Voce pasqua 2017

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Anno VI n. 32 / Pasqua 2017

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

Il Percorso della Settimana Santa

L' Angolo di Don Giuseppe

Pasqua: "Siete risorti con Cristo." Ma si vede?

Domenica delle Palme: -Benedizione delle Palme ore 10.15 sul sagrato della Chiesa -Santa Messa solenne ore 10.30 Giovedì Santo: -Messa Crismale in Cattedrale a Bari ore 10.00 -Messa in Coena Domini ore 18.00 Venerdì Santo: -Ufficio delle Letture e Lodi ore 9.00 -Adorazione Eucaristica dei ragazzi ore 10.30 -Celebrazione della Passione del Signore ore 16.00 Sabato Santo: -Ufficio delle Letture e Lodi ore 9.00 -Confessioni dalle ore 17.00 alle 19.00 -Veglia Pasquale ore 22.00 Domenica di Pasqua: -Sante Messe secondo gli orari domenicali (7,30 e 8,30 in San Francesco, ore 9.00 e 10.30 in Santa Lucia) -Battesimi nel corso della Messa delle 10.30

L'annuncio della Pasqua dovrebbe risuonare in tutti i modi e in tutti i luoghi dove sono presenti i cristiani, perché è il fondamento della nostra fede. Ma è proprio così? Soprattutto è proprio visibile che siamo "il popolo dei risorti", che siamo passati da morte a vita? Le comunità cristiane dovrebbero esplodere di gioia per la consapevolezza di essere testimoni di Cristo Risorto e che ognuno di noi è diventato "nuova creatura". L'impressione è che manca questa consapevolezza, per cui spesso le nostre comunità sono scialbe, incolori, stanche, poco incisive, quasi insignificanti. Prendiamo le liturgie domenicali, dove diciamo tante volte che celebriamo Cristo Risorto dai morti, vivente in mezzo a noi. Spesso c'è cosi poca attenzione, così scarso entusiasmo che non si dà proprio l'idea che celebriamo un vivente: si arriva in chiesa con ritardo, dopo la prima lettura, ma anche dopo la seconda e dopo ancora. E durante l'omelia sbadigli, suono dei telefonini, bisbiglio. Si va alla comunione con le mani in tasca,

Don Mimì

elargendo sorrisi e saluti a destra e a sinistra. E si va via come razzi, appena sentito il fatidico congedo: "Andate in pace". E non

Miei cari, vi porto e vi porterò sempre nel mio cuore: la prima croce non si scorda mai!!!

parliamo se ci sono i battesimi: tutti si sentono infastiditi, perché la Messa dura 10 minuti in più. E ci diciamo comunità! Eppure non costa nulla arrivare per tempo e anche in anticipo. Ci sono luoghi, per esempio lo stadio, dove si paga per avere un posto e ci si sbriga per vedere la partita fin dall'inizio. Per le gite ci si alza a notte fonda per non perdere il pullman. Allo stadio si

.. s...ps. p . . . s p ... Ps...ps .

grida di gioia se fa goal la squadra del cuore, sul pullman si manifesta l'allegria dello stare insieme, con canti d'esultanza improvvisati. E tutto... per un pallone, per una gita! Invece non poche volte in chiesa, la domenica, assistiamo a canti melensi (quando si canta!) e stravecchi, a preghiere dette stancamente (quando non si tiene la bocca serrata!), con poco slancio e calo-

ps...

Nelle pagine interne in seconda:

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re, mentre si dovrebbe sentire un boato. Eppure non celebriamo

In ascolto del Maestro un morto, ma un vivente, anzi il VIVENTE! E dire che ci preoc- Controvento si può cupiamo della ri-evangelizzazione, del riavvicinamento dei lonta- Brevi di vita parrocchiale ni, dell'attirare i giovani. Ma tutto questo comincia da quello che

-in terza:

Ma sappiamo davvero perdonare? E se la catechesi fosse arricchimento? e stanca dopo l'incontro con il Signore e la Comunità, che cosa Letto per voi/ Il prezzo dell’onore si legge sulla faccia di chi esce dalla chiesa, dopo una celebrazione vissuta con fede ardente. Se l'espressione del volto è triste

si dirà là dove si vive o a chi si incontra? Certo, il prete che presiede non ha colpa, anzi lui stesso rischia di subire la mancanza di entusiasmo di una assemblea indifferente. Fa un certo effetto sentire il tono raccolto e partecipe del prete e le risposte sospirate, se non rassegnate o mute, di gran parte dei fedeli, come se non li riguardasse. In questi casi, più che l'animazione liturgica, sarebbe necessaria la ri-animazione. Risorgiamo! BUONA PASQUA!

