ALMANACCO ASD FALCHI LECCO 2011

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ASD FALCHI LECCO

ASD FALCHI LECCO L’ALMANACCO

Numero 2 Anno 2011

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Sembra ieri la pubblicazione del primo numero dell’almanacco dei Falchi. E invece un anno è già trascorso e siamo già alla seconda edizio- ne rd ì 8. 30 /1 2. 00 ve a dì ne ne. lu a D I: R ORA Non so se questo sia dovuto al tempo, che trascorre freneticamente; oppure alla rapidità di questi ragazzi, che con la loro corsa sanno conquistare traguardi sempre più prestigiosi e scalare vette sempre più impervie. Spinti dal loro entusiasmo, anche noi della Morganti Kapriol cerchiamo di stare al ritmo che il mercato ci impone: un ritmo non regolare, fatto di bruschi strappi ed improvvise frenate, sempre con l’obiettivo di stare in testa al gruppo dei primi e, se possibile, di vincere quante più tappe del percorso. La crisi c’è e si sente, girando tra i cantieri. Ma, nonostante questo clima non certo positivo, la Morganti Kapriol continua nella sua corsa, attenta a soddisfare i propri clienti e a proporre sempre nuovi articoli, in Italia come all’estero. La squadra è ben affiatata: guidati dal nostro staff dirigenziale, gli oltre cento dipendenti divisi tra la “Morganti SpA” di Civate, la “Omec” di Molteno e la “Kapriol Tools” in Spagna continuano a dare il meglio di sé, garantendo una produzione ed un servizio di qualità, che il mercato continua a premiare. La nostra ditta oggi è infatti leader in Italia e ai primi posti in Europa per gli utensili per edilizia, abbigliamento e sicurezza nel lavoro. Oltre alla produzione e la vendita a magazzini di materiali edili e a catene specializzate, assicuriamo anche la vendita al dettaglio tramite lo spaccio aziendale sito in Molteno. Con il recente acquisto della “Gigam”siamo inoltre riusciti ad aprire un nuovo importante mercato nel settore degli utensili diamantati e delle macchine per il taglio delle pietre e del cemento. Lavoriamo quindi nella prospettiva di una crescita che continui nel tempo, con la fiducia nel futuro di chi sa che un successo lo si costruisce giorno dopo giorno, con tanto impegno e tanto allenamento, ma soprattutto con tanta voglia di vincere.

m at tin a: 8. 30 /1 2. 00 14 .3 0/ 18 .3 0 S ab at o

Morganti SpA Via Alla Santa, 11 23862 Civate (LC) tel. +39.0341.215411 fax. +39.0341.215400 e-mail: kapriol@kapriol.com

Spaccio Aziendale Via A. Grandi, 32/34 23847 Molteno (LC) tel 031.851036


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SEMBRA IERI.... Quest’anno ricorre il decennale della nascita dei Falchi. Mi sembra soltanto ieri quando uscivo ad allenarmi le prime volte con Carlo; andavamo la sera dopo il lavoro a correre sul Monte Barro. Ricordo che già mi stava davanti e mi punzecchiava “dai Mauro qui è pianura devi correre non puoi camminare” e io dietro con la lingua per terra e la schiena bassa tentavo di tenerlo ma con scarsi risultati. Ricordo i pochi e caserecci allenamenti svolti senza alcun programma e con scarse ambizioni ma con tanto impegno ed entusiasmo: mi piaceva così. La domenica della gara era una festa, ci si ritrovava tutti molto presto per il viaggio in auto e non pesava alzarsi all’alba per andare a correre con gli amici. Un momento che ricordo con piacere è la partenza della gara, anzi il pre-gara, quando si corricchiava per scaldarsi e bisognava scegliere l’abbigliamento adatto alle condizioni climatiche ed ogni volta non sapevo cosa mettermi. E che dire del post gara? Forse è questo il momento più importante dove i Falchi danno il meglio di sé: seduti a tavola a mangiare e bere in compagnia!!! Ricordo un Trofeo 4 Luglio di non so quale anno, ma sicuramente antecedente il 2005, dove Enry si è ritirato dopo pochi chilometri, il sottoscritto invece aveva fatto una discreta gara. Ma il bello della giornata doveva ancora arrivare: al pranzo degli atleti lo zio Enry si è preso una sbornia di quelle che ti segnano per giorni, e lo show che ci ha regalato ve lo lascio immaginare, chiedete alle ragazze presenti quale ricordo hanno!! Purtroppo oggi ci sono meno Falchi che corrono la domenica perché le situazioni sono cambiate: ci sono la famiglia, i figli, gli impegni personali e altri motivi, insomma non c’è più il gruppo numeroso di una volta. Mi permetto di dire che fino a qualche anno fa eravamo la squadra più forte del lecchese, ora forse non più; sono in pochi quelli che corrono, ma sicuramente motivati da una grande passione e determinazione. Anche se non siamo i più forti sicuramente siamo il gruppo più simpatico. Personalmente non faccio più gare di un certo livello dal 2006, anno in cui ho fatto l’intervento della plastica mitralica, esperienza che mi ha un po’ frenato, tuttavia continuo ad andare in montagna, ad allenarmi e a seguire la squadra durante le gare. 4

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Il nostro spirito è quello dell’amicizia, della compagnia e dell’altruismo valori che contraddistinguono la nostra società ma prima ancora noi stessi, valori che Adelfio ha contribuito a solidificare. Forse dal fuori ci vedete come dei “fenomeni”, come quelli forti, si è vero un po’ lo siamo (fenomeni) ma crediamo nella semplicità e nell’amicizia pertanto se qualcuno pensa di poter condividere questi valori si faccia avanti! Personalmente vorrei che ci fossero dei giovani a dare continuità e vitalità a questo gruppo, noi abbiamo fatto molto e continueremo su questa strada, ma il futuro sono le nuove generazioni. Tra qualche anno saranno i nostri figli i giovani Falchi, con orgoglio taglieranno i traguardi, gli stessi che i loro padri hanno percorso anni prima. Spero che loro come noi si distinguano per gli stessi sani valori in cui crediamo e che ci fanno crescere quotidianamente. Buone cose a tutti voi e alle vostre famiglie per il nuovo anno. Mauro

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Carissimi amici, guardando i risultati ottenuti quest’anno e gli sforzi fatti durante tutte le domeniche estive, non si direbbe che avete 10 anni in più!!! L’entusiasmo che dimostrate in tutte le occasioni mi fa pensare che questi anni non siano passati invano: parecchi di voi hanno messo su famiglia ed anche qui la produzione non è mancata: bravi, continuate così! I miei figli ed io, con la nostra ditta, ci sentiamo veramente onorati di essere da qualche anno i vostri sponsor: credetemi quando dico che far parte (anche se con poco impegno) di una bella squadra come la vostra ci fa sinceramente piacere. Con la promessa di esservi sempre vicini, vi auguriamo di cuore un buon anniversario, Sandro, Franco e Alberto Morganti

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Com’è nato il logo Kapriol Di Sandro Morganti

Come qualcuno già sa io sono un appassionato cacciatore di alcune specie ad esclusione però dei caprioli. Ho fatto alcune puntate all’estero, principalmente nella ex-Jugoslavia, a caccia di lepri e fagiani. Durante uno di questi viaggi, quando in serata solitamente si vanno a pagare al guardiacaccia i capi abbattuti, dallo stesso guardiacaccia mi viene offerto un capriolo. Convinto che mi offrisse un capo già abbattuto io lo accettai, ma quando vidi che prese una pistola lo seguii per capire come poteva abbattere un capriolo di notte. Mi portò in una stalla dove c’era un capriolo di 2/3 mesi che era stato raccolto da lui e allevato nella sua stalla (probabilmente la mamma era stata uccisa). A quel punto fermai il guardiacaccia e gli dissi che se mi avesse costruito una gabbia lo avrei portato i Italia vivo. Dopo aver superato diversi problemi doganali sono arrivato a Lecco e ho liberato il capriolo in un grande bosco recintato che era alle spalle della sede di S. Egidio. In quel momento stavo cercando un simbolo per creare un marchio per la nostra società. Kapriol è stata la scelta che con tutta sincerità non pensavo si rivelasse così fortunata!

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KAPRIOL E 10 ANNI DI FALCHI Sandro Morganti

Il decennale della costituzione dell’ASD Falchi costituisce una tappa davvero importante. È, nei fatti, il segno di un’avventura che inizia a farsi storia, a lasciare una traccia di sé, a consolidarsi. E se a dirvelo è un’azienda, come la Morganti-Kapriol, che può vantare ben 84 anni di attività dovete crederlo. Del resto lo si dice anche di un gran vino: 10 anni di 8

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“invecchiamento” sono una garanzia per un intenditore. In questo lungo periodo, trascorso nelle barriques, il vino matura, si affina, perde via via quei sentori un po’ asprigni e si arricchisce di nuovi aromi, profondi e lunghi, che lo fanno apprezzare da chi se ne intende.

venuti meno, ma, al contrario, sono maturati e si sono consolidati con l’esperienza e con i successi conquistati sul campo. Successi prestigiosi, che hanno cementato quello spirito di amicizia che sta alla base di questo splendido gruppo.

Per noi della Kapriol essere Lo stesso vale per l’ASD al vostro fianco è motivo di Falchi: l’entusiasmo e la grandissimo orgoglio e sodpassione degli inizi non sono disfazione. Non solo per le


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vittorie, ma per i valori che incarnate nella vostra attività sportiva. Valori sani, oggi sempre più difficili da trovare in una società che tende ad esaltare il successo facile, fatto senza fatica e senza impegno. Se ci troviamo in un momento così difficile, per l’economia e per la società, la ragione principale sta proprio in una mentalità che ha cercato di trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni, un falso modello culturale. Con la vostra corsa, il vostro impegno, la vostra passione, la vostra amicizia siete un bellissimo esempio proprio per i giovani, ai quali dobbiamo tutti guardare perché

è in loro il futuro della nostra società. Da parte nostra, noi della Kapriol lo stiamo facendo, non senza sacrifici. La situazione congiunturale non è semplice e l’industria delle costruzioni si trova in un momento particolarmente delicato. I mercati non ci permettono grandi voli pindarici. Ma noi continuiamo nella nostra navigazione quotidiana, con senso di responsabilità verso i nostri dipendenti e le loro famiglie. Siamo in prima linea per non perdere nessuna occasione e resistere sulle nostre posizioni di fatturato, introducendo sempre nuovi prodotti e nuove soluzioni. Quest’anno, in particolare,

abbiamo lanciato una linea di abbigliamento, Kapriol Extreme, che abbina sicurezza e moda, tecnica e qualità, e che si presta assai bene per essere indossata sia nei cantieri che nel tempo libero. Una linea che ci sta dando grandi soddisfazioni. Dunque, buon compleanno, Falchi. Kapriol è orgogliosa di essere al vostro fianco.

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LE NEW ENTRY: FABRIZIO, NICOLA, YARJ

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1. ANGELA BURATTI 2. ANNALISA ONGANIA 3. ROBERTO ANTONELLI 4. ENRICO ARDESI 5. MARCO ARRIGONI NERI 6. FABIO BARTOLONI 7. SERGIO BERNASCONI 8. ANTONIO CAPPELLO 9. STEFANO COLOMBO 10. PAOLO COLTELLI 11. YARJ ALAN CONSOLI 12. ALESSANDRO CRIPPA 13. BRUNO D’AMBROSIO 14. MAURO ESPOSITO 15. FABRIZIO FARUMI 16. ALESSANDRO FILIGURA 17. DANIELE GADDI 18. SILVIO GATTI 19. RICCARDO GHISLANZONI 20. GIANLUCA MAGGIONI 21. LUCA MAURI 22. ENRICO MAZZOLENI 23. GIANLUCA PAGANONI 24. CLAUDIO PIZZAGALLI 25. CARLO PROSERPIO 26. LORIS RAGNI 27. CARLO RATTI 28. LUCA RIPAMONTI 29. COSTANTINO SIMONETTA 30. FRANCESCO SIMONETTA 31. MATTEO SPREAFICO 32. NICOLA SPREAFICO 33. MARCO TAVOLA 34. MARCO TERRANEO 35. DAVIDE TRINCAVELLI


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CRONACA DEL 2011 Il racconto delle gare dell’anno Di Marco Terraneo

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nche quest’anno, come lo scorso anno, cominciamo la nostra storia facendo un passo indietro e partendo dalla Maggianico-Camposecco di fine 2010. Questa scelta nasce da motivi tecnici (tempi di stampa e distribuzione dell’Almanacco) ma, d’altra parte, è in un certo senso suggestivo aprire e chiudere l’anno di gare con quella che ormai chiamiamo la “Classica delle Foglie Morte”. Il racconto prende spunto dagli articoli riportati su www.asfalchi.it. Ci scusiamo nel caso ci fossero delle involontarie omissioni. Novembre 2010 Alla Maggianico-Camposecco si gareggia per la vittoria di giornata e per il campionato sociale dei Falchi. E’ Enrico Ardesi a tagliare per primo il traguardo. Sfiora il podio Carlo Ratti e poi ancora in gara gli altri Falchi Roberto Antonelli, Sergio Bernasconi, Gianluca Paganoni, Luca Mauri, Riccardo Ghislanzoni, Marco Terraneo, Enrico Mazzoleni, Alessandro Filigura e Marco Tavola. Dicembre 2010 Tempo di Corsa Campestre. A Cernusco Lombardone (LC) si corre il Campionato Provinciale Fidal di Corsa Campestre. Per i Falchi in gara Marco Terraneo su percorso duro e fangoso di 7.5 km. Posizione di ripiego, ma gara in progressione dalle buone speranze. Sempre Terraneo, questa

nato indietro a recuperarlo.

volta in compagnia di Sergio Bernasconi, è impegnato a Mendrisio (Svizzera) ai Campionati Ticinesi di Corsa Campestre. Il tracciato veloce ed entusiasmante. Ottima gara di Bernasconi che chiuderà al settimo posto. Di gara non si tratta ma menzione d’onore alla cena sociale dei Falchi, dove un redivivo Davide Trincavelli ravviva la serata con ardite prove a cui sottoporre i presenti. Sarà poi lui a doversi sottoporre (con il sostegno del Barone) ad un rito di inziazione per potersi riappropriare della casacca dei Falchi.

Febbraio 2011 Sui “Sentieri di Santa Cristina” di Borgomanero (NO) si comincia a fare sul serio. Primo appuntamento “di sostanza” della stagione. Sulla distanza dei 30 km in gara i due Falchi Gianluca Maggioni e Claudio Pizzagalli. Alla mezza maratona di Lecco gareggiano invece Enrico Mazzoleni e Fabrizio Farumi, all’esordio con la maglia dell’ASD Falchi Lecco e con… gesso al braccio. Ma questa è altra storia….. Sempre su strada, alla prima tappa del circuito varesino del “Piede D’Oro” è in gara Sergio Bernasconi,

Gennaio 2011 Ancora Corsa Campestre e questa volta è una gran classica. Cross del Campaccio, 54esima edizione. In gara di nuovo Terraneo, in condizone di forma decisamente migliore rispetto al mese precedente. Si aggiudica però il premio di “Cretino della Settimana” per aver perso il pettorale durante la partenza ed essere tor-

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mentre sempre su terreno campestre è ancora Terraneo a gareggiare nella tappa monzese del Campionato Brianzolo di Cross. Chiudono le gare del mese ancora Sergio Bernasconi, sempre su strada a Cadrezzate (VA), e Alessandro Filigura nel trail ligure “Tra Mare e Cielo” di Laigueglia (SV). Marzo 2011 Ancora una volta in gara Bernasconi e Terraneo che chiudono la stagione dei cross. Il primo gareggia ad Erba, Cross Corto Fidal, mentre Terraneo è in gara a Carate Brianza per l’ultima tappa del Campionato Brianzolo di Cross. Sfiora il podio Bernasconi, mentre Terraneo risale la classifica, in buon miglioramento rispetto alle gare precedenti. La sorpresa del mese è però il grande ritorno del Picèt: alla mezza maratona di Piacenza Silvio Gatti è di nuovo in gara e chiude con uno stratosferico tempo (1h09’40’’), 3° tra gli italiani e 11° assoluto, zittendo alcune malelingue che lo volevano ormai perso. Sempre Mezza

Maratona, sempre Silvio Gatti, ma passiamo questa volta a Brescia e in compagnia del fedele compaesano Daniele Gaddi. Settima posizione assoluta per il Silvio e crono che si abbassa ad 1h09’05’’. Bernasconi continua le gare del circuito del Piede D’Oro e lo troviamo sulla linea di partenza di Malgesso, portando a casa un buon sesto posto di categoria. Allunghiamo le distanze a passiamo al Trail di Santa Croce (GE). In gara ancora Alessandro Filigura che riesce a chiudere la fatica di 42 km in condizioni metereologiche davvero avverse. Di nuovo mezza maratona. Stavolta è Stefano Colombo a rappresentare i Falchi alla Scarpa D’Oro diVigevano. Mentre a Vicenza, prima edizione della Ultraibericus dove, lungo i 65 km del percorso, hanno dato buona prova i tre Falchi Maggioni, Pizzagalli e Ghsilanzoni. Gara dura, tempo variabile, tanto fango, ma anche un bel percorso ed un’ottima organizzazione. Alla classica Corsa del Viandante di Abbadia troviamo invece in gara, oltre al trio Bernasconi, Nicola

