Qui Bergamo n.ro 307

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BERGAMO

MAGAZINE

CMP BERGAMO

SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

ANNO 32 - N° TRECENTOSETTE- FEBBRAIO 2024 - € 5

IN COPERTINA

ELENA CARNEVALI CANDIDATA SINDACA MONS. GIULIO DELLAVITE MARTINA BAGNOLI GIORDANO BRUNO GUERRI BRUNO BOZZETTO CHIARA BAZZANI STEVEN CAVAGNA PAOLA MENEGHETTI ATELIER ASCARI PUNTO GEL FESTIVAL PIANISTICO 2024 IMPOSSIBLE MUSEUM LA NUOVA TAYCAN AUTOTORINO VOLA LE DONNE DEL TURISMO FONDAZIONE ARMR

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PROTAGONISTI ELENA CARNEVALI Vito Emilio Filì

GIULIO DELLAVITE

MARTINA BAGNOLI

CHIARA BAZZANI

GIORDANO BRUNO GUERRI

BRUNO BOZZETTO

MA È DAVVERO L’UNICA SOLUZIONE? Dopo aver “riqualificato” il Piazzale degli Alpini, privandolo della bellissima fontana diventata inutile, di qualche superflua aiuola e pavimentandolo il più possibile con una bella spianata di cemento, si sono creati i presupposti per un suo utilizzo molto sociale. Infatti in quel posto adesso è possibile radunare migliaia di persone ad ascoltare concerti, guardare bancarelle natalizie, mangiare panini e strudel ma anche assistere ad eventi culturali. E il gioco è fatto. Abbiamo trasformato un posto frequentato da sfattoni e ubriachi molesti in un santuario della cultura e come tutti i santuari va protetto. Con una bella cancellata che circonderà tutto il Piazzale, su tutti i lati. Sarà fatta bene, di design, con effetto vedo non vedo e porte girevoli da cui entrare e uscire. Qualcuno della stessa maggioranza, ha osato mettersi di traverso, rammentando che il programma non prevedeva alcuna chiusura del piazzale e che la sinistra ha sempre preferito aprire gli spazi piuttosto che chiuderli. Dall’opposizione hanno ricordato quando la destra aveva proposto una soluzione simile ed era stata presa a sassate da chi oggi spenderà ben 800 mila euro per recintare il problematico spazio pubblico e con provvedimento attuativo d’urgenza in modo da renderlo fruibile, a chi organizza concerti ed eventi, già dalla prossima primavera. Con buona pace dei residenti già sul piede di guerra per il disturbo arrecato dalle serate di musica a tutto volume.

SIA FATTA LUCE SUL MONUMENTO DEL PIROVANO

STEVEN CAVAGNA

ACHILLE FUNI

L’imponente entrata del cimitero di Bergamo è un monumento prezioso che andrebbe valorizzato e invece rimane immerso nel buio. Venne illuminato in occasione della visita con concerto del Presidente della Repubblica dopo il disastro del Covid ma, da allora, il portale che ci immette nell’aldilà, quando viene sera rimane buio, quasi nascosto, spettrale. Suggeriamo di chiedere ad uno dei tanti performer delle luci che hanno caratterizzato in lungo e in largo l’anno della Capitale della Cultura, di donare a questo luogo la luce perpetua che merita anche per valorizzare un’opera unica nel suo genere realizzata dal grande architetto Ernesto Pirovano. Se ciò avvenisse magari in occasione dell’anniversario dei giorni del Covid, sarebbe un bel regalo alla città, a quella che sta al di là di quel muro, ma anche per gli occhi di chi la vede stando ancora da questa parte.

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PAOLA MENEGHETTI

BERGAMO TORNA A CRESCERE IN CONTROTENDENZA RISPETTO AI DATI NAZIONALI LA POPOLAZIONE DELLA CITTÀ AUMENTA E SI ATTESTA A 121.824 ABITANTI AL 31 DICEMBRE 2023. IN CRESCITA ANCHE IL NUMERO DI NUOVI NATI RISPETTO AI TRE ANNI PRECEDENTI: SONO STATI 799 NEL 2023

Dal 2015 a oggi la città ha sempre avuto un trend positivo per quanto riguarda i suoi abitanti, una linea sempre in segno + a eccezione dell’anno 2020, quello della pandemia e del covid19, che moltissimo hanno segnato la storia del capoluogo orobico. Il 2023 non fa eccezione: al 31 dicembre 2023 gli abitanti di Bergamo tornano a sfiorare quota 122mila abitanti, ben 121.824, valore che riporta la città a un passo dai livelli pre-pandemia. Rimane costante la percentuale di composizione di genere degli abitanti della città, con 64085 donne e 57739 uomini. Un ultimo interessante dato riguarda i nuovi nati. Anche in questo caso il trend è positivo, una leggera crescita che riporta il numero di neonati a quota 800, un numero comunque al di sotto delle quote degli anni pre-pandemia. Interessante la ripartizione per genere dei nuovi nati: nel 2023 son nate 374 bambine e ben 425 maschi, trend in controtendenza rispetto agli anni pre-pandemia.

JACOPO ASCARI

AURORA MINETTI DIEGO ZANOLI

FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE BRESCIA BERGAMO

mai dire

KITSCH

Abitanti di Bergamo

il

“diversamente bello”

MAI DIRE KITSCH DIVERSAMENTE BELLO

a cura di Renato Corsini

COVID

LE TOP MODEL DEGLI ANNI 90

DONNE DEL TURISMO

MATTEO E FLAVIA ERIKOUSSA MON AMOUR

UN FRANCOBOLLO DI POESIA

PLINIO VANINI

CANDELORA - FESTA DELLE LUCI Un altro anno si incaglia in giorni pieni di nulla tra mondi bionici che perdono la via senza candele per l’anima. Anonimi passaggi social marcano confini global confinati nell’etere cosmico che purificherà mille solitudini. Appagherò la brama d’amore quando offrirò i calzari alati di Flora a colei che vorrà sussurrarmi ti amo. Serti adorni di fiori porgerò solo a colei che saprà abitare negli abissi illuminati del cuore pronta a volare insieme nella luce che sconfigge ogni cupo inverno. Benito Melchionna - 2 febbraio 2024


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ELENA CARNEVALI


CANDIDATA AL COMANDO DI PALAZZO FRIZZONI CHIAMATELA SINDACA O SINDACO SAREBBE LA PRIMA VOLTA DI UNA DONNA A BERGAMO

PER UNA CITTÀ AMICA DELLE FAMIGLIE Tommaso Revera - Ph. Paolo Stroppa

Anche a Bergamo i tempi sembrano maturi per una donna Sindaco, cosa ne pensa? “La società si sta proiettando verso un cambiamento che vede le donne investire sulla propria formazione e ricoprire ruoli di responsabilità nel mondo del lavoro, delle imprese, della ricerca, nella politica, nelle esperienze associative. Ritengo che i tempi siano maturi per una Sindaca, anche per la nostra città. Poi, alla fine, gli elettori voteranno la persona che avrà loro ispirato più fiducia”. Dalla prima elezione dell’avvocato Antonio Cavalli avvenuta nell’aprile del 1945 e fino al prima elezione di Giorgio Gori del 23 febbraio 2014, si sono susseguiti 11 sindaci a Bergamo, tutti uomini. Almeno 12 i vicesindaco (tra cui una sola donna, Ebe Sorti Ravasio), 5 i presidenti del consiglio comunale (tra cui una sola donna, Marzia Marchesi), 140 assessori (solo 16 donne), 319 consiglieri (solo 43 donne): è ora di invertire questo trend, non crede? “Penso che lo sia già da molto tempo. Un incremento delle donne nelle istituzioni porta di per sé nuovi punti di vista. Detto questo voglio essere valutata per le mie idee e per quelle della coalizione che mi sosterrà”.

DOPO L’ESPERIENZA MOLTO LABORIOSA IN PARLAMENTO, ELENA CARNEVALI SI RIMETTE IN GIOCO PER TORNARE A PALAZZO FRIZZONI, DOV’È STATA APPREZZATA E INFATICABILE ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI, PER ESSERE LA PRIMA DONNA A RICOPRIRE LA CARICA DI SINDACO. IL SUO NOME, COME EREDE DI GIORGIO GORI, CIRCOLAVA DA TEMPO E DOPO LA RINUNCIA DI SERGIO GANDI, ATTUALE VICE SINDACO, È ARRIVATA L’INVESTITURA UFFICIALE

Quale valore aggiunto porterebbe una donna a Palazzo Frizzoni? “Vivere e vedere la città come donna, come lavoratrice, come studentessa, come disoccupata, come mamma, come colei che assiste i genitori anziani, ricoprendo dunque ruoli diversi contemporaneamente, comporta tutta una serie di difficoltà sicuramente note agli uomini, ma di cui non possono fare esperienza diretta. È un’opportunità che, sono convinta, possa trasformarsi in una maggiore sensibilità che avrà un peso importante nelle scelte di governo della città”. C’è una donna a cui si ispira in particolare? “Più di una, ma dovendo scegliere direi mia madre. Mio padre ci ha lasciati quando avevo 16 anni, era il 1981. Non so se si ricorda cos’era l’Italia nel 1981, un altro mondo, un altro sentire, un’altra condizione femminile. Lei, con un ruolo di responsabilità in un’azienda, ha saputo portare avanti una famiglia con tre figli e ci ha insegnato che quando si cade, ci si rialza e si va avanti. Ci ha insegnato quanto sia importante essere indipendenti, perseguire i propri traguardi e allo stesso tempo essere fortissimamente legati alla famiglia”. Cosa l’ha spinta a raccogliere il testimone di Giorgio Gori? “I dieci anni dell’amministrazione Gori hanno cambiato in positivo Bergamo dando una spinta straordinaria alla città. Questa non è un’opinione, è un fatto. Ma il cambiamento non è ancora stato portato a termine, va completato, aggiornato alle nuove istanze e migliorato. Bisogna prendersi cura di tutto ciò che è stato realizzato e portare avanti i grandi progetti come il tram per la Valle Brembana, il treno per Orio, il raddoppio della Bergamo-Ponte San Pietro, la nuova stazione e il comparto di Porta Sud, destinato a diventare un nuovo quartiere cittadino. In ogni caso il testimone che lascia Gori è fatto di grandi opportunità ancora da cogliere e tanto lavoro da fare. E poi, mi lasci dire, essere sindaca è un compito bellissimo. Un impegno a tempo pieno a cui dare anima e corpo”.

DETERMINATA E SENSIBILE. SA ESSERE AUTOREVOLE. DEL SEGNO DELLA VERGINE, DINAMICA, FEMMINILE, SI DISTINGUE PER SENSO PRATICO E CREATIVITÀ. 7


“Sarà necessario garantire a tutte le persone che hanno creduto nel cambiamento della nostra città che questo moto innovatore e riformista, visionario e pragmatico, ottimista e tenace, continui con me facendo di Bergamo una città sempre più europea e sempre più attenta alle persone e alle famiglie”.

Con quale stato d’animo si appresta ad intraprendere la campagna elettorale? “A Brescia Laura Castelletti ci ha confidato che, nel mese e mezzo di campagna elettorale, le sembrava ‘di essere entrata a testa in giù in un frullatore’… Ha presente quando ci si sta per tuffare da uno scoglio molto alto? Ti prende quella cosa allo stomaco che potrebbe immobilizzarti. Poi ti butti e in un attimo sei in acqua. Ecco, io sono in questa precisa condizione, sto nuotando in un mare di cose da fare. E nuoto come un pesce!”. Come giudica la sua elezione? Pensa possa essere di buon auspicio anche per lei? “Stimo molto Laura e l’ottimo lavoro che ha fatto e sta facendo per Brescia. La scelta dei nostri amici bresciani è la dimostrazione che ciò che conta davvero sono le idee e la determinazione con cui queste si portano avanti. Sono certa che lo spirito di collaborazione e l’interazione fra le due realtà che la Capitale della Cultura ha seminato troveranno prospettive sempre più interessanti, non solo nel campo della cultura, ma in ogni settore a partire dal tessuto industriale”. Si aspettava un’altra donna a contenderle lo scranno più alto di Palazzo Frizzoni? “Sinceramente non ho mai affrontato la questione da questo punto di vista, anche perché non spettava a me scegliere il/la competitor. Era quindi meglio spendere il mio tempo nell’ascoltare le persone che hanno avuto la pazienza e la gentilezza di esprimermi le loro idee per la città. Cosa che continuo a fare”. Stando alle statistiche demografiche 2023 di ‘Bergamo in cifre’, nella nostra città vivono 64.131 donne e 57.821: basterà far leva sulla solidarietà femminile per diventare la prima Sindaca di Bergamo? “Sarà necessario garantire a tutte le persone che hanno creduto nel cambiamento della nostra città che questo moto innovatore e riformista, visionario e pragmatico, ottimista e tenace, continui con me facendo di Bergamo una città sempre più europea e sempre più attenta alle persone e alle famiglie”. Avremo tempo di conoscere il suo programma elettorale: ci confidi, però, la sua priorità? “Da una parte ci sono le urgenze da affrontare, quindi tutti i lavori che devono essere realizzati entro il 2026 perché finanziati dal PNRR. I cantieri per le grandi opere infrastrutturali porteranno inevitabili disagi che la nuova amministrazione dovrà governare e mitigare il più possibile. Dall’altra, l’obiettivo è contrastare il calo demografico e rendere Bergamo Città amica delle Famiglie, ovvero un luogo dove i giovani possano immaginare di costruire il loro futuro perché nella nostra città troveranno politiche abitative che li facilitino, servizi che li sostengano nella crescita dei figli così come nell’assistenza dei loro anziani; una città dove diminuisce costantemente l’inquinamento, e una città capoluogo di un sistema produttivo in grado di garantire lavoro di qualità. In uno scenario globale di incertezza e sfiducia nel domani, la risposta può, anzi, deve venire dalle città che non si arrendono a questa deriva ma lavorano per garantire un futuro migliore ai loro cittadini. A continuare da Bergamo”.

Quando conobbe Guido, lui aveva già un figlio. Insieme, poi, ne hanno avuti due, Chiara (che fa il dottorato a Genova) e Luca (che studia medicina, settore emergenze urgenze). Tra le altre esperienze, anche quella di «genitore sociale», da tutore per una ragazza grande più o meno come i suoi e considerata come una sorella dagli altri figli. 8

E, visto che di grande attualità, cosa pensa della città tutta zona 30? “Penso che il modello giusto sia graduale e selettivo. Bisogna procedere con buon senso e a piccoli passi, concentrandosi sulle strade di quartiere e le zone sensibili, i borghi storici e le strade strette, lasciando le strade principali di collegamento tra quartieri a 50kmh. C’è da dire che una volta introdotte le zone 30 bisogna farle rispettare. La soluzione non può essere quella di riempire la città di autovelox, ma bisogna informare tempestivamente gli automobilisti quando oltrepassano il limite, attraverso i rilevatori di velocità con apposita segnaletica oppure installando i semafori intelligenti che fanno scattare il rosso in caso di eccessiva velocità (sperando che il ministero si attivi finalmente a consentirli). La sfida delle zone trenta è una sfida culturale verso una maggiore sicurezza e deve essere portata avanti condividendola con i cittadini. Del resto, anche nei quartieri mi hanno espresso la stessa necessità”.


Nata a Bergamo il 30 agosto 1964 quindi della Vergine. È cresciuta a Ciserano. Dal 1991 vive a Bergamo con il marito e i due figli. Dopo il Diploma all’Istituto Angela Merici ha conseguito la Laurea in Fisioterapia, ha esercitato come terapista della riabilitazione in case di riposo a Calusco D’Adda, in via Gleno a Bergamo ed infine presso l’Azienda Ospedaliera di Bergamo, unendo alla professione un crescente impegno nel volontariato con l’Associazione Disabili Bergamaschi. Nel 1999 viene eletta al Consiglio Comunale. Nel 2004, è nominata Assessore alle Politiche Sociali, migrazione e cooperazione internazionale. Nel 2009 viene confermata a Palazzo Frizzoni e, nel 2013, eletta alla Camera. Farà parte della Commissione Affari Sociali. La legge sul “Dopo di noi” porta la sua firma, così come oltre 100 disegni di legge, le decine di interrogazioni e di mozioni di cui è stata protagonista, o ancora le migliaia di emedamanti proposti. Una combattente capace anche di votare ben 23 volte contro il suo schieramanto politico. Viene rieletta nel 2018 e con sempre maggiore determinazione si occupa dei problemi dei più fragili, dei portatori di handicap, di chi ha problemi di anoressia, degli anziani e dei minori.

ELENA CARNEVALI

Termina l’esperienza parlamentare con le consultazioni del 2023 dove aveva dovuto correre, paracadutata, in un collegio nel quale non la conosceva nessuno. Nel PD le logiche non sono cambiate... ma la sua rinuncia alle ultime politiche a favore di uno più in vista di lei nel Partito, le hanno consentito di alzare il dito per essere la candidata ideale del centrosinistra a Palazzo Frizzoni. Dopo il ritiro di Sergio Gandi dalla corsa, si sono aperte tutte le buste e il suo nome è andato bene a tutti quelli che hanno sostenuto Giorgio Gori in questi dieci anni.

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MONS. GIULIO DELLAVITE IN MEZZO ALLA GENTE NON SOLO IN CURIA

Tiziana Genise ph. Sergio Nessi

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Vuole un caffè? Inizia così la mia chiacchierata con Monsignor Giulio Dellavite, classe 1971, attualmente anche parroco della Madonna del Bosco, che con trasporto racconta a braccio la sua vita di uomo di Chiesa, con ruoli manageriali in Santa Sede e in Diocesi, uomo di comunicazione e autore di libri.

La Chiesa dedicata alla Madonna del Bosco si trova ad Astino e furono i frati del vicino monastero a costruire in questo posto una prima piccola cappella per raccogliersi in preghiera anche durante il lavoro nei campi.

Un’immagine della Madonna del Bosco in una vetrata nella volta della chiesetta

Qual è la sua storia? “Divento sacerdote nel ‘96, dopo 4 anni come curato ad Almé, studio diritto a Roma e nel 2002 entro in Santa Sede come Segretario del Cardinale Re. Rimango 10 anni al termine dei quali torno a Bergamo e riporto in Diocesi la mia esperienza romana con la nuova figura del Segretario Generale che, nel 2023, con la riforma della curia, cambia: sulla scorta dell’esperienza dei 10 anni passati, nasce la segreteria logistica centrale e il Segretario Generale diventa il Delegato Vescovile per i rapporti istituzionali che rappresenta la diocesi nel mondo laicale, delle istituzioni e con i media”. Quando diventa parroco? “Il ruolo di Delegato Vescovile mi piace ma per farlo al meglio è sano interfacciarmi con la comunità così, nel 2022, approdo alla Madonna del Bosco. Essere parroco in questa parrocchia, che conta 100 abitanti, è un’esperienza curiosa perché seppur non si faccia catechismo e non ci sia oratorio, durante le Messe c’è un alto numero di fedeli, superiore a quello dei parrocchiani. Questo evidenzia la prospettiva della Chiesa: la parrocchia resta sì un punto di riferimento ma i fedeli non la sentono più di appartenenza in base al luogo”. 13


MONS. GIULIO DELLAVITE IN MEZZO ALLA GENTE NON SOLO IN CURIA

La spiritualità come si sta evolvendo? “I fedeli sono alla ricerca di una spiritualità più intensa, profonda ed esigente e noi preti dobbiamo alzare il livello dell'omelia perché è lì che possono trovare contenuti interpellanti. La spiritualità è personale, staccata dalla comunità e questo è un passaggio su cui la Chiesa si deve interpellare perché la ricerca della spiritualità è sempre più individuale e, solo giunta a maturazione, riavvicina alla comunità e di questo ne ho la riprova ogni giorno con la mia predica “virtuale””. Predica virtuale? “Nel 2005, su sollecitazione di alcuni amici, mando loro la mia predica e da allora, con un passaparola che mai avrei immaginato, quella mail a qualche amico diventa una comunità di duemila persone che leggono la mia omelia, la commentano e, cosa ancora più bella, lo fanno in maniera slegata da me. Non è don Giulio ad interessarli ma il contenuto: è capitato mi girassero le mie riflessioni invitandomi a leggerle per la predica della Domenica non sapendo che le avevo scritte io”. Che ruolo ha la Chiesa della Madonna del Bosco in questa ricerca? “Questa Chiesa non ha la struttura della parrocchia e non è un santuario, eppure i fedeli vengono per la Messa: questo è uno dei miracoli più belli, crea comunità. Una comunità di gente che cerca spiritualità prima che religiosità”.