-in quarta:

Con Cristo dalla parte dei poveri Inaugurazione dell’anno giudiziario Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


In ascolto del Maestro

Il 20 marzo u.s., nella nostra Parrocchia si è tenuta, a cura del Parroco don Giuseppe, la lectio divina interparrocchiale per gli adulti dell’Azione Cattolica con una riflessione sul brano delle Beatitudini dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 5, 1-12). Mettersi all’ascolto di queste parole di Gesù è come ascoltare una sinfonia, che avvolge il cuore e l’intera persona. Esse sono difficili da capire in profondità e, conseguentemente, da vivere. Per riuscire in entrambe le cose, bisogna entrarci e guardarle dall’interno, come avviene per un codice criptato. Questo può avvenire solo se guardiamo a Gesù. Queste parole infatti, il Signore non le ha solamente pronunciate, ma le ha vissute nei suoi comportamenti e nelle sue scelte; esse, prima che un ideale per il cristiano, descrivono la stessa persona del Salvatore. Le Beatitudini, dunque, non costituiscono la promessa di un cambiamento delle concrete situazioni attuali di sofferenza, ma intendono suggerire una chiave di lettura delle situazioni, un criterio di valutazione nuovo.

Nelle Beatitudini è contenuta come una sfida, un pungolo al fare; ed è proprio questa spinta, che ci costringe a non intendere le Beatitudini né come ideale né come promessa, ma semplicemente come… Beatitudini, cioè come “traguardo di felicità spirituale”!. È la sfida della gioia. Una gioia che, certo, ci è promessa per il futuro nell’unione con Dio, ma che è anche possibile sperimentare già da ora in un modo nuovo di vivere, nella prospettiva che Dio ci ama e che, a differenza del mondo, dei suoi beni e delle sue apparenze di successo, è fedele alle sue promesse e queste, non potranno che essere portate a compimento, a prescindere da qualsiasi situazione, in cui ci si possa venire a trovare. «Beati i poveri» quindi significa sì mettere al centro della nostra attenzione i poveri, ma soprattutto, nella prospettiva dell’Evangelista S. Matteo, comprendere che il “povero di spirito” è chi si fida di Dio e da Lui si attende tutto. Attenzione però! Il fidarsi di Dio, il mettere al centro della vita la possibilità di ricevere tutto da Lui non deve farci piegare nella situazione intimistica di un generico distacco dai beni terreni. Al contrario, la consapevolezza del dono deve spingerci ad un atteggiamento pubblico, per realizzare, qui e ora, il contenuto delle altre Beatitudini: la misericordia, la costruzione della pace, della giustizia ecc. La preghiera del «Padre Nostro» e il canto hanno contribuito a fare di questa celebrazione qualcosa di veramente spirituale e coinvolgente.

Dare felicità ai bimbi malati? "Controvento" si può! Giovedì 30 marzo il Centro Caritas della nostra Parrocchia ha ricevuto la visita di personale dell’Associazione CONTROVENTO, che ci ha contattato mediante la ASL, per la creazione di una rete di collaborazione a favore dell’inserimento e dell’accoglienza dei minori con disagio psicofisico presenti sul territorio e per l’aiuto alle famiglie, anche con l’organizzazione di corsi specializzati. Le due operatrici, che ci hanno incontrato e che si occupano di clownterapia e intrattenimento (anche in ospedale – per es. nel reparto di Pediatria dell’Ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti), hanno avuto il piacere di donarci per i bambini dei nostri assistiti dei peluche con i quali avevano addobbato l’Albero della Vita lo scorso Natale alla Pro Loco di Sanmichele di Bari.

