ASD FALCHI LECCO - ALMANACCO 2012

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ASD FALCHI LECCO

ASD FALCHI LECCO L’ALMANACCO

Numero 3 Anno 2012

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UN’ OTTIMA ANNATA Di Riccardo Ghislanzoni

La stagione 2012 dei Falchi sarà davvero da ricordare con grande allegria e soddisfazione. Tanti sono stati gli appuntamenti che hanno avuto il nostro gruppo come protagonista e tante sono state le occasioni in cui abbiamo potuto condividere le nostre passioni. Il 2012 verrà ricordato come l'anno del Giro Montano del Lario, un progetto tanto ambizioso quanto affascinante scaturito dalla testa del buon Sergio. Il periplo completo del Lago di Como attraverso i sentieri, un'impresa che dà l'idea della fatica anche solo a pensarci. Un progetto che ambiva alla riscoperta del nostro territorio montano spesso dimenticato e che invece ha fatto emergere una rinnovata unità del gruppo, un rinnovato affiatamento, cementando amicizie vecchie e nuove, e soprattutto la volontà di unire gli sforzi per raggiungere un obbiettivo. Un anno dove sono stati tanti i nuovi ingressi nel gruppo che hanno portato una importante ventata di entusiasmo e tanti nuovi stimoli anche per i "vecchi Falchi". Un gruppo che anno dopo anno cerca di ricordare nella maniera migliore un amico che non c'è più. Un amico che quest'anno ha anche regalato una spolverata di neve all'arrivo della gara a lui dedicata, lungo i sentieri per i Piani d'Erna, rendendo la giornata di festa ancora più intensa. Ma la forza di un gruppo è proprio nei singoli e i Falchi hanno potuto darne dimostrazione nella cosa che gli riesce meglio, ovvero correre. Tante vittorie individuali, tanti piazzamenti, tantissime gare in cui almeno un falco era sulla linea di partenza. Poco importa se poi il risultato non è da alta classifica: alla fine ognuno festeggia comunque il suo personale piccolo grande traguardo raggiunto. Falchi che hanno fatto decine di gare, Falchi che possono contare sulle dita di una mano le corse con un pettorale appuntato sulla canotta. Modi diversi di intendere la competizione e l'appartenenza al gruppo. Ma sta proprio nelle diversità dei singoli il valore aggiunto che continuerà a far crescere i Falchi. Verso nuovi obbiettivi, verso nuovi traguardi!


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Carissimi amici, lasciate che ancora una volta, con immenso piacere, possa esprimervi i miei sinceri complimenti per il vostro impegno nelle varie competizioni ed ancor di più per il bellissimo clima di amicizia che si mantiene e cresce sempre fra tutti voi. Come vedo anche crescere costantemente il numero dei Falchi... questa per me è una grande soddisfazione soprattutto in questi tempi in cui i più veri valori si stanno via via perdendo. Lo stare al vostro fianco, anche se i miei capelli imbiancano, è sempre piacevole. Mi scuso con tutti voi per non farlo spesso ma sono i miei tanti impegni che me lo impediscono, non certo la mia volontà... vi prometto che migliorerò! Spero di cuore che in questo periodo difficile un po’ per tutti, voi e le vostre famiglie riusciate ad essere sereni... Noi qui alla Kapriol navighiamo a vista ed il nostro futuro è una grossa incertezza, ma vi garantisco che la volontà di farcela è più forte di qualsiasi paura! Complimenti ancora a tutti per gli importanti risultati ottenuti, vi auguro di cuore un felice e sereno 2013. Sandro Morganti

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UN ANNO DI GARE 2012 Il racconto delle gare dell’anno Di Marco Terraneo

“Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo” Seneca L’ALMANACCO 2012

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ccoci di nuovo, ancora una volta, per il classico resoconto dell’anno. Tante cose sono successe e tante gare son state corse. Il rischio è che tutto diventi uno sterile elenco di gare (a qualcuno ricorda qualcosa?). Così quest’anno vogliamo prenderlo in maniera un po’ diversa, magari anche un po’ più scanzonata, ma speriamo un po’ meno monotono. Ancora una volta la scusa è per qualche eventuale, e non voluta, dimenticanza. La storia, come consuetudine parte e si chiude con la Maggianico-Camposecco che ormai, rappresenta tradizionalmente il “Capodanno” di questo Almanacco. 2012, gli eventi più importanti Il 2012 è stato senz’altro un anno ricco di eventi e gare. Ma anche di episodi, storie che hanno visto come protagonisti alcuni dei nostri atleti. Per prima cosa è stato un anno di nuovi ingressi: tanti nuovi “Falchetti” si sono aggiunti al gruppo e questo è senz’alto un segno di “novita”. Hanno infatti indossato per la prima volta la casacca dei Falchi Paolo Beria, Taddeo Bertoldini, Gianluca Corti, Vito Gallo, Davide Ghislanzoni, Emanuele Gianola, Andrea Grilli, Giordano Montanari,Giovanni Tavola e Francesca Nava che va a rinforzare la compagine femminile dei Falchi. E’ stato anche un anno di grandi ritorni. Complice il “Giro Montano del Lario” il leggendario Bruno “Brunetto” D’ Ambrosio, sconosciuto ai Falchi più “giovani” (tra cui il sottoscritto), ritorna in pista, anzi tra i monti, percorrendo una delle prime tappe del Giro Montano Del Lario. Ma non si può scordare anche il ritorno di Francesco Simonetta: mezze maratone, una gran gara alla Monza-Resegone e tante corse in montagna han visto di nuovo in gara il mitico “Franz”. Dulcis in fundo anche il “Polpa”, al secolo Paolo Coltelli, ha nuovamente fatto capolino nelle competizioni in montagna. Non si può poi tralasciare di parlare dei due “corridori d’acciaio”, (tra l’altro neoingressi tra i Falchi). Giordano Montanari

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stupisce con un impressionante infilata di partecipazioni durante il 2012. Sempre presente su strada, montagna, pista e campestre Montanari ha dato dimostrazione di eccezionale versatilità ottenendo anche buone prestazioni cronometriche e di classifica Al momento in cui viene steso quest’articolo sono già più di 80 le gare, anche di alto livello, a cui ha preso parte l’atleta comasco, ex “pro” del ciclismo su strada. Ma quando si parla di tenacia va ricordato anche Taddeo Bertoldini. Chi lo conosce, anche poco, conosce la sua storia. Un brutto incidente in auto avrebbe senz’altro fermato chiunque. Ma non il Taddeo che con caparbietà, coraggio e perseveranza non ha tirato i remi in barca e che abbiamo trovato in gara in parecchie competizioni su strada e montagna, secondo solo (a livello di partecipazioni) a

Montanari stesso. E’ stato un anno anche di belle vittorie. I “top” dei Falchi han reso onore al nome del gruppo. Sono state tante le gare che hanno visto un falco sul podio. Oltre al già citato Montanari abbiamo visto tante belle prestazioni di “Capitan Ratti”, che dopo una prima parte dell’anno un po’ difficile ha ottenuto ottime prestazioni in gare di alto livello. Una per tutte la vittoria di categoria al Campionato Italiano ANA. Meno presenze in gara, ma con ottime prestazioni per Enrico Ardesi, mentre Roberto Antonelli ha confermato le sue caratteristiche di scalatore puro con eccellenti risultati nelle gare di “sola salita”. Il Picèt, al secolo Silvio Gatti, è stato un po’ lontano dai campi di gara quest’anno, ma le sue presenze sono state sempre di alto


ASD FALCHI LECCO livello con vittorie di pregio. Vittorioso, ma su due ruote troviamo invece Davide Trincavelli. Il Trofeo Adelfio Spreafico, alla sua terza edizione, ha poi dimostrato di essere una gara matura e ha confermato il grande affetto da parte dei corridori in montagna per il buon Adelfio e per il gruppo dei Falchi. Ma di questa gara ne parleremo meglio in un articolo dedicato. E infine, prima di chiudere con questa premessa e anche se è una citazione un po’ di .......parte, mi piace ricordare il consolidamento di quella che si potrebbe chiamare “L’ Ala comasca” dei Falchi, con Sergio Bernasconi, Emanuele Gianola, Giordano Montanari e Marco Terraneo. E, tra questi, il gran mattatore e “presidente onoriario dei falchi Comaschi” è stato senza dubbio il Sergino, dal cui entusiasmo è nato il Giro Montano del Lario, uno degli eventi principe per noi Falchi quest’anno. Ma come per il trofeo Adelfio ne parleremo meglio e in maniera più approfondita nelle prossime pagine. I mesi del generale inverno e la stagione dei cross A foglie cadute si comincia a fare i conti dei giorni che mancano alla fine dell’anno e alle abbuffate natalizie. Ma per chi corre, si sa, sono anche i mesi in cui va messa legna in cascina. Allenamenti di durata e forza, per alcuni, ma anche gare invernali, qualche mezza maratona e corse campestri, come da teoria classica dell’atletica. A Novembre la gara sociale del

SEV Valmadrera regala le ultime emozioni in salita pura per Grimpeur comascolecchesi. Capitan Ratti è secondo soltanto allo schiacciasassi Nicola Golinelli. Il drappello dei falchi però vede all’arrivo anche Giordano Montanari, neo-acquisto per i Falchi, Enrico , Sergio Bernasconi, Nicola Spreafico , Fabrizio Farumi, Emanuele Gianola e Cine Corti (altri due neoacquisti). Senza dimenticare la presenza in gara del mitico Barone

a seguire il gruppo. Con dicembre comincia invece la stagione della corsa campestre che si protrarrà fino a marzo. Protagonista dalla stagione crossistica è senz’altro il “clan comasco”: Sergio Bernasconi, Giordano Montanari e Marco Terraneo. Gare corte e veloci, su erba e sterrato, ma anche su fango pesante e neve, ottime per allenarsi su ritmi e forza muscolare. Dal Campionato Brianzolo di Cross alle gare del Varesotto, passando per le Campestri Fidal Como, i nostri atleti hanno avuto quindi modo di sporcarsi le scarpette chiodate e di farsi un po’ le ossa in vista della primavera con buone posizioni per Terraneo e Montanari nella classifica finale del Campionato Brianzolo. Mezze, mezze, mezze....ma anche intere!!! E non solo..... Di maratone stiamo parlando. E, appunto di mezze maratone o “maratonine” come L’ALMANACCO 2012

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ASD FALCHI LECCO si diceva ai tempi. E, nel calderone ci mettiamo anche le gare su strada. Per quanto riguarda le mezze i più scatenati dell’anno sono senz’altro Taddeo e Giordano che di mezze ne hanno corse a iosa. Ma è anche la distanza dove si è fatto rivedere più spesso il Franz e ha visto l’esordio di tanti neo-falchetti nella gara di Lecco (Paolo Beria, Davide Ghislanzoni, Giovanni Tavola, Gianluca Corti). Nella distanza “regina” invece abbiamo visto più volte in gara sempre Giordano, ma anche Paolo Beria e Davide Ghislanzoni. La presenza quindi dei Falchi nelle gare su asalto, come si vede è senz’altro importante. Ancora di più se ci mettiamo le gara su strada classiche, quelle dai 6 ai 15 chilometri. Da Bernasconi a Taddeo, da Bartoloni a Terraneo, fino a Carlo Ratti

sono tanti i falchi che si sono cimentati nelle corse sul bitume (10km del Manzoni, circuiti serali in provincia di Milano e Varese, Trofeo Molteni di Erba ecc...). Menzione d’onore a Montanari che ha colto ottime posizioni nella gare del Circuito del Varesotto, alla Faido Running Night, ecc.... e a Carlo Ratti che ha letteralmente stupito il pubblico nella corsa su strada Fidal di Erba di fine ottobre. Si potrebbero citare molti altri risultati, ma vi rimandiamo, per questo al “tabellone” finale dei Podi e Vittorie. I “Vertical” e le Corse in montagna

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Cominciamo con i “vertical” ovvero le gare “in verticale”. 1000 metri ( a volte di più, a volte di meno) di sola salita con pendenze severe. “Specialista” dei Falchi in questa disciplina è stato senz’altro Roberto Antonelli. Dal Cornizzolo Vertical, fino agli innumerevoli km verticali della bergamasca (Rifugio Coca ad esempio), , Roberto è riuscito a cogliere dei buonissimi piazzamenti e podi (uno su tutti: la vittoria al km verticale del Mottarone, ad Omegna). Simili come distanze e tempi di gara sono le corse in montagna classiche,

quelle Fidal per intenderci e quelle “di paese” che sono spesso ancor più belle. Qui le grandi soddisfazioni arrivano dai nostri “big”. Enrico Ardesi, Silvio Gatti, Carlo Ratti e Giordano Montanari hanno ottenuto vittorie, podi e piazzamenti in molte di queste competizioni. Come prima rimandiamo al “tabellone” finale per i risultati nel dettaglio. Possiam però ricordare che le date e gli appuntamenti sono stati tanti. Maggianico-Camposecco, ad esempio, ma anche il Trofeo Adelfio Spreafico. E poi ancora il Trofeo Dario e Willy, la Luzzeno-Manavello, il Jack Canali di Albavilla, le corse in montagna in Svizzera. Ci sono poi le varie Corse Del Viandante, Moggio Artavaggio, Check-up del San Martino, Prata-Pratella, la Molina Elisa ecc...... che hanno visto tanti altri Falchi sulla linea


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di partenza. Tra questi Paolo Beria, Sergio Bernasconi, Enrico Mazzoleni, Luca Mauri, Luca Ripamonti, Riccardo e Davide Ghislanzoni, Giovanni Tavola, Andrea Grilli, Francesca Nava, Daniele Gaddi, Nicola Spreafico, Franz Simonetta ecc... che hanno partecipato a diverse di queste manifestazioni, spesso con ottimi risultati.

successo e una partecipazione meritatissima, che ha visto in gara Carlo Ratti, Paolo Beria, Enrico Mazzoleni, Riccardo Ghislanzoni, Gianluca Paganoni, Vito Gallo, Giovanni Tavola ecc....E poi ancora la Dolomites Skyrace, gita sociale Falchi, i cui dettagli sono raccontati in un bell’articolo di questo almanacco. Oppure il Giir Di Mont con davvero tanti Falchi presenti: Paolo Beria, Gessy Maggioni, Riccardo Ghsilanzoni, Vito Gallo, Alessandro Filigura, Enrico Ardesi, Luca Mauri e Gianluca Corti. Come non raccontare poi del Tro-

feo Kima, che nel bene e nel male è un nome sempre evocativo nel mondo delle Skyrace? A rappresentanza del nostro gruppo sportivo il carismatico Vito Gallo (che potrete trovare immortalato all’arrivo, questa volta del Trofeo Scaccabarozzi, con una compagnia...”speciale”). In chiusura di stagione e sotto la neve il classico Trail Del Casto dove ha partecipato il mitico “Clan Brianza” con Jessy Maggioni, Alessandro Filigura e Giampy Crippa.. Le staffette e le corse di squadra Questa categoria di gare merita davvero un capitolo a parte. Sono “lavori di gruppo”, nel vero senso della parola. Gare che danno davvero onore a chi le ha corse. Perchè cementano amicizie e creano un gran bel spirito di gruppo. Ma bando alle smancerie e cominciamo il racconto delle gare in cui squadre di “soli Falchi” hanno dato il meglio*. Si comincia dai primi giorni di primavera. Carlo Ratti e Giordano Montanari ottengono un ottimo terzo posto alla Besana Double Classic, gara a coppie su percorso di 18 km. E si prosegue poi con la Monza Resegone, gara ormai quasi leggendaria, (per le prime edizioni si si parla del 1924), da correre “in pattuglia” . Nei primi anni si gareggiava addirittura “a passo di marcia”, in quattro, e tutti i concorrenti dovevano partecipare con uno zaino affardel-

Le Skyrace e i trail Cominciamo qui a parlare delle gare più “corpose”, dove i km sono tanti, i dislivelli severi e i percorsi tecnici. Anche qui, tra i Falchi abbiamo però un manipolo di “specialisti”. Carlo Ratti e Matteo Spreafico aprono i festeggiamenti per le Skyrace partecipando alla “Skyrace del Canto”, mentre per i trail è Filigura a inaugurare l’anno con la Maremontana. Anche in questo caso gli appuntamenti sono stati molti e sarebbe lungo citarli tutti. Da ricordare assolutamente la Resegup, gara con un L’ALMANACCO 2012

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lato....storia che si protrasse fino al 1955. Ma torniamo a noi. La terna di Falchi alla partenza è nuova di zecca: Paolo Beria, Sergio Bernasconi e Luca Ripamonti. Tre nomi che sentirete ancora e per il resoconto di questa gara vi rimandiamo al racconto scritto di loro pugno, tra le pagine di questo almanacco. Passano i mesi e arrivano le classiche gare “a staffetta” cominciando con la prestigiosa “Marmitte dei Giganti” di Chiaven-

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na. Ancora una volta si ripropone la terna Beria, Bernasconi Ripamonti a dare il meglio di se, cosa che non mancherà di confermare al Trofeo Vanoni di Morbegno, gara di altrettanto prestigio. Ma anche per queste gare il racconto dei protagonisti è tra le pagine di questo almanacco. * - Non ce ne vogliano coloro che hanno partecipato a staffette in “squadre miste”, con concorrenti di altre squadre. Alla Besana Double Classic Bernasconi è in gara con l’ amico Angelo Pollini del GSA Cometa, mentre Ta d d e o Bertoldini fa coppia in gara con Silvia Gerosa. Prestazioni davvero grandi poi di Franz Simonetta (secondo posto

con Stefano Ripamonti e Paolo Pizzato alla Monza-Resegone e sempre secondo gradino del Podio, con Davide Nappo alla Erba-Capanna Mara). E poi ancora Sergio Bernasconi con Ilaria Bianchi coglie una prima piazza sempre alla Erba-Capanna Mara. Infine presemte una terna Falchi al 66% al Trofeo dei Presidenti con Sergio Bernasconi e Marco Terraneo insieme all’amico comasco Tiziano Fasana. Pista e altre gare Con l’ingresso di Montanari il “palmares” dei Falchi si è allargato in maniera notevole alle gare....in pista. Le sue innumerevoli partecipazioni in gare di 5000 e 10000 metri piani hanno anche portato l’atleta comasco a guadagnarsi il titolo di Campione Provinciale proprio nei 10000 metri, sulla pista di Guanzate (Co). Taddeeo, come ci racconterà lui stesso, ha invece preso parte a gare un po’ “diverse” da quelle classiche. Parliamo delle competizioni su terreni misti e con ostacoli, naturali e non, disseminati lungo il


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percorso. Dalla più celebre Fisherman Strongman Run, di Rovereto, al nostrano Scigamatt a cui ha preso parte anche il presidente Riccardo Ghislanzoni, Andrea Grilli e Cine Corti. Falchi presenti infine anche nelle corse di “orientamento”. Al Raid Avventura del Cornizzolo, gara da correre in coppia, mappa alla mano Giampy Crippa ha trionfato in compagnia dell’amico Francesco Bana. In gara, nel percorso corto anche Nicola Sprefico che con Di Palma ha chiuso all’11° posto.

www.asfalchi.it

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GIRO MONTANO DEL LARIO “250 km. su e giù attorno al lago Di Sergio Bernasconi et.al.

