WHY MARCHE N.26

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WHYMARCHE.COM Why Marche n.26 · Luglio / Agosto 2015 · Bimestrale · Anno VI

EXPO 2015 IL VOLTO della costa

JURY CHECHI: Toscana VS Marche

…E BUIO FU! 6

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\\\ EDITORIALE ///

LE MARCHE: BELLE DI GIORNO, AFFASCINANTI LA NOTTE GAUDENZIO TAVONI

In ogni numero di WHY Marche cerchiamo di presentarvi la nostra splendida regione in modo diverso e originale. Questa volta lo vogliamo fare con un’ottica particolare di chiaro-scuro, o meglio giorno-notte, affiancando luminose immagini di location marchigiane ad alcune foto notturne di Paolo Bolognini. Un accostamento unico, che rimarca ancora una volta la bellezza delle Marche e di cui valeva la pena dedicare la copertina. Dalla notte al tipico bosco marchigiano il passo è breve. E, dunque, siamo andati a riscoprire la magia delle nostra macchia collinare e montana, non prima, però, di aver navigato lungo i 180 km della nostra costa, da Gabicce a S.Benedetto del Tronto. Abbandonata la nostra barca, siamo saliti su una splendida Jaguar per un altro tour, toccando questa volta tutte e cinque le provincie marchigiane: location di prestigio per un auto dal grande blasone, in un abbi-namento unico e di grande effetto. Infine, siamo andati alla riscoperta di Castelletta, borgo sospeso tra terra e cielo alle porte di Fabriano, che punta al rilancio con una nuova vocazione turistica. Abbiamo dato spazio, come al solito, anche ai protagonisti marchigiani, a volte sconosciuti ai più, ma che nei rispettivi settori di competenza spesso rappresentano l’eccellenza. In questo numero gli Arbitri Elegantiae, gruppo di origine senigalliese, rappresentano la musica indipendente dei nostri giorni e a proposito di “largo ai giovani”, non potevamo non incontrare Mattia Morbidoni, 28 anni, neo presidente del sistema museale della provincia di Ancona, che ci ha illustrato i primi positivi sei mesi del suo mandato. Infine, non potevamo non parlare di Loreto ed in particolare del rapporto tra il drago e la basilica lauretana. Vi invito a leggere con attenzione il bell’articolo del prof. Stefano Longhi, anche perché nel finale sono presenti un paio di domande molto interessanti a cui daremo risposta nei prossimi numeri. Dunque, mare, monti, città d’arte. Ogni meta va bene per una vacanza rigenerante, ma non dimenticate di portare con voi anche questo numero di WHY Marche. Intanto, se scegliete la costa marchigiana per qualche giorno di riposo, date un’occhiata anche alla nostra guida sulle biblioteche in spiaggia, un modo nuovo per favorire la lettura, l’unica cosa che d’estate non dovrebbe andare in vacanza. E allora, buona lettura e…buone vacanze!

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SOMMA

\\\ PRIMO PIANO ///

\\\ AGORA ///

JURY CHECHI: TOSCANA VS MARCHE

P.10

…E BUIO FU!

INCHIESTA

P.64

NON UCCIDETE IL MARE

ANIMA ///

14 TATUAGGIO SOUVENIR 16 TRA TERRA E CIELO 18 LA VERGINE E IL DRAGO

8 / WHY MARCHE

MENTE ///

34 36 38 46 52

IL SISTEMA FA RETE T.E.M. CAMERINO DECLARATION RADICCI E LE MARCHE ESCI DAL DEBITO

P.42


MARIO \\\ MENTE ///

EXPO 2015: I PRESIDI

P.54

N° 26 - Luglio - Agosto 2015

www.whymarche.com

\\\ PERCHE’ ///

STORIA DI UNA RADIO

Direttore Responsabile: Gaudenzio Tavoni

P.70

REDAZIONE Editor Loredana Baldi Silvia Brunori Stefania Cecconi Ilaria Cofanelli Andrea Cozzoni Paola Donatiello Sabrina Labate Stefano Longhi Alessandro Morbidoni Giampaolo Paticchio Graphic Designers Isabella Gianelli Elisa Polverini Photographers Paolo Bolognini Foto di copertina Andrea Tessadori Marketing & P.R. Raffaella Scortichini r.scortichini@whymarche.com Concept: Theta Edizioni info@whymarche.com

SPIRITO ///

74 78 81 84 86

ARBITRI DELL’ELEGANZA LIBRI DA SPIAGGIA QUESTIONE DI LUCE IO IN VACANZA I CONSIGLI DI BARBANERA

P.22 I PERCORSI DI WHY MARCHE

180 KM DI COSTA

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Casa Editrice: Theta Edizioni Srl Registrazione Tribunale di Ancona n° 15/10 del 20 Agosto 2010 Sede Legale: Via Villa Poticcio 22 60022 Castelfidardo - Ancona www.thetaedizioni.it - info@thetaedizioni.it Tel. 0731082244 Stampa: Tecnostampa: Via Le Brecce - 60025 Loreto (AN) Abbonamenti: abbonamenti@whymarche.com Chiuso in redazione il 30 Luglio 2015

COPYRIGHT THETA EDIZIONI TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. NESSUNA PARTE DI QUESTO MENSILE PUO’ ESSERE RIPRODOTTA CON MEZZI GRAFICI, MECCANICI, ELETTRONICI O DIGITALI. OGNI VIOLAZIONE SARA’ PERSEGUITA A NORMA DI LEGGE. per qualsiasi informazione

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DI SABRINA LABATE

\ \ \ A G O R A‘ / / /

JURY CHECHI: “IL MIO CUORE È NELLE MARCHE” UN LEGAME LUNGO TRENT’ANNI

Ad appena nove anni, nel tema scolastico, scriveva: “Da grande voglio vincere l’Oro alle Olimpiadi”. E da grande, a ventisette, si aggiudica la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Atlanta. In mezzo tanti successi da farlo rinominare dal grande pubblico come il Signore degli Anelli, dalle due vittorie consecutive ai Campionati Italiani del 1989 e 1995 a quella ai Giochi del Mediterraneo, dalle Universiadi e i quattro titoli europei fino ai cinque titoli mondiali. Se la determinazione è rimasta quella di una volta, non è da escludere che Jury Chechi diventerà un grande imprenditore, essendosi lanciato da qualche anno nella nuova sfida di un agriturismo-resort a Ripatransone, nelle Marche, regione a lui cara da quando, quattordicenne, faceva gli allenamenti estivi con la Nazionale Juniores a Porto San Giorgio. “Dal 1984 ad oggi – racconta gustandosi il tramonto dal patio di Colle del Giglio dopo una giornata trascorsa a Roma, dove ha un’agenzia di comunicazione – non c’è stata un’estate in cui non sono venuto in questi posti meravigliosi e degni di essere il più possibile conosciuti ed apprezzati”.

TOSCANO, DI PRATO, HAI APERTO UN AGRITURISMO E PRODUCI VINI NELLE MARCHE. UNA SCELTA CONTRO-CORRENTE.

“Non proprio. Come il più delle volte succede quando si investe tanto tempo e denaro in un’impresa, la logica che mi ha guidato è stata prevalentemente quella dell’opportunità. Le Marche, che personalmente considero una delle regioni più belle d’Italia, non hanno nulla da invidiare alla Toscana per tutto ciò che riguarda le bellezze paesaggistiche, il turismo e l’enogastronomia. Anzi, al contrario della Toscana, che è ormai letteralmente satura, qui ci sono delle enormi potenzialità da cogliere”.

DEL TIPO?

“Non penso a uno sviluppo sfrenato come è successo in Toscana. Qui il turismo è stato gestito negli ultimi anni piuttosto bene, ma di certo si potrebbe continuare e magari fare di più. Il mio sogno è che questa zona possa

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diventare un po’ il “Chianti delle Marche”, un’isola felice che unisce le potenzialità di un meraviglioso entroterra alla fortuna di avere il mare a due passi”.

COSA TI HA PORTATO A REALIZZARE LA TUA STRUTTURA PROPRIO NEL PICENO, A RIPATRANSONE?

“Tutto è partito da un consiglio datomi da una mia carissima amica architetto. Cercavo una casa per l’estate, e lei, marchigiana, mi ha suggerito questa zona. Ho preso, allora, diversi appuntamenti, e quando ho visto questo posto, il primo nella lista, mi sono immediatamente innamorato. È stato un vero e proprio colpo di fulmine. La ricerca era appena partita, era il primo terreno che vedevo. Tutti mi consigliavano di continuare e guardare qualcos’altro, ma quello che io avevo in mente era precisamente questo. È stato così che è stata realizzata la casa, al posto di un vecchio rudere di cui purtroppo non siamo riusciti a recuperare nulla, che è diventata anche struttura ricettiva”.

PASSI MOLTO TEMPO A COLLE DEL GIGLIO?

“Tutta l’estate. Tranne il mese di agosto, che trascorro in una casa che ho nel centro storico di Ripatransone, io e la mia famiglia siamo qui da giugno a settembre inoltrato”.

COME È NATO IL TUO LEGAME CON LE MARCHE?

“Trascorro in questa regione tre mesi all’anno dal 1984. A quattordici anni ho iniziato a fare gli allenamenti estivi con la Nazionale a Porto San Giorgio, e da allora ho avuto modo di conoscere e amare le bellezze del territorio, dal mare all’entroterra, oltre che di instaurare amicizie importanti, di quelle che durano per tutta la vita”.

DA QUANDO HAI LASCIATO LA GINNASTICA, LA TUA GRANDE PASSIONE SPORTIVA È DIVENTATA LA BICI. QUALE ITINERARIO CICLISTICO CONSIGLIERESTI A CHI


JURY CHECHI

CHE”

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VOLESSE ALLENARSI QUI NELLE MARCHE?

\\\ AGORA‘///

“Io stesso mi alleno qui vicino, e ho portato a Ripatransone diversi gruppi ciclistici provenienti da tutta Italia. Partiamo da Colle del Giglio e insieme tocchiamo tu “Io stesso mi alleno qui vicino, e ho portato a Ripatransone diversi gruppi ciclistici provenienti da tutta Italia. Partiamo da Colle del Giglio e insieme tocchiamo tutti i borghi qui intorno (Ripatransone, Massignano, Carassai, Montefiore, Montalto ecc.). Passiamo all’interno dei centri storici, ci fermiamo a vedere le chiesette di campagna o a bere dalle vecchie fonti. La gente è entusiasta, e ascolta con grande interesse quando io stessofaccio qualche accenno alla storia o alle tradizioni locali”.

NATURA, TRADIZIONI, BUONA CUCINA, SPORT E RELAX FANNO PENSARE AL COSIDDETTO “TURISMO LENTO”, CHE SEMPRE PIÙ STA PRENDENDO PIEDE ANCHE IN ITALIA. VISTA LA TUA PASSIONE PER LA BICI, HAI MAI PENSATO DI SPECIALIZZARTI NEL CICLO-TURISMO?

“Quello della bici è un progetto che sicuramente mi piacerebbe sviluppare. Per ora i gruppi di ciclisti si sono formati sempre tramite il passaparola, ma dopo la partenza della Spa vorrei strutturarmi meglio, mettendo insieme tutto ciò che offre questo territorio e questa struttura in particolare. Cosa c’è di meglio di una giornata che si apre con un bel giro in bici alla scoperta dei borghi e delle campagne circostanti e si chiude con un po’ di relax nel centro benessere ed una sana ma gustosa cena con prodotti di qualità e a km zero?”.

È STATO DIFFICILE, DA EX CAMPIONE DELLA GINNASTICA, PASSARE A FARE COMPLETAMENTE ALTRO?

“Sinceramente no. Nella mia carriera sportiva ho fatto sempre tutto con il massimo della determinazione, serietà e passione, e la stessa cosa sto facendo adesso. Ovvio, le emozioni e l’adrenalina di un Oro alle Olimpiadi sono uniche, ma io credo che anche la vita di tutti i giorni se vissuta appieno può regalare grandi soddisfazioni. Non dico che sia facile riproporsi nella normalità, io stesso ho molti amici che non riescono a staccarsi dal passato e vivono di ricordi, ma questo crea più problemi che altro. Secondo me è bello mettersi alla prova e sperimentare cose radicalmente nuove. Rimanere sempre ancorati alla stessa cosa è noioso”.

DOPO ANNI IN CUI LA GINNASTICA TI HA ASSORBITO A 360 GRADI E 24 ORE 24, COME PASSI OGGI IL TUO TEMPO LIBERO? “Mica è vero che ho tutto questo tempo libero. La vera differenza è che prima era molto più organizzato, mentre oggi passo da giornate pienissime ad altre quasi vuote. In quest’ultimo caso, potrà apparire scontato, ma quello che mi piace di più fare è stare con i miei figli – Anastasia e Dimitri, di cui ha tatuati i nomi in cirillico all’interno dell’avambraccio NdR -. Insieme a loro e a mia moglie Rosella, alla quale devo tantissimo e che per me ha sempre rappresentato una

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nsone diversi a Colle del vicino, e ho ienti da tutta o tutti i borghi ntefiore, Monmiamo a veonti. La gente o stessofaccio

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BITO A 360 MPO LIBERO?

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guida fondamentale, non avrei bisogno di nient’altro. Oltre ciò, dopo anni e anni passati a dieta, amo mangiare e bere bene, cosa che ripropongo agli ospiti del mio agriturismo”.

COSA INTENDI QUANDO DICI CHE TUA MOGLIE ROSELLA È STATA PER TE UNA “GUIDA FONDAMENTALE”?

“Intendo che è proprio vero il detto che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, che senza una donna che ci guidi noi uomini faremmo una miriade di errori. Io e Rosella, l’unica donna con questo nome che ho conosciuto nella mia vita oltre mia madre, stiamo insieme da quando eravamo ragazzi, e per me è ed è sempre stata una colonna portante”.

CON LA GINNASTICA, QUINDI, HAI PROPRIO CHIUSO?

“Non del tutto. Da dieci anni organizzo nelle Dolomiti dei camp di ginnastica artistica con ragazzi dagli otto ai dodici anni, che, questo agosto per la prima volta si svolgeranno a Jesi”.

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ANIMA ///

IL TATUAGGIO E I MARCATORI LAURETANI Gli antichi souvenir da Loreto non erano rosari, icone o altri oggettini sacri ma tatuaggi indelebili che provavano l’ardore della propria fede

Oggi, farfalle, fiori, animali o esseri fantastici, simboli tribali, lettere o frasi, tatuano la nostra pelle a ricordo di un evento, una persona speciale o raccontano simbolicamente qualcosa di noi, decorano il corpo, seguendo mode e scuole artistiche. Si può pensare che sia un fenomeno relativamente moderno o che in passato riguardasse esclusivamente le popolazioni dell’Africa e dell’Oceania; che in queste tribù servisse a enfatizzare la virilità, l’appartenenza a un clan, il passaggio da una fase all’altra della vita. In realtà, come testimonia la mummia alpina Otzi con i suoi 61 tatuaggi terapeutici, taglietti e piccole croci realizzati in corrispondenza di punti che 14 / WHY MARCHE

avevano causato dolori, il tatuaggio è un fenomeno anche nostrano ed ebbe, nei secoli, funzioni e tipologie molto diverse. In ambito cristiano molti crociati si tatuavano simboli religiosi per poter essere seppelliti in terra consacrata in caso di morte tra gli “infedeli” e per testimoniare la propria fede e devozione al termine del lungo e pericoloso pellegrinaggio. Nonostante il tatuaggio fosse già stato proibito nel 787 da Papa Adriano I e, in seguito, da altre bolle papali, tatuaggi a tema religioso continuarono a essere eseguiti nei principali luoghi di culto cristiano. L’uso di terminare il percorso devozionale con un segno fisico indelebile primeggiò presso il santuario di Loreto che custodisce la Santa Casa in cui, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio dall’Arcangelo Gabriele e che, sempre secondo tradizione, fu portata dagli angeli da Gerusalemme, prima in Illiria, poi nel territorio di Loreto il 10 dicembre 1294. La pratica di tatuarsi segni devozionali si sviluppò fin dall’inizio del pellegrinaggio nel luogo mariano marchigiano (le più antiche tavolette di bosso

conservate nel Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto risalgono al XVI secolo) e si protrasse fino a quando, nel 1871, il Consiglio Comunale di Loreto proibì tale usanza che tuttavia proseguì clandestinamente fino ai primi decenni del Novecento. A occuparsene furono nel tempo quattro o cinque famiglie di marcatori, probabilmente calzolai che nella loro bottega, per i fedeli che volevano testimoniare l’avvenuto pellegrinaggio, tenevano anche tutto l’occorrente che serviva per l’operazione: delle tavolette di bosso intagliate dal marcatore che fungevano da stampo e da catalogo, con tutte le icone che il pellegrino poteva scegliere, l’inchiostro turchino e il pennino a tre punte. Per realizzare il tatuaggio il marcatore, una volta riportata nella pelle la figura desiderata dal fedele, ne bucherellava i contorni con questo speciale pennino e poi spalmava l’inchiostro turchino nelle ferite aperte preoccupandosi che vi penetrasse bene. I tatuaggi erano realizzati principalmente nelle mani e nei polsi, probabilmente, come osservato dalla Pigorini-Beri, prima studiosa del tatuaggio lauretano, come derivazione


DI SILVIA BRUNORI

dalle stimmate francescane. Una gran quantità di tatuaggi erano realizzati in occasione della festa della Natività a settembre quando a Loreto accorrevano molti pellegrini; a richiedere l’opera di marcatori erano principalmente fedeli di estrazione popolare, soprattutto piceni, umbri e abruzzesi, uomini ma, in certa misura anche donne. I simboli più in voga erano raffigurazioni anche molto complesse come la figura della Madonna di Loreto e del Crocifisso di Sirolo (presso il quale solitamente il pellegrinaggio proseguiva, infatti si ricorda il detto “Chi va a Loreto e non va a Sirolo vede la Madre e non il Figliolo”), simboli francescani e della compagnia di Gesù, simboli della Passione, croci, il Sacro Cuore di Gesù e di Maria, lo Spirito Santo ma anche simboli profani come cuori e ancore.

Tavolette di bosso risalenti al XVI secolo, conservate nel Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto

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ANIMA ///

DA PAESE QUASI DISABITATO A POTENZIALE ALBERGO DIFFUSO

CASTELLETTA,

LA RINASCITA DI UN BORGO SOSPESO TRA TERRA E CIELO

16 / WHY MARCHE

Posta a 675 metri s.l.m., per raggiungerla occorre percorrere 6 km di tornanti


DI STEFANIA CECCONI

La declinazione turistica di un luogo con un passato che non va dimenticato Piccole viuzze, archi, case e mura in pietra, torri fortificate, il tutto circondato da una natura rigogliosa. Siamo a Castelletta, borgo medievale del comune di Fabriano, situata all’interno del Parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi. Posta a 675 metri s.l.m., per raggiungerla occorre percorrere 6 km di tornanti, che, salendo, regalano a poco a poco uno scenario decisamente suggestivo: paesaggi verdeggianti, paesini arroccati sulle colline in lontananza e nelle giornate più terse perfino il mare Adriatico.

