Zootecnica International - edizione italiana - n. 10 - ottobre - 2019

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ATTUALITÀ

Antibiotici, filiera avicola modello virtuoso

©id-vet.com

Negli allevamenti avicoli affiliati a Unaitalia (il 90% della produzione nazionale) l’utilizzo di antibiotici è stato volontariamente ridotto di più dell’80% in soli 7 anni, dal 2011 al 2018.

Oggi, meno di un pollo su cinque viene trattato con antibiotici e solo se strettamente necessario per la salute dell’animale stesso e dietro attento controllo veterinario. È importante sottolinearlo in questi giorni, vista la rinnovata attenzione sull’uso degli antibiotici negli allevamenti italiani e sul fenomeno dell’antibiotico resistenza. Un fenomeno che – ricordiamo – è un problema globale e multifattoriale, non riconducibile solo all’uso del farmaco negli allevamenti convenzionali. Nella riduzione dell’uso di antibiotici l’avicoltura italiana è dunque un modello virtuoso certificato anche dalla Commissione Europea che ha riconosciuto l’impegno del settore nel recentissimo report “Measures to tackle Antimicrobial Resistance through the Prudent Use of Antimicrobials in Animals”. Secondo la Commissione, infatti, l’industria avicola è un caso virtuoso perché ha ridotto drasticamente l’uso di antibiotici, contribuendo a sensibilizzare, formare e coinvolgere veterinari, agricoltori e altre categorie interessate. In questa prospettiva, l’avicoltura italiana è certamente un’eccellenza in campo zootecnico e tra i Paesi dell’Unione: tale impegno nella razionalizzazione dell’uso del farmaco, pur non essendo stato ancora fotografato a pieno dai i dati a disposizione, sarà ancora più evidente negli studi dei prossimi anni. Inoltre, le carni avicole che arrivano sui piatti degli italiani non contengono mai residui di farmaco, poiché gli allevatori, qualora il veterinario ravvisi la necessità di un inter-

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vento curativo, rispettano sempre il tempo di sospensione prescritto in ricetta, rispetto confermato anche dai risultati costantemente negativi dei controlli a campione, effettuati periodicamente dalle autorità sanitarie. La ricetta elettronica, obbligatoria dall’aprile di quest’anno, ma già da prima ampiamente utilizzata volontariamente nel settore avicolo, consente inoltre di incrociare i dati con quelli dell’anagrafe avicola nazionale e verificare l’effettivo rispetto dei tempi, nonché di monitorare le prescrizioni da parte dell’Autorità sanitaria. Il benessere degli animali (dall’adozione delle disposizioni presenti nelle normative europee e nazionali all’avanguardia nel mondo) e la sicurezza alimentare sono gli obiettivi principali che la filiera avicola italiana e la sua associazione di rappresentanza perseguono con tenacia, in un processo di miglioramento continuo, puntando in particolare sulla figura protagonista della filiera: l’allevatore, o meglio il “nuovo allevatore”. Tra le azioni messe in campo per favorire la diffusione delle buone pratiche dal 2017 Unaitalia ha anche indetto il Premio “Avicoltore dell’anno”, destinato a promuovere e dare un riconoscimento alle migliori esperienze del settore avicolo italiano, incluse quelle che puntano alla riduzione nel consumo degli antibiotici.

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Fonte: Unaitalia


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