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l Lario è la nostra terra d’origine, splendido lago circondato da verde e lussureggianti montagne, dalla dea bendata non potevamo chiedere di meglio. Fin da piccolo ho sempre fatto passeggiate nelle zone sia della sponda co-

masca che lecchese, ora corro da anni tra queste vallate. Dopo un’attenta valutazione guardando cartine ed itinerari ho intravisto la possibilità di poter percorrere l’intero Lario su sentieri montani. Facendo parte di una società di atletica specializzata nella corsa in montagna e conoscendo la caratura tecnica della totalità del gruppo, ho chiesto al presidente Riccardo Ghislanzoni se si poteva realizzare questo progetto che avevo in mente , il periplo del Lario , dove possibile, sui monti e non su banale strada asfaltata . Dopo il consenso quasi istantanea ed entusiasmante da parte di Richy, del direttivo e degli atleti , si e’ messa in moto la macchina organizzativa e penso che i

Falchi Lecco hanno ampliamente dimostrato che con l’impegno di ogni singola persona rivolta al bene comune dell’ intera società si possono raggiungere grandi traguardi a livello umano. A parte l’impresa fatta, 236 km con 10500 m di dislivello , in condizioni atmosferiche pressochè avverse per l’intera durata della manifestazione, dove i comuni mortali ci chiamano “mostri”o “pazzi”, i Falchi si sono rilevati un gruppo estremamente unito poco eguagliabile. La particolarità è che siamo andati decisamente controcorrente . Non è stato un progetto a fine di lucro come le maggior parte delle odierne gare. Tra prove percorsi, spostamenti, riunioni....tutto è stato fatto in modo autonomo


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ed autofinanziato . Giornate e serate impegnate x studio percorsi e dislivelli, domeniche occupate per prove tracciati con i diversi frazionisti dove per la maggior parte dei casi i luoghi erano completamente sconosciuti ai Falchi. Lo scopo di tutto è la riscoperta dei sentieri che circondano il nostro lago, alcuni battuti dai trekker, altri ormai lasciati andare, poco frequentati e mal segnalati, sopratutto il settore riguardante la via dei monti lariani. I sentieri, possibile meta x trekker di ogni nazione, come si vede in Nepal , dove un paese ha fatto del turismo il proprio cavallo di battaglia dando lavoro ad una moltitudine di abitanti come guide o portatori,

dando origine a ricostruzioni ed ammodernamenti di interi villaggi. Ci è capitato sovementemente nelle nostre perlustrazioni di imbatterci in nuclei ormai abbandonati da anni, vecchie stalle ed abitazioni adagiate su posizioni panoramiche invidiabili a chiunque ma con tetto cadente e logore dal lento passare dall’abbandono subito. Sarebbe auspicabile un ritorno alle origini , con un ripopolamento delle vecchie frazioni montane con allevamento e produzione di prodotti locali , sicuramente con una manutenzione dei sentieri tutto potrebbe divenire magari piu’ semplice. Il risultato ottenuto da questo progetto e’ stato incredibilmente positivo . Noi Falchi ci siamo resi conto che durante

questo periplo ci siamo raggruppati come se fossimo un’ unica famiglia, con momenti di apprensione comune per gli atleti bloccati sui monti quando era in corso il temporale , attimi di gioia a problemi risolti, completo senso di affidabilità nei confronti dei compagni staffettisti ed infine la festa prima con l’arrivo in gruppo in piazza Cermenati a Lecco ed a seguire grigliata nella sede della Kapriol ospitati come sempre dal Sig. Morganti. Con il migliore auspicio che il Giro Montano del Lario non sia solo stato un singolo evento ma si protragga negli anni come simbolo di unione del gruppo , ringrazio tutti ( staffettisti, simpatizzanti....) per la collaborazione

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LA MAPPA DEL GIRO

Il percorso del giro con quella che verrà raccontata ai nipoti con il nome “Variante del Barone”  

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ASD FALCHI LECCO colto nel segno. L'iniziativa ha li altri e i ,e' piaciuta ag E' piaciuta a no e' rimaato sfiorato ne st a si ne ue nq chiu . curiosito,stupito sto coinvolto,in to, amalro di tutto ques Direi di fer teso o che il ove idee e cred gamarlo con nu iziativa diventare un in be eb tr po L GM che idea genere.Io qual unica nel suo gia' ce l'ho. e del pero' e' l'union tto tu di e or Il mot mostrare amo riusciti a di si e m co po up gr . in questi giorni LCHI. Quindi forza FA oni

“Jessy “ Maggi

GRAZIE! Credo che ogni altra parola sia supe rflua! Potrei aggiungere che sono con vinto che solo un gruppo come i Falc hi poteva portare a termine un'impresa del genere. Sono davvero orgoglioso di far part e di questo gruppo! Al prossimo sogno, Ricky

coro di elogi e Innanzitutto mi unisco al congratulazioni.. kettaro come il poi essendo pure io un bas notato molto spirito buon Nicola, anch'io ho nostro sia uno sport di squadra nonostante il prettamente individuale zo di storia far parte di un piccolo pez o fatto la storia lecchese(si, perchè abbiam BENE un qualcosa a livello locale, facendo fatto) mi fa sentire che non era stato ancora .. fiero di essere un falcotto. HI.... TANTO TANTO CUORE, FALC CUORE!!!!!!!!!!!! Cine

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Ciao Falchi, mi unisco a tutte le email di entusiasmo e condivido tutto ciò che è stato scritto…è difficile aggiunger e dell’altro… Per me, che sono novellin a, i Falchi sono un gruppo strepitos amente unito, fraterno…vi ammiro in sede e vedo quanto siete uniti, avete creato un bellissimo gruppo, un amicizia allargata. Il GML ha, credo nuovam ente, confermato la vostra unione ed io sono entusiasta di essere entrata a far parte di questo meraviglioso gruppo! Mi sono divertita molto con Marco a fare la tratta notturna sotto la pioggia e anche se erano solo 5 km sentivo l’adrenalina addosso….sentivo che stavo partecipand o, come voi, ad un impresa, mi sentivo par te del gruppo e soprattutto sentivo il gru ppo accanto!!! Siete grandi! Grazie!!

A mio avviso sicuramente il GML ha confermato il GRUPPO, caratteristica che dall’interno a volte sfugge ma sicuramente ammirata ed invidiata da Società ed esterni in generale. IL GML ha consolidato definitivamente un sol gruppo il “vecchio” zoccolo Falchi con gli ingressi degli ultimi 2-3 anni. Ha confermato che in questo gruppo c’è spazio per chi corre per semplice passione, per chi ormai non può fare a meno di correre tutti i giorni, per chi corre, vuole vincere e vincerà, per chi corre per poi dire “ho partecipato e sono arrivato anch’io” o per chi meno corre ma ancora vuole partecipare o solo esser presente alle gare e/o imprese degli amici del gruppo. Mi ha fatto piacere rivedere Falchi (di quei Falchi quando ancora erano una decina si e no di persone) che da molto Francy tempo non vedevo. cky he se a Sergio e Ri Grazie a tutti (anc Spero di tornare a vedere ancora quallla eriti), è stata una be vanno i maggiori m cuno d’altro con la canotta dei Falchi e avventura. magari sul Podio di qualche prestigiosa uadra dove l basket, sport di sq da o ng ve Io gara o “patasciata” popolare ma pur seme le insieme gli intenti si devono mettere pre con noi! (e tra i cc… vedo qualcuno nsato one. Ho sempre pe forze di 15/20 pers di questi) rsa, una cosa molto dive che la corsa fosse Bravi, complimenti per il GML specialil contrario. mi avete dimostrato mente a chi ci ha creduto subito dall’inidel GML penso sia Il completamento zio e si è dato da fare. mpo ttoria (sempre in ca paragonabile alla vi E' stato veradi un campionato. ) co sti sti ce Marco (Arrigoni Neri) e. mente emozionant Alla prossima Ciao Nicola un plauso a tutti i partecipanti, i sost enitori e soprattutto gli organizzator i del giro montano. Personalmente mi è sembrato che la cosa abbia preso forma ed entusiasmo poco alla volta, con alla fine grande soddisfazione per tutti Per il futuro vedo questo giro non in ottica agonistica ma come giro aper to a tutti i simpatizzanti e soprattutto a tutte le soci età sportive toccate del giro montano , che potrebbero essere coinvolte ed invitate a dare il loro contributo, prettamente numeric o, fatto di atleti che accompagnano il giro per alcuni tratti....magari facendo da guide nei tratti meno conosciuti da noi.....insomma un gemella ggio di un giorno di tutte le società pod istiche bagnate dal Lario Altra cosa che sarebbe interessante è dare un senso anche benefico al giro , con la staffetta che raccoglie offerte (naturalmente libe re e facoltative) a chi si aggrega dan do naturalmente il tutto a qualche associazione Carlo


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Tutto il Giro Montano minuto per minuto Riviviamo la cronaca del Giro tutta d’un fiato. Venerdì 8 giugno 2012 Ore 21.55: è partito da Lecco il Giro Montano del Lario! I primi frazionisti sono i Falchi Enrico Ardesi e Carlo Ratti insieme all'atleta dell'OSA Stefano Butti, a cui si aggiunge lo zio Renato all’inizio della Val Calolden. Ore 23.55: termina la prima tappa ad Abbadia (km 14). Cominciano ora le tre tappe lungo il Sentiero del Viandante. Sabato 9 giugno Ore 1:05: i Falchi Paolo Beria e Bruno D'Ambrosio, insieme a Marco e Francesco, chiudono la seconda tappa a Lierna (km 24, tempo totale 3h10' dalla partenza di Lecco). Paolo prosegue con Luca Ripamonti. Ore 4:35: i Falchi Paolo Beria e Luca Ripamonti concludono la terza tappa a Dervio (42 km, 6h40' dalla partenza di Lecco). Non hanno preso pioggia ma il terreno era scivoloso e a Ortanella c'era nebbia. Luca Ripamonti prosegue ora con Gianluca "Cine" Corti alla volta del Santuario della Madonna di Valpozzo a Colico. Ore 7:05: i Falchi Luca Ripamonti e Gianluca Corti danno il cambio ai fratelli Ghislanzoni al Santuario di Valpozzo (Colico, km 57 e 9h10' dalla partenza di Lecco). Ore 7:35: Riccardo Ghislanzoni e Davide Ghislanzoni arrivano a Sorico (km 63, 9h40' dalla partenza di Lecco). Riccardo prosegue con Luca Mauri alla volta di Peglio lungo la tappa 4 della Via dei Monti Lariani. Ore 11:45: Riccardo Ghislanzoni e Luca Mauri terminano la propria tappa (km 85, 13h50' dalla partenza di Lecco). L'ultima mezz'ora è trascorsa sotto un temporale e un forte acquazzone, ma nessun problema serio. Marco Tavola e Gianluca Paganoni partono alla volta di Garzeno. Ore 15:05: Marco Tavola e Gianluca Paganoni arrivano a Garzeno dopo un piccolo errore di percorso nel finale (km 109, 17h10' dalla partenza di Lecco). Andrea Grilli e Giordano Montanari partono con un bel sole alla volta di Croce (tappa 3 della Via dei Monti Lariani). Ore 19.15: Andrea Grilli e Giordano Montanari arrivano a Croce (km 135, 21h20′ dalla partenza di Lecco). Tappa corsa sotto un bel sole ma su terreno molto infangato e bagnato. Hanno dato il cambio ai Falchi Mauro Esposito e Carlo Proserpio, accompagnati dall’amico Stefano, che sono partiti sotto qualche goccia di pioggia. Destinazione San Fedele d’Intelvi (tappa 2 della Via dei Monti Lariani). Ore 22.30: Causa forti temporali, il Giro è momentaneamente sospeso in attesa di valutare l'evolversi delle condizioni meteo. Mauro, Carlo e Stefano, frazionisti della tappa Croce-San Fedele, hanno percorso circa 9 km e sono stati sorpresi da un violento temporale con fulmini e grandine e si sono fermati in un riparo di L’ALMANACCO 2012

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fortuna. Ore 23.30: Approfittando di una tregua del maltempo, Mauro, Carlo e Stefano hanno raggiunto Narro e da qui sono scesi a Lenno (km 150, 25h45' dalla partenza di Lecco), sul Lago, dove sono stati recuperati dai frazionisti della San Fedele-Cernobbio. Ora il percorso del Giro subirà una variazione a causa dei temporali ancora presenti nella zona e soprattutto per motivi di sicurezza: Sergio, Giovanni e Luigi proseguiranno lunga la provinciale SS340 (la Statale Regina) fino a Cernobbio, dove passeranno il testimone a Marco e Francesca che proseguiranno sul percorso originario del Giro. Il Giro riprenderà poi domani mattina alle 7.00 da Como se le condizioni meteo lo permetteranno, con le tappe originarie del Giro (Como-Capanna CAO, Capanna CAO-Colma di Sormano, Colma di SormanoBrogno, Brogno-Valbrona e Valbrona-Lecco). Arrivo previsto a Lecco alle ore 17.00. Domenica 10 giugno Ore 01.30: Il falco Sergio Bernasconi, Giovanni e Luigi arrivano a Cernobbio (km 172, 27h35' dalla partenza di Lecco) e partono Marco e Francesca che riprendono il percorso originario del Giro. Ore 02.00: Marco Arrigoni Neri e Francesca Nava arrivano a Como (km 177, 28h05' dalla partenza di Lecco). Se il meteo lo consentirà, il Giro riprenderà alle ore 7.00 (e quindi con la luce) seguendo il tracciato originario. Ore 07.00: Matteo Spreafico e Sergio Bernasconi ripartono da Como sotto la pioggia. Non sono previsti temporali. Ore 07.50: Matteo Spreafico e Sergio Bernasconi arrivano alla Capanna CAO sotto la pioggia (km 184, 28h55' effettive dalla partenza di Lecco) e danno il cambio a Nicola Spreafico e Marco Terraneo. Ore 10.00: Nicola Spreafico e Marco Terraneo arrivano alla Colma di Sormano (km 198, 31h05' effettive dalla partenza di Lecco) e danno il cambio a Alessandro Filigura, Gianluca Maggioni e Claudio Pizzagalli. Alla Colma ci sono sprazzi di sole. Nicola e Marco hanno trovato un terreno molto scivoloso e in particolare il Palanzone era un "sapone"! Ore 12.25: Alessandro Filigura, Gianluca Maggioni e Claudio Pizzagalli transitano per Brogno (km 210, 33h30' effettive dalla partenza di Lecco) e proseguono tutti e tre assieme verso Valbrona. Il loro passaggio è previsto alle 14.30. Sentiero bagnato ma tempo bellissimo! Ore 14.30: Alessandro Filigura, Gianluca Maggioni e Claudio Pizzagalli transitano per Valbrona (km 222, 35h35' effettive dalla partenza di Lecco). Partono per l'ultima tappa i Falchi Fabio Bartoloni, Fabrizio Farumi, Giovanni Tavola e Gianluca Maggioni insieme a Ferruccio. Ore 16.35: Si conclude il Giro Montano del Lario! Alla fine sono stati 234 km e 37 ore e mezza ricchi di intense emozioni! Ora e sempre FORZA FALCHI! Ore 19.00: I meritati festeggiamenti continuano in sede con una bella grigliata!

