La scomparsa di San Marino, Pierfrancesco Prosperi

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Inuscitail30/6/2023(15,00euro)

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PIERFRANCESCOPROSPERI

LASCOMPARSA DISANMARINO

ZeroUnoUndiciEdizioni

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LASCOMPARSADISANMARINO

Copyright©2023ZerounoundiciEdizioni

ISBN:978-88-9370-611-7

Copertina: Immagine Shutterstock.com

PrimaedizioneGiugno2023

Come è possibile che esista oggi, in pieno XXI secolo, un minuscolo Stato indipendente, una entità sovrana e autonoma con leggi proprie, estesa per poche decine di km quadrati, uno Stato sopravvissuto all’Unità d’Italia, incuneato tra Romagna e Marche?

Milano,gennaio

Dàun’occhiataaiprofilistravaganti delletorri diCityLifeche si stagliano su uno sfondo di cielo imbronciato, prima di sedersi davanti al giovane che attende trepidante. Il grande ufficio all’ultimo piano è silenzioso e a suo modo possiede un’atmosferasolenne,quasiaulica.

«Ho apprezzato particolarmente il fatto che lei abbia insistito per portarmi di persona il suo manoscritto, anziché inviarlo per mail come al solito. Lei capirà che è una procedura che adottiamo molto di rado, per ovvi motivi pratici e organizzativi. Diciamo che personalmente la riservo ai casi speciali.Eilsuoperadessomièsembratouncasospeciale.»

Il giovane gli scocca un’occhiata piena di timida, ma entusiastica aspettativa. «La ringrazio molto per questo. Anch’io ritengo che la consegna vecchia maniera dei manoscrittiofframoltivantaggi.Perchépermetteall’editoredi farsiun’ideafondamentale,ancheseperforzadicoserapidae forse superficiale, dell’autore oltre che dell’opera. E ritengo che sia importante sapere con chi si ha a che fare: con una persona in carne e ossa, con tutte le sue peculiarità, pregi e difetti,anzichéconunindirizzodipostaelettronica.»

L’editoresorride.«Suquestononcisonodubbi.»

L’aspirante autore sembra acquistare coraggio. «Sa, qualche mese fa ho letto l’autobiografia di Frederick Forsyth e sono rimasto affascinato dai metodi spregiudicati che il grande scrittore ha utilizzato per riuscire a pubblicare il suo primo romanzo, Il giornodellosciacallo,tampinandospudoratamente

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PROLOGO

di persona l’editore fino a che questi non ha ceduto. E, ovviamente,nonseneèmairallegratoabbastanza.»

«Il giorno dello sciacallo» ripete meditabondo l’editore. «Ho letto una curiosità su quel libro. Forse ricorderà che nel 1995 un estremista ebreo di destra, di nome Yal Amir, assassinò in pubblico,aTelAviv,ilprimoministrodiIsraeleYitzhakRabin. Tra le carte delterrorista la poliziaisraelianatrovòuna copia del romanzo di Forsyth e stabilì che l’assassino lo aveva utilizzatocomemanualediomicidio.»

«Nonlosapevo»replicailgiovaneimpressionato. «Lo ricordi sempre» sorride l’editore: «i libri possono uccidere. Bene, torniamo a noi. Come ho appena detto, quella del contatto diretto con l’autore è una procedura che posso riservare a pochissimi autori e pochissimi manoscritti. Di questo, in particolare» batte colpetti con la mano sullo scartafacciochehadavanti,uncentinaiodipagineformatoA4 rilegate ad anelli «mi hanno interessato il titolo e l’incipit. Bene,mispieghivelocementechecos’èquestoSanMarinoche scompare.»

Il giovane si schiarisce la voce dopo aver tossito un po’. «Ecco, ho semplicemente immaginato che ai confini tra Romagna e Marche, sulle colline del Montefeltro, esista un piccoloStatoindipendente.LaRepubblicadiSanMarino.»

L’editore aggrotta la fronte. «Ma è esistito, storicamente. Era un libero Comune di antichissima formazione, esistito se non sbagliofinoametàdelQuattrocento.»

«Fino al 1463, esattamente. Ecco, io ho ipotizzato che invece sia sopravvissuto fino ai nostri giorni. E che oggi esista una Repubblica indipendente del tutto autonoma, con ordinamento e leggi proprie, incistata all’interno del territorio italiano. Un po’comelaCittàdelVaticano,insomma.»

L’editore intreccia le mani appoggiandole sul manoscritto.

«Capisco. Con la fondamentale differenza che lo Stato del Vaticano ha importantissimi motivi per continuare a esistere.

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Non sarebbe possibile immaginarne la scomparsa. Mentre mi sembra assai meno giustificata l’esistenza di questa fantomaticarepubblichettacollinare.»

«È quello che mi sono sforzato di fare in questo romanzo, che prendel’avviocomeunastoriagiallamapoidiventatutt’altro: giustificare e rendere credibile l’esistenza al giorno d’oggi di uno Stato di quel tipo.» Fa un sorriso sforzato. «Spero di esserciriuscito.»

