Voce novembre 2016

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Anno V n. 30 / Novembre 2016

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

Lo dice Francesco

L' Angolo di Don Giuseppe

Costruiamo una Comunità viva : un nuovo anno pastorale.

-“Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore specialmente dei bambini e dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.” - “La vera amicizia consiste nel poter rivelare all’altro la verità del cuore.” - “Non abbiate paura della bontà e neanche della tenerezza” -“Il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso un’altra persona, dalla convinzione che l’altro abbia qualcosa di buono da dire; presuppone fare spazio, nel nostro cuore, al suo punto di vista, alla sua opinione e alle sue proposte. Dialogare significa un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna sapere abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano.” -“Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione e perdono al nostro peccato.”

In un racconto, attinto alla saggezza orientale, si parla di un visitatore che ha trascorso lungo tempo in una città e, deluso nel costatare che nulla è cambiato, con tristezza, si pone una domanda: “Perché la mia permanenza qui non ha dato frutti?”. Il Saggio benevolmente gli risponde: “Non sarà forse perché ti è mancato di scuotere l’albero?”. All’inizio del nuovo anno pastorale, che abbiamo da poco tempo avviato, vogliamo scuotere l’albero , nella speranza che i frutti maturi cadano e perché la nostra presenza e la nostra azione nella comunità di Santa Lucia non siano infruttuose, o peggio, prive di significato. Anche quest’anno, come ogni anno, il nostro Arcivescovo ci indica la pista da percorrere, sul tema: IMMAGINE VIVA DELL’AMORE DI CRISTO – In cammino con le nostre famiglie. Il riferimento richiama l’Esortazione apostolica di papa Francesco AMORIS LAETITIA, sull’amore nella famiglia, documento rivolto alla Chiesa universale. La traccia per l’anno pastorale 2016/2017 del nostro Arcivescovo e l’Esortazione apostolica di Papa Francesco includono anche la famiglia spirituale, di cui è costituita la comunità parrocchiale, come amava dire il compianto mons. Mariano Magrassi a questo proposito: Parrocchia, famiglia di famiglie. Quale potrebbe essere allora nello specifico la pista, che la nostra comunità potrebbe seguire in questo anno di lavoro pastorale? Credo che la realtà della famiglia possa fare da paradigma anche per una comunità parrocchiale, dove non solo si crede, si prega, si evangelizza, si dà il servizio della carità, si parla di amore, ma soprattutto si ama, con un cuor solo e un’anima sola. Queste parole non dobbiamo ridurle ad una astrazione o caricarle sulle spalle di alcuni soltanto, ma devono esprimere l’impegno di tutti: piccoli, giovani, adulti e anziani. Come attuare questi piccoli-grandi sogni? Prima di tutto c’è bisogno di tanta buona volontà da parte di ogni membro: le presenze scarseggiano sempre più. Poi di fantasia nell’escogitare strategie semplici, per raggiungere gli obiettivi accennati. Unendo le forze, migliorando i rapporti, perfezionando le esperienze, è possibile offrire una realtà parrocchiale, che non si muove nell’anonimato e non dia l’impressione di una di massa di persone chiuse nella loro individualità, ma un luogo aperto dove si vive armonicamente, si cresce nell’amore, nel dono reciproco e dove si diventa uno con Cristo e tra noi. La nostra patrona, Santa Lucia, santa della luce, illumini il nostro cammino e infonda coraggio nei nostri animi, per affrontare le sfide di un mondo che vuole rubarci la speranza e la gioia cristiane.

Don Mimì

Miei cari, ora che l’anno della misericordia va finendo, annuncio l’anno della penitenza… ma questa volta per voi!

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Nelle pagine interne in seconda:

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La bellezza della Chiesa Festa interparrocchiale della famiglia

-in terza: Note in margine alla Croce perduta... Facciamo i patti di preghiera! Letto per voi/ Wanted, esercizi spirituali...

