Emagazine 07 2013

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IN QUESTO NUMERO: •SOCIAL BOOK CLUB •TIFIAMO ASTOROIDE DEI WU MING •THE BLACK CROWN PROJECT, IL GIOCO LETTERARIO DELLA

RANDOM HOUSE •RELIRE, QUANDO LA DIGITALIZZAZIONE È DI STATO

•“PAROLE E PIXEL”, IL PERCORSO DI LETTURA DEDICATO AI VIDEOGAMES •TUTTE LE NOVITÀ DI ROBA DA READER

•TUTTE LE NEWS 
 DI “INTO THE NET”

magazine N.07 2013


N .07

- 2013

e.Magazine

Il primo Magazine dedicato al panorama della nuova editoria digitale. Notizie e retroscena del mondo degli eBook
 e dell'editoria digitale. Un modo diretto per aumentare il grado di “informazione” dei lettori sulle tematiche
 editoriali che li interessano e riguardano direttamente.


N .07

- 2013

e.Magazine

Il primo Magazine dedicato al panorama della nuova editoria digitale. Notizie e retroscena del mondo degli eBook
 e dell'editoria digitale. Un modo diretto per aumentare il grado di “informazione” dei lettori sulle tematiche
 editoriali che li interessano e riguardano direttamente.


N .07

- 2013

Editoriale T IFIAMO A STEROIDE

I NTO THE NET

CLASSIFICHE E NOVITÀ

Social Book Club LETTURE IN COMPAGNIA, SCAMBIO DI OPINIONI,
 INCONTRI CON GLI AUTORI E CONSIGLI DI LETTURA
 DAGLI AMICI ? ORMAI
 AVVIENE TUTTO ONLINE

Nicoletta Azzolini

Le comunità dedicate ai libri sono molteplici sul web, a dispetto di chi ancora ritenga che la lettura sia un affare solitario che interessa a poche persone. Dai più noti Anobii e Goodreads alle comunità locali che aprono pagine Facebook e forum dedicati ai lori libri e autori preferiti parte un forte e grande segnale: la lettura è social

SCOPRI LE TOP 5, tutte
 le PROMOZIONI, IL PERCORSO
 DI LETTURA E IL LIBRO DEL MESE

e parlare di libri è trendy come mai prima d’ora. Ma quanto si può di fatto interagire online quando si parla di letteratura? Sappiamo già che le piattaforme come le sopracitate Anobii e Goodreads permettono all’utente di avere il proprio

T HE B L ACK C ROWN P ROJECT

scaffale di libri, di scoprire cosa leggono gli altri utenti e di seguire i consigli offerti dalla piattaforma stessa, sempre azzeccati grazie a un algoritmo che calcola i tuoi gusti. Ma si può fare molto, molto di più: - ci si può iscrivere a un gruppo all’interno delle piattaforme FOCUS ON stesse, sceReLire: quando la gliendo queldigitalizzazione è lo che ci si di Stato addice di più (i nostalgici della fantascienza anni Ottanta o le famose Janei2


N .07

- 2013

Editoriale T IFIAMO A STEROIDE

I NTO THE NET

CLASSIFICHE E NOVITÀ

Social Book Club LETTURE IN COMPAGNIA, SCAMBIO DI OPINIONI,
 INCONTRI CON GLI AUTORI E CONSIGLI DI LETTURA
 DAGLI AMICI ? ORMAI
 AVVIENE TUTTO ONLINE

Nicoletta Azzolini

Le comunità dedicate ai libri sono molteplici sul web, a dispetto di chi ancora ritenga che la lettura sia un affare solitario che interessa a poche persone. Dai più noti Anobii e Goodreads alle comunità locali che aprono pagine Facebook e forum dedicati ai lori libri e autori preferiti parte un forte e grande segnale: la lettura è social

SCOPRI LE TOP 5, tutte
 le PROMOZIONI, IL PERCORSO
 DI LETTURA E IL LIBRO DEL MESE

e parlare di libri è trendy come mai prima d’ora. Ma quanto si può di fatto interagire online quando si parla di letteratura? Sappiamo già che le piattaforme come le sopracitate Anobii e Goodreads permettono all’utente di avere il proprio

T HE B L ACK C ROWN P ROJECT

scaffale di libri, di scoprire cosa leggono gli altri utenti e di seguire i consigli offerti dalla piattaforma stessa, sempre azzeccati grazie a un algoritmo che calcola i tuoi gusti. Ma si può fare molto, molto di più: - ci si può iscrivere a un gruppo all’interno delle piattaforme FOCUS ON stesse, sceReLire: quando la gliendo queldigitalizzazione è lo che ci si di Stato addice di più (i nostalgici della fantascienza anni Ottanta o le famose Janei2


tes, le più accanite fan dei libri di Jane Austen); - si può seguire un autore, grazie alle funzioni rss, per essere sempre aggiornati sui suoi nuovi titoli in uscita, sulle interviste rilasciate, etc. Goodreads ti avverte addirittura via mail quando uno dei tuoi autori preferiti dedica un’ora del suo tempo a rispondere alle domande dei fan direttamente sulla piattaforma; - si può entrare a far parte di un forum dedicato a una saga, a un autore, a un genere (i forum dedicati alle saghe del momento e del passato sono attivissimi sul web, da Harry Potter a Game of Thrones, da Il Signore degli Anelli alla saga di Twilight) e commentare tutte le teorie interessanti e strampalate che vengono proposte;

magazine

Mensile on line di informazione libraria
 
 Registrazione presso il Tribunale Civile di Roma
 n° 269/2011 del 20-09-2011

Copia digitale gratuita

-si può creare il proprio gruppo di lettura, grazie a strumenti quali Bookclubit, per accordarsi con amici o persone dai gusti affini su un libro da leggere insieme in un dato periodo di tempo. 
 A volte le comunità online trovano la possibilità di uscire dal web e incontrarsi, basti pensare alle convention organizzate dagli utenti di Anobii o ai ritrovi delle Janeites. Ma la sicurezza e il conforto dell’anonimato è forte per la maggior parte degli utenti che continuano a preferire

Edito da Absolutely Free

via Roccaporena, 44 00191 Roma

IN REDAZIONE

Daniele Azzolini 
 direttore responsabile 
 Moreno Scorpioni 
 inchieste

Gianluca Comuniello recensioni 
 Nicoletta Azzolini 
 Oscar Mancini
 interviste e rubriche 
 Ivan Pasquariello 
 segreteria redazione Francesca Cicchitti pubblicità

post e commenti per far sentire la propria voce. 
 Una voce spesso curiosa, interessata e pronta ad affrontare, grazie all’appoggio di virtualmente milioni di altri utenti, imprese che da sola non avrebbe avvicinato: è il caso della comunità Infinite Summer che è riuscita ad affrontare - in gruppo, raccontando mano a mano le impressioni di ciascuno - quel colosso che è “Infinite Jest” di David Foster Wallace, più di mille pagine per un romanzo difficile da seguire, un po’ fiction un po’ saggio, con storie e situazioni spesso slegate. Un capolavoro, ma difficile da digerire in solitaria. Per questo basta essere connessi.

visita il sito absolutelyfree.it 3


tes, le più accanite fan dei libri di Jane Austen); - si può seguire un autore, grazie alle funzioni rss, per essere sempre aggiornati sui suoi nuovi titoli in uscita, sulle interviste rilasciate, etc. Goodreads ti avverte addirittura via mail quando uno dei tuoi autori preferiti dedica un’ora del suo tempo a rispondere alle domande dei fan direttamente sulla piattaforma; - si può entrare a far parte di un forum dedicato a una saga, a un autore, a un genere (i forum dedicati alle saghe del momento e del passato sono attivissimi sul web, da Harry Potter a Game of Thrones, da Il Signore degli Anelli alla saga di Twilight) e commentare tutte le teorie interessanti e strampalate che vengono proposte;

magazine

Mensile on line di informazione libraria
 
 Registrazione presso il Tribunale Civile di Roma
 n° 269/2011 del 20-09-2011

Copia digitale gratuita

-si può creare il proprio gruppo di lettura, grazie a strumenti quali Bookclubit, per accordarsi con amici o persone dai gusti affini su un libro da leggere insieme in un dato periodo di tempo. 
 A volte le comunità online trovano la possibilità di uscire dal web e incontrarsi, basti pensare alle convention organizzate dagli utenti di Anobii o ai ritrovi delle Janeites. Ma la sicurezza e il conforto dell’anonimato è forte per la maggior parte degli utenti che continuano a preferire

Edito da Absolutely Free

via Roccaporena, 44 00191 Roma

IN REDAZIONE

Daniele Azzolini 
 direttore responsabile 
 Moreno Scorpioni 
 inchieste

Gianluca Comuniello recensioni 
 Nicoletta Azzolini 
 Oscar Mancini
 interviste e rubriche 
 Ivan Pasquariello 
 segreteria redazione Francesca Cicchitti pubblicità

post e commenti per far sentire la propria voce. 
 Una voce spesso curiosa, interessata e pronta ad affrontare, grazie all’appoggio di virtualmente milioni di altri utenti, imprese che da sola non avrebbe avvicinato: è il caso della comunità Infinite Summer che è riuscita ad affrontare - in gruppo, raccontando mano a mano le impressioni di ciascuno - quel colosso che è “Infinite Jest” di David Foster Wallace, più di mille pagine per un romanzo difficile da seguire, un po’ fiction un po’ saggio, con storie e situazioni spesso slegate. Un capolavoro, ma difficile da digerire in solitaria. Per questo basta essere connessi.

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S PECIALE

Un hastag per far cadere un meteorite sul Governo Letta Moreno Scorpioni

I Wu Ming sono i mandanti morali (ma anche materiali) della raccolta di racconti dell’estate 2013, “Tifiamo asteroide”, diffusa come un virus di nicchia dal blog Giap. La genesi della raccolta è di quelle lampo: l’iniziativa è stata lanciata il 6 giugno 2013 con un appello su twitter insieme all’hastag #tifiamoasteroide per partecipare al progetto con un racconto di fantascienza (da un’idea di Alberto Biraghi). Inutile - e sarcastico - dire che la proposta è

È boom di download per l’eBook
 del collettivo di scrittori bolognesi
 Wu Ming che, con più di cento racconti
 di ambientazione sci-fi,
 racconta la fine del governo Letta. stata raccolta in massa («Non è stato facile gestire l’abnorme mole di materiali ricevuti, a riprova che questo governo è molto apprezzato», scrivono i Wu Ming) e il risultato è l’eBook “Tifiamo Asteroide, Cento storie sulla fine catastrofica del Governo Letta”.