«Un esercizio difficile, quasi acrobatico» commenta l’editore «ma interessante, senza dubbio. Bene, mio giovane amico. Leggerò il suo testo personalmente, una cosa che faccio molto di rado – per fortuna vedo che è abbastanza corto. E presto le faròsapere.»

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CAPITOLOI ILCINEMA-TEATRO ÈINCONDIZIONIPIETOSE

San Marino (in dialetto sammarinese: San Marèin o San Maroin), ufficialmente Serenissima Repubblica di San Marino, è uno stato senza sbocco al mare dell’Europa meridionale situato nel centro-nord della penisola italiana, al confine tra le regioni italiane dell’Emilia- Romagna (provincia di Rimini) e delle Marche (provincia di Pesaro e Urbino). Ha un’estensione territoriale di 61,19 kmq e una popolazione di 33.422 abitanti. LacapitaleèCittàdiSanMarino,lalinguaufficialeèl’italiano (con ampia diffusione del dialetto romagnolo) e gli abitanti sonochiamatisammarinesi.

Il cinema-teatro in corso di Porta Romana è in condizioni pietose. Luciano Ferrara si guarda attorno impressionato. Mai vistonientedelgenere,siripete.

È un autentico sfacelo. Intere file di sedili sono state sbullonate, rovesciate, sventrate, con le imbottiture sparse dappertutto. Grandi scritte nere tracciate con lo spray – la parola più ricorrente è PIGS – deturpano le pareti, dalle quali altoparlanti e sbarre per l’illuminazione pendono tristemente, appesi ai loro fili. Persino il linoleum del pavimento è stato sollevato e arricciato in più punti. Sul palcoscenico sembra che sia passato un tornado tropicale, lasciando dietro di sé carte stracciateerottamidilegno,plasticaemetallo.

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«C’è solo da rallegrarsi che non abbiano appiccato il fuoco» commentaFerrara. «L’arredamento di questo posto dà l’ideadi esseretuttofuorchéignifugo».

Franco Toselli gli tocca il braccio indicando un giovanotto allampanato e brufoloso, vestito casual, che li fissa con aria vagamentesmarrita.

«Luciano, questo è un testimone oculare» spiega. «Era seduto in terzafila.»

Stancamente Ferrara trascrive sul suo taccuino – non si è mai assuefatto alle diavolerie elettroniche cheda decennitentanodi mandare in pensione il materiale cartaceo – le generalità del giovane. Bresciano, ventisei anni, single, studente universitario ampiamente fuori corso. «Dunque, signor Giubilei, mi racconti cosaèsuccesso.»

Il testimone deglutisce più volte. Ha una luce un po’ febbricitante negli occhi. «Ecco, dopo un bel po’ di attesa si sono spente le luci e quel tizio, quello Zolder, è salito sul palcoscenico. Aveva un vestito argentato luccicante e un cilindro, sembrava uno di quegli… di quei tali che una volta si facevanovedereallefestedipaese,presentavanospettacoli…»

«Unimbonitore?»

«Ecco, quella cosa lì. Ha preso un microfono e con voce roboante ha cominciato dicendo qualcosa tipo: ‘Sesso! Sesso, sesso… Non vedete altro, dalla mattina alla sera e ancora più dalla sera alla mattina, in TV e su Internet… Sesso esibito, sesso in tutte le salse, sesso virtuale… Sesso raccontato, sesso al telefono, in video, in chat… Sesso a due, a tre, a quattro… Sessocontronatura,sessoconanimali…’»

Ferraralofissaconlapennasollevata.«Epoi?»

«Ecco, è andato avanti per un po’ su questo tenore, poi d’un tratto ha chiesto: ‘Bene, veniamo al sodo. Parliamo di realtà, quella vera. Quanti di voi hanno visto dal vero una donna nuda?’»

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«Hadettocosì,eh?»

«Proprio così. E poi: ‘Alzi la mano chi ha visto veramente una donnanuda!’»

«Prosegua.»

«Si sono alzate delle mani… Poche, in realtà. Credevo sarebbero state di più. Quel tale ha guardato a lungo in platea, poi ha detto qualcosa del genere: ‘Bene, bene. Vedo che abbiamounalacunadacolmare.’»

Con la coda dell’occhio Ferrara si rende conto che anche Franco Toselli sta bevendo avidamente il racconto. «A questo punto» riprende il giovane «si è sentito un colpo di gong. Un riflettore ha inquadrato un angolo del sipario, e da lì sono sbucate una dietro l’altra tre figure. Tre donne, tre ragazze avvolte in una veste chiara lunga fino ai piedi, legata in vita. Unaspeciediaccappatoio,maelegante.»

Ferrarasirimetteaprendereappunti.«Okay.Epoi?»