La ricerca di spiritualità è cambiata con il Covid? “Il periodo del Covid, con le Messe trasmesse in televisione, ha evidenziato che chi era abituato alla Messa come ritualità ha continuato a guardarla in TV senza tornare in Chiesa ma c’è anche chi si è avvicinato alla Messa grazie alla TV. La televisione e i social hanno fatto da ponte al Vangelo. Quando si parla della “Chiesa in uscita” di Papa Francesco, io la vedo anche nell’utilizzo dei social network per la ricerca di spiritualità. La Chiesa in uscita è anche una Chiesa sui social, la Chiesa del villaggio globale”. Papa Francesco: cosa ne pensa? “È un Papa provocatore, un Papa determinato che si trova davanti a un sistema che funziona da sempre in un dato modo e che lui vorrebbe cambiare ma non sempre riesce perché ha bisogno della struttura che non può permettersi di incepparsi. Ancora più importante, il minimo comun denominatore di ogni decisione papale è mondiale il che rende ogni cambiamento estremamente complesso. Per questo, spesso, appare come il Papa dalle grandi prospettive che poi non si attuano”. 14

Nonostante un restauro effettuato in passato sul quadro della Madonna del Bosco gli alberi sono quasi invisibili e si intravedono solo leggermente sullo sfondo. Nella pagina accanto una deliziosa Maria Bambina in una culla davvero regale


Torniamo a lei: si vocifera ci possa essere un futuro tra le alte sfere della città. “La mia prospettiva è restare qui a lavorare in questa dimensione e progredire in diverse direzioni: la ridefinizione del nuovo ruolo come delegato vescovile che ha una missione ben precisa; la comunità e lo scrittore o il fare formazione su temi etici a professionisti e aziende”. Vero, lei è anche scrittore... “Ho scritto quattro libri editi da Mondadori. Qualche anno fa un’amica manda una delle mie riflessioni ad Aldo Cazzullo che si trova a New York con Francesco Anzelmo, direttore saggistica di Mondadori: stanno aspettando un’e-mail quando ricevono la mia omelia. Il direttore ne rimane colpito e mi propone di fare un libro. Così, nel 2011, nasce “Benvenuti al ballo della vita”. In seguito Anzelmo, dati i miei studi e il mio curriculum da manager, mi chiede di unire queste esperienze e nel ‘19 viene pubblicato “Se ne ride chi abita i cieli”. L'anno dopo scoppia il covid e, nel ‘21, pubblichiamo “Ribellarsi”. L’ultimo, uscito nel ’23, è “L’elogio della normalità”. Prima di salutarci, don Giulio mi porta con orgoglio a vedere la “sua” Chiesa: la Chiesa della Madonna del Bosco venne eretta come eremo per i monaci del vicino Monastero e come luogo di preghiera a servizio dei contadini che lavoravano nella zona. Al suo interno custodisce la statua della Madonna, il crocefisso e la pala d'altare che appartenevano al Monastero e che, una volta abbandonato, sono state trasferite nella chiesetta”.

I libri pubblicati da Mons. Giulio Dellavite (Edizioni Mondadori)



FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia

GIOVENTÙ DIGITALE Dicono i dati statistici che quest’ultima generazione è l’unica, dal dopo guerra ad oggi, che sta peggio rispetto a quella precedente. Ha ereditato una serie di grandi problemi che vedono ricadere la responsabilità, senza alcun dubbio, sui loro avi e sul loro modo errato di interpretare il mondo. Qualche anno fa i giovani venivano persino definiti con arroganza dei “bamboccioni” da parte di qualche solone politico che non sapeva nemmeno interpretare la realtà quotidiana e che viveva confinato tra privilegi fuorvianti. Ma vediamo meglio a cosa va incontro la generazione Z, quella che rappresenta i nati dal 1995 al 2010, i cosiddetti nativi digitali. L’aspetto che più li colpisce è sicuramente l’incertezza perenne delle cose. Non c’è nemmeno una comfort zone che possa sostenere nel tempo i presupposti della loro serenità.

lunario, alla perenne ricerca di un effimero posto migliore che non si troverà mai. Impensabile poi arrivare alla pensione nella stessa azienda, come facevano molti dei loro nonni. Appunto la pensione, altro caposaldo crollato sotto il pesantissimo peso dei debiti mostruosi accumulati dalle precedenti irresponsabili generazioni. Meglio non parlare della politica attuale e del senso dello Stato, perché gli esempi cattivissimi lasciati ai giovani li hanno completamente allontanati persino dal voto. E poi ci sono i problemi ambientali di un mondo impazzito per aver visto consumare le sue finite risorse per soddisfare gli infiniti desideri del moderno uomo capriccioso. Tutto ciò non solo ha portato tanta incertezza, come si diceva prima, ma anche una innata paura per un futuro che diventa non più interpretabile e che semplicemente invoglia a vivere alla giornata, restando solo

Oggi le famiglie si sfasciano con veloce facilità, sgretolando quell’aurea di protezione che i genitori uniti sembravano garantire. I valori affettivi, e i ruoli conseguenti, vengono sovvertiti da elucubrazioni gender che nulla hanno a che fare col ciclo naturale delle tradizioni umane. I rapporti interpersonali, basati su un contatto fisico capace di accrescere la sensibilità dei cinque sensi del corpo, sono soppiantati da algoritmi elettronici e da social virtuali che fanno preferire i cuori digitali di approvazione e le emoticon artefatte per rappresentare volti non umani. Così non si guarda più nel profondo degli occhi, ma si scava nell’apparenza finta di uno smartphone luccicante. Dopo gli studi, in un contesto scolastico senza più regole e senza più meriti, si apre un mondo del lavoro sempre ostile, dove la produttività e la competizione la fanno da padrone assolute. Gli stipendi per i neo assunti sono così bassi che pensare di acquistare una casa e creare una famiglia, cosa possibilissima anche per l’ultimo degli operai della generazione precedente, è diventa una chimera irraggiungibile. Così non si lavora più con una passione sincera, ma si pensa solo a sbarcare al bell’e meglio il misero

con quello che c’è adesso nel momento presente. I sogni così si spengono in fretta, trasformando i tanti viaggiatori di un tempo con una meta ben chiara in tantissimi viandanti moderni senza un traguardo da raggiungere. Premesso tutto ciò, i giovani di oggi vanno perciò considerati come dei veri e propri eroi del nuovo millennio, persino troppo buoni, tanto da non voler usare nemmeno troppa violenza verso chi ha distrutto tutte le loro sacro sante aspettative. E sono pure dei coraggiosi che sanno aggrapparsi ad una nuova intelligenza pratica e prudente, fatta di poco denaro, di tanta pazienza e di molta conoscenza, anche se digitale e non mnemonica. Allora alla gioventù di oggi deve andare tutto il rispetto colpevole delle nostre precedenti generazioni. Senza sprecare tante parole, con un umile esame di coscienza antica e con molte scuse sincere. Punto. Alla prossima e in alto i cuori leggeri. Anche su: Twitter: @Fuochidipaglia Instagram:@fuochidigio


VITTORIALE DEGLI ITALIANI

NON V’È SOSTA, NON V’È TREGUA, NON V’È SONNO

NEL 2023 291.504 VISITATORI, +8,9% SUL 2022. INGRESSI SEMPRE IN CRESCITA. L’ANNO SCORSO È STATO SUPERATO IL NUMERO DI VISITATORI PRE COVID

291.504 VISITATORI PER IL 2023 DEL VITTORIALE DEGLI ITALIANI, CHE HA COSÌ SUPERATO I NUMERI PRE PANDEMICI, OBIETTIVO CHE LA FONDAZIONE E IL SUO PRESIDENTE GIORDANO BRUNO GUERRI SI ERANO POSTI E CHE È STATO RAGGIUNTO. L’8,9 PER CENTO IN PIÙ DEL 2022 E IL 4,4 PER CENTO IN PIÙ DEL 2019, FINO AD OGGI ANNO DEL MAGGIORE AFFLUSSO ALLA CASA MUSEO.

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“Il Vittoriale degli Italiani è un cantiere aperto e frenetico - ha affermato il presidente della Fondazione Giordano Bruno Guerri - Nel 2023 il bilancio è stato positivo, con utili in attivo e in crescita che ci permetteranno di continuare i lavori di restauro e le nuove aperture. La soddisfazione principale è che i lavori e il successo di pubblico siano soprattutto la conseguenza - non la causa - di una mutata percezione di chi il Vittoriale l’ha voluto e creato. Il d’Annunzio modernizzatore e anticipatore, l’uomo capace di guardare nel passato per leggere il futuro è il genius loci che viene sempre più riscoperto fra queste mura, ancora vivo al motto: Non v’è sosta, non v’è tregua, non v’è sonno”. Un risultato significativo che conferma ancora una volta il Vittoriale tra le case museo più frequentate al mondo, non solo per la bellezza dei suoi tesori, ma anche per un modello di gestione innovativo ed efficiente che l’ha reso uno dei luoghi simbolo dell’Italia anche all’estero. Il Vittoriale gioca inoltre un ruolo centrale nel panorama della gestione culturale da diversi anni essendo, tra l’altro, tra i soci fondatori dell’Associazione GardaMusei, che ha come principale obiettivo la creazione di una rete culturale che dal Garda si estende ad altre sei regioni italiane (dal Trentino alla Sicilia), e che ha lanciato nel 2023 One Garda Ticket, la nuova piattaforma per la vendita di biglietti a prezzo scontato per le attrazioni culturali e turistiche del lago di Garda e dei suoi dintorni. Per il 2024 sono già in cantiere numerose iniziative, a partire dalla grande festa che il 9 marzo darà il via alla stagione primaverile del Vittoriale e vedrà l’inaugurazione contemporanea di cinque mostre, tra cui quella in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi. Anche grazie ai nuovi spazi espositivi sulla Regia Nave Puglia e sotto le gradinate dell’Anfiteatro, è inoltre previsto un aumento del numero delle mostre in programma per quest’anno. Nel periodo estivo il Vittoriale ospiterà anche nel 2024 grandi eventi di musica, teatro e spettacoli come il festival Tener-a-mente, il Premio del Vittoriale e la seconda edizione del percorso di installazioni artistiche di luci e suoni Hedoné.

A GIUGNO C’È PAOLO CREPET CON “PRENDETEVI LA LUNA” Le prevendite dei biglietti per il 9 giugno al Vittoriale sono acquistabili su Ticketone

Farà tappa al Vittoriale la tournée della conferenza spettacolo ‘Prendetevi La Luna’ di Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano. Dopo il successo degli appuntamenti della stagione teatrale ancora in corso, ‘Prendetevi la Luna’ andrà in scena anche nel mese di giugno nei migliori festival e rassegne estive della Penisola, facendo tappa al Vittoriale degli Italiani il prossimo 9 giugno 2024. “Incontro tanta gente, mi chiedo che cosa possono volere da me - ha raccontato Crepet. Certamente una guida, una speranza, forse perfino una luce che accende i cuori di giovani e meno giovani. C’è sete e fame di parole, di pensiero. Cercano un’eresia in un mondo codificato. Non posso che dire loro ciò che mi sono ripetuto per anni lungo il corso della mia vita: ‘Prendetevi la luna’. Siate ambiziosi, cercate la vostra unicità. Bisogna avere la fronte alta e continuare a sognare. Il pericolo è nella bonaccia delle emozioni, nella rassegnazione, è in chi semina accidia e smarrimento come se fosse la regola del più aggiornato marketing dell’esistenza. Opporsi a tutto questo è il mio desiderio, la mia missione, la ragione per cui continuo a peregrinare nelle piazze e nei teatri. Cerco libertà, passione, coraggio. Il resto è noia» 19


MARTINA BAGNOLI

NUOVA DIRETTRICE DELL’ACCADEMIA CARRARA 20


STORICA DELL’ARTE, MARTINA BAGNOLI HA OLTRE VENTI ANNI DI ESPERIENZA IN CAMPO INTERNAZIONALE. NATA E CRESCIUTA IN ITALIA, HA COMPIUTO I SUOI STUDI UNIVERSITARI ALL’ESTERO, PRIMA ALL’UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE DOVE HA CONSEGUITO LA LAUREA E UN MASTER E IN SEGUITO ALLA JOHNS HOPKINS UNIVERSITY DI BALTIMORA DOVE HA OTTENUTO IL DOTTORATO Tommaso Revera - ph. Paolo Stroppa Buongiorno Martina e congratulazioni per il suo nuovo incarico. Con quale stato d’animo ha vissuto questi primi giorni da nuova Direttrice dell’Accademia Carrara? “Sono stati giorni molti entusiasmanti. Siamo partiti da subito con nuovi progetti e lo staff del museo ha accolto queste proposte positivamente e con grandissima professionalità”. Originaria di Bolzano, storica dell’arte ed appassionata sostenitrice del ruolo dell’arte nella società. Ci racconti qualcosa in più su di lei… “Sono una storica dell’arte vagabonda. Ho vissuto molto all’estero per studiare e lavorare. Sono rientrata in Italia per dirigere le Gallerie Estensi e dopo otto anni al timone di un museo nazionale arrivo a Bergamo. Con me porto molteplici esperienze e capacità di veder le cose da punti di vista differenti. Penso che questo sia molto utile quando si lavora in museo perché il museo è un dispositivo di mediazione che deve andare incontro a pubblici eterogeni”. Raccoglie l’eredità importante di Maria Cristina Rodeschini. Quali sono gli aspetti che più ha apprezzato del suo lavoro? “Cristina è stata una presenza costante e solida nel mondo dell’arte bergamasco per molto tempo. Ha avuto una capacità enorme di accogliere le istanze che le venivano da tutta la comunità e questo penso abbia avuto un ruolo importante di richiamo sul territorio”. Ritiene che la sua esperienza ventennale in campo internazionale, oltre alla sua competenza nella progettazione e alla sua attitudine per gli approcci innovativi verso il patrimonio museale e artistico, abbiano giocato un ruolo decisivo nella sua selezione? “Non so dirlo non conoscendo chi fossero gli altri candidati. Sicuramente è un lato caratteristico del mio profilo”. Dalla sua riapertura l’Accademia Carrara ha puntato ad un modello dirigenziale con una spiccata vocazione privatistica orientata allo sviluppo museale attraverso progettazione culturale, approfondimento scientifico, tutela, marketing e comunicazione. Coniugare l’ambito artistico, di cui sarà responsabile, a quello manageriale, coordinato da GianpieNELLA FOTO GIANPIETRO tro Bonaldi, continuerà ad essere l’arma in più per la valorizzazione BONALDI, GENERAL dell’Accademia Carrara? Come intende custodire il tesoro dell’AccadeMANAGER DI mia e, soprattutto, come intende valorizzarlo? ACCADEMIA “A me non piace lavorare in silos e preferisco un approccio più di squadra. Io penso che CARRARA, CON programmazione e gestione siano due lati di una stessa medaglia. Tutto nel museo è coMARTINA BAGNOLI, municazione e tutto è contenuto, bisogna quindi lavorare mano nella mano per ottenere NUOVA DIRETTRICE risultati desiderati. Pertanto, credo che il rapporto con il General Manager, Gianpietro DELLA PIANCOTECA Bonaldi debba essere costante su tutto. In questo contesto stimo che insieme io e GianCITTADINA pietro siamo l’arma in più.

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MARTINA BAGNOLI

La valorizzazione vuol dire coinvolgimento dei pubblici, che sono tanti e tutti diversi tra loro con aspettative diverse. C’è il pubblico degli studiosi, che necessita un approccio scientifico, quello delle scuole che ha bisogno di opportunità di formazione, quello dei turisti, che vuole luoghi accoglienti e quello del pubblico generale che sfrutta soprattutto le mostre. Il mio impegno sarà quello di coniugare tutte queste esigenze senza disperdere energie”.

ASSUME LA DIREZIONE DELL’ACCADEMIA CARRARA IN SEGUITO ALLA CONCLUSIONE DEL MANDATO DI MARIA CRISTINA RODESCHINI E LAVORERÀ AL FIANCO DEL GENERAL MANAGER GIANPIETRO BONALDI

Conservazione, valorizzazione, fruizione, comunicazione e sviluppo: questi gli ambiti su cui si concentrerà maggiormente il suo lavoro? “Sì e tutto insieme perché non si può valorizzare senza studiare, senza conservare e senza divulgare. Dietro una mostra ci deve sempre essere una ricerca, un restauro, un’idea in più da offrire al pubblico. In questo senso il museo che voglio dirigere è un museo intenzionale, dove ogni azione, ogni gesto è consequenziale ad un’idea, ad un progetto”. La prima mostra orchestrata sotto la sua regia s’intitola ‘Napoli a Bergamo’ e verrà inaugurata il prossimo 23 aprile, una data non casuale visto che l’Accademia Carrara festeggerà il suo nono anniversario dalla riapertura avvenuta nel 2015 dopo sette lunghi anni di chiusura. Ci può dare qualche anticipazione? “È una mostra che riporta in luce un momento importante della cultura Bergamasca del seicento e cioè la presenza di pittori Napoletani che operarono in città e in provincia. È una storia che ha lasciato testimonianze significative dal punto di vista artistico, ma che è poca nota ai più. La mostra ci dà l’opportunità fare nuove ricerche su committenti e pittori, fare nuovi restauri e portare alla luce nuove attribuzioni. In questo senso è anche un’occasione di restituzione. Inoltre, l’esposizione presenterà al pubblico lo svolgersi della pittura Napoletana del seicento con opere magnifiche provenienti dalla collezione De Vito. Quindi penso che sia un’occasione da non perdere”.


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UNO TRA I BERGAMASCHI PIÙ CONOSCIUTI AL MONDO

DIMENTICATO DALLA CAPITALE DELLA CULTURA Non è mai stato un artista politicamante allineato. Spesso forse scomodo per la sua disarmante sincerità e nella sua capacità di essere sempre avanti. Così avanti che gli organizzatori della Capitale della Cultura non lo hanno neppure visto passare e se ne sono dimenticati. A lui non importa più di tanto ma per noi è stata un’occasione persa.

noi e

È un’amicizia che dura da trent’anni e che ci ha permesso di avere ogni mese per tanti numeri, oltre 250, la sua preziosa collaborazione al giornale. Quando lo conobbi, grazie ad una delle prime interviste del giornale, realizzata da Anna Nosari, tra le prime collaboratrici della rivista, non mi sembrava vero che il grande Bruno Bozzetto accettasse di lavorare con noi. Uno dei bergamaschi contemporanei più conosciuti al mondo, autore di cortometraggi apprezzati e proposti nella sale cinematografiche in tutto il pianeta, unico concittadino candidato ad un Oscar.

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I personaggi dei suoi cartoni sono entrati nella cultura e nella memoria collettiva. Non sempre politicamente corretti. Spesso in polemica con la modernità, con il consumismo, il conformismo e con la burocrazia. Sempre con un’elegante ironia e una confidenziale leggerezza, che sono la sua firma. Recentemente è stata pubblicata una bella biografia, raccontata in prima persona e scritta dall’abilissima penna di Simone Tempia, con la quale è possibile percorrere l’intensa vita di Bruno. Il padre che asseconda la vena creativa del figlio e ne appoggia lo sviluppo, i primi cortometraggi girati con mezzi di fortuna, i concorsi, le delusioni e infine il successo, la notte degli Oscar, gli incontri con i grandi del cinema di animazione e il turbinio di conoscenze nel mondo dei registi e degli attori. Mai politicamente schierato e comunque mai troppo di sinistra, di origini borghesi da sempre è oggetto di una malcelato ostracismo da parte di una certa cultura, quella con il pugno chiuso, imperante nei 60 anni del dopoguerra, quella che nei cineforum proiettava la Corazzata Potemkin, mentre lui era già arrivato a Minivip e Supervip. Avanti, lui è sempre stato un passo avanti.


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Quando Marzio Tremaglia diventò Assessore alla Cultura della Regione Lombardia, gli dedicò due grandi mostre a Milano e Bergamo, scusandosi quasi per i decenni di dimenticanza da parte dei suoi predecessori.

