Zootecnica | Rivista avicola - Maggio 2025

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ZOOTECNICA

Rivista avicola

DAL MICROBIOTA INTESTINALE ALLA LUCE: STRATEGIE INTEGRATE PER L’ALLEVAMENTO AVICOLO SOSTENIBILE

CONSUMI DOMESTICI, ISMEA: IN AUMENTO LA SPESA PER CARNI AVICOLE E UOVA

GESTIONE PRECOCE DELLE GALLINE OVAIOLE

Tramoggette Gió: le originali senza griglia

Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro.

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EDITORIALE

Il recente convegno tenutosi a Fieravicola sul tema del sessaggio in ovo ha riportato al centro dell’attenzione una questione cruciale per il nostro settore: l’eliminazione del pulcino maschio nelle linee ovaiole. A partire dal 2026, diversi Paesi europei – tra cui Germania, Francia, Italia e ora anche i Paesi Bassi – hanno avviato o approvato misure per vietare l’abbattimento dei pulcini maschi. L’obiettivo comune è quello di evitarne la nascita attraverso l’adozione di tecnologie di sessaggio in ovo.

Si tratta di un cambiamento normativo che interessa l’intera filiera avicola europea. Le tecnologie di sessaggio in ovo, che permettono di determinare il sesso dell’embrione prima della schiusa, si stanno evolvendo rapidamente. Metodi basati su intelligenza artificiale, imaging, spettrometria iperspettrale e risonanza magnetica sono già in fase di implementazione in diversi incubatoi del continente. Secondo stime recenti, circa il 20% delle galline ovaiole nell’Unione Europea nasce già oggi da tecniche di sessaggio in ovo, una percentuale in costante crescita.

L’adozione di queste soluzioni, tuttavia, presenta ancora sfide significative. In particolare, le piccole e medie imprese si confrontano con costi elevati e con la necessità di adeguare le strutture. È fondamentale che le istituzioni accompagnino questa transizione con strumenti concreti di sostegno, affinché il cambiamento sia accessibile a tutta la filiera, senza comprometterne la competitività.

Il sessaggio in ovo non è solo un'innovazione tecnologica: rappresenta un passo avanti verso un’avicoltura più etica e rispettosa degli animali.

➤ Marianna Caterino

MAGGIO 2025

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ATTUALITÀ

PRIMO PIANO

Scoprite le nostre nuove galline ovaiole tradizionali a piumaggio variegato

REPORTAGE

Dal microbiota intestinale alla luce: strategie integrate per l’allevamento avicolo sostenibile

DOSSIER

Consumi domestici, Ismea: in aumento la spesa per carni avicole e uova

Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità (HPAI), qual è la situazione

FOCUS

Gestione precoce delle galline ovaiole

28 36 40 44 48

MARKETING

Produzione e commercio di carne negli USA tra il 2019 e il 2023 - Parte 2: commercio di carne

TECHNICAL COLUMN

Il sistema digestivo delle galline ovaiole

MANAGEMENT

Sustell™: calcolare in modo semplice la carbon footprint

MARKET GUIDE GUIDA INTERNET

LA DETERMINAZIONE DEL SESSO

EMBRIONALE

CON LA TECNOLOGIA CHEGGY

Determinazione del sesso in ovo: da dicembre 2024 le prime macchine

CHEGGY sono operative negli

Stati Uniti, rendendo possibile la determinazione del sesso in due incubatoi situati in Iowa e Texas.

Nella moderna produzione di uova ogni risorsa inutilizzata comporta un costo economico: nel settore avicolo miliardi di pulcini maschi vengono eliminati dopo la schiusa perché privi di valore economico, rendendo la produzione di uova una questione sia etica che economica. Paesi come Germania e Francia hanno già vietato l’abbattimento dei pulcini maschi e la pressione normativa sta crescendo anche in altri mercati. Oltre alla legislazione, un ulteriore fattore trainante è la crescente consapevolezza dei consumatori finali, dei ristoranti e dei rivenditori alimentari, sempre più attenti alla sostenibilità e al benessere animale. In questo contesto si inserisce la determinazione del sesso in ovo, che consente di identificare precocemente, durante l’incubazione, quali uova siano adatte alla produzione di galline ovaiole.

TECNOLOGIA CHEGGY

La tecnologia CHEGGY, sviluppata da Agri Advanced Technologies (AAT), utilizza l’analisi iperspettrale per determinare il sesso dell’embrione senza penetrare il guscio dell’uovo. Analizzando automaticamente specifiche lunghezze d’onda della luce riflessa, questa tecnologia è in grado di identificare la diversa pigmentazione tra embrioni maschi e femmine nelle ovaiole marroni. Il metodo non invasivo riduce il rischio di infezioni o complicazioni, garantendo un alto tasso di schiusa senza necessità di eccedenze di uova incubate.

Con una capacità di analizzare e selezionare fino a 25.000 uova all’ora con un’accuratezza del 97%, CHEGGY consente un’implementazione efficiente e scalabile negli incubatoi industriali, risultando la tecnologia più veloce nel suo genere. Inoltre, la capacità di rilevare le uova

non fecondate riduce gli sprechi, massimizza l’uso della capacità di incubazione e consente un risparmio energetico aggiuntivo. Complessivamente, l’intero processo produttivo diventa più ecologico ed efficiente nell’uso delle risorse, un vantaggio strategico importante per le aziende che vogliono adottare pratiche sostenibili e ottimizzare i processi.

CHEGGY NEGLI STATI UNITI

Da dicembre 2024 sono operative negli Stati Uniti le prime macchine CHEGGY in due incubatoi situati in Iowa e Texas. In questi stabilimenti ogni giorno è possibile produrre facilmente da 80.000 a 100.000 galline ovaiole, soddisfacendo la richiesta degli incubatoi commerciali. I primi pulcini sessati in ovo sono stati consegnati agli allevamenti NestFresh; le prime uova da galline sessate in ovo dovrebbero arrivare nei supermercati quest’estate. Le uova da galline sessate in ovo non rappresentano solo un’innovazione tecnica, ma anche un’opportunità economica per posizionarsi come pionieri dell’agricoltura sostenibile.

Un tale posizionamento può aumentare significativamente il valore di mercato delle uova, rafforzare la fedeltà del cliente, migliorare l’immagine aziendale e garantire un vantaggio competitivo a lungo termine.

VA AVANTI IL PROGETTO BROILERNET SULLA

SOSTENIBILITÀ DEL SETTORE AVICOLO EUROPEO

Unaitalia e il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) hanno radunato a Bologna il BIN italiano (Broiler Innovation Network) di BroilerNet per fare il punto della situazione.

Broilernet è il progetto europeo che punta a migliorare la resilienza e la sostenibilità del settore europeo dei polli da carne, creando uno spazio per l’interazione tra scienza e pratica e la co-ideazione di best practices pronte all’uso negli allevamenti avicoli europei. Il mese scorso a Bologna si sono incontrati i partecipanti al Broiler Innovation Network per essere informati sugli esiti del secondo ciclo di consultazione BroilerNet e per discutere delle nuove sfide del progetto. Durante l’incontro sono state identificate le best practices italiane per rispondere alle esigenze di innovazione in termini di sostenibilità ambientale, benessere animale e gestione sanitaria. Il progetto, finanziato dal programma Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione ha la durata di quattro anni (2022 –2026) e raccoglie la partecipazione di 13 Paesi, tra i quali anche l’Italia. Unaitalia, come principale associazione di categoria del settore avicolo, è parte della rete di partner italiani.

NUOVE DATE PER FIERAGRICOLA: A VERONAFIERE

DAL 4 AL 7 FEBBRAIO 2026

La modifica del calendario è dovuta a esigenze legate ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina. Nel frattempo il 30 aprile sono partiti i roadshow nel Centro-Sud Italia.

Nuove date per Fieragricola a Verona e via ai roadshow nel Centro-Sud Italia e nelle Isole, che accanto ai webinar di formazione scandiranno le tappe di avvicinamento alla rassegna internazionale dell’agricoltura, una delle più importanti d’Europa. La 117ª edizione si terrà dal 4 al 7 febbraio 2026, poiché Verona ospiterà la cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026. Si tratta di un riconoscimento prestigioso da parte del Comitato Olimpico Internazionale, che coinvolge direttamente Verona e Veronafiere, chiamate a riorganizzare il calendario fieristico dei primi mesi dell’anno prossimo. Cambia il calendario fieristico, ma non il claim di Fieragricola: Full Innovation, a conferma di un’attenzione a un’agricoltura efficiente e proiettata al futuro, rivolta a imprenditori agricoli, allevatori, imprenditori agromeccanici, veterinari, energy manager. Trasversale anche l’offerta tematica, che comprende come da tradizione meccanica agricola, zootecnia, colture specializzate, energie rinnovabili, chimica verde, servizi, multifunzionalità delle imprese agricole. La rassegna internazionale di Veronafiere ospiterà all’interno della manifestazione anche il salone Fieragricola Tech, con focus dedicati al digital farming, agrivoltaico, fotovoltaico e rinnovabili da fonte agricola, smart irrigation, biosolution e robotica.

Lo slittamento delle date – informa Veronafiere – nasce dalla volontà di garantire a espositori, operatori e visitatori un’esperienza ottimale, evitando sovrapposizioni, criticità logistiche e limitazioni legate a viabilità, ospitalità e servizi in vista di un evento globale che accenderà i riflettori sulla città scaligera.

«Cambiano le date, non lo spirito di Fieragricola, che anche per la 117ª edizione punta a rappresentare un faro per il settore in termini di innovazione, nuove tecnologie, con focus su mercati, tendenze, nuove frontiere per migliorare il comparto primario in termini di sostenibilità, redditività, produttività”, ha commentato Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere. “Uno sguardo rivolto al futuro e a modelli agricoli in grado di coniugare resilienza, tutela della biodiversità, economia circolare, favorendo il ricambio generazionale e sostenendo lo spirito di una

nuova visione per l’agricoltura e l’alimentazione, così come indicato dalla Commissione Europea».

Nel frattempo sono partiti i roadshow di Fieragricola nel Centro-Sud Italia e nelle Isole per rinsaldare i rapporti sempre più stretti della rassegna internazionale di Verona con le regioni agricole della Penisola. Prima tappa quella del 30 aprile ad Arborea, nell’Oristanese, cuore della zootecnia da latte della Sardegna. I roadshow di Fieragricola toccheranno anche Calabria (giugno), Sicilia (settembre), Puglia (ottobre), Campania (novembre), Lazio (dicembre).

UTILIZZO DI ANTIBIOTICI IN EUROPA, PUBBLICATO IL REPORT EMA

L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha pubblicato il primo report annuale “European sales and use of antimicrobials for veterinary medicine: Annual surveillance report for 2023” sulle vendite e l’utilizzo degli antimicrobici nei bovini, suini ed avicoli.