Tifiamo Asteroide è uscito il 10 agosto 2013, 64 giorni in tutto per incastrare il curatore, Mauro Vanetti, raccogliere 100 racconti, fare l’editing (a cura di Simona Ardito, Roberto Gastaldo, Natale aka VecioBaeordo, Mauro Vanetti e Alessandro Villari), trovare la copertina (di Luigi Farrauto), scrivere la prefazione (di Vanetti) e la postfazione (di Wu Ming), progettare e impaginare (Simona Ardito) e poi pubblicare, in un pdf gratuito (che si trova anche in formato ePub a questo indirizzo, come tutti gli altri libri pubblicati dal collettivo). Tempi record da far invidia a qualsiasi editore per un libro che aveva una sola indicazione: il finale. Tutti i racconti dovevano infatti essere rigorosamente conclusi con:

di larghe intese, si apriva una spaventosa voragine. Dall’enorme cratere si levavano nubi di fumo nero.” Seicentosessanta pagine e cento racconti (più uno) di alieni e cloni per raccontare la fine – desiderata, sperata, evocata – del governo Letta. Una fine che ha provocato oltre 70mila download, un nu-

“Dopo il boato assordante, con le orecchie che fischiavano, sentivamo ancora quella musica. Dove fino a un istante prima si trovava Enrico Letta, capo del governo 4


S PECIALE

Un hastag per far cadere un meteorite sul Governo Letta Moreno Scorpioni

I Wu Ming sono i mandanti morali (ma anche materiali) della raccolta di racconti dell’estate 2013, “Tifiamo asteroide”, diffusa come un virus di nicchia dal blog Giap. La genesi della raccolta è di quelle lampo: l’iniziativa è stata lanciata il 6 giugno 2013 con un appello su twitter insieme all’hastag #tifiamoasteroide per partecipare al progetto con un racconto di fantascienza (da un’idea di Alberto Biraghi). Inutile - e sarcastico - dire che la proposta è

È boom di download per l’eBook
 del collettivo di scrittori bolognesi
 Wu Ming che, con più di cento racconti
 di ambientazione sci-fi,
 racconta la fine del governo Letta. stata raccolta in massa («Non è stato facile gestire l’abnorme mole di materiali ricevuti, a riprova che questo governo è molto apprezzato», scrivono i Wu Ming) e il risultato è l’eBook “Tifiamo Asteroide, Cento storie sulla fine catastrofica del Governo Letta”.

Tifiamo Asteroide è uscito il 10 agosto 2013, 64 giorni in tutto per incastrare il curatore, Mauro Vanetti, raccogliere 100 racconti, fare l’editing (a cura di Simona Ardito, Roberto Gastaldo, Natale aka VecioBaeordo, Mauro Vanetti e Alessandro Villari), trovare la copertina (di Luigi Farrauto), scrivere la prefazione (di Vanetti) e la postfazione (di Wu Ming), progettare e impaginare (Simona Ardito) e poi pubblicare, in un pdf gratuito (che si trova anche in formato ePub a questo indirizzo, come tutti gli altri libri pubblicati dal collettivo). Tempi record da far invidia a qualsiasi editore per un libro che aveva una sola indicazione: il finale. Tutti i racconti dovevano infatti essere rigorosamente conclusi con:

di larghe intese, si apriva una spaventosa voragine. Dall’enorme cratere si levavano nubi di fumo nero.” Seicentosessanta pagine e cento racconti (più uno) di alieni e cloni per raccontare la fine – desiderata, sperata, evocata – del governo Letta. Una fine che ha provocato oltre 70mila download, un nu-

“Dopo il boato assordante, con le orecchie che fischiavano, sentivamo ancora quella musica. Dove fino a un istante prima si trovava Enrico Letta, capo del governo 4


mero impressionante per il mercato del libro digitale italiano. Prova superata dunque per il collettivo letterario dei senza nome (nonostante i nomi si conoscano più che bene), attivo dal 1999 ma che ha saputo adattarsi ai tempi che cambiano facendo del web

la propria fucina artistica. Non solo l’intensa attività avviata sul blog Giap, caffè virtuale intorno a cui il collettivo crea community intavolando discussioni su politica, attualità e letteratura, ma anche le forti innovazioni in tema di copyright a cui l’editore (e che editore!) si è dovuto confrontare. Einaudi infatti, per assicurarsi la pubblicazione delle opere di Wu Ming ha dovuto accogliere la particolare posizione degli autori in ordine al diritto d’autore: tutte le opere di Wu Ming sono pubblicate sotto licenza Creative Commons e dal sito ufficiale del gruppo è possibile scaricare i testi integrali, per i quali è consentita una riproduzione (totale o parziale) in qualunque formato, tranne che per scopi commerciali. Le particolarità però non finiscono di certo qui: i Wu Ming rifiutano infatti di mettersi in posa per servizi fotografici e hanno come politica di non apparire mai in video. Non hanno mai accetta-

Il collettivo dichiara: “«La raccolta nasce dal mondo che gira intorno a Giap e alla sinistra di movimento dove c’è un fastidio forte verso il governo di larghe intese, dal semplice “Che se ne vadano tutti” al ragionamento sulla necessità di far cadere questo Governo che come quello precedente si basa su uno stato di eccezionalità persistente. Abbiamo dato voce a chi vuole uscire dalla cappa di silenzio, conformismo e moderazione politica in cui sembra che l’unico dibattito sia tra Berlusconi e il Pd che in realtà sono alleati»” to inviti a trasmissioni televisive e nemmeno sul loro sito ufficiale sono disponibili immagini dei loro volti. La loro policy è quella di apparire soltanto di persona, in carne e ossa, al motto di: «Trasparenti verso i lettori, opachi verso i media». Che strumentalizzano, manipolano e modificano. L’unico a salvarsi, ancora una volta, è il web, sovrano buono di una democrazia assopita.

visita il sito absolutelyfree.it 5


mero impressionante per il mercato del libro digitale italiano. Prova superata dunque per il collettivo letterario dei senza nome (nonostante i nomi si conoscano più che bene), attivo dal 1999 ma che ha saputo adattarsi ai tempi che cambiano facendo del web

la propria fucina artistica. Non solo l’intensa attività avviata sul blog Giap, caffè virtuale intorno a cui il collettivo crea community intavolando discussioni su politica, attualità e letteratura, ma anche le forti innovazioni in tema di copyright a cui l’editore (e che editore!) si è dovuto confrontare. Einaudi infatti, per assicurarsi la pubblicazione delle opere di Wu Ming ha dovuto accogliere la particolare posizione degli autori in ordine al diritto d’autore: tutte le opere di Wu Ming sono pubblicate sotto licenza Creative Commons e dal sito ufficiale del gruppo è possibile scaricare i testi integrali, per i quali è consentita una riproduzione (totale o parziale) in qualunque formato, tranne che per scopi commerciali. Le particolarità però non finiscono di certo qui: i Wu Ming rifiutano infatti di mettersi in posa per servizi fotografici e hanno come politica di non apparire mai in video. Non hanno mai accetta-

Il collettivo dichiara: “«La raccolta nasce dal mondo che gira intorno a Giap e alla sinistra di movimento dove c’è un fastidio forte verso il governo di larghe intese, dal semplice “Che se ne vadano tutti” al ragionamento sulla necessità di far cadere questo Governo che come quello precedente si basa su uno stato di eccezionalità persistente. Abbiamo dato voce a chi vuole uscire dalla cappa di silenzio, conformismo e moderazione politica in cui sembra che l’unico dibattito sia tra Berlusconi e il Pd che in realtà sono alleati»” to inviti a trasmissioni televisive e nemmeno sul loro sito ufficiale sono disponibili immagini dei loro volti. La loro policy è quella di apparire soltanto di persona, in carne e ossa, al motto di: «Trasparenti verso i lettori, opachi verso i media». Che strumentalizzano, manipolano e modificano. L’unico a salvarsi, ancora una volta, è il web, sovrano buono di una democrazia assopita.

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N OVITÀ

The Black

Crown Project: Nicoletta Azzolini

Il colosso editoriale Random House è noto per i suoi best-seller, dall’inarrestabile trilogia delle Sfumature di Grigio ai sempreverdi lavori di Dan Brown . Sembrerebbe plausibile che una tale macchina preferisca sempre viaggiare su strade sicure, invece la casa editrice ci stupisce mettendo in campo un prodotto decisamente innovativo: si tratta di “The Black Crown Project”, un fiction-game interattivo e gratuito. L’ambientazione è un mondo distopico, che ricorda il futuro-passato steampunk e gli orrori lovecraftiani,

il gioco narrativo targato Random House I lettori/giocatori cominciano la loro avventura come impiegati, appena assunti, al misterioso Widsith Institute, dove verrà loro chiesto di compilare un questionario. La sinossi ufficiale promette un mondo di esplorazione, una serie di incontri bizzarri

e un’esperienza surreale e ricca di immaginazione, che porterà l’utente a scoprire mano a mano cosa si cela dietro il Black Crown Project del titolo. Il creatore e scrittore Rob Sherman è un affezionato dei generi horror e sci-fi e il progetto è un misto ben bilanciato fra i due e il protagonista deve sempre guardarsi le spalle, perché difficilmente capirà di chi potersi fidare e di chi no. Lo stile di Sherman punta tutto sul mistero e cerca di tenere il lettore sul chi vive, depistandolo in alcuni casi. Proprio lo stile avvincente dell’autore ha con-

vinto una casa editrice piuttosto tradizionale come la Random House a puntare su un libro-gioco interattivo online. Dan Franklin, che all’interno dell’azienda si occupa di digital publishing, sottolinea come in questo caso più che in altri il medium sia stato scelto appositamente per accompagnare al meglio la storia e l’ambientazione. Rob Sherman si presentò alla casa editrice con una valigia in mano, una valigia piena di strani artefatti. La stessa valigia si incontra all’inizio del gioco e contiene degli indizi fondamentali. A seconda dell’ordine con cui il lettore guarda gli oggetti, la storia prende delle pieghe differenti. 6


