Qui Brescia n.ro 155

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ANNO 15 - N° CENTOCINQUANTACINQUE - DICEMBRE 2019 - € 3

BRESCIA MAGAZINE

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L’Albero di Natale C’era una volta un piccolo albero di Natale che, quando parlava con mamma albero di Natale e papà albero di Natale, non vedeva l’ora di potersi mettere addosso le palline colorate, i festoni argentati e le lampadine. Sognava ogni notte il suo momento, entrare nel salotto buono, gustarsi i sorrisi gli auguri in famiglia, lasciarsi sfuggire una lacrima di resina dalla contentezza. E venne finalmente il giorno del piccolo albero di Natale. Venne scelto quasi per caso tra tanti amici alberi di Natale anche loro. Pensava: “Adesso è venuto il mio momento, adesso sono diventato grande”. Il viaggio fu lungo, incappucciato di stoffa bagnata per non perdere il verde luminoso dei rami ancora giovani. Tornata la luce, il piccolo albero di Natale si trovò nella casa di una famiglia povera. Niente palline, niente festoni, solo il suo verde scintillante faceva la felicità dei bambini che lo stavano a guardare con gli occhi all’insù, affascinati. Era il loro primo albero di Natale. Subito fu deluso, sperava di poter dominare una sala ricca di regali e di addobbi eleganti. Ma passarono i giorni e si abituò a quella casa povera ma ricca di amore. Nessuno aveva l’ardire di toccarlo. Venne la sera di Natale e furono pochi i regali ai suoi piedi ma tanti i sorrisi di gioia dei bambini che per giorni erano rimasti a guardarli sotto il suo sguardo severo per cercare di indovinare che cosa ci fosse dentro. Venne il pranzo di Natale, niente di speciale. Venne Capodanno, con un brindisi discreto, ma auguri sinceri. E venne anche l’Epifania e il momento di andare via. Questa volta non lo incappucciarono. Lo tolsero dal vaso, gli bagnarono le radici e tutta la famiglia lo accompagnò verso il bosco. Era felice di ritornare con mamma albero di Natale e papà albero di Natale. Passando per la strada vide tanti suoi amici, ancora con le palline colorate e i fili d’oro e d’argento, che lo salutavano. Ma c’era qualcosa di strano, erano tutti nei cassonetti della spazzatura, ricchi e sventurati, piangevano anche loro resina, ma non per la contentezza. Chissà dove sarebbero finiti! Ora il piccolo albero di Natale è diventato un abete grande e possente, ha visto tanti figli andare in vacanza per le feste. Qualcuno è ritornato, sano o con un ramo spezzato. Lui guarda da lontano la città dove i bambini del suo Natale lo hanno amato e rispettato. Perché è un albero di Natale, albero di Natale tutto l’anno, perché Natale non vuol dire essere buoni e bravi solo il 25 dicembre, perché Natale può essere ogni giorno. Basta volerlo come quel piccolo albero di Natale che ci tiene compagnia sulla montagna, anche se lontano, anche se non lo vediamo. E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze, da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale, un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino. Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice. (Giulio Gavino)

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autorizz. Tribunale di Brescia n°18 del 22/04/2004

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redazione.chicera@qui.bg.it Hanno collaborato in redazione: Bruno Bozzetto, Lisa Cesco, Franco Gafforelli, Maurizio Maggioni, Alice Bonanno, Giorgio Paglia, Valentina Colleoni Fotografie di: Pierpaolo Romano, Federico Buscarino, Sergio Nessi,

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Calendario 2020, un anno di eventi

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CALENDARIO 2020

Brescia

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Tra le tante qualità della provincia di Brescia, c’è quella di non considerarsi come un’entità ferma, compiaciuta delle proprie indiscutibili e consolidate bellezze. Al contrario, a chi cerca nuove idee in grado di valorizzare e dare una scossa a un ricchissimo patrimonio artistico e naturale, il territorio lancia una sfida lunga un anno, con eventi e manifestazioni che non conoscono fine. Non c’è un unico tema, ma piuttosto un intreccio di specificità che, messe insieme, raccontano molto di un’inestinguibile voglia di sorprendere con le proprie passioni. Che si tratti di motori, di musica, di tradizioni o di vino.

GENNAIO ICE MUSIC FESTIVAL

A 2.600 metri di quota, sul ghiacciaio Presena, l’Ice Dome è un teatro di ghiaccio, che dal 4 gennaio al 28 marzo 2020 ospita un incredibile festival di musica glaciale. Il nutritissimo calendario di concerti dell’Ice Music Festival spazia dalla musica classica al jazz, eseguita rigorosamente attraverso gli strumenti di ghiaccio dell’artista americano Tim Linhart. L’originale struttura, un igloo comodamente raggiungibile con la cabinovia che parte dal Passo Tonale, è visibile a tutti gli appassionati di sci e dai turisti che soggiornano in Valle Camonica nel periodo del festival. La rassegna prevede quattro concerti a settimana. I due del giovedì vedono la presenza dell’Ice Music Orchestra, formazione di 6 artisti residenti, che propongono al pubblico un variegato repertorio di brani tra classica, folk, contemporaneo e scritture originali. Agli show del sabato (cui si aggiungono due appuntamenti domenicali) sono protagonisti progetti musicali di valore, per una serie di appuntamenti senza confini di genere, dal jazz al pop, dal rock alla musica tradizionale. Come dice lo stesso Tim Linhart, «Salire su una montagna di notte è già abbastanza avventuroso. Entrare in una sala concerto all’interno di un igloo è come entrare in una discoteca in paradiso».


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FEBBRAIO CARNEVALE TRADIZIONALE DI BAGOLINO Per due giorni l’anno, nel 2020 il 24 e 25 febbraio, le strade del borgo medievale di Bagolino vengono invase dai colori brillanti dei Balarì (ballerini) che, accompagnati dalle melodie dei violini dei Sonadur (suonatori), danzano a volto coperto in ricchi costumi tramandati di generazione in generazione. Quello che si festeggia nel paese tra le montagne della Valle Sabbia dal XVI secolo è uno dei carnevali più antichi e importanti del Nord Italia. Le musiche non assomigliano a niente che si possa ascoltare in tutta la parte settentrionale della Penisola e offrono una colonna sonora itinerante ai ballerini, che si aggirano per il paese e si fermano davanti alle case di parenti, amici e fidanzate per eseguire danze, che vengono “pagate” con vino e offerte. In tutto ciò, sono fondamentali i Maschèr (le maschere), incarnazioni della realtà contadina che canzonano chiunque incontrino sul loro cammino per le vie. Quello degli zoccoli chiodati è poi uno dei suoni caratteristici di una festa magica, accompagnata dal gusto di pane e Bagòss.



APRILE FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE DI BRESCIA E BERGAMO È il Teatro Grande di Brescia a conquistare il centro della scena, grazie al suo ruolo di primo piano – è proprio il caso di dirlo – all’interno del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo. È infatti sul suo palco e su quello del Teatro Donizetti di Bergamo che, ormai da 56 anni, si svolge una delle più prestigiose manifestazioni europee dedicate al pianoforte come strumento solista e come interlocutore di grandi orchestre. In programma fino a giugno, l’edizione 2020 promette, come sempre, un cartellone composto da debutti, star mondiali e ospiti speciali.



MAGGIO

1000 MIGLIA Chi nel petto non ha un cuore che batte ma un motore che romba sa bene che Brescia e la sua provincia sono una meta e un nastro di partenza per programmare un tour nel segno delle quattro ruote. Nell’ideale prima fila delle manifestazioni a tema, c’è ovviamente la Mille Miglia, gara riservata ad auto costruite fra il 1927 e il 1957. L’edizione 2020 sarà la trentottesima e avrà luogo dal 13 al 16 maggio 2020: le vetture prenderanno il via da Brescia alla volta di Cervia-Milano Marittima, per poi raggiungere Roma e fare ritorno in città. Quelli della punzonatura e della partenza sono due dei momenti clou: più di 400 equipaggi provenienti da 31 paesi del mondo si ritroveranno per dare vita a un corteo di auto storiche che attraverserà i suggestivi paesaggi del lago di Garda e passerà da Mantova, Ferrara e Ravenna, per poi toccare Cervia – Milano Marittima, Urbino, e Ascoli Piceno, Roma, Lucca, Parma e Bergamo. La competizione si concluderà sulla pedana di arrivo di Viale Venezia a Brescia, per un giorno di festa coronato dalla grande notte bianca di Mille Miglia The Night.


FESTIVAL DEI LAGHI Il Festival dei Laghi, che nel 2020 giungerà all’undicesima edizione, è la più grande kermesse italiana dedicata ai laghi nostrani ed europei. Nato con l’obiettivo di valorizzare l’ambiente lacustre attraverso l’esplorazione e la diffusione delle sue caratteristiche peculiari, l’evento si tiene ogni anno nel centro storico di Iseo a fine maggio. La manifestazione dedica la mostra mercato Bontàlago all’enogastronomia e riserva ampio spazio all’arte e alla cultura, con grandi esposizioni, concerti, conferenze e dialoghi con scrittori. Un’ultima parte si concentra sull’intrattenimento di qualità, con spettacoli e attività sportive che coinvolgono l’intero Sebino. In tutto questo, non mancano degustazioni slow, riflessioni dedicate all’ambiente e, contemporaneamente, dimostrazioni per la mobilità sostenibile. A fare da cornice, l’atmosfera romantica del lago e il fascino di un luogo che vanta gioielli come la piazza Garibaldi, il Castello Oldofredi, il palazzo dell’Arsenale, la Pieve e la Chiesa del Mercato, il reticolo di vie e strade suggestive che si dipartono dalla piazza, la via del Campo, la Pusterla e tanto altro ancora.


SUONI E SAPORI DEL GARDA Da maggio a dicembre, Suoni e Sapori del Garda traccia un ideale itinerario tra i luoghi del sacro e della spiritualità intorno al più grande e famoso lago italiano. Cultura ed enogastronomia del territorio si fondono in un circuito di eventi che riunisce i migliori musicisti degli ambiti lirico, cameristico e sinfonico, chiamati a sonorizzare quelli che sono considerati veri e propri spazi dell’anima. Chiese e santuari ma anche limonaie, piazze e chiostri diventano teatri dello straordinario incontro di musica e trascendente con prodotti locali come l’olio, il vino e i formaggi. Coinvolte nel progetto, anche le bellezze artistiche e paesaggistiche del Garda, mete di appassionanti visite guidate.


GIUGNO

FESTA DELL’OPERA Sabato 6 giugno 2020, dall’alba alla mezzanotte, oltre 50 luoghi della città di Brescia offriranno un palcoscenico d’eccezione alla nona edizione della Festa dell’Opera, progetto della Fondazione del Teatro Grande di Brescia, per la seconda volta programmato alle porte dell’estate. Rimane immutata la volontà della manifestazione di configurarsi come uno strumento per la promozione dell’opera ma anche un modo per coniugare profilo colto e popolare, offrendo una 24 ore nonstop sulle note delle più celebri melodie della tradizione operistica uscendo dai luoghi canonici. Il tema è ogni anno un fil rouge che sfugge agli steccati del genere e si insinua in fabbriche, case private, spazi aperti e aree disagiate, incontrando un nuovo pubblico e contaminazioni con musica contemporanea, jazz e pop.


LUGLIO FESTIVAL TENER-A-MENTE La conca marmorea sotto le stelle nella splendida cornice del Vittoriale degli Italiani che Gabriele d’Annunzio aveva immaginato per ospitare i propri spettacoli vide la luce solo dopo la morte del Vate e venne inaugurato con un concerto dell’Orchestra del Teatro alla Scala diretta da Carlo Maria Giulini, l’8 agosto del 1953. Oggi, quello che è di fatto uno degli anfiteatri più belli d’Italia è la straordinaria location di Tener-a-mente, festival che nelle sue prime sette edizioni ha offerto un palcoscenico ad artisti del calibro di Lou Reed, Paul Weller e Keith Jarret, solo per citarne alcuni.Tra luglio e agosto 2020, la rassegna si prepara a replicare e superare il successo dell’anno passato, che ha fatto registrare un indice medio di riempimento del 100% e 26mila spettatori.


AGOSTO MOSTRA MERCATO DI BIENNO Nel 2020, la tradizionale Mostra Mercato di Bienno spegne le 30 candeline. Nell’ultima settimana di agosto, l’antico borgo medievale della Valle Camonica si trasforma in una bottega a cielo aperto, grazie a oltre 200 artisti e artigiani provenienti da tutto il mondo. Opere d’arte, prodotti artigianali, spettacoli musica e dimostrazioni di antichi mestieri animano le vie di un centro storico che si riempie statisticamente di più di 200mila visitatori ogni anno.


SETTEMBRE CENTOMIGLIA Organizzata per la prima volta nel 1951, la Centomiglia è diventata nel tempo una delle manifestazioni velistiche più importanti del Garda e una delle più famose competizioni in acqua dolce d’Europa. I migliori equipaggi europei scivolano sulle acque del lago in una massacrante sfida sulla distanza che dà il nome alla regata. Negli anni scorsi, si sono superati anche i 350 equipaggi in rappresentanza di circa 20 paesi, con nomi di fama internazionale. La gara più affascinante è la maxilibera, alla quale partecipano scafi di 12 metri di lunghezza con alberi anche di 20 metri: la zavorra è umana, ovvero rappresentata dal peso degli uomini al trapezio che si appendono fuori dallo scafo per controbilanciare il vento.



SETTEMBRE FESTIVAL DEL FRANCIACORTA IN CANTINA Il Festival Franciacorta in Cantina consente agli appassionati di vivere un weekend tra cultura, sport, natura e food&wine. L’area di produzione diventa un orizzonte da percorrere in lungo e in largo, partecipando a tour in bus, itinerari di trekking o in bicicletta, visite di abbazie, borghi, palazzi, ville, giardini e riserve naturali della Franciacorta. Le degustazioni delle bollicine con abbinamenti ad hoc nelle cantine e le passeggiate tra filari e vigneti si qualificano naturalmente come gli appuntamenti clou.