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Com’è nata la “Variante del Barone”? Ecco il racconto delle concitate ore tra sabato e domenica attraverso il racconto dei protagonisti. Carlo Proserpio La situazione inizia ad essere critica! Sono le 10 di sera, siamo sulle montagne sopra Lenno, è buio, stiamo prendendo secchiate d’acqua da 30 minuti, a tratti grandina e tira vento, ci sono molti fulmini, siamo fradici e iniziamo ad avere freddo, scendono fiumi d’acqua dalla montagna e ciliegina sulla torta… perdiamo la traccia del sentiero. Ammetto di averlo pensato: “ma chi me lo ha fatto fare!!”. La provvidenza ci viene incontro: troviamo i ruderi di una baita. Il tetto è sfondato ed entra acqua... ma per noi è meglio del grand hotel!!! Ci strizziamo i vestiti e indossiamo tutto quel (poco) che di asciutto c’è rimasto. Continuiamo a tenerci in movimento per non prendere troppo freddo. Un paio di telefonate per avvisare il Presidente della situazione ed informare chi ci aspetta a San Fedele che al momento ci è (purtroppo) impossibile proseguire. Il Presidente è proprio Un Presidente: “prima la sicurezza poi tutto il resto”. Altri Falchi chiamano e si rendono disponibili per eventuali recuperi o supporti logistici: più che una società siamo una squadra!! E’ passata un’ora e fuori continua a piovere, ma il peggio sembra passato. Usciamo e impieghiamo un po’ a trovare il sentiero che in quella zona si infrasca facilmente. Percorriamo il traverso (bello scivoloso) verso Narro. Siamo tentati di proseguire ma i fulmini ci indicano la presenza di temporali ovunque. Valutiamo la situazione troppo pericolosa e decidiamo di buttarci a valle. Durante la discesa vediamo i tombini letteralmente saltati per aria: di acqua ne è scesa (e ne abbiamo presa) davvero tanta! In un attimo siamo a Lenno dove Sergio e i suoi amici riprendono la staffetta sotto un nubifragio. Il maltempo impone prima una variazione di percorso: Statale Regina fino a Como. Sono le 3 di notte e mi infilo sotto le coperte: fuori continua a tempestare… per fortuna la staffetta è stata sospesa! Sergio Bernasconi Ritrovo ore 19 all'imbarcadero di Tavernola situato tra Como e Cernobbio dove espongo lo striscione del Giro Montano del Lario in un posto ben visibile sia ai podisti che agli automobilisti. Aspetto i miei due compagni d'avventura: Luigi, ex mio compagno di squadra che si è dato progressivamente agli ultra-trail, persona taciturna ma affidabile e che sa il fatto suo, e Giovanni, conosciuto da poco tempo , non fa gare, si allena raramente ma quando lo fa ci dà dentro veramente e lo ha dimostrato nelle poche uscite fatte insieme, ritengo che siano due persone adatte per

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ASD FALCHI LECCO farmi da cornice nella mia tratta da compiere prevalentemente in notturna secondo tabella di marcia. Puntuale arriva Luigi, Giovanni in lieve ritardo si presenta con moglie, figlia, amico, siamo in 6. Tutti sulla macchina di Gio, la figlia è costretta a mettersi nel bagagliaio come da spesso accade mi pare di capire. Arriviamo a S. Fedele, punto tappa stabilito, il cielo si presenta scuro e non promette niente di buono, inizia a piovere in modo pesante, dopo un riposino in macchina sicuramente non comodo ci fiondiamo in bar a ber qualcosa. Continua a piovere forte ed inizio a pensare che Mauro e company si saranno fermati da qualche parte e si partirà ancor più tardi del previsto. Chiude il bar, fuori tempesta e ci rifugiamo in una pizzeria, vai di pizza tanto qui si ritarda di sicuro. Inizia a squillare il cellulare in un momento che c'è sì e no campo, trovo la chiamata di Mauro e Proserpio ed inizio ad intuire che c'è qualcosa che non va. Appena ho campo riesco a mettermi in contatto con gli staffettisti. La situazione è la seguente: preso acqua e grandine, trovato rifugio, uno su tre vorrebbe continuare, gli altri due preferiscono scendere ma non si sa bene il punto preciso dove arrivano a valle. E' un susseguirsi di scambi d'opinioni, cercare soluzioni e mettersi d'accordo sul da farsi. Loro non hanno cartina, io neppure, già ero teso x tutto l'insieme.... Una volta capito il punto preciso dove sono arrivati – Narro – chiamo Richy dove via telefono gli chiedo di guardare su web la cartina e dirmi il punto preciso dove potrebbero scendere a valle. Intanto è una lotta continua con Giovanni x farlo un pochino ragionare, secondo lui il Giro non si può troncare o variare, il meteo è accettabile (scendeva l'inferno di acqua e fulmini ed era completamente scuro senza squarci di miglioramento). Voleva partire da S. Fedele in solitaria, raggiungere Proserpio, tornare a S. Fedele e poi si andava tranquillamente per i prossimi 28 km sotto la tempesta come se niente fosse. Dopo accordi telefonici col saggio Richy che mi può far da testimone si decide il classico “piano B”: discesa a valle degli staffettisti, noi gli andiamo a recuperare in macchina così si scaldano, io parto da Lenno, punto di discesa previsto, si calcolano che sono 22 km, me la posso fare sulla Regina che almeno si vede qualcosa e abbiamo una macchina al seguito x emergenza, vengono giù fulmini e saette ogni trenta secondi ed acqua a catinelle. Parto a mezzanotte con Luigi e Giovanni, la strada è una pozzanghera unica, io davanti con frontale, Giovanni senza, visto che nelle sue uscite notturne non la usa (una macchina da guerra), Luigi dietro ben equipaggiato. Facciamo un pezzo della greenway fino Ossuccio x evitare il più possibile le pericolose

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macchine. All'altezza di Argegno, mentre sembrava di correre al chiaro causa fulmini ininterotti, altra proposta dell'indomabile Giovanni: potremmo tornar su via mulattiera che non ho mai fatto verso il rifugio Binate e riprendere la traccia originale, tanto la situazione non è cosi pericolosa. Mi guardo in faccia con Luigi, fortunatamente gli risponde con un rifiuto secco, cerco di spiegargli che lo scopo principale è raggiungere Cernobbio senza conseguenze e per addolcirlo gli dico che non è la stessa cosa farlo su strada ma data la condizione o così o così.... C'è di buono che alla fine non è incazzato più di tanto anche perché è bello grosso..... Passiamo da Colonno dove la cascata arriva direttamente su strada, da Brienno dove l'anno scorso per una frana il paese è stato diviso in due e anche adesso non mi sembrava molto sicura la situazione, non vedo l'ora di arrivare verso Laglio dove possiamo fare la via bassa x evitare le macchine che ci prendono per pazzi come minimo. Abbiamo al seguito, oltre alla macchina della moglie di Giovanni (santa donna), Matteo Spreafico e Marco Arrigoni Neri, uno squadrone. Curiosità le scarpe che calziamo noi tre: il sottoscritto scarpe salomon da skyrace, Luigi le innovative fivefingers, pseudo pantofole con dita dei piedi incorporate sempre da trail running, il Gio un paio da ginnastica rigorosamente bucate, della strada di tutte e tre non so chi ci azzecca di più. Non so ancora come sarà il programma, cerco di tener un po' mano come andatura per eventuale riserve di energie per aiutare Matteo in caso di proseguimento gara e salita al Cao. Arriviamo indenni a Cernobbio, fradici marci, e diamo il cambio staffetta a Francesca e Marco che partono stranamente senza pioggia, ma naturalmente dopo pochi minuti ricomincia. Mi viene comunicato da Matteo che la staffetta è interrotta fino alle 7 di domani mattina, vado a casa a farmi la doccia calda dopo aver ringraziato calorosamente tutti x il supporto ricevuto. Mi alzo alla mattina verso le 5,45 dopo 3 ore di sonno un po' con le gambe indolenzite dall'asfalto e mi accorgo che piove ancora, evito di imprecare ma un po' ci penso... Ritrovo preciso con Matteo Spreafico alle 7 con fidanzata al seguito che ci segue e ci scatta foto. Partiamo sotto la pioggia, ma in confronto a ieri sera è una bazzecola, la tratta si rivela x me non troppo impegnativa. Purtroppo Matteo ha avuto due giorni prima problemi di schiena e si nota che fa fatica e soffre, nonostante tutto teniamo un discreto ritmo e saliamo x la mulattiera che conosco a memoria sotto la pioggia, ormai fedele compagna, arriviamo al Cao dove ci aspettano Marco e Nicola, foto di rito, ci diamo il testimone e continua l'avventura verso l'agognata meta. Un ringraziamento particolare a Luigi, Giovanni e Matteo, miei compagni di staffetta x la pazienza avuta nel raggiungimento dell'obbiettivo preposto. Grazie a chi mi ha supportato materialmente e mentalmente.


ASD FALCHI LECCO Il GML in 10 punti Prendendo spunto dal suo viaggio in Islanda della scorsa estate, il buon Barone, alias Mauro Esposito, ha proposto a ciascuno falco di mettere nero su bianco 10 "punti" del GML che lo abbiano particolarmente colpito e che ricorda con piacere.

la cena ricorda l'unione e lo spirito del gruppo. Grazie Sergio per l'idea che hai avuto! Nicola Spreafico GML: 10 riflessioni tra il serio e il faceto 1. Mai avrei pensato di coricarmi nella notte pensando intensamente a Mauro, la cosa mi preoccupa e mi turba, spero non debba più capitare ;-) 2. Propongo pellegrinaggio sociale annuale alla "stalla della salvezza" in segno di ringraziamento. 3. Propongo O.P.A. (Offerta Pubblica d’Acquisto) per aggiudicarci la suddetta stalla, acquistandola regolarmente dal pastore, rendenodola luogo di memoria, con tanto di statue a grandezza naturale dei 3 corridori erranti. 4. Ringrazio Marco (Zio) per l'estrema gentilezza nell'organizzare tutta la logistica della nostra tappa... riportandomi anche la borsa direttamente a casa il giorno dopo. 5. I raggi di sole che attraversano le piante creando giochi di luce e atmosfera spettacolari. 6. La quantità di m. che un gregge di pecore riesce a lasciare sul prato dopo il suo passaggio, rendendolo ancora + scivoloso. 7. L'emozione provata all'arrivo di gruppo in piazza Cermenati, mai avrei pensato che la corsa potesse essere uno sport di squadra. 8. Non lasciar "raffreddare" l'entusiasmo. Se si vuole che il GML non sia una cosa spot, mettere subito le basi per il futuro. La sua forza è stata il gruppo, per cui, a mio avviso, no competizione e sì solidarietà. 9. Chiedere formalmente alle comunità montane, comuni,

Mauro Esposito Molto velocemente questi sono i miei: 1. Il tragitto frettoloso da Argegno a Croce per cercare di arrivare in tempo al cambio di staffetta 2. Il silenzio e i rumori del bosco 3. Il ricordo di amici, famigliari e colleghi mentre corro in salita e ancora non sta piovendo 4. I miei compagni di avventura: Carlo che corricchia e Stefano che come me procede a passi lunghi 5. Il pavimento della galleria illuminato dalla luce del cellulare di Stefano 6. Il temporale, la grandine e i fulmini che illuminano a giorno la notte 7. Il nostro rifugio di fortuna con la mangiatoia delle mucche e le ragnatele 8. Le telefonate con Ricky che come un padre si preoccupa per i propri figliuoli 9. Il mio corpo che lentamente si sta raffreddando 10. L'entusiasmo di Carlo che vuole arrivare a Narro e nonostante le condizioni meteo valutare se continuare o meno il giro e................. punto 11: le parole di Sergio che domenica durante L’ALMANACCO 2012

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ASD FALCHI LECCO provincie, società sportive, CAI toccate dal GML di segnare in maniera chiara (e magari univoca) il GML. 10. Lo sguardo di Sergio all'arrivo a capanna CAO (dopo l'ennesimo diluvio preso) descriveva perfettamente quanto si è speso per la riuscita di questo GML. 11. L'orgoglio di far parte di questo bel gruppo. Andrea Grilli Condivido pienamente le proposte effettuate finora.. soprattutto quella di Nic al punto 2 e 3 : ) Questi sono i miei 10 punti: 1. Arrivo alla tappa di Garzeno in "leggero" anticipo.. per essere sicuri di non tardare, Giordano ed io decidiamo di trovarci alle 10:45... Il cambio è arrivato alle 15:05.. 2. In attesa del cambio, ci ripariamo sotto il portico della chiesetta di Garzeno, tra fulmini e acquazzoni.. mentre tutti gli abitanti del paese ci guardano come se fossimo 2 alieni (fuori di testa) in tenuta da running 3. Arrivano Ricky e Luca e ci trasmettono subito spirito di squadra ed entusiasmo (e Ricky si divora una 15ina di caramelline) 4. Arrivano Paga e Tebol, tocca a noi.. e il tempo è già cambiato, ora c'è il sole e il cielo è tutto aperto.. che culo! 5. Giordano mi dice di non andar troppo forte (?????) che ha il ginocchio che non funziona bene.. sento che è la mia giornata fortunata.. 6. Il sentiero è ormai dimenticato.. non ci passa nessuno da anni.. erba alta e passaggi mancanti.. l'ultimo devo essere stato

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io per la prova con Sergio.. e quell'ortica gigantesca mi ha punto nello stesso identico posto dell'altra volta.. 7. Chissà se il tempo tiene.. c'è ancora il sole.. che culo! Intanto guadiamo 3 fiumi, di cui uno bello in forma.. acqua fino al ginocchio... e un cervo enorme ci attraversa la strada.. 8. Per tutta la tratta c'è stata una "caccia al segnale", per individuare quel simbolo maledetto, o quel che ne resta, completamente cancellato dal tempo.. e quando chiediamo informazioni per sicurezza al paesano del posto.. sembra più confuso di noi.. 9. Manca un ultimo tratto.. che con Sergio non siamo riusciti a trovare.. costringendoci quella volta a dirigerci verso valle e proseguire per lo stradone.. ma ora dobbiamo trovarlo, siamo già in ritardo.. ed eccolo lì, il bastardo.. che si nasconde sotto altri segni.. dovrebbe mancare poco.. le gambe sono un blocco di mogano antico e non funzionano più correttamente.. le mie.. Giordano invece sembra essersi appena scaldato.. 10. L'ultimo segnale ci riporta sulla strada asfaltata.. ce l'abbiamo fatta.. abbiamo trovato tutto il percorso.. quasi 28 km (non 25 segnati sulla guida) e parte un grido di vittoria! 11. All'arrivo, stremato, vedo i falchi che ci attendono.. mi sento ancora più partecipe di questo gruppo e di questa impresa.. grande soddisfazione, grande impresa! Aggiungo un 12. Alzo la testa, il sole che ci ha seguito per tutta la trattta, ora ha lasciato il posto al nero corvino.. proprio dove sono diretti gli altri staffettisti..... chissà se Mauro prenderà l'acqua...... Sono orgoglioso di essere un falco! Grazie a tutti


ASD FALCHI LECCO Gianluca Corti Tra il serio e il faceto..... 1) Mi sveglio alle 3.00 e guardo il cell, messaggio di Luca “Partiamo ora da Lierna - ore 1.05”..... NOOOOOOOOOOOOOOO, se rispettano la tabella di marcia, non arriverò mai in tempo al cambio... scatto verso la porta e mia moglie che stava allattando "Ma dove cazzo vai con le ciabatte?". 2) Ai piedi della scaletta che porta al Crotto del Cech a Dervio, ore 4.05.... ore 4.15...ore 4.25....gente che passa in macchina, rallenta, e riparte pensando "Questo deve aver bevuto troppo e gli hanno ritirato la patente..."....4.35.... io che penso "Oddio, hanno incrociato l'orso!!"...poi alle 4.40 arrivano sani e salvi... 3) Grande Paolo che ci accompagna per un po' e poi ci si divide, non prima di essersi salutati per bene. 4) Inizia ad albeggiare, non piove, si scivola ma chissenefrega...mi guardo in giro...faccio un po' di foto per tirare anche il fiato.... le twitto subito(fissazione)... 5) Immenso Luca che tira per tutta la tappa dopo che l'avevo avvertito "Luca, stai davanti tu altrimenti arriviamo per cena a Colico". 6) Arriviamo appena sopra Val Pozzo, ci attendono i Ghisla's Brothers e Luca Mauri per l'ultimo pezzo... foto di rito e poi il cambio... 7) Una volta tornato a casa, impiego più tempo a spiegare alla gente che non dovevo fare 250 km in montagna da solo ma che era una staffetta e che nessuno vince e che nessuno fa il record. 8) Sempre gli stessi, una volta capito il senso del GML, chiedono notizie su dove è adesso il giro, sul tempo che stanno trovando,su chi sta facendo la tappa (tanta, tanta gente me lo ha chiesto). 9) Non so perché, ma mi sono immaginato Mauro che faceva la sua tappa SOLO con gli scarponi addosso... chissà perché.... 10) Mentre veniva giù l'inferno dal cielo, ho pensato e sperato che non accades-

se nulla a chi era sul sentiero in quel momento... TUTTO QUESTO E' ESSERE UN FALCO, ORGOGLIOSO DI ESSERLO Cine Marco Terraneo GML: i miei 10 punti 1. E' quello che hanno detto tutti: il senso di gruppo. Non è da tutti e il fatto che sia stata un'impresa al di fuori degli schemi, senza premi, senza record lo ha rafforzato. Questo per me è quello che rende differenti i Falchi da tanti altri gruppi che magari sono anche più blasonati. Atleti di buon livello nelle gare, ma non ci si ferma qui. In quanti avrebbero radunato 30 e più persone dello stesso gruppo sportivo? In quanti avrebbero continuato dopo una notte di diluvio, con un percorso modificato e senza ormai più obiettivi se non quello di rendere onore a chi deve corre dopo? Qualcuno mi viene in mente, ma sono pochi. Mi tolgo un sasso dalla scarpa: a volte ho provato a sentir dire "Eh, ma voi Falchi non siete più il gruppone di una volta". Il giro mette a tacere tutti.

