Voce pasqua 2018

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Anno VII n. 36 / Pasqua 2018

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

L' Angolo di Don Giuseppe

Il Cammino Pasquale

La Novità della Pasqua E’ sempre Pasqua! Da parte di Cristo non cambia niente: Egli è il Risorto, non muore più! Da parte nostra, tutta l’umanità vive in un immenso cimitero, dove si ha l’aria di aggirarsi tra una tomba e l’altra tra guizzi di risurrezione. Più spesso distesi che eretti come il Risorto, ma con nel cuore il desiderio di alzarsi come Lui. Pasqua è un giorno nuovo. A partire da questo giorno, la lunga storia passata ha cambiato il suo corso per sempre; ha preso la sua direzione definitiva. Come al tempo della Genesi, delle origini, la Risurrezione è un vero inizio. Con Cristo, il Crocifisso Risorto, è apparsa una nuova creazione: “ Ecco il giorno che ha fatto il Signore”, canta la liturgia pasquale in tutta la Chiesa. Il cristiano è una persona che marcia sotto il Sole nascente, è l’operaio di un giorno nuovo, senza tramonto. L’uomo dell’ottavo giorno. Pasqua modella uomini nuovi. Celebrare la Pasqua non è solo adempiere al precetto pasquale, confessarsi e comunicarsi una volta all’anno, significa passare con Cristo dalla morte alla vita. “Togliete via il lievito vecchio per essere pasta nuova”(1Cor 5,7)”. Ciò che San Paolo diceva alla comunità cristiana di Corinto si applica anche a ognuno di noi. Saremo meno audaci, meno coinvolti da questo programma di vita nuova? Pasqua è un mondo nuovo. “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? (Lc 24,5)”. Certo, la morte per noi non ha perso il suo aspetto tragico, ma nel cuore del mondo si è aperta una breccia, si sono liberate le energie della Risurrezione, a chi le accoglie è offerto un futuro di luce e di vita. Non c’è più niente di assurdo, di fatale, di triste, l’impossibile diventa possibile perché “il Signore della vita, morto, trionfa”, come canta la liturgia. Il sepolcro di Cristo, che è diventato culla della Chiesa, è vuoto. Il Cristo vivo ci precede in Galilea su tutte le strade della vita. La novità di Pasqua deve risplendere dovunque. Siamo pronti a essere i testimoni “fino agli estremi confini della terra”, lontano, molto lontano… fino in fondo a noi stessi, fino alle periferie che ci sembrano così irraggiungibili?

Venerdì 23 marzo:

-Memoria della B.V. Maria Addolorata ore 17.00/ Santa messa nella Chiesa di San Francesco ore 18.00/ Processione dell’Addolorata

Domenica delle Palme:

-Benedizione delle Palme ore 10.15 sul sagrato della chiesa a seguire Santa Messa in Parrocchia

Giovedì Santo:

ore 10.00/ Messa Crismale in Cattedrale a Bari ore 18.00/ Messa in Coena Domini Ore 22.30/ Adorazione Eucaristica Comunitaria

Venerdì Santo:

ore 10.30/ Adorazione Eucaristica dei ragazzi Ore 16.30/ Celebrazione della Passione del Signore

Sabato Santo:

ore 9.00/ Ufficio delle Letture e Lodi dalle 17.00 alle 19.00/ Confessioni ore 21.30/ Veglia Pasquale

Domenica di Pasqua:

-Sante Messe/7.30/8.30 (in S. Francesco) ore 9.00/10.30/19.00

Don Mimì

Miei cari, nella Chiesa si corre troppo (corre anche il buon Papa Francesco!), quindi bisogna frenare un po’! Ma per questo (tranquilli!) ci sono io!

.. s...ps. p . . . s p ... Ps...ps .

ps...

Nelle pagine interne in seconda:

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Cinque anni con papa Francesco La tenda dell’incontro: chi ha orecchi in-tenda!

-in terza:

Una famiglia da costruire insieme ...e se i bambini domandano? Letto per voi/ I tronchi del Golgotha

-in quarta:

La gente apre sempre il cuore alla carità Inaugurato l’anno giudiziario rotale di Puglia Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito, Maria Violetta Surico Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


5 anni con Papa Francesco vita non offre null'altro che una speranza di sopravvivenza. Un Papa proveniente da un mondo non facile da capire. Ed egli stesso un Pontefice non facile da capire. ..e da seguire! Perché io credo che questo Pontefice sia in fondo come Cristo stesso, di cui è il 266esimo Vicario, un “segno di contraddizione”. Figlio di emigranti, ha conosciuto cosa significa allontanarsi dal proprio Paese, per impiantarsi su un terreno, dove devi ricominciare tutto daccapo. I suoi devono averglielo raccontato. E quindi deve aver sicuramente sperimentato la necessità di avere al proprio fianco qualcuno, cui appoggiarsi. E da cristiano, prima che da uomo di Chiesa, ha avvertito subito dopo il dovere di essere lui stesso “qualcuno cui appoggiarsi”. Ed è per questo che, per lui, mischiarsi alla gente nei mezzi pubblici, sporcarsi del fango delle bidonville ed essere presente nelle periferie, geografiche ed esistenziali, è cosa della massima urgenza. Credo che sia questo suo modo di