«Le tre ragazze sono salite su una specie di podio rialzato, al centro del palcoscenico. Erano giovani, e piuttosto belle, da quanto si poteva vedere dalla platea. La cosa buffa è che erano…assortite,ecco.Unabionda,unamoraeunarossa.»

«C’eradellamusica?»

«No, nessuna musica. L’uomo col microfono ha teso il braccio libero verso le tre donne. Ha detto all’incirca: ‘Per quelli che non hanno alzato la mano… ecco qualcosa che non avete mai visto!’»

Ferrara sbircia di nuovo Toselli, il cui pomo d’Adamo sta andandovelocementesuegiù.«Vadaavanti»dice.

«Ecco, le tre ragazze hanno fatto un solo movimento, con la destra. È stato un attimo. Hanno sciolto il nodo della cintura, sul davanti della loro veste, e quella è scivolata a terra, tutta insieme,restandoailoropiedi.»

«Oh»diceFerrara.«Esotto…»

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«Sotto il vestito niente, come diceva quel film. Sotto erano completamente nude, e sono rimaste lì immobili, a gambe leggermenteallargate,sottolalucedelriflettore.»

Ferrara picchietta con la penna sul taccuino. «Quindi non si sonopropriamente…spogliate.»

«No,hannofattosoloquelmovimento.»

«Capisco. Niente spogliarello, niente mosse… peccaminose, insomma.»

«No, assolutamente. Non hanno mosso un muscolo. Sono rimaste là immobili come statue. Ed erano belle, veramente belle.»

«Hadettochenonindossavanonulla.Neancheunperizoma,un chache-sex…»

«No, niente. Erano proprio come mamma le ha fatte, e nemmeno depilate. Per cui si capiva benissimo che erano… naturali, ecco. Voglio dire, la bionda era davvero bionda, la rossadavverorossa…».

Il pomo d’Adamo di Franco Toselli sembra ormai uno stantuffo. «Vada avanti, signor Giubilei» fa Luciano cercando dimantenereiltonodivocepiùneutrochepuò.

«A questo punto» il giovane prosegue in tono un po’ esitante «quel tale, quello Zolder si è messo a camminare avanti e indietrodavanti alpodioindicandoconlamanoquelpo’po’di mercanzia. ‘Ecco il frutto del Demonio!’ scandiva. ‘Ecco quello che fa tanta paura ai bigotti del Pensiero Unico! Vorrei chiedere ai nuovi censori del morally correct se questa è un’operadiDioodeldiavolo!’»

«Comesicomportavailpubblico?»chiedeFerrara.

«Dopo il primo Oooooh iniziale, quando le vesti sono cadute, si era stabilito un silenzio perfetto, con appena qualche

mugolio quae là. Ed èstato in quel momento cheun gruppo di scalmanatiha fattoirruzionenelteatro. Urlavano come ossessi.

Le parole che si distinguevano meglio erano VERGOGNA!

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MERCIMONIO! MERCIMONIO! e NO ALLA DONNA OGGETTO!»

«Quanti erano?» chiede Ferrara che ha ripreso a prendere appunti.

«Una ventina, in maggioranza giovani. Ma c’era anche qualcunodi mezzaetà.Tuttivestiti discuro,congrandi sciarpe a coprire il viso. Si sono messi a correre verso il palco, agitando flaconi spray di vernice nera. Hanno spruzzato le paretiehannocercatodisaliresulpalcoscenico.»

«EZoldercomehareagito?»

«Era rimasto di stucco. Ha gridato un paio di volte ‘Fermi! Fermi!’ poi, vista la mala parata, si è fiondato verso l’uscita lateraledelsipariomentreglienergumenisiavvicinavano.»

«Eleragazze?»

«Hanno raccolto in fretta le loro vesti e gli sono corse dietro. Gliscalmanatipiùvicinihannocercatodispruzzareancheloro, e sono riusciti a raggiungere l’ultima delle tre, chiazzandole di nero una gamba e mi è sembrato anche una chiappa. Due o tre di loro sono saliti sul palcoscenico, ma quando si sono resi contoche Zoldereledonneeranosparitihannourlatoqualcosa aglialtri,edèiniziataladevastazione.»

«Eilpubblico…nonhacercatodifermarli?»

«Il pubblico ha iniziato a darsela a gambe, intasando i corridoi mentre quelli spaccavano tutto. Ho dovuto scavalcare gente caduta a terra. Ma credo di non aver calpestato nessuno. C’era un autentico delirio in sala. È un miracolo che nessuno ci sia rimasto secco. Sono sbucato in corso di Porta Romana mentre si sentivano arrivare le volanti della Polizia. Mi è andata abbastanzabene,horimediatosolounabottaalfianco.»

Silenzio. Ferrara contempla per qualche secondo i propri appunti sul taccuino. «La ringrazio, signor Giubilei» dice alla fine. «Devo chiederle di tenersi a disposizione. E… mi tolga una curiosità. Lei perché c’era andato a vedere quello spettacolo?»

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Il giovane non riesce a evitare di arrossire un po’. «Ecco, io sonounodiquellichenonhaalzatolamano.»

