Librosolidale_2011

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23-11-2011

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Haiti è il paese più povero delle Americhe, con il 54% della popolazione che vive con meno di un dollaro al giorno. Un altro 24% arriva appena a due euro. Muoiono 74 bambini ogni mille nati vivi. Quelli che ce la fanno hanno un’aspettativa di vita di 52 anni. Nel 2010 occupava la 145esima posizione su 169 nella graduatoria dell'indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Per molti aspetti è forse il paese caraibico più vicino all’Africa occidentale, da quando circa trecento anni fa i francesi costruirono un immenso ed involontario ponte migratorio: dalle porte del non ritorno del Benin o del Senegal, milioni di persone hanno lasciato il continente ed una gran parte di essi fu deportata nell’attuale Haiti, per lavorare nelle piantagioni agricole della loro colonia più ricca.

tempo l’altra metà dell’isola, quella chiamata oggi Santo Domingo) e la Germania. Riconquistata la sua indipendenza nel 1934, Haiti si è purtroppo dimostrata incapace di gestire il futuro della sua gente, sperimentando il dilagare della corruzione, della violenza incontrollata, delle ambizioni sanguinarie e dittatoriali di colonnelli e generali che hanno usato la forza delle armi per spartirsi le ricchezze dell’isola. La “presidenza a vita” di Papa Duvalier (dal ’57 al ’71) e poi del figlio Baby Doc (fino all’86) alla quale ha fatto seguito un itinerario ininterrotto di colpi di stato che hanno prostrato il Paese. Dall'inizio del 2004 Haiti è al centro di una rivolta popolare che ha causato disordini e violenza ed ha portato il 29 febbraio alla partenza dall'isola del dimissionario presidente Jean-Bertrand Aristide. Il governo è stato retto ad interim dal presidente della Corte di cassazione, Boniface Alexandre, fino alle elezioni presidenziali tenutesi il 7 febbraio 2006 da cui, pur tra molte proteste ed accuse di broglio da parte dei suoi avversari, è uscito eletto René Préval. L'isola, colpita nell'estate 2004 dall'uragano Jeanne e nel gennaio 2010 dal disastroso terremoto, vive in uno stato di emergenza umanitaria. Attualmente è in corso una missione internazionale di aiuto sotto l'egida dell'ONU, che vede la presenza di un contingente guidato dal Brasile.

Haiti è un paese situato nel Mar dei Caraibi. La sua capitale è Port au Prince. Un tempo colonia francese, è stata, dopo gli Stati Uniti, una delle prime nazioni delle Americhe a dichiarare la propria indipendenza dalla Francia, il 1 gennaio 1804. Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell'isola di Hispaniola, cosi chiamata da Cristoforo Colombo prima di ritornare in Europa, e confina a est con la Repubblica Dominicana. Il sistema economico si basa quasi esclusivamente su agricoltura e turismo. Secondo la Banca Mondiale, dopo una pesante recessione nel 2004, il paese ha imboccato un percorso di ripresa che si è però interrotto nel 2008, con pesanti scontri di piazza. Il Fondo monetario internazionale stima una crescita del 2,7% per il 2010. L’agricoltura vale quasi un terzo del Pil, l’industria è del tutto marginale mentre i servizi, soprattutto il turismo, pesano per circa il 40% dell’economia. Ad Haiti la disoccupazione supera il 60% della popolazione. Nonostante il consistente export di zucchero, caffè, banane e mango il commercio con l’estero è in costante rosso. Tutti gli indicatori di sviluppo economico e sociale vedono

Haiti in forte ritardo sugli altri paesi dell’area caraibica e dell’America Latina. Sulla stessa isola, quella di Hispaniola, la Repubblica Dominicana ha trovato un percorso, pur limitato, di crescita e benessere sconosciuto ad Haiti. Il reddito medio pro capite dei dominicani è il doppio rispetto a quello degli abitanti di Haiti e la povertà è un fenomeno limitato: solo il 3% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. A fare la differenza è stata almeno in origine la dominazione coloniale subita: spagnola per la Repubblica Dominicana, francese per Haiti. Ciò ha voluto dire rimanere sola in un’area tutta sotto il controllo di Madrid e di conseguenza anche isolata dal punto di vista linguistico. Anche il territorio di Haiti è meno favorevole allo sviluppo del turismo e delle coltivazioni rispetto ai vicini. Ma la definitiva chiusura verso l’estero e l’arretratezza sono venute poi in epoca più recente dalle dittature del paese che tra corruzione e malgoverno ha letteralmente defraudato il paese delle sue poche risorse. Il paese è gravato da un pesante debito anche se la scorsa estate Fmi e Banca Mondiale ne hanno cancellato l’80%, per 1,2 miliardi di dollari, dopo aver constatato i progressi nelle riforme economiche e nella lotta alla povertà.

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Gli Stati Uniti d’America occuparono l’isola con un colpo militare nel 1915 per tenere alla larga le ambizioni delle potenze europee, in particolare la Francia (che controllava a quel

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