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Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Euro 6,00

salviamo il pianeta Progetto BEAT: Blue enhancement action for technology

Federagenti, Il cluster marittimo si incontra ad Ancona

Pelikan, una soluzione alla plastica in mare

Grecia, tante vacanze in un’unica destinazione

Il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia


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Adriaeco - Adriatic Economy Observer

Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 45 Anno XII · Giugno 2019 Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007 Iscrizione al ROC · numero 16575 Direttore responsabile Gabriele Costantini direttore@adriaeco.eu Edizioni Sideline A.C. Side Line Via Flaminia 245/a 60126 Ancona AN P.I. e C.F. 02560330421 www.edizionisideline.it Redazione · Via Dogana Vecchia, 6 · 60019 Senigallia (AN) - T. 071.2362059 info@adriaeco.eu - www.adriaeco.eu Redazione Zadar · 7. Domobranske pukovnije 1 23 000 Zadar, Croatia · Tel: +385 23 311 889 Hanno collaborato: Sara Angelillo, Pierluigi Bonora, Rocco Borgognoni, Mafalda Bruno, Marco Catino, Pietro Ceccarelli, Gabriele Costantini, Michele Costantini, Francesco Di Cesare, Ilaria Ferlito, Luigi Gagliardi, Antonio Gitto, Fabio Lo Savio, Mario Mauri, Riccardo Milani, Andrea Mosconi, Eugenio Muzio, Virginia Olivetti, Nicole Pelizzon Foto di copertina: Riccardo Milani Ufficio grafico · grafica@adriaeco.eu Ufficio commerciale · marketing@adriaeco.eu Segreteria · segreteria@adriaeco.eu Stampa · Errebi grafiche Ripesi Falconara Marittima (AN) www.graficheripesi.it Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Distribuzione: in abbonamento postale 6 edizioni Euro 30,00. Per informazioni: 071.2362059 · info@adriaeco.eu Chiuso in redazione: 10/06/2019

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Salviamo il pianeta Lo avevamo scritto nella precedente edizione: la tutela dell’ambiente è una questione che riguarda tutto e tutti e le scelte da mettere nelle agende dei Governi mondiali oggi sono un atto dovuto dalla classe dirigente alle generazioni future. E proprio i giovani e giovanissimi hanno scosso le coscienze in questi ultimi mesi. Testimonial del movimento la 16enne svedese Greta Thunberg, candidata recentemente al premio Nobel per la pace e diventata simbolo della lotta ai cambiamenti climatici. Riccardo Milani, nostro inviato a Parigi, l’ha incontrata e a lei è dedicata la copertina di questo numero. La vita della terra e la sopravvivenza dei suoi abitanti sono legate alla soluzione di un problema molto complesso: per sostenere il peso della crescita demografica e accrescere il benessere, gli uomini utilizzano le risorse naturali, ma se questo sfruttamento non verrà regolato, la terra progressivamente impoverirà, a causa di stili di vita sempre più inquinanti. Per ricomporre il difficile mosaico dello sviluppo sostenibile, occorre conoscere tutti gli aspetti del problema e ricevere soluzioni globali e glocali capaci di soddisfare le necessità delle donne e degli uomini di domani. E allora che ben vengano tutte quelle progettualità che hanno ambiente e sviluppo sostenibile alla base delle politiche: siano esse relative a opere infrastrutturali pensate al fine di ridurre le emissioni di CO2, la congestione del traffico e promuovere la mobilità intelligente, autonoma, interconnessa e con carburanti alternativi. Oppure iniziative come il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, un eccezionale modello di governance multilivello nato nel 2008 per avallare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel campo dell’energia sostenibile. Ma i contributi possono e debbono partire anche dal mondo delle imprese, come dimostrato dal progetto Pelikan, perché ognuno di noi, a qualsiasi livello, può e deve apportare il suo piccolo, ma importantissimo contributo. Gabriele Costantini Alla luce del tragico evento che ha colpito lo scalo di Ancona in data 10 giugno 2019, l’editore e la redazione tutta si stringono al dolore della famiglia e rilanciano l’appello di Stella Maris Ancona. “L’associazione Stella Maris Ancona sta facendo una raccolta fondi da destinare alla famiglia dell’amico Luca prematuramente scomparso che lascia moglie e due bambini. Per tutti coloro che volessero partecipare, si può effettuare un bonifico bancario all’iban dell’associazione: STELLA MARIS ANCONA: IT 31 G 02008 02623 00010 3292 526 CAUSALE: LUCA e il nome del donatore. Alla fine della raccolta verrà fatto un bonifico alla famiglia per l’importo raccolto a nome di tutti i sostenitori. Ognuno libero di mettere ciò che si sente e secondo le proprie possibilità”.


Sommario Editoriale Salviamo il pianeta

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Progetto Beat Quanto è innovativa la vostra azienda? Risposta sbagliata!

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Assemblea Federagenti 2019 Il cluster marittimo ad Ancona per discutere di portualità e burocrazia

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Adriatic Sea Forum 2019 Adriatic Sea Forum: 420 milioni di euro la spesa turistica a terra di crocieristi e turisti in viaggio su traghetti Ad Ancona nasce l’Adriatic Sea Tourism Agenda

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Porto di Ancona Gruppo Ormeggiatori del Porto di Ancona, i professionisti del mare

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Pelikan, il Salvamare Pelikan, la riposta alla plastica in mare

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Welfare & Portualità Stella Maris Ancona, il welfare portuale è la nuova frontiera

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Sommario Web Tours Grecia, tante vacanze in un’unica destinazione

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TAV Tav, il tunnel della discordia

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In Copertina Global Strike For Future: “Salvare il pianeta, ora!”

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Patto dei Sindaci per Clima e l’Energia Il Patto dei Sindaci una strategia concreta per salvare il clima

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Comunicazione Sociale SVIM protagonista in Europa

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Industria 4.0 Le macchine ci ruberanno il lavoro?

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Wine & Food L’export del vigneto Marche è cresciuto del 56% nell’ultimo decennio

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Wine & Food Si conferma il binomio spettacolo e vino per l’estate allo Sferisterio

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Quanto è innovativa la vostra azienda? Risposta sbagliata!

Se vi è mai capitato di chiedervi: “quanto siamo innovativi nella nostra azienda?” anche in relazione ai concorrenti più diretti, beh sappiate che, come affermava il comico Corrado Guzzanti qualche anno fa, “la risposta è dentro di voi! E però è sbagliata…”. Ed è sbagliata perché le principali metriche che mirano a catturare la capacità innovativa delle aziende nascono monche. Da un lato, si concentrano eccessivamente sugli input dell’innovazione, come la spesa in Ricerca e Sviluppo o il numero di brevetti de-

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Just how innovative is your company? Wrong answer!

If you’ve ever asked yourself: “how innovative is our company?” above all with respect to direct competitors, you should know that, as comedian Corrado Guzzanti said a couple of years ago, “the answer is in you! But it’s wrong ...”. And it’s wrong because all the main metrics, whose scope is to capture the innovative capacity of companies, are crippled right from the word go. On one hand, they focus excessively on the inputs of innovation, such as expenditure in Research and Development or the

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Progetto Beat


Esempio di benchmarking esterno ricevuto dalle aziende partecipanti al progetto BEAT, relativamente alla capacità di implementazione di idee innovative all’interno di 5 aziende rese anonime allo scopo

positati, entrambe misure di spesa e non di risultato. Dall’altro lato, vanno a vedere l’apporto fornito dai nuovi prodotti sul fatturato aziendale (come la percentuale di fatturato derivante da prodotti immessi sul mercato negli ultimi 3 anni) ma senza capire a quali spese e in quali modi – più o meno efficienti ed efficaci – i nuovi prodotti abbiano finalmente raggiunto il mercato. Ciò che avviene nel mezzo, tra input e output, rimane nell’oscuro. Ma sono le fasi più importanti del processo innovativo. Quelle che hanno a che vedere con le strategie, le routine organizzative e i processi operativi per organizzare e gestire l’attività di innovazione. E in assenza dei quali i processi di innovazione rimangono non sistematici e sostanzialmente frutto di intuizioni sporadiche o del tutto casuali. Le fasi interne sono quelle che hanno a che vedere con il motore principale dell’innovazione. Che non sono le tecnologie o gli investimenti in R&S, ma le persone. Le persone

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Example of external benchmarking received from the companies who participated in the BEAT project, concerning the ability to implement innovative ideas in 5 companies who remained anonymous

number of patents filed, which are both spending measures rather than results. And on the other hand, they take into account the impact of new products on the company turnover (such as the percentage of turnover obtained from products placed on the market in the last 3 years), without however truly understanding at what expense and how - in a more or less efficient and effective manner - new products finally reach the market. What happens in between input and output, remains a mystery. These are however the most important phases of the innovation process. Those that involve strategies, organisation routines and operational processes in order to organise and manage innovation activities. Without which the innovation processes remain unsystematic and substantially the

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Momento di confronto e di presentazione al personale aziendale dei risultati dell’attività di misurazione e benchmarking della capacità innovativa. Il responsabile dell’attività, Prof. Guido Bortoluzzi, Professore di Innovation Management presso l’Università degli Studi di Trieste (partner del progetto BEAT). Guido Bortoluzzi è anche Core Faculty Member di MIB Trieste School of Management ed autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali sulle tematiche di gestione dell’innovazione.

Discussions during the presentation to company personnel of the results of the assessment and benchmarking of innovative ability. The manager of the project, Prof. Guido Bortoluzzi, Professor of Innovation Management at Trieste University (partner of the BEAT project). Guido Bortoluzzi is also Core Faculty Member of the MIB Trieste School of Management and author of numerous articles on innovation management published by international scientific journals.

con le loro motivazioni, i loro atteggiamenti, i loro comportamenti fanno la vera differenza in termini di creatività delle soluzioni proposte e dedizione al loro perseguimento. Ma come misurare gli atteggiamenti e i comportamenti nei confronti dell’innovazione dei nostri più stretti collaboratori? In realtà gli strumenti non mancano. Gli studiosi di management hanno iniziato ad affrontare la questione assieme a psicologi e sociologi del lavoro fin dagli anni Settanta, producendo delle misure e degli strumenti adatti a catturare una molteplicità di aspetti alla dimensione comportamentale. Ed è anche quello che abbiamo fatto all’in-

result of sporadic or completely random intuition. The internal phases are those that have to do with the main engine of innovation. Which are not the technologies or the investments in R&D, but people. People with their drive, attitude and behaviour are what really make the difference in terms of the creativity of the solutions proposed and dedication to making them become a reality. But how can our closest collaborators measure attitudes and behaviour towards innovation? As a matter fact, we have all the tools we need. Management scholars started to address the issue to-

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terno del progetto BEAT approvato al primo bando standard plus del Programma Interreg Italia – Croazia 2014 - 2020, focalizzato sulla blue economy e coordinato da Unioncamere del Veneto. Un progetto che ci ha consentito di fornire a una quarantina di aziende italiane e croate dei report interni individuali e di benchmarking (comparazione con altre aziende) in relazione alle attitudini e atteggiamenti del personale aziendale verso l’innovazione. In pratica: una misurazione del clima innovativo. Misurazione che ha riguardato molteplici aspetti: capacità creativa, attitudine auto-imprenditoriale, attitudine all’incoraggiamento altrui e alla condivisione di informazioni e conoscenze. Ma anche aspetti legati alla leadership ed allo stile più corretto per incentivare i percorsi di innovazione, ed aspetti connessi al well-being aziendale. A ciascuna azienda abbiamo fornito un report completo che abbiamo presentato e discusso assieme alla proprietà e al management ottenendo, in alcuni casi, la richiesta di estendere la presentazione e la discussione dei risultati a tutto il personale aziendale. Un’esperienza indubbiamente arricchente e di grande soddisfazione anche per noi che l’abbiamo progettata. Il progetto BEAT si concluderà nel mese di giugno 2019 ma c’è ancora una possibilità per chi voglia testare lo strumento al link: https://it.surveymonkey.com/r/VALUTAZIONE_CLIMA_INNOVATIVO Ulteriori informazioni relativamente alla possibilità di ottenere una misurazione completa del clima innovativo ed un rapporto di benchmark possono invece essere richieste al referente per l’attività, Prof. Guido Bortoluzzi, dell’Università degli Studi di Trieste (guido. bortoluzzi@deams.units.it).