Ferrara annuisce a lungo. «Bene, grazie.» Lo guarda allontanarsi con passo ciondolante. Scambia uno sguardo con Toselli.«Senti,comesichiamaquestoposto?»

«Carcano.Cinema-teatroCarcano.»

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CAPITOLOII ILGIORNODOPO NEGLIUFFICIDELLAQUESTURA

Il territorio di San Marino ha la forma di un quadrilatero irregolare con rilievo prevalentemente collinare a eccezione del monte Titano, alto 750 m e costituito da una massiccia placca di calcari arenari risalenti al Miocene. La Repubblica di San Marino comprende l’alta valle del torrente Ausa, la parte sinistra dell’alta valle del torrente Marano e quasi tutta la valle delrioSanMarino,tributariodelMarecchia.

Il giorno dopo, negli uffici della Questura, sezione RCM in piazza Sant’Ambrogio. Dalle finestre della ex caserma Garibaldi lo sguardo può vagare sul grande spiazzo triangolare antistante la basilica romanica, sconvolto dagli ennesimi lavori di ampliamento del parcheggio interrato, che hanno messo in luce nuove tombe paleocristiane, le cosiddette sepolture ad martyres di età tardoromana, innescando il consueto duello tra il Comune e la Soprintendenza che ha immediatamente chiesto il blocco dei lavori. Nell’ufficio di Franco Toselli, spoglio e austero come si conviene, Luciano Ferrara porge all’amico una fotocopia.

«Se vuoi inquadrare lo Zolder-pensiero, eccone una summa piuttostoilluminante.Èunarticolodell’annoscorso.»

Franco abbassa sul naso gli occhiali da miope per scorrere le piccolerighestampate.

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Solo una società strabica e schizofrenica come quella italiana poteva arrivare a simili eccessi di bigottismo moralistico. Da un lato si sono regolarizzate, anzi elevate a modello, tutte le situazioni che tendevano a superare le distinzioni di genere, presentando come uno stato naturale, che dico? ottimale, l’omosessualità maschile e femminile, il cambio di sesso, l’utero in affitto,le famiglie con due padri o due madri, e tutto ciò che rientra nella ideologia LBGT; dall’altro si è messo assurdamente nel mirino il naturale rapporto maschiofemmina. L’esibizione del corpo della donna, poi, è stata bollata come oscena, con eccessi che ricordano la peggior societàvittoriana.

È stato un crescendo inarrestabile quanto insensato: dopo il caso Weinstein nel 2017 e l’esplosione del movimento #metoo, sisonoavutelecensuresuglistraordinarinudidiEgonSchiele al Leopold Museum di Londra nel 2018, la rimozione del quadro Hylas e le ninfe di John William Waterhouse dal Museum of Fine Arts di Manchester, e poi una pioggia di interventi improntati a un moralismo sempre più soffocante: manifesti sfregiati, pubblicità censurate, trasmissioni oscurate, capolavori rimossi. L’ossessione del politically correct e il pensiero liberal dominante hanno portato a una società tanto piùsessuofobicaquantopiùsiproclamaapertaetollerante.

È il trionfo dell’ipocrisia. Erica Jong, la storica femminista autrice di Paura di volare – con ben pochi punti di contatto, peraltro,conlefemministeodierne–hadescrittodecennifa la civiltà che si stava delineando: «Bandite tutto ciò è capriccioso, eccentrico, fantasioso, sessuale, satirico o strano e il risultato sarà quella specie di omogeneizzato predigerito per lattanti che ci propina oggi la televisione americana… C’è una forte tendenza anti-sesso nel femminismo contemporaneo, tendenzachecollimaconquelladelpuritanesimo.»

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E oggi, nel nuovo secolo, la situazione è decisamente peggiorata, raggiungendo abissi di aberrazione mai visti. Che tipodisocietàlasceremoainostrifigli?

Franco depone il foglio. «È per questo articolo che è stato incriminato?»chiede.

«Perquestoeperunaltropaio»replicaLucianorecuperandola fotocopia. «Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il flash-mob a base di donne nude organizzato a Roma il mese scorso, in occasione della visita ufficiale dell’ayatollah Khalkhali, guida suprema della repubblica islamica dell’Iran. Un mordi-e-fuggi di ragazze che si spogliavano a rotazione sul percorso del corteo verso il Quirinale. Uno scandalo che ha rischiato di scatenare un grosso incidente diplomatico e ha provocato manifestazioni di protesta a Teheran, con tanto di bandiere italiane date alle fiamme. Da allora Zolder è latitante.»

«Se solo avessimo immaginato che c’era lui dietro lo spettacolodelCarcano…»

«Già. Forse siamo stati poco attenti. Le locandine parlavano semplicemente di spettacolo di arte varia. Nessun accenno a esibizioni pruriginose. Abbiamo saputo solo più tardi che gli appassionati di zozzerie si erano passati parola sui social. Se avessimo avuto le antenne tese, avremmo potuto beccarlo in flagrante. Invece, siamo stati avvertiti quando lo manifestazione era già andata un pezzo avanti, e la squadra RCM che si è precipitata sul posto è arrivata dopo che gli scalmanati delle cosiddette Brigate del Bene avevano messo a soqquadroillocalemettendoinfugaZolderelesuesquinzie.»