Sebbene i primi documenti storici in cui si fa menzione di Castelletta risalgano al 1292, essa si sarebbe originata in epoca romana, come suggerisce il ritrovamento di un pezzo di scultura marmorea di un tempio romano e il nome della chiesa del paese, Santa Maria sopra Minerva, che fa pensare che l’attuale chiesa sia stata costruita sopra un tempio dedicato alla dea romana della sapienza. Inizialmente, Castelletta era un insieme di case sparse che ebbe sviluppo nel periodo delle invasioni barbariche, che minacciavano le popolazioni delle zone limitrofe e che nel paese trovarono quiete in quanto luogo di difficile accesso e fuori dalle vie principali. Nel tardo medioevo, Castelletta passò sotto il controllo del Ducato di Spoleto e di quello di Camerino, successivamente, nel 1305, venne ceduta al Comune di Fabriano che la utilizzò come centro strategico e avamposto del territorio comunale. Secoli dopo, con il declino dei castelli che divengono semplici abitati e privata della sua originaria funzione difensiva, Castelletta si trasforma in un villaggio di montagna la cui economia si basa esclusivamente su agricoltura e pascolo. La posizione così elevata, il terreno scosceso ed un clima estremamente rigido non consentiva di soddisfare le esigenze della popolazione, che era costretta a condurre una vita fatta di povertà e ristrettezze. La zona di Castelletta, fino a pochi decenni fa era estremamente depressa anche a causa della scarsità di vie di comunicazione che la isolava dai territori vicini: il

fondovalle era infatti raggiungibile solo a piedi o a dorso di un asino. Per questo, nell’immediato secondo dopoguerra, la popolazione, stremata, mise in atto quella che è stata definita “la marcia della fame”, grazie alla quale gli abitanti ottennero l’apertura di una strada verso Serra San Quirico e la fine dell’isolamento. Il paese, sia verso la fine del XIX secolo sia nel secondo dopo guerra, subì una massiccia emigrazione che proseguì anche nei decenni a seguire: si pensi che tra il 1951 e il 1981 la popolazione, composta per lo più da anziani, donne e bambini, diminuì dell’81 percento. Oggi il borgo di Castelletta, sebbene conti solo una cinquantina di residenti, sta vivendo una vera e propria rinascita grazie al ritorno di alcune famiglie originarie del luogo, che hanno deciso di scegliere il paese come luogo per le loro vacanze estive, e ad albergatori e ristoratori che hanno visto del potenziale ed hanno scommesso sulla bellezza naturalistica e storica di questo luogo, che gradualmente sta assumendo le sembianze di un albergo diffuso, dove turismo e conservazione del paesaggio convivono in armonia. Castelletta è il luogo ideale per chi desidera trascorrere una vacanza a stretto contatto con la natura e in cui poter praticare diversi sport, quali l’arrampicata sportiva, attraverso undici vie con diversi livelli di difficoltà, così come passeggiate escursionistiche tra i tortuosi sentieri del monte Rovellone o verso l’eremitaggio alpestre di Grotta Fucile. Questo è il luogo perfetto anche per chi ama il mountain biking. Infatti, la conformazione del territorio offre per-

corsi differenziati in base al livello di capacità e resistenza, oltre all’itinerario già percorso in occasione del Campionato italiano di Mountain Trials Bike, che è stato definito il più bello e tecnico degli itinerari realizzati in questa parte di preappennino marchigiano. La natura è il vero gioiello di Castelletta, anche se non mancano attrazioni storico-architettoniche come le antiche torri fortificate dove, in una, è possibile osservare un’antica e rara misura romana, alcuni affreschi di scuola fabrianese del XV secolo ed una croce astile in rame di fattura germanica risalente al XIII secolo. Nel 2003, nel borgo è stata istituita la Casa del Parco, un centro di documentazione delle aree protette a Castelletta, dove nel 2011 è stato inaugurato un planetario digitale, in cui è possibile vedere proiettata la volta celeste, visualizzare immagini di costellazioni, stelle e nebulose. La scelta di realizzare un planetario a Castelletta non sembra essere per nulla casuale, in quanto la sua posizione così elevata e isolata rispetto ai grandi centri, e alla loro illuminazione, è ottima per l’osservazione delle stelle anche all’aperto. Infatti, anche sui prati adiacenti il paese vengono organizzate osservazioni astronomiche. E così, dopo la vista di un panorama che di giorno regala tutte le sfumature del verde e l’azzurro del mare in lontananza, di notte, lo sguardo può ancora godere dell’incantevole “panorama” stellato che sovrasta questo borgo sospeso tra terra e cielo.

WHY MARCHE / 17


ANIMA ///

LA VERGINE E IL DRAGO: il Sacro femminile nelle Marche • Prima Parte •

Una consuetudine umana, quasi inconscia, fa sì che, nelle difficoltà più gravi della vita, si invochi l’aiuto della propria madre e, dunque, il nome di Maria Vergine, Madre di tutte le madri. Milioni di pellegrini, che in massa si recano a Loreto in cerca dei miracoli della Madonna, riconoscono alla Vergine un potere assoluto e inaudito. Le origini di questa concezione di Maria di Nazareth sono molto antiche e interessanti e riguardano le qualità femminili della nostra terra. Proviamo a ripercorrere le tappe significative di questo percorso.

18 / WHY MARCHE

Le Marche sono state, fin dall’età più remota, luogo di insediamenti di civiltà antichissime. Importanti ritrovamenti del Paleolitico ci hanno restituito piccole statuette femminili, chiamate Veneri, conservate presso il Museo Archeologico delle Marche, attestanti il diffuso culto matriarcale della Grande Madre nel nostro territorio. L’essenza divina della Dea Madre continuò nei secoli a vivere nelle sembianze di altre divinità femminili posteriori, attraverso il fenomeno del sincretismo religioso, per cui una divinità viene trasfigurata in un’altra. Un esempio tra i molti è costituito dalla Dea Cupra, divinità femminile venerata presso i Piceni, come confermano i nomi delle città di Cupramontana e Cupramarittima, trasfiguratasi poi nella latina Bona Dea, una divinità legata al culto delle acque e della fecondità e anticamente venerata nel luogo dove oggi sorge l’abbazia di Rambona, nei pressi di Pollenza. Questo brevissimo e incompleto viaggio attraverso la storia precristiana dei territori a sud del Conero, all’interno e lungo il litorale adriatico, ci rivela dunque la presenza di un antico culto femminile. Si potrebbe immaginare, perciò, una naturale continuità di questi culti precristiani con la Madonna. Ecco allora che la Vergine lauretana sarebbe solo l’ultima e più recente forma che la Dea Madre ha assunto nella nostra terra in perfetta continuità con il passato.

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A CURA DEL PROF. STEFANO LONGHI

quando ha poggiato il suo piede sulla testa del serpente, quando cioè lo ha dominato. Con il Cristianesimo, il Drago divenne l’espressione del male e non riuscendo a distruggerne il forte significato, si preferì demonizzarlo. Ciò nonostante, troviamo il drago spesso rappresentato anche nelle chiese cristiane, a partire dal Duomo di Milano, fino alla basilica di Loreto dove la creatura compare nello stemma papale, posto addirittura come chiave di volta simbolica della basilica. E così il drago, scartato dall’ortodossia cattolica, è invece, per ironia della sorte, il segreto: la pietra che sostiene la Basilica lauretana. Segreto annunciato sulla facciata della stessa e che trova poi la sua rivelazione proprio all’interno della Santa Casa. Lascio al lettore il piacere di scoprire questo segno inquietante e segreto nel luogo più sacro della Basilica. Interessante è anche la pala d’altare in mosaico, posta sul

Ma il pellegrino in visita a Loreto potrebbe stupirsi nello scorgere gli innumerevoli draghi alati che lo accompagnano durante la visita della Santa Casa di Nazareth. Quali sono le relazioni tra la Vergine e il Drago? Il Drago di origini ctonie (sotterranee), nell’aspetto anche di serpente, è sempre accostato alla Dea Madre di cui è una della creature, amata e odiata allo stesso tempo, in quanto il Drago - serpente, in qualità di guardiano della terra e dei suoi frutti e simbolo di tutte le energie creative della natura, consente alla Madre di determinare la fertilità, ma contemporaneamente deve essere tenuto a freno dalla Dea che combatte il suo istinto sessuale e distruttivo. Questo aspetto della Madre è interamente trasferito alla Vergine Maria dei cristiani che può agire soltanto

lato sinistro in prossimità dell’entrata, desunta dalla famosa tela di Guido Reni (1575-1642) esposta nella Chiesa della Concezione a Roma. L’opera, che conferma e annuncia il potere e la qualità dell’energia del luogo, mostra S. Michele Arcangelo che, poggiando un piede sulla testa, sottomette Satana, dotato di ali di drago, tenuto in catene. La spada non trafigge il “maligno”: l’arcangelo ha il solo il compito di tenere separati, ma assolutamente interagenti tra loro, questi due mondi, affinché non si distruggano a vicenda e continuino a costituire le due polarità necessarie e indispensabili per la vita.

Dunque il drago era ed è il segno identificativo di un ambiente sacro al femminile, il guardiano inseparabile di ogni luogo dedicato alla Grande Madre e quindi, attraverso il principio della trasfigurazione, anche alla Vergine Nera di Loreto. La Madre è dispensatrice di ogni forma di vita che genera, nutre e fa crescere. Dea dell’amore erotico e della connessione universale di tutte le cose, Dea della morte e della rinascita e quindi della trasformazione; Vergine, Madre e Sposa di suo figlio, spirito della Saggezza e della Maturità: ecco tutti i poteri della Madre, tutte le qualità che la rendono miracolosa. Le origini storiche e culturali del nostro territorio, come di tutta l’Europa, non sono dunque cristiane. C’è un’altra storia onorevole, dignitosa e di tutto rispetto che costituisce le nostre vere radici e la nostra vera identità. Una storia che forse non conosciamo, ma che non possiamo negare o nascondere.

Ed ora ecco un motivo per una vostra futura visita a Loreto: dove si trova il segno del Drago all’interno della Santa Casa? Quale è il segreto che la Basilica conserva? Magari affronteremo queste domande nei prossimi numeri di Why Marche.



ANIMA ///

N U e h c r a M E L O G N U L O I G G A I V A T S O LA C IMMAGINATE DI TROVARVI SU UNA BARCHETTA, IN MEZZO AL MARE ADRIATICO, IN UNA SPLENDIDA GIORNATA DI QUESTA CALDA ESTATE. COME VI APPAIONO LE COSTE MARCHIGIANE? PROMONTORI, BAIE E PICCOLE INSENATURE A NORD, AL CENTRO LA RIVIERA DEL CONERO E VERDI PINETE A SUD.

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I PERCORSI DI WHY MARCHE

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Why Marche, in questo numero, vi accompagna in un viaggio tra alcune località caratteristiche delle coste marchigiane. Da Gabicce Mare a San Benedetto del Tronto raggiungevano il loro massimo attraverso il Cantamaggio e il Piantamaggio. Il Cantamaggio era un canto rituale propiziatorio che veniva eseguito da musicisti e cantori seguendo un ce-

rimoniale ben preciso per celebrare l’arrivo della bella stagione, il ciclo della vita che si risveglia e per auspicare il benessere dell’intera comunità. Questo rituale aveva una funzione sociale importante, in quanto la partecipazione collettiva rendeva i rapporti all’interno delle comunità più solidi e leali. Il Piantamaggio, le cui origini sono

antichissime, era un rituale di derivazione pagana e vedeva protagonista l’albero, simbolo per eccellenza della natura. Il rituale consisteva nel taglio di un albero che nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio veniva portato nella piazza principale e adornato di fiori e nastri. E

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GABICCE MARE Foto: Leonardo Mattioli

Gabicce Mare è il comune più a nord delle Marche, al confine con l’Emilia Romagna. Sorge alle pendici di Monte San Bartolo, sede dell’omonimo Parco Naturale compreso tra le colline e il mare. È conosciuta per il suo mare mozzafiato (la città è Bandiera Blu dal 1987) e il territorio ricco di fascino, dalle ginestre che popolano le sue colline alle falesie a strapiombo sul mare. Insieme alle città romagnole e marchigiane (fino a Senigallia) che sorgono sulla costa, lungo le sue strade nel primo weekend di luglio ha luogo la Notte Rosa, evento in cui il divertimento si fonde con iniziative, concerti, performance teatrali e dove tutto si tinge di rosa.

VALLUGOLA LA LEGGENDA DELL’ATLANTIDE DELL’ADRIATICO

Il porticciolo di Baia Vallugola ha origini antiche: conosciuto probabilmente già dai Greci, fu utilizzato dai Romani, restando vitale per tutto il Medioevo fino all’epoca moderna, quando venne costruita a Pesaro una struttura portuale più funzionale e adatta ad ospitare nuove navi più grandi. Una leggenda ruota attorno a questo luogo, quella della città sommersa nota col nome di Valbruna. Si narra che, proprio sotto le acque davanti a Baia Vallugola, fosse sprofondata una città di origine romana; a volte, infatti, riaffiorano dalle acque dell’Adriatico frammenti di anfore, capitelli, statue e colonne. C’è addirittura chi asserisce di aver scorto, nelle giornate di cielo terso e mare calmo, ruderi di abitazioni e strade. I più scettici tuttavia, sostengono che i reperti rinvenuti non siano altro che resti precipitati in mare della città di Fiorenzuola.

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ensivo cendio tenza dell’affi-

I PERCORSI DI WHY MARCHE

MONTE CASTELLARO

IL MONTE DEI FOSSILI

Il Monte, che sorge sulle pendici della falesia del Monte San Bartolo, tra Gabicce e Pesaro, è conosciuto anche come Monte della Croce, per via della struttura alta 8 metri innalzata nel 1902. Uno dei punti più suggestivi della costa nord marchigiana, per il campo di ginestre che termina a strapiombo sulle falesie, il Monte è un importante giacimento fossilifero. Grazie all’azione erosiva del mare sulla parete rocciosa del monte, sono riaffiorate rocce mioceniche contenenti fossili di insetti, piante, pesci, molluschi e perfino resti di alcuni mammiferi e volatili. Il Parco San Bartolo ha istituito, nel 1998, un punto di osservazione della migrazione dei rapaci sul Monte Castellaro. Dal 1998 al 2013 sono stati osservati più di 43mila rapaci di 26 specie diverse, tra cui il falco pecchiaiolo, il falco di palude e il gheppio.

PESARO

E LA SPLENDIDA CORNICE DI BAIA FLAMINIA

La rinomata spiaggia di Baia Flaminia sorge sulle pendici del Parco Naturale San Bartolo. Circondata da città e colline, Baia Flaminia è capace di regalare un panorama mozzafiato sul mare Adriatico, grazie alla sua peculiare posizione a nord, offrendo suggestivi spettacoli di luci, soprattutto all’alba e al tramonto, sia d’estate, sia d’inverno. Il paesaggio che si può godere da questa particolare località non è mai uguale a sé stesso, ma in un continuo evolversi di luci e ombre.

E LA SUA ROTONDA SUL MARE Simbolo della città dalla spiaggia di velluto, la Rotonda di Senigallia è sede di mostre e convegni durante la stagione estiva. La storia della struttura, adibita anche a funzioni di intrattenimento e promozione turistica, ha origine nel 19°secolo, quando venne realizzata una piattaforma lignea per attività ricreative e idroterapiche. Successivamente si susseguirono lavori e restauri, fino all’inaugurazione ufficiale che avvenne nel luglio 1933, quando si impose immediatamente sulla scena mondana e musicale. La Rotonda a mare è stata, più tardi, oggetto di due interventi di recupero e nel 2006 venne finalmente aperta al pubblico. Oggi è una splendida vetrina sul mare delle originali proposte della cultura contemporanea.

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ANCONA SCALO PER LE NAVI DA CROCIERA

Attivo già dal XIII secolo a.C., il golfo su cui sorge la città di Ancona venne popolato dai Dori, divenendo uno dei porti più importanti dell’Adriatico. Oggi, il porto di Ancona è uno degli scali più dinamici e produttivi del Mediterraneo e conta più di un milione di transiti su navi da crociera e traghetto, in direzione della sponda orientale dell’Adriatico e dell’Egeo. Il porto fa da scalo alle grandi navi da crociera, così, dal 2005, è attiva l’iniziativa “Welcome to Ancona”, progetto di accoglienza turistica e marketing territoriale. In dieci anni sono transitati nella città capoluogo delle Marche 405 approdi e circa 680mila croceristi di nazionalità prevalentemente straniera.

RIONE DEL PASSETTO LA SPIAGGIA ROCCIOSA DI ANCONA Foto: Andrea Tessadori

Simbolo della città dorica sono il Passetto e il suo rione, formatosi da un distaccamento dal rione Adriatico negli anni Sessanta del Novecento. Il rione si affaccia su un tratto di costa alta e il suo centro ruota attorno a piazza IV Novembre, ove è collocato il Monumento ai Caduti, costruito negli anni a cavallo delle due guerre mondiali e inaugurato nel 1930. Sotto la rupe del rione si trova la caratteristica spiaggia rocciosa del Passetto, raggiungibile tramite una lunga scalinata bianca, da cui si possono scorgere grandi scogli bianchi, come la famosa “Seggiola del Papa”. Rendono affascinante l’ambiente anche le grotte naturali che qui sorgono, usate come ricovero di imbarcazioni. 28 / WHY MARCHE


Foto: Andrea Tessadori

Istituito nel 1987, il Parco regionale del Conero è un’area naturale protetta. Prende il suo nome dal monte omonimo, che si estende su una superficie di circa 6mila ettari, comprendente i comuni di Ancona, Sirolo, Numana e Camerano. L’ambiente racchiude un tratto di costa alta e una fascia collinare che offrono agli occhi uno spettacolo mozzafiato.

CHIESA DI SANTA MARIA

STRUTTURA ARCHITETTONICA IMMERSA NEL VERDE

Foto: Andrea Tessadori

La Chiesa di Santa Maria di Portonovo sorge su uno dei tratti più suggestivi della riviera adriatica. Il colore bianco delle sue pareti risalta tra il verde della macchia mediterranea e l’azzurro del mare. Uno degli esempi più significativi dell’architettura romanica non solo delle Ma rche, ma di tutto il Bel Paese, la Chiesa, costruita nell’XI secolo, si ergeva accanto a un monastero benedettino che venne distrutto in seguito a un’invasione barbarica nel 1500. La struttura fu restaurata negli anni Ottanta e oggi, grazie al FAI (Fondo Ambiente Italiano), è possibile visitarla.

IL TRAVE E LA BAIA DI PORTONOVO Simbolo della Riviera del Conero è l’inconfondibile Scoglio del Trave, che si estende in linea perpendicolare alla costa. Nonostante il nome, si tratta di una parete rocciosa, la cui parte più alta venne frantumata in seguito all’azione erosiva delle onde del mare. Leggenda vuole che un tempo il Trave si prolungasse fino all’altra sponda dell’Adriatico, come simbolo di fratellanza, ma che la furia degli elementi lo distrusse, lasciandogli l’aspetto di un ponte crollato. Foto: Andrea Tessadori


ANIMA ///

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TORRE DI GUARDIA O TORRE DE BOSIS Foto: Andrea Tessadori

Conosciuta anche col nome di Torre De Bosis, la Torre di Guardia venne fatta edificare nel 1716 da Papa Clemente XI, come presidio di vedetta per l’avvistamento delle navi di pirati e contrabbandieri. Caratterizzato da pianta quadrata e costruito con pietra bianca del Conero e laterizio, il manufatto è provvisto di copertura utile all’appostamento con le armi da fuoco. La Torre venne acquistata, a fine Ottocento, dal poeta anconetano Adolfo De Bosis e diventò la residenza estiva del figlio Lauro. Oggi è sede di un’associazione culturale e può essere visitata su richiesta.