Progetto Beat

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gether with psychologists and labour sociologists as far back as the 1970s, defining measures and tools to capture a variety of aspects of the behavioural dimension. And this is exactly what we did in the BEAT project which was approved with the first standard plus call for the Interreg Italy - Croatia Programme 2014 - 2020, that focuses on the blue economy and is coordinated by Veneto Region Union of Chambers of Commerce. A project that has allowed us to provide to about forty Italian and Croatian companies individual internal and benchmarking reports (comparisons with other companies) relating to the aptitudes and attitudes of company personnel towards innovation. Substantially: measuring the innovative climate. An assessment that covered many aspects such as: creative ability, self-entrepreneurial attitude, the ability to encourage others and sharing information and knowledge. But also aspects such as leadership and the most correct style to encourage processes of innovation, and aspects related more specifically to to the company’s well-being. A full report was given to each company and presented and discussed together with the owner and management, and, in some cases, we were asked discuss these results with the company’s personnel. An undoubtedly rewarding experience, of great satisfaction even for us who designed it. The BEAT project will end in June 2019 but there is still time for those who wish to test this tool to do so on the link: https://it.surveymonkey.com/r/VALUTAZIONE_CLIMA_INNOVATIVO Further information on how to obtain a full assessment of the innovative climate and a benchmark report may be requested from Prof. Guido Bortoluzzi of Trieste University (guido.bortoluzzi@ deams.units.it).

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Il cluster marittimo ad Ancona per discutere di portualità e burocrazia Si terrà a Portonovo il 14 giugno l’Assemblea nazionale di Federagenti la Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi Gian Enzo Duci Presidente di Federagenti Si terrà ad Ancona il 14 giugno 2019 presso l’hotel “Fortino Napoleonico” di Portonovo l’Assemblea nazionale di Federagenti la Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi. Il capoluogo marchigiano sarà quindi teatro dell’incontro in cui saranno presenti alcuni fra i più importanti opinion makers del settore marittimo e della portualità nonché una nutrita rappresentanza di tutte le aziende italiane operanti nei porti, nello shipping e nella logistica e, come da consuetudine, una ricca delegazione del mondo delle istituzioni che amministrano il sistema infrastrutturale del Paese. Parteciperanno fra gli altri il Comandante Generale delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera, Giovanni Pettorino, i Presidenti delle due Associazioni armatoriali, Stefano Messina e Mario Mattioli, e il Direttore Generale Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mauro Coletta. “Come ogni anno – ha dichiarato il Presidente di Federagenti Gian Enzo Duci – durante questo periodo ci incontriamo per fare il punto su un settore, quello dello shipping, che, pur essendo antico quasi quanto l’umanità stessa, tende a mutare in maniera estremamente veloce, un’accelerazione che porta a profondi cambiamenti dello scenario internazionale e, quindi, dell’intero sistema logistico – infrastrutturale. Il tema che discuteremo nell’assise di Ancona sarà la burocrazia che nella nostra attività paralizza il business e le opportunità di crescita delle nostre aziende, aggravando il rischio d’impresa di tutti gli operatori del settore marittimo portuale. Quest’anno capovolgeremo l’impostazione canonica dell’Assemblea di categoria e, una volta tanto,

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Federagenti in pillole Federagenti è la Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi e opera su tutto il territorio nazionale attraverso le 16 locali associazioni di categoria che coprono tutti i 144 porti italiani (unica associazione imprenditoriale del settore marittimo portuale). Gli agenti marittimi operano nel settore container, crociere, tramp (assistenza a navi che trasportano petrolio, carbone, e altre rinfuse secche), nella gestione navale, nello yachting (assistenza a imbarcazioni da diporto a motore e vela) e nel brokeraggio (intermediazione e ricerca noli e compravendita navale).

Assemblea Federagenti 2019


Il programma della giornata Saluti di benvenuto • Presidente Associazione Agenti Marittimi Marche e Abruzzo, Andrea Morandi Saluti istituzionali • Sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli • Presidente Regione Marche, Luca Ceriscioli • Presidente AdSP del Mar Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri • Direttore Marittimo Ancona, Enrico Moretti Intervento • Direttore SRM, Massimo Deandreis • Relazione e presentazione del manifesto programmatico sulle emergenze del cluster marittimo del Presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci Interventi • Presidente AssArmatori, Stefano Messina • Presidente Confitarma, Mario Mattioli • Comandante Generale Capitanerie di porto – Guardia Costiera, Giovanni Pettorino • Direttore Generale Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mauro Coletta Il Presidente di Federagenti Gian Enzo Duci intervista • Giannantonio Stella e Luca Telese Conclusioni • Presidente Federagenti Gian Enzo Duci

sarò io a fare le domande su quanto sopra espresso a due noti giornalisti come Giannantonio Stella e Luca Telese. Proveremo, quindi, a cambiare prospettiva al fine di apportare un valore aggiunto a questo nostro incontro”. “Sono ben contento che la nostra Assemblea si tenga proprio qui ad Ancona – ha sottolineato Andrea Morandi Presidente degli Agenti

Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi di Marche e Abruzzo - sarà una grande occasione per dare centralità al nostro porto, uno scalo sempre più rilevante in Adriatico sia dal punto di vista delle merci che dai passeggeri e con indicatori in continua e costante crescita”. Gabriele Costantini

L’attività di Federagenti si sviluppa in diverse direttrici: • Promozione della portualità nazionale e sviluppo dei traffici marittimi; • Promozione della collaborazione fra Associazioni Federate e categorie associate; • Tutela delle Associazioni Federate e delle categorie associate presso tutte le sedi e amministrazioni nazionali e internazionali e presso le organizzazioni sindacali di datori di lavoro e prestatori d’opera; • Svolgimento di funzioni arbitrali e di conciliazioni nelle controversie tra le Associazioni Federate,

i loro Associati e le categorie aderenti. Federagenti aderisce a Confcommercio, alla Confetra, alla Federazione del Mare, al Comitato Nazionale Welfare Gente di Mare. La Federazione aderisce inoltre a FONASBA (Federazione Mondiale Agenzie Marittime) ed ECASBA (Federazione Europea Agenzie Marittime). Il Segretario Generale è Marco Paifelman, nato a Roma il 9 febbraio 1966. Nominato il 14 dicembre 2004, entra in Federagenti nel 1993 dopo una significativa esperienza al Comitato Nazionale di Coordinamento dell’Utenza Portuale e nella Società Antinquinamento Castalia del Gruppo IRI.

Assemblea Federagenti 2019

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Adriatic Sea Forum: 420 milioni di euro la spesa turistica a terra di crocieristi e turisti in viaggio su traghetti Si è tenuta al Porto Ancona la quarta edizione di Adriatic Sea Forum - cruise, ferry, sail & yacht, l’appuntamento biennale, internazionale e itinerante di riferimento per il turismo via mare in Adriatico

Rodolfo Giampieri - President, Central Adriatic Ports Authority; Francesco di Cesare, President, Risposte Turismo Significative ricadute economiche sui territori derivanti dal turismo crocieristico e su traghetti, aliscafi e catamarani. A fine 2019 possibile record storico per il traffico crocieristico, a dimostrazione della vitalità del comparto nell’area. Prospettive positive per la stagione in corso anche per la movimentazione passeggeri su traghetti, aliscafi e catamarani, anche grazie a nuove linee di collegamento. Nautica in chiaroscuro tra ottimismo di marina e società di charter e ricerca di nuovi equilibri nell’offerta di posti barca. È la fotografia del turismo via mare in Adriatico scattata dalla nuova edizione di Adriatic Sea Tourism Report, il report di ricerca presentato da Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo, in apertura della quarta edizione di Adriatic Sea Forum - cruise, ferry, sail & yacht, appuntamento ideato e organizzato da Risposte Turismo quest’anno in partnership con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale. Oltre 420 milioni di euro le spese turistiche a terra sostenute nel 2018 da crocieristi e viaggiatori di traghetti, aliscafi e catamarani. Dall’analisi effettuata da Risposte Turismo, ammontano a oltre 420 milioni di euro le spese tu-

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ristiche a terra (escursioni e visite, pernottamenti, pre-post viaggio, shopping e ristorazione, ecc) sostenute nel 2018 dai crocieristi e da chi sceglie di muoversi in traghetto, in aliscafo o in catamarano per le proprie vacanze in Adriatico. Crociere: a fine 2019 previsto il record storico di crocieristi movimentati nell’area. Per quanto riguarda il traffico crocieristico, secondo lo studio di Risposte Turismo nel 2019 saranno 5,52 milioni i passeggeri movimentati (imbarchi, sbarchi e transiti) nei porti dell’Adriatico, in crescita del 7,3% rispetto al 2018. Un risultato che, se confermato, a fine anno segnerà il record storico di passeggeri movimentati negli oltre trenta porti crocieristici dell’area. Anche per le toccate nave le previsioni di Risposte Turismo mostrano una crescita attesa del 7,2%, per un totale di 3.307. Tali previsioni sono il frutto della proiezione effettuata da Risposte Turismo sulle stime di 23 porti crocieristici dell’Adriatico, scali che, complessivamente, nel 2018 hanno rappresentato il 99,7% del totale passeggeri movimentati e il 99,3% delle toccate nave. L’anno in corso dovrebbe chiudersi con Venezia saldamente al primo posto con 1,56 milioni di crocieristi movimentati (stabile rispetto al 2018)

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Ida Simonella - Port councilor, Municipality of Ancona

Antoni Tió - President, Barcelona Clúster Nàutic intervistato da Roberto Perocchio – President, Assomarinas, and Ucina Board Member

e 502 toccate nave (stabile rispetto al 2018), seguito da Corfù con 787 mila crocieristi (+7%) e 416 toccate nave (+0,7%) e Dubrovnik, con 745 mila crocieristi (+1,8%) e 475 toccate nave (+8,4%). Italia leader nei crocieristi movimentati, Croazia nelle toccate nave. Per quanto riguarda il traffico crocieristico per Paese, i dati a consuntivo del 2018 confermano la leadership dell’Italia con 2,42 milioni di passeggeri movimentati (+12% sul 2017, il 46,9% del totale nell’area adriatica). Sugli altri gradini del podio la Croazia con 1,3 milioni di passeggeri movimentati (il 25,2% del totale), leader però nel numero di toccate nave (1.180, il 37,7% del totale) e la Grecia con 737 mila passeggeri movimentati. La crescita maggiore sul 2017 è quella della Slovenia, in classifica grazie ai numeri del porto di Koper (101 mila passeggeri movimentati, +40,5%), mentre la contrazione maggiore è stata quella dell’Albania (-19,1%), trascinata verso il basso dalla riduzione del traffico crocieristico nel porto di Saranda (78,2 mila passeggeri movimentati, -23,2%). Traghetti: prospettive positive anche per il 2019 dopo la crescita registrata nel 2018 Adriatic Sea Tourism Report contiene anche un focus dedicato alla movimentazione passeggeri su

traghetti, aliscafi e catamarani. Secondo Risposte Turismo, l’anno in corso dovrebbe chiudersi con un leggero ulteriore aumento rispetto ai positivi risultati registrati nel 2018 (19,74 milioni di passeggeri movimentati, +2,4% sul 2017), il migliore degli ultimi dieci anni. Tra i porti esaminati, previsioni 2019 positive per Zara (2,43 milioni di passeggeri movimentati, +1-2%), Durres (875mila, +2,6%), Dubrovnik (575mila, +3%), Sibenik (300mila, +3%), Rijeka (150mila, 16%), Pola (12mila, +2,2% su rotte costiere e stabile sulle rotte internazionali). Stabile, invece, la movimentazione passeggeri prevista a fine anno nei porti di Ancona, Saranda, Porec, Trieste, Rovigno, Pesaro e Umago/Novigrad. Dall’analisi della movimentazione passeggeri via traghetti/aliscafi e catamarani registrata nel 2018, pur senza considerare tutte le rotte interne la Croazia si conferma al primo posto tra i paesi dell’area adriatica (9,56 milioni di passeggeri movimentati, + 0,7% sul 2017, pari al 48,4% del totale nell’area), seguita dalla Grecia (5,39 milioni, +7% sul 2017, pari al 27,3% del totale) e dall’Italia (3,29 milioni, +1,8% sul 2017, pari al 16,7% del totale).Nelle ultime due stagioni si segnala la riapertura dei collegamenti internazionali ferry da/ per il Montenegro con la linea Bar-Bari operata da Jadrolinija, così come delle rotte veloci tra Civitano-