N OVITÀ

The Black

Crown Project: Nicoletta Azzolini

Il colosso editoriale Random House è noto per i suoi best-seller, dall’inarrestabile trilogia delle Sfumature di Grigio ai sempreverdi lavori di Dan Brown . Sembrerebbe plausibile che una tale macchina preferisca sempre viaggiare su strade sicure, invece la casa editrice ci stupisce mettendo in campo un prodotto decisamente innovativo: si tratta di “The Black Crown Project”, un fiction-game interattivo e gratuito. L’ambientazione è un mondo distopico, che ricorda il futuro-passato steampunk e gli orrori lovecraftiani,

il gioco narrativo targato Random House I lettori/giocatori cominciano la loro avventura come impiegati, appena assunti, al misterioso Widsith Institute, dove verrà loro chiesto di compilare un questionario. La sinossi ufficiale promette un mondo di esplorazione, una serie di incontri bizzarri

e un’esperienza surreale e ricca di immaginazione, che porterà l’utente a scoprire mano a mano cosa si cela dietro il Black Crown Project del titolo. Il creatore e scrittore Rob Sherman è un affezionato dei generi horror e sci-fi e il progetto è un misto ben bilanciato fra i due e il protagonista deve sempre guardarsi le spalle, perché difficilmente capirà di chi potersi fidare e di chi no. Lo stile di Sherman punta tutto sul mistero e cerca di tenere il lettore sul chi vive, depistandolo in alcuni casi. Proprio lo stile avvincente dell’autore ha con-

vinto una casa editrice piuttosto tradizionale come la Random House a puntare su un libro-gioco interattivo online. Dan Franklin, che all’interno dell’azienda si occupa di digital publishing, sottolinea come in questo caso più che in altri il medium sia stato scelto appositamente per accompagnare al meglio la storia e l’ambientazione. Rob Sherman si presentò alla casa editrice con una valigia in mano, una valigia piena di strani artefatti. La stessa valigia si incontra all’inizio del gioco e contiene degli indizi fondamentali. A seconda dell’ordine con cui il lettore guarda gli oggetti, la storia prende delle pieghe differenti. 6


La storia è un work in progress e verrà aggiornata mano a mano nei prossimi mesi (ma l’autore promette di non perdere mail il filo della matassa!). Per gli utenti che volessero avere una prospettiva più chiara dei misteri del Widsith Institute, la casa editrice ha messo in vendita una serie di eBook correlati e per chi volesse invece procedere più rapidamente nella storia è previsto un account premium. La casa editrice punta, infatti, sugli utenti cosiddetti web-savvy, gli esperti del digitale, nativi e non, che leggono onli-

ne e già mischiano senza problemi generi e media, passando da un film a un gioco, da un fumetto a una serie tv senza battere ciglio. Sono lettori curiosi, intraprendenti ma sono anche lettori che pretendono, non si accontentano e le case editrici hanno cominciato a farci i conti.

DA SINISTRA A DESTRA - Alexis Kennedy di Failbetter
 Games, l’autore Rob Sherman e Dan Franklin,
 digital publisher per la Random House.

Un’ultima nota è da dedicare al lato tecnico: per creare la piattaforma e la giusta dose di interattività, la Random House si è rivolta ai veri esperti nel settore dei narrative game online: l’azienda Failbetter Games, creatrice della piattaforma Storynexus, sistema appositamente creato per gestire le narrazioni online.
 Ma di questo parleremo nel prossimo numero.

visita il sito absolutelyfree.it 7


La storia è un work in progress e verrà aggiornata mano a mano nei prossimi mesi (ma l’autore promette di non perdere mail il filo della matassa!). Per gli utenti che volessero avere una prospettiva più chiara dei misteri del Widsith Institute, la casa editrice ha messo in vendita una serie di eBook correlati e per chi volesse invece procedere più rapidamente nella storia è previsto un account premium. La casa editrice punta, infatti, sugli utenti cosiddetti web-savvy, gli esperti del digitale, nativi e non, che leggono onli-

ne e già mischiano senza problemi generi e media, passando da un film a un gioco, da un fumetto a una serie tv senza battere ciglio. Sono lettori curiosi, intraprendenti ma sono anche lettori che pretendono, non si accontentano e le case editrici hanno cominciato a farci i conti.

DA SINISTRA A DESTRA - Alexis Kennedy di Failbetter
 Games, l’autore Rob Sherman e Dan Franklin,
 digital publisher per la Random House.

Un’ultima nota è da dedicare al lato tecnico: per creare la piattaforma e la giusta dose di interattività, la Random House si è rivolta ai veri esperti nel settore dei narrative game online: l’azienda Failbetter Games, creatrice della piattaforma Storynexus, sistema appositamente creato per gestire le narrazioni online.
 Ma di questo parleremo nel prossimo numero.

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L A NOVITÀ

ReLire: quando la digitalizzazione è di Stato

Moreno Scorpioni

Iniziamo col capire meglio cosa si propone ReLire (“Registre des Livres Indisponibles en Réédition Électronique”): con questo nome, come recita la pagina ufficiale, si intende il programma elaborato con la legge n.2012-287 del 1 marzo 2012, che, grazie al Decreto approvato in data 27 febbraio 2013, «crea le condizio-

È ufficialmente operativo
 il programma ReLire, creato
 dalla Bibliothèque Nationale
 de France per lo sfruttamento
 economico in versione digitale
 dei libri non più “disponibili”.
 E di nuovo divampa in tutto
 il mondo l’indignazione
 degli autori, già protagonisti
 di varie proteste
 contro il controverso progetto. ni giuridiche per lo sfruttamento digitale delle opere “non disponibili” del Ventesimo secolo, rendendone possibile la digitalizzazione ed

evitando il riesame caso per caso di ciascun contratto di edizione». Si tratta, in sostanza, di una modifica alla legge francese sul copyright, che, «senza mettere in discussione il principio del diritto, né la titolarità dei detentori dello stesso», si occupa del passaggio in digitale delle opere non disponibili pubblicate prima del 2001; lo sfruttamento digitale è affidato a una società di gestione collettiva, la Sofia (Société française des intérêts des auteurs de l’écrit), sotto la giurisdizione della Bibliothèque

Nationale de France, che agisce in nome dei titolari dei diritti. La lista iniziale, attualmente consultabile in rete, comprende sessantamila titoli la cui digitalizzazione è prevista entro il 21 settembre di quest’anno. Ma quali sono i parametri di legge per determinare se un libro possa davvero rientrare nel registro di riedizione digitale? 
 La pagina ReLire, in merito, stabilisce tre fondamentali criteri: 1. il libro è ancora protetto da copyright; 8


L A NOVITÀ

ReLire: quando la digitalizzazione è di Stato

Moreno Scorpioni

Iniziamo col capire meglio cosa si propone ReLire (“Registre des Livres Indisponibles en Réédition Électronique”): con questo nome, come recita la pagina ufficiale, si intende il programma elaborato con la legge n.2012-287 del 1 marzo 2012, che, grazie al Decreto approvato in data 27 febbraio 2013, «crea le condizio-

È ufficialmente operativo
 il programma ReLire, creato
 dalla Bibliothèque Nationale
 de France per lo sfruttamento
 economico in versione digitale
 dei libri non più “disponibili”.
 E di nuovo divampa in tutto
 il mondo l’indignazione
 degli autori, già protagonisti
 di varie proteste
 contro il controverso progetto. ni giuridiche per lo sfruttamento digitale delle opere “non disponibili” del Ventesimo secolo, rendendone possibile la digitalizzazione ed

evitando il riesame caso per caso di ciascun contratto di edizione». Si tratta, in sostanza, di una modifica alla legge francese sul copyright, che, «senza mettere in discussione il principio del diritto, né la titolarità dei detentori dello stesso», si occupa del passaggio in digitale delle opere non disponibili pubblicate prima del 2001; lo sfruttamento digitale è affidato a una società di gestione collettiva, la Sofia (Société française des intérêts des auteurs de l’écrit), sotto la giurisdizione della Bibliothèque

Nationale de France, che agisce in nome dei titolari dei diritti. La lista iniziale, attualmente consultabile in rete, comprende sessantamila titoli la cui digitalizzazione è prevista entro il 21 settembre di quest’anno. Ma quali sono i parametri di legge per determinare se un libro possa davvero rientrare nel registro di riedizione digitale? 
 La pagina ReLire, in merito, stabilisce tre fondamentali criteri: 1. il libro è ancora protetto da copyright; 8


2.

il libro è stato pubblicato

fra il 1 gennaio 1901 e il 31 dicembre 2000;
 3.

il libro non è più soggetto

ad alcuna forma di pubblicazione, sia essa cartacea o digitale. 
 Punto delicato della questione ReLire è quello legato alla gestione collettiva. La legge concede infatti alla Sofia la facoltà di consegnare delle autorizzazioni di sfruttamento a degli editori per le opere entrate in gestione collettiva. Le autorizzazioni concernono esclusivamente lo sfruttamento digitale del libro e non il suo sfruttamento in formato cartaceo.