Anche oggi con ottanta primavere continua a sfidare i luoghi comuni, e con il suo geniale sarcasmo, dedica buona parte delle sue creazioni, film e libri, alla difesa degli animali. Tutti gli animali, nessuno escluso. È diventato severamente vegano, si prodiga per le cause animaliste, si batte per diminuire il consumo di carne. “Gli animali sentono e soffrono come noi e non possiamo più permetterci di schiavizzarli e ucciderli per cibarci delle loro carni”. Come dicevo… Sempre avanti. Talmente avanti che tutto l’establishment che ha organizzato l’anno Capitale della Cultura non lo ha nemmeno visto. Un Capitale umano e culturale insuperabile trascurato, dimenticato, di certo non valorizzato né “sfruttato”. Al minimo si poteva organizzare un festival con la proiezione di tutta l’opera di Bruno, un concorso per giovani registi di animazione… Dal canto mio ho provato a suggerire una mostra “stradale” delle vignette (oltre 250) che Bozzetto ha realizzato per noi nel corso degli anni, ma quando mi sono visto recapitare il faldone di documenti che avrei dovuto presentare ho desistito. Bo


MIGLIOR GIORNALISTA STRANIERA PER L’AGENCIA MUNDIAL DE PRENSA NEL 2021

Sempre + Chiara

CHIARA BAZZANI

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Miglior Giornalista Straniera (categoria Eccellenza) per l’Agencia Mundial de Prensa nel 2021 e, nello stesso anno, tra i quattro giornalisti italiani invitati alla cerimonia degli Oscar, Chiara Bazzani è ormai una voce affermata nel panorama internazionale. Recentemente, è stata resa nota la sua presenza nei comitati organizzativi dei mondiali di calcio femminile e maschile 2024 di Conifa (Confederation of Indipendent Football Associations), la confederazione che riunisce tutte le realtà e le identità politiche, geografiche e culturali non rappresentate da FIFA. Proprio in occasione di queste nomine, abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con lei.


Per rompere il ghiaccio… Sei bergamasca ma per lavoro ora vivi nel Regno Unito: che legame hai oggi con Bergamo? Come si è evoluto nel tempo? “Bergamo continua ad essere casa mia, il posto dove sono nata e cresciuta, dove ho famiglia ed amici: una parte di ciò che sono oggi lo devo anche a lei. È una città con una vita e persone diversissime da quelle che si possono incontrare in qualsiasi altro luogo e me ne sono accorta trasferendomi, per studio e per lavoro, prima a Milano e poi in Inghilterra. Bergamo resta la città dove ho le mie radici, ma oggi la vivo quasi come una turista, con una consapevolezza maggiore del valore di aspetti che, nella quotidianità, mi sfuggivano. Non posso che essere contenta per Bergamo e Brescia per il meritato riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura: è la celebrazione di quanto queste due città, storicamente uniche in Italia, hanno fatto per il nostro Paese e per il mondo, portavoci di una parte fondamentale della nostra cultura”. Sul sito di Conifa si parla di neutralità politica per far sì che i vari membri educhino se stessi alla consapevolezza; similmente, sulla tua testata, The Follow Up News, tu scrivi della necessità di informare il lettore nel modo più imparziale e completo possibile, affinché sia lui stesso a crearsi un’opinione. Non nasci come giornalista sportiva: ti sei avvicinata a Conifa perché condividete un’etica molto simile? “Per me fare giornalismo significa riuscire ad informare il lettore a tutto tondo, dando alle persone comuni la possibilità di sviluppare un’opinione propria: così, la costruzione del pensiero critico di tanti rende possibile controllare il potere di pochi. Di Conifa mi piace molto questo, ma anche lo spirito di accettazione e di integrazione: il calcio femminile e quello giocato da persone diversamente abili, ad esempio, sono messi sullo stesso livello di quello maschile. La Confederazione sa dare spazio a realtà culturali diverse, da piccole nazioni riconosciute da tutti, come le Hawaii, fino a quei popoli che non si sentono parte di uno stato e che rivendicano la propria autonomia. Tutti devono poter veicolare il proprio messaggio, se ha basi critiche e fattuali: Conifa offre questa opportunità, facendo scoprire al mondo realtà e storie fondamentali per comprendere la complessità del presente. In ogni caso, anche se sono una giornalista investigativa, sono stata una sportiva ed il calcio mi è sempre piaciuto: è uno sport con cui si possono trasmettere messaggi importanti, rendendoli facilmente recepibili”. Visto che Conifa dà voce a chi, nel mondo del calcio, altrimenti non l’avrebbe, che impatto credi possano avere i due mondiali nell’attuale contesto sociale e geopolitico, dove spesso le identità vengono negate? “Per quanto riguarda il mondiale femminile, la scelta di giocarlo a Bodø, in Norvegia, nasce anche dal fatto che il prossimo anno la città sarà Capitale Europea della Cultura 2024 e che, dunque, gli eventi proposti in questo palinsesto daranno risonanza alla manifestazione Conifa, rimarcando la pari dignità tra calcio femminile e maschile. Il fatto che parteciperanno anche arbitri donna e nazionali, come quella del Tibet, di luoghi in cui le donne non hanno grandi libertà, lascia sperare che un cambiamento sia possibile. I mondiali maschili si terranno invece in Kurdistan, un territorio geograficamente sfortunato ma che offre la possibilità di giocare anche alle squadre russe che in Europa e in FIFA non sono più accettate. Credo che lo sport, come la cultura, sia qualcosa di diverso dalla politica: la sola provenienza non può condurre alla vessazione”. In Conifa ricopri i ruoli di Media Manager Europa e di direttore di ConifaTv: nel mondo del calcio e del giornalismo sportivo, ancora molto maschilista, come sei recepita come donna? “Come in FIFA, anche in Conifa, a livello numerico, le donne sono meno degli uomini, ma trovo che l’ambiente sia molto aperto e rispettoso. Purtroppo, nel giornalismo, se non sai farti rispettare e dimostrare che il tuo lavoro è valido, rispetto ad un uomo parti ancora in posizione arretrata. Ecco perché, agli inizi, anche se in Conifa c’è tanto rispetto per le donne, forse complici le mie passate esperienze lavorative, ho voluto dar prova del perché meritassi di stare lì, anche se alla fine sono stata accolta molto bene e oggi mi sento rispettata da tutti come un uomo. In Conifa siamo poche ma l’attuale Presidente Asia, così come chi l’ha preceduta, è una donna e questo è un gran risultato visto che la carica è votata dai presidenti delle nazionali di un continente in cui spesso le donne sono recepite ancora come inferiori: il lavoro che è stato fatto e stiamo facendo dà i suoi frutti”.

La Confederation of Independent Football Associations (CONIFA) è una federazione internazionale di calcio fondata nel 2013 alla quale sono affiliate squadre che rappresentano le nazioni, le dipendenze, gli Stati senza un riconoscimento internazionale, le minoranze etniche, i popoli senza Stato, le regioni e le micronazioni non affiliate alla FIFA.

Organizza la Coppa del mondo CONIFA, la cui prima edizione si è svolta nel 2014 a Östersund, Svezia. Mentre la prima edizione della Coppa europea di calcio CONIFA si è tenuta nel giugno 2015 e si svolse nella Terra dei Siculi, Romania.


Sempre + Chiara

CHIARA BAZZANI

La Coppa del mondo CONIFA (inglese: CONIFA World Football Cup) è una competizione calcistica internazionale organizzata dalla CONIFA, associazione che rappresenta alcune selezioni calcistiche non affiliate alla FIFA. Nel 2014, l'anno seguente alla sua nascita, è stata disputata la prima Coppa del mondo degli stati non affiliati.

Sei stata invitata sia agli Oscar, sia ai Grammy: come si prepara un giornalista per questo tipo di eventi? Come si mantiene l’imparzialità tra l’abbaglio dei lustrini ed il preconcetto per cui ciò che è mondano è frivolo? “Ho cercato di affrontare questi eventi come faccio per qualsiasi altra cosa: preparandomi al meglio. Per gli Oscar 2021 ho quindi guardato tutti i film, con occhio tecnico e critico, cercando i messaggi che i registi volevano trasmettere. Ho poi provato a far domande diverse dalle solite che vengono poste in queste occasioni, tentando di approfondire temi importanti, soprattutto perchè è stato un anno in cui hanno vinto tanti afroamericani e per la prima volta una regista donna asiatica. Ho apprezzato molto il fatto che, anche se i giornalisti americani avrebbero potuto assistere di persona alla cerimonia, l’organizzazione abbia optato per una loro partecipazione da remoto, per creare una condizione di parità con il resto di noi che per il Covid non poteva spostarsi”.

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Il tuo giornalismo propone uno scavo e una ricerca profondi per elevare il lettore: come si coniuga questa profondità con un mondo social che pare rifiutarla? “Leggendo i commenti dei miei lettori, sono rimasta stupita da quanto in realtà alla gente piaccia andare in profondità: quando si ha tempo, si ricerca un’informazione a trecentosessanta gradi e si ringrazia questo modo di fare giornalismo, perché serve e manca. The Follow Up News ha lettori da tutto il mondo che ci chiedono di non cambiare e anche se esiste questa dualità tra la rapidità, il voler avere tutto subito e l’andare in profondità, esistono anche persone che vogliono capire e che per farlo devono avere accesso a quante più informazioni possibili. Anche nei giovani c’è questo tipo di attenzione: certo, la maggior parte della gente non ha tempo e preferisce un altro tipo di informazione, ma c’è una larga fetta di lettori, trasversale, dagli anziani ai ragazzi, abituati a ricercare informazioni in rete, che apprezza questo modo di informare”.

Un’ultima curiosità: da dove arriva questa esigenza alla scrittura e all’informazione? Hai un modello? C’è stato un momento preciso della tua vita in cui hai pensato: “voglio fare la giornalista”? “L’idea di libertà e rispetto dell’opinione altrui è qualcosa con cui sono cresciuta, così come il conoscere visioni diverse dalle mie: non vengo da una famiglia di giornalisti, ma in casa mia sono sempre circolati quotidianamente giornali diversi, con posizioni diverse per avere un quadro il più completo possibile di ogni questione. Non ho un modello a cui mi ispiro: ho sempre amato scrivere, scrivere per me è una necessità, qualcosa di naturale. Ho sempre voluto fare qualcosa per cambiare il mondo… come diceva mio papà: “se non fai niente, non puoi neanche lamentarti”: quello che posso fare con il mio lavoro è dare una libertà sana, di pensiero, che diventi chiave per un mondo migliore, non lasciandolo in balia dell’ignoranza”.


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STEV

EN CA VAGN A

Anna Donatini Ph. Sergio Nessi

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ARTISTA, INTERIOR DESIGNER, DECORATORE, URBAN ARTIST… È DIFFICILE DARE UNA DEFINIZIONE A STEVEN CAVAGNA, UN CREATIVO CHE NON SMETTE MAI DI SORPRENDERE PER LA VARIETÀ E L’ORIGINALITÀ DEL SUO LAVORO. Diversi i suoi progetti che hanno ridisegnato gli spazi della nostra Città, come la pensilina delle autolinee - 60 metri di disegni in acrilico su legno che danno il benvenuto ai viaggiatori - oppure il grande murales realizzato per Bergamo Brescia Città della Cultura; numerose le commissioni per brand noti come Coca-Cola o Just Eat a Milano; o ancora i progetti per le aziende del territorio, come la sede di Fra.mar a Pedrengo e il nuovissimo hotel Ar Concept Suite&Art ch aprirà a febbraio in via Novelli.

Tutto prende vita a Gandino, dove si trova il suo incredibile atelier, un’area di più di 2000 mq che fino ad alcuni anni fa era lo storico Lanificio Rudelli.

Uno spazio grandissimo che trabocca creatività, all’interno del quale Steven realizza dipinti, sculture e installazioni, mobili, oggetti, allestimenti di interni per spazi privati e pubblici, decorazioni di qualsiasi tipo, sistemi di illuminazione; produzioni che spesso prendono vita dal riutilizzo di materiali, dal riciclo di oggetti, dalla contaminazione e sperimentazione di tecniche e linguaggi.


Originario di Osio Sopra, Steven opera prevalentemente a Bergamo, ma sono sempre più le commesse che lo portano a compiere lavori in Italia e in Europa, come il progetto per un’azienda in Portogallo concluso da poco.

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2023 BERGAMO BRESCIA CAPITALE DELLA CULTURA: un suo bilancio? “L’anno come Capitale della Cultura complessivamente mi è piaciuto molto e ha dato anche a me molte occasioni per fare lavori nuovi. La domanda che mi pongo è che cosa rimarrà di questa Capitale della cultura. A questo proposito avevo intitolato After capital la mostra che ho realizzato due mesi fa, proprio per spronare le persone a pensare quale cambiamento la capitale della cultura avrebbe dovuto portarci. Dal mio punto di vista, il valore che dovrebbe insegnarci e lasciarci è quello di muoversi. Muoversi a pensare in maniera diversa, muoversi e non stare chiusi nel proprio giardino”. La tua attività è molto varia e realizzi moltissimi progetti diversi tra loro, dalla decorazione di interni a opere di urban art: tu come ti definiresti? “Non darei una definizione alla mia attività, Sono un amante del bello ed è la bellezza che mi guida per la realizzazione di quello che faccio. Non mi piace mettere un limite alla possibilità di lavorare su qualsiasi cosa, dai materiali che uso agli obiettivi da raggiungere; non mi voglio ingabbiare in un settore e fare sempre le stesse cose, per me è molto importante variare”. E cosa preferisci, tra tutto ciò che fai? “Sicuramente l’ambito che prediligo e che mi dà maggiore soddisfazione è quello strettamente artistico: installazioni, scultura, pittura”. Hai sempre voluto fare l’artista? Qual è il tuo percorso? “Sono un autodidatta. Fin da bambino mi è sempre piaciuto disegnare e a undici anni sono andato a scuola da un pittore, imparando l’arte classica; successivamente ho iniziato a fare il “madonnaro” e a girare l’Italia con il gruppo dei madonnari bergamaschi, acquisendo esperienza soprattutto nel figurativo classico. In seguito, viaggiando, ho scoperto l’arte moderna e contemporanea: mi sono innamorato del concetto che l’arte può esprimere, può far sentire, suscitando emozioni e riflessioni, anche senza rappresentare fedelmente le cose. Così ho iniziato a lavorare su qualcosa di più concettuale. A 29 anni, ho lasciato il mio lavoro come grafico e ho deciso di rendere l’arte la mia attività principale, aprendo la mia botteghina di 50 mq a Nembro. Oggi sono arrivato ad avere i miei 2300mq di laboratorio, completamente riempiti di opere e lavori…”. … E festeggi il 21° anno di attività. “Per celebrare questo anniversario in primavera inauguro un’altra sezione del mio laboratorio, una vera e propria galleria con le mie creazioni. In laboratorio, infatti, accumulo idee che man mano si trasformano nelle opere finali, ma che fino ad ora rimanevano nascoste tra tutti i miei “work in progress”. Ora potrò esporle in modo più visibile e ordinato”. Hai realizzato diversi progetti per la Città di Bergamo, dal muro degli arrivi alla Stazione delle autolinee al più recente murales per la Capitale della Cultura; ora è in arrivo un altro lavoro importante: ci puoi anticipare qualcosa? “Si tratta di una nuova commissione per l’aeroporto di Bergamo, che partirà dal riutilizzo dei materiali impiegati negli eventi di Bergamo Brescia Capitale della Cultura.” C’è un’opera, tra quelle legate alla Città, a cui sei più affezionato? “Sicuramente il murales di via Bonomelli, perché vi è raffigurata Giulia, la mia figlia più grande. La tua arte si presta molto bene anche agli spazi delle imprese aperte alla creatività, come il tuo progetto per Fra.mar. “Un elemento nuovo del mio lavoro è proprio questo: le aziende sono diventate committenti, dandomi spesso la possibilità di azzardare e avere spazi ampi a disposizione, come dei nuovi mecenati. Per Fra.mar ho raccontato i valori aziendali, attraverso undici istallazioni posizionate negli spazi comuni. Chi visita l’azienda può subito cogliere i principi alla base del loro operato. È un modo di comunicare diverso. Un altro progetto recente è la decorazione dell’Ar Concept Hotel, nato dall’iniziativa imprenditoriale di Roberto Arizzi, che inaugurerà prossimamente”. Dove trovi la tua ispirazione? Qual è il tuo metodo di lavoro? “Trovo l’ispirazione vivendo giorno per giorno quello che accade intorno a me. Quando devo creare qualcosa, spesso il tema mi viene dato dal committente e io lo elaboro. A volte, invece, l’ispirazione nasce dalla sostanza inerte che “mi chiama”. 34


Vedo un tipo di materiale e cerco di renderlo artistico. Per quanto riguarda la tecnica, mi piace impiegare materie diverse tra loro e utilizzo tantissimi prodotti di recupero. Prendo un materiale che mi sembra adeguato a quello che voglio raccontare e lo modifico, lo elaboro, lo trasformo. Sono convinto che l’unicità dell’opera d’arte contemporanea è data in parte dal fatto che la casualità entra veramente a fare parte della creazione: come viene appoggiato il pennello e si lascia colare il colore in quel preciso momento è irripetibile. Alcuni gesti non sono più riproducibili e questo garantisce l’unicità dell’opera, non ci potrà mai essere una copia identica. La casualità, nel mio caso, è dovuta alla continua sperimentazione e all’uso di materie che spesso non possono essere messi insieme: fuoco, acidi, colori che non hanno legami per fondersi…Tutto ciò dà vita ad effetti e risultati che difficilmente riuscirò a riprodurre nello stesso identico modo una seconda volta. Infine, dialogo molto con il committente per capire meglio le sue esigenze. Mi piace che la mia creazione, oltre a trasmettere una sensazione o uno stato d’animo, lasci un “servizio”: attraverso l’opera racconto qualcosa per qualcun altro o attribuisco all’opera un utilizzo pratico”. Questo è un aspetto molto bergamasco… “Lo è. Come dice la mia compagna Michela, sono un artista che ha un approccio al lavoro “bergamasco”, perché vado in laboratorio alle 5 del mattino, anche quando non ho niente da fare. Del resto, i momenti liberi sono i momenti migliori per provare, sperimentare, creare, dare vita a nuove idee”. Hai una grande passione per il vintage che trova ampio sfogo nel tuo laboratorio, un vecchio edificio industriale di Gandino diventato un incredibile atelier, ma non solo. “È il mio spazio di lavoro e un luogo di ritrovo, incontro e relazione. Talvolta lo apro ad eventi esterni, per chi è alla ricerca di una location particolare, anche se un po’ fuori mano”. La ricerca di tutti gli oggetti e i mobili vintage è un altro lavoro impegnativo: dove trovi il tempo per tutto? “Come è stato detto da qualcuno, il tempo è “tutto attaccato”: per me è verissimo. Per uno come me, che vive con questa arte “appiccicata addosso” non c’è mai un momento, un tempo specifico per fare delle cose. Anche quando passeggio per strada sto lavorando, ma dire che sto lavorando è solo per far capire al mio interlocutore cosa faccio nella vita; in fondo a me non sembra di lavorare, mi considero un nullafacente. Eppure, che stia utilizzando le mani o che sia in vacanza (cosa che non fa mai! - ndr) è la stessa cosa, il mio pensiero creativo non mi abbandona mai. Ho sempre lo sguardo proiettato alla ricerca di qualcosa che mi ispiri, che mi piaccia, osservo di continuo come vengono realizzati i manufatti…Ma questo “non riuscire a staccare” non mi pesa, non lo vivo affatto come una costrizione o una fatica”. E la tua passione per le auto americane d’epoca? “Amo gli oggetti d’epoca in generale, li trovo più saporiti. Mi affascina l’idea che abbiano sentito e vissuto storie ancora prima che le prendessi in mano io. Riguardo i motori, mi piace il concetto alla base dell’automobile americana, che ritrovo anche nel mio lavoro: tutto subito. Le auto americane, infatti, hanno dei motori con tanti cavalli per sgommare e fare rumore, ma sono difficili da guidare. Nello stesso modo, mi piace essere coinvolto da un nuovo progetto in maniera dirompente. Tutto subito”. Sei anche papà di Giulia e Azzurra: come vivi il tuo ruolo di padre e artista? “Sono un papà come tutti gli altri, non ho mai insistito sull’educazione artistica con le mie figlie. In compenso ho fatto e faccio giochi sperimentali. Azzurra è ancora piccola, ma con Giulia a volte buttavo secchi di colore per terra e la lasciavo camminare e giocare liberamente. Poi chiaramente la mettevo sotto il lavandino da capo a piedi...”. Un progetto artistico nel cassetto? “Una mostra a New York. Amo molto gli anni ‘50, ‘60 e ’80, quando il mondo dell’arte di New York era in fermento, e la Pop Art, non tanto per le opere in sé, ma per la sperimentazione degli artisti, per il loro manifesto. Per esempio, non desidererei avere un’opera di Andy Warhol, ma mi piace molto la sua figura, le sue idee, il suo concetto di arte”.