FORTINO NAPOLEONICO PERLA DELLA BAIA DI PORTONOVO Foto: Andrea Tessadori

Il Fortino Napoleonico venne innalzato nel 1810 su ordine di Napoleone e aveva principalmente due funzioni: quella di proteggere la città di Ancona, strategicamente fondamentale, e quella di attuare le norme di blocco continentale nei confronti degli inglesi. Realizzata utilizzando anche il materiale recuperato dalle rovine del Monastero e della torre campanaria annessi alla Chiesa di Santa Maria, la struttura conobbe successivamente un periodo di rovina e abbandono, finché, negli anni Sessanta, venne recuperata e restaurata. Oggi è sede di una prestigiosa struttura turistica.

ATTERISTICO O CAR I DEL L OG LA C S PA RT E

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LA VELA SU

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Foto: Andrea Tessadori

La spiaggia della Vela, denominata così dallo scoglio che richiama la forma di una vela, si trova all’estremo sud della Baia di Portonovo. Alle sue spalle è collocata la Chiesa di Santa Maria di Portonovo. La zona offre l’ambiente ideale per gli amanti delle immersioni e dello snorkelling.


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PERLE di

DESIGN RACCOLTA PUNTI

dal 2 luglio al 12 settembre 2015


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I PERCORSI DI WHY MARCHE

LE DUE SORELLE

Spiaggia incontaminata del fianco sud del Monte Conero Particolarmente suggestivo è il tratto di costa su cui si innalzano le Due Sorelle, due grandi faraglioni bianchi gemelli, che sbucano dal mare. La spiaggia, coperta da piccoli ciottoli di ghiaia, si trova accanto alla grotta degli Schiavi, dove si narra che un pirata saraceno lasciasse i suoi prigionieri. Secondo una singolare leggenda, una Sirena attirava con il suo ammaliante canto dei marinai all’interno della grotta degli Schiavi, dove i malcapitati venivano poi imprigionati. Alleato della malvagia Sirena era un Demone marino, che per le sue cattive azioni venne trasformato in pietra e diviso in due: le Due Sorelle.

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IL PORTICCIOLO DI NUMANA VIA D’ACCESSO ALLE SPIAGGE DELLA BAIA Il porto, protetto da due moli banchinati e da una lunga scogliera che corre parallela alla spiaggia, può contenere fino a 800 barche di mediopiccole dimensioni. Possiede un molo riservato alle imbarcazioni a vela, e diversi moli per le imbarcazioni a motore. Al porto è stato assegnato il prestigioso riconoscimento delle Bandiere Blu.

DA PORTO SAN GIORGIO A SAN BENEDETTO DEL TRONTO TRA LA VERDE RIVIERA PICENA E LA RIVIERA DELLE PALME Chiude la costa marchigiana la Verde Riviera Picena che abbraccia il tratto di costa comprendente Porto Sant’Elpidio, Lido di Fermo, Porto San Giorgio e Pedaso. Verdi colline fanno da sfondo alle spiagge di sabbia fine lambite da un mare cristallino e limpido. Caratteristico è l’antico borgo Torre di Palme, castello arroccato su uno scoglio a picco sul mare. Infine, da Cupra Marittima a San Benedetto del Tronto, passando per Grottammare, si estende la meravigliosa Riviera delle Palme, così definita per le settemila piante che ornano la costa, conferendole una reminiscenza californiana. WHY MARCHE / 33


MENTE ///

SISTEMA MUSEALE:

ECCO COME VALORIZZIAMO I NOSTRI MUSEI È in carica da appena sei mesi, ma ha le idee ben chiare Mattia Morbidoni, classe 1987, Presidente del Sistema Museale della Provincia di Ancona (il più giovane in Italia, tra l’altro, a ricoprire questo ruolo). Dati alla mano, il Presidente snocciola una serie di numeri che, carta canta, non fanno che dar ragione al suo operato di questo primo semestre. Basti pensare al Museo di Scienze Naturali Luigi Paolucci di Offagna che “da dicembre 2007 a fine gennaio 2015 ha incassato 2.300€, mentre da febbraio ad oggi ben 1.900€”, rivela Morbidoni. Un successo dovuto senz’altro all’iniziativa “Una notte al Museo”, tenutasi il 30 maggio scorso proprio al Paolucci, al leggero aumento del costo del biglietto, all’incessante lavoro con le scuole, ma non solo. “L’iniziativa Una notte al Museo ha avuto un clamoroso successo, ma molti sono tornati in seguito a visitare il museo in una situazione ordinaria. Di notte, con il laboratorio in corso, non tutti hanno avuto la possibilità di osservare dettagliatamente ciò che è conservato nel Paolucci, cosa che invece è più agevole fare con la luce del giorno”, chiarisce Morbidoni.

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DI ILARIA COFANELLI

Presidente, quali sono le funzioni e il ruolo del Sistema? “L’associazione, fondata nel 1997, vuole offrire un valido supporto alle istituzioni culturali, non solo con attività di coordinamento e cooperazione tra i musei esistenti nel territorio provinciale, ma anche di segreteria, nel garantire le prenotazioni e le visite guidate, togliendo un carico oneroso alla struttura museale stessa. Fondamentale, poi, è la promozione del museo. Cerchiamo di far conoscere il più possibile, in Provincia e in Regione, le strutture museali del nostro territorio”. Quanti sono i musei e i Comuni che hanno aderito al Sistema? “Per ora sono trentuno le strutture, compresi anche dei veri e propri “musei a cielo aperto”, come il Parco del Cardeto. I Comuni venticinque, più la Provincia di Ancona e il Consorzio “Città Romana di Suasa””. Quali sono state le iniziative da lei portate avanti volte alla valorizzazione dei musei facenti parte del Sistema museale della Provincia? “Innanzitutto abbiamo avviato delle progettualità con delle caratteristiche di rete. Cerchiamo di lavorare sul fatto che tante peculiarità che noi qui abbiamo siano messe in rete, siano messe a valore, in modo che vengano apprezzate non solo in ambito regionale, ma anche nazionale. Recentemente abbiamo organizzato delle iniziative che hanno avuto un ottimo successo di pubblico e critica: oltre a Una notte al museo, anche l’evento “Apriti Sesamo” (serie di concerti acustici tenutosi all’interno di location affiliate al Sistema, ndr) ha riscosso notevoli consensi. Attualmente stiamo lavorando sul gotico-cistercense, ma di più non posso rivelare””. Che risultati ha notato in questo primo semestre di lavoro?

“Un innegabile risultato è senz’altro il fatto che si siano aggiunti due nuovi comuni (Chiaravalle e Filottrano) al Sistema. Entrambi hanno espressamente chiesto di entrare a far parte della rete per valorizzare il proprio patrimonio artistico. L’idea è quella di riuscire a far conoscere al meglio le peculiarità culturali non solo al proprio territorio, ma anche in un contesto più ampio, che può essere provinciale o addirittura regionale. Un altro risultato molto positivo sta nel fatto che ha deciso di rimanere all’interno del Sistema il Consorzio Città Romana di Suasa, con il quale c’era stato in passato un allontanamento. Addirittura il Comitato SUASA, colpito dalla strategia comunicativa da noi adottata e dall’evento “Apriti Sesamo”, ha deciso di investire nel Sistema e colgo l’occasione per ringraziare tutti i componenti. Infine, siamo stati contattati da diverse associazioni che vorrebbero organizzare delle iniziative all’interno delle strutture che noi gestiamo. Ciò ci dà molta soddisfazione: non nascondo che ci siamo mossi proprio per questo, per riuscire a stimolare il tessuto culturale e associativo del territorio, con lo scopo di creare eventi e progetti che si estendessero anche a livello regionale”. Ad oggi diverse strutture museali sono purtroppo provviste di barriere architettoniche. Il Sistema ha intenzione di intraprendere delle iniziative per ovviare a questo problema? “In verità, sì. Abbiamo avviato una collaborazione con il gruppo giovani dell’associazione UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) sezione di Ancona, per cui a settembre visiteremo insieme tutti i musei e le strutture affiliate al Sistema per verificarne accessibilità e fruibilità. Non vogliamo assolutamente mettere in croce nessuno, ma l’arte e la cultura sono di tutti, credo sia giusto che possa fruirne anche chi abbia qualsiasi tipo di disabilità”. WHY MARCHE / 35


MENTE ///

TEM LA NUOVA FIGURA PROFESSIONALE A SOSTEGNO DELLE PMI AD ANCONA UN MASTER PER LA FORMAZIONE DELL’EXPORT SPECIALIST

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Gordana Gnesutta 36 / WHY MARCHE

nuova figura professionale si sta affermando negli ultimi mesi, una figura strategica per le imprese e le aziende italiane. Stiamo parlando del TEM (Temporary Export Manager), uno specialista dell’export condiviso tra più imprese che, quindi, possono suddividere i costi necessari per ingaggiare una figura professionale importante dal punto di vista strategico. Il TEM, o Export Specialist che dir si voglia, nasce proprio per cercare di sbloccare la situazione di stallo in cui si trova il mercato italiano. Per il rilancio dell’economia e la ripresa delle produzioni, infatti, le aziende devono intercettare la domanda dei mercati esteri, in particolare di quelli emergenti. Ma spesso le imprese non sono strutturate e organizzate in modo da poter affrontare in modo strutturale i processi di internazionalizzazione. Il Governo Italiano, per agevolare la formazione e l’utilizzo di queste nuove figure professionali, ha da

poco emesso dei bandi che permetteranno alle aziende di usufruire, gratuitamente, di un Temporary Export Manager. Ben venti milioni di euro sono i fondi stanziati dal Governo, divisi in voucher da diecimila euro l’uno, che verranno concessi alle aziende interessate a dotarsi di un TEM per sei mesi. Questa iniziativa si inserisce all’interno del piano straordinario per il “made in Italy”, che mira a far crescere l’export di 50 miliardi in due anni con un contributo positivo al Pil vicino al 4 per cento. Contemporaneamente l’ICE (Agenzia governativa per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) ha messo a punto sei Master che hanno l’obiettivo di formare 180 TEM in un anno, così da rispondere alla domanda che aumenterà proprio grazie all’introduzione del contributo previsto dal Governo. Buone notizie quindi per chi voglia mettersi in gioco e intraprendere


DI ILARIA COFANELLI

una nuova avventura formativa e professionale. Una delle sedi dei Master in Export Management “TEM Academy per giovani laureati” e “TEM Academy per professionisti/manager” sarà proprio Ancona. Il progetto è possibile grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio di Ancona, tramite la sua Azienda Speciale Marchet, e con Confindustria Ancona. “Il Progetto TEM Academy risponde alle esigenze di tutte quelle aziende che non riescono ad esprimere il proprio potenziale di internazionalizzazione per la mancanza di adeguate figure professionali - fa sapere Adele Massi, Dirigente Ufficio Servizi Formativi per l’Internazionalizzazione di ICE - trecento Export Manager saranno pronti ad entrare sul mercato entro il 2016”. Diversi partner strategici a livello territoriale affiancheranno ICE nell’organizzazione dei sei master previsti al nord Italia (Bologna) Centro Italia (Ancona) e al sud (Bari). Entro l’8 settembre vanno presentate le candidature per il master giovani e per quello destinato ai professionisti. Il percorso formativo, con frequenza obbligatoria, vedrà impegnati i partecipanti da ottobre per circa cinque mesi, con eventuali intervalli tra le varie fasi. Lo scopo dei Master è, appunto, formare degli esperti nei processi di internazionalizzazione d’impresa, che affianchino gli imprenditori nella definizione e nel compimento delle strategie di sviluppo sui mercati esteri. Inizialmente è previsto un periodo di formazione

in aula di circa tre mesi, con esercitazioni pratiche, conferenze e casi simulati. Una seconda fase invece sarà di formazione “on the job”, con stage gratuiti di due mesi presso piccole e medie imprese, consorzi e reti di impresa impegnate nei processi di internazionalizzazione. Esprime soddisfazione Filippo Schittone, Direttore di Confindustria Ancona, che sottolinea le difficoltà delle piccole e medie imprese nell’esportazione: “Formare giovani e professionisti in grado di gestire le dinamiche internazionali all’interno delle aziende è un’opzione in più che mettiamo a disposizione delle aziende. Il progetto TEM rappresenta per Confindustria Ancona la logica conseguenza di un impegno costante sui temi dell’export”. Il fatto che la figura del TEM sia sempre più necessaria alle piccole medie imprese del Paese è evidenziato anche dal Segretario Generale della Camera di Commercio di Ancona, Michele De Vita, che fa sapere che: “Il ricorso al Temporary Management si sta radicando in Europa come uno dei modelli privilegiati per gestire l’accelerazione del cambiamento e dell’innovazione nelle imprese”. Infine, conclude Gordana Gnesutta, Direttore di Marchet: “Ben 40 giovani potranno accedere al Master a costo zero. In questo modo si crea anche l’opportunità di nuova occupazione per persone dinamiche, disponibili a frequenti trasferte, capaci di gestire il lavoro in autonomia e protese ad un approccio interculturale del business”.

Michele De Vita

Adele Massi

Filippo Schittone WHY MARCHE / 37


MENTE ///

I rettori italiani riuniti a Camerino per la

CARTA EUROPEA DEI RICERCATORI Loretta Bravi, che ha rivolto ai partecipanti un indirizzo di saluto. Sono poi seguite le relazioni di Irmela Brach, in rappresentanza della Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, di Fulvio Esposito, Rappresentante italiano dello Steering Group on Human Resources and Mobility, di Anna Maria Eleuteri, Delegata del Rettore UNICAM per l’implementazione della HRS4R, di Cristina Pedicchio, Presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale.

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Al termine dell’evento i Rettori delle università italiane hanno firmato la “Camerino Declaration” come nuova presa d’impegno all’implementazione della HRS4R (Strategia per le Risorse Umane per i Ricercatori). dieci anni dalla firma della “Dichiarazione di impegno all’attuazione della Carta europea dei ricercatori e del Codice di Condotta per il loro Reclutamento” le Università italiane tornano a Camerino per discutere sui traguardi raggiunti e i progressi effettuati. Lo scorso 8 luglio, infatti, presso la Sala della Muta del Palazzo ducale, i rappresentanti delle università italiane e i rappresentanti dell’Unione Europea hanno fatto il punto sull’attuale situazione della ricerca in Italia e in Europa; si è poi cercato sia di verificare se sia stato raggiunto l’obiettivo di un mercato europeo del lavoro aperto e meritocratico sia di definire quali percorsi possono garantire il futuro dello Spazio Europeo della Ricerca. Ad aprire il convegno, che ha avuto come titolo “Carta Europea dei ricercatori: dieci anni di impegno del sistema universitario italiano, non solo sulla Carta”, il saluto del Commissario Europeo per la Ricerca Carlos Moedas, che ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa. Nel suo intervento il Rettore Flavio Corradini ha sottolineato come “la discussione su tematiche quali il sistema della ricerca

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nazionale, attrattività e valutazione, la qualità della vita professionale delle ricercatrici e dei ricercatori, diritti e doveri, lo spazio europeo della ricerca e mercato unico della ricerca europea e la consapevolezza sull’importanza della ricerca e dignità della figura del ricercatore, sia di particolare rilevanza e non può che essere centrale all’interno di una moderna discussione sull’Università e sulla Ricerca nel nostro Paese”. All’indirizzo di saluto del Rettore camerte è seguito quello del Presidente della CRUI, prof. Stefano Paleari, che ha sottolineato “Oggi Camerino è la capitale di tutto il mondo. Siamo riuniti per celebrare la progettualità di tutte le Università italiane, rispetto alla quale la Conferenza dei Rettori svolge un ruolo di coordinamento e valorizzazione, progettualità intensa che ha unito le Università italiane e sta unendo anche l’Europa. Unire e ambire sono due verbi che non possono andare in termini disgiunti: se chiamassimo Europa ciò che unisce e ciò che ambisce allo stesso tempo, riprenderemmo a costruire le nostre fondamenta”. Presente all’incontro anche l’Assessore regionale alla formazione e università

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DI NOTTE LE MARCHE SI MOSTRANO IN TUTTA

\\\ PRIMO PIANO ///

Dolce e chiara è la notte e senza vento, e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti posa la luna, e di lontan rivela serena ogni montagna. Giacomo Leopardi

. i h c c o a h o Il giorn Stelle fute pioe sopra; stelle rade pioe londane Stelle fitte pioverà vicino, stelle rade pioverà lontano Marinai marchigiani Dolce e chiara è la notte e senza vento, e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti posa la luna, e di lontan rivela serena ogni montagna. Questi i suggestivi versi che Leopardi, ne La sera del dì di festa, impiegava per evocare la notte recanatese, una notte chiara, serena, rischiarata dal rassicurante bagliore della luna che illumina monti e colli. Come immaginiamo noi, oggi, le Marche di notte? Siamo abituati ad osservarle di giorno 40 / WHY MARCHE

attraverso la storia e la cultura, tra poesia e arte, assaporando il buon cibo e sorseggiando gli ottimi vini per cui siamo conosciuti in tutto il mondo, deliziandoci dei paesaggi mozzafiato che ci regalano le nostre montagne, le colline e il mare, passeggiando tra borghi e castelli, mentre costeggiamo le cinte murarie che abbracciano paesi millenari e chiese medievali, perle architettoniche di cui la nostra Regione è ricca.

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TTA

LA LORO MAGIA

DI ILARIA COFANELLI

Splendido versante nord dei Sibillini: la Valle del Fargno (MC). Incastonata tra la Costa delle Vetiche e parte della cresta che da Pizzo Tre Vescovi raggiunge il Monte Amandola, si sviluppa da Bolognola fino al rifugio del Fargno sotto il quale ha vita il torrente Fiastrone. Qui la natura selvaggia fa da padrona. (A BOLOGNINI le sue suggestioni)

Quel ch’ s’ fa d’ nott, s’arsà de giorn Quello che si è fatto di notte si risà di giorno

e i h c c e r o a h e t t La no (Proverbio Persiano)

Ma di notte? Quando il sole è tramontato, quando, come decanta il nostro Leopardi, già tace ogni sentiero, e pei balconi rara traluce la notturna lampa? Ecco che le Marche si mostrano in tutta la loro magia, si lasciano ascoltare e ci permettono di godere di incantevoli scenari in luoghi incontaminati dall’inquinamento luminoso, in cui è possibile ammirare le stelle, riconoscere la Via Lattea, puntare lo sguardo sulle costellazioni, sdraiati sull’erba in

compagnia di grilli e lucciole. Ecco una stella cadente… e là una farfalla notturna; la Natura, protagonista assoluta nella notte, si fa ancora più affascinante, tra ombre e silenzi, tra suoni, rumori e versi di rapaci notturni. E così, sullo sfondo di questo scenario fatato, le Marche ci offrono uno degli spettacoli più seducenti della stagione estiva.

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DI NOTTE LE MARCHE SI MOSTRANO IN TUTTA

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Il Trave di Portonovo, nei pressi del Casotto Fattorini, simbolo del Trave e della Riviera del Conero, storica palafitta un tempo adibita alla pesca che oggi rischia seriamente di scomparire. Ciò che ne resta è ancorato lì, sui primi scogli, come un enorme granchio di cemento che va ad arricchire lo scenario stupefacente della baia vista di notte. Riuscite ad immaginate il rumore del mare che gli batte contro in una stupenda notte stellata?