Introduced and moderated by Francesco di Cesare - President, Risposte Turismo: Rodolfo Giampieri - President, Central Adriatic Ports Authority and Rappresentative, Italian Ports Association; Joze Tomaš – President, Croatian Chamber of Economy Split County Chamber; Alessandra Priante - Head of International Affairs and Protocol, MIPAAFT (Ministry of Agricoltura, food and forestry policies and tourism); Tom Boardley - Secretary General, CLIA Europe; Roberto Perocchio - President, Assomarinas, and Ucina Board Member

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Ingresso della Mole Vanvitelliana

va Marche-Hvar e tra Cesenatico e le isole croate. Con 186 marina e oltre 49 mila posti barca Italia leader nel turismo nautico in Adriatico. Il report realizzato da Risposte Turismo contiene anche quest’anno un approfondimento sul comparto nautico nei 7 paesi che si affacciano sull’Adriatico. Proseguendo il lavoro di indagine iniziato nel 2013 con la prima edizione del report, la mappatura conferma i risultati della rilevazione effettuata nel 2017, con 332 marina operativi per complessivi poco più di 75 mila posti barca. Tra i paesi che si affacciano sull’Adriatico, l’Italia conferma la propria forte leadership nell’area con 186 marina (56% del totale) e oltre 49 mila posti barca (il 65,6% del totale). A seguire Croazia (125 marina e oltre 17.400 posti barca) e la coppia Slovenia – Montenegro, con 8 marina e, rispettivamente, poco più di 3.100 e 2.800 posti barca. Dall’analisi delle marine nel versante italiano dell’Adriatico emerge uno scenario in chiaro scuro: se da un lato alcune strutture stanno riscontrando un periodo di difficoltà, continuando tuttavia ad operare in attesa di nuovi investitori e della ripresa del mercato, dall’altro sono in programma nel prossimo biennio importanti ampliamenti, per complessivi ulteriori 2.570 posti barca. Positivo, invece, l’andamento registrato nel versante orientale dell’Adriatico, con la recente apertura di ACI Marina Rovinj (196

posti), il più importante investimento del settore nautico croato e della società che lo gestisce, ACI Club, 3 nuove strutture previste entro l’estate 2019 in Montenegro e, il completamento atteso nel 2021 di un importante progetto per la realizzazione di un complesso di lusso in Albania con, tra i vari interventi, oltre 700 posti barca. Il report contiene inoltre le previsioni 2019 relative all’attività di un campione di 49 marina e 19 società di charter situate in Adriatico. Per entrambi i campioni intervistati l’indagine evidenzia una sostanziale stabilità nella clientela attesa; tra coloro che, invece, prevedono una variazione, la maggioranza ha espresso un’aspettativa positiva. “Il maritime tourism è una risorsa preziosa per i paesi che si affacciano sull’Adriatico” dichiara Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo. “I risultati di questa nuova edizione di Adriatic Sea Tourism Report – prosegue di Cesare – confermano un interesse crescente verso questo fenomeno da parte di amministrazioni pubbliche, aziende private e singoli professionisti, a dimostrazione delle forti potenzialità dell’area, a nostro avviso non ancora pienamente espresse”. “Se il traffico crocieristico – aggiunge di Cesare – nonostante i nodi da sciogliere su Venezia quest’anno crescerà significativamente in Adriatico grazie al lavoro compiuto da tutti gli operatori attivi nell’area, il comparto dei traghetti continua a prestarsi a una doppia lettura. Da un lato, infatti, si evidenzia la sua rilevanza nelle direttrici di spostamento dei turisti in Adriatico e le ampie potenzialità di crescita, dall’altro si registra ancora un ritardo rispetto agli standard, ad esempio di offerta e di promozione, che altre soluzioni di trasporto hanno adottato da tempo”. “Per la nautica – termina di Cesare – le indicazioni che abbiamo raccolto attraverso la nostra indagine fanno intravedere un 2019 positivo. Ciò potrebbe tradursi in un maggior tasso di occupazione dei marina che oggi, per dimensioni e standard, sono già pronte ad accogliere livelli più elevati di traffico”.

Introduced and moderated by Gabriella Chiellino – President, eAmbiente Group; Vasco De Cet – Marina manager, Marina di Portisco; Antonio Revedin – Strategic Planning and Development Director, North Adriatic Sea Ports Authority; Arianna Norcini Pala – Head of european and national programmes unit, RAM Logistica, Infrastrutture e Trasporti SpA; Attilio Dapelo – Senior Vice President Engineering & Design, Merchant Ship Division, Fincantieri

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Ad Ancona nasce l’Adriatic Sea Tourism Agenda Sarà una piattaforma aperta e condivisa di idee, soluzioni e possibili iniziative per favorire lo sviluppo del turismo via mare in Adriatico, l’iniziativa lanciata in occasione della quarta edizione di Adriatic Sea Forum – cruise, ferry, sail & yacht

Opening Session

Aumentare la riconoscibilità del brand adriatico attraverso iniziative condivise e mirate di promozione. Fare fronte comune per sensibilizzare l’Unione Europea su temi di interesse da sostenere e sviluppare nell’area. Costruire un percorso di azioni finalizzate a individuare la migliore sintesi possibile tra protezione e conservazione delle risorse ambientali ed efficientamento dei processi produttivi. Sono alcuni dei messaggi principali dell’”Adriatic Sea Tourism Agenda”, una piattaforma aperta e condivisa di idee, soluzioni e iniziative degli operatori del mondo delle crociere, dei traghetti e della nautica per promuovere il turismo via mare in Adriatico. L’iniziativa è stata lanciata sempre nell’ambito della quarta edizione di Adriatic Sea Forum – cruise, ferry, sail & yacht. Gli obiettivi principali dell’Agenda, che punta ad arricchirsi nel tempo di nuovi contributi e riflessioni di chi opera nell’area, sono la condivisione delle priorità di intervento su cui lavorare per consentire all’Adriatico di esprimere pienamente quelle potenzialità che lo contraddistinguono, l’individuazione di possibili aree d’azione per aumentarne la competitività nel Adriatic Sea Forum 2019

panorama turistico internazionale e la sensibilizzazione di tutti i soggetti interessati sulla necessità di lavorare assieme, nel rispetto delle proprie peculiarità, per traguardare nuovi orizzonti di crescita. “Adriatic Sea Tourism Agenda – dichiara Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo – vuole essere uno strumento di confronto, di condivisione e di creazione per tutti coloro che credono nelle potenzialità del maritime tourism nell’area e vogliono essere parte attiva nella sua crescita futura, sostenibile e rispettosa dei territori e delle comunità che in essi vivono. Il nostro auspicio è che questa iniziativa possa portare in futuro alla realizzazione di progetti concreti. Come Risposte Turismo continueremo a studiare il fenomeno, approfondendone caratteristiche ed evoluzioni, per contribuire alla sua conoscenza e, al tempo stesso, essere un supporto per tutte le realtà ad esso interessate”. Tra le azioni realizzabili già individuate dagli operatori, la creazione di una piattaforma riservata alle compagnie di crociera per poter valutare in tempi rapidi la disponibilità di ormeggi dei porti adriatici, il proseguimento del lavoro

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Technical sessions: cruise

Technical sessions: sail & yacht

Technical sessions: ferry

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Introduced and moderated by Roberto Perocchio – President, Assomarinas, and Ucina Board Member; Dorijan Dujmic – Managing Partner, BWA Yachting Croatia; Nizar Tagi – Adriatic Yachting Association & Strategic advisor Porto Montenegro; Stefano Pagani – Chairman, ICOMIA Superyacht Division; Galliano Di Marco – Chairman & CEO, Venice Yacht Pier; Matjaž Francé – Manager, Marina Izola

sull’appeal del traghetto (prodotto e promozione) come elemento di un’esperienza di vacanza e non solo come soluzione di trasporto e la condivisione di una strategia comune a supporto della nautica per far fronte alla crescente concorrenza delle aree limitrofe. Di particolare importanza, inoltre, l’innalzamento della professionalità degli operatori portuali coinvolti nella gestione del traffico passeggeri per rispondere a nuove esigenze della clientela. Il documento, che sarà disponibile sul sito www.adriaticseaforum.com, nasce dall’unione dei risultati di tre tavoli tecnici di lavoro dedicati, rispettivamente, alla crocieristica, ai traghetti e alla nautica, che hanno animato uno dei momenti del forum, coinvolgendo alcuni dei protagonisti della filiera del maritime tourism in Adriatico. Come per le precedenti edizioni, il forum ha rappresentato anche quest’anno per gli operatori intervenuti un’importante occasione di con-

fronto, dibattito e formazione, nonché un utile momento di business networking. Tra i contenuti affrontati nella giornata conclusiva del forum, il posizionamento attuale e le potenzialità di crescita dell’Adriatico nel segmento dei giga yacht, la competitività del business dei traghetti in un mutato quadro dell’offerta di mobilità e trasporto e le novità che potrebbero caratterizzare la crocieristica in Adriatico nel prossimo futuro. L’appuntamento ha inoltre permesso a tutti i partecipanti di aggiornarsi sui programmi europei dedicati all’area e sulla strategia EUSAIR a cinque anni dal suo lancio. Sul tema dell’impegno dell’Unione Europea, la ricognizione effettuata da Risposte Turismo all’interno di Adriatic Sea Tourism Report ha evidenziato come ci siano progetti finanziati in corso dedicati al maritime tourism in Adriatico per un valore complessivo di quasi 20 milioni di euro. Nel corso del forum è stato inoltre firmato il

Introduced and moderated by Anthony La Salandra, Managing Director, Risposte Turismo; Gianluca Pellegrini – Technical Director, Central Adriatic Ports Authority; Tito Vespasiani – Secretary General, Southern Adriatic Ports Authority; Massimo Di Giacomo – CEO, Anek Lines Italia; Matteo Della Valle – Business Development, Trade and Chartering Manager and Trade Managers Coordinator, Grandi Navi Veloci; Ivana Jelinic – President, FIAVET

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Introduced and moderated by Anthony La Salandra – Managing Director, Risposte Turismo; Sotir Ben Cipa – Owner, Sipa Tours and CEO of STI – Saranda Tourism Industry Association; Sedat Kara – General Manager, Bar Cruise Port; Mihailo Vukić – Owner, Allegra Port Agent; Janez Maček – General Manager and Owner, Atlas Express; Antonio Di Monte – General Manager, Global Ports Holding Italian Ports; Luca Valentini – Commercial Director Italy, MSC Cruises

memorandum sul progetto europeo Remember, iniziativa che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale della fascia adriatica. Numerosi i partner italiani e croati coinvolti: Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Università Politecnica delle Marche Dicea-Dipartimento Costruzioni, Ingegneria civile e Architettura, Autorità di Sistema Portuale competenti per i porti di Ravenna, di Venezia e di Trieste, Autorità Portuali di Dubrovnik e di Zara, Kip-cluster croato logistica, Museo nazionale di Zara, Agenzia di sviluppo di Spalato e Dalmazia. Con Remember saranno realizzati percorsi turistici e interventi di valorizzazione del patrimonio storico e monumentale, che saranno parte di una strategia di promozione congiunta che avrà come target primario le compagnie di crociera. “Il progetto ha una forte dimensione innovativa – ha dichiarato Rodolfo Giampieri, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, capofila del progetto – permetterà di allestire otto “musei virtuali”

nei porti di Ancona, Ravenna, Venezia, Trieste, Fiume, Zara, Spalato, Dubrovnik. Interventi per rendere interattivo il patrimonio monumentale e di conoscenze di ciascun porto. Un’iniziativa coordinata per promuovere un approccio condiviso alla diversificazione turistica dei flussi di passeggeri e crocieristi, e per preservare e promuovere la consapevolezza e l’attrattività dei porti adriatici. Essere stati partner dell’Adriatic Sea Forum ad Ancona è stata una grande opportunità di apertura verso una visione ancora più europea ed internazionale di tutte le tematiche legate al turismo del mare e alla blue economy – prosegue Rodolfo Giampieri – temi che ci vedono già protagonisti, crociere, traghetti, nautica, e che fanno parte della nostra strategia complessiva per incrementare e stimolare le opportunità di sviluppo di questi asset affinché abbiano ricadute positive sulla città e su tutto il territorio. Il turismo, infatti, rappresenta un forte fattore educativo, che spinge al cambiamento e alla trasformazione e consente di creare ricchezza economica diffusa”.