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SOCRATE VIRGILIO FUNI, DETTO ACHILLE


LAOCOON GALLERY & W. APOLLONI PRESENTANO

ACHILLE FUNI ‘900 CLASSICO E RINASCIMENTALE DIPINTI, DISEGNI E CARTONI Fino al 28 febbraio presso la GALLERIA PREVITALI, Via S. Spaventa 68, Bergamo Questa mostra, già allestita a Milano, è un omaggio al grande artista ferrarese che fu maestro alla scuola di Brera, e affrescatore instancabile, non solo a Milano dove visse e operò, ma anche a Roma, nella sua Ferrara, antica città estense, a Padova e persino in Tripoli di Libia al seguito del conterraneo Italo Balbo. Con Bergamo però Achille Funi ebbe un rapporto molto particolare: nominato direttore - senza stipendio dell’Accademia di Belle Arti, vi rimase per ben sette anni nell’immediato dopoguerra, durante i quali affrescò assieme ai suoi allievi d’accademia un impressionante numero di cicli pittorici. Nell’Accademia stessa, al Palazzo Comunale dove rappresentò la Battaglia di Legnano, alla Banca Popolare dove illustrò la Gerusalemme Liberata e la gloria dei bergamaschi famosi, e al Cinema S. Marco dove diede vita a scene di teatro antico e moderno. Nella mostra, allestita presso la Galleria Previtali di via Silvio Spaventa 68, dal 26 gennaio al 26 febbraio, saranno esposti diversi cartoni - tra cui uno preparatorio per la “Battaglia di Legnano” - dipinti, disegni e una grande tavola a fondo oro lunga quasi cinque metri - “Il Parnaso” - sintesi e culmine della sua arte. La mostra è promossa dalla Laocoon Gallery di Londra, che accomuna il lavoro della Galleria del Laocoonte (Monica Cardarelli) sul Novecento figurativo italiano, con la tradizionale conoscenza antiquaria della galleria W. Apolloni (Marco Fabio Apolloni). La tappa bergamasca è stata resa possibile dall’eccezionale disponibilità della Galleria Previtali di Bergamo, che rappresenta una delle più antiche eccellenze dell’antiquariato cittadino.

LA COLLEZIONE ROMANA FACCE DEL NOVECENTO HA PRESTATO UN AUTORITRATTO AD OLIO “ESTIVO” DEL 1955. IL ROSSO DI UNA FETTA D’ANGURIA, LA MAGLIETTA A RIGHE, IL CAPPELLO DI PAGLIA, LE IRIDI SCURE A PALLOTTOLA, FANNO PENSARE PER UN ATTIMO A PICASSO IN COSTA AZZURRA, È INVECE SOCRATE VIRGILIO FUNI, DETTO ACHILLE, NEL SUO VILLINO DI FORTE DE MARMI


ACHILLE FUNI La mostra comprende dipinti ad olio come la monumentale “Venere Latina”, già esposta alla Biennale di Venezia del 1930, cartoni per affreschi come quelli per la chiesa milanese di S. Giorgio a Palazzo del 1931, oppure quello per “La battaglia di Legnano” affrescata nel 1950 nella sala consiliare di Palazzo Frizzoni a Bergamo, disegni, e la smisurata tavola, raffigurante “Il Parnaso”, che Achille Funi tenne nella stessa aula di Brera dove insegnò tecnica dell’affresco fino alla sua morte. Torna ora a farsi ammirare nuovamente dopo più di cinquant’anni. Il cartone della Battaglia di Legnano, preparatorio per gli affreschi della sala conciliare del Municipio di Bergamo mostra il momento in cui a Federico Barbarossa fu ucciso nella mischia il cavallo, e l’imperatore rischiò di finire catturato. La mischia è brutale come brutali le fisionomie dei combattenti, al modo di un Paolo Uccello che abbia perso il suo carattere di favola. La guerra, quella vera, recente, spietatamente moderna del 1940-45 è da poco trascorsa, ed è chiaro che l’artista non possa veder niente di bello in una battaglia se non la sua fine. 38


2 POLITICANDO di Maurizio Maggioni

ANNO BISESTO ANNO FUNESTO? Un anno molto particolare questo 2024, prima di tutto perché è un anno bisestile e le dicerie comuni recitano che dovrebbe essere funesto, ma io non ci credo. Già il 2000 e il 2004 furono bisesti e per me furono felicissimi, perché in quegli anni sono nate le mie bambine che ora, ormai donne, mi danno un sacco di felicità e soprattutto mi fanno capire come cambiano i tempi. Eccome cambiano e noi dobbiamo farci trovare pronti, un passo sempre avanti, mai indietro. Per questo motivo ritengo che a breve vi saranno cambiamenti epocali, partendo dalla sintesi politica che in Europa vede una avanzata della destra sociale, una destra destinata a raddrizzare le storture che la sinistra in questo ultimo decennio ha voluto a tutti i costi introdurre. Ha introdotto un pensiero marxista strisciante che grazie alla globalizzazione ha portato all’appiattimento delle idee spontanee dei popoli, volendo far passare per cultura il fatto di reinterpretare la storia stravolgendola, volendo denigrare il concettto di famiglia, ma soprattuitto tentando l’annullamento delle differenze biologiche dei sessi. Certo, per alcune cose potevano esserci delle ragioni condivisibili ma, tutto quello di negativo che sono riusciti a mettere insieme, sta portato i popoli europei alla ribellione. Due esempi su tutti: la guerra in Ucraina e le macchine elettriche obbligatorie. Partendo dal grenn elettrico, solo l’Europa e la California faranno obbligo ai loro popoli di cambiare le loro abitudini per non inquinare entro il 2035, nemmeno il 5% del mondo. Allora a cosa serve tutto ciò? Insieme alla California saremo pronti ad arrenderci, a breve, davanti all’impossibile: non si cambia il clima e l’inquinamento atmosferico senza che la Cina, l’India e soprattutto l’Africa, cambino le loro abitudini. Avete mai viaggiato in uno di questi paesi? Andateci e capirete. Solo degli ignoranti come i burocrati, (purtroppo non sono ignoranti, ma prezzolati) possono redigere norme incredibili, ma siccome sono vassalli del potere americano, ecco che fanno fare a noi le prove generali, appunto come in Ucraina. Mi dispiace per il popolo ucraino, ma già si sapeva come sarebbe andata a finire, tra un anno con alcune centinaia di miglia di morti, si siederanno ad un tavolo e troveranno la quadra, tornando agli accordi di Minsk rivisitati. Intanto l’occidente avrà svuotato i vecchi arsenali, rivisto i protocolli d’ingagio della Nato, verificata l’impossibilità di una guerra nucleare, ma soprattutto avrà capito che nessun popolo europeo ha voglia di andare in guerra e di morire contro l’invasore

russo, il quale dal canto sup mai penserà di invadere l’Italia, per esempio. Anzi, vorrebbe comprarci ancor più di ciò che ha già fatto, vezzeggiarci e via così come dagli inizi di questo secolo. Insomma alla destra l’arduo compito di rivedere la carta europea, facendo sì che diventi una vera potenza, sia economica sia politica e quindi militare. Un coordinamento unico a rotazione, dell’esercito europeo aggregato ad una Nato rivista e riprogrammata. Come dice Trump, chi non paga non ha diritti, così come all’Onu e-o all’Organizza-

zione Mondiale della Sanità, di cui nessuno ormai parla piu’... Quante sfide ha di fronte la destra, sia in Italia sia in Europa, come forse un po’ in tutto il mondo. Certo con Biden al potere…. Dio ci scampi da un suo secondo mandato (che non ci sarà), ma se la prospettiva è Michelle Obama.. aiutoooooooooooooo, sorse è meglio quell’altro che qundo è stato Presidente non ci ha portato in guerra e ha rivisto ben bene i raporti con gli altri partner amici e soprattutto con i nemici e gli stati canaglia (vi ricordate con la Corea del Nord?). Mi sento di dire che quest’anno da poco iniziato ci riserverà piacevoli novità. Sono certo che anche i mentori della sinistra globale stanno rivedendo alcune cose in casa loro… iniziando dalla Scuola e dalla Magistratura. Speriamo in bene, prestiamo solo attenzione e cominciamo a pensare di scegliere di volta in volta la miglior idea ed il miglior candidato da votarsi momento per momento, senza pregiudizio alcuno. A giugno ci troveremo davanto al seggio con la nostra scheda in mano e dover scegliere tra passato e futuro…. Cominciamo a pensarci, a leggere, ad informarci e soprattutto discriminare su ciò che ci avevano promesso e ciò che è stato mantenuto. Memento, le scelte di oggi ci obbligheranno ad un futuro prossimo che potrebbe essere veramente importante. Ciao


PAOLA MENEGHETTI


L’ARTISTA NAIF

CHE AMA GLI ANGELI Paola Meneghetti è nata a Milano nel 1948, vive e ha l’atelier in provincia di Bergamo. Il suo talento artistico si è dimostrato fin da giovanissima e all’età di 11 anni espone le sue opere per la prima volta. In seguito ha arricchìto le proprie competenze e affinato la sua creatività, frequentando svariate accademie d’arte fino al raggiungimento di una maturità artistica che le ha consentito di entrare a pieno titolo nel mondo contemporaneo dell’arte. Grazie alla sua particolare sensibilità, in questi ultimi anni l’artista si è dedicata allo sviluppo dei temi naïf, degli angeli, dei paesaggi mediterranei e dei temi sacri.

Paola Meneghetti espone alcune delle sue opere presso il Ristorante “Da Mimmo ai Colli” a Bergamo fino al 31 maggio 2024. Un’esclusiva cornice per le opere della pittrice naif, Paola Meneghetti. Le tele esposte rivelano il suo stile vivace e fantasioso, impreziosito da dettagli e simboli unici. In mostra opere appartenenti a tre aree tematiche: i cuori, gli angeli iconografici e i lavori del progetto artistico “Piazze e Città d’Italia”.


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CITTÀ LOMBARDE ALLA BIT

ATELIER ASCARI HA DISEGNATO LE CITTÀ DELLA LOMBARDIA Jacopo Ascari nasce a Modena nel 1993. Cresciuto in un ambiente creativo e stimolante, inizia a lavorare come illustratore freelance appena maggiorenne. Innamorato da sempre dell’architettura e della città, nel 2018 consegue la Architettura e Urbanistica presso il Politecnico di Milano. Dapprima svolge alcuni anni di formazione nel mondo dell’Arte Contemporanea e dietro le quinte delle grandi mostre internazionali presso la Biennale di Venezia. Nel 2020 Jacopo fonda Atelier Ascari, studio di illustrazione a Milano. L’Atelier vanta decine di pubblicazioni e collaborazioni, con focus specifico nei settori Moda, Architettura e Design. Al centro del suo lavoro un’attenzione specifica al tema della rappresentazione della città, dell’architettura, del progetto di Moda e della Bellezza, sempre orgogliosamente “massimalista” e barocco. ATELIER ASCARI L’ Atelier, l’illustrazione e una sensibilità nuova. Mi definisco una persona innamorata della Bellezza che utilizza un solo Medium per esprimersi, l’Illustrazione. L’Illustrazione per ritrarre l’Architettura, il mio primo Amore. L’illustrazione per ritrarre la Moda, che mi seduce ogni giorno perché è quell’Arte Applicata che ci permette di reinventarci tutti i giorni, rimanendo però sempre noi stessi. L’illustrazione come rifiuto di uno Stile, ma come la Scoperta ogni giorno di qualcosa di una sensibilità nuova, nella speranza di dar vita ad un’immagine che abbia qualcosa da dire. Un’immagine che abbia qualcosa da dire come quel piccolo passo, ogni giorno, verso la risposta alle mie domande. Benvenuti nel mio Atelier.

Ph. Ludovica-Arcero

PER LA BORSA INTERNAZIONALE DEL TURISMO

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CITTÀ LOMBARDE ALLA BIT

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Nella pagina precedente: Bergamo - Cappella Colleoni e Città Alta Brescia - Capitolium e piazza Loggia In queste pagine Como - Villa Olmo e Villa del Balbianello Cremona - Duomo, Battistero e Torrazzo Lecco - Lungolago Lodi - piazza della Vittoria e fiume Adda Mantova - Basilica di Sant'Andrea e Parco del Mincio Milano - Arco della Pace, Castello Sforzesco, Basilica di San Lorenzo, Citylife, Bosco Verticale, Stadio di San Siro Monza - Duomo e corona ferrea Pavia - Certosa di Pavia e Oltrepò Sondrio - piazza Garibaldi e piste da sci di Bormio Varese - Palazzo Estense e centro storico



AURORA MINETTI, AMMINISTRATORE UNICO DI PUNTOGEL SRL, E DIEGO ZANOLI, DIRETTORE GENERALE

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Specializzata da oltre 40 anni nel campo della gelateria, Puntogel Una visione chiara quella di Aurora Minetti che, da tre anni, oggi si dedica in maniera capillare anche ai segmenti attigui, grazie allo stimolo di numerose aziende produttrici del settore che l’hanno scelta come partner per la diffusione dei loro saperi e dei loro prodotti. Oggi l’azienda di via Rossini è in grado di fornire un servizio a 360° anche agli operatori dell’arte bianca, portando in dote le caratteristiche che le hanno permesso, in questi anni, di contribuire attivamente alla crescita del mondo del gelato artigianale. Al timone dell’azienda, la famiglia Minetti che, da tre generazioni, con costanza, caparbietà, tenacia ed una naturale propensione al rinnovamento si sussegue al comando portando questa intraprendente e dinamica realtà industriale a raggiungere traguardi davvero ambiziosi, basti pensare ai 23 milioni di fatturato con cui il gruppo ha chiuso il 2022. “Ho intrapreso questo percorso anche in segno di riconoscenza per l’impegno e la dedizione dimostrati da mio nonno prima e mio padre poi” - ci ha raccontato Aurora Minetti, Amministratore Unico di Puntogel Srl. Una scelta certamente non scontata per una mamma di tre figli con due lauree, un dottorato di ricerca ed un’intensa vita sociale come dimostra il suo impegno per l’Associazione Cure Palliative, di cui è attualmente Membro del Consiglio Direttivo, per il Lions Bergamo host, di cui è Past President, e per Ascom Bergamo Confcommercio, di cui è Presidente dei Grossisti alimentari. “Ho mosso i primi passi nel comparto della produzione e distribuzione alimentare nel 2009 dividendomi tra l’Ostificio Prealpino, fondato nel 1938 da mio nonno Franco Minetti, e Puntogel avviata da mio padre Arnaldo Minetti nel 1980. Lo spirito che mi ha sempre animata è stato quello di dar continuità al lavoro avviato valorizzandolo attraverso l’innovazione e l’organizzazione senza lesinare progetti di responsabilità sociale d’impresa a beneficio del territorio”.

può contare anche sul prezioso supporto di Diego Zanoli, Direttore Generale di Puntogel, con un’esperienza decennale nel settore Ho.re.ca. Tante le novità presentate dal gruppo (che oggi conta 58 dipendenti, 21 stagionali e 37 agenti) in quest’ultimo periodo: dall’ideazione di una nuova linea di materie prime e miscele introdotta dall’Ostificio Prealpino per destagionalizzare l’offerta al rinnovamento dell’area di produzione di coni e cialde attraverso l’acquisizione di nuovi macchinari e l’individuazione di nuovi spazi dedicati, dalle 3.000 referenze che hanno arricchito l’offerta di Puntogel indirizzata dapprima al comparto della gelateria e della pasticceria ed ora anche al settore della panetteria, della pizzeria e della ristorazione sino all’acquisizione di quote societarie di Cono Firenze oltre a quelle già possedute di Domogel, di cui sono soci e fondatori. Senza contare l’ambizioso progetto della nuova sede Puntogel i cui lavori procedono a passo spedito. LEALTÀ, ATTENZIONE NELLA SCELTA DELLE MATERIE PRIME, NELLA TRACCIABILITÀ E NELL’ASSICURARE PROCESSI PRODUTTIVI SOSTENIBILI E CERTIFICATI SONO ALLA BASE DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI PROPOSTI DA PUNTOGEL

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PRIMA LA SALUTE INFORMAZIONI & CURIOSITÀ

Dr. Haim Reitan Direttore Sanitario Studio Medici Associati

CANCRO, OK COMMISSIONE UE A PRIMA IMMUNOTERAPIA CON INIEZIONE

Roche annuncia che la Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio di Atezolizumab SC, la prima immunoterapia antitumorale anti-PD-L1 per iniezione sottocutanea disponibile nell’Unione europea. Nell’ultimo anno - riferisce una nota - oltre 38.000 persone nell’Ue hanno ricevuto Atezolizumab per il trattamento di diversi tipi di tumore del polmone, del fegato, della vescica e della mammella. Finora il farmaco è stato somministrato mediante infusione EV, che richiede circa 30-60 minuti. La nuova iniezione sottocutanea, ridurrà il tempo di trattamento a circa 7 minuti, con una durata fra quattro e otto minuti per la maggior parte delle iniezioni. La somministrazione di atezolizumab per via sottocutanea offre ai pazienti una maggiore flessibilità e contribuisce a generare un risparmio di risorse a beneficio dei sistemi sanitari pubblici. La disponibilità di un’opzione immunoterapica antitumorale in formulazione sottocutanea potrà fare la differenza per i pazienti e i loro familiari, grazie all’opportunità di ridurre al minimo il tempo di somministrazione e consentire, dove possibile, il trattamento al di fuori dell’ospedale. Il 90% degli operatori sanitari intervistati durante lo studio è concorde nel ritenere la formulazione SC facile da somministrare e il 75% ha dichiarato che questa opzione potrebbe consentire un risparmio di tempo, a livello di organizzazione sanitaria, rispetto alla formulazione EV. Questo tipo di somministrazione sicuramente sarà maggiormente gradita ai pazienti: passare da una somministrazione endovenosa ad un’iniezione sottocutanee ha certamente un impatto psicologico positivo oltre che un guadagno di momenti preziosi (da circa 1 ora per l’infusione a pochi minuti per l’iniezione) per il paziente e il suo caregiver. Per il personale sanitario questo significherà poter riorganizzare l’attività di Day hospital, migliorare i flussi e, a tendere, ridurre potenzialmente le liste di attesa per l’erogazione della terapia.

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Alzheimer, diagnosi più veloce grazie alle nuove linee guida

È questo l'obiettivo che si prefiggono le prime raccomandazioni intersocietarie europee sulla diagnosi dei disturbi cognitivi e dell'Alzheimer. Il documento, realizzato dagli esperti delle maggiori società scientifiche del settore e coordinate da specialisti dell'Università di Genova - Irccs Ospedale Policlinico San Martino, dell'Università di Ginevra e dell'Irccs Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, sono state pubblicate sulla rivista Lancet Neurology. “Il paziente con un deficit cognitivo iniziale ha circa il 50% di probabilità di avere l'Alzheimer oppure un'altra delle varie patologie che causano disturbi neurocognitivi", spiega Flavio Nobili, co-coordinatore dello studio e professore di Neurologia all'Università di Genova. Oggi esistono linee guida dedicate alle diverse patologie neurocognitive e una grande gamma di esami. "Ma quando il neurologo ha di fronte per la prima volta il paziente non sa ancora di che patologia soffra", precisa Nobili. Il nuovo documento, partendo dalle modalità con cui si presentano i sintomi, costruisce percorsi diagnostici differenti a seconda del profilo del singolo paziente, consentendo di arrivare a individuare la patologia responsabile in tempi più rapidi e con minori sprechi di risorse. Ciò, secondo gli esperti, porterà a ridurre del 70% gli esami strumentali inutili. Le raccomandazioni "potranno essere a breve aggiornate per l'utilizzo dei marcatori di Alzheimer nel sangue", aggiunge il coordinatore dello studio Giovanni Frisoni, direttore del Centro della memoria agli Ospedali Universitari di Ginevra. "Tutto ciò permetterà di intercettare i pazienti con malattia di Alzheimer nel momento più adatto e, in un futuro non troppo lontano, di indirizzarli alla terapia con gli anticorpi monoclonali che speriamo arriveranno presto in Europa e che, se somministrati nei pazienti giusti in una fase iniziale della malattia, potranno ritardare la perdita della memoria".