Cosa ne viene agli autori? Secondo ReLire: «la possibilità che le [loro] opere siano di nuovo commercializzate in formato digitale. La Sofia rappresenterà i vostri interessi presso tutti i potenziali utilizzatori e vi verserà una remunerazione in cambio dei nuovi sfruttamenti». Per gli editori che detengano i diritti di sfruttamento cartaceo di un’opera, invece, collaborare con ReLire significa ricevere una proposta di autorizzazione di sfruttamento esclusiva di dieci anni, implicitamente rinnovabile, per sfruttare il libro in formato digitale, senza dover firmare un contratto digitale con l’autore o i detentori dei diritti d’autore. La licenza di sfruttamento va utilizzata entro un termine massimo di tre anni, dopodiché l’editore perde il diritto all’esclusività. Tuttavia, se l’editore non dovesse accettare tali condizioni entro due mesi (e la proposta sarà considera-

ta rifiutata anche solo in assenza di replica), la Sofia potrà accordare un’autorizzazione di sfruttamento non esclusivo, di cinque anni, a qualsiasi altra casa editrice ne faccia richiesta. L’editore della versione cartacea e l’autore saranno poi remunerati dalla Sofia, in pari quantità, per lo sfruttamento digitale del libro. Di contro, se a detenere tutti i diritti di pubblicazione è il solo autore, l’opzione di sfruttamento quinquennale non esclusivo sarà ugualmente aperta a tutti gli editori, incluso quello originario. Nonostante la pagina ufficiale di ReLire si adoperi il più possibile per tranquillizzare autori e detentori di diritti, l’approvazione del decreto legge non ha acquietato l’allarme di coloro che, già all’epoca della sua discussione in Parlamento, parlavano di violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Oltre a puntualizzare la scarsa accuratezza del database (nel quale, secondo alcune ricerche, sarebbero già presenti più di 500 opere pubblicate dopo il 1 gennaio 2001), gli autori hanno sottolineato

che le proposte condizioni degli accordi di sfruttamento – il cui scopo è «sviluppare delle relazioni contrattuali che permettano di assicurare la massima disponibilità possibile delle opere» – non pongono le basi perché gli autori si trovino in una posizione contrattuale particolarmente vantaggiosa. Il fatto che le opere vengano digitalizzate (con fondi pubblici) per finalità commerciali, a differenza di simili e già contestati progetti come quello di Google Books o dell’HathiTrust, è stato per gli autori motivo di particolare scandalo. E un grafico creato dal sito TeamAlexandriZ mette in evidenza come oltre il 75% dei 60.000 titoli inclusi nella prima tranche di digitalizzazione risalgano agli ultimi due decenni del Ventesimo secolo. Opere di autori viventi che, scrive il blog the Digital Reader, «avrebbero potuto accordarsi per far uscire nuove edizioni (se l’avessero voluto) e che, grazie a ReLire (…), avranno la fortuna di venir privati di questa opzione». 9


2.

il libro è stato pubblicato

fra il 1 gennaio 1901 e il 31 dicembre 2000;
 3.

il libro non è più soggetto

ad alcuna forma di pubblicazione, sia essa cartacea o digitale. 
 Punto delicato della questione ReLire è quello legato alla gestione collettiva. La legge concede infatti alla Sofia la facoltà di consegnare delle autorizzazioni di sfruttamento a degli editori per le opere entrate in gestione collettiva. Le autorizzazioni concernono esclusivamente lo sfruttamento digitale del libro e non il suo sfruttamento in formato cartaceo.

Cosa ne viene agli autori? Secondo ReLire: «la possibilità che le [loro] opere siano di nuovo commercializzate in formato digitale. La Sofia rappresenterà i vostri interessi presso tutti i potenziali utilizzatori e vi verserà una remunerazione in cambio dei nuovi sfruttamenti». Per gli editori che detengano i diritti di sfruttamento cartaceo di un’opera, invece, collaborare con ReLire significa ricevere una proposta di autorizzazione di sfruttamento esclusiva di dieci anni, implicitamente rinnovabile, per sfruttare il libro in formato digitale, senza dover firmare un contratto digitale con l’autore o i detentori dei diritti d’autore. La licenza di sfruttamento va utilizzata entro un termine massimo di tre anni, dopodiché l’editore perde il diritto all’esclusività. Tuttavia, se l’editore non dovesse accettare tali condizioni entro due mesi (e la proposta sarà considera-

ta rifiutata anche solo in assenza di replica), la Sofia potrà accordare un’autorizzazione di sfruttamento non esclusivo, di cinque anni, a qualsiasi altra casa editrice ne faccia richiesta. L’editore della versione cartacea e l’autore saranno poi remunerati dalla Sofia, in pari quantità, per lo sfruttamento digitale del libro. Di contro, se a detenere tutti i diritti di pubblicazione è il solo autore, l’opzione di sfruttamento quinquennale non esclusivo sarà ugualmente aperta a tutti gli editori, incluso quello originario. Nonostante la pagina ufficiale di ReLire si adoperi il più possibile per tranquillizzare autori e detentori di diritti, l’approvazione del decreto legge non ha acquietato l’allarme di coloro che, già all’epoca della sua discussione in Parlamento, parlavano di violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Oltre a puntualizzare la scarsa accuratezza del database (nel quale, secondo alcune ricerche, sarebbero già presenti più di 500 opere pubblicate dopo il 1 gennaio 2001), gli autori hanno sottolineato

che le proposte condizioni degli accordi di sfruttamento – il cui scopo è «sviluppare delle relazioni contrattuali che permettano di assicurare la massima disponibilità possibile delle opere» – non pongono le basi perché gli autori si trovino in una posizione contrattuale particolarmente vantaggiosa. Il fatto che le opere vengano digitalizzate (con fondi pubblici) per finalità commerciali, a differenza di simili e già contestati progetti come quello di Google Books o dell’HathiTrust, è stato per gli autori motivo di particolare scandalo. E un grafico creato dal sito TeamAlexandriZ mette in evidenza come oltre il 75% dei 60.000 titoli inclusi nella prima tranche di digitalizzazione risalgano agli ultimi due decenni del Ventesimo secolo. Opere di autori viventi che, scrive il blog the Digital Reader, «avrebbero potuto accordarsi per far uscire nuove edizioni (se l’avessero voluto) e che, grazie a ReLire (…), avranno la fortuna di venir privati di questa opzione». 9


Quanto agli autori francesi, il direttore della Sofia Christian Robin ha tentato di placarli affermando che il progetto sta ancora muovendo i primi passi e che c’è un ampio margine di tempo per la diffusione delle informazioni riguardanti la procedura di recesso, non solo a opera della Sofia ma anche di società di autori come la SCAM. Rassicurazioni che non hanno soddisfatto il collettivo Le Droit du Serf, fra i primi oppositori del programma già quand’era in fase di discussione parlamentare. Il quale

collettivo, a maggio di quest’anno, ha presentato contro il decreto un ricorso per abuso di potere presso il Consiglio di Stato, accusandolo di «molteplici violazioni alla legge» incluso quanto stabilito dalla Convenzione di Berna, dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. «I nostri argomenti sono solidi» si legge sul sito del collettivo «cionondimeno la battaglia sarà dura, si protrarrà per mesi ed è impossibile prevederne il risultato. Quel che è certo, come ripetiamo da più di un anno senza essere ascoltati né presi sul serio, è che non ci arrenderemo».

visita il sito oktennis.it 10


Quanto agli autori francesi, il direttore della Sofia Christian Robin ha tentato di placarli affermando che il progetto sta ancora muovendo i primi passi e che c’è un ampio margine di tempo per la diffusione delle informazioni riguardanti la procedura di recesso, non solo a opera della Sofia ma anche di società di autori come la SCAM. Rassicurazioni che non hanno soddisfatto il collettivo Le Droit du Serf, fra i primi oppositori del programma già quand’era in fase di discussione parlamentare. Il quale

collettivo, a maggio di quest’anno, ha presentato contro il decreto un ricorso per abuso di potere presso il Consiglio di Stato, accusandolo di «molteplici violazioni alla legge» incluso quanto stabilito dalla Convenzione di Berna, dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. «I nostri argomenti sono solidi» si legge sul sito del collettivo «cionondimeno la battaglia sarà dura, si protrarrà per mesi ed è impossibile prevederne il risultato. Quel che è certo, come ripetiamo da più di un anno senza essere ascoltati né presi sul serio, è che non ci arrenderemo».

visita il sito oktennis.it 10


I P ERCORSI DI L ETTURA

Parole e pixel

Nicoletta Azzolini

Chi era ragazzo negli anni Ottanta ricorderà certamente i libro-game, connubio perfetto fra romanzo e gioco, una lettura che ti portava a interagire in prima persona con la storia, che cambiava grazie alle tue scelte (e alla tua fortuna nel tiro coi dadi). Trent’anni dopo libri e giochi continuano a sfiorarsi, a incontrarsi, a creare interessanti prodotti che stanno in mezzo fra i due media, come il Black Crown Project di cui parliamo in questo numero.

Libri basati su videogiochi,
 libro-game. riflessioni sull’impatto dei videogiochi nella vita di tutti
 i giorni, romanzi distopic su mondi basati su realtà virtuali. Il mondo della letteratura e quello
 dei videogiochi si incontrano più spesso di quanto si possa pensare. Oltre ai libro-game o, viceversa ai games-book interattivi (Pottermore viene anche alla mente), tanti sono i libri che parlano di videogiochi o che usano i games come strumento di riflessione, riflessione sulla realtà, sul futuro, sull’immaginazione e la necessità di scappare dalla vita di tutti i giorni. Tra i titoli più interessati “Player One” di Ernest Cline di cui già parlammo in un precedente numero di e.Magazine e che diventerà a breve un film per la Warner Bros.

Player One di Ernest Cline, edizione ISBN

La realtà in gioco di Jane McGonigal, Apogeo Editore

Wade trascorre le sue giornate nell’universo virtuale di OASIS. Halliday, creatore di OASIS, muore senza eredi. L’unico modo per salvare OASIS da una spietata multinazionale è metterlo in palio tra i suoi abitanti: a ereditarlo sarà il vincitore della più incredibile gara mai immaginata.

Che cosa succederebbe se usassimo tutto quello che sappiamo sulla progettazione di giochi per sistemare quello che non va nella realtà? Se cominciassimo a vivere le nostre vite reali da giocatori, pensassimo alla risoluzione dei problemi reali come teorici dei videogame?

Assassin's Creed Rinascimento di Oliver Bowden, Sperling & Kupfer

Gioco mortale di Neal Stephenson, Fanucci Editore

Firenze, 1476. Il giovane Ezio Auditore scopre discendere dalla setta
 degli Assassini, la cui unica missione, da secoli,
 è distruggere l'Ordine dei Templari. Da quel
 momento e per anni, Ezio si aggira per l'Italia,
 silenzioso e invisibile, per uccidere i nemici cui ha giurato odio eterno.

Il contrabbandiere Richard Forthrast crea TRain, un gioco di ruolo online di ambientazione fantasy con milioni di fan in tutto il mondo. Ma TRain è diverso dagli altri giochi del genere, perché l’oro virtuale che qui si scava e si conquista può essere trasformato in soldi nel mondo reale con tutte le conseguenze che questo comporta.