MAYEKAWA, Gruppo Internazionale, con sede a Tokyo in Giappone, fondata nel 1924, leader mondiale nella produzione di macchine automatiche per il disosso di polli e tacchini, è alla ricerca di un/una Consulente commerciale per arricchire il team vendite per incrementare la propria presenza nel mercato italiano. Questa posizione offre l’opportunità unica di collaborare insieme a una realtà internazionale con oltre cent’anni di storia. La sede italiana si trova a Milano e l’ufficio operativo a Calderara di Reno (Bologna).

Responsabilità principali:

• Analizzare il mercato del disosso ed effettuare attività di scouting.

• Ricerca di nuovi clienti per finalizzare potenziali ordini.

• Acquisizione di richieste di offerta che saranno gestite dal ns. ufficio tecnicocommerciale.

Requisiti:

• Minimo 5 anni di esperienza in ambito FOOD e/o macellazione carne, nello specifico in vendita di componenti simili o attinenti alle nostre macchine automatiche per il disosso di polli, tacchini e maiali; oppure esperienza in vendita/gestione di macchinari anch’essi presenti nel ciclo di disosso.

• Competenze nell’utilizzo di piattaforme di social media marketing.

• Capacità commerciali e forte spirito di squadra.

La retribuzione sarà su base contrattuale da Procacciatore di Affari con percentuali legate al volume di vendite generate, per una collaborazione fulltime, con bonus aggiuntivi da discutere.

Se desideroso/a di lavorare in un ambiente stimolante e in rapida evoluzione, inviaci il tuo curriculum a: Standard-Package@mayekawa.it

“European sales and use of antimicrobials for veterinary medicine: Annual surveillance report for 2023” è un documento che si basa sui dati raccolti nei 27 Paesi dell’Unione Europea, insieme a Islanda e Norvegia, attraverso la nuova piattaforma Antimicrobial Sales and Use (ASU) per l’anno 2023. A partire dal 2024, la raccolta di dati sulle vendite e sull’uso di antimicrobici veterinari è diventata obbligatoria per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea (UE) e dello Spazio Economico Europeo (SEE) in conformità con il Regolamento (UE) 2019/6 sui medicinali veterinari.

L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha sviluppato una nuova piattaforma denominata Antimicrobial Sales and Use (ASU) Platform, che si basa sul successo dell’iniziativa ESVAC e ne amplia la portata, includendo anche i dati sull’uso degli antimicrobici, oltre ai dati sulle vendite. Ed è grazie alla piattaforma ESVAC – riconosce l’EMA – che sono stati raccolti i dati di vendita in Europa in un periodo di 12 anni: “in questo periodo si è osservato un calo del 50% nelle vendite di antibiotici veterinari, grazie agli sforzi collettivi dei Paesi che hanno fornito dati e sviluppato strategie nazionali per promuovere un uso responsabile“. Nel 2023 sono stati raccolti dati sull’impiego di quattro principali specie animali destinate alla produzione alimentare: bovini, suini, polli e tacchini. “I veterinari hanno svolto un ruolo fondamentale nella raccolta dei dati – si

legge nella nota dell’EMA – in quanto sono stati selezionati come unici fornitori di dati da 16 Paesi segnalanti”. I restanti 13 Paesi dichiaranti si sono affidati a fornitori di dati diversi dai veterinari, come farmacie, mangimifici, allevatori e rivenditori al dettaglio.

Dal report emerge che la classe di antimicrobici più venduta per gli animali destinati alla produzione alimentare è la penicillina, seguita dalle tetracicline e dai sulfonamidi. Secondo la categorizzazione AMEG circa il 65% delle vendite totali dell’UE per animali destinati alla produzione alimentare ha riguardato sostanze appartenenti alla categoria D (che dovrebbero essere utilizzate come trattamenti di prima linea, ove possibile), il 29% rientra nella categoria

C (che dovrebbe essere presa in considerazione solo quando non sono disponibili antibiotici clinicamente efficaci nella categoria D) e il 6% rientrava nella categoria B (che sono di importanza critica nella medicina umana, ma il cui uso negli animali dovrebbe essere limitato per attenuare il rischio per la salute pubblica).

“È la prima volta che vengono raccolti dati sull’uso in tutta l’UE. Molti Paesi stanno ancora implementando o migliorando i loro sistemi di raccolta dati sull’uso di antimicrobici. Pertanto, i dati condivisi per il 2023 non sono ancora sufficientemente completi”, sottolinea l’EMA. Gli Stati membri si sono impegnati a rafforzare i propri sistemi di raccolta dei dati sull’utilizzo, con l’obiettivo di aumentarne l’accuratezza e la copertura.

“Questa iniziativa ha già dimostrato una forte cooperazione tra i Paesi segnalanti, poiché coloro che hanno esperienza nella raccolta di dati sull’uso di antimicrobici hanno offerto guida e supporto, promuovendo un ambiente produttivo e collaborativo”.

“I dati dei rapporti annuali ESUAvet, raccolti tramite la piattaforma ASU, aiuteranno a identificare le tendenze nel consumo di antimicrobici negli animali con maggiore precisione, consentendoci di affrontare la crescente complessità della resistenza antimicrobica e di adottare misure appropriate per proteggere la salute degli animali e degli esseri umani in Europa“, conclude l’EMA.

ISMEA, CARNI BIANCHE: NEL 2024 IL CONSUMO

PRO-CAPITE PIÙ ALTO DEGLI ULTIMI 10 ANNI

L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) ha pubblicato il report Tendenze e dinamiche recenti – Aprile 2025 sul settore avicolo italiano.

Secondo il report le avicole sono, tra le carni fresche, quelle che nel 2024 e nei primi mesi del 2025 hanno mostrato la miglior performance, favorite in parte da lievi ridimensionamenti dei prezzi, a fronte del rincaro delle altre carni. Si stima che ogni italiano abbia mangiato in media 21,9 kg di carne avicola, il dato più alto degli ultimi 10 anni, (+4,4% rispetto al 2023). Il tasso di autoapprovvigionamento si attesta al 107% confermando la completa autosufficienza del settore e la predisposizione all’export verso nuovi mercati. Nell’Unione europea, la produzione di carni avicole è stata in costante crescita negli ultimi venti anni (fanno eccezione solo il 2021 e il 2022). Nel 2024, con un + 5% sul 2023, arriva al livello più alto mai raggiunto.

totali (7%), così come aumentano le esportazioni (+5,3%) cui viene destinato il 14% della produzione nazionale.

L’Italia si posiziona al quinto posto con una quota dell’11% e una produzione che è cresciuta negli ultimi anni a ritmi meno sostenuti, ma ha puntato su innovazione, differenziazione e miglioramento degli standard qualitativi degli allevamenti e delle carni, con prospettive che potrebbero prevedere un’espansione geografica del mercato. Nel 2024 la crescita della produzione nazionale è solo poco sotto la media europea (4,1% contro +5,5%).

Nel 2024 la produzione di carne avicola in Italia torna ad allinearsi ai livelli precedenti, con un incremento del +4,2% sul 2023 quando già aveva messo a segno un primo recupero, dopo le flessioni del 2021-2022. Crescono in misura lieve le importazioni di carne, che rappresentano una quota molto contenuta sulle disponibilità

L’indice di penetrazione nelle famiglie nel 2024 è del 94,4% contro il 92% per le carni bovine e l’82% per le suine. Le carni avicole fresche vendute nel 2024 rappresentano il 44% del volume del totale della carne venduta. Rispetto al 2023 questo è aumentato del +4,6% ed ha continuato a crescere nei primi mesi del 2025 (+5,7% nel primo trimestre).

In relazione ai canali distributivi, il quadro 2024 consolida e amplifica la situazione dell’anno precedente, con la netta prevalenza di supermercati (quota del 39%) e discount (28%). Entrambi i canali registrano dinamiche positive rispetto al 2023 (+8,4% e +6,9%) e confermano la tendenza con un ulteriore incremento anche nei primi due mesi del 2025 (+1,9% i supermercati e +7,2% i discount). Tra le carni avicole, la referenza prevalente sugli acquisti è il petto di pollo, che pesa per il 58% in valore e per il 48% in volume.

Fonte: Ismea

SCOPRITE LE NOSTRE NUOVE GALLINE OVAIOLE TRADIZIONALI A PIUMAGGIO VARIEGATO

Siete alla ricerca di una gallina robusta, dal piumaggio variegato e con ottime prestazioni di deposizione? Ideali per i mercati tradizionali, le nostre ovaiole rustiche a piumaggio variegato uniscono robustezza e valore genetico.

Un'unica femmina PS per l’intera gamma

Nella nuova gamma migliorata di ovaiole tradizionali, ogni prodotto deriva da un’unica linea di femmine parentali: la SASSO SA51A.

SASSO è impegnata in un processo continuo di miglioramento dei propri prodotti e pone particolare attenzione alle esigenze dei clienti.

L’introduzione della SA51A consente di ottenere risultati superiori in termini di schiudibilità, uno degli aspetti principali segnalati come prioritari.

L’utilizzo di un’unica femmina parentale semplifica la gestione dell’allevamento, offrendo maggiore flessibilità. È sufficiente gestire un solo gruppo di riproduttori e un’unica formulazione alimentare, con conseguente risparmio in termini di tempo e costi produttivi.

Animali robusti e adatti ad ambienti difficili

Progettate specificamente per il mercato del pollame tradizionale, le nostre ovaiole tradizionali a piumaggio variegato sono estremamente robuste e in grado di

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adattarsi anche alle condizioni ambientali più sfavorevoli.

La robustezza rappresenta uno dei pilastri del programma di selezione SASSO. Queste galline possono prosperare in ambienti rustici con risorse limitate, mantenendo un comportamento stabile, continuando ad alimentarsi regolarmente e garantendo una produzione costante, con conseguente riduzione della mortalità.

Sono ideali per piccoli allevatori familiari, allevamenti all’aperto o aziende a gestione commerciale.

Selezionate per prestazioni superiori

nella produzione di uova

Le ovaiole rustiche a piumaggio distintivo rappresentano la scelta ideale per chi cerca una gallina tradizionale con elevate performance di deposizione.

I maschi riproduttori provengono dal portafoglio genetico di ovaiole di Hendrix Genetics, frutto di un programma di selezione di lunga durata, riconosciuto a livello internazionale.

Questa combinazione garantisce prestazioni elevate in termini di produzione e peso delle uova.

Piumaggi distintivi per mercati tradizionali

I prodotti si distinguono per il caratteristico fenotipo SASSO. Il piumaggio varia dal marrone brillante al grigio argento, passando per il grigio barrato scuro, fino al nero e al bianco tipico della Sussex.

