Più unico che raro

Page 21

20 chiese il nome. Inizialmente la voce mi si bloccò in gola e fu mia madre a rispondere per me. «Ma questo bambino non parla?». «Mi chiamo Luca Alfano e sono nato il 18 maggio del 77», risposi con tutta la sicurezza che riuscii a trovare. Andai negli spogliatoi, fiducioso, aprii l’armadietto e mi accolse una scritta all’interno, a darmi il benvenuto: “Azzate fa solo cazzate”. “Iniziamo bene” pensai, “ma io cazzate non ne farò”. Mentre mi stavo cambiando, entrò nello spogliatoio un signore, alto, magro e capelli grigi, forse è il presidente.. e infatti si presentò come tale : «Ragazzi buongiorno a tutti e benvenuti all'Azzate, la nostra gloriosa società ha più di 50 anni di storia». “Quasi quasi gli faccio leggere la scritta che ho trovato nel mio armadietto… sì, così mi fa uscire a calci nel culo dal cancello. No meglio di no, facciamolo parlare”. «Non mi dilungo troppo perché so che avete voglia di giocare, solo voglio dirvi che verrete inseriti in una squadra formata da sette componenti e solo chi farà parte della squadra vincitrice della partita potrà essere selezionato». Tra gli altri aspiranti giocatori notai Alessandro, un mio compagno di scuola, che venne messo tra le file di una squadra avversaria. “Devo assolutamente vincere”, pensai, “che figura farei nel quartiere se perdessi?”. Il ragazzo bravo che tutti descrivevano, sarebbe stato uno dei tanti. E io non volevo essere uno dei tanti, io volevo diventare un campione! Uscii dallo spogliatoio più colorato che mai: calzettoni azzurri, pantaloncini bianchi e maglia rossa. Perlomeno mi riconosceranno più facilmente, mi venne da pensare. Eravamo un sacco di ragazzi, cinquanta, cento, non so, non li contai, ero concentrato esclusivamente su me stesso. Ci divisero in squadre.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.