SETTEMBRE FESTA DI SANTA CROCE Il 2020 offrirà l’eccezionale occasione di partecipare alla Festa di Santa Croce, che, ogni 5 anni, trasforma i borghi di Carzano e Novale a Monte Isola, sul lago d’Iseo, in un tripudio di colori e fiori capace di richiamare puntualmente oltre 50mila visitatori. Conosciuta anche come Festa dei Fiori, la manifestazione ricorda la fine del colera che nel corso dell’800 colpì i due paesi: per ringraziarla della grazia ricevuta, gli abitanti dei due borghi medievali si impegnarono a onorare la Santissima Croce con una grandiosa celebrazione quinquennale che, ancora oggi, ogni lustro, riempie le strade e i vicoli di magnifici fiori di carta realizzati a mano. Già da un anno, gli abitanti sono al lavoro per creare l’apparato scenografico che da lunedì 14 a domenica 20 settembre farà da cornice alla processione con la Santa Reliquia della Croce di Cristo, autentico momento clou dell’evento, e a una miriade di appuntamenti collaterali.,



TUTTO L’ANNO MERCATI DELLA TERRA SLOW FOOD Tutto l’anno, ogni terza domenica del mese, Padernello diventa il cuore dell’enogastronomia della Pianura Bresciana. Non è un mercato qualunque, ma un luogo di alleanze e di scambi che porta a un’economia locale diversa, promuove il cibo buono, pulito e giusto del territorio e crea consapevolezza in chi acquista. I Mercati della Terra di Padernello si svolgono in un ambiente suggestivo, all’interno del maniero quattrocentesco, il cui ponte levatoio funzionante emerge dall’acqua del fossato. I visitatori possono assaggiare ottime specialità locali e acquistare prodotti quotidiani, come farine, ortofrutta fresca e trasformata, miele, carne e uova, salumi, formaggi, olio del Garda, vini biologici e biodinamici. Non manca la scelta di alcune peculiarità gastronomiche, come il tartufo, i presidi Slow Food (come il formaggio caprino Fatulì della Val Saviore) e i prodotti dell’Arca del gusto. Dagli incontri per lo scambio dei semi alla creazione delle seed bombs, fino alla consolidata “corsa delle lumache” e ai laboratori di cucina per grandi e piccini, ogni edizione presenta svariate novità.


Brescia fuori programma Fotografie Visit Brescia

DALLE GITE NEL SOTTOSUOLO AI GIARDINI BOTANICI UNIVERSALI FINO ALLE PIRAMIDI DI ROCCIA: UNA GITA NELL’INUSUALE CON VISIT BRESCIA Quanti modi ci sono per visitare Brescia e il suo territorio? Per scoprirlo, non ci si può limitare ad aprire una canonica guida turistica e a consultarne l’indice, perché i segreti vanno svelati sul campo, magari dando un’occhiata letteralmente sotto la superficie del turismo convenzionale. Seguendo le orme di arte e natura in percorsi alternativi che in alcuni casi le vedono fondersi con nonchalance, Visit Brescia propone un itinerario fuori dal comune per trasformare un soggiorno o una gita di poche ore in un’esperienza inedita che, dalla Valle Camonica al Lago di Garda, garantisce il fascino della sorpresa.


BRESCIA UNDERGROUND Sotto le strade della città, l’associazione Brescia Underground si propone come guida in un inusuale trekking in profondità tra antichi fiumi, canali invisibili dalla superficie e rogge sommerse. Aneddoti e storie dell’antica Brixia accompagnano gli itinerari ben strutturati di un’esperienza suggestiva alla scoperta del sottosuolo e delle rotte commerciali di un’epoca che fu, dove canali e corsi d’acqua erano il fulcro degli scambi e dell’attività economica. Per partecipare, è obbligatoria la prenotazione. Il costo varia da 5 a 10 euro a seconda del percorso scelto. Nel caso della visita ai fiumi sotterranei, l’accesso è consentito dai 14 anni in su e sono richiesti guanti, due paia di calze pesanti e la torcia elettrica. Per informazioni: http://bresciaunderground.com


Brescia fuori programma


IL DIVINO INFANTE Colta collezionista di origine tedesca, Hiky Mayr ha dedicato molti anni della propria vita alla ricerca, alla raccolta e al restauro delle sculture raffiguranti il Bambino Gesù. La sua magnifica ossessione ha dato vita alla Fondazione Museo Il Divino Infante di Gardone Riviera, l’unico luogo espositivo al mondo a dedicare al tema uno spazio tanto significativo. I manufatti esposti - tutte opere a sé stanti di dimensioni variabili tra i sessanta e i novanta centimetri - documentano le tecniche, gli usi, i materiali e l’iconografia legata alla scultura a tutto tondo avente per soggetto Gesù Bambino e, in alcuni esempi, “Maria Bambina”. Per informazioni: https://www.il-bambino-gesu.com


Brescia fuori programma

BIENNO BORGO DEGLI ARTISTI Altra visita nella provincia inusuale di Brescia è quella che porta verso Bienno, in Valle Camonica. Inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia, il paese è anche noto per la propria natura di museo a cielo aperto, favorita dal progetto Bienno Borgo degli Artisti che permette a giovani scultori, pittori e incisori di confrontarsi con gli artigiani al lavoro nelle botteghe del posto. Ogni anno viene lanciato un bando per l’assegnazione di residenze e botteghe d’artisti in vista dell’ormai mitologica Mostra Mercato, in programma nel mese di agosto, quando vie e vicoli del paese si affollano di un numero di visitatori e appassionati che ultimamente ha raggiunto quota 230mila presenze.

PARCO HELLER GARDEN A GARDONE RIVIERA Per chiudere nel verde questa gita possibile nel territorio del bresciano meno percorso dal turismo tradizionale, è consigliabile dirigersi nuovamente verso Gardone Riviera, dove, intorno al 1901, Arturo Hruska – medico dentista di papi e reali europei, nonché naturalista e botanico – cominciò a progettare il proprio sogno, destinato a diventare negli anni il Giardino Botanico Fondazione André Heller, al momento in grado di sorprendere i visitatori con circa 3000 specie di piante provenienti da ogni parte del mondo, dalle Alpi all’Himalaya, dal Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, al Canada, all’Africa. A esse si aggiungono gli effetti scenografici e le sculture contemporanee di artisti come Keith Haring, Roy Lichtenstein, Erwin Novak, Susanne Schmoegner e Rudolgh Hirt. Al centro dell’intrecciarsi di vie e angoli di sosta, la dinamica ricostruzione di un paesaggio dolomitico alto circa 13 metri, famoso già al tempo di Hruska, è come una stella polare per orientarsi in questi 10 paradisiaci ettari, dove il suono delle cascate e degli zampilli d’acqua fa da colonna sonora a un’esperienza nell’eden del Garda.

CASE DI VISO Sul confine tra i due grandi parchi della valle Adamello, una passeggiata non eccessivamente impegnativa consente di combinare le attrattive della natura con testimonianze dell’ingegno umano in Valle Camonica. Le famose case di Viso – non troppo distanti dal delizioso laghetto – conservano immutata l’originaria architettura in muratura d’inizio ‘800 e formano il caratteristico villaggio dall’aspetto tradizionale in alta quota, che fu peraltro teatro di una rappresaglia nazista dopo l’armistizio dell’8 settembre.


LE PIRAMIDI DI ZONE Si parla di piramidi ma l’Egitto non c’entra niente. Nella parte settentrionale del Lago d’Iseo, il comune di Zone è il luogo scelto dalla natura per dare forma alle proprie creazioni, frutto dell’erosione provocata dal gioco tra l’acqua e il terreno di origine morenica. In questa galleria d’arte involontaria, si sono create, nel corso delle ere, imponenti piramidi coniche sormontate da grandi massi. All’interno della riserva naturale istituita nel 1984 e a esse intitolata, un percorso di circa un’ora - con indicazioni e spiegazioni sulle caratteristiche del territorio e le dinamiche del fenomeno - permette l’accesso a questo spettacolo. Per i più temerari, consigliato l’itinerario in bicicletta.



NASCE LA FONDAZIONE NADIA TOFFA Fotografie Alessio Guitti

I FONDI SARANNO DEVOLUTI PER LA RICERCA SUL CANCRO E ALLA TERRA DEI FUOCHI

“Nadia nella sua vita si è sempre battuta per far sentire la voce di chi non viene ascoltato, per portare alla luce questioni lasciate ai margini e per dare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno. La sua volontà e la sua missione sono state il motore che ci ha portato a voler creare qualcosa con cui potessimo perseguire il suo desiderio di fare del bene. La nostra famiglia si è unita nell’idea di dar vita a una Fondazione a lei dedicata e da lì meravigliose persone si sono attivate intorno a questo progetto che oggi ha preso vita e che, anche nell’immagine che abbiamo scelto per rappresentarlo, esprime Nadia in tutto il suo essere, nel suo sorriso e nella sua gioia. Ringrazio quindi tutti coloro che stanno spendendo tempo, energie e professionalità al servizio di questo progetto che ha una missione: aiutare concretamente coloro che ogni giorno operano per migliorare la salute e la vita delle persone più deboli e indifese, perseguendo i valori di solidarietà e ricerca della verità di cui Nadia è stata simbolo e per i quali si è sempre impegnata in vita”. Con queste parole Margherita Rebuffoni, madre di Nadia Toffa, giovane giornalista d’inchiesta che si è sempre distinta per il suo impegno e coraggio, prematuramente scomparsa a causa di un cancro contro il quale ha combattuto senza mai perdere il sorriso, ha raccontato come è nata l’idea di creare una Fondazione a lei dedicata, che è stata presentata ufficialmente lo scorso 3 Dicembre a Brescia alla presenza di Emilio Del Bono, Sindaco di Brescia, Andrea Gambini Presidente Besta, Gaetano Finocchiaro, Direttore Unità Operativa Neuro - Oncologia del Besta, Stefano Karadjov, Direttore di Brescia Musei, Edoardo Ferrari, Presidente del Rotary Club Brescia Sud Ovest Maclodio, Luca Mastrostefano, CEO Gruppo WISE e dell’intera famiglia Toffa, le sorelle Mara e Silvia e il padre Maurizio. A dare il suo contributo con un video messaggio anche il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala che ha ricordato quanto Nadia lo abbia sempre colpito per la sua forza e il suo coraggio.


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NASCE LA FONDAZIONE NADIA TOFFA La Fondazione, fortemente voluta dalla famiglia Toffa, vuole portare avanti le volontà e le battaglie di Nadia, aiutando la ricerca contro i tumori e altre malattie, fornendo sostegno a persone bisognose e promuovendo progetti di sostentamento e di sviluppo in zone svantaggiate, principalmente del territorio italiano. Tre in particolare gli ambiti verso i quali verranno investite energie e risorse: la salute, l’ambiente e il sociale. Tre, ad oggi, i principali destinatari individuati. Per primo l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, dove Nadia è stata in cura, seguita dal Professor Gaetano Finocchiaro. Gli altri due beneficiari saranno il reparto Oncoematologia Pediatrica del SS.Annunziata di Taranto, che Nadia ha contribuito a far nascere promuovendo una raccolta fondi, e alcune associazioni che operano nel territorio della Terra dei Fuochi, zona spesso protagonista delle sue inchieste. Tante le iniziative che verranno messe in campo per raggiungere queste finalità tra cui quella in programma il 5 giugno 2020 presso il Museo Santa Giulia ed alcune che hanno già avviato la raccolta fondi attraverso i proventi del libro ‘Non fate i bravi’ e la vendita delle magliette con un disegno che Nadia ha fatto e che celebra la vita. Per informazioni: www.fondazionenadiatoffa.it


anni azzurri A cura del Direttore Dr. Vito Nicola Mastromarino vitonicola.mastromarino@anniazzurri.it

PROFESSIONALITÀ E ACCOGLIENZA AL SERVIZIO DEGLI ANZIANI La Residenza Anni Azzurri di Rezzato è da sempre impegnata per assicurare accoglienza e assistenza personalizzata agli anziani. “Persone per servire persone” è il motto scelto da Anni Azzurri, che racchiude un mondo fatto di cure, attenzioni, calore umano, vicinanza, relazioni. Perché ogni anziano che fa il suo ingresso in Rsa possa sentirsi a casa, attorniato da un ambiente familiare e inclusivo. “Nella nostra struttura si crea un ambiente familiare, essendo gli anziani tutti della zona – spiega il direttore della Residenza Anni Azzurri di Rezzato, dottor Vito Nicola Mastromarino – e lo stesso vale per il personale, che essendo radicato sul territorio conosce gli ospiti già prima del loro arrivo”. Uno dei punti di forza della struttura - situata in località Virle Treponti - sono le attività di animazione, pensate per stimolare gli ospiti: fra le molteplici attività si organizzano letture di giornali locali e nazionali, commentando i fatti più rilevanti, e non mancano giochi socializzanti, momenti di musica e attività ludiche di ogni genere. Particolare cura è posta nella qualità degli standard alberghieri, fra cui si segnalano le proposte della cucina, curate nei minimi dettagli grazie a chef con esperienza nella preparazione di menu rivolti ad anziani o persone affette da patologie geriatriche. La struttura, moderna ed efficiente, è circondata da un bel parco impreziosito da un laghetto artificiale, e si propone come una “residenza aperta”, per consentire agli ospiti di continuare a coltivare il rapporto con la famiglia e con il mondo esterno: per questo vengono organizzate sempre nuove iniziative con gruppi e associazioni che manten-

gono vivo l’interscambio con il territorio. La Residenza è organizzata in sei nuclei abitativi, con 149 posti letto nella Rsa, cui si aggiungono 38 posti letto dell’Unità Operativa di Riabilitazione e 17 posti letto per le cure intermedie, destinati a pazienti che dopo la degenza ospedaliera hanno bisogno di un ulteriore periodo di assistenza prima del rientro al domicilio. La struttura, inoltre, è dotata di un Nucleo Protetto destinato agli ospiti affetti da gravi forme di Alzheimer e demenza senile. L’ospitalità è rivolta sia a persone autosufficienti che ad anziani con diversi livelli di non autosufficienza e/o grave decadimento cognitivo. Il ventaglio di opzioni per l’accoglienza è variegato: è possibile effettuare soggiorni di lungodegenza o temporanei in seguito a eventi acuti, ricoveri pre/ post operatori, ricoveri di sollievo. “Un servizio particolarmente apprezzato nel periodo delle festività invernali e in estate sono i ricoveri temporanei, che danno risposte puntuali alle necessità delle famiglie nei mesi più freddi e durante le ferie estive, assicurando un’accoglienza di qualità per l’anziano”, sottolinea il direttore Mastromarino. La Residenza Anni Azzurri di Rezzato aderisce inoltre al progetto “Rsa Aperta”, misura promossa dalla Regione Lombardia che consente agli anziani con demenza o non autosufficienti di età pari o superiore a 75 anni di usufruire assistenza direttamente a casa propria, a cura del personale della Rsa, oppure di essere accolti in Residenza per ricevere alcune prestazioni previste nel Piano di assistenza individuale.

In collaborazione con

Via Sberna, 4/6 - loc Virle Treponti - Rezzato (Bs) Tel. 030 25971 - Fax 030 2791112 residenzarezzato@anniazzurri.it


BCLINIC, LA CONSULENZA SU MISURA PER TE Tommaso Revera - Fotografie Francesco Ferliga

IL 2 SETTEMBRE SCORSO È STATA INAUGURATA A SAREZZO BCLINIC, LA CLINICA SPECIALIZZATA IN ODONTOIATRIA AVANZATA, CHIRURGIA ESTETICA E LASER

Una lettera, la B, con la quale si intende idealmente abbracciare il concetto di benessere da un lato e bellezza dall’altro. A questo si deve l’acronimo di Bclinic, il nuovo punto di riferimento sito nel cuore della Val Trompia per coloro che intendono soddisfare il proprio desiderio di piacersi. Una clinica all’avanguardia guidata da un pool di giovani dinamici e intraprendenti, attorniati da un team di medici specialisti competenti e molto preparati. 500 metri quadrati di tecnologia, funzionalità e confort: Bclinic è il luogo ideale per ritrovare la naturale armonia tra forza ed essenza riscoprendo così la propria bellezza. Quattro le aree cliniche per cui potrete disporre di una consulente personale: medicina e chirurgia estetica, odontoiatria avanzata e tutto ciò che attiene alla tricologia e alla salute dei capelli, dalla visita alle tecniche di rimpianto più moderne e complesse.