Tra le opzioni disponibili vi è anche un prodotto esclusivo: la Carminy, caratterizzata da un piumaggio ispirato alla razza egiziana Fayoumi. Oltre a garantire buone performance produttive, queste galline depongono uova visivamente accattivanti, in una varietà di sfumature: verde, marrone, combinazioni di verde e marrone, o tonalità intermedie.

Prodotti a duplice attitudine: più valore per ogni ciclo produttivo

Le ovaiole tradizionali a piumaggio variegato SASSO rispondono efficacemente alle esigenze dei mercati rurali tradizionali, offrendo una valida soluzione a duplice attitudine.

La genetica di alta qualità garantisce una produzione di uova adatta al consumo domestico o alla vendita, mentre la maggiore massa corporea delle galline aggiunge valore anche alla fase di fine ciclo.

Anche i maschi presentano un peso superiore rispetto a quelli delle linee ovaiole commerciali standard, garantendo una resa migliore, unita alla qualità della carne e al gusto distintivo tipico dei prodotti SASSO.

La nostra gamma di ovaiole tradizionali si distingue per varietà di colori e robustezza. Che si cerchino galline con piumaggi particolari e produzione di uova brune o soluzioni esclusive con uova dai colori insoliti e suggestivi, SASSO offre una risposta concreta, affidabile e di qualità.

Rappresentante per l’Italia: Dario Laugero, Responsabile tecnico e commerciale Italia

M.: +39 393 33 58 371

Email: dario.laugero@hendrix-genetics.com

DAL MICROBIOTA INTESTINALE ALLA LUCE: STRATEGIE INTEGRATE PER L’ALLEVAMENTO

AVICOLO SOSTENIBILE

A Piombino Dese, in provincia di Padova, allevatori, veterinari e tecnici si sono incontrati per un aggiornamento sui temi più caldi del mondo avicolo.

Un fermento di idee ha animato il recente convegno che l’azienda Tecnozoo ha organizzato per gli operatori del settore avicolo. Allevatori, veterinari, tecnici e nutrizionisti si sono dati appuntamento per aggiornarsi sui recenti sviluppi relativi a diverse tematiche: la salute intestinale, la qualità del guscio e l’illuminazione nell’allevamento avicolo. Gli argomenti affrontati dai diversi relatori, con un approccio scientifico e pratico, hanno avuto come minimo comune denominatore l’innovazione, cercando di chiarire e delineare al pubblico presente la via verso un allevamento più sostenibile, volto a migliorare la persistenza produttiva degli animali.

La giornata è stata introdotta dal dott. Gianluca Favaro, General Manager di Tecnozoo, che ha voluto ricordare come sia radicato nel DNA aziendale la volontà di

sviluppare, con passione e dedizione, il lavoro attorno ai professionisti e agli operatori del settore, guidandoli nel loro percorso di evoluzione e di crescita: "oggi, guardando al futuro, il nostro impegno è più forte che mai: vogliamo essere protagonisti di un’avicoltura che guarda avanti, che investe con coraggio nell’innovazione, ponendo come focus la sostenibilità".

Il testimone è poi passato all’organizzatore dell’evento, dott. Enrico Tazzioli, nutrizionista e responsabile del settore avicolo di Tecnozoo, che in maniera efficace ha introdotto gli argomenti all’ordine del giorno e ha presentato i diversi relatori coinvolti nell’evento: figure esperte del settore che "sicuramente contribuiranno a rendere questo convegno un’occasione preziosa di apprendimento, condivisione d’idee, utile per porre le basi di un futuro innovativo e sostenibile dell’allevamento".

Per primo è salito sul palco il dott. Alessandro Scolari, veterinario responsabile del Laboratorio Diagnostico Vallerana, con una relazione dal titolo "Prodotti alternativi per il mantenimento della salute intestinale in avicoltura. Verifiche della loro attività sul microbioma". L’attenzione è stata immediatamente posta sulla marcata riduzione dell’utilizzo di antibiotici, negli ultimi anni, e sul virtuosismo del settore avicolo: nel 2021 è stato raggiunto il -90% di utilizzo di questi farmaci rispetto al 2011. Quest’introduzione è servita a motivare la scelta di utilizzare sostanze e prodotti alternativi per combattere quelle problematiche sanitarie risultate come emergenti, come occasionali aumenti di mortalità durante le prime settimane di vita, aumento di quadri di disuniformità di gruppo, casi di zoppie e spondilite enterococcica (anche 1-10% di maschi colpiti) e infine, ma non meno importanti, aumento di casi di patologie correlate alla proliferazione di batteri gram positivi (enteriti necrotiche, dermatiti gangrenose, botulismo, enterococcosi e stafilococcosi).

Il focus, in tutti i casi, rimane la salute intestinale: la barriera offerta da quest’apparato contro l’invasione di potenziali patogeni è considerata la prima linea di difesa; il polimicrobismo intestinale, con un passaggio attraverso una mucosa infiammata e/o danneggiata, comporta una traslocazione batterica nell’apparato scheletrico degli animali (evidente soprattutto nel pollo da carne), causa di disomogeneità di gruppo e problemi sanitari, con risvolti anche commerciali (performance peggiori, qualità del guscio, della schiusa e, conseguentemente, del pulcino inferiori).

Il microbiota intestinale è da considerarsi come "un esercito invisibile" per animali in salute: un ecosistema equilibrato è fondamentale non solo per l’aspetto di salute intestinale in senso stretto, ma anche per l’assorbimento di nutrienti essenziali per ottenere uova con un guscio robusto e indici di accrescimento corretti. Il relatore ha descritto, esplorando i diversi phyla di batteri del microbiota intestinale, le

numerose interazioni tra le popolazioni microbiche presenti e i loro rapporti, alterati da eventi negativi (stress, patologie ecc.) oppure influenzati positivamente (utilizzo di prodotti alternativi e/o fitobiotici, prebiotici, probiotici, postbiotici e acidi organici). Sono state verificate interazioni di tipo sinergico tra sostanze biologicamente attive presenti nei prodotti alternativi, soprattutto quella tra acidi organici e fitobiotici dove, alle azioni antiossidante, antimicrobica e protettiva della mucosa intestinale di questi ultimi si associa l’attività antimicrobica selettiva degli acidi organici. È stata infine descritta una tecnica analitica avanzata di metagenomica utile alla quantificazione statistica delle popolazioni batteriche intestinali: con 60 campioni di feci, raccolti in pool da 10 ciascuno, per gruppo analizzato, si vanno a indagare eventuali modifiche vantaggiose (ad es. aumento dei firmicutes e/o dei bacteroidetes) o negative (ad es. un aumento di proteobatteri) a carico del microbiota intestinale, dovute a variazioni da stressors, ambientali, patologie o interventi con prodotti alternativi.

Lo strumento risulta utile per ridurre ulteriormente la necessità di antibiotici, aumentando le conoscenze sullo sviluppo e le modifiche a carico del microbiota enterico, fattore critico nel mantenimento dell’integrità e salute intestinale degli animali.

Il secondo intervento della giornata ha visto come relatore il dott. Murat Devlikamov della tedesca Phytobiotics, che ha trattato un argomento importante dal punto di vista della sostenibilità e del miglioramento dell’impatto ambientale degli allevamenti avicoli: la qualità del guscio delle uova e le strategie nutrizionali per il suo mantenimento nel lungo periodo.

Diversi i temi trattati durante la presentazione: primo tra questi, il ruolo della vitamina D3 attivata nel metabolismo del calcio, nel rafforzamento del sistema immunitario e negli effetti antiossidante ed antibatterico. Questo prodotto, Active D, è costituito da una miscela di piante selezionate (tra cui l’avena dorata) che contengono la

forma attiva della vitamina D (calcitriolo glicosidato 1,25OH-D3); è dimostrato come questo composto bypassi gli organi deputati al metabolismo endogeno della vitamina D3 (fegato e reni), aumentando così l’assorbimento del calcio dall’intestino, il rilascio dello stesso dalle ossa e il suo riassorbimento a livello renale, anche in condizioni di problematiche organiche croniche. Tramite la descrizione di diversi studi sperimentali a carico di gruppi di ovaiole e riproduttori, ne è stato consigliato un utilizzo continuativo in quest’ultima categoria, lungo tutto il ciclo di vita, in aggiunta ai normali livelli di vitamina D3, con evidenza di miglioramento diretto sulla qualità del guscio delle uova e, indirettamente, sulla qualità dell’embrione e della prole generata. Nelle ovaiole commerciali è stato indicato un uso più mirato, soprattutto per quanto riguarda le fasi finali del ciclo, a partire dalla sessantesima settimana. Un punto interessante, emerso durante la presentazione, riguarda il vantaggio nell’utilizzo dello stesso in altre due fasi: durante lo svezzamento, per rinforzare ulteriormente l’apparato scheletrico degli animali, e durante la partenza del ciclo di deposizione, per avvantaggiare le fasi finali di accrescimento e di formazione dell’osso midollare (16-20 settimane). Diversi oligoelementi contribuiscono al normale percorso metabolico del calcio; l’attenzione è stata rivolta in particolare a zinco, rame e manganese, ugualmente importanti per lo sviluppo di una struttura resistente dell’uovo, migliorando il deposito di calcio, l’integrità del guscio e protezione dallo stress ossidativo (meno gusci sottili). L’utilizzo dell’enzima fitasi, inoltre, permette di liberare fosfato dai fitati naturalmente presenti nelle materie prime utilizzate per l’alimentazione, contribuendo alla riduzione dei fosfati nei mangimi (importante dal punto di vista dell’impatto ambientale). Si è infine discusso il tema delle fonti di calcio utilizzabili: le caratteristiche, come la granulometria e la quantità da inserire in formula,

variano a seconda dell’età degli animali, in base alle diverse condizioni fisiologiche, e del consumo alimentare; il rapporto Ca:P, così come le particelle di calcio grossolane utilizzate, aumentano con l’aumentare delle fasi del ciclo degli animali (ovaiole, riproduttori). Uno dei punti cruciali della relazione, ricordato in diversi momenti della stessa, è stata l’importanza di una corretta salute intestinale, in termini d’integrità della mucosa, per un corretto assorbimento dei nutrienti.

L’ultima presentazione della giornata ha puntato i riflettori su una tecnologia innovativa: l’illuminazione intelligente dinamica degli allevamenti avicoli. In collaborazione con Once by Signify_Philips Lighting, il relatore Nice Hasani ha - letteralmente - fatto luce sull’argomento, partendo dalle basi concettuali della fotobiologia (scienza che studia l’interazione della luce con gli organismi viventi), descrivendo le fonti luminose come linguaggio e strumento di guida per comprendere i comportamenti degli avicoli e le loro interazioni con l’ambiente circostante.