Ipertensione: negli obesi chirurgia bariatrica più efficace dei farmaci

Uno studio brasiliano, pubblicato dal Journal of the American College of Cardiology, ha messo in evidenza come, nelle persone con obesità, la chirurgia bariatrica sia più efficace nel controllare l’ipertensione rispetto alla terapia farmacologica. A cinque anni dall’intervento i pazienti dello studio sottoposti a chirurgia bariatrica assumevano meno anti-ipertensivi rispetto a coloro che seguivano la sola terapia farmacologica. L’obesità è un noto fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e uno dei principali fattori che contribuiscono all’ipertensione. I ricercatori brasiliani – coordinati da Carlos Aurelio Schiavon, dell’Heart Hospital and BP Hospital di San Paolo - hanno valutato l’impatto del trattamento dell’obesità sulla riduzione dell’ipertensione nell’ambito dello studio clinico GATEWAY, che ha coinvolto 100 persone, di cui il 75% donne, con un indice di massa corporea di circa 36,9 Kg/m2.Tutti i partecipanti soffrivano di ipertensione e assumevano almeno due farmaci per trattarla. Una metà dei partecipanti allo studio si è sottoposta a intervento chirurgico e l’altra ha assunto solo farmaci. L’outcome primario era la riduzione di almeno il 30% di antipertensivi, mantenendo la pressione sotto i 140/90 mmHg a cinque anni. I risultati? Trascorsi i cinque anni di osservazione, il BMI era pari a 28,01 kg/m2 per chi si era sottoposto a chirurgia bariatrica e di 36,40 kg/m2 per chi aveva assunto solo farmaci. Inoltre, le persone che si erano sottoposte all’intervento avevano ridotto dell’80,7% il numero di farmaci assunti, a fronte di una diminuzione del 13,7% registrata tra chi prendeva solo la terapia farmacologica. Infine, la remissione dell’ipertensione - definita come pressione arteriosa controllata senza farmaci - è stata osservata nel 46,9% nei soggetti sottoposti a chirurgia, contro il 2,4% di chi era in terapia farmacologica. Fonte: Journal of the American College of Cardiology 2024 pericolo

pericardite

La pericardite è un'infiammazione del pericardio, ovvero della doppia membrana che avvolge il cuore e che è simile ad un sacchetto. Quattro le cause principali che possono determinarla. Si tratta di una patologia con decorso benigno se ben trattata. Il paziente, tuttavia, può andare incontro a recidive. Tra i sintomi c'è il dolore toracico: il 5% degli accessi al pronto soccorso con tale sintomo, è dovuto proprio ad una pericardite. Il primo campanello d'allarme di una pericardite è un forte dolore nella parte anteriore del torace, che può irradiarsi anche alla spalla e al braccio sinistro e che allarma molto il paziente, che pensa di avere un infarto. Ma il dolore della pericardite tipicamente si attenua se il paziente si mette seduto con il busto inclinato in avanti, mentre si accentua quando ci si sdraia. Il paziente con pericardite può avere anche una sensazione di 'fame d'aria' (dispnea) da sforzo, palpitazioni e a volte anche febbre che magari si ripresenta dopo essere uscito da una recente infezione virale, come influenza o Covid. In presenza di questi sintomi il paziente deve fare subito un elettrocardiogramma ed un ecocardiogramma che consente di vedere se, oltre all'infiammazione dei foglietti pericardici, si è prodotto un versamento, cioè del liquido tra i due foglietti stessi: questa è un'emergenza che richiede un intervento immediato. Quanto alle cause, spesso la pericardite è preceduta da una malattia virale o batterica, può essere legata ad una malattia autoimmune o a precedenti interventi sul cuore, ma nel 70% dei casi una causa vera e propria non è rintracciabile.

Diabete: meno

carboidrati e più grassi e proteine a colazione

Passare da una colazione a base di farina d’avena, pane tostato e frutta a un pasto a basso contenuto di carboidrati e più ricco di proteine e grassi, come uova con pancetta e formaggio, potrebbe aiutare le persone con diabete di tipo 2 a gestire meglio i livelli di zuccheri nel sangue nel corso della giornata. A sostenerlo, sull’American Journal of Clinical Nutrition, è un team dell’University of British Columbia Okanagan, guidato da Barbara Oliveira. “Non si parla di una revisione completa della dieta – spiega Oliveira -. Una delle tante complicanze per i diabetici è un rapido o elevato aumento dei livelli di glucosio nel sangue dopo un pasto. La nostra ricerca indica che un pasto a basso contenuto di carboidrati, al mattino, aiuta a controllare la glicemia durante il giorno e a limitare gli sbalzi iperglicemici”. Lo studio è durato 12 settimane e ha coinvolto 121 partecipanti divisi in due gruppi: al primo è stato consigliato di consumare una colazione a basso contenuto di carboidrati, circa 8 grammi, insieme a 25 grammi di proteine e a 37 grammi di grassi, al secondo di fare una colazione con 56 grammi di carboidrati, 20 grammi di proteine e 15 grammi di grassi. Entrambe le opzioni fornivano 450 calorie. I partecipanti avevano una varietà di scelte e mandavano una foto della colazione, che veniva poi esaminata da un dietista. All’inizio e alla fine dello studio sono stati misurati peso e circonferenza vita e per tutto il periodo di studio sono stati valutato i livelli di glucosio e i livelli di emoglobina glicata. Dall’analisi è emerso che – mentre non emergevano differenze significative, tra i due gruppi, a livello di peso, indice di massa corporea o circonferenza vita – chi assumeva pochi carboidrati a colazione mostrava una riduzione dei livelli di zuccheri nel sangue. La variabilità glicemica, ovvero le oscillazioni dei picchi, era significativamente inferiore tra i diabetici che assumevano bassi quantitativi di carboidrati a colazione. Infine, questo gruppo tendeva a mangiare meno carboidrati durante il resto della giornata, suggerendo l’ipotesi che una colazione con più grassi e proteine potrebbe avere un impatto sulle abitudini alimentari quotidiane. Fonte: The American Journal of Clinical Nutrition 2023


61° FESTIVAL

VIENNA

PIANISTICO INTERNAZIONALE DI BRESCIA E BERGAMO

SKYLINE OMAGGIO AD ANTON BRUCKNER

Anton-Bruckner

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La presentazione della 61esima edizione del “Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo” si apre con l’entusiasmante prospettiva di raccontare i grandi musicisti Viennesi. La capitale Austriaca è stata infatti madre di grandi compositori che hanno profondamente segnato la storia della musica, ma soprattutto (come ci tiene a specificare il direttore artistico Pier Carlo Orizio) ha trovato la sua forza nell’inclusione di artisti stranieri, che sono inevitabilmente entrati a far parte della cultura Viennese. Per questo motivo il direttore artistico spiega come una possibile interpretazione del significato del festival sia l’inclusione di opere, artisti e tempi diversi. Una seconda interpretazione vede come oggetto l’innovazione, un altro tema centrale nella produzione musicale di Vienna. Questa città è infatti patria di un ricco repertorio e di una tradizione profondissima, ma è stata anche centro di una importante rivoluzione nella musica, come ha dimostrato la seconda scuola di Vienna. I cinquanta concerti, che si alterneranno tra il Teatro Donizetti (a Bergamo) e i Teatri Grande e Sociale (a Brescia), raccontano quindi una storia lunga 200 anni. Attraverso le note di Mozart, Beethoven, Schubert e molti altri, si vede il tentativo di valorizzare le potenzialità delle due province. L’obiettivo finale è quello di crescere insieme ed espandere la cultura su tutto il territorio, un’idea portata orgogliosamente nella prima metà del 2024, in particolare dal 26 Aprile al 15 Giugno.


Non sono mancate inoltre diverse collaborazioni, per esempio con l’università di Bergamo, che non solo pone a disposizione i suoi repertori e luoghi, come la Chiesa di S. Agostino, ma si aspetta con entusiasmo uno scambio fruttuoso di idee e persone, che rinforzino ancora di più l’idea di dialogo tra la città e la sua università. Tra le proposte di questa edizione del Festival, l’enfasi è posta in particolare sugli eventi di approfondimento e dibattito curati da docenti e ricercatori dell’università di Bergamo, che lavorano con l’obbiettivo di intensificare la divulgazione offerta dal Festival.

Arcadi Volodos © Marco Borggreve Sony Classical-2

Questa stessa idea viene avvalorata dall’intervento della direttrice del conservatorio Donizetti, Daniela Giordano, che spiega con passione come, per loro, quella del pianoforte sia una realtà importante e il Festival un’opportunità sia per i ragazzi che per il territorio. Infine, come spiega la presidente Daniela Gennaro Guadalupi, il festival vuole esprimere la forza e i valori delle province, concentrandosi sulla valorizzazione della cultura e dei giovani talenti. Nel concludere la presentazione, Lia Cocca spiega come i biglietti e le carte regalo saranno disponibili sul sito a partire dal 17 Gennaio 2024.


Eva Gevorgyan

Andras Schiff by Nadja Sjöström

Andrea Lucchesini

Ax Emanuel ph. Lisa Mazzucco

Benedetto Lupo

Chamber Orchestra of Europe ph. JuliaWesely

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Dan Ettinger ph. JuergenAltmann

De Maria ph. Dmitrij Matvejev

Federico Colli ph. Kate Kondratieva

Filippo Gorini ph. Simon Pauly

61° FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE DI BRESCIA E BERGAMO



Ensemble vocale Continuum 2022 - Pisa - Anima Mundi Festival

Haochen Zhang @Benjamin Ealovega

Jordi Savall

Grigory Sokolov ph. Roberto Mora

Petrenko Vasily ph. Tarlova

Martina Filjak - ph. Romano Grozich 61° FESTIVAL PIANISTICO Quello di Vienna Skyline sarà un viaggio lungo 200 anni che INTERNAZIONALE avrà inizio il prossimo 27 aprile e avrà come protagonista DI unaBRESCIA capitale la cui storia sembra fondersi con le note di Beethoven, Brahms. EMozart, BERGAMO Per incentivare la partecipazione dei più giovani, per i concerti a Teatro Grande il Festival offre una speciale riduzione agli under25 con il 50% di sconto su ogni ordine di palco. L’acquisto del biglietto under25 sarà nominale e subordinato alla presentazione di un documento di identità in fase del ritiro del biglietto.

Ramin Bahrami

Nuovo Trio Italiano ph. Ottavio Tomasini

SUL SITO DEL FESTIVAL È POSSIBILE CONSULTARE NEL DETTAGLIO DATE, PREZZI E FORMULE DI ACQUISTO 54

I Virtuosi Italiani



RÖMETA KOUTURE

IN MOSTRA AL FANTONI HUB Fino al 6 Marzo

ph. Alessandro Villa

Via Camozzi Passaggio via Sora, Bergamo

QUANDO LA SPAZZATURA FA TENDENZA Röméta Kouture, è il titolo della nuova mostra presso il Fantoni Hub, lo spazio gestito dalla

Scuola d’Arte Fantoni, grazie alla disponibilità della Provincia di Bergamo. La mostra sarà visibile dalle vetrine di via Camozzi dal 14 febbraio al 6 marzo. Röméta come spazzatura in bergamasco, come Junk spazzatura in inglese perché in esposizione saranno gli abiti che gli allievi delle classi seconde del Liceo Artistico della Scuola d’Arte Andrea Fantoni hanno realizzato per l’edizione 2024 del contest internazionale Junk Kouture. La mission del contest Junk Kouture.è quella di spirare la creatività degli adolescenti, ed aumentare la loro consapevolezza verso la sostenibilità, attraverso la creazione di design straordinari con materiali ordinari e trascurati.


LA MOSTRA

Esposta al Fantoni Hub una selezione dei 12 nuovi abiti creati dagli allievi delle classi seconde, guidati dalle prof. sse Anna Bulla e Daniela Tasca per la realizzazione degli abiti e dal prof. Villa per gli shooting fotografici. Tratto distintivo della nuova collezione il preponderante utilizzo delle tonalità bianco e nero. Uno spazio sarà dedicato anche ad abiti prodotti nelle scorse annualità, agli accessori di lavoro, ai materiali di riciclo utilizzati, a filmati utili a documentare il lungo lavoro di progettazione e realizzazione. La mostra sarà sempre accessibile, perché pensata per essere vista dalle vetrine del Fantoni Hub che si affacciano su via Camozzi.

IL PROGETTO

“Junk Kouture”, iniziato più di 10 anni fa come un piccolo concorso di moda indipendente per le scuole medie e superiori, nel nord-ovest dell’Irlanda, ha coinvolto fino ad oggi oltre 350.000 studenti, divenendo il più grande evento di educazione per la eco sostenibilità per i giovani di tutto il mondo. Il Liceo artistico Andrea Fantoni ha partecipato con regolarità negli ultimi anni. Anche tutta la collezione 2024 è stata frutto di mesi di lavoro che hanno consentito di creare capi unici, inconsueti e tutti realizzati con materiali di riciclo: “Come passo iniziale – ha spiegato la Prof.ssa Anna Bulla, coordinatrice del progetto – i ragazzi sono stati invitati a riflettere su questo contest al cui centro sta l’attività di riciclo. Si è fatta poi un’analisi dei materiali selezionati e delle loro caratteristiche. Dalla materia si è passati alla fase teorica con la produzione dei veri e propri bozzetti degli abiti”.


mai dire

KITSCH il

“diversamente bello” a cura di Renato Corsini

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Fino al 10/03/2024 Macof – Palazzo Martinengo Colleoni Via Moretto, 78 - BRESCIA info@macof.it - Tel: 366 3804795


Riconoscere il kitsch con una valutazione soggettiva è un’operazione abbastanza facile e quasi istintiva; definirlo oggettivamente nei suoi confini, delimitarne le caratteristiche e catalogarlo con evidenti segni di appartenenza diventa un’operazione ben più complessa. Lo è perché i valori culturali che dovrebbero indicare la differenza tra ciò che è bello e ciò che è brutto, sono ormai diventati un esercizio logoro, dal momento che il brutto non è più il contrario del bello, ma si è piuttosto tramutato nell’esemplificazione di differenze culturali e distinzioni sociali. Esiste tuttavia anche un’estetica del “brutto” e, se il kitsch può costituirne un linguaggio autonomo, allora merita il diritto di cittadinanza tra le espressioni artistiche, come frutto di un processo che non tiene conto di valenze legate al “bello”. D’altra parte assistiamo al fatto che l’attributo del bello non viene più neanche preso come indispensabile nell’arte contemporanea. La bellezza estetica, il valore compositivo o le ricerche cromatiche sono prerogative di protagonismi creativi ormai lontani, testimoni di una storia dell’arte che appartiene al passato, anche recente. Solamente attraverso la sua musealizzazione, il kitsch può esibire il suo percorso sulla presunta banalità del gusto e può esporre oggetti che rielaborano la propria identità trasformando il dilettantismo in una forma di liberazione della fantasia. Allora il kitsch non è più un surrogato culturale o una sottocultura dell’oggetto come una certa critica contemporanea ha elaborato e sviluppato contrabbandandolo come disvalore estetico, bensì diventa un linguaggio alternativo. Il cattivo gusto non esiste quando il problema del gusto non si pone: lo vediamo quotidianamente nei messaggi pubblicitari, nei comportamenti sociali, nell’abbigliamento e nella televisione dove non è più possibile distinguere il vero dal falso, il raffinato dal volgare, l’autentico dal contraffatto e quando tutto diventa massificazione del banale. In politica il kitsch diventa esperienza comunicativa di massa; la validità del messaggio è subordinata alla sua capacità di coinvolgere il maggior numero possibile di utenti. Nel mondo dell’architettura il Kitsch prende in prestito oggetti, monumenti storici e simboli sociali per proporli fuori scala e fuori luogo con la pretesa di stupire. Assolti i nanetti da giardino, i gadget turistici della Torre di Pisa e le gondole con carillon di Venezia, ormai divenuti icone in via d’estinzione perché sempre più privi di bacino d’utenza popolar-turistica, la loro fonte d’ispirazione, il Kitsch appunto, si sta trasformando nel linguaggio del nostro tempo: ne sono testimonianza gli emoticon del cellulare, i villaggi turistici con le persone accessoriate di ghirlande a Honolulu, le performances di certi gruppi rock, alcuni interventi di chirurgia estetica o gli improbabili ciuffi di capelli sulla fronte di politici internazionali.

Nella fotografia di matrimonio l’avvento del digitale e il conseguente uso creativo di Photoshop in certi casi ha sdoganato la fantasia di chi non ne ha mai avuta, esaltando una parola dal risvolto stucchevole

Nel mondo dell’architettura il Kitsch prende in prestito oggetti, monumenti storici e simboli sociali per proporli fuori scala e furo iluogo con la pretesa di stupire


ANNI 90 “La visione che Thierry ha dei suoi modelli è molto particolare: intrisa di delicatezza ed empatia, gli scatti sono semplici e gioiosi... Le sue immagini sono sempre forti, anche le più delicate emanano una forza granitica. Ed è quello che proviamo sfogliando questo libro: tutto la forza e l’emozione del suo talento”. (Carla Bruni) Uno dei protagonisti della fotografia di moda degli anni '90, Thierry Le Gouès presenta il suo quinto libro “90’S” pubblicato da Éditons PowerHouse. Una raccolta delle sue migliori fotografie durante l'emblematico decennio del gli anni Novanta, un misto di ribellione e innovazione per la moda-industria. 90’s è un libro dedicato al suo lavoro nella moda attraverso le sue collaborazioni con Éditons Condé Nast e le super top model di questi anni che hanno segnato l’estetica di un’intera generazione. 1990: Thierry realizza le sue prime collaborazioni con le Éditions Condé Nast (Vogue italia, L'Uomo Vogue, Glamour, Vogue Homme), imponendo subito il suo stile: composizioni classiche, effetti di luce molto studiati messa in scena cinematografica e sensuale, bianco e nero potente e immagini senza tempo. 90’s è un omaggio ai numerosi stilisti, editori e top model con cui ha lavorato, catturandone l'essenza con la sua audace estetica visiva. Nel 1998 pubblica il suo primo libro SOUL, che si affermerà come suo opera iconica. Ha fotografato esclusivamente modelle nere in posa scultorea, modo nudo, riunendo ancora una volta le migliori star Naomi, Iman, Alek Wek e Georgina Robertson. 30 anni dopo, gli anni '90, permettono alla nuova generazione di (ri)scoprire quelli considerati gli anni migliori del settore, l'età dell'oro, a cui Thierry ritorna dove tutto ha avuto inizio quando ha scelto di scattare foto fashion e non trendy.

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90’S Carla Bruni

Kate Moss

IL NUOVO LIBRO CON LE FOTOGRAFIE DI THIERRY LE GOUÈS E PREFAZIONE DI CARLA BRUNI

Monica Bellucci

Naomi Campbell

PREFAZIONE AL VOLUME DI CARLA BRUNI Quando Thierry mi ha mostrato le bozze del suo magnifico libro ho rivisto 30 anni delle nostre vite che passano, 30 anni di ricordi che mi irrompono in faccia e la bellezza delle fotografie mi abbaglia: sensuale ed elegante, potente e luminosa. Piene di gioia e di vita, le foto di Thierry Le Gouès ci portano altrove La visione che Thierry ha dei suoi modelli è molto particolare: è segnata con delicatezza e empatia, gli scatti sono semplici e gioiosi, si ride tantissimo. Il suo talento è molteplice, sofisticato e primitivo allo stesso tempo, senza tempo.


Le sue immagini sono sempre forti, anche le più delicate emanano un aspetto granitico e una grande forza eppure, in ognuna di queste immagini, scivola un movimento sospeso, a un sorriso, un'esplosione di luce, un gesto, un attimo di vita. Ed è quello che proviamo sfogliando questo libro: tutta la forza e emozione del suo talento. Come potevo immaginare che il ragazzo con cui ho fatto le mie prime prove al Pin-Up Studio a Parigi quasi 35 anni fa, avrebbe finito per tessere un un lavoro fotografico di tale bellezza ed eleganza. Poco prima di scrivere questa prefazione ho avuto il piacere di lavorare di nuovo con Thierry per una rivista francese. Sono passati 20 anni dall'ultima volta che ci siamo visti, ma io lo trovo intatto immutato. La sua passione, la sua energia, le sue esigenze, la sua costante ricerca della grazia e anche l'eleganza sono rimasta intatte. Era giunto il momento che un libro così bello riunisse le molteplici sfaccettature del suo lavoro e il suo grande talento”. (Carla Bruni) Anni Novanta: è questo il tema dirompente di “90’s”, la straordinaria mostra fotografica inaugurata il 16 febbraio a Milano, in Galleria Rubin, al civico 10 di via Santa Marta.

Kate Moss


IL MUSEO DELL’IMPOSSIBILE L’offerta museale del territorio si arricchisce di una nuova ed originale struttura espositiva. Nel cuore di Bergamo, in via Paleocapa 4E, ha aperto al pubblico IMPOSSIBLE MUSEUM: un luogo unico, fonte di meraviglia e di stupore, fatto di stanze immersive e installazioni interattive progettate per mettere alla prova i nostri sensi e per dare una spiegazione scientifica al motivo per cui, a volte, le nostre percezioni ci ingannano. Un museo tutto da fotografare e da condividere sui Social, perché, come diceva Albert Einstein “il modo migliore per imparare è divertirsi”. Questo museo è il frutto di passione, creatività e impegno e rappresenta un luogo dove la meraviglia e la conoscenza si fondono in un'esperienza unica e un'opportunità straordinaria per imparare mentre ci si diverte. Dopo una progettazione durata quasi 2 anni, IMPOSSIBLE MUSEUM, deve il suo nome al concetto di impossibile inteso come categoria sensoriale, come percezione di una realtà che qui non è quasi mai come appare. Può essere definito come un “museo della meraviglia”, perché ha come obiettivo principale quello di incuriosire, evocando stupore e sorpresa. Il percorso museale si snoda attraverso una serie di esperienze immersive e sorprendenti: il visitatore è invitato a sperimentare, entrando anche fisicamente nelle installazioni, per provare un’esperienza sensoriale avvolgente.

