Rivista sala operatoria aprile 2014

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Chirurgia Vascolare di Roberto Delfrate

Chirurgia emodinamica conservativa e mininvasiva delle varici degli arti inferiori ad origine pelvica

L

a chirurgia emodinamica conservativa trasforma l’approccio diagnostico e terapeutico rispetto ad ogni terapia demolitiva, proponendo soluzioni conservative, grazie al diverso livello di studio e comprensione delle caratteristiche emodinamiche del sistema venoso di ogni singolo paziente.

Pur nella consapevolezza che ogni soluzione proposta al problema rappresenta un compromesso, quella della strategia emodinamica conservativa è - a mio giudizio di oggi, sulla base delle evidenze scientifiche e dell’etica - una risposta terapeutica equilibrata alla patologia. Una risposta terapeutica nel rispetto dell’integrità del sistema venoso del paziente e nel rispetto del suo patrimonio safenico, al fine di garantire una funzione venosa normale, necessaria a svolgere i tre compiti a cui il sistema venoso è preposto:

26 Roberto Delfrate, Responsabile Unità Operativa di Chirurgia Casa di Cura Figlie di San Camillo di Cremona

1. drenaggio dei tessuti 2. precarico cardiaco destro 3. termoregolazione Gli elementi chiave di successo sono: l’evoluzione delle conoscenze (conseguenza degli studi emodinamici), coniugata a una maggiore offerta di opportunità formative, per potere far crescere la cultura emodinamica anche fra i medici di famiglia; la continua ricerca di innovazione tecnologica per offrire alla terapia strumenti sempre migliori, come nel caso delle dissezioni chirurgiche videoassistite o delle dissezioni chirurgiche ecoguidate. Elemento centrale del sistema emodinamico è la cartografia emodinamica, basata sull’identificazione degli shunt per individuare: > uno o più punti di fuga (punti patologici), sede di salto di compartimento. > vie di fuga > punti di rientro (punti difensivi del sistema venoso che riportano gli eccessi di flusso nelle vene profonde). Il trattamento dei punti di fuga ed il rispetto delle vie di fuga e dei punti di rientro sono la base del sistema terapeutico. Emodinamicamente, si parla di deconnessione degli shunt, con la finalità di eliminare la pressione di shunt e frazionamenti di colonne di pressione idrostatica, con l’obiettivo di riequilibrare la pressione transmurale. La pressione transmurale è la pressione da cui dipende la corretta attuazione del drenaggio dei tessuti. La dilatazione venosa è considerata come una conseguenza dell’incremento della pressione transmurale. Al riequilibrio della pressione transmurale seguirà un recupero del calibro delle vene ed un recupero estetico, secondo la capacità elastica residua della parete venosa e dei tessuti perivenosi. Quando si parla di punti di fuga, si pensa normalmente a vene perforanti o alla valvola terminale della cross safenofemorale o safenopoplitea. Esiste però la possibilità concreta di punti di fuga extrasafenici, rappresentati


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