A chi non ha ancora avuto l’occasione di ammirare la meravigliosa spiaggia delle Due Sorelle, così definita per i due scogli gemelli che qui svettano sul mare cristallino, offriamo questo fantastico spettacolo notturno ritratto sotto la costellazione del Cigno. Luogo incontaminato, dove natura e mare si fondono, e dove la spiaggia, coperta di ciottoli bianchi, è priva di sabbia.

La leggenda della sirena degli scogli delle Due Sorelle Si narra che, in un piccolo paese di pescatori vicino Ancona, lungo il promontorio del Conero, una bellissima fanciulla di nome Mitì tutti i giorni aspettasse il suo promesso sposo venire dal mare e, quando il sole tramontava, cominciava a cantare una canzone chiamando il suo amore, che le era apparso n sogno cantandole “Vieni con me, mia sposa! Sirena di mare ti voglio incontrare, sull’onda portare e con il mio amore legare!”. Un giorno arrivò un ragazzo su di una barca e Mitì gli corse incontro, ma ben presto apprese che il giovane era già promesso ad un’altra fanciulla. Per il dolore la ragazza cominciò a nuotare seguendo la barca dei due amanti e cantando una canzone triste e incomprensibile, finché nessuno la vide più. Da quel giorno di Mitì non si seppe più nulla, ma la leggenda giunta fino a noi narra che la ragazza si trasformò in una bellissima sirena e che alcuni marinai tempo dopo, nelle notti tempestose, abbiano udito una canzone melodiosa e ammaliante tra le onde.

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LA LORO MAGIA Nel cuore delle Marche e del Parco Nazionale, ad una altezza che va dai 1000 ai 1800 metri, si trova Val di Panico (MC), una valle di origine glaciale, disabitata e selvaggia, situata tra il Pizzo Tre Vescovi ed il Pizzo Berro ad Est, tra il Monte Bove Nord e Monte Bove Sud. Forte è l’interesse naturalistico paesaggistico e alpinistico che ruota attorno questo paesaggio, ove vivono diverse specie rare di fauna tipica dell’Appennino centrale.

Maga della Sibilla - Regina Sibilla Svetta su tutte la leggenda storica e magica allo stesso tempo della Sibilla, che ha dato il nome alla Grotta della Sibilla o Grotta delle Fate, situata sui Monti Sibillini in provincia di Ascoli Piceno a oltre 2.000 metri di altezza. Sembra che questa grotta sia stata la porta d’accesso al regno sotterraneo della Regina Sibilla, antica sacerdotessa, depositaria di segreti ancestrali in grado di predire il futuro e intermediare tra l’uomo e Dio.

I folletti di Urbania Si narra che nel XVII secolo, in Transilvania, il perfido Conte Urit, signore della Contea di Biartèn, fece abbattere tutte le foreste secolari del suo territorio, per venderne il legname. Avido di ricchezze e di potere, superbo, arrogante e presuntuoso, il Conte intimò ai folletti, agli elfi e agli gnomi abitanti dei boschi da millenni, di lasciare la Contea, con la minaccia di dar fuoco alle loro dimore. Fu allora che 66 folletti, guidati dall’anziano Fluièras, si misero in cammino, alla ricerca di un luogo sereno e tranquillo, dove poter vivere in armonia con la natura. Dopo un viaggio di ben 55 giorni, superate Ungheria e Slovenia, e dopo aver percorso ben 1888 miglia, finalmente i folletti approdarono negli Appennini, all’interno del territorio dei Conti Brancaleoni del Castello dei Pecorari, nei pressi del Monte Montiego. Qui, in una piccola valle tra la Fonte dell’Orsa e San Martino, in provincia di Pesaro-Urbino, i nostri decisero di stabilirsi. La notte è il mondo dei folletti: si svegliano al tramonto per poi coricarsi appena sorgono i primi raggi del sole.

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LE SUGGESTIONI DEL FOTOGRAFO

LLE MARCHE

TORI NE GLI OSSERVA

Osservatorio (Gruppo Astrofili D.L.F. di Rimini) Monte S. Lorenzo - Montegrimano (PU) Strumento: Ritchey-Chretien da 530 mm, focale 4.8 m Osservatorio e Planetario Villa del Balì Località San Martino - Saltara (PU) Strumenti: Ritchey-Chrétien da 400 mm, riflettore da 180 cm, rifrattore da 120 mm provvisto di filtro solare H-alpha Osservatorio “Paolo Senigalliesi” (Associazione Marchigiana Astrofili) Frazione Pietralacroce di Ancona, 170 m s.l.m. Strumenti: Newton da 350 mm, rifrattore da 125 mm Planetario dell’Istituto Tecnico Nautico “A. Elia” (6 m, 50 posti) Lungomare Vanvitelli, 76 - Ancona Osservatorio “Giancarlo Braconi” (Associazione Jesina Astrofili) Località Torre di Jesi - Jesi (AN), 305 m s.l.m. Strumenti: Newton da 350 mm (f/4), rifrattore da 178 mm Planetario del Liceo Scientifico Statale “E. Medi” (3 m, 20 posti) Via C. Pisacane 7, 60019 Senigallia (AN) Osservatorio astronomico di Monte d’Aria (Associazione Astrofili Crab Nebula) Località Case Sparse di Villa d’Aria - Serrapetrona (MC), 850 m s.l.m. Strumento: SC da 280 mm (f/10) Osservatorio astronomico “Conte Bruti Marini Mario” (Associazione Astrofili G.Galilei) Monte Serrone - Pedaso (FM), 100 m s.l.m. Osservatorio sociale (CEDES) Frazione Castellano - S. Elpidio a Mare (FM), 126 m s.l.m. Strumento: Newton da 255 mm (f/5)

Difficile poter descrivere quello che si prova al cospetto e alla contemplazione nella notte di un cielo limpido come quello che ci regala qualche nostro luogo incantato... Una presenza straordinaria e avvolgente... Talmente bello da mettere soggezione e spesso, quando nel cuore della notte con i miei strumenti cerco di rubarne un pezzetto capisco che non è il freddo a farmi venire i brividi ma quell’immensità che ci sovrasta ed i pensieri che nella magia della notte si fanno mille domande ai mille perché... La bellezza del manto stellare è qualcosa di straordinario e meraviglioso e tutti dovremmo avere l’opportunità di poterlo vedere più spesso... Spegniamo qualche luce di troppo nelle città e dove non serve... magari qualche stella può aiutarci a trovare una strada migliore. Paolo Bolognini L’ASPETTO TECNICO DEGLI SCATTI

Gli scatti effettuati in questi reportage alla Via Lattea di sfondo ai panorami sono realizzati con una somma di 2 pose... Una al panorama e l’altra al cielo con astroinseguitore attivato. Canon 6D su 24mm f 1,4 - Canon 6D su 14mm f 2,8 Astrinseguitore: Minitrack LX - Treppiede e Timer su scatto remoto

Fonte www.amastrofili.org

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Via Merlon


I nostri Effetti Speciali

Via Merloni 7 - 60030 Serra dei Conti(AN) - Tel. 0731.878312/442 - Fax 0731.870425 - info@beferavernici.it


MENTE ///

www.grupporadicci.it

U

n itinerario attraverso le bellezze della nostra regione con una vettura unica, la XE. Ecco come abbiamo voluto presentare la berlina sportiva che segna il nuovo corso della casa inglese, ritratta in alcune location di prestigio delle cinque provincie marchigiane. Ma il nostro viaggio è iniziato idealmente in Inghilterra, da Coventry, dove nel 1945 è stato fondato il Marchio. E’ stata la vettura di James Bond ed è tutt’ora il fornitore della Casa Reale inglese. E’ la Jaguar, fondata a Coventry nel 1945, un Marchio che ha scritto pagine di storia e che ora vuole proseguire il rinnovamento della gamma seguendo un design moderno ma con un ritorno ad un settore di prestigio. “Born to perform”, lo slogan storico della prestigiosa casa automobilistica, oggi più che mai ha una sua validità: la nuova Jaguar XE, infatti, fissa un nuovo punto di riferimento e rappresenta la più avanzata, efficiente e sofisticata berlina mai prodotta dal marchio inglese. Per presentarla ai nostri lettori nella giusta maniera, abbiamo voluto provarla e testarla lungo le strade delle Marche, regione per la quale il Gruppo Radicci ne è il concessionario ufficiale.


DI GAUDENZIO TAVONI

Il nostro tour non poteva che iniziare da Ancona. Il capoluogo regionale, infatti, è anche la sede della Concessionaria Radicci, nome storico nella distribuzione automobilistica. Dal 1957, infatti, il Grupppo Radicci opera nel settore automotive rappresentando i prestigiosi marchi Jaguar, Land Rover, Ferrari e Maserati. Una concessionaria unica per la sua bellezza e funzionalità ci ospita alla partenza. Lo show room Jaguar è davvero fantastico, ma lo è altrettanto la XE che dovremo condurre in giro per le Marche. Sarà un lungo itinerario, ma il caldo ed i chilometri che ci attendono non saranno un problema: la comodità, l’ergonomia, la dinamica e la tecnologia all’avanguardia ci garantiscono un viaggio comodo e piacevole. E poi, un design che seduce, unico nel suo genere, ed un colore rosso della nostra vettura che affascina ancora di più. Sarà una bella giornata…ne siamo convinti!

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Da Ancona, attraverso l’Autostrada A14, ci spostiamo verso nord raggiungendo alle ore sette, in meno di 45 minuti, la città di Pesaro. Siamo già colpiti dalle prestazioni della nuova Jaguar XE. Il nuovo motore di 2.000 cc, che sviluppa una potenza di 180 cv, è fluido e silenzioso, il cambio automatico a 8 rapporti garantisce innesti di marcia rapidi e precisi. Inoltre, il software adattivo di cui è dotata la vettura permette al sistema di rispondere istantaneamente alle nostre richieste: accelerazione, frenata, tenuta in curva, manovre a bassa velocità ora non sono più un problema.

La meta è Piazzale della Libertà, sul lungomare di Pesaro, dove è adagiata sulla superficie dell’acqua di una fontana la “Sfera Grande”, una fusione di bronzo realizzata nel 1998 da Arnaldo Pomodoro. La scultura si presenta levigata ed omogenea ma attraverso larghe spaccature s’intravede l’interno fatto di ingranaggi e meccanismi geometrici in contrasto con l’esterno. L’abbinamento della “palla di Pomodoro” (così la chiamano i pesaresi), con la nostra XE è unico: entrambe rappresentano l’arte, quella scultorea e quella tecnologica, che tende a giungere alla profondità dei concetti e che riassume e concentra in sé l’essenza della realtà.

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Uno spettacolo! Il rosso della nostra Jaguar XE e il bianco della pietra d’Istria si sposano in un unicum di bellezza e raffinatezza, che solo vere opere d’arte sanno trasmettere.

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rossima tappa Macerata, ma non prima di aver risposto a tutte le domande di tanti curiosi richiamati sul lungomare di Pesaro dalla bellezza della vettura. Del resto la nuova Jaguar XE è la berlina sportiva dal design più avveniristico della sua categoria e, quindi, perché non soddisfare le richieste di pesaresi e turisti mattinieri? Da Pesaro ci dirigiamo, sempre attraverso la A 14, verso sud e precisamente a Macerata dove ci attende una visita a Palazzo Bonaccorsi. Nel nostro viaggio ci accompagnano ancora le eccezionali dotazioni della vettura, tra cui il Jaguar Drive Control, che consente di selezionare le modalità STANDARD, ECO, DINAMICA o INVERNALE, ciascuna delle quali modifica leggermente la mappatura di sterzo e acceleratore garantendo le migliori performance, consumi e comfort di guida su ogni tipo di terreno. Arrivati a Macerata ci accorgiamo che le manovre per entrare nel cortile del settecentesco Palazzo Bonaccorsi non sono agevoli, ma con il servosterzo elettrico EPAS, di cui la vettura è dotata, tutto diventa più semplice. Una volta all’interno posizioniamo la nostra Jaguar XE davanti alla balaustra con i vasi ornamentali di Antonio Perucci e le tre statue raffiguranti Ercole vincitore, opere dello scultore padovano Giovanni Bonazza. Uno spettacolo! Il rosso della nostra Jaguar XE e il bianco della pietra d’Istria si sposano in un unicum di bellezza e raffinatezza, che solo vere opere d’arte sanno trasmettere.

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Nonostante i tanti chilometri già macinati, non siamo per niente affaticati. La vita di bordo, infatti, è di ottimo livello, l’impostazione di guida è perfettamente adattabile grazie a sedili (molto confortevoli) e volante regolabili, mentre i comandi sono tutti a portata di mano. L’InControl Touch, inoltre, ci consente di controllare le principali funzioni della vettura, quali audio, climatizzazione, telefono e navigazione satellitare. 50 / WHY MARCHE

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a mattinata sta quasi per terminare, Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno ci attende nel primo pomeriggio. L’occasione è ghiotta per testare la nostra XE in un percorso misto e, quindi, raggiungiamo il capoluogo piceno attraverso la SP 78 e SP 237 che attraversano i comuni di Urbisaglia, Sarnano e Comunanza. Oltre 90 Km di strada collinare, sali scendi, curve e tornanti nei quali la nostra Jaguar XE ha dimostrato alcune sue eccezionali caratteristiche: scocca in alluminio, sospensioni a doppi bracci sovrapposti e retrotreno integral link che assicurano comfort, sicurezza e una maggiore tenuta in curva. Una sfida, non tanto velata, lanciata alle prestigiose tedesche del segmento D, Audi A4, BMW Serie 3 e Mercedes classe C. L’arrivo nel salotto cittadino di Ascoli è degno di un principe rinascimentale. Piazza del Popolo ci riceve in tutta la sua maestosità, con il Palazzo dei Capitani e la sua medioevale torre merlata oltre allo storico Caffè Meletti che fanno da contorno alla splendida Jaguar XE, che provvediamo a posizionare al centro della piazza. E’ una delle piazze più armoniose d’Italia, così la definisce lo storico Antonio Rodilossi, che ben si sposa con l’armonia della XE, vettura dalle linee morbide ma che aggiungono forza e dinamicità creando una sensazione di movimento anche quando questa è ferma. Ripartiamo da Ascoli non prima di una pausa allo storico Caffè Meletti e ci dirigiamo verso Fermo attraverso la superstrada Ascoli-Mare e la A14.


PHOTO: ANDREA TESSADORI

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DI GAUDENZIO TAVONI

rriviamo a Fermo e ci dirigiamo subito al Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta in Cielo, in Piazza del Girfalco. La sua mole maestosa si eleva sopra un’area che presenta un’interessante stratificazione di resti architettonici risalenti all’epoca romana e all’Alto Medioevo. Posizioniamo la nostra Jaguar XE davanti all’ingresso principale: è decisamente aggressiva. Le doppie linee di bombatura e il cofano lungo le conferiscono sportività, mentre i fianchi sono molto puliti nelle forme. La parte posteriore, invece, arricchita da un accenno di spoiler, è corta e dà alla vettura una fisionomia da coupè. La giornata sta per terminare e il nostro itinerario è ormai alla conclusione. Ci rimettiamo in strada per rientrare ad Ancona, non prima di esserci impressionati per i consumi davvero contenuti (quasi 20 Km con un litro di gasolio) che abbiamo registrato nel corso del tour. Di questo, e di tanti altri plus della vettura, ci complimentiamo all’arrivo attorno alle ore 19 presso lo show room di Ancona con Giulio Balerci, il Brand Manager della concessionaria Radicci, affiancato di recente da una nuova figura, il Jaguar Expert, che accompagna i clienti in un percorso di conoscenza della vettura, comprendendone le esigenze e assicurando loro un test drive “su misura”. Insomma, un ulteriore elemento che va ad incrementare la già elevata professionalità della concessionaria Radicci, per permettere alla propria clientela di coltivare la passione per le “auto da sogno”. Il nostro tour di oltre 500 chilometri è concluso, peccato! Ci sarebbe piaciuto guidare ancora la nuova Jaguar XE, ma il desiderio non sarà archiviato dopo aver conosciuto il prezzo della vettura. Tanta bellezza, tecnologia, sicurezza e confort si potranno acquistare a partire da € 37.750, un prezzo davvero competitivo per una Jaguar in tutta la sua essenza.

Scheda tecnica Jaguar 2.0 D Turbo 180 cv aut. cilindri: 4 cilindrata: 2000 cc potenza: 180 cv coppia max Nm/giri min: 430/1750 emissioni CO2 g/Km: 109 trazione: posteriore velocità max: 228 Km/h accelerazione 0/100: 7,8 sec consumo misto: 4.2 l/100 Km dimensioni cm: 467/185/142

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DEBITI: COME AFFRONTARLI E COME USCIRNE

Seppur

come ultima nazione d’Europa e tra le ultime a livello internazionale finalmente anche l’Italia si è dotata di una legge in grado di tutelare i suoi cittadini dalla morsa dei loro debiti. Si tratta della legge n. 3 del 2012 ed è rivolta a tutti i debitori non soggetti a fallimento, come le famiglie, i consumatori, i professionisti, i privati che hanno prestato garanzie alle banche, gli imprenditori agricoli, gli imprenditori commerciali di piccole dimensioni.

Tutti soggetti che fino a poco tempo fa pagavano per il “privilegio” di non potere essere dichiarati falliti, al caro prezzo di non avere adeguate forme di tutela, con un sistema che li condannava ad essere continuamente perseguitati dai creditori. Questa legge soprannominata anche legge “salva-suicidi”, è ad oggi ancora sconosciuta alla stragrande maggioranza degli italiani, soprattutto da quelli che potrebbero usufruirne per risanare la propria posizione debitoria. E’ interessante notare come circa il 65% delle famiglie italiane si trovino, incolpevolmente, in una situazione – definita dalla norma stessa - di sovraindebitamento senza sapere di avere nuove ed importanti forme di tutela. E’ opportuno, quindi, specificare che con tale termine si intendono quelle situazioni economiche, in cui si trovano i debitori che, non per loro colpa, ma per cause esterne alla loro volontà ( come ad esempio la perdita del lavoro o una improvvisa malattia) non sono più in grado di far fronte ai propri debiti o che sono incapaci di adempiervi con regolarità (Uno studio sui consumi delle famiglie italiane ha evidenziato come queste siano costrette a consumare tra il 50 e l’80 per cento dei loro stipendi solo per pagare mutui e prestiti contratti con finanziarie e banche).

Si indica, in sostanza, la mancanza, protratta nel tempo, di risorse economiche per far fronte agli impegni assunti andando a crearsi, in tal modo, una situazione analoga a quella che può determinare il fallimento dell’imprenditore commerciale. Con questa procedura la prima importante novità introdotta è quella di “liberare” il soggetto dai debiti, anche senza l’integrale pagamento dei creditori, cosa che in passato avveniva, invece, solo con il loro integrale soddisfacimento. Questo significa che il soggetto avrà la possibilità di vedere cancellati tutti i propri debiti, anche quelli pagati parzialmente al fine di ripartire da zero.

Attraverso questo strumento il debitore potrà rivolgersi al Tribunale per avviare la procedura che permette un piano di rientro nel quale i creditori non riceveranno l’intera somma, ma solo la parte che il debitore può riuscire a pagare in base a quanto realisticamente può permettersi. L’ammontare del debito che non può essere pagato alla fine della procedura verrà esdebitato, cioè cancellato con piena riabilitazione per il debitore.

