Voce Natale 2017

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Anno VI n. 35 / Natale 2017

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

L' Angolo di Don Giuseppe

Tempo di Natale -dal 16 al 24 dicembre: Novena (al mattino ore 6,00/la sera ore 18,30)

Il Natale dei cristiani Siamo a Natale. Un'altra bella occasione che ci aiuta ad approfondire la nostra identità di cristiani del ventunesimo secolo. Anche se in tono minore, le vie della nostra cittadina sono addobbate con piccole luci multicolori. Fa sempre un bell'effetto vedere le lucine che annunciano il Natale. Ma questa luce si riverbera nel cuore? Intorno a noi vediamo tanta incredulità, cattiveria, freddezza. Il mondo opulento si è accalappiato il Natale e l'ha trasformato in una festa qualunque, consumistica, senza amore. Gesù è stato fatto sloggiare! che tristezza! E che Natale è se non c'è Gesù? A che servono gli auguri che ci scambiamo? Il Natale è solo di chi crede e di chi ha buona volontà; di chi vuol amare; di chi vuol donare; di chi vuol servire; di chi riconosce nell'altro un fratello! I Bambini del Movimento dei Focolari hanno preso un'iniziativa: riportare Gesù al centro della festa di Natale. Cosa hanno fatto? Dagli Stati Uniti al Giappone, dall'Olanda all'India, in tutto il mondo, hanno fatto nascere piccoli laboratori dove "sfornano" migliaia di Gesù Bambino di gesso che, confezionati in cestini-cullette e accompagnati da un messaggio di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, vengono offerti ai passanti agli angoli delle strade in cambio di una piccola offerta per i poveri. "Vuoi portarti a casa Gesù Bambino?". Il candore e la simpatia dell'iniziativa commuovono e conquistano tanti. Questo sì che è un segno del Natale Cristiano. Buon Natale e Buone Feste a tutti! E, tutti davanti alla grotta di Betlemme, con Gesù, Maria e Giuseppe. Il testo, che vi propongo, potrà aiutarci a comprendere meglio il senso della venuta di Gesù Bambino tra noi!

-dal 21 al 23 dicembre: Novena dei bambini (ore 16,30) -24 dicembre ore 22,00: Veglia di Natale -25 dicembre: Natale del Signore (Messe 7,30/9,00/10,30/18,30)- ore 10.30 : Battesimi -27 dicembre: Commemorazione della Consacrazione della Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia -1 gennaio: Festa di Maria Madre di Dio (Messe ore 9,00/10,30/18,30) -6 gennaio: Epifania del Signore (Messe festive) Santa Messa delle ore 10,30: Cresime

Don Mimì

Miei cari, il buon Papa Francesco pensa per il futuro agli “sposati preti”... Già! Ma ci saranno ancora gli sposati?!?

.. s...ps. p . . . s p ... Ps...ps .

Natale Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso. Sono nato povero perché tu possa considerarmi l'unica ricchezza. Sono nato in una stalla perché tu impari a santificare ogni ambiente. Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me. Sono nato per amore perché tu non dubiti mai del mio amore. Sono nato di notte perché tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà. Sono nato persona, dice Dio, perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso. Sono nato uomo perché tu possa essere "dio". Sono nato perseguitato perché tun sappia accettare le difficoltà. Sono nato nella semplicità perché tu smetta di essere complicato. Sono nato nella tua vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre. (Lambert Nohen)

ps...

Nelle pagine interne in seconda:

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Presepe & presepi Festa della famiglia: cronaca & dintorni

-in terza: Non esporci alla tentazione La fede come “dono ereditabile” Letto per voi/ Sale, non miele

-in quarta: Andiamo incontro al Signore che viene Aria nuova alla Rota Romana Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito, Maria Violetta Surico Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


Presepe & Presepi

Sin dal 1223, cioè da quando San Francesco d'Assisi lo realizzò per la prima volta a Greccio, la cristianità non ha più lasciato la tradizione del Presepe, cioè la tradizione di riproporre al cuore e agli occhi il grande Miracolo dell'Incarnazione. Viventi, ambientati nei luoghi originali o in altri luoghi del mondo, nell'antichità o nell'oggi (se ne possono vedere di tutti i tipi e di tutte le forme). Comunque il Presepe è sempre stato una nota dominante nella preparazione esterna al Santo Natale, sia nel privato delle case sia nel pubblico e soprattutto nelle chiese. Fino ad oggi. Oggi però sembra che la società secolarizzata e il desiderio di voler favorire l'incontro fra culture non