Qualche giorno fa, abbiamo ricordato i primi cinque anni del pontificato di Papa Francesco, il primo Pontefice latino-americano della Storia della Chiesa. Il primo Pontefice chiamato da un continente ricco di contraddizioni, un continente in cui la religione cristiana in generale è molto presente e vivace a livello popolare, ma che registra anche la presenza di altre confessioni e sette, un continente che mescola, per tenerle scandalosamente separate, grandi ricchezze e grandi povertà, città che nulla avrebbero da invidiare a quelle più famose del Nord America e bidonville, in cui donne e bambini girano desolati alla ricerca di cibo e di trastulli e per i quali la

essere il motivo profondo, per cui non sempre riusciamo a capirlo e che a volte ( Dio ci perdoni!) ci sembra “fuori strada” (e, magari, in qualche modo fuori strada lo è davvero! Infatti è fuori dalle "comode" strade del perbenismo e del sentire dominante), per cui sembra non dare eccessivamente retta ai dettami della "dottrina tradizionale", quando essa serve per giudicare (leggi condannare) ed escludere, ma trova un solido appoggio in essa, quando ci suggerisce che la vicinanza, l'accoglienza, l'accompagnare, il farsi prossimo e l'essere misericordiosi e insieme il rifiuto netto di quella che chiama "cultura dello scarto". Insomma, tutto quell'insieme di valori, che con una parola chiamiamo "carità", sono il cuore pulsante e vivo del Vangelo di Cristo. Auguri, Papa Francesco. Che il Signore ti conceda lunghi anni, accompagnato, come tu ci chiedi in ogni occasione, dalla preghiera e dalla vicinanza spirituale di tutto il popolo cristiano. Rocco Barbalinardo

La tenda dell' incontro: chi ha orecchi in-tenda! Nel contesto dell’anno pastorale, che la nostra Diocesi sta vivendo e che l’arcivescovo Francesco Cacucci ha enucleato nello slogan “Di generazione in generazione”, per indicare la trasmissione della fede, dall’8 aprile al 12 maggio, nell’Arcidiocesi si svolgerà la Peregrinatio della Tenda dell’incontro. Un’esperienza nuova nel suo genere tesa a favorire incontri e dialogo tra persone di ogni fede e cultura. Materialmente, in questo periodo, saranno presenti nei centri abitati di diversi paesi dei dieci vicariati (l'arcidiocesi si estende su 21 comuni della città metropolitana di Bari) delle tende gonfiabili, simbolo dell’iniziativa. Gioia del Colle ospiterà la tenda dal 15 al 21 aprile. Cos’è la Tenda o meglio cosa sarà? • Sarà un momento di confronto di opinioni, pensieri, sogni, speranze; • sarà un punto di partenza e di ascolto; • sarà la rappresentazione della mobilità della cristianità, Dio è ovunque; • sarà un movimento di cuori che attraPag.2

verserà il nostro abitato; sarà un riscoprire la figura di Don Tonino Bello nel 25° anniversario dalla sua morte. Questo è il segno che l’iniziativa sta cullando, ma in concreto non sappiamo come sarà accolto. L’iniziativa, è nuova e ogni novità cela un atto di coraggio, il coraggio di osare cose nuove. In questa semplice iniziativa sarebbe bello riscoprire la fiducia nel prossimo e la tanto conclamata serenità, che vorremmo quotidianamente, se solo avessimo la virtù, la sincerità di accontentarsi. Basterebbe soffermarsi un attimo ad apprezzare il miracolo della vita, il dono della paternità, la capacità di ascoltare. A tal proposito si riporta un’invocazione appresa durante il Pellegrinaggio “giovani e famiglie” all’Odegitria presso la Cattedrale di Bari, sabato 10 marzo: “Noi non siamo venuti al mondo per “vegetare”, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per •

lasciare un’impronta. Gesù non sei il Signore della comodità e della sicurezza. Per seguirti vogliamo camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare quella gioia che nasce dall’amore di Dio”. Pertanto, cari amici, destiamoci e contribuiamo anche noi all’iniziativa della “Tenda” anche con la nostra opinione, collaborazione e le nostre idee. Cosa vorremmo fosse per noi la “Tenda”? Scrivete pure! Ogni risposta va inviata all’indirizzo mail: gabrielelob@gmail.com Gabriele Lobefaro