«Eadessochissàdovecazzosiècacciato.»

«Per quello che risulta» conclude Luciano «non ha preso aerei né altri mezzi pubblici. Dovrebbe essere in giro con un’auto presa a nolo sotto falso nome. E noi dobbiamo riuscire a trovarlo. Spero proprio di non dover tornare a Roma senza averglimessolemaniaddosso.»

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CAPITOLOIII

MILANO,PIAZZADELDUOMO

Ilconfinetra l’ItaliaeSan Marinoè lungo 39km. Il confine non è stato più modificato dal1463, cioè dopo ipatti di Fossombrone, trattato di pace a conclusione della Guerra sammarinesetraSan Marino e i MalatestadiRimini.Il confine di stato inoltre è un confine esterno dell’Unione europea.GrazieatrattatitraItaliaeSanMarino,alconfinenon ci sono controlli doganali, in quanto San Marino è compreso nellospaziodoganaleitaliano.

Milano,piazzadelDuomo.

Ai margini della corrente di traffico che cinge d’assedio la cattedrale, Luciano Ferrara resta a guardare meditabondo la grande macchina che, abbarbicata come un ragno mostruoso al lato dell’abside rivolto verso corso Vittorio Emanuele, sta stendendo in verticale enormi striscioni bianchi, a coprire gli enormi seni e le giunoniche cosce che campeggiano sulla facciata.Glisaltaallamenteunflashassurdo,attivatodachissà quale associazione mnemonica: un’immagine delle candide, burrose carni della gigantesca Anita Ekberg che uscendo da un cartellone stradale tormentava i sogni dello schizofrenico moralista interpretato da Peppino de Filippo, in un famoso episodio firmato da Fellini. Si intitolava, se la memoria non lo tradisce, Le tentazioni del dottor Antonio. Come faceva quell’ossessionante ritornello? Latte… bevete più latte… Ah,

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ecco: Bevetepiùlatte,il latteconviene.Bevetepiùlatte,illatte fabeneatutteleetà.

«Come hanno potuto consentirlo?» si sente chiedere a Franco Toselli.

«Zolder vantava grosse entrature in Curia» replica Franco. «E deve esserci stato un grosso passaggio di denaro. Per opere di bene, ovviamente. Non avevano però fatto i conti con la sezioneRCMdellaProcura.»

La denominazione ufficiale della sezione RCM è Reati Contro laMorale, ma tuttilachiamanola Buoncostume,comeilcorpo di polizia creato nel lontanissimo 1959 in applicazione della leggeMerlin,esopravvissutotraalternevicendefinoal2001. Corsi e ricorsi storici. Nessuno pensava, fino a pochi anni fa, che sarebbe stato necessario resuscitare un simile retaggio del passato. Ma nessuno pensava nemmeno che in Italia sarebbero nati o rinati certi valori: la difesa della morale e del senso del pudore contro una deriva millenaristica sempre più accelerata. E neppure che sarebbe stato possibile arruolare centinaia di uomini e donne come Luciano Ferrara e Franco Toselli in quellachepotevaapparirecomeunacrociataantistorica. Luciano ripensa alle recenti immagini di Roma facendo un confronto col cuore della civiltà meneghina. In fondo, per le strade dell’Urbe è quasi naturale vedere manifesti licenziosi strappati o coperti, antiche statue dalla nudità indecente e ostentata rimosse per ‘restauri’ oppure sottratte alla vista da avvolgenti impalcature che non verranno mai più tolte. Non fa quasi notizia leggere che le squadre di pronto intervento della RCM hanno fatto irruzione in qualche scantinato dove, con la scusa del teatro sperimentale, si portavano avanti spettacoli osceni o anche soltanto pruriginosi (per i film non ci sono problemi: vengono proiettati solo quelli che hanno ottenuto il visto di censura). In fondo, Roma ha sempre vissuto la propria condizione schizofrenica di entità duplice, città di Cesare e città di Dio, perché tutti sanno che l’influenza sociopolitica,

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culturale e morale del Vaticano non è mai rimasta realmente confinata entro leMura Leonine(d’altra parte, risulta che circa un quarto del patrimonio edilizio dell’Urbe sia in mano a istituzioni religiose) ed è abbastanza normale che la nuova ondata moralistica ispirata e sorretta dalla Chiesa cattolica si riverberisullepietredoratedell’exCaputMundi.

Ma Milano? La capitale morale d’Italia ha sempre rivendicato il proprio carattere laico, per non dire materialista. Ha sempre marcato i propri confini di indipendenza culturale, la propria alterità rispetto alla morale cattolica ufficiale della Repubblica, lanciando richiami alle grandi capitali del Nord Europa, caratterizzatedalpiùrigorosolaicismo.