2. La buona compagnia di Nicola durante il tragitto. 3. Gli sprazzi di sole prima di arrivare alla bocchetta di Lemna, dopo aver corso nella nebbia. 4. Il buontempone che ha cosparso di sapone il Palanzone durante la notte :-) 5. Me medesimo che pur sapendo che sarebbe stato scivoloso ho pensato bene di mettere delle scarpe da corsa su strada liscissime. 6. L'arrivo al Palanzone, che la "Piramide" ha sempre il suo perché. 7. L'apprensione per chi era sotto l'acqua durante la notte. E il sollievo di un SMS che ti dice che è andato tutto bene. 8. Il cambio con Sergio e Matteo alla partenza (loro bagnati come pulcini, noi imbardati di k.-way). 9. L'arrivo alla Colma di Sormano con Alessandro, Gianluca, il Pizza e Vito che ci aspettavano. 10. Il capriolo che ci sbriciava prima di arrivare alla croce del Bolettone. Sergio Bernasconi 10 PUNTI: 1) L'ATTACCO DELLO STRISCIONE TIPO ULTRAS DA STADIO (VECCHI RICORDI) 2) IL VIAGGIO IN MACCHINA IN 6 CON FIGLIA NEL BAGAGLIAIO 3) LA CARICA E LA TESTARDAGGINE DI GIOVANNI X L'OBBIETTIVO 4) IL GIRO DI TELEFONATE CON I DIVERSI STATI D'ANIMO 5) LA SAGGEZZA DEL RICHY 6) L'ABBRACCIO A LENNO CON GLI STAFFETTISTI 7) L'ACQUA, I TUONI E SOPRATTUTTO I FULMINI 8) LA CASCATA DI COLONNO E BRIENNO ALLAGATA 9) LA FRANCHEZZA DI LUIGI 10) IL CAMBIO DI STAFFETTA CON UNA RAGAZZA ALLE 00,40 DOPO IL DILUVIO

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TROFEO ADELFIO Una giornata da ricordare Di Riccardo Ghislanzoni

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iamo giunti già alla terza edizione della corsa in montagna in memoria del nostro caro Adelfio e questo 25 aprile resterà nella nostra memoria per molti aspetti. Innanzitutto ricorderemo con grande soddisfazione il successo per quanto riguarda il numero degli iscritti per quest’edizione che ha visto al via ben 313 atleti. Ci piace pensare che tanti siano venuti non solo per la pura competizione ma soprattutto per ritrovarsi all’ombra del Resegone a ricordare un grande amico.

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Ricorderemo con allegria la neve che ha ricoperto gli ultimi metri del percorso e che ha reso ancora più suggestiva l’atmosfera di questa giornata particolare. Anche qui ci piace pensare che Adelfio abbia fatto in modo che il maltempo desse una tregua proprio in questa giornata di festa e che il sole riscaldasse i nostri cuori. Ricorderemo, o meglio, speriamo che gli atleti si ricorderanno del ristoro finale della gara. Più che un ristoro


ASD FALCHI LECCO un banchetto imbandito per una festa tra amici, con torte fatte in casa dalle nostre mogli e dalle nostre mamme. E poi la simpatica novità della macedonia a creare un ulteriore momento di convivialità. Come quei momenti così gioviali e allegri che Adelfio amava tanto e che incentivava sempre. E ovviamente ricorderemo la grande competizione che è il sale di qualsiasi gara. Partendo ovviamente dagli atleti più forti che si sono dati battaglia per le prime posizioni: Nicola, Enrico, Silvio, Roberto, Paolino, Paolo, Davide e Giordano tra gli uomini e Ilaria, Alessandra, Isabella, Chiara e Giovanna tra le donne. Ma anche e soprattutto le smorfie della fatica che si confondevano con il grande sorriso di chi tagliava il traguardo dei Piani d’Erna pur nelle ultime posizioni. Ricorderemo infine con un pizzico di commozione anche il sorriso di Andrea allo scollinamento del Pizzo d’Erna, un sorriso che si è tristemente spento sulle pareti del Cervino nel mese di settembre. Ovviamente sarà tutto questo e molto altro che ci spingerà a continuare a riproporre questo appuntamento di sport ma soprattutto una giornata in cui onorare il ricordo di una persona che ha dato tanto a tutti noi.

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IL GIMS E IL TROFEO ADELFIO

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l GIMS (Gruppo di Impegno Missionario di San Giovanni) continua con generosità a sostenere le iniziative delle “Figlie di Sant’Anna” in Eritrea. I proventi raccolti durante il 3° Trofeo Adelfio verranno utilizzati per la costruzione di una scuola proprio in Eritrea dove è già stato inviato un container pieno di materiale. Non mancherà il lavoro per i volontari del GIMS (eccoli immortalati nelle foto)! Qui di seguito c'è la lettera scritta dalla Superiora Provinciale della Congregazione delle Figlie di Sant'Anna che ringrazia i partecipanti del Trofeo Adelfio per il prezioso contributo. "Asmara, 1 novembre 2012 Carissimi amici, oggi è la ricorrenza di Tutti i Santi, quale occasione migliore per ricordarci di voi? I nostri santi sono diventati tali dopo una vita di sacrifici e di carità e voi siete sulla strada buona sia per i sacrifici che fate con la vostra attività sportiva, sia con la generosità che mostrate verso i miseri. E' un vero spirito sportivo e cristiano, il vostro, che vi porta a primeggiare per raggiungere vette sempre più alte e, nel contempo, a rispettare e non dimenticare gli ultimi. Grazie del vostro impegno e buon cuore: i nostri poveri che avete beneficiato si uniscono alle nostre preghiere per farvi raggiungere la vetta più ambita, quella vicino a Dio. Con affetto e riconoscenza".

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G.I.M.S. - GRUPPO IMPEGNO MISSIONARIO S. GIOVANNI Via Agliati 4 - 23900 LECCO C/O CREDITO VALTELLINESE SEDE DI LECCO IBAN IT 98 T 05216 22900 000000034417


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Memorial Riva e Girani Staffetta MTB/corsa Di Daniele Gaddi

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on ricordo bene quando ne sono venuto a conoscenza, ma mi è subito piaciuta l’idea: una gara a staffetta mtb-corsa, da Pasturo fino in Pialleral in bici, poi il cambio e secondo frazionista di corsa fino ai Comolli, al bivacco RivaGirani. Essendo ormai più ciclista che corridore, o forse è meglio dire nè uno nè l’altro, devo trovare un socio che faccia la seconda frazione. Per l’occasione punto ad un big: chiedo al Picet, alias Gatti Silvio, che, malgrado i suoi acciacchi, mi dà subito la sua disponibilità ( o forse non osa dirmi di no…..). Certo avrei voluto un compagno un po’ più bello, ma mi accontento del Bonzi di Mandello; segue il

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solito sermone: guarda che però non sono in forma, non so se riesco ad arrivare su in cima, mi fa male di qua, mi fa male di la… ma non ci faccio caso, ormai lo conosco bene. Ci poniamo come obbiettivo di battere il Polpa così da stare tranquilli… a parte gli scherzi, l’amicizia che ci lega va certamente al di là della gara e del risultato, buono o cattivo che sia, ma è da sottolineare come uno che potrebbe tranquillamente cercarsi un socio più forte per puntare alla vittoria si accontenta senza problemi di fare la gara con uno scarso… quindi no problem, la coppia è fatta.


ASD FALCHI LECCO Intanto ad agosto avevo passato 10 giorni spettacolari in quel di Livigno a tirare il collo al buon Skyratter, sempre disponibile ad accompagnarmi negli allenamenti in bici, anche con il carrettino con dentro due bambini (trainati quasi interamente fino all’Alpe Mine fra lo stupore della gente) e mi sembra di avere una forma decente: a settembre partecipo a un paio di gare in salita con bici da corsa del circuito del Master Challenge di Lecco e alla cronoscalata del Muro di Sormano con, per me, buoni risultati, facendo segnare i miei record. Anche i miei test di corsa sui percorsi di casa mi danno buoni riscontri, malgrado gli allenamenti siano calati notevolmente rispetto al mese di agosto. Arrivo alla settimana precedente la gara con la gamba che sembra ancora tonica, faccio il “personal best” anche sul mio test “casa-Santa Maria” ma ecco l’imprevisto: si rompe definitivamente il cambio della mtb, già a Livigno dava segni di cedimento e alla fine è saltato; fra l’altro, data l’età preistorica della bici, non vale la pena metterlo a posto. Crisi permettendo vedrò di comprarmi una mtb nuova appena possibile, ma intanto mi serve un mezzo per la gara, devo farmela prestare da qualcuno. Dopo aver provato una mtb gentilmente prestata da un socio del Bike Team Mandello, con la quale però non mi trovo bene e aver ricevuto la disponibilità di prestito della bici da alcuni Falchi, sempre molto generosi (Skyratter, Franz Simonetta,

Luca Mauri) mi rivolgo però al mio compaesano Moss, alias Trincavelli Davide, che, con la sua competenza, il giorno prima della gara mi prepara il suo mezzo come se dovesse gareggiare lui: mi monta la forcella rigida, le ruote scorrevoli, la ingrassa e gli dà una bella regolata… Perfetta, mai salito su una bici così. Mi dà anche la sue scarpe con cricchettino di chiusura, anche se sono due numeri in più, ma vanno bene lo stesso se stringo bene, sono belle leggere. Le indosso subito e le provo nel tratto da casa sua a casa mia, spingo, mi alzo sui pedali mi sembra di essere Purito. Giunto a casa iniziano le prime difficoltà con questi materiali Top: non riesco a sbloccare il cricchetto delle scarpe per toglierle. Dopo alcuni tentativi devo chiedere aiuto a mia moglie, ma anche lei, dopo varie manovre che risultano vane e dopo averla vista prendere in mano un cacciavite, rinuncia: pranzo con le scarpette da gara ai piedi e dopo altri tentativi mi devo arrendere e fare una figura di me..a colossale: chiamo il Moss per capire come fare a togliere le scarpe, dopo 5 minuti arriva ghignando sotto i baffi e come per magia me le sfila… Penso a che figura avrei fatto nel caso avessi deciso di fare tutta la gara da solo… mi vedo li nella zona cambio che non riesco a cambiare le scarpe… va bè…

ho una bici top e soprattutto le scarpette con il cricchettino: voglio provare a partire un po’ più forte del solito e tenere, almeno all’inizio, il ritmo dei più forti. C’è parecchia gente, la formula di gara mtbcorsa piace, alcuni fanno tutto il percorso da soli e altri in coppia. Mi scaldo un po’ prima della partenza, fa freschino, il tempo non è bello, non piove ma il fondo è un po’ bagnato per le piogge del giorno prima. Al via i migliori, Valsecchi, Gestra e Antonioli, si mettono subito davanti a fare il ritmo, sul primo strappo in asfalto io mi sistemo poco più dietro nel gruppet-

Ma eccoci al giorno della gara. Sono pronto a dare battaglia sui 9 km di salita da Pasturo al Pialleral, mi sento in forma,

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ASD FALCHI LECCO Butti che è irraggiungibile, può succedere di tutto… Nel frattempo continuano ad arrivare concorrenti che si danno il cambio; io mi invio a piedi pian pianino verso i Comolli. Durante la salita vengo superato dai concorrenti in gara e, una volta salito di quota, voltandomi verso il Pialleral posso vedere un serpentone di gente colorato che sale... uno spettacolo! Fra l’altro mi rendo conto di quanto sia impegnativo anche il tratto a piedi, con tratti veramente duri. Il tempo non è dei migliori, c’è un po’ di nebbia e non si vede l’arrivo se non a pochi metri dal Bivacco.

to degli inseguitori, ma subito sulle prime rampe mi accorgo di essere già “fuori giri” e che probabilmente pagherò dazio per questo azzardo, le gambe sono subito dure e mi passa un po’ di gente. Riduco un po’ l’andatura, ma la sensazione è comunque di essere troppo in affanno: probabilmente la bici del Moss non è mai andata così adagio e non si trova bene con questi ritmi... Però non mollo, la salita è lunga, devo riprendermi, c’è su il Picet che mi aspetta e scalpita. Bene o male mi assesto intorno alla 9a/10a posizione e prendo il mio ritmo, vado su del mio passo, come si dice in gergo. Vedo che chi mi precede più o meno è sempre lì e dietro uguale, abbiamo lo stesso passo. Nei tratti cementati mi sembra anche di spingere bene,

sullo sterrato lascio a desiderare, intanto i km passano e la cima si avvicina. Ma sono sempre lì, davanti non li avvicino e dietro non mi prendono. Pur avendola già fatta una volta anni fa non mi ricordo bene il percorso, non ho grossi riferimenti e non ho l’orologio per sapere da quanto tempo sto soffrendo, ma a un tratto un tifoso mi incita dicendo che mancano solo 600 m; ora mi ricordo l’ultima curva a sinistra, manca poco, cerco di aumentare un po’ per il finale, inizio a vedere alcuni concorrenti della seconda frazione che aspettano il cambio, sono sempre di più, ci sono due che stanno facendo la pipì a bordo strada… azz, ma uno è il Picet!!! Mancano poche decine di metri alla zona cambio e il mio compagno sta facendo la pipì! Quando mi vede gli sono praticamente a fianco, mette via tutto ma non si saprà mai se aveva finito… facciamo gli ultimi metri fianco a fianco fino alla zona cambio, poi il touch e lo vedo schizzare via…. Non ho idea della qualità della mia prestazione in quanto non ho preso il tempo, ma non mi sembra granché, sono sempre dietro ai soliti che mi arrivano davanti, quindi senza infamia e senza lode, anche se ero certo di poter fare molto meglio. Comunque so già che il Picet rimonterà parecchie posizioni, c’è solo da capire quante… A parte la coppia Valsecchi-

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Appena arrivato ai Comolli trovo il Picet imbacuccato…”dovremmo essere arrivati quarti” mi dice… meno male che non era in forma ed era acciaccato… per la cronaca alla fine risultiamo terzi delle staffette in quanto Antonioli, facendo entrambe le frazioni, si è classificato al secondo posto assoluto… Malgrado la mia prestazione non eccezionale il buon Gatti ha tirato fuori la solita prova maiuscola. Fra l’altro l’ultima volta che io e Silvio avevamo fatto una staffetta insieme, a Calolzio se non sbaglio, mi aveva dato il cambio in terza posizione e io avevo concluso in quindicesima…. Posso dire di essere migliorato dai. Facendo una riflessione sulla gara si può solo dire che è stata ottimamente organizzata, molto divertente e originale in questa formula che associa mtb e corsa in montagna, con addirittura iscrizione gratuita e pranzo per tutti al traguardo: grazie a questo mix la partecipazione è stata molto alta, in aggiunta percorso in mtb impegnativo ma fattibile per tutti e frazione di corsa non lunghissima e in un ambiente selvaggio. Peccato che quest’anno il tempo non sia stato dei migliori perché l’arrivo è posto in un luogo veramente stupendo, in un ambiente veramente “di montagna”. Gara sicuramente da ripetere l’anno prossimo, l’idea di farla tutta da solo è accattivante… ma forse è meglio non esagerare con gli sforzi… quindi che nessuno chieda al Picet di farla insieme: è già opzionato anche per la prossima edizione.