Un supporto dal sorriso al corpo, dunque, perché tutto parla di noi e sta a noi decidere cosa fargli dire. “L’apertura di Bclinic a Sarezzo - ci ha spiegato Davide Bregoli, direttore Bclinic - è solo il prologo di un progetto imprenditoriale molto più ampio: l’anno prossimo, infatti, intendiamo inaugurare altre due strutture analoghe anche a Manerba e Montichiari, luoghi strategici della provincia bresciana. L’obiettivo di questa sede valtriumplina è dimostrarsi in linea con il prestigio e il blasone delle molteplici attività imprenditoriali presenti in questo territorio che rappresenta non solo un asset fondamentale per il tessuto economico della nostra provincia ma anche un fiore all’occhiello del Made in Italy.


DA SINISTRA IL DIRETTORE DAVIDE BREGOLI, LA CONSULENTE SELENE BALDONI E IL DOTT. MATTEO MARUELLI, UNA PARTE DEL TEAM BCLINIC

È una zona strategica per molteplici motivi e, sino ad oggi, mancava una struttura sanitaria di questo genere”. L’attività clinica proposta si esplica in quali ambiti? “Odontoiatria a 360°, medicina estetica, chirurgia plastica e tricologia, attività per le quali utilizziamo le strumentazioni e i dispositivi più all’avanguardia presenti sul mercato”. Un nuovo centro di riferimento per l’intero bacino della Val Trompia, dunque, dove riscoprire la propria bellezza e ritrovare il sorriso guardandosi allo specchio. “Siamo partiti dal sorriso non solo perché attinente all’ambito odontoiatrico ma anche perché è il primo segno grazie a cui star bene con se stessi, per poi addentrarci in un concetto di bellezza a 360°. Non come si faceva un tempo con soluzioni molto lontane dall’armonia e dall’equilibrio delle forme ma con un approccio più personalizzato e naturale al fine di far conseguire i risultati sperati. Bclinic è composto da un team giovane, dinamico e molto determinato: per venir incontro alle esigenze lavorative dei nostri pazienti, siamo aperti tutti i giorni, eccetto la domenica, con orario continuato dalle ore 9 alle ore 20”. “Bclinic è la prima clinica medica e odontoiatrica che si prende cura del paziente a partire dal sorriso - ci hanno spiegato il Dr. Antonio Zani e il Dr. Federico Marsili, due dei tre soci fondatori di questa nuova struttura. È la consulenza su misura per ognuno di noi: attraverso terapie mininvasive nel settore estetico, infatti, il paziente verrà seguito da una consulente per tutto ciò che concerne l’ambito estetico. Bclinic fornisce trattamenti all’avanguardia che concernono la medicina e la chirurgia estetica con un largo utilizzo del laser volto a far sì che i trattamenti siano sempre senza dolore e con una morbilità bassissima. Il dolore post intervento non esiste più, così come ogni tipo di complicanza, perché tutto viene gestito con degli standard di igiene di assoluta eccellenza. In ambito di medicina estetica proponiamo trattamenti estremamente innovativi: la car-

bossiterapia e la LESC (lipoemulsione sottocutanea), per esempio, sono estremamente efficaci per contrastare la cellulite nel primo caso e il grasso localizzato nel secondo. Ma non è tutto: Bclinic offre anche l’opportunità di sottoporsi ad interventi di chirurgia plastica in un ambiente assolutamente all’avanguardia per far sì che il paziente possa ritrovare una forma perfetta. I nostri medici estetici non solo eseguono dei trattamenti moderni ma lo fanno facendo sì che il paziente sappia già quale sarà il risultato finale, tenendo presente che il risultato non sarà solo un bello oggettivo ma il massimo dell’integrazione e dell’equilibrio delle forme. Bclinic, inoltre, si avvale di laser d’ultimissima generazione a base di alessandrite che permette di ottenere un’epilazione medica definitiva e del laser q-switched che consente di rimuovere i tatuaggi anche più complessi e colorati. Bclinic si prende cura del paziente anche da un punto di vista odontoiatrico: è possibile, infatti, attraverso lo studio computerizzato, la Tac e lo scanner intraorale, non solo realizzare dei trattamenti estetici d’eccellenza ma far sì che essi possano essere previsualizzati dal paziente ancor prima che il medico dentista prenda in mano la turbina. Senza dolore e con una predicibilità elevatissima, dunque, il paziente potrà ottenere il sorriso sperato”. La direzione sanitaria della clinica è affidata al Dott. Luigi Rossetti, responsabile inoltre del reparto di anestesia della clinica. Questo servizio permette di affrontare qualsiasi intervento senza alcuno stress attraverso la sedazione cosciente modulabile per ogni paziente. BCLINIC PROPONE CONSULENZE PERSONALIZZATE DENTALI, DI MEDICINA ESTETICA E CHIRURGIA PLASTICA PER TROVARE LA SOLUZIONE A MISURA DELLE TUE ASPETTATIVE SENZA DOLORE E CON UNA PREDICIBILITÀ ELEVATISSIMA


BCLINIC Via Antonini, 17 - Sarezzo (BS) - Tel. 030 238 8047 www.bclinic.it - Facebook: @Bclinicitalia


L’autorevole concorso è ideato da Tom Stevenson, massimo esperto mondiale di Champagne and Sparkling wines ed editore della Word Encyclopedia, la più importante a livello internazionale riguardante i vini mossi, che ha sancito il successo dell’azienda vitivinicola Lantieri. La storica azienda franciacortina aveva presentato al concorso la versione Magnum della sua Cuvée NV, a cui erano stati assegnati anche i premi Best in Class e Gold Medal. In occasioni delle premiazioni, che si sono svolte a Londra il 4 novembre scorso, erano presenti Patrizia Lantieri de Paratico, moglie di Fabio, e la figlia Gaia. “Il World Champion è per noi è un premio di grandissima soddisfazione – ha commentato Fabio Lantieri de Paratico – dal momento che tra le nomination per la categoria c’erano i migliori Champagne al mondo oltre ad altri Sparkling dei principali Paesi produttori di bollicine. Ed è un ulteriore stimolo a proseguire sulla strada dell’assoluta qualità che siamo impegnati a percorrere”. Ma non è tutto perché Cantina Lantieri è stata premiata durante l’edizione 2019 del CSWWC anche con altri due importanti riconoscimenti, il Best in Class e la Gold Medal per il Franciacorta Arcadia Millesimato 2015 e la Silver Medal per il Franciacorta Extra Brut. Un exploit incredibile, dunque, conseguito in una manifestazione internazionale a cui hanno concorso le migliori bollicine del mondo e che ha visto in finale etichette di 10 paesi.

Lantieri Campione del mondo UN GRANDE RICONOSCIMENTO PER LA CANTINA LANTIERI DE PARATICO DI CAPRIOLO IN FRANCIACORTA CHE, LO SCORSO NOVEMBRE, SI È AGGIUDICATA IL TITOLO DI CAMPIONE DEL MONDO CON IL SUO FRANCIACORTA CUVÉE BRUT NV LANTIERI NELLA CATEGORIA CLASSIC BRUT NON-VINTAGE BLEND AL THE CHAMPAGNE & SPARKLING WINE WORLD CHAMPIONSHIP 2019 (CSWWC)


LA STORIA I Lantieri de Paratico, nobile e antica famiglia bresciana, hanno radici franciacortine che risalgono a più di mille anni or sono, posto che la prima data certa che lo documenta risale al 930 d. C. Antenati illustri ornano il loro albero genealogico, da una Beata Lucia Lantieri ad uno studioso di tattiche militari per giungere infine al famoso ingegnere e matematico Giacomo Lantieri che trascorse una vita tanto avventurosa da ispirare addirittura un libro “Servitore vostro umilissimo et devotissimo”. Il suffisso nobiliare “de Paratico”, sta a significare il loro originario insediamento nel paese omonimo in provincia di Brescia, al confine con il lago d’Iseo, in Franciacorta. Qui, i Lantieri fecero erigere nell’XI sec. un imponente castello, dove si narra sia stato ospitato anche Dante Alighieri. Nel 1500 si trasferirono a Capriolo, dove si è perpetuata la tradizione vitivinicola e ha oggi sede l’azienda: già nel XVI sec. rifornivano dei loro apprezzati vini le corti dei Gonzaga e dei signori di Ferrara e di Milano. Il complesso aziendale comprende la struttura storica, della quale fanno parte le vecchie cantine dai volti seicenteschi, e quella moderna, caratterizzata da ambienti di costruzione più recente, dove hanno luogo le fasi della vinificazione, secondo le attuali ed avanzate tecnologie. Alla cantina è annesso un elegante Agriturismo con 7 camere e un eccellente ristorante. I vigneti si estendono in parte intorno alla cantina e in parte alle pendici del Monte Alto. I terreni di natura silicio argillosa, particolarmente ricchi di breccia e materia calcarea, esprimono la massima vocazione nella coltura della vite praticata dalla Cantina Lantieri sugli stessi fin dal XVI secolo. I Franciacorta vengono prodotti esclusivamente mediante l’utilizzo delle uve raccolte manualmente provenienti dai vigneti di proprietà della azienda, che vengono gestiti con grande cura ed attenzione al fine di ottenere frutti sani, condotti a perfetta maturazione. Le fasi produttive successive, dalla vinificazione, alla presa di spuma e alla sboccatura, vengono realizzate secondo la filosofia aziendale ispirata alla massimizzazione della qualità e all’integrità del prodotto. Il risultato costante e di assoluta eccellenza, si percepisce in tutti i Franciacorta Lantieri, che si distinguono per freschezza e mineralità, esprimono i profumi e la polposità del frutto nella sua integrità, sono suadenti, avvolgenti, eleganti e prodighi di sensazioni armoniose e complesse. Tradizione, passione e rinnovamento sono i valori che hanno consentito a questa cantina il raggiungimento di riconoscimenti prestigiosi. www.lantieriparatico.it

Cantina Lantieri de Paratico Via Videtti, Capriolo (BS) Tel. 030 736151 www.lantieriparatico.it info@lantieriparatico.it


57ª edizione FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE DI BRESCIA E BERGAMO

ANTEPRIMA FESTIVAL

SCHUBERT E BRUCKNER

ALEXANDRA DOVGAN, GIOVANISSIMA MUSICISTA RUSSA


Il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo è stato fondato nel 1964 da Agostino Orizio in onore di Arturo Benedetti Michelangeli. Una delle sue caratteristiche distintive è la fisionomia a tema, con un filo conduttore che, di volta in volta, mette a fuoco un autore, un ambiente culturale, un periodo storico. Da oltre cinquant’anni ospita le orchestre e i solisti più famosi nelle splendide cornici del Teatro Grande di Brescia e del Teatro Donizetti di Bergamo. Al Festival sono apparsi non solo eccelsi pianisti quali Benedetti Michelangeli, Magaloff, Richter, Arrau, Pollini, Ashkenazy, Lupu, Zimerman, Brendel, Argerich, Kissin, Sokolov, ma anche strumentisti, cantanti e direttori del calibro di Abbado, Rostropovich, Muti, Pavarotti, Maisky, Ughi, Gergiev, Giulini, Sawallisch, Solti, Maazel, Chung, insieme a orchestre quali Berliner Philharmoniker, Wiener Philharmoniker, London Symphony, Chicago Symphony.

Sarà Martha Argerich, icona del pianismo mondiale, da sempre in straordinaria sintonia con il Festival Pianistico, ad inaugurare l’edizione 2020, il 25 e 26 aprile. Con la leggendaria pianista argentina ci sarà la Filarmonica del Festival diretta da Pier Carlo Orizio

Socio fondatore di Italiafestival, nel 1986 il Festival ha ricevuto il Premio Abbiati della Critica musicale italiana e la Medaglia Liszt del Ministero della Cultura Ungherese. L’edizione 2018 si è distinta per la presenza di Martha Argerich in residence per la prima volta in Italia dopo 12 anni. La sua ultima edizione “Musica velata – Schumann e Brahms” ha visto la presenza di importanti orchestre quali la Budapest Festival, Royal Philharmonic e Belgian National Orchestra. A Brescia, il concerto in onore della Canonizzazione di San Paolo VI, diretto da Riccardo Chailly con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala, è stato trasmesso in diretta radio e tv da Rai.

È il direttore artistico del Festival, Pier Carlo Orizio a spiegare la scelta tematica di quest’anno: “Con Schubert il Festival rientra nel suo alveo più naturale, il pianoforte. Molti saranno i programmi a lui dedicati, in tutto o in parte. Tra i capolavori che verranno eseguiti non potevano mancare le ultime sonate, gli Improvvisi, l’Arpeggione e una rarità come la trascrizione di Liszt della Fantasia Wanderer. Schubert è ritenuto uno straordinario melodista al pari di Čajkovskij. Nel titolo di quest’anno facciamo però riferimento all’armonia. Già Alfred Brendel sosteneva che l’armonia e l’arditezza delle modulazioni dell’ultimo Schubert anticipassero di quasi sessant’anni il linguaggio di Mahler. Altri vedono le “divine lunghezze” schubertiane proiettate sulle grandi sinfonie bruckneriane. Quel che è certo è che nel linguaggio armonico di Schubert, che ha influenzato compositori molto lontani a lui nel tempo, abbondano le più ardite sospensioni, da cui il titolo “Armonie sospese”».

Il Festival Pianistico internazionale di Brescia e Bergamo ha presentato il tema di quest’anno, la data d’inizio e il programma principale con una schiera di grandi orchestre e artisti internazionali, come è ormai consuetudine per quello che è uno degli appuntamenti più prestigiosi nel panorama europeo. Un cartellone splendido quello dei due teatri storici a cominciare dall’inaugurazione il 25 e 26 aprile, doppia, al Teatro Sociale di Bergamo e al Teatro Grande di Brescia, affidata a Martha Argerich con la Filarmonica del Festival e la direzione di Pier Carlo Orizio. “Armonie sospese” è il titolo del 57° Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, dedicato quest’anno a due grandi compositori romantici, Franz Schubert e Anton Bruckner. Dopo Schumann e Brahms lo scorso anno, nel 2020 il Festival continua così l’esplorazione del Romanticismo attraverso due compositori austriaci dei quali verranno eseguite le principali pagine musicali. Il festival, diretto dal M° Pier Carlo Orizio ospita da sempre l’élite della grande musica nelle splendide cornici del Teatro Grande di Brescia e del Teatro Sociale di Bergamo Alta facendo delle due città la culla della musica classica anche con il coinvolgimento di palazzi, chiese e antichi cortili. Artisti di fama mondiali e le più grandi orchestre internazionali ne hanno fatto uno degli appuntamenti più prestigiosi in Europa e tra le rassegne più importanti al mondo dedicate al pianoforte. Fin dagli esordi, quando per cinque anni vide esibirsi Arturo Benedetti Michelangeli, ha come protagonista indiscusso il pianoforte, che, oltre che dominare la scena come strumento solista, è spesso anche il prestigioso interlocutore delle grandi orchestre internazionali dirette da nomi di spicco.