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ADICONSUM MARCHE

L’ altra importante novità e forma di tutela sta nel fatto che con l’avvio di tale procedura è possibile richiedere al Tribunale competente, la sospensione della vendita del proprio immobile, nel caso in cui lo stesso sia soggetto ad azione esecutiva (ovvero vendita all’asta), dando la possibilità al debitore di poter pagare i debiti senza“perdere” la propria abitazione. Nel caso in cui, invece, il piano non fosse possibile, il debitore potrà comunque liberarsi di tutti i debiti con una seconda procedura ovvero la liquidazione del proprio patrimonio che prevede la rinuncia ai suoi beni, che verranno poi utilizzati per pagare i creditori. I debiti che possono rientrare nella procedura sono di varia natura: da quelli contratti con istituti bancari a quelli con le finanziarie, dai debiti fiscali (Equitalia) ai tributi. E’ bene evidenziare, infine, che tale procedura una volta presentata in tribunale ed eventualmente rifiutata dal Giudice non potrà essere ripresentata se non decorsi cinque anni, per questo è necessario rivolgersi a professionisti seri, competenti e preparati in materia. In conclusione è bene evidenziare come in una situazione economico-finanziaria caratterizzata da una grave crisi come quella attuale, questa norma tanto attesa e ancora poco diffusa, dia la possibilità ai debitori di poter riacquistare dignità ed un ruolo attivo nell’economia senza rimanere schiacciati da debiti pregressi e creditori insistenti. Uno strumento indispensabile per poter ricominciare a vivere. Avv. Rossana Pacenti Centro giuridico Adiconsum Marche

L’ADICONSUM MARCHE, NELL’AMBITO DEL PROGETTO

“GESTIRE IL BILANCIO FAMILIARE PER PREVENIRE IL SOVRAINDEBITAMENTO” HA ATTIVATO UNO SPECIFICO SPORTELLO

HELP ADICONSUM che fornisce un servizio di ascolto, informazione e assistenza, mettendo a disposizione del singolo cittadino non solo informazioni specifiche e personalizzate su una corretta amministrazione del proprio bilancio familiare, ma anche la gestione diretta di pratiche di indebitamento e sovraindebitamento attraverso l’analisi e la verifica dei relativi documenti e intervenendo, ove possibile, per la ricontrattualizzazione del debito, nonché l’eventuale accesso al Fondo Prevenzione Usura gestito da Adiconsum nazionale rivolto esclusivamente alle famiglie. Per accedere al Fondo e poter ottenere garanzie, il Ministero del Tesoro ha individuato alcuni criteri guida che dovranno seguire i garanti per valutare la meritevolezza del richiedente. Per supporto e maggiori informazioni prendere appuntamento nelle sedi Adiconsum delle Marche.

www.adiconsumarche.it adiconsum.marche@gmail.com

www.facebook.com/adiconsum.marche

Realizzato nell’ambito dell’intervento 2 “gestire il bilancio familiare per prevenire il sovraindebitamento - II edizione” del Programma generale “le Marche: tutela ed assistenza dei cittadini consumatori ed utenti” con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economco. WHY MARCHE / 53


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PORTE / PRESIDI URBINO LA DATA

FALCONARA MARITTIMA AEROPORTO RAFFAELLO SANZIO

ANCONA E IL SUO TERRITORIO

TOLENTINO ABBADIA DI FIASTRA

SAN BENEDETTO DEL TRONTO CENTRO AGROALIMENTARE

CIVITANOVA MARCHE LIVING & MORE

PORTO SANT’ELPIDIO DIAMOND PALACE

EXPO

e n 2015

ecco com e si pre senta

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www.expo2015.marche.it

Per visitare EXPO 2015 non è necessario andare lontani, almeno per quanto riguarda le proposte presentate dalla nostra Regione. Le Marche, infatti, hanno attivato ben sette locations (due Porte e cinque Presidi) per far conoscere sia ai turisti in visita nella nostra Regione, sia ai marchigiani stessi, le eccellenze locali che contraddistinguono il nostro territorio e che sono sotto lo sguardo di milioni di persone in visita all’Expo a Milano. Fino al 31 ottobre 2015, data di chiusura dell’Esposizione Universale, percorrendo la nostra Regione da nord a sud tra cultura, blu economy, spiritualità e natura, moda, prodotti agroalimentari e di home design, potremo scovare dei veri e propri angoli dedicati a EXPO, delle vetrine reali e virtuali espressione

e l l e n 5

senta

del nostro territorio, contenitori di autenticità e valori. Scopo di Porte e Presidi è proprio quello di promuovere le aziende regionali e i beni da esse prodotte, oltre ad offrire uno spaccato delle eccellenze marchigiane a coloro che, da Milano, decidano di raggiungere la Regione per apprezzarne, dal vivo, le peculiarità.

Marche

la nos tra regione

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La Data: da stalla a palazzo delle esposizioni, a Urbino il presidio della cultura

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rte, design, degustazioni di prodotti biologici e laboratori esperienziali: questo e tanto altro nei quasi 2mila metri quadrati a disposizione della Data di Urbino, presidio marchigiano della cultura. L’Orto dell’Abbondanza si è trasformato in un vero e proprio palcoscenico della città e tutti i giorni, fino al 31 ottobre, ospiterà quanti vorranno scoprire e assaporare le tipicità della nostra Regione. L’enorme spazio della Data si articola in quattro aree funzionali: una di accoglienza ai visitatori, una provvista di tecnologie elettroniche all’avanguardia tali da permettere viaggi virtuali nei territori marchigiani, un’altra dedicata alla degustazione e alla mostra di prodotti enogastronomici biologici e infine una adibita a ospitare eventi e laboratori di vario tipo al link http://www.urbinonews.it/ tutti gli eventi. Il piano superiore del complesso architettonico è invece dedicato a esposizioni e mostre di diverso genere. La Data è una struttura simbolo della città urbinate. Venne commissionata all’architetto Francesco di Giorgio Martini dal duca Federico da Montefeltro che, nella

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seconda metà del XV secolo, volle realizzare delle stalle ducali da collegare al Palazzo Ducale, oggi sede della Galleria Nazionale delle Marche. Benché giunta fino a noi in evidente stato di degrado, è possibile ricostruire il progetto originario direttamente dagli appunti del Martini. La Data sarebbe stata in grado di ospitare trecento cavalli, il magazzino del fieno tra l’intercapedine delle volte e, di fianco alla scuderia, i locali per la sella e il maniscalco. Una rampa elicoidale, realizzata nel torrione di sinistra, avrebbe garantito l’accesso al duca. Nel corso dei secoli la Data subisce deterioramenti importanti finché, nel 1830, il complesso, ormai scoperchiato, viene riempito di terra e adibito a orto, da qui il nome con cui oggi è conosciuta. All’inizio degli anni Duemila, secondo il progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo, sono stati avviati i lavori di recupero della struttura, destinata a rappresentare un osservatorio della città, un centro polifunzionale dotato di biblioteca, spazi espositivi e un centro studi multimediale.


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Aeroporto Raffaello Sanzio: welcome in Marche it con possibilità di booking on line. Il servizio è gratuito e messo a disposizione della Regione Marche per offrire al turista proposte di vacanza articolate nei vari cluster tematici. Ad oggi, i pacchetti pensati dagli operatori per i turisti che visitano le Marche o per coloro che vogliano invece raggiungere EXPO superano le cento unità. Infine, lo spazio attrezzato multicolore della porta turistica delle Marche non verrà disfatto in concomitanza della chiusura dell’Esposizione, ma rimarrà nel tempo a dare ospitalità

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na delle due porte d’ingresso nella nostra Regione è l’Aeroporto Raffaello Sanzio. Denominato La porta turistica delle Marche, lo spazio dedicato all’accoglienza dei turisti si presenta come un ambiente polifunzionale, provvisto di tecnologie multimediali, adibito alla promozione del territorio e alla presentazione della Regione nei suoi aspetti culturali, turistici e anche enogastronomici, in linea con il tema di questa edizione di EXPO. Seguendo i sei cluster tematici (mare, cultura, natura, spiritualità e meditazione, il Made in Marche e le dolci colline e gli antichi borghi), promossi in questi anni dal Servizio Turismo della Regione Marche, il turista potrà prendere di nuovo il volo in un viaggio virtuale che lo accompagnerà tra le eccellenze e le tipicità della nostra Regione. Nel segno dei sei cluster turistici inoltre, vengono anche proposte delle offerte volte a far conoscere la Regione in occasione di EXPO e consultabili in tempo reale sul sito www. turismo.marche.

Seguendo i sei cluster tematici (mare, cultura, natura, spiritualità e meditazione, il Made in Marche e le dolci colline e gli antichi borghi), promossi in questi anni dal Servizio Turismo della Regione Marche, il turista potrà prendere di nuovo il volo in un viaggio virtuale che lo accompagnerà tra le eccellenze e le tipicità della nostra Regione. a coloro che atterreranno a Falconara. Per tutta la durata di EXPO, sono anche previsti nuovi voli giornalieri per Milano dall’Aeroporto Sanzio e viceversa, per consentire ai marchigiani di prendere parte a questa manifestazione mondiale e ai turisti di visitare e toccare con mano le bellezze delle Marche.Giancarlo De Carlo, sono stati avviati i lavori di recupero della struttura, destinata a rappresentare un osservatorio della città, un centro polifunzionale dotato di biblioteca, spazi espositivi e un centro studi multimediale.


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Ancona e il suo territorio: un presidio diffuso e dinamico

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ncona e il suo territorio sono centrali nella nuova visione europea della Macro Regione Adriatico Ionica, dove la città dorica si caratterizza per essere la sede non solo del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, del Forum delle Città e del Forum delle Università, ma anche sede del Segretariato dell’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) che riunisce i Ministri degli Affari Esteri di 8 Paesi: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia, Slovenia. Dedicato alla Macro Regione Adriatico Ionica e alla Blue Economy è il presidio diffuso Ancona e il suo territorio, promosso dalla Camera di Commercio di Ancona. Si contraddistingue in quanto “diffuso” e itinerante, perché costruito con le logiche di un sistema integrato e multicentrico di informazione e accoglienza, con Info Point collocati in punti nevralgici nel capoluogo Ancona, a Fabriano e Senigallia e, contemporaneamente, con postazioni mobili allestite in occasione di eventi altamente caratterizzanti per il territorio. Inoltre, presso l’Informagiovani di Ancona, turisti e semplici cittadini, grazie alle nuove tecnologie informatiche e virtuali, possono realizzare un viaggio a 360 gradi nelle Marche, immergendosi nella cultura, nell’arte, nell’ambiente e nella spiritualità che rendono unico questo territorio. Festival Adriatico Mediterraneo (Ancona, 29 agosto - 5 settembre), Fabriano Creativa (Fabriano, 3-6 settembre), Premio Internazionale Fisarmonica (Castelfidardo, 17-20 settembre), Pane Nostrum (Senigallia, 17-20 settembre): questi alcuni degli eventi con caratterizzazione macroregionale in programma nei prossimi mesi. Il calendario prevede anche azioni specifiche a favore delle imprese, con incoming di buyer stranieri per la promozione delle produzioni locali tramite incontri b2b e convegni su Macro Regione Adriatico Ionica e sulla Blue Economy, organizzati in collaborazione con enti locali e Università della Regione. In particolare, è previsto per il prossimo ottobre l’evento dedicato alla pesca responsabile volta alla salvaguardia degli stock ittici. Le attività del Presidio diffuso si concluderanno ad ottobre con l’incontro di promozione internazionale Riviera del Conero OPEN per il settore degli operatori del settore turistico. Per rimanere aggiornati sugli eventi del presidio, la Camera di Commercio di Ancona ha predisposto una sezione dedicata nel sito web all’indirizzo www.an.camcom.gov.it/expo-presidioancona.

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Natura, ambiente e meditazione

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nell’Abbadia di Fiastra: a Tolentino il presidio della spiritualità

na delle bellezze che identificano le Marche è senz’altro la natura. E quando questa si coniuga con la spiritualità e la meditazione, diventa ancora più suggestiva. All’abbadia di Fiastra, che sorge all’interno della Riserva Naturale omonima nel cuore dell’entroterra marchigiano, a circa 10 km da Macerata, è stato assegnato il presidio della Natura, dell’Ambiente e della Spiritualità. L’incantevole location rappresenta la meta ideale per chi voglia immergersi nella pace più assoluta, per chi non desideri altro che una vacanza per la mente e per il cuore. L’abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra costituisce uno degli esempi più significativi e ben conservati di architettura cistercense in Italia, oltre a rappresentare la più alta testimonianza della

presenza di monaci cistercensi nelle Marche. Questi ultimi, insieme a francescani e camaldolesi, hanno fondato e costruito svariati conventi, abbazie e monasteri nelle Marche, alcuni dei quali ancora oggi accolgono quanti abbiano il desiderio di visitarli, riuscendo a intessere una rete e un’atmosfera di spiritualità e meditazione davvero unica nel suo genere. La Riserva Naturale, che comprende un territorio di circa 1800 ettari tra i comuni di Urbisaglia e Tolentino, con due corsi d’acqua, un lago, campi coltivati ricchi di vegetazione e fauna protetta,

L’incantevole location rappresenta la meta ideale per chi voglia immergersi nella pace più assoluta, per chi non desideri altro che una vacanza per la mente e per il cuore. sorge proprio per offrire una protezione alle terre appartenute ai Cistercensi che, in centinaia di anni, si sono presi cura di questi ambienti, realizzando un vero e proprio patrimonio per l’umanità. Oggi, infatti, la Riserva Naturale, istituita nel 1984, promuove la ricerca scientifica e le attività di educazione ambientale, favorendo lo sviluppo dell’attività agricola in accordo con le attività culturali e turistiche sviluppatesi intorno all’ambiente.


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Edilizia unita al design. A Civitanova Marche il presidio del contract e dell’abitare

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inomata a livello internazionale come centro manifatturiero del fashion e delle calzature, Civitanova Marche, nota località balneare Bandiera Blu della provincia maceratese, ha ottenuto il presidio dedicato ai temi del Contract e dell’Abitare. Stiamo parlando dello Showroom Simonetti Livng & More, uno dei marchi leader più conosciuti a livello internazionale nel settore edizilio e del design dell’abitare. La F.lli Simonetti, che da anni diffonde la cultura dell’abitare e lo stile italiano nel mondo, ospiterà fino al termine di EXPO 2015 il presidio dell’abitare. Chi abbia intenzione di visitare lo Showroom, potrebbe poi pensare di trascorrere una piacevole giornata sulla lunga spiaggia civitanovese, ammirando le opere di street art dipinte lungo il molo da artisti internazionali, o fare shopping in uno degli svariati spacci aziendali di calzature: nella zona di Civitanova Marche sorgono diversi outlet di prestigiose firme del made in Italy, da Fornarina a Cesare Paciotti o Gironacci, per citarne solo alcuni. La città offre diversi altri spunti interessanti: spostandoci nella Città Alta, antico borgo sorto tra la costa e le mura di un castello medievale, possiamo visitare il teatro storico Annibal Caro, o la Pinacoteca Comunale Moretti, o ancora l’ex Chiesa di Sant’Agostino, dove sono allestite delle mostre estive. Infine, merita sicuramente una visita il curioso Museo del Trotto, unico nel suo genere. La città di Civitanova Marche, con la sua varietà di paesaggi e colori è in grado di soddisfare le esigenze del turista con proposte interessanti ed innovative nel rispetto delle tradizioni e della gentile ospitalità marchigiana.


www.expo2015.marche.it

Diamond Palace: la porta della moda e del fashion a Porto Sant’Elpidio

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li amanti dello shopping sfrenato e, soprattutto, di prodotti di prima qualità, non potranno lasciarsi sfuggire una visita al Diamond Palace Loriblu a Porto Sant’Elpidio, l’altra porta d’accesso alle Marche. Moda e fashion sono le tematiche dell’esposizione che qui ha luogo. Calzature e abbigliamento per uomo, donna e bambino, e accessori di pelletteria, cappelli, oreficeria e bigiotteria prodotti dalle aziende marchigiane si mettono in mostra all’interno della tecnologica struttura del Diamante, simbolo di design, tecnologia ed eco-compatibilità, da poco realizzato dall’azienda calzaturiera marchi-

giana Loriblu, accanto al proprio stabilimento. Diversi sono i progetti, gli eventi e i seminari organizzati dalla Regione all’interno del Diamond Palace per approfondire la tematica del fashion, ma anche per far conoscere le peculiarità territoriali marchigiane visita il link http://www.marcafermana.it/it/fuori-expo-marche-diamond-palace-porto-sant-elpidio. Apparecchi multimediali di alta tecnologia, come schermi touch screen interattivi, mascherine Oculus di realtà virtuale con cui poter ammirare immagini delle Marche a 360°, Mirror Vitruviano dove cimentarsi con la perfezione dell’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci sono solo alcuni dei laboratori all’interno del Diamante. E dopo aver visitato gli stand qui esposti, perché non tuffarsi nello splendido mare di Porto Sant’Elpidio? Attrezzata stazione balneare e Bandiera Blu, la città nasce da un antico borgo marinaro e offre una spiaggia di sabbia e ghiaia che si protrae per oltre 7 km, tra l’abitato e il mare. Un’ampia pineta verde divide il lungomare dalla pista ciclabile. Anche le città che sorgono nei dintorni di Porto Sant’Elpidio meritano una visita: Montegranaro, Monte San Giusto, Monte Urano, Sant’Elpidio a Mare. La zona è conosciuta per la gran quantità di outlet di calzature, abbigliamento e accessori fashion e all’ultima moda che è possibile acquistare a prezzi di fabbrica.


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Presidio dell’eccellenza agroalimentare: la vetrina sulla sana

alimentazione a San Benedetto del Tronto

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l Centro Agroalimentare Piceno, simbolo di uno dei settori produttivi marchigiani più rilevanti, quello dell’agroalimentare, capace di proporre un’offerta assai diversificata in grado di soddisfare tutti i palati, dai vini all’olio extra vergine d’oliva, dai cereali alle paste alimentari, al miele, ai prodotti dolciari, agli alimenti biologici, al latte e derivati, alla frutta, agli ortaggi e al pesce, ospiterà una mostra permanente dedicata al cibo sano, alla nutrizione e all’alimentazione sostenibile. Il presidio di San Benedetto del Tronto, che ricalca in pieno quello che è il tema portante di EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, offre la possibilità di conoscere tutte le iniziative in programma a Milano, e ospita le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica delle Marche. Per la durata della manifestazione, il Sito Espositivo è animato da eventi artistici e musicali, convegni, spettacoli, laboratori creativi e mostre. Tra le iniziative di rilievo da segnalare sono “I Giovedi del Gusto”, appuntamenti set-

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timanali legati ai prodotti enogastronomici territoriali, con chef che prepareranno al momento gustosi piatti a tema, la “Notte Verde Expo”, l’intervento di don Luigi Ciotti sul tema “cibo e sprechi”, le serate “Sapori carnali” con i ristoranti storici del territorio che cucineranno carni tipiche locali o la “Scuola di brodetto” e la gara dei brodetti marchigiani per il dettaglio di tutti gli eventi visita http:// www.agroalimentare.it . A far da sfondo a queste prelibatezze, c’è la città di San Benedetto del Tronto, una delle più caratteristiche località balneari della Regione, Bandiera Blu grazie alle larghe spiagge sabbiose incorniciate nel suggestivo sfondo delle palme e degli oleandri, che negli ultimi anni, insieme alle località limitrofe della costa, ha conquistato la notorietà come “Riviera delle Palme”. Dotata di un porto turistico, un porto peschereccio e un mercato del pesce all’ingrosso tra i più importanti d’Italia, San Benedetto è da sempre strettamente legata al mare e alla tradizione della marineria.