Introduced and moderated by Guido Vettorel – Head of Development and Promotion Unit, Central Adriatic Ports Authority; Carlo Birrozzi – Director, Central Institut for Cataloguing and Documentation; Đoni Štambuk – Head of Commercial Issues, Port Operations and Marketing of Zadar Port Authority; Alberto Cozzi – Project Manager, Port Network Authority of the Eastern Adriatic Sea

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Evisi Kopliku – Co-Coordinator for Albania with Croatia of Sustainable Tourism EUSAIR Pillar and Director of Integration, Coordination, Assistance and Agreements at Albanian Ministry of Tourism and Environment

Interview to Airam Díaz – President, MedCruise – Association of Mediterranean Cruise Ports

Interview to Enrico Prunotto – Executive Director Operations & Development Ocean, Viking Cruises

Ph: @Zitti

“La quarta edizione di Adriatic Sea Forum – aggiunge Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo - ha evidenziato la necessità di intraprendere un percorso condiviso di promozione del brand Adriatico, ancora oggi poco conosciuto e percepito dalla domanda nordeuropea ed extraeuropea. Andrebbe inoltre perseguita una maggiore omogeneità tra le regole che ciascun Paese adriatico assume in materia ambientale e fiscale per concorrere a garantire uno spazio realmente unico nel quale muoversi e fare vacanza via mare. È opportuno continuare ad investire nelle infrastrutture di porti e marina – conclude di Cesare - ponendo sempre molta attenzione alle reali possibilità di conquista della domanda per evitare un eccesso di offerta. Lavorando in questa direzione l’Adriatico ha tutte le carte in regola per candidarsi a diventare un esempio di eccellenza mondiale nel turismo via mare”.

Partner firmatari memorandum progetto Remember

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Gruppo Ormeggiatori del Porto di Ancona, i professionisti del mare Il servizio di ormeggio del Porto di Ancona recepisce il Regolamento UE 352/2017. La formazione continua elemento imprescindibile per gli operativi dello scalo dorico

Antonio Pignataro Presidente del Gruppo Ormeggiatori del Porto di Ancona Quella del Gruppo Ormeggiatori del Porto di Ancona è una storia antica di cui si ha traccia già nel 1926, la costituzione del Gruppo di oggi risale al 1946, nell’immediato dopoguerra, con un Ordinanza del Comandante della Capitaneria di Porto, che costituì un gruppo di marittimi – pescatori atti a garantire la sicurezza della navigazione all’interno dello specchio acqueo del porto così come previsto dal Codice della Navigazione. Un principio e una professione normata sia dalla legge 84/94 che dalla riforma Delrio e rafforzata da tutte le direttive europee. Oggi gli ormeggiatori, grazie ala formazione continua e l’impegno giornaliero, sono uno degli attori principali dell’intero sistema portuale, figure imprescindibili nella vita di ogni scalo. “La nostra è una professione antica, ma allo stesso tempo in continua evoluzione – ha dichiarato Antonio Pignataro, Presidente del Gruppo Ormeggiatori del Porto di Ancona – un dinamismo che ci è imposto anche in sede comunitaria dove, le normative UE, istituiscono chiaramente un quadro legislativo per la fornitura dei servizi portuali. A tal proposito, ci tengo a sottolineare, che il nostro Gruppo ha recepito appieno il regolamento UE 352/2017, entrato in vigore da alcuni mesi, che prevede i requisiti obbligatori dell’operatore interno per esercitare il servizio nel sistema portuale (art. 14 Reg. 352/2017)”. Date, da sempre, particolare attenzione alla formazione… “Sì, la formazione continua è alla base del nostro la-

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voro e, personalmente, è una cosa su cui credo fermamente. Com’è noto, la formazione costante e continuativa, è un requisito necessario e obbligatorio per il datore di lavoro ed è prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro della nostra categoria. E’, peraltro, ormai prossima la modifica al Regolamento di esecuzione al Codice della Navigazione che prevede la fase formativa ai nuovi iscritti nel registro degli ormeggiatori tenuto dal Comandante del Porto. Noi eseguiamo corsi di formazione continuativa già da 8 anni con l’obiettivo di far acquisire le adeguate e indispensabili competenze professionali a tutti gli operativi, passaggi fondamentali per lo svolgimento delle nostre attività con il massimo della professionalità e in totale sicurezza”. Gabriele Costantini

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Gruppo Ormeggiatori Porto di Ancona



Ambiente e tutela del mare priorità assoluta, tutt’altro che slogan

Arianna Molinelli Direttore Generale Garbage Service

“Sono il direttore generale di una azienda storica del porto di Ancona che opera nel settore dei servizi ecologici portuali del disinquinamento da oltre 60 anni – ha dichiarato Arianna Molinelli – io mi occupo di ottimizzare il sistema Garbage Service e di renderlo efficiente ed efficace per le prossime sfide che ci aspettano, siamo stati senza dubbio dei precursori. Oggi la questione ambientale è al vertice di ogni dibattito istituzionale e lo sviluppo di un modello di business ecofriendly è nell’agenda della nostra impresa. Le questioni legate al mare e alla plastica, poi, sono una declinazione importantissima di quanto ho sopra espresso. Non c’è più tempo e ci sono delle urgenze non più rimandabili, salvare il mare è una priorità assoluta ed è tutt’altro che uno slogan. Nel progetto Pelikan Garbage mette tutta la sua esperienza, tutto il suo vissuto, e, con il tempo, i risultati ci stanno dando ragione”.

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“Ci sono idee che portano ad innovazioni che precorrono tempi. È una cosa che succede quando l’ingegno umano sviluppa progetti che solo a tempo debito o, forse, in casi di conclamata emergenza, trovano spazi di mercato adeguati”. Sono queste le parole con cui ci accoglie Paolo Baldoni, CEO della Garbage Service azienda con 15 dipendenti fondata dalle famiglie Baldoni e Molinelli nel 1958, il “padre putativo” del progetto Pelikan, un battello da lavoro per i servizi ecologici all’interno dello specchio acqueo portuale adibito alla raccolta dei rifiuti solidi galleggianti, semisommersi e oleosi. Un progetto al 100% italiano che nasce ad Ancona dall’idea e dalla sinergia di due aziende: Garbage Service specialista nel settore dei servizi ecologici portuali dell’antinquinamento marino negli specchi acquei chiusi e il cantiere navale C.P.N., azienda leader nella costruzione di yacht e barche da lavoro”. Se non ricordo male, correva l’anno 2013 quando il primo Pelikan toccò acqua ad Ancona… “Sì sono passati 6 anni, giusto, so bene che si ricorda era presente anche lei quel giorno ad Ancona. Una scelta giusta partire dallo scalo dorico, un segnale forte di quello che le professionalità portuali anconetane di Garbage e C.P.N. possono dimostrare in tutto il mondo, l’avevo dichiarato allora e lo ripeto oggi, con questo progetto abbiamo creato una nuova categoria industriale: la cantieristica navale ecologica di settore. Con C.P.N. abbiamo messo a punto 10 tipologie di barche da lavoro per la difesa del mare e a settembre presenteremo i nuovi prodotti per andarci a prendere una fetta del mercato mondiale. Vi posso assicurare che ho girato molti cantieri in

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Pelikan, la riposta alla plastica in mare Tre esemplari pienamente operativi ad Ancona e Genova, altre 2 barche saranno consegnate a settembre in Thailandia

Luciano Molinelli Coofondatore e presidente Garbage Service

Italia, ma la professionalità e la volontà di mettersi in gioco da parte del cantiere C.P.N. non ha eguali, va da parte mia e, di tutta la Garbage Service, un ringraziamento e il riconoscimento che senza di loro nulla sarebbe partito: grazie Massimo Belardinelli, grazie Nazareno Micheletti grazie a tutto il vostro staff. Ancona è oggi la capitale mondiale in questo settore di nicchia che ha sbaragliato la concorrenza americana, cinese, coreana e giapponese con sbocchi di mercato non solo in Italia, ma anche nel mondo al fine di esportare non solo la barca, ma un sistema integrato di know-how e tecnologie a difesa dell’ambiente marino tutto made in Italy”. Garbage e CPN una sinergia molto forte… “È vero, una sinergia e, allo stesso tempo, un perfetto rapporto di complementarità. Su Pelikan il risultato è straordinario: Garbage rappresenta l’anima e, C.P.N., la fisicità. La visione strategica votata alla sostenibilità di ambedue le aziende è il loro minimo comune denominatore”. Dove opera il Pelikan oggi? “In due scali: Ancona e Genova”. Abbiamo letto di nuovi imminenti vari… “Sì è tutto confermato. Questa estate consegneremo 2 imbarcazioni in Thailandia e così il progetto assume una dimensione internazionale. Abbiamo trattative avanzate da tempo con diversi Paesi come il Kuwait, dove andrò in missione tra alcuni giorni, il Qatar, in vista dei mondiali di calcio 2022, in Egitto e Marocco grazie all’importate collaborazione della dott.ssa Naima Zaaza. Nel continente Asiatico Blue Economy

e Indiano con il supporto del dott. Alessandro Marmello, nostro responsabile commerciale d’area, stiamo lavorando in India dove il problema della plastica in mare ha raggiunto livelli spaventosi e in Malesia. Nel vecchio continente, la nostra attenzione è focalizzata sull’area dei Balcani e dei grandi laghi dell’Europa centrale. Ottimi contatti sono stati già presi negli Stati Uniti e America Latina. Il nostro compito sarà quello di trasferire il know how in questi Paesi”. Pelikan, quindi, guarda al di fuori dei confini nazionali? “Non può essere che così. Mi occupo da sempre di ambiente marino e, a prescindere da tutto, credo che sia veramente il momento di operare a livello globale per salvare il salvabile di questo nostro pianeta. Il tempo, oggi, è la nostra risorsa scarsa. Dal 1950 ad oggi sono stati prodotti 8 miliardi di tonnellate di plastica e molti di questi, purtroppo, sono finiti in mare e, secondo l’Unione Europea, nel 2050 ne arriveremo a produrre 34 miliardi di tonnellate e, se non gestiamo questi processi, sarà una catastrofe in un’area sensibile come il mare Mediterraneo: dobbiamo pensare che il 30%

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Paolo Baldoni CEO Garbage Service

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Una barca a difesa del mare ed ecocompatibile con l’ambiente C.P.N. è un cantiere navale nato nel 1999 ad Ancona dove ha quattro unità produttive ed è oggi guidato da Massimo Belardinelli e dalla figlia Cristina. Con oltre 50 addetti è un’azienda leader nella costruzione di grandi yacht e barche da lavoro e vanta collaborazioni con i più importanti player del settore come il Gruppo Ferretti, Palumbo Group, Cantiere delle Marche e Fincantieri. “Il nostro è un cantiere particolarmente attento all’ambiente – ha dichiarato Cristina Belardinelli – sia per quanto concerne la costruzione degli yacht, tanto più quando sviluppiamo i Pelikan, una barca che non solo svolge un’attività in difesa del mare, ma è a sua volta ecocompatibile con l’ambiente. Questo grazie ai materiali con cui è stata costruita l’imbarcazione e ai prodotti biologici che fanno parte del mezzo stesso. Aver vinto l’appalto in Thailandia è stata una grandissima soddisfazione, un premio alla nostra azienda che da anni realizza barche ecologiche. L’imbarcazione è totalmente personalizzabile e può essere adattata a qualsiasi tipo di esigenza portuale, questa è sicuramente la sfida più affascinante per i nostri ingegneri i quali studiano prototipi che riescono a risolvere i problemi ambientali degli scali mondiali”.

Il mercato di riferimento di Pelikan? Il pianeta

Il Pelikan in azione

delle navi lo solcano e il 50% delle merci pericolose transitano in questo bacino, insieme a 200 milioni di turisti. Il tutto in un mare che rappresenta lo 0.8% della superficie acquea del pianeta e che, per la sua morfologia, riesce a completare il ricircolo dell’acqua di bacino in circa 90 anni”. Una situazione particolarmente drammatica è quella delle Antille… “In vaste zone marine delle Antille e del Mar dei Sargassi si sono formate delle alghe che stanno mettendo a rischio un intero ecosistema fondamentale per la biodiversità. Finalmente i Governi dell’area hanno concordato un piano d’azione comune volta alla salvaguardia di questo ambiente. C.P.N. e Garbage Service parteciperanno, nel mese di ottobre del 2019 a Guadalupe, ad una Conferenza Internazionale per fornire un contributo alla soluzione del problema presentando un progetto innovativo e tecnologicamente avanzato”.