Fino a oggi. Oggi, la locomotiva d’Italia sembra sia rimasta inghiottita dallo stesso diluvio moralistico che ha travolto il resto delle città italiane. Il morally correct, nuova e assolutistica versione del politically correct, domina tra la Madonnina, la Galleria Vittorio Emanuele e le torri di CityLife esattamente come a Torino e a Venezia, a Bologna, Firenze e Frosinone.

«La caccia continua» annuncia quella sera Luciano nella sua telefonata quotidiana ad Andrea. «Senza grandi sviluppi, fino a ora.»

«Una cosa non ho capito» replica lei in tono asciutto. «Era proprio necessario che ti fiondassi personalmente sulle tracce di questo Zolder? Non potevate affidarvi a una normale operazione di polizia utilizzando le sinergie con le strutture locali?Comefatepiùomenocontuttiglialtridelinquenti?»

«Zolder non è un delinquente come gli altri»controbatte lui un po’ scorbutico. «È un delinquente molto speciale. E inoltre noi della RCM non siamo poliziotti come gli altri. Dovresti saperlo. Per il semplice motivo che chi ruba dieci milioni in banca o intasca bustarelle o fa crollare un ponte o trucida una,

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dieci o cento persone non attenta alle basi della società, si muove mosso unicamente dalla cupidigia oppure dall’odio. Si limita a sottrarre alla società beni materiali, oppure persone. In altre parole fa una semplice operazione di sottrazione. Non ha nessun interesse ad abbattere la società, preferisce continuare a mungerla. Ma le persone come Alarico Zolder rappresentano una minaccia di tipo diverso. Il loro obiettivo è minare le fondamenta della nostra civiltà, al punto di metterne a rischio la sopravvivenza. Il danno che provocano non è quantitativo maqualitativo.»

«Mi sembra un punto di vista un po’ catastrofico. Magari lo fannoancheloropercupidigia»osservalei.

«Non è questo il punto, non è il perché lo fanno. Il punto è che rappresentano una minaccia inquietante proprio perché in apparenza meno grave. Le loro azioni provocano crepe sottili nella struttura sociale, pericolose perché meno visibili, ma profondeeinsidiose.Colrischiodifarcrollaretutto.»

«Secondo me tu e i tuoi capi date a lui e a quelli come lui troppaimportanza.»

«Questione di punti di vista. Ho accettato di condurre questa indagine e intendo portarla in fondo nel modo migliore. E a modomio.»

«Quand’è così» lei capisce che la discussione è arrivata sul fondo,unfondochenonpuòesserescalfito.

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L’ULTIMAPOSIZIONECONOSCIUTA

La tradizione fa risalire la fondazione della Repubblica al 3 settembre 301 d.C., quando San Marino, un tagliapietre dalmata dell’isola di Arbe, fuggito dalle persecuzioni contro i cristiani dell’imperatore romano Diocleziano, stabilì una piccola comunità cristiana sul Monte Titano. La proprietaria dellazona,unariccadonnadiRimini,DonnaFelicissima,donò il territorio alla piccola comunità chelo chiamò, a memoria del fondatore, “Terra di San Marino”. Prima di morire, secondo la leggenda, San Marino avrebbe indirizzato ai suoi seguaci la seguente frase: «Relinquovosliberosab utroque homine», «Vi lascio liberi da ambedue gli uomini» (cioè l’Imperatore e il Papa). «L’ultima posizione conosciuta di Alarico Zolder» dice Franco Toselli «è ai confini tra Romagna e Marche. A quanto risulta, da Milano il farabutto ha raggiunto Bologna utilizzando i tracciati delle vecchie statali ed evitando l’autostrada. Poi ha proseguito in direzione di Rimini sempre via statale, ma non ci è arrivato. Ha deviato verso l’interno e le sue tracce si perdono all’altezzadelcomunediVerucchio.»

Luciano Ferrara studia la mappa sul monitor. Dalla finestra aperta arriva la sinfonia sincopata del traffico milanese. Non più i rumori del cantiere del parcheggio sotterraneo, perché la Soprintendenza, velocissimain queste cosee praticamentesolo in queste, è riuscita a stoppare i lavori a tempo indeterminato.

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CAPITOLOIV

«Il segnale del GPS» osserva «può essere bloccato da molti elementi. Muri, edifici alti, montagne. Ma nei casi in cui i satelliti non riescono a localizzare il dispositivo, il telefono sfrutta in automatico le reti cellulari o Wi-Fi finché non ritorna ilsegnale.»

«È così» concorda Franco. «Il che fa pensare che il telefono si trovi tuttora in zona coperta. Ovvero, all’interno di un edificio o, se è a bordo di un’auto, al riparo di una galleria o cose del genere. In genere, il segnale prima o poi ritorna. È molto raro chescompaiacompletamente.»