Dolomites Skyrace 2012

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La gita sociale dei Falchi! Di Riccardo Ghislanzoni

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opo il successo dell’uscita dello scorso anno in Val Pusteria per la Corsa delle Tre Cime di Lavaredo, quest’anno si è replicato con una delle più belle skyrace del panorama internazionale, la Dolomites Skyrace. Come per il 2011, anche quest’anno la gara è stata solo il pretesto per organizzare una

vera e propria gita sociale di due giorni aperta anche ad amici e parenti. Il week-end a Canazei e in Val di Fassa è quindi cominciato all’alba di sabato mattina con la partenza in pullman. Poi la classica sosta in autostrada per uno spuntino di metà mattina a base di pane, salame e un ottimo Cartizze, orchestrato

magistralmente Morganti.

dal

patron

Sandro

Il meteo non sembra essere tanto clemente: piove e in quota fa freddo e cade un po’ di neve. Ma domenica mattina la giornata è davvero splendida. Non c’è neanche una nuvola e il clima è bello fresco: le

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ASD FALCHI LECCO condizioni ideali per godersi appieno la gara ed il percorso. Dalla piazza di Canazei partono più di 750 “corridori del cielo” tra i quali ci sono i migliori interpreti della specialità, pronti a sfidarsi in questa tappa delle Skyrunning World Series, il circuito mondiale. E in gara ci sono anche 10 Falchi: Taddeo Bertoldini, Gianluca Corti, Fabrizio Farumi, Vito Gallo, Riccardo Ghislanzoni, Luca Mauri, Gianluca Paganoni, Carlo Ratti, Luca Ripamonti e Marco Tavola. Lungo i 22 km del percorso con 1800 m di dislivello positivo e altrettanti di dislivello negativo si transita per il Passo Pordoi, c’è la spettacolare quanto faticosa salita alla Forcella Pordoi e c’è il passaggio in vetta al Piz Boè (3152 m) dove comincia la lunga discesa che riporta gli atleti a Canazei. Complici le favorevoli condizioni meteo, crollano tutti i record cronometrici della gara. Il “re” Kilian Jornet Burgada taglia per primo il traguardo in 2h01’52” mentre tra le donne la più veloce è la svedese Emile Forsberg in 2h26’00”. Bene anche i Falchi in gara che sono stati

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incitati in vari punti del percorso dai tanti tifosi al seguito. Il migliore dei nostri è stato Carlo in 24a posizione (2h18’), 6° tra gli italiani. Poi bene Table (2h42’), Paga e Taddeo sotto le 3 ore, Vito, Luca Ripa & Luca Mauri, Ricky appena sopra le 3 ore e il “dottor” Farumi. Fuori per pochi minuti dal 2° cancello alla Forcella Pordoi il buon Cine che, caparbiamente, porta comunque a termine il giro in 4h30’. Bene anche i compagni di gita e atleti dell’OSA Valmadrera Stefano Villa e Luca Chissotti. Giusto il tempo che quasi tutti gli atleti taglino il traguardo ed ecco che la finestra di bel tempo si esaurisce e lascia il posto ad un intenso acquazzone: poco male, ormai siamo già con le gambe sotto il tavolo per il ricco pasta party. Il bilancio della gita è stato decisamente positivo sia per chi ha fatto la gara ma anche per le famiglie e gli amici che hanno potuto apprezzare questo splendido angolo di Dolomiti. E adesso si comincia già a pensare alla destinazione dell’anno prossimo...


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Il numero Perfetto Di Paolo Beria, Sergio Bernasconi, Luca Ripamonti

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ono il “Trio” dell’anno, protagonisti di staffette e gare di squadra. Parliamo della terna Beria, Bernasconi, Ripamonti. E chi meglio di loro può raccontarci le loro gare? parola quindi al trio “BeBeRi” TRE, IL NUMERO PERFETTO di Sergio Bernasconi

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a particolarità della terna Beria, Bernasconi e Ripamonti sta nel fatto che i tre amici, nonché compagni di squadra, risiedono in tre città differenti e non troppo vicine tra loro. Questo comporta che generalmente ognuno si allena da sé ed è difficile che ci si trova per fare qualcosa insieme. Nonostante questo problema logistico, quest’anno, la famigerata terna è riuscita a fare 3 staffette, compresa la mitica Monza-Resegone. Per quanto riguarda l’allenamento per la “Monza”, mi sono trovato una volta sola con Paolo, abbiamo percorso la ciclabile da Lecco verso Calolziocorte e poi siamo saliti ad Erve ed infine al rifugio Monzesi per provare l’ultimo tratto di percorso. Era la prima volta che correvo con Beria, abbiamo trovato subito un gran affiatamento e capito che l’andatura era simile, si poteva fare una gara in sincronia senza grossi problemi, non c’era troppo divario tra i due atleti. Stesso discorso per Luca, ci siamo trovati una volta sola, un paio di giri del Segrino e su verso il Cornizzolo, stesso affiatamento. Con Luca avevo già fatto il Campionato Italiano a coppie in Val Tartano e

ci siamo dati veramente una mano considerando le condizioni climatiche proibitive della giornata, eravamo già rodati. Paolo era una novità per tutti, è entrato nei Falchi quest’anno e ci siamo incontrati solo in una gara al Monte Barro dove ci siamo dati battaglia. Ecco qualche riflessione e qualche ricordo delle tre gare che abbiamo portato a termine insieme, in squadra e a staffetta. Alla Monza-Resegone siamo partiti da outsider, nelle ultime posizioni, serata molto calda ed umida, nei 32 km in piano abbiamo superato veramente tante terne, ci siamo dati il cambio io e Luca; Paolo dietro sornione e pronto a Calolzio, quando inizia il tratto duro, a mettersi davanti a dettare il ritmo, risultava il più fresco dei tre ed è stato un grande a darci incitamento quando il sottoscritto era sotto l’effetto degli immancabili crampi e Luca era cotto a puntino. Risultato: settimi assoluti, con margine di miglioramento in condizioni meteo e fisiche migliori. Le Marmitte dei Giganti di Chiavenna sono una gara nazionale di corsa in montagna, decidiamo di parteciparvi e di passare

l’intera giornata in compagnia. La competizione è al pomeriggio, partiamo alla mattina presto e decidiamo di fare una gita a Savogno con la famiglia di Paolo. Ci spariamo la competizione nel primo pomeriggio, arriviamo nella prima metà della classifica, il percorso risulta molto nervoso con continui cambi di ritmo, salita, bosco, discesa, un continuo su e giù, per fortuna non piove. Poi con Richy, mogli e morose si va a far merenda ai famosi Crotti di Chiavenna per recuperare le energie spese in gara. Della giornata, più che la gara, mi rimarrà impresso la bella giornata passata in compagnia, con gli amici venuti a vederci e a passare la domenica insieme. Quest’anno il Trofeo Vanoni di Morbegno è il campionato italiano di corsa in montagna a staffette, tre persone della stessa squadra che si contendono l’ambito titolo.

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Vale a dire che a livello nazionale ci saranno tutti i più forti atleti. La collaudata terna dei Falchi, pur sapendo che andrà a Morbegno a far la sua gara senza velleità di classifica e considerando la lista partenti, decide comunque di rappresentare la società sempre presente negli ultimi anni in questa splendida kermesse. Arriviamo a metà classifica dando ognuno dei tre il massimo di quello che poteva dare . A Morbegno la gara è particolarmente sentita dal pubblico, ti incita per nome al tuo passaggio e questo ti dà conforto durante la salita che si rivela a tratti dura. La discesa è veloce ma tecnica, con curve, salti, non riesci a mollare più di tanto ed i muscoli rimangono sempre in tensione, te ne accorgi poi nei giorni seguenti. Anche qui risulta una bella trasferta, al di là della gara. Durante lo svolgimento delle tre manifestazioni non ho mai sentito un singolo atleta criticare l’altro per lo stato di forma, anzi, è stato un continuo incitamento a chi eventualmente non fosse al 100% in quel momento, simbolo di grande unità e rispetto reciproco. Grazie a queste gare a squadra e a staffetta, dove la prova non la fai solo con te stesso ma anche a favore dei tuoi compagni, penso sia nata una grande amicizia.

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A risentirci alle prossime competizioni a terne, dove i 3 Falchi saranno ancora presenti, senza timori, rimorsi od altro...., solo per il gusto di parteciparvi e di essere presenti a questi avvenimenti particolari ma unici.

TRIO BERNA-BERIA-RIPA 2012 di Luca Ripamonti

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i tutte le gare a squadra o staffetta a cui ho partecipato vagamente ricordo i risultati mentre indelebile è il ricordo dei miei compagni d’avventura. Tanti amici con cui ho condiviso gioie e fatiche. Tanti i momenti difficili superati insieme. Sì, perché correre in squadra vuol dire annullarsi l’uno nell’altro… si diventa per così dire una persona sola. Se uno va in crisi è come se tutti andassero in crisi. Ed è per questo che ci si stringe e si supera insieme il momento critico. Amo queste gare perché si dà il massimo per il bene di tutti. Chissà quante volte avremmo abbandonato se fossimo stati soli. Amo queste gare perché rispecchiano un po’ la vita. Da soli non si va lontano come quando invece si è con qualcuno. La terna nata in questo 2012 è riuscita a realizzare una bellissima trilogia con una super MONZA RESEGONE. È riuscita in

una bella staffetta alle MARMITTE DEI GIGANTI. È riuscita a controllare nel TROFEO VANONI, ricco di troppi campioni. Sono state giornate indimenticabili. Ognuno ha dato il massimo considerando anche il fatto che nessuno dei tre è uno specialista bensì siamo, per così dire, dei “polivalenti” gareggiando dai 5 km sino ai 50 km. È stato un anno indimenticabile nel quale continueremo a confrontarci in altre gare. Grazie Sergio, grazie Paolo per la vostra amicizia… per la vostra sensibilità… per tutte i bei momenti che mi avete fatto vivere… Che altro aggiungere… …alla prossima!!!

Monza - Resegone 2012 di Paolo Beria

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na terna di Falchi al via, Sergio Bernasconi, Luca Ripamonti e PaoloBeria. Monza, afa, fotografie e poi si parte! Numero record di partecipanti, tanti tifosi e squadrette d’appoggio. Più di 30 km su strada e la fatica di reggere il ritmo di Luca e Sergio. Col buio non si riesce a scorgere il profilo del Resegone, ma è lì che ci stiamo avvicinando. Indossiamo le frontali, ora saliamo, sto bene,


ASD FALCHI LECCO siamo alla fase cruciale della corsa. Luca e Sergio dimostrano sul campo il significato delle parole Tenacia e Sportività. Ci aiutiamo, ci incitiamo e chiudiamo la nostra gara in 3h 48’ 39”. I nostri visi all’arrivo mostrano fatica, crisi, gioia, felicità volontà e agonismo. L’affiatamento è stato alto, ci ha permesso di godere di questa esperienza e di concluderla con un buon piazzamento (settimo posto assoluto). Un grande saluto a Luca e Sergio, alle nostre famiglie, a Ricky che ha favorito il mio ingresso nella terna, a tutti i Falchi e a tutti coloro che ci hanno supportato!

Marmitte dei Giganti di Sergio Bernasconi

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opo essersi dimostrata una terna molto affiatata nella mitica MonzaResegone, gli atleti Beria, Ripamonti e Bernasconi riprovano a fare una gara insieme, questa volta a staffetta, nella splendida cornice del Parco delle Marmitte dei Giganti situato sopra la cittadina di Chiavenna. E’ una gara di livello nazionale e la caratura degli atleti è di alto livello. Partono una settantina di terne ben agguerrite. La prima frazione è compito di Paolo che risulterà il migliore del trio, seguono Ripamonti ed infine Bernasconi. Ci piazziamo al trentunesimo posto facendo il nostro meglio come sempre, cercando di dare il massimo per difendere i colori sociali. Il tracciato risulta molto nervoso e tecnico ma fortunatamente asciutto. Si parte con una bella salita ripida su gradini irregolari, poi ci si inoltra nel bosco pieno di radici e pietre, un continuo su e giù dove non si riesce a spingere più di tanto. Si prosegue poi per un tratto in discesa fino a raggiungere una grotta, si risale per gradoni e bosco, si ridiscende in paese e l’ultimo km risulta in piano dove finalmente puoi accelerare se non sei troppo “brasato” dai continui cambi di ritmo. Della trasferta, più che la prestazione a livello atletico, ci ricorderemo soprattutto della bella giornata passata in compagnia

con le mogli, le fidanzate ed il Presidente a farci da supporto. A queste gare si ritrovano sempre tanti amici anche se ognuno corre per una squadra differente: c’è quello più forte, quello meno, ma non importa più di tanto, forse questo è il bello della corsa in montagna. Saremo pronti per la prossima staffetta, il mitico “Vanoni”. La terna è ormai collaudata!

Trofeo Vanoni di Paolo Beria

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bbene sì! La “famigerata” terna 2012 Beria-Bernasconi-Ripamonti si ripresenta ai nastri di partenza per il 55esimo Trofeo Vanoni a Morbegno. Grande cornice di pubblico e giornata calda per un fine settimana di Ottobre. Tocca al sottoscritto la prima frazione e pronti via mi rendo subito conto di un paio di cose: 1- non ho certo dei riflessi degni di un centometrista; 2- le gomitate prese in avvio mi fanno già capire il carattere particolarmente agonistico della corsa. La salita è bellissima,

corribile tranne un settore nel bosco molto ripido. C’è un gran tifo, correre qui è veramente emozionante. Dopo un pianone si attacca la discesa che ho trovato veramente temibile per pendenze, salti, curve brusche e sassi levigati coperti di foglie. Infine si arriva in paese col cuore in gola per lo schuss finale. Do il cinque a Luca che parte a razzo per un altro giro senza respiro. Dopo tocca a Sergio cercare di guadagnare ancora qualche posizione. Dalle nostre facce si capisce che abbiamo dato tutto, distrutti e contenti. Per la cronaca: primo posto Atletica Valli Bergamasche, secondi Orecchiella Garfagnana, terzi Gs Orobie con record del percorso firmato di Alex Baldaccini in 28’21”. Noi chiudiamo 65esimi con il tempo di 1h 54’ 40”. Commenti a caldo: gara stupenda e ottima organizzazione, atmosfera “calda” come quelle dei grandi eventi. Complimenti ai Falchi che negli anni scorsi si sono fatti rispettare alla grande!! Un grande saluto a tutti e un ringraziamento speciale a Luca e Sergio, miei compagni di ventura ancora una volta.

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LA CORSA DE PROMESSI SPOSI Su e giù dal Monte Melma Di Riccardo Ghislanzoni

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settembre è nata una nuova corsa in montagna a Lecco attraverso zone poco conosciute e frequentate ma che non hanno niente da invidiare ad altre zone più note. Il gruppo di Olate in Festa ha pensato di proporre nell'ambito della tradizionale sagra di "Olate in Festa" di inizio settembre un nuovo appuntamento per richiamare gli sportivi e le loro famiglie. E' nata così l'idea di proporre la "Corsa dei Promessi Sposi" con la possibilità di scegliere tra due percorsi: la Corsa di Renzo di 12 km rivolta ai più allenati e la Passeggiata di Lucia di 5 km per le famiglie e i meno allenati. Ed è stato un successo di iscritti con ben 242 partecipanti alla Passeggiata di Lucia e con 168 alla Corsa di Renzo. Il percorso della 12 km ha riscosso poi particolari consensi e apprezzamenti. E lo scopo della Corsa era anche quello di far conoscere alcune zone a due passi da Lecco che sono a torto poco frequentate ma che possono regalare ottimi scorci su

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Lecco e offrono sentieri in alcuni casi ben tenuti, ben segnalati, alla portata di tutti e, a tratti, anche molto faticosi. Da qui la scelta di inserire il passaggio al Sass Quader e al Monte Melma attraverso i suoi irti sentieri che hanno piacevolmente sorpreso molti atleti. La maggior parte dei concorrenti non era mai transitata per queste zone e aveva un po' sottovalutato la durezza e la bellezza del percorso. I più veloci della Corsa di Renzo sono stati Carlo Ratti, Paolino Colombo e Italo

Conti, mentre tra le donne Daniela Gilardi, Adelaide Germani e Nadia Bolis. Nella Passeggiata, la famiglia più numerosa è stata quella dei Redaelli. Ma negli occhi di tutti era impressa la soddisfazione per un bel pomeriggio di sport in compagnia, attraverso i Luoghi Manzoniani, i rioni alti di Lecco e il Monte Melma. E a cena tutti a festeggiare con le gambe sotto il tavolo e le lasagne nel piatto. Arrivederci all'anno prossimo e aspettatevi dagli organizzatori delle novità sul percorso con nuovi sentieri da (ri)scoprire.


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Fisherman’s Friends StrongManRun e ScigaMatt Due gare un po’ matte Di Taddeo Bertoldini

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escrivere a parole che cos’è la Fisherman’s Friend StrongmanRun è proprio difficile, per capire dovreste andare a sperimentare e solo in questo modo scoprirete di che cosa si tratta. Possiamo dire che è una grande competizione sportiva con il proprio pettorale, con il proprio chip e l’unica differenza rispetto alle classiche gare è che ci sono degli ostacoli naturali e artificiali da superare, ma soprattutto, la cosa più particolare di questo evento goliardico sono gli atleti stessi che si travestono in modo buffi e originali: con abiti da sposa, personaggi dei cartoni animati (Puffi, Batman, ...), muscoli disegnati sulle maglie, i ragazzi vestiti da donna o addirittura da ballerine in tutù, i camerieri con vassoio, uno con la muta da sub, maschera e boccaglio (gli mancavano solo le pinne), ecc. ecc. Avevo già sperimentato questo genere di gara per la prima volta in Germania e precisamente all’aeroporto di Weeze (28 marzo 2009) con oltre 10.000 partecipanti e fu un’emozione unica! Poi mi ero iscrit-

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to anche per l’anno seguente, ma purtroppo non sono più potuto andare perché erano stati annullati i voli aerei a causa delle ceneri del vulcano. Questo grande evento sportivo, ideato e organizzato da Fisherman’s Friend, la caramella balsamica “più forte che c’è”, è sbarcato per la prima volta anche in Italia a Rovereto (in Trentino) dove nel giro di poche settimane sono andati a ruba tutti i pettorali disponibili (2.600 partecipanti provenienti da 27 paesi) che sono stati messi a disposizione dalla RCS Sport e Gazzetta Runners Club; fortunatamente sono riuscito a iscrivermi in tempo con altri miei amici.

stesso argine del torrente Leno calandosi con una corda; tratti anche su sentieri di montagna con delle belle salite e altrettante discese che erano difficili da gestire perché erano molto scivolose, muri creati con balle di fieno da scalare, pozze d’acqua gelata da attraversare, reti metalliche sotto cui strisciare, un tappeto di copertoni d’auto fra i quali saltare, bolle di sapone, ... La giornata era pessima, ha sempre piovuto per quasi l’intera giornata con freddo e nuvole basse che non hanno impedito però al pubblico e ai partecipanti di trasformare questa gara in un autentico successo.