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IMPOSSIBLE MUSEUM si rivolge ad un pubblico molto ampio: è il luogo perfetto per divertirsi con gli amici o per passare del tempo di qualità con i figli e la famiglia, è adatto alle scuole di ogni ordine e grado, ma anche alle aziende e alle Agenzie di Comunicazione che cercano location originali per photo shooting, lanci di prodotto, eventi o attività di team building. IMPOSSIBLE MUSEUM è un luogo adatto a tutte le generazioni e offre un’occasione di svago e di apprendimento a chiunque desideri concedersi un’esperienza originale e sorprendente, indipendentemente dall’età.

Ogni installazione di IMPOSSIBLE MUSEUM ha lo scopo di colpire il visitatore, di stupirlo, ma offre anche l’occasione per approfondire le ragioni per le quali i nostri sensi possono cadere in errore. Il museo offre quindi un’esperienza che è al tempo stesso sensoriale ed educativa. L’intero percorso museale è ispirato ai più attuali principi di edutainment che integrano apprendimento e divertimento. La meraviglia e lo stupore del visitatore di fronte ai fenomeni che osserva, si trasformano in scoperta e conoscenza, attraverso semplici spiegazioni dei meccanismi fisiologici, delle leggi della fisica o della prospettiva che sono alla base di una realtà apparentemente impossibile.


LA STRUTTURA E IL PERCORSO MUSEALE Chiunque abbia visitato uno dei tanti musei di illusioni ottiche presenti in tutto il mondo, si stupirà per l’originalità, la qualità e le dimensioni delle installazioni di IMPOSSIBLE MUSEUM. Tutte le installazioni sono state progettate ad hoc e realizzate artigianalmente per sfruttare al meglio gli spazi e migliorare l’esperienza di visita. Inoltre il percorso museale viene rinnovato a cadenza trimestrale con l’introduzione di una nuova installazione che si aggiunge o sostituisce quelle già presenti. La superficie del museo è di circa 500mq distribuiti su 2 livelli ed è divisa in 7 ambienti, ciascuno dedicato ad una particolare tematica: La prospettiva - Il moto apparente - L’equilibrio Il tatto e l’udito - La riflessione - Luci e ombre Proiezioni immersive

Tra le oltre 30 installazioni presenti nel museo, sono da segnalare in particolare: * l’Infinity Room più grande mai realizzata in un museo di questo genere che ospita un allestimento temporaneo in omaggio all’arte di Yaioi Kusama, in mostra in questi mesi a Bergamo; * il Kaleido Tunnel, un gigantesco caleidoscopio nel quale è possibile entrare per immergersi in un’atmosfera di luci e colori; * la Piscina Impossibile, il Giardino Impossibile e la Parete Impossibile, tre installazioni liberamente ispirate ai capolavori dell’artista argentino Leandro Elrich, un maestro a livello mondiale nella realizzazione di opere d’arte illusorie; * la stanza delle Ombre Impossibili, che sfrutta il principio della fosforescenza per permettere di avere interazioni normalmente impossibili con la propria ombra. IMPOSSIBLE MUSEUM Via Pietro Paleocapa, 4/E www.impossiblemuseum.it info@impossiblemuseum.it


mostre

I MACCHIAIOLI BRESCIA, PALAZZO MARTINENGO FINO AL 9 GIUGNO 2024 Palazzo Martinengo a Brescia si prepara ad accogliere una rivoluzione. Una rivoluzione artistica, quella dei Macchiaioli, ovvero quel gruppo di giovani pittori che nella Firenze del secondo Ottocento diedero vita a una delle più originali e innovative avanguardie artistiche europee del XIX secolo. Dal 20 gennaio al 9 giugno 2024, la storica residenza cinquecentesca nel cuore della città ospita un'imperdibile mostra, curata da Francesca Dini e Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, che presenta oltre 100 capolavori di Fattori, Lega, Signorini, Cabianca, Borrani, Abbati e altri, provenienti in gran parte da collezioni private - solitamente inaccessibili - e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, i Musei Civici di Udine, l'Istituto Matteucci di Viareggio e la Fondazione CR Firenze.

Giovanni Fattori, Silvestro Lega che dipinge sugli scogli

LA SPEDIZIONE DEI MILLE

G. Nodari, Lo sbarco nel porto di Marsala

BRESCIA | MUSEO DI SANTA GIULIA FINO AL 7 APRILE 2024 L’emozionante impresa della Spedizione dei Mille è documentata nelle memorie grafiche di Giuseppe Nodari, patriota, artista e medico, originario di Castiglione delle Stiviere. Una serie di venti acquerelli e un taccuino costituiscono una preziosa documentazione storica dei fatti vissuti in prima persona dall’autore, e al tempo stesso una testimonianza della sua straordinaria sensibilità artistica. La prima mostra dell’anno di Fondazione Brescia Musei è un omaggio al Museo del Risorgimento. I venti acquarelli e l’altra mezza dozzina di opere legate a Giuseppe Nodari testimoniano l’eccezionalità di questo patriota-cronista, "embedded", diremmo oggi, nella Spedizione dei Mille: un reporter, quando il reportage fotografico ancora non esisteva, in grado di sunteggiare gli avvenimenti senza perdere di vista il realismo dei fatti narrati e la precisione nel dettaglio della rappresentazione pittorica, sia del paesaggio che dell’ambiente urbano nel quale si combatté, in particolare nelle vedute di Palermo. Un grande omaggio identitario a un pittore che è stato un eroe dei Mille, uno dei ragazzi che fecero l’Italia e che, ancora oggi con questa eccezionale testimonianza pittorica, ritrovamento delle Amichae gentilmente offerto alla Fondazione Brescia Musei, ci consente di ricordare il potere e il valore dell’immagine a cui i musei, in specie i musei di storia, come quello del Risorgimento, sono tributari. E ciò è particolarmente vero per il nostro, il "Leonessa d’Italia", una vera e propria "seconda Pinacoteca", dove speriamo un giorno queste opere possano arricchire la narrazione dei Mille. Ingresso gratuito 64


ANTONIO LIGABUE

TRIESTE MUSEO REVOLTELLA, FINO AL 30 GIUGNO 2024

Antonio Ligabue: Il pifferaio

Proroga fino al 30 giugno la prima mostra in Friuli Venezia Giulia dedicata a uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento, Antonio Ligabue. Attraverso oltre 60 opere tra oli, disegni e sculture, al Museo Revoltella di Trieste continua il racconto della vita e dell’opera di un uomo che ha fatto della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza. Antonio Ligabue, uno degli artisti italiani più umani e commoventi del Novecento, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.

YAYOI KUSAMA: FIREFLIES ON THE WATER BERGAMO, PALAZZO DELLA RAGIONE FINO AL 21 APRILE

Yayoi Kusama, Portrait ©YAYOI KUSAMA

Esposta per la prima volta in Italia, l’opera proviene dalla collezione permanente del Whitney Museum of American Art di New York. Fino al 21 Aprile 2024, Palazzo della Ragione a Bergamo è teatro di una straordinaria operazione artistica e culturale. Uno dei più antichi palazzi comunali d’Italia accoglie la mostra di Yayoi Kusama (Matsumoto, Giappone, 1929), l’artista più popolare al mondo, secondo un sondaggio condotto dalla rivista The Art Newspaper, che porta nel cuore della città orobica Fireflies on the Water una delle sue Infinity Mirror Room più iconiche, proveniente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York.

MISSONI, FASHION ILLUSTRATION GALLARATE (VA) MUSEO MA*GA FINO AL 1 SETTEMBRE

Il Ma*Ga di Gallarate ospita la mostra, curata dall’Archivio Missoni, Fashion Illustration. La Moda Missoni interpretata da Gladys Perint Palmer. L’illustrazione è sempre stato un forte e affascinante strumento di comunicazione. Quelle di moda di Gladys Perint Palmer per Missoni sono un esempio straordinario di come l’arte possa elevare e comunicare l’estetica di un marchio. Rosita Missoni è cresciuta giocando a ritagliare figurini dalle riviste di moda che trovava nell’atelier dell’azienda di famiglia e da allora è sempre stata affascinata dalla capacità delle illustrazioni di moda di proiettarla verso mondi fantastici. Così, anche quando negli anni Sessanta i Missoni iniziarono a commissionare le loro campagne pubblicitarie ai fotografi di moda, Rosita rimase sempre affascinata dalle potenzialità espressive dell’illustrazione, affidando le loro creazioni a Brunetta fino agli anni Settanta, in seguito ad Antonio Lopez negli anni Ottanta e a Gladys Perint Palmer dagli anni Novanta. Disegni di Gladys Perint Palmer


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Taycan, Taycan Turbo Cross Turismo e Taycan 4S Sport Turismo


NUOVA PORSCHE

Taycan PIÙ POTENTE PIÙ VELOCE PIÙ LONTANO Più potente: potenza di ricarica aumentata di 50 kW fino a 320 kW. Recupero dell'energia incrementato fino a 400 kW alle alte velocità Più veloce: lo scatto da 0 a 100 km/h è più veloce di 0,6 secondi e la Taycan Turbo S lo copre in soli 2,4 secondi Più lontano: l'autonomia è stata aumentata fino al 35%, per un massimo di 678 chilometri (ciclo WLTP). Tutte le varianti della Taycan possono ricaricare la batteria dal 10% all'80% in 18 minuti. Porsche ha sottoposto la Taycan a un aggiornamento particolarmente ampio. Le nuove versioni sono più potenti, hanno un'autonomia più estesa, accelerano più rapidamente e si ricaricano più velocemente e con maggiore stabilità. Per quanto riguarda gli aspetti stilistici, Porsche ha anche affinato la linea della carrozzeria, differenziando in modo più marcato i modelli Turbo. Tutte le versioni della Taycan dispongono di un equipaggiamento di serie ancora più ricco e offrono l'ultima generazione della Porsche Driver Experience, con concetto di visualizzazione e sistema di comando ottimizzati.

LA NUOVA TAYCAN SARÀ DISPONIBILE PRESSO I CENTRI PORSCHE DALLA PRIMAVERA DEL 2024


AUTOTORINO: IMPARARE A VOLARE

NEL 2023 HA FATTURATO OLTRE 2MLD DI EURO (+24%) E INCREMENTA IL PROGRAMMA WELFARE: PREMIO AI COLLABORATORI E BONUS BEBÈ DI 3.000 EURO

Autotorino, top dealer automotive già presente in 5 regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna,Veneto e Friuli-Venezia Giulia) e che, dal 15 gennaio scorso, ha aggiunto la sesta, il Lazio, dove ha assunto il mandato delle sei concessionarie Mercedes-Benz di Roma, tagliando il lusinghiero traguardo di ben 70 filiali totali, ha chiuso il 2023 con grandi risultati frutto dell’impegno dei 2.300 collaboratori, riuniti per l’annuale convention. Le persone sono state il vero motore dell’azienda, che ha infatti deciso di dedicare alla Squadra iniziative di welfare per un valore aggiuntivo di 2 milioni di euro, quale riconoscimento degli obiettivi raggiunti, inserendo anche un programma interno “Family Care” indirizzato al sostegno della genitorialità, supportando e incentivando le famiglie dei collaboratori con un contributo di 3.000 euro per ogni figlio nato nel 2023 e/o che nascerà nel 2024. Risultati che si sono concretizzati in un 2023 dal mercato trainante ed in crescita rispetto al 2022, anche grazie al ridimensionamento del tempo d’attesa sulle consegne. In questo scenario, chi si è rivolto ad Autotorino ha scelto principalmente il nuovo, che rappresenta il 54% delle auto vendute. Cresce inoltre l’interesse per l’ampia offerta dell’usato proposta nelle 64 sedi del gruppo, grazie all’introduzione di nuove formule All-Inclusive. “Abbiamo la consapevolezza che il mondo si trasforma ogni giorno con piccole e grandi evoluzioni - ha commentato Plinio Vanini, Presidente di Autotorino - La forza di Autotorino è la capacità di guardare al futuro, ideando linee di sviluppo e nuovi servizi, diversi e innovativi rispetto al mercato. Anche il prossimo anno concretizzeremo questo approccio nella volontà di cambiare e guidare il cambiamento, a partire dalla formazione dei nostri collaboratori, continuando nel solco dell’Autotorino Academy, progetto che dopo quasi 20 anni rappresenta un’unicità nel settore. Questo percorso nasce e continua proprio grazie al valore ed alla motivazione dei collaboratori, al coinvolgimento attivo di partner consolidati e nuovi, a partire dalle Case Costruttrici, ed alla velocità con cui mettiamo a terra progetti e strategie, continuando a creare valore in Italia e per l’Italia, contribuendo al sistema-Paese partendo dall’indotto territoriale”. La tendenza al cambiamento è espressa anche dalle preferenze degli automobilisti che scelgono soluzioni di mobilità in Autotorino. 68

OLTRE 60.000 VETTURE VENDUTE, PIÙ DI 600.000 INTERVENTI DI OFFICINA PER UN FATTURATO SUPERIORE AI 2 MILIARDI (+24% SUL 2022)


Nel 2023 si è consolidata la propensione verso motorizzazioni elettriche o ibrido-elettriche, che a fine anno supereranno un consistente 36% del mix di vendite. All’interno di questo dato, si conferma l’interesse verso i modelli full-electric: sono aumentati del 42% gli accessi nelle filiali del gruppo da parte di persone che hanno voluto approfondire la conoscenza di questi modelli, portando infine a crescere l’incidenza del segmento ‘puramente elettrico’ di oltre 1 punto percentuale, con una proiezione a fine anno superiore al 4,1%. “Nel 2023 abbiamo continuato a coltivare il senso di appartenenza alla Squadra, dando continuità e profondità alla condivisione dei valori “DNA Autotorino”, solida base dei nostri risultati. Abbiamo rafforzato i rapporti con i partner, anche attraverso l’espansione sul territorio: l’inaugurazione dell’innovativo format di store in Piazza Duomo a Milano, dedicato a un nuovo concept di relazione e alla mobilità sostenibile e l’imminente apertura del quarto punto in città, in viale Cassinis; l’acquisizione delle sei filiali di Roma, che segnerà il debutto di Autotorino nel Lazio; l’apertura di una nuova sede a Legnago, nel veronese, e la diversificazione dei marchi presenti a Novara e Olgiate Olona, nel varesotto. - ha commentato Mattia Vanini, vicepresidente di Autotorino - Un aspetto importante è rappresentato dall’avvio dei lavori per l’ampliamento della sede centrale di Cosio Valtellino, concepito per essere fulcro di una gestione sempre più efficace dei servizi erogati dal centro alle filiali e viceversa. Progetto che trova un complemento nell’hub operativo di Milano, inaugurato sempre quest’anno, capace di ospitare oltre 50 persone, e dedicato in particolare ai Team tecnologici e di digital marketing”. La presenza digitale integra e rafforza quella territoriale, creando un ecosistema a tutto tondo: ad un anno esatto dal lancio del nuovo sito le novità e gli aggiornamenti tecnologici introdotti hanno permesso di includere più contenuti in target e aumentare il coinvolgimento degli utenti, facendo più che raddoppiare il tempo medio speso sulla piattaforma ed incrementare del 12,5% l’engagement, consolidando così la multicanalità di Autotorino nella customer experience. “Si sta chiudendo un anno che ha visto tutto il Gruppo protagonista di un importante lavoro di dettaglio, sia nell’evoluzione, sia nel gestire complessità ed opportunità che hanno caratterizzato il 2023 – commenta Stefano Martinalli, Consigliere Delegato e Direttore Generale di Autotorino – Abbiamo sempre creduto in un nostro modello organizzativo e di relazione con il cliente: l’azienda evolve attraverso il continuo investimento in capitale umano, processi e piattaforme, e grazie a collaboratori motivati, formati, capaci di far crescere in intensità e soddisfazione il rapporto con il pubblico. Usato, post-vendita ed elettrificazione saranno tre dei principali driver su cui ci concentreremo nel 2024, applicando la nostra capacità di interpretare, anticipare e gestire le dinamiche del mercato, per mantenere il nostro ruolo trainante nel settore con un approccio da provider di mobilità ‘all-inclusive’, tutelando e valorizzando i clienti, le comunità locali, la sostenibilità del business e le relazioni costruite nel tempo”.

A sinistra Plinio Vanini e, alla sua destra, il figlio Mattia, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Autotorino

AUTOTORINO Con 70 sedi ed oltre 2.300 collaboratori, Autotorino è il dealer auto italiano di riferimento nel settore, 31° per fatturato in Europa secondo la ICDP 2023 European Biggest Dealers’ Guide. Il 2023 registrerà la vendita di 63.000 vetture (nuovo e usato), con un fatturato di oltre 2 miliardi di euro (previsionale). Oggi rappresenta 9 Gruppi Automotive ed opera attraverso una rete di concessionarie ufficiali che si articola su 24 Province in 6 Regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Lazio. Un Gruppo dal profondo radicamento nei territori e nelle comunità in cui opera, con una visione vocata alla qualità ed all’innovazione dei modelli organizzativi e dei servizi, da sempre orientato alla formazione, ricerca e sviluppo. Un modello indirizzato al costante affinamento dell’interpretazione della mobilità come servizio, cui corrisponde l’innalzamento degli standard dedicati ai Clienti, sia nella prossimità fisica, sia nella costante disponibilità on-line. Solidità del modello d’impresa e coinvolgimento dei collaboratori caratterizzano Autotorino, che ha ricevuto ininterrottamente dal 2022, il “Premio Industria Felix – l’Italia che compete”, conferito dal comitato scientifico di Università Luiss e CERVED alle aziende italiane più performanti, finanziariamente affidabili e capaci di generare occupazione.


UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE PRESENTA

LA PRIMA SUMMER SCHOOL IN

Luxury Tourism

BRANDING COMMUNICATION SUSTAINABILITY

DAL 16 AL 20 GIUGNO. ISCRIZIONI ENTRO 30 APRILE L’Università Cattolica del Sacro Cuore lancia la prima Summer School sul Turismo di Lusso esplorando i suoi aspetti economici, manageriali e di imprenditorialità. Il corso Luxury Tourism: Branding, Communication, Sustainability, che avrà come location il Lago di Garda, nasce dalla collaborazione di OTG, Osservatorio per il turismo sul Lago di Garda, e Terme di Sirmione, e vede la sinergia di Università Cattolica del Sacro Cuore, Comunità del Garda, Fondazione Ugo da Como, Navigazione Lago di Garda. Un’importante attività di formazione, unica nel suo genere e nella sua localizzazione, che intende favorire l'incontro e la specializzazione nell'ambito dell'economia del Turismo, concentrandosi sulle dinamiche del Turismo del Lusso.

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Giovanni Gregorini, Professore di Storia economica, Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e filologiche, Università Cattolica del Sacro Cuore; Direttore del Centro di Ricerca OTG (Osservatorio per il turismo sul lago di Garda) “I dati di scenario di fatto evidenziano che il mercato globale del Turismo di Lusso ha conosciuto negli ultimi anni un inarrestabile aumento ed è destinato a vivere un periodo di continua crescita anche nel prossimo futuro. Il Luxury Tourism riguarda e comprende tutti i comparti della filiera turistica (quali "Visiting", "Food e Beverage", Hotellerie, ecc.) e presenta varietà e volumi maggiori di quel che si possa immaginare: assorbe il 3% del PIL nazionale ed a tutt'oggi è in forte espansione tenuto conto che entro il 2025 esso crescerà più velocemente rispetto a qualsiasi altro di tipo di viaggio, sino a raggiungere gradualmente quello relativo alle quote detenute dal turismo "Low Cost". Senza dubbio il lago di Garda rappresenta un polo di primo piano per questo tipo di turismo, con oltre una quindicina di hotel a cinque stelle, ristoranti stellati, terme esclusive e servizi di elevata qualità che ne fanno una meta privilegiata per milioni di turisti da tutto il mondo. Diventa dunque strategico prepararsi nella conoscenza e nella comprensione di questo fenomeno globale, anticipandone le dinamiche e i possibili sviluppi.”

Quando: da domenica 16 a giovedì 20 giugno 2024 Dove: Hotel Acquaviva di Desenzano del Garda (BS),Terme di Sirmione, Fondazione Ugo da Como di Lonato del Garda, Comunità del Garda di Salò Iscrizione: online entro il 30 aprile 2024 fino ad esaurimento posti. Posti disponibili 20. Quanto: 600 € (IVA inclusa) La quota comprende, oltre alle attività formative e il materiale didattico, anche il soggiorno completo presso l’hotel Acquaviva di Desenzano del Garda e le attività correlate alla Summer School.


