PoesiAnima

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© copyright 2010 Matteo Cotugno “PoesiAnima”

I diritti d’autore relativi a questa opera dell’ingegno sono stati tutelati mediante apposizione di firma digitale e di marca temporale aventi valore legale. cotugnomatteo@libero.it Copia N°______ Isbn 978-88-95822-04-4 Bernini Editore Modena www.beninieditore.it


Matteo Cotugno poesie

PoesiAnima

Bernini Editore


Prefazione Oggi ho aperto il mio cassetto e… ho trovato questo bel sogno, realizzato a distanza di molti anni dall’inizio di un lungo viaggio intrapreso nella poesia. Una poesia che mi ha accompagnato per tutta la vita, infatti per me non indica solo un’opera scritta, ma è soprattutto un modo di vivere, di percepire al di là del comune sentire, i messaggi universali che la nostra esistenza spesso trascura per poi trascriverli nei miei versi e regalarli a tutti… sperando siano graditi. In tenera età ho iniziato a scrivere componimenti rifacendomi ai classici che man mano studiavo al liceo, da Petrarca fino a Marinetti, ed ho sempre avuto per pudore una forte reticenza nel far leggere ciò che componevo… tanto da tenerli segreti, e questo fino a poco tempo fa, quando pubblicando in siti letterari on line spinto da artisti amici, ho acquisito coscienza che quel cassetto in cui ho riposto un sogno… era giunto il momento di… aprirlo. E oggi … finalmente…, con questa raccolta di poesie scritte negli ultimi due anni, ho realizzato il mio sogno… nasce PoesiAnima. Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno incoraggiato nella realizzazione di quest’opera… un immenso grazie di Cuore!


Recensione Secondo il mito orfico (tratto dalla leggenda di Orfeo che andò nel mondo dei morti per farsi ridare indietro la donna amata, Euridice e che l'avrebbe riavuta solo se non si fosse mai voltato a vederla durante il tragitto che conduceva dal mondo dei morti a quello dei vivi) si crede che l’anima sia di origine divina e che cada sulla terra imprigionata nel corpo a causa di una colpa originaria. Il suo fine ultimo è quello di ritornare alla patria celeste, suo luogo originario. PoesiAnima racconta la forma e la voce dell'anima. Nei versi dell'autore si

ha

l'impressione

di

vederla

e

di

sentirla

ogni

giorno.

L'anima ha la forma dell'albero davanti casa, dei colli bolognesi, di una bambola Chancay, di un sasso, di una bambina, del mare. L'anima ha la forma di un quanto e dell'universo intero. La sua voce, quando inizia lunghi discorsi, parte dal canto degli uccelli e continua con il fruscio del vento per concludere con un assolo di musica rock. La forma e la voce dell'anima sono il mio e il tuo corpo, la mia e la tua voce, il mio e il tuo pensiero. Le poesie di Matteo Cotugno sono tutto ciò: un linguaggio sconosciuto e al tempo stesso familiare; una voce che sale da dentro, che inconsapevolmente affiora quando meno te lo aspetti e plasma la realtà al tuo sentire; un "do ut des" ebbro e sovraeccitato; una catarsi di fenomeni. Sono le nostre più intime sensazioni che diventano reinterpretabili, scomponibili e ricomponibili come in un puzzle, di cui conosciamo ogni sfumatura perché esse scavalcano i confini del nondetto. Francesca Arangio (redazione Aphorism)


Poesia di una rosa Atrocità d’Anima sublimate nel sangue divino di una donna vivono costanti nel cuore di un poeta impietrito dalla vita. Urla nello strazio strappate dai silenzi oscuri di una stanza colorano ora versi in preghiere sussurrate alla pietas divina. Essudati di ferite lancinanti come lame impregnano i fogli di parole in poesia segreta e inaccessibile vissuta come rosa.