Rocco Barbalinardo

Brevi di vita parrocchiale Via Crucis & Dintorni: le iniziative dei Gruppi Interparrocchiali Il 3 marzo scorso, a cura della Commissione interparrocchiale delle famiglie si è svolta la Via Crucis cittadina per tutte le famiglie di Gioia. Nonostante l’inclemenza del tempo si è registrata una buona partecipazione da parte delle famiglie, che, con i loro componenti ( mamma, papà, figli, nonni ), hanno animato le nove stazioni programmate. In ogni stazione oltre a brani biblici sono stati letti spunti di riflessione utili per la famiglia dei nostri giorni, sempre in linea con il tema della stessa stazione. Il giorno 31 marzo, invece è stata la volta della Via Crucis cittadina dei Giovani, aperta anche al resto della cittadinanza, come momento di riflessione quaresimale e di preghiera per una fascia di popolazione spesso trascurata o a volte lontana dalle buone pratiche cristiane. Per il 23 aprile, probabilmente presso la Parrocchia del Sacro Cuore, dalle ore 17,00 alle ore 20,00 è previsto un incontro con le famiglie delle parrocchie di Gioia ( genitori e figli compresi ) per uno scambio di esperienze, per un rilancio del ruolo delle famiglie all’interno delle singole comunità parrocchiali e per una condivisione di momenti ludici e conviviali.

Anche la Chiesa di Santa Lucia ha il suo Foglio di Identità Territoriale Il 25 febbraio scorso, a cura del laboratorio di idee ‘ Il Faro ‘ di Gioia è stato presentato il sesto Foglio di Identità Territoriale riguardante la nostra Chiesa. Il testo del Foglio, che è stato scritto dal dott. Walter Ivone e tradotto in lingua inglese dal prof. Lorenzo Donvito, si avvale di alcune foto a cura dello stesso autore e del sig. Mario Di Giuseppe. A cura dello stesso laboratorio sul lato sinistro del prospetto della Chiesa di Santa Lucia è stato posizionato un pannello che contiene le notizie riguardanti l’edificio sacro riportate sul Foglio di Identità Territoriale a vantaggio dei turisti e di ogni cittadino. Pag.2

Francesco Giannini


Ma sappiamo davvero perdonare? Nel periodo quaresimale siamo tutti invitati a riscoprire il sacramento della riconciliazione, a rivedere il nostro rapporto con Dio e con gli altri. Chiediamo perdono a Dio, spesso pretendiamo che il sacerdote ci dia l'assoluzione, ma poi siamo disponibili a perdonare gli altri? Sappiamo riaccogliere con benevolenza chi ci ha fatto del male, mettendo da parte le sue mancanze? Oppure siamo sempre sospettosi, sempre vigili, pronti a controllare ogni sua mossa, ogni sua parola per coglierlo in errore? Siamo pronti a trovare mille attenuanti per le nostre mancanze, ma poi a volte ci mostriamo intransigenti verso le colpe degli altri. Siamo pronti a litigare per la precedenza perfino quando siamo in fila davanti al confessionale. Perdonare non vuol dire dimenticare il male commesso, fingere che non sia mai accaduto, ma neanche rammentare continuamente al peccatore il proprio errore. Perdonare significa dare una nuova possibilità a chi ha sbagliato, nonostante l'errore commesso. Dio non pretende che siamo perfetti, conosce le nostre debolezze e ci chiede di provare a superarle con il suo aiuto. Conosce il nostro cuore, ci ama come siamo, nonostante i nostri difetti e i nostri errori. Un amore totale che noi raramente riusciamo a dare. La sincerità del perdono o del rammarico per il male commesso comunque è un qualcosa che solo Dio conosce. Anche i sacerdoti possono solo fidarsi delle nostre parole per aiutarci a comprendere i nostri errori e a tornare in pace con Dio. Non sta a loro giudicarci. E non sta a noi giudicare loro se commettono qualche errore o se nel loro ministero non sono sempre come noi li vorremmo. Spesso siamo solo pronti a criticare ogni loro azione, pretendiamo che debbano essere sempre perfetti, disponibili per noi 24 ore su 24; non ammettiamo che possano avere un cedimento, uno scatto d'ira, farci un rimprovero o un'osservazione che riteniamo fuori luogo. Dimentichiamo che sono persone fragili e fallibili come noi, non siamo capaci di accoglierli con amore, accettando anche i loro piccoli difetti. Nel Padre Nostro c'è scritto "rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori", ma spesso ne dimentichiamo la seconda parte; pretendiamo il perdono per i nostri peccati senza sforzarci di dare il nostro, senza astenerci dal giudicare gli altri o cercare di comprendere i loro errori.