I destinatari della Summer School sono studenti universitari e laureati triennali e magistrali, imprenditori e manager di settore, funzionari di enti consortili e pubblici amministratori, giornalisti e bloggers del settore turistico. Le lezioni, guidate da una docenza di alta qualificazione internazionale e in multilingua (inglese e italiano) avranno lo scopo di allargare gli orizzonti di comprensione del fenomeno, mentre dagli incontri con gli operatori di settore emergeranno le sfide competitive da affrontare nei prossimi anni. I lavori si svilupperanno in sessioni interattive con esercitazioni, tavole rotonde, confronti con approccio interdisciplinare, momenti di team-building e assessment di gruppo. Le sedi delle sessioni sono Hotel Acquaviva, Terme di Sirmione, Motonave Navigarda, Fondazione Ugo da Como, Comunità del Garda. “La collaborazione di realtà di eccellenza eterogene in un territorio è fondamentale nel turismo di lusso per offrire esperienze autentiche, servizi di alta qualità e valorizzare al meglio le risorse locali, creando un sistema turistico completo e sostenibile”, conclude il prof. Gregorini. Nello specifico, gli ambiti di approfondimento riguarderanno l'analisi storico-economica e antropologica del Turismo del Lusso, la comunicazione d'impresa e le dinamiche dei settori social, l'approccio internazionale alla valorizzazione dei patrimoni disponibili nei territori, la fondamentale rilevanza delle competenze linguistiche e della storia, come strumento di incontro tra i Turismi nel mondo, le politiche territoriali tese allo sviluppo dei territori in chiave turistica.

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IL VOLTO FEMMINILE DEL TURISMO INTRAPRENDENTI, DETERMINATE, CREATIVE E CON UNA MARCIA IN PIÙ. L’IMPRENDITORIA FEMMINILE GIOCA UN RUOLO SEMPRE PIÙ IMPORTANTE NEL MONDO DEL TURISMO. DA NORD A SUD, STORIE DI DONNE DI SUCCESSO Nel turismo il “brand donna” è sempre più sinonimo di successo: le donne sono abituate alla cura delle persone e delle cose, tendono a custodire, sono attente a non sprecare, preservano, riportano in vita. Sono legate alle radici, ma al tempo stesso dotate di lungimiranza. Il risultato? Un turismo che poggia sull’ospitalità familiare, l’agricoltura locale e ambienti eco, la cucina tipica e la valorizzazione di antiche tradizioni.

Stephanie Völser, Direttrice Cooperativa turistica dellaVal d’Ega ph. Gabriel Eisath 70 72

LA VAL D’EGA NEL CUORE Neve scintillante, cieli blu intensi, la vista del Latemar, del Catinaccio e delle altre vette dolomitiche come compagne di vita, lavoro e casa. Stephanie Völser, neo direttrice della cooperativa turistica della Val d’Ega, che in questa terra è nata e cresciuta, ha deciso di tornare dopo le esperienze in giro per l’Italia e all’estero, per profondere il suo impegno e le sue competenze - unite al grande amore per la sua terra - nel far conoscere la Val d’Ega in tutta la sua bellezza. Un territorio ricchissimo, che fa parte del Dolomiti Superski e offre piste da discesa, da fondo, innumerevoli escursioni invernali, e che ha fatto della cooperazione sociale il suo punto di forza, per dar vita ad azioni concrete. La sua mission è portare in Val d’Ega un turismo autentico e lungimirante, rispettoso della natura, dell’ambiente e della gente del posto. Diplomata all’Istituto Europeo di Design a Milano - brand management, Stephanie Völser ha la passione per il turismo, che ha trasferito nelle sue esperienze professionali, come executive assistant & headquarters PR per l’Oberalp Group di Bolzano; relations & marketing manager nel settore dell’hôtellerie, e a Val d’Ega Turismo prima come sustainability & product management, poi come direttrice. L’attenzione per ospitalità e per le persone l’ha portata anche ad impegnarsi nel sociale, sempre con la grande passione e tenacia che la contraddistingue. È membro del gruppo territoriale dell’EBC (Economia del Bene Comune) dell’Alto Adige, ed è stata anche insegnante volontaria di corsi di lingua per persone senza tetto e migranti e nell’organizzazione del progetto di integrazione per i migranti “Orto Salewa”. www.valdega.com


Daniela Righi PIÙ RUOLI MANAGERIALI IN ROSA Nel suo Dna la passione per l’ospitalità (coltivata fin da piccola nell’albergo della madre a Riva del Garda): Daniela Righi, dopo il liceo e inizialmente un altro percorso professionale, con esperienze lavorative in America e in Alto Adige, ha messo a frutto il suo talento manageriale nel settore turistico. Sport, golf, natura e relax: oggi è Ceo e co-founder, insieme ad Alessandro Vadagnini, di Mira Hotels & Resorts, quattro resort che da nord a sud, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Toscana alla Puglia, regalano vacanze indimenticabili fra campi fa golf immersi nella natura, piscine, spa, centri wellness dove rilassarsi e dedicarsi a sé stessi. Nei suoi hotel, esperienza e capacità imprenditoriale si uniscono nella declinazione di una vacanza di benessere e piacere. Un successo dovuto anche ad un team per lo più “al femminile”. Fra gli obiettivi di Daniela Righi, quello di dare alle donne l’indipendenza col lavoro. “Turismo e donna è un binomio vincente sempre più frequente, ma vorrei vedere maggiormente ruoli manageriali “in rosa” – ha sottolineato Daniela Righi. Per questo negli hotel che gestisco scelgo per lo più direttrici donna. E il mio auspicio è che il mondo femminile possa assumere ancora più spazi di rilievo nei ruoli dirigenziali”. www.mirahotels.com IN SARDEGNA, L’ECO RESORT SUL MARE DI ANDREINA BERETTA Dopo gli studi a Roma e corsi di specializzazione all’estero, l’amore per la sua terra, la Sardegna, è stato più forte. E qui Andreina Berretta, fra spiagge selvagge e fauna protetta, ha dato vita al suo Aquadulci, un eco resort che si specchia sul mare di Su Giudeu a Chia (CA): è ideatrice e proprietaria di questa struttura sostenibile dove in ogni angolo si respira un’ospitalità calda ed accogliente per una vacanza legata alla valorizzazione del territorio, degli spazi nel pieno rispetto dell’ambiente che circonda il resort. Una vacanza non solo mare, ma natura, benessere e relax accompagnati da servizi innovativi e che rispecchiamo una sensibilità di un team molto al femminile, di cui Andreina Beretta va fiera. “L’ospite nel nostro resort è al centro e in primo piano - ha spiegato - con servizi personalizzati e in perfetta sintonia con tutto, e dove un clima rilassato e disteso riflette una sensibilità molto femminile. Anche nei confronti della sempre maggior necessità di tutela ambientale”. www.aquadulci.com

Andreina Berretta


Benedetta Spigaroli

DA NONNA A NIPOTE: NEL DNA LA TRADIZIONE DI FAMIGLIA PER LA RISTORAZIONE E L’OSPITALITÀ NELLA BASSA PARMENSE Benedetta Spigaroli nasce e cresce nel cuore della Bassa parmense, fra Polesine e Zibello, a pochi metri dal fiume Po (dove la nebbia è uno degli ingredienti per rendere unico il Culatello) in una delle famiglie-simbolo della ristorazione e della norcineria del territorio. È da sempre involontariamente immersa nell’organizzazione di banchetti ed eventi con ospiti internazionali; gli amici di famiglia sono importanti ristoratori e chef del calibro di Alain Ducasse. Diploma di liceo linguistico, la laurea in Lingue e Letterature Straniere con indirizzo “Turismo Culturale”, una strada che le consente di convogliare gli studi e il suo Dna legato all’ospitalità e alla gastronomia del territorio nell’azienda di famiglia dove ha iniziato nel 2014 nel salumificio di famiglia e dal 2023 si occupa anche della supervisione del Relais Antica Corte Pallavicina a Polesine Parmense (PR). Per Benedetta Spigaroli la parola chiave del successo è “creatività”, ovvero la capacità di combinare elementi preesistenti, con qualcosa di nuovo e utile alle persone di oggi e domani, e dove la tradizione, ama ripetere, “è un fantastico e immenso serbatoio da cui bisogna essere bravi ad attingere per dare sostanza al presente e impulso al futuro”. Un esempio? La “Faraona cotta nella creta del Po” che preparava sua nonna, per lei, è il simbolo e l’idea da cui può partire tutto. In essa ci sono, semplicità, eleganza, circolarità, territorialità, sostenibilità e, soprattutto, ricordi e valori. www.anticacortepallavicinarelais.it

MANAGER CON LA PASSIONE DELL’ARTE ALLA GUIDA DI UN RESORT SULLE DOLOMITI Proprietaria dell'Excelsior Dolomites Life Resort di San Viglio di Marebbe (BZ), nel cuore del comprensorio di Plan de Corones, Tamara Call è responsabile dei 62 collaboratori, dirige la Spa, accoglie gli ospiti alla reception, li accompagna in escursioni alla scoperta delle Dolomiti. È una donna manager a 360 gradi ma è anche artista (dipinge) e madre di due figlie. Nel suo curriculum studi d’arte alla Accademia di Venezia, l’insegnamento, l’esperienza lavorativa in uno studio di architettura. Poi, insieme al marito Werner, e con le due figlie Noemi e Giulia, un nuovo percorso, dando vita 28 anni fa ad un luogo dove ospitalità, sport, relax e benessere si integrano, diventando anche un punto di riferimento per le donne, e non solo, che lavorano all’Excelsior Dolomites Life Resort. Di una cosa è certa: “Le donne che lavorano nel turismo hanno una marcia in più, sono determinate, professionali e attente ai dettagli - ha spiegato Tamara Call. Lavoro sì ma non solo, è importante anche ritagliarsi spazi per il tempo libero e le proprie passioni”. La sua? Quella per l’arte ed il dipingere, che si respira nel Tamara Call Art Gallery: creata all'interno del resort, si possono ammirare i suoi dipinti in tecnica acrilica, legati ai temi della natura, frutto di una sensibilità creativa che si respira in ogni angolo del resort. Tel. 0474 501036. www.myexcelsior.com

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Tamara Call

DALLA PASSIONE PER I VIAGGI E PER L’ECOLOGIA ALL’OSPITALITÀ ECOFRIENDLY Oggi Ecobnb è la principale community in Europa dedicata al turismo sostenibile, una piattaforma per trovare ospitalità eco-friendly, dall’agriturismo biologico al glamping immerso nella natura, dall’eco hotel all’albergo diffuso in un antico borgo. Silvia Ombellini, architetto appassionata di viaggi e sostenibilità, ne è fondatrice e content marketing manager. Dopo diverse esperienze lavorative e aver progettato con successo una casa a zero emissioni, ha intrapreso un nuovo capitolo della sua carriera. Il suo percorso l'ha portata in California dove ha studiato User Experience Design all’Università U.C.L.A., e al ritorno in Italia ha cofondato Ecobnb insieme a Simone Riccardi e Carla Soffritti, stabilendo la sede dell’azienda in Trentino. La loro iniziativa è un esempio di come passione e dedizione possano convergere per affrontare le sfide ambientali e promuovere un cambiamento positivo. Ecobnb rappresenta il connubio perfetto tra viaggiatori responsabili e strutture ricettive eco-sostenibili che mirano a un futuro più sostenibile. Oltre a permettere a Silvia di svolgere un lavoro che ama, Ecobnb consente di contribuire concretamente alla realizzazione di qualcosa di innovativo e prezioso per mitigare l'impatto ambientale del turismo a livello globale. www.ecobnb.it


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Matteo Von Wunster e Flavia Possenti

RIKOUSSA MON AMOUR

Agosto del 2019. Con il solito gruppo di amici abbiamo organizzato un viaggio di due settimane in catamarano a Corfù. Conosco Franca da molti anni e l’ho sempre seguita sui social e già avevamo programmato una breve deviazione per andare a trovarla in quello che, già dalle immagini viste su Internet, sembrava un vero paradiso. La voglia di vedere Franca e la curiosità di visitare la “sua” isoletta era tanta e quindi, dopo una piacevole veleggiata al tramonto, siamo arrivati a Erikoussa. L’isoletta è un incanto, piccola, intima, tranquilla. Dopo una breve passeggiata, siamo arrivati all’Acantha Boutique Hotel dove Franca e suo marito ci hanno accolto con molto entusiasmo.

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sei camere spiaggia esclusiva raffinato ristorante vacanza in pieno relax tra i colori e i profumi di un’isola mediterranea Erano impazienti di farci vedere la loro creatura che rispecchia tutte le caratteristiche dell’isola con una struttura lineare che si adatta perfettamente al luogo. Aperitivo delizioso in giardino con vista mare e la cena, beh, indimenticabile, tutta a base di pesce, ovviamente freschissimo, con un servizio attento e curato. Avevamo il catamarano attraccato al molo e quindi non abbiamo soggiornato in hotel ma abbiamo visto qualche camera: stile minimal, design moderno e lineare e con tutte le comodità che rendono il soggiorno sempre piacevole. Ci hanno dato molti suggerimenti su dove andare nei dintorni ed effettivamente il giorno successivo siamo stati in una delle più belle baie della zona poco distante da Erikoussa, Nisos Othonoi, uno spettacolo, acqua turchese e scogliere bianche. Consiglio vivamente l’Acantha boutique hotel per chi vuole una vacanza all’insegna della pace e della tranquillità, di fronte al meraviglioso Mar Ionio senza rinunciare all’ottimo cibo e ad un servizio impeccabile. E poi Franca ti fa sentire a casa!

Venite ad innamorarvi. A tutto il resto penso io.

Franca Iapicca

Erikoussa Island, Corfu, Greece Phone: +30 2663071121 Mobile: +393459519854 Email: info@acanthahotel.com www.acantahotel.com


YOU&ME MALDIVES BY THE COCOON COLLECTION

THE COCOON COLLECTION RINNOVA L’ACCORDO CON LO CHEF STELLATO ANDREA BERTON PER IL RISTORANTE H2O ALLO YOU&ME MALDIVES

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Chef Andrea Berton

You&Me Maldives by The Cocoon Collection è una romantica isola privata situata in un bellissimo angolo incontaminato del nord delle Maldive, l'atollo di Raa, ed è il resort perfetto dove rilassarsi e riappropriarsi dei propri ritmi individuali e di coppia. Una rigenerazione che avviene non solo tramite l’immersione in questo paradiso naturale, ma anche grazie ad esperienze leisure uniche. Una su tutte, la possibilità di vivere un’experience culinaria al ristorante subacqueo H2O Underwater, curato dallo Chef stellato Michelin Andrea Berton. Una partnership vincente e ormai consolidata che ha fatto dello You&Me Maldives non solo l’isola dell’amore, ma anche l’isola gourmet per eccellenza della galassia di The Cocoon Collection.

Un accordo che continuerà anche per il 2024, durante il quale lo Chef proporrà un menù rinnovato, in cui i tratti distintivi della sua cucina incontrano la materia prima dell'isola come cocco, papaya, aragosta e tonno. Commenta lo Chef Andrea Berton: “Sono davvero felice di continuare questo percorso culinario con il ristorante H20 Underwater allo You&Me Maldives. In qualità di Chef, il mio compito è quello di far sognare e di far stare bene gli ospiti con la mia cucina e, per fare questo, non bisogna mai fermarsi, ma studiare nuovi piatti con ingredienti unici. Per il quarto anno di partnership con l’H20, ho creato un menu che abbina alla materia prima dell’isola i tratti caratteristici della mia linea gastronomica.” Gli fa eco Attilio Azzola, Founder and Corporate Sales Manager The Cocoon Collection, che aggiunge: “La nostra passione per l’hospitality, la qualità dei servizi e per il benessere dei nostri ospiti sono da sempre i valori che ci guidano. Siamo molto felici di continuare la collaborazione con lo Chef Berton, il quale è un maestro nel creare esperienze uniche e indimenticabili. Tutti i clienti del ristorante subacqueo H2O Underwater possono infatti godere non solo di un menu eccellente, ma anche di uno spettacolo naturale senza eguali”.


CORSI

6 LEZIONI SUL GIORNALISMO I modi della scrittura nell’informazione contemporanea Un workshop con Giorgio Mora

6 lezioni di due ore il giovedì sera in Biblioteca Comunale dal 14 marzo al 18 aprile 2024 dalle 18:00 alle 20:00

ISCRIZIONE: entro l’8 marzo 2024 €75 Il corso inizierà con un minimo di 10 iscritti

Info e iscrizioni: 030 9909184 cultura@sirmionebs.it visitsirmione.com


QUAL È IL LEGAME TRA INGEGNERIA E SOSTENIBILITÀ? QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UNA METROPOLI ALL’AVANGUARDIA? A CHE PUNTO È L’ITALIA NEL PROGETTARE E COSTRUIRE IL MONDO DI DOMANI? Di questo e molto altro si è parlato all'evento di Observatory on Future Life dal titolo “Ingegneria sostenibile per le Città del Futuro”, organizzato da Ricam Group in collaborazione con Talent Garden per Bergamo Brescia Capitali della Cultura 2023 lo scorso 24 Gennaio. Un talk per capire come saranno le città del domani dal punto di vista strutturale, architettonico e della sicurezza, in un’ottica sempre più sostenibile, insieme a speaker d'eccezione, professionisti e rappresentati di enti e aziende locali impegnati nell’ambito dell’ingegneria e dell’urbanistica. La discussione, condotta e moderata da Giacomo Biraghi di Torino Stratosferica, ha coinvolto Paolo Cottino di KCity, Mattia Alberti di Ingegneri in Borsa, e naturalmente i portavoce di Ricam: Anna Pasta, Engineering Director e Stella Bertoletti Responsabile della sezione Academy, che hanno parlato rispettivamente delle nuove metodologie di progettazione innovative come il BIM e dell’importanza della formazione delle nuove professioni green. L’evento si è concluso con una straordinaria dimostrazione di un’inedita tecnologia di intelligenza artificiale che Ricam integrerà ai propri servizi di progettazione in collaborazione con Wuerth.


ALMA RESIDENCE IMMOBILIARE: 50 ANNI DI PASSIONE, ENERGIA E PROFESSIONALITÀ ph. Sergio Nessi

Ci sono compleanni che, più di altri, meritano un occhio

di riguardo proprio come quello celebrato lo scorso 14 dicembre in via Locatelli al numero 23, cuore della nostra bella Bergamo. Una città in cui per più di cinquant’anni è riecheggiato nel settore immobiliare un nome da sempre sinonimo di passione, professionalità e dedizione: Alma Residence Immobiliare. E proprio di questa realtà, fondata dalla Dott.ssa Elisabetta Avogadro e dall’Architetto Guerino Bassani nel 1973, la Famiglia Bassani ha voluto festeggiare in una serata speciale i primi cinquant’anni di attività, circondata da tantissimi amici e clienti che, in tutti questi anni, si sono affidati alla professionalità di Alma Residence Immobiliare. Una realtà contraddistinta da sempre da una duplice attività: da una parte la gestione e vendita degli immobili di prestigio seguita con vitalità e dedizione da Elisabetta e dalla figlia, l’architetto Marzia Bassani e dall’altra la progettazione e ristrutturazione realizzate dallo studio del Fondatore e del figlio Alessandro, architetto d’eccellenza, che gli è succeduto. Tantissime le ristrutturazioni che portano oggi la firma degli architetti Bassani, palazzi importanti collocati in alcune delle zone più suggestive di città alta e nei quartieri più eleganti di Bergamo bassa come via Tasso, Via Locatelli e Via dei Partigiani, dove hanno sede l’agenzia immobiliare e lo studio di architettura. Allo stesso modo lunghissima la lista di appartamenti di alto livello o ville la cui vendita, affidata alla gestione immobiliare di Alma Residence, ha portato negli anni gli acquirenti a riconoscere il valore aggiunto di questa Famiglia, quale la capacità di trovare la casa giusta in base non solo alle esigenze dei clienti, ma anche al loro modo di essere “Come dico sempre una casa non è solo tale ma deve anche rispecchiare la personalità di chi la andrà ad abitare” afferma l’architetto Marzia Bassani “Ciò che hanno sempre riconosciuto al nostro team, e soprattutto a mia mamma, è stata la sensibilità di capire le esigenze di ogni persona o famiglia trovando la giusta soluzione”. Un valore aggiunto assoluto che tutti i clienti sopraggiunti al compleanno di Alma Residence Immobiliare non hanno mancato di riconoscere, apprezzando il lavoro svolto dalla famiglia Bassani e dal loro team in questi anni. “Del resto il nome scelto per la nostra azienda sintetizza tutto” continua Marzia “ non solo Alma è l’unione delle iniziali di mio fratello e mie, ma è anche sinonimo di Anima. Perché ogni casa ha una sua anima e il nostro compito e trovare “coloro”che la rispecchino e la possano abitare al meglio. Un concetto importantissimo, un’eredità di intendere il mercato immobiliare lasciato dai fondatori a noi figli che, in questi anni pensiamo di aver saputo interpretare e applicare al meglio, verso un obiettivo di crescita, trasparenza e professionalità che non mancherà di esprimersi negli anni a venire.” (V.Colleoni)

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FONDAZIONE AIUTI PER LA RICERCA SULLE MALATTIE RARE

ph. Studio San Marco

ARMR: GENEROSITÀ E AMICIZIA Tradizionale serata prenatalizia per ARMR, la Fondazione creata e presieduta da Daniela Gadalupi, attiva da oltre trent’anni, presente a Bergamo e Brescia in espansione in molte altre città per promuovere la raccolta fondi che ogni anno finanzia la ricerche sulle malattie rare tramite l’erogazione di borse di studio ad alcuni giovani ricercatori dell’istituto Mario Negri, rappresentato dal prof. Giuseppe Remuzzi che lo dirige. Anche quest’anno il bilancio si chiude con ottimi risultati che consentiranno la creazione di nuove Borse di Studio per altrettanti ricercatori impegnati su vari fronti nella ricerca, in prima linea contro malattie, meno attenzionate, ma che spesso inducono importanti passi avanti anche nella ricerca contro malattie comuni. Come nel caso delle ricerche in campo oncologico in cui l’Istitito Mario Nagri è impegnato da anni. Presente e molto vicino all’Associazione il Prof. Giuseppe Remuzzi, che dirige l’Istituto e che è stato recentemente indicato tra gli scenziati più conosciuti e più citati al mondo. La festa, l’allegria e gli auguri nel segno della continuità nell’impegno a sostenere la ricerca, da parte dei donatori, dei volontari e delle volontarie che si tradurrà nella consegna delle Borse di studio che trovate nelle prossime pagine.