«Sempre che non si sia sbarazzato del telefono» osserva Luciano.

I due tacciono mentre Luciano tamburella con le dita sul tavolo, osservando in controluce il profilo del suo vecchio compagno di Accademia. Magro e allampanato, sempre con vestiti troppo larghi, i capelli radi che vanno in ogni direzione ma con tendenza a cadere per sempre verso il basso. Sguardo lucido e attento dietro gli spessi occhiali da miope. Un tempo erano inseparabili. Poi si sono persi di vista per quindici anni, salvo poi ritrovarsi l’uno a Milano l’altro a Roma, schierati però dalla stessa parte della barricata: a difesa della morale e dei valori più sani, in quell’epoca incerta e piena di contraddizioni.

«Curioso» commenta alla fine. «Avrei giurato che avrebbe cercato di espatriare. Verso la Francia o la Svizzera. Paesi molto più tolleranti del nostro, che non ci avrebbero concesso l’estradizione per reati che per loro non sono tali, come l’oltraggioalpudore.»

«Lo pensavo anch’io» replica Franco. «Ma la gente spesso è imprevedibile, e i delinquenti in particolare. Può darsi che da quelle parti disponga di un rifugio sicuro. Di quello che ritiene unrifugiosicuro.»

Luciano si alza. «Non resta che andare a dare un’occhiata da vicino.»

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«Vaidasolo?»

«Certo. Ti ringrazio per l’appoggio logistico. Vado a studiare la situazione sul posto. Se necessario chiederò il supporto della Questura di Rimini o comunque di quella competente per territorio.»

Si fronteggiano. Franco appoggia le mani sulle spalle di Luciano, dandogli dei colpetti. «Vicecommissario Ferrara» fa, imitando il tono roboante di un trailer cinematografico stile ispettore Callaghan, «il caso Zolder è tuo. È diventato quasi un fattopersonale,vero?»

Scrolla il capo. «Non mi sono mai piaciute le primule rosse. Quel mascalzone si atteggia a paladino dei diritti civili, capisci? Mentre è solo e semplicemente un porco. E una parte dei media cosiddetti liberal lo appoggia, ovviamente in funzioneantigovernativa.»

Franco annuisce. «È successo più volte in passato. Pornografi che si spacciavano per difensori della libertà di informazione. Quando invece era semplicemente libertà di masturbazione.

Hugh Hefner, Larry Flint e via via tutti i loro epigoni piccoli e grandi.»

«Non ce ne libereremo mai» dichiara Luciano raccogliendo le suecose.«Maquantomenodobbiamoprovarci.»

«In bocca al lupo, campione» gli fa Franco, sulla porta. «E fammiunfischioincasodinecessità.»

Siabbracciano.

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CAPITOLOV

SULL’AUTOSTRADAA14

Lo Stato della Chiesa, a opera del papa Niccolò IV, riconobbe la Repubblica di San Marino nel 1291. Nel 1351, dopo che il vescovo di San Leo e del Montefeltro lo ebbe affrancato dai vincoli feudali, San Marino divenne un libero comune. Il territorio rimase limitato al Monte Titano fino al 1463, quando la Repubblica entrò nella coalizione che sconfisse il signore di Rimini, Sigismondo Malatesta (Guerra sammarinese). Come ricompensa, papa Pio II cedette a San Marino le città di Domagnano, Fiorentino, Montegiardino e Serravalle. Nello stesso anno, la città di Faetano chiese e ottenne l’annessione alla Repubblica. Successivamente i confini del microstato non hannopiùsubitomodifiche.

Sull’autostrada A14, al volante della sua Fiat Tipo vecchia di quattro anni, Luciano Ferrara si studia spericolatamente nello specchietto. Il rettangolo di vetro gli rimandal’immagine di un quarantenne robusto ma non atletico (causa atavica idiosincrasia per ginnastica e palestre), sguardo intelligente e curioso, naso troppo grosso, labbra sottili, capelli ancora quasi tutti neri, fronte spaziosa in ampliamento verso l’alto, che si studia spericolatamente nel retrovisore di un’auto lanciata a centotrentasull’autostrada.

Ripensa alla svolta che ha preso la sua vita due anni prima, quando si è convinto che bisognava fare qualcosa per contrastare la deriva che stava prendendo la società italiana.

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Senza per questo sentirsi moralista o bacchettone. Semplicemente, una persona che crede nella necessità di valori chiari edefiniti e dei conseguenti limiti e paletti.Daquando ha fatto questa semplice considerazione, la domanda per passare alla sezione RCM della Questura gli è sembrata un passo logicoenaturale.