Ciascun m

- una prim circa 360 giorni a se e-learning commerc e compre

- una sec affiancati zione di c I bandi e Iscrizioni


in collaborazione con

Master gratuiti in Export Management per giovani laureati e professionisti/manager Formare esperti nei processi di internazionalizzazione d'impresa che assistano gli imprenditori nella definizione ed attuazione delle strategie di sviluppo sui mercati esteri: questo l’obiettivo del progetto T.E.M. Academy, promosso dall’Agenzia ICE-ITA (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) in tre città: Ancona, Bologna e Bari. L’internazionalizzazione è oggi la strada maestra per restare competitivi trovando sbocchi alternativi per i propri prodotti rispetto ad un mercato interno sempre più fermo. Soprattutto quando parliamo di piccole e medie imprese, l’internazionalizzazione richiede competenza e non improvvisazione: una figura che abbia il know how giusto per aiutare le aziende ad affrontare consapevolmente e professionalmente i mercati esteri è diventata una necessità. L’intero progetto prevede la realizzazione di 6 master (2 per ogni città) di cui 3 rivolti a giovani laureati e 3 rivolti a professionisti /manager per un totale di 180 partecipanti. Per la città di Ancona l’ICE organizza i corsi in partnership con la Camera di Commercio di Ancona e Confindustria Ancona. Nello specifico, la Camera di Commercio di Ancona, supportata dall'Azienda Speciale Marchet, ospiterà il corso dedicato ai giovani, mentre Confindustria Ancona ospiterà e supporterà il master dedicato ai professionisti e manager. Ciascun master avrà una durata complessiva di 5 mesi (ottobre 2015-febbraio 2016) e si articolerà in due fasi: - una prima fase di formazione in aula della durata di 3 mesi: per i giovani laureati sarà full-time, con lezioni dal lunedì al venerdì, per un totale di circa 360 ore di lezione frontale, oltre un periodo di studio individuale, mentre per i professionisti/manager è prevista una presenza in aula due giorni a settimana, il venerdì pomeriggio e l’intera giornata di sabato, per un totale di 120 ore a cui si aggiungeranno moduli formativi in modalità e-learning; le lezioni saranno incentrate sui seguenti temi: scenari economici internazionali, strategie di marketing internazionale, tecniche di commercio estero, contrattualistica internazionale, finanziamenti per l’export, business plan e web marketing. La didattica si volgerà in forma attiva e comprenderà esercitazioni pratiche, conferenze e casi simulati. Alcune lezioni potranno essere svolte in lingua inglese. - una seconda fase di formazione “on the job” della durata di 2 mesi durante i quali sia i giovani laureati sia i professionisti e manager saranno affiancati, in azienda, da tutor senior scelti da ICE. I partecipanti allo stage presso le PMI del territorio realizzeranno un progetto di internazionalizzazione di cui le aziende ospitanti potranno beneficiare gratuitamente. I bandi e i moduli di adesione ai master sono disponibili sul sito dell’ICE www.ice.gov.it nella sezione formazione. Iscrizioni entro 8 settembre 2015.


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DI GIAMPAOLO PATICCHIO

ADRIATICO, UN MARE DA SVENTRARE \\\ PERCHE’ ///

Solo di fronte alla costa marchigiana sono 450.000 gli ettari di mare destinati alla ricerca di gas e petrolio Bucheranno i fondali italiani dell’Adriatico e li bombarderanno con l’aria compressa, alla ricerca di petrolio e di gas. La chiamano Air-gun ed è una tecnica di indagine del sottosuolo e dei fondali marini che, per geologi e biologi -oltre che per molti comitati territoriali e per associazioni come Fai, Legambiente, Greenpeace Wwf e Mare Vivo - ha un impatto devastante sull’ecosistema marino. Potenti getti di aria compressa verranno sparati negli intestini del mare con una frequenza di uno ogni 5/10 secondi per individuare, grazie alle onde riflesse, possibili giacimenti. Un muro del suono da 260 decibel a botta. Un jet che decolla ne produce la metà. In realtà quello del governo Renzi -che con gli articoli 37 e 38 dello Sblocca Italia (ribattezzati Sblocca trivelle) ha dato il via libera, un po’ di mesi fa, al banchetto destinato ad appagare gli appetiti delle società petrolifere sui mari della penisola- è solo un inseguimento su un terreno già inaugurato dalla Croazia e comunque già prefigurato dalla Strategia Energetica Nazionale dell’esecutivo di Monti. A spalancare le porte allo stupro dei fondali adriatici, infatti, era stato -già più di un anno fa- il governo croato che, al grido di battaglia “diventeremo una piccola Norvegia”, aveva suddiviso le WHY MARCHE / 65


ADRIATICO, UN MARE DA SVENTRARE \\\ PERCHE’ ///

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sue acque territoriali in ventinove concessioni da dare in pasto all’industria estrattiva (ENI compresa). Le imminenti trivellazioni croate si attesteranno lungo la linea di confine con le acque italiane, per attingere a presunti giacimenti che di fatto sconfinerebbero nei fondali italici. Così, per non essere da meno ai dirimpettai ultimi arrivati nell’Unione Europea, sono più o meno una quindicina i permessi già concessi -dai primi di giugno di quest’anno- ad altrettante società petrolifere che sonderanno, a suon di bombe ad aria compressa, oltre tre milioni di ettari nel tratto tra Rimini e Leuca, alla ricerca di idrocarburi in un mare quasi chiuso, dall’ecosistema a rischio, con un ricambio delle acque molto lento e con 78 concessioni per l’estrazione di gas e petrolio già attive dal passato. Il governo ha rimosso metodicamente tutti gli ostacoli che si frapponevano tra i petrolieri e i fondali adriatici. Proprio nel maggio scorso, infatti, il capo del governo e il ministro dell’Ambiente si erano personalmente prodigati presso la Camera dei Deputati perché venisse cancellato dalla legge sugli eco-reati il divieto di utilizzo proprio dell’Air-gun che, nella versione originaria del provvedimento, era invece addirittura prefigurato come reato, con una pena da uno a tre anni. Infine -fatti non solo parole- lo scorso 3 giugno è arrivato il parere favorevole del Ministero dell’Ambiente ad un ampio progetto di prospezione a colpi di Air-gun, a favore della londinese Spectrum Geo. Ed è così che il medio e basso Adriatico sono stati praticamente consacrati alla ricerca degli idrocarburi. Per un ipotetico raccolto totale di 11 milioni di tonnellate previste. Tanto per capirci, il consumo italiano di un paio di mesi di petrolio. O di un solo mese in termini di consumi totali di energia. Il tutto in barba alla retorica politica sulla salvaguardia ambientale e paesaggistica. Il tutto in palese contraddizione con le presunte politiche di riconversione energetica alle fonti rinnovabili. Il tutto in evidente contrasto con il millantato potenziamento del turismo costiero. Il tutto in aperta violazione dell’autonomia degli enti locali e della partecipazione dei territori su decisioni che li riguardano così da vicino. Va da sé che, laddove la ricerca sui fondali avrà esiti positivi, si procederà con le trivellazioni. Le meravigliose spiagge adriatiche del Conero, del Gargano, del Salento potranno così godere di un orizzonte magnificamente


ridisegnato dalle piattaforme petrolifere. Cosa che, paradossalmente, si presenta come l’aspetto meno preoccupante di tutta la vicenda. Non c’è bisogno di essere titolari di un’immaginazione straordinaria, infatti, per prevedere quali squilibri possano provocare operazioni invasive come le estrazioni di gas o petrolio. Ogni attività estrattiva in mare, anche la più rigorosa in termini di conformità normativa, modifica prepotentemente e irreversibilmente l’ambiente in cui si insedia, e non solo quello naturalistico, ma anche quello antropico, dal momento che essa è sempre a diretto contatto con una costa abitata. Avete presente Venezia? Ebbene, quell’affondamento progressivo (un paio di millimetri all’anno) che per la città più pittoresca del mondo è un fenomeno più o meno naturale, si può verificare altrove per mano umana, anzi per trivella umana. La ricerca e l’estrazione di idrocarburi può causare, infatti, la cosiddetta subsidenza, ovvero il graduale abbassamento del suolo o, come nel nostro caso, del fondo di un bacino marino. L’associazione mentale con i terremoti è, come dire, intuitiva. È forse un caso che la Regione Emilia Romagna, da anni sede di attività estrattive di terra, dopo i terremoti del 2012, sospese immediatamente ogni nuova autorizzazione a trivellare? Sta di fatto che la Commissione scientifica internazionale ICHESE (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region) a cui, all’indomani del sisma, era stato dato incarico di individuare possibili relazioni tra le attività di esplorazione nel sottosuolo e l’aumento dei movimenti sismici nel territorio emiliano, nell’aprile del 2014 ha concluso che “l’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola (a circa 20 km dall’epicentro della scossa più forte, ndr) possano aver contribuito a ‘innescare’ l’attività sismica del 2012 in Emilia”. Ma chi può porre limiti al cosiddetto sviluppo? Sicuramente non i pesci, a cui l’Air-gun provoca lesioni, ferite, perdita dell’udito e dell’orientamento. Ma la paura fa novanta pure sott’acqua e, di Air-gun, gli abitanti del mare, e i cetacei in particolare, possono pure facilmente morirci. Era lo stesso ISPRA, l’istituto di ricerca del ministero dell’Ambiente, a concludere, in uno studio del 2012, che le esplosioni di onde acustiche troppo poten-

ti sott’acqua obbligano le specie marine a risalite così repentine, da provocare loro embolie mortali. Quando nel settembre scorso sette capodogli furono ritrovati spiaggiati sul litorale di Vasto (Chieti), il gas presente nei vasi sanguigni dei tre mammiferi che non ce la fecero a sopravvivere, era spiegabile quasi esclusivamente con una dinamica di embolia. In quell’occasione Legambiente puntò il dito contro probabili operazioni (clandestine?) di Air-gun, al largo delle coste abruzzesi. Ma la corsa all’oro nero del mare “spiaggerà” probabilmente anche i pescatori dell’Adriatico. Il radioso futuro promesso dalle piattaforme, solitamente prodighe di sversamenti, comprometterà sicuramente una pesca già in crisi per l’inquinamento ordinario. E i guadagni? Persino quelli lasciano l’amaro in bocca. Le royalties che le multinazionali petrolifere verserebbero allo stato italiano ammontano, a fronte dei rischi reali, a un misero 4% sull’eventuale produzione, senza per altro nessun obbligo per le stesse aziende di commercializzare il prodotto, o una sua parte, in Italia stessa. La Regione Marche, per esempio, guadagnano più o meno un milione di euro l’anno. Una miseria se si pensa che il territorio regionale conta sulla terraferma già 21 pozzi attivi per l’estrazione di gas. Ma forse in futuro guadagnerà qualche spicciolo in più, dal momento che altri 26 titoli minerari sono già stati concessi all’estrazione, sempre sulla terraferma, mentre circa altri 100.000 ettari sono sottoposti a permessi di ricerca. Anche per quanto riguarda l’assalto all’adriatico, le Marche rappresentano una delle frontiere più calde di questa rivoluzione energetica al contrario. Il Dossier “Tutti i numeri degli idrocarburi nelle Marche”, curato da Augusto De Sanctis del Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua e presentato pubblicamente lo scorso giugno a Senigallia, prospetta una situazione allarmante per la regione, descritta come a fortissimo rischio di deriva petrolifera. Con le nuove concessioni, infatti, il risultato è che il 22% della terraferma regionale, cioè 215.000 ettari sparsi su tutte le province, sarà setacciato alla ricerca di gas e petrolio; mentre sono 450.000 gli ettari di mare antistante alla regione destinati a concessioni o a istanze per la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi e al momento si contano 21 procedimenti di indagine sui fondali. Si consideri che il mare marchigiano ha già all’attivo 25 piattaforme e 35 pozzi eroganti. Se consideriamo parte integrante della partita anche i consequenziali centri di stoccaggio e ci aggiungiamo i 4 nuovi grandi gasdotti che dovrebbero attraversare le Marche con WHY MARCHE / 67


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vari chilometri di nuove condotte, non tralasciando tutti i rischi per il territorio connessi all’infrastrutturazione e ai trasporti petroliferi, il quadro si fa ancora più contraddittorio. Si sta parlando, infatti, di una regione da anni orientata ad una crescita basata sul turismo naturalistico e culturale, quindi intrinsecamente votata alla valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio e pervasa da un’economia diffusa di piccole imprese. Dove, improvvisamente, si cerca di imporre un cambio di direzione attraverso un’economia inquinante, rischiosa, antipaesaggistica e concentrata in poche mani. È come se una società londinese chiedesse la concessione per lo scavo di un pozzo a 500 metri dal centro storico mozzafiato di Ripatransone, magari proprio in mezzo alle famose vigne del rosso piceno. Beh, non era solo un esempio, ma un fatto vero. Così com’è altrettanto vero che tra i progetti in mare c’è il cosiddetto Progetto Sibilla, che prevede una nuova sperimentazione di stoccaggio del biossido di carbonio nel sottosuolo marino. La società “Independent Gas Management s.r.l.” di Roma, infatti, inizierà ad applicare nuove tecnologie per iniettare in un vecchio pozzo abbandonato, che si trova a 27 km (14,6 miglia nautiche) dalle coste di Senigallia, la CO2 liquefatta delle emissioni industriali, da iniettare nel fondale allo scopo di liberarsene. Per sempre, dicono loro. A nulla finora è valsa l’opposizione di molti enti locali, che lo Sblocca Italia ha di fatto svuotato di competenze rispetto a questo settore, riconducendole tutte al governo centrale. Sulla scia della Regione Puglia, in prima

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Campagna TrivAdvisor Greenpeace

linea nella lotta contro la cantierizzazione coatta delle coste adriatiche, anche la Regione Marche, già nel gennaio di quest’anno, aveva presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro gli articoli 37 e 38 di quel Decreto. Il motivo è che striderebbero pesantemente con il titolo V della Costituzione, quello nel quale vengono definite e salvaguardate le autonomie locali. Anche i cittadini sono sul piede di guerra. Le persone si sono costituite in associazioni e comitati per difendere il loro territorio, affiancate dagli ambientalisti, dai comitati per l’acqua e per i beni comuni, dai centri sociali. Cristiana Cecchetti, assessore del comune di Civitanova, si è fatta promotrice di un’unione dei comuni per il No alle trivelle. Lo scorso 23 maggio a Lanciano, in Abruzzo, circa 60.000 persone hanno dato vita a un’imponente manifestazione contro le trivellazioni in Adriatico. Greenpeace ha avviato una sarcastica campagna intitolata “TrivAdvisor” nella quale, parodiando il celebre sito di viaggi, si invitano gli utenti del web a recensire vacanze immaginarie, in un futuro abbastanza prossimo, il 2020, scatenando valanghe di post dove si esulta di gioia per la vista di una piattaforma a 20 bracciate dalla riva o per una nuotata negli sversamenti: “Ci hanno convinto a partire degli amici che ci erano appena stati...ed effettivamente ne vale la pena! I bambini non avevano mai visto dei gabbiani neri...veramente eccezionale. Torneremo senz’altro”.



DI ILARIA COFANELLI

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QUESTA È LA STORIA DI ELISA, MA È ANCHE LA STORIA DI MARCO, E DI PAOLO. QUESTA È LA STORIA DI UN GRUPPO DI PERSONE CHE SI SONO RIAPPROPRIATE DELLA PROPRIA IDENTITÀ, DELLA PROPRIA DIGNITÀ E LO HANNO FATTO ATTRAVERSO UN MICROFONO. È LA STORIA DI UNA RADIO, RADIO COME STRUMENTO DI RISCATTO SOCIALE, RADIO COME EDUCAZIONE, ANZI, “MEDIAEDUCAZIONE”. NE PARLIAMO CON CLAUDIO SIEPI, CO-FONDATORE E RESPONSABILE LABORATORIO DELLE IDEE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE RADIO INCREDIBILE. Come è nata l’idea di Radio Incredibile? Il progetto di una “radio sociale” è nato tra i banchi dell’Università Politecnica delle Marche nel 2009. Eravamo un gruppo di giovani ingegneri elettronici con la convinzione che chiunque potesse far radio, perché crediamo che il microfono sia un mezzo stupendo per rompere le barriere, abbattere gli stereotipi, superare le difficoltà connesse a un handicap. Tengo poi a precisare che Radio Incredibile non è una radio commerciale, ma un’associazione culturale senza scopo di lucro; anzi per la precisione è una podcast radio. Si tratta di una radio “senza fissa dimora” che dà voce a chi spesso è dimenticato, emarginato, ma che, attraverso il microfono, riesce a esprimere sé stesso, riesce a comunicare. La radio offre a queste persone, che possono essere i detenuti del carcere di Montacuto, o gli utenti della Lega del Filo d’Oro, o ancora i piccoli ospiti dell’ospedale Salesi, uno strumento di comunicazione. Il primo laboratorio ha preso avvio dal carcere di Marino del Tronto, nel 2009. Realizzammo delle puntate registrate direttamente dal carcere, poi disponibili in Podcast da scaricare.

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RADIO INCREDIBILE... STORIA DI STORIE INCREDIBILI Cosa significa “mediaeducazione”? La “mediaeducazione” parte dall’utente che diventa giornalista. Si interessa di un dato argomento, lo approfondisce e ne fa comunicazione. Ogni speaker porta con sé il proprio vissuto, racconta la sua storia. Questo è quello cui punta la Media Education di Radio Incredibile: produrre uno strumento di comunicazione tramite il microfono e la web radio, annullare le distanze tra autore e ascoltatore, vogliamo trasmettere delle storie inedite di persone troppo spesso ignorate. Cosa intendi per radio “senza fissa dimora”? Radio Incredibile non ha una redazione fissa: trasmette dalla Casa Circondariale Montacuto (“Radio Ci Siamo”) e dal carcere Marino del Tronto (“Radio Freedom”), dalla sede della Lega del Filo d’Oro (“Radio delle Grandi Emozioni”), dall’ospedale Salesi (“Radio Guerrieri”), da scuole, parrocchie, case famiglia (“Radio World, i DJ del Domani”) Centri per Disabilità Mentale (ad esempio il Servizio di Sollievo a San Benedetto del Tronto, da dove trasmettiamo “R4U”), biblioteche (“Radio Mix- Stazione 9 e ¾” dalla Biblioteca La Fornace di Moie), Centri per Rifugiati (“Radio Integrazione. Uno straniero nelle Marche”, progetto nato grazie alla collaborazione con Gruppo Umana Solidarietà). Da qui gli speakers, una volta a settimana, affidano all’etere le proprie emozioni, i propri pensieri, senza timori o vergogne.