Spreafico ed Enrico Mazzoleni, l’inimitabile Picèt. Silvio Gatti sbaraglia infatti la concorrenza e agguanta la vittoria. Aprile 2011 Al Trail dei Gorrei Carlo Proserpio fa il suo esordio nel mondo del trail con uno splendido nono posto. Nella bergamasca si corre invece la gran classica Valetudo Skyrace. In gara presenti tre Falchi: Pizzagalli, Filigura e Farumi. Dalle Alpi alla pianura: a Seregno (MB) alla 50 km del-


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la Brianza Luca Ripamonti chiude la sua gara con un ottimo ventesimo posto assoluto. Alla prima edizione del Raid Avventura Valcava si corre un inedito trail avventura a coppie sulla distanza di 30 km. Presente il nostro Alessandro “Giampy” Crippa che in coppia con l’amico Fabrizio Bana si aggiudica una splendida vittoria. Sempre di trail si parla: alla traversata dei Colli Euganei sulla distanza di 42 km Jessy Maggioni chiude in 28esima posizione. Dai trail alle skyrace. Allo Skyrunning del Canto prendono il via Carlo Proserpio e Matteo Spreafico, mentre alla classica Camminata dell’Amicizia di Bosisio Parini tra i partenti troviamo Sergio Bernasconi, Marco Tavola, Gianluca Paganoni, Enrico Mazzoleni, Riccardo Ghislanzoni, Claudio Pizzagalli, Nicola Spreafico e il “Patron” Sandro Morganti. E di nuovo di vittoria si parla al 2° Trofeo Conti Romano a.m. – Valcava Sky Trail. Carlo Ratti e Davide Trincavelli si aggiudicano il primo e il secondo gradino del podio. Seconda piazza anche per Annalisa Ongania . In gara anche il falco Fabrizio Farumi. Infine doppia presenza per l’instancabile Sergio Bernasconi alla Mezza Maratona di Cernusco Lombardone e al Trofeo Città di Seveso su strada. Maggio 2011 Come ogni anno il mese di maggio si apre con il classicissimo Trofeo Dario e Willy a Valmadrera. I Falchi, con ampia partecipazione, si aggiudicano il Trofeo ed uno L’ ALMANACCO 2011

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strepitoso Trincavelli agguanta un ottimo secondo posto dietro all’atleta di casa Stefano Butti. Da segnalare anche l’ottima ottava piazza di Roberto Antonelli. Falchi anche in pista di atetica. Presenti a Morbio (Svizzera) Sergio Bernasconi e Marco Terraneo, pronti a difendere i colo-

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ri dei Falchi in terra elvetica. Chiuderanno entrambi la classica distanza di 5000 metri in meno di 18 minuti. L’8 maggio giunge finalmente il momento del 2° Trofeo Adelfio Spreafico. Grandissima partecipazione (195 atleti al via) e giornata splendida. Molto alto anche il li-

vello tecnico della gara, con un Filippo Ba che, dopo un’eccezionale prova in salita, riesce a contenere l’arrrembaggio dei due scatenati Enrico Ardesi e Davide Trincavelli. Quarto al traguardo un altro falco, Roberto Antonelli. E poi ancora Enrico Mazzoleni, Daniele Gaddi, Sergio Berna-


ASD FALCHI LECCO sconi, Nicola Spreafico, Fabrizio Farumi e una rientrante Angela Buratti. Enrico Ardesi si presenta poi su strada alla 10 km notturna di Monza dove chiude con un buon crono, mentre nuovamente in Svizzera troviamo in gara il duo Bernasconi-Terraneo alla Corsa in Montagna del Monte Generoso, gara di 10 km dal percorso caratteristico e suggestivo che incrocia più volte i binari del trenino che porta in vetta. Alla fine sarà settimo posto di categoria per entrambi. Nell’ultima domenica del mese ancora una volta Falchi impegnati su diversi fronti. A Borgonuovo (SO) nella cronoscalata Borgonuovo-Savogno ottima prova di Enrico Ardesi e Davide Trincavelli, rispettivamente secondo e quarto al traguardo Quarta piazza anche per Annalisa Ongania, mentre troviamo in gara anche Matteo Spreafico. Passando a distanze più consistenti, al Trail del Monte Soglio Alessandro Filigura e Gianluca Maggioni concludono ottimamente la loro fatica durata 60 km con 3400 m di dislivello. Per concludere, al Trofeo Jack Canali (Albavilla-Bolettone), valido come campionato provinciale di Corsa in Montagna, Roberto Antonelli si aggiudica il titolo di Campione Provinciale Fidal. Presenti in gara anche Marco Terraneo e Sergio Bernasconi. Giugno 2011 Il mese di giugno si apre con la prima edizione dell’Orobie Vertical, gara di mille metri di dislivello tra Valbondione e il rifugio Coca. Bene i Falchi in gara: Carlo Ratti brilla al secondo gradino del podio, dietro a Stefano Butti. Ottima gara anche per Enrico Ardesi (4°) e Roberto Antonelli (15°). Torniamo ora a Lecco per un altro appuntamento giovane, ma già imperdibile. Resegup! Nuovamente podio per Carlo Ratti, sul secondo gradino, e bene gli altri Falchi in gara: Enrico Mazzoleni, Gianluca Maggioni, Luca Mauri, Claudio Pizzagalli, Gianluca Paganoni, Matteo Spreafico e Alessandro Filigura. Ardesi e Bernasconi presenti invece a Domodossola (VB) alla prima prova del Campionato Italiano di Corsa in Montagna. Buona la loro prova, vista soprattutto L’ ALMANACCO 2011

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l’altissima levatura tecnica della competizione. Ardesi presente nuovamente la settimana successiva, assieme a Marco Terraneo, all’Orselina-Cardada di Locarno (Svizzera), gara del calendario Ticinese di Corsa in Montagna. Terzo gradino del podio per Enrico e seconda piazza di categoria. Nono posto di categoria invece per Terraneo. Troviamo poi Falchi in gran spolvero ad un’altra classica. Siamo ad Introbio per la Introbio-Biandino dove Carlo Ratti si aggiudica la vittoria davanti al “nuovamente presente” Ardesi. Vittoria anche per Davide Trincavelli, questa volta però sulle due ruote, mentre la consorte Annalisa Ongania non riesce a bissare il successo dello

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ASD FALCHI LECCO scorso anno, costretta a cedere di fronte ad un’Ilaria Bianchi in gran stato di forma. In gara anche altri Falchi. Tra i podisti Enrico Mazzoleni, Sergio Bernasconi, Nicola e Matteo Spreafico. Tra i ciclisti Lele Gaddi. E prima della chiusura del mese apparizione del “Picèt” Silvio Gatti alla “Gorsenigo” di Orsenigo (CO) dove coglie una grandissima vittoria come sa far lui e con gara all’arrembaggio sin dalle prime battute. In gara anche Marco Terraneo. Luglio 2011 Il mese di luglio si apre con uno splendido successo per l’ASD Falchi Lecco. Alla Molina-Rifugio Bietti gara capolavoro per i tre moschettieri Ratti, Ardesi e Trincavelli che si aggiudicano l’intero podio e candelina sulla torta con la vittoria di Annalisa Ongania nella gara femminile. In gara anche Enrico Mazzoleni, Sergio Bernasconi, Luca Ripamonti e Fabrizio Farumi. Passando a distanze più lunghe (90 km…), alla Lavaredo Ultratrail ottima gara di Alessandro Crippa, Gianluca Maggioni e Claudio Pizzagalli. Lungo week-end di gare per i Falchi invece quello tra l’8 e il 10 luglio. Si comincia il venerdì sera ad Anzano del Parco (CO), su strada, dove troviamo la coppia Bernasconi-Terraneo, su tracciato di 6 km. La sera successiva è di nuovo Terraneo in gara alla classica gara in salita tra Albavilla (Co) e l’Alpe del Vicerè. Il protagonista della serata è però il Picèt, che quando appare fa faville. Sua la gara con una prestazione da vero “Gigante”! Una vittoria che è un buon preambolo per le gare della domenica mattina. Enrico Mazzoleni si aggiudica il Check-Up del San Martino, mentre alla Moggio-Artavaggio Carlo Ratti trionfa su Filippo Ba. Enrico Ardesi coglie un ottimo terzo posto e secondo posto invece per Annalisa Ongania nella gara al femminile. In gara anche Matteo Spreafico, Marco Tavola, Luca Mauri e Gianluca Paganoni. A metà mese si corre invece il primo “Trail del Lago di Como”. Presenti Jessy Maggioni e Alessandro Filigura (fermato poi da un’infiammazione) nella 102 km e Fabrizio Farumi nella 31 km.

Al km verticale del Lagunch, altra “gran classica” del calendario, ottimo Carlo Ratti (6°), mentre in gara troviamo anche Enrico Ardesi, Sergio Bernasconi e Matteo Spreafico. Altra classica, ma dalla formula rivista, è invece l’Orobie Skyraid. Vittoria di Marco De Gasperi e Falchi presenti con Roberto Antonelli. Ancora Bernasconi in gara, a fine mese, alla “2 Run 2 Day” di Casnate con Bernate (CO): gara in “combinata” con un 5000 metri piani in pista il venerdì sera e una prova su strada il sabato sera. Buona la prova complessiva di Sergio che chiude in 13esima posizione. Folta rappresentanza di Falchi alla Pasturo-Alpe Coa. Si impone Carlo Ratti L’ ALMANACCO 2011

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davanti ad Enrico Ardesi. In gara anche Mazzoleni (11°), seguito da Marco Tavola, Matteo e Nicola Spreafico, Gianluca Paganoni, Mauro Esposito e Marco Arrigoni Neri. Nella prova in Mountain Bike, buon secondo posto di Davide Trincavelli. E poco prima della chiusura del mese, il 30 luglio, Falchi impegnati su più fronti. Seconda, splendida, piazza per Carlo Ratti alla Stralivigno e primo posto di categoria per lui. Oltreconfine, alla “Crono del Nara”, denominata “la gara più ripida del Canton Ticino”, troviamo ancora l’instancabile Bernasconi che coglierà un ottimo quarto posto di categoria. Al Giir di Mont di Premana, ritorno del presidente Ghislanzoni, nella sua prima skyrace da ammogliato. In gara anche Enrico Ardesi (costretto al ritiro per problemi fisici), Enrico Mazzoleni, Nicola Spreafico e Claudio Pizzagalli sulla distanza più breve. Infine, ma non per ultimo, all’Adamello Supertrail (160 km) settimo posto

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per Alessandro Crippa, che si conferma ormai uno dei corridori più esperti nelle gare dalle distanze estreme in montagna. Agosto 2011 “Agosto, moglie mia non ti conosco”? Può darsi… Falchi infatti in gara anche nel mese che per tradizione dovrebbe essere dedicato al riposo. Si comincia il 7 agosto con il presidente Ghislanzoni in gara a Pagnona per la classica Rampegada. Sempre il 7 Antonelli è in gara a Roncobello per la RoncobelloLaghi Gemelli, mentre alla Skrace OrtlesCevedale tra i partenti sono schierati Carlo Ratti, che però non concluderà la gara, e Claudio Pizzagalli. La settimana successiva è di nuovo Ghislanzoni a presentarsi ai nastri di partenza: siamo questa volta a Prata Camportaccio (SO) per l’altrettanto classica Prata-Pratella. Il 17 agosto il buon Roberto Antonelli difende i colori dei Falchi oltralpe, in Savoia, nella 4a prova del Manigod KV Challenge: per lui un ottimo 10° posto nel Kilometro Verticale vinto da Kilian Jornet Burgada! Il presidente dimostra gran fervore e la settimana successiva si ripresenta di nuovo in gara, assieme a Marco Tavola (“Tebol” è tornato!) al Mountain Running San Bernardo-Valle del Drogo. Ancor prima, nel giorno di ferragosto, di nuovo Roberto Antonelli in gara assieme alla new entry Jarj Alan Consoli. Entrambi gareggiano al Chilometro Verticale di Ceresole Reale (TO). Ottimo quarto posto per Antonelli e buon esordio per Yarj a cui diamo il benvenuto. Il 26 Gianluca Maggioni è al via del mi-


ASD FALCHI LECCO tico Ultra Trail del Monte Bianco, mentre il 27 al Mini Kima è in gara Fabrizio Farumi. Domenica 28 agosto rientro alle gare di Sergio “Stakanov” Bernasconi al Piede D’Oro di Cantello (VA) e gara eccezionale di Carlo Ratti, primo al traguardo nell’edizione “zero” della “Livigno Vertical Race”, davanti al Forestale Lele Manzi. Rientro alle gare anche per Francesco “Franz” Simonetta nella mezza maratona “Giro dei Laghi di Cancano”. Settembre 2011 Il mese di gare dei Falchi si apre con la prima edizione della “Piazzo Race”. Vittoria di Marco Tavola e terzo gradino per Riccardo Ghislanzoni. Il tutto senza dimenticare il “Deus Ex Machina” della gara: ovvero il maggianichese Gianluca Paganoni, che nelle prossime pagine racconterà meglio questa esperienza. Alla Skyrace della Rosetta è invece in gara Capitan Ratti che non riesce questa volta ad agguantare il podio, pur conducendo una gara di buon livello. Ad Aosta andava invece di scena la gara della Becca di Nona. Percorso modificato a causa delle condizioni meteo. Nella gara di sola salita, Robi Antonelli ha colto il 16° posto.

Sergio Bernasconi ha invece rappresentato i Falchi nella classicissima Cittiglio – Vararo, chiudendo in 15esima piazza. L’11 settembre i Falchi festeggiano invece il decennale con una gita sociale all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo, partecipando così alla 14^ Sudtirol Tre Cime Alpin. Ben 8 i Falchi in gara: Carlo, Claudio, Fabrizio, Matteo, Paga, Ricky, Tebol e il giovane neo-falco Yarj. Buona gara per tutti e, soprattutto, un bel weekend in allegria. Al Tor des Géants è di nuovo presente Giampy Crippa, questa volta forte dell’esperienza dello scorso anno. Giampy porta a termine la sua fatica durata 330 km con 24000 m D+ in 102 ore e 26 minuti, ben 22 ore in meno dello scorso anno. Per lui 18° posto finale e grandissima (e meritatissima) soddisfazone! Il 18 del mese va in scena il Trofeo Scaccabarozzi, martoriato dal maltempo. In gara tre Falchi: Jessy Maggioni Riccardo Ghislanzoni nella gara lunga (ma con percorso modificato) ed Enrico Mazzoleni nella mezza. Nella stessa giornata, ma su percorso decisamente più breve, Terraneo e Bernasconi gareggiano ad Albavilla al Giringiro del Bolettone. Quinto e sesto posto per loro e dopogara all’insegna del

pane e salame. A conclusione del mese da registrare la presenza di Terraneo e Pizzagalli, in gara serale a Dolzago, e grande e lieto ritorno per Franz Simonetta che, assieme a Nicola Spreafico, ha partecipato alla mezza maratona di Bergamo. Ottobre 2011 Como-Valmadrera e Falchi ancora presenti numerosi. Tra gli oltre 200 atleti al via troviamo infatti ben 9 falchetti con alcuni all’esordio in questa gara come Enry Ardesi e Franz Simonetta. Proprio

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ASD FALCHI LECCO Ardesi chiuderà la gara al 13mo posto e dietro Franz Simonetta, Sergio Bernasconi, Riccardo Ghislanzoni, Claudio Pizzagalli, Luca Ripamonti, Jessy Maggioni e Fabrizio Farumi. Bandiera bianca invece per Alessandro Filigura costretto al ritiro tra Terz’Alpe e Pianezzo. Nelle Orobie troviamo invece Roberto Antonelli, che si dimostra sempre più uno specialista nelle gare di km verticale. Quinta piazza per lui infatti alla prima edizione del Chilometro Verticale della Valgandino, da Cirano al Pizzo Formico. Si prosegue con una staffetta, la settimana successiva. Al Trofeo dei Presidenti da Como al Palanzone Falchi in gara con “guest-star d’eccezione”. Roberto Masciadri, in prestito dall’OSA Valmadrera, completa la terna in gara assieme a Terraneo e Bernasconi. Grande affiatamento dei tre che colgono la terza piazza nella gara vinta dal GSA Cometa davanti ai fantasiosi e suggestivi “Porci Arrapati”! Sempre nella stessa giornata è ancora staffetta: alle “Marmitte dei Giganti” di Chiavenna, rappresentanza dei Falchi con Ghislanzoni, Paganoni e Tavola. Alla Molina-Rifugio Elisa terzetto di Falchi ai piedi del podio: Enirco Ardesi, Carlo Ratti e Roberto Antonelli. In gara anche Enrico Mazzoleni e Luca Ripamonti. Di nuovo su strada e di nuovo Bernasconi. Ad Oltrona San Mamete (Trofeo Volere) troviamo Sergio in gara, mentre

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nell’inedita gara a staffetta sulle pendici del Grignone (Mountain-Bike e Corsa in Montagna), da Pasturo al Bivacco dei Comolli, è trionfo di Carlo Ratti in coppia con Matteo Valsecchi. Ancora staffette: Morbegno, Trofeo Vanoni. E riportiamo qui l’articolo integrale di Riccardo Ghislanzoni, già pubblicato sul sito web: E’ stato il GS Orobie a mettere il sigillo sulla 54^ edizione del Trofeo Vanoni. Successo maturato grazie alla eccezionale prestazione del giovane Alex Baldaccini che con un 29’03” fa registrare il 2° tempo di sempre dietro al DeGa. Dietro di lui, nella prima frazione, transitano lo sloveno Kosovelj in 29’14” e il lecchese Nicola Golinelli, all’esordio su questo percorso, in 29’56”.Dopo la seconda e la terza frazione, è proprio Francesco Della Torre del GS Orobie a tagliare per primo

il traguardo di Via Vanoni davanti alla Gran Bretagna e alla Recastello, fresca vincitrice alle Marmitte. Se impressionante è stato il crono di Baldaccini, altrettanto notevole è stata la performance di Golinelli che, su di un percorso che tutt’altro si addice alle sue caratteristiche di scalatore, è riuscito alla sua prima partecipazione morbegnese ad entrare nella “Hall of Fame” di questa manifestazione, scendendo sotto l’ambitissimo muro dei 30 minuti. Una notevole dimostrazione di forza e di concretezza in vista del Kilometro Verticale del Puig Campana di sabato 5 novembre, valido come Campionato Europeo di KV (e che chiuderà poi al 2° posto dietro Urban Zemmer e davanti a Marco De Gasperi: un podio tutto tinto d’azzurro). Un atleta magari di poche parole ma che parla soprattutto coi fatti.