The Game
 di Michael Olson, Leggereditore

God breaker di Luca Tarenzi, Salani Editore

Dieci anni fa la bellissima, multimilionaria Blythe Randall ha spezzato il cuore di James Pryce. Eppure, sembra che ora abbia disperatamente bisogno del suo aiuto. Pryce, un hacker abilissimo deve ritrovare Billy, il fratello di Blythe. Il solo indizio è un nuovo, terrificante videogame appena lanciato in rete.

Gli dèi esistono. Camminano in mezzo a noi, hanno macchine, uffici, soldi… Ma non tutti. Alcuni stanno morendo, travolti dalla perdita di tutti i loro seguaci. Uno di loro si ritrova braccato da un ragazzo, apparentemente potentissimo, che non si fermerà finché non sarà riuscito ad annientarlo. Chi è questo giovane?

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I P ERCORSI DI L ETTURA

Parole e pixel

Nicoletta Azzolini

Chi era ragazzo negli anni Ottanta ricorderà certamente i libro-game, connubio perfetto fra romanzo e gioco, una lettura che ti portava a interagire in prima persona con la storia, che cambiava grazie alle tue scelte (e alla tua fortuna nel tiro coi dadi). Trent’anni dopo libri e giochi continuano a sfiorarsi, a incontrarsi, a creare interessanti prodotti che stanno in mezzo fra i due media, come il Black Crown Project di cui parliamo in questo numero.

Libri basati su videogiochi,
 libro-game. riflessioni sull’impatto dei videogiochi nella vita di tutti
 i giorni, romanzi distopic su mondi basati su realtà virtuali. Il mondo della letteratura e quello
 dei videogiochi si incontrano più spesso di quanto si possa pensare. Oltre ai libro-game o, viceversa ai games-book interattivi (Pottermore viene anche alla mente), tanti sono i libri che parlano di videogiochi o che usano i games come strumento di riflessione, riflessione sulla realtà, sul futuro, sull’immaginazione e la necessità di scappare dalla vita di tutti i giorni. Tra i titoli più interessati “Player One” di Ernest Cline di cui già parlammo in un precedente numero di e.Magazine e che diventerà a breve un film per la Warner Bros.

Player One di Ernest Cline, edizione ISBN

La realtà in gioco di Jane McGonigal, Apogeo Editore

Wade trascorre le sue giornate nell’universo virtuale di OASIS. Halliday, creatore di OASIS, muore senza eredi. L’unico modo per salvare OASIS da una spietata multinazionale è metterlo in palio tra i suoi abitanti: a ereditarlo sarà il vincitore della più incredibile gara mai immaginata.

Che cosa succederebbe se usassimo tutto quello che sappiamo sulla progettazione di giochi per sistemare quello che non va nella realtà? Se cominciassimo a vivere le nostre vite reali da giocatori, pensassimo alla risoluzione dei problemi reali come teorici dei videogame?

Assassin's Creed Rinascimento di Oliver Bowden, Sperling & Kupfer

Gioco mortale di Neal Stephenson, Fanucci Editore

Firenze, 1476. Il giovane Ezio Auditore scopre discendere dalla setta
 degli Assassini, la cui unica missione, da secoli,
 è distruggere l'Ordine dei Templari. Da quel
 momento e per anni, Ezio si aggira per l'Italia,
 silenzioso e invisibile, per uccidere i nemici cui ha giurato odio eterno.

Il contrabbandiere Richard Forthrast crea TRain, un gioco di ruolo online di ambientazione fantasy con milioni di fan in tutto il mondo. Ma TRain è diverso dagli altri giochi del genere, perché l’oro virtuale che qui si scava e si conquista può essere trasformato in soldi nel mondo reale con tutte le conseguenze che questo comporta.

The Game
 di Michael Olson, Leggereditore

God breaker di Luca Tarenzi, Salani Editore

Dieci anni fa la bellissima, multimilionaria Blythe Randall ha spezzato il cuore di James Pryce. Eppure, sembra che ora abbia disperatamente bisogno del suo aiuto. Pryce, un hacker abilissimo deve ritrovare Billy, il fratello di Blythe. Il solo indizio è un nuovo, terrificante videogame appena lanciato in rete.

Gli dèi esistono. Camminano in mezzo a noi, hanno macchine, uffici, soldi… Ma non tutti. Alcuni stanno morendo, travolti dalla perdita di tutti i loro seguaci. Uno di loro si ritrova braccato da un ragazzo, apparentemente potentissimo, che non si fermerà finché non sarà riuscito ad annientarlo. Chi è questo giovane?

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I BESTSELLER

Le promozioni

Le Classifiche

da tenere d’occhio

dei libri digitali La top 5 dei maggiori eBook Store italiani nella settimana 2/9 - 8/9

1. La pioggia
 prima
 che cada
 di Jonathan Coe,
 Feltrinelli 2. Sotto una
 cupola
 stellata
 di Margherita Hack,
 Einaudi 3. Il commissario Bordelli
 di Marco
 Vichi,
 edizione Guanda 4. Una brutta
 faccenda
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 5. Il nuovo venuto
 di Marco
 Vichi
 edizione Guanda

1. Il nuovo venuto
 di Marco
 Vichi,
 edizione Guanda

Marco Vichi sale alla ribalta con la serie dedicata a Bordelli, il commissario della Firenze degli anni Sessanta.

2. Il commissario Bordelli
 di Marco
 Vichi,
 edizione Guanda

2. E l'eco rispose
 di Khaled
 Hosseini,
 Piemme 3. Un
 indimenticabile autunno d'amore
 di Milly Johnson,
 Newton Compton Editori

3. Una brutta
 faccenda
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 4. Il
 fondamentalista riluttante
 di Mohsin
 Hamid,
 Einaudi 5. Shadowhunters. Città di ossa
 di Cassandra
 Clare,
 Mondadori

1. Il bosco
 della morte
 di Susanne Staun,
 Newton Compton Editori

4. Inferno
 di Dan Brown,
 Mondadori Marco Vichi (Firenze, 20 novembre 1957) è uno scrittore italiano che vive nel Colline del Chianti. Scrive su riviste e quotidiani locali ed è stato il curatore di antologie come Città in nero ( Parma, Guanda, 2006) e Delitti di provincia (Parma, Guanda, 2007). Il suo primo romanzo è L'inquilino, edito da Guanda, nel 1999 (di questo romanzo Vichi ha scritto una sceneggiatura insieme all'amico Antonio Leotti).

5. I custodi
 della cattedrale proibita
 di Jon Trace,
 Newton Compton Editori

1. Il commissario Bordelli
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 2. Una brutta
 faccenda
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 3. Il nuovo venuto
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 4. Il
 fondamentalista riluttante
 di Mohsin
 Hamid,
 edizione Einaudi 5. Rugbyland
 di Gamberini
 Gabriele,
 Ragona Andrea,
 edizione
 BeccoGiallo

Il Messaggero in collaborazione con Newton Compton propone una lunga e variegata selezione di titoli in digitale al prezzo di un gelato, ogni giorno un gusto nuovo.
 
 Amazon attinge invece dal suo sterminato catalogo per offrire ai propri

utenti una interessante gamma di titoli in lingua inglese che spaziano dai classici ai thriller, dalla narrativa contemporanea al fantasy.

12


I BESTSELLER

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dei libri digitali La top 5 dei maggiori eBook Store italiani nella settimana 2/9 - 8/9

1. La pioggia
 prima
 che cada
 di Jonathan Coe,
 Feltrinelli 2. Sotto una
 cupola
 stellata
 di Margherita Hack,
 Einaudi 3. Il commissario Bordelli
 di Marco
 Vichi,
 edizione Guanda 4. Una brutta
 faccenda
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 5. Il nuovo venuto
 di Marco
 Vichi
 edizione Guanda

1. Il nuovo venuto
 di Marco
 Vichi,
 edizione Guanda

Marco Vichi sale alla ribalta con la serie dedicata a Bordelli, il commissario della Firenze degli anni Sessanta.

2. Il commissario Bordelli
 di Marco
 Vichi,
 edizione Guanda

2. E l'eco rispose
 di Khaled
 Hosseini,
 Piemme 3. Un
 indimenticabile autunno d'amore
 di Milly Johnson,
 Newton Compton Editori

3. Una brutta
 faccenda
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 4. Il
 fondamentalista riluttante
 di Mohsin
 Hamid,
 Einaudi 5. Shadowhunters. Città di ossa
 di Cassandra
 Clare,
 Mondadori

1. Il bosco
 della morte
 di Susanne Staun,
 Newton Compton Editori

4. Inferno
 di Dan Brown,
 Mondadori Marco Vichi (Firenze, 20 novembre 1957) è uno scrittore italiano che vive nel Colline del Chianti. Scrive su riviste e quotidiani locali ed è stato il curatore di antologie come Città in nero ( Parma, Guanda, 2006) e Delitti di provincia (Parma, Guanda, 2007). Il suo primo romanzo è L'inquilino, edito da Guanda, nel 1999 (di questo romanzo Vichi ha scritto una sceneggiatura insieme all'amico Antonio Leotti).

5. I custodi
 della cattedrale proibita
 di Jon Trace,
 Newton Compton Editori

1. Il commissario Bordelli
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 2. Una brutta
 faccenda
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 3. Il nuovo venuto
 di Marco Vichi,
 edizione Guanda 4. Il
 fondamentalista riluttante
 di Mohsin
 Hamid,
 edizione Einaudi 5. Rugbyland
 di Gamberini
 Gabriele,
 Ragona Andrea,
 edizione
 BeccoGiallo

Il Messaggero in collaborazione con Newton Compton propone una lunga e variegata selezione di titoli in digitale al prezzo di un gelato, ogni giorno un gusto nuovo.
 
 Amazon attinge invece dal suo sterminato catalogo per offrire ai propri

utenti una interessante gamma di titoli in lingua inglese che spaziano dai classici ai thriller, dalla narrativa contemporanea al fantasy.