Ho voglia di te Non mi basta viverti addosso, voglio i tuoi petali schiudersi in corolla dentro me. Accendimi in colori oggi c’è il sole fa capolino in cuore, ho voglia di te ma dentro me. Non mi basta respirarti e via, voglio le tue dita toccarmi dentro l’Anima e indicarmi Dio. Sorprendimi in sorrisi ora c’è la luna traspare sulle stelle, ho voglia di te sei dentro di me… … sempre.


Notti Cielo ostricato in perle dischiuse riverse nel mare disteso al vento la notte d’estate rimira sguardi e rimpianti spenti nel nero di seppia. Cielo sfrangiato in stracci anneriti sbattuti sul mare ferito dal vento la notte d’inverno nasconde visi e corpi accesi nel fuoco pudico.


L’umiltà Assiomi infiniti nascosti fra i sassi di terre scoscese nutrono menti distorcono vite. Placebo grigo di mali incurabili finge gioia in estreme miserie in giri d’angolo. Umile ostenta tasche vacanti ricolmo cuore di nobili intenti senza finzioni.

(Pubblicata sulla rivista letteraria Isola Nera – casa di poesia e letteratura – maggio 2010)


Cella Ho rotto un equilibrio, compulsa azione la mia, adesso e barcollo stentando in angoli chiusi, rompendo muri a calci e pugni, sputando sangue su pareti bianche, chiuso a chiave dal mondo. Evitare di far male o di farsi male? Inutile quesito in libertĂ negata, inutile risposta in lucchetti bianchi.


Amarti è un verso Scolorire così dalle mie mani in un attimo l’idea di te, ritrovata dipinta sulle orme di un uomo attonito e perso passo dopo passo per te passo dopo passo in te a sentire suoni nuovi e vivi nel pentagramma vuoto d’un cuore impedito dalla vita a dire battito dopo battito per te battito dopo battito in te che amarti è ancora un verso scritto a matita qui…


Voglio le tue mani Voglio le tue mani intrecciate nelle mie, un attimo in cui si ferma il cuore e il tempo si dilata spaziando l’infinito. Bello sentire le tue dita giocare a rincorrersi in ghirigori stretti nelle mie, dolci, le tue, morbidamente vellutate, solleticano desideri, nascondendosi poi timide nei palmi delle mie mani. E tremo, e tremi‌ So che sei mia ora che gli occhi non ci bastano.


Timidezza Rannicchiata in un verso, la tua timidezza si palesa appena, sfiorando un pensiero che ti porta a me. Scopro poco a poco, sempre poco di te, scrigno di vita inaccessibile a tutti, ti proteggi cosÏ, ferita dal passato, segnata nell’Anima, hai pianto molto, certo, lo so. Vieni qui, ti tendo le mani ma ti allontani paurosa di me, anche se sorridi ad occhi bassi, non ti fidi di un sogno lontano, venuto apposta di notte, per te. Apri la mano, prendi la mia presto, mia dolce voliamo via!


Pianto Il pianto di un uomo è muto, non si sente, non si vede lacrima ma le linee del suo viso tradiscono il dolore e le mani strette in pugni gridano senza voce fra le sue tragedie. E mi fa pena osservare la sua tristezza stemperarsi nell’effimero d’un sogno inarrivabile, rapito dall’azzurro di un tramonto in cui si è perso, convinto di sembrare meno lontano da te. Il pianto di un uomo è sempre muto per chi non sente il rumore interiore di un’Anima infranta.


Il tuo sogno Se tornassi a nascere e potessi scegliere cosa essere ebbene sceglierei di essere un sogno un inconsistente sogno un anelito un effimero anelito il tuo sogno il tuo anelito per dimorare nel tuo cuore nella tua anima per sempre incessantemente e istante dopo istante per sempre insistentemente spingerti ad amare per sempre eternamente il tuo sogno. Ama.


in visione in questo eBook 10 delle 96 poesie contenute nel volume che è selezione Poesia Premio Alessandro Tassoni Modena 2011

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