Esistono differenze ottiche nello spettro, da animale ad animale, e in particolare i volatili possono vedere una più ampia gamma di luce visibile (360-750 nm) rispetto agli esseri umani. Il rapporto tra coni e bastoncelli risulta a favore dei primi negli avicoli, con l’85%: questo dimostra come i volatili vedano la luce in maniera diversa e percepiscano pigmenti sensibili al rosso, verde e blu, anche a intensità basse (8 lux); essi, inoltre, sono in grado di percepire gli UVA, per cui risulta essenziale misurare l’intensità luminosa in Gallilux, che può rilevarli. Sono state mostrate diverse "ricette" luminose, utili a migliorare le performance degli animali allevati durante il ciclo e dotate di dinamismo: in grado quindi di modificarsi durante la giornata, seguendo il ritmo circadiano degli avicoli. Durante la fase di svezzamento delle pollastre, gli studi effettuati presso l’università di Wageningen, mostrano come, durante le fasi iniziali, uno spettro ad elevato indice di resa cromatica (Jungle Green Spectrum) incoraggi il movimento dei pulcini e i comportamenti alimentari e di abbeverata; durante le fasi finali dell’allevamento della pollastra, uno spettro denominato "del cielo della giungla" (Jungle Sky), blu/verde, ha contribuito in maniera efficace a migliorare l’uniformità e le performance di crescita degli animali, così come uno spettro blu monocromatico è utile nel tranquillizzare gli animali oggetto di diverse manipolazioni (carico verso l’allevamento di deposizione, vaccinazioni ecc.). È stato dimostrato come le onde elettromagnetiche rosse siano importanti per lo sviluppo riproduttivo delle galline ovaiole, stimolando il rilascio di ormoni per la maturazione sessuale e facilitare la regolazione della melatonina per migliorare la risposta immunitaria e ridurre lo stress.

L’illuminazione dinamica multispettrale risulta uno strumento utile per affrontare le sfide a cui gli animali sono sottoposti nei sistemi in voliera: le ovaiole sono animali complessi e dinamici, per cui i sistemi di illuminazione

devono essere flessibili e adattabili nelle varie situazioni. Questo sistema è utile nel mitigare diversi comportamenti negativi, come plumofagia, cannibalismo, uova fuori nido, soffocamenti, distribuzione degli animali nell’impianto. Con questi programmi di gestione dell’illuminazione intelligente (NatureDynamics), la luce si modifica in termini d’intensità e spettro/colore durante la giornata, coadiuvando l’allevatore e modulando i comportamenti degli animali: ad esempio, stimolando la deposizione con uno spettro bianco caldo, arricchito con lo spettro rosso, oppure disincentivando la deposizione fuori nido con uno spettro bianco/blu freddo. Tutto questo ha risvolti economici, soprattutto in termini di miglioramento di qualità delle uova selezionabili, incrementa salute e benessere degli animali allevati, riduce stress e comportamenti anomali. Inoltre dimostra come la ricerca scientifica stia compiendo passi da gigante per fornire soluzioni alle richieste sempre più esigenti di produzioni efficienti, anche in termini di sostenibilità e rispetto del benessere animale; ciò garantisce un valido aiuto alla resilienza degli avicoli allevati, coadiuvando la maggiore persistenza e durata del loro ciclo di vita.

La giornata è terminata con una discussione sui temi affrontati con il pubblico presente in sala: Tecnozoo ha dimostrato, con questo inizio, la volontà di intraprendere un percorso a fianco dei suoi clienti, per affrontare con entusiasmo e professionalità le sfide future dell’allevamento avicolo.

Oggi, guardando al futuro, il nostro impegno è più forte che mai: vogliamo essere protagonisti di un’avicoltura che guarda avanti, che investe con coraggio nell’innovazione, ponendo come focus la sostenibilità

CONSUMI DOMESTICI, ISMEA: IN AUMENTO LA SPESA PER CARNI AVICOLE E UOVA

È stato pubblicato da Ismea il report sui consumi domestici delle famiglie italiane nel 2024, che vede un leggero rallentamento della crescita della spesa agroalimentare.

Dopo l’incremento registrato nel 2023, che resta il più alto degli ultimi anni (+8,1%), nel 2024 è rallentato il processo (+0,9%) di crescita della spesa agroalimentare delle famiglie che aveva caratterizzato gli ultimi due anni. A fronte di prezzi medi che in alcuni casi segnano i primi ripiegamenti, tornano ad aumentare i volumi nel carrello di alcuni prodotti.

Flettono i consumi in volume di tutte le tipologie di carne così come quelli dei salumi, ma fanno eccezione, ancora una volta, le carni avicole, per le quali Ismea riporta un incremento dei volumi dell’1,4%.

Nello specifico per le carni bovine la spesa si riduce dello 0,4% a fronte di una contrazione dei volumi del 2,3% (prezzi medi +2% vs 2023). Per le carni suine la spesa

si riduce dello 0,4% a fronte di una contrazione dei volumi del 2,7%. Gli unici prodotti di origine animale a incrementare la presenza nel carrello sono le uova, favorite rispetto agli altri prodotti del comparto dal basso costo a parità di apporto proteico; per le uova aumentano i volumi acquistati (+4,5%) con prezzi in flessione dell’1,8%.

Crescono gli acquisti in volume soprattutto dei prodotti legati a salute e benessere (kefir, yogurt greco, frutta secca e prodotti vegetali). Si rafforza la richiesta di prodotti pratici, che chiedono tempi di preparazione ridotti (zuppe, piatti pronti, carni avicole lavorate, pane da tramezzino e piadine, cialde di caffè).

Nel 2024 è cambiata anche la ripartizione delle vendite nei vari canali distributivi, grazie a dinamiche differenziate che continuano a favorire il canale discount e i supermercati a scapito dei restanti, che perdono quote di mercato. Continuano infatti a perder terreno i piccoli negozi di prossimità sia appartenenti alle grandi catene (-3,9%) che indipendenti (negozi tradizionali, -4,8%). Lievi gli incrementi di fatturato per gli ipermercati (+0,8% rispetto al 2023); guadagnano invece terreno i supermercati e i discount (rispettivamente +2,5% e +1,5% i fatturati rispetto al 2023).

Nello specifico il supermercato resta il canale predominante con il 40% di share, il discount invece arriva a pesare nel 2024 il 22%, raggiungendo la quota degli ipermercati (anch’essi al 22%). Gli acquisti di generi alimentari e bevande attraverso i canali digitali restano sempre limitati a una piccola fetta (2,4% del giro di affari totale) e segnano un’ulteriore battuta d’arresto nell’ultimo anno, con un

-2,8% rispetto al 2023, che segue il -3,8% del 2023 sul 2022.

Il report integrale è consultabile sul sito internet di Ismea www.ismeamercati.it

INFLUENZA

AVIARIA AD ALTA PATOGENICITÀ

(HPAI),

QUAL È LA SITUAZIONE

Negli ultimi mesi sono stati pubblicati alcuni documenti che analizzano l’evoluzione dei focolai di influenza aviaria, divenuta ormai la maggiore preoccupazione per il settore avicolo. A partire dal Situation Report 69 dell’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale fino alla recente nota dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, abbiamo tracciato un quadro della situazione attuale.

Dal 1996, quando l’influenza aviaria è stata riconosciuta per la prima volta, si sono verificate numerose ondate di trasmissione intercontinentale del virus, che ha causato la morte e l’abbattimento di oltre 633 milioni di avicoli in tutto il mondo tra il 2005 e il 2024, con un picco senza precedenti di 146 milioni di animali nel 2022. Fino ad oggi, l’uomo è stato occasionalmente infettato da vari sottotipi di influenza aviaria (principalmente H5N1, H7N9, H5N6, H9N2), con oltre 2500 casi dal 2003 a oggi.

ZOOTECNICA ◆ Maggio 2025

Come sottolineato nel rapporto sulla Situazione della Salute Animale Mondiale presentato dalla WOAH durante la 91ª Sessione Generale dell'Assemblea Mondiale dei Delegati a maggio 2024, l’HPAI rappresenta una preoccupazione globale, soprattutto dal 2020, per via della sua diffusione mondiale senza precedenti, con un'espansione in America Latina nel 2022 e in Antartide nel 2024, un aumento dei focolai e delle perdite nel pollame e il crescente impatto sulla fauna selvatica e sulla biodiversità.

20

La situazione attuale

Secondo il Situation Report 69 della World Organisation for Animal Health (WOAH), la stagione di HPAI 20242025, cominciata lo scorso ottobre, è proseguita nel mese di marzo con 142 focolai segnalati negli avicoli e 214 focolai in uccelli non da cortile e mammiferi nelle Americhe, in Asia e in Europa. Nel mese preso in esame sono morti o sono stati abbattuti circa 5,6 milioni di polli, principalmente in Europa. Il numero totale di focolai nei primi sei mesi dall’inizio dell’ondata stagionale sia nel pollame che tra gli uccelli selvatici ha già superato quello dell’intero anno precedente (1332 focolai nella stagione attuale, 1062 focolai in quella dell’anno precedente).

Raccomandazioni per la gestione dell’influenza aviaria

La WOAH, visto l’andamento globale dell’HPAI, raccomanda di proseguire con una sorveglianza continua tra le specie selvatiche e domestiche, sottolineando l’utilità di un approccio One Health per la gestione della malattia. L’Organizzazione raccomanda altresì di proseguire gli sforzi di sorveglianza, di adottare misure di biosicurezza e di continuare a notificare tempestivamente gli eventuali focolai sia negli avicoli che in altre specie.

Il numero totale di focolai nei primi sei mesi dall’inizio dell’ondata stagionale, sia nel pollame che tra gli uccelli selvatici, ha già superato quello dell’intero anno precedente

Infine, per una corretta gestione dell’informazione e per rispondere rapidamente alla diffusione del virus, vengono date raccomandazioni aggiuntive, come quella di considerare l'influenza aviaria come diagnosi differenziale nei mammiferi con alto rischio di esposizione al virus; di segnalare alla WOAH i focolai di influenza aviaria in tutte le specie animali, comprese quelle non comuni; di condividere le sequenze genetiche dei virus in database pubblici e di proteggere gli esseri umani in stretto contatto con il bestiame malato e i suoi prodotti, evitando restrizioni commerciali ingiustificate.

La situazione in Italia e in Europa

Recentemente il Laboratorio di referenza europeo per l’Aviaria, che ha sede presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha pubblicato una nota in cui afferma che nel nostro Paese la situazione è sotto controllo,

◆ Maggio 2025

ma che sono presenti criticità in Polonia e Ungheria. L’ultimo report relativo all’influenza aviaria in Italia, infatti, segnalava, a partire da settembre 2024, 97 focolai tra gli uccelli selvatici, 56 per quanto riguarda il pollame domestico e 3 focolai tra i mammiferi. Negli ultimi mesi, da febbraio 2025, si è registrato un unico focolaio in un allevamento di polli in Piemonte e 5 isolamenti in uccelli selvatici, tutti limitati al mese di febbraio.