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I L LIBRO IN ANTEPRIMA

Quando c’era Paolo

Valenti Una compilation sul decennio più
 intenso del
 calcio italiano

Prima parte: 
 Lo stadio e la miniera Manoppello, 8 giugno 1955 I manifesti non c’erano più, sui muri del paese ne restava solo qualche brandello. Scoloriti, consumati, strappati. Giuseppe, però, li ricordava benissimo. Affissi meno di dieci anni prima. Di un colore tra il rosa e il lilla. Ricordava i capannelli di persone che li leg-

gevano e li commentavano, ricordava le lunghe e animate discussioni al bar della Piazza. Federazione Carbonifera Belga. Si parlava di lavoro, di prospettive serie e concrete. Un miraggio nell’Italia martoriata del dopoguerra. Si parlava di emigrazione, di miniera. Gli anziani scuotevano il capo, alcuni giovani mostravano perplessità e preoccupazione, altri entusiasmo. Gli entusiasti preparavano una valigia con pochi

TITOLO

QUANDO C’ERA PAOLO VALENTI

AUTORE

ANDREA PELLICCIA

FORMATO EBOOK

EPUB/MOBI

PREZZO

€ 4,99

PAGINE

172

COLLANA

SPORT.DOC

vestiti e molte speranze, salutavano e partivano. Domenico, il fratello maggiore di Giuseppe, aveva letto tutto con attenzione, senza commentare. Aveva aspettato, indugiato. Poi, alla fine, si era convinto. A marzo del 1952 aveva fatto domanda ed era partito, pochi mesi dopo, con Maria, sposata a giugno dell’anno prima. I bagagli, lo sguardo perso nel vuoto di chi non sa che cosa l’aspetta, la partenza. L’incognita dell’emigrazione in Belgio e del lavoro in miniera invece della certezza della disoccupazione. Ventitré anni di gioventù, coraggio e speranza. Un lavoro sconosciuto, un paese sconosciuto, una lingua sconosciuta. Il piccolo paese dell’Abruzzo lasciato alle spalle, portato con sé nelle foto dei cari e nei ricordi di un tempo che non sarebbe più tornato. A Milano per le visite mediche e per la firma del contratto, poi verso il Belgio su un treno scomodo e affollato.

Giuseppe era rimasto a Manoppello. Aveva un lavoro al panificio di Mario, a pochi metri da Piazza Garibaldi. Ma era un lavoro saltuario e mal pagato. Mille difficoltà per mantenere Rosa, sua moglie, e il piccolo Michele. Dal Belgio Domenico scriveva. Una volta al mese i genitori e il fratello ricevevano sue notizie. La miniera. Vita d’inferno. Vita nell’inferno. Il turno di lavoro cominciava in un ascensore che scendeva giù, come le lacrime. Due minuti interminabili in una cabina che li portava nelle viscere della Terra, a mille e più metri di profondità. A spalare, a scavare, a sudare. «Mamma, papà, credo che valeva la pena fare tanta strada e arrivare qua», scriveva ai genitori.

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I L LIBRO IN ANTEPRIMA

Quando c’era Paolo

Valenti Una compilation sul decennio più
 intenso del
 calcio italiano

Prima parte: 
 Lo stadio e la miniera Manoppello, 8 giugno 1955 I manifesti non c’erano più, sui muri del paese ne restava solo qualche brandello. Scoloriti, consumati, strappati. Giuseppe, però, li ricordava benissimo. Affissi meno di dieci anni prima. Di un colore tra il rosa e il lilla. Ricordava i capannelli di persone che li leg-

gevano e li commentavano, ricordava le lunghe e animate discussioni al bar della Piazza. Federazione Carbonifera Belga. Si parlava di lavoro, di prospettive serie e concrete. Un miraggio nell’Italia martoriata del dopoguerra. Si parlava di emigrazione, di miniera. Gli anziani scuotevano il capo, alcuni giovani mostravano perplessità e preoccupazione, altri entusiasmo. Gli entusiasti preparavano una valigia con pochi

TITOLO

QUANDO C’ERA PAOLO VALENTI

AUTORE

ANDREA PELLICCIA

FORMATO EBOOK

EPUB/MOBI

PREZZO

€ 4,99

PAGINE

172

COLLANA

SPORT.DOC

vestiti e molte speranze, salutavano e partivano. Domenico, il fratello maggiore di Giuseppe, aveva letto tutto con attenzione, senza commentare. Aveva aspettato, indugiato. Poi, alla fine, si era convinto. A marzo del 1952 aveva fatto domanda ed era partito, pochi mesi dopo, con Maria, sposata a giugno dell’anno prima. I bagagli, lo sguardo perso nel vuoto di chi non sa che cosa l’aspetta, la partenza. L’incognita dell’emigrazione in Belgio e del lavoro in miniera invece della certezza della disoccupazione. Ventitré anni di gioventù, coraggio e speranza. Un lavoro sconosciuto, un paese sconosciuto, una lingua sconosciuta. Il piccolo paese dell’Abruzzo lasciato alle spalle, portato con sé nelle foto dei cari e nei ricordi di un tempo che non sarebbe più tornato. A Milano per le visite mediche e per la firma del contratto, poi verso il Belgio su un treno scomodo e affollato.

Giuseppe era rimasto a Manoppello. Aveva un lavoro al panificio di Mario, a pochi metri da Piazza Garibaldi. Ma era un lavoro saltuario e mal pagato. Mille difficoltà per mantenere Rosa, sua moglie, e il piccolo Michele. Dal Belgio Domenico scriveva. Una volta al mese i genitori e il fratello ricevevano sue notizie. La miniera. Vita d’inferno. Vita nell’inferno. Il turno di lavoro cominciava in un ascensore che scendeva giù, come le lacrime. Due minuti interminabili in una cabina che li portava nelle viscere della Terra, a mille e più metri di profondità. A spalare, a scavare, a sudare. «Mamma, papà, credo che valeva la pena fare tanta strada e arrivare qua», scriveva ai genitori.

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Aveva un alloggio dignitoso, ogni tanto riusciva anche a mandare dei soldi a casa. Maria stava bene. Stava bene anche Elisa, la bimba nata un anno dopo il loro arrivo in Belgio. Forse ne era valsa la pena, ripeteva. Per fare coraggio a sé e ai suoi cari. Forse un giorno sarebbe tornato a Manoppello, ripeteva anche questo. Soldi e sacrifici gli avrebbero dato la possibilità di aprire un negozio di ferramenta. Quel mattino dell’8 giugno fu Giuseppe a ricevere la lettera spedita da Domenico. Solitamente scriveva ai genitori, quella volta scrisse direttamente a lui. Gli chiedeva di raggiungerlo in Belgio. C’era lavoro anche per lui. No, non in miniera. O meglio, in miniera c’era lavoro ma non era il caso: in famiglia bastava uno a soffrire e a combattere contro il carbone. Con l’arrivo delle migliaia di emigranti dall’Italia e dall’Europa il paese in cui viveva Domenico si era ingrandito. Stavano aprendo un nuovo panificio, cercavano personale. Domenico si era fatto aiutare da un amico che conosceva un po’ di francese. Aveva parlato del fratello, del lavoro che faceva.

«Va bene, lo assumiamo», gli avevano detto. «Ma deve arrivare qui al più presto, altrimenti diamo il lavoro a un altro». Allegata alla lettera c’era una dichiarazione del proprietario del panificio: l’impegno ad assumerlo, l’impegno a dare un alloggio a lui e alla famiglia per

«Luca, tesoro, come stai?» esclamò Elisabetta all’altro capo del telefono.

to misterioso” del Mondiale degli Azzurri.

«Mamma, sto benissimo. Barcellona è stupenda», rispose Luca, entusiasta. «Valeva certamente la pena fare tanta strada e arrivare qua». Sospirò. «Anche se oggi perderemo col Brasile».

Luca e suo padre Roberto si abbracciarono. «Rossi, papà! Ha segnato Paolo Rossi!».

i primi sei mesi. Avrebbe dovuto presentarsi al lavoro il 20 giugno, un lunedì.

Elisabetta rise. «Non essere così pessimista, la speranza è l’ultima a morire!».

Giuseppe doveva decidere nel giro di poche ore. Un cambiamento radicale da decidere in modo repentino.

Quando l’arbitro fischiò l’inizio della partita il sole era ancora alto, erano le cinco de la tarde o giù di lì. Paolo Rossi segnò dopo soli cinque minuti. L’Italia era in vantaggio contro il Brasile.

Rientrò in casa sospirando. Stringeva la lettera nella mano destra. Si guardò intorno muovendo gli occhi lentamente, come a voler imprimere nella memoria quel luogo che chissà se avrebbe rivisto. «Partiamo, andiamo in Belgio», disse a Rosa con un filo di voce. Aveva già deciso. Avrebbe raggiunto suo fratello in Belgio. In un paesino chiamato Marcinelle.
 Barcellona, 5 luglio 1982 «Pronto, mamma!».

Azione prolungata di Bruno Conti sulla destra, lancio d’esterno per Cabrini sulla fascia sinistra. Cross a centro area, colpo di testa vincente di Rossi. I brasiliani, i favoriti per la vittoria dei Mondiali 1982, erano sotto di un gol. Contro l’Italia che aveva superato a stento il girone di qualificazione, pareggiando tutte e tre le partite, e poi aveva battuto a sorpresa per due a uno i campioni in carica dell’Argentina. A rendere la situazione ancora più incredibile il fatto che il gol fosse stato segnato da Rossi, fino ad allora “ogget-

Poi Luca si accovacciò. Prese la bandiera tricolore e cominciò a sventolarla tra lo sguardo compiaciuto di quelli seduti vicino a lui nella tribuna dello Stadio Sarrià. Dopo l’esultanza, la riflessione. «Papà, non facciamoci illusioni. In questo Mondiale il Brasile era già andato altre due volte in svantaggio. E ha vinto in entrambe le occasioni». «Già, contro Unione Sovietica e Scozia. Ma noi siamo l’Italia», disse Roberto facendo l’occhiolino. L’entusiasmo durò poco. Dodicesimo minuto. Passaggio in profondità di Zico per Socrates, solo davanti a Zoff ma in posizione decentrata sulla destra. Tiro secco e pallone in rete nello stretto spazio tra palo e portiere, con evidenti colpe dell’estremo difensore azzurro. Stavolta era il popolo carioca a esultare. Luca si coprì il volto con le mani. «Zoff, Zoff. Il tuo palo. Era il tuo palo, dovevi coprirlo!». 14


Aveva un alloggio dignitoso, ogni tanto riusciva anche a mandare dei soldi a casa. Maria stava bene. Stava bene anche Elisa, la bimba nata un anno dopo il loro arrivo in Belgio. Forse ne era valsa la pena, ripeteva. Per fare coraggio a sé e ai suoi cari. Forse un giorno sarebbe tornato a Manoppello, ripeteva anche questo. Soldi e sacrifici gli avrebbero dato la possibilità di aprire un negozio di ferramenta. Quel mattino dell’8 giugno fu Giuseppe a ricevere la lettera spedita da Domenico. Solitamente scriveva ai genitori, quella volta scrisse direttamente a lui. Gli chiedeva di raggiungerlo in Belgio. C’era lavoro anche per lui. No, non in miniera. O meglio, in miniera c’era lavoro ma non era il caso: in famiglia bastava uno a soffrire e a combattere contro il carbone. Con l’arrivo delle migliaia di emigranti dall’Italia e dall’Europa il paese in cui viveva Domenico si era ingrandito. Stavano aprendo un nuovo panificio, cercavano personale. Domenico si era fatto aiutare da un amico che conosceva un po’ di francese. Aveva parlato del fratello, del lavoro che faceva.