ami più questo simbolo vivo della venuta storica fra noi del Salvatore. Il mondo di oggi lo cancella o lo trasforma (che è peggio!) in qualcosa di "politicamente corretto", per propagandare discutibili ideologie o ammorbidire la radicalità del Messaggio che veicola. Ma il cristiano dovrebbe interrogarsi! Davvero il Presepe “disturba” e, per rendersi accettabile, chiede di essere "piegato" alle esigenze del mondo e delle ideologie contemporanei? O piuttosto il mondo deve lasciarsi interrogare da esso e dal suo significato? Il Bambino, che nella Notte Santa troverà posto non in una delle tante comode cullette, che possiamo vedere nei grandi centri commerciali, ma nella dura e pungente paglia di un'anonima stalla di una piccola provincia del grande impero, ci disturba... il Cristianesimo ci disturba! Perciò si ritiene meglio eliminare il Presepe (magari preparandosi ad eliminare il Cristianesimo!) o "addomesticarlo" con ideologie,

che sono, come dirà un giorno quel Bambino quando si sarà fatto Adulto, "dottrine di uomini". Lasciamoci, invece, disturbare da quel Bambino, lasciamoci interrogare dal modo in cui è venuto al mondo! Facciamo il Presepe! Contempliamo quell'umile e santa Famiglia e adoriamo il Mistero. Perché, se saremo noi a "farci addomesticare" dal Presepe, saremo capaci di "vedere" quello che il mondo davvero vuole. Al di là delle false ideologie, al di là delle differenze, al di là dei limiti delle nostre strutture.

Rocco Barbalinardo

Festa della Famiglia: cronaca & dintorni Il 26 novembre scorso in Piazza Plebiscito è stata celebrata la seconda “Festa interparrocchiale della Famiglia”. A differenza dello scorso anno il coreografico lancio finale dei palloncini multicolori da parte delle rappresentanze delle famiglie delle cinque parrocchie gioiesi è stato sostituito dalla presenza di cartelloni, che riportavano riflessioni sulla Famiglia. La manifestazione si è conclusa con la distribuzione di una immagine raffigurante la “ Sacra Famiglia”, tratta dall’altorilievo in cartapesta presente nella chiesa di Santa Lucia, la recita della preghiera per la festa della famiglia e la benedizione finale. Pur con qualche disguido organizzativo la manifestazione ha centrato l’obiettivo di evidenziare a noi stessi per primi e all’intera comunità gioiese l’importanza del ruolo, che la famiglia assume nella odierna società, in particolar modo per quelli che al termine famiglia aggiungono l’aggettivo “ cristiana”. Non bastano, però, tali eventi per valorizzare la famiglia, ma occorre andare più in profondità, per rispondere ai bisogni delle famiglie del terzo millennio. E questo impegno, che è non solo di tutti i cristiani, ma di tutti gli uomini di buona volontà, ce lo ricorda anche Papa Francesco nell’esortazione apostolica “Amoris laetitia”, che al capitolo VII, 276 afferma: “La famiglia è l’ambito della socializzazione primaria, perché è il primo luogo in cui si impara a collocarsi di fronte all’altro, ad ascoltare, a condividere, a sopportare, a rispettare, ad aiutare, a convivere. Il compito educativo deve suscitare il sentimento del mondo e della società come “ambiente familiare”, è un’educazione al saper “abitare”, oltre i limiti della propria casa. Nel contesto familiare si insegna a recuperare la prossimità, il prendersi cura, il saluto. Lì si rompe il primo cerchio del mortale egoismo per riconoscere che viviamo insieme ad altri, con altri, che sono degni della nostra attenzione, della nostra gentilezza, del nostro affetto. Non c’è legame sociale senza questa prima dimensione quotidiana, quasi microscopica: lo stare insieme nella prossimità, incrociandoci in diversi momenti della giornata, preoccupandoci di quello che interessa tutti, soccorrendoci a vicenda nelle piccole cose quotidiane. La famiFrancesco Giannini glia deve inventare ogni giorno nuovi modi di promuovere il riconoscimento reciproco.” Pag.2