Di Bruckner, ritenuto da molti critici il maggior sinfonista dopo Beethoven, saranno eseguite la Quarta e la Sesta Sinfonia. È la prima volta che il nome di Bruckner compare a pieno titolo nel Festival: «Nel nostro Paese solo negli ultimi anni le sue opere maggiori hanno cominciato a conquistare una relativa popolarità, altre come la Sesta Sinfonia in programma con Mikhail Pletnev sono del tutto sconosciute al grande pubblico – continua Orizio - Colmare questa voragine è un impegno, gravoso ma esaltante, che il Festival vorrebbe assumersi per i prossimi anni in previsione del bicentenario dalla nascita che cadrà nel 2024”.


Ad inaugurare l’edizione 2020 del Festival, Martha Argerich, icona del pianismo mondiale che ha con il Festival un lungo rapporto di amicizia e affinità. La leggendaria pianista argentina aprirà il 57°Festival il 25 aprile al Teatro Sociale di Bergamo e il 26 al Teatro Grande di Brescia, accompagnata dalla Filarmonica del Festival diretta da Pier Carlo Orizio, con il Concerto in sol maggiore di Ravel. Nella stessa serata Theodosia Ntokou, che debuttò al Festival nel 2018, eseguirà il Concerto n.2 in sol minore di Saint-Saëns, eseguito solo una volta in tutta la storia del Festival. La storica orchestra inglese, Philharmonia Orchestra, tornerà dopo oltre 20 anni dalla sua ultima apparizione al Festival diretta da Pier Carlo Orizio il 4 maggio a Bergamo e il 5 a Brescia. Tra i ritorni più attesi quest’anno, Mikhail Pletnev dirigerà la Russian National Orchestra con solista il giovane pianista russo Dmitry Shishkin con un programma che riassume meglio di ogni altro lo spirito del Festival di quest’anno. E ancora Alexander Lonquich, che, alla sua 25sima apparizione al Festival, porterà un programma interamente dedicato a Schubert. Confermata la presenza dei grandi Arcadi Volodos e Grigory Sokolov in recital in entrambe le città.

Mikhail Pletnev Foto di Irina Shymchak

SCHUBERT E BRUCKNER Dopo l’esordio in Italia lo scorso anno a Brescia, dove si impose all’attenzione come talento straordinario e i numerosi successi riportati in Italia e all’estero, la tredicenne Alexandra Dovgan sarà di nuovo ospite del Festival, questa volta per un doppio appuntamento il 9 maggio a Bergamo e l’11 a Brescia. Date che si annunciano tra le più attese. Tra gli altri giovani, ma già molto affermati, pianisti in cartellone, Filippo Gorini tornerà per una data bergamasca dedicata a Schubert. Per una sola data, a Brescia si esibiranno Boris Petrushansky, ospite storico della manifestazione, e Alessandro Taverna. Debutto poi per il violoncellista bresciano Paolo Bonomini, che insieme ad Andrea Bacchetti, si esibirà a San Barnaba il 17 maggio interpretando la celebre Sonata per Arpeggione di Schubert. Chiuderà il cartellone dei due teatri la Athens State Orchestra diretta Stefanos Tsialis, per la prima volta al Festival, con solista il bresciano Federico Colli, uno dei più talentuosi giovani pianisti sulla scena internazionale. In programma la “Romantica” di Bruckner e il celebre Concerto di Grieg, eseguito recentemente dal pianista bresciano diretto da Pier Carlo Orizio con la Royal Philharmonic Orchestra a Londra.

Federico Colli Foto di Sarah_Ferrara


ARMONIE SOSPESE SCHUBERT E BRUCKNER

57° Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo Cartellone principale (escluse rassegne ed eventi collaterali)

Brescia, Teatro Grande / ore 21.00

Bergamo, Teatro Sociale / ore 21.00

Domenica 26 aprile Filarmonica del Festival Pier Carlo Orizio direttore / Martha Argerich pianista Theodosia Ntokou pianista

Sabato 25 aprile Filarmonica del Festival Pier Carlo Orizio direttore / Martha Argerich pianista Theodosia Ntokou pianista

Saint-Saëns: Concerto per pianoforte e orchestra n.2 in sol minore, op.22

Ravel: Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore

Saint-Saëns: Concerto per pianoforte e orchestra n.2 in sol minore, op.22

Ravel: Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore

Giovedì 30 aprile Boris Petrushansky pianista Haydn: Variazioni in fa minore Schubert: Quattro Improvvisi, op.142, D.935 Prokofiev: Sonata n.6 in la maggiore, op.82

Martedì 28 aprile Filippo Gorini pianista Schubert: Allegretto in do minore, D.915 Schubert: Sonata n.20 in sol maggiore, “Fantasia” D.894 Schubert: Sonata n.23 in si bemolle maggiore, D.960

Domenica 3 maggio Alexander Lonquich pianista Schubert: Dodici Ländler tedeschi, op.171, D790 Schubert: Sonata n.16 in la minore, D.845 Schubert: Sonata n.22 in la maggiore, D.959

Sabato 2 maggio Alexander Lonquich pianista Schubert: Dodici Ländler tedeschi, D790 Schubert: Sonata n.16 in la minore, D.845 Schubert: Sonata n.22 in la maggiore, D.959

Martedì 5 maggio Philharmonia Orchestra Pier Carlo Orizio direttore

Lunedì 4 maggio Philharmonia Orchestra Pier Carlo Orizio direttore

Giovedì 7 maggio [Auditorium S. Barnaba] Alessandro Taverna pianista Liszt: Consolations, S.172 Schubert/Liszt: selezioni dai Dodici Lieder, S.558 e dalle Sei Melodie, S.563 Schubert: Quattro improvvisi, op.90, D.899 Schubert/Tausig: Marcia militare in re bemolle maggiore

Sabato 9 maggio Alexandra Dovgan pianista Musiche di Beethoven, Schubert, Rachmaninov e Chopin

Lunedì 11 maggio Alexandra Dovgan pianista Musiche di Beethoven, Schubert, Rachmaninov e Chopin Venerdì 15 maggio Russian National Orchestra Mikhail Pletnev direttore / Dmitry Shishkin pianista Schubert: Ouverture per "Rosamunde", D.644 Schubert/Liszt: Fantasia in do maggiore "Wanderer-Fantasie", S.366 Bruckner: Sinfonia n.6 in la maggiore Domenica 17 maggio [Auditorium S. Barnaba] Paolo Bonomini violoncellista / Andrea Bacchetti pianista Schubert: Sonata in la minore per arpeggione e pianoforte, D.821 Martedì 19 maggio Arcadi Volodos pianista Musiche di Liszt e Schumann Venerdì 22 maggio Grigory Sokolov pianista Musiche di Mozart Martedì 28 maggio [Chiesa di S. Francesco] Concerto in memoria delle Vittime di Piazza della Loggia Filarmonica del Festival I Piccoli Musici Roberto Misto direttore Venerdì 29 maggio Athens State Orchestra Stefanos Tsialis direttore / Federico Colli pianista Grieg: Concerto per pianoforte e orchestra in la minore, op.16 Bruckner: Sinfonia n.4 in mi bemolle maggiore, “Romantica”

Sabato 16 maggio Russian National Orchestra Mikhail Pletnev direttore / Dmitry Shishkin pianista Schubert: Ouverture per "Rosamunde", D.644 Schubert/Liszt: Fantasia in do maggiore "Wanderer-Fantasie", S.366 Bruckner: Sinfonia n.6 in la maggiore Giovedì 21 maggio Arcadi Volodos pianista Musiche di Liszt e Schumann Domenica 24 maggio Grigory Sokolov pianista Musiche di Mozart Sabato 30 maggio Athens State Orchestra Stefanos Tsialis direttore / Federico Colli pianista Grieg: Concerto per pianoforte e orchestra in la minore, op.16 Bruckner: Sinfonia n.4 in mi bemolle maggiore, “Romantica”


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CHRISTMAS SOUK 2019 SHOPPING CON VISTA SUI FILARI DI VIGNE, RICETTE, SHOWCOOKING, CREATIVITÀ E CHIACCHIERE: IL RITUALE PRE-NATALIZIO DE L’ALBERETA HA RIUNITO AMICI DI IERI E DI OGGI INTORNO A UN PROGETTO SOLIDALE Si scrive Christmas Souk, e si legge “arte del dono”. Sabato 30 novembre e Domenica 1 dicembre L’Albereta ha ospitato il suo classico rito natalizio, un incontro “per-bene”, ricco di positività e solidarietà, trascorso tra shopping, musica, letteratura e cucina. Un appuntamento fortemente voluto da Carmen Moretti de Rosa e organizzato in favore di Flying Angels, onlus nata per realizzare una mission unica al mondo: organizzare il trasferimento aereo a tutti i bambini gravemente malati che necessitano di cure salvavita non disponibili nel paese di origine. Novità di questa edizione, l’abito donato da Luisa Beccaria, protagonista di un’asta silenziosa ancora in corso: un vestito dallo stile leggiadro e romantico, che ben si addice a un luogo come L’Albereta. Il ricavato dell’asta si sommerà a quanto è stato già raccolto durante l’evento benefico. Tutti gli ospiti hanno sperimentato il piacere di donare e ricevere al tempo stesso. Se da un lato hanno acquistato i prodotti delle espositrici amiche de L’Albereta, brand selezionati da Giovanna Tedeschi de La Bottega di Mariella, dall’altro hanno potuto godere pienamente di ciò che rappresenta il vero lusso, il tempo. I due giorni sono trascorsi viaggiando tra le pagine del romanzo Signoramia raccontato dagli autori Elena Dallorso e Francesco Nicchiarelli, facendo tesoro dei consigli culinari e di stile di Csaba dalla Zorza, ascoltando la voce della “cantafiorista” Rosalba Piccinni. C’è anche chi ha imparato a preparare dolci con il Pastry Chef di casa Giacomo Pascotto e chi ha dato sfogo alla propria libera espressione creativa, guidato dalla Coaching Artist Sivia Tosi. Di questo fine settimana rimarrà, come ricordo, un quadro dedicato a L’Albereta, realizzato durante una performance che ha visto al centro Carmen Moretti, la sorella Valentina e la zia Tina.



Gentile Maestro, come nasce il suo lavoro, quali sono i suoi percorsi formativi? “Ho studiato all’accademia di Belle Arti, ma significativo è stato l’incontro con P.Verga, M.Benedetti, E.Bellini, L.Balicco, F. Pedrini. Sensibilità rare che mi hanno formata, non solo a livello tecnico ma anche emozionale, aiutandomi a diventare quella che sono oggi”.

Manuel Bonfanti - Fotografie Paolo Biava

FEDERICA GIUDICI

dialogando con l’arte

Ho avuto modo di vedere dei suoi quadri con varie forme organiche della natura, contestualizzate in ambienti spaziali geometrici, vuol parlarci della scelta dei suoi soggetti e delle composizioni? “I temi sono pretesti per raggiungere un livello di comunicazione artistica priva di sovrastrutture. Cerco il mio linguaggio tra la natura e l’informale per parlare sempre dell’essere umano, utilizzando metafore e simbologie. Ogni mio soggetto grafico è accompagnato da scritti, chiunque acquisti un mio lavoro, deve avere anche l’input di ricerca da cui è nato. Più che geometrie vicine all’ astrattismo, cerco forme, atmosfere, gestualità e materia, a prescindere dalla presenza di un soggetto che assume, a questo punto, il ruolo di citazione ed indicazione di un percorso emotivo, esistenziale. Amo l’eleganza, le trasparenze, “dieci bianchi possono avere dieci suoni”, ogni sfumatura rende il messaggio unico e riconoscibile”. Quindi alterna la sua attività dividendosi tra il restauro e la sua pittura, può spiegarci la differenza tra queste arti? Per certi aspetti è una tradizione cittadina dovuta secondo lei anche a tradizioni artigiane del territorio? “Anche se con il termine arte si può definire la capacità del “fare”, intesa come mestiere, preferisco associare il termine al suo significato più sublime, dunque “Arte” come espressione estetica dell’interiorità, dell’animo umano. Detto questo, il restauro si scosta da questo concetto: il restauro non è un’arte. È una professione dove lo sguardo tecnico e la preparazione scientifica del restauratore, si deve avvicinare in modo “neutro” alle problematiche conservative dell’opera d’arte. Di artistico e personale non c’è nulla e non deve esserci nulla per rimanere deontologicamente corretti. Oggi c’è un vero e proprio percorso universitario per diventare restauratore ed è necessario molto tempo e molta pratica visti i grandi progressi tecnologici, metodologici, fatti in campo conservativo in questi ultimi 20 anni. Un restauratore può essere incline al fare arte, ma non il contrario, le due cose non sono interscambiabili. Sicuramente i restauratori di altre generazioni avevano confini meno netti a riguardo, parlo di famiglie bergamasche, il cui nome ancora prosegue nella tradizione conservativa della città. Sono cresciuta professionalmente ascoltando e toccando con mano i risultati di racconti leggendari che evocavano personaggi davvero incredibili e versatili. Certo con criteri discutibili oggi, ma meritevoli di aver dato origine e corpo ad una professione complessa, indispensabile per salvaguardare il nostro patrimonio artistico. Per questo ho avuto quella che ritengo una fortuna: la possibilità di vivere il passaggio tra la formazione di bottega e la metodologia conservativa odierna. Importante è stato controbilanciare il rigore e il metodo che caratterizza questa professione con la mia attitudine alla libera espressione creativa, rispondendo ad un’ esigenza personale che dovevo assecondare, fare arte”. Ci sono preferenze tecniche specifiche nel suo linguaggio pittorico? Per quale motivo? “In realtà no. Capita spesso che io affronti tecniche che non conosco perché in fondo mi piace sperimentare e uscire dalla comfort-zone, alzare l’asticella e mettermi alla prova. Conosco bene i materiali, perché nel restauro la chimica è fondamentale, il mio azzardo creativo è dato dall’intuito e dall’esperienza; non dalla padronanza di un unico mezzo espressivo. Questa incognita è per me come un “gioco”, il mio elemento variabile e non calcolabile. So bene cosa voglio raggiungere, la progettualità e lo studio preparatorio di un lavoro è per me fondamentale. Spesso si creano veri e propri diari di un percorso, libri d’artista con pensieri e annotazioni nella fase di studio. Ma tutto è in funzione di quel momento, quel preciso momento in cui abbasso il volume dei pensieri e inizio il viaggio attraverso le forme e i colori. A quel punto non c’è tecnica da scegliere.. Metto tutti i materiali attorno a me, inizio il “viaggio”, sapendo che la direzione pensata e stabilita è più una lieve sicurezza, che presto verrà abbandonata. Non so l’effettivo risultato all’inizio, il percorso si delinea in divenire. Mi piace farmi trasportare dall’istinto oltre il raziocinio”.


