più? Il sovrapprezzo, quindi, sarà un deterrente per l’acquisto di auto da parte di singoli automobilisti, ma potrebbe essere una spinta per l’affacciarsi sul mercato dei robot taxi. Christophe Sapet, presidente della start-up lionese Navya, assicura che le navette rimpiazzeranno i taxi da qui al 2030-2040. Quali sono le città in sperimentazione? Anche se le navette e i robot taxi rappresentano e rappresenteranno una minima parte del parco auto, questo tipo di veicoli peseranno moltissimo in percentuale ai chilometri percorsi in città. Uno sviluppo del sistema di trasporto collettivo è già in atto in alcune città del mondo come Las Vegas, Lione, Perth in zone ristrette come aeroporti, campus o piccole zone urbane. In futuro si potrebbero eliminare il 90% dei veicoli in zone come queste. Sicuramente sarà molto più facile vedere un robot taxi in una strada americana, larga e con la segnaletica ben visibile che sulla rotatoria dell’Arco di Trionfo a Parigi alle 6 di pomeriggio, esempio del caos e del traffico per eccellenza. In definitiva la tecnologia e le case automobilistiche
stanno facendo passi da gigante verso un’auto sempre più autonoma con il traguardo di raggiungere il 100% di autonomia entro pochi anni. Il problema, per ora, restano le infrastrutture e le strade, soprattutto in città. Una previsione fra le più realistiche ascoltate al Salone dell’auto di Parigi afferma che nel 2030-2035, solamente un 15% delle auto immatricolate saranno completamente autonome. Riccardo Milani
Chi è responsabile in caso di incidente? Se un’auto a guida autonoma causa un incidente, di chi è la colpa? Le problematiche giuridiche attorno ai veicoli autonomi sono veramente colossali. Supervisore umano, casa costruttrice, software, autore dell’algoritmo o operatore delle telecomunicazioni. La corsa verso l’auto autonoma è ben avviata. La tecnologia non è un limite, anzi offre sempre più opportunità. In questo contesto, non mancano però fattori di rallentamento. Uno di questi è dato dall’incertezza sull’attribuzione delle responsabilità in caso di malfunzionamento di un’auto a guida autonoma. Una moltitudine di figure pretende chiarezza sul rischio da assumere. O il sistema potrebbe andare in stallo. E con esso l’evoluzione dell’auto a guida autonoma. Una prima risposta all’incertezza giunge dall’Ita-
46
lia, grazie ai ricercatori di Deep Blue che hanno ideato e condotto due progetti europei, Alias I e il successivo Alias II, sviluppati all’interno del programma di ricerca SESAR. Il vigente codice della strada è pensato per veicoli a livello 0 e 1 di automazione: l’assicurazione copre le responsabilità civili degli autisti, è chiaro come manutenere il veicolo, si chiede all’industria il rispetto di standard costruttivi definiti. Quando saremo al livello 5 di automazione, quello in cui il passeggero non ha capacità d’intervento sul veicolo, sarà altrettanto semplice: il passeggero non avrà colpe in caso d’incidente, che saranno del costruttore o del fornitore della tecnologia malfunzionante. I casi problematici sono quelli di mezzo, quelli che tecnologicamente stiamo attra-
www.saloneautoparigi.com
versando o attraverseremo a breve, in cui diversi livelli di automazione si intersecano. Basandosi su queste esperienze si è sviluppato Legal Case, un software che definisce la distribuzione delle responsabilità quando si introduce un nuovo sistema tecnologico. La novità di questa soluzione è che la risposta si ottiene seguendo la mappa di ragionamento che si applica durante il dibattimento processuale, sfruttando l’esperienza degli incidenti in aviazione. Per l’utilizzatore, quindi, è sufficiente inserire le informazioni del caso e l’algoritmo, utilizzando un archivio di sentenze e norme, elabora un albero delle responsabilità, ossia uno schema di ripartizione che prima definisce il tipo di responsabilità e poi la suddivide proporzionalmente fra gli attori coinvolti.