Una famiglia da costruire insieme Lo scorso 19 febbraio si è svolto presso la parrocchia del Sacro Cuore un incontro interparrocchiale dedicato alla famiglia con la partecipazione di don Franco Lanzolla, responsabile della Pastorale Familiare della diocesi di Bari-Bitonto. Tanti gli spunti di riflessione offerti in maniera schietta e diretta, di cui potete trovare un resoconto più dettagliato sul sito interparrocchiale UPGO (www.upgo.org). In sintesi don Franco ci ha ricordato che la società attuale è individualista e volta all'affermazione dell'Io e da questo deriva la crisi per la coppia, che invece andrebbe fondata sul dialogo, sull'ascolto reciproco, sulle relazioni sia tra i coniugi, sia tra genitori e figli. Vivere l'amore a tempo pieno è faticoso, richiede lo sforzo di superare l'egocentrismo, per andare verso l'altro, per donarsi, per far star bene l'altro, farlo crescere, curando la relazione reciproca. La coppia si costruisce ogni giorno, è una relazione su un progetto comune di vita. Spesso dopo il matrimonio si smette di parlare, di ascoltarsi. Non si cura il giardino, l'orto della coppia, non si impara a togliere le erbacce che rischiano di soffocare il rapporto. L'amore deve essere comunione spirituale tra lui e lei. Dobbiamo imparare ad ascoltare l'altro senza aggredire, senza giudicare. Cercare insieme la verità, il buono e il bello. E i figli allora vedono, sentono che siamo una famiglia, senza bisogno di tanti discorsi. Spunti di riflessione utili, temi che spesso ignoriamo o diamo per scontati, ma che a mio parere considerano sempre solo la famiglia tipo (marito, moglie, uno o più figli), trascurando ed escludendo tanti altri tipi di relazioni familiari. Non mi riferisco solo a quelle situazioni ritenute «irregolari» dalla Chiesa (divorziati/separati risposati e in generale nuove famiglie ricostituite sulle ceneri di precedenti matrimoni falliti, unioni di persone dello stesso sesso). Oggi ci sono tanti anziani e giovani soli, disoccupati che non possono metter su famiglia, giovani che assistono genitori anziani, genitori o nonni che mantengono figli o nipoti disoccupati o disabili, etc. Non c'è solo la coppia, ma in genere la pastorale familiare tende a dimenticare queste altre situazioni, a volte scomode, che forse a livello numerico sono ormai la maggioranza. Continuiamo a parlare di un tipo di famiglia ideale, che forse non esiste più, meravigliandoci poi che i gruppi famiglia siano sempre più deserti, invece che guardarci intorno e cogliere i segni dei tempi. Possiamo non condividere alcune scelte, condannare taluni comportamenti, ma non possiamo mettere da parte le persone, continuare a fingere che non esistano!

Gianni Capotorto

Cronache catechistiche

...e se i bambini domandano? La situazione più affascinante (e complicata!) per un catechista sono le domande dei bambini: sempre dirette, ma proprio per questo sempre difficili da accontentare con risposte altrettanto dirette e senza fronzoli. Eppure le loro domande ci stimolano e ci costringono a riflettere seriamente su verità, che abbiamo ritenuto sempre scontate, oltre che a dare risposte semplici e inequivocabili. Insomma comprensibili per i bambini, che ci sono stati affidati: allora lasciamo che i bambini ci interroghino! Ricordo che una volta mi è stato chiesto perché Dio si è presentato a noi sotto forma di pargoletto prima e di Crocifisso e di Risorto poi. In un primo momento non sapevo proprio che rispondere, ma gli occhi di quel bimbo erano lì a fissarmi e ad aspettare una risposta. Frugai disperatamente nella mia mente e risposi che semplicemente Dio ha voluto percorrere tutti i possibili stadi della vita umana fino al dolore più atroce, ma per farci capire che alla fine c’è sempre la Resurrezione. Eh già: la Pasqua di ognuno di noi, il passaggio alla vita perfetta del cristiano. Non so se sono riuscito a farmi capire da quel bambino, ma so che quel giorno ho compreso io una verità profonda, che non mi era stata mai così chiara: la vita umana trova il senso più profondo nel dolore, che però è finalizzato alla Resurrezione. Insomma grazie a quel bambino ho cominciato a capire il senso autentico del dolore, che poi è la domanda delle domande: perché Dio permette la sofferenza? La risposta è nel Crocifisso: Dio permette il dolore (tanto da lasciar crocifiggere il suo unico Figlio), perché dopo il dolore c’è la Redenzione! Non finirò mai di ringraziare quel bambino, che alla fine è stato lui il mio catechista! Catechista Quidam

Letto per voi/I tronchi del Golgotha di Franco Tessaro/Editore Youcanprint La scoperta di una catasta di legno, gli ha stravolto la vita. Attraverso dei tronchi, Federico ha avuto la visione di quel passato turbolento che ha cambiato l'esistenza dell'uomo, che ha cambiato la storia, che ha cambiato la religione. Ha trascorso molti anni cercando di comunicare quel segreto, ma nessuno gli ha mai creduto. Quando mi ha raccontato questa storia, io stesso l'ho creduto un contastorie, fino a quando me ne ha dato la prova, fino a quando anch'io ho vissuto quell'esperienza. Oggi si può ancora vedere attraverso quei tronchi, ma solo con l'aiuto di chi ha visto. Si può ancora vivere quell'esperienza, basta cercare un ambasciatore e credere in Lui.