FEDERICA GIUDICI

È nata a Bergamo nel 1976, dove vive e lavora. Si diploma presso il Liceo Artistico statale di Bergamo ed all’Accademia A.Galli di Como, in restauro. Frequenta la bottega di Restauro di Carlo Scarpanti, della “scuola” Steffanoni. Nel 2002 apre il Laboratorio di Restauro “Artemisia” e lavora sotto tutela delle Belle Arti. Partecipa al Masolino da Panicale e vince il premio Vittorio Viviani. Esposizioni: Pesci Combattenti, Seregno, cura di Pier Antonio Verga. (2014), Dialogando con le distanze, Spazio Sentierone 45 (2014), Arteperoggi, Teatro dei Dioscuri, Roma (2015), Chromakey, 255 Raw Gallery (2018), Domus Art, Domus drink food & lab, Bergamo, a cura di M. Bonfanti (2019)


FEDERICA GIUDICI - dialogando con l’arte


Quale letteratura e quale musica è di suo maggior interesse? “Ogni percorso di ricerca grafica, ogni tema ed ogni elemento che cattura la mia curiosità, nasce da un ciclo emotivo personale, pone il mio “sentire” su diverse frequenze, a seconda di quello che mi succede o che succede intorno a me. Spesso è sufficiente una frase, una poesia o anche solo un confronto di dialogo per aprire in me porte basculanti, che producono stati d’animo, curiosità e molte domande a cui sento il bisogno di dare risposta. È da qui che nasce la forte esigenza di sporcare le mani, i pensieri, l’emozione di capire, attraverso accordi pittorici qualcosa in più di me; degli altri, del mondo. Apro la porta, mi siedo, la musica di sottofondo accompagna la lettura dei miei appunti e accendo il dialogo con i miei dipinti. Il mio interesse si rivolge alla comprensione dell’essere umano e dei suoi limiti. Posso dire che nella musica e nella letteratura amo spaziare nei diversi generi e periodi storici, seguendo i miei umori e il mio vivere. Forse comune denominatore è l’introspezione; psicologia, biografie, classici. trattati che hanno l’essere umano come fulcro. Mi piace la musica, tutta, specie se dal vivo. Non è questione di gusti ma di riconoscere l’entusiasmo in ogni arte, la magia del fare umano”. Come si immagina il futuro del mercato dell’arte, può essere solo online, come la direzione che ha quasi tutto il dettaglio? “Sicuramente la direzione del mercato e la fruibilità delle opere d’arte è per larga parte online. Ci sono degli aspetti positivi come la divulgazione in tempo zero, ma non so se diventerà l’unica via. In cuor mio spero di no. Ci sono vari livelli e motivazioni per avvicinarsi ad un’opera d’arte ed al suo acquisto, per esempio l’arredamento che è sempre più di alta progettazione, o la vicinanza emozionale a un percorso artistico per affinità o contrapposizione. In qualche modo accade così anche per l’arte antica, forse con il valore aggiunto della storicizzazione. Nel restauro, essere a contatto con le opere d’arte è un’esperienza unica.



Ricordo il profumo dei materiali di restauro durante i lavori in Carrara, il silenzio ovattato e regale delle stanze, in cui gli spettatori più severi erano alle pareti. Non riuscirei a comprare un’opera online, perché la percezione fisica è per me fondamentale, esiste una relazione con l’ opera d’arte. Dimensioni, matericità, gestualità, colori reali, il contesto, tutti sono elementi importanti alla corretta fruizione dell’opera”. Quali esposizioni o opere sono state di particolare importanza nel suo lavoro artistico, ci sono in programma mostre o progetti? “Sicuramente “Pesci combattenti” mi ha dato coscienza della mia capacità espressiva. L’importanza del progetto e della progettualità, del confronto e dello scambio con il pubblico, un gradino evolutivo personale, che diventa interessante e stimolante se crea rumore e risposte. Questo avviene con “Jellyfish_1”, che è il lavoro più significativo fatto durante la residenza d’artista Chromakey alla 255 Raw Gallery nel 2018. Nello stesso anno ho deciso di spostare lo studio di restauro in via Tasso, nell’inizio della primavera, che è uno dei momenti più ispiranti dell’anno. La luce di questo studio mi emoziona ogni volta che ne varco la soglia. Alla collettiva Domus Art in via Camozzi, curata da Manuel, partecipo con un opera di grande dimensione, la mostra è tutt’ora in corso per chi volesse visitarla”.



I VIAGGI DELLO SCIAMANO

GIAPPONE MON AMOUR Quando pensi al Giappone non puoi che immaginare il candore delle sue cime, gli alberi in fiore, l’ordine ed il rispetto del suo popolo. Ecco perché questo Paese entra diretto nella top ten delle mete più desiderate. Niente di più vero se si pensa soprattutto a tre città di riferimento, Tōkyō, Kyōto e Hiroshima, mete indispensabili per tutti coloro che vogliono scoprire la magia del Giappone. E se pensate che spostarsi in questo Lontano Oriente sia difficile, niente di più sbagliato in quanto grazie al JR Pass, una tessera ferroviaria molto conveniente, è possibile ammirare tutti i siti principali a poco prezzo. Seguiteci così in questo tour fantastico alla scoperta del lontano Oriente: prima tappa Tokio!

UN VIAGGIO NEL FUTURO: TOKYO Basteranno due giorni per innamorarvi di questa città, immergendovi direttamente in un’atmosfera speciale, fatta di contrasti netti, tra futuro e tradizione. Grattacieli, traffico e luci a neon, avveniristici panorami urbani che delineano i tratti di questa città protesa verso il domani, abituata a reinventarsi costantemente, come dimostra la sua recente trasformazione in mecca gastronomica e meta obbligata per i fan della cultura pop. Un elemento che contrasta con la sua anima tradizionalista, basata su un passato in cui Tokio era l’antica capitale dello shogunato, le cui tracce potrete ripercorrere assistendo a uno spettacolo di kabuki o ammirando i ciliegi in fiore nel parco di Ueno. Primo punto da mettere in lista per le cose da visitare a Tokio sono i musei, eccellenti e ricchi di storia, passata e recente, come il Museo Ghibli, un vero e proprio museo nel bosco per tutti gli amanti di Hayao Miyazaki, il creatore di tanti celebri personaggi: da Lupin III a Chihiro, la piccola protagonista de La Città Incantata, senza dimenticare naturalmente Totoro, il grande e tenero animale che diventa amico delle sorelle Satsuki e Mei nel film Il mio vicino Totoro. Al Museo Ghibli – che prende il nome da un aereo bimotore italiano situato nel parco di Mitaka- si accede tramite un cancello verde: una volta mostrato il voucher che dà diritto a ritirare il biglietto alla reception (uno spezzone di pellicola di uno dei film dello Studio, da conservare per assistere alla proiezione di un corto inedito a rotazione nel Cinema Saturno) si è liberi di girare nei diversi ambienti senza obbligo di seguire un percorso prestabilito. Una mostra permanente dedicata a illustrare le diverse fasi della realizzazione di un film d’animazione vi aspetta al piano inferiore mentre al piano superiore un’esposizione tematica temporanea. Tutto, inoltre, è a misura di bambino. Dalle pedane di legno sistemate perché ogni cosa sia alla loro portata, alle piccole arcate che si aprono ogni tanto nei muri creando dei percorsi “alternativi” dove si passa solo sotto una certa altezza, fino alle bacheche con le scene animate dei film, per vedere molte delle quali gli adulti devono piegarsi. Dal Museo Ghibli ci spostiamo poi a Jimbōchō, nell’area di Chiyoda, le cui tranquille vie del quartiere sono costellate di librerie di ogni tipo. Il posto perfetto per gli amanti della lettura. La grande concentrazione di librerie si deve alla vicinanza di alcune prestigiose università giapponesi, presenti fin dalla fine del 1800. Dopo il grande incendio del 1913 che distrusse molti edifici tra cui una parte del Palazzo Imperiale, qui sorse anche la libreria creata dal professore universitario Shigeo Iwanami, poi diventata una delle principali case editrici giapponesi, l’Iwanami Shoten.


Da allora, Jimbōchō è diventato un punto di riferimento per studenti e intellettuali.Tra tutte le librerie è da consigliare la bellissima libreria Bunkitsu, nell’elegante quartiere di Roppongi. Più simile a una galleria d’arte dall’esterno, Bunkitsu dove è possibile trovare anche una caffetteria, i bagni, delle postazioni di lavoro e un paio di salette private per riunioni. Per chi vuole dormire tra i libri infine è possibile farlo da Book and Bed (nei quartieri di Ikebukuro, Shinjuku e Asakusa a Tokyo, e ormai presenti anche a Kyoto, Osaka e Fukuoka) dove è possibile trovare sistemazioni a prezzi modici in un’atmosfera unica. Dalla cultura ai templi, mitici ed imponenti dei quali non potrete non innamorarvi così come dei santuari suggestivi, dell’affascinante architettura contemporanea, dei giardini eleganti e persino delle fonti termali. Qui tutto vi infonderà tranquillità, caratteristica tipica del popolo giapponese, che vi consigliamo di fare vostra per questo soggiorno, godendovi il viaggio assaporando ogni istante e le tante sfaccettature di questo Paese. Una tra tutte il cibo, dove il buonissimo sushi la fa da padrone: indispensabili una tappa a Ginza, alla scoperta dei look di tendenza da Harajuku o passeggiando per i vicoli di quartieri suggestivi come Yanesen e Kagurazaka. E non perdetevi i vari aspetti della sua vita notturna, spesso trasgressiva, prova ulteriore dello spirito indomabile di Tōkyō, città che sa sorprendere e conquistare quasi tutti. Se alcune delle sue attrazioni principali sono ormai entrate nell’immaginario collettivo con immagini iconiche – basti pensare alla Tokyo Tower, all’affollatissimo incrocio di Shibuya, o alle strade di Ginza – altre sono più nascoste, da cercare nei quartieri meno turistici o nei sobborghi della città lasciandosi guidare dalla curiosità e dall’istinto o seguendo percorsi “tematici” secondo i propri interessi tra libri, manga o la letteratura classica.

Per scoprire questa meta da sogno “I Viaggi dello Sciamano” organizza un viaggio a marzo 2020 Per maggiori info: www.viaggidellosciamano.com/tours/giappone-2

IN TRENO DA TOKYO VERSO KYOTO: LO SHINKANSEN Lasciamo Tokio per addentraci in una nuova ed incredibile scoperta, Kyōto, grazie allo shinkansen per trascorrete due o tre giorni visitando i templi e i giardini più belli della città. Kyōto, da sempre depositaria delle tradizioni nipponiche è costellata di templi immersi nel silenzio, giardini meravigliosi, santuari variopinti e geisha in fuga verso il loro amante segreto. Con 17 siti Patrimonio dell’Umanità, più di 1000 templi buddhisti e oltre 400 santuari shintoisti, è una delle città più ricche del mondo sotto il profilo culturale. E se il resto del Giappone ha accolto la modernità con slancio, qui la vita è ancora regolata da antiche usanze: visitate un vecchio shōtengai (mercato di strada) per osservare i venditori di tofu, le botteghe di washi (carta giapponese fatta a mano) e i mercanti di tè. La cultura tradizionale giapponese è intimamente legata al cambiamento delle stagioni e lo stesso vale per Kyōto. Tutto muta con il trascorrere del tempo: gli alberi nel giardino di un tempio, la disposizione dei cibi nel piatto della cucina kaiseki e perfino gli ornamenti usati per abbellire le acconciature delle geisha. Da Kyōto si può fare un’escursione in giornata a Nara, prima capitale stabile del Giappone, con otto siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità (non perdetevi il Daibutsu – il Grande Buddha) o a Ōsaka, famosa per l’animata vita notturna e il cibo di strada. Da aggiungere alle tappe il Cimitero di Okunoin Cemetery nel Koya-San mentre da valutare la possibilità di dormire in un tempio nel Kōya-san o di deviare fino al monastero di montagna del Kōya-san, un altopiano del Wakayamaken settentrionale, ammantato da fitte foreste e circondato da otto vette. L’elemento di maggiore richiamo della zona è il complesso monastico omonimo, sede centrale della scuola Shingon di buddhismo esoterico.


IL CASTELLO DI HIMEJI

Se vi piacciono i castelli e la storia giapponese dirigetevi a ovest, fino a Himeji, per visitare lo Himeji-jō, il più bel castello del Giappone. Accanto alla fortezza sorge il Kōkō-en, un vasto complesso che comprende la meticolosa ricostruzione di nove antiche abitazioni di samurai e i rispettivi giardini. Tutti i visitatori si affrettano a raggiungere Miyajima per vedere il torii fluttuante o il Parco della Pace di Hiroshima per rendersi conto di come gli abitanti della città abbiano trasformato una tragedia in un fermo appello alla pace. Tuttavia nei dintorni di Hiroshima ci sono altri splendidi luoghi meno noti che meritano di essere esplorati. Passeggiate lungo le strette vie acciottolate nella città portuale di Tomo-no-ura, andate alla scoperta dei templi di Onomichi, degustate il sakè in una delle tante fabbriche di Saijō e riservate un po’ di tempo alla meditazione in un antico santuario shintoista di Ōmi-shima. L’isoletta di Miyajima, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, è una delle attrattive turistiche più visitate del Giappone. Il torii (portale d’ingresso al santuario) rosso vermiglio dell’Itsukushima-jinja, che sembra fluttuare sull’acqua quando si alza la marea, è uno dei monumenti più fotografati del paese ed è tradizionalmente considerato una delle tre vedute più belle del Giappone. Una delle ultime tappe da non mancare è la località termale di Hakone. Con i suoi onsen tranquilli, i musei d’arte di livello internazionale, le locande tradizionali e il favoloso paesaggio montano coronato dal Monte Fuji, Hakone è una meta perfetta per riprendere le energie prima di ripartire. Fulcro di tutto è l’Ashino-ko: il lago, che si staglia di fronte al Monte Fuji con il torii dello Hakone-jinja che sorge dalle acque. Un’immagine che rimane impressa nella memoria di quanti, visitando questo Paese non potranno che dire… “Giappone mon amour”.