Salone dell’auto di Parigi
Scheda informativa Sebastião Salgado Genesi A cura di Lélia Wanick Salgado 29 settembre 2018 – 6 gennaio 2019 Mole Vanvitelliana Sala Vanvitelli Banchina Giovanni da Chio, 28 Ancona Da martedì a domenica 10.00 – 19.00. La biglietteria chiude un’ora prima. Lunedì chiuso. Orari festività: Martedì 25 dicembre 15.00 – 19.00. Martedì 1 gennaio 15.00 – 19.00 Info e prenotazioni: mostre@civita.it Prenotazione didattica: mostre@museieducativi.it 331.1604631. Biglietti comprensivi di audioguida intero € 11,00 ridotto € 9,00 gruppi di minimo 12 persone, giornalisti non accreditati e titolari di apposite convenzioni ridotto speciale € 4,00 per ragazzi dai 6 ai 18 anni, scuole gratuito minori di 6 anni, disabili e accompagnatori, giornalisti accreditati, guide turistiche con patentino, docenti accompagnatori biglietto open € 12,00 valido per un ingresso in mostra dal 29 settembre 2018 al 6 gennaio 2019. Prevendita € 1,00.
Sebastião Salgado.
Genesi
Ad Ancona la mostra del più importante fotografo documentario del nostro tempo: uno sguardo teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta e di assumere nuovi comportamenti più rispettosi verso la natura
Penisola di Yamal, Siberia, 2011 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto Arte & Cultura
www.mostrasalgadoancona.it
47
Biografia Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lèlia l’agenzia Amazonas Images, Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7 diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo, in due libri di grande successo: In cammino e Ritratti di bambini in cammino. (Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (A Roma alle Scuderie del Quirinale e poi a Milano all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano anche in questo caso l’uscita dei libri. Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale - che era a rischio di sparizione - una larga area in cui sono stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventata un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorès.
Dopo i successi registrati nei mesi scorsi e da ultimo con la mostra Henri Cartier Bresson, la Mole Vanvitelliana accoglie una nuova grande mostra fotografica, Sebastião Salgado. Genesi, aperta al pubblico dal 29 settembre 2018 sarà visitabile fino al 6 gennaio 2019 presso la Sala Vanvitelli. Ultimo grande lavoro del più importante fotografo documentario del nostro tempo, la mostra è sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro. Curata da Lélia Wanick Salgado su progetto di Amazonas Images e Contrasto, la mostra è promossa dal Comune di Ancona e organizzata da Civita Mostre. Protagonista di un tour internazionale di incredibile successo, Genesi trasmette un messaggio potente nella sua essenziale purezza ed è anche straordinariamente attuale, perché pone al centro il tema della preservazione del nostro pianeta e dell’imprescindibile necessità di vivere in un rapporto più armonico con il nostro ambiente. Genesi è un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini. Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso di cui disponiamo: il nostro pianeta. La mostra è suddivisa in cinque sezioni che
48
ripercorrono le terre in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie, molte delle quali di straordinari paesaggi, realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat. Salgado ha, infatti, vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania rispondendo al richiamo annuale della natura alla migrazione. Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali nel Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto della Namibia e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia con gli elementi del proprio habitat. Le immagini di Genesi sono una testimonianza e un atto di amore verso la Terra. Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare un atlante antropologico del pianeta, ma è anche un grido di allarme
www.mostrasalgadoancona.it
Arte & Cultura
e un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora incontaminate, per far sì che, nel tempo che viviamo, sviluppo non sia sinonimo di distruzione. Sul lavoro di Salgado Taschen ha pubblicato uno straordinario volume di 520 pagine, che sarà disponibile nel bookshop della mostra insieme i libri recentemente pubblicati da Contrasto: l’autobiografia del fotografo, Dalla mia Terra alla Terra e gli altri titoli Profumo di sogno. Viaggio nel mondo del caffè e Altre Americhe. “Genesi è la ricerca del mondo delle origini – dichiara Lélia Wanick Salgado – come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra natura. È un viaggio attraverso paesaggi terrestri
e marini, alla scoperta di popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo. La prova che il nostro pianeta include tuttora vaste regioni remote, dove la natura regna nel silenzio della sua magnificenza immacolata; autentiche meraviglie nei Poli, nelle foreste pluviali tropicali, nella vastità delle savane e dei deserti roventi, tra montagne coperte dai ghiacciai e nelle isole solitarie. Regioni troppo fredde o aride per tutto tranne che per le forme di vita più resistenti, aree che ospitano specie animali e antiche tribù la cui sopravvivenza si fonda proprio sull’isolamento. Fotografie, quelle di Genesi, che aspirano a rivelare tale incanto; un tributo visivo a un pianeta fragile che tutti abbiamo il dovere di proteggere”.