Lector in fabula Pag.3


La gente apre sempre il cuore alla carità!

Offriamo alla Comunità il risultato della raccolta alimentare, fatta presso i supermercati della città il 3 marzo con una nostra riflessione. Con Kg. 3.172, 50, distribuibili fra pasta, riso, tonno, carne in scatola, omogeneizzati e alimenti per l'infanzia, legumi ecc., si è superato il quantitativo dell'anno scorso, un risultato senz'altro lusinghiero per la portata pratica dell'esito, di cui è doveroso ringraziare tutti coloro, che hanno contribuito alla buona riuscita dell'impresa, ma prima ancora la Provvidenza divina, che ispira nel cuore delle persone così tanta generosità nei confronti di chi ha meno possibilità. E attraverso questi gesti che ci fa toccare con mano la Sua presenza

nascosta e misteriosa, ma reale e viva. E questo ci deve riempire di speranza! Il male e l'egoismo, che molto spesso deploriamo come troppo presenti nel mondo, trovano un valido contraltare nella bontà e nella disponibilità di molti altri. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a ciò, ma, come Chiesa in generale ( e come Caritas nello specifico) sentiamo il dovere di offrire anche qualche spunto di riflessione: perché siamo chiamati a questo impegno per gli altri? In nome di che cosa? E un altro spunto di riflessione potrebbe essere: che cosa ci distingue dalle altre persone, che in giro si dedicano alla beneficenza? Ogni giorno ci è dato di venire a conoscenza o magari di vedere tanti, che si prodigano per aiutare chi è nel bisogno, associazioni e movimenti o singole persone, che però spesso lo fanno solo con fini filantropici. La Chiesa, invece, incontrando l'uomo (e la donna) in difficoltà, intende farsi prossimo in nome di un Altro. È nel nome di Gesù, Dio incarnato che si è fatto nostro Fratello e nostro

Prossimo, che noi vogliamo e dobbiamo farci prossimo dei nostri simili. È l'amore di Dio che ci spinge (San Paolo) e ci trasforma in prossimo per l'altro. Ricordare ciò è quanto mai opportuno nella Quaresima, tempo di penitenza e riflessione, e in vista dell'ormai vicina Pasqua. Il cammino che, come Chiesa, finora abbiamo sviluppato ci fa capire che siamo diretti verso una meta comune e un destino di gioia piena e duratura. Tendere la mano al fratello nella nostra città terrena deve essere segno e testimonianza di quello che siamo chiamati ad essere nella Città Celeste. Un buon cammino a tutta la Comunità nella gioia del Cristo Risorto!

Rocco Barbalinardo Per il Gruppo Caritas

L' ANGOLO DEL D. V.

Inaugurato l’ anno giudiziario al Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese Il 10 febbraio u.s. c’è stata l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese, competente per le dichiarazioni di nullità matrimoniali in Puglia. Dopo la santa messa celebrata nella cripta della Cattedrale di Bari, è iniziata la cerimonia di inaugurazione. Ha preso la parola brevemente l’Arcivescovo di Bari, moderatore del Tribunale, mons. Cacucci, che si è complimentato con tutti gli operatori per il lavoro finora svolto ed ha presentato il relatore prof. Arroba Conde, Preside dell’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense. Il relatore ha trattato l’argomento della “Pastorale Giudiziaria” dal punto di vista della teoria generale del diritto, giacché la Pontificia Università Lateranense da anni svolge una ricerca sul rapporto tra “norma missionis” ed il contesto ermeneutico. Di taglio più pratico invece è stata la relazione di mons. Pasquale Larocca, vicario Giudiziale, che ha riferito della piena attuazione della nuova normativa processuale da parte del tribunale, la collaborazione con i consultori di ispirazione cristiana e le varie iniziative messe in atto per portare a conoscenza i fedeli dell’esistenza del Tribunale ecclesiastico. Nel corso del 2017 sono state decise 264 cause, di cui 84 sono state introdotte dai patroni stabili, mentre 23 hanno ricevuto il gratuito patrocinio. Vito Giannelli Visita il blog parrocchiale on line su

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