Una situazione di fatto sotto controllo – secondo l’ISZVe – che è frutto di un lavoro sinergico tra Ministeri, Istituti Zooprofilattici, autorità sanitarie competenti e comparto avicolo. Nel resto d’Europa però le condizioni purtroppo non sono le stesse.

Tra ottobre 2024 e marzo 2025 nel Vecchio Continente – si legge nella nota del 24 aprile scorso – “il totale dei focolai è salito a 1.500, di cui 934 tra gli uccelli selvatici e 566 tra gli allevamenti, in 34 Paesi diversi. Gli stati maggiormente colpiti sono Germania e Paesi Bassi per i volatili selvatici, mentre Polonia e Ungheria per quanto riguarda gli

Nel nostro Paese la situazione è sotto controllo, ma sono presenti criticità negli allevamenti in Polonia e Ungheria. Difficile la situazione anche negli Stati Uniti

allevamenti. Difficile anche la situazione negli Stati Uniti, dove la malattia si è diffusa anche tra i bovini con oltre un migliaio di focolai attivi. Qui il prezzo delle uova, per riflesso condizionato, è volato alle stelle.”

Secondo Antonia Ricci, Direttrice Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, “queste situazioni di criticità sono sicuramente allarmanti e da tenere sotto stretto monitoraggio. Dimostrano come questa sia una malattia molto pericolosa per gli animali e che si diffonde con una rapidità enorme. Se non si è pronti a mettere in atto misure di controllo e contenimento efficaci la malattia diventa ingovernabile.”

La dott.ssa Ricci ha anche ricordato che non esiste alcun rischio di trasmissione del virus attraverso il consumo

di carne e di uova: “è un virus che può diventare potenzialmente pericoloso per l’uomo attraverso la trasmissione respiratoria, ma ad oggi non abbiamo evidenza che questo salto di specie stia avvenendo.”

Su mandato del Ministero della Salute e assieme al comparto industriale, al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, agli Istituti Zooprofilattici e alle istituzioni sanitarie locali e regionali – ha concluso la Direttrice dell’ISZVe – stanno lavorando a “un piano strategico nazionale per il controllo dell’influenza aviaria che possa prevedere anche la vaccinazione come strumento di prevenzione, insieme a tutte le altre misure che abbiamo visto essere efficaci per il controllo della malattia.”

GESTIONE PRECOCE DELLE GALLINE OVAIOLE

Una proficua produzione di uova dipende da una corretta cura delle galline ovaiole durante la fase di deposizione, ma anche l’allevamento precoce è fondamentale per raggiungere gli obiettivi prestazionali.

➤ Aitor Arrazola, Biologo ricercatore, Ph.D. in Comportamento e benessere animale

Durante i primi mesi di vita pulcini e pollastre, oltre a raggiungere una corretta condizione corporea per un tasso di deposizione ottimale, sviluppano abilità fondamentali per orientarsi nei complessi sistemi di allevamento per ovaiole.

Necessità di una maggiore resilienza

Il trasferimento di pulcini e pollastre allevati in gabbia verso sistemi aviari multi-piano rappresenta una possibile fonte di stress per gli animali e può compromettere le caratteristiche produttive, portando a un aumento della mortalità nei primi giorni, all’ arresto della crescita o a scarsa uniformità del peso corporeo e a un numero elevato di uova deposte a terra durante il picco produttivo. In questo contesto la maggior parte delle galline trascorre molto tempo nell’area a terra, poiché è abituata ad ambienti tridimensionali. Inoltre le galline inesperte non sanno dove si trovano le risorse essenziali e impiegano del tempo per scoprire che le linee d’acqua e le mangiatoie sono situate ai livelli superiori. Per questo motivo una corrispondenza tra l’ambiente di crescita e l’ambiente di deposizione facilita la transizione dall’allevamento alla deposizione, aiutando pulcini e pollastre a sviluppare le abilità mentali e fisiche necessarie nella fase di deposizione.

La fase iniziale dell’allevamento è cruciale per lo sviluppo scheletrico e le caratteristiche ambientali giocano un ruolo determinante nel supportare una corretta formazione dello scheletro. Per esempio, le zone di allevamento per pulcini arricchite con posatoi rialzati, piattaforme ampie e gradinate lunghe influenzano positivamente la salute fisica e le prestazioni a lungo termine. Ambienti che permettono attività fisiche come correre, saltare e sbattere le ali non solo aiutano gli animali a gestire meglio lo stress e migliorano il loro benessere, ma facilitano anche lo sviluppo muscolare e la formazione ossea. Queste attività fisiche vengono spesso definite “esercizi di carico osseo” per i benefici che apportano allo sviluppo dello scheletro. Studi condotti

su galline ovaiole e polli da carne hanno dimostrato che permettere agli animali di svolgere tali esercizi rafforza le ossa al momento della maturità sessuale. Il miglioramento si evidenzia in termini di dimensioni, spessore e densità ossea, che si traducono in una maggiore resistenza alla rottura rispetto alle ossa di animali allevati in gabbie convenzionali e di piccole dimensioni. Tali attività si traducono in una maggiore resilienza a fratture e malformazioni ossee dovute a una struttura debole e aiutano a sostenere l’elevato fabbisogno di nutrienti e calcio per la produzione di uova, soprattutto verso la fine della fase di deposizione. Mantenere un tasso di deposizione di un uovo al giorno è molto dispendioso e le galline dipendono dalle riserve di calcio per la formazione del guscio. Sebbene l’integrazione di calcio nella dieta delle ovaiole aiuti a soddisfare l’alto fabbisogno nutrizionale e riduca l’incidenza di gusci deboli, gran parte del calcio necessario proviene dalle ossa, mettendone a rischio la salute e la robustezza. Con l’invecchiamento, l’indebolimento dello scheletro comporta rischi per la salute e il benessere, con una maggiore vulnerabilità a fratture e deformazioni. L’elevata prevalenza di fratture dello sterno, zoppia e altri disturbi correlati rappresentano anche un problema produttivo, poiché portano a un calo della deposizione e a un maggior numero di scarti. Per questo motivo, offrire opportunità di sviluppo osseo mediante ambienti che favoriscono esercizi di carico osseo può migliorare le prestazioni delle ovaiole fino alla fine del ciclo produttivo.

Benefici oltre la salute fisica

I benefici che derivano dall’aumento della complessità dell’ambiente di allevamento vanno però oltre la semplice salute fisica. Introdurre pulcini e giovani pollastre in ambienti relativamente complessi (con posatoi e piattaforme sopraelevate) aiuta a sviluppare abilità di navigazione tridimensionale e ad allenare il sistema locomotorio. Anche se ciò può sembrare banale per gli adulti e spesso viene sottovalutato dagli allevatori, i pulcini devono imparare ad accedere con cautela alle risorse poste in alto (devono acquistare padronanza nell’uso delle ali per raggiungere

piani rialzati) e a scendere in sicurezza dai posatoi e dai livelli superiori. Acquisire agilità e abilità motorie necessita di un processo di apprendimento graduale, essenziale per lo sviluppo muscolo-scheletrico e neuromuscolare sin dalla schiusa.

I pulcini, infatti, mostrano interesse per posatoi, rampe e piattaforme già dalla prima settimana di vita (nelle razze più pesanti questo può richiedere più tempo) e un addestramento precoce li aiuta a muoversi con intelligenza tra eventuali ostacoli strutturali senza farsi male.

L’acquisizione di queste abilità non solo rende le pollastre più a loro agio nell’ambiente di deposizione, ma le aiuta anche a prevenire urti e cadute.

Studi recenti indicano che pollastre e galline preferiscono rampe dolcemente inclinate, non troppo ripide, per scendere

dai livelli superiori e che l’esperienza acquisita durante le prime settimane di vita è essenziale per un corretto utilizzo delle risorse nella fase di deposizione, riducendo così cadute e fratture ossee. Tuttavia, anche con esperienze di apprendimento precoci, alcune galline non riescono mai a sviluppare completamente queste abilità, né da giovani pollastre né una volta diventate adulte. Di conseguenza, la progettazione degli ambienti di allevamento dovrebbe prevedere strutture che permettano l’accesso alle risorse essenziali (nidi, mangiatoie, abbeveratoi) senza dover ricorrere a sforzi eccessivi come il volo o il battito d’ali. Infatti, il rischio di collisioni causato da scarse capacità di manovra e da ambienti non ottimali, unito a una struttura ossea fragile, rappresenta una causa di problemi fisici e di alti tassi di scarto negli allevamenti commerciali di ovaiole.

PRODUZIONE E COMMERCIO DI CARNE NEGLI

USA TRA IL 2019 E IL 2023

Parte 2: commercio di carne

La prima parte di questa analisi, pubblicata su Zootecnica il mese scorso, ha mostrato come gli USA, tra il 2019 e il 2023, hanno giocato un ruolo significativo nella produzione di carne, classificandosi al primo posto per la carne di manzo e di pollo e al secondo, dietro la Cina, per quella di maiale. L’obiettivo di questo articolo è analizzare il ruolo degli Stati Uniti nel commercio mondiale di carne e documentare i flussi di import e export delle tre principali tipologie.

➤ Hans-Wilhelm Windhorst Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania

Sebbene siano riusciti a mantenere il primo posto nell’esportazione di carne di pollo, nonostante il dinamico sviluppo del Brasile, gli Stati Uniti sono però stati spodestati dal vertice dell’export di carne suina dalla Spagna. Inoltre, a causa del rapido aumento delle esportazioni da parte di Brasile e India nell’ultimo decennio, sono scesi al quarto posto nelle esportazioni di carne bovina, mentre l’Australia è riuscita a difendere il suo secondo posto.

Il ruolo della carne nelle esportazioni agricole degli USA

Nonostante il valore delle esportazioni di carne abbia raggiunto un nuovo picco di quasi 20 miliardi di dollari nel 2023, esse hanno contribuito solo per il 10,2% al

■ Tabella 1 - Incidenza delle esportazioni di carne nelle esportazioni di prodotti agricoli tra il 2019 e il 2023; dati in percentuale (fonte: calcoli dell’autore sulla base di dati USDA GATS)

Anno

valore totale delle esportazioni di prodotti agricoli. La Tabella 1 mostra chiaramente che la carne bovina e quella di vitello, nonostante un volume di esportazione inferiore (Figura 1), hanno ottenuto la quota più alta del valore delle esportazioni, pari a circa il 5%. La carne di pollo, invece, ha rappresentato solo circa il 2% del valore totale delle esportazioni agricole, nonostante un volume di esportazione tre volte superiore. La differenza è spiegata dal valore per tonnellata esportata che è molto più alto per la carne bovina e di vitello (8.810$) rispetto a quella di pollo (1.250$). La carne suina ha contribuito per il 3,5% al valore delle esportazioni, collocandosi in una posizione intermedia (2.790$).