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Molto interessante è anche il progetto “A pesca di Plastica”… “Un progetto pilota, una bellissima iniziativa dove una flotta di 40 pescherecci, oltre che sbarcare seppie, triglie e calamari pesca anche i rifiuti intrappolati in mare. San Benedetto fa da apripista ad un progetto che si estenderà a tutti i porti italiani, i dati sulla qualità e la quantità dei rifiuti raccolti in fondo al mare saranno trasmessi al Ministero dell’Ambiente che proprio in questi giorni sta elaborando una legge chiamata “Salvamare”. “A pesca di Plastica” è un piccolo grande progetto, una vera e propria best practice, dove una piccola realtà portuale può far nascere un sistema importante sulla raccolta dei rifiuti cosiddetti invisibili, cioè quelli in fondo al mare che sono tra i più pericolosi per l’ecosistema marino e, traslare, tutto a livello internazionale”.

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Gabriele Costantini

Blue Economy

Silvia Baldoni Comunication Manager Garbage Service

“Il mercato del Pelikan non può che essere tutto il mondo – ha dichiarato Silvia Baldoni comunication manager di Garbage Service – e come potrebbe essere altrimenti? È una questione di grande complessità, d’altronde gli oceani ricoprono i due terzi del nostro pianeta, soffocati con 13 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare e da lì, attraverso i pesci, sulle nostre tavole. Il problema è forte in tutto il Mar Mediterraneo, in cui ogni anno si riversano 570 mila tonnellate di plastica: come se 33.800 bottigliette venissero gettate in acqua ogni minuto. Il Pelikan ovviamente non è la panacea di tutti i mali né la risoluzione definitiva al problema, ma può, grazie alla sua grande duttilità ingegneristica intervenire in maniera efficace su tante aree a rischio. Sono convinta che la Thailandia sarà solo l’inizio, sono tanti i Paesi con cui abbiamo appuntamento nei prossimi mesi”.



Stella Maris Ancona, il welfare portuale è la nuova frontiera

Ph: GabiBalica

L’associazione è l’anima della Festa del Mare, principale evento della città per celebrare il suo rapporto con il mare

Stella Maris, già solo il nome dice tanto se non tutto, un termine antico ed evocativo da sempre legato alla tradizione e cultura marittima europea. Stella Maris, d’altronde, rappresenta uno dei nomi che vengono utilizzati per indicare un sistema stellare chiamato Polaris, appartenente alla costellazione dell’Orsa Minore utilizzata per la navigazione astronomica in mare fin dall’antichità. “Sotto una buona stella”, nel capoluogo marchigiano l’associazione Stella Maris Ancona nasce a fine anni 70 con lo scopo di assistere ed accogliere i marittimi nello scalo dorico, fornendo al navigante la sensazione di stare a “Casa lontano da Casa”. Con il tempo a questa missione principale si sono aggiunte due attività: la raccolta fondi per progetti filantropici cittadini, per dare concretezza Mattia Pignataro, presidente dell’associazione Stella Maris Ancona al rapporto tra porto e città, e il welfare portuale. “Il welfare portuale rappresenta la nuova frontiera dell’associazione. Vogliamo supportare non solo i marittimi, ma essere anche vicini a chi in porto lavora tutti i giorni – dichiara il presidente dell’as-

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sociazione Mattia Pignataro, ormeggiatore dello scalo – questa nuova missione si è resa più che necessaria poiché i nostri soci sono quasi esclusivamente lavoratori del porto, che come è noto e la più grande azienda in filiera della regione Marche con dati e indicatori che segnano una costante crescita. A tal proposito stiamo portando avanti nuovi progetti dediti alla comunità portuale, tra cui la ristrutturazione della sede esistente per renderla sempre più accogliente per i marittimi e, a breve, inaugureremo una seconda location dedicata al welfare dove daremo il giusto spazio ad eventi che hanno l’obiettivo di stringere sempre più il rapporto fra il porto e la città. Le attività di fundraising vengono svolte per lo più tramite l’organizzazione di eventi benefici come “Babbo Natale vien dal mare” e il “Presepe del Porto”. L’associazione, inoltre, è l’anima della Festa del Mare, principale evento della città per celebrare il suo rapporto con il mare e dare evidenza a chi in Adriatico lavora quotidianamente”.

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Welfare & Portualità


Cagliari | 18 Ottobre 2019

Italian Cruise Watch

Si ringrazia

#italiancruiseday #Cagliari #Italia

#crociere


Grecia, tante vacanze in un’unica destinazione Il catalogo 2019 di Webtours presenta 80 strutture e più di 20 tour a tema con la garanzia dei collegamenti Superfast Ferries e Blue Star Ferries

Il Gruppo Attica

“Superfast Ferries, Blue Star Ferries, Africa Marocco Link e Hellenic Seaways fanno capo al Gruppo Attica quotato alla borsa di Atene, con oltre 20 milioni di passeggeri l’anno è il terzo player nel Mediteranno ed una delle 10 compagnie di navigazioni più grandi del mondo – queste le parole di Andrea Morandi CEO del Morandi Group - sono numeri importantissimi che ci permettono di coprire ogni tipo di esigenza di mobilità dà e verso la Grecia, con collegamenti tra più di 40 destinazioni e rotte da Ancona, Venezia e Bari per Igoumenitsa, Corfù e Patrasso”. Presentazione catalogo 2019 a bordo della Superfast XI L’estate è alle porte e Webtours presenta le novità per questo 2019, il tutto a bordo della Superfast XI nave rappresentata dal Gruppo Morandi di cui anche il tour operator fa parte e, come è normale, sviluppa l’attività in sinergia utilizzando le navi della flotta per tour e minicrociere adatte a soddisfare qualsiasi tipologia di viaggiatore. Ma procediamo con ordine. Molto bello il nuovo catalogo 2019 che prevede proposte per soggiorni nelle strutture selezionate con più di 80 tipologie di sistemazioni e per ogni località la possibilità di personalizzare la vacanza. “Dopo il successo della scorsa edizione – ha dichiarato Chiara Morandi CEO di Webtours – viene riproposto lo “speciale giovani Maturità 2019” a Corfù e Zante, con nave diretta su Corfù, per festeggiare la fine dell’anno scolastico in Studios e Resort con mezza pensione, escursioni, parties, discoteca, trasferimenti e assistenza. Ampliata anche l’offerta dei pacchetti con 20 tour a tema, dai viaggi a carattere religioso ai viaggi enogastrono-

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mici, ai tour culturali, storici e archeologici; e ancora pacchetti “Sport e Avventura” con originali proposte per arrampicate e trekking, tour in bici e in moto e Grecia in Barca a Vela. Tra le proposte più originali lo Speciale Famiglie alle Isole Sporadi nel mese di luglio con soggiorni alle isole di Skopelos e Skiatos, dalla natura strepitosa e particolarmente adatte ad una vacanza mare. Tra le iniziative lanciate extra-catalogo – ha concluso Chiara Morandi - lo speciale “La magia delle Cicladi” con un itinerario tra Naxos, Paros e Atene. Un arcipelago che racchiude circa 220 isole che emergono dal blu del Mar Egeo, alcune considerate tra le più belle del mondo, dalla natura strepitosa con le meravigliose spiagge sabbiose, le tipiche costruzioni bianche e blu, le piccole e innumerevoli cappelle con il tetto a cupola e i famosi mulini a vento, le tradizioni, la musica, il cibo e la calda ospitalità greca, trasformano la vacanza in una indimenticabile esperienza”. Gabriele Costantini

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Tav, il tunnel della discordia Le posizioni di Italia e Francia, un dibattito troppo lungo su un’opera più che necessaria Quasi trent’anni di dibattito, quattro accordi internazionali tra Italia e Francia, il primo del quale risale al 1996, marce di protesta, scontri a ridosso dei cantieri in Valsusa, processi, condanne e crisi di Governo. La storia della Torino - Lione comincia negli anni Novanta. Oggi il progetto ha concluso l’iter autorizzativo per la tratta internazionale, si sono aperte le prime gare per l’assegnazione dell’ingegneria nei singoli lotti e per avviare alcuni lavori di preparazione, ma la realizzazione del tunnel di base sul versante occidentale delle Alpi, da qui al 2029, è tornata al centro del dibattito politico italiano... e non solo. Il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Danilo Toninelli nelle sue prime uscite pubbliche ha confermato quanto previsto dal Contratto di Governo, cioè di rivalutare il progetto, insieme alla Lega di Matteo Salvini, carte alla mano. Le valutazioni giuridiche e tecnico scientifiche si susseguono. L’opera in realtà è già stata sottoposta all’analisi costi-benefici, ma sembra scontata una riapertura del dossier e c’è stata una nuova fase di valutazione sull’opportunità di realizzare il collegamento. Si parla tanto e si lavora poco. L’approccio, come spiegato dal ministro Toninelli nella sua prima settimana di insediamento, è stato quello di esaminare la piena sostenibilità delle opere, dal punto di vista dei criteri ambientali, sociali ed economici. In questa valutazione si è tenuto conto delle risorse già investite da Europa e Francia e che l’Italia potrebbe dover restituire. “Le infrastrutture sono un volano per l’economia”

TAV

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ha precisato il ministro qualche mese fa, il dossier della Torino - Lione dunque è in fase avanzata dal punto di vista formale e attuativo, mentre ha fatto un passo indietro dal punto di vista politico creando una “mini” crisi di governo e crepa nel rapporto (a dir la verità non sempre idilliaco) fra Italia e Francia. Qualcosa di simile è accaduto sul lato francese quando, l’estate scorsa, si è aperta una fase discussione, con il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron che ha annunciato una pausa di riflessione. Il dibattito in Francia si è concentrato sulla sostenibilità economica del piano delle infrastrutture e sulle priorità tra i progetti in campo. Com’è andata a finire in Francia? Con Macron che, durante il vertice Italia Francia con l’ex premier Paolo Gentiloni, ha assicurato l’impegno della Francia per la realizzazione del tunnel di base. L’ultimo vertice fra Macron e l’attuale primo ministro Giuseppe Conte di fine marzo ha, presumibilmente, sbloccato lo stallo. La questione Tav sarà affrontata dai ministri dei trasporti dei rispettivi Paesi in una trattativa sostanzialmente commerciale. E’ il risultato che porta a Roma Conte dopo l’incontro con Macron. E mentre il presidente del consiglio italiano racconta delle disponibilità francese a discutere, si precisano meglio i termini della discussione. Il punto fermo lo mette il presidente francese: “Ho detto a Conte che abbiamo un accordo intergovernativo, dei testi internazionali, degli impegni che ci legano tra noi e ci legano all’Unione Europea. Non possiamo ignorarlo”.

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Danilo Toninelli, ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti

Matteo Salvini, ministro degli Interni

Chiarissima l’intenzione di Macron di non farsi immischiare nel gioco politico di pro e contro. “La Tav [collegamento ferroviario Lione Torino se vogliamo dirla alla francese] è una cosa molto importante per le regioni transfrontaliere – precisa in un’intervista il Presidente francese Emmanuel Macron - una cosa molto attesa ed è la scelta che è stata fatta dai nostri predecessori che hanno sottoscritto quegli accordi che noi abbiamo confermato. Credo che oggi le tecnologie verso cui andiamo, di mobilità più dolce, le innovazioni che stiamo facendo permettano malgrado tutto di conciliare la modernità e l’ecologia. So che ci sono molte sensibilità su questo argomento, in modo particolare per quanto riguarda il tracciato e l’attaccamento alle valli. Credo che le risolveremo nella concertazione, nella consultazione quindi rispondendo alle domande poste attraverso l’innovazione, permettendo quindi la mobilità ecologica con meno emissioni, ma non credo si possa lasciare la nostra società in una scelta binaria in cui ci sarebbero da una parte gli amici dell’ecologia per la decrescita e dall’altra gli amici del progresso economico che sono contro l’ecologia”. Non possiamo lasciare le persone che hanno bisogno di lavorare, di vivere, di muoversi di fronte a un’impossibilità di spostarsi per varie ragioni, bisogna quindi riconciliarle con argomenti scientifici, il dialogo, la concertazione e attraverso l’innovazione in sintesi il discorso che viene dall’altra parte delle Alpi.