«Va bene, lo assumiamo», gli avevano detto. «Ma deve arrivare qui al più presto, altrimenti diamo il lavoro a un altro». Allegata alla lettera c’era una dichiarazione del proprietario del panificio: l’impegno ad assumerlo, l’impegno a dare un alloggio a lui e alla famiglia per

«Luca, tesoro, come stai?» esclamò Elisabetta all’altro capo del telefono.

to misterioso” del Mondiale degli Azzurri.

«Mamma, sto benissimo. Barcellona è stupenda», rispose Luca, entusiasta. «Valeva certamente la pena fare tanta strada e arrivare qua». Sospirò. «Anche se oggi perderemo col Brasile».

Luca e suo padre Roberto si abbracciarono. «Rossi, papà! Ha segnato Paolo Rossi!».

i primi sei mesi. Avrebbe dovuto presentarsi al lavoro il 20 giugno, un lunedì.

Elisabetta rise. «Non essere così pessimista, la speranza è l’ultima a morire!».

Giuseppe doveva decidere nel giro di poche ore. Un cambiamento radicale da decidere in modo repentino.

Quando l’arbitro fischiò l’inizio della partita il sole era ancora alto, erano le cinco de la tarde o giù di lì. Paolo Rossi segnò dopo soli cinque minuti. L’Italia era in vantaggio contro il Brasile.

Rientrò in casa sospirando. Stringeva la lettera nella mano destra. Si guardò intorno muovendo gli occhi lentamente, come a voler imprimere nella memoria quel luogo che chissà se avrebbe rivisto. «Partiamo, andiamo in Belgio», disse a Rosa con un filo di voce. Aveva già deciso. Avrebbe raggiunto suo fratello in Belgio. In un paesino chiamato Marcinelle.
 Barcellona, 5 luglio 1982 «Pronto, mamma!».

Azione prolungata di Bruno Conti sulla destra, lancio d’esterno per Cabrini sulla fascia sinistra. Cross a centro area, colpo di testa vincente di Rossi. I brasiliani, i favoriti per la vittoria dei Mondiali 1982, erano sotto di un gol. Contro l’Italia che aveva superato a stento il girone di qualificazione, pareggiando tutte e tre le partite, e poi aveva battuto a sorpresa per due a uno i campioni in carica dell’Argentina. A rendere la situazione ancora più incredibile il fatto che il gol fosse stato segnato da Rossi, fino ad allora “ogget-

Poi Luca si accovacciò. Prese la bandiera tricolore e cominciò a sventolarla tra lo sguardo compiaciuto di quelli seduti vicino a lui nella tribuna dello Stadio Sarrià. Dopo l’esultanza, la riflessione. «Papà, non facciamoci illusioni. In questo Mondiale il Brasile era già andato altre due volte in svantaggio. E ha vinto in entrambe le occasioni». «Già, contro Unione Sovietica e Scozia. Ma noi siamo l’Italia», disse Roberto facendo l’occhiolino. L’entusiasmo durò poco. Dodicesimo minuto. Passaggio in profondità di Zico per Socrates, solo davanti a Zoff ma in posizione decentrata sulla destra. Tiro secco e pallone in rete nello stretto spazio tra palo e portiere, con evidenti colpe dell’estremo difensore azzurro. Stavolta era il popolo carioca a esultare. Luca si coprì il volto con le mani. «Zoff, Zoff. Il tuo palo. Era il tuo palo, dovevi coprirlo!». 14


Roberto non seppe fare di meglio che mettergli la mano sinistra sulla spalla. Ora per il Brasile diventava tutto più facile. Il pareggio sarebbe stato sufficiente per passare il turno, in virtù di una migliore differenza reti nei confronti dell’Italia. Ma al Brasile, a quel Brasile di Zico, Socrates, Eder, Cerezo, Falcao, il pareggio non bastava. Voleva e doveva vincere, dimostrare al mondo di essere la squadra più forte. Così i brasiliani continuarono ad attaccare. All’Italia non restava che difendersi e sperare. Magari in un errore degli avversari. Uno di quegli avversari si chiamava Junior. Venticinquesimo minuto. Disimpegno sbagliato nella propria tre quarti di campo. Pallone intercettato da Rossi. Progressione verso la porta avversaria. Tiro violento dal limite dell’area. Valdir Peres battuto. Luca e Roberto scattarono in piedi come molle. «Gol! Gol! Ancora Rossi!». Nonostante mancassero ancora venti minuti alla fine del primo tempo, i brasiliani sembrarono accusare il colpo. Per la prima volta dall’inizio del torneo avevano subito due reti nella stessa partita. L’errore difensivo sul secondo gol, poi, aveva lasciato il se-

gno: il gioco dei brasiliani era diventato più accorto e meno spregiudicato delle precedenti occasioni. Il primo tempo si concluse così, sul due a uno per l’Italia. «Chi l’avrebbe mai detto?» fu il primo commento di Luca. Uno spettatore spagnolo seduto accanto a lui gli disse sorridendo: «Muy bien, Italia. Muy bien». Mondiale magro per la Spagna padrona di casa. Un girone eliminatorio sulla carta molto facile superato a stento e con qualche aiuto degli arbitri. Poi l’eliminazione tre giorni prima, dopo la sconfitta con la Germania Ovest. I tifosi brasiliani ballavano e cantavano, certi che la propria Nazionale nel secondo tempo avrebbe perlomeno pareggiato, raggiungendo così le semifinali. Luca non la pensava diversamente. Si girò verso il padre. «Sono troppo più forti di noi. Vedrai che nel secondo tempo ci annienteranno come hanno fatto nel 1970». Il ragazzo non poteva ricordare quella partita, la finale dei Mondiali del 1970, quella in cui Re Pelé e compagni umiliarono l’Italia, stanca dopo il memorabile quattro a tre contro la

Germania Ovest. Era nato proprio la sera di quella storica semifinale, il 7 giugno 1970. E sapeva tutto di calcio, compresa buona parte degli eventi più importanti accaduti prima della sua nascita. «Hanno paura di noi, non sono tranquilli. Non sarà così facile», commentò Roberto, fiducioso. In effetti gli Azzurri difesero il vantaggio con relativa tranquillità. Difesa ordinata, Zico, il più temuto dei brasiliani, guardato a vista da Gentile, addirittura la possibilità di realizzare la terza rete in contropiede. Poi, a metà del secondo tempo, il pareggio. Palla a Falcao al limite dell’area. Finta. Pallone portato dal piede destro a quello sinistro. Tiro forte e angolato alla destra di Zoff. L’esultanza di Falcao e dei suoi compagni mostrò quanta paura avessero avuto i brasiliani di non raggiungere la qualificazione, ora di nuovo nelle loro mani. «No, Falcao, no. Maledetto!». Il tifo per la Roma spinse Luca a chiamarlo anche “traditore”. Già, perché quando non indossava la divisa della Seleçao, la nazionale brasiliana, Falcao giocava in Italia con la maglia della Roma.

Tutto finito, dunque. Un bel sogno infranto. L’Italia riprese ad attaccare. Poco più di un quarto d’ora alla fine dell’incontro. Calcio d’angolo battuto da Conti. Pallone respinto di testa al limite dell’area e calciato al volo in girata da Tardelli. Tiro apparentemente innocuo. Sulla traiettoria il piede di Paolo Rossi, ancora lui. Palla in rete, tre a due, tripletta di Rossi, hombre del partido. Tripudio di tifo e tricolori. L’emozione di Luca. «Papà, comunque finisca non ho mai visto una partita bella come questa». Brasile in avanti, pronto a giocarsi il tutto per tutto nei minuti finali. Per l’Italia arrivò anche il quarto gol. Bellissima azione in contropiede e tiro vincente di Antognoni su Valdir Peres in uscita. Ma la rete fu annullata per un fuorigioco inesistente. C’era ancora da soffrire, fino all’ultimo secondo. E Zoff si fece perdonare l’errore sul gol di Socrates con una parata prodigiosa su un colpo di testa di Oscar a due minuti dalla fine. Fischio finale. Tutti in campo a esultare. L’Italia in semifinale, avversario successivo la Polonia. I tifosi brasiliani increduli, in lacrime. 15


Roberto non seppe fare di meglio che mettergli la mano sinistra sulla spalla. Ora per il Brasile diventava tutto più facile. Il pareggio sarebbe stato sufficiente per passare il turno, in virtù di una migliore differenza reti nei confronti dell’Italia. Ma al Brasile, a quel Brasile di Zico, Socrates, Eder, Cerezo, Falcao, il pareggio non bastava. Voleva e doveva vincere, dimostrare al mondo di essere la squadra più forte. Così i brasiliani continuarono ad attaccare. All’Italia non restava che difendersi e sperare. Magari in un errore degli avversari. Uno di quegli avversari si chiamava Junior. Venticinquesimo minuto. Disimpegno sbagliato nella propria tre quarti di campo. Pallone intercettato da Rossi. Progressione verso la porta avversaria. Tiro violento dal limite dell’area. Valdir Peres battuto. Luca e Roberto scattarono in piedi come molle. «Gol! Gol! Ancora Rossi!». Nonostante mancassero ancora venti minuti alla fine del primo tempo, i brasiliani sembrarono accusare il colpo. Per la prima volta dall’inizio del torneo avevano subito due reti nella stessa partita. L’errore difensivo sul secondo gol, poi, aveva lasciato il se-

gno: il gioco dei brasiliani era diventato più accorto e meno spregiudicato delle precedenti occasioni. Il primo tempo si concluse così, sul due a uno per l’Italia. «Chi l’avrebbe mai detto?» fu il primo commento di Luca. Uno spettatore spagnolo seduto accanto a lui gli disse sorridendo: «Muy bien, Italia. Muy bien». Mondiale magro per la Spagna padrona di casa. Un girone eliminatorio sulla carta molto facile superato a stento e con qualche aiuto degli arbitri. Poi l’eliminazione tre giorni prima, dopo la sconfitta con la Germania Ovest. I tifosi brasiliani ballavano e cantavano, certi che la propria Nazionale nel secondo tempo avrebbe perlomeno pareggiato, raggiungendo così le semifinali. Luca non la pensava diversamente. Si girò verso il padre. «Sono troppo più forti di noi. Vedrai che nel secondo tempo ci annienteranno come hanno fatto nel 1970». Il ragazzo non poteva ricordare quella partita, la finale dei Mondiali del 1970, quella in cui Re Pelé e compagni umiliarono l’Italia, stanca dopo il memorabile quattro a tre contro la