In secondo luogo, la Tabella 1 documenta come la pandemia di Covid-19 abbia avuto impatti differenti sulle esportazioni dei tre tipi di carne: mentre l’aumento della domanda di bovino e vitello ha comportato un incremento della quota sul valore totale delle esportazioni agricole, la diminuzione della domanda di carne suina ha portato a un calo dei prezzi sul mercato mondiale e a una significativa riduzione del valore delle esportazioni. Gli effetti della pandemia sono evidenti anche sulla carne di pollo.

Grandi differenze nella bilancia commerciale

La bilancia commerciale estera per i tre tipi di carne ha mostrato notevoli variazioni nel 2023, come si può vedere nella Tabella 2. Nonostante una produzione interna di oltre 12 milioni di tonnellate, la carne bovina e di vitello ha registrato un disavanzo di quasi 300.000 tonnellate, mentre per gli altri due tipi di carne si sono ottenuti consistenti surplus: rispettivamente 1,65 milioni di tonnellate e 3,32 milioni di tonnellate.

Notevoli dinamiche nello sviluppo

delle esportazioni

Analizziamo adesso l’andamento dei volumi e dei valori delle esportazioni tra il 2019 e il 2023 per i tre tipi di carne considerati.

▲ Figura 1 - Sviluppo delle esportazioni USA di carne bovina, suina e di pollo tra il 2019 e il 2023 (design: A.S. Kauer sulla base di dati USDA GATS)

■ Tabella 2 - Bilancia USA del commercio estero di carne nel 2023; dati in migliaia di tonnellate (fonte: USDA, GATS)

Tipo di carne Export Import Bilancia

Bovino e vitello

Maiale Pollo

La Figura 1 mostra che i volumi di esportazione si sono evoluti in modo differente per ciascun tipo di carne. Tra il 2019 e il 2022 le esportazioni di bovino e vitello sono aumentate di 180.000 tonnellate (18,7%), ma nell’anno successivo sono poi tornate quasi ai livelli del 2019. Durante il picco della pandemia di Covid-19 la domanda di carne bovina è aumentata anche negli Stati Uniti, poiché più pasti venivano preparati in casa a causa della chiusura dei ristoranti; quando sono state revocate le restrizioni, sono stati nuovamente raggiunti i volumi commerciali precedenti. Al contrario, le esportazioni di carne suina sono diminuite di 432.000 tonnellate, pari al 18,4%, tra il 2020 e il 2022, perché solo una minima parte veniva utilizzata per Mill. t

Bovino e vitello
Carne avicola Maiale

■ Tabella 3 - Valore delle esportazioni di carne degli Stati Uniti tra il 2019 e il 2022; cifre in milioni di dollari (fonte: USDA GATS)

Tipo di carne

Bovino e vitello

▲ Figura 2 - Sviluppo dei prezzi ottenuti dagli Stati Uniti sul mercato mondiale per tonnellata di carne esportata tra il 2019 e il 2023 (design: A.S. Kauer, sulla base dei dati USDA GATS e dei calcoli dell’autore)

uso domestico, il che ha comportato un calo della domanda sia negli Stati Uniti sia nei mercati mondiali.

Le esportazioni hanno ricominciato a crescere solo nel 2023, quando sono state revocate le restrizioni, mantenendosi però a livelli ancora inferiori al valore del 2020, sebbene superiori del 7,3% rispetto al 2019. Le esportazioni di carne di pollo sono cambiate solo leggermente durante il periodo analizzato: la chiusura temporanea dei ristoranti è stata compensata dai consumatori attraverso l’acquisto di prodotti pronti da microonde, inclusi alcuni sostituti vegetali della carne.

La chiusura dei ristoranti ha avuto un impatto molto maggiore sul valore della carne esportata (Tabella 3, Figura 2). La crescente domanda interna e globale di carne bovina ha portato a una carenza di offerta, aggravata dal fatto che alcune grandi aziende sono state costrette a ridurre o a sospendere completamente la produzione per alcuni mesi, a causa dell’alto tasso di infezioni da coronavirus tra i dipendenti. Tra il 2020 e il 2022 il valore per tonnellata esportata è aumentato da 6.950 a 8.895 $, pari al 28%, e anche nel corso dell’anno successivo il prezzo per tonnellata è rimasto su un livello elevato. Poiché la domanda di carne suina è diminuita per i motivi sopra menzionati, i prezzi ottenuti sono calati fino al 2021, poi sono aumentati del 14% nel 2022, ma non sono riusciti a mantenere questo livello poiché vi era un’abbondante offerta sul mercato globale, nonostante la domanda fosse tornata a crescere.

La Figura 2 mostra chiaramente il prezzo significativamente più basso che gli Stati Uniti sono riusciti a ottenere per la carne di pollo sul mercato globale. Il prezzo è calato all’inizio della pandemia, ma è poi aumentato di 211$/tonn.

970,543t

Totale: 2,152,578 t

Totale: 3,293,458 t

▲ Figura 3 - Quote dei dieci principali Paesi di destinazione delle esportazioni delle tre tipologie di carne sulle esportazioni totali degli Stati Uniti nel 2023 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati USDA GATS)

Bovino e vitello
Totale:
Maiale
Carne avicola
Bovino e vitello
Carne avicola Maiale

nel 2021 rispetto al 2020 (+23%). Nell’anno successivo, si è registrato un ulteriore aumento di 167$/tonn. (+14,8%). Con il continuo aumento della domanda, i prezzi nel 2023 erano circa il 25% più alti rispetto al 2019. Oltre agli effetti di lungo periodo della pandemia di Covid-19, questo trend riflette anche la tendenza generale dei consumatori a preferire la carne bianca. Vale la pena notare che la pandemia ha avuto un impatto decisivo sulle dinamiche dei prezzi nei mercati globali della carne e ha portato alle aziende alti profitti per due anni. Uno sviluppo simile si è verificato anche nel commercio globale delle uova. La più grande azienda produttrice di uova al mondo, Cal-Maine Foods (Richland, Mississippi), è riuscita ad aumentare il proprio utile d’impresa da 2 milioni di dollari nell’anno fiscale 2021 a 758 milioni di dollari nell’anno fiscale 2023 (Windhorst 2024).

Alta concentrazione regionale nei mercati di destinazione delle esportazioni di carne

Le esportazioni di carne dagli Stati Uniti hanno mostrato una forte concentrazione regionale in relazione ai Paesi di destinazione. La Figura 3 documenta le quote dei dieci Paesi principali nelle esportazioni totali in base alla tipologia di carne.

Nel caso della carne bovina i dieci maggiori importatori hanno rappresentato il 91,7% del totale: i primi tre – Repubblica di Corea, Giappone e Cina – da soli hanno contribuito con il 61,6% al volume totale delle esportazioni. Messico e Canada, partner nell’USMCA (United StatesMexico-Canada Agreement, conosciuto precedentemente come NAFTA), hanno rappresentato ulteriori 17,5%. Sette dei dieci Paesi di destinazione indicati si trovavano in Asia orientale o sudorientale, evidenziando l’importanza di queste regioni per le esportazioni di carne bovina e di vitello.

La concentrazione regionale per la carne suina è stata ancor più elevata rispetto a quella bovina e di vitello. In questo caso i dieci maggiori importatori hanno coperto il 93,0% del totale, con il Messico da solo al 42,6% e il Canada al 5,8%. Ciò riflette i vantaggi offerti dal libero scambio

all’interno dell’USMCA. Altri mercati rilevanti erano rappresentati dal Giappone, dalla Repubblica di Corea e dalla Cina; diversamente dalla carne bovina e di vitello, si sono rivelati mercati di vendita importanti anche quattro paesi in America Centrale e Meridionale. Per quanto riguarda la carne di pollo, la concentrazione regionale è stata notevolmente inferiore, attestandosi al 63,8%, poiché le esportazioni sono state dirette verso un numero molto maggiore di Paesi. Il Messico ha guidato questa categoria con una quota del 21,9%, mentre, insieme al Canada, i due partner nell’USMCA hanno raggiunto

■ Tabella 4 - I cinque principali Paesi di origine delle importazioni degli USA di carne bovina, suina e di avicola nel 2023 (fonte: USDA GATS; USDA ERS)

Paese di origine Importazioni (1,000 t) Quota (%) nelle importazioni totali Manzo e vitello

avicola

una quota del 26,3%. Dalla composizione dei Paesi di destinazione si evince che la distribuzione regionale delle esportazioni era simile a quella della carne suina. È importante notare che, ad eccezione degli Emirati Arabi Uniti, gli Stati Uniti non sono riusciti a farsi davvero strada in Asia occidentale, dove il Brasile ha dominato il mercato.

Importante ruolo dell’USMCA per le importazioni degli USA

In questi anni, nonostante la produzione interna fosse superiore i consumi – con tassi di autosufficienza del 126% per la carne suina e del 118% per la carne di pollo – entrambi questi prodotti sono stati comunque importati. Per la carne bovina invece il grado di autosufficienza era fermo al 97%, rendendo necessarie le importazioni per colmare il gap.

La Tabella 4 documenta le quote relative ai cinque principali Paesi d’origine nelle importazioni delle tre tipologie di carne nel 2023. La concentrazione regionale è stata molto alta per tutte e tre le categorie, ma con notevoli differenze nelle quote. Per la carne bovina, i due partner dell’USMCA hanno complessivamente rappresentato il 46,9% delle importazioni; per la carne suina, hanno contribuito al 75,6%, con il Canada da solo che ha fornito oltre due terzi del volume importato. Le importazioni da Danimarca e Italia sono state prevalentemente costituite da prosciutti e chiaramente si trattava di tagli pregiati di carne suina, poiché il valore di 4.180 $/tonn. superava di quasi 1.400 $ il valore medio della carne esportata.

Le statistiche commerciali ufficiali non riportano dati separati per la carne di pollo e quella di tacchino, fornendo invece un’unica voce per le importazioni di carne avicola. In questo contesto il Canada si è classificato al primo posto nel 2023 con una quota del 56,2%, seguito dal Cile con il 38,5%; il contributo degli altri Paesi è stato piuttosto marginale. I dati del Servizio di Ricerca Economica del USDA evidenziano che è stata importata soprattutto carne di pollo; tuttavia il Cile ha fornito anche oltre 20.000 tonnellate di carne di tacchino. Questo dato è sorprendente, data l’elevata autosufficienza statunitense, e potrebbe essere spiegato da carenze di approvvigionamento dovute alle perdite produttive verificatesi durante gli episodi di influenza aviaria nei mesi invernali del 2023, quando oltre 3,5 milioni di tacchini sono morti o sono stati abbattuti per contenere la diffusione del virus (Windhorst 2024a). Il taglio maggiormente impartato è quello del filetto di petto, che giustifica l’elevato valore medio di 5.570 $/tonn.