Penisola Antartica, 2005 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto Arte & Cultura
www.mostrasalgadoancona.it
49
Mezzo secolo di storia per il Verdicchio dei Castelli di Jesi In occasione del cinquantesimo della Doc marchigiana a Jesi si è tenuto Collisioni Festival, un grande evento internazionale per il bianco fermo da 4 anni più premiato d’Italia
Ian D’Agata e Alberto Mazzoni
Poca festa e tanto business, specie in prospettiva export. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi sceglie di mettersi alla prova per i suoi primi 50 anni di Doc e lo ha fatto, dal 30 agosto al 2 settembre, con l’analisi di 32 super esperti internazionali di vino - tra giornalisti, opinion leader e responsabili acquisti provenienti da 13 Paesi. Un grande progetto, quello di Collisioni a Jesi organizzato da Ian D’Agata, con il suo progetto Indigena, e da Collisioni Festival, in collaborazione con l’Istituto marchigiano di tutela vini, che ha visto protagoniste le principali aziende del vino bianco fermo da 4 anni più premiato dalle guide italiane del settore. In primo piano, degustazioni e discussioni sul vino principe delle Marche ma anche sulle altre denominazioni dell’area (Verdicchio di Matelica, Lacrima di Morro d’Alba, Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi e Serrapetrona), oltre a tanta cucina e alla cultura nei luoghi simbolo del paese di Federico II, dal concerto inaugurale con divagazioni leopardiane al Festival Pergolesi Spontini fino alle opere di Lorenzo Lotto della Pinacoteca civica e alla mostra sul Novecento quotidiano di Betto Tesei. Sullo sfondo,
50
il focus su presente e futuro del vino bianco italiano nel mondo, in un convegno (‘Bianco come il vino’) con esperti internazionali sugli ultimi trend di mercato registrati da analisti ed esperti in una delle aree più bianchiste del Paese. Il vino bianco è ormai la tipologia di vino più consumata in Italia e nel Regno Unito (e presto anche negli Usa), la più presente sulle tavole dei ristoranti del Belpaese, quella più avvantaggiata - assieme agli sparkling - dal cambiamento climatico e all’approccio femminile alla bevanda. Ma soprattutto è una leva fondamentale per l’export del prodotto enologico made in Italy. Il vino bianco fermo italiano, con un valore di 1,287 miliardi di euro l’anno, è, infatti, il più venduto al mondo e fa meglio della Francia (1,276 miliardi) che ci sovrasta sui rossi e sugli sparkling -, di Nuova Zelanda, Spagna, Germania e Australia. “Assieme a Vinitaly, il Progetto Vino di Collisioni a Jesi è stato l’appuntamento clou del 2018 – ha detto il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni -, che arriva dopo un percorso d’internazionalizzazione fatto insieme a Ian D’agata e all’Indigena World Tour sulle principali piazze Wine & Food
www.imtdoc.it