In gara anche due terne di Falchi. Orfani dei cosiddetti “big”, sei atleti hanno comunque onorato la manifestazione e lo spirito di squadra che nelle staffette viene ancora più consolidato. La “Squadra A” capitanata dallo stakanovista della corsa Sergio Bernasconi ottiene la 50^ piazza, grazie anche alle prove del mai domo Tebol e del pimpante Zio della corsa in montagna. La “Squadra B” parte subito a gomiti alti col Paga, un generosissimo Luca Mauri, con un ginocchio dolorante e con un raffreddamento tipico della stagione, butta il cuore oltre l’ostacolo e Ricky chiude poco sotto i 40’: alla fine 82^ posizione e strameritata pizzetta + birretta post-gara. Secondo me lo spirito del Vanoni e delle staffette in generale può essere ben rappresentato con due istantanee di domenica. La prima è quella del GER Rancio caL’ ALMANACCO 2011

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ASD FALCHI LECCO pitanato da Golinelli (3° tempo assoluto) e che nonostante questo chiude in 101esima posizione. Senza i suoi compagni, Nicola non avrebbe però potuto partecipare alla gara… La seconda è quella di Luca Mauri che, anche se era tutt’altro che nelle condizioni per spararsi i 7 km morbegnesi, ha detto comunque “Presente!” permettendo così anche ai suoi 2 compagni di squadra di gareggiare. Due episodi così, senza tanti fronzoli e senza tante chiacchiere. In chiusura del mese grande kermesse del Trail nel Biellese. Al Trail del Monte Casto Falchi in gara con Giampy Crippa, Jessy Maggioni, Riccardo Ghislanzoni, Claudio Pizzagalli, Alessandro Filigura sulla distanza di 46 km. Sulla distanza dei 21km presenti invece Yarj Consoli e Fabrizio Farumi. Sempre il 30 ottobre, ma su strada, è invece in gara Sergio Bernasconi a Erba (CO) per il 1° Trofeo Samsara.

Ghislanzoni. E infine, per concludere la narrazione dell’anno chiudiamo come abbiamo cominciato. Maggianico-Camposecco-Maggianico. Carlo Ratti chiude al secondo posto, dietro ad uno scatenato Paolo Gotti, ma davanti al forte Emanuele Zenucchi. Roberto Antonelli chiude all’ottavo posto e poi dietro gli altri: Sergio Bernasconi, Marco Terraneo, Gianluca Paganoni, Luca Ripamonti, Riccardo Ghislanzoni, Luca Mauri, Claudio Pizzagalli, Fabrizio Farumi, Alessandro Filigura e Marco Ta-

Novembre 2011 Apre il mese il km verticale del Grignone, gara “recuperata” dopo il rinvio di agosto. Carlo Ratti è costretto a cedere il primo gradino del podio a Daniel Antonioli, mentre in gara troviamo anche Roberto Antonelli, Enrico Mazzoleni e Riccardo

www.asfalchi.it Per essere sempre aggiornati sui risultati delle gare dei Falchi visita il nostro sito web www.asfalchi.it. Il sito è sempre aggiornato con le cronache delle gare, le classifiche e le foto. Molto attivo è anche il guestbook, dove si discute dei più svariati argomenti, non solo inerenti la corsa. Molto apprezzata è la sezione delle Gare in Vetrina con i volantini e le informazioni delle gare della zona. Seguite i Falchi e il mondo della corsa in montagna su www.asfalchi.it!

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vola. Ratti è quindi campione sociale dei Falchi davanti ad Antonelli e Bernasconi. In gara anche Giordano Montanari, Emanuele Gianola e Gianluca Corti che, insieme a Taddeo Bertoldini, difenderanno i colori dei Falchi nella prossima stagione. E chiudiamo così anche quest’anno il nostro racconto. Sperando di non avere dimenticato nessuno e di non avervi annoiato vi salutiamo e vi rimandiamo al prossimo anno, per una nuova cronaca di una stagione altrettanto entusiasmante. Arrivederci!!


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I PODI DELL’ ANNO I principali successi degli atleti dell’ASD Falchi Lecco da novembre 2010 a novembre 2011

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UN ANNO DI CORSE

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La seconda edizione del Trofeo Adelfio Spreafico, la gita sociale e i racconti di tante gare dell’anno

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Foto: Michele

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2° TROFEO ADELFIO SPREAFICO Secondo appuntamento per la gara in ricordo di Adelfio

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n anno passa velocemente ed eccoci di nuovo tutti quanti alla vigilia del 2° Trofeo Adelfio Spreafico. Che poi forse sarebbe da considerare come prima edizione effettiva, assegnando alla precedente la nomea e dignità di “Edizione Zero”, da conservare negli annali della memoria. Ma non divaghiamo. Per noi l’appuntamento è davvero importante. Dopo la buona riuscita dell’anno precedente l’obiettivo è quello di ripetersi. Ansia da prestazione? Ma no, non esageriamo. Però un po’ di aspettative ci sono. Si parte bene. La macchina organizzativa è ben oliata, si fa tesoro dell’esperienza: purtroppo però quest’anno il calendario non è molto favorevole. Lo slittamento della data prevista, ad maioris causa, fa cadere il Trofeo Adelfio in una domenica ricca di gare; alcune nuove e altre ormai

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storiche. Ma si accetta la scommessa e nelle settimane precedenti fervono i preparativi e il clima organizzativo è decisamente più compatto ed esperto. Si arriva così alla mattina della gara, con ritrovo a Versasio, proprio davanti al bar del “Boles”. E’ tutto pronto e già cominciano ad arrivare i primi concorrenti. Il parcheggio si riempie e in breve al tavolo delle iscrizioni la gente è numerosa. Tra noi Falchi ci si divide un po’ i compiti. Alcuni correranno, atlri faranno parte della macchina organizzativa. Altri ancora...entrambe le cose. A malincuore tra i partenti mancherà Carlo Ratti, presente però alla partenza. Motivo semplice e giustifica validissima: è imminente l’arrivo della piccola Letizia e il papà è in stato di allerta. Io comincio a salire in funivia, faccio parte del gruppo di supporto all’arrivo assieme a Matteo (Spreafico), Fabio (Bartoloni)

e agli altri volontari. In breve allestiamo la zona e ci posizioniamo in attesa della partenza.


ASD FALCHI LECCO Finalmente il dado è tratto. I concorrenti sono partiti. I cronometristi sono pronti, mentre io e Fabio, cartellino alla mano, siamo pronti ad annotare i pettorali dei concorrenti all’arrivo. Il tempo passa in fretta, e mentre si fanno i primi pronostici ci raggiungono anche gli altri Falchi, in servizio alla partenza e saliti anche loro in funivia. Mentre parliamo ecco il primo concorrente. In discesa veloce una maglia verde. E’ Filippo Ba al comando. Con un’ottima gara in salita ha staccato gli inseguitori e si invola al traguardo. Ma la seconda e terza piazza sono tutte per i Falchi. Ardesi e Trincavelli piombano come due caccia in discesa, per poi giungere al traguardo

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ASD FALCHI LECCO appaiati. Quarto gradino è per Roberto Antonelli, anche lui protagonista di una bellissima gara. Poi ancora Enrico Mazzoleni e via via gli altri Falchi e concorrenti che cominciano a sussegguirsi in plotoni compatti. Di fatto io e Fabio cominciamo a.....dare i numeri.....In fretta e furia annotiamo, trafelati, i transiti all’arrivo fino agli ultimi drappelli di corridori. Alla fine conteremo 195 arrivati, grandissimo risultato a livello di partecipazione e grande soddisfazione. La giornata è bella e soleggiata. Sotto l’abile regia del Trinca si procede con la premiazione, sorteggio dei premi e con un bel salame “fuori misura” che andrà in palio a chi ne indovinerà la lunghezza. La gara è conclusa. E’ andato tutto bene, il buon Adelfio si sarà divertito di sicuro. Alcuni cominciano a scendere, altri si fermano per trascorrere la limpida giornata ai Piani D’Erna. Il saluto è per il prossimo anno, mercoledì 25 aprile 2012, per la terza edizione. Ancora Falchi, ancora Trofeo Spreafico....da segnare sul calendario!


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IL GIMS E IL TROFEO SPREAFICO Programma sicurezza alimentare 2011

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l GIMS (Gruppo di Impegno Missionario di San Giovanni) continua con generosità a sostenere le iniziative delle “Figlie di Sant’Anna” in Eritrea. Dalla costruzione di una nuova scuola, alla realizzazione di forni mogogò (come quelli costruiti lo scorso anno con i proventi del 1° Trofeo Adelfio) e di fontane, fino all’acquisto di caprette da latte per le persone gravemente malnutrite. E una fontana in particolare merita una menzione: quella su cui compare la targa in memoria di Adelfio, che anche in quelle zone ha lasciato un solco indelebile nel cuore delle persone. I soldi raccolti con le iscrizioni del 2° Trofeo Adelfio Spreafico e le offerte raccolte con la simpatica iniziativa “Indovina la misura misteriosa (del salame)” hanno contribuito a finanziare in particolare il Programma di Sicurezza Alimentare. Ma vediamo meglio di che cosa si tratta attraverso le parole delle suore impegnate in Eritrea. “Il Programma Sicurezza Alimentare è un sogno ambizioso, che coltiviamo testardamente, una porta aperta verso un futuro di speranza. Sarebbe rimasto tutto solo un sogno se non avessimo incontrato voi sul nostro cammino. La vostra solidarietà ci trasmette una carica indescrivibile: nella nostra situazione, in cui ci sentiamo psicologicamente (e talvolta lo siamo anche fisicamente) smarrite nel deserto, voi siete un’oasi per tutti noi, dove poterci riposare e abbeverare, prima di riprendere il nostro cammino. Come dice la nostra amata fondatrice Beata Rosa Gattorno, voi ci permettete di tirare fuori dal nostro sangue l’oro da dare ai poveri. E’ questo il terzo anno che affrontiamo il problema della malnutrizione che, complice le avverse condizioni climatiche, tende a peggiorare. A gennaio abbiamo iniziato con 320 nuovi bambini, portando così a 990 il totale dei bambini trattati nel triennio, nei villaggi in cui più forti sono stati gli effetti della scarsità delle L’ ALMANACCO 2011

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ASD FALCHI LECCO piogge, ovvero Abo, Tokonda e Zaghir. Al termine del semestre la maggior parte è stata dimessa e, come in passato, man mano che un bambino lasciava, un altro ne prendeva il posto”. Come si è svolto il programma? “I bambini che soffrono di grave malnutrizione sono stati seguiti intensivamente facendo un controllo settimanale e dando loro solo la razione della settimana, poiché questo permette di darla tutta solo al bambino interessato cercando che non venga condivisa con i membri della famiglia, affamati pure loro. Per i bambini che soffrono di lieve malnutrizione, è stato fatto un controllo mensile di peso e altezza, dando loro la razione mensile. In ambulatorio è stata inoltre data alle mamme, quando venivano per il controllo del peso dei loro bambini, una formazione continua riguardo la corretta nutrizione, l’igiene e le malattie infantili. I bambini rimangono affezionati a noi e quando ci vedono passare o andiamo a visitare le scuole materne, ci corrono dietro e ci abbracciano. Questo è davvero commovente e ci incoraggia a continuare nella nostra opera a favore dei piccoli sofferenti”. Ecco la testimonianza di una mamma: “Mia figlia soffriva molto a causa della malnutrizione e siamo ritornate all’am-

bulatorio per 5 mesi. All’inizio quando la portavo qui era sempre stanca, aveva gonfiori, non riusciva ad alzarsi, piangeva sempre, ma adesso, dopo 5 mesi di intense cure, è guarita. Ha cominciato a correre, ride sempre ed è felice, ha cominciato a mangiare da sola, gioca, ecc. Ora ho notato un notevole miglioramento e ringrazio il Signore, le suore e i benefattori che non ho perso mia figlia”. Ed ora? “Il programma non si è esaurito, perché all’ambulatorio continuano ad arrivare bambini malnutriti. La siccità ha colpito l’Eritrea a “macchia di leopardo” e, dove non ha piovuto, non c’è speranza di raccolto. Sibiraso, a 25 chilometri da Tokonda è, come ormai consuetudine degli ultimi anni, la zona più colpita dalla siccità. Purtroppo, anche quest’anno, tutto quello che i contadini hanno seminato e visto germogliare, lo hanno successivamente visto bruciare. Il pessimismo sta avanzando inesorabilmente, la gente è sempre più debole e noi suore siamo preoccupate perché possiamo aiutare solo una parte di chi ha bisogno. Strappa il cuore sentire parlare i contadini quando dicono che i prossimi raccolti saranno scarsi ma, allo stesso tempo, si rimettono nelle mani di Dio, facendoci sentire parole di speranza: ”Guardate gli uccelli dell’aria, non seminano e non rac-

colgono, i gigli del campo non tessono e non filano, eppure nessuno è più bello di loro. Perché vi preoccupate di quel che mangerete, quando Io sono con voi?”. Come avrete potuto intuire leggendo queste poche righe, ci è impossibile chiudere gli occhi di fronte alle mani tese verso di noi di un bambino che domani potrebbe non esserci più e che, quindi, è oggi nostro dovere salvare. Salvarlo vuol dire nutrirlo, accompagnarlo nel suo cammino di crescita, stargli vicino con continuità, fargli sentire il nostro affetto e rassicurarlo che non resterà mai solo. E noi continuiamo a chiedere a voi di non lasciarci sole in questo compito”.

G.I.M.S. - GRUPPO IMPEGNO MISSIONARIO S. GIOVANNI Via Agliati 4 - 23900 LECCO C/O CREDITO VALTELLINESE SEDE DI LECCO IBAN IT 98 T 05216 22900 000000034417

(Ringraziamo Betti Ghislanzoni per il tanto materiale fornito sui progetti sostenuti dal GIMS).

Sguardi di bambini. Anche se non vi possono parlare, siamo sicure che riuscirete ad ascoltare il silenzioso grazie che traspare dalla luce dei loro occhi.


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PIAZZORACE Prima edizione...”Un nome che suonava bene in testa..” Di Gianluca Paganoni

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iazzorace, una parola che mi è subito suonata bene in testa. Tutto comincia così. Una sera, tra el ciaar el fosc, mentre corricchio per le vie di Maggianico incontro “Ice”(si legge ice non ais), uno degli infaticabili organizzatori della Festa Rionale del paese. Mi lancia la proposta: “Paga, ci dai una mano a organizzare una corsetta senza tante pretese per la Festa Rionale di settembre?”. Penso d'aver impiegato meno di un secondo per rispondere sì. So bene il mazzo che si fanno questi ragazzotti per migliorare di anno in anno la festa del paese quindi mi sembrava il minimo dar loro una mano. Si trattava di studiare un percorso “tranquillo”, alla portata di tutti; la finalità era quella di far

correre soprattutto i ragazzini. E così è stato. Giro da 4,5 km circa, con partenza dalla piazza della Chiesa, salita nel bosco col sentiero n°28, poi sentiero Rotary fino alle baite di Piazzo (mt.507), quindi discesa col sentiero n°29 per arrivare infine in Oratorio. Tutto è andato per il verso giusto nonostante il tempo non fosse dei migliori. Una cinquantina di iscritti, tra cui 7 bimbi nati dopo il 2000, tanta allegria, percorso perfetto ma anche gara vera vinta dal nostro Tebol. Ringrazio tutti quelli

che mi hanno aiutato nel rendere possibile la Piazzorace e, ovviamente, chi ha gareggiato anche se, ribadisco, il grande merito va agli organizzatori della Festa Rionale di Maggianico. Ora il pensiero va all'anno prossimo: ci sarà una seconda edizione? Margini di miglioramento sicuramente ce ne sono, vedarem... Adesso vi saluto con un auspicio: rivedere nel 2012 quei 7 bimbi con un anno in più, accompagnati magari dalle loro mamme, dai loro papà, dai loro fratelli e dai loro amici...