Cronache catechistiche

E se la catechesi fosse arricchimento? Il servizio di catechesi non è sempre facile in mezzo a tanti impegni, alcuni “doverosi” come le fatiche del lavoro, l’organizzazione delle attività familiari e la cura dei figli. E s’insinua spesso un filo di ansia, di scoraggiamento e soprattutto di inadeguatezza: ne sono davvero capace? Ho le giuste motivazioni? Davanti ad obiettivi importanti da raggiungere c’è chi recupera energie tra le leccornie di una pasticceria, chi sperimenta sport o tecniche orientali..Noi cristiani dovremmo affidarci a risorse più incisive. La prima è sicuramente il nostro personale rapporto con il Signore. Come afferma il Papa: “Uniti a lui possiamo portare frutto”. La seconda risorsa è la consapevolezza della bellezza della nostra fede. Sempre il Papa dice ai catechisti “ anche se a volte può essere difficile, ci si impegna e non si vedono i risultati, educare alla fede è bello. È forse la migliore eredità, che noi possiamo dare:” Offrire agli altri il messaggio di salvezza diventa un’ esigenza interiore, la condivisione di un dono ricevuto. La terza è la comunità, di cui facciamo parte. Qui dovremmo trovare un sorriso condiviso o qualcuno con cui sfogarsi. Ultima, ma non per rilevanza, tengo ad aggiungere un’altra fonte di motivazione per me molto importante: i bambini che incontro insieme ad Enza il sabato pomeriggio. Pur tornando a casa puntualmente senza voce, il gruppo di terza elementare, che segue il cammino verso la prima Riconciliazione, momento in cui incontreranno l’infinita misericordia del Signore, mostra un’entusiasta curiosità e una gioiosa voglia di conoscere Gesù, il loro “amico speciale”. È davvero bello sentir dire: “non vedo l' ora che arrivi il prossimo incontro”. E la responsabilità di coltivare questo entusiasmo, mantenerlo vivo e renderlo fecondo non è una fatica ma un grande arricchimento!

Marina Capodiferro

Gianni Capotorto

Letto per voi/Il prezzo dell' onore/ Rocco Barbalinardo/Editore PubMe/Formato EPUB Dopo la raccolta di racconti gialli "Chi ha ucciso Babbo Natale", Rocco Barbalinardo si cimenta in una storia familiare condita di giallo, sempre in bilico tra realtà storica e invenzione letteraria, che, affidando al veterinario Aldo Torres l'onere di indagare sulle vicende della sua famiglia, ne svela i torbidi intrecci con la storia locale. Un romanzo ispirato agli articoli di Francesco Terzulli sulla presenza di un campo di concentramento per ebrei nel territorio di Gioia del Colle durante la Seconda Guerra Mondiale. Lector in fabula Pag.3


Con Cristo dalla parte dei poveri

Il giorno 4 marzo si è tenuta nella nostra cittadina la consueta “colletta alimentare” per i poveri. Un’iniziativa, che trova sempre più largo consenso (basti pensare che, a fronte dei 17 quintali di generi raccolti lo scorso anno, quest’anno ne sono stati ricavati 27), perché aumenta la consapevolezza che bisogna dare più senso al nostro essere comunità e aiutarsi tutti. I nostri volontari erano presenti in cinque supermercati della nostra cittadina e hanno constatato non solo la grande collaborazione dei clienti, che hanno donato svariati generi di prima necessità, ma anche degli esercenti, i quali hanno collaborato con entusiasmo in vari modi:

dalla fornitura di ciò, di cui gli stessi volontari avevano bisogno (l’esempio più banale è quello della messa a disposizione di scatoloni di cartone per appoggiarvi ciò che veniva donato), fino alla riproduzione dei nostri volantini, per diffondere la conoscenza dell’iniziativa, e alla personale partecipazione alla colletta. Da parte dei volontari l’esperienza è stata vissuta con entusiasmo e, anche se non si può non parlare di un iniziale riconoscimento della fatica, tuttavia i risultati positivi hanno portato a comprendere che, in occasioni come queste, ci si può entusiasmare anche. Ciò che è stato fatto però deve spingerci ad andare oltre il gesto materiale e indurci a scoprire un significato più profondo di quello, che, come Chiesa, siamo chiamati a fare. Vedere il prossimo, capire quali sono le sue reali esigenze e incontrar-

lo, cioè prendersi a cuore la sua sorte. In realtà però noi sappiamo che nel prossimo, specialmente se povero e/o sofferente, noi scopriamo la presenza di Cristo e il suo essersi fatto carne per noi. Non a caso, qualcuno ha detto che la Croce del Salvatore ha due bracci: con quello verticale Dio unisce il Cielo con la terra, mentre con quello orizzontale fa sì che tutti i Suoi figli si sentano uniti fra loro e nel Suo abbraccio. Rocco Barbalinardo Per il Gruppo Caritas

L' ANGOLO DEL D. V.

Inaugurazione dell’ anno giudiziario del Tribunale di Appello di Benevento Il giorno 20 marzo 2017 vi è stata l’inaugurazione del Tribunale di Appello di Benevento, a cui fa riferimento il nostro Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese. A tenere la prolusione quest’anno è intervenuto il card. Coccopalmerio del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, cioè di quel dicastero della curia romana deputato alla redazione delle norme universali e alla interpretazione autentica della norme. Egli si è intrattenuto sul tema “Il cap. VII della Amoris Laetitia”. Il suo testo si è articolato su cinque argomenti: 1) L’esposizione della dottrina della Chiesa relativamente a matrimonio e famiglia; 2) L’atteggiamento pastorale della Chiesa verso quelle persone che si trovano in situazioni non regolari; 3) Le condizioni soggettive o condizioni di coscienza delle diverse persone nelle diverse situazioni non regolari e il connesso problema della ammissione ai sacramenti della Penitenza e della Eucaristia; 4) La relazione tra dottrina, norma generale e persone singole in situazioni particolari; 5) L’integrazione, cioè la partecipazione alla vita della Chiesa e anche alla ministerialità della Chiesa da parte delle persone, che si trovano in situazioni non regolari. Premura principale del relatore è stata quella di dimostrare che la dottrina contenuta in quel capitolo è del tutto coerente con la dottrina precedente della Chiesa. Si è trattato se mai di un linguaggio nuovo, di una nuova sensibilità, ma non vi è stata affatto una rottura con la dottrina insegnata dai passati pontefici. Per quanto riguarda l’ammissione al sacramento della Penitenza e dell’Eucarestia, è rispettata la dottrina del sincero pentimento ed il proposito di cambiare vita, come pure la dottrina della grazia santificante dell’Eucarestia. Il relatore ha tenuto a sottolineare che il fedele, che è in peccato grave e, pur potendo, non muta la sua condizione, è escluso da entrambi i sacramenti ( il riferimento ad esempio è al fedele, che può richiedere la nullità del suo precedente matrimonio, ma preferisce continuare a convivere). Il relatore ha concluso, citando le parole di San Tommaso d’Acquino: «Sebbene nelle cose generali vi sia una certa necessità, quanto più si scende alle cose particolari, tanto più si trova indeterminazione. […] In campo pratico non è uguale per tutti la verità o norma pratica rispetto al particolare, ma soltanto rispetto a ciò che è generale; e anche presso quelli che accettano nei casi particolari una stessa norma pratica, questa non è ugualmente conosciuta da tutti. […] E tanto più aumenta l’indeterminazione quanto più si scende nel particolare» (Summa Theologiae I-II, q. 94, art. 4)”. Vito Giannelli Buona Pasqua a tutti!

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