-in quarta: Crisi economica e crisi valoriale Stavolta parliamo di Azione Cattolica! Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


La bellezza della Chiesa fratelli, chi rimboccandosi le maniche sul posto concretamente, chi esprimendo la sua vicinanza con vari aiuti materiali e in denaro o, semplicemente, con una preghiera per le vittime e per la consolazione dei superstiti. Credo però doveroso notare che in questa occasione si è vista una cosa diversa: la pre- tà e le sofferenze, spirituali e Quest’estate, siamo stati testi- senza concreta della Chiesa, materiali. Di tutti senza esclumoni dell’ennesima tragedia oltre che con la persona del sione. Essere sempre, comundella natura ( mi riferisco, que (e dovunque!) testiovviamente, al terremoto di monianza e presenza. Accumoli e Amatrice) e a Con ogni mezzo. Essere ciò che ad essa ha fatto seComunità, per dire che guito: le lacrime di chi ha Dio è presente accanto perso tutto e di chi piangead ogni uomo e salva (il va i propri cari, le nome Gesù significa “passerelle” dei politici con proprio questo), ma anle loro promesse più o meche per testimoniare no realizzabili, l’ignobilità con la concretezza le dei consueti atti di sciacalsue responsabilità nei laggio e la generosità di confronti dei fratelli e forze dell’ordine, vigili del fuo- Santo Padre (recatosi quando della natura. co e gente comune. non avrebbe intralciato i socRocco Barbalinardo Tutti abbiamo più o meno parte- corsi) e la pressoché costante cipato al dolore di quei nostri presenza dei Vescovi, responsabili delle Diocesi di appartenenza delle comunità colpite, e dei parroci. Non ci si poteva aspettare niente di diverso dalla Chiesa-Ospedale da campo di Papa Francesco! La bellezza della Chiesa, dunque. Quel suo essere Comunità in cammino, per lenire le pover- Fonte foto http://www.panorama.it/news/cronaca

Festa interparrocchiale della famiglia I referenti della pastorale famiglia delle parrocchie di Gioia, di concerto con don Tonino Posa, responsabile della pastorale familiare cittadina, hanno programmato per domenica 20 novembre 2016 la “Festa della famiglia”. La giornata sarà articolata in due distinti momenti. Alle ore 10,30 in tutte le parrocchie di Gioia sarà celebrata la Messa delle famiglie, che vedrà la partecipazione di genitori e figli e il coinvolgimento delle famiglie nella lettura dei brani biblici, della preghiera dei fedeli e dell’offertorio. I sacerdoti al momento dell’accoglienza offriranno la preghiera della famiglia, che poi sarà recitata in Piazza Plebiscito. Al momento dell’offertorio le famiglie potranno portare anche un cesto per i poveri. Al termine della messa le famiglie di tutte le parrocchie confluiranno in Piazza Plebiscito, davanti alla chiesa di S. Francesco. Sarà recitata una preghiera alla Madonna, a cui seguirà il lancio di palloncini ( dieci per ogni parrocchia ), la benedizione, l’aspersione e il congedo. L’evento costituisce il primo momento di un percorso che si vuole avviare a livello cittadino per venire incontro ai bisogni delle famiglie e per coinvolgerle nel cammino cristiano. Francesco Giannini Pag.2