Via del Tonale e della Mendola 160/A Endine Gaiano (BG) - Tel. 035 827430 info@viaggidellosciamano.com www.viaggidellosciamano.com


CHRISTMAS EXPERIENCE

Il magico paese di natale

Quindici anni fa tutto inizia da un’idea come sempre… Un’idea che è diventa una passione e che oggi è una splendida realtà capace di fare da volano ad un territorio ricco di tradizioni e di storia, di vini superlativi, di gente accogliente e intraprendente. Siamo tra le colline delle Langhe, il Roero e il Monferrato, colline vinicole patrimonio dell’Unesco. PIER PAOLO GUELFO PRESIDENTE DE IL MAGICO PAESE DI NATALE

Una escursione al Magico villaggio di Natale si trasformerà per voi in una totale immersione nel clima delle feste con tutti gli ingredienti per rivelarsi un soggiorno piacevolissimo sia per gli adulti e, a maggior ragione, per i bambini. Nel bellissimo Castello di Govone, popolato di Elfi, un percorso fantastico vi guiderà nelle stanze dove si smistano le letterine con i desideri dei bambini, si preparano i pacchi e dove una inaspettata, quanto prosperosa Mamma Natale, è impegnata nello sfornare torte, dolcetti e biscotti per i bambini buoni. E c’è alla fine lui, Babbo Natale, che vi aspetta per una fotografia insieme e tanti sorrisi.



Tutto inizia dalla stalla delle Renne dove viene rappresentato un breve musical natalizio come aperitivo della visita. La Compagnia del Teatro delle 10 di Bra, guidata dall’eclettico Vincenzo Santagata, rimette in scena la breve piece per ben 32 volte al giorno… Babbo Natale è semplicemente perfetto con barba vera, la voce tonante e un sorriso impagabile. Una sosta alla casa degli Elfi per avere, dopo un’oretta di spettacolo ed esercitazioni, il diploma di Elfi di Babbo Natale, e ancora uno spettacolo di ombre e di luci che anima mondi fantastici proiettati nel buio con una lavagna luminosa. Infine, da non trascurare, la mostra dei Presepi con l’interessante presentazione dell’archeologa Cristina Ghiringhello. Fuori, nel parco ai piedi del castello, 117 casette vi aspettano con un’incredibile proposta di oggetti natalizi, idee regalo, prelibatezze per il palato e il vin brulé, che da queste parti sanno come fare bene. L’anno scorso il Magico villaggio di Natale è stato visitato da oltre 200 mila persone e il suo gradimento è stato tale da farlo balzare in alto nella classifica dei migliori eventi di questo genere a livello Europeo e diventare il candidato italiano per il Best Christmas Markets. La distanza si copre in un paio d’ore di auto, sia da Brescia, sia da Bergamo, e il paesaggio da solo vale la gita. Se vi va, potete anche farvi da qualche idea per i vostri regali di Natale e curiosare in una delle cantine della zona alla ricerca del rosso da portare a casa, che va sempre bene avercelo… La giornata sarà perfetta. Inutile dirvi che questa nei dintorni di Alba è terra di tartufi. Se questo è l’obiettivo credo che sia meglio conoscere qualcuno del posto.


IL MAGICO PAESE DEL NATALE VI ASPETTA FINO AL 22 DICEMBRE


Champagne Dampierre un anno da protagonista NEI GIORNI DEI BRINDISI, LA STORICA MAISON CI RIVELA UNA STAGIONE RICCA DI EVENTI…

L’ESCLUSIVO TAPPO CREATO PER IL CENTENARIO DI BENTLEY DA DAMPIERRE IN METALLO PREZIOSO, ISPIRATO ALL’EMBLEMA CON LA B ALATA CHE ADORNAVA IL FRONTALE DELLE PIÙ BELLE BENTLEY SPORTIVE DEGLI ANNI ’30

Incontriamo il dott. Mario Christian Zanardi, Chargé d’Affaires Dampierre pour l’Italie, chiedendogli le ultime notizie sulla prestigiosa Maison de Champagne. Dott. Zanardi, è appena tornato dall’Inghilterra dopo un evento Dampierre. Che cosa ci può dire al riguardo? “Il 2019 rappresenta per la nostra Maison un altro traguardo raggiunto nella nostra ricerca dell’Excellence… Infatti, la prestigiosa Casa automobilistica Bentley ha scelto i nostri Champagne per festeggiare il suo Centenario! Per l’occasione, Dampierre non solo ha elaborato una cuvée speciale Grand Cru, per allietare tutte le celebrazioni del Centenario Bentley nel mondo, ma ha voluto anche, a testimonianza dell’evento storico, proporre un prestigioso cofanetto, in edizione limitata a 2019 esemplari, contenente il magnifico tappo in metallo prezioso, di oltre 300 gr., direttamente ispirato all’emblema con la B alata che adornava le griglie delle più belle Bentley sportive degli anni ’30, come la sontuosa Bentley 8 litri...”. Certo che la conquista di un marchio cosi esclusivo è stata una bella sfida? “Sfida ed immenso onore, ovviamente. Ma l’anno 2019 ha segnato per Dampierre altri successi. Ad inizio anno, la famosa Guida «Hachette des Vins» (la bibbia del buon bere in Francia!), consegnava la sua ambita «Stella» al nostro Rosé de Vertus, definendo questo Blanc de Blancs… rosa : «uno Champagne très réussi!». Oggi, la stessa Guida, nell’edizione 2020, premia nuovamente una nostra cuvée! Ecco il parere della severa giuria francese sul Grand Vintage 2012: “Dopo un riposo di sette anni sur lies, la cuvée mostra la potenza e l’ampiezza del Pinot noir con aromi fini e complessi di brioche, mandorla, pera e frutti rossi. Un grande millesimato”.

Un anno molto positivo, dunque? “Assolutamente! È stata una stagione fausta per la Maison Dampierre. Anni fa, la scommessa del comte Audoin era entusiasmante: creare una linea di Champagne di “Excellence” con i migliori Cru per offrire ai veri amatori delle cuvée sempre esclusive e di assoluta qualità. Qualche volta, i sogni diventano realtà… Ormai, in Italia, il nostro Champagne ha sposato gli indirizzi più raffinati del mondo eno-gastronomico e continuiamo a proporre agli amatori cuvée autentiche e sempre rare. La nostra «Cuvée des Ambassadeurs Brut», per esempio, rimane sui lieviti più di cinque anni e il nostro «Prestige de Dampierre 2004» si presenta dopo più di quattordici anni di attesa…”. Quali sono le peculiarità di questa nuova cuvée? “Nel 2004, gli Chardonnay della stupenda Côte des Blancs sono stati impressionanti ed i Grands Crus di Cramant, Oger e Le Mesnil-sur-Oger offrono un millesimo di assoluta ricchezza. L’assenza, in gran parte della cuvée, di fermentation malolactique e un dosaggio molto limitato hanno creato uno Champagne minerale e speziato con aromi di mela, pera ed agrumi. Il perlage è cremoso ed il finale persistente sul miele e le mandorle tostate. Ovviamente, per un simile Cru, nelle cantine dei comtes de Dampierre, si è riscoperto il costoso “Ficelage”. Ogni bottiglia è tappata a mano con una gabbietta di canapa impeciata. Lavoro artigianale di precisione, il ficelage tradizionale, senza alcun nodo, rispetta una Ordonnance Royale del 1735 ed è la firma autentica della nostra Maison. Chi si avvicina a Dampierre sa di scegliere una storia vera, una famiglia e il suo terroir e le sue bollicine di grande raffinatezza!. Allora, a tutti gli amici, auguri vivissimi!”.


Fotografia Federico Buscarino

MARIO CHRISTIAN ZANARDI, CHARGÉ D’AFFAIRES DAMPIERRE POUR L’ITALIE


Prestige de Dampierre 2004… LE JOYAU DÉDIÉ À NOS AMBASSADES EN ITALIE L’AMBASSADE DAMPIERRE DE L’ANNÉE Sapori di Vini (Orio al Serio) LES PRESTIGIEUX RELAIS & CHÂTEAUX ET LES ÉLUS DU GUIDE MICHELIN Relais San Lorenzo (Bergamo Alta) Da Vittorio (Brusaporto) Aimo & Nadia (Milano) Don Alfonso 1890 (S. Agata sui due Golfi) Casual Ristorante (Bergamo Alta) Il Saraceno (Cavernago) I Castagni (Vigevano) Villa d’Este (Cernobbio) La Lanterna Verde (Villa di Chiavenna) L’Albergo della Posta (Montespluga) La Locanda di Pietracupa (Val di Pesa) Hotel Tambò (Campodolcino) Zafferano Bistrot (Barzanò) Volvèr (Cala de’ Medici) Al Tramezzo (Parma) La Valle (Trofarello) Il Priore (Cazzago San Martino) LES BISTROTS ŒNOTHÈQUES Domus (Bergamo) Giò (Seriate) Wine Bar Savoy (Bergamo) Il Caffè di via Paglia (Bergamo) Reflexo (Urgnano) LES CHAMPAGNERIES Osteria Mille Storie & Sapori (Bergamo) Le Iris (Bergamo) LES ENTREPRISES Sitfa Spa (Moncalieri) Delsey Italia Spa (Agrate Brianza) Rossini della Quercia Spa (Costa Masnaga)

L’Or Divin • info@lordivin.it • tel.+39 329 70 76 618 • www.dampierre.com


fuochi di paglia di Giorgio Paglia www.fuochidipaglia.it

AUGURI DI SEMPLICITÀ Pochi giorni ancora ed è finito anche questo travagliato 2019. Come aveva promesso il premier Conte, doveva essere un anno sfavillante, colmo di meraviglie e di cose positive, ma poi non è andata veramente così. Abbiamo però avuto un dono prezioso, se siamo arrivati fin qui, che è quello della salute. E solo chi non ce l’ha, sa quanto possa essere importante. È anche tempo di bilanci e di speranze rinnovate, perchè se non si guarda al futuro con positività, già si parte male. Il 2020 sarà pure un anno bisestile e allora sono richieste tutte le scaramanzie del caso. Tempo addietro le festività natalizie erano davvero sentite con partecipazione ed emozione, ma oggi lo scorrere del tempo ha reso tutto diverso. Le luminarie si sono accese già all’inizio di novembre e il Black Friday di turno ha anticipato di quasi un mese l’arrivo di Babbo Natale. Quello che una volta trascorreva con ponderazione, oggi corre inesorabilmente. Siamo anche diventati un paese multietnico e i presepi non vengono più esposti con ostentazione per non destare il disappunto delle altre religioni, quasi il sacro fosse diventato blasfemo. Oggi il cuore buono viene paragonato al buonismo politico, che è tutta un’altra questione. Le renne della slitta sono state sostituite con le sardine da piazza, che sempre animali sono, ma che riportano il pensiero a significati diversi. I panettoni sono già in saldo ai primi di dicembre, gli addobbi e i regali devono essere appariscenti ma poco costosi, così la Cina la fa ancora una volta da padrone. Poco importa se poi su 10 lampadine, 8 si bruciano dopo poche ore di accensione: il made in China è una garanzia di risparmio, non di qualità e la gente lo sa. Abbiamo imparato a vivere in tempi di crisi e di sogni ristretti, dove per alcuni la sopravvivenza è più importante dell’apparenza. Una volta i poveri erano emarginati, oggi sono talmente tanti che è impossibile nasconderli. Altri invece sono più fortunati e non hanno problemi. Per loro il futuro è sempre più roseo e allora il Natale diventa una meta in paesi esotici per pochi eletti. Saranno ancora molti gli auguri inviati sui social con tanto di foto di panorami bellissimi, di spiagge tropicali e di neve griffata. I dati statistici ci diranno a consuntivo quanto abbiamo speso e che trend di consumi abbiamo avuto, ci parleranno di tendenze economiche insomma. Poi le feste passeranno veloci come sono arrivate, non lasceranno troppe malinconie e si guarderà alla prossima estate. Eggià, perchè se si prenotano in gennaio le vacanze agostane, si possono risparmiare dei bei soldi, si trova sicuramente posto e si potrà parlare per mesi di occasioni che non vanno perdute. Tanti auguri a tutti voi e buon Natale. Anche su Twitter: @Fuochidipaglia

La semplicità è la cosa più difficile da ottenere a questo mondo; è l’estremo limite dell’esperienza e l’ultimo sforzo del genio. (George Sand)


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VINI E PROFUMI

UNA SERATA IMMERSI IN UN BINOMIO UNICO: PROFUMI D’AUTORE E VINI PREGIATI. ANCHE L’EDIZIONE 2019 DI VINI E PROFUMI, ALLESTITA PRESSO LA FARMACIA VINCOLI DI VIA TRIUMPLINA, HA REGALATO EMOZIONI OLFATTIVE DAVVERO INTRIGANTI A TUTTI I PARTECIPANTI Lo scorso 27 novembre Farmacia Vincoli ha allestito un evento per scoprire un profumiere diverso da tutti gli altri, una farmacia diversa da tutte le altre, durante una serata unica. Un viaggio attraverso i sensi tra combinazioni ardite, non scontate, inedite e mai banali. Quelle tra vini e profumi, spesso così vicini nella combinazione delle molecole odorose. Presso la farmacia di Via Triumplina 254 a Brescia che, lo ricordiamo, è aperta H24 sette giorni su sette, è stato proposto l’accostamento tra profumi esclusivi, tra i quali le creazioni di Massimiliano Torti, con una selezione di champagne, pinot grigio alsaziano, amarone e passito di Scanzio. A seguire è stato servito uno sfizioso apericena accompagnato dallo spumante Bersi Serlini. Una dimostrazione ulteriore di come la farmacia Vincoli intenda perseguire un nuovo concetto per far vivere la propria farmacia con le due anime del benessere, farmacia e Helath&Beauty, al centro della persona.



Michael Kenna.

Rafu

“Rafu”, è un termine giapponese che significa “nudo di donna”, è il titolo scelto da Kenna per presentare una serie di scatti nati dall’appassionato e paziente lavoro che dal 2008 ha portato l’artista a misurarsi con il genere del nudo femminile all’interno di un’ancor più vasta ricerca che da oltre trent’anni lo vede immortalare i luoghi più poetici del Giappone. I ritratti delle donne da lui scelte (attrici, ballerine, impiegate, fotografe e praticanti di yoga incontrate in varie località del Paese), sono poi confluiti nella recente edizione Rafu (Nazraeli Press, 2018).

“La loro volontà di esprimersi davanti alla macchina fotografica e la fiducia nella mia integrità come fotografo ci hanno permesso di impegnarci in esplorazioni e conversazioni visive creative”, afferma il fotografo britannico. “Il corpo umano è un miracolo assolutamente sorprendente e misterioso in una miriade di modi”, aggiunge. “Considero le rappresentazioni creative del nudo, storiche e contemporanee, come inviti aperti a esplorare questa sfida estetica”. Insieme alla serie Rafu sarà presentata una selezione di fotografie recentemente pubblicate in Des Oiseaux (Xavier Barral, 2019). Ad unire le due serie ritroviamo lo stesso clima psicologico e la stessa suggestiva luce diafana che negli anni l’autore ci ha abituati ad associare al suo sguardo. L’autore sarà presente in galleria mercoledì 18 dicembre 2019 alle ore 18:00 per presentare i due volumi Rafu e Des Oiseaux.