Il percorso era suggestivo e ha messo a dura prova i concorrenti con 18 chilometri totali e 12 ostacoli più impervi, di cui 3 regalati dal paesaggio. Tra le curiosità del percorso, di 9 chilometri ripetuti per due volte, l’attraversare una vasca da 50 metri di una piscina olimpionica a nuoto, ma anche passare da un lato all’altro dello

Fortunatamente sono riuscito ad entrare nell’area di partenza con largo anticipo mettendomi in prima fila così da correre con un ritmo sostenuto affrontando gli ostacoli senza problemi e senza intoppi. Dopo aver terminato il primo giro, riparto nuovamente per affrontare il secondo e ultimo giro. Arrivato al fiume Leno pur-


ASD FALCHI LECCO troppo era tutto bloccato, c’era una coda infinita, c’era gente che ancora doveva completare il primo giro e qui ho cercato di andare avanti chiedendo “permesso” agli altri e così ho potuto arrivare al fiume senza perdere troppo tempo; mi sono comportato in questa maniera perché avevo visto anche gli altri del secondo giro che hanno cercato di superare la coda. Forse qua è stato l’unico punto negativo, forse potevano creare un altro percorso, magari con un altro ostacolo per quelli che erano davanti, secondo me una soluzione poteva esserci; a mio avviso eravamo in troppe persone in un percorso così “piccolo”. Concludo scrivendo che ho trascorso una giornata di puro divertimento e spero di ripetere questa esperienza anche l’anno prossimo. C’è una manifestazione anche a Lecco che si ispira a questo genere di corsa. Ha riscosso grande successo la seconda edizione dello “ScigaMatt - Accetti la sfida?” organizzata dai ragazzi del rione di Acquate di Lecco con l’aiuto di numerosi volontari e con il bellissimo pubblico che

ha fatto da cornice a questa bella giornata di sport, facendo il tifo e dando la carica a tutti quei 400 pazzi che hanno accettato la sfida. Gara caratterizzata da un bellissimo percorso che si snoda tra il centro storico di Acquate e si dirama per mulattiere, asfalto, gradoni, strettoie, scarpate, attraversamenti di fiumi e di barriere artificiali con balle di fieno, reti, copertoni, getti di idranti, scivolo e un’arrampicata su una rete metallica. Lo ScigaMatt è stato davvero uno spettacolo per tutti quanti sia per quelli che hanno corso sia anche per coloro che hanno assistito dal “vivo” a tifare questi pazzi che si scatenavano come dei matti lungo il percorso affrontando gli ostacoli. Quest’anno è stato raggiunto il limite di 400 iscritti (tetto massimo fissato dagli organizzatori) contro i 200 iscritti registrati l’anno scorso. La partenza era situata presso la Taverna ai Poggi alle 15 e c’erano due percorsi da scegliere: percorso “Mini” di 8 km (2 giri) oppure percorso “Extreme” di 16 km (4 giri) e ho subito scelto il se-

condo, quello lungo, convinto che era una gara “facile”. Invece mi sbagliavo perché è stata veramente dura soprattutto nella parte sopra Acquate (zona Falghera, Movedo) dove c’erano dei tratti di sentiero molto ripidi che già mi hanno “spaccato” le gambe sin dal primo giro. Mi sono divertito facendo i 4 giri e tutti gli ostacoli erano carini e soprattutto molto divertenti. Alla fine ho concluso col tempo di 1h 35’ 40” classificandomi 21° assoluto su 141 finisher. Faccio i complimenti agli organizzatori per averci regalato questa bellissima giornata di sport e spero di essere presente anche nella prossima edizione.

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ULTRA-TRAIL DEL LAGO D’ORTA Un viaggio dentro me stesso Di Gianluca Corti

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ontinuo a guardare il mio gps e quest’ultimo chilometro mi sembra lungo. Troppo lungo. Continuo a salire. Ormai non sento più i dolori alle gambe che mi hanno accompagnato nelle ultime 6 ore, sento solo il ritmo del mio respiro e vedo la nuvoletta di vapore che esce dalla mia bocca, magnificata dalla luce della frontale. Sono solo, in mezzo ad un bosco. Anzi, no. So con certezza che qualche animale è lì di fianco a guardarmi, ad osservare i continui movimenti delle mie braccia che mandano avanti i bastoncini

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di qualche metro alla ricerca di una spinta. Ad un tratto scorgo il campanile di Pogno. Eccolo. Dalla mia bocca, oltre alla nuvoletta, esce un’esclamazione che un luogo sacro di sicuro non merita: “Ecco il campanile” al netto delle parolacce, e lì capisco che manca davvero poco. Sotto i miei piedi il sentiero finisce ed inizia l’asfalto. Un brivido mi percorre la schiena e so che non è il freddo. Ultima curva, ultimi volontari, SANTI SUBITO, che mi indicano la direzione.

Io rido, come ho fatto da quando ho iniziato a leggere 50 alla voce “Distanza in Km” di quel gps che adesso non guardo più come prima. Stranamente raggiungo due corridori negli ultimi metri ma decido di non superarli perché, anche loro, sono stati importanti per me questa sera. Rallento. Ho deciso di godermi questi ultimi metri, voglio tagliare il traguardo in solitaria. Il brivido si fa più forte e sento il magone montare dallo stomaco. Gli occhi mi si inumidiscono sempre di più e mi si


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riempiono di lacrime. Solo in questo preciso momento realizzo che sto per concludere qualcosa di pazzesco, qualcosa che qualche anno prima reputavo soltanto follia, qualcosa che 30 chilometri prima sembrava sfumare. Invece sono lì. Ultimi metri. Sento il “beep” del chip che ho sistemato nella linguetta delle scarpe. E’ finita. Urlo di gioia e alzo i bastoncini. L’applauso degli atleti ancora presenti all’arrivo è fragoroso. Faccio ancora due passi e mi siedo su di una panchina, stremato.

più di 63 chilometri e 3600 metri di dislivello positivo. Quasi 7 ore dopo il primo, ma questi sono solo dettagli secondari. Ti passa davanti agli occhi il momento della partenza con Mila al mio fianco e Carola in braccio. Oppure il passaggio mozzafiato alla Madonna del Sasso, oppure la scoperta al quattordicesimo chilometro di

aver perso le cuffiette per ascoltare musica e distrarmi un po’. E come non ricordarsi della crisi, spaventosa e quasi letale, del km numero 27,5 quando davanti ai miei piedi si è presentato un muro di 400 metri di dislivello in poco più di un chilometro anziché la discesa che mi ero immaginato nella mia testa? Lì ho davvero barcollato e lo ammetto, ho pensato al ritiro. Per tutta la salita, ho pensato “arrivo al prossimo ristoro e mi ritiro”, ho pensato a tutte le scuse che mi sarei inventato per giustificare il fallimento. Poi ho trovato alcuni compagni di viaggio che, come Caronte, mi hanno traghettato poco a poco verso il traguardo: Luca “cinquantuno”, Luca “patella tibiale”, Annalisa la marchigiana, Roby cinquantotto ( contrariamente a Luca cinquantuno, il 58 è l’anno di nascita, non il pettorale), Claudio “chiedi a quello davanti come si chiama perché non lo so”… insomma, nomi e soprannomi di tutti quelli che hanno fatto il mio stesso “viaggio” e sono sicuro che anche per loro è stato un viaggio intimo, incredibile e certamente unico.

Qualcuno si avvicina per complimentarsi: è un signore a me sconosciuto che mi inquadra con il suo smartphone e scatta una foto. Io continuo a ridere e ringraziare e ad un tratto faccio un’altra, stupenda scoperta: in quell’istante capisci di aver fatto un viaggio dentro te stesso oltre che sui sentieri. Lo capisci perché solo in quel preciso attimo inizi a riavvolgere il nastro di tutte le emozioni provate in 13 ore 49 minuti e 17 secondi, il mio tempo finale dopo L’ALMANACCO 2012

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FALCHI SI DIVENTA Il mio primo anno nel gruppo Di Davide Ghislanzoni

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opo anni in cui ho seguito molte gare dei Falchi con un occhio di riguardo per mio fratello Riccardo, all’inizio di questo 2012 sono passato dall’altra parte della barricata: da spettatore ad attore… non protagonista! Premetto che io sono un neofita della corsa in montagna. Da sempre faccio camminate ed escursioni in montagna. Solo dal 2006 ho cominciato ad avvicinarmi alla corsa su strada, stanco dell’attività in palestra che prima praticavo in inverno. La corsa mi ha pian piano conquistato. L’appuntamento era e resta tuttora per il martedì ed il giovedì alle ore 18.00 sul mitico pistino del Bione. I pochi chilometri iniziali, via via sono aumentati fino a diventare 12, la distanza

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poi diventata lo standard di ogni allenamento. Durante la stagione estiva, visto che abito a Ballabio, mi sposto invece sulla pista ciclabile della Valsassina, percorrendo il tratto compreso tra Barzio e Primaluna. Poiché l’appetito vien mangiando, ho iniziato a partecipare ad alcune gare agonistiche come atleta non tesserato, fino ad arrivare alle mezze maratone ed alle maratone, debuttando nella 1^ maratona di Lecco nel 2008. Dopo che più volte ho rifiutato l’invito di Riccardo a tesserarmi per i Falchi, quest’anno mi sono deciso a compiere il grande passo. Il caso ha voluto che la prima gara a cui partecipassi con la divisa dei Falchi fosse proprio la mezza maratona di Lecco a

inizio febbraio, disputata nella domenica sicuramente più fredda di tutto l’inverno: temperatura sottozero per tutta la durata della corsa, ma sempre emozionante correre sulle strade di casa ed in parte anche dove mi alleno abitualmente. Il mese successivo, a marzo, seconda gara, la Maratona di Colico, sul Sentiero Valtellina, con partenza da Colico, salita fino a Cosio Valtellino e quindi ritorno a Colico, questa volta baciata da un tiepido sole primaverile e con la soddisfazione di avere realizzato il mio personale sulla distanza. L’appuntamento clou della stagione è stato però il Giro Montano del Lario a giugno. Tanti sono stati i ricordi e le emozioni che mi ha lasciato. Sicuramente i momenti che hanno prece-


ASD FALCHI LECCO duto la partenza della prima squadra di staffettisti il venerdì sera in Piazza Cermenati a Lecco. Poi il sabato mattina ho avuto l’onore di percorrere un breve tratto in coppia con mio fratello Riccardo, scortati da Luca Mauri, tra Colico e Sorico: un semplice tratto di collegamento di pochi chilometri su strada tra la dorsale orientale e quella occidentale del Lago di Como, ma per me di grande importanza e significato, in quanto mi ha dato la possibilità di mettere il mio piccolo personale mattone per la costruzione della grande impresa. Come non ricordare poi le ore di apprensione per i compagni colpiti dal diluvio

universale del sabato sera, fortunatamente usciti sani e salvi, con la mia casa trasformata nella base operativa di una vera e propria unità di crisi, perfettamente coordinata da Riccardo. E poi il lieto fine di domenica pomeriggio con l’ultimo chilometro percorso tutti insieme e l’arrivo trionfale in Piazza Cermenati: da brividi! Ho partecipato anche a qualche gara in montagna, giusto per giustificare la mia appartenenza ai Falchi: la Introbio– Biandino a giugno, la Rampegada a Pagnona ad agosto e la Maggianico–Camposecco– Maggianico a inizio novembre, la prima gara sociale a cui non potevo assoluta-

mente mancare nonostante le condizioni meteo non fossero delle migliori. In salita mi sono difeso, in discesa… beh è un’altra storia… c’è ancora molto da fare! La mia scarsa abilità nelle discese su sentieri ripidi e bagnati si nota tutta… Frequentando il gruppo ho avuto la conferma che l’importanza dei risultati ottenuti in gara è relativa, altrimenti non so se sarei riuscito ad entrare in squadra… Prioritario è invece il condividere una comune, grande passione: l’amore per la corsa e per la montagna!

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GIRO DELLA VALTELLINA

19 - 23 agosto 2012; 300km, +14870 mt / - 13827 mt, 110 h Di Alessandro Crippa, Giuseppe Magenes, Giovanni Pozzi e Patrizia Pensa

Pizzo Dei Tre Signori Percorso: Lecco - Gran Via Orobie Valtellinesi Bormio - Passo Stelvio – Valle del Cancano - Val Viola -Val di Campo - Sfazu, frazione di Poschiavo Racconto: utto nasce un giovedì sera dopo la solita corsetta: perché invece di una gara non facciamo un giretto sulle nostre montagne….. in autosufficienza? Subito si pensa al Giro della Valtellina. Obiettivo: partenza da Lecco, raggiungere il Passo dello Stelvio, seguendo il versante orobico della valle attraverso la Gran Via delle Orobie Valtellinesi, e ritorno dal versante opposto con arrivo a Novate Mezzola. Wow!!!!. Qualche serata per valutare i possibili percorsi e la data di partenza. Lecco, 19 agosto, ore 4:00, finalmente si parte con le lampade frontali. Previsioni meteo ottime e carica a mille. Arrivati al Pizzo dei Tre Signori nel pomeriggio, ci troviamo soli in un ambiente maestoso con camosci e stambecchi che

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ci osservano dalle rupi. Ripercorriamo i sentieri dei laghi del Bitto e arriviamo in serata al Passo S.Marco. Ottima cena al ristorante, anche se, non lo sapevamo ancora, abbiamo rischiato che fosse l’ultima fino all’Aprica!!!. Ben rifocillati abbiamo ripreso il cammino e affrontato la prima

notte. Arrivati al Passo di Tartano abbiamo deciso di passare le ultime ore della notte sotto un cielo di mille stelle con tutti i vestiti addosso e avvolti nelle nostre coperte termiche. Da qui siamo entrati nella parte più selvaggia e bella della Gran Via delle Orobie


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Scheda tecnica Dotazione personale • Zaino 20 litri • Capacità riserva acqua 1.5 litri • Due lampade frontali con pile di ricambio • Attrezzatura medica di prima necessità (dotazione trail) • Telefono cellulare e dispositivo per ricarica • Giacca a vento in goretex • Poncio • Pantavento • Maglia termica manica lunga • Pantalone lungo • Berretto in pile • Guanti • Due magliette manica corta

Rifugio Benigni Valtellinesi. Un continuo passare da una valle all’altra attraverso passi erti e scoscesi, senza mai incontrare nessuno sul percorso. Ambienti spettacolari da lasciarci a bocca aperta, ma anche con un po’ di timore, perché senza l’ausilio dei telefoni cellulari, che non avevano campo e rifugi, che erano incustoditi, eravamo praticamente isolati dal mondo e con pochi viveri. Finiti i panini, i mars, qulache gel e la frutta secca ci è rimasta solo la natura con qualche sporadico fungo porcino, lamponi, mirtilli, che fortunatamente erano rigogliosi e pieni di frutti maturi. Lunedì sera giunti in Val di Scais, incontriamo Stefano e Luca, due pastori di Albosaggia, che ci ospitano nella loro baita, offrendoci una cena coi fiocchi e un letto, in cambio di due chiacchere in compagnia. Ripartenza alle prime luci dell’alba con il Pizzo Redorta a farci compagnia. Anche qui ambienti stupendi, rifugio Mambretti, rifugio Donati e baita Pesciola. Unica nota negativa, la segnaletica scarsa, che

ricoperta di vegetazione e traccia inesistente, ci ha reso veramente complicato trovare il percorso, soprattutto in Val Malgina. Martedì sera, dopo mille peripezie per trovare il sentiero per la baita Streppaseghel, che alla fine abbiamo scoperto non esserci più, sconsolati, siamo usciti dalla Val Malgina. Giunti a fondo valle, a S. Sebastiano, dopo una breve sosta in un bar per rifocillarci con una torta gelato, ripartiamo e arriviamo all’Aprica a mezzanotte. Qui riusciamo a mangiare una pizza al trancio, ma è troppo tardi per trovare un alloggio, così bivacchiamo in un sottoscala. Notte insonne. Ripartiamo mercoledì mattina con l’obiettivo di raggiungere il Passo dello Stelvio. Senza le due ruote, passiamo dal Passo Mortirolo e poi giù in Valtellina fino a Grosio e da lì a Bormio, dove incontriamo Francesco, che ci invita a fermarci per una cena in compagnia. E stata “dura” cambiare il nostro programma, ma con la prospettiva di una doccia calda, una cena e un letto confortevole, abbiamo immediatamente accettato l’invi-

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Due pantaloncini corti Intimo Tre paia di calze Berretto parasole Due bandane Occhiali da sole Bastoncini Scarpe da trail running Viveri per circa due giorni (panini, mars, caramelle, gel, frutta disidrata e frutta secca) Sali minerali

Peso complessivo zaino senza l’acqua: 5.0 kg Peso complessivo zaino con riserva acqua: 6.5 kg to. Giovedì eccoci al Passo dello Stelvio. Giro di boa, inizia il rientro. Scendiamo verso la valle del Cancano, con l’obiettivo di arrivare a Novate Mezzola passando dal sentiero Roma. Arriviamo in Val Viola Bormina, ma qui inizia il brutto tempo. In serata siamo in Val di Campo a Stazu, a circa 10 km da Poschiavo, ma, purtroppo, causa le pessime previsioni meteo per giorni successivi, il nostro giretto si è dovuto fermare qui. L’esperienza è stata notevole sotto ogni punto di vista, sportivo, naturalistico, umano e già stiamo pensando al prossimo anno….. L’ALMANACCO 2012