Note in margine alla Croce perduta... Qualche anno fa qualcuno propose di togliere i crocifissi dalle scuole e dagli uffici pubblici, in nome della laicità dello stato e del rispetto per le altre religioni. In tanti si indignarono, in tanti protestarono, a volte per sincero attaccamento alla Chiesa, spesso solo per mero calcolo politico. Sembrava che senza quella croce sui muri il nostro paese non potesse più andare avanti, che il mondo cristiano fosse in pericolo. Qualche settimana fa qualcuno ha fatto sparire la croce di ferro posta sul sagrato della nostra parrocchia in ricordo delle missioni predicate dai Padri Passionisti nel 1929. Nessuno si è indignato, nessuno ha protestato. In tanti neanche se ne sono accorti fino a quando don Giuseppe non ce ne ha fatto notare l’assenza, ci ha fatto capire come tante volte siamo poco attenti, guardiamo senza vedere davvero le cose importanti. Anche i mass media locali hanno dedicato pochissimo spazio all’evento, a quello spazio vuoto rimasto sulla parete della parrocchia e nel nostro cuore. Non si sa chi l’abbia portata via. Se per una bravata, per un gesto simbolico contro la Chiesa, per odio religioso o probabilmente solo per ricavarne qualche euro rivendendola come ferro vecchio. Lo sa solo chi ha compiuto il furto, un gesto esecrabile, sacrilego, forse anche inutile visto lo scarso valore economico dell’oggetto, importante soprattutto per il suo significato simbolico e religioso. Si dice a volte che ognuno ha a sua croce e Dio ci dà la forza per sostenere la nostra. Spesso ci chiede di camminare insieme, di portarla con Lui, come fece Simone di Cirene quando dovette caricarsi sulle spalle la croce di Gesù per alleviargli la fatica, sentendo tutto il peso dei nostri peccati che il Signore aveva preso su di sé. Prendere una croce altrui non è mai un gesto indolore, può diventare un peso insostenibile sulla coscienza o qualcosa che ti cambia la vita. Spero che chi ha preso la “nostra croce” lo capisca, si renda conto del proprio errore e trovi il coraggio di restituirla e magari dare un nuovo senso alla propria vita.

Gianni Capotorto

Facciamo i "patti di preghiera"! Nel Vangelo capita spesso di trovare parole di Gesù, che invogliano alla preghiera insistente, quella che “stanca” Dio, che da buon Padre non potrebbe mai rifiutarsi di soccorrere i suoi figli. Ma, come diceva un fortunato slogan pubblicitario, “two (e in questo caso five) è meglio che one”, ecco allora il classico “uovo di Colombo”: costituiamo i “Patti di preghiera”! Di che si tratta? Semplice: formiamo dei gruppi di amici (quattro più uno), che si impegnano quotidianamente a pregare l’uno per l’altro e a pregare per Papa Francesco, che costituirebbe il punto fisso dei “patti” (per questo si parlava di “quattro più uno”). Risultato? Innanzitutto risponderemmo all’invito costante di Papa Francesco a sostenerlo con la preghiera e inoltre si creerebbe una grande “rete” di preghiera, uno “tsunami” di oranti, che si eleverebbe ogni giorno al Padre, che è nei cieli, così come Gesù ci ha detto con insistenza nel Vangelo. Infine saremmo veramente Chiesa e Dio “non potrebbe” non accogliere le nostre richieste: “ In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà (Mt 18,19)”. Allora, andiamo a incominciare e formiamo la nostra catena virtuosa, che finirebbe per abbracciare il mondo e opporre al silenzio di chi non crede l’incenso rivolto al Padre nostro, che è nei cieli, ma è intimamente vicino agli uomini!

Vito Buttiglione

Letto per voi/Wanted, esercizi spirituali per ladri e briganti di Fabio Scarsato/Libreria del Santo Storie di ladri briganti e malfattori che hanno creduto nella Misericordia di Dio e nella possibilità di cambiare vita e diventare testimoni del suo amore. Un messaggio di speranza e un invito ad affidarsi a Dio senza paura che racconta varie storie di peccato e redenzione, partendo da Adamo ed Eva per giungere al Buon Ladrone e altre storie di redenzione narrate dalle fonti francescane. Il libro è introdotto da una prefazione scritta da “ex ladroni”, detenuti nel carcere di Padova impegnati in un percorso di ricostruzione della propria vita.

Lector in fabula Pag.3


Crisi economica e crisi valoriale

L’8 ottobre si è aperto il terzo e ultimo anno del nostro corso di formazione con il consueto intervento dell’Arcivescovo, che quest’anno ha avuto come argomento il discernimento. Partendo da un’analisi abbastanza dettagliata della crisi attuale e delle sue motivazioni, remote e prossime, ha operato una disamina dei due modelli di crisi (congiunturale e sistemica), e ha messo in evidenza come il periodo che stiamo attraversando si configura proprio come una crisi dell’intero sistema più che di singoli pilastri di esso. Nel mondo moderno, inaugurato dall’Illuminismo e dalla moderna società industriale, che mostrò i suoi punti deboli con la svolta capitalistico-liberista e, soprattutto, con lo sfruttamento dei lavoratori, nacque il Comunismo e la lotta per i di-