Galleria dell’Incisione Via Bezzecca 4 Brescia Tel. 030-304690 www.incisione.com galleria@incisione.com Fino al 22 gennaio 2020



avremo anche giorni migliori ZEHRA DOGAN. OPERE DALLE CARCERI TURCHE A cura di Elettra Stamboulis - Museo di Santa Giulia fino al 6 gennaio 2020

LA PRIMA MOSTRA ITALIANA DELL’ARTISTA E ATTIVISTA ZEHRA DOGAN Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, diretta da Stefano Karadjov, presentano per la prima volta in Italia, nella cornice del Museo di Santa Giulia, una personale dell’artista e giornalista curda Zehra Doğan (Diyarbakir, Turchia, 1989). “Avremo anche giorni migliori – Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche” è un progetto originale curato da Elettra Stamboulis e costituisce la prima mostra di impianto critico curatoriale dedicata all’opera della fondatrice dell’agenzia giornalistica femminista curda “Jinha” è stata aperta al pubblico sabato 16 novembre 2019 e si concluderà il 6 gennaio 2020. Dopo il grande successo della performance organizzata lo scorso maggio presso la Tate Modern di Londra, città in cui Zehra Doğan ha scelto provvisoriamente di vivere il proprio esilio, l’artista è ora protagonista a Brescia di una potente esposizione, in occasione della sua partecipazione al Festival della Pace, organizzato dal Comune di Brescia e dalla Provincia di Brescia. L’arte di questa artista si interseca e intreccia con la vicenda personale e, inevitabilmente, con i drammatici eventi politici della più stringente attualità. La mostra fa luce sulla sua poetica, affrontandone le tematiche e i motivi ricorrenti, evidenziandone la complessità linguistica e mostrando l’ampia gamma di supporti e tecniche utilizzate per produrre opere d’arte: oggetti inconsueti, estremamente fragili, ma di grande potenza espressiva. Il percorso espositivo concepito da Elettra Stamboulis riunisce circa 60 opere inedite, tra disegni, dipinti e lavori a tecnica mista, che interessano tutto il periodo della detenzione dell’artista nelle carceri di Mardin, Diyarbakir e Tarso, dove Zehra è stata rinchiusa per 2 anni, nove mesi e 22 giorni con l’accusa di propaganda terrorista per aver postato su Twitter un acquarello tratto da una fotografia scattata da un soldato turco. Questo disegno digitale mostrava la città di Nusaybin distrutta dall’esercito nazionale nel giugno 2016 con le bandiere issate e trionfanti, e i blindati trasformati in scorpioni. Accanto alle immagini, anche brani del diario scritto durante la prigionia. Si tratta di riflessioni in cui Zehra Doğan più volte fa riferimento ad artisti che nel corso della storia hanno manifestato il proprio dissenso senza pagarne, almeno apparentemente, le conseguenze e a quegli artisti che invece si rifiutano di prendere una posizione. La mostra dà conto della necessità irrefrenabile di produrre e raccontare non tanto la propria, quanto l’altrui condizione con l’immagine e la parola. Dalla carta di giornale alle stagnole dei pacchetti di sigarette, dagli indumenti di uso comune ai frammenti di tessuto: ne emerge una amplissima gamma di strumenti e materiali, spesso legata alle particolari contingenze entro le quali le opere hanno trovato vita. Qualunque elemento tratto dal quotidiano incorre nella creazione, come il caffè, gli alimenti, il sangue mestruale o i più tradizionali pastelli e inchiostri, quando reperibili. Una prima sezione della mostra è dedicata alle macchie, forme generatesi dalla casuale sovrapposizione di materiale a un supporto scelto in quel momento come superficie creativa. A partire dalle macchie l’artista delinea un immaginario simbolico, dominato dalla figura umana sintetizzata nell’esaltazione di alcune componenti specifiche come gli occhi, le mani e gli attributi della femminilità. La figura femminile, quale singolo individuale o corpo collettivo, costituisce la seconda sezione di questo itinerario.


Attivista femminista, tra i primi giornalisti internazionali ad avere raccolto le testimonianze delle donne Yazide scampate all’ISIS, Doğan dedica alla rappresentazione della donna la parte più vasta della propria produzione. Il corpo rientra nella rappresentazione politica con scene di guerra in cui di nuovo incorre la predominanza della presenza femminile, a sottolineare come la prima delle battaglie da vincere sia quella contro il patriarcato. Pablo Picasso, quello di “Guernica” e dell’elaborazione di un linguaggio specifico della disperazione è, nelle parole dell’artista stessa, il punto di riferimento fondamentale per definire una narrativa del dolore. Conclude la mostra un nucleo di opere create dopo l’esperienza in carcere. Zehra Doğan è stata rilasciata il 24 febbraio 2019. La sua storia di artista dissidente ha da subito raccolto l’interesse e la solidarietà del mondo dell’arte internazionale, tanto che Ai Weiwei le ha scritto una lettera personale e, lo scorso anno, Banksy le ha dedicato il più ambito dei muri di Manhattan, il Bowery Wall, con un’opera che la raffigura dietro le sbarre, mentre impugna la sua arma più potente: una matita. In tutto questo periodo, l’artista non ha mai cessato la propria attività artistica e giornalistica, realizzando opere con materiale di recupero, collaborando con le compagne detenute nella costruzione di immagini e nella realizzazione di un giornale di bordo che documentasse la loro detenzione. La mostra è resa possibile grazie all’impegno del web magazine Kedistan (“Il Paese dei gatti” in turco) che ha curato il salvataggio e il trasporto delle opere di Zehra Doğan dalla Turchia e che si occupa dell’archivio dell’artista e di Associazione Mirada, partner del progetto. Un ringraziamento particolare per la sensibilità dimostrata al progetto spetta ad Abracadabra Cooperativa Sociale onlus, all’Associazione Cuochi Bresciani, alla Strada del Vino Colli dei Longobardi.

“Avremo anche giorni migliori – Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche” A cura di Elettra Stamboulis Fino al 6 gennaio 2020 Museo di Santa Giulia, via Musei 81/b - Brescia Orari: Martedì - Venerdì | 09.00 – 17.00 Sabato – Domenica – Festivi | 09.00 – 18.00 Chiuso tutti i lunedì non festivi Info: tel. 030 2977833 www.bresciamusei.com


IL BOSCO DEI TAXODI

Foto Edita


SILVIA MARZOLI, VICESINDACO DI PARATICO

È di certo uno dei fiori all’occhiello dell’amministrazione di Paratico che da anni promuove la conservazione delle aree verdi del paese affacciato sul Sebino. Dopo il Giardino delle Erbe danzanti, creato sul lungolago verso Clusane, acquistando dalle Ferrovie dello Stato il vecchio sedime dei binari, da circa un anno sulla sponda a valle, è visitabile il Bosco dei Taxodi. Ne parliamo con Silvia Marzoli, vicesindaco di Paratico e assessore al Turismo. “Era un’area privata compresa nella pertinenza della ex fabbrica di motoscafi che occupava una vasta porzione di quella sponda a lago utilizzata con apposita darsena, per calare in acqua le barche da collaudare nel quieto bacino che c’è fra il ponte con Sarnico e la diga dove inizia ufficialmente l’Oglio. Lungaggini burocratiche in seguito alla dimissione del cantiere nautico, il passaggio di proprietà dell’area e i mille ostacoli che sono intervenuti sul cammino, non hanno impedito al Comune di entrare finalmente in possesso della porzione di sponda dove vivono gli splendidi Taxodi, alberi che stanno con le radici immerse nelle acque del lago/fiume, e di trasformarla in una nuova attrattiva per chi sceglie l’escursione fuori porta”. Lo stato di abbandono in cui è rimasto per decenni unito la sua inaccessibilità ne hanno consentito uno sviluppo selvaggio e l’ambiente custodito al suo interno appare unico, incontaminato, popolato da innumerevoli specie di volatili e non solo. Sulla cima degli alberi fanno il nido i grandi aironi, chiassosissimi durante la cova e l’allevamento dei pulcini mentre fra le radici che affiorano dall’acqua a tratti paludosa, non è difficile scorgere le uova dei cigni appoggiate su zattere di legname attorniati da decine di festanti germani, folaghe… “Quando finalmente siamo entrati in possesso dell’area è partita una grande opera di recupero ambientale, autorizzata dall’Ente Parco dell’Oglio che, attraverso l’eliminazione delle piante infestanti e la bonifica dei siti, ha permesso la rinaturalizzazione ed il ripristino della vegetazione. Il bosco coinvolge un’area di circa 20.000 mq ed è composto prevalentemente dalla specie arborea Taxodium Distichum da cui il Parco prende il nome. Il sottobosco, zona umida di passaggio tra i depositi del fiume Oglio e quelli morenici di Paratico non ha paragoni nel territorio circostante ed è una importante area di soste per la fauna. Qui infatti si trovano l’airone cinerino, lo svasso maggiore, il fistione turco, il picchio rosso maggiore, la folaga, la gallinella d’acqua e il rospo comune. Oltre al Taxodium c’è qualche pioppo nero e alcuni salici tipici di queste sponde.


IL BOSCO DEI TAXODI


Per favorire la conoscenza del sito e avere la possibilità di addentrarsi fin nelle zone più vive del bosco abbiamo posato una passerella in doghe di legno che percorre la fascia perimetrale del Bosco, fruibile anche a scopi didattici, ecologici e naturalistici. C’è anche una casetta didattica per la proiezione dei filmati a valenza scientifica con personale preparato che illustrerà le caratteristiche particolarità della fauna e della flora presenti nel parco e nel fiume. Una scelta che combacia con altre scelte green dell’amministrazione di Paratico. Sono investimenti che consentono di avvicinare la gente alla natura in modo sostenibile. È un sostegno anche per il turismo. È l’ultimo anello di una catena che ha visto l’amministrazione in questi ultimi anni molto impegnata anche finanziariamente per impedire che la preziosa fascia a Lago del Paese venisse destinata alla costruzione di palazzine di lusso. Valorizzare ed investire sulla bellezza del territorio significa prima di tutto valorizzare chi in Paese ci abita e ci ha comprato una casa che mantiene il suo valore più che altrove.


IT’S CHRISTMAS TIME!

Valentina Colleoni

IL NATALE È ORMAI ALLE PORTE E LA CITTÀ SI RIEMPIE DI LUCI ED ADDOBBI. UN CLIMA DI FESTA CHE METTE ALLEGRIA AL SOLO PENSIERO… CON L’ECO DI EMOZIONI UNICHE


Passeggiare diventa in questo periodo dell’anno un vero e proprio “esercizio per il cuore” in quanto ammirare la giostra, gli alberi di Natale posizionati in ogni dove e le ghirlande adornate di lucine non può che proiettarci in un clima di gioia unico. Lo sanno bene Antonio e Giulia che, in una soleggiata giornata di Dicembre, hanno deciso di dedicarsi una mattinata libera, tra shopping e relax. E quale scelta migliore se non quella di passeggiare proprio nel cuore della città dove inaspettatamente si trovano di fronte una fantastica ruota panoramica: una novità che crea curiosità ma anche gioia, come un po’ a tutti i cittadini che, per la prima volta, l’hanno vista spuntare tra case e palazzi. E così i nostri ragazzi non perdono certo l’occasione di ammirarla e, perché no, di farci un giretto per ammirare la vista dall’alto. Ovviamente impossibile non coprirsi bene e quindi ecco che Giulia opta per un total look black and blue grazie alla gonna plissé ALPHA, una giacca in velluto blue notte firmata TAGLIATORE ed un gilet in volpe. Il cappellino per proteggersi dal freddo JUCCA e la borsa ORCIANI. Anche per Antonio un look total blue composto dal piumino MOORER, pantalone INCOTEX abbinato a dolcevita ZANONE e stringate HOGAN. Dalla ruota panoramica alla casa degli orsi, altra buffa novità che quest’anno consente a tutti i più piccoli di imbucare la letterina per Babbo Natale proprio vicino ai suoi amati assistenti orsi. Qui lo “spirito bambino” dei nostri ragazzi si fa sentire ed ecco che Giulia sceglie un look in abbinato ai cari amici pelosi, grazie ad un maglioncino firmato RALPH LAUREN, con jeans cinque tasche in velluto a coste bianco JACOB COHËN ed un cappotto cammello TAGLIATORE. Immancabili UGG ai piedi e cappellino con pon-pon white MONCLER Per Antonio piumino tortora MOORER, accostato a pantaloni velluto SIVIGLIA e dolcevita ZANONE. Ai piedi comode e calde stringate HOGAN.


Dagli orsi agli alberi di Natale… e qui il look si fa più elegante e raffinato: cosa di meglio quindi se non optare per un elegante nero con accenni di rosso? Ecco Antonio, con un raffinato cappottino slim abbinato tono su tono a pantaloni PAOLO PECORA dal taglio elegante e un dolcevita rosso. Ecco Giulia con una meravigliosa gonna in tulle con applicazioni PINKO, giacca in velluto TAGLIATORE e gilet in pelliccia. Ai piedi eleganti tronchetti in suede HOGAN. Un giro per i portici con l’amata cagnolina Peggy è il momento migliore per un cambio di abito: outfit più disinvolto ma sicuramente ricercato ed elegante quello scelto da Giulia, in un total white PESERICO e piumino con collo in volpe MOORER, berretta in lana e ai piedi i caldissimi MOU. E per concludere la mattina in libertà perché non fare un po’ di movimento pattinando sul ghiaccio? Ed ecco allora due look perfetti per il ghiaccio del pattinaggio di dicembre: per Giulia look RED VALENTINO, piumino MONCLER e borsa ORCIANI. Per Antonio giubbotto WOOLRICH sovrapposto ad un dolcevita ALTEA. E così tra le risate di un giro sui pattini ed una cioccolata calda, i nostri ragazzi vengono proiettati in un vero e proprio clima di festa ed allegria… The Christmas Time!!!