Sintesi e prospettive

In sintesi si può notare che nei cinque anni presi in esame gli Stati Uniti hanno mantenuto una posizione di leadership

nel commercio mondiale della carne, affiancando il Brasile e alcuni Stati membri dell’UE. Gli USA hanno occupato il primo posto per carne bovina, di vitello e di pollo e il secondo posto, dietro la Spagna, per la carne suina. La forte concentrazione regionale, rivolta a un numero relativamente ristretto di Paesi di destinazione, è emersa per tutte le tipologie analizzate: i dieci Paesi principali hanno contribuito con oltre il 90% delle esportazioni totali di carne bovina e di vitello, mentre per la carne di pollo questa percentuale è stata inferiore a due terzi. Oltre ai due partner dell’USMCA, altri mercati significativi sono stati quelli dell’Asia orientale e sudorientale.

Nonostante l’elevata produzione interna, gli Stati Uniti non hanno raggiunto l’autosufficienza totale in carne bovina e di vitello. I tagli pregiati sono stati principalmente importati dai due Paesi partner dell’USMCA, sebbene anche Australia, Nuova Zelanda e Brasile abbiano giocato un ruolo importante. Canada e Messico si sono distinti come fornitori di rilievo per la carne suina e il pollame. Complessivamente, questi dati dimostrano l’eccezionale importanza dell’USMCA per il commercio estero della carne statunitense.

Nella proiezione a lungo termine che ha fatto fino al 2033, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) prevede un aumento delle esportazioni per tutte e tre le tipologie di carne. Nel documento si ipotizza un incremento di 1,1 milioni di tonnellate per la carne suina, anche se questa stima è particolarmente ottimistica ed è basata principalmente sull’assunto che le epidemie del virus della febbre suina africana in Asia orientale e sudorientale non possano essere contenute nel prossimo decennio. Al contrario, per la carne bovina e di vitello non si prevede un cambiamento significativo, in quanto il commercio globale di tali prodotti sembra aver raggiunto un plateau. Secondo le previsioni, le esportazioni di carne di pollo aumenteranno di soli 430.000 tonnellate, pari a un incremento del 12%.

Ulteriori quote di mercato potrebbero essere perse a favore

del Brasile, poiché il principale concorrente dovrebbe espandere il proprio volume di esportazioni di 1,9 milioni di tonnellate, quasi il 40% in questo periodo; il divario tra i due maggiori esportatori si allargherà ulteriormente.

Bibliografia e consigli di lettura

USDA: Agricultural Projections to 2033: https:// www.usda.gov/sites/default/files/documents/USDAAgricultural-Projections-to-2033.pdf

USDA, ERS: Meat Supply and Disappearance (September 30th, 2024): https://www.ers.usda.gov/data-products/ livestock-and-meat-domestic-data

USDA, FAS GATS: Global Agricultural Trade System: https://apps.fas.usda.gov/gats/default.aspx?publish=1 USDA, NASS: Meat Animals Production and Value (verschiedenen Ausgaben): https://de.search.yahoo.com/ yhs/search?hspart=trp & hsimp=yhs-005 & type=Y149_ F163_202167_012724 & p=USDA+NASS+Meat+animals+production+and+value

USDA, NASS: Poultry Production and Value, Annual Summary (verschiedene Ausgaben): https://www. nass.usda.gov/Publications/Todays_Reports/reports/ plva0421.pdf

Windhorst, H.-W. The dynamics of the U.S. broiler industry. Part 2: US profits from the rising demand of white meat. In: Fleischwirtschaft international 2022, no. 2, p. 52-54

Windhorst, H.-W.: Meat production and consumption in the USA between 1970 and 2020. In: Meatingpoint 44 (2023), issue 52, p. 30-34

Windhorst, H.-W.: Cal-Maine Foods: a portrait of the world’s largest egg producer. In: Zootecnica International 46 (2024), no. 10, p. 22-27

Windhorst, H,-W.: Dritter Seuchenzug in den USA. In: DGS Magazin für die Geflügelwirtschaft 76 (2024a), no. 9, p. 34-37

IL SISTEMA DIGESTIVO

DELLE GALLINE OVAIOLE

Nel settore avicolo uno degli aspetti più importanti è senza dubbio quello della nutrizione e dell’alimentazione. Comprendere come le galline digeriscono il mangime è fondamentale per creare diete adeguate che soddisfino le loro esigenze nutrizionali e funzionali, inclusi la struttura del mangime e il fabbisogno di fibre.

La digestione coinvolge una combinazione di processi meccanici, chimici e microbiologici.

Diamo un’occhiata più da vicino a ciascuna parte del sistema digestivo e alle sue principali funzioni.

Becco

Il becco è essenziale per l’assunzione del cibo. Le ovaiole preferiscono particelle più grandi rispetto a quelle fini, poiché sono più facili da afferrare (Figura 1).

Assunzione di mangime (g/gallina/settimana)

Fine

Medio

Grossolano

1 - Variazione dell'assunzione di mangime tra particelle fini e particelle grossolane durante una settimana (Mtei et al., 2019).

Figura

Il becco inoltre è dotato di meccanorecettori che aiutano gli animali a selezionare le particelle più appetibili, riflettendo la loro natura granivora.

Alla base della lingua vi è una significativa secrezione di saliva – composta principalmente da mucoproteine e mucopolisaccaridi – che umidifica il cibo.

Esofago e gozzo

Il cibo viaggia poi lungo l’esofago, facilitato dall’umidità e dal movimento peristaltico. Passa quindi attraverso il gozzo, una struttura a forma di sacca che immagazzina il cibo prima che entri nel proventricolo.

Le dimensioni del gozzo variano molto a seconda delle abitudini alimentari dell’animale.

Curiosamente qui avviene una certa degradazione dei carboidrati, probabilmente a causa del reflusso dal ventriglio.

L’esofago inferiore, laddove si collega con il proventriglio, è ricco di tessuto linfoide, evidenziando l’importanza del sistema immunitario lungo tutto il tratto digestivo.

Proventriglio

Il proventriglio, noto anche come stomaco ghiandolare, contiene papille secernenti muco e ghiandole multilobari che producono acido cloridrico ed enzimi proteolitici come la pepsina.

Proventriglio

Ventriglio

L’ambiente acido creato dall’acido idrocloridrico aumenta l’efficacia delle proteinasi del proventriglio.

Sebbene l’acido cloridrico possa abbassare il pH fino a 1,5, l’effetto tampone del carbonato di calcio presente nel mangime porta generalmente il pH a un livello tra 3 e 5.

Ventriglio

Il ventriglio, anche detto stomaco muscolare, è il vero motore del sistema digestivo. Questo stomaco ha uno strato interno composto da una membrana dura chiamata coilina, prodotta da ghiandole che secernono carboidrati e proteine, che formano una matrice cheratinoide.

I muscoli del ventriglio, costituiti da due coppie, si adattano sia in base alla consistenza che al volume del cibo ingerito.

Le sue principali funzioni sono quelle di macinare le particelle di mangime fino a 0,1 mm, o anche meno, e mescolare l’acido cloridrico e le pepsine provenienti dal proventriglio con la bile e gli enzimi pancreatici provenienti dal duodeno, grazie al reflusso gastro-duodenale. Ottimizzare questo processo migliora la digeribilità dei nutrienti.

Inoltre, un ventriglio che funziona bene grazie alla presenza nel mangime di particelle di grandi dimensioni e fibre insolubili favorisce la ritenzione di cibo. Questo stimola il rilascio di ormoni che segnalano un senso di sazietà e inducono benessere all’animale.

Il ventriglio regola dunque il sistema digestivo controllando l’ingestione e il flusso di cibo. Un tempo prolungato di ritenzione del cibo nel ventriglio riduce il pH, favorendo la digestione e fungendo da barriera immunologica (Figura 2).

Intestino tenue

Figura 2 - Adattamento del ventriglio a livelli crescenti di NDF (Fibra Neutro Detersa)

Empty gizzard weight % of BW

Empty gizzard weight % of BW

Gizzard adaptation to Digesta pH

Gizzard adaptation to Digesta pH

Quando il cibo si sposta nell’intestino tenue, entra prima nel duodeno, dove incontra enzimi pancreatici come lipasi, carboidrasi e tripsine, a cui si aggiungono anche gli acidi biliari che facilitano l’emulsione dei grassi.

Il pH in questo punto aumenta fino a circa 6-6,8 e rimane stabile per tutto il tratto. L’assorbimento dei nutrienti che avviene nell’intestino tenue è così efficiente che, quando il cibo ha percorso metà di questo tratto, quasi tutti i nutrienti sono già stati assorbiti.

È importante notare che la digestione e l’assorbimento nelle galline ovaiole richiedono energia, comportando un aumento della temperatura corporea. Le perdite energetiche dovute alla digestione sono stimate intorno al 30% per le proteine, 15% per i carboidrati e 10% per i grassi, con un ulteriore 10% disperso sotto forma di calore

Nei climi caldi questo aspetto va considerato nella scelta delle materie prime come fonti energetiche, per evitare l’aggravamento dello stress termico.

Control

Control 5% Oat hulls

Retto e cieco

Il retto e i ciechi sono le parti finali del sistema digestivo, queste hanno superfici di assorbimento limitate. Sebbene possano assorbire acqua ed elettroliti, mancano di meccanismi di trasporto per i nutrienti organici come le proteine.

Tuttavia queste aree, in particolare i chiechi, ospitano processi di fermentazione delle fibre e di altri componenti non digeriti, che possono risultare benefici per l’animale, grazie alla produzione di acidi a catena corta, come l’acido butirrico.

D’altro canto, un’elevata quantità di proteine non digerite può essere causa di disbiosi, rendendo l’animale vulnerabile a batteri indesiderati o parassiti come coccidi e salmonelle.

Conclusioni

Comprendere il sistema digestivo delle galline ovaiole è fondamentale per ottimizzare la loro nutrizione e alimentazione.

Ogni parte del sistema digestivo, dal becco al cieco, svolge un ruolo essenziale per garantire un’efficiente digestione e l’assorbimento dei nutrienti.

Fornendo diete adeguate che soddisfino le esigenze nutrizionali e funzionali delle ovaiole, è possibile migliorare la loro salute e la loro produttività.

Inoltre, tenere conto del consumo energetico della digestione e dell’adattamento del ventriglio alle differenti strutture del mangime può contribuire ulteriormente al benessere delle galline.