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Il progetto

In seguito agli accordi del 2001 e 2012 fra il Governo italiano e quello francese, sono state individuate per l’opera tre tratte: - una prima tratta internazionale, i cui costi saranno in parte rimborsati dall’Unione europea, costituita sostanzialmente da una nuova galleria di base a doppia canna lunga 57km (originariamente 52km) tra Saint-Jean-de-Maurienne e Susa/Bussoleno, che dovrebbe realizzare e gestire TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin); in Saint-Jean-de-Maurienne e Susa/Bussoleno, tale prima tratta andrebbe a raccordarsi con la linea storica (bypassando così il traforo del Frejus). - due tratte nazionali (circa 175km complessivi), a spese dei singoli Stati e successive alla tratta internazionale, estese da un lato da Lione fino a Saint-Jean-de-Maurienne, e dall’altro da Susa/Bussoleno fino a Torino, che dovrebbero realizzare e gestire rispettivamente SNCF per la Francia e RFI per l’Italia.

La tragi-commedia all’italiana Tante parole, valutazioni e proteste, ma il problema del finanziamento da parte di Italia e Francia rimane irrisolto. Esistono due insidie. Ognuno dei due paesi deve garantire la propria quota a lungo termine. Ma dal lato francese, il DGITM (direction générale des infrastructures, des transports et de la mer) non è riuscito a far emergere una soluzione concreta, i fondi non possono essere prelevati dall’AFITF (agence de financement des infrastructures de transport de France). Elisabeth Borne, ministro dei trasporti transalpino, evoca “una società di progetto” con entrate proprie come una possibile sovrattassa per le merci pesanti sulle autostrade alpine. Profitto atteso: al massimo qualche decina di milioni all’anno sui 200 milioni da trovare. Un altro problema avvelena le relazioni franco-italiane. “La coalizione ha capito che l’Italia ha fatto un pessimo affare con l’accordo aggiuntivo del 2012 - analisi Daniel Ibanez, capo dell’associazione contraria al progetto - Mentre meno di un quarto del tunnel di base si trova in Italia, questa ha accettato di pagare il 57,9% dei costi rimanenti: oltre 3 miliardi di euro contro 2,2 per la Francia. In cambio, per l’accesso francese al tunnel di base, la Francia deve costruire 33 chilometri di tunnel che dovrebbero essere aperti nel 2030. TAV

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Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese

Le soluzioni alternative a cui pensano i francesi

Non ci sono però solo gli italiani a porsi la domanda del come riuscire a spendere meno ed uscire dall’impasse generale. Tanto che Parigi, approfittando della divisione italiana, sta valutando già alcune opzioni. “Una soluzione temporanea di cui si è discusso - precisa l’eurodeputata di En Marche Motin - è rimodernizzare la linea Dijon-Modane. Ma non può bastare: la Lione - Torino fa parte di un asse che collegherà Barcellona con la Francia e quindi la Polonia. E’ un progetto strutturale per i trasporti in Ue”. Il problema sono i fondi: il progetto iniziale costa molto caro. A livello politico dobbiamo porci due domande. Vale la pena? Che effetti ci saranno per gli abitanti del territorio? Detto questo però, i francesi ci tengono a ribadire che non intendono accettare che il piano fallisca. “La nostra volontà politica è chiara, non ci sono ambiguità”, ha chiuso Motin.

Il tunnel di base, l’opera e i costi I 57 chilometri di tunnel di base del Moncenisio, a doppia canna, e le due stazioni internazionali di Susa e di Saint-Jean-de-Maurienne rappresentano la tratta internazionale dell’Alta velocità Torino - Lione, opera dalla lunghezza complessiva di 65 chilometri, destinata al trasporto di merci e persone su ferro: trasforma l’attuale linea di montagna (tunnel del Frejus) in una linea di pianura, dunque ad alta capacità. L’opera è per l’89% in galleria: dei 57 chilometri, 45 sono in territorio francese, 12,5 sul lato italiano. Il costo della sezione transfrontaliera è di 8,6 miliardi di euro, per il 40% cofinanziato dall’Unione europea, la quota restante suddivisa tra Italia (35%) e Francia (25%). La Francia ha sottoscritto il finanziamento del programma di appalti 2018 per la realizzazione della sezione transfrontaliera della Torino - Lione, in particolare l’accordo è del Cda dell’AFITF, del ministère de la Transition écologique et solidaire e di TELT. Sul lato italiano il CIPE ha approvato la variante per la cantierizzazione del futuro scavo del tunnel di base, l’ultimo passaggio formale nell’iter del progetto per la tratta internazionale dell’opera. In sostanza, si prevede lo spostamento, da Susa a Chiomonte, del cantiere principale di scavo sul fronte italiano per ragioni di sicurezza.

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Il punto sulla progettazione delle tratte nazionali L’Italia ha imboccato decisa la strada del ridimensionamento, tecnico e finanziario, per gli interventi sulla tratta nazionale della Torino - Lione, i 40 chilometri dalla futura stazione internazionale di Susa al nodo metropolitano di Torino. L’Osservatorio sull’Alta velocità ha presentato un project review che ha di fatto segnato il passaggio alla versione low-cost dell’intervento, con il costo passato da 4,3 a 1,7 miliardi. La versione “low cost” per la tratta italiana della Torino - Lione, da Bussoleno allo snodo metropolitano di Torino, è entrata nella programmazione finanziaria di RFI per i prossimi anni. Include una serie di interventi necessari ad adeguare la rete ferroviaria esistente fino a Torino, per garantire una rete capace, entro il 2030, anno previsto dell’entrata in esercizio del tunnel di base, di supportare maggiori carichi di merci. Inseriti nel Contratto di programma 2017-2020 di ministero dei Trasporti e RFI, potranno passare alla progettazione definitiva. Sul lato francese, il dibattito sui costi e l’adeguamento progettuale della tratta francese di “adduzione” al futuro tunnel di base è in pieno corso, come dimostra l’appello sottoscritto da 60 personalità e presentato a Macron affinché sostenga la piena realizzazione dell’opera in Francia. Riccardo Milani

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Reportage in esclusiva da Parigi di Riccardo Milani

Global Strike For Future: “Salvare il pianeta, ora!” Migliaia di studenti hanno aderito al Global Strike For Future, lo sciopero mondiale per la salvaguardia del pianeta, promosso dal movimento #FridaysForFuture e lanciato dalla 16enne svedese Greta Thunberg

Cosa vogliono migliaia di giovani di tutto il mondo che manifestano pacificamente da qualche mese in moltissime piazze del pianeta? “Che cosa vogliamo?”. “Salvare il pianeta, ora!” La risposta, univoca e corale, la stanno gridando ogni venerdì da mesi e una data su tutte, quella del 15 marzo, in cui migliaia di studenti hanno aderito al Global Strike For Future, lo sciopero mondiale degli studenti per la salvaguardia del pianeta, promosso dal movimento #FridaysForFuture e lanciato dalla 16enne svedese Greta Thunberg, candidata recentemente al premio Nobel per la pace e diventata simbolo della lotta ai cambiamenti climatici, sui quali, tra l’altro, l’Onu nei giorni scorsi ha lanciato un allarme. Un piacevole “chiasso ” ha invaso e paralizzato il centro di migliaia di città. “È necessario – spiegano gli studenti - Non c’è più tempo e ci sono delle urgenze non più rimandabili. Salvare il pianeta è una di queste. Il futuro è nostro. Saremo noi ad abitare il mondo di domani e non vogliamo quello che i nostri governanti ci stanno lasciando. C’è un problema e non lo si sta risolvendo. Il tempo stringe. Non esiste un pianeta b (there’s no planet b)”, come recita uno dei cartelli esposti nelle piazze. In Copertina

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Ogni settimana sono circa 70 mila gli studenti, in 270 città diverse, a saltare i corsi per protestare contro l’inefficienza della classe politica in materia di cambiamenti climatici. Ma facciamo un passo indietro. Tutto è iniziato qualche mese fa su iniziativa di un’adolescente svedese, Greta Thunberg, rimasta sconvolta dagli incendi devastanti e dalle temperature record che lo scorso anno hanno colpito il suo paese. La ragazza ha deciso quindi di manifestare ogni venerdì sotto il Parlamento di Stoccolma per protestare contro la scarsa ambizione delle attuali politiche sul clima. Un sassolino che, grazie anche alla partecipazione di Greta alla Conferenza sul Clima di dicembre a Katowice e poi al forum di Davos, nel corso delle settimane, ha provocato una valanga.

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Davanti ai potenti del mondo riuniti nella località svizzera, la giovane svedese ha spiegato: “Occorre agire immediatamente per il clima, come se la vostra casa fosse in fiamme. Dovete entrare nel panico. Risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’umanità abbia mai affrontato. La nostra civiltà viene messa in discussione da un sistema che consente ad un piccolissimo numero di persone di continuare ad accumulare enormi ricchezze”. “Gli adulti agiscano adesso - Nonostante la mobilitazione giovanile di cui è diventata il volto, Greta ritiene che non saranno i giovani a salvare il mondo dall’inquinamento - Non c’è abbastanza tempo per poter aspettare che noi si diventi adulti con il potere di agire. E’ necessario che gli adulti di oggi agiscano adesso. Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti e la maggior parte della gente non ha chiare le conseguenze della nostra inerzia”. Ma cosa vogliono questi ragazzi? Manifesto del movimento sono gli accordi di Parigi (Cop21), di cui i ragazzi chiedono a gran voce il rispetto: riduzione progressiva delle emissioni di Co2 e scongiurare l’aumento della temperatura, limitando l’incremento a 1.5 °C. “Abbiamo solo 12 anni per agire” è l’appello del mondo scientifico che i ragazzi hanno fat-

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Skolstrejk för klimatet Greta è nata a Stoccolma il 3 gennaio 2003, la madre si chiama Malena Ernman ed è una cantante d’opera, il padre Svante Thunberg è un attore. L’avventura è cominciata 20 agosto 2018, quando Greta, ha stabilito di non recarsi più a scuola di venerdì. Infatti, tutti i venerdì mattina, Greta si posiziona di fronte al Riksdag, “parlamento svedese”, restando lì, con il suo cartellone che stringe forte fra le sue manine, dove vi è scritto: Skolstrejk för klimatet, “sciopero scolastico per il clima”. Al principio era sola, aveva il sostegno solo dei suoi famigliari, che incoraggiavano la figlia, poi ecco che piano piano la protesta della sedicenne è divenuta virale. Talmente coinvolgente sono state le parole di Greta che a dicembre lei è stata invitata alla Cop24, la ventiquattresima conferenza sul clima che si è tenuta a Katovice, in Polonia, dove la ragazza ha potuto esprimere i suoi pensieri. Greta è stata anche candidata da un gruppo di deputati socialisti norvegesi al Premio Nobel per la Pace. L’adolescente si è detta, tramite Twitter, onorata e molto grata. Tre parlamentari di Oslo, attraverso le parole di Andrè Ovstegard, spiegano la decisione: “Abbiamo indicato Greta perché la minaccia del clima è probabilmente una delle principali cause di guerre e conflitti. Il movimento di massa che lei ha innescato è un contributo molto importante per la pace”.

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Quando Greta indica il clima, lo stolto guarda Greta Prima sono stati ignorati, poi sono stati accusati di essere manovrati da potenze straniere interessate a destabilizzare l’Occidente (leggi la Russia), ora i governi di mezzo mondo, Europa in testa, si vedono costretti a fare i conti con un movimento che pare avere la forza e l’impeto di un fiume in piena. Dopo l’imponente manifestazione internazionale del 15 marzo per la sensibilizzazione sui temi del clima e del riscaldamento globale, sui giornali e sul web hanno iniziato a comparire e a diffondersi una serie di bufale e false storie. Sopratutto nelle conversazioni dei complottisti, degli scettici e dei negazionisti del cambiamento climatico, le discussioni non si sono concentrate sui temi scientifici bensì sulla storia personale e sulle azioni di Thunberg, con argomentazioni non solo false, ma anche del tutto insignificanti rispetto al tema della sostenibilità. Dalla manifestazione no Tav fino all’appartenenza di Greta Thunberg alla massoneria o ai rettiliani. Tra presunti complotti, distorsioni scientifiche e false foto, forse i veri “gretini” non sono affatto i suoi sostenitori. Greta Thunberg ha ragione, ma, forse, sbaglia bersaglio. “La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso”. A una ragazza di 16 anni si può certamente perdonare l’ingenua pretesa di spiegare il cambiamento climatico con “molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso”, specialmente quando le sue intenzioni sono così evidentemente buone e preziose, ma Greta Thunberg giustamente chiede e merita di essere presa sul serio, e quindi facciamolo. Nell’elenco delle idee sbagliate ci hanno messo in questo casino climatico c’è anche l’atteggiamento autoassolutorio di chi pensa che la colpa sia solo e soltanto dei governi, e che, se fosse per noi, avremmo già risolto il problema. È falso. Ma falso che più falso non si può. Da un certo punto di vista è persino sorprendente che si sia fatto qualcosa nonostante il vasto disinteresse delle grandi masse popolari. Greta Thunberg ha ragione, ma dovrebbe prendersela con noi: con tutti noi.

