Il ricordo (a mio padre) - poesia

Page 1

il ricordo a mio padre Francesco Paolo

poesie

Matteo Cotugno



in memoria del mio babbo Francesco Paolo gli insegnamenti che ci hai lasciato sono doni preziosi

le opere ritratte in foto sono su gentile concessione della mirabile artista Aurora Cubicciotti



È sul tuo cuore che vorrei pregare È sul tuo cuore che vorrei pregare non spegnerlo ancora che mi fa male pensare alla vita senza la tua, padre m’insegnasti tutto del mondo il buono che c’è e che ci rimane, lasciando stare il male a chi lo vuole, hai reso me l’uomo che tu volevi, meglio di te col tuo parlare piano sul libro della prima elementare, leggendomi la storia di Pinocchio guardavi quel tuo bimbo un po’ balocco, Geppetto del mio legno e del mio sangue, mi hai vestito sempre del tuo amore ancora prima che con ago e filo. È sul tuo cuore che vorrei pregare mentre sei disteso qui davanti a me scorgendo l’accennarsi delle ali che angelo qui in terra non avesti.

Matteo Cotugno



Trema il respiro Trema il respiro d’un cielo in bilico nel trapassar di luce che sfera a sfera oppone, incanto eterno, scorrere di vita sul limitare d’uomo, pianto del mondo che tace il grido e perdona. Trema il respiro sul palmo della mano che acuti risvegli stringono a sÊ chi ama lontano e sugli occhi il soffiar di nubi tende alle disperate braccia umile riposo e pace.

Matteo Cotugno


Bambini Bambini aspettavamo per sopirci del passo tuo il suono e delle chiavi un giro e poi un altro nella porta fintanto di fatica ti svestivi le palpebre giĂ chiuse ci riempivi di baci lievi e tenere carezze che noi le sentivamo appena appena per non svegliarci e di sobbalzo poi ti abbracciavamo a dirti “ciao babbo sei luce in questo buio di pauraâ€? e il tuo sorriso lieve si stendeva sulle coperte calde della sera. Matteo Cotugno


A mio padre Alla porta un bussare lento, si apre, come da sola e sola appare la sbiadita soglia d’un viso appena accennato, il “chi sei” di chi non ricorda nemmeno più un figlio, chiuso dentro gli occhi come a strappare un lume nel buio della sua notte. Attraversa a piccoli passi il precedere d’un abbraccio, stupìto dal contatto d’estranee braccia al collo, ripetendo piano piano il verso di un bambino, rapito da un aquilone che vola nella mente senza più un filo. “Che strana questa gente… strano tutto quanto, non ricordo niente!” Matteo Cotugno


Abbracciami Ora abbracciami in questo smarrirsi di lacrime sorprendimi sul cammino dei versi, rendili preghiera e falla tua, perchÊ è per te che scrivo ora, solo per te che m'insegnasti la parola e la sua forza.

Matteo Cotugno


A te Eludere ogni sguardo riflesso nel tuo fuggendone ogni luce, ogni parvenza di colore e morire nel sospiro lieve che tace amore, gridandolo nelle mani, nelle braccia, fino a raccoglierlo in un bacio che sa d'addio, che sa di un'altra vita, la piĂš bella.

Matteo Cotugno



Un grido Irrompe nel bianco un grido che nero spegne nel cielo fremito di lontananze, ora che tutto è compiuto, ora che immobile regna un silenzio disteso come un cristo deposto, braccia pietose d’amore levan protese preghiere.

Matteo Cotugno



Vicino a te Sono vicino a te soffio di pensiero remota immagine mai sbiadita in me. Sono qui, vicino non cercarmi più ho visto ora spegnersi la malinconia. Sono in te per sempre più non serve lacrima quando manca il battito c’è sempre un sorriso. Sono con te ora che vita s’eterna fra queste parole di muta preghiera.

Matteo Cotugno



Requies Ossa con ossa è il riposo nel buio marcio di terra e mesto svanisce il nome nel barlume di vita di un lumino nella notte. Strano il respiro silente dello sguardo alla montagna che saluta dal muro, strano, come esserci nato senza mai ritorno per finire qui con chi t’ha amato più di lei, severa madre incupita sul mare nell’abbraccio del cielo che non ti ha mai donato se non adesso che vivi in me. Matteo Cotugno



Ricordo Un rubino accende di febbraio il cielo coprendolo intero in rivoli rossi, disperse nuvole si cullano alte piegando quel canto che sa di preghiera. E’ lì che dimora ormai chi ha reso il cuore alla vita, è su che si leva lo strazio d’addio e lievi carezze salutano il giorno che amore festeggia. Matteo Cotugno


Quei monti Quei monti, ora che non puoi, ti guardano, un saluto all’apparire ad ogni aurora, le chiacchiere poi del giorno compagnia dalle casette scavate in fondo nella roccia, dal biancore dello Junno che sale alla grotta dell’Arcangelo Michele, dai ciottoli che saltavi uno ad uno, ragazzo dal clarino dolce come i sogni che vestivi, riposa nella piana che t’accolse all’ombra dei severi monti, quei monti, ora che non puoi, ti guardano dai bordi dei tramonti, è un saluto al tuo riposo padre mio. Matteo Cotugno