FONDAZIONE AIUTI PER LA RICERCA SULLE MALATTIE RARE

CONSEGNA BORSE DI STUDIO 2024

ph. Sergio Nessi

CENTRO CONGRESSI GREMITO PER LA CERIMONIA DELLE PREMIAZIONI La generosità di chi, in maniera completamente gratuita, si

impegna per organizzare la raccolta fondi per l’ARMR, viene ricompensata una volta l’anno con la cerimoina di consegna della Borse di Studio e la presentazione dei riercatori scelti e dei loro progetti. Potremmo dire che è davvero il momento più significativo di tutto il percorso, la concretizzazione di un progetto di sostegno alla ricerca scentifica che sostiene giovani particolarmente meritevoli per poter proseguire o avviare progetti nei laboratori del Mario Negri. Vera star dell’evento il Prof. Silvio Garattini che dall’alto delle sue splendide 96 primavere diIn videocollegamento i spensa consigli sul come invecchiare in buona salute. complmenti per l’attività svolta dalla Fondazione da parte di Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia

Il premio A.R.M.R. che la Fondazione destina ogni anno a personalità che si siano distinte in ambito scientifico e culturale. Quest’anno è stato assegnato alla senatrice a vita Elena Cattaneo per il suo impegno per la promozione della aricerca scientifica

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FONDAZIONE AIUTI PER LA RICERCA SULLE MALATTIE RARE

CONSEGNA BORSE DI STUDIO 2024

La raccolta del 2023 ha fruttato un totale di 280 mila euro che saranno interamente destinati alle borse di studio annuali per le Dott.sse Annamaria Morotti, Donata Santarsiero, Giulia Villa, Annalina Caroli, Melissa Balsamo, Valeria Guaschio ed il Dott. ALberto Arrigoni. Ma anche per i Grant di studio assegnati alle Dott.sse Piera Trionfini e Sara Conti e al Dott. Matias Trillini e per i Paper Award asseganti alle Dott.sse Paola Fabbrizio, Cassandra Margotta e Federica Guffanti.


LA CAROVANA DELLA RICERCA

sabato 2 marzo 2024 dalle 10 alle 12 In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare (29 febbraio 2024), si svolgerà la Carovana formata dalle auto dei volontari delle Associazioni di Malattie Rare della provincia di Bergamo. ore 10 Partenza dal Centro Ricerche Cliniche per le Malattie Rare «Aldo e Cele Daccò» dell’Istituto Mario Negri a Ranica (Presentarsi alle ore 9,45) attraversamento del centro cittadino con sosta a Palazzo Frizzoni ore 12 arrivo al Centro «Anna Maria Astori » al Kilometro Rosso a Bergamo dove incontreremo la Dottoressa Erica Daina, responsabile del Centro di Coordinamento della Rete Regionale per le Malattie Rare in Lombardia Per informazioni:351/7018920


UN NATALE PREMIANTE

ph. Sergio Nessi

ALLA FESTA DI NATALE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE BERGAMO SONO STATE PREMIATE 49 IMPRESE PER LA FEDELTÀ ASSOCIATIVA, 12 NEO IMPRENDITORI E 16 DIPENDENTI

Sono state diverse centinaia i partecipanti alla Festa

di Natale di Confartigianato Imprese Bergamo dedicata a tutti gli imprenditori associati, che si è tenuta lo scorso 18 dicembre al “Capogiro” di Curno. La festa, allestita per incontrare i Soci, festeggiare in compagnia e scambiare gli auguri di Buon Natale e buon anno, ha visto vari momenti di orgoglio istituzionale e premiazioni alle imprese. I riconoscimenti sono stati consegnati dal presidente Giacinto Giambellini assieme al direttore Stefano Maroni. Con il Premio Fedeltà Associativa “Un artigiano è per sempre”, divenuto ormai una tradizione, sono state premiate 49 aziende iscritte ininterrottamente da 40 anni all’Associazione di via Torretta. Con i riconoscimenti per Anzianità Lavorativa sono stati premiati 16 dipendenti di Confartigianato Imprese Bergamo e della collegata Formart, che quest’anno hanno compiuto i 15 anni di servizio. Con il Premio “BraveArt”, giunto alla quarta edizione, il Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Bergamo, guidato dalla neopresidente Valentina Brunelli, ha premiato i capitani d’impresa neo-associati che, nel 2023, hanno aperto la loro attività imprenditoriale. A festeggiare con la grande famiglia di Confartigianato Bergamo c’erano anche gli amici dell’associazione Africa Tremila OdV, l’organizzazione bergamasca che opera nei Paesi in via di sviluppo e realizza programmi umanitari a breve e medio termine grazie all’opera dei suoi volontari, fra cui diversi artigiani. Terminate le premiazioni, la festa è decollata tra brindisi, taglio del panettone e balli sfrenati sulle note di un dj set predisposto per l’occasione.

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le tarsie viste da vicino


DEVELOPING A MUSICAL L’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE E IL MASTER IN INTERNATIONAL SCREENWRITING AND PRODUCTION (MISP) APRONO LE ISCRIZIONI AL PRIMO WORKSHOP INTERNAZIONALE PER AUTORI DI MUSICAL IN ITALIA

Nasce a Milano il primo workshop internazionale per autori di musical in Italia,

Developing a Musical, un corso intensivo di 3 giorni sulla scrittura e la composizione di musical con 3 docenti d’eccezione ed esperti di fama mondiale: Philip LaZebnik, sceneggiatore americano che ha firmato capolavori dell’animazione come “Mulan”, “Pocahontas” e “Il Principe d'Egitto” e autore del musical di successo del West End “Il Principe d'Egitto”; Pippa Cleary, una delle compositrici inglesi di teatro musicale più prolifiche e di successo della sua generazione (“The Secret Diary of Adrian Mole Aged 13¾”, “The Great British Bake Off Musical”, “My Son’s a Queer (But What Can You Do?)”) e Ronald Kruschak, scrittore e


Dal 9 all’11 aprile a Milano un corso intensivo sulla scrittura e la composizione di musical aperto a tutti senza limiti d’età, istruzione o provenienza, con 3 esperti di fama mondiale: Philip LaZebnik, Pippa Cleary e Ronald Kruschak

produttore tedesco (“Snow White and Me”, “A Little Peace”). Il workshop, interamente in inglese e previsto dal 9 all’11 aprile 2024 presso la sede di Via Sant’Agnese nel campus milanese dell’Università Cattolica per 20 ore complessive suddivise in 8 sessioni, è inserito nell’offerta dell’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica ed è promosso dal Master in International Screenwriting and Production – MISP, e come quest’ultimo è diretto dal Professore Armando Fumagalli.


Le iscrizioni sono già aperte a tutti gli aspiranti compositori, parolieri e autori di musical, senza limiti d’età, istruzione o provenienza e prevede due tipologie di partecipanti: autori, che avranno l'opportunità di presentare e sviluppare i propri progetti di musical con tre esperti di fama mondiale, e altri partecipanti, per un massimo di 32 iscritti, che saranno comunque parte attiva nelle attività durante i tre giorni di workshop e che avranno l’opportunità di imparare le nozioni fondamentali di scrittura e di composizione di un musical da insegnanti internazionali. Per gli autori le iscrizioni terminano il 15 febbraio 2024, per gli altri partecipanti il 10 marzo. È previsto per tutti l’assegnazione di un attestato di partecipazione. Grazie al supporto del Master in International Screenwriting and Production – MISP, il workshop sarà completamente gratuito per tutti gli autori dei 4 progetti che verranno selezionati dai docenti del workshop, mentre la quota per gli altri partecipanti è di 250 euro più IVA. Per tutti, è possibile richiedere la partecipazione mandando un’email a workshop.musical@unicatt.it Philip LaZebnik

Ronald Kruschak

“Con il lancio di questa inedita offerta formativa, Milano fa concretamente il primo passo per diventare la capitale europea per autori di musical – ha affermato il direttore del Workshop Developing a Musical Armando Fumagalli. “Oltre al Regno Unito, infatti, non c’è un Paese europeo che si occupi della formazione di aspiranti autori di musical con professionisti riconosciuti a livello mondiale, come è emerso durante un mio incontro a settembre 2023 negli USA con Philip LaZebnik; da qui è nata l’idea di questo workshop e abbiamo deciso di contattare Pippa e Ronald. Ho ritenuto naturale farmene promotore, poiché da oltre 20 anni col Master in International Screenwriting and Production – MISP formiamo e valorizziamo la scrittura per l’audiovisivo e l’editoria. Ritengo che anche la scrittura e la produzione di musical abbia un valore importante e debba essere incentivato e agevolato perché ha importanti potenzialità di carriera professionale, in Italia e all’estero”. Per ogni progetto selezionato, è richiesta la presenza di almeno due attori, che interpreteranno circa 30-40 minuti dello spettacolo e canteranno almeno 4 canzoni durante il workshop. In fase di iscrizione, infatti, ai candidati dei progetti è richiesto di fornire 4 canzoni in formato mp3 o mp4 e i loro testi (in inglese, oltre che eventualmente nella lingua originale), una breve descrizione della collocazione di ciascun brano all'interno dello show, una breve sinossi del musical, schede biografiche di ogni compositore, paroliere e autore, contatti (e-mail, numero di telefono e indirizzo). I team di autori possono essere composti da 1 a 4 persone per ogni progetto, con un rappresentante che invierà il materiale e che sarà il contatto principale per tutte le comunicazioni successive.

PROGRAMMA

Pippa Cleary

DEVELOPING A MUSICAL Per candidature: workshop.musical@unicatt.it Per ulteriori info: https://almed.unicatt.it/almed-corsi-executive-developing-a-musical 94

• Martedì 9 aprile Sessione 1: 9.30-13.00: Presentazione del workshop e delle nozioni di base del musical, compreso il background dei progetti di Pippa, Philip e Ronald. Ultimi 30 minuti per conoscere i partecipanti e scoprire i loro interessi. 13.00-14.30: Pausa pranzo Sessione 2: 14.30-17.00: Presentazione e discussione del primo progetto musicale selezionato. Sessione 3: 17.15-18.00: Discussione aperta sul mondo che ruota intorno all’industria e all’arte del musical • Mercoledì 10 aprile Sessione 1: 9.30-13.00: Presentazione e discussione del secondo progetto musicale selezionato 13.00-14.30: Pausa pranzo Sessione 2: 14.30-17.00: Presentazione e discussione del terzo progetto musicale selezionato Sessione 3: 17.15-18.00: Discussione aperta sul mondo che ruota intorno all’industria e all’arte del musical • Giovedì 11 aprile Session 1: 9.30-13.00: Presentazione e discussione del quarto progetto musicale selezionato 13.00-14.30: Pausa pranzo Session 2: 14.30-17.00: Sintesi e sessione conclusiva.


2 Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. (Winston Churchill)

LUPUS IN FABULA

Benito Melchionna Procuratore emerito della Repubblica

ANNO NUOVO PROBLEMI VECCHI 1. Nulla di nuovo sotto il sole Spente le ammiccanti luminarie e messi da parte i bagordi natalizi, l’avvio dell’anno nuovo si annuncia carico degli stessi vecchi problemi che da sempre nel bene e nel male - condizionano il destino degli uomini. Si tratta delle medesime questioni complesse e alquanto accidentate, tuttavia prospettate nelle vesti e nei ritmi inediti suggeriti dai sempre nuovi modi (e mode!) di interpretare il mondo. Per questo già i filosofi della Grecia classica inquadravano tutte le vicende della storia - “dove nulla si crea e nulla si distrugge” ( A. L. Lavoisier, 1743 - 1794) - nell’idea, insieme disarmante e consolatoria, del “panta rei os potamòs” (tutto scorre come nel fiume). Lo stesso concetto poi fissato dagli antichi romani nel motto “nihil novi sub soli”; mentre da ultimo i francesi se la cavano con il più sbrigativo “tout se passe”. Per un verso è infatti agevole constatare che ogni cosa - energia o materia - si consuma comunque nella sequenza spazio-temporale che avvolge e coinvolge l’intero mondo. Dall’altro è pure vero che, secondo la teoria dei “corsi e ricorsi” dei cicli storici del filosofo napoletano Giambattista Vico (1668-1744), tutto si modifica e si rinnova nei contesti ambientali e nelle connesse sempre più accelerate dinamiche socioculturali. L’apparente contrasto tra il “tutto passa” e il “tutto torna” si potrebbe spiegare riflettendo sui continui cambiamenti esteriori dei corpi e delle cose e sulla concomitante immutabilità della natura umana. La quale è in permanenza intrappolata nell’egoismo appropriativo e violento del singolo, e la esigenza di convivere in modo adattativo con il resto del mondo in continua trasformazione; ciò vale soprattutto oggi quando la Terra si è ormai trasformata in una grande “smartland iperconnessa”. Intanto, come se niente fosse, un po’ tutti con l’anno nuovo ci prospettiamo un futuro più propizio, ricorrendo al primitivo rito dello scambio di augùri. Magari ignorando che nell’antichità tale termine (dal latino augère, aumentare) stava a significare la previsione di una sorte favorevole (o sfavorevole) per volontà degli dèi, come spiegata dai saggi arùspici in base alla osservazione del volo degli uccelli (dal latino, avis, aucellum) e alla interpretazione dei sogni.

2. Io come Dio L’uomo di oggi però appare incapace di orientarsi e di relazionarsi con gli altri nel caos comunicativo causato da una specie di riedizione della Torre di Babele. Avendo poi liquidato ogni idea di trascendenza, egli si illude di poter fare a meno di qualsiasi ideale riferito al sovrumano, concepito dalle diverse tradizioni religiose come assolutamente necessario per la stabilità della psiche umana. Il risultato di tale vuoto comporta pertanto che molti non sanno più a quale santo votarsi per invocare la protezione dall’alto, salvo magari a ricorrere agli interventi “alternativi” dei sovversivi apparati malavitosi. In realtà, l’incombenza simbolica e ritualistica di un Dio, creatore e ordinatore del disordine cosmico nella prospettiva eterna, ha imposto - nel succedersi dei secoli - il primato del potere religioso, quasi sempre in “combine” con l’espansionismo guerreg-

giato delle potenze politiche e laiche. Perciò il politeismo dell’Olimpo greco e del Campidoglio romano venne spazzato via, nell’ambito delle lotte per il potere, dal Dio uno e trino del cristianesimo, quando finalmente venne riconosciuto dall’imperatore di diritto divino Costantino I il Grande (1 Dio - 1 Imperatore: v. Editto di Milano, 313 d.C.). L’unico Dio cristiano venne così a modellare e a condizionare l’intensa lunga stagione teosofica e municipale del Medioevo; divinità poi storicamente sostituita - a seguito del nostro Rinascimento e della Rivoluzione francese - dal Dio/Stato quale regolatore assoluto della vita individuale e sociale (cfr. Vito Mancuso, “Non ti manchi mai la gioia”, ed. Garzanti, 2023). Ma, per comprendere l’ultimo passaggio verso l’Io/Dio di oggi, oltre alla citata confusione delle lingue, sembra utile richiamare - in particolare all’attenzione dei giovani tutti piegati sui social - l’inizio dei tempi. Quando cioè i nostri lontani progenitori, trovatisi sbalzati in questo sperduto meraviglioso pianeta, avvertirono l’impellente bisogno di porsi qualche semplice domanda; a cominciare da quelle che - dopo milioni di anni - continuiamo a farci anche noi, senza tuttavia trovare risposte condivise e/o soddisfacenti. Restano pertanto tuttora aperti interrogativi filosofici e pratici cruciali, tra cui: a) come devo attrezzarmi per sopravvivere al meglio nel precario e fragile flusso del tempo e dello spazio?; b) quale è il senso da attribuire al mio fugace percorso esistenziale?.

segue


LUPUS IN FABULA Benito Melchionna

EDITA PERIODICI srl Via Bono, 10 - Bergamo Tel. 035 270989 www.editaperiodici.it

BERGAMO

BRESCIA

Aut. Tribunale di Bergamo n°3 del 22/01/1992

Aut. Tribunale di Brescia n°18 del 22/04/2004

MAGAZINE

3. Nel segno di Satana Da quanto detto sopra nascono: l’amore e insieme il disamore per madre natura e per il resto del mondo, nella incessante competizione tra bene e male e nel contrasto tra ecologia ed economia; il sentimento religioso teso a sacralizzare e a oltrepassare la finitezza della vita terrena; il ricorso alla politica come scienza e arte di governare la responsabilità etica e giuridica dei singoli nel contesto dei valori civici e dei beni collettivi; l’esigenza della conoscenza intellettiva e la cura dei metodi artistici e tecnici volti a indirizzare la creatività e le attività della civiltà umana verso le sue “magnifiche sorti e progressive (G. Leopardi, “La Ginestra”). La spocchia però di tale destino “progressivo”, ipocritamente purgato dalle infinite nefandezze e atrocità sottostanti come raccontate dalla sarabanda della storia e ancora visibili al nostro orizzonte, sta comunque per presentarci un conto molto salato. Infatti, il rischio è quello di far cadere gran parte dell’umanità nella stessa trappola che già fece precipitare agli inferi Satana (dall’ebraico, shatan, nemico, tentatore), l’angelo ribelle che osò sfidare per superbia il regno di Dio. Sarà dunque necessario approfondire, ex professo e in altre sedi, i decisivi argomenti della attualità, che riguardano le cause e le conseguenze connesse alla superbia umana che sta demonizzando e frammentando il mondo. Occorrerà in particolare riflettere sui temi del rampante individualismo anarcoide, della geopolitica di guerra a pezzetti, dei cambiamenti climatici con compromissione della resilienza ambientale, della transizione energetica e della politica ormai gestita come sistema affaristico da retrobottega. Senza infine trascurare i progressi tecnologici già accelerati dalla IA (o per chi preferisce l’inglese, AI), la quale sta cambiando radicalmente i modelli di comunicazione “manipolata”, nonché le diverse attività lavorative, con il concreto pericolo di espropriare l’essere umano della sua “centralità”; per cui sarà necessaria la rigorosa regolamentazione degli algoritmi generativi con l’imposizione di ciò che qualcuno ha opportunamente definito “guardrail etici”.

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Direttore responsabile: Vito Emilio Filì segreteria@editaperiodici.it Direttore editoriale: Patrizia Venerucci venerucci@editaperiodici.it Responsabile redazione: Tommaso Revera redazione@qui.bg.it - redazione@qui.bs.it Redazione eventi: Valentina Colleoni redazione.chicera@qui.bg.it Marketing e pubblicità Valentina Visciglio valentina.visciglio@qui.bg.it Fotografie di: Maurizio Belometti Federico Buscarino Sergio Nessi Matteo Marioli Paolo Stroppa Daniele Trapletti Hanno collaborato: Anna Donatini Tiziana Genise Maurizio Maggioni Benito Melchionna Chiara Moretti Giorgio Paglia Haim Reitan

Informazioni 035.270989 Stampato con inchiostri a base vegetale.


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