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Per te e il gruppo con cui collabori, l’esperienza in radio può essere considerata come un hobby o come un vero e proprio lavoro? Siamo 23 operatori, divisi in tutta la regione, da Grottammare a Fano, Ascoli Piceno, San Benedetto, Fermo, Jesi, Ancona. Ogni redazione è seguita da due o tre persone, Il lavoro è tanto, perché dietro le due ore di laboratorio (una di riunione, l’altra di registrazione), ci sono quelle di montaggio, post produzione, progettazione delle varie attività, organizzazione, divisione dei compiti. Le ore di lavoro sono davvero molte; alcuni di noi svolgono tutto a titolo completamente gratuito, mentre per altri, anche per un profilo lavorativo, sta diventando una piccola professione. Andiamo avanti grazie a progetti finanziati da Provincia, Regione, Fondi Europei, non abbiamo alcuno sponsor. L’idea di una “radio sociale” ha, tra l’altro, ottenuto più di un riconoscimento a livello nazionale, segno che la creatività marchigiana non ha limiti. Quali sono i premi che, finora, sono stati assegnati a Radio Incredibile? In effetti il 2014 per Radio Incredibile è stato proprio un anno d’oro. La radio, infatti, ha ottenuto, a Trieste, un prestigioso riconoscimento nazionale, il premio Cuffie d’Oro 2014 miglior Social Radio e, a Faenza, appena una settimana dopo, il Premio Speciale MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti). Nel 2013 abbiamo vinto il Premio Nobel della Pace, assegnatoci dall’Azione Cattolica di Ascoli Piceno e nel 2012, insieme a Radio Ascoli, siamo entrati nel Guinnes World Record grazie all’impresa di 24 ore non stop di interviste radiofoniche. Quali incontri, quali storie ti hanno particolarmente colpito in questi anni di trasmissione? Di storie, a Radio Incredibile, ne abbiamo ascoltate tante. Ad esempio, quella di Giulio, un ex detenuto del carcere di Montacuto che prese parte

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al laboratorio organizzato presso la struttura. Qualche mese dopo la scarcerazione mi chiamò, per informarmi che stava lavorando per aprire una web radio per ex detenuti anche a Pordenone, la sua città. Attraverso il microfono, poi, persone come Paoletta ed Elisa, dalla Radio delle Grandi Emozioni della Lega del Filo d’Oro, ci hanno rivelato come vedono il Paradiso, un posto dove poter leggere il giornale in Braille. A Radio Incredibile parliamo anche di libertà: Paolo di Radio Ci Siamo del penitenziario di Montacuto, ricordando l’anniversario della morte di Peppino Impastato, discute della voglia di cambiamento, della possibilità di scegliere. Quali sono i prossimi progetti cui state lavorando? Innanzitutto a settembre inizieremo una collaborazione con l’associazione Coos Marche, attivando un laboratorio con gli anziani. Attualmente stiamo ultimando tre progetti. Il primo, “Fiabe in libertà”, riguarda i detenuti del carcere di Montacuto, che si sono cimentati nella scrittura e nella successiva recitazione di fiabe per bambini. Da questo lavoro è scaturito un audiolibro, in uscita a settembre. “Ti racconto come ne sono uscita” è un altro laboratorio. Grazie alla collaborazione con le associazioni marchigiane On the Road Onlus e Free Woman, sono state raccolte le testimonianze di donne vittime di tratta o di violenza. In un ebook in uscita a ottobre e attraverso puntate radiofoniche su tutto il circuito radiofonico delle Marche, verranno narrate le storie di queste persone che raccontano come una donna può uscire dallo stallo della triste situazione in cui si trovano. Infine, stiamo portando avanti, da febbraio, il progetto “Comun-I-c@re. La famiglia al centro della Media Education”. L’iniziativa prevede la realizzazione di un centro di Media Educazione a Grottammare, con l’obiettivo di educare ragazzi, adulti e anziani all’utilizzo consapevole dei mezzi di comunicazione, in particolare del web.

SE LE STORIE DI PAOLETTA, ALESSIO, TONY E GLI ALTRI VI HANNO INCURIOSITO, POTETE ASCOLTARE RADIO INCREDIBILE DAL WEB TRAMITE PODCASTING. WWW.RADIOINCREDIBILE.COM WHY MARCHE / 73


SPIRITO ///

VIAGGIO ATTRAVERSO LA MUSICA INDIPENDENTE DELLE MARCHE

Arbitri Elegantiae Continua la rassegna di musica indipendente nelle Marche, protagonisti di questa intervista sono gli Arbitri Elegantiae, un gruppo musicale di origine senigalliese. Si tratta di quattro fantastici musicisti: Federico Messersì, bassista e chitarrista eclettico in grado di creare musica con tutto ciò che gli capiti a tiro. Giovanni Frulla, trombettista dalle note emozionanti e cangianti, Gabriele Ciceroni, che suona il clarinetto, la fisarmonica, il cajon flamenco, la chitarra, l’ocarina, flauti e per non farsi mancare niente anche la zampogna ed in fine il frontman Lorenzo Franceschini cantautore e poeta, eccellente suonatore di strumenti a corde dalla chitarra acustica, al mandolino e l’ukulele, ma anche di strumenti a fiato come l’armonica a bocca.

cercando sempre di lasciarci contaminare dalla musica che ci piace ma senza scadere in un genere o in una moda ben definita. Lorenzo: i nostri percorsi musicali sono molto diversi: Giovanni ha iniziato con la musica classica, Gabriele invece con la musica bandistica, io con il rock; Federico ha iniziato con la musica classica, poi si è dato al rock, è stato lui ad insegnarmi a suonare la chitarra. Il primo momento in cui abbiamo iniziato a far musica insieme è stato da ragazzi, al liceo, scrivendo canzoni sui professori.

Arbitri Elegantiae. Perché la scelta di questo nome? Lorenzo: Arbiter Elegantiarum era il soprannome di Petronio assegnatogli appunto perché lui era considerato l’arbitro dell’eleganza, modello di riferimento. Abbiamo scelto questo nome inizialmente perché ci suonava bene, poi a pensarci meglio abbiamo capito che avrebbe anche potuto significare che noi, componenti del gruppo, come tutti noi cittadini odierni siamo arbitri dell’eleganza. È dunque una presa di responsabilità da parte nostra. www.youtube.com/watch?v=VFdvHzuViLc

Quale l’influenza della spiritualità nella vostra forma di espressione musicale? Cito un brano “Dio mi ha parlato ed io non c’ho capito niente” Lorenzo: io non sono particolarmente osservante, però sento fortemente in alcuni momenti la presenza di qualcosa d’altro che non riesco ad identificare né a chiudere all’interno di una definizione. C’è una canzone “Was ist ist” degli Einstürzende Neubauten che recita Was ist ist, was nicht ist ist möglich “Cio che è è, ciò che non è è possibile”. Detto questo Dio mi ha parlato, è vero, durante un’ordinazione sacerdotale di un mio amico, però francamente non ho capito niente di quello che mi ha detto.

Quale la storia delle origini musicali? Giovanni: nel 2000, mentre trascorrevo gran parte del mio tempo a Roma, mi arrivò un invito da Lorenzo per entrare a far parte di una formazione non ben definita, in cui diversi strumentisti di vario tipo erano chiamati in ballo per tentare degli arrangiamenti sulle note di alcune canzoni dello stesso Lorenzo. Non cover quindi, ma brani propri da musicare. Il mio ingresso nel gruppo nasce proprio in questa circostanza, nella più totale inconsapevolezza di quello che sarebbe stato il lavoro da fare e del contributo che avrei potuto portare al gruppo. Così abbiamo iniziato a tentare i nostri esperimenti, (cosa che facciamo anche oggi) 74 / WHY MARCHE

In uscita a fine estate 2015 il vostro nuovo album, quali sono le novità e come è stata questa nuova esperienza? Giovanni: l’album presenta delle canzoni che hanno alle spalle molti anni e che per l’occasione sono state vestite di una forma nuova, ma soprattutto testi dell’ultimo periodo che hanno segnato per noi non solo una crescita dal punto di vista musicale, ma anche una maturazione interiore. Un esempio per tutti è “Canto da un pezzo di storia”, il brano che dà il titolo all’album, e che racchiude in pochi minuti tutto il senso dell’opprimente precarietà di questo tempo


MARCHE

ae


l’almanacco del buon vivere In tutte le edicole

regala e regalati

un nuovo anno di felicità dal 1762 l’almanacco più celebre d’italia


e

a

DI PAOLA DONATIELLO

che non valorizza i veri talenti, ma che al contrario rischia di disperdere le energie e l’impegno di molti. C’è una nota di speranza in tutto questo, una speranza sottile che la musica tenta di risvegliare, una speranza che rifugge la rassegnazione per cercare di riconquistare a poco a poco quella dignità che spesso viene dimenticata. Lorenzo: le novità sono sicuramente la collaborazione con Giovanni Imparato dei Chewingum, che, tra l’atro, ha prodotto il nostro disco e che ha suonato alcuni pezzi, con chitarra ed organo, e con Silvia Falcinelli che ha cantato con noi un brano. Avete altri aneddoti da raccontare? Giovanni: raccontare gli aneddoti più significativi così su due piedi è difficile. In tutti questi anni abbiamo collezionato momenti non solo di musica, ma anche di svago, di relax, di relazioni, di chiacchierate. Per quanto riguarda la questione musicale l’episodio che nessuno di noi è mai riuscito a dimenticare è sicuramente una “storica” serata (storta) a Polverigi dell’estate del 2004 se non sbaglio. Avevamo preparato un programma troppo breve e sicuramente poco adatto a quel contesto. Poco pubblico e scontento. Insomma una serata da non ripetere. Dopo quell’esperienza ci siamo “bloccati” si può dire per 3-4 anni, per riprendere però poi con una mentalità diversa e con una marcia in più, arrivando a centrare alcuni obiettivi interessanti. Se è vero che dagli errori si impara sicuramente da quella serata abbiamo imparato diverse cose, prima fra tutte la necessità di dare maggiore continuità al nostro progetto. Ma sempre dell’estate dello stesso anno c’è anche un altro concerto da ricordare, all’interno di una serata di beneficenza, questa volta al teatro Portone di Senigallia: un intervento musicale non molto lungo, ma suggestivo, in cui ricordo benissimo una versione di “Via del campo” veramente emozionante. E poi certamente gli ultimi anni sono più ricchi di episodi, come le prime registrazioni, o l’allagamento del garage di Lorenzo, dove avevamo le casse e l’altro materiale, ripescato e asciugato meticolosamente pezzo per pezzo, o ancora i concerti fuori regione, in Abruzzo e le prime esperienze dello spettacolo di musica e parole “La storia del postino che cercò Babbo Natale”, un’avventura diversa dai nostri soliti concerti ma per questo ancora più intrigante. www.youtube.com/watch?v=eri2A7GHcps Lorenzo: il nuovo CD è di 11 pezzi, due sono stati aggiunti in un secondo momento, uno di questi è “Laila” pezzo registrato in realtà preliminarmente per decidere il sound che avrebbe avuto questo disco. Inizialmente volevamo dargli un sound leggero, arpeggiato. Quindi abbiamo registrato questo pezzo come un lento, poi con il tempo abbiamo pensato che l’album avrebbe potuto avere un incedere più sostenuto, per cui avevamo accantonato “Laila”, ma alla fine, dopo tre anni di registrazione, abbiamo riascoltato questo pezzo e abbiamo visto che in effetti funzionava. Giovanni

Imparato ha aggiunto un po’ di organo, ma mancava ancora qualcosa. In quel momento mi è venuta in mente una registrazione ambientale fatta con Silvia Falcinelli, la mia ragazza, a Sarajevo. Era il crepuscolo e decidemmo di andare in collina per vedere la città dall’alto. Arrivati lì c’eravamo scordati che al tramonto i musulmani recitano una delle loro preghiere. Quando il sole stava calando all’orizzonte, hanno iniziato ad accendersi uno dopo l’altro tutti i minareti della città e tutti i muezzin hanno iniziato a cantare ed i grilli insieme cantavano e davano ritmo alla cosa. Allora ho preso il cellulare ed ho registrato. In sala prove abbiamo ascoltato questa traccia e ci siamo accorti che, miracolosamente, era nella stessa tonalità della canzone che stavamo registrando. “Laila” è una canzone che evoca gli spiriti, con queste voci che dal basso vanno verso il cielo. Quali progetti in corso e i progetti futuri? Lorenzo: beh intanto uscito questo nuovo CD, potremo finalmente iniziare a registrare altri brani, perché abbiamo già 13 pezzi più o meno pronti. Abbiamo anche un progetto musical-teatrale, teatro-canzone, che si chiama “La storia del postino che cercò Babbo Natale” è un racconto musicale ed anche parlato, commentato dalle immagini del disegnatore pesarese Paolo Savelli. Abbiamo anche un’App sviluppata da Francesco Deliro che è un nostro caro amico. Giovanni: la scelta di un’App nasce quasi casualmente e per noi è stata un’ottima opportunità per sperimentare quello che le nuove tecnologie possono offrire, soprattutto dal punto di vista della promozione. L’obiettivo è certamente essere più vicini a chi ci ascolta e a chi ci segue, ma soprattutto tentare di costruire un dialogo con il nostro pubblico non solo con la musica, ma anche con i nostri pensieri, con le nostre idee, con le riflessioni e le domande che ci poniamo ogni giorno.

Per seguire gli appuntamenti ricordiamo www.arbitrielegantiae.it www.facebook.com/arbitrielegantiae App Arbitri Elegantiae WHY MARCHE / 77


SPIRITO ///

D’estate la Cosa c’è di più rilassante di una lettura in spiaggia, sotto l’ombrellone, a due passi dal mare, con in sottofondo lo sciabordio delle onde che si infrangono sugli scogli? E, soprattutto, con la possibilità di scegliere direttamente lungomare il romanzo preferito? Da diversi anni sono attive lungo le spiagge marchigiane delle biblioteche“itineranti”, aperte a tutti, adulti e bambini, delle biblioteche mobili che offrono un servizio gratuito di prestito libri proprio lungo le rive delle spiagge della Regione. E così da Pesaro a Grottammare, passando per Senigallia, Palombina e Civitanova Marche, è facile imbattersi in casette di legno, gazebi allestiti o carretti ricolmi di volumi che attendono solo di essere scelti per far tuffare il lettore in un mare di storie e parole. BAIA FLAMINIA

SENIGALLIA Progetto “Ventimila libri da spiaggia”

Progetto “La biblioteca fuori di sé… in spiaggia”

PALOMBINA Progetto “Libri da mare” Provincia di ANCONA Provincia di PESARO-URBINO

L’iniziativa promossa dalla nota località balneare pesarese si protrarrà fino al 9 settembre presso 19 stabilimenti balneari (nel 2014 erano 10) della provincia. “Ad ogni bagno forniamo circa 120 libri spiega Ninna Cabiddu, coordinatrice delle Biblioteche di quartiere del comune di Pesaro - ognuno li dispone come preferisce: sopra tavolini, all’interno di gazebo, dentro alcuni cassetti”. Fino al 2 settembre, poi, tutti i lunedì e i mercoledì dalle 17,30 alle 18,30 presso sei stabilimenti balneari, anche i piccoli lettori di Baia Flaminia potranno godere delle letture ad alta voce, grazie all’instancabile impegno dei volontari Nati per Leggere. 78 / WHY MARCHE

Provincia di ANCONA

Fino a sabato 29 agosto presso il gazebo dello stabilimento balneare Sunset Beach di Palombina Nuova è attivo il progetto “Libri da mare”, tutti i martedì dalle 15 alle 18 e tutti i giovedì e i sabati dalle 9 alle 12.“I volumi disponibili per il prestito sono circa 400, divisi in romanzi per adulti e bambini”, fa sapere Emanuela Impiccini, direttrice della Biblioteca comunale Benincasa di Ancona.

Sulla spiaggia di velluto gira ormai da sette anni la Bibliomobile, il carrettino della Biblioteca Comunale Antonelliana dotato di ruote che va da Cesano a Marzocca. Dieci le tappe della Bibliomobile, tutte svoltesi nel mese di luglio. “Sono circa 400 i libri portati in spiaggia, di cui oltre il 60% per ragazzi di tutte le età - spiega Italo Pelinga, responsabile della Biblioteca. - Per fruire del servizio è sufficiente un documento d’identità e il prestito concesso è di 15 giorni”. Non solo turisti, ma anche senigalliesi e abitanti dei comuni vicini, soprattutto nonni con nipoti, si rivolgono al personale della Bibliomobile. Proprio ai bambini sono poi dedicate le letture animate in spiaggia.


DI ILARIA COFANELLI

lettura non va in vacanza SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Progetti “Imbarchiamoci in un mare di storie”e“Stories on the beach” CIVITANOVA MARCHE Progetto “Biblioexpress”

GROTTAMMARE Progetto “Biblioteca di spiaggia”

Provincia di ASCOLI PICENO

Provincia di MACERATA

Fino al 31 agosto è attiva a Civitanova Marche la “Biblioexpress”, giunta al sesto anno consecutivo. All’interno della caratteristica casetta di legno sulla spiaggia lungomare sud Largo Melvin Jones è possibile scegliere la propria lettura tra oltre mille volumi, divisi in narrativa per adulti e bambini.“Nel 2014 abbiamo realizzato circa 400 prestiti - commenta Tiziana Streppa, responsabile del progetto - inoltre organizziamo anche diverse presentazioni di libri. Negli anni passati abbiamo ospitato grandi penne del giornalismo d’inchiesta, come Christina Pacella o Norma Stramucci”. La casetta che ospita la Biblioexpress è aperta tutti i giorni.

Per il secondo anno consecutivo, presso il Circolo Velico Ragn’A Vela, in viale Rinascimento, tra le concessioni 71 e 71/bis, sono state organizzate delle letture animate in spiaggia. Mercoledì 26 agosto, alle 18, lettori volontari intratterranno bambini dai 3 agli 8 anni con letture animate. Per la prima volta quest’anno, poi, è stato organizzato l’evento “Stories on the beach”, letture ad alta voce in lingua inglese per bambini dagli 8 agli 11 anni. L’appuntamento è per mercoledì 19 agosto, ore 18, con Peter Pan. “Desidero sottolineare la preziosa collaborazione dei volontari Nati per Leggere - evidenzia Barbara Domini, responsabile della Biblioteca - senza cui queste iniziative non sarebbero possibili”.

Provincia di ASCOLI PICENO

Anche a Grottammare, fino al 31 agosto, è possibile fruire del servizio di prestito libri in spiaggia. Attiva dal 1999, l’iniziativa si svolge dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 18,30 e il sabato, la domenica e a Ferragosto dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18. “Per fruire del servizio - chiarisce Carmen Spagnolo, referente della Biblioteca comunale Rivosecchi - occorre iscriversi presso il casottino della Biblioteca, situato sulla spiaggia libera antistante Piazza Kursaal”. I libri disponibili per il prestito sono circa 500, compresi fumetti e riviste. WHY MARCHE / 79


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Tutt’altro che Morbido a cura di Alessandro Morbidelli

Da oggi la rubrica cambia. Una piccola svolta che è insieme un omaggio a un uomo che è esistito davvero. Una mini serie narrativa scritta solo per le pagine di Why Marche. Inedita. L’autore sono io, il vostro “tutt’altro che morbido”. In questa storia ci sono uomini. Ci sono cani. Ci sono respiri. E c’è la luce.