Bibliografia:

Inés Rodriguez and Mingan Choct, The Foregut and its Manipulation via feeding practices in the chicken. Poult Sci. 2018 Sep 1:97(9):3188-3206

A.R Akester, Structure of the glandular layer and koilin membrane in the gizzard of the adult domestic fowl (Gallus gallus domesticus). J Anat. 1986 Aug 147:1-25.

Amerah, Ravindran, Lentle, Thomas, Inlfuence of feed particle size on the perfomance, energy utilization, digestive tract develpment, and digesta parameters of broiler startes fed wheat and corn based diets. Poult Sci. 2008 Nov;87(11):2320-8

Richard and Proszkowiec-Weglarz, Mechanisms regulating feed intake, energy expenditure, and body weight in poultry. Poult Sci. 2007 Jul 86:1478:1490

Chicken nutrition, Kleyn, 2013 Scott’s Nutrition of the Chicken, 2001

Intestino tenue

Small intestine

Ansa duodenale

Duodenal loop

Pancreas

Pancreas

Esofago

Proventriglio Ventriglio

Proventriculus

Disclaimer

Questo articolo, tratto da Tool Box Lohmann, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiarne o distribuirne

alcuna parte senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS. Tradotto da Gianluca Selva, ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia. Per ulteriori informazioni e altri

articoli visitare il sito: www.lohmann-breeders.com o contattare direttamente: LOHMANN BREEDERS GMBH Am Seedeich 9 – 11 - 27472 Cuxhaven / Germania E-mail: info@lohmann-breeders.com

Tongue Pharynx
Caudoventral
Ceca
Cloaca
Colon (rectum)
Digiuno
Cieco
Ileo
Cloaca
Colon
Diverticolo Craniodorsale
Diverticolo Caudoventrale Gozzo
Lingua
Faringe

SUSTELL™: CALCOLARE IN MODO SEMPLICE LA CARBON FOOTPRINT

La piattaforma intelligente Sustell™, certificata ISO 14040/44, consente di calcolare l’impronta ambientale della propria azienda, identificando strategie e interventi di miglioramento.

➤ Susanna Lolli Manager, Business Development Performance Solution – Poultry Expert Istituto Delle Vitamine – dsm-firmenich, Segrate (MI) susanna.lolli@dsm-firmenich.com

Agricoltura sostenibile nell’UE

L’agricoltura occupa una posizione unica al centro della società, dell’ambiente e dell’economia dell’Unione europea. La politica agricola comune (PAC) si basa su tre obiettivi principali per realizzare un sistema agricolo sostenibile nell’UE: sostenibilità economica, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale delle aziende agricole. Per raggiungerli, i paesi dell’UE utilizzano un’ampia gamma

di azioni mirate per rispondere alle singole esigenze di ciascun paese attraverso i Piani Strategici della PAC che forniscono sostegno al reddito degli agricoltori, accompagnandoli nella transizione verso una produzione sostenibile e al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo.

L’ambizioso Green Deal dell’UE mira a raggiungere zero emissioni nette entro il 2050. L’UE parte da una posizione relativamente buona: ha infatti ridotto con successo le emissioni di gas serra (GHG) nell’ultimo decennio, tuttavia sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere l’obiettivo zero emissioni nette. Questi includono l’estensione dello scambio di quote di emissione all’agricoltura e l’eliminazione graduale dei generosi sussidi ai combustibili fossili.

È stato recentemente pubblicato un aggiornamento del rapporto dell’OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development), che risulta un prezioso riferimento per chi desidera ampliare e approfondire la propria conoscenza del settore dell’impronta di carbonio.

Cos’è necessario per ottenere informazioni affidabili e condivise sull’impronta di carbonio dei prodotti nelle filiere agroalimentari?

Questo rapporto sostiene che siano otto gli elementi fondamentali:

• Standard e linee guida per la rendicontazione dell’impronta di carbonio, per creare una comprensione condivisa di cosa includere nei calcoli dell’impronta di carbonio.

• Metodi scientifici per la misurazione o la stima delle emissioni.

• Strumenti di calcolo a livello di azienda agricola, che consentono agli agricoltori di utilizzare i dati primari sulle loro attività e pratiche di gestione come input per calcolare la propria impronta di carbonio.

• Banche dati con dati secondari, da utilizzare quando i dati primari non sono (ancora) disponibili.

• Un modo per comunicare i dati sull’impronta di carbonio lungo la filiera, in modo che i calcoli dettagliati effettuati dai produttori in una fase della filiera possano essere utilizzati come input nella fase successiva.

• Un modo per garantire l’integrità e la qualità dei dati e dei calcoli.

• Un modo per ampliare i calcoli dell’impronta di carbonio mantenendo bassi i costi, per garantirne un’adozione diffusa da parte di tutti gli attori della filiera agro-zootecnica.

• Un modo per aggiornare questi elementi man mano che nuove conoscenze e tecniche scientifiche diventano disponibili. Questi elementi costitutivi sono già stati presi in considerazione, studiati, analizzati e implementati dal servizio di dsm-firmenich conosciuto con il nome di Sustell™. Come viene sottolineato dal report dell’OECD è fondamentale che tutti gli attori della filiera agro-alimentare “parlino” tra loro attraverso un numero: quello della CO2 eq. Ognuno di essi dev’essere autonomo nel calcolo della propria carbon footprint e condividere il risultato con la fase successiva della filiera, fino al momento in cui un consumatore acquista un prodotto alimentare. Sustell™ lo fa.

▲ Figura 1 – Sustell™ calcola l’impatto di 19 categorie e restituisce un valore unico come CO2 eq

Iniziare a fare una valutazione dell’impatto ambientale della propria azienda è il primo passo verso un miglioramento. dsm-firmenich ha sviluppato Sustell™, una piattaforma intelligente, certificata ISO 14040/44, che consente di determinare 19 categorie di impatto, tra cui il cambiamento climatico, l’eutrofizzazione delle acque dolci e del territorio e la scarsità idrica, nonché il livello di emissione di 10 inquinanti, tra gli altri: ammoniaca (NH3), metano (CH4) e particelle fini (PM25).

Sustell™ aiuta tutti gli attori della filiera a calcolare l’impronta ambientale dall’alimentazione all’allevamento fino alla lavorazione e confezionamento, nonché a identificare interventi di miglioramento attraverso diverse simulazioni.

Una volta calcolata la linea di base, è possibile applicare una serie di strategie per migliorare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale per kg di carne prodotta/ uova.

Sustell™ è in continuo aggiornamento, ampliando i database e aumentando i moduli per le specie animali allevate e allineando la metodologia ai più recenti calcoli IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Grazie a questi sviluppi e alla recente espansione di Sustell™ per fornire l’impronta ambientale della lavorazione della carne, gli utenti possono condurre report LCA completi in tutte le fasi della produzione avicola, dal mangime all’allevamento fino al confezionamento, utilizzando i propri dati primari su larga scala.

Si stima che il 60-80% dell’impatto ambientale della produzione di polli da carne derivi da attività associate alla produzione dei mangimi, si rende quindi necessario attuare strategie alimentari per migliorare l’efficienza produttiva e la sostenibilità della filiera avicola.

■ Tabella 1 – Esempio di ottimizzazione della carboon footprint utilizzando Sustell™.

Dataset A (dieta controllo), Dataset B (dieta ottimizzata), Change è la % di miglioramento della categoria ambientale impattante

Dataset A Dataset B Change

Cambiamento climatico

Totale di tutte le categorie di cambiamento: biogenico, fossile, uso del suolo e cambiamento dell'uso del suolo

Cambiamento climatico - Biogenico

Impatto dovuto alle emissioni di molecole di origine biogenica. Poiché la CO₂ ha un fattore di caratterizzazione pari a 0, a causa del suo ciclo di vita breve, l’impatto è principalmente collegato alle emissioni di CH₄ (metano)

Cambiamento climatico - Fossile

Impatto dovuto alle emissioni di molecole di origine fossile e torbosa, che portano a una maggiore concentrazione di gas serra (GHG) nell’atmosfera

dsm-firmenich può offrire differenti soluzioni nutrizionali e raccomandazioni per supportare la filiera avicola nel viaggio verso una produzione più sostenibile.

Nella pratica ecco come funziona Sustell™

1. Gestisce l’impatto ambientale dei mangimi, delle aziende agricole e della lavorazione con un unico software;

▲ Figura 3 – Sustell™ consente una raccolta dati semplificata e guidata per l’analisi della LCA

2. Importazione automatica dei dati;

3. Prende decisioni basate sui dati reali con una dashboard completa;

4. Comprende cosa determina l’impatto ambientale;

5. Testa gli interventi per orientare i futuri investimenti.

Sustell™ offre una LCA completa. Analizzando l’impatto ambientale di 19 diverse categorie, Sustell™ è la piattaforma di intelligence sulla sostenibilità più completa del suo genere.

www.sustell.com

▲ Figura 2 – Sustell™. È possibile richiedere una DEMO gratuita

Riproduttori e Incubatoi

Riproduttori

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• Watering & Feeding Systems

• Poultry Accessories

• Industry Breeding

• Manure & Egg Belts Corti Zootecnici Srl | Via Volta 4, Monvalle (VA) - Italy| Tel. +39 0332 799985 | info@cortizootecnici.com

• Turnkey Projects

• Smart Farm System

• Cage-Free and Free-Range Systems

• Poultry Equipment for Layers and Broilers

Guida internet

ADM Animal Nutrition Italy S.r.l. it.support@wisium.com

www.admanimalnutrition.com

Agritech commerce@agritech.it www.agritech.it

Albitalia infotecniche@albitalia.com www.albitalia.com

Albors info@albors.it www.albors.it

Ali Lohmann info@lohmann.it www.alilohmann.com

Arion Fasoli info@arionfasoli.com www.arionfasoli.com

Aviagen info@aviagen.com www.aviagen.com

Aviagen Turkeys Ltd turkeysltd@aviagen.com www.aviagenturkeys.com

Aza International info@azainternational.it www.azainternational.it

Babolna TETRA info@babolnatetra.com www.babolnatetra.com

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Carfed International Ltd carfed@carfed.co.uk

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Cizo info@cizo.it www.cizo.it

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Facco Poultry Equipment facco@facco.net www.facco.net

FIEM fiem@fiem.it www.fiem.it

FierAgricola Verona fieragricola@veronafiere.it www.fieragricola.it

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Intracare info@intracareitaly.com www.intracare.nl

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Lubing System info@lubing.it www.lubingsystem.com

Marel info.poultry@marel.com www.marel.com/en/poultry

Mbe Breeding Equipment info@mbefabriano www.mbefabriano.it

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MSD Animal Health S.r.l. www.msd-animal-health.it

Newpharm info@newpharm.it www.newpharm.it

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