Non esporci alla tentazione Il Padre Nostro e l'Ave Maria sono probabilmente le prime preghiere, che tutti noi impariamo da piccoli e che poi ci accompagneranno per tutta la vita. Formule codificate, entrate nell'uso comune nonostante la presenza di espressioni ormai desuete come l'Ave iniziale del saluto alla Madonna. Negli anni ci sono state delle proposte di aggiornamento e l'Ave Maria è diventato «Rallegrati Maria», formula usata però dal 2007 solo nel nuovo Lezionario; nella preghiera comune resiste il testo tradizionale, ormai entrato nell'uso e nel cuore di tutti i credenti. Recitando il Padre nostro, ho spesso avvertito come una nota stonata quel «non ci indurre in tentazione», che sembrerebbe attribuire a Dio l'origine dei nostri mali. Una sensazione condivisa anche da tanti sacerdoti e laici, che spesso hanno ritenuto errata e contraddittoria la traduzione italiana, suggerendo alternative più consone. Sull'argomento è tornato recentemente anche papa Francesco, che ha sollecitato una modifica all'attuale traduzione; non è Dio che ci induce in tentazione, che ci spinge verso il male, ma noi che ci lasciamo irretire dalle lusinghe del maligno. Se ne è discusso molto nelle scorse settimane, quasi fosse una novità o una stravaganza del Papa. In realtà già nella revisione CEI della Bibbia del 2008 era stato proposto il testo alternativo «Non abbandonarci alla tentazione», ma anche in questo caso la liturgia e l'uso comune continuano a usare la vecchia versione. Nella Bibbia delle Edizioni Paoline del 2013 ho ritrovato il nuovo testo solo nell'appendice dedicata alle preghiere cristiane. Nel testo biblico invece troviamo in Matteo ancora «non ci indurre in tentazione» (Mt 6,9-13) mentre Luca riporta «e non farci entrare nella tentazione» (Lc, 11,2-4). Ho provato a fare anche il confronto con una Bibbia più datata, la versione interconfessionale in lingua corrente della LDC del 1985, che riporta in entrambi i casi «fa' che non cadiamo nella tentazione». Altre paesi come la Francia si sono posti prima di noi il problema sostituendo "ne nous soumets pas à la tentation (non sottometterci alla tentazione)" con "ne nous laisse pas entrer en tentation (non lasciarci entrare in tentazione)". Personalmente preferisco la variante usata dalla comunità valdese «non esporci alla tentazione», che evidenzia l'atteggiamento protettivo di Dio nei nostri confronti.

Gianni Capotorto

Cronache catechistiche

La fede come "dono ereditabile" É poco più di un anno che ho intrapreso questo cammino di catechesi con trentadue bambini di ormai 8 anni, che il prossimo anno si accingeranno a ricevere il dono più grande che il nostro cuore possa desiderare: l’Eucarestia. Reputo questo cammino profondamente dolce e formativo, in primis per noi catechiste, che ogni fine settimana ci arricchiamo della purezza e della semplicità dei bambini, che nostro Signore tanto ama. É per noi infatti una meravigliosa occasione per tornare ad amare come loro: con occhi sinceri, privi di pretese e immacolati da ogni cattiveria. Allo stesso tempo è un’occasione per farsi luce e rischiarare il percorso verso il Corpo ed il Sangue di Cristo. E’ un compito oneroso, che deve essere svolto con la massima semplicità: significa incamminarsi nel viaggio più dolce della nostra vita cristiana e preparare la nostra anima ad un incontro importante, fulcro del nostro credo. Sebbene educare i bambini di oggi alla fede non sia un obiettivo semplice, e non lo è neppure disporre serenamente i loro animi al silenzio della preghiera, ad una gioia nuova, diversa, rispettosa, lontana dalle mille distrazioni odierne, é possibile e, quando accade, i loro sorrisi si illuminano di una luce nuova, a tratti folgorante. Sin dall’inizio mi sono proposta di trasmettere loro il seme d’amore, che mia nonna ha nascosto nel mio cuore con le sue preghiere. Il seme della fede ha bisogno di un terreno fertile, pronto a soddisfare le esigenze di un chicco così piccolo, ma che può portare frutti meravigliosi e noi catechiste siamo pronte e desiderose che questo avvenga! Maria Violetta Surico

Letto per voi/Sale, non miele di Luigi Maria Epicoco Collana Dimensioni dello Spirito

Spesso viviamo e proponiamo una fede edulcorata, fatta su misura per noi. In questo libro il giovane sacerdote mesagnese Luigi Maria Epicoco, partendo da un brano tratto da «Diario di un curato di campagna” di George Bernanos, ci ricorda che siamo chiamati a essere sale della terra, a dare sapore a questo mondo, a non farlo marcire. Epicoco propone una Fede che brucia e una rilettura delle virtù teologali a partire dalla vita stessa, illuminata da alcune figure bibliche.