Andreanonhacondivisoilsuopuntodivista.Loavrebbevisto meglioa continuareadarelacacciaaladrieassassinipiuttosto che a editori di riviste scollacciate, a disegnatori di fumetti osceni e a organizzatori di cabaret licenziosi. Su questo, come sualtrecose,leloroposizionidivergono. Riflette sul suo matrimonio durante il laborioso sorpasso di un TIR sloveno ampiamente lanciato oltre i limiti di velocità (tanto, si tratta di limiti italiani). Non direbbe che sia in crisi, ma neanche che le cose vadano a gonfie vele. Si sono allontanati pian piano negli ultimi anni. Da una parte c’entra l’impossibilità, ormai conclamata, di avere figli per problemi spermatici di lui – così almeno sembra –, dall’altra la frustrazione di Andrea, diplomata anni e anni prima al conservatorio Santa Cecilia, che sfoga il mancato sbocco professionale dando rare lezioni private e immergendosi in lunghi assoli pomeridiani di violino che hanno qualche volta provocato le felpate proteste dei vicini nel condominio-bene dell’EUR.

Pensandoci bene, riflette, il nostro matrimonio è la somma di duesolitudini.Cometantialtri.L’Italiaèpienadiunionisimili. E andremo avanti in questo modo vita natural durante, così almeno si può prevedere. A meno che, venuta meno l’attrazione fisica che tuttora li unisce, non prevalgano i fattori divisivi. Spero di no, confida a se stesso. È un matrimonio comodo come un paio di scarpe vecchie. Se andasse all’aria, sarebbecostrettoacambiareabitudini,stiledivita,tutto. Rallenta nell’avvistare il cartello dell’uscita Rimini Nord. Mette la freccia e si incolonna nel traffico diretto al casello. Al

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momento attuale c’è un pensiero che occupa per intero i suoi programmi sul piano professionale: la cattura di Alarico Zolder. Non sa perché ma è come se si fosse stabilita una partita a due. Quasi un fatto personale, dopo la figuraccia rimediatapernonaversaputoprevenire/rintuzzarelospettacolo osceno che ha rovinato la visita dell’ayatollah Khalkhali, con conseguente cazziatone da parte del suo diretto superiore, il supervisore Gualtieri. Da allora ha promesso a se stesso di mettere Zolder dietro le sbarre. A ogni costo. Anche se magari i suoi avvocati si dimostreranno abili nel fargli ottenere una pena ridicola, con scarcerazione a breve. O i domiciliari con braccialetto.

Perché molti, nella società italiana, e logicamente anche tra i giudici, non condividono l’ondata moralizzatrice che da qualche anno sta pervadendo l’opinione pubblica e i media. Vi vedono un ritorno del peggior perbenismo democristiano, delle censure tremebonde, dei mutandoni alle ballerine della RAI e degli anatemi sulle vertiginose gambe delle gemelle Kessler, insomma un retaggio dei tempi bui di Andreotti Rumor Fanfani. Si stringe idealmente nelle spalle mentre infila il portale Telepass. Il nostro compito è di prenderli, si dice. Quello che accade dopo non mi riguarda. A ciascuno la sua responsabilità.

Fineanteprima.

Continua…

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COSATISEMBRACHESIAQUESTA?.................Errore.Il segnalibrononèdefinito.

PERCHÈNONMEL’AVETEDETTO?Errore.Ilsegnalibro nonèdefinito.

QUELPOMERIGGIODIPRIMAVERAErrore.Ilsegnalibro nonèdefinito.

ILPASSAGGIODELLAFIAT AUNADIMENSIONE PLANETARIA................Errore.Ilsegnalibrononèdefinito.

SONOTORNATISULL’ARGOMENTO.................Errore.Il segnalibrononèdefinito.

ALLARICERCADELGPSPERDUTO Errore.Ilsegnalibro nonèdefinito.

SENONSONO COMPLETAMENTEIMPAZZITO...Errore. Ilsegnalibrononèdefinito.

PROLOGO................................................................................7 ILCINEMA-TEATRO ÈINCONDIZIONIPIETOSE........11 ILGIORNODOPO NEGLIUFFICIDELLAQUESTURA 17 MILANO,PIAZZADELDUOMO........................................20 L’ULTIMAPOSIZIONECONOSCIUTA.............................24 SULL’AUTOSTRADAA14..................................................27
Errore.
INDICE
NONL’HAVISTA PERNIENTE,LAMACCHINA..
Ilsegnalibrononèdefinito.

VIADELLESCALETTE..............Errore.Ilsegnalibrononè definito.

COMEUNPERFETTOIDIOTA..Errore.Ilsegnalibrononè definito.

VORREIANDAREALL’ESTERO.Errore.Ilsegnalibronon èdefinito.

HADECISODIDIRELAVERITÀErrore.Ilsegnalibronon èdefinito.

ILFRECCIAROSSA9433PERMILANO................Errore.Il segnalibrononèdefinito.

ILTUOAMICOFERRARA.........Errore.Ilsegnalibrononè definito.

QUANDOINTRAVEDE

LESAGOMEBIANCOAZZURRE.Errore.Ilsegnalibronon èdefinito.

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GLISEMBRADIAVERELAFEBBREErrore.Ilsegnalibro nonèdefinito.

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DALLAGUIDADELTOURING Errore.Ilsegnalibrononè definito.

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