Meticcio [1] La

di Alessandro Morbidelli

luce È sempre una questione di luce. Come batte sugli oggetti, come scivola tra i movimenti del giorno che inizia, come accoglie e dimentica. Così cammini per il vialetto in ghiaia, con il cappuccio del giaccone alzato e le mani in tasca, e ti senti sollevato. Perché la luce di quest’alba non è una di quelle che pretende qualcosa in cambio. Sta dopo ‘l ponte delle piedre, la stradina che sale su pe ‘l monte. Me dici perché voi fa ‘sta robba? È ‘n omo cattivo, quello... Tu ci hai pure provato, a uscire al bar del paese. Ma sono tutti diversi da te. Hanno ereditato la spocchia del soldo in tasca, dell’aperitivo, della partita in pay tv. Tu lo odi, il paese. E non ti piace nemmeno casa di tuo nonno. Non tanto perché non c’è lo schermo ultrapiatto che avevi da te, no. È colpa dell’odore del camino spento. Della brace che si ingrigisce di cenere intorno al ceppo. È l’odore di qualcosa che si perde e che finisce. Di una presenza lontana da quello che sei sempre stato, l’emanazione di una possibilità che ti è sfuggita per difetto di nascita e che ormai non tornerà più. Tanto non studi e non fatighi, ‘n fai ‘n cazzo! Chi te sgaggia? Ce poi sta’ quanto te pare da nonno.

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La luce. È sempre una questione di luce. Quella arancione dei lampioni è l’amante notturna del cemento. E chiede sempre qualcosa in cambio. Ma è quella al neon dell’ingresso del Gazpacho a esserti costata di più. Nessun cemento da ricordare. Solo il volto coperto di sangue di quel ragazzotto sudamericano, quello che ti ha tirato un pugno perché hai fatto l’occhiolino alla ragazza dagli occhi d’ebano. E quella ha sorriso. La luce al neon ha messo in conto ogni singolo colpo con cui hai poi deformato i suoi connotati. Un tassametro fatto di fiato rotto e di urli tesi. La luce arancione è arrivata dopo, quando ti hanno detto che stavano arrivando gli altri e te la sei data a gambe. Era uno di quelli del Bahia. Lascia calmare le acque, questi vanno e vengono, ma adesso ancora è fresca. Non puoi stare da qualcuno, fuori Milano, per un po’? La luce. È sempre una questione di luce. Come quella della lampada in salotto, accanto al divano. L’altro giorno il vecchio si è addormentato con il giornale aperto sopra le gambe e la bocca spalancata. L’hai osservato per un bel pezzo. Ti sei impantanato tra le rughe e le macchie sulla fronte. Hanno suonato il campanello ed era Pierì. Tuo nonno non ha fatto una mossa. Allora quell’altro gli ha tirato un calcio sulla punta del piede. Poi punch al rhum, tra una bestemmia contro il governo e le questioni della terra. Alla fine è stato Pierì a dire che “quel matto de Natalì non je la fa più a sta diedro a tutti quei ca’...”. E tu hai guardato fuori dalla finestra e ti sei detto che da bambino l’avresti sempre voluto un cane. Ma non è proprio ‘n canile. È un recinto ‘ndo ce staranne ‘na trentina de ca’. È vent’anni che je sta diedro lu’, ma ormai è vecchio, non je la fa più. Ce devi anda’ de madina presto. Sta dopo ‘l ponte delle piedre... La luce. È sempre una questione di luce. Il fiato si stringe in una nuvola bianca mentre sali per la strada coperta di brina. Eppure abbassi il cappuccio del giaccone, perché vuoi vederla anche dai bordi, la luce. Poi li senti abbaiare. Uno svicolo di terra e di fango che scende laterale a un alto terrapieno. Folte siepi di pitosforo. Una radura che è più una pozzanghera. Una rete metallica alta due metri, coperta da ombreggiante verde, con una porta a cancello, e una casetta di legno, di quelle che per metterla in giardino hai bisogno del permesso. Loro sono lì dietro. Poi senti la ghiaia scricchiolare sotto le ruote della Panda. Fai giusto in tempo a toglierti dal vialetto. La macchina rossa si ferma a pochi centimetri dalla casetta. Ne scende un ometto piccolo e grinzoso come una noce, con i capelli bianchi e un cappello di lana in testa. La giacca a vento sembra di due taglie più grande. «Te chi sei? Que voi?» dice con una vocina sottile. «Ho sentito che le serve una mano, con questi cani...» rispondi. Rimanete fermi, a guardarvi negli occhi, non dite una parola. Il tempo dilata le voci dei cani. E la tua invece, rintanata nel petto, chiusa nella gola, si stringe. «Pia la pala, ché iniziamo a leva’la merda, dai...» La luce. È sempre una questione di luce. Quella del primo paio di occhi che vedi entrando. Meticci. Ti manca casa tua. Anche se non hai mai saputo, di preciso, dov’è che sia.

82 / WHY MARCHE

CONSIGLI DI LETTURA: “Ristrutturazioni” di Roberto Sturm (Italic/Pequod). Ci sono romanzi che hanno la capacità di stampare nella mente del lettore una serie di istantanee. Come la documentazione fotografica di un vecchio edificio da allegare a una pratica edilizia, per avere piena consapevolezza delle basi su cui poggiare i progetti futuri. Ecco, il romanzo di Roberto Sturm trattiene le potenzialità compresse dei protagonisti, cinquantenni “che da soli, o in coppia, non sanno ancora cosa e soprattutto chi vogliono dalla vita, come se fosse un esercizio troppo faticoso”. Ristrutturare è meno faticoso che ricostruire, per questo il castello di carte cresce con la vertigine che non tutto sia perduto. Le storie degli uomini e delle donne che vivono questa Ancona nascosta, in silenzioso affacciarsi sul mare, sanno che le fondamenta delle proprie relazioni sono ormai sgretolate, eppure sperano di potervi costruire sopra. In bilico. A passi incerti. Come chi cammina in avanti, guardando all’addietro.



SPIRITO ///

IO VIAGGIO DA SO Fare scelte consapevoli con l’afa di luglio è impresa straordinaria per i più, decidere la meta delle ferie d’agosto (è mai possibile che ancora esistano nel 2015?), se non si è avuto la sensata razionalità di pianificarle a febbraio, è faccenda impossibile da districare. All’inizio eviti facilmente le domande dei colleghi che, alla macchina del caffè, ti chiedono “allora dove vai in vacanza quest’anno?”, hanno delle aspettative su di te e sui tuoi viaggi o hanno tirato fuori un argomento qualsiasi, ieri il caldo insopportabile, oggi le vacanze? Poi cominci ad accorgerti che le loro domande non sono interessate ma tendenziose. Dimmi cosa farai tu così io ti potrò umiliare con i miei progetti megalomani. “Mah ancora devo decidere…non so” “Capisco. Io farò il tour dell’Islanda in mini van a caccia di geyser” “Bah è ancora presto, deciderò più in là” “Noi andiamo in Tanzania a fare un Safari fotografico di quindici giorni, mio marito si è già comprato una Canon SD2033 con tre obiettivi di ricambio. Ah l’Africa! Se ci vai una volta poi non puoi fare a meno di tornarci”. Diventi consapevole della tua posizione solamente quando ti chiama Luigi “Oh!?!? Deciso niente per le vacanze? Noi stiamo prenotando un appartamento a Gallipoli, siamo in otto, tutte coppie, ma la casa ha un letto in più e se vieni anche tu sono solo 450 euro a testa invece che 470! Daaaai ci divertiamo!!!!” Allarme rosso, sei davvero così disperato? Otto giorni alle ferie. Tic tac tic tac. Ti ricordi di lontani parenti che vivono in Calabria e tenti approcci maldestri al telefono pur di scroccare un invito misero a passare le vacanze da loro, tra il mare cristallino e la parmigiana di melanzane. “Gioia mia, grazie di aver chiamato zia Concetta è venuta a mancare tre anni fa! La casa l’abbiamo venduta e ci siamo trasferiti a Milano!” Ti rechi in un’agenzia che ti offre un pacchetto low cost: viaggio in pullman, Germania, cammino delle fate e visita al campo di concentramento di Dacahu con quarantadue arzilli vecchietti che organizzano tornei di burraco e ti raccontano storie della guerra. No. Chiami Manuela, che vive in un’isoletta della Grecia da quattro anni e pregusti già il sapore delle suo “certo

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vieni pure”. “Tesoro sono in Giappone per lavoro quel periodo, perché non vieni a set-tembre?” Matteo? Forse Matteo… “Sè.. le ferie!?! Sto in cassa integrazione da un anno! Chi ce li ha i soldi per le ferie!?!? Beati voi! Io quest’anno me ne sto in giardino bello spaparanzato a fare grigliate e bere birra! Perché non passi una sera?” Ilaria e Carlo hanno una bimba di sei mesi, Monica non la sento da quattro anni, i miei vanno in campeggio come tutti gli anni. Deciso, quest’anno io viaggio da solo. Zaino in spalla e meta imprecisata. Deciderò all’ultimo, il giorno prima di andare in ferie magari, prenderò il primo treno, il primo aereo, il prima passaggio bla bla car che mi porti verso l’avventura. Che in fondo mi sono stancato delle vacanze coi google doc condivisi da Lorenzo, che ti spiega punto per punto cosa fare e quando, quanto smezzeremo di benzina e quante ore di riposo ci vorranno tra una meta e l’altra del mitico viaggio on the road che mi aveva millantato. Zero ansie, zero paturnie, voglio trovarmi in posti mai visti prima con persone mai viste prima. Voglio vedere i fiordi in Norvegia con l’alba negli occhi e chiedere informazioni a due vecchietti a Carcassonne. Voglio svegliarmi in camerate d’ostello di fianco a giapponesi sempre perfetti e inglesi chiassosi. Voglio sorridere alla tipa del bar che mi serve un pitufo in una calle al centro di Granada con l’Alhambra che mi guarda maestosa. Voglio perdermi nelle stradine di Instanbul o tra i vicoli di Marrakesh. Voglio godermi un festival in un’isola del nord e conoscere ragazzi danesi con cui parlare dei dischi che ci hanno cambiato la vita. Voglio riuscire a godermi la strada, come suggeriscono le citazioni di nonsochi che la gente pubblica su sfondi tramonto su facebook. Voglio iniziare un diario di viaggio, così da potermi fermare a bere una birra in un tavolo all’aperto in uno dei tanti bar di Salonicco e avere quell’aria bohemien che hanno quelli che scrivono nei bar all’aperto. Voglio lasciare a casa l’ipad e portarmi il blocco dei disegni e schizzare ritratti dei passanti a Lisbona. Non voglio litigare con sei persone per capire cosa mangiare a cena, no carboidrati, no veg, no pesce, no carne. Non voglio dover pronunciare la frase: “va bene, facciamo così, ognuno va dove gli pare e ci troviamo in


DI ANDREA COZZONI

A SOLO hotel stasera”. Non voglio portarmi dietro i problemi di Alice e del suo ragazzo, non voglio vederli litigare e tenersi il muso per tre giorni, non voglio vedere Marco sempre entusiasta che propone partite di beach volley alle due del pomeriggio. Voglio non avere l’ansia di dover conversare con qualcuno a tutti i costi, voglio poter restare in si-lenzio a guardare il mare. Voglio avere paura di perdermi e ritrovare la strada. Chissà dove andrò quest’anno in vacanza?

WHY MARCHE / 85


SPIRITO ///

AGOSTO - SETTEMBRE

Il proverbio Misura e pesa, non avrai mai contesa Un giorno accadde 5 agosto 1884. Viene posata a New York, su Bedloe’s Island (oggi Liberty Island), la prima pietra della Statua della Libertà. Completata l’anno successivo e inaugurata nell’ottobre del 1886, è diventata il monumento simbolo non solo della città di New York, ma degli interi Stati Uniti d’America.

Ho sognato… ... L’allegria – 49 – “Gente allegra il ciel l’aiuta”, dice il proverbio. E in effetti si tratta di uno stato d’animo contagioso che ben dispone gli altri nei nostri confronti e che ci aiuta a superare nel migliore dei modi doveri e impegni quotidiani. Anche in sogno l’allegria ci libera dalle preoccupazioni, restituendoci il buonumore. Se sogniamo di sentirci allegri, vuol dire che ci stiamo liberando delle tensioni accumulate durante il giorno, ma pure che amore e affari viaggiano a gonfie vele. Essere allegri per un avvenimento denota invece armonia e complicità con i propri amici.

Barbanera buongustaio Panzanella Pasticciata

Tempo (min.): 20 Difficoltà: Facile Calorie per porzione: 330 INGREDIENTI (per 4 persone): 4 fette da 100 g di pane raffermo - 2 ciuffi di basilico - 1 cucchiaio di origano - 10 filetti di acciuga sott’olio - 4 pomodori maturi 1 mozzarella - 100 g di tonno sott’olio - mezzo bicchiere di aceto mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva - sale - pepe. Tagliare il pane a dadini, bagnarlo in acqua fredda e strizzarlo con le mani, sbriciolandolo in un’insalatiera. Condirlo con alici, pomodori e mozzarella tagliati a pezzettini, origano, basilico olio e aceto. Salare, pepare, mescolare e 8 6tritato, / W H Y tonno M A R C H sbriciolato, E servire come primo piatto o, in piccole quantità, come antipasto.


BUONE ECOPRATICHE tra Estate e Autunno

CONSUMARE MENO ENERGIA UNA PARETE NON PROTETTA DALLE PIANTE RAMPICANTI IN ESTATE RAGGIUNGE ANCHE I 60°C, MENTRE UNA PROTETTA SOLO 30°C. MEGLIO ALLORA FAR CRESCERE L’EDERA SUL BALCONE E RIEMPIRLO DI PIANTE: IN QUESTO MODO, D’ESTATE SI UTILIZZERÀ DI MENO IL CONDIZIONATORE. SE INVECE SI È COSTRETTI A USARLO, È BENE RICORDARSI DI IMPOSTARE IL TERMOSTATO IN MODO CHE LA DIFFERENZA DI TEMPERATURA TRA INTERNO ED ESTERNO NON SUPERI I 6°C: SI GUADAGNERÀ IN SALUTE, SI RISPARMIERÀ SULLA BOLLETTA E SI INQUINERÀ DI MENO, EMETTENDO UNA MINORE QUANTITÀ DI CO2 NELL’ATMOSFERA. QUALI FORNELLI PER RISPARMIARE SE SI DEVE SOSTITUIRE IL VECCHIO FORNELLO ELETTRICO, È BENE PREFERIRE UN FORNELLO A GAS: IN QUESTO MODO SI POSSONO ABBATTERE I COSTI DEL 60%! SE NE PUÒ ANCHE SCEGLIERE UNO CON PIASTRE IN VETROCERAMICA, CHE GARANTISCONO UN RISPARMIO DEL 10% O, MEGLIO ANCORA, UN FORNELLO A INDUZIONE, CAPACE DI DIMEZZARE I TEMPI DI COTTURA E DI RIDURRE IN MODO SIGNIFICATIVO IL CONSUMO ENERGETICO. IL FORNO VENTILATO, INOLTRE, SE LO SPORTELLO HA UN BUON ISOLAMENTO TERMICO, CONSUMA FINO AL 30% IN MENO. PESCANDO QUA E LÀ! PIEDI PERFETTI PER I SANDALI DA UN’ESTATE ALL’ALTRA, SANDALI E INFRADITO SONO I GRANDI PROTAGONISTI DELLA MODA. IMPORTANTE PERÒ, PER INDOSSARLI AL MEGLIO, CHE I PIEDI SIANO MORBIDI E CURATI. PER QUESTO È UTILE FARE OGNI SERA UN PEDILUVIO NATURALE CON INGREDIENTI DA ACQUISTARE IN ERBORISTERIA. DI GRANDE EFFICACIA L’INFUSO PREPARATO CON UNA MANCIATA DI FIORI DI LAVANDA IN DUE TAZZE DI ACQUA. SI FILTRA, POI SI VERSA NELL’ACQUA TIEPIDA DEL PEDILUVIO, AGGIUNGENDO ANCHE UN CUCCHIAIO DI SALE MARINO. SI TENGONO I PIEDI A BAGNO PER QUALCHE MINUTO E POI SI SCIACQUANO BENE. DOPO AVERLI ASCIUGATI, SI MASSAGGIANO CON QUALCHE GOCCIA DI OLIO DI SESAMO.

L’oroscopo di Barbanera Ariete Un obiettivo mancato vi infastidisce non poco ma, anziché restarvene lì a piangere sul latte versato, da buoni Ariete raddoppiate gli sforzi per ripartire.

Cancro Riuscirete a ottenere i riconoscimenti che vi spettano. Per indole agite sempre in sordina, ma non si può fare a meno di notare le vostre numerose qualità.

Bilancia Intuizioni originali e ispirazioni creative da tenere in caldo. Non svelate strategie e progetti fino a che le condizioni non vi permettono di attuarle.

Capricorno Finalmente si fa strada la possibilità di dare il via a un progetto che vi sta molto a cuore da tempo e che in passato non aveva ricevuto approvazione.

Toro Una persona vi intriga e la state tenendo d’occhio da molto tempo? Una dichiarazione in prima persona, o magari mediata da amici, dissolverà ogni dubbio.

Leone Il partner funge da specchio, evidenziando con chiarezza sia i lati luminosi sia le ombre del vostro carattere. Non vi resta che restituirgli il favore!

Scorpione Riceverete una proposta molto convincente, da accogliere senza esitazioni né ripensamenti, specie se siete alla ricerca di un nuovo posto. Le sfide vi intrigano.

Acquario Le attività in cui potete dare libero sfogo alla vostra originalità vanno a gonfie vele, mentre le mansioni di routine rischiano di interrompersi a metà.

Gemelli Vi muoverete con una notevole disinvoltura tra vecchie e nuove conoscenze. In ogni caso, sarà preferibile puntare più sulla comunicazione che sull’immagine.

Vergine C’è massima complicità e sintonia sia con il partner sia con gli amici: vi capite al volo. Tutto ciò che organizzerete insieme vi riuscirà a meraviglia.

Sagittario Vita sociale e sentimentale dai ritmi intensi. La fama di conquistatori vi precede in ogni ambiente: i single v’invidiano, chi è in coppia invece... vi teme!

Pesci Un’amicizia si sta trasformando in qualcosa di più profondo e intenso. Per ora non ne parlate, ma a voi tocca la scelta: dare l’ok o... cambiare capitolo!

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SPIRITO ///

AGOSTO - SETTEMBRE EVENTS AGOSTO

- dall’ 01 al 09 Agosto >> Summer Jamboree - Senigallia - 02 Agosto >>Quintana di Ascoli - Ascoli Piceno - 02 Agosto >> Festa del Covo di Campocavallo - Campocavallo di Osimo - Dall’8 al 15 Agosto >> Festival Internazionale del Folklore Terranostra - Apiro - dal 10 al 23 Agosto >> 36° edizione Rossini Opera Festival - Pesaro - 12-13 Agosto >> Montedinove sapori e arte - Montedinove - 14-15 Agosto >> Cavalcata dell’Assunta - Fermo - Ferragosto >> La Festa del Duca - Urbino - 16-17-18-19 Agosto >> Templaria Festival - Castignano - dal 27 al 30 Agosto >> XXVIII Biennale Internazionale dell’umorismo nell’arte - Tolentino SETTEMBRE

- dal 4 al 20 settembre >> Festival Pergolesi SpontinI - Jesi - dal 4 al 6 Settembre >> XIV edizione della Festa del Rosso Conero - Camerano - 11, 12, e 13 settembre >> Festival Internazionale del brodetto e delle zuppe di pesce - Fano - 13 Settembre >> Spalmabili d’Italia - Visso - dal 17 al 20 Settembre >> Pane Nostrum - Senigallia - dal 25 al 27 Settembre >> Festa dell’Uva - Arcevia - 26 e 27 Settembre >> Agricoltura in festa - Tolentino

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