statunitensi (New York e San Francisco) e prima della tappa internazionale di Londra, prevista il 5 ottobre. E’ uno step importante e risponde nel migliore dei modi ai nostri obiettivi di incremento della notorietà internazionale, vera chiave di volta per il mercato del Verdicchio nel medio e lungo termine. In dieci anni è stata contingentata la produzione di Verdicchio dei Castelli di Jesi, triplicata la superficie media di ettari vitati per azienda, rinnovato oltre 1/4 del vigneto e l’imbottigliamento fuori zona è calato del 75%. Oltre a ciò, nel periodo le aziende aderenti ai nostri progetti di promozione sono aumentate del 165% e l’export è cresciuto di quasi il 50%. Queste scelte stanno pagando sul piano dell’affermazione qualitativa del prodotto, ma non si è ancora chiuso il cerchio. Ora serve lavorare di più sul valore, quindi sull’aspetto commerciale e di marketing, in Italia come all’estero. Abbiamo il bianco fermo da 4 anni più premiato dalle guide italiane e non riusciamo a far valere sino in fondo il nostro valore reale sui mercati: in pratica vinciamo e convinciamo ma – in termini calcistici - ogni volta portiamo a casa 2 punti anziché 3. Sono molte le indicazioni positive della full-immersion enologica che si è chiusa a Jesi. La prima è che il Verdicchio si conferma straordinario attrattore per il territorio e per le altre
Collisioni Jesi, in pillole • 10 operatori dell’informazione italiana • 7 Grandi firme del giornalismo internazionale e influecer: il giornalista francese e scrittore di vino per Le Figaro, Bernard Burtschy; il wine writer per Wine Searcher e opinion leader statunitense, Blake Gray; il già responsabile della Guida Michelin nel Dragone e redattore per la versione cinese del Financial Times, Bob Miao; la sommelier del Gruppo leader nella ristorazione Batali & Bastianich a New York, Sara Olocco; la manager di Gourmet Alliance (catena di ristoranti italiani in Russia), Alexandra Alexandrova. • 20 stakeholder provenienti dai principali Paesi importatori di vino: Usa (6 operatori), Russia e Cina (4), Canada, Francia e Regno Unito (3), Giappone e Svezia (2), Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Svizzera. • 33 le aziende coinvolte: Belisario, Bisci, Boccafosca, Bucci, Casalfarneto, Colognola, Colonnara, Coroncino, Crespaia, Fattoria Forano, Fattoria Nannì, Fazi Battaglia, Felici, Filodivino, Garofoli, Giovanni Giusti, La Staffa, Lucangeli Aymerich, Lucchetti, Marotti Campi, Moncaro, Montecappone, Pievalta, San Diego, Santa Barbara, Stefano Mancinelli, Tenuta dell’Ugolino, Terre di Serrapetrona, Tenuta di Tavignano, Tenute Pieralisi, Umani Ronchi, Vicari, Vignamato. • 4 degustazioni riservate agli ospiti, tra cui l’Old but Gold che ha celebrato le nozze d’oro della denominazione, con 16 grandi Verdicchi che si sono distinti per longevità, sempre più arma vincente per l’autoctono.
51
I numeri del Verdicchio Castelliè di denominazioni meno conosciute;dei la seconda – aJesi La base produttiva del Verdicchio dei Castelli di Jesi si è rafforzata nelle superfici ed è diminuita nel numero di aziende: oggi i 2/3 delle uve sono trasformate dalle singole aziende e solo 1/3 dalle cooperative, con il 57% della rivendicazione delle uve concentrato in 38 aziende con superfici superiori ai 10 ettari. Gli imbottigliatori fuori zona sono passati dal 36% al 9%. È di circa 18 milioni la produzione di bottiglie per la Doc Castelli di Jesi, di cui circa la metà è destinata all’estero. Sono 2.190 gli ettari coltivati e 493 le aziende.