Lo sguardo di un padre Temevo il tuo sguardo e lo cercavo lo stesso, era un riflesso del mio futuro, somiglio a te anche adesso che il silenzio ci accomuna, i tuoi rigori nei miei errori sanno tanto di quel che sono e il perdono era un gesto quando sembravo perso senza soldi, senza meta in una strada senza uscita c’eri tu che mi prendevi c’eri tu che mi parlavi piano come amavi fare e negli occhi tutto il giudizio accorato di chi t’ha amato. Matteo Cotugno



Padre mio Un "Padre Nostro" perchĂŠ sei padre mio viso del tuo viso pelle e cuore del tuo, la tua mano nella mia piccola e ora grande nella tua ancora trepida e curiosa mentre a occhi chiusi sogni chissĂ quali lunghe strade scese, salite e ridiscese come dai monti in cui sei nato ai passi brevi di un saluto che appresti a darmi con la mano ancora nella mia quasi stretta per farti sentire sempre padre mio e figlio io, figlio tuo. Matteo Cotugno


Ti ho regalato‌ Ti ho regalato una preghiera a occhi chiusi le mani sulle tue mentre dormivi nel suono di un monitor che lento si perdeva padre nostro‌ sommesso il cielo fuori dal cemento che ci sovrastava freddo ti attese padre nostro... il respiro si faceva corto e il tempo si dilatava ai giorni d'infanzia che mi hai donato padre nostro... quante corse quanti affanni quante carezze quante gioie mi hai lasciato uno strazio dentro come perdessi la mia stessa aria la mia stessa vita. Matteo Cotugno


Ti prego Lo so che ti manca come mancherebbe a noi come manchi a noi… lo so che ti manca proprio oggi - quando ci lasciasti ti manca di più lo so quanto ti manca la dolcezza delle carezze, le diamo a lei per te e lei a noi per te lo so quanto ti manca sentirne la voce anche ora ch’è più flebile e vuole raggiungerti lo so cosa ti manca quando ti affacci a sentirci pregare ogni giorno e non sai perché o lo immagini e fai finta di niente… lasciacela qui ancora un po’… dai babbo! Matteo Cotugno


Muri Il silenzio di quei muri spogli rende vivo il vento degli incontri sui tuoi marmi, padre, il silenzio di quei muri l’ho sentito profondo nel cuore, li ho lasciati che si guardavano imbiancati a malapena, scrostati dalla vita, le impronte dei quadri e dell’orologio a segnare un tempo che non c’è, non più, stanze vuote senza eco, un pianoforte senza corde che parla di noi, di una famiglia che era amore nel vociare quotidiano di bambini e nei silenzi di serate sul balcone a guardare le lucciole nei campi. Padre, lascio questi muri per adornarne altri appendendovi ogni ricordo mi riporti a noi, anche quelli che non ho preso, che invisibili mi sono rimasti addosso segnandomi di te per sempre. Matteo Cotugno


Eccoti

Chiamami forse la voce resta sospesa nel tempo e nello spazio e la rendono piĂš flebile, ma chiama lo stesso che aspetto un cenno, come facevi con la testa e gli occhi, un solo piccolo fiato per un saluto, sapere che da lĂŹ ci sei ancora sui miei passi. Eccoti.

Matteo Cotugno


Abbraccio al padre A malapena questa vita mi contiene, espanderei fino a te ogni cosa pur di raggiungerti e guardarti ancora un'ultima volta, padre, che la vita ti ha lasciato andare troppo presto per ogni saluto. A malapena questa vita mi contiene coi suoi problemi che diventano miei, come fossi l'unico rimedio e forse poco a poco lo capirà anche lei e mi lascerà stare, mi lascerà passare sopra ogni ricordo, carezza di figlio sul corpo tremante di chi non ce la faceva più e si è arreso, così si arrenderà anche lei al mio tempo di disfatte e di conquiste sudate, passandomi sopra nuvole di esistenza, ponte immaginifico di un abbraccio al padre fino alla fine dei sensi. Matteo Cotugno


Ritrovarvi Asseconda la gamba nel salire il monte, che il sentiero prima o poi torna a scendere e non è un tornare indietro in memorie perse ma nuova emozione - resta sempre con me qui di fianco padre... me lo hai insegnato tu -. Prendi del nuovo ciò che ti basta e fanne bastare ancora per chi sopraggiunge affaticato da strade diverse dalle tue e ugualmente preziose - rifugio sui monti sei, madre, sono con te, me lo hai insegnato tu -. Avanza deciso accarezzando il panorama che scende: è il futuro che avete donato. Matteo Cotugno


Aspettarti Sto ad aspettarti qui immobile come te, con gli occhi rivolti ai monti natii, velati da un cielo innaturale, come innaturale è questo baratro. Resto distante, come sono sempre stato, ma con dentro te che mi hai amato e fatto grande, facendomi vicino ad ogni passo, via via piÚ lontano ed ora mi manchi, babbo, e questo dolore sublima ogni istante nel ricordo bello che mi hai lasciato di padre buono dalle mani d'oro. Matteo Cotugno


ebook realizzato da Matteo Cotugno ebookpoesia@libero.it



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.