DRESS MORETTI BOUTIQUE Via Tricolore, 1- Spirano (BG) - Tel. 035 877402 info@morettiboutique.it - www.morettiboutique.it Seguici su Instagram e Facebook: @morettiboutique MODELS ANTONIO E GIULIA AGENCY IMAGE TIME BRESCIA


PORSCHE EXPERIENCE CENTER L’AUTODROMO DI FRANCIACORTA SARÀ IL PROSSIMO PORSCHE EXPERIENCE CENTER, IL PRIMO IN ITALIA

L’ottavo Porsche Experience Center (PEC) al mondo sorgerà in Italia, presso l’Autodromo di Franciacorta sito nel Comune di Castrezzato (BS), realizzando così una scelta strategica, figlia anche dell’importanza che riveste il mercato italiano, terzo in Europa per numero di vendite. Le opere di ristrutturazione del circuito e la costruzione di un centro dedicato ai clienti presso il sito, che con una superficie di 559.000 metri quadri è in assoluto il più grande al mondo, verranno avviati entro la fine di quest’anno. L’apertura del “Porsche Experience Center Franciacorta” è prevista per l’inizio del 2021. “Gli Experience Center incarnano l’essenza di Porsche: offrono ai visitatori l’opportunità di vivere il Marchio a 360° e di vivere un’esperienza che tocca nel profondo. Il centro di Franciacorta sarà il prossimo punto di contatto per i clienti e gli appassionati che desiderano provare direttamente l’emozione del mondo Porsche”, ha dichiarato Detlev von Platen, membro del Consiglio di Amministrazione e Responsabile Vendite e Marketing di Porsche AG. “Siamo orgogliosi che Porsche AG abbia raccolto la nostra idea di creare un Experience Center in Italia, un territorio di grande tradizione automobilistica e di veri appassionati del Marchio” ha sottolineato Pietro Innocenti, Amministratore Delegato di Porsche Italia. Solo poche settimane fa, Porsche ha inaugurato il suo secondo Porsche Experience Center in Germania, presso il circuito di Hockenheim, mentre altri sono già operativi a Lipsia, Silverstone, Atlanta, Le Mans, Los Angeles e Shanghai. Al pari degli altri Experience Center del Marchio, il PEC di Franciacorta includerà diversi tracciati e un customer center. Particolare attenzione verrà riservata ai programmi di guida avanzata in un contesto estremamente professionale e innovativo.


POSIZIONE STRATEGICA La Franciacorta è il luogo perfetto per ospitare il nuovo Porsche Experience Center, non da ultimo perché consente di utilizzare il circuito esistente come punto di partenza per lo sviluppo dei futuri tracciati di guida. Anche la zona è particolarmente interessante sia per la posizione favorevole, sia per l’offerta turistica di prestigio riconosciuta in tutto il mondo. Dal punto di vista logistico, infatti, si trova al centro del Nord Italia, a poca distanza dalla Svizzera e ben collegata a città importanti come Milano, Brescia, Bergamo e Verona. Vicina al Lago di Garda e contraddistinta da una lunga tradizione per la sua cultura enogastronomica, la Franciacorta è una destinazione turistica d’eccellenza, soprattutto in estate.


Il museo “L’automobile è femmina”, allestito all’ingresso del Vittoriale degli Italiani, ha assistito il 26 novembre ad un grande “ritorno a casa”:: l’Alfa Romeo “Soffio di Satana” rientra infatti ufficialmente nella scuderia di Gardone Riviera, per esservi ammirata assieme alle sue sorelle, la Fiat T4 e l’Isotta Fraschini. È il 28 aprile 1932, Tazio Nuvolari e Gabriele d’Annunzio conversano nella piazzetta del Vittoriale, seduti sul predellino di un’Alfa Berlina 6C 1750, presentata al Poeta per la prima volta in quell’occasione. Inizia proprio da questo incontro la grande passione di d’Annunzio per l’Alfa Romeo: alla 6C 1750 quarta serie seguiranno, in poco più di due anni, una 6C 1750 GT quinta serie e una 6 cilindri 2300 T carrozzeria berlina Touring 4 posti, targa BS 10764, soprannominata per la sua linea leggerissima “Soffio di Satana”. È su questa auto, guidata dall’autista del Vittoriale, che d’Annunzio farà viaggiare da e per Milano la contessa Evelina Scapinelli Morasso, sua ultima amante, soprannominata Manah, Maya e Titti.

SOFFIO DI SATANA


Dopo la morte del Poeta, nell’estate del 1946, Soffio di Satana viene venduta alla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio dall’allora Commissario Straordinario della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, per appianare parte dei debiti accumulatisi durante il periodo della guerra. Dopo molti anni e un ulteriore passaggio di proprietà, nel settembre 2017 Soffio di Satana riappare in uno dei lotti di punta dell’asta di “Auto classiche” organizzata da Pandolfini di Firenze, con una base d’asta di mezzo milione di euro. Un’azione della magistratura ha riconosciuto Soffio di Satana come un bene inalienabile del Vittoriale, ne ha disposto il sequestro e il ritorno a casa. Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, ha commentato: “Abbiamo aggiunto un altro - prezioso - tassello alla “riconquista” di tutto il Vittoriale e dei suoi beni. E l’operazione portata a compimento è tanto più importante perché la mostra ‘L’automobile è femmina’ è accessibile a tutti, gratuitamente”.

La storica Alfa Romeo 6C 2300 T di d’Annunzio torna al Vittoriale dopo oltre settant’anni



rammarimarquez ANCHE QUEST’ANNO LA MOTO GP SI INCHINA A MARC MARQUEZ IL NUOVO FENOMENO Fotografie Claudia Cavalleri

Marquez ha messo sotto chiave il suo ottavo titolo mondiale e per il momento nessuno sembra poter ostacolare il percorso che quasi certamente lo porterà a diventare il più grande campione di tutti i tempi. Lui è la sua Honda anche quest’anno sono stati il binomio vincente in grado di sgretolare la concorrenza di Ducati e Yamaha e della ritrovata Suzuki tornata a farsi vedere spesso nelle prime file. La KTM, ultima arrivata, tiene il passo dei migliori. Nuovi piloti in grado di dare spettacolo? Qualcosa si è visto. Fabio Quartararo su tutti proprio in sella alla KTM, i due Espargarò e quell’Alex Rins che si è preso la soddisfazione di beffare Marquez sul traguardo di Silverstone. Poi le vecchie glorie, capaci sì di qualche fiammata, ma niente in grado di impensierire l’uomo più veloce. I connazionali, sempre affezionati a Valentino, sperano che lo spagnolo non possa mai superare i nove titoli del Dottore ma già otto sono dietro le spalle, Marquez è ancora giovane e non sembra intenzionato a smettere adesso. È quasi sempre il più veloce su ogni circuito, a dire il vero, senza una gran concorrenza anche se Dovizioso ci ha provato seriamente prima della caduta. La crescita della casa bolognese è evidente ma, per sfortuna o incidenti, non è riuscita a tener testa alla Honda. Fiammate di Petrucci e di Morbidelli qualche sprazzo da Vignales ma il numero uno è ancora e sempre lui. Quasi da rendere noiose le gare, a meno che qualcuno non riesca a beffarlo al traguardo com’è riuscito a fare Rins. Tutto il resto è stato Marquez. E all’orizzonte non sembra per il momento esserci qualcuno in grado di stargli davanti.

Nelle immagini di queste pagine un cocktail delle tante immagini che Claudia Cavalleri, “nostra” inviata sui circuiti del Motomondiale, è solita invarci all’indomani di ogni gara. Una gallery fatta di adrenalina, di tensione e di stupore con i protagonisti colti in tanti momenti prima, durante e dopo le gare


Se, in Formula 1, pare che il giovane Leclerc sarà quello che metterà alle corde il grande Hamilton, in moto GP non sembra davvero esserci ancora nessuno in grado di impensierire davvero il campione spagnolo. Ci è piaciuto vedere il 46 di Valentino Rossi, ancora qualche volta lottare nelle prime file per provare a stare al passo di Marquez, anche se è stato chiaro a tutti che, quest’anno, la moto del campione italiano non era all’altezza della concorrenza, costringendolo spesso a subire distacchi imbarazzanti non certo imputabili ai piloti. Speriamo per l’anno prossimo di veder crescere le scuderie di Aprilia e KTM e di scoprire qualche giovane pilota che riuscirà a dare un po’ di filo da torcere a Re Marquez. Ringraziamo Valentino Rossi per quello che ha dato a questo sport e ai colori italiani, continuando a tifare per lui finchè deciderà di correre.



COPPA DELLE ALPI BY 1000 MIGLIA Fotografie 1000 Miglia

DAL 4 AL 7 DICEMBRE SCORSI È ANDATA IN SCENA LA PRIMA GARA INVERNALE DI REGOLARITÀ PER AUTO STORICHE: 1.200 KM TRA ITALIA, AUSTRIA, GERMANIA E SVIZZERA, CON BEN 15 PASSI ALPINI, PERCORSI IN 4 TAPPE (BRESSANONE, SEEFELD IN TIROL, ST. MORITZ E PONTE DI LEGNO-TONALE)

Va in archivio la Coppa delle Alpi 2019, gara di regolarità ufficialmente inserita nel Campionato Italiano Grandi Eventi e prima invernale organizzata da 1000 Miglia Srl, la società che dal 2013 organizza la corsa della Freccia Rossa. Alla gara hanno partecipato 45 vetture, costruite fino al 1976, che si sono date battaglia in 4 tappe lungo le Alpi di Italia, Austria, Germania e Svizzera. Mercoledì 4 dicembre gli equipaggi sono partiti da Brescia e, percorrendo il tratto panoramico della Gardesana, hanno raggiunto la Val d’Adige per concludere la prima tappa con lo svolgimento delle prove speciali e la premiazione del Trofeo Bressanone: al primo trofeo legato alle città di tappa sono seguiti il Trofeo Seefeld per la seconda giornata e il Trofeo St. Moritz per la terza. Alla partenza della seconda giornata di gara (giovedì 5 dicembre) le vetture hanno fatto rotta verso Cortina d’Ampezzo dove sono sfilate prima di dirigersi al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo per poi puntare il confine austriaco e arrivare a Seefeld nel pomeriggio: qui, nella centralissima Dorfplatz, c’è stata la passerella di presentazione al pubblico. Durante la tappa le auto in gara saranno impegnate nel superamento di 3 passi alpini (Sella, Pordoi e Falzarego), una dura prova per la tenuta di equipaggi e mezzi.




I passaggi piÚ suggestivi della terza tappa (venerdÏ 6 dicembre) da Seefeld a St. Moritz sono stati i tratti iniziali verso la Germania, la zona dei laghi Schwangau e il Castello di Neuschwanstein, fino a raggiungere il caratteristico Lago di Resia. Nell’ultima giornata – la quarta, sabato 7 dicembre - le auto sono rientrate in Italia passando dal lago di Livigno e dalla Cava di Montebello a Pontresina per concludere la gara nel centro di Ponte di Legno. In serata, suggestiva salita a oltre 2.500 metri per la cerimonia di premiazione nello scenario unico del ghiacciaio Presena al Passo del Tonale.



“È stata un’esperienza unica - ha dichiarato l’amministratore delegato di 1000 Miglia srl, Alberto Piantoni - vedere sfrecciare tra il candore delle montagne innevate e paesaggi naturali mozzafiato queste auto che hanno fatto la storia. Questa formula attraverso le Alpi di 4 Paesi ha raccolto tanti consensi e gradimento, e siamo già pronti per lavorare alla prossima edizione”. “La Coppa delle Alpi - ha commentato Franco Gussalli Beretta, presidente di 1000 Miglia srl - è stata per noi una grande emozione sia per l’aspetto sportivo sia perché rappresentava un banco di prova organizzativo di notevole impegno e difficoltà. Per la prima volta abbiamo messo a disposizione il nostro know-how in una gara invernale sulle strade di quattro diversi Paesi. Siamo orgogliosi di aver fatto rivivere agli equipaggi le sensazioni uniche di una delle gare di più antica tradizione”. I concorrenti primi classificati assoluti e i vincitori dei tre Trofei delle città di tappa Bressanone, Seefeld e St. Moritz riceveranno la garanzia di accettazione alla 1000 Miglia 2020.


VIOLENZA CONTRO LE DONNE

un piano quadriennale per il contrasto LA REGIONE LOMBARDIA HA APPROVATO UN PROGETTO PER CONTRASTARE IL FENOMENO DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE Consolidare le reti territoriali antiviolenza sparse sul territorio, rafforzare e qualificare le strutture di accoglienza e la collaborazione tra i servizi specializzati e i servizi generali, sostenere adeguatamente politiche di prevenzione a trecentosessanta gradi e di formazione a tutto campo. Sono queste le principali finalità del Piano Quadriennale regionale per il Contrasto alla Violenza contro le Donne 2020-2023 approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità Silvia Piani. In Lombardia il 31,4% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza. Secondo i dati dell’Osservatorio Regionale Antiviolenza (che fa riferimento alle donne prese in carico dai Centri Antiviolenza lombardi nel 2018), le forme di violenza subite sono multiple e hanno riguardato in primis la violenza psicologica (86,5% delle donne), e, a seguire, la violenza fisica (72,9%), la violenza economica (31,6%), lo stalking (19,6%) e la violenza sessuale (13,1%). Il maltrattante nel 86,3% dei casi è il partner o l’ex partner. Dal 2013 al 2018 è aumentato il numero delle donne seguite dai centri antiviolenza della Lombardia. Se nel 2013 erano 2700 le donne a rivolgersi ai centri, nel 2018 sono stati oltre 6000 i contatti e 4295 le accoglienze. Nel corso del 2019, le donne prese in carico per i primi 9 mesi risultano già essere 4700. “Quello della violenza è purtroppo un fenomeno non in diminuzione, ma anche in forte emersione, come ci testimoniano gli accessi alle nostre reti capillari. Sempre più donne infatti - ha spiegato l’assessore Piani - si rivolgono ai centri antiviolenza.

Gli accessi e i percorsi delle donne avviati nel corso del 2018 sono stati 4629 in provincia di Milano (17 centri); 1332 in provincia di Brescia (5 centri); 959 in provincia di Varese (6 centri). 819 in provincia di Monza e Brianza (3 centri); 804 in provincia di Bergamo (5 centri); 543 in provincia di Pavia (3 centri); 501 in provincia di Como (1 centro); 305 in provincia di Cremona (3 centri) ; 497 in provincia di Lecco (2 centri); 455 in provincia di Lodi (1 centro); 423 in provincia di Mantova (3 centri); 56 in provincia di Sondrio (1 centro); (Dati Osservatorio Regionale Antiviolenza)

Dai dati ci risulta che lo facciano soprattutto per telefono oppure con un contatto diretto presso le nostre sedi in quasi tutti i casi di violenza e chiedono soprattutto supporto psicologico. Diversa solo la modalità di contatto per le violenze sessuali non in ambito domestico, per le quali il 71% si rivolge ai Pronto Soccorso per chiedere un trattamento sanitario”. DONNE MALTRATTATE QUASI SEMPRE NON OCCUPATE La maggior parte delle donne prese in carico ha un titolo di studio di primo o secondo grado (diploma inferiore o superiore 70%) ma non ha un’indipendenza economica o un lavoro stabile (46%). “La violenza ha spesso origine dalla disparità di potere economico esistente tra uomini e donne. La maggior parte delle maltrattate - ha aggiunto Silvia Piani - non ha un’occupazione ed è perciò più vulnerabile, per questo Regione Lombardia crede fortemente nel sostegno ai percorsi di empowerment femminile, riconoscendo uno stretto legame tra uscita dalla violenza e recupero dalla piena autonomia”. Il tasso di occupazione in Lombardia è superiore alla media italiana (49,5%), attestandosi intorno al 60%, ma le funzioni di cura sono ancora affidate prevalentemente alle donne. Le donne lombarde sacrificano il proprio tempo libero (17,5% della giornata rispetto al 20,6% degli uomini) a favore del lavoro familiare (18,5% rispetto al 7,6% degli uomini).



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