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ASD FALCHI LECCO Primo giorno Partenza: Lecco, domenica 19 agosto, h 4:15 Arrivo: Passo di Tartano, lunedì 20 agosto, h 3:00 Dislivello: + 4250 mt / - 2700 mt Distanza: 85 km Descrizione: Lecco (200mt), Piani d’Erna, Passo del Giuff (1520mt), Culmine di S.Pietro (1250mt), Piani d’Artavaggio, Piani di Bobbio via sentiero degli Stradini, Passo del Toro (1945mt), rifugio Grassi (2000mt), Pizzo dei Tre Signori (2544mt), Bocchetta di Inferno (2306mt), Paradisino, Lago Rotondo (2256mt), bocchetta di Val Pianella (2224mt), rifugio Benigni (2222mt), bocchetta di Salmurano (2107mt), sentiero occidentale n.101, Passo S.Marco (1991mt), Passo Tartano (2108mt). Secondo giorno Partenza: Passo di Tartano, lunedì 20 agosto, h 6:00 Arrivo: Valle di Scais baite Caronno, lunedì 20 agosto, h 19:30 Dislivello: + 3100mt / - 3370 mt Distanza: 35 km Descrizione: Passo Tartano, Passo dei Lupi (2316mt), val Madre, Passo di Valbona (2324mt), val Cervia, Passo Tonale (2352mt), val del Livrio, rifugio Caprari, Passo dello Scoltador (2454mt), val di Venina, Passo Brandà (2360mt), val d’Ambria, Passo del Forcellino (2245mt), val di Scais fino al lago (1500mt), baite Caronno (1612mt). Terzo giorno Partenza: Valle di Scais baite Caronno, martedì 21 agosto, h 5:30 Arrivo: Aprica, martedì 21 agosto, h 23:50 Dislivello: + 3000mt / - 3357 mt Distanza: 45 km Descrizione: Baite Caronno (1612mt), rifugio Mambretti (2004mt), passo del Biorco (2600mt), val d’Arigna, Rifugio Donati (2504mt), costone della Pioda, baite Michelini (1490mt), baita Pesciola (2004mt), Passo Pesciola (2100mt), val Malgina, S.Sebastiano, Carona, Aprica (1172mt). Quarto giorno Partenza: Aprica, mercoledì 22 agosto, h 8:30 Arrivo: Cepina, mercoledì 22 agosto, h 20:00 (trasferimento a S.Nicolo, frazione di Bormio, in macchina, 6 km) Dislivello: + 1960mt / - 1400 mt Distanza: 70 km Descrizione: Aprica (1172mt), Pian di Gembro, Trivigno, Passo Guspessa via Monte Padrio, Passo del Mortirolo (1852mt), Grosio (670mt), Sondalo (852mt), Cepina (1124mt). Quinto giorno Partenza: S.Nicolò, giovedì 23 agosto, h 5:45 Arrivo: Sfazu, frazione di Poschiavo, giovedì 23 agosto, h 20:00 Dislivello: + 2560mt / - 3000 mt Distanza: 65 km Descrizione: S.Nicolò (1319mt), Dosso di Reit, Bagni Nuovi, Passo dello Stelvio (2758mt), IV Cantoniera (2586mt), sentiero della Pace, bocchetta di Forcola (2768mt), val Forcola, Laghi del Cancano (1884mt), torri di Fraele, Arnoga, val Viola Bormina, rifugio Val Viola (2314mt), val di Campo, rifugio Saoseo (1986mt), Sfazu (1622mt). Trasferimento in macchina a Poschiavo, con corriera a Tirano e rientro a Lecco

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Rifugio Donati

Risveglio Al Passo Tartano

Passo Dell’ Aprica L’ALMANACCO 2012

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Passo Del Mortirolo

Passo Dello Stelvio

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Passo Della Forcola

Passo Del Cancano

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A Cavalcorto non si guarda in bocca! Due Falchi sul missile (siamo in aria!) Di Luca Mauri

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la Vito! Se femm duman?! Andiamo a fare un bel giro d’allenamento? Andiamo al Cavalcorto! Ma che roba è? Dov’è? Tot a post Vito….Val di Mello!! Allora ci sono di sicuro, ore 06.00 da Tita al Galeotto!.......Ma cos’è? Vito, è una cima con attaccato un “missile”, sta proprio sopra al Bar Monica!! Non esiste un sentiero vero e proprio, si prende il sentiero per la Giannetti ma poi lo si lascia nei pressi di una cascata, ci sono tracce qua e là ma adesso la vegetazione è più rada quindi dovremmo riuscire a vederle; si taglia su a lato di una cascatella con pendenze da G.I.B. (ginocc in buca) e a “ravanuni”si punta al Pulpito (bel parallelepipedo di granito ben visibile già dal sentiero per la Giannetti). Insomma niente allenamenti da “fighetti paciarotti” in calzamaglia al pistino! Ambiente selvaggio e selvatico con vetta quasi a 3.000 mt., un bel 2.000 mt. di di-

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slivello, sentieri quasi assenti, bestie a due gambe assenti (tranne rarissime eccezioni per menti affette da encefalopatia spongiforme come le nostre)…. avventura assicurata!! Bella storia, chiedo a Ricky e a Paolo se vengono poi chiedo anche a Carletto…. no…Carlo è un fighetto, non è di sicuro roba per lui, deve fare le ripetute, i mille con 30” di recupero…..gne gne gne gne… anzi adesso lo chiamo e lo prendo un po’ per il culo! OK, domani mattina da Tita. Il mattino seguente il risveglio è da bradipo, non riesco a capire perché il sabato mattina mi devo svegliare alle 05.00 dopo una settimana tirata come un nastro di scotch!! Poi eccheggia nel vuoto cosmico del mio cranio la parola Cavalcorto….l’adrenalina sale, le chiappe si stringono, ripigliati barla sono già le 05.30!! Mi vesto a manetta, butto a caso qualcosa nello zaino, trangugio 3 cucchiai di miele

al tarassaco, vado a baciare Monica e la sua panciona con dentro Samuele la quale mi fa delle domande a cui non riesco a rispondere (provateci voi con tre cucchiai di miele in bocca!), mi butto nell’attraversamento a 160 Km orari e arrivo da Tita puntualmente in ritardo…. Vito è già li che mi aspetta, reduce dallo Scaccabarozzi di settimana scorsa, con la tazzina di caffè in mano. La mia bocca riesce a proferire un suono similare ad un ciao… la cosa migliora notevolmente dopo aver bevuto anch’io un bel caffè bollente che ha dipanato il miele. Si parte, stavolta con lentezza moderata sui 130 km orari, per la Valle! Spariamo le solite cazzate sul Barone e sul Carlo (piri-piri) passando da Ligabue, Johnny Cash, Lynryd Skynryd e finalmente, alla vista del Cavalcorto, ai Pink Floyd. Sosta di rito al bar Monica (per un altro caffè) dove troviamo la Franca con la brioche a mezz’aria e lo sguardo che mi chiede: cosa ci fai qui? La anticipo salutandola con due bei baci sulle guance e


ASD FALCHI LECCO dicendole che il Cavalcorto ci aspetta. Lei e la Monica, sì certo anche il Simone Pedeferri, sono persone troppo a posto…. ci si vuole bene anche se non lo ci si è mai detto. Franca mi confida che il Cavalcorto è la “sua” montagna perché è la prima cosa che vede alla mattina quando si sveglia. Scendiamo dall’auto alle terme in Val Masino e Vito mi dice che andremo senza tirarci il collo, gli rispondo come un automa che non c’è problema ma è come se mi avessero iniettato una overdose di stricnina in vena…. pronti via e l’andatura imbizzarrisce… sembro un cavallo scosso verso il Cavalcorto! Vito non mi manda a cagare (non so perché se a freddo sotto sforzo o per educazione…) e cosi asfaltiamo sul sentiero per la Giannetti uno sbigottito escursionista (per la precisione un milanes bauscia) che temendo per la sua incolumità decide di autoeliminarsi con una storta vicino ad un piccolo dirupo. Ormai ho la bava alla bocca dalla brama e non riesco neanche a salutarlo, Vito segue sempre a ruota come una iena ridens, cosi ci troviamo in un attimo alla cascata. Pisciata stimolata dall’acqua della cascata e prime parole sull’andatura tenuta. Meno male che non dovevamo tirarci il collo!! Hai ragione Vito, scusa ma mi sono fatto prendere dalla brama, era da una vita che volevo venirci… Come non detto… ripartiamo a manetta per le placche della cascata poi scorgiamo un pezzo di nastro segnaletico del 1400 d.C. su un abete, ci si fa largo tra gli arbusti su un pendio bello ripido e dopo svariati minuti di crapa bassa e ginocchia in bocca ci sembra di essere usciti dalla vegetazione. Una metistofelica nebbiolina ci fa aguzzare gli occhi per cercare delle tracce e Vito comincia a temere che la giornata non sia proprio delle migliori. Lo rincuoro dicendogli che sopra sicuramente è sereno e che questa è solo foschia, in realtà sono ancora in preda a delirium tremens per l’obbiettivo da raggiungere.

poi neanche il tempo di spaziare con lo sguardo a 360° che Vito vede uno stambecco sulla cresta di una cima. Sembra una scena di un’epoca remota, è come se il tempo fosse tornato agli albori. Questa figura scura si staglia al nostro prossimo orizzonte con il chiarore dell’alba alle sue spalle in mezzo ad un grosso buco azzurro contornato dalla rada nebbiolina su questa cresta primordiale…. Non ci sono parole, io e Vito siamo troppo felici. Ci ripigliamo dal nostro stato oppiaceo e con il pieno di brama data dalla visione ultraterrena ripartiamo a manetta verso la cima dello stambecco! A 50 mt dalla cima vediamo nitidamente una quindicina di stambecchi che scappano da noi, ma ormai ci siamo, eccoci in cima!! Un bel abbraccio e spuntano fuori dal mio zaino dei biscotti con gocce di cioccolato.

Oh! Ma che bello è?! Ci abbiamo messo poco ad arrivare qua! C’è una vista spaziale a 360° su tutta la Val di Mello e la Val Masino! Sì, è veramente un posto agli antipodi, fammi fare un po’ di foto…. c’è una cima qui vicino che sembra un’astronave…. chissà come si chiama….. Un minuto senza ossigeno, senza fiatare, poi ci guardiamo in faccia con gli occhi strabuzzati ed il biscotto in mano che sventola al sole….. Nooo!! Siamo proprio due rimbambiti!! Quella cima che sembra un’astronave è il Cavalcorto!! Porca boia è vero, quello è il missile!! Ma questa cima allora cos’è?! Deve essere lo Scingino, almeno credo…. ci sono dentro due vie del mitico Tarcisio Fazzini!

Arrivati ad una specie di spiano la nebbiolina per incantesimo si dissolve in un attimo e noi restiamo a bocca aperta guardando le pareti del Pulpito illuminate dal primo sole. Che spettacolo! Foto di rito e L’ALMANACCO 2012

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Risata amara condita da frasi da compatimento, poi cominciamo a studiare il sistema più diretto per scendere da qui e attaccare il Cavalcorto. Ci sembra di aver intravisto una possibilità circa centocinquanta metri in basso. Bisognerà risalire una pendenza micidiale di erba bagnata, traversare a sinistra su delle roccette per poi riuscire a prendere un canale a placchette che porta dritto in cima. Riparte l’adrenalina e noi con lei ci ritroviamo già quasi alla fine del canale (che chiameremo la diretta al Cavallo Scosso). Passiamo dieci metri a lato del missile, che da qui risulta grande come un camion a rimorchio,dove finiscono le placche e cominciano le rocce sommitali che superiamo di slancio con passaggini da terzo grado e finalmente…..IN VETTA!! Du rembambii, felici come bambini, accucciati al sole tra le rocce che spaziano con lo sguardo verso le immensità intorno…. Ci si rende conto che, fra tutti i vari affanni della vita, oltre alla famiglia, tutto quello che serve è lì, su questa cima, dove non c’è niente ma c’è essenzialmente il tutto! Ci rendiamo conto che non ci serve niente d’altro, quello che necessita è tutto dentro di noi, negli occhi delle persone a cui vogliamo bene e che a loro volta ce ne vogliono e preghiamo Dio di aver la possibilita’ di avere ancora tanti giorni e sensazioni come questo…. Viviamo tutti

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sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte! Il nostro abbraccia tutte queste vastità ed affetti tanto da farci sentire effettivamente come dei falchi…. Ci guardiamo negli occhi, un’altra pacca, un’ultima foto e cominciamo a scendere seguendo degli ometti (i primi in assoluto che vediamo) che ci portano in direzione opposta alla nostra di salita. Anche con molta attenzione riusciamo ad entrare fino a metà gamba in alcuni buchi coperti da folta erba per fortuna senza danni collaterali e così, di buco in buco, prima di trovare il sentiero della Giannetti, riusciamo a perderci….. Trenta minuti di ravanate ed infine riusciamo a trovare il bandolo della matassa di questo ginepraio. Neanche in tempo a ritornare alla realtà e ci riappare il milanes bauscia!! Oh Vito, l’hai imbalsamato, ha preso un colpo apoplettico oppure è rimasto qui aspettando la profezia dei Maya per la fine del mondo??? Purtoppo prende parola il milanes (chi gli ha dato il permesso?) e ci dice che è andato in Giannetti, poi ci chiede dove siamo andati noi. Gli rispondo che avevamo un cestino in vimini con tutto il necessario per il pic-nic e che siamo fermati su un sasso appena sopra la cascatella. Vito è più diplomatico e dopo aver resistito alla tentazione di potarlo e sfrondarlo

con la motosega gli fa segno al Pulpito. Lui alza la testa ma non capisce (sarà la mancanza di smog e CO2) cosi lo invitiamo a bendarsi ed andare a giocare vicino a qualche grosso dirupo. Insomma tutto è bene ciò che finisce a birretta e patatine!! (al Bar Monica, chiaramente).


“IL MIO CAMMINO”

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Il Cammino Di Santiago nel racconto di Mauro Di Mauro Esposito

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uest’anno durante uno dei miei viaggi di lavoro mi trovavo a Burgos in Spagna dove ho conosciuto dei pellegrini che percorrevano il Cammino di Santiago, l’idea di farlo si è consolidata in me e ho deciso di intraprendere questo meraviglioso viaggio spirituale. Ho chiesto a mia sorella se voleva accompagnarmi, lei ha accettato la mia proposta, e subito abbiamo prenotato i voli per la Spagna. Il nostro cammino è iniziato il 2 agosto da Leon e siamo arrivati a Santiago il 14 agosto percorrendo così 13 tappe in altrettanti giorni per un totale di 320 km. Il viaggio è continuato con il bus fino a Finisterre, abbiamo camminato solo gli ultimi 15 km per raggiungere il capo più a ovest d’Europa. Le regioni attraversate sono la Castiglia e Leon e la Galizia. Le giornate del cammino sono scandite da ritmi regolari e costanti: sveglia verso le 6.00, colazione tipica con ‘Tostada’ (pane tostato sul quale puoi spalmare burro e marmellata), subito dopo si inizia a camminare quando ancora le ombre sono molto lunghe. Verso metà mattina si fa uno spuntino e successivamente si man-

gia qualcosa tra le 13.00 e le 14.00 (un boccadillo o l’empanada tipico fagottino di pasta molto gustoso e nutriente ripieno di verdure, pesce, prosciutto). Si riprende il cammino dopo circa un’ora di pausa e si arriva verso metà pomeriggio o sera all’albergue che è il rifugio tipico del pellegrino, dove mostrando la credenziale, il documento che attesta il pellegrinaggio, viene dato un letto e la possibilità di farsi una doccia (non sempre calda) per una modica cifra. Si fa il bucato e ci si riposa fino all’ora della cena. Se nell’albergue c’è la cucina la cena è preparata con quello che trovi nei piccoli market oppure se nelle vicinanze dell’albergue si trova un bar/ristorante si può prendere il tipico ‘menù del pellegrino’. La giornata del pellegrino finisce alle 22.00 quando vengono spente le luci della camerata, c’è bisogno di molto riposo per recuperare le fatiche della giornata e per affrontare i km del giorno successivo. I simboli del pellegrino sono la concha che è la conchiglia e il bastone. La tipica freccia gialla e la conchiglia sono i simboli che tracciano la rotta del cammino e danno la sicurezza e la sensazione di non essere mai soli.