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I FALCHI ALLE TRE CIME La gita del decennale!!! Di Riccardo Ghislanzoni

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er festeggiare il decennale del gruppo, i Falchi hanno organizzato una bella gita con tanto di gara nella bella Val Pusteria. Gita in compagnia di famiglie e di amici per un week-end all’insegna dello sport e del divertimento.

Partenza nella mattinata di sabato da Lecco con tanto di pullman, come si addice ad una gita sociale seria, fermata

conviviale per stuzzicare l’appetito in una piazzola di sosta di Bressanone a base di pane e salame, accompagnati da un fresco


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Cartizze. Ottimo soggiorno in un albergo in centro a Sesto.

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e Tre Cime di Lavaredo sono lo splendido scenario naturale che ripaga le fatiche degli atleti che tagliano il traguardo della Südtirol Tre Cime Alpin, da Sesto al Rifugio Locatelli (2405 m), dopo 17,5 km e 1350 m di dislivello positivo. E il Rifugio Locatelli, ai piedi delle mitiche pareti nord delle Tre Cime, è anche il punto ideale per parenti e amici per farsi una bella passeggiata, per fare il tifo agli atleti e per gustarsi gli ultimi metri di gara.

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lla domenica mattina, tra i 900 atleti che partono da Sesto, ci sono anche 8 Falchi: Carlo, Claudio, Fabrizio, Matteo, Paga, Ricky, Tebol e il giovane neo-falco Yarj. Insieme a loro anche i due compagni di trasferta Viviana e Luca, giovani e promettenti atleti dell’OSA Valmadrera.

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l tempo di farsi una bella doccia e mettere ancora qualcosa nello stomaco, una bella birretta fresca ed ecco la “curiera” pronta a riportarci su “quel ramo del lago di Como”.

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ita sicuramente da ripetere: bella gara, luoghi stupendi, compagnia ottima e un doveroso ringraziamento alla generosità di Sandro Morganti.

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er tutti c’è la grande soddisfazione di tagliare il traguardo e di gustarsi lo spettacolo di questo splendido angolo di Dolomiti. Abbondante ristoro all’arrivo e poi lunga discesa per rientrare a Sesto. L’ ALMANACCO 2011

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RESEG-UP!

Il racconto della gara, ma anche un...”discorso serio”! Di Luca Mauri

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ara di casa organizzata magistralmente dagli amici della 2Slow. Che

dire? Mi sono iscritto alla seconda edizione perché avevo un “conto in sospeso” con l’edizione precedente visto che ero arrivato a malapena alla Bedoletta solo perché c’era Monica ad aspettarmi… Comunque ho onorato la sua presenza a conati di vomito e parolacce, non male direi!! Quest’anno è andata come mi aspettavo, l’ho finita in poco più di 3 ore ma, se questo era l’aspetto predominante che mi frullava nella testa lo scorso anno, ora ho imparato a vedere le cose in modo diverso. Porca vacca mi tocca fare un discorso serio… (per uno a cui piace dire sempre un sacco di stupidate è tutto dire!). Perché uno decide di correre o fare uno sport di fatica? Ognuno di noi ha un suo perché e probabilmente è diverso da quel-

lo degli altri. Io ho corso in tutti questi anni pensando di poter diventare un uomo migliore, in realtà mi sono accorto che correvo per dimostrarmi qualcosa, ero in competizione con me stesso… La corsa in montagna, e ancora prima l’arrampicata e l’alpinismo, non li ho vissuti mai come competizione verso altre persone, ero alla ricerca dei miei limiti. E’ stato come se fare tutte queste fatiche fosse una specie di espiazione del mio essere. Anche oggi quando decido di intraprendere qualcosa cerco sempre di fare il massimo possibile ma forse ora c’è la consapevolezza di sapere che è stato ed è tuttora un passaggio. So cosa posso fare e che tempi posso ottenere se mi alleno ed impegno, ma l’aspetto competitivo è in secondo piano, forse sono un po’ più in pace con me stesso…. Quindi se ripenso alla Reseg-up vedo l’ap-

prensione e la fatica degli organizzatori, i dubbi di chi non sa se riuscirà a finirla, il sorriso di Monica che con pazienza era ancora alla Bedoletta a fare assistenza sotto l’acqua insieme a Roberta ed Alida, gli amici sul percorso e le cazzate che comunque riusciamo a sparare anche nel gruppo in gara, ma le 3 ore che ho impiegato non raccontano nulla di tutto ciò, non sono che la crosta del significato, non sono più importanti di tutto questo. Quello che rimane veramente lo si vede negli occhi di tutti quelli che hanno tagliato il traguardo o hanno anche solo provato a tagliarlo, agli organizzatori e alle persone che ci vogliono bene. Tanta gente afferma che le persone che vanno in montagna sono “migliori” rispetto alle altre, io credo che un pirla rimane tale anche a 8000 metri, la differenza la fa il cuore. Un uomo lo si vede, lo si capisce,


ASD FALCHI LECCO lo si valuta dal cuore non dal tempo impiegato a fare una gara. Un atleta lo si valuta dai risultati, quindi rimangono le classifiche, i tempi, le premiazioni… niente di male per carità!! E’ come quando arrivi in vetta ad una montagna… il piacere di un’ora sulla cima svanisce in fretta, lo sforzo per la vetta è ciò che resta vivo! Questa mia memoria non vuole affatto gettare scredito sul mondo delle gare e sui campioni che gareggiano, atleti e tempi assolutamente inavvicinabili per il sottoscritto, quindi massimo rispetto ed ammirazione, vuole essere solo un punto di vista personale su circa otto anni di gare. Mi ritengo veramente fortunato di aver potuto vivere delle così belle esperienze e sensazioni insieme ad un gruppo di gente a suo modo speciale. E come di solito usiamo dire… CHE NON MANCHINO MAI VITTORIE E F…E!!


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14a Como-Valmadrera 3° Trofeo Antonio Rusconi a.m. Di Luca e Donatella

Rallento e mi prefiggo dei traguardi da raggiungere…Canzo, Gajum, il rifugio Terz’alpe, il rifugio SEV. La stanchezza aumenta lentamente ma non voglio pensare ad un ritiro. Penso così a tutte quelle persone che ogni giorno lottano solo per scendere da un letto d’ospedale. Allora mi accorgo che sono qui per divertirmi e che la mia fatica è nulla al confonto. Penso a mia moglie che mi sta aspettando e che devo raggiungere. Alla fine dell’ultima salita incontro l’amico Carlo Santini che mi accompagnerà, sostenendomi moralmente,

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distanza di un anno siamo ancora qui alla partenza di questa bellissima gara per ricordare Antonio. A distanza di un anno sono ancora qui alla partenza da novello sposo. Sono rientrato solo due giorni fa dal viaggio di nozze ma, nonostante il poco allenamento, ci tenevo a esserci. Anche per ricordare Antonio. In queste due ultime settimane ho avuto l’occasione di leggere il libro “IL GRANDE ALPINISMO INVERNALE” e così ho avuto modo di conoscere ancora di più l’uomo che era Antonio. All’arrivo ad aspettarmi c’è mia moglie Donatella. La giornata è splendida ed è previsto un gran caldo. Parto al mio solito passo e, dopo un’ora e mezza, mi sembra di essere già alla frutta.

sino al rifugio SEV. Per qualche minuto indosso il mio k-way per riparare il mio stomaco un po’ malandato. La discesa sino al traguardo è poco più che una passeggiata veloce ma in qualche modo riesco ad arrivare a Valmadrera accolto da mia moglie Donatella. Il crono segna poco sotto le 5 ore ma non importa. L’importante era esserci. L’importante era vivere di nuovo quelle emozioni che ogni anno viviamo noi tutti partecipanti nel correre e… correndo volgere lo sguardo al Cielo e dire CIAO ANTONIO! ANCHE OGGI SEI QUI CON NOI! A distanza di un anno ho avuto il desiderio di scrivere ancora di questa gara. In quest’anno per me molto speciale, voglio ringraziare tutti gli amici che mi sono stati sempre vicini nei momenti difficili.


ASD FALCHI LECCO Sono stati tanti i momenti in cui anche una semplice telefonata o un sorriso hanno alleviato le preoccupazioni di quest’anno. Grazie a tutti per questo perché insieme si può fare molto. Grazie per averci accompagnato fino al 17 settembre! Giorno del nostro matrimonio! (Altimetria: http://www.podismobrianza. netsons.org)

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IL MIO PRIMO TRAIL:

GORREI Di Carlo Proserpio

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ky-race, sky-marathon, corse in montagna, eco-maratone, maratone, mezze maratone, campestri, 10mila, 5mila e le mitiche tapasciate: credo di averle provate tutte. Versatilità?? No… più che altro il semplice piacere di correre per stare bene con se stessi a prescindere dal tipo di corsa. Tra

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tutte le varie specialità quelle che negli ultimi anni mi affascinano di più sono le distanze medio-lunghe (30-60 km) in contesti naturali. Non che ci sia particolarmente portato o predisposto: son comunque da mezza classifica a prescindere dal tipo di corsa. Nell’inverno del 2010 leggo (anche dalle pagine di

questo almanacco) racconti entusiastici di gare per me sconosciute: i Trail. Non so bene cosa siano ma gli ingredienti mi sembrano quelli buoni: distanze lunghe, contesti naturali e selvaggi, essenzialità, spirito di avventura condivisa, rispetto della natura e degli altri. Ho deciso: nel 2011 voglio fare un Trail. Conto di approfittare del periodo invernale per prepararmi meglio. Infatti in inverno abbandono il mio quotidiano ciclopendolarismo Merate-Bovisa-Merate: in bici è già ad alto rischio con la luce del sole, farlo d’inverno al buio sarebbe un tentato suicidio e lo sostituisco con un più allenante treno-running. Ovvero MerateSesto San Giovanni in treno e Sesto San Giovanni–Bovisa di corsa. Saranno 6/7 Km (alcuni per le non bellissime vie di Sesto ma buona parte nel bel Parco Nord Milano): non tanti ma riesco a farli quasi quotidianamente. Una buona soluzione


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che mi permette di ottimizzare i tempi di spostamento e di allenarmi. E poi quella sensazione di iniziare il lavoro consapevole che comunque vada la giornata, qualcosa di buono l’hai già fatto: impagabile!! Durante l’inverno ho inoltre pianificato di fare un po’ di più il papà: sarò a casa in congedo parentale un giorno in settimana. A parte la busta paga più leggera (ma chi è abituato a prenderne pochi ha imparato comunque ad accontentarsi: tiri un po’ giù il riscaldamento, qualche bistecca in

meno e il gioco è fatto!). Quindi oltre a essere stato di più con i bimbi sono riuscito ad infilare qualche lungo tra i bei sentieri dietro casa: Parco del Curone e del San Genesio. Cosa voglio di più dalla vita?

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rrivo a Febbraio in buone condizioni e curioso tra i calendari delle gare Trail, ne trovo una che mi ispira: 46 km con 2000 m D+, si chiama Trail dei Gorrei e si corre il 3 Aprile nella zona di Ovada, confine Piemonte-Liguria. Mi iscrivo! Venerdì sera carico la famiglia e partia-

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ASD FALCHI LECCO mo con il camper dei suoceri. Passiamo il sabato tra le colline del Monferrato e visitiamo Acquiterme. Ne approfitto per recuperare il materiale obbligatorio che ancora mi manca per la gara: in un alimentari qualche barretta e in un negozio di giocattoli il fischietto, mi rendo conto che serve anche un cellulare… che io non ho! Lo chiedo in prestito a mia moglie che quando scopre che devo correre con fischietto, cellulare, borraccia, cibo, telo termico, giacca mi piglia non poco per il culo e un po’ si preoccupa: “ma vai a fare una corsa oppure una gara di sopravvivenza? Vedi di tornare intero!” le sue (amorevoli) parole! Il Sabato sera arriviamo al luogo di partenza: Moretti di Ponzone. E qui scopro la dimensione umana del Trail dei Gorrei: Nando. Lo trovo in piazza indaffarato negli ultimi preparativi e nonostante l’orario del ritiro pettorali è passato da un pezzo mi riapre il locale, mi consegna il pettorale, mi dà il benvenuto, scambiamo due parole, capisce che sono un novello e dispensa qualche buon consiglio. Grazie Nando: uno così se non ci fosse bisognerebbe inventarlo! Cenetta in camper e via a nanna. Per

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l’occasione mi è concessa la notte nella cuccetta singola: mi sveglierò solo 2/3 volte per raccogliere quei bruchi delle 2 bambine che rotolano continuamente giù dal letto, almeno mi sono evitato le altre 3/4 sveglie per quella peste del loro fratello. La mattina colazione e ultimi preparativi: sono un po’ nervoso, preoccupato dal fatto di non aver mai corso con un marsupio e dal sole che nonostante siano solo le 7 è già particolarmente caldo. Ma ormai ci siamo: si parte. Siamo in circa 300: di cui

200 per il giro corto da 26 km, i restanti per la 46 km. Poche centinaia di metri su asfalto e via nel sentiero: i primi son fenomeni veri e li perdo subito di vista. Ci sono poi i fenomeni improvvisati che partono a tutta: sorpassi e numeri da circo salvo poi trovarli qualche km più avanti belli inchiodati e sbuffosi. Trail o mica Trail a qualcuno il pettorale fa davvero male alla salute.


ASD FALCHI LECCO ro: è ripida ma provo comunque a correrla e ci riesco pure bene. Lo staff gentilissimo mi incita: dalla maglietta dei Falchi leggono che sono di Lecco “bella: lì ci sono le Grigne, dai che sei sedicesimo e quelli davanti sono bolliti” mi dicono. Riparto con la conferma di essere in una posizione di classifica per me insperata: devo ammetterlo mi emoziono!

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o cerco di prendere il mio ritmo: 46 km non sono pochi, meglio non esagerare. Il percorso è anomalo perché dopo pochi km c’è una lunga discesa, corro sciolto senza esagerare ma con la massima attenzione: le mie caviglie non sono molto affidabili. Mi sento bene: battiti bassi (ci mancherebbe: siamo in discesa!), sudo poco e sono bello concentrato. Inizia la salita: in breve molti atleti sono al passo, io preferisco correre, forse è più dispendioso e meno redditizio ma so di imballarmi di meno. Funziona! Il ritmo è buono e anche nei tratti più ripidi non mollo. Supero parecchie persone. So che non sto forzando quindi decido di continuare così per tutta la salita. Discesa con qualche passaggio tecnico e primo ristoro. Tra i consigli mi ricordo quello di alimentasi bene: mi fermo alcuni minuti per mangiare e bere a dovere. In molti mi passano ma sono sicuro di aver speso bene quel tempo.

Riparto, il paesaggio è bello: si alternano tratti brulli, esposti e senza alberi (mi sembra di essere sulla Luna) a boschi umidi con attraversamenti di torrenti dove i colori e profumi della primavera iniziano a farsi largo.

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rima del secondo ristoro raggiungo la prima donna della gara breve. Sono un po’ perplesso perché solitamente le prime donne le vedo solo per i primi km… in questo caso sto superando la prima della gara breve mentre io sono in gara sulla lunga. Al momento penso che evidentemente le donne da queste parti sono meno bioniche di quelle lecchesi oppure io sono in particolare forma (o entrambe le cose?). Quando la strada spiana mi rendo conto di riuscire a spingere bene, in breve siamo al bivio: breve a destra, lunga a sinistra. Mi trovo solo per molti km, cosa che a me piace da maledetti. E poi il percorso è davvero bello: si alternano salite (mai lunghissime e ripide), discese pulite e traversi anche veloci… insomma percorso corribile. In un punto perdo leggermente il sentiero ma riesco subito a riprenderlo: bisogna tenere gli occhi ben aperti perché in alcuni tratti la traccia non è evidente. Le segnalazioni aiutano ma bisogna saperle vedere: anche questo è parte del Trail.. e mi piace!

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upero qualche altro atleta e arrivo ad una bella rampa che precede un risto-

oco dopo riprendo quattro atleti un po’ in crisi, sul successivo traverso altri due: molti pagano la giornata terribilmente calda. Ho finito l’acqua proprio quando incrocio uno dello staff. Mi dice che poco avanti c’è una pozza: “bevi pure: l’acqua è buona, qui oltre a voi non c’è niente e nessuno per km!”. Credo che in quella situazione sia stato il dono più bello: fresca e buona. Riparto: quella pozza è una delle immagini più bella che ho di questa avventura. Ora c’è la salita finale: pendenze e km nelle gambe non mi permettono più di correre. Butto giù il testone e salgo gobbo di un buon passo… non sopporto questa posizione ma tengo duro. A metà salita incontro un altro atleta: la faccia non è delle più belle (difficile trovarne di belle in queste situazioni) ma vedo che è ben assistito dallo staff. Prima dell’ultimo strappo la salita molla e torno a correre: oggi non mi ferma nessuno! Ultimo strappo camminando e sono in cima: da qui all’arrivo mancano 5 km. C’è un ultimo ristoro dove mi comunicano che sono nono. Prendo un gel e via! Nel finale intravedo l’atleta che mi precede, lui rilancia per non farsi raggiungere e io sono soddisfatto della mia prestazione: arriverà pochi secondi davanti a me.