Lector in fabula Pag.3


Andiamo incontro al Signore che viene! A Natale diciamo di essere tutti più buoni. In realtà, dovremmo dire di voler diventare tutti più santi. Se c'è qualcosa di buono, infatti, questi sono il panettone e i vari dolci, di cui saranno piene le nostre tavole. Dio, però, ci vuole santi, perché Lui è santo (ce lo dice due volte, una nell'Antico Testamento e una nel Nuovo). Per essere santi, però, è richiesto un cambiamento di mentalità a centottanta gradi sui nostri comportamenti e sulle nostre scelte, perché, per amare Dio e raggiungerlo, è necessario passare per le strade e le stradicciole, che arrivano al prossimo, alle sue difficoltà, alle sue povertà, ai suoi limiti. Ecco perché il Signore stesso e la Sua Chiesa ci preparano con la

preghiera e le opere di misericordia. Il Catechismo, come dovremmo ricordare, ci propone quattordici “strade”, per prepararci ad incontrarlo. Sono le vie che incontrano tutte le povertà, materiali e spirituali: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti, consigliare i dubbiosi, ammonire i peccatori, insegnare agli ignoranti, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste e pregare Dio per i vivi e per i morti. Ma sono le vie sacre che ci portano al Tempio del Dio vivo e alla Sua Casa, sono i nostri monti, che si abbassano e le nostre valli che si appianano (Isaia). E vicino a questi bisogni, accarezzando volti, prendendo nelle nostre mani le mani tese dei poveri e dei miseri, coprendo nudità materiali e morali, ci sorprenderà

un giorno vedere il Signore nel povero che abbiamo vestito, nell'ammalato che abbiamo visitato, nello scoraggiato che abbiamo consolato. E così quei piccoli gesti ci saranno resi centuplicati, perché saremo sempre con Lui. Il Gruppo Caritas, quindi, augura a tutta la Comunità un Natale denso di opere di carità fraterna in ogni luogo e occasione, in famiglia e in ogni ambiente, in cui è chiamata ad “incontrare”. Rocco Barbalinardo per il Gruppo Caritas

Auguri Don Giuseppe! Ci stringiamo al nostro Parroco Don Giuseppe per festeggiare con lui i suoi 75 anni di fedeltà al Signore e per augurargli tanta serenità nel suo cammino di vita!

L' ANGOLO DEL D. V.

Aria nuova alla Rota Romana Carissimi, dal 20 al 25 novembre ho avuto l’onore di partecipare al corso di aggiornamento organizzato dal Tribunale della Rota Romana avente come tema il nuovo processo matrimoniale ed il procedimento amministrativo super rato. Da parte del Decano mons. Pinto in modo particolare si è sottolineato il nuovo approccio, che si deve avere con le cause matrimoniali: un atteggiamento di accoglienza, di vicinanza, di carità episcopale tra le diocesi vicine, che devono mettere in comune le risorse umane, se manca il personale qualificato. Il Tribunale della Rota Romana dunque da tribunale di appello ordinario del Pontefice si è assunto l’onere della formazione permanente degli operatori dei tribunali ecclesiastici. Si sono svolte non solo lezioni frontali, ma anche question time durante i quali è stato possibile rivolgere domande agli uditori rotali, che hanno risposto pazientemente a tutti coloro che sono intervenuti. Il corso ha visto la partecipazione di oltre 230 operatori dei tribunali da ogni parte del mondo (persino dall’ Amazzonia e dall’Australia). Sabato 25, ultimo giorno del corso, siamo stati ricevuti in udienza da Papa Francesco nella bella sala Clementina. Ognuno di noi ha avuto la possibilità di salutarlo personalmente con relativa foto ricordo. Si è trattata di una udienza “storica”, perché Papa Francesco ha reso pubblica la sua “mens” circa il processo brevior. Ovvero l’idea che è il vescovo il giudice naturale. La nullità deve essere evidente, le prove devono essere raccolte in una sola udienza, sempre alla presenza del Difensore del Vincolo. Cari amici, lo ripeto: è stata una esperienza di Chiesa universale e si è toccata con mano la giovialità, la chiarezza espositiva e la vicinanza agli operatori dei tribunali ecclesiastici di Papa Francesco. Colgo l’occasione di augurare a tutti un Santo Natale! Visita il blog parrocchiale on line su

Vito Giannelli

http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com

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