detta dei 32 esperti internazionali provenienti da 13 Paesi – che la strada delle qualità imboccata è quella giusta. Per lo stesso periodo del prossimo anno stiamo lavorando su un grande evento internazionale dedicato a un autoctono che da simbolo regionale si identifica sempre più tra i vini bandiera nazionali”. Per Ian D’Agata, senior editor di Vinous e direttore scientifico di Indigena: “Il percorso che stiamo facendo con l’Istituto marchigiano di tutela vini conferma a ogni appuntamento il grande interesse nei mercati di tutto il mondo per il Verdicchio, un vino bianco di freschezza e di struttura, ma che ha grandissime capacità di invecchiamento. Una qualità importante, questa, che colloca l’autoctono marchigiano tra i grandi bianchi del mondo, e lo si nota anche dalle sempre più numerose richieste di partecipazione all’evento che riscontriamo dagli esperti internazionali. L’incontro nelle Marche ha rappresentato un’occasione enorme di comunicazione e di visibilità anche per tutti gli altri vini marchigiani e per la Regione stessa, che grazie alla forza di traino del Verdicchio ha avuto modo di farsi conoscere, scoprire e apprezzare. Il Verdicchio si conferma essere una delle migliori varietà bianche del mondo, che dà vini freschi e beverini ma soprattutto capaci di grande longevità, con prodotti che possono invecchiare tranquillamente 20 anni proprio come i Chablis, i Riesling alsaziani e tedeschi e altri grandi vitigni. E quella dell’invecchiamento è ora la specificità più importante da far conoscere all’estero, perché in questo modo – ha concluso - automaticamente e quasi senza fatica il Verdicchio diventerà un prodotto importantissimo per tutti i sommelier del mondo che vorranno questi vini anche per creare verticali in carta”. www.imtdoc.it
Wine Food
“Fatto con l’OV”, il progetto d’inclusione nel mondo del lavoro per ragazzi con disabilità arriva ad Ancona al Mercato delle Erbe presso la “Macelleria Gastronomia da Mario” con la Crescia Sfogliata di Urbino
“Fatto con l’OV”, il progetto d’inclusione nel mondo del lavoro per ragazzi con disabilità arriva ad Ancona al Mercato delle Erbe presso la “Macelleria Gastronomia da Mario” con la Crescia Sfogliata di Urbino. L’iniziativa porta a sintesi l’inclusione sociale attraverso il lavoro nel settore della tipicità agroalimentari marchigiane, un connubio particolarmente riuscito che ha nella qualità della vita il suo minimo comune denominatore. “Fatto con l’OV” nasce dalla collaborazione fra la Cooperativa Sociale Francesca di Urbino e la Pasital, azienda urbinate che da oltre 30 anni opera nel settore agroalimentare con grande passione e attenzione alla qualità e alle tradizioni dei prodotti del territorio. “La Cooperativa Sociale Francesca è legata da sempre a tre concetti chiave ovvero la qualità della vita, la prospettiva della stessa e l’inclusione sociale, finalizzata a educare e formare professionalmente i ragazzi – ha rilevato Antonio Bernardini Presidente Cooperativa Sociale Francesca – e con questo progetto, nasce la volontà di perseguire la tradizione enogastronomica urbinate e la produzione di pasta fresca di qualità unita alla volontà sociale condivisa di migliorare la vita dei ragazzi della nostra cooperativa”. “Quando mi è stato presentato il progetto me ne sono innamorato – ha dichiarato Leonardo Pasquini AD di Pasital – l’entusiasmo ha immediatamente coinvolto me e tutta la mia famiglia al punto tale da fare tutto con amore, da qui è nata l’idea di sposare il brand ideato dalla Cooperativa Sociale Francesca
52
Inclusione sociale e tipicità
“Fatto con l’OV” che ci riporta sia alla materia prima, sia, nel suono, alla vera natura di questa iniziativa. Detto questo l’azienda ha messo a disposizione tutto il suo know how per sostenere i ragazzi: dalle materie prime, alla formazione, compresi i segreti del mestiere! Inoltre abbiamo dato in uso una nostra infrastruttura, il Laboratorio di via Battista Sforza in Urbino e li accompagniamo nel supporto tecnico commerciale, marketing, amministrativo e logistico sul mercato. Ovviamente il ricavato è destinato al potenziamento di questo progetto”. “Slow Food vuole essere vicina a esperienze come questa – ha rimarcato Roberto Rubegni consigliere nazionale Slow Food Italia – che hanno elementi di eccellenza gastronomica e tradizioni, ma anche principi di sostenibilità e attenzione al mondo del sociale. Sempre più la gastronomia è un’occasione per renderci liberi come consumatori se stiamo attenti alle etichette e alla provenienza dei prodotti, ma anche perché nel mondo del cibo di qualità ci sono storie come questa che costituiscono un’opportunità per questi ragazzi d’inserimento lavorativo”. “Il cibo di qualità, l’inclusione sociale e reali politiche del lavoro legate alla tipicità e al territorio hanno trovato in “Fatto con l’OV” una perfetta sintesi – ha concluso Gianluca Carrabs AU di Svim – e da oggi questi prodotti potranno essere gustati anche ad Ancona. È una cosa molto bella da vedere, altrettanto buona da assaggiare, ma ancor di più è la concreta visione di un mondo migliore”.
www.centrofrancesca.it
Comunicazione Sociale