Il pellegrino deve essere essenziale in tutto: nell’alimentazione, nelle necessità fisiche e nel peso dello zaino che rappresenta i beni materiali ai quali ha rinunciato. L’unico lusso che può concedersi è quello spirituale. Sul cammino ho conosciuto molte persone provenienti da tutte le parti del mondo, ciascuno spinto da una motivazione diversa che non è solamente religiosa. Ho conosciuto anche persone atee: madre e figlia di nazionalità olandese. E’ bellissimo camminare tra persone diverse e di nazionalità differenti che hanno tutte lo stesso obiettivo: raggiungere Santiago de Compostela. E’ incredibile come in un contesto di questo tipo l’aiuto reciproco è alla base di tutto invece nel quotidiano l’egoismo e il desiderio di primegL’ALMANACCO 2012

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giare e prevaricare sono sempre prioritari. Durante il cammino si parla, si prega, si canta, si sta da soli o in compagnia, si ride, si scherza, si condividono emozioni, sentimenti, storie di vita vissuta che non immagineresti mai di raccontare a persone che sono in viaggio con te solo per pochi giorni. Gli amici che conosci sul cammino sono speciali: si incontrano, si lasciano, si rivedono, si superano ma ciascuno trova la forza che supera la propria volontà e gli permette di andare sempre avanti. Perché si decide di fare il Cammino? Per imparare e scoprire qualcosa. Per imparare ad avere rispetto per sè stessi e gli altri, per conoscere i propri limiti, per migliorarsi, per accrescere l’autostima, per trovare il coraggio di prendere certe decisioni, per uscire da un periodo di buio, per migliorare un rapporto. Quello

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che emerge è che il cammino si fa per se stessi e non per qualcun’ altro, l’individuo è l’elemento centrale di questo viaggio. Penso di avere conosciuto più viaggiatori solitari che accompagnati. Durante un momento di preghiera un parroco missionario ha detto che il Cammino di Santiago è il cammino della vita e lo zaino rappresenta le nostre tribolazioni. Penso che sia una metafora azzeccata. Le prime tappe del mio Cammino le ho affrontate con la fretta di arrivare perdendomi alcune volte il gusto delle cose semplici che sono sempre le più belle, ma gradatamente sono entrato nello spirito e ho iniziato a vivere il Cammino. Le persone che ricordo con affetto sono Michela, Gianluca, Stefano, Maria, Viviana, Enrico, Marieke, Dario e Il Generale. Ricordo anche tutte le altre persone che ho conosciuto sul cammino e che magari sono rimaste dietro di me, spero che anche

loro abbiano raggiunto la destinazione ma soprattutto che trovino e apprezzino le cose importanti della vita. A tutti voi e alle vostre famiglie auguro ‘Buen Camino’!.


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NOI SIAMO IL TRAFFICO Perchè spesso bastano due ruote ed un buon cuore Di Nicola Spreafico

“Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza.” - Herbert George Wells

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o so, questo articolo non ha nulla a che vedere direttamente con la corsa e con i Falchi, ma sono sicuro che lo spirito che mi anima a scriverlo e i valori che vorrei trasmettere siano condivisi dal gruppo sportivo, ma soprattutto gruppo di amici, di cui faccio parte da ormai 2 anni. Nel gennaio del 2012 lessi l’articolo sulla Provincia di Lecco che narrava le gesta quotidiane di un “matto” che, con ogni tempo atmosferico, percorreva 70 km (35

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all’andata + 35 al ritorno) che collegano Merate, sua abitazione, con Milano Bovisa, suo luogo di lavoro, in bicicletta. Quando ho scoperto che si trattava di Carlo Proserpio, un compagno di squadra, l’orgoglio e la stima per lui e per il gruppo di cui faccio parte sono aumentati ancora e mi hanno fatto scattare una molla nella testa. Già nel 2011 avevo lentamente iniziato un processo di modifica delle mie abitudini legate alla mobilità quotidiana. Ho la for-

tuna di vivere a Valmadrera e lavorare a Lecco, solo 5 km di distanza dunque. E durante il primo anno, tra andata e ritorno, con e senza Martino da portare all’asilo (il figlio grandone di 2 anni e mezzo) nel seggiolino, avevo percorso 850 km. Dal 2012 la bicicletta è diventata decisamente il mezzo più utilizzato per gli spostamenti al di sotto dei 10 km e sono arrivato a 2300 km percorsi solo con fini di mobilità nei primi 10 mesi dell’anno. La


ASD FALCHI LECCO nei tempi “morti” - ottimo per un Falco che tiene famiglia. Tra l’altro tirare il carretto portabimbi è un buon esercizio di potenziamento Ed ora le scuse e come smontarle:

• devo trasportare oggetti pesanti e

molla è definitivamente scattata e, ormai, sono arrivato considerare la bicicletta per quello che è: un vero e proprio mezzo di trasporto, non solo uno svago. Al momento non riuscirei più a tornare indietro e maledico tutte le volte che sono costretto, per un motivo o per l’altro, a dover utilizzare l’auto per tragitti brevi urbani. Sono troppi i vantaggi indiscutibili che la bicicletta ha nei viaggi al di sotto dei 5 km e troppo pochi, e facilmente confutabili, gli svantaggi e le scuse che si possono accampare per non usarla.

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za è sempre mediamente inferiore a quello che facevo con l’auto comoda da parcheggiare salutare - i vantaggi dal punto di vista della salute sono così tanti che è meglio non iniziare neanche a elencarli. Ok, i Falchi di movimento ne fanno già abbastanza. antidepressiva molto apprezzata dai figli che si divertono un mondo consente di fare un minimo di sport

ingombranti - trasporti abitualmente mobilia ? Ci sta tutto in uno zaino o su un portapacchi devo portare i figli a scuola - con Martino mi ero dotato di seggiolino, ora i figli sono 2 e abbiamo optato per l’acquisto di un carrello biposto. Molto comodo anche quando piove, c’è vento o la temperatura è fresca. Quando cresceranno pedaleranno per i fatti loro. non posso arrivare al lavoro sudato e puzzolente - mi porto un cambio e, comunque, il mio sudore sarà nauseante, ma non è cancerogeno. piove - governo ladro, esistono gli impermeabili e, comunque, mi bagno di più nel tragitto tra il parcheggio dell’auto e l’ufficio fa freddo - ci si cop---re ! A Berlino, Amsterdam, Copenhagen, dove fa freddo davvero, come fanno ? Esiste ormai un’enorme scelta di capi tecnici antivento, antipioggia, traspiranti, leggeri, confortevoli … tra l’altro l’abbigliamento KAPRIOL è veramente ottimo! hihiih ci ho pestato dentro anche la soletta pubblicitaria ;-) è pericoloso - il pericolo non è dato dal mezzo in sè, ma dagli automobilisti dolosi/ disattenti/arroganti e dalla condizione delle strade non curate e non studiate per la mobilità ciclabile

Faccio una breve e sintetica carrellata dei vantaggi:

• economica - col prezzo della benzina lo è sempre di più

• ecologica • sostenibile • veloce - il mio tempo di percorrenL’ALMANACCO 2012

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• impiego troppo - già smontato, dati •

alla mano ci impiego sempre meno che in auto. respiro smog - quando sei in auto respiri ossigeno puro ? L’unico modo di respirare meno inquinamento è produrne di meno.

Sono convinto da un pezzo che la bicicletta sarà il mezzo del futuro, ancora di più delle auto elettriche, ibride a idrogeno, colza, olio di ricino, nucleari e chi più ne ha più ne metta. Sicuramente più delle auto tradizionali, il cui mercato è da anni in deciso declino (ne siamo ormai saturi e non riusciamo più neanche a mantenerle). Ma siamo fortunati ! l’uomo è già per sua natura strutturato per correre e fare movimento, si è evoluto per quello, il nostro corpo è perfetto, ce ne siamo dimenticati

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stando seduti troppo tempo al volante delle nostre auto. Tempo fa ho trovato una bella riflessione di un mobility manager olandese, secondo cui la sfida per il futuro sarà quella di far muovere le persone, non i mezzi. In questi ultimi anni, con la spinta della crisi, molti sono i movimenti “esplosi” che chiedono alla politica (locale e nazionale) interventi mirati per aumentare la sicurezza dei ciclisti sulle strade. Sono convinto che una volta superato il numero critico di ciclisti in circolazione sulle strade i vantaggi saranno subito visibili a tutti, anche a pedoni e automobilisti: ● le strade stesse saranno meno pericolose e inquinate

● gli automobilisti staranno più attenti perchè sapranno che ci sono molti ciclisti in circolazione ● i tempi di percorrenza diminuiranno ● le amministrazioni locali e nazionali faranno di tutto per migliorare la mobilità ciclabile, l’interconnettività con gli altri mezzi di trasporto dando ulteriore incentivo (questo non per il loro buon cuore ecologista … ma perchè siamo visti come elettori) In poche parole si innescherebbe quello che definiscono un circolo virtuoso. Nel mio piccolo spero, con questo articolo e con il mio modesto esempio, di far scattare in qualcuno (anche uno solo) quella molla che l’intervista a Carlo Proserpio aveva fatto scattare in me. Sarebbe un successo.


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QUAL E’ IL COLMO PER UN FALCO? Scontro tra Titani nella sede sociale! Di Riccardo Ghislanzoni

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apete qual è il colmo per un falco, o meglio per una squadra intera di “rapaci”? E’ quello di essere beffati da una delle sue “prede” più prelibate: il ghiro. O meglio, da un’intera famiglia di ghiri! No, non è una barzelletta ma è la pura verità: dovete sapere che la cucina della sede dei Falchi è ormai diventata da due anni la tana di un’allegra famiglia di roditori. La prima apparizione in uno dei cassetti della cucina di un ghiro e della sua inconfondibile coda risale alla fine dell’estate 2011. A essere precisi prima sono apparse evidenti rosicchiature sulle pareti dei cassetti, poi deiezioni e foglie, quasi ad indicare che qualche ospite si stava preparando una dimora per i mesi più freddi. Passano i giorni e aumentano le foglie (e gli escrementi) e un bel giorno avviene il primo “incontro ravvicinato” tra il presidente dei Falchi e un ghiro, anzi due. No, un momento, e quelli chi sono? Ecco anche la prole... due giovani ghiretti. I nuovi ospiti della cucina sono dunque almeno quattro. Dovete sapere che i Falchi, intesi come corridori, sono sì dei “rapaci” nella

ricerca della vittoria nelle gare ma tutto sommato sono degli amanti degli animali. Ciononostante l’operazione “Sfratta il ghiro” ha subito inizio. Prima con una “guerra chimica” con “armi convenzionali” come l’uso di veleno topicida e di vischio che portano però a scarsi risultati. Poi si tenta con un mezzo più astuto e decisamente meno cruento. Ci sono in commercio delle trappole fatte a gabbia in cui si mette un’esca (mela, noci, ecc.). Il ghiro entra nella gabbia attratto dall’esca o da qualsiasi cosa si possa rosicchiare e basta che la tocchi ed ecco che scatta una molla che fa chiudere la gabbietta. Il ghiro resta chiuso all’interno senza danni. E’ con questa tecnica che vengono presi ben tre ghiri e che vengono poi rimessi in libertà a chilometri di distanza a “ripopolare” i boschi sopra il rione di Laorca.

del ritorno dei roditori. Oh no, ci risiamo! Che insolenza, che irriverenza, che beffa, è proprio il colmo: i ghiri son tornati a far danni nella “tana del nemico”! Si riattiva la “Unità di Crisi”, si rispolvera la famosa gabbietta e la si rimette in opera. Risultato: altri tre ghiri catturati e rimessi in libertà a Laorca. Ad oggi (novembre) nessun altro avvistamento. La prossima primavera smonteremo completamente la cucina, sposteremo i mobili alla ricerca dei possibili pertugi da cui potrebbero infilarsi i roditori e che provvederemo ovviamente a tappare. Sarà stata scritta finalmente la parola fine? Lo scoprirete sulle pagine del prossimo Almanacco!

La cucina venne quindi accuratamente pulita e disinfettata e tutti i Falchi vissero felici e contenti! Seee, nelle favole forse... Estate 2012: ecco riapparire nel solito cassetto i segni inequivocabili L’ALMANACCO 2012

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NOI, UOMINI DURI!! Dove son finiti i corridori di una volta? Di Matteo Spreafico

Soldati equipaggiati in una gara podistica ad Arezzo negli anni ‘30

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opo tanti anni passati nell’ambiente della corsa in montagna (più di 15, avevo ancora i capelli e quasi 10 kg di meno!) come atleta, scarso, e come organizzatore, volevo fare alcune riflessioni. Di questo ambiente ho sempre apprezzato la semplicità e la voglia di stare in compagnia dopo la gara, forse perché avevo davanti l’esempio di mio zio che in questo era sicuramente il numero uno. Negli ultimi tempi, tuttavia, mi sembra che questo spirito si sia un po’ perso: vedo sempre più gente che polemizza per motivi secondo me assurdi. Tanto per fare un esempio: alla Skyrace del Canto ho sentito concorrenti dire peste e corna degli organizzatori per la doccia fredda, ma se prima di te fanno la doccia 200 persone impantanate ti devi rassegnare e adattarti. Magari questi signori il giorno dopo si vantano in ufficio di essere degli

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skirunner! Organizzare una gara è sempre più difficile per mille motivi e di fronte a certe pretese cadono le braccia. La prima cosa che ti chiedono quando dai un volantino è cosa c’è nel pacco gara, sembra che sia la cosa più importante! Poi devi sperare che vada tutto bene altrimenti il giorno dopo si scatenano su internet con commenti (tutti rigorosamente anonimi) a volte anche offensivi. Sia chiaro, le critiche, se costruttive, sono ben accette. Chi organizza una manifestazione quasi sempre

lo fa per passione non certo per interesse; poi qualche eccezione c’è sempre, ma nessuno è obbligato a fare una gara dove si sente derubato. Molti ricorderanno le vecchie edizioni della Camposecco con l’arrivo alla baita: pioveva sempre, premiazioni sotto un vecchio cellophane che dopo 10min perdeva acqua dappertutto, si accendeva un fuoco per scaldarsi e al ristoro the pane e salame ma tutti erano contenti (dovessimo fare adesso una cosa del genere apriti cielo!). Per fortuna ci sono anche tante soddisfazioni, una pacca sulla spalla, un grazie o un complimento di un atleta fanno passare in secondo piano tutto il resto e ti danno la carica per rimetterti in gioco l’anno dopo. Sperando di vedervi numerosi alle nostre e a tutte le altre gare buon 2013 a tutti!


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Il saluto dell’impaginatore.... Anche quest’anno l’almanacco giunge quasi alla fine e per una volta, ormai siam alla quarta edizione, voglio scrivervi due righe... Impaginarlo è un lavoro da sarto alla fin fine: un po’ una specie di taglia e cuci. Il ringraziamento quindi è per chi ha messo le “toppe”di questo vestito di arlecchino: quello che ne è uscito infatti è quanto mai vario e colorato. La cucitura, ahimè, ha reso necessario qualche adattamento per restare negli spazi consentiti, ma ancora una volta spero che il risultato comunque vi possa divertire. E poi.....prima dei saluti finali....bhe....c’è ancora spazio per i “lieti eventi” dell’anno e per qualche foto....“fuori ordinanza”. “L’impaginatore”

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LIETI EVENTI!

12 maggio 2012 - Eleonora e Taddeo Bertoldini

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18 maggio 2012 - Veronica e Emanuele Gianola

E...UN BENVENUTO AI PICCOLI FALCHETTINI! 9 gennaio 2012 - Magda Spreafico 23 marzo 2012 - Carola Corti 7 agosto 2012 - Penelope Pizzagalli 27 ottobre 2012 - Samuele Mauri

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: CAPITAN RATTI IN ASSETTo DA BATTAGLIA - FABIO SFIDA LE GUARDIE REGALI - DURI MOMENTI DI GARA PER ALE FILIGURA - DICHIARAZIONI FORTI DEL PAGA - GLI “INTOCCABILI” E IL SALAME

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Dall’alto in basso e da sinistra a destra: FRANCESCA NELLA NOTTE DEL DILUVIO - CAPITAN RATTI DOMATO DA UN ATLETA MISTERIOSO - LA GRIGLIATA DEL DOPO-GIRO - FARUMI IN STATO CONFUSIONALE - MONTANARI HA I SUOI SISTEMI DI RECUPERO - INFINE: COSA AVRA’ VISTO IL FRANZ? Un UFO? UNA BOTTIGLIA DI GRAPPA? IL BARONE? AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA.... L’ALMANACCO 2012

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SALUTI FINALI E RINGRAZIAMENTI Si chiude così anche questa edizione del nostro Almanacco, con l’augurio che ancora una volta vi siate divertiti a leggere le nostre piccole e grandi imprese. L’appuntamento è ancora per il prossimo anno, con la promessa che faremo di tutto per riempire, con le nostre storie, le pagine ancora bianche che ci aspettano nel 2013. Ciao a tutti, Gli Atleti dell’ASD Falchi Lecco Le foto, dove non specificato sono state tratte dal sito www.asfalchi.it e dalle raccolte private degli atleti e dei simpatizzanti dell’ASD Falchi Lecco. Ringraziamo per alcune foto LeccoNotizie.com, PizzoScalino.it, Podisti.net e SportdiMontagna.com. Ci scusiamo per eventuali involontarie imprecisioni, omissioni e dimenticanze. Ringraziamo Sandro Morganti, tutta la sua famiglia e la Kapriol per il supporto e per l’affetto dimostrato in tutti questi anni e che viene rinnovato anno dopo anno. Per ulteriori informazioni sui progetti GIMS (Gruppo Impegno Missionario di San Giovanni) ci si può rivolgere a Sandro Morganti, cell. 335.80.77.336 Un grazie particolare va infine a tutti gli atleti che hanno contribuito non solo con articoli e foto, ma anche con idee, consigli e proposte per la stesura dell’Almanacco. Finito di stampare nel novembre 2012 www.asfalchi.it


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“Corro perché molto prima che le mie orme svaniscano, forse avrò ispirato qualcuno a rifiutare la strada facile, a scendere in pista, a mettere un piede davanti all’altro e ad arrivare alla mia stessa conclusione: corro perché questo mi porta sempre dove voglio andare.”. (Dean Karnazes)

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