Un solo destino

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Alessandra Paoloni

La voce di Anika era stanca ed assonnata. - Anika, mi dispiace tanto!- riuscì a dire Airen prima che la gola le si chiudesse. Ripeté a se stessa che non doveva piangere in quel momento, o avrebbe passato quel breve tempo che le era stato concesso in compagnia di sua sorella ad asciugarsi le lacrime. Quindi si tolse dalla schiena una sacca nella quale aveva ricevuto il permesso di infilare un tozzo di pane e dell’acqua. - Ti ho portato qualcosa……- disse. Airen si accorse che le sue mani tremolavano senza controllo. Non avrebbe mai confessato a sua sorella di averla abbandonata al suo destino, perché in quell’istante era questo che la terrorizzava. E ringraziò la penombra: le avrebbe in parte celato il volto di Anika, nascondendone la sua espressione quando le avrebbe chiesto di firmare quella pergamena. - Il ragazzo del bosco come sta?- chiese Anika sollevandosi in piedi. - Lui sta benissimo. Ti porto i suoi saluti. - E la fialetta di nostro padre?- domandò ancora Anika che non riuscì a nascondere la sua ansia. - L’ho perduta in realtà. Non è mai arrivata a castello. Airen poté giurare di aver sentito sua sorella tirare un sospiro di sollievo. - Non avercela con Feude.- riprese poi Anika- Lei ha fatto solo ciò che credeva giusto per me. Airen non credette di aver capito bene. - Feude ti ha denunciata?- chiese facendo un balzo in avanti. Se l’anziana donna le fosse stata di fronte in quel momento, le si sarebbe di certo avventata contro. - Abbiamo tante cose di cui parlare…..- riprese Anika. Ma Airen la bloccò. Recuperò dalla sacca la pergamena e senza tanti altri preamboli disse: -Scrivi il tuo nome qui e tutto questo finirà. Per favore. Sebbene volesse restare ancora del tempo con sua sorella, in quell’istante Airen desiderava ardentemente lasciare quella torre scendere al villaggio e cercare Feude. Finalmente aveva trovato un facile bersaglio verso il quale indirizzare tutta la sua frustrazione. - Abbiamo tante cose di cui parlare- riprese Anika- ma preferirei scriverle esattamente come faceva nostro padre.


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