Germania Ovest. Era nato proprio la sera di quella storica semifinale, il 7 giugno 1970. E sapeva tutto di calcio, compresa buona parte degli eventi più importanti accaduti prima della sua nascita. «Hanno paura di noi, non sono tranquilli. Non sarà così facile», commentò Roberto, fiducioso. In effetti gli Azzurri difesero il vantaggio con relativa tranquillità. Difesa ordinata, Zico, il più temuto dei brasiliani, guardato a vista da Gentile, addirittura la possibilità di realizzare la terza rete in contropiede. Poi, a metà del secondo tempo, il pareggio. Palla a Falcao al limite dell’area. Finta. Pallone portato dal piede destro a quello sinistro. Tiro forte e angolato alla destra di Zoff. L’esultanza di Falcao e dei suoi compagni mostrò quanta paura avessero avuto i brasiliani di non raggiungere la qualificazione, ora di nuovo nelle loro mani. «No, Falcao, no. Maledetto!». Il tifo per la Roma spinse Luca a chiamarlo anche “traditore”. Già, perché quando non indossava la divisa della Seleçao, la nazionale brasiliana, Falcao giocava in Italia con la maglia della Roma.

Tutto finito, dunque. Un bel sogno infranto. L’Italia riprese ad attaccare. Poco più di un quarto d’ora alla fine dell’incontro. Calcio d’angolo battuto da Conti. Pallone respinto di testa al limite dell’area e calciato al volo in girata da Tardelli. Tiro apparentemente innocuo. Sulla traiettoria il piede di Paolo Rossi, ancora lui. Palla in rete, tre a due, tripletta di Rossi, hombre del partido. Tripudio di tifo e tricolori. L’emozione di Luca. «Papà, comunque finisca non ho mai visto una partita bella come questa». Brasile in avanti, pronto a giocarsi il tutto per tutto nei minuti finali. Per l’Italia arrivò anche il quarto gol. Bellissima azione in contropiede e tiro vincente di Antognoni su Valdir Peres in uscita. Ma la rete fu annullata per un fuorigioco inesistente. C’era ancora da soffrire, fino all’ultimo secondo. E Zoff si fece perdonare l’errore sul gol di Socrates con una parata prodigiosa su un colpo di testa di Oscar a due minuti dalla fine. Fischio finale. Tutti in campo a esultare. L’Italia in semifinale, avversario successivo la Polonia. I tifosi brasiliani increduli, in lacrime. 15


L ETTORI E T ABLET

Roba da reader Kobo Inc. continua a puntare fortemente sui propri device. In un grande evento svoltosi a New York l’azienda canadese ha presentato non solo un nuovo e-reader ma anche 3 tablet, ognuno adatto a coprire una specifica fetta di utenti.
 
 Il nuovo reader, l’ultima versione del Kobo Aura, è un lettore da 6 pollici con display pearl e-ink e due interessanti nuove tecnologie che puntano a migliorare l’esperienza di lettura dell’utente: da una parte è stato potenziato l’effetto anti-riflesso dello schermo, dall’altra è stato quasi del tutto eliminato l’effetto-refresh delle pagine, rendendo la lettura più scorrevole e più piacevole. A seguito la Kobo ha annunciato un a trio di tablet basati su tecnologia Android: il Kobo Arc 7, la sua versione HD e la versione Arc 10HD. Tutti e tre i tablet hanno prezzi accessibili, partendo dal più basso, il tablet da 7 pollici non HD e con 8gb di memoria al prezzo competitivo di € 149 fino a salire al picco di €379 per la versione HD da 10 pollici. Quest’ultimo presenta delle caratteristiche davvero potenti: una CPU quad-core da 1.8GHz progettata da Nvidia Tegra, 2GB of RAM, una risoluzione dello schermo da 2560×1600, una fotocamera da 1.3MP e, ovviamente, l’accesso allo store Google Play. L’azienda Kobo ha sottolineato inoltre la propria attenzione verso gli utenti che amano leggere: grazie alla modalità “reading” la durata della carica di un tablet può estendersi dalle classiche 9 ore a più di 10 giorni!

Nicoletta Azzolini

Le ultime notizie dal mondo degli eBook reader e dei tablet, per essere sempre aggiornati sulla nuova tecnologia e i nuovi progetti nell’ambito della lettura digitale.

Potrebbe sembrare che Samsung abbia più fortuna con i propri smartphone che non con i propri tablet, ma questo non ferma l’azienda coreana dal lavorare su nuovi modelli e pragetti. L’ultimo è dedicato ai bambini, una versione adattata per i più piccoli del Galaxy Tab 3 7.0 con una colorata protezione di gomma.
 
 Il nome conferma la sua origine, si tratta del Galaxy Tab 3 Kids Si tratterà di un tablet basato sulla tecnologia Android 4.1 Jelly Bean con 8GB di memora e due fotocamere. Il tablet sarà venduto con alcune fra le migliori app per bambini già caricate .

visita il sito absolutelyfree.it 16


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N EWS

Into the net

ne con Goodreads, la community di lettori che l’azienda ha acquistato lo scorso marzo.

Cartello eBook #1: 
 tempo di rimborsi per MacMillan e Penguin

Scuola digitale? 
 Sì, ma non oggi

Kindle sempre 
 più social…

Libri elettronici nelle scuole, ma anche banda larga e documento unificato. Il percorso dell’innovazione italiana è tutto in salita, tra problemi di governance e rinvii cronici. In attesa del 2015-16,

quando si riparlerà di libri digitali a scuola, svanisce l’occasione 
 del risparmio per le famiglie e del guadagno per gli editori.

Amazon annuncia la seconda generazione del Kindle Paperwhite, il lettore di eBook di punta dell’azienda. Hardware migliorato e tante novità software tra cui, forse la più succosa, l’integrazio-

MacMillan e Penguin, due dei cinque editori accusati di aver cospirato con Apple per

gonfiare i prezzi degli eBook, hanno inviato email ai clienti informandoli dei termini proposti nel patteggiamento legale sul contenzioso. Gli editori dovranno restituire circa 162 milioni di dollari fra i clienti che hanno acquistato uno dei loro eBook tra il 1/4/ 2010 e il 21/5/2012.

Cartello eBook #2: 
 tempo di nuove 
 sanzioni per Apple Il Governo Federale USA ha presentato una nuova richiesta di sanzione per il cartello eBook di Apple citando questa volta un’email di Steve Jobs a sostegno della sua tesi. Secondo il governo federale USA, fu Jobs il vero architetto del sistema che ha condotto alla creazione di un cartello di prezzi sugli eBook il cui scopo era contenere e delimitare l’espansione di Amazon sul mercato.

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Intanto, in casa 
 Apple…

Novità in casa Apple: la prossima edizione del sistema operativo Mac, attesa per l’autunno, 17


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FOCUS - Errori di formattazione

vanterà tra le novità una versione apposita di iBooks che rafforza l’impegno dell’azienda nel mercato dei libri digitali.

Quando l’editore diventa social Da quando è partita la serie televisiva della HBO Game of Thrones, in Italia in grazie a SKY, è scattata nei fan la Game of Thrones mania che si è riversata, per curiosi impazienti, sui libri da cui è tratta l’epica saga. Chi si è apprestato alla lettura dei libri in versione digitale in lingua originale probabilmente, durante la lettura del quarto volume “A Feast For Crows” avrà notato un nome ricorrente che ha sempre a che fare con la saga, ma poco con i personaggi. Si tratta di George R. R. Martin il cui nome è saltato fuori, in posizioni del tutto casuali, durante la narrazione del quarto ebook. L’errore, probabilmente dovuto a un errore di formattazione dell’ebook, ha generato l’ilarità dei fan che si sono ritrovati il proprio idolo inserito a mo’ di personaggio sparso qua e là all’interno del libro.

In Italia la saga “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R. R. Martin è pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore. “A Feast for Crows” è diviso in due volumi: “Il dominio della regina” e “L'ombra della profezia”, ma al momento non è ancora disponibile una versione digitale del volume, né della saga in generale.

Carta, eBook ed #editorisocial. Un libro dedicato agli editori che nel digitalizzare la loro produzione hanno compreso il valore della rete e osano essere social. Ne parla Valentina Bortoletto nel suo “Gli editori diventano social: analisi, prospettive e opportunità nel Web. Casi di attori del publishing alla prova della rete”.

Apple regala Camilleri Il colosso informatico ha avviato un’iniziativa con la quale, circa ogni mese, regala un’applicazione selezionata dall’azienda. Questa volta è toccato all’eBook “Il ladro di merendine” firmato Andrea Camilleri.

sua complessità e inarrestabilità, a partire da quel lato caratteriale proprio dell’altra metà del cielo di essere come i PC, essere multitasking.

Donne in digitale “Eroine multitasking” è il titolo dell’irriverente eBook della giornalista Giovanna Gallo pubblicato con Emma Books, una guida frizzante per capire l’universo femminile nella

@AFeditore

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In Italia la saga “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R. R. Martin è pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore. “A Feast for Crows” è diviso in due volumi: “Il dominio della regina” e “L'ombra della profezia”, ma al momento non è ancora disponibile una versione digitale del volume, né della saga in generale.

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