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to proprio. L’evento è co-organizzato dalla piattaforma Rise for climate, un movimento internazionale che raccoglie centinaia di organizzazioni non governative e associative, da anni attive nella lotta ai cambiamenti climatici. “Abbiamo abitato questo pianeta per pochi anni, troppo pochi perché qualcuno possa rimproverarci o addossarci le colpe dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua, della terra - hanno spiegato gli organizzatori - Vogliamo che multinazionali, compagnie miliardarie fermino la devastazione ambientale che i loro sistemi di produzione provoca. E mentre loro saranno impegnati su questo fronte a noi, che lottiamo e combattiamo per il qui e ora, spetterà la costruzione di un’alternativa, di un mondo realmente vivibile, sano, giusto”. Anche il mondo scientifico ha aderito all’evento. In Belgio, dove il movimento studentesco ha avuto maggiore visibilità, i ricercatori sono regolarmente in strada con gli studenti. Anche molti istituti scolastici europei sostengono l’iniziativa. Sempre in Belgio, si è costituito un movimento di professori, delle scuole secondarie e primarie, sotto l’insegna di Teachers for climate a sostegno dello sciopero scolastico. Anche in Italia molti dirigenti scolastici si sono dichiarati disponibili ad atti di tolleranza. La stessa cosa in Francia, dove il Ministro dell’educazione Blanquer ha addirittura lanciato dei dibattiti sul clima in tutti i licei dell’esagono ogni venerdì. Riccardo Milani

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Turisti in difficoltà con on la l differenziata? differenziata?

Nelle città di Ancona, Fabriano, Sassoferrato e Serra de’ Conti ci pensa la app Junker!! Per una differenziata di qualità anche nella stagione turistica ANCONAMBIENTE ha messo a disposizione di tutti

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Il Patto dei Sindaci una strategia concreta per salvare il clima L’impegno di SVIM e Regione Marche nella lotta ai cambiamenti climatici

Nel 2018, abbiamo continuato a bruciare sempre più carbone, petrolio e gas, raggiungendo così i livelli più alti mai registrati: +1,6% nel 2017, + 2,7% nel 2018. Questi, i dati del Global carbon project (Gcp), che arriva nel bel mezzo dei lavori della Cop24 (l’annuale conferenza internazionale delle Nazioni Unite sul clima), che si è tenuta lo scorso dicembre a Katowice in Polonia, in cui però gli stati mondiali, hanno rimandato al 2020, la sfida per affrontare il cambiamento climatico a livello globale. Per controllare l’aumento delle temperature e mantenerle al di sotto dei 2º C, bisogna ridurre le emissioni di gas a effetto serra, questo richiede che tutti compiano progressi nella transizione energetica mondiale. Energia e clima sono strettamente corre-

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lati, già dal 2014 nel quadro per il clima e l’energia 2030 per uno sviluppo sostenibile (Direttiva 2009/28/EC, COP21 2015, COP23 2017), che fissava già tre obiettivi principali da conseguire entro l’anno indicato: • una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990), • una quota almeno del 27% di energia rinnovabili, • un miglioramento almeno del 27% dell’efficienza energetica. L’Unione Europea declina le azioni di intervento per le politiche di produzione di energie rinnovabili, efficientamento energetico e lotta ai cambiamenti climatici a livello locale, parte di una politica complessiva di sviluppo integrato per un futuro sostenibile.

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Si inserisce in questa direzione, l’iniziativa decennale del Patto dei Sindaci per il Clima & l’Energia dell’UE che riunisce oltre 7000 enti locali di governi locali in 57 Paesi, impegnati su base volontaria, a raggiungere e superare gli obiettivi comunitari su clima ed energia. I Comuni firmatari, attraverso l’implementazione di Paesc –Piani d’azione per l’energia sostenibile ed il clima, s’impegnano alla riduzione del consumo energetico e dell’aumento dell’energia rinnovabile, con azioni a livello di politica comunale e di coinvolgimento della comunità. “Nelle Marche si sta sperimentando concretamente il ruolo dei Comuni previsto dall’Unione Europea – ha dichiarato Gianluca Carrabs Amministratore Unico di SVIM Sviluppo Marche – d’altronde la Covenant Community Marche ad oggi conta circa 90 comuni aderenti al Patto dei Sindaci e coinvolge 955.262 cittadini. L’impegno di Sviluppo Marche a fianco di Regione Marche, come Coordinatore Territoriale Regionale, a sostegno delle politiche locali di sviluppo dell’energia sostenibile e più di recente di adattamento climatico inizia nel 2010, ed è stato rinnovato nel 2017, per promuovere l’adesione al nuovo Patto dei Sindaci e fornire assistenza tecnica e strategica ai comuni firmatari per lo sviluppo, l’attuazione e il monitoraggio dei loro piani di azione per l’energia e il clima sostenibili. Il Piano delle Attività prevede l’assistenza tecnica ai Comuni in tutte le fasi del processo di adesione al nuovo Patto dei Sindaci, oltre che supportare i Comuni che hanno già aderito o che aderiranno nell’adozione dei nuovi Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), individuando canali di finanziamento europei (presentazione di progetti europei in materia di clima ed energia), nuovi schemi di finanziamento con fondi regionali/nazionali ed europei, favorendo la condivisione di esperienze e conoscenze tra il nostro territorio e gli altri territori delle regioni d’Europa”.

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SVIM protagonista in Europa Il progetto Empowering diviene modello virtuoso di strategie per lo sviluppo sostenibile da esportare in tutti i Paesi membri San Benedetto del Tronto, San SVIM - Sviluppo Marche con il Paolo di Jesi, San Severino Marprogetto Empowering presa a modello dal Comitato Europeo che, Santa Maria Nuova, Senigaldelle Regioni. Un vero esemlia, Serra San Quirico, Staffolo e pio di attuazione del Patto dei Urbino), 2 partner tecnici. Oltre Sindaci per il Clima e l’Energia 300 tra funzionari pubblici di lida esportare in tutti e 28 i Pavello locale e regionale formati, esi membri. Un progetto financon un aumento notevole delle ziato dal programma Horizon capacità e competenze, 78 piani 2020 con 1,5 milioni di euro, d’azione per l’energia sostenibile. per promuovere una società a Empowering ha aumentato il 45% bassa intensità di carbonio in delle adesioni dei comuni margrado di rafforzare le capacità chigiani al Patto dei Sindaci per il Gianluca Carrabs degli enti locali e regionali nella Clima e l’Energia, ha realizzato 6 Amministratore Unico di SVIM definizione di strategie e piani strategie energetiche regionali di energetici integrati. SVIM ha sviluppato un’attivi- decarbonizzazione e 6 modelli di strumenti innotà di assistenza tecnica ai Comuni nelle strategie vati di finanziamento, ha elaborato 1 piano d’adi riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, zione per le energie rinnovabili congiunto di 11 incentivando il consumo di energia da fonti rinno- Comuni marchigiani (Castelbellino, Castelplanio, vabili e di efficienza energetica. Cupramontana, Maiolati Spontini, Mergo, Monte“Non nascondo che mi ha emozionato e reso carotto, Monteroberto, Poggio San Marcello, Roorgoglioso questo primato relativo al nostro pro- sora, Serra San Quirico e Staffolo). I cambiamenti getto europeo Empowering (Horizon 2020) - di- climatici si contrastano con politiche elaborate e chiara Gianluca Carrabs, Amministratore Unico di attuate a livello locale. Ogni amministrazione può SVIM - che lo definisce una vera e propria best e deve svolgere un ruolo specifico. Soprattutto practice, un esempio concreto per tutta l’Europa oggi che ecologia vuol dire economia. I Comuni per come è riuscito ad attuare il Patto dei Sindaci coinvolti hanno beneficiato di ingenti risorse per per il Clima e l’Energia, trasferendo tanto know finanziare le proprie attività attingendo dai fondi how all’interno della pubblica amministrazione diretti dell’Unione Europea, grazie alla compedei Paesi membri. Il progetto ha coinvolto 6 na- tente progettazione SVIM. L’impegno per il futuro zioni (Italia, Croazia, Spagna Ungheria Romania, è coinvolgere tutti i Comuni delle Marche, ragGrecia), 78 Comuni di cui ben 32 marchigiani giungendo l’unanimità delle adesioni al Patto dei (Altidona, Ancona, Appignano, Ascoli Piceno, Sindaci per il Clima e l’Energia, così da creare un Campofilone, Castelbellino, Castelplanio, Cupra- master plan su scala regionale, che promuova un montana, Fabriano, Fano, Fermo, Grottazzolina, nuovo modello di sviluppo economico basato su Jesi, Macerata, Maiolati Spontini, Mergo, Monte basse emissioni di carbonio, per poterlo finanziaGiberto, Montecarotto, Monteroberto, Offida, re con un piano trentennale, direttamente dalla Pesaro, Poggio San Marcello, Pollenza, Rosora, Banca Europea per gli Investimenti”.

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Le macchine ci ruberanno il lavoro? È una domanda di grande attualità, ma allo stesso tempo antica e risalente alla prima rivoluzione industriale

Ciclicamente viene posta questa domanda: ossia se la tecnologia, la robotizzazione o la digitalizzazione, ruberà il lavoro agli esseri umani? Troviamo questa domanda già a partire dalla rivoluzione industriale del 1760, dove la questione era “ma i telai sostituiranno le tessitrici o le macchine a vapore toglieranno il lavoro agli operai nelle fabbriche e nelle miniere?” Già, soltanto aiutandoci con la storia, potremmo dare una risposta negativa a questo quesito. Tuttavia, ovviamente, non possiamo fare a meno di tener presente che in oltre 250 anni le condizioni sono cambiate e che ciò che allora portò ad un aumento della domanda e creò nuovi lavori, facendone sparire altri, sembrerebbe, comunque, non essere una leva così determinante in un’era digitale. Ci facciamo pertanto aiutare da uno studio - Are robots taking our jobs? - di due economisti dell’u-

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niversità di Melbourne, Jeff Borland e Michael Coelli. Essi dimostrano, numeri alla mano, come il lavoro totale in Australia, con l’avvento della rivoluzione digitale, non sia affatto diminuito: «Le economie avanzate non avevano sperimentato prima d’oggi una rivoluzione IT, ma per 250 anni si sono sempre adattate a cambiamenti nelle innovazioni tecnologiche non meno drammatici». …. (omissis) … «… alcuni lavoratori perdono il posto di lavoro, e questo crea la necessità di assistere queste persone affinché vengano ricollocate. Ma oggi non ci troviamo davanti a una sfida diversa e più complessa di quelle vissute altre volte in passato». …. (omissis) … «La paura per la tecnologia raggiunge sempre il suo picco nei periodi di alta disoccupazione e nelle fasi di cambiamento strutturale. La fine del lavoro è già stata pronosticata diverse volte nella storia».

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Ore di lavoro pro capite in Australia dal 1966 al 2016 (Source: Are robots taking our jobs?)