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hiudo nono in 5h e 38 minuti, a quasi un’ora dal vincitore: il forte valdostano Giuliano Cavallo seguito da Valentino Tancini e Pablo Barnes. A fine giornata oltre alla soddisfazione personale sono anche orgoglioso di portare la casacca dei Falchi sul palco. Anch’esso in stile trail: spartano e senza fronzoli. Foto: Carlo Proserpio e www.acquirunners.it/

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LA MIA ELISA DI Enrico Mazzoleni

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e mia moglie Emanuela dovesse leggere il titolo di questo mio articolo… penserebbe sicuramente molto male, ma come voi runners ben potete immaginare, mi riferisco alla gara di corsa in montagna, che si è disputata il giorno 9 ottobre con partenza dalla frazione di Molina a Mandello del Lario ed arrivo al rifugio Elisa a quota 1515 metri. L’edizione di quest’anno ha registrato la partecipazione di ben 124 atleti. Si è svolta in una “fresca” giornata, 10 °C al via alle ore 9, ma baciata sul tratto finale da uno splendido sole autunnale. Tanto per cominciare direi che si potrebbe intitolare “l’edizione dei tempi record”; infatti miglior tempo di sempre sia in campo maschile, dove ha trionfato con il crono di 51’ 14” il lecchese Nicola Golinelli del team Ger Rancio, che in quello femminile, dove si è imposta Ilaria Bianchi del Team Valcamonica che ha stoppato le lancette dell’orologio in 1h 04’ 35”. Noi Falchi di Lecco poi, come squadra, abbiamo portato a casa il 16° Trofeo Evangelista Ferrario destinato alla 1° società classificata; mi permetto di dire che “siamo troppo forti!” perché è il terzo

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anno consecutivo che otteniamo questo risultato. Anch’ io mi sono preso una piccola soddisfazione classificandomi in tredicesima posizione assoluta e realizzando il mio record personale di 1h 03’ 07”. Eh sì, perché questa è stata la mia quarta partecipazione alla gara ed il mio miglior tempo risaliva all’edizione del 2009 quando impiegai 1h 05’ 16” a percorrere

gli 8,2 km del tracciato. Allora mi sono chiesto come avevo fatto ad abbassare il tempo di ben due minuti, che potevano essere ancora di più se fossi rimasto più concentrato nella parte finale della gara. In effetti mi sono un po’ troppo rilassato quando ho incontrato due tifosi d’eccezione, i nostri compagni di squadra Lele e Mauro, appostati a L’Aser, noto passaggio del per-


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corso posto a pochi minuti dall’arrivo. Sono certo che il buon allenamento è stato un fattore determinante per compiere questo miglioramento. Però, penso che il motivo principale, essendo da poco diventato papà, sia stato il pensiero che dovevo tornare a casa il più presto possibile per prendere in braccio Pietro, il mio piccolissimo campione! In realtà, da quando è nato lui, è sempre meno il tempo a disposizione per allenamenti e gare. Perciò, sono sicuro che le mie prestazioni sono migliorate in questo periodo perché cerco di correre sempre più veloce per poter passare più ore in sua compagnia. Così il vederlo crescere giorno dopo giorno mi dà una forte ed indescrivibile carica ed iniezione di fiducia. L’ ALMANACCO 2011

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MONTE CASTO La festa del Trail Di Riccardo Ghislanzoni

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in arte Davide Van de Sfroos, per introdurre il racconto di una bellissima giornata trascorsa insieme a tanti amici con la passione per il Trail. Una domenica di fine ottobre cominciata molto presto, anzi direi molto prestissimo… ah no, non si dice. Fatto sta che alle 3.15 c’è il i permetto di scomodare un ritrovo a Montevecchia, destinacerto Davide Bernasconi, zione Andorno Micca, Biellese,

E la curiera che la va sö e giò e l’autista che na po piö e la sciura cunt i bei tèt e la düneta c’ha sbaglià’l biglièt. Sempru la solita tiritera... Töcc in sö la curiera.

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Piemonte, Italia. Ad attenderci c’è già l’autista con il pullman, o meglio, la “curiera” (se no che c’azzeccava l’introduzione?!), con il motore acceso. In pochi minuti ecco arrivare i compagni di trasferta, tanti Falchi e gli amici di PodismoBrianza. Le 3.30 non sono ancora scoccate che già si

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Poco prima di mezzodì arriva il primo falco Giampy Crippa, che entra nella Top20. Dopo un po’ arriva anche Jessy, il sottoscritto, il Pizza e Ale Filigura. All’arrivo ci sono già Fabry Farumi e Yarj, in gara nella 21 km. Monte Casto: la Festa del Trail. Ma cosa c’entra il titolo? Di soliE sì, perché to, dopo l’arrivo, ci sono sempre parte c’è anche una seconda curiera, i soliti “riti”: doccia, pàblic relee, nella prima sosta ad quella veneta, a ranghi un po’ più scion (ovvero si scambiano quatAgrate, i posti rimasti vuoti dei 54 ridotti. Abbiamo poi tutto il tempo tro chiacchiere con i “compagni di disponibili vengono riempiti da- necessario per ritirare il pettorale e fatica”) e pasta-party con le gamgli assonnati bergamaschi dell’IZ fare colazione. be sotto il tavolo. Una prima peSkyrunning. Ore 7.00: oltre 350 trailer sono al culiarità del Casto è che, oltre alla Sosta veloce ad Arluno ma il neo- via della gara di 46 km e 2300 m “festa del carboidrato”, c’è anche falco Yarj è stato tradito dal pas- D+. Percorso davvero bello, im- la “festa del luppolo”, nel senso saggio all’ora solare ed è rimasto preziosito da una giornata di sole che la Menabrea, nota produttrice in branda. Ci raggiungerà più tar- incredibile. Strade sterrate e sen- Biellese di birra, è tra gli sponsor di. tieri molto corribili ma anche bo- della gara e mette a disposizione schi di faggio e panorami spettaco- degli assetati atleti birra alla spina Ore 5.45: entrata trionfale della lari. Ristori ben forniti e tracciato illimitata e gratuita! curiera lombarda in zona partenza. segnato alla grande. Forse anche solo questo basterebbe

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a rallegrare l’ambiente già di per sé molto gioviale. Comunque, dopo aver riempito lo stomaco ed aver placato la sete, ci sono le solite premiazioni. Al termine ci si saluta e ci si dà l’appuntamento all’anno prossimo. Seee, questo in una gara “normale” ma non qui. O almeno non subito.

pane e salame, formaggio, poi arrivano birre, birre Menabrea Doppio Malto 7.5°, vino rosso, grappa, caffè, prosecco offerto dagli amici della curiera veneta, in ordine più o meno sparso. Gli esperti nutrizionisti si straccerebbero le vesti nel vedere tutto questo… D’altronde è risaputo: l’alimentazione è fondamentale. Il Giampy, ogni volta che lo guardi, è lì che fa andare la bocca. Il Jessy, ogni volta che lo guardi, è lì che sorseggia un bicchiere e inParafrasando Fabri Fibra, tavola discorsi con apparente conora “parte la festa, festa, fe- vinzione. sta, festa, festa, la festaaa” (e non la testa). E già, perché, Comunque è proprio una vera fedal ventre della curiera esco- sta, tra brindisi, canti e tante grasse no salami nostrani lecchesi, risate. formaggelle bergamasche e Ma come tutte le feste, anche quebuon vino. Ora comincia il sta finisce. E lì ad aspettarci, nel bello. parcheggio, c’è il nostro fedele “dinosauro di lamiera” che ci riEd ecco che i tavoli che hanno porterà a casa, stanchi ma felici. ospitato il pasta-party si rianimano con bocche affamate di Ma varda che atmusfera... “atleti” che addentano ingorde Tücc in sö la curiera! L’ ALMANACCO 2011

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LAVAREDO ULTRA TRAIL 2011 Di Claudio Pizzagalli

LUT, Lavaredo Ultra Trail, una gara particolare attorno alle Tre Cime di Lavaredo, nel cuore delle Dolomiti. Circa 87 km con un dislivello positivo di 5300 metri, con partenza da Auronzo di Cadore allo scoccare della mezzanotte di venerdì 1 luglio. Prima di immergerci nel clima della gara ci attendono ben 5 ore di viaggio in macchina dalla Brianza. In questa “trasferta” siamo in cinque: io, Gessy, Giampy, Giovanni e Diego. Gessy e Giampy hanno già corso qui lo scorso anno (tra l’altro Giampy aveva colto un grande 8° posto) e ci raccontano di quanto sia dura questa gara, con salite e discesa davvero toste. Ma forse è stata proprio la durezza della gara ad attirarmi qui. Arriviamo alla palestra di Auronzo per il ritiro dei pettorali e chiediamo qualche informazione sul meteo previsto dato che in cielo girano certi nuvoloni…

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Decidiamo di andare a cenare e ci mangiamo una bella pizza. Il tempo stringe e ci attende una bella nottata: a mezzanotte si parte. Sarà la tensione o chissà cosa ma io mi sento lo stomaco un po’ sottosopra e nelle due ore che ci restano prima della partenza non riesco assolutamente a chiudere occhio. Finalmente alle ore 23.45 siamo tutti pronti sulla linea di partenza. Ognuno di noi “naviga” nei suoi pensieri e tende ad estraniarsi. Tre, due, uno… ci salutiamo e …via! Si parte. I primi chilometri sono su asfalto e per me la vedo già dura. Quando comincia la lunghissima salita verso la Forcella Lavaredo (2450 m e punto più alto della gara) si alza un vento freddo e questo non aiuta di certo il mio stomaco già in subbuglio. Anche le gambe non girano come dovrebbero girare, no-

nostante l’ambiente in cui sono immerso sia davvero eccezionale. Correre di notte ha poi tutto un fascino particolare. E’ già da qualche settimana che, come allenamento, esco con Giampy & company e corriamo quando arriva il buio, dopo aver messo a letto i nostri bimbi. In questo modo riusciamo a ritagliare lo spa-


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zio per la nostra passione correndo sulle nostre montagne, dal Cornizzolo ai Corni di Canzo, dal Resegone alla Grigne. E questo senza sottrarre tempo e spazio alle nostre famiglie. La notte, il vento e qualche nuvola nascondono un po’ il paesaggio che ci circonda. Stiamo percorrendo la Val Giralba e transitiamo dai rifugi Carducci, Comici, Pian di Cengia prima di scollinare alla Forcella. Qui scendiamo al Locatelli, al cospetto delle pareti Nord delle mitiche Tre Cime. La discesa è lunga attraverso la Val Rimbianco. Dopo circa 30 km transitiamo dallo spettacolare Lago di Misurina ma l’oscurità è ancora nostra compagna di viaggio. Quando comincia ad albeggiare siamo

circa a metà strada. Vengo raggiunto da Giovanni e proseguiamo assieme. Al ristoro del 44° km a Villa Gregoriana bevo un buon brodo caldo che mi rimette a posto lo stomaco: questo sarà il momento cruciale della mia gara. La seconda parte del percorso risulta essere più tecnica e veramente spettacolare ma io ho finalmente ritrovato le energie e adesso non mi ferma più nessuno. Sto veramente bene e vado con passo spedito, senza quasi fermarmi ai ristori. Le ascese alla Forcella Grande, alla Forcella Piccola e al rifugio Chiggiato sono dure ma le supero di slancio. Dopo il rifugio Baion c’è l’ultima lunga discesa che mi porta al traguardo di Auronzo in poco più di 15 ore. Per me an-

che una buona 53esima posizione su più di 400 atleti arrivati al traguardo (senza contare poi chi si è dovuto ritirare, come il nostro amico Diego). Il migliore dei nostri è stato Giampy 13h14’ (26°), poi Gessy in 14h18’ (42°). Finisher anche Giovanni in 16h28’. Nel complesso è stata davvero una bella gara, una delle più dure considerando la lunghezza e il dislivello che abbiamo dovuto superare. Per il 2012 bollono in pentola importanti novità: si parla già di un’edizione completamente rivoluzionata. A partire dalla partenza, da Cortina d’Ampezzo. E poi un percorso tutto nuovo, 120 km con 6000 m di dislivello positivo. Interessante, davvero interessante!

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MAGNODENO!

“...tutte le persone dovrebbero avere una passione...” Di Gianluca Paganoni

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utte le persone dovrebbero avere una passione. Una vita senza interessi è una vita vuota. A tanti piace il calcio; ad altri piacciono le auto; alcuni ascolterebbero solo musica. Noi Falchi siamo un gruppo di corsa in montagna quindi, mi pare ovvio, a noi piacciono le montagne. Tutte le montagne sono belle anche perché sono tutte diverse tra loro. Però, anche qui, ognuno di noi ha la sua preferita. Magnodeno, o meglio Magnòden in dialetto, è una parola che mi rimbomba nelle orecchie fin da piccino. Avendo abitato sempre a Maggianico infatti, quando si parla di montagna si parla de Magnòden. E’ un po’ come uno che nasce a Genova: non può non piacergli il pesto!

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a perché questa fissa? La risposta in effetti è abbastanza scontata: da qualsiasi punto del paese questa montagna è molto vicina; al mattino, quando alzi le tapparelle, vedi questa muraglia verdissima con quella fascia orizzontale di rocce calcaree bianche che ti sovra-

sta. Non puoi ignorarla... E, in effetti, di muraglia si tratta visto che Maggianico, metro più o metro meno, si trova ad una quota di 220 mt. mentre la croce della vetta raggiunge i 1236 mt. Anzi, per fare il pignolo, se vai fino alla piazzola dell’elicottero, raggiungi i 1241 mt.! In fin di ball, per arrivare in cima hai più di 1000 mt. di dislivello, terreno ideale per un bel chilometro verticale.

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a come arrivare fin lassù? Due sono i sentieri classici che partono dal paese. Tenendo sempre via alla Fonte (mt. 236) come punto di partenza abbiamo i sentieri n° 29 e n° 28. Il 29, indicato con bolli bianchi - gialli, sale verso il nucleo storico di Piazzo (mt.507), prosegue verso Camposecco (mt.605), si impenna fino al bivacco Mario Corti (mt. 921), si impenna ancor più fino al Corno Grao (mt.1049); si respira poi per 8-900 metri sulla Piana fino alla Foppetta, quindi ultimo strappo fino in cima. Lunghezza, più o meno, di circa 4,3 km.


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Se il sentiero 29 è bello ripido, il 28, o sentiero della Corna Marcia, è bello incazzato! Si parte come detto sempre dalla Fonte ma poi, dopo circa 200 mt., si svolta a sinistra (seguire bolli bianco – rossi). Dopo aver incrociato il sentiero Rotary, la pendenza aumenta. Si supera lo zucco de Mazzapiòcc, quindi la Corna Marcia, per arrivare sulla Piana alla Foppetta. Da qui fino in vetta ancora col 29. Lunghezza del percorso, passo più passo meno, 3,5 km.

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erto che quando arrivi su ti si apre un panorama stupendo come, del resto, da tutte le montagne lecchesi: vedi ovviamente tutte le cime di Lecco e della Valsassina; si vede il nostro lago che sbuca da nord e scende dolcemente verso Olginate, dove ritorna fiume e si addentra nella Pianura Padana; puoi ammirare la Brianza con tutti i suoi laghetti. Nelle giornate più

terse, invece, con lo sguardo puoi partire addirittura dall’Oberland Bernese, per poi avvistare il Cervino, il Rosa, il Monviso ed arrivare fino agli Appennini dell’Emilia. Ma, soprattutto, quassù si può mangiare l’ottimo risotto coi funghi preparato dai veri angeli custodi del Magnodeno: gli alpini del gruppo Maggianico-Chiuso.

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’altronde cosa dice il proverbio? “Mogli, monti e buoi dei paesi tuoi...”.