ritti dei lavoratori. Lotta che, se faceva sue giuste istanze di liberazione del mondo del lavoro, istanze condivise anche dal mondo cattolico, tuttavia, come ebbe a dire San Giovanni Paolo II formulava domande cui non era capace di fornire risposte vere. La caduta del Comunismo ha determinato l’affermarsi di una forma di capitalismo selvaggio, che metteva al centro dell’attività economico-finanziaria non più l’uomo e il mercato reale, ma una economia virtuale, una economia svuotata dei suoi veri contenuti, in cui la ricchezza superava i beni prodotti e creava uno squilibrio fra la stessa ricchezza e il costo reale delle merci o dei beni da cui dovrebbe derivare il denaro ricavato (sono i famosi “derivati”), squilibrio che ha creato l’odierna situazione critica e rischia di trascinare alla fine dell’intera economia capitalistica e che ha avuto “l’effetto collaterale” di portare il sistema capitalistico verso un sistema individualista e l’egoismo a trasformarsi in sistema. Il singolo individuo diventa misura di se stesso e del mondo che lo circonda. Il proprio io diventa punto di riferimento di tutto ciò che lo riguarda, finanche di quello della propria nozione di infinito e, in fin dei conti, di quelle che sono le regole della propria vita e la misura dei suoi diritti e

dei suoi doveri. In realtà, per l’Arcivescovo, se viviamo in un mondo globalizzato, diventa un nonsenso non accettare la presenza dell’altro e non può esistere un’idea assoluta di diritto individuale. Oggi sembra, invece, che i prodotti, le merci, si globalizzano, mentre le persone si tribalizzano, si mettono in ghetti, si separano e, dunque, vengono creati muri, concreti o metaforici (cfr. conseguenze della Brexit e costruzione di muri “antimigranti” ai confini con la Croazia e in Ungheria). In questi nostri giorni, pretendiamo – e siamo tutti dentro questa cultura, la respiriamo, questa cultura – che ha più diritti chi ha più potere. Ritorniamo a commettere il peccato di Adamo ed Eva, cioè alla presunzione di essere come Dio, di stabilire cos’è bene e cos’è male. Bisognerebbe ricominciare daccapo, dai fondamenti, dal principio primo che il bene va fatto, il male va rifiutato. Bisogna sapere che, se uno guarda a sé, non ama. Alla luce del Vangelo non dobbiamo più respirare l’odierna cultura individualistica: essa, infatti, porta a renderci l’uno per l’altro perfetti sconosciuti. Dobbiamo essere veramente famiglia umana, piegandoci sulle nostre miserie, amando con discernimento. Rocco Barbalinardo Per il Gruppo Caritas

L' ANGOLO DEL D. V.

Stavolta parliamo di Azione Cattolica! Carissimi, oggi parliamo di Azione Cattolica di cui sono presidente parrocchiale. L'A.C. .è stata l'unica associazione laicale espressamente citata dai documenti del Concilio Vaticano II. Nel decreto Ad Gentes al n. 15 si raccomanda nelle missioni di “promuovere diligentemente” accanto ai catechisti e ai diaconi anche l'A.C.. Nel decreto Christus Dominus al n. 17, tra le varie forme di apostolato da promuovere nelle diocesi ai vescovi si raccomanda l'A.C. Il nostro sodalizio, dunque rientra nella previsione del can. 298 § 2 ovvero le associazioni rette, o lodate, o raccomandate dalla autorità ecclesiastica competente”. Essere soci di A.C. può essere sintetizzato nel bel motto che mi è stato insegnato dalla mia educatrice tanti anni fa: “Preghiera, Azione, Sacrificio”. In A.C. Si vive la vocazione laicale lavorando e collaborando con i Pastori. Per questo l'A.C. ha una struttura parrocchiale anche se, come a Gioia, i gruppi adulti danno vita ad iniziative comuni. Nel tempo presente è importante per i laici perseguire l'ideale della santità nel quotidiano. L'A.C. aiuta a fare questo. Buon anno sociale a tutti

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