Certo potrebbe essere una coincidenza, in un continente nuovo come l’Australia, anche se, come si nota dal grafico, le ore lavorate hanno visto una diminuzione nel periodo di forte disoccupazione; successivamente, con l’avvento dell’era digitale, sono risalite fino a superare il punto di partenza, anche se, contemporaneamente, la popolazione è diminuita. Ciò significa che ognuno farà, mediamente, più ore di lavoro rispetto al punto di partenza dello studio e, ove si rendesse costante il numero di ore pro capite, che ci sarebbe bisogno di ulteriori lavoratori. Pertanto, a parità di ore pro capite, rispetto al punto di partenza dello studio, il lavoro è aumentato e non diminuito con l’avvento della rivoluzione digitale. Tuttavia, questo vale nel nuovo continente, ma cosa succede invece nel vecchio continente? Da una ricerca del “Centre for European Economic Research di Mannheim”, condotta Melanie Arntz, Terry Gregory e Ulrich Zierahn, “Digitalisierung und die Zukunft der Arbeit: Makroökonomische Auswirkungen auf Beschäftigung, Arbeitslosigkeit und Löhne von morgen”, emerge che dal 2011 al 2016 l’utilizzo dei robot nel mercato del lavoro ha portato a un aumento complessivo dell’occupazione compreso tra l’1,5 e l’1,8%. A ben vedere, le macchine, inizialmente, hanno assorbito e velocizzato una serie di mansioni, portando a un calo di posti di lavoro del 5%, ma in seguito hanno generato nuovi lavori e meglio pagati. Sebbene la Germania mostri delle condizioni di virtuosismo (ammortizzatori sociali non presenti ovunque), che le consentono di sostenere il reddito dei lavoratori nella prima fase (quando il lavoro scende), così da sostenere, comunque, i consumi, lo studio potrebbe valere ed essere replicato anche in altri Paesi.

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Il robot modello “Kiva”

In America, abbiamo, invece, il caso di Tracy, una cittadina della California dove è operativo un centro di smistamento di Amazon, quasi completamente automatizzato con i robot modello “Kiva”. Un robot che grazie al suo livello di automazione si muove in perfetta autonomia in un magazzino che movimenta 90mila metri quadrati di inventario e che ha bisogno dell’essere umano solo per la fase finale delle operazioni, ossia al momento di scannerizzare l’oggetto prelevato da “Kiva” e spostarlo in un’altra linea che si occuperà dello smistamento verso il cliente finale. Tutto questo già dal 2015, un’automazione così radicale voluta da Amazon dopo le contestazioni tra il 2010 e 2012 delle condizioni disumane di lavoro denunciate dai dipendenti. Sembrerebbe questo un esempio negativo dell’introduzione della tecnologia digitale robotica nel mondo del lavoro, però, a ben vedere, nel suddetto magazzino non è stato licenziato nessuno. Quindi non c’è stato neanche quel calo iniziale in attesa dell’espansione della domanda. Circostanza forse fortuita, visto che Amazon ha un livello di espansione che, al momento, non ha eguali. Tutto questo porta ad essere ottimisti nel rispondere alla domanda iniziale: cioè se la tecnologia digitale porterà via il lavoro agli esseri umani. Nel contempo sposta l’obiettivo, in realtà, su una problematica sociale importante, che è quella delle politiche di sostegno del reddito da parte delle istituzioni e della redistribuzione globale del reddito. In effetti, si rischia un concentramento di ricchezza nelle mani di pochi, che se non la redistribuissero, immettendola nel mercato in varie forme, potrebbe portare ad un impoverimento costante della popolazione mondiale, creando così problemi di natura sociale.

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Del resto, sul rapporto “the future job of 2018” del World Economics forum si rappresenta un futuro nel quale a scomparire non saranno le fasce basse di lavoro, ma quelle del ceto medio. Si verificherebbe una sorta di “taylorismo 2.0”: una fortissima divisione del lavoro, abbinata ad un costante abbassamento dei prezzi dello stesso. In un quadro di questo tipo le politiche di sostegno del reddito diventeranno fondamentali per il transito da un periodo di “magra” al successivo di “vacche grasse”, e gli stati dovranno affrontare questa sfida in un’ottica di espansione e non in un’ottica regressiva. Perciò la domanda vera alla quale rispondere non è se la digitalizzazione ruberà posti di lavoro agli esseri umani, abbiamo visto che questo in tuti i modelli è una possibilità molto remota, ma: l’avvento della rivoluzione digitale, porterà ad un progressivo impoverimento della classe media allargando quelle fasce di povertà già esistenti, o le istituzioni sapranno intervenire adeguatamente con politiche di redistribuzione? Sicuramente, un equilibrio nella nuova divisione del lavoro non arriverà finché lo sviluppo tecnologico non sarà coniugato con redistribuzione di reddito, ricchezza e potere. Antonio Gitto

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L’export del vigneto Marche è cresciuto del 56% nell’ultimo decennio Alberto Mazzoni direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini

Ogni milione di euro investito dalle Marche in promozione ha generato un ritorno nell’export di vino verso i Paesi terzi per 7,5 milioni di euro “Ogni milione di euro investito dalle Marche in promozione ha generato un ritorno nell’export di vino verso i Paesi terzi per 7,5 milioni di euro”. È la sintesi del responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, a Vinitaly al convegno della Regione Marche “Mercato e promozione a confronto”. L’analisi, realizzata dall’istituto di ricerca bolognese per i due consorzi marchigiani (Istituto marchigiano di tutela vini e Consorzio vini piceni), fa il punto sul trend export del prodotto enologico regionale a fronte degli investimenti realizzati negli ultimi anni. E la verifica dei risultati dà ragione alla gestione virtuosa dei fondi comunitari Ocm Promozione (Organizzazione comune di mercato) e Psr (Programma di sviluppo rurale). L’export del vigneto Marche è infatti cresciuto del 56% nell’ultimo decennio, in particolare nell’extra UE, che vola a +75%, con la Cina che segna un incremento di quasi il 450% e con Norvegia, Svizzera e Russia anch’esse in tripla cifra. L’indagine, svolta direttamente sulle principali aziende della regione, evidenzia nel complesso un settore che negli anni è riuscito a diversificare sempre più il proprio mercato della domanda.

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I dati espressi dalle interviste ai produttori confermano in larga parte quelli di Istat (che evidenziano una crescita del 9,5% nell’ultimo anno, il triplo rispetto alla media nazionale) che annoverano tra i top buyer in testa gli Usa (16,2% di market share), seguiti da Svezia (11,3%), Benelux (9,8%), Germania (8,8%), Giappone (7,1%), Regno Unito (6,5%) e Cina (5,7%). A farla da padroni, i 2 prodotti di punta, il Verdicchio (dei Castelli di Jesi e di Matelica), che a valore rappresenta la fetta maggiore dell’export regionale, e il Rosso Piceno, che mette a segno un’importante progressione nelle vendite estere. Complessivamente, nel triennio 2015 2018, l’indagine fissa la crescita dell’imbottigliato regionale a +39%, con un export a +31% per un campione di aziende che rappresentano 1/3 della produzione totale marchigiana. Per il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni: “I fondi europei per la promozione sono un privilegio indispensabile per il settore del vino, un unicum, rispetto ad altri comparti, che dobbiamo essere in grado di sfruttare al meglio. Le Marche grazie anche alla collaborazione con la Regione si sono dimostrate una best practice, riuscendo negli anni a incrementare il coinvolgimento delle aziende del 115%. Rispetto a 3 anni fa, registriamo finalmente un aumento del 6% del prezzo medio del Verdicchio, sia in Italia che all’estero, ma non è ancora abbastanza rispetto alla qualità espressa”. Per il direttore del Consorzio vini piceni, Armando Falcioni: “Per tipologia e caratteristiche il nostro rosso si presta anche a mercati più esotici: è il caso di Cina e Giappone, che secondo il campione rappresentano quote sempre più decisive per il nostro export, con il Paese del Dragone che nell’ultimo anno è cresciuto in maniera vertiginosa. Si tratta di mercati emergenti da sviluppare anche con azioni promozionali dedicate, che devono necessariamente essere diverse rispetto ad altri Paesi culturalmente più vicini a noi. Possiamo lavorare sul posizionamento dei vini marchigiani attraverso un’azione strutturata e sinergica di tutta la filiera, ma non solo: attraverso i fondi e il lavoro delle nostre istituzioni, a partire dalla Regione, anche le aziende più piccole possono pianificare e razionalizzare le risorse per la promozione”. Secondo i produttori, infine, sono di gran lunga gli Stati Uniti il Paese da presidiare con maggior attenzione nel futuro; a seguire, Canada, Cina, Germania, Giappone e Regno Unito. Ma non basta: sul fronte delle strategie da implementare la risposta quasi unanime è individuare nuovi mercati di sbocco. Tra i valori da comunicare, prevalgono l’abbinata vino e turismo, la zona di produzione e le produzioni biologiche/ sostenibili.

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Si conferma il binomio spettacolo e vino per l’estate allo Sferisterio Nel segno del tema #rossodesiderio, aperitivi in loggione, esclusivi programmi per le aziende e il palcoscenico più lungo d’Europa che si trasforma in una milongaper ballare e brindare con le Doc delle Marche fino a notte fonda

Il calendario #rossodesiderio 2019 martedì 16 luglio Anteprima Carmen di Georges Bizet

mercoledì 17 luglio Anteprima Macbeth di Giuseppe Verdi giovedì 18 luglio Anteprima Can You HearT Me, Opera 4.0

Anteprima Rigoletto di Giuseppe Verdi

venerdì 19 luglio Carmen di Georges Bizet

sabato 20 luglio Can You HearT Me, Opera 4.0 Macbeth di Giuseppe Verdi domenica 21 luglio Rigoletto di Giuseppe Verdi martedì 23 luglio Play con Kataklò mercoledì 24 luglio Loreena McKennitt giovedì 25 luglio Macbeth Solo con Sergio Rubini venerdì 26 luglio Macbeth di Giuseppe Verdi Festa in palco “Streghe” sabato 27 luglio Rigoletto di Giuseppe Verdi domenica 28 luglio Carmen di Georges Bizet martedì 30 luglio Can You HearT Me, Opera 4.0 mercoledì 31 luglio Giovanni Sollima e Enrico Melozzi giovedì 1 agosto Notte dell’Opera venerdì 2 agosto Rigoletto di Giuseppe Verdi Festa in palco “Circo” sabato 3 agosto Carmen di Georges Bizet domenica 4 agosto Macbeth di Giuseppe Verdi martedì 6 agosto Can You HearT Me, Opera 4.0 mercoledì 7 agosto Raphael Gualazzi giovedì 8 agosto Orchestra di Piazza Vittorio venerdì 9 agosto Rigoletto di Giuseppe Verdi sabato 10 agosto Carmen di Georges Bizet 52 Festa in palco “Milonga” domenica 11 agosto Come una specie di sorriso con Neri Marcorè

Grazie al successo degli ultimi anni, si rinnova anche per il 2019 l’accordo tra l’Associazione Arena Sferisterio e IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini), per una felice collaborazione che arricchisce il programma del Macerata Opera Festival con una serie di proposte legate al territorio e ai suoi vini, in particolare al vino bianco Colli Maceratesi DOC Ribona. Dal 1967 lo Sferisterio richiama ogni estate il pubblico più esigente ad applaudire titoli che conquistano grazie anche alla speciale “magia” di uno spazio ampio ma allo stesso tempo intimo, con un’acustica naturale perfetta per il teatro d’opera. Nel 2018, anno dei record, le presenze sono state oltre 30mila. Dopo #verdesperanza che nel 2018 ha fatto parlare il Macerata Opera Festival di natura, rinascita, giovinezza e futuro, il tema del festival 2019 – pensato dal sovrintendente Luciano Messi, dalla direttrice artistica Barbara Minghetti e dal direttore musicale Francesco Lanzillotta – è #rossodesiderio, ancora una volta assai attinente alla collaborazione con IMT. Il filo che

unisce le tre opere in cartellone è proprio il desiderio, anche nelle sue accezioni più controverse: rosso-gelosia per Carmen di Georges Bizet, rosso-potere per Macbeth e rosso-possesso per Rigoletto, entrambi capolavori di Giuseppe Verdi. A ogni opera è abbinata anche una festa a tema che avrà luogo in palcoscenico al termine di una recita: Macbeth / dj-set verdiano sul tema delle streghe (26 luglio), Rigoletto / Il circo (2 agosto), Carmen / milonga notturna (10 agosto). “Il Macerata Opera Festival è un evento di fondamentale importanza, che porta nelle Marche una grande affluenza di visitatori – afferma Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) -. Quello del vino è un mondo trasversale, che incrocia non solo la gastronomia, ma anche la cultura di un territorio, compresa quella artistica e musicale. Quest’anno dedichiamo la nostra partecipazione al Colli Maceratesi Ribona, vino Doc bianco per eccellenza della provincia di Macerata, che sta riscuotendo attenzione su mercati nazionali e internazionali”. Wine & Food

www.imtdoc.it


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