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he dire: potrei dilungarmi ore ed ore nel parlare di questa montagna ma non vorrei esagerare. Solo un numero, tanto per fare un po’ lo “sborone”: da aprile 2001, nascita del gruppo Falchi ad oggi, 11 ottobre 2011, data di stesura di queste quattro righe, il mio “diario di montagna” dice: “Paga, in Magnodeno sei salito 611 volte!”. L’ ALMANACCO 2011

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Sergio Bernasconi, Angelo Pollini e Matteo Malinverno


MONTE BIANCO

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Diario di una settimana di trekking Di Sergio Bernasconi e Matteo Malinverno

Duna di Rissani

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avorando per tutto l’arco dell’anno, ad agosto, periodo in cui è più appropriato chiudere la rivendita di pane, penso alle agognate ferie e come trascorrerle al meglio. Quest’anno, 2011, dopo anni di viaggi extra-europei, decido di rimanere nel vecchio continente e fare un trekking tra Italia, Svizzera e Francia, il cosidetto “Tour du Mont-Blanc” (TMB) ovvero il “Giro del Monte Bianco”. Compagni di avventura sono Matteo Malinverno ed Angelo Pollini, amici affiatati ormai da anni e accomunati dalla passione per la corsa e per la montagna. Il TMB ha una lunghezza di 170 km con 10.500 m di dislivello positivo (e negativo) che decidiamo di compiere in una settimana, dietro la precisa programmazione di Angelo. Il percorso non ha presentato difficoltà tecniche per tutta la sua lunghezza, ad eccezione di un piccolo tratto attrezzato con scale e catene sopra Courmayeur. La giornata tipica è stata: camminata di circa 8 ore, con sosta per pranzo, di solito panini, una pausa caffè, arrivo al ri-

fugio dove si pernotta, si incontrano altri escursionisti e si passa la serata insieme, sicuramente un viaggio non dedicato al divertimento ma allo stare in mezzo alla natura. Giro molto panoramico, segnato ottimamente e molto frequentato. Consigliato a persone allenate tutto il circuito integrale fatto da noi a piedi, in alternativa si può scendere a valle ed usufruire dei mezzi pubblici o degli impianti di risalita per alcuni tratti, come faceva la maggior parte delle persone incontrate da noi lungo il percorso.

poni, qualche notte insonne a causa della gara di “russamento” da parte di element i

Non c’è mai stato nessun tipo di problema durante il tragitto, grazie soprattutto alla stessa linea di pensiero da parte nostra, nonostante la stanchezza, le spalle che dolevano a causa del peso dello zaino, le fiacche presenti sui piedi dovute agli scarL’ ALMANACCO 2011

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ASD FALCHI LECCO esterni, che sono stai gli unici aspetti negativi. Rifugi grandi e accoglienti nella parte italiana e francese, un po’ cari nel Vallese Svizzero, problema che si potrebbe comunque risolvere scendendo a fondovalle dove sono presenti i “Gite de Tappe”, una specie di ostello dove è possibile pernottare ed usufruire della cucina con un contributo di 10 euro, un buon rapporto qualità-prezzo. Da tener sempre in considerazione le condizioni atmosferiche: noi siamo stati graziati avendo trovato condizioni avverse solamente nei primi due giorni, bel tempo per la restante parte della settimana. Periodo consigliato da giugno a settembre considerando dei passi a 2700 m dove si potrebbe trovar neve negli altri mesi. A livello paesaggistico questo trekking è uno dei migliori dell’Europa e non ha nulla da invidiare a quelli Nepalesi o Sud Americani.

Conformazioni rocciose nella Valle dei Fichi

Un ringraziamento particolare ai miei due compagni di viaggio Angelo e Matteo.

Note di viaggio E

- Di Matteo Malinverno

ra una fredda sera d’inverno quando, seduti ad un tavolo e di fronte ad un boccale di birra, ci veniva l’idea di programmare questo trekking. Di fronte all’ipotesi di una settimana da trascorrere in un territorio incontaminato, tra paesaggi mozzafiato e natura selvaggia ci siamo subito entusiasmati. Così è nata questa vacanza stupenda in compagnia di Sergio e Angelo, tutti e tre accomunati da una grande passione per la montagna e lo sport. Tramonto ad Assihla Durante il trekking abbiamo avuto come compagno silenzioso e imponete il massiccio del Monte Bianco con le sue innumerevoli vette coperte dalle nevi perenni, dalle lingue azzurre dei suoi ghiacciai in contrasto con i grandi boschi di conifere e i tetti lucenti delle case dei paesini di fondovalle. Di questa avventura mi rimangono tantissimi ricordi come la giornata in cui abbiamo percorso 2500 metri di dislivello positivo; a fine giornata, quando abbiamo finalmente raggiunto il rifugio, non posso non ricordare le facce attonite e incredule del rifugisti e del gestore quando abbiamo raccontato loro il percorso che avevamo compiuto quel giorno. La notte poi pensavamo di riposarci per bene in vista della tappa successiva ma non avevamo fatto i conti con gli altri ospiti del rifugio alcuni dei quali, in particolare uno, hanno cominciato a russare dalle 22.00 fino alle 5.00 di mattina senza soste. Una cosa che ho imparato è che in montagna oltre agli scarponi e al materiale tecnico è importante munirsi anche di due tappi per le orecchie!!!!! Anche l’ultima notte non si è dormito molto in quanto i due tedeschi nostri vicini hanno ben pensato di farsi uno spuntino a mezzanotte passata con qualche barretta energetica e fin qui niente di male, l’unico particolare è che per scartare due barrette ci hanno messo mezz’ora con un rumore fastidiosissimo. Ricordo anche la vista dell’aquila a pochi metri di distanza da noi, appollaiata su di una roccia si è poi alzata in volo con una velocità impressionate; gli stambecchi in gruppo tra la nebbia e le marmotte che ci hanno accompagnato con il loro caratteristico fischio. Durante gli ultimi giorni di trekking abbiamo anche conosciuto due ragazzi romani e un gruppo di persone affiliate al Trekking Italia con le quali ci ritrovavamo le sere nei rifugi per fare quattro chiacchere sulla giornata appena trascorsa. In conclusione vorrei ringraziare Angelo e Sergio per la bellissima esperienza che mi hanno fatto vivere.

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Le tappe - Di Angelo Pollini

• 1° tappa: Courmayeur - Rifugio Elena; 7h 30’ +1600 D • 2° tappa: Rifugio Elena Champex Auberge Bon Abri; 8h + 1000 D • 3° tappa: Champex -Trient Rif. Le Peuty; 5h + 1200 D • 4° tappa: Trient -Rif. Bellachat; 11h 15’ + 2500 D • 5° tappa: Rif. Bellachat - Rif. Chalet Du Truc; 8h 30’ +1500 D • 6° tappa: Rif. Chalet Du Truc – Rif. De La Croix Du Bonhomme; 7h 30’ +1700 D • 7° tappa: Rif.De La Croix Du Bonhomme – Courmayeur; 10h +1000 D

Antica Kasbah del XVI Secolo Piazza di Marrakech in notturna

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ISLANDA

successivi 16 giorni nella incontaminata Islanda.

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abato 6 Agosto. Tre loschi individui si aggirano per l’aeroporto di Malpensa: il compagno di scalate del famoso alpinista Davide Guerra (Giacomo), il sosia di un forte skyrunner (il sottoscritto) e un personaggio inqualificabile (il Barone) con un bagaglio a mano definito dall’omino all’imbarco (…peraltro piuttosto seccato) “uno zaino da spedizione”; si guardano in giro alla ricerca degli altri 15 sventurati che passeranno con loro i

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Era già qualche anno che l’idea di un viaggio nella glaciale Islanda mi girava per la testa e tra una sciata e l’altra butto lì la proposta a Giacomo, che accetta subito, e al barone, noto per essere un decisionista, che accetta dopo mille domande e cento ripensamenti. Vista la nostra scarsa capacità organizzativa e la nostra ancora più scarsa conoscenza della lingua inglese, indispensabile da quelle parti (l’islandese è impossibile da utilizzare), ci aggreghiamo ad un gruppo di Avventure nel Mondo con la speranza che sopportino noi 3 persone con grandi problemi. Superate le lamentele dell’omino pedante

al check-in, finalmente ci imbarchiamo. Dopo 4 ore di volo si presenta davanti ai nostri occhi la terra nera e brulla di Keflavik. Al risveglio dalla prima corta (4 ore di buio) notte su suolo islandese ci dirigiamo nella capitale Reykjavik per noleggiare i mezzi che ci condurranno per tutta l’isola: un pulmino 9 posti 4x4 e due SUV sempre 4x4, indispensabili per affrontare le numerose strade sterrate con tanto di guadi, ottimo terreno di prova per le mie eccezionali doti da rallista. Imbocchiamo la Ring Road, la strada, una tra le poche asfaltate, che corre ad anello lungo tutta la costa dell’isola. Dopo un breve tratto pucciamo il culo nelle acque calde e puzzolenti della laguna blu, un centro termale bello ma un po’ commerciale. Abbandonata la costa ci avventuriamo


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Un’Avventura da Vivere

Di Matteo Spreafico

nell’entroterra dove il paesaggio si fa desertico e lunare; tra cascate, laghetti vulcanici e colate laviche arriviamo a Landmannalaugar, montiamo le nostre tende in un campeggio umido e paludoso, mangiamo un gran freddo ma possiamo ammirare il fantastico pigiama del barone. Il giorno dopo facciamo una passeggiata sulle montagne circostanti, dove ci facciamo un’idea delle bellezze che incontreremo lungo tutto il nostro viaggio. Numerosi sono i paesaggi che meriterebbero paginate di commento. Tra questi lo spettacolare lago Jӧkulsàrlon, dove il ghiacciaio si rompe in tanti iceberg prima di sciogliersi nel mare; le cascate, impressionanti per la loro forza e la loro potenza; le spiagge di sabbia nera; i fiordi, con i loro piccoli paesini di pescatori; i parchi naturali; i vulcani dagli svariati

colori, in particolare il vulcano Askia dove il 14 di agosto

abbiamo giocato a palle di

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neve sotto la tormenta. Il centro dell’isola è dominato per una grossa parte dal ghiacciaio Vatnajӧkull, il più grande d’Europa, su cui, attrezzati di ramponi, ci incamminiamo per una breve escursione.Dopo la fastidiosa esperienza al lago dei moscerini (insopportabili), raggiungiamo la costa Nord, dove organizzano uscite in barca per ammirare da vicino le balene; consiglio: evitate di fare colazione prima dell’imbarco! Caratteristiche dell’Islanda sono le solfatare, luoghi dove dalle spaccature del terreno escono vapori bollenti e maleodoranti e dove si formano laghetti naturali fantastici per farci il bagno (attenzione all’acqua: in alcuni punti supera anche i 70°). Questi fenomeni geotermici sono diventati nel tempo la maggiore fonte di energia dell’isola.Non poteva mancare una visita ai famosi geyser, l’attrazione naturalistica di maggior interesse del paese, getti di acqua bollente in pressione che arrivano anche ai 40 m di altezza a intervalli di circa 10 minuti. L’ultimo giorno abbiamo visitato Reykjavik, dove vivono i 2/3 dei 300.000 islan-

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desi. Abbiamo avuto la fortuna di capitarci proprio nel giorno della maggiore festa nazionale, che ci ha regalato strade piene di bancarelle, musica in ogni piazzetta e atleti accorsi per partecipare a maratona, mezza e 10 km. Ovviamente io e Mauro ce ne siamo guardati bene dal partecipare… in ferie niente corsa!!! Complimenti comunque ad Alessandro, un amico della Cernuschese incontrato per caso e giunto quinto nella mezza in 1:17’.

con se almeno un maglione pesante e la giacca vento, per far fronte alle numerose piogge (il k-way della Reseg-up è stato perfetto… grazie Paolo!). Sperando di non avervi annoiato troppo…. BUONA STAGIONE DI GARE 2012!!!

Per concludere, direi che questi luoghi spettacolari meritano una visita (guardate le foto e poi giudicate!). Se vi abbiamo incuriosito, sappiate che la vita in Islanda è piuttosto cara, ma se vi organizzate come noi i costi sono facilmente limitabili: pernottamenti in ostelli, scuole e campeggi; pranzi e cene fai da te grazie alle cucine che trovate sempre disponibili dove pernottate (siamo usciti una volta a cena, abbiamo speso 35 € per un piatto molto scarso, senza considerare che la scelta si limita a pochi piatti a base di salmone o agnello); viaggiare in gruppo, così da ammortizzare il costo del noleggio dei mezzi.Il clima nei mesi estivi non è particolarmente rigido, ma è indispensabile portare L’ ALMANACCO 2011

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UCRAINA Una bella avventura Di Giovanni Civillini

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osì anche il 30 luglio è arrivato; il fatidico giorno della partenza per Chernobyl. Sono più di dieci mesi che stiamo lavorando su questo progetto, sembrava un gioco, invece… siamo qui per partire. Ci sono gli sponsor, gli amici, le autorità, insomma, tutti quelli che ci hanno dato fiducia. Allora…via! Alle dieci precise, come da programma, si parte. È una giornata bellissima, di sole. Non sappiamo se questo è un bene o una maledizione (il sole di luglio batte in testa) ma forse meglio un po’ di caldo piuttosto della pioggia. Ci vuole qualche giorno per imparare ad usare bene il navigatore, così a Bergamo, mentre Osvaldo corre e io lo seguo in bicicletta, ci perdiamo. Avendo percorso più dei 13 km previsti, vedendo una gelateria, propongo al buon Osvaldo di andare a mangiare un gelato. “Non si può” risponde. Io insisto “Dam a trà Osvaldo… mangem un gelato”. Così noi in gelateria

e gli altri incollati ai telefonini alla nostra disperata ricerca.

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lla sera, con mezz’ora di ritardo, siamo a cena a Castenedolo ospiti della locale sezione degli Alpini. Grande abbuffata. Prima di partire ci riempiono il frigorifero con il cibo avanzato. Alla nostra richiesta di sdebitarci con loro, ci viene offerto un contributo economico a noi molto utile per il raggiungimento del nostro progetto. Il secondo giorno, arrivo di sera a Vicenza, poi con i camper torniamo indietro di 20 km per essere ospiti a Monteforte D’Alpone, a cena del gruppo podistico Valdapone De Megni, organizzatore della “Montefortiana”. Mi dilungo un po’ parlando di questi primi giorni in Italia perché l’ospitalità è commovente. Il terzo giorno la tappa arriva a Portogruaro. Qui l’accoglienza è trionfale. In città manifesti annunciano il nostro arrivo. Noi percorriamo gli ultimi 5 km insieme agli atleti locali del C.A.I. e

AVIS che vogliono correre con noi l’ultima parte di frazione. Invece l’olimpionico maratoneta (non vedente) Carlo Durante corre insieme a Daniela l’intera frazione di 24 km partendo con lei da Oderzo per raggiungere Portogruaro, nelle uniche ore di pioggia dell’intera staffetta. Tutti a cena dagli alpini con i soci del C.A.I. e dell’AVIS. Altra abbuffata con tanto di cibo per i giorni a seguire e ricco contributo economico per la nostra iniziativa. Tutto questo è stato possibile grazie all’aiuto di amici del C.A.I. locale (che io e Daniela abbiamo conosciuto in montagna) che ci hanno messo in contatto con Gianna Zanin, persona molto disponibile che ha organizzato tutto ciò. Lei ci ha seguito e incoraggiato tutti i giorni della staffetta con SMS fino al nostro arrivo a Chernobyl. Arrivati in Slovenia, di sera, ci fermiamo in un paesino piccolissimo: VIPAVA. Il campeggio è altrettanto piccolo ma accogliente tanto che ci fermeremo anche nel


ASD FALCHI LECCO ritorno. I proprietari del camping, molto disponibili, conosciuta la nostra iniziativa ci offrono l’ospitalità in entrambi i casi. Grazie!

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a Slovenia: un paese verde e ordinato che mi ricorda il nostro Trentino. Qui incontriamo le prime cicogne che ci accompagneranno per tutta l’Ungheria e l’Ucraina. Uno spettacolo che non ho mai visto dal vivo. Possiamo osservare i loro nidi enormi sui pali della luce nei centri dei paesi, oppure vederle beccheggiare nei campi, persino in un campo di cavoli (vuoi vedere che i bambini vengono proprio da lì?? ). Appena entrati in Ungheria si presenta davanti ai nostri occhi un rettilineo di circa 30 km in una foresta di querce. Qui si corre benissimo, al fresco, nonostante siano le prime ore pomeridiane. All’improvviso un branco di cervi ci attraversa la strada. Un tuffo al cuore…bellissimi. Alla fine di questo rettilineo, il paesaggio diventa più brullo, più monotono. Il posto dei cervi viene preso da un insetto meno nobile ma più fastidioso: la zanzara. Essa ci accompagnerà in tutto il viaggio fino a Chernobyl dove sembra che tutte le zanzare incontrate sul nostro percorso siano arrivate per pungerci.

Non c’è un centimetro di pelle libero da questi fastidiosi insetti e ad ogni pacca sulle spalle si lascia una macchia di sangue. In questo viaggio visitiamo la città di Budapest fermandoci per un giorno di riposo (si fa per dire in quanto per visitarla camminiamo tutto il giorno). Sarà come dicono molto bella!! Ma è anche molto caotica e non mi entusiasma più di tanto. Trovo più affascinanti i piccoli villaggi incontrati formati da baracche di legno dove i bambini giocano nudi per strada con attrezzi che i grandi usano per lavorare (gerla, rastrelli, ecc.) oppure un bambino

grande traina un carretto di legno (normalmente trainato da cavalli) con sopra altri bambini più piccoli.

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craina: pensiamo, finalmente siamo arrivati. Non è così, siamo solo a poco più di metà strada. Primo problema alla frontiera: non ci lasciano passare a piedi perché c’è una specie di autostrada quindi bisogna percorrerla col camper. Per fortuna a meno di 3 km c’è un’uscita e allora via di nuovo di corsa. Un rettilineo lunghissimo e molto largo con buche

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza là dove prima c’era solo disperazione. (Nelson Mandela) L’ ALMANACCO 2011 65


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nell’asfalto che fanno proseguire a zig zag sia i camper che le biciclette. Oltrepassiamo molti villaggi, sarà una zona un po’ disastrata, pensiamo… neanche per sogno!! Le strade sono tutte così. Sembra che l’asfalto sia stato messo alla costruzione della strada e poi abbandonate.

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l secondo giorno si salgono i CARPAZI. Strada collinare con alcune salite abbastanza impegnative comunque non altissime (il punto più alto è poco più di

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800 m s.l.m.). Terreni verdi e ben coltivati. Passiamo villaggi così sperduti che sono sconosciuti persino alla gente che abita a qualche chilometro di distanza. Il navigatore non trova strade e ci invita continuamente a fare inversione; ma noi cocciutamente imperterriti, sempre avanti, perché le mappe che consultiamo ci indicano dei paesi (che poi si rivelano villaggi di pochissime capanne di legno) e quindi pensiamo che deve esserci anche una strada che porta lì. Infatti è così, riu-

sciamo a trovarla e bisogna dire che qualche volta su queste strade sono più adatti i fuoristrada che i camper.

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initi i Carpazi inizia la grande pianura. Rettilinei immensi, campi sconfinati, molti coltivati ma la maggior parte incolti. La povertà qui si tocca con mano. Ci chiediamo perché non lavorano più la terra, perché la lasciano incolta e la risposta ci viene data (più tardi) da un contadino che ospita alcuni di noi a pranzo.


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Sembra una famiglia di benestanti. Hanno una bella casa, ben arredata, il computer, la TV. Io penso “quante mucche può avere questa famiglia?” quindi glielo chiedo. Mi risponde che ha 5 mucche; io insisto nel chiedere come mai così poco bestiame con tutto il terreno lì fuori? La risposta è semplice: tutto quello che è prodotto in Ucraina non può essere esportato anche se prodotto a 1000 km da Chernobyl. Così noi produciamo solo per il consumo interno; poco se si pensa che qui tutti hanno una mucca per il latte, come pure un pezzo di terra per gli ortaggi. Inutile produrre più del necessario. Sbagliare strada qui è molto più difficile che in Italia. Il navigatore indica la strada dicendo spesso proseguire diritti per 170/180 km poi svoltare a destra o sinistra. Così corriamo intere giornate sullo stesso rettilineo sempre con le cicogne ad allietarci le giornate e le zanzare a rovinarcele. Arriviamo a Chernobyl con mezza giornata di anticipo, non perché siamo bravi (è vero che al mattino siamo partiti con un vantaggio di 4 km rispetto alla tabella di marcia) ma l’arrivo anticipato è dovuto allo sbarramento dalla centrale che troviamo a 70 km invece dei 30 come indicano le nostre mappe. La notizia viene

presa poco bene da chi deve percorrere gli ultimi chilometri ma la gioia e l’emozione hanno il sopravvento. Le lacrime, la commozione e le pacche sulle spalle si sprecano. Scattiamo fotografie con le bandiere e gli striscioni degli sponsor, fino a quando i poliziotti di presidio perdono la pazienza e c’invitano ad andare via; non vogliono che scattiamo foto. Non capiamo quale segreto devono custodire perché lì non c’è niente. Infine partiamo non tanto per l’insistenza dei poliziotti, quanto per l’assalto delle zanzare che come già detto si sono radunate in quantità mai viste.

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erminata la parte sportiva arriva l’esperienza umana, la parte più toccante. Un’esperienza credo diversa per ognuno di noi perché troppo personale e io trovo difficoltà a parlarne per le forti emozioni che mi ha dato. Vorrei invitare tutti i politici di destra o di sinistra che durante la campagna referendaria sul nucleare sostenevano che le morti causate dallo scoppio della centrale di Chernobyl tutto sommato non erano molte, a visitare il museo di Chernobyl che si trova a Kiev. Le pareti non sono tinteggiate, ma sono tappezzate di foto di bambini morti. Il soffitto dell’atrio dell’entrata e per tut-

to il museo ci sono cartelli che riportano i nomi dei paesi che sono stati cancellati per sempre; e poi le immagini, gli orrori che solo vedendo si possono comprendere. Sembra impossibile ma anche in Europa ci sono nazioni con grandi problemi di povertà. In Ucraina ho visto famiglie vivere in baracche di legno, nei villaggi piccoli e grandi, senza acqua potabile, servizi igienici; pochi vestiti e giocattoli per i bambini che camminano scalzi sulle strade. Insomma ho visto la povertà. Poi ci sono Kiev e altre città dove il benessere è a portata di mano. Bei palazzi, macchine di lusso, traffico intenso, persone ben vestite, ristoranti, ecc.. qui tutto rispecchia l’Europa ma dietro l’angolo il niente. Questa è l’Ucraina. La loro indipendenza dalla Russia (di cui loro ne vanno orgogliosi) non li ha certo aiutati. Anzi, ha contribuito ad indebolirli economicamente perché la Russia ha tenuto per sé i capitali economici e le fabbriche. Causando loro un grosso abbattimento sul reddito procapite passato da 8000 a 2000 dollari l’anno, la centrale poi ha fatto il resto. Oltre alla povertà economica esiste anche una povertà più grave, quella “MORALE”, che ho toccato con mano visitando L’ ALMANACCO 2011

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i bambini che arrivano ospiti da noi (non in tutti fortunatamente) e orfanotrofi (cosiddetti ma più somiglianti a lager)… Non voglio e non posso entrare nei dettagli, perché sono situazioni indescrivibili. Potrei sembrare esagerato, solo vedendo si potrebbe capire. Sicuramente una delle cause di questo degrado sociale è l’alcolismo. Donne poco più che bambine partoriscono e abbandonano i figli. I più fortunati rimangono con i nonni, gli altri riempiono gli orfanotrofi dove i direttori nella maggior parte dei casi sono più interessati al sussidio che lo stato mette loro disposizione per ognuno di questi orfani che occuparsi di questi poveri bambini. Dalle informazioni avute mi sembra di

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aver capito che gli orfani sociali sono circa 300.000 (trecentomila).

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ono giunto al termine e non ho parlato del perché di questa nostra avventura: la ristrutturazione della palestra nella scuola professionale di Chernigov. Sinceramente dopo quello che ho visto mi è sembrata la cosa meno importante, ma questa è solo la mia impressione; chi vive e lavora lì dice che non è esattamente così anzi è fondamentale per la crescita di questi ragazzi e allora… EVVIVA la palestra!! Il nostro impegno era di raccogliere circa 13.000 Euro. Siamo andati ben oltre arrivando a circa 22.000 grazie all’aiuto di

tanti amici; così oltre alla palestra si stanno rifacendo anche gli spogliatoi. Durante il nostro soggiorno abbiamo avuto modo di vedere i lavori di ristrutturazione che sono quasi ultimati. Possiamo dire che i nostri soldi sono stati spesi bene. Scusate se mi sono dilungato troppo ma le emozioni sono state tante. Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, sono citati tutti sul nostro sito http://staffettaleccochernobyl. wordpress.com/.

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n grazie particolare ai “FALCHI LECCO” e “A.P.E. LECCO” per la collaborazione della nostra partenza.


ASD FALCHI LECCO I Falchi e la staffetta Lecco-Chernobyl - La partenza Ma cosa c’entra questa “impresa” sportiva e di solidarietà degli amici della SEV Valmadrera con l’Almanacco dei Falchi? Beh, prima di tutto ci sembrava una storia troppo bella, che meritava di essere raccontata e fatta leggere anche ai nostri amici e parenti. E poi perché un contributo, seppur minimo, l’abbiamo dato anche noi Falchi insieme all’APE Lecco. Già, perché abbiamo dato una mano alla SEV ad organizzare la partenza della Staffetta da Lecco, sabato 30 luglio. E per raccogliere dei fondi per il Progetto Chernobyl, è stata organizzata anche una Camminata non competitiva che ha accompagnato gli “staffettisti” fino a Rivabella. Da lì è poi partito il vero viaggio verso l’Ucraina. Una Camminata che ha riscosso un discreto successo, con tante persone che hanno voluto esserci anche solo per dare un contributo all’iniziativa. Un grazie alla SEV per averci coinvolto e tanti complimenti per aver pensato, progettato e infine aver portato a termine questa bellissima “gara di solidarietà”.

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METTI LA CANOTTIERA! La storia dei Falchi attraverso le divise Di Riccardo Ghislanzoni

Possiamo parlare dei 10 anni dei Falchi anche attraverso la storia delle divise. Cominciamo con quelle del lontano 2001 acquistate da Brunetto. Canotta grigia e blu con quel grosso falco sul petto e quel font della scritta “ASSOCIAZIONE SPORTIVA FALCHI” veramente d’altri tempi, anni ’30-’40 direi… Canotta e pantaloncino sostituiti da quelle molto più tecniche della Nike arrivate sul finire dell’estate 2003 grazie al Tita Lizzoli. E insieme al completo da gara ecco anche il primo abbigliamento da riposo: la maglia grigia Nike in Dry-Fit e la tuta blu dell’Adidas. Nel 2006 il grande Adelfio comincia a parlare a Sandro Morganti di quel gruppo di amici col “vizietto” della corsa. Ed ecco arrivare poco dopo il completino Sport-Specialist e sponsorizzato Kapriol, così tanto sfruttato da Antonio Cappello e dal Clan Brianza, insieme al mitico “patone” Kapriol con tanto di pantaloni della tuta un po’ largotti, ma ideali per i lavori a casa o per guardare un bel film distesi sul divano!

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ASD FALCHI LECCO Aprile 2007: la sponsorizzazione da parte della Kapriol viene subito concretizzata con l’acquisto di una linea tutta nuova targata Asics. Dal completo gara, all’elegante completo da riposo, fino alla tuta e al borsone: sembriamo veramente una

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squadra seria!

per assorbire il sudore della fronte!

Negli anni poi la dotazione viene integrata con il gilet arancio e il giubbetto rosso Kapriol, con le calze con cui si fa anche della beneficienza, con le fascette e le bandane

Dulcis in fundo, sul finire della primavera del 2010 arrivano anche le nuovissime divise da skyrunning.


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10 ANNI E PIU’!!! Le tappe della Storia Dei Falchi Di Riccardo Ghislanzoni

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Zegama - 2006


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ecennale della nascita dei Falchi: quale occasione migliore per ripercorrere le tappe della storia del gruppo? Quale occasione più propizia per ripescare dai cassetti dei ricordi le foto di qualche anno fa? Quando le foto ancora si stampavano partendo dai negativi e non erano ancora una “fredda” combinazione di pixel da guardare sullo schermo di un PC, di un iPad, di un iPhone o di qualsiasi altro tablet o smartphone, frutti della moderna tecnologia di questi ultimi anni. Quale occasione più indicata per andare a ripescare vecchi ritagli di giornale o altri frammenti del nostro passato sportivo? E’ quello che abbiamo fatto, cercando di raccogliere alcune immagini significative per illustrare la storia del nostro gruppo. Per lasciare più spazio possibile alle foto, cercheremo di limitare le parole e di utilizzarle solo come una sottile traccia di collegamento tra le varie istantanee.

Novembre 1997: il primo seme viene gettato o la prima pietra viene posata… Fate voi. I due maggianichesi Gianluca Paganoni e Carlo Ratti partecipano alla loro prima gara di corsa, la “gara di casa”, la già blasonata Maggianico-Camposecco. Il buon Paga pensava pure di vincerla, nonostante gli scarponi ai piedi: “Sono di Maggianico, vincerò poi io...”. E invece si imbatte in un mondo tutto nuovo, fatto sì di agonismo ma anche e soprattutto di tanta passione. Sull’onda dell’entusiasmo, il giugno del 1998 Carlo e Gian sono al via, insieme a Marco “Tebol” Tavola, della mitica Monza-Resegone, gara notturna a squadre, dal centro di Monza alla Capanna Monza, alle pendici del Resegone. Il colore delle maglie è il giallo, quello del GAM, Gruppo Alpinistico Maggianichese, di cui Paga

è il presidente e che, come dice il nome stesso, fino ad ora si era dedicato più che altro alle “imprese alpinistiche”. La “Monza” è e sarà un po’ una gara simbolo poiché attirerà verso la corsa anche due giovani “atleti” di Ballabio: i cugini Mauro Esposito e Ricky Ghislanzoni. Per loro c’è l’esordio nelle gare nella Bongio Trip 1998, quando la formula era ancora quella della cronoscalata. Edizione vinta, tra le donne, da Rosita Rota Gelpi e da un giovanissimo Marco De Gasperi in 12’30”, migliorando di pochi decimi il record di un certo Tita Lizzoli, forte atleta la cui attività è stata stroncata da un terribile incidente nella fine del 1997. E proprio il Tita entrerà nei Falchi in qualità di presidente qualche anno dopo... Novembre 1998: il gruppo atleti del GAM in gara alla Camposecco aumenta di numero e “la rivelazione Ratti” sfiora la vit-

MaggianicoCamposecco 1997 L’ ALMANACCO 2011

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Monza-Resegone 1998

Bongio Trip 1998

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Bongio Trip 1998

MaggianicoCamposecco 1999

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Staffetta CAI Barzanò - 1999

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ASD FALCHI LECCO toria, preceduto solo da Tomelleri. Il 1999 è caratterizzato sempre dal giallo, questa volta accompagnato dal nero: sono i colori sociali del GSA Corno Marco Italia, in cui approdano gli atleti del GAM. E il gruppo di amici con la passione della corsa e della montagna cresce mese dopo mese: Lele Gaddi, Loris Ragni, Claudio Pizzagalli, Silvietto Gatti, Brunetto D’Ambrosio, Enrico Ardesi…

Nel 2001 finisce l’idillio con Corno ed ecco che a Mandello, grazie a Bruno, nasce l’ASSOCIAZIONE SPORTIVA FALCHI formata da questo gruppo di giovani che fa della corsa un’occasione di divertimento e di festa. L’AS FALCHI si mette subito in luce con buoni risultati. All’ini-

Cena Sociale Corno Marco Italia - 2000

Running del Barro - 2000

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Galbiate - San Genesio - 2001 zio si corre nelle tante gare in montagna della zona e nelle skyrace (dal Kima al Giir di Mont, dal 4 Luglio allo Scaccabarozzi). Per alcuni c’è anche l’esordio in maratona (Firenze 2004). Ci sono anche delle puntate all’estero per i simpatici ma irriverenti Falchi (sì, la “carriola” spinta da Mauro nella piazza di Zegama, nel cuore dei Paesi Baschi, è il leggendario skyrunner Bruno Brunod!!!). Ci sono nel corso degli anni tante prestigiose vittorie e ottimi piazzamenti in gare di livello anche internazionale. Come non citare la vittoria mano nella mano di Ratti e Ardesi alla 1^ edizione della skyrace OrtlesCevedale (2006) o la vittoria dei fratelli Nino&Franz Simonetta insieme a Colnaghi nella Monza-Resegone (2007), oltre alle ottime prestazioni in occasione delle prestigiose staffette autunnali valtellinesi: il Trofeo Marmitte dei Giganti e il Trofeo Vanoni. Non si contano poi le innumerevoli vittorie individuali e di squadra nelle gare in montagna di Lecco e dintorni. Un gruppo che viene aiutato a crescere anche grazie a due persone davvero eccezionali: Adelfio Spreafico e Sandro Morganti. Persone dai profondi valori, dal grande altruismo e da una generosità sconfinata. Ma i Falchi crescono anche numericamente, sempre però appoggianL’ ALMANACCO 2011

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Molina - Rif. Bietti - 2003

Maratona di Firenze 2004

Rally Valtartano 2005

Trofeo Casimiro Ferrari 2003

Zegama 2006

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Dolomites Skyrace 2006 dosi sulle solide basi dell’amicizia e della passione per la fatica. Le piccole e grandi imprese diventano allora tante, impossibile raccontarle tutte. Nel frattempo, nel giugno del 2006, Carlo Ratti fa sbarcare sul web il sito www. asfalchi.it dove poter raccogliere i racconti e le foto delle nostre gare. Alla fine del 2007 inauguriamo la nostra sede, elemento fondamentale per la continua crescita del gruppo. Per alcuni Falchi ci sono anche tante soddisfazioni nei trail e nelle “ultra”, per altri c’è la soddisfazione di indossare la canotta azzurra della Nazionale agli Europei di Corsa in Montagna Master, per altri ancora c’è l’onore di salire sul podio nel Campionato Italiano Skyrace a staffetta. E forse è un po’ questa la caratteristica dei Falchi: passare con disinvoltura dalle brevi corse in montagna agli ultra-trail più lunghi e massacranti, correre nelle gare di livello internazionale come nelle garette di paese. E tutto questo mantenendo sem-

Ortles-Cevedale 2006 L’ ALMANACCO 2011

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Como-Palanzone 2002

Campionato Brianzolo 2008

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Maggianico Camposecco 2006

Cena Sociale 2006

Monza-Resegone 2007 pre il solito spirito goliardico e di genuina passione per questo sport di fatica, su e giù per strade e sentieri. C’è gente che vince, c’è gente che “arriva con la banda” nelle ultime posizioni di classifica. Ma dopo il traguardo si trova sempre e comunque un motivo per scherzare e per brindare tutti assieme. Nel 2009 decidiamo di raccogliere i racconti delle nostre gare e delle nostre pas-

sioni in un Almanacco cartaceo. L’idea piace e raccoglie tante adesioni. L’iniziativa viene poi riproposta annualmente. Nell’aprile 2010 c’è la prima edizione della gara in memoria di un amico che non c’è più: nasce il Trofeo Adelfio Spreafico. Due iniziative che vogliamo far crescere, anno dopo anno. Così come vogliamo far crescere tutto il nostro gruppo. Proprio com’è successo per i Falchi in questi 10

anni, che sembrano davvero volati (scusate il gioco di parole). E un veloce sguardo al nostro passato ci dà la forza e le giuste motivazioni per guardare al futuro con accresciuto entusiasmo e con rinnovata passione! Gli stessi sentimenti di quei ragazzi con la maglietta gialla che cominciarono a correre qualche annetto fa… Ora e sempre: FORZA FALCHI!

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Giro Dei Laghi Del Bitto 2007

Rasura-Bar Bianco 2007

Le Porte Di Pietra 2007

Trofeo Marco Vidini 2007

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Inaugurazione Sede 2007

Europei Master di Corsa in Montagna 2008

Luzzeno-Manavello 2008

Skyrace della Rosetta 2008

Como-Valmadrera 2008 L’ ALMANACCO 2011

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Marmitte dei Giganti 2008

Colere 2009

Mezza di Sirone 2009

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100km di Seregno 2009


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Marmitte dei Giganti 2009

Tesserete-Gola di Lago 2010

Maratonina di Lecco 2010 L’ ALMANACCO 2011

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Maratonina di Lecco 2010

Molina - Rif Elisa 2009

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Cernobbio-Rovenna 2010

Tor des Géants 2010 L’ ALMANACCO 2011

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CLAN BRIANZA Di Giampy, Gessy e Pizza

“Clan Brianza” è un appellativo coniato dai “vecchi Falchi” e che identifica un gruppo di amici: sia geograficamente che come personalità, riferita al modo di intendere l’attività podistica. Inizialmente eravamo in tre poi la “setta” si è arricchita nel corso degli anni di nuovi “adepti”, senza peraltro arrivare ad un numero elevato di componenti, in quanto le corse a cui preferibilmente partecipiamo riguardano le lunghe o lunghissime distanze, essenzialmente in ambiente montano. In una semplice parola: i trail. Cinque lettere che racchiudono una filosofia che, per essere spiegata in modo esauriente, richiederebbe tutto lo spazio di questo Almanacco. Pertanto ci riserveremo di approfondire l’argomento in futuro. Ed è proprio in una di queste gare che noi tre (Giampy, Pizza e Gessy) ci siamo co-

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nosciuti, al mitico “Sentiero 4 Luglio” del 2002, ovviamente iscritti sulla distanza dei 42 km. Durante la cena nell’albergo delle suore ci si tranquillizzava a vicenda per il domani, ma già si fantasticava per i progetti del “dopodomani”, senza rendersi conto che saremmo arrivati, macinando chilometri e chilometri su sentieri, a cementare un’amicizia che poi è andata ben oltre l’attività sportiva. Archiviata in modo egregio questa prima esperienza, spontanea è venuta l’idea di provare a conquistare qualcosa assieme per davvero, una gara che provasse che quella appena nata era una vera amicizia. La “Monza-Resegone” calzava a pennello. Lì si parte, si corre, si soffre e si arriva in tre. Lì ci si aiuta e ci si fa aiutare, non c’è spazio per l’egoismo, si è in tre ma è come essere una sola entità. Se si arriva in due non è una mezza vittoria, è piuttosto


ASD FALCHI LECCO una sonora sconfitta! Crediamo che ancora adesso il buon esito di quella corsa sia uno dei ricordi più belli che ci rimane tra le svariate manifestazioni a cui poi abbiamo partecipato. Sì perché da quel momento si è capito che assieme avremmo potuto affrontare qualsiasi altra prova. Eravamo “carichi”. E allora via! Incitati dal mitico Antonio Rusconi e dal non da meno valente “falco” Luca, si va al Passatore, giusto per arrivare alla soglia psicologica dei 100 km. Quindi si va al Cro-Magnon, ultra-trail di 110 km, non a squadre ma portata a termine in trio come la Monza-Resegone. E poi Valdigne, Porte di Pietra, Abbots Way, Sentiero

delle Grigne e molte altre fino alla mitica UTMB (Ultra-Trail du Mont-Blanc) nel 2006 e la superba Petite Trotte à Léon (prima edizione, nel 2008). Certo di anni adesso ne sono passati. La passione è intatta, il fisico un po’ meno ma il gruppo è più vivo che mai. Anche se mogli, figli e lavoro rivendicano giustamente i loro sacrosanti spazi, il “Clan Brianza”, nel periodo di Natale, si riunisce sempre davanti ad una tavola ben imbandita per stendere un “programma”. Computer, riviste del settore e calendari alla mano si costruisce la stagione che andrà ad iniziare. Sia beninteso che siano gare “lunghe”, in ambienti montani mozzafiato. Pretendiamo troppo? Il bello è che c’è solo l’imbarazzo della scelta! Ah, dimenticavamo: è un “clan” ma è aperto a tutti, ovviamente… Giampy alias Alessandro Crippa Gessy alias Gianluca Maggioni Pizza alias Claudio Pizzagalli

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LA MOGLIE DEL FALCO Di Alessandra Colombo

Che cosa significa essere la moglie di un Falco ? ….e poi scusate se è poco (senza fare torti a nessuno) non un Falco qualunque ma il mitico Falco “Carlo Ratti”. Infatti quando era quasi sempre sul gradino più alto del podio, eravamo due piccioncini innamorati ed io avevo tempo di seguire ed incoraggiare il mio caro maritino durante quasi tutte le sue prestazioni domenicali, ero la moglie del Ratti e non più Alessandra !!! Bei tempi quelli in cui si potera prendere, andare, senza problemi far tardi, magiare al volo...fermarsi a festeggiare e poi sdraiarsi sul divano e godersi il meritato riposo dopo un'intesa giornata di fatica non solo fisica. Poi piano piano gli anni passano....si invecchia e la nostra famiglia si è allargata con la nascita di Giovanni. Dopo il primo periodo di rodaggio siamo riusciti ancora a seguire il nostro eroe in qualche occasione speciale. Perchè in effetti con un bambino, le cose iniziano a diventare un po' più complicate ma fino a che le spalle e le gambe mi hanno sostenuto mi sono caricata Giovanni nello zaino e via !!! Devo dire che per la vita da atleta di Carlo la nascita di Giovanni è stata una vera rivoluzione !! • qualche notte insonne; • la moglie scoraggiata al rientro dall'allenamento; • qualche allenamento saltato;

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Lui dice sempre che il riposo è il pane quotidiano per un vero atleta e forse con un figlio piccolo non è che proprio si riesca a riposare al meglio. E quindi si può magari sfatare la leggenda che con un figlio non si corre e si fa di tutto per assecondare il marito in questa sua passione così forte:

• basta lamentarsi quando rientra alle 20:15 dalla corsa quando non sono le 20:30 perchè è andato con il dr. Cappello • la notte prima della gara farlo dormire solo nella cameretta dell'atleta (poverino deve riposare bene !!!) • non farlo mai alzare di notte se il bambino ha bisogno di qualcosa (con la diretta conseguenza che adesso Giovanni vuole sola la mamma di notte....che c....lo) • cercare comunque di seguirlo il più possibile per non correre con il pensiero che moglie e figlio sono a casa impazienti ad aspettarti. Certo è meglio trovarli sul percorso di gara. Visto che tutto questa non bastava sono riuscita a convincere Carlo ad avere un altro figlio. Convincere perchè con due figli è proprio del tutto finita !! (secondo la sua logica da atleta). Così il 19 maggio di quest'anno è nata Letizia !! Devo dire che anche io pensavo molto

peggio. Lei i primi mesi era un angioletto, mangiava e dormiva...quasi non si capiva nemmeno che ci fosse !!! Ma in ogni caso due sono sempre il doppio di uno e a volte aspettare fino alle 20 è veramente dura. Da non sottovalutare che Letizia è nata per un caso del destino lo stesso giorno di un Falco molto famoso che è “andato avanti”. Mi riferisco al caro Adelfio che è stato un punto di riferimento notevole, quindi ad ogni compleanno lui sarà idealmente con noi. Senza considerare le paturnie al rientro dall'allenamento del tipo:

• oggi non andavo un c...zzo • oggi mi fa male tutto • oggi ho un motore della madonna. Insomma tutti facciamo qualche sacrificio a nostro modo a partire da Giovanni che aspetta impazinete il papà per giocare; io che non vedo l'ora che apra la porta per averne uno solo da gestire e Carlo che si fa in quattro per riuscire a conciliare tutto. In ogni caso che fino a che la corsa rimarrà una passione positiva così forte cercheremo di darci da fare come abbiamo sempre fatto e poi credo che sentirsi dire da Giovanni: “ papà tu hai il motore....sei un campione nato” possa essere una soddisfazione impagabile.


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QUELLI DEL GIOVEDI’ SERA Di Riccardo Ghislanzoni

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alchi e giovedì sera, un binomio indissolubile sin dalla nascita... ma anche da prima. Tutto ha origine dai tempi del GSA Corno Marco Italia: il giovedì sera c’era infatti il settimanale ritrovo nella mitica sede di Via F.lli Bronzetti a Lecco, al primo piano di un’anonima palazzina. E lì, tra una sfogliatina dell’Esselunga prossima alla scadenza e un canestrello (che poi uno tira l’altro), si parla di corsa e delle gare del week-end successivo. Poi, quando c’era una bottiglia di spumante disponibile, magari vinta a qualche gara, ecco che scattava l’esilarante “tiro al bersaglio”, dove il bersaglio erano le coppe sulle mensole e il “proiettile” era il tappo di sughero... Quante risate! E poi, prima di lasciare la sede, il solito siparietto: la “sfilata” di Paganoni con la giacchetta un po’ tirata del buon Gian Marco con tanto di fastidiosa (anche per chi la dà) pacca sulla spalla all’ignaro (o meglio non sufficientemente attento) possessore del giacchino. Lasciata la sede, la serata proseguiva in quel di Versasio al bar del Caminetto, dove le discussioni su gare, presenze in Magnodeno e al Bivacco Corti, prestazioni atletiche del Dott. Scoccimarro con il suo seguito di fedeli sherpa, eccetera eccetera, proseguivano davanti ad una bella

Franziskaner, la birra weiss, e ricchi taglieri di salumi e ciotole di patatine. Nelle serate più fredde, una bella “grolla”, la classica “coppa dell’amicizia” valdostana, era poi un ottimo corroborante. Poi l’idilio con questo locale con il camino è finito dopo ripetute e sonore “pettinate” e i Falchi, che nel frattempo avevano salutato anche la Corno Marco Italia un giovedì sera di inizio 2001, si sono spostati qualche curva più in su, al piazzale della funivia per i Piani d’Erna. E qui c’è il Tony’s Bar gestito dal mitico Antonio Bolis in arte “el Bòles”! E qui i Falchi hanno capito di aver trovato il ritrovo giusto per il giovedì. Al posto della Franziskaner c’è la Forst, al posto dei taglieri le piadine (piatto forte del locale), al posto della grolla il “bombardino” (costato qualche cartellino giallo per “lancio di panna non regolare!”). Il tutto accompagnato da tante patatine e arachidi e… i Falchi sono subito conquistati! E a distanza di anni il giovedì sera è ancora il giorno canonico del ritrovo davanti ad una birra per parlare sì di gare ma anche di “imprese alpinistiche” in Magnodeno e di progetti futuri. Dal dicembre 2007 abbiamo anche una bellissima sede che sfruttiamo il primo

giovedì di ogni mese, per le assemblee, le grigliate, ecc. Ma il ritrovo dal Bòles negli altri giovedì rimane sempre un punto di riferimento sia per chi c’è sempre e non ne salta nemmeno uno (tranne forse quando il Natale cade di giovedì...) sia per chi viene una volta all’anno ma sa che comunque saremo lì in “saletta” con la nostra weiss a parlare di corsa e di Magnodeno. Come minimo segno di ringraziamento per il Bòles, per le tante piadine offerte ma soprattutto per il suo attaccamento al nostro gruppo, permetteteci di fare un po’ di pubblicità al Bed&Breakfast Partenza Funivia Piani d’Erna, proprio sopra il bar, aperto pochi mesi fa e gestito proprio da Antonio e dalla moglie Renata. B&B Partenza Funivia Piani d'Erna | Via Prealpi, 34 - 23900 - Lecco (LC) - Italia Tel.: +39 0341 499244 eMail: info@bbpartenzafunivia.com | Sito: http://www.bbpartenzafunivia.com

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I Falchi sono come te, quando ti specchi alla mattina e sorridi a quell'acciacco in piĂš. Giovane dentro, bello fuori? Ma sĂŹ, ripartiamo. Dieci anni dopo, come se fosse allora. Con quella voglia di volare alto con lo spirito, verso traguardi da esplorare. Lungo un viottolo, una strada, una salita, un passo dopo l'altro, un viaggio dopo l'altro. E nuovi incontri, amori, i primi figli. Si cresce insieme: avversari e amici, una birra e un progetto, dentro una casa comune, un destino comune.

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Non è corsa, è vita. Se vinci, se cadi, se perdi, se qualcuno saluta prima del dovuto (ciao Adelfio e grazie), la fettuccia del percorso non si spezza. Ci sono ripartenze, arrivi e traguardi dove ritrovarsi, assieme. Volando alto, guardando in alto. Di fronte a quello specchio che ti restituisca quello che sei. Falchi ora, Falchi sempre.

Dario Scaccabarozzi - Giornale di Lecco

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I “LIETI EVENTI DEL 2011!!! Alessandro 31 luglio, Irene e

18 giugno - ELENA E RICCARDO

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17 settembre, Donatella e Luca

12 settembre, Maria Ele na e Silvio

AI NU OV I NA T I!! O UT EN NV BE L BE UN E AG G IO LE T IZ IA RA T T I, 19 M , 24 AG OS T O PI ET RO M AZ ZO LE NI EM BR E LU CA RA G NI , 3 SE T T 23 NO VE M BR E SO FI A SI M ON ET T A, E A PA PA ’ E M AM M A! I IN CC PI AI I ON UR G AU

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...E ORA......

OVVERO: LE FOTO PROIBITE DEI FALCHI, RUBATE DAL CASSETTO DELLE COSE NASCOSTE. GIUSTO 98

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E T A R I G N O N . ! ! .. A N I G A P A T S E U Q QUALCHE PICCOLO BRIVIDO PRIMA DEI SALUTI. IMMAGINI FORTI.......SIETE AVVISATi!! L’ ALMANACCO 2011

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: IL BARONE ALLE PRESE CON UN Personaggio misterioso; enry saluta e decide di cambiare vita; L’AMORE CHE TRIONFA DURANTE LA GRIGLIATA ESTIVA DEI FALCHI

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: IL PAGA in un momento di rara ferocia. Sergio la notte di natale studia la sitUazione; Fabrizio con un inedito “Scusal” da competizione

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: “PER UNA POMA”......idillio tra il paga e table; silvietto fa il pieno dopo una gara, tra lo stupore dei presenti; ancora misteri alla cena dei falchi: chi si cela dietro la maschera?

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: Fabrizio in un momento di commozione; il paga mostra le coscie, che di ‘sti tempi si sa mai....; falchi esperti grigliano a piu’ non posso....

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: trinca e il barone novelli sirenetti; enry e carlo in un momento di passione - foto gia’ vista nel 2009 ma degna di essere riproposta; sergio festeggia le centesima gara del semestre tra la preoccupazione della signorina alla sua destra ....’mazza se magna!

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: IL presidente mostra il buon esempio; un paga irresistibile fa conquiste e se ne vanta; dal lontano 2002 un mistero svelato....

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SALUTI FINALI E RINGRAZIAMENTI Si chiude così anche questa edizione del nostro Almanacco, con l’augurio che ancora una volta vi siate divertiti a leggere le nostre piccole e grandi imprese. L’appuntamento è ancora per il prossimo anno, con la promessa che faremo di tutto per riempire, con le nostre storie, le pagine ancora bianche che ci aspettano nel 2012. Ciao a tutti, Gli Atleti dell’ASD Falchi Lecco Le foto, dove non specificato sono state tratte dal sito www.asfalchi.it e dalle raccolte private degli atleti e dei simpatizzanti dell’ASD Falchi Lecco. Ci scusiamo per eventuali involontarie imprecisioni, omissioni e dimenticanze. Si ringraziano Sandro Morganti, tutta la sua famiglia e la Kapriol per il supporto e per l’affetto dimostrato in tutti questi anni e che viene rinnovato anno dopo anno. Per ulteriori informazioni sui progetti GIMS (Gruppo Impegno Missionario di San Giovanni) ci si può rivolgere a Sandro Morganti, cell. 335.80.77.336 Un ringraziamento speciale a Bashanti Moneta per i preziosi consigli di impaginazione e messa in stampa. Grazie a Betti e Lorenza per la grande disponibilità e per il materiale fornito. Un grazie particolare va infine a tutti gli atleti che hanno contribuito non solo con articoli e foto, ma anche con idee, consigli e proposte per la stesura dell’Almanacco. Finito di stampare nel dicembre 2011 www.asfalchi.it


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“Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.” Immanuel Kant

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ORARI: Da lunedì a venerdì 8.30/12.00 - 14.30/18.30 